LA FEDE È BELLA SENZA LI CHISSÀ, SENZA LI COME E … · la coscienza dei limiti della ragione...

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ORDINATI NELLA CONCATTEDRALE DI SQUILLACE CINQUE GIOVANI DIACONI L’Arcivescovo Bertolone: «Vi consegno i piccoli ed i poveri perché possiate far sperimentare loro la tenerezza di Dio» servizio a p. 4 N ella nostra società confusa, frenetica, multiculturale, multietnica e multireligiosa, molte persone desidere- rebbero crescere interiormente. E perciò ricercano ri- sposte sensate ai veri e grandi interrogativi della vita: chi sono? Dove vado? Che cosa faccio? Perché il dolore e la morte? Oltre a ciò, il desiderio di comprendere l’umanità e capire cosa vogliamo veramente dalla vita e se ancora esista il coraggio d’interrogarsi sulla fede cristiana. Tra tutti questi “perché”, il XX secolo, che si era aperto con movimenti accomunati dalla divinizzazione dell’uomo (homo homini deus est) e dalla negazione della fede, si è poi chiuso con la coscienza dei limiti della ragione umana e col maturare della consapevolezza che solo un Dio ci può salvare. Ne deriva una constatazione fatta propria anche da grandi laici dei tempi mo- derni, che con le loro riflessioni ci invitano a considerare che «la fede non è un grande problema, ma il grande problema di fronte al quale tutti gli altri diventano risibili» (Indro Montanelli) e che «la vita senza la fede è un orrore» (Ingmar Bergman). E tuttavia grande parte dell’umanità pensante argomenta che Dio ha ab- bandonato la ca¬bina di guida del pianeta, smarrendosi nell'alto dei cieli, sostenendo ciò con citazioni letterarie: siamo come «fo- glie morte, portate dal vento» (Mimnerno), «il sogno di un'om- bra» (Pindaro), «una vana immagine o una vuo¬ta ombra» (Sofocle). S’afferma che l’uomo è una passione inutile, per dirla con Sartre, o un granellino di polvere sperduto nell’universo, come per Buzzati. Conclusione? «Non esser nato è fra tutte la sorte migliore; ma, nato, tornare donde si venne al più presto è di gran lunga il meglio» (Sofocle). Ed allora, verso quale meta s’affanna l’uomo? Platone aveva intuito che per spiegare l’umana sorte v’è solo la ragione, ma pure che questa «non è che una povera zattera su cui attraver- sare pericolosamente il mare della vita». Meglio sarebbe coprire il tragitto, annotava ancora il filosofo greco, «su una più solida barca, affidandosi alla divina rivelazione». È quasi una premonizione: con la venuta di Cristo, infatti, si ha un radicale mutamento della condizione umana, che Egli as- sume e trasfigura. Nulla è più come prima; più nessuno è un nu- mero tra i tanti o un fenomeno insignificante. «Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda tra noi» (Gv I, 14). La nascita di Cri- sto Gesù ribalta le folgoranti ma desolanti definizioni prima ri- chiamate. Dio s'inserisce nella storia, cioè nello spazio e nel tempo; è ac- canto a ognuno di noi, ne condivide le ansie, ne ascolta la voce, fa pro¬pria la vicenda umana con quanto essa ha di grande e di umano, prende, infatti, un volto come il nostro. Ci ricorda il Santo Padre Benedetto XVI: «L’uomo moderno, adulto eppure debole nel pensiero e nella volontà, deve lasciarsi prendere per mano dal Cristo e fidarsi di Lui». Per dirla con Henry de Lubac, «l'idea di Dio è inestirpabile, perché in fondo è la Presenza stessa di Dio nell'uomo. Sbarazzarsi di questa Presenza non è possibile. L'ateo non è colui che vi sarebbe riuscito. È solamente l'idolatra che, come diceva Origène, riferisce a qualsiasi cosa piuttosto che a Dio la sua no¬zione indistruttibile di Dio». E san Paolo non ha scritto che «si fa trovare persino da quelli che non lo cercano»? (Rm. 10,20) Più lo trovi e più il desiderio di cercarlo si fa cocente. Solo cercandolo si lascerà trovare: non lo cercheremmo se non l’aves- simo trovato. Trovarlo è cercarlo ancora: vederlo è non essere mai sazi di desiderarlo, ma ciò è possibile solo a chi si fa piccolo e si lascia umilmente illuminare dalla luce del suo Volto. + Vincenzo Bertolone DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro - Spedizione in a.p.Tabella C - Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 FONDATO NEL 1982 29 GENNAIO 2012 ANNO XXXI N. 2 LA FEDE È BELLA SENZA LI "CHISSÀ", SENZA LI "COME" E SENZA LI "PERCHÉ" Con questo numero iniziamo un percorso di riflessione sulla Fede, in sintonia con quanto il Santo Padre ha proposto con il motu proprio “Porta Fidei” Il Seminario Teologico Regionale “San Pio X” di Catanzaro in udienza dal Santo Padre, con la partecipazione dei Vescovi Mondello, Bertolone, Renzo, Bonanno, Galantino e Ciliberti servizio a p. 11

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ORDINATI NELLA CONCATTEDRALE DI SQUILLACE CINQUE GIOVANI DIACONILArcivescovo Bertolone:

Vi consegno i piccoli ed i poveriperch possiate far sperimentare loro

la tenerezza di Dioservizio a p. 4

Nella nostra societ confusa, frenetica, multiculturale,multietnica e multireligiosa, molte persone desidere-rebbero crescere interiormente. E perci ricercano ri-sposte sensate ai veri e grandi interrogativi della vita: chi sono?Dove vado? Che cosa faccio? Perch il dolore e la morte? Oltre aci, il desiderio di comprendere lumanit e capire cosa vogliamoveramente dalla vita e se ancora esista il coraggio dinterrogarsisulla fede cristiana.

Tra tutti questi perch, il XX secolo, che si era aperto conmovimenti accomunati dalla divinizzazione delluomo (homohomini deus est) e dalla negazione della fede, si poi chiuso conla coscienza dei limiti della ragione umana e col maturare dellaconsapevolezza che solo un Dio ci pu salvare. Ne deriva unaconstatazione fatta propria anche da grandi laici dei tempi mo-derni, che con le loro riflessioni ci invitano a considerare che lafede non un grande problema, ma il grande problema di fronteal quale tutti gli altri diventano risibili (Indro Montanelli) e chela vita senza la fede un orrore (Ingmar Bergman). E tuttaviagrande parte dellumanit pensante argomenta che Dio ha ab-bandonato la cabina di guida del pianeta, smarrendosi nell'altodei cieli, sostenendo ci con citazioni letterarie: siamo come fo-glie morte, portate dal vento (Mimnerno), il sogno di un'om-bra (Pindaro), una vana immagine o una vuota ombra(Sofocle). Safferma che luomo una passione inutile, per dirlacon Sartre, o un granellino di polvere sperduto nelluniverso,come per Buzzati. Conclusione? Non esser nato fra tutte lasorte migliore; ma, nato, tornare donde si venne al pi presto digran lunga il meglio (Sofocle).

Ed allora, verso quale meta saffanna luomo? Platone avevaintuito che per spiegare lumana sorte v solo la ragione, mapure che questa non che una povera zattera su cui attraver-sare pericolosamente il mare della vita. Meglio sarebbe coprireil tragitto, annotava ancora il filosofo greco, su una pi solidabarca, affidandosi alla divina rivelazione.

quasi una premonizione: con la venuta di Cristo, infatti, siha un radicale mutamento della condizione umana, che Egli as-sume e trasfigura. Nulla pi come prima; pi nessuno un nu-mero tra i tanti o un fenomeno insignificante. Il Verbo si fattocarne e ha posto la sua tenda tra noi (Gv I, 14). La nascita di Cri-sto Ges ribalta le folgoranti ma desolanti definizioni prima ri-chiamate.

Dio s'inserisce nella storia, cio nello spazio e nel tempo; ac-canto a ognuno di noi, ne condivide le ansie, ne ascolta la voce,fa propria la vicenda umana con quanto essa ha di grande e diumano, prende, infatti, un volto come il nostro. Ci ricorda il SantoPadre Benedetto XVI: Luomo moderno, adulto eppure debolenel pensiero e nella volont, deve lasciarsi prendere per mano dalCristo e fidarsi di Lui. Per dirla con Henry de Lubac, l'idea diDio inestirpabile, perch in fondo la Presenza stessa di Dionell'uomo. Sbarazzarsi di questa Presenza non possibile. L'ateonon colui che vi sarebbe riuscito. solamente l'idolatra che,come diceva Origne, riferisce a qualsiasi cosa piuttosto che a Diola sua nozione indistruttibile di Dio. E san Paolo non ha scrittoche si fa trovare persino da quelli che non lo cercano? (Rm.10,20) Pi lo trovi e pi il desiderio di cercarlo si fa cocente. Solocercandolo si lascer trovare: non lo cercheremmo se non laves-simo trovato. Trovarlo cercarlo ancora: vederlo non essere maisazi di desiderarlo, ma ci possibile solo a chi si fa piccolo e silascia umilmente illuminare dalla luce del suo Volto.

+ Vincenzo Bertolone

DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE Via dellArcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro - Spedizione in a.p.Tabella C - Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 FONDATO NEL 1982 29 GENNAIO 2012 ANNO XXXI N. 2

LA FEDE BELLA SENZALI "CHISS", SENZA LI "COME" E

SENZA LI "PERCH"

Con questo numero iniziamo un percorso di riflessione sulla Fede,in sintonia con quanto il Santo Padre ha proposto con il motu proprio Porta Fidei

Il Seminario Teologico RegionaleSan Pio X di Catanzaro

in udienza dal Santo Padre,con la partecipazione dei Vescovi

Mondello, Bertolone, Renzo, Bonanno, Galantino e Ciliberti

servizio a p. 11

229 Gennaio 2012

LA FEDEIMPREZIOSISCE

LUMANITDELLA VITA

Il vento della secolarizzazione haraggelato la fede nel mondo e ilPapa, che ha il mandato di con-fermare i fratelli nella fede, ha avver-tito il bisogno di indire lAnno dellaFede per ravvivare negli uomini dioggi ladesione alla persona di GesSalvatore e al Suo Vangelo.

La fede: bisogna riscoprirla se stataabbandonata; occorre rinverdirla qua-lora fosse appassita; necessario rav-vivarla se si trova insabbiata.

E urgente la testimonianza di questafede tanto amata, come altrettantoutile riappropriarsene dopo lesodo diuna fede sofferta per i tanti perchinsoluti.

Lanno della fede tempo utile perpassare dallo stato di tiepidezza o difreddezza ad un credo convinto edentusiasta, e per realizzare la conver-sione da un cristianesimo anonimo aquello vivificante.

Lanno della fede tempo dellincar-nazione dellincanto di Dio che si assa-pora nella maturit battesimale. Unafede nutrita alla fonte della Bibbia e ali-mentata dal magistero della Chiesa. Imonasteri e i centri di spiritualit irra-diino il fascino dellautentica fede!

Il risveglio della fede in ogni singolouomo porter un enorme vantaggio: lapesantezza della vita ritrover slancionei giorni nelle opere; il disorienta-mento esistenziale riacquister la bus-sola che indica i veri tracciati delcammino. Luomo che fa i passi nellastoria, alla luce della fede, si ritroverpi uomo perch la sua umanit cer-tamente rinnovata e impreziosita.

Raffaele Facciolo

Lagenda del Vescovo 16 Gennaio - Squillace

Chiesa Concattedrale, ore 17 Solenne Pontificale eConferimento del Sacro Ordine del Diaconato a cinque giovanidellArcidiocesi di Catanzaro-Squillace

17 Gennaio - CatanzaroParrocchia Madonna di Pompei, presentazione del volumedi mons. Giuseppe Silvestre

18 Gennaio - CatanzaroSeminario S. Pio X, partecipa allincontro per delliniziodella settimana di preghiera per lunit dei cristiani

19 Gennaio - CatanzaroSeminario S. Pio X Presiede i lavori dellaCommissione Presbiterale Ore 17.30, Gasperina, partecipa al convengo su don Caruso

20 Gennaio - Chiaravalle CentraleS. Messa in onore di San Sebastiano, Patrono dellaPolizia Municipale

21 Gennaio - CatanzaroOre 16.00, Tiene indirizzo di saluto al convegnodegli Insegnati di Religione

22 Gennaio - TavernaParrocchia S. Barbara, Amministrazione del Sacramentodella Confermazione Ore 17.30 Chiesa Monte dei Morti, Presiede la S. Messain ricordo della Venerabile Nuccia Tolomeo

28 Gennaio - Chiesa Cattedraleore 17.00 S. Messa con i giornalisti

30 GennaioUdienze

31 Gennaio - SoveratoS. Messa per la festa di San Giovanni Bosco

1 febbraio - Catanzaroore 17.00 in Cattedrale Giornata per la Vita Religiosa

2 febbraio Castrovillari - Auditorium San GirolamoConvegno sulla Legalit

4 febbraio - GuardavalleConsacrazione della Chiesa

5 febbraio - GuardavalleOre 12.00, Seminario S. Pio X, Presiede S. Messa con lassemblea dio-cesana RNSOre 17.30, Catanzaro, Parrocchia SS: Salvatore, presiede S. Messa in oc-casione della giornata per la Vita

6-8 febbraio Reggio CalabriaPartecipa ai lavori della Conferenza Episcopale Calabra

ABBONAMENTO CCP n. 10342889

intestato a Comunit nuova

25,00 per lItalia 40,00 per lestero

Direttore Resposabile:Mons. Raffaele Facciolo

Consiglio di redazione: Pro Vicario Generale Vicari EpiscopaliVicari Foranei . Don Francesco Candia

Don Michele Fontana Don Giovanni ScarpinoMarcello Lavecchia Fabrizio Marano

Valeria Nistic Saverio Candelieri Rita Doria

Editore e RedazioneARCIDIOCESI METROPOLITANA

DI CATANZARO-SQUILLACEVia Arcivescovado, 13 88100 - Catanzaro

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di Catanzaro il 16 gennaio 1982.

ISSN: 2039-5132www.diocesicatanzarosquillace.it

329 Gennaio 2012

LA CALABRIACONSACRATA

AL SACRO CUORELa celebrazione il 6 febbraio

a Reggio Calabria

Consacreremo al Sacro Cuore la Cala-bria intera con la sua storia, le sue fatiche,le sue speranze, i suoi orizzonti. Davveroil Dio che ha dato tanto alla Calabria - imari e i monti, l incomparabile bellezzadelle albe e l incanto dei tramonti, lartedelle chiese, il profumo dei fiori e lo splen-dore dei campi lavorati col sudore dellafronte dei contadini, la gioia del focolaredomestico e il sacrificio delle tantemamme che donandosi ogni momento cu-stodiscono lunita delle famiglie - dav-vero sar felice di accogliere la nostraconsacrazione.

E quanto scrivono i vescovi calabresi inun messaggio in occasione della consacra-zione della regione al Sacro Cuore di Gesche avverr il prossimo 6 febbraio nel San-tuario di Sales, annesso al Monastero delleSuore della Visitazione a Reggio Calabria.

Sar un evento che i vescovi definisconodavvero singolare e pieno di signifi-cato. E davvero bello pensare scri-vono i vescovi nel messaggio a firma delpresidente mons. Vittorio Mondello - checonsacreremo la Calabria al Sacro Cuore:da quel Cuore trafitto nata la Chiesa. Ea quel Cuore trafitto, aperto ad accogliereogni dolore e ogni respiro umano; peren-nemente innamorato di ogni persona, diogni bimbo portato nel grembo e di ognineonato, dei fanciulli e dei ragazzi, deigiovani e degli anziani.

I vescovi calabresi auspicano, da questainiziativa, un irrobustirsi, anzitutto, dellanostra fede; una crescita, poi, della ca-rit e un incremento della comunionedelle nostre Chiese per fare dellinteraCalabria un cantiere vivo di fraternite di comunione.

I vescovi invitano tutti i fedeli calabresia ritrovarsi nelle loro parrocchie quelgiorno per un momento di preghiera: ilbuon Dio vedr allora nello stesso istanteunimmensit di mani dei Calabresi levateverso di Lui ad implorare che il Cuore delSuo Figlio si apra ad accogliere i dolori e lesperanze, le grida e le gioie, le fatiche e isilenzi, i passi e le cadute della Calabria in-tera; se tutto questo accadr quel giornoe quellora della consacrazione al Cuore diCristo, segneranno per la Calabria liniziodi una storia nuova.

r.i.

LETTERA DEL PRESIDENTE SCOPELLITIAL PRESIDENTE DELLA CEC MONS. MONDELLO

La Regione risolveun importante problema

Lattesa e durata tanto, ma l esito e fi-nalmente positivo. Limpegno, in-fatti, relativo ad un Piano regionaleper lEdilizia di culto e stato assolto Presi-dente Scopelliti.

Si tratta di un finanziamento di 20 milionidi euro per opere di grande importanza darealizzare nelle singole diocesi calabresi,dopo ovviamente aver ottenuto, per ognunadi esse, la necessaria approvazione regionale.

L impegno non era stato finora mantenutoperche la Regione non poteva contrarremutui con le banche. Il presidente Scopellitiha finalmente sbloccato la situazione, assu-mendo una decisione di grosso rilievo, che hacomunicato con lettera al Presule Mondellonella sua qualita di Presidente della Cec.

Eccellenza Reverendissima - scrive Sco-pelliti - riscontro la Sua nota n.138/2011 percomunicarLe che il Collegato alla manovra difinanza regionale per l anno 2012 ha previ-sto che La Giunta regionale (...) e autorizzataa contrarre mutuo ventennale fino alla con-correnza di una rata annua di euro1.350.000,00 con istituto bancario a cio abili-tato, previo procedimento di evidenza pub-blica.

Tale soluzione, pertanto - prosegue il Pre-

sidente - svincola definitivamente la Confe-renza Episcopale Calabra dalla necessita dicontrarre mutuo, in sinto- nia con le aspetta-tive della Conferenza medesima.

Sara cura delle competenti strutture re-gionali - conclude Scopelliti - avviare, ora,lappo- sito procedimento di evidenza pub-blica del cui iter amministrativo Sua Eccel-lenza sara tenuta debitamente informata.

E ovvio che questa impor- tante decisionedella Giunta regionale portera un grande be-neficio alla vita pastorale delle chiese cala-bresi e, di riflesso, a tutto il territorio e allavita civile della Calabria.

TRIBUNALEECCLESIASTICOREGIONALECALABRO

Reggio Calabria

InaugurazionedelNUOVOANNOGIUDIZIARIO2012

7 Febbraio 2012 - ore 18.00

Seminario Arcivescovile Pio XIVia Pio XI, 236Reggio Calabria

SALUTOS.E. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita e Moderatore del TER Calabro

RELAZIONE DELLATTIVIT GIUDIZIARIA PER LANNO 2011 Mons. Raffaele Facciolo, Presidente del TER Calabro

PROLUSIONELa natura del bonum prolis e le sfide socio-giuridiche delle problematiche della bioetica

Prof. don Hctor Franceschi, Ordinario di Diritto Matrimoniale Canonico alla Pontificia Universit della Santa Croce di Roma

429 Gennaio 2012

Luned 16 gennaio, nella solennit dellaTraslazione delle ossa di SantAgaziocenturione e martire, che rievoca l'arrivomiracoloso al lido di Squillace delle sante reliquie,nella Concattedrale di Squillace lArcivescovo me-tropolita Mons. Vincenzo Bertone ha ordinato dia-coni cinque giovani seminaristi.

Si tratta dei fratelli Antonio ed Alessandro Se-verino, appartenenti alla comunit parrocchiale diSantJanni di Catanzaro, di Antonio Lupia, dellacomunit di Sersale, di Alessadro Nicastro, dellacomunit di Chiaravalle Centrale, e di SalvatoreGallelli della comunit di Zagarise.

I cinque candidati hanno vissuto questo eventodi grazia assieme al clero, ai diaconi, alle comu-nit parrocchiali di appartenenza e alla comunitdiocesana tutta. Presenti alla sacra ordinazioneanche il vescovo emerito della diocesi, Mons. An-tonio Cantisani, il vicario generale, Mons. Raf-faele Facciolo, il prefetto e il questore di Catanzaro,Antonio Reppucci e Vincenzo Roca, il Coman-dante della Legione Carabineri Calabria, generaleAdelmo Lusi, il sindaco di Squillace, Guido Rho-dio, i sindaci dei rispettivi comuni dei candidati enumerose autorit istituzionali.

Per vivere come consacrati a Dio - cos si rivolto larcivescovo Bertolone ai candidati - in-dispensabile che vi adoperiate per diventare ognigiorno di pi uomini spirituali, cio persone cheorientano la vita al Padre e ne fanno unoffertaininterrotta in Cristo e un inno di intercessioneper gli uomini. Alimentate la vostra fede conlascolto e lannuncio della Parola di Dio, della

quale dovete essere i primi uditori e i primi desti-natari. Vi consegno i piccoli ed i poveri perch pos-siate far sperimentare loro la tenerezza di Dio chesi fa premura delle loro necessit attraverso di voi:non accontentatevi di sopperire solo ai loro bisogniprimari, ma andate oltre per dare anche a loro,come faceva il diacono Stefano, la gioia della Pa-rola di Dio! Andate per le strade ad incontrarel'uomo che cammina affannato dietro sotto il pesodei tanti problemi che lo assillano; ascoltate il suogemito, date a tutti la Buona Notizia di Ges edasciugate qualche lacrima.

Tanta la commozione delle famiglie dei cinque

giovani e di tutti i fedeli presenti che hanno par-tecipato con fede al sacro rito.

I diaconi sostenuti dalla grazia sacramentalenel ministero della liturgia, della predicazione edella carit, serviranno il popolo di Dio, in comu-nione col Vescovo e il suo presbiterio. Potranno,infatti, amministrare il Battesimo, distribuirelEucaristia, assistere e benedire le nozze, portareil viatico ai moribondi, proclamare la Sacra Scrit-tura per istruire i fedeli, presiedere al culto e allapreghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali edirigere il rito funebre.

Ordinati cinque diaconiLArcivescovo Bertolone: Vi consegno i piccoli ed i poveri perch possiate far sperimentare loro la tenerezza di Dio

529 Gennaio 2012

Scrivere sulleducazione alla fede deigiovani in Calabria unoperazionetuttaltro che semplice, per una seriedi motivi.

Anzitutto perch quando si parla di fede,ci si trova davanti ad un termine che presta ilfianco ad interpretazioni arbitrarie. Per cui bi-sogna chiarire quale significato dare a questaparola.

Se, come afferma Benedetto XVI, per fedecrediamo con ferma certezza che il SignoreGes ha sconfitto il male e la morte. Con que-sta sicura fiducia ci affidiamo a Lui: Egli, pre-sente in mezzo a noi, vince il potere delmaligno (cfr Lc 11,20) e la Chiesa, comunitvisibile della sua misericordia, permane inLui come segno della riconciliazione defini-tiva con il Padre (Porta fidei, 15), lorizzontesi fa pi nitido. La fede non assume solo ladimensione del dono pur rimanendoquesta la sua principale accezione ma ne-cessariamente rimanda allesperienza, perso-nale e comunitaria.

Potremmo dire che non c fede senza espe-rienza. Il dono che Dio fa a ciascuno di noi,necessita di un continuo rinvigorimento al-linterno della comunit cristiana, luogo pereccellenza dellincontro con il Signore, che hala sua origine e il suo culmine nellEucarestia.

Vista in questa ottica dono ed esperienza la fede assume un carattere maggiormentevitale e si intreccia con la nostra storia diuomini e donne che vivono qui ed ora, chelottano per la giustizia e il bene di tutti, e ciaiuta a comprendere meglio in che sensoLegioie e le speranze, le tristezze e le angoscedegli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto edi tutti coloro che soffrono, sono pure le gioiee le speranze, le tristezze e le angosce dei di-scepoli di Cristo, e nulla vi di genuinamenteumano che non trovi eco nel loro cuore(Gaudium et Spes, 1).

La fede a cui educare i nostri giovani vaesattamente in questa direzione.

Ovviamente il nostro contesto suggerisceun insieme di elementi dai quali non si puprescindere nelleducazione alla fede, perchi nostri giovani possano diventare, come gisottolineava don Bosco due secoli fa, buonicristiani e onesti cittadini.

necessario sottolineare il tipo di espe-rienza ecclesiale con cui i nostri giovani ven-gono a contatto fin dallet della discrezione,fortemente contrassegnato dalla piet popo-lare, risorsa e sfida della nostra pastorale.

Essa, non solo plasma le coscienze dei no-stri giovani, a tal punto che, spesso, si arrivaad identificare in modo erroneo - la praticadella fede con lesercizio delle devozioni po-polari, ma incide anche a livello dei rapportifamiliari e sociali.

Non si pu prescindere da essa nelleduca-

zione alla fede dei nostri giovani. Soprattuttotenendo conto del fatto che sta resistendoanche alle intemperie della postmodernit.Forse, spesso, svuotandosi di significato; mamantenendo una dura crosta che ne perpetuala permanenza sottoforma di tradizioni e de-vozioni.

Per cui pi che mai necessario educare lapiet popolare, per educare alla piet po-polare e, cio, a viverla come esperienza difede, e non come espressione di folklore, oappannaggio di cosche malavitose o congre-ghe, spesso dalla dubbia indole ecclesiale.

Accanto a questo binomio imprescindibile fede e piet popolare , oggi pi che mai,urgente riportare leducazione alla fede nel-lalveo delleducazione alla giustizia, nonsolo nella forma di legalit, ma di promo-zione del bene comune. In altre parole, biso-gna insistere perch la fede che abita nelcuore dei nostri giovani, nelle forme pi sva-riate di amore alla vita, al prossimo, alla paceecc. venga "educata (E-ducere: tirar fuori), eprenda le distanze dal sentimentalismo e dal-lintimismo, ma diventi impegno quotidiano,cittadinanza attiva.

la sfida, attualissima, delleducare allapartecipazione solidale, ad una fede con-

creta capace realmente di trasformare la re-alt, senza rimanere ingabbiati nei grandisogni, ma rimanendo coi piedi per terra e co-minciando dal proprio piccolo.

Cos si esprimono i vescovi del Quebec inun bellissimo documento di qualche anno fa:La fede, che propone una visione delmondo, comporta evidentemente una partedi insegnamento, di conoscenze, di verit.Nel corso dei secoli, questa visione e questeverit si sono trasmesse attraverso molteplicicanali []. Oggi, di fronte al moltiplicarsi deimezzi di comunicazione e levoluzione delleprassi pedagogiche, siamo sollecitati a ritro-vare approcci pluralistici, che stimolano lapartecipazione e limpegno dei giovani [].La fede si impara soprattutto mediantelesperienza condivisa, il percorso fatto in-sieme a fratelli e sorelle che attingono dalVangelo lo slancio e la forza di vivere (Pro-

porre la fede ai giovani doggi, LDC, Leu-mann 2001, 18-19).

Un altro aspetto imprescindibile nel-leducazione alla fede dei nostri giovani, quello che lo stesso Benedetto XVI evidenziaquando afferma: La fede senza la carit nonporta frutto e la carit senza la fede sarebbeun sentimento in balia costante del dubbio.Fede e carit si esigono a vicenda, cos cheluna permette allaltra di attuare il suo cam-mino. Non pochi cristiani, infatti, dedicano laloro vita con amore a chi solo, emarginato oescluso come a colui che il primo verso cuiandare e il pi importante da sostenere, per-ch proprio in lui si riflette il volto stesso diCristo. Grazie alla fede possiamo riconoscerein quanti chiedono il nostro amore il volto delSignore risorto (Porta fidei, 14).

In una terra, come la nostra, segnata da pia-ghe sanguinanti, come la criminalit orga-nizzata, lalto tasso di indigenza, ladisoccupazione giovanile e, soprattutto, lamafiosit, ovvero quella subdola mentalitche si basa sul clientelismo, i favoreggia-menti, le ingiustizie, di cui troppo spesso schiava la politica locale e non solo, educaread una fede che si esprima nella carit, vuoldire infondere nei nostri giovani il coraggiodi dire di no alla scelta di certe corsie prefe-renziali; di denunciare ogni forma di so-pruso, di sopraffazione, di attentato alladignit umana; di non scendere a compro-messi con ogni forma di male.

Se vero quanto afferma il Signore Ges,ovvero che il Regno di Dio gi in mezzoa noi(Lc 17,21), la nostra amata di Calabria la terra feconda in cui gettare i semi diquesto Regno. anchessa, come la Gerusa-lemme celeste, la sposa che attende il suosposo (Ap 21, 2).

La fede di coloro che la abitano, soprattuttodei giovani, deve renderla bella per il suo Si-gnore.

Ivan Rauti

Quale fede per i giovani in Calabria?

La Liturgia nellazione della Chiesa

In questo anno pastorale che ci vede im-pegnati nella riflessione sui novissimi, civiene in aiuto il santo dei Giovani, donBosco. Il suo metodo educativo che tutti rico-noscono per il suo valore a dimensione sociale,non da tutti per preso in considerazione peril suo alto valore trascendente. Pochi sannoche don Bosco, potrebbe essere annoverato trai santi che hanno fatto dei novissimi il fulcrodella loro predicazione e azione pastorale.Basta leggere le sue massime, e ci si accorgecome in ognuna vi il rimando a Dio, comefine ultimo della vita. Per don Bosco chiaro:Dio si gode in Paradiso, quindi questa meta da considerarsi bene primario e quindi da rag-giungere a tutti i costi. Il paradiso la felicitpiena per ogni uomo.

Quando ancora diacono egli annotava nelsuo diario: . A don Bosco stava a cuore salvarele anime dei suoi giovani, che altrimenti si sa-rebbero avviati sulla via della perdizione. Nel-linferno della vita terrena cerano gi (miseria,povert, fame, orfani senza famiglia, ultimi tragli ultimi, carcere). Mentre li aiutava con il suooratorio diceva loro: Aiutatemi a salvare levostre anime. Una delle massime di donBosco infatti suona cos: Chi salva lanima

salva tutto, chi perde lanima perde tutto.Quasi alla conclusione della sua vita, scrivevaai suoi cooperatori una specie di lettera testa-mento nella quale ringraziava tutti coloro cheavevano collaborato con lui a educare e a met-tere sulla via della virt e del lavoro tanti po-veri giovinetti, che cos si rendevano utili a sestessi , alle loro famiglie e alla societ civile,ma soprattutto affinch salvassero la loroanima e in tal modo si rendessero eternamentefelici. In punto di morte don Bosco trov laforza di mormorare a don Bonetti suo colla-boratore: dite ai miei ragazzi che li aspettotutti in Paradiso.

Le colonne su cui ha fondato la sua vita don

Bosco sono Dio e la Vergine Maria, ci ha tra-smesso a tutti coloro che ha avuto modo di in-contrare. Oggi molti non hanno un punto diriferimento, una meta, un approdo, un ideale,una verit che lo sproni ad agire e vivere perperseguire quella meta o obbiettivo o fine.Don Bosco insegnava a tutti che il fine ultimoper ogni uomo il paradiso, il luogo dove sipu godere Dio nella felicit pi piena. Maallo steso tempo ammoniva tutti a non perderetempo a darsi a Dio, perch chi non si dona aDio in vita, non avr pi la possibilit di farlodopo la morte.

Tante altre sono le situazioni e le occasioniin cui don Bosco ha parlato dei novissimi.Questo basta a rendere chiaro quanto e comeegli abbia amato Dio in quei ragazzi e giovani,ai quali non solo li ha aiutati a riscattarsi dalmale sociale, donandogli dignit e libert, maha dato loro la vera vita, quella soprannatu-rale. Anche noi oggi come Chiesa siamo presida molti problemi specie in questo momentostorico di crisi economica, ma ci non toglieche anche noi sulesempio di don Bosco pos-siamo dare insieme al pezzo di pane al poverola speranza della vita eterna.

Ci aiuti la Vergine Maria Ausiliatrice, cheoggi come ieri vuole la salvezza dei proprifigli, affidata a Noi e alla nostra volont di la-vorare nella vigna del Signore sullesempio didon Bosco.

Vincenzo Moniaci

San Giovanni Bosco ed i Novissimi

Il Concilio Vaticano II nella Sacrosan-ctum Concilium, evidenzia che essa laliturgia il culmine verso cui tendel'azione della Chiesa e, al tempo stesso, lafonte da cui promana tutta la sua energia. Illavoro apostolico, infatti, ordinato a chetutti, diventati figli di Dio mediante la fede eil battesimo, si riuniscano in assemblea, lo-dino Dio nella Chiesa, prendano parte al sa-crificio e alla mensa del Signore. A sua volta,la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei sacra-menti pasquali , a vivere in perfetta unione

; prega affinch esprimano nella vitaquanto hanno ricevuto mediante la fede(10). Le affermazioni del Concilio richia-mano quanto veniva detto da Prospero diAquitania (435 d. C.): lex orandi, lex cre-dendi, che significa come la Chiesa pregacos la Chiesa crede.

Se si prega male, con contenuti improprii,ne cosegue una fede distorta. Nasce sponta-neo linterrogativo: come pu un testo litur-gico diventare norma di fede? Il dubbio eragi presente nei tempi antichi visto che Eva-grio Pontico, diacono e teologo vissuto tra il343 e il 399, affermava: Se sei teologo pre-gherai veramente e se preghi veramente tusei teologo"; teologo colui che fa esperienzadi Dio, ogni credente.

La formula lex credendi, lex orandi ha untriplice significato:

1. dottrinale: i riti della chiesa sono illuogo dove si ricostruisce ci che la chiesacrede e ci che la chiesa spera (DV 8) e que-sto soprattutto nella celebrazione dei sacra-menti dove si alimenta e si costruisce lattodella fede;

2. spirituale: la fede non solo atto ma

anche scelta di vivere quanto si celebra, scelta libera e responsabile di vivere nellaquotidianit il mistero celebrato secondoquanto afferma Paolo: " questo il vostroculto spirituale trasformatevi rinnovandola vostra mente" (Rom 12, 1-2);

3. ecclesiale: celebrando il mistero e attuan-dolo nella vita quotidiana si diventa co-struttori di chiesa.

Mettiti in fondo alla chiesa la domenica:guarda come la comunit celebra l'eucaristiae vedrai come la comunit si lascia plasmaredalla messa, guarda la sua fretta e vedrai unacomunit funzionale, osserva il suo ritmo evedrai l'eucaristia che costituisce la comu-nione, guarda i suoi protagonisti e vedrai lasinfonicit delle sue vocazioni e ministeri,guarda la sua preghiera e vedrai come cia-scuno prega nel suo segreto, ascolta il suocanto e vedrai la sua finezza e preparazione,ascolta le preghiere e sentirai la forza dellasua carit, osserva i suoi gesti e scoprirai lasua fantasia e il suo orizzonte, guarda i suoivolti e le sue mani e capirai se la chiesa diGes (G. Brambilla).

Sergio Iacopetta

629 Gennaio 2012

729 Gennaio 2012

Domenica 22 gennaio 2012 alle ore17,30 nella Chiesa del Monte in Ca-tanzaro, dove sono custodite le suereliquie, con la partecipazione dell'arcive-scovo metropolita di Catanzaro-Squillace, S.Ecc. Mons. Vincenzo Bertolone, stata ricor-data la serva di Dio Nuccia Tolomeo, nel 2anniversario della conclusione della causa dibeatificazione (24.01.2010) e nel 15 anniver-sario del suo pio transito (24.01.1997).

Ormai una costante questo convegno an-nuale che ricorda questa umile donna sem-pre sorridente vissuta nel silenzio e nellasofferenza per 60 anni, benedicendo Dio peril dono della vita. Durante il Convegno sonostati trasmessi quattro filmati, attraverso iquali i fedeli, che gremivano la chiesa, hannopotuto godere alcuni messaggi spiritualidella serva di Dio dalla sua viva voce.

Padre Pasquale Pitari, vice postulatoredella causa di beatificazione, ha annunciatoche la Positio super virtutibus da lui scritta in esame dal relatore presso la Congrega-zione delle cause dei santi. "La causa sta vo-lando".

Quindi, la cantante catanzarese Anna Ba-rillari, accompagnata all'organo da OrlandoTolomeo, ha deliziato lo spirito interpretandomagistralmente il Testamento spirituale diNuccia. In esso lei arrivata a dire: "Voglio

ringraziarti in modo particolare per il donodellimmobilit, che stato per me una verascuola di abbandono, di umilt, di pazienza edi gratitudine... State lieti nel Signore... Siatecustodi dei vostri fratelli e insegnate lorolamore con la vostra stessa condotta Sololamore salva... Sorridete sempre". La Baril-lari ha interpretato pure l'ultima preghiera diNuccia: "O mio Signore, non mi hai chiesto difare grandi cose, ma di amare e di soffrire perTe, con Te, in TeVoglio pregare, pregaremolto e soffrire per tutti, perch sono sicurache, mentre io prego e soffro, Tu li guarisci eli liberi; mentre io li amo, Tu, o Dio, manife-sti il tuo amore nei loro cuori ". Poi CristinaIannuzzi, ha testimoniato l'amore maternocon cui "la zia Nuccia" l'ha sempre accompa-gnata nella sua crescita: "Ti ho voluto, ti vo-glio e ti vorr sempre un bene immenso.Voglio anche ringraziarti per essere stata unamamma dolcissima, per avermi raccontatotante fiabe, per avermi sorriso ogni mattinaanche quando la tua faccia era stravolta dallasofferenza. Grazie per avermi fatto conoscerela strada della fede, per avermi resa forte edeterminata. Grazie soprattutto per avermiinsegnato a camminare... - ridicolo!- propriotu che non hai mai camminato".

Un momento di emozione grande i fedelilo hanno vissuto quando stata letta la testi-

monianza di Piera Maurotti su una graziaconcessa a lei dalla serva di Dio, guarendoimprovvisamente da una malattia che la fa-ceva tanto soffrire. E' seguita la santa messacelebrata dall'arcivescovo con otto sacerdotie due diaconi. Essa stata impreziosita litur-gicamente dal coro "Santissima Trinit" gui-dato dalla signora Massara e dai coniugiPullano.

Nell'omelia l'arcivescovo ha lodato Dio peril dono di questa sorella nella fede e ne ha de-lineato i tratti spirituali presentandola comeuna testimone da imitare e da invocare, ancheper ottenere quel miracolo che consente lasua beatificazione. "Il letto del suo dolore stato una cattedra di insegnamento". Nucciadiceva: "Non ho niente di sano, ma ho uncuore con cui posso sempre amare". Mons.Bertolone ha, quindi, sottolineato l'impor-tanza della spiritualit per una crescita ar-monica dell'uomo e della societ.Sull'esempio di Nuccia, ha ricordato, ognunopu scoprire la propria vocazione e conside-rarsi "un soggetto di pubblica utilit". Nuc-cia, infatti, aveva questa convinzione: potevaessere utile alla societ e alla chiesa accet-tando con gioia di vivere la sua sofferenza inunione con Ges crocifisso per la redenzionedell'uomo. Questo lo viveva con tanto sor-riso. La sua vocazione, pertanto, ha raggiuntola dimensione mistica: "il mistico sa tacere, sacontemplare, sa amare, sa stare zitto e parlacon la sua vita. La sua vita silenziosa diventaun libro aperto, un messaggio che vale pertutti". Ecco chi stata Nuccia: un messaggioche aiuta a vivere, utilizzando anche il sof-frire con amore e regalando tanta speranza.Lei lo diceva sempre: "Seminate a piene maniil seme della speranza che in voi". Ha con-cluso l'arcivescovo con un appello: "dob-biamo riprendere a parlare di spiritualit eNuccia oggi ce lo ricorda con la forza dellasua luminosa esemplarit".

Pasquale Pitari

CELEBRATO IL VIII CONVEGNO DIOCESANO SULLA SERVA DI DIO NUCCIA TOLOMEO

LArcivescovo Bertolone: La sua vita silenziosa diventa un libro aperto,

un messaggio che vale per tutti

829 Gennaio 2012

A CINQUANTA ANNI DALLAPERTURA DEL CONCILIO VATICANO IILa fede nasce dal bisogno che lumano ha di credere

1) La fede non si pu confondere n con ilfolclore, n con il bigottismo n con i ritifreddi e alienanti, ma un affidarsi a Qual-cuno per orientare la propria vita a un futurodi speranza. Alla luce della Sua esperienza,Lei cosa pensa della fede ?

Ges mistero e la conoscenza di Lui, se-condo unespressione sentita e forte di PapaPaolo VI, si risolve in una conoscenza superra-zionale certissima, fondata su testimonianzeche hanno forza di convinzione.

La fede nasce dal bisogno che lumano hadi credere.

Sulla fede Ges d tensione alla capacitcomprensiva delluomo, che nellamore riescead aprirsi al mistero di come Egli fu, di quantofece per lumanit, di come a noi si concede.

Il S. Padre ribadisce nel Motu Proprio chela fede non pu essere un "presuppostoovvio del vivere comune", ma deve avereun'incidenza nel tessuto culturale, sociale epolitico. Lei crede che sia vero e necessarioquesto o pu creare dei conflitti con il prin-cipio di laicit dello Stato ?

LAnno della Fede chiama il credente adessere testimone dellimpegno per la societmediante il recupero di una presenza attivache lo veda direttamente preso per limpegnoin responsabilit al servizio dellumanit, ri-pensando seriamente la propria fede. Tantoimpone di aprirsi al prossimo, superando laschiavit allambiente materiale per vivere larealt pi intima del mondo, che risiede nelbisogno di adorare il Dio vivente in spirito everit, quel Dio che apre la speranza pro-messa al mondo nella morte e nella resurre-zione del Figlio fatto uomo.

La presenza di Dio ha incidenza nella vitase si supera ogni conflitto, anche quello cheriafferma la laicit dello Stato, nel cui contra-sto devono convivere armoniosamente le di-stinte culture, operando nellaffermazione delnaturale pluralismo scaturente dalle diversitculturali. Tanto racchiuso nel compito salvi-fico della Chiesa.

Il Concilio Vaticano II ha indicato in ma-niera nuova dei percorsi per incarnare e te-stimoniare la fede cristiana in forme econdizioni diverse dal passato. Lei pensa chei cattolici, alla luce di questi stimoli, abbianoinciso positivamente negli ultimo 50 anninella trasformazione della societ italiana ?

Il Concilio Vaticano II indica percorsi

nuovi della Chiesa, quale Popolo di Dio, maancora non si avvertono chiare mutazioni. Glistimoli esprimono la volont della grandeapertura della Chiesa verso le Societ e per ilDialogo con il mondo, nel bisogno di porgere ilVangelo alla societ in questo tempo di rapidetrasformazioni, richiamando la Parola e la Tra-dizione.

Si avverte che alla luce di quegli stimoli icattolici non hanno apportato contributi signi-ficativi e testimonianze atte a custodire ed in-tegrare in modi pi efficaci il sacro depositodella dottrina cristiana, come auspicava PapaGiovanni XXIII.

Forti nella fede, necessita aprirsi al Pros-simo senza riserve.

a cura di Giuseppe Silvestre

L'annuncio della fede sta al centrodella vita della Chiesa ed l'oriz-zonte di ogni suo progetto e attivit.Nel giorno della conversione di san Paolo -l'apostolo che "ha lavorato, sofferto e lottatosenza risparmiare energie, tempo e mezziper far conoscere il messaggio di Cristo" - ilPapa rilancia "la necessit e l'urgenza del-l'evangelizzazione ad gentes".

Un compito - spiega durante l'udienza ge-nerale di mercoled mattina, 25 gennaio, nel-l'Aula Paolo VI - che Ges stesso ha affidatoai suoi discepoli con la preghiera rivolta alPadre nell'ora della sua glorificazione. E che

- scrive nel messaggio per la Giornata sionaria mondiale diffuso nelle stesse orripropone oggi "per promuovere una nuevangelizzazione delle comunit e dei Pdi antica tradizione cristiana, che stannodendo il riferimento a Dio, in modo dscoprire la gioia del credere".

A "tutte le componenti del grande mosdella Chiesa" - vescovi e sacerdoti, religireligiose, diaconi e laici - il Pontefice chdi recuperare "lo stesso slancio apostodelle prime comunit cristiane" superaprospettive di corto respiro e guardandparticolare ai prossimi appuntamenti e

La missione in vista dell'Anno della fIL CENTRO E

Intervista allAvvocato On. Rosario Chiriano

929 Gennaio 2012

Anno della fede voluto da Papa Benedetto XVI

Il dono della fede al mondoBenedetto XVI, con la Lettera Apo-stolica Porta Fidei, ha indetto unAnno della fede, che avr inizio l11

ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversariodellapertura del Concilio Vaticano II, e ter-miner nella solennit di Nostro SignoreGes Cristo Re dellUniverso, il 24 novem-bre 2013. La scelta di tale data stata deter-minata anche da altri eventi significativi: l11ottobre 2012, ricorreranno infatti i ventannidalla pubblicazione del Catechismo dellaChiesa Cattolica. Inoltre, nel mese di ottobre2012 stata convocata dal Santo Padre lAs-semblea Generale del Sinodo dei Vescovi, sultema de La nuova evangelizzazione per latrasmissione della fede cristiana, per intro-durre lintera compagine ecclesiale ad untempo di particolare riflessione e riscopertadella fede.

Lindizione di questo anno della fede cimanifesta il valore perenne della fede. Infattiessa la porta che introduce alla vita di co-munione con Dio e permette lingresso nellasua Chiesa (PF 1). Attraverso di essa si in-contra Cristo, il Figlio di Dio che ci dona lavita, la vita in pienezza (PF 2). Grazie allafede si pu camminare in una nuova vita(Rm 6,4) che plasma lesistenza umana sullaradicale novit della risurrezione (cf FP 6),crea una nuova relazionalit tra gli uominisegnata dalla carit ed apre la prospettivadelleterna comunione con Dio. Ogni uomopertanto ha il diritto di trovare qualcuno chegli parli del Cristo della Parola e del CristodellEucaristia. Infatti la porta della fede possibile oltrepassarla quando la Parola diDio viene annunciata e il cuore si lascia pla-smare dalla grazia che trasforma. Da una

parte c bisogno dellopera delluomo, delsuo annuncio, accompagnato dalla credibi-lit della vita, dalla testimonianza della ca-rit, (cf PF 6-7) e fatto come gesto di grandecarit: lamore di Cristo che colma i nostricuori e ci spinge ad evangelizzare (FP 7). Dal-laltra c la certezza della grazia di Dio chetocca il cuore e lo apre alla fede, cos come accaduto per Lidia alla quale il Signore april cuore per aderire alle parole di Paolo (At16,14).

Per vivere questo tempo di grazia in-tensamente, la Congregazione per la Dot-trina della Fede, in data 6 gennaio 2012, haemanato una Nota con indicazioni pastorali

per lAnno dellafede. Essa Nota ri-badisce la finalitdi questo anno che vuol contribuire ad unarinnovata conversione al Signore Ges e allariscoperta della fede, affinch tutti i membridella Chiesa siano testimoni credibili e gio-iosi del Signore risorto nel mondo di oggi,capaci di indicare alle tante persone in ri-cerca la porta della fede. Essa ricorda an-cora il profondo legame tra la fede vissutaed i suoi contenuti, tra ladesione personaledelluomo a Dio e lassenso libero a tute leverit che Dio ha rivelato. Le indicazioni of-ferte a livello di Chiesa universale, Confe-renze Episcopali, diocesi, parrocchie,associazioni e movimenti desiderano fa-vorire sia lincontro con Cristo attraverso au-tentici testimoni della fede, sia la conoscenzasempre maggiore dei suoi contenuti. Rien-trano in questottica la rilevanza da donareal Catechismo della Chiesa Cattolica anchenei Seminari e nei Centri di studi teologici,lauspicabile verifica dei Catechismi locali edei vari sussidi catechistici in uso nelleChiese particolari, gli incontri con testimonisignificativi.

La fede un atto personale ed insiemecomunitario: un dono di Dio che viene vis-suto nella grande comunione della Chiesa edeve essere comunicato al mondo. Scoprirela propria fede, formarla, viverla e donarla compito sempre attuale della Chiesa. Ci aiutila Vergine Maria, Colei che Beata perch hacreduto, ad attuare, con verit e con frutto, lanostra missione di dono e testimonianzadella fede al mondo.

Gesualdo De Luca

mis-re - siuovaPaesio per-da ri-

saicoiosi ehiedeolicoandodo ineccle-

siali che caratterizzeranno questo 2012: il Si-nodo dei vescovi dedicato alla nuova evan-gelizzazione, in programma dal 7 al 28ottobre, e l'Anno della fede, che si inaugurerl'11 ottobre nel cinquantesimo anniversariodell'apertura del concilio Vaticano II.

Proprio riferendosi a quella straordinariaesperienza di "partecipazione" e di "univer-salit", il Papa ripropone l'attualit della vi-sione conciliare, che ha riportato "al centrodell'ecclesiologia la natura missionaria dellaChiesa". Una visione - assicura nel messag-gio - che "oggi non venuta meno, anzi, haconosciuto una feconda riflessione teologica

e pastorale e, al tempo stesso, si riproponecon rinnovata urgenza perch si dilatato ilnumero di coloro che non conoscono ancoraCristo".

Del resto, il "dovere" della missione scatu-risce dal mandato stesso di Ges, che invia isuoi discepoli tra la gente per "condurre ilmondo fuori dall'alienazione dell'uomo daDio e da se stesso, fuori dal peccato, affinchritorni a essere il mondo di Dio". In questomodo - spiega il Papa nella catechesi del-l'udienza generale - i cristiani testimonianol'efficacia della loro unit e diventano capacidi "amare sempre pi gli altri, i vicini e i lon-

tani". L'annuncio della fede diviene cos let-tura della storia "per scorgervi i problemi, leaspirazioni e le speranze dell'umanit". E sitrasforma in testimonianza della "gioia delcredere" di fronte a un mondo che - nota Be-nedetto XVI nel messaggio - conosce una"crisi di fede" ma continua ad avere "fame esete di Dio". Lo dimostrano, fra gli altri, itanti missionari che da ogni parte del mondoraggiungono le altre Chiese per proclamarela novit del Vangelo e portare un messag-gio di solidariet e di giustizia soprattutto achi povero, sofferente, emarginato.

fede e del Sinodo dei vescovi rilanciata nell'udienza generaleE L'ORIZZONTE DELLA CHIESA

1029 Gennaio 2012

A 60 anni dalla morte del Servo di Dio Don Francesco Antonio Caruso

UN'ATTUALIT SORPRENDENTE...

A Milano uno spettacolo blasfemo contro il Volto di Ges

Ancora una volta si strumentalizza larte, che spettacolo del bello, per ri-versare sulla bellezza le tinte nere di unassurda libert. Cos il registaRomeo Castellacci imbratta il volto Santo di Ges con degli escrementiche ributtano ogni senso di pudore.

Condividiamo lintervento della Chiesa ambrosiana che stigmatizza loperatodel regista domandando che sia riconosciuta e rispettata la sensibilit di quanti,cittadini milanesi, e non sono certo pochi, vedono nel volto di Cristo lincarnazionedi Dio, la pienezza dellumano e la ragione della propria esistenza.

Il 18 gennaio scorso l'Arcivescovo eme-rito di Catanzaro-Squillace, Mons. An-tonio Cantisani, su invito del parrocoDon Carmelo Fossella, ha ricordato a Gaspe-rina la figura esemplare del Servo di Dio DonFrancesco Antonio Caruso (7. 12. 1879 - 18.10. 1951) a 60 anni dalla sua morte. L'Arcive-scovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Vin-cenzo Bertolone, presente alla conferenza, il20 ottobre 2011 ha riaperto il processo dellasua beatificazione.

Nella chiesa che conserva i suoi resti mor-tali, illuminata a festa e gremita di fedeli, inmodo magistrale e con estrema semplicit

Mons. Cantisani ha tracciato le caratteristi-che peculiari della spiritualit di Mons. Ca-ruso, che a Catanzaro tutti chiamavano"Padre Caruso". Egli stato un uomo di Dio,uomo di preghiera e di penitenza, una guidasicura per tanti sacerdoti, un educatore di co-scienze e di gruppi ecclesiali. Nato a Gaspe-rina (CZ) il 7 dicembre 1879 stato ordinatosacerdote il 19 aprile 1908. Svolse il suo primoministero come parroco di Sellia. Pochi annidopo fu nominato parroco della Stella in Ca-tanzaro e nella stessa citt ricopri anche l'uf-ficio di Rettore e Padre Spirituale delSeminario Arcivescovile e quello di CanonicoPenitenziere della Cattedrale. Visse la sua av-ventura sacerdotale con una pienezza e unentusiasmo ogni giorno nuovo. Il principiodinamico della sua vita fu un amore senza li-miti. "Soltanto Dio e le anime" titol il suoDiario. Fece dell'Eucaristia "la vita della suavita". Scriveva ad una terziaria: "Un'animache riceve ogni giorno la grazia della comu-nione eucaristica pu dire di non aver pinulla a desiderare n in questo, n nell'altromondo, perch possiede Ges, e Ges tuttosu questa terra ed in cielo". Offriva "la sua po-vera vita con tutte le sue pene per la santifi-cazione del clero". Come Penitenziere, seppeconnotare in senso sacrificale tutta la sua esi-stenza: si abbandon sempre nelle mani diDio, passando anche attraverso la "notte

dello spirito". Fu ostia, come Ges, nella con-sapevolezza che Lui l'avrebbe conformato as plasmando di sentimenti di oblazione to-tale la sua anima. Ravviv la sua vita spiri-tuale con una continua preghiera, "il respirodella sua anima". E tutta la sua vita divennepreghiera. Tenerissima la sua devozione allaMadonna. Nel suo libretto di vita spiritualeaveva scritto: "Sia io eternamente tutto vo-stro". Sotto lo sguardo di Maria visse la suaavventura sacerdotale con una pienezza e unentusiasmo ogni giorno nuovo. Nel suo Dia-rio scrisse: "Mi tratterr ogni sera con Ges,dicendo dapprima: Vergine SS., Ges il pit-tore, io sono la tela, preparatemi, affinch fac-cia di me una sua bella immagine". E seguesubito la preghiera: "0 Ges, eccomi innanzi aVoi, trasformatemi senza preoccupazioni disorta". Iscritto all'"Associazione delle animevittime", in una sua lettera scrisse: "Abbiamoun motivo pi nobile per gioire nei nostri do-lori? Soffrendo, diventiamo simili a Ges e,come anime vittime, compiamo la sua stessamissione di redenzione delle anime, insiemea Lui".

P. Caruso aveva davvero capito che tantopi autenticamente vissuto il sacerdozio,

quanto pi c' l'identificazione tra il sacer-dote e l'ostia del sacrificio eucaristico. Fede-lissimo alla chiesa, scriveva per i seminaristi:"Si fa pi profitto con un solo atto di obbe-dienza che con cento digiuni a pane e acqua".Don tutto s stesso l, nel posto e nel servi-zio cui il Signore lo aveva chiamato tramiteil suo vescovo. Promosse il ruolo dei laicinella chiesa: istitu il Terz'Ordine di S. Do-menico, prima a Catanzaro e poi a Gaspe-rina - erano 250 gli appartenenti alTerz'ordine! -, fu molto vicino all'AzioneCattolica e appoggi la Conferenza di S.Vincenzo. Riconobbe un ruolo tutto parti-colare alla famiglia nella costruzione dellaChiesa. "Facciamo insieme il catechismo",gridava ai genitori, riconoscendo ad essi ilcompito ricevuto direttamente da Dio dieducare i figli alla fede. Fu anche il Fonda-tore della Casa dei Sacri Cuori di Ges e diMaria per l'assistenza a ragazzi orfani. E'deceduto in Gasperina il 18 ottobre 1951.

La sua testimonianza di vita sacerdotale,vissuta nella chiesa a favore dell'uomo checerca Dio, di un'attualit davvero sorpren-dente!

p.p.

1129 Gennaio 2012

Il Seminario Teologico Regionale San Pio X in udienza dal Santo Padre

Occorre prestare molta atten-zione alla dimensione umanadella formazione dei candidatial sacerdozio. Lo ha detto Benedetto XVIil 26gennaio scorso accogliendo i seminaristi deiPontifici Seminari campano, calabro e umbronel centenario della loro fondazione.

Grande attesa per i superiori ed i seminaristidel Pontificio Seminario Teologico RegionaleSan Pio X di Catanzaro guidato dal Rettore

Mons. Rocco Scaturchio. La delegazione stataaccompagnata dal Santo Padre dal presidentedella Conferenza Episcopale Calabra, Mons.Vittorio Mondello, arcivescovo metropolita diReggio Calabria Bova, assieme a Mons. Vin-cenzo Bertolone, Arcivescovo metropolita diCatanzaro-Squillace e responsabile della for-mazione del Seminario Regionale, a Mons.Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tro-pea, a Mons. Bernardo Bonanno, Vescovo di

San Marco Argentano Scalea, a Mons. AnonioCiliberti, Arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, e a Mons. Nunzio Galantino, ve-scovo eletto di Cassano allo Ionio.

Per la significativa udienza il Seminario Re-gionale di Catanzaro ha dato in dono al SantoPadre una targa ricordato, realizzata dallorafocalabrese Michele Affidato, che ripropone lastruttura del Seminario fondato e voluto daPapa San Pio X con lo stemma Pontificio.

Signori Cardinali, venerati Fratelli e cari Se-minaristi! Sono molto lieto di accoglierviin occasione del centenario di fondazionedei Pontifici Seminari Campano, Calabro e Umbro.Saluto i Confratelli nellEpiscopato e nel Sacerdo-zio, i tre Rettori con i collaboratori e i docenti, e so-prattutto saluto con affetto voi, cari Seminaristi!La nascita di questi tre Seminari Regionali, nel1912, va compresa nella pi ampia opera di incre-mento della formazione dei candidati al sacerdozioportata avanti dal Papa san Pio X, in continuitcon Leone XIII. Per venire incontro alle accresciuteesigenze formative, la strada intrapresa fu quelladellaggregazione dei Seminari diocesani in nuoviSeminari regionali, insieme con la riforma deglistudi teologici, la quale produsse un sensibile in-nalzamento del livello qualitativo, grazie allacqui-sizione di una cultura di base comune a tutti e adun periodo di studio sufficientemente lungo e benstrutturato. Un ruolo importante svolse al ri-guardo la Compagnia di Ges. Ai Gesuiti, infatti,fu affidata la direzione di cinque Seminari regio-nali, tra cui quello di Catanzaro, dal 1926 al 1941,e quello di Posillipo dalla fondazione ad oggi. Manon fu la sola formazione accademica a trarne be-nefici, poich la promozione della vita comune tragiovani seminaristi provenienti da realt diocesanedifferenti favor un notevole arricchimento umano.Singolare il caso del Seminario Campano di Po-sillipo, che dal 1935 si apr a tutte le regioni meri-dionali, dopo che ebbe riconosciuta la possibilit diconcedere i gradi accademici.

Nellattuale contesto storico ed ecclesiale lespe-rienza dei Seminari regionali si presenta ancoraassai opportuna e valida. Grazie al collegamentocon Facolt ed Istituti teologici, consente di avereaccesso a percorsi di studio di livello elevato, favo-rendo una preparazione adeguata al complesso sce-nario culturale e sociale nel quale viviamo. Inoltre,il carattere interdiocesano si rivela una efficace pa-lestra di comunione, che si sviluppa nellincontrocon sensibilit diverse da armonizzare nellunicoservizio alla Chiesa di Cristo. In questo senso, i Se-minari regionali forniscono un incisivo e concretocontributo al cammino di comunione delle Diocesi,favorendo la conoscenza, la capacit di collabora-

zione e larricchimento di esperienze ecclesiali tra ifuturi presbiteri, tra i formatori e tra gli stessi Pa-stori delle Chiese particolari. La dimensione regio-nale si pone inoltre come valida mediazione tra lelinee della Chiesa universale e le esigenze delle re-alt locali, evitando il rischio del particolarismo. Levostre regioni, cari amici, sono ricche di grandi pa-trimoni spirituali e culturali, mentre vivono nonpoche difficolt sociali. Pensiamo, ad esempio, al-lUmbria, patria di san Francesco e di san Bene-detto! Impregnata di spiritualit, l'Umbria metacontinua di pellegrinaggi. Al tempo stesso, questapiccola regione soffre come e pi di altre la sfavore-vole congiuntura economica. In Campania e in Ca-labria la vitalit della Chiesa locale, alimentata daun senso religioso ancora vivo grazie a solide tra-dizioni e devozioni, deve tradursi in una rinnovataevangelizzazione. In quelle terre, la testimonianzadelle comunit ecclesiali deve fare i conti con fortiemergenze sociali e culturali, come la mancanza dilavoro, soprattutto per i giovani, o il fenomeno dellacriminalit organizzata.

Il contesto culturale di oggi esige una solida pre-parazione filosofico-teologica dei futuri presbiteri.Come ho scritto nella mia Lettera ai Seminaristi, aconclusione dellAnno Sacerdotale, non si trattasoltanto di imparare le cose evidentemente utili, madi conoscere e comprendere la struttura internadella fede nella sua totalit, che non un sommariodi tesi, ma un organismo, una visione organica,cos che essa diventi risposta alle domande degli uo-mini, i quali cambiano, dal punto di vista esteriore,di generazione in generazione, e tuttavia restanoin fondo gli stessi (cfr n. 5). Inoltre, lo studio dellateologia deve avere sempre un legame intenso conla vita di preghiera. E importante che il seminari-sta comprenda bene che, mentre si applica a questooggetto, in realt un Soggetto che lo interpella,quel Signore che gli ha fatto sentire la sua voce in-vitandolo a spendere la vita a servizio di Dio e deifratelli. Cos potr realizzarsi nel seminarista oggi,e nel presbitero domani, quella unit di vita auspi-cata dal documento conciliare Presbyterorum Or-dinis (n. 14), la quale trova la sua espressionevisibile nella carit pastorale, il principio inte-riore, la virt che anima e che guida la vita spiri-

tuale del presbitero in quanto configurato a Cristocapo (Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodalePastores dabo vobis, 23). E indispensabile, infatti,larmoniosa integrazione tra il ministero con le suemolteplici attivit e la vita spirituale del presbitero.Per il sacerdote, il quale dovr accompagnare altrilungo il cammino della vita e fino alla porta dellamorte, importante che egli stesso abbia messo ingiusto equilibrio cuore e intelletto, ragione e senti-mento, corpo e anima, e che sia umanamente in-tegro (Lettera ai Seminaristi, 6). Sono queste leragioni che spingono a prestare molta attenzionealla dimensione umana della formazione dei candi-dati al sacerdozio. infatti nella nostra umanitche ci presentiamo davanti a Dio, per essere davantiai nostri fratelli degli autentici uomini di Dio. In-fatti, chi vuole diventare sacerdote, devessere so-prattutto un uomo di Dio, come lo scrive sanPaolo al suo allievo Timoteo (1 Tm 6,11). ... Percila cosa pi importante nel cammino verso il sacer-dozio e durante tutta la vita sacerdotale il rap-porto personale con Dio in Ges Cristo (cfrLettera ai Seminaristi, 1).

Il beato Papa Giovanni XXIII, nel ricevere i Su-periori e gli alunni del Seminario Campano, in oc-casione del 50 di fondazione, alle soglie delConcilio Vaticano II, espresse questa ferma con-vinzione cos: A questo tende la vostra educa-zione, in attesa della missione che vi verr affidataa gloria di Dio e per la salvezza delle anime: for-mare la mente, santificare la volont. Il mondoaspetta dei santi: questo soprattutto. Prima ancorache sacerdoti colti, eloquenti, aggiornati, si vo-gliono sacerdoti santi e santificatori. Queste pa-role risuonano ancora attuali, perch forte pi chemai nella Chiesa tutta, come nelle vostre partico-lari regioni di provenienza, la necessit di operaidel Vangelo, testimoni credibili e promotori di san-tit con la loro stessa vita. Possa ciascuno di voi ri-spondere a questa chiamata! Per questo assicuro lamia preghiera, mentre vi affido alla guida maternadella Beata Vergine Maria e di cuore vi impartouna speciale Benedizione Apostolica. Grazie.

Dal Vaticano, 26 gennaio 2012BENEDETTO XVI

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI SUPERIORI E SEMINARISTI DEI PONTIFICI SEMINARI CAMPANO, CALABRO E UMBRO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DI FONDAZIONE

1229 Gennaio 2012

PRESENTATO IL NUOVO LIBRO DI MONS. SILVESTREPercorsi per un dialogo ecumenico e interreligioso

Lincontro, organizzato dallarcidiocesi me-tropolitana Catanzaro- Squillace e dal-lIstituto teologico calabro San Pio X diCatanzaro, si svolto, proprio in coincidenza conlinizio della Settimana di preghiera per lunit deicristiani, presso la parrocchia Madonna di Pom-pei, ed stato moderato da Massimo Martelli del-lUfficio diocesano Migrantes; erano presentimons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo metropo-lita di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Can-tisani, Arcivescovo Emerito, Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, Antonino Mantineo, ordi-nario di Diritto ecclesiastico presso lUniversitMagna Graecia di Catanzaro, don Giovanni Maz-zillo, docente presso lIstituto teologico CalabroSan Pio X, Luigi Mariano Guzzo, presidenteFuci Catanzaro e Demetrio Guzzardi, direttoreeditoriale progetto 2000, che ha editato il libro.Hanno inoltre partecipato numerosi esponenti dicredo diversi da quello cattolico, come il rappre-sentante della Chiesa Ortodossa Padre Nilos Va-tepedinos, il pastore valdese Jen Hansen e ilpastore della Chiesa evangelica della Riconcilia-zione Rainer Van Gent, oltre ad un pubblico qua-lificato con la presenza di numerosi accademici chehanno riconosciuto nel libro non solo un vivacestrumento di dialogo, ma anche un contributoscientifico di alto livello .

La questione fondamentale- emersa nel corsodella serata dai contributi dei diversi relatori- la questione di Dio come amore: il cammino ecu-menico, infatti, riesce nella misura in cui si credea Dio come amore, un amore che deve arrivare atoccare la consistenza e la struttura dell esi-stenza. Ma quale importanza diamo a Cristo? Lui il centro della nostra vita? Secondo lautore,nella pressione del secolarismo non dobbiamo per-dere ci che abbiamo in comune con le altre con-fessioni cristiane: come scrive Papa BenedettoXVI, aver visto per lo pi soltanto ci che separa stato lerrore dellet confessionale, non avendopercepito in modo esistenziale ci che abbiamo incomune nelle grandi direttive della Sacra Scrit-tura e nelle professioni di fede del cristianesimo

antico. questo il grande progresso ecumenicodegli ultimi decenni: ci si resi conto di questa co-munione , nel pregare e cantare insieme, nellim-pegno comune per lethos cristiano di fronte almondo, nella comune testimonianza del Dio diGes Cristo. Perch non lannacquamento dellafede che aiuta, bens il viverla interamente nel no-stro oggi. Questo un compito ecumenico centralenel quale, secondo lautore, i cristiani devono aiu-tarsi a vicenda, a credere in modo pi profondo epi vivo, affinch la preghiera di Ges per lunitnon sia solo il dramma della separazione. E se ha osservato mons. Bertolone- il XX secolo statodominato dallateismo, il XXI secolo potrebbesvolgersi invece allinsegna del dialogo interreli-gioso, dove per dialogo si intende mutua cono-scenza, arricchimento, libert e coltivando laspiritualit, la sola cosa che consente alluomo diavere una visione davvero completa della vita. Perch la teologia ecumenica cattolica- suggeri-sce Don Pino- deve riflettere: la fame e la povert,la violenza e la sopraffazione, potrebbero devastareancora intere parti del mondo se in noi lamore diDio e, a partire da Lui, lamore per il prossimo,per le creature di Dio, a prescindere dalle distin-zioni religiose, fosse pi vivo? Le domande, inquesto senso, potrebbero continuare.

Anna Rotundo

La fede il fidarsi di qualcuno ed stret-tamente legata all'azione. Ora la nostrafede riposta in Cristo Ges e il suoagire sempre in ordine alla salvezza del-luomo, ragion per cui anche lagire delluomodeve necessariamente essere rivolto alla sal-vezza delluomo stesso.

In questo modo, luomo diventa nello stessotempo destinatario e strumento dellinfinitaMisericordia del Signore: destinatario nella mi-sura in cui si apre alla grazia facendo agire innoi lo Spirito Santo, con la Sua azione rigenera-trice, creando cos luomo nuovo, capace diascoltare e materializzare la Volont Divina.

Frutto dellascolto e della rigenerazione delcuore il diventare strumento nella mani diDio, o come diceva la Beata Madre Teresa diCalcutta diventare la piccola matita di Dio,per poter scrivere ancora nuove pagine del-lagire dellAssoluto nella storia delluomo.Daltro canto, la pedagogia di Dio semprestata quella di servirsi delluomo per salvareluomo, ragion per cui, la missione propria del-luomo quella di trasmettere una fede matura,trasformando lessenza stessa di chi la riceve,lessere in Cristo Figli di Dio.

Nellottica della trasmissione della fede, unostrumento capace di preparare lanima allacco-glienza della grazia Divina la musica sacra. Dasempre il credente di ogni tempo ha espresso lapropria fede cantando lodi a Dio. I cantici , chepunteggiano lintera storia biblica - secondoMons. Marco Frisina -, esprimono lo stupore di-nanzi ai grandi avvenimenti della salvezza. Il

Canto del mare di Es 15 interpreta liricamenteed epicamente lepisodio fondamentale dellastoria di Israele: il passaggio del Mar Rosso.Possiamo definirlo uno dei primi esempi di mu-sica sacra perch lespressione pi pura dicome la vita e la fede si fondano insieme per di-venire canto, anzi una vera e propria liturgiacantata di un popolo al suo Dio Salvatore. NelSalterio troviamo raccolti in un solo libro tutte lepossibilit espressive di questo canto a Dio cheopera meraviglie. Ci sono salmi di lode e disupplica, salmi penitenziali e salmi di ringra-ziamento, lamentazioni e epopee, in una parolac tutto luomo che canta il suo rapporto conDio. Nel Nuovo Testamento il Magnificat di-viene larchetipo stupendo di ogni cantico cri-stiano, linno di Maria a Dio Salvatore potenteche fa grandi cose per i poveri realizzando lesue promesse diviene il canto della Chiesa cheal tramonto inneggia al suo Redentore. Ognimusica sacra dipende in qualche modo da que-

sti modelli biblici e nella storia della musicaogni generazione cristiana ha voluto continuarela composizione di questi cantici e di questisalmi, realizzando miriadi di inni e cantici alSignore della bellezza.

La musica sacra fa parte integrante della cosdetta Nuova Evangelizzazione, proprio per-ch dispone lanimo del fedele a raccogliere ilgrande messaggio, il grande senso dellEterno,il senso di Dio.

Il Beato Giovanni Paolo II ha parlato innu-merevoli volte della necessit di una "evange-lizzazione nuova nel suo ardore, nei suoimetodi, nella sua espressione", e la musica sacra senza dubbio un nuovo metodo per la tra-smissione della fede.

Benedetto XVI al termine del concerto offertodal cardinale Domenico Bartolucci, nel pome-riggio di mercoled 31 agosto 2011, nel cortiledel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, ha ri-cordato che la musica rappresenta un linguag-gio privilegiato per comunicare la fede dellaChiesa e per aiutare il cammino di fede deicredenti, proprio perch la musica sacra nascedalla fede, capace in modo del tutto partico-lare, di esprimere e comunicare la fede.

Espressioni e concetti che ci portano a consi-derare la musica sacra come un modo sublimedi cantare la fede, esprimendo la bellezza delVangelo con melodie che riescono a toccare ilcuore del credente e di innalzarlo a Dio e di re-galare agli uomini di tutti i tempi uno spira-glio di Paradiso.

Biagio Maimone

Musica e Fede: linguaggi universali

1329 Gennaio 2012

Sabato 14 Gennaio, nella ParrocchiaMaria Madre della Chiesa (S.Janni),Mons. Vincenzo Bertolone ha conferitoa 46 giovani il sacramento della cresima. Il par-roco, don Domenico Concolino, ha accolto suaEccellenza con un cordiale saluto, nel quale hatratteggiato la storia delle tre zone che com-pongono lattuale territorio parrocchiale, apartire da quando ancora non cera nessunachiesa e nessun sacerdote che si prendessecura delle anime e ciascuno si creava una pro-pria fede e religione. Ma proprio in questa chesembrava la valle oscura decantata nei Salmi,il Signore mand una donna, unanima pia,umile, ricca di fede, che inizi una grandeopera di evangelizzazione e che, con il per-messo del Vescovo del tempo, si premur per-ch venisse un sacerdote, che ogni domenica

celebrava la Santa Messa in un sottoscala. Aquesta donna e a questo sacerdote si affianca-rono dei laici i quali, contribuendo attivamentealla formazione catechetica, cominciarono uncammino diniziazione cristiana. LArcive-scovo si rivolto ai giovani invitandoli a nonfare del sacramento che li vede arricchiti deisette doni dello Spirito Santo una tappa do-verosa o superficiale del loro cammino difede, ma a confermare con responsabilit, or-goglio, nuova forza e vigore la loro apparte-

nenza alla Chiesa cattolica. Rivolgendosi allanumerosa assemblea presente ha esortato acogliere loccasione per un esame della nostracoscienza e riconfermare tutti la nostra fedeper fare di questa occasione un momento difede comunitaria. Ha sottolineato limpor-tanza della formazione, della presenza allaSanta Messa e della perseveranza nei sacra-menti, perch cos il laico non solo conosce laverit, ma ha la forza di viverla e annunciarlaaffidandosi a Cristo in ogni difficolt.

Visita pastorale di Mons. Arcivescovo

nella parrocchia Maria Madre della Chiesa di Catanzaro

CORSO DI AGGIORNAMENTO DIOCESANOPER GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE

Chi non arde non vive/ com bella lafiamma dun amore che consuma: con questi versi di Trilussa che mons.Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro- Squil-lace, ha tratteggiato la spiritualit dellinse-gnante di religione, nella cui persona devonosapientemente intrecciarsi amore, fede e cul-tura. Sostenuti dalle parole del loro Pastore, gli in-segnanti di religione si sono infatti ritrovatiin occasione del loro annuale corso di ag-giornamento, organizzato dallUfficio Irc di-retto da don Cosmo Procopio e avente pertema Le innovazioni in atto nellIrc e la ma-turazione delle competenze religiose. Mons. Bertolone ha ringraziato gli insegnanticonvenuti per la preziosit del loro lavoro: inuna societ che sempre pi pensa al benes-sere materiale, l' insegnante di religione, chericeve il suo mandato dalla Chiesa, vive unadimensione spirituale nel gusto per quelloche insegna, che nasce dalla conoscenza edalla familiarit, nellamore sempre rinno-vato per loggetto del proprio insegnamento. - La trasmissione della fede nasce dalla fede-ha sottolineato lArcivescovo citando Goe-the: LEuropa nata in pellegrinaggio e lasua lingua materna il cristianesimo e hainvitato gli insegnanti a non scoraggiarsi di

fronte alle difficolt che vive oggi il mondodella scuola, ricorrendo piuttosto alla fedeche d senso alla vita e riscalda il cuore,anche se per essere luce e calore bisogna con-sumarsi.La competenza pedagogica non da inten-dersi quindi soltanto come bagaglio tecnico(una mera scatola di attrezzi per lefficienzadellinsegnare) ma come creazione di spazi dicrescita spirituale e di maturazione. C dun-que una teologia nella pedagogia, nel sensodellamore per loggetto insegnato e per lepersone affidate.Don Procopio ha salutato gli insegnanti con-venuti ricordando la ricchezza formativa of-ferta dallUfficio Irc, che organizza conregolarit corsi di aggiornamento, ritiri spiri-tuali e convegni ecclesiali. Questo perch- hasottolineato il sacerdote- la formazione degliinsegnanti non soltanto deve essere perma-nente, ma molto complessa, trattandosi diuna formazione che insieme spirituale, pe-dagogica, morale, didattica, pedagogica e psi-cologica. Relatore del corso stato Roberto Romio,professore di Didattica delle Religionipresso la Pontificia Universit Salesiana epresso lIstituto Teologico di Assisi, il qualeha proposto un concetto di educazione reli-

giosa che travalica i concetti enunciati neiprogrammi scolastici, per trasmettere com-petenze esperienziali, calate nella vita con-creta degli alunni. Un apertura, questa, chegli insegnanti di religione ritengono assolu-tamente improcrastinabile, oggi, se si vo-gliono attrezzare le nuove generazioni allacomplessit dellattuale societ con un inse-rimento attivo e consapevole in essa, alla lucedi quelle parole che Immanuel Kant, sulruolo della fede cristiana nell'Europa dei po-poli, non ha esitato a dire e che mons. Berto-lone ha citato: Il Vangelo la fonte da cui scaturita la nostra civilt.

a.r.

1429 Gennaio 2012

E ormai risaputo come al giornodoggi i casi di separazione e divor-zio, in Italia e nel mondo, sono in no-tevole aumento ed sempre pi oggetto dinotevole interesse analizzare e comprenderecome gli individui affrontano questo violentocambiamento.

Lentrata in vigore della Legge n54/2006rappresenta per il nostro diritto di famigliauna grande novit risultando, infatti, la ri-forma pi importante dopo quella del 1975.Tale legge fa dellaffidamento condiviso la re-gola base in caso di separazione coniugale eintroduce la mediazione familiare come va-lido e utile strumento di pacificazione dei con-flitti e di facilitazione della comunicazione. Edunque una riforma innovativa perch, per laprima volta, si abbandona lidea di affida-mento monogenitoriale per abbracciare final-mente il principio di bigenitorialit.

Da diversi anni, anche se in ritardo rispettoad altri paesi e in modo diversificato e diso-mogeneo, in Italia si stanno sperimentandodiverse forme di aiuto alle famiglie separate oin via di separazione, attraverso interventi dimediazione familiare mirati alla tutela deldanno al minore e alla riorganizzazione dellerelazioni dellintero nucleo familiare.

Un esperimento interessante, e sicuramenteben riuscito, quello realizzato nel Tribunaledi Lamezia Terme, fiore allocchiello nel pa-norama nazionale, pensato dalla lungimi-ranza del Presidente dello stesso TribunaleDottor Giuseppe Spadaro.

L'idea di organizzare un servizio di Me-diazione Familiare afferma Spadaro - scatu-risce dall'interesse dei Magistrati e degliAvvocati di questo Tribunale per le proble-matiche legate alle varie conflittualit di cop-pia e dalla constatazione del numero semprecrescente dei casi di separazione giudiziale (enon consensuale) afferenti il territorio di com-petenza circondariale. Essa, pur sulla scia diesperienze straniere gi attuate e rivelatesiben funzionanti (Gran Bretagna), va conside-rata comunque come esperienza di tipo speri-mentale non esistendo un servizio di M.F.all'interno dei Tribunali presenti sul territoriocalabrese, n risulta, al momento, che altri Tri-bunali dell'intero territorio italiano dispon-gano di un tale servizio. Inoltre, opportunoevidenziare che attualmente l'attivit di M.F.in Italia viene erogata quasi esclusivamente inambito privato da Centri specializzati ed As-sociazioni con costi che sono totalmente a ca-rico degli utenti. In alcuni paesi, come laSvizzera, la M.F. invece pubblica e istituzio-nalizzata. In altri paesi europei viene erogatasia in forma privata sia attraverso le istituzioni

pubbliche.Questo progetto si pone anche l'obiettivo di

offrire ai cittadini del territorio lamentinoun'opportunit in pi rispetto ad altri territoridel nostro Paese, proponendo un servizio spe-cializzato gratuito con l'auspicio che neltempo, questo, possa aiutare a promuovere ediffondere, in modo capillare, la cultura dellamediazione sul nostro territorio calabrese.

Liniziativa, presentata ufficialmente nel no-vembre 2007, offre un esempio di efficientecollaborazione tra le istituzioni locali (Co-mune di Lamezia Terme, Tribunale di Lame-zia Terme e Consiglio dellOrdine degliAvvocati) al fine di ricomporre, attraverso lamediazione, il nucleo centrale della societ: lafamiglia.

Lattivit si svolge ogni luned pomeriggio,al piano terra del Palazzo di Giustizia, in unospazio neutro e accogliente, separato daglialtri. I mediatori, professionisti qualificati eimparziali, accolgono le parti in un settingidoneo allo scopo, facendole accomodare sudelle poltroncine organizzate in modo circo-lare al fine di garantire una perfetta equidi-stanza ed un senso di unit delle parti. Dopola segnalazione effettuata dal magistrato com-petente alla cancelleria, la coppia viene con-

tattata dai mediatori al fine di stabilire unprimo incontro formativo, dove vengonochiarite le modalit di intervento e viene fir-mato il consenso alla mediazione.

Il servizio si rivolge a tutte le coppie di ge-nitori separati o in via di separazione che ab-biano inoltrato istanza di separazione presso ilTribunale di Lamezia Terme e valutate me-diabili dal magistrato che istruisce la pratica.Tale valutazione si basa su alcuni parametrioggettivi: grado di conflittualit della coppia,interesse a raggiungere buoni accordi nellin-teresse dei figli e volont di separarsi delle sin-gole parti.

Alle coppie vengono proposti sei incontri acadenza settimanale o quindicinale, in base

alle loro esigenze, e nellincontro finale vienefirmato laccordo di separazione.

chiaro, dunque, lintento del Legislatoredi mutare langolo di osservazione del pro-blema, considerando in tutto il procedimento,primario protagonista il minore. Questultimo titolare di diritti che devono essere piena-mente garantiti e, tra essi, assume particolarerilevanza il diritto alleducazione sinonimo didiritto alla maturazione di una personalit ca-pace di determinarsi liberamente nella vita. Esiccome il minore non capace di riconoscerepienamente i suoi diritti e di richiederne laloro attuazione, necessario che lordina-mento ne diventi garante e promotore e che lafamiglia riconosca di essere il primo organi-smo adempiente a tale funzione.

A tal fine occorre sempre ricordare che i ge-nitori non divorziano mai dai figli e che,anche se la coppia coniugale verr meno, lacoppia genitoriale continuer a svolgere sem-pre un ruolo primario nellinteresse del mi-nore.

Il servizio ha raggiunto un considerevolesuccesso e riscosso un notevole apprezza-mento da pi fronti. L85% delle coppie in-viate ha iniziato e portato a termine lamediazione familiare con risultati pi chesoddisfacenti, superando le difficolt inizialie riuscendo cos a stipulare accordi condivisie soprattutto stabili.

Tale risultato pu essere considerato unavittoria non tanto per il Tribunale di Lamezia,per la sua citt, per i giudici competenti o peri mediatori operanti, quanto per tutti queibambini che, indirettamente coinvolti nellescelte di vita dei propri genitori, avranno gra-zie a questo strumento la possibilit di esseretutelati e di vedere salvaguardati e ricono-sciuti i propri diritti. Una realt significativada riproporre anche in altre citt.

Rita Doria

La valenza della mediazione familiare per prevenire il disagio dei minori

Il magistrato Giuseppe Spadaro

1529 Gennaio 2012

Presentata a Soverato lopera postuma sulla Famiglia Salesianadel compianto preside prof. Antonio Fiorenza

Ricordare per non dimenticareLopera del compianto Antonio Fio-renza, professore e preside , uomo dicultura, exallievo orgoglioso di ap-

partenere alla scuola salesiana, vuole rendereomaggio alla figura di Don Bosco e alla suaOpera evidenziando alcuni fatti, episodi, per-sonaggi, aneddoti risalenti agli anni quarantae decenni successivi,presentati in forma an-tologica , un album di memorie richiamatealla mente prima che cadano nelloblio. Tantii convenuti alla presentazione, promossadalla stessa Associazione col patrociniodellAmministrazione Provinciale, che haavuto luogo nella sala don Pilla dellIstitutoSalesiano di Soverato.

Il programma ha visto i saluti di don TobiaCarotenuto Direttore dellIstituto Salesiano,di Saverio Candelieri Presidente Exallievi diSoverato,che hanno messo in evidenza la fi-gura del preside Fiorenza , uomoumile,buono e semplice e il suo grande le-game alla scuola salesiana fondata da DonBosco.

Lassessore provinciale Nicola Monte-paone ha portato i saluti dellAmministra-zione Provinciale di Catanzaro e della suapresidente Wanda Ferro, ed ha, inoltre,espresso un plauso allopera presentata.

Domenico Fiorenza figlio dellautore scom-parso,affiancato dalla propria madre Cate-

rina, nella sua commozione ha ringraziatotutti per la disponibilit e sensibilit dimo-strata.

Quindi, Vincenzo Squillacioti curatore del-lopera ha messo in piedi una sorta di rifles-sione sul contenuto dellopera cherappresenta una esaltazione della scuola sa-lesiana e rendicontato le fasi di pubblica-zione.

La relazione stata affidata al sacerdote sa-lesiano don Antonio Martinelli, che ha cu-rato la prefazione del libro. Da fraterno amicoe compagno dinfanzia, Martinelli si dettoonorato e felice di aver speso una parola dipresentazione per il libro di Fiorenza,un lu-stro di storia che contiene la storia di una Isti-

tuzione e delle persone coinvolte. Ritornafrequente sotto la penna di Antonio e soprat-tutto nel cuore ha spiegato Martinelli - lanostalgia di quegli anni raccontati, ricchi diavvenimenti , di incontri e stimoli alla cre-scita. Un libro speciale che descrive la vitasalesiana, le strutture, la scuola,le feste e le fi-gure salesiane che hanno contribuito alla for-mazione di centinaia e centinaia di ragazzi edi giovani exallievi, ai quali,oggi, si rivelautile per rivivere quella fase irripetibile del-ladolescenza, il libro serve anche ai giovaniper conoscere e meglio apprezzare la fun-zione educatrice della Scuola Salesiana.

Oltre questa opera nel 2010 stato pubbli-cata unaltra opera postuma del preside Fio-renza, dal titolo Vecchio Mondo rileggendo il poemetto Il mio paese di Ni-cola Caporale e altri due manoscritti aspet-tano il loro turno nel cassetto della suascrivania. Antonio Fiorenza sposato con trefigli si formato alla Scuola Salesiana di So-verato, stato docente di Lettere , Preside eRelatore in diversi corsi di aggiornamento or-ganizzati dal Provveditorato agli Studi e dal-lIRSSAE Calabria. Da pensionato statoPreside del Liceo Coreutico Musicale di Sa-triano, Si spento a Soverato il 22 dicembre2008.

Rosanna Paravati

Nella parrocchia di Guardavalle marinasi celebrata per la prima volta la festadei Migrantes. Proposta pronta-mente accolta dal Parroco Don Roberto Celia, dalcomitato organizzativo e in seguito anche da tuttala comunit che come sempre contribuisce a far sche ogni manifestazione si svolga nel migliormodo possibile. La Banda di Guardavalle ha datoil via ai festeggiamenti suonando diversi brani eallietando tutta la serata.

La funzione stata presieduta dal vescovo Eme-rito Mons. Antonio Cantisani, presenti i diaconipermanenti della forania di Soverato, il Viacriodelal forania Don Pasquale Gentile, il direttoredella Carits diocesana Don Dino Piraino e PadreGregoire e tutte le autorit civili del comune diGuardavalle.

Anche la scuola stata invitata a sensibilizzaregli alunni sul fenomeno dellimmigrazione, infatti, gli alunni dellIstituto Aldo Moro di Guarda-valle hanno preparato canti e lavorato alla crea-zione di segnalibri che poi a fine serata sono staticonsegnati ai presenti.

La Santa Messa per la prima volta stata tra-smessa in diretta sulla WebTV del sito di Guar-

davalle online, per dare ai nostri fratelli emigratiin terre lontane la possibilit di vivere da prota-gonisti la serata a loro dedicata e motivo che haportato a volere che parte della messa venissesvolta in diverse lingue.

Anche se la chiesa era gremita di gente, soprat-tutto di bambini, la cerimonia si svolta in silen-zio e con la massima attenzione. Probabilmenteperch ognuno dei presenti ha avuto in famigliaqualcuno che ha vissuto lesperienza dellemigra-zione. E chi non ricorda le storie raccontate dainostri nonni o dai nostri padri sulla vita da lavo-ratore in terra straniera. Per tutti loro i primi mo-menti vissuti lontano da casa, dagli affetti, dalleproprie tradizioni sono stati duri e difficili. Laforza di superare tutto lhanno trovato nel mante-nere vive le tradizioni e non perdere mai la spe-ranza di tornare nella terra nata.

Oggi assistiamo al processo contrario. Da terradi emigrati siamo ora terra di immigrazione. Lesponde da cui allinizio del secolo i nostri cari siimbarcavano per terre lontane e sconosciute, oggisono terra di approdo per coloro che in preda alladisperazione cercano un futuro migliore. Quelloche auguriamo che la giornata del 15 gennaio de-

dicata ai Migrantes non sia solo unoccasioneper far festa, stare insieme e divertirsi, ma liniziodi un cammino da intraprendere insieme, scuola,famiglia, parrocchia per sensibilizzare i giovanisu questo tema cos attuale. Il primo passo edu-care non allaccettazione del fenomeno dellimmi-grazione , bens allaccoglienza. Un mondomigliore si pu costruire solo se accogliamo i no-stri fratelli bisognosi e li facciamo sentire amati.

Il Comitato Festa dei Migrantes

Festa dei Migrantes a Guardavalle marina

1629 Gennaio 2012

La fede per un monaco:donazione totale a Dio Cos la fede per un monaco. La prima ri-sposta che ci sovviene di per se stessa digrande semplicit. In fondo un monaco

anzitutto un cristiano che sceglie di vivere coeren-temente i propri impegni battesimali rafforzandolicon la professione monastica che lo spinge a viverela propria vita nellosservanza dellobbedienza, dellaconversione dei costumi e della stabilit.

Si tratta di impegni semplici, anche se gravosi inqualche occasione, che vengono vissuti in una cor-nice di solitudine e di silenzio.

Cos non si pu intraprendere un cammino mo-nastico, con ci che comporta di rinuncia, di impe-gno per la conversione interiore, di preghiera, seuno non ha une fede viva, alimentata alle fonti pigenuine, che sono la Parola di Dio, la liturgia, la do-cilit allo Spirito Santo.

Attraverso questi strumenti messi sul propriocammino dalla Provvidenza e accettati con passionedalla volont delluomo si vengono a creare quel-linsieme di circostanze che fanno il monaco nellasua essenzialit.

Il monaco cerca di vivere, con laiuto della grazia,in comunione personale e costante con Dio. Al cen-tro della sua vita, c la presenza di Dio nel suocuore. Ma tale presenza si vive nella fede, si accoglienella fede e si approfondisce mediante la fede. Fedee comunione con Dio sono due aspetti indissociabilidella vita contemplativa.

La fede, per il monaco, si esprime concretamentenellabbandono a Dio, nella donazione di s a Coluiche si trova nel cuore.

Il silenzio che permea il chiostro e gli ambientidella vita monastica aiutano gradulamente la per-sona che si impegna in questo cammino a scenderenelle profondit del proprio io e attraverso di questogiungere a Dio. Si tratta di un cammino diuturnoe fatto di cose che si ripetono quotidianamente conlo stesso ritmo e a volte con una certa monotonia. Sitratta di un lungo percorso attraverso un desertoche caratterizzato, come il deserto naturale, dallamancanza di qualunque genere di conforto.

Quando nella solitudine di viene a contatto conlessenza pi profonda di noi stessi, l dove nessun

altro pu entrare e quando ci si rende conto dellapropria piccolezza, allora si apre lorizzonte dellapresenza di Dio che ci avvolge completamente con latenerezza e con il suo amore incondizionato.

Allora si apre il velo della fede su un Dio che presente con un un Amore superiore ad ogni altronella nostra esistenza. Io invece resto quieto e se-reno: come un bimbo svezzato in braccio a suamadre, come un bimbo svezzato in me l'animamia. (Sal 131, 2) cos raccontava un monaco fa-cendo proprie le parole del Salmo.

Nella gioia, nella sofferenza, nella condivisione diquanto avviene in questo nostro mondo, i monacidividono con ogni cristiano la certezza di un Dioche un giorno Sar tutto in tutti.

Fabio Tassone

La trasmissione tele-visiva "Gli intocca-bili" andata in ondaieri sera, accompagnatadallabituale contorno diarticoli e commenti puessere oggetto di molte-

plici considerazioni, a cominciare dalla di-scutibilit del metodo e degli espedientigiornalistici con cui stata realizzata, percontinuare con lamarezza per la diffusionedi documenti riservati. Ma non di questoche ora vogliamo principalmente parlare, es-sendo oggi tutto ci fin troppo abituale, siacome metodo generale, sia come stile di in-formazione faziosa nei confronti del Vaticanoe della Chiesa cattolica. Proponiamo piutto-sto due semplici considerazioni che nonhanno trovato spazio nel dibattito.La prima. Lazione svolta da mons. Vigancome Segretario Generale del Governatoratoha certamente avuto aspetti molto positivi,contribuendo ad una gestione caratterizzatadalla ricerca del rigore amministrativo, del ri-sparmio e del raddrizzamento di una situa-zione economica complessiva difficile. Questirisultati, ottenuti durante la Presidenza delcard. Lajolo, sono chiari e non sono negati danessuno. Una valutazione pi adeguata ri-chiederebbe tuttavia di tener conto dellan-damento dei mercati e dei criteri degliinvestimenti nel corso degli ultimi anni, ri-cordare anche altre circostanze importanti,come i risultati notevolissimi dellattivit deiMusei Vaticani, con flusso accresciuto di pub-blico e orari di apertura pi ampi, ricordare lefinalit non puramente economiche ma di

supporto della missione della Chiesa univer-sale da parte dello Stato della Citt del Vati-cano che sono motivo di spese anchenotevoli, e cos via. Alcune accuse poi anchemolto gravi fatte nel corso della trasmis-sione, in particolare quelle nei confronti deimembri del Comitato Finanza e Gestione delGovernatorato e della Segreteria di Stato diSua Santit, impegnano la Segreteria di Statostessa e il Governatorato a perseguire tutte levie opportune, se necessario legali, per ga-rantire lonorabilit di persone moralmenteintegre e di riconosciuta professionalit, cheservono lealmente la Chiesa, il Papa e il benecomune. In ogni caso, i criteri positivi e chiaridi corretta e sana amministrazione e di tra-sparenza a cui si ispirato mons. Vigan con-tinuano certamente ad essere quelli cheguidano anche gli attuali responsabili del Go-vernatorato, nella loro provata competenza erettitudine. E ci coerente con la linea disempre maggiore trasparenza e affidabilit edi attento controllo sulle attivit economichesu cui la Santa Sede chiaramente impe-gnata, nonostante le difficolt, come dimo-strano anche le adesioni alle Convenzioniinternazionali di cui si d notizia per ca-suale coincidenza proprio questoggi. In-somma, lavvicendamento alla guida delGovernatorato non intende certamente essereun passo indietro rispetto alla trasparenza eal rigore, ma un ulteriore passo avanti.La seconda. Discussioni e tensioni, compren-sibili differenze di opinioni e posizioni, ven-gono sottoposte alla valutazione di ungiudizio superiore proprio perch questo ingrado di vedere le questioni in una prospet-

tiva pi ampia e con criteri pi comprensivi.Un procedimento di discernimento difficilesui diversi aspetti dellesercizio del governodi unistituzione complessa e articolata comeil Governatorato che non si limitano a quellidel giusto rigore amministrativo - stato in-vece presentato in modo parziale e banale,esaltando evidentemente gli aspetti negativi,con il facile risultato di presentare le strutturedel governo della Chiesa non tanto come toc-cate anchesse dalle fragilit umane ci chesarebbe facilmente comprensibile - quantocome caratterizzate in profondit da liti, di-visioni e lotte di interessi. In questo diciamosenza timore che si andati e si va spesso benaldil della realt; che la situazione generaledel Governatorato non cos negativa comesi voluto far credere; che tanta disinforma-zione non pu certamente occultare il quoti-diano e sereno lavoro in vista di una sempremaggiore trasparenza di tutte le istituzionivaticane, e infine che non bisogna dimenti-care che il Governo della Chiesa ha al suovertice un Pontefice di giudizio profondo eprudente, la cui dirittura al disopra di ognisospetto garantisce la serenit e la fiducia chegiustamente si attendono coloro che operanoal servizio della Chiesa e i fedeli tutti. In que-sta prospettiva va riaffermato decisamenteche laffidamento del compito di nunzio negliStati Uniti a mons. Vigan, uno dei compitipi importanti di tutta la diplomazia vati-cana, data limportanza del Paese e dellaChiesa cattolica negli Stati Uniti, prova diindubitabile stima e fiducia da parte delPapa.

P. Federico Lombardi , S.J.

NOTA DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, A PROPOSITO DELLA TRASMISSIONE TELEVISIVA SU La7