LA DOCUMENTATA VERITÀ SUL “PRESUNTO” COLOMBO … · che il Domenico Colombo di Lancia ha...

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Pietro Canepa Cuccaro 2012 LA DOCUMENTATA VERITÀ SUL “PRESUNTO” COLOMBO CUCCARESE

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Pietro Canepa

Cuccaro 2012

LA DOCUMENTATA VERITÀSUL

“PRESUNTO” COLOMBO CUCCARESE

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INTRODUZIONEDopo aver sostenuto, per oltre vent’anni, la tesi del Colombocuccarese, attraverso le ricerche del Comitato ColombianoMonferrino; nel libro “Cuccaro: c’era una volta…”; nellamonografia “L’altro Colombo”; negli Atti del CongressoColombiano 1999; nei dépliants; nel film “Cuccaro eColombo”, e con articoli sui giornali, sento il dovere diaffrontare ancora una volta l’annosa questione, per fare ilpunto della situazione, in seguito alla scoperta di atti notariliche illustrano la vera discendenza del Domenico Colombodi Cuccaro, già presunto padre del grande Cristoforo. Questesacrosante pergamene del 1400, che godono di ricono-scimento giuridico-legale, ci fanno purtroppo concludereche il presunto Cristoforo cuccarese non è mai esistito,se non nella macchinosa messa in scena architettata dalBaldassarre Colombo di Cuccaro, noto per il suo interventonella causa di Spagna per la successione al Maggiorascodel Navigatore. Accettata la “sconfitta”, questi documenti micostringono ora a dissociarmi da coloro che continuano araccontare la vecchia storia, per non essere un giorno accusatodi continuare a mungere finanziamenti pubblici a sostegno diuna causa ormai compromessa: un furto in piena regola, chemi fa ricordare la massima: “Se vuoi essere assolto, devi primarestituire”: una terribile trappola, senza via d’uscita! Megliomille sconfitte, alleviate dalla consapevolezza che, sull’altropiatto della bilancia, c’è la “storia”, che, dopo quattro secoli,finalmente conosce quale è la verità.

L’autore

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CAMPANE A FESTA PER 50 ANNISu “La Voce di Cuccaro” di giugno 2008, avevo annunciatodi aver sottoscritto un BTP di cinquemila euro, grazie al quale,se viene ritrovato anche un solo atto notarile, dal quale risultiche il Domenico Colombo di Lancia ha avuto, fra i suoi figli,anche un Cristoforo, il parroco pro tempore di Cuccaro è au-torizzato a prelevare le cedole di detto BTP (duecento euro),per consentire il suono delle campane a festa, il mezzodì del12 ottobre (scoperta dell’America) di ogni anno, e ciò per isuccessivi cinquant’anni. Sarebbe il felice coronamento di unalunga ricerca, iniziata nel 1988 con la consultazione degli ar-chivi parrocchiali, che registrano le nascite e le morti di tutti inostri concittadini in questi ultimi 450 anni. Mi aveva peròcolpito un particolare: che la famiglia Colombo non avessemai rinnovato il nome di Cristoforo: segno evidente che dettafamiglia non aveva mai avuto a che fare con lo Scopritore delNuovo Mondo Cristoforo Colombo. E’ stata questa constata-zione a farmi decidere di affrontare la questione delle originidel Cristoforo monferrino, presunto originario del castello diCuccaro, finché, nel 2006, dopo quattro secoli di ricerche, eccoil ritrovamento, ad opera del Prof. Bruno Ferrero, a Casale,nell’Archivio Dalla Valle, di atti notarili (pergamene) del1400, che illustrano la vera discendenza, fino alla quarta ge-nerazione, del Domenico Colombo di Cuccaro. Da questi do-cumenti (che ora presenteremo), risulta inequivocabilmenteche il “presunto” Cristoforo cuccarese in realtà non è maiesistito.

ECCO I DOCUMENTI DELLA VERITÀ(ricavati dalla ricerca B. Ferrero)

--24 gennaio 1444: Alla richiesta di Domenico Colombo(presunto padre del grande Cristoforo, ma invece padresoltanto di Battistina e Bartolomea), di poter adottareLuchino, per avere un maschio al quale poi lasciare il propriofeudo (che altrimenti dovrebbe essere ereditato dal fratelloFranceschino, come previsto dalla legge del feudo), ilmarchese di Monferrato, Giovanni Giacomo, rispondeautorizzando l’adozione di Luchino, “come se fosse suo verofiglio, affinché possa succedere nei beni di Domenico siafeudali che allodiali”.“Concedimus prefato Dominico amplam facultatem assumendipredictum Luchinum in eius filium adoptivum ita (ut) in bonis eiusdemDominici tam feudalibus quam allodialibus succedere possit, ac se exipso Dominico genitus et procreatus foret”.

Domenico adotta Luchino e gli concede in sposa la figliaBartolomea.

--1° giugno1450: Il testamento di Domenico lo leggiamonella trascrizione settecentesca di una pergamena che si stavaannerendo e che ora è per gran parte illeggibile. Da taletrascrizione apprendiamo che Domenico lascia Luchino suoerede universale, come confermato dagli atti notarili che quidi seguito riproduciamo.

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--1°giugno 1450: Nello stesso giorno, Franceschino, puramareggiato per la decisione del fratello Domenico, scrive: “Il nobile Franceschino ratifica e approva l’adozione diLuchino nonché il testamento di Domenico…anche se indetto testamento ci siano cose che tornano di detrimento allostesso Franceschino, qualunque sia la natura del feudo, nelquale Luchino di diritto non potrebbe succedere, dovendoviinvece succedere Franceschino o i suoi eredi”.“Nobilis Francischus…ratificat et approbat dictam adoptionem factam deipso Luchino… nec non et testamentum factum per ipsum Dominicum…etiam si in ipso testamento essent aliqua que… tenderent in preiudiciumed detrimentum ipsius Francisci… quacumque natura esset feudum, inquo idem Luchinus succedere non posset de iure, sed deberet succedereipse Francischus vel eius eredes”.

--8 novembre 1457: Marieta (moglie di Domenico) lasciaeredi universali Battistina, Bartolomea e Luchino.

--3 aprile 1458: (Testamento di Luchino):“Luchino lascia ai fratelli Colombino, Giobbe e Bonifacio,figli del fu Franceschino, la giurisdizione e il feudo che iltestatore ha avuto dal nobile Domenico Colombo, fratellodel detto Franceschino”.“Dominus Luchinus de Columbis… legat Columbino, Iop et Bonifaciofratribus et filiis quondam nobilis domini Francisci de Columbis…

iurisdicionem et feudum quod habet ipse testator ac habuit a nobilidomino Dominico Columbo, fratre quondam prefati domini Francisci”.

ALBERO GENEALOGICOrisultante dai documenti Dalla Valle

DOMENICO COLOMBO (testam.1450) sp. Marieta (1430)

_______ || |

Battistina Bartolomea sp. Luchino (adoz.1444)

|Pantasilea

sp. Biagio Bignone|

Tommaso (m. 1517)sp. Maddalena Zoppi

|Pantasilea (junior, m. 1556-7)

sp. in 3° nozze Rolando Dalla Valle(depositario di questi documenti)

Del presunto Cristoforo (e fratelli) nessuna traccia

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ROLANDO DALLA VALLEFamoso giurista (1500c-1575), consigliere marchionale, pre-sidente del Senato di Casale, esperto di questioni famigliari(su cui scrisse quattro volumi, che vennero ristampati ben 28volte), nel 1536 sposa Pantasilea junior, pronipote del Dome-nico Colombo di Cuccaro (v. albero qui accanto). Comeesperto di questioni famigliari, conosceva molto bene gliascendenti della propria moglie, che tra l’altro gli aveva por-tato in dote proprio i documenti di famiglia (cioè le pergamenedi cui abbiamo parlato), con la discendenza di Domenico finoalla quarta generazione. Se fosse esistito un Cristoforo (figliodi Domenico), Scopritore del Nuovo Mondo, quindi proziodella propria moglie, con orgoglio Rolando ne avrebbe esal-tato le gloriose imprese: neppure una riga! Anche per lui,quindi, il Cristoforo cuccarese non esisteva.

Rolando muore nel suo feudo di Mirabello, il 14 aprile 1575.A quella data, il Baldassarre Colombo di Cuccaro, che treanni dopo sarebbe intervenuto nella Causa di Spagna per lasuccessione al Maggiorasco del Navigatore, aveva già 32anni, quindi sapeva benissimo dove trovare i documentirelativi alla famiglia di Domenico. Li avrà sicuramente con-sultati, ma siccome non gli facevano comodo, perché raccon-tavano una storia diversa, li ha ignorati, ha confezionato amodo suo l’albero genealogico, ed ha proceduto alla escus-sione di testi che avallassero la sua tesi, come ora vedremo.

ALBERO GENEALOGICO NON AUTENTICATONelle Rogatorie, cioè l’interrogatorio dei testimoni a favoredi Baldassarre (stranamente tutti di altri paesi, mentre i de-positari delle tradizioni solitamente sono i concittadini, inquesto caso i cuccaresi), che dovevano raccontare ciò che erasuccesso nella famiglia Colombo di Cuccaro 140 anni prima,la domanda n. 9 (la più importante, intorno alla quale ruotanotutte le altre) crolla miseramente dinanzi alla critica più ele-mentare, quando chiede ai testi: “Se sanno che Domenico Co-lombo, figlio di Lancia, abbia avuto per suoi figli legittimi enaturali Don Cristoforo, fondatore del Maggiorasco, nonchéBartolomeo e Don Diego”. A parte la stranezza che, nella do-manda, c’è già la risposta, ci si chiede su quali documenti talegenealogia sia stata “confezionata”, visto che la ricercatricespagnola, Docente di Storia dell’America presso l’Universitàdi Madrid, Guadalupe Chocano Higueras, a pag.173del libro “La cuna y orígenes de Cristobal Colon”, scrive:“L’albero di Baldassarre non era autenticato, quindi nonammesso come prova nel processo, per cui non risulta con-servato nelle carte del processo, dove ci sono tutti gli alberigenealogici dei pretendenti spagnoli delle varie epoche”.Strano caso: la ricercatrice spagnola del CESCOM, AngelicaValentinetti, nelle ben 193 pagine che gli Atti del II CongressoColombiano Le dedicano, su questo che dovrebbe essere allabase della tesi colombiana cuccarese, tace…

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RISPONDIAMO ALL’AVV. CASARTELLILa millantata “novità”, con la quale il Casartelli esordisce

nella trasmissione di Voyager del 3 ottobre 2011: “Io sono ildiscendente collaterale di Cristoforo Colombo”, ha suscitato(come vedremo) la disapprovazione e il ridicolo di storici estudiosi, perché in realtà egli è il discendente di un personag-gio che a Cuccaro non è mai esistito.

Poi, riprendendo l’affermazione con cui il conduttore Gia-cobbo aveva esordito, il Casartelli dice che, nella sentenzadel Tribunale delle Indie, “Baldassarre fu riconosciutoparente di Cristoforo in 8° grado, e gli furono assegnati2.000 ducati”. Purtroppo, quella sentenza non è mai stataritrovata, come ci conferma la stessa ricercatrice spagnola delCESCOM, Angelica Valentinetti, a pag. 63 degli Atti delPrimo Congresso Colombiano: “È curioso che in nessuno diquesti fascicoli si trovi il dispositivo originale (della sentenza)emesso nel 1608. Strano caso, si potrebbe dire, visto chel’Archivio di Madrid conserva pressoché tutto il materialedella causa”.

Quanto alla parentela col grande Navigatore, a pag. 7 ab-biamo già dimostrato che l’albero genealogico NON ERAAUTENTICATO.

Quanto alla assegnazione di 2.000 ducati al pretendentecuccarese è il caso di precisare che tale assegnazione è la spet-tanza di Baldassarre nella suddivisione, fra tutti i “preten-denti”, della rendita dello Stato di Veragua (l’attuale Panama),che faceva parte del Maggiorasco. Quindi un semplice rico-noscimento della sua qualità di pretendente.

ATTO NOTARILE CHE DA’ IL COLPO DI GRAZIAALLA TESI COLOMBIANA CUCCARESE

1-Una testimonianza “definitiva”, resa dallo stesso fratellodi Cristoforo Colombo, l’adelantado Bartolomeo Colombo,è contenuta in un atto probatorio rogato a Santo Domingo il14 marzo 1513 (e sollecitato dal figlio maggiore di CristoforoColombo, Diego, per accreditare alcuni diritti dell’ereditàpaterna), nel quale il detto Bartolomeo afferma di avere“çinquenta años e más” (cinquant’anni e più), per cui sarebbenato nel 1463 (quando gli anni li aveva già compiuti daqualche mese). Ma nel 1463 il presunto padre DomenicoColombo di Cuccaro era già morto da ben 12 anni (1451), percui viene a cadere anche l’ultima ipotesi (sostenuta dai testidi Baldassarre), secondo la quale Domenico avrebbe avuto trefigli, Cristoforo, Bartolomeo e Giacomo, che sarebbero partiti,ancora “putti” (cioè fanciulli) alla volta di Savona, “vivendoancora il padre Domenico”.

Se a questo documento aggiungiamo gli atti notarili DallaValle, che ricostruiscono la vera discendenza di DomenicoColombo di Cuccaro, fino alla quarta generazione, la tesicolombiana cuccarese viene a perdere tutte le sue ipotesi diappoggio.NOTA: Il documento del 1513 è contenuto a pag. 9 del libro“Bartolomeo Colombo” di Aldo Albonico (Nuova raccoltacolombiana XIX, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato—costo € 165,00).

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CHE NE PENSANO GLI STUDIOSI? 1-Il Dr. Carlo Tibaldeschi (forse il più autorevole esponente

del CESCOM), con il quale da tempo sto scambiando lunghimessaggi, nel commentare il giubilo delle campane a festa(vedi pag. 2), nel caso si trovasse anche un solo atto notarilefavorevole alla tesi cuccarese, in una e-mail del 16/12/ 2011ha scritto: “Abbi fede: l’alleluja potrebbe essere non lontanis-simo”. Abbiamo capito: niente “nuovi documenti” ripetuta-mente promessi: per ora, come sempre, ci dobbiamoaccontentare di atti di fede!

2-Il Prof. Bruno Ferrero, il noto scopritore dei documentiDalla Valle, scrive: “Se i responsabili di Voyager si limitanoa pontificare, con gratuite affermazioni senza contraddittorio,rendono davvero un cattivo servizio alla loro causa e a Cuccaro”.

3- Da Savona, lo studioso Giuseppe Milazzo, dopo un ironicocommento, scrive: “Avevo conosciuto due anni fa a Savonail Presidente del CESCOM: un uomo dalla ‘verità rivelata’ “.

4-Commentando la “sconfitta” subita dai ricercatori cucca-resi, il colombista Antonio Calcagno (il “convertito” alla tesicuccarese, che il 5 marzo 2011 aveva preso parte all’incontroorganizzato dal CESCOM ad Arenzano) ha scritto:“Lo studioso serio non ricerca ‘la propria verità’, ma ‘laverità’, anche quando è scomoda, per cui lo studioso onestonon è mai sconfitto. Sto cercando di trasmettere ai miei figliquesto grande valore”.

5-L’altro “convertito”, che pure aveva preso parte al conve-gno di Arenzano, Guglielmo Famà, scrive:

“Continuare a insistere sulla tesi del Colombo di Cuccaro,si rischia di cadere nel ridicolo e di essere accusati dimanipolare a proprio vantaggio una ipotesi che non hanessuna possibilità di essere accreditata come vera”.6-Il Prof. Gaspare Demartini, che nel 1991 aveva svolto pernoi le ricerche presso l’Università di Pavia, scrive:“Dopo essere stato anch’io contagiato del male colombiano,saluto con sollievo il documento che finalmente riconosce lavera discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, geni-tore di sole due femmine, per cui ritengo ingiusto il compor-tamento dell’ultimo rampollo collaterale dei Colombo diCuccaro, che cerca visibilità e continuità in una tesi ormaicompromessa. Caro amico, cerca di reagire positivamente,nella certezza di aver sempre operato con lealtà di intenti.Un abbraccio”. Gaspare Demartini.7-Lo storico dott. Carlo Ferraris, aggiornando la sua “Storiadel Monferrato” (2° ediz.) con i documenti Dalla Valle,definisce (pag. 243) “false le prove addotte da BaldassarreColombo, che avrebbe giocato d’azzardo per ottenere l’ereditàdello scopritore delle Americhe”.

Come si vede, inesorabilmente la ve-rità si sta facendo strada, a livello cultu-rale, anche se la “bufala” del Colombocuccarese, allevata dal sottoscritto, èancora dura a morire, perché consentedi mungere, non latte, ma finanziamenti pubblici.

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Una incredibile scoperta NON È COLOMBO

MA ENRICO VII D’INGHILTERRASembra una battuta, invece è una realtà, risultante da ricerche

storiche. Il primo ritratto (qui riprodotto) sarebbe il Colombo(del pittore spagnolo P. Berru-guete), la cui cassetta VHS ac-quistai nel 1992 dalla RAI per150.000 lire. Il relativo quadroera stato acquistato da un italo-americano (certo Francesco Ri-baudo), e il giornale di Genova“Il Secolo XIX” lo aveva recla-mato sotto il titolo: “Genovesi,riportiamo a casa il vero Co-lombo”.

Che il quadro raffigurasseColombo, era una asserzionedell’acquirente italo-americano,ma una convinzione condivisa

anche da alcuni studiosi colombisti, che in quella immaginericonoscevano i lineamenti di Cristoforo indicati dallo stessofiglio dello Scopritore, Fernando, al Cap. III delle Historie:“Volto lungo e guance alte”.

Da allora, quel ritratto era diventato il simbolo del “presunto”Colombo cuccarese, esposto nel museo, nonché nell’ufficiodel Sindaco in Comune.

Nel corso di una ricerca su Internet, scopro però che il ritrattoqui riprodotto (identico al precedente, eccetto per la decora-zione sul petto) è quello di “Enrico VII d’Inghilterra, Tudor,1485-1509”, di proprietà della Society of Antiquaries di Londra.

Onde averne una definitivaconferma, mando un messag-gio alla detta Society, laquale, in data 20 giugno 2012(a firma Julia Dudkiewicz,Collections Manager) ha ri-sposto: “Con rif. al Ritrattodi Enrico VII, confermiamoche tale quadro appartienealla nostra collezione”.

A questo punto (non essendoci più dubbi) siamo certi che ilColombo cuccarese sicuramente preferisce restare comesovrano nelle Gallerie internazionali, piuttosto che esserescambiato per un “presunto” Colombo, in uno sperduto paesedel nostro Monferrato.

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in due rami: dal primo, discende Adelaide Marescotti (madredei viventi Dr. Umberto Rossi e il fratello Avv. MarioAugusto); dal secondo, discendono Gio. Batta. Ilario Mare-scotti Colombo (abitante a Roma), padre di Luigi MarescottiColombo, marito di Bisoglio Attilia (che tutti abbiamo cono-sciuto perché deceduta nel 1990), nonché i Cassinelli (che nel1988 ho incontrato nella loro casa di Strevi).

TUTTI I BENI DEI COLOMBOEREDITATI DAI MARESCOTTI

1—Il Castello, che Mons. Luigi Colombo aveva assegnato alramo “romano” di Gio. Batta. Ilario Marescotti Colombo (ascapito dei “laici” di Via Pragelato), dopo una ventennale ver-tenza (conclusasi nel 1946) fra gli eredi Cassinelli e la Attiliaved. Luigi Marescotti Colombo, toccò ai Cassinelli, che poilo vendettero agli attuali Boccalatte. Alla Attilia toccarono lacasa di abitazione e le terre, compresa la cascina Colombina.Ai “laici” di Via Pragelato fu però assegnato il Teatro del ca-stello (come indicava una scritta in latino tradotta da D. Ca-prino): un enorme salone che nel 1948 fu venduto all’exsindaco Bisoglio Giuseppe dalla Adelaide Marescotti (madredei citati dr. Umberto e avv. Mario Augusto).2—Il terreno con rustico, sul quale si ergeva il Castrum (cioèil fortino, di proprietà dei Colombo, che si trovava sulla Mota,ai piedi di Via Montalto, spesso menzionato in atti notarili del1400), ora risulta venduto nel 1903 da Umberto Marescotti(fratello del nostro ex-sindaco Dr. Cleto) a Nano Luigi, nonnomaterno della sig.ra Luisa Novelli in Panizza, che su quelterreno costruì, nel 1984, la villa che tuttora possiede.

Come risulta dall’albero genealogico (ricavato dagli archiviparrocchiali), i discendenti “diretti” da Paola Colombo (so-rella di Mons. Luigi Colombo, ultimo discendente maschiodel casato), moglie di Domenico Marescotti (abitante in ViaPragelato, ora Via Aldo Moro), si dividono in due rami:

I MARESCOTTIDISCENDENTI “DIRETTI” DEI COLOMBO

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L’atto di vendita era stato rogato, a Fubine, dal notaio Gio.Battista Roveda, il 13 dicembre 1903.

A questi beni ereditati, potremmo aggiungere i preziosi ri-cordi lasciati da Mons. Luigi Colombo ai discendenti Mare-scotti: il medaglione d’argento donato da Pio IX al suo PrelatoDomestico, in occasione dell’apertura del Concilio Ecumenicoin data 8 dicembre 1869, nonché il Reliquiario (con sigilloVaticano) che il Mons. aveva donato a Felice Marescotti(figlio della Paola Colombo), in occasione del matrimonio diquest’ultimo con Adelaide Novelli nel 1861.

L’OSTRACISMO DEL MONSIGNORENel nostro museo, stranamente non troverete l’unico, auten-

tico “cimelio” della famiglia Colombo: cioè l’autografo cheMons. Luigi Colombo apponeva nei registri parrocchialiquando, durante le vacanze estive a Cuccaro, celebrava leMesse per il legato Colombo. “Colpevole” di aver lasciato(come abbiamo visto) tutti i beni dei Colombo ai Marescotti,(“diretti” discendenti della sorella Paola Colombo, andatasposa a Domenico Marescotti il 18 maggio 1830), il suo auto-grafo non è stato mai esposto. Lo riportiamo noi, almeno perdovere di cronaca.

IL COMITATO COLOMBIANO MONFERRINO (C.C.M.)(Presidente Pietro Canepa)

Vediamo le molteplici attività in cui è rimasto coinvolto.--1989: Consultazione degli Archivi parrocchiali e conse-guente pubblicazione (a spese del Comune) di “Cuccaro: c’erauna volta…”.--31/10/1990: Il Comune di Cuccaro, con delibera n. 61,costituisce il C.C.M. (del quale fanno parte Pietro Canepacome Presidente, Luciano Buscaglia come Tesoriere; mentrefra le personalità di spicco vi aderiscono: il Prof. Geo Pista-rino Preside dell’Univ. di Genova, l’on. Giovanni Sisto, ilDott. Ugo Cavallera, il Dott. Gianpaolo Brizio (della Re-gione), il Prof. Giuseppe Colli, Nils Liedholm, ecc.--Ottobre 1991: Inizio ricerche colombiane: ad Alessandria (R.Livraghi), a Torino (R.Busetto), a Pavia (G. De Martini), adAcqui (G. L. Rapetti), a Piacenza (P. Galimberti).--6/2/1992: Erogati dieci milioni (per ricerche) da Carla Spa-gnolo, Presidente Consiglio Regionale.--14/2/1992: Erogati venti milioni da Istituto S. Paolo diTorino.--2/6/1992: Il Presidente del C.C.M. anticipa (di tasca propria)tre milioni alla ditta CUBRA (Novate Milanese) per la produ-zione della targa di bronzo (da installare sull’ingresso delComune).--14/6/1992: Inaugurata (presente il Vescovo Carlo Cavalla)la lapide in latino sulla nuova canonica.

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--9/7/1992: Erogati venti milioni (per manifestazioni colom-biane) da Gianpaolo Brizio (Presidente Giunta Regionale).--10/10/1992: Versati alla Tipografia Battezzati (Valenza) do-dici milioni per la monografia “L’altro Colombo” (poi tradottain spagnolo dagli italiani in Argentina). --19/10/1992: Presentata la monografia “L’altro Colombo” nelcorso di una conferenza stampa in Regione. --25/10/1992: Sponsorizzazione e inaugurazione delPiazzale Cristoforo Colombo. Nel pomeriggio: inaugurata lalapide, con targa di bronzo, sull’ingresso del Comune.--27/9/1997: Alla Costituzione del CESCOM, Presidente èl’Avv. G. Casartelli e Segretario è il Presidente del C.C.M.. --2001: Curata la pubblicazione degli Atti del CongressoColombiano (dove il C.C.M. figura nel Comitato Organizza-tore del Congresso tenutosi il 27/3/1999). --2004: Pubblicata (a spese del Comune) la 3° edizione di“Cuccaro: c’era una volta…”.--18/6/2006: Inaugurato il Museo Colombiano (per il quale ilPresidente del C.C.M. produce il film “Cuccaro e Colombo”).--Gennaio 2007: La prestigiosa Rivista di Storia ArteArcheologia per le province di Alessandria e Asti pubblica idocumenti ritrovati dal Prof. Bruno Ferrero nell’ArchivioDalla Valle, a Casale: sono gli atti notarili che si ricer-cavano da 400 anni, relativi alla vera discendenza delDomenico Colombo di Cuccaro, già presunto padre delNavigatore.

--Giugno 2011: Pubblicata la 2° edizione del libro “Cuccaroieri e oggi”, con, in Appendice, gli Atti notarili Dalla Valle,che costringono il C.C.M. a dissociarsi da coloro checontinuano a raccontare la vecchia storia, ormai non più pro-ponibile. --Giugno 2012: costituito il sito www.cuccaroecolombo.it, nelquale sono stati inseriti: i libri “Cuccaro: c’era una volta” (3°ediz.) e “Cuccaro ieri e oggi” (2° ediz.); l’opuscolo “Ladocumentata verità sul presunto Colombo cuccarese”; oltre40 Foto d’epoca (Asilo, Oratoriane, Scolaresche e gruppivari); la “Storia di Cuccaro in pillole”; il film nonché l’opu-scolo relativo al misterioso pozzo nascondiglio; riportati,anche in inglese, i “Documenti Dalla Valle” (cioè la vera di-scendenza del Domenico Colombo di Cuccaro, fino alla quartagenerazione).--Giugno-settembre 2012: sponsorizzando (con notevoleesborso finanziario) il recupero del misterioso pozzo nascon-diglio del 1600, il Presidente del C.C.M. si onora di aver dato,alla propria terra, tutto ciò che uno studioso poteva dare, intermini di cultura e risorse personali.

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RiassumendoI “DOCUMENTATI” NO

DELLA TESI COLOMBIANA CUCCARESE

1—Il nome di Cristoforo mai rinnovato dalla famigliaColombo, nei 450 anni dei registri parrocchiali di Cuccaro(Pietro Canepa-pag. 2).

2—Nessun “documento autenticato” attesta l’esistenza diun Cristoforo figlio del Domenico di Lancia di Cuccaro(Atti del Congresso Colombiano—CESCOM).

3—La discendenza del Domenico Colombo di Cuccaro,risultante dalle pergamene del 1400 ritrovate nell’ArchivioDalla Valle, non annovera alcun Cristoforo, né altri figlimaschi (Prof. Bruno Ferrero- pagg. 3-4-5).

4—Fra i 39 testi fatti interrogare da Baldassarre a favoredella “sua” tesi, non risulta (al di fuori dei “parenti”) alcuncuccarese, veri “depositari” della tradizione popolare (Attidel Congresso Colombiano—CESCOM).

5—Per il famoso giurista del 1500, Rolando Dalla Valle,esperto proprio di questioni famigliari e depositario deidocumenti Dalla Valle, ricevuti in dote dalla moglie Pan-tasilea junior (pronipote del Domenico di Cuccaro), il“presunto” Cristoforo non è mai esistito (pag. 6).

6—L’albero genealogico presentato da Baldassarre nonera autenticato, quindi non accettato dal Tribunalespagnolo (Guadalupe Chocano Higueras - pag. 7).

7—La sentenza del Tribunale spagnolo che avrebbe rico-nosciuto Baldassarre cugino in 8° grado con l’Ammiraglio,non è mai stata ritrovata (Angelica Valentinetti, pag. 63degli Atti del Primo Congresso Colombiano).

8—Bartolomeo Colombo (fratello dello Scopritore), in unatto notarile rogato a Santo Domingo nel 1513, dichiara diavere “più di cinquant’anni”, quindi nato nel 1463,quando il “presunto” padre Domenico di Cuccaro era giàmorto da 12 anni, nel 1451. Crolla così anche l’ultima ipo-tesi su cui poggiava la tesi colombiana cuccarese. (v. storico Aldo Albònico - pag. 9 del libro “Bartolomeo Co-lombo”, Istituto Poligrafico dello Stato).

9—Fra le assurdità del Museo Colombiano: il “presunto”ritratto di Cristoforo Colombo è in realtà l’effigie diEnrico VII d’Inghilterra: un quadro di proprietà dellaSociety of Antiquaries di Londra (pag. 13).

10—I veri discendenti “diretti” ed eredi dei Colombo diCuccaro sono soltanto i Marescotti (pagg. 14-15-16).

Page 13: LA DOCUMENTATA VERITÀ SUL “PRESUNTO” COLOMBO … · che il Domenico Colombo di Lancia ha avuto, fra i suoi figli, anche un Cristoforo, il parroco pro tempore di Cuccaro è au-torizzato