La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017 · come fattore che determinerà la...

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Maggio 2017 La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017

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Maggio 2017

La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017

Introduzione

Metodologia

Approccio culturale: come le PMI intendono la Digital Transformation

Le PMI oggi: digitali, ma non troppoMarketingVendite e Customer Care

Gestione delle risorse umane

Ciclo produttivo

Infrastrutture IT

Scenari futuri

Il digitale non è un’opzione

Crediti

Le altre pubblicazioni

TAG Innovation School

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Case Studies

La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017

AmadoriMusementDompé FarmaceuticiTalent Garden

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L’era della rivoluzione digitale sta cambiando le modalità con cui le aziende creano prodotti e servizi, adattano la propria organizzazione e sviluppano le relazioni con i clienti.

Le imprese non ancora avviate sulla strada dell’innovazione rischiano oggi di perdere terreno restando ancorate a modi di operare tradizionali, non riuscendo a tenere il passo con chi invece sta già cogliendo le opportunità della trasformazione digitale.

I dati del World Economic Forum1 parlano chiaro: tra il 2016 e il 2025 l’economia digitale mondiale produrrà un valore stimato per la società e l’industria di 21,2 trilioni di dollari e consentirà un risparmio di CO2 di 26 miliardi di tonnellate.

+ 6 milioni di posti di lavoro

$21.2 trilionidi valore potenziale

$12,7 trl società

$8,4 trl industria

- 26 mld tonnellate di emissioni CO2

Oltre: dati "tra 2016 e 2025:

$21.2 trilionidi valore potenziale

$12,7 trl società $8,4 trl

industria

+ 6 milioni di posti di lavoro

$21.2 trilionidi valore potenziale

$12,7 trl società

$8,4 trl industria

- 26 mld tonnellate di emissioni CO2

Oltre: dati "tra 2016 e 2025:

- 26 mldtonnellate

di emissioni CO2

InTroDuzIone

World Economic Forum White Paper - Digital Transformation of Industries, gennaio 20161

Le PMI italiane si trovano di fronte a un bivio fondamentale: continuare con le soluzioni che hanno funzionato fino a ieri in modo apparentemente efficace ma che rischiano di non sopravvivere alla trasformazione in atto, oppure abbracciare finalmente il cambiamento e permettere al proprio business di svilupparsi, evolversi e internazionalizzarsi con l’aiuto dell’innovazione digitale.

italiane che hanno scelto di attivare processi di trasformazione digitale ottenendo risultati positivi significativi, e diventando così un esempio virtuoso da imitare.

Ma non è tutto: oltre alla parte di ricerca che presentiamo in questo documento, abbiamo anche realizzato il Digital Transformation Toolkit, una cassetta degli attrezzi con strumenti e tecniche che le imprese possono adottare fin da subito per iniziare il processo di trasformazione digitale dell’azienda.

136.114PMI

112378 PI

23736MI

37%fatturato

41%valore

aggiunto29%

debito

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aggiunto29%

debito

Sono definite PMI tutte le aziende con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro annui (Fonte: Commissione Europea http://ec.europa.eu/growth/smes/business-friendly-environment/sme-definition_it)

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Percentuali sul Pilrapporto Cerved PMI italiane al 2016

Per capire con quale approccio culturale, tecnologico e strategico le piccole e medie imprese italiane si affacciano al futuro nel mese di aprile 2017 TAG Innovation School, la scuola del digitale di Talent Garden, con i ricercatori del Master in Digital Transformation per il Made in Italy, ha realizzato e distribuito un questionario online indirizzato alle aziende italiane con fatturato fino a 50 milioni di euro2, ottenendo risposta da oltre 500 realtà imprenditoriali. Il sondaggio è stato poi affiancato da una serie di casi-studio di imprese

MeToDoLoGIA

Oltre 500 PMI hanno compilato e commentato il questionario sulla digitalizzazione: nello specifico, il 38% delle risposte è stato fornito dai proprietari o dagli amministratori delegati delle aziende mentre nel restante 62% dei casi da altri manager.

Ben rappresentato anche il mondo delle microimprese, solitamente complesso da fotografare: il 47% del campione infatti è composto da imprese con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, e 40% le aziende che hanno fino a 10 dipendenti.

I risultati del questionario sono stati raggruppati in modo da evidenziare tre aspetti specifici affrontati dalle PMI quando si parla di trasformazione digitale: l’approccio culturale delle aziende medie e piccole, ovvero il modo in cui interpretano la fase di cambiamento in cui si trovano;

la situazione presente, e quindi l’intensità con cui la rivoluzione digitale è già entrata nei processi aziendali;

gli scenari futuri, con un focus specifico sulle scelte con cui le PMI si dovranno confrontare nei prossimi mesi e anni.

Ognuna delle tre sezioni è arricchita da infografiche che rendono più chiari i risultati ottenuti, mentre nella parte finale del documento si trovano alcuni casi di studio che aiutano a far capire come si possa agire in modo concreto per intercettare le potenzialità della digitalizzazione.

APProCCIo CuLTurALe: CoMe Le PMI InTenDono LA DIGITAL TrAnsforMATIon

Un mito da sfatare è la tendenza a identificare la trasformazione digitale unicamente con la tecnologia.

In realtà gran parte del cambiamento in atto riguarda la struttura organizzativa delle aziende, il loro rapporto con i clienti, i processi interni e le modalità strategiche con cui sviluppano nuovi prodotti o entrano in nuovi mercati.

La tecnologia ha certamente un ruolo centrale dal momento che è sempre più presente in diverse forme nei meccanismi aziendali, ma la partita si gioca su un campo molto più esteso. La sopravvivenza di un’impresa nell’era digitale, infatti, non dipende unicamente dall’abilità di introdurre tecnologia al suo interno, bensì e soprattutto dalla capacità di utilizzarla in modo che sia utile prima di tutto alle persone, sia dipendenti che clienti.

fattori ritenuti più importanti per la sopravvivenza di un’azienda

Le PMI italiane che hanno partecipato al questionario sembrano essere consapevoli delle sfide attuali: ben il 65% dei rispondenti ha messo al primo posto la cultura aziendale collaborativa come fattore che determinerà la sopravvivenza delle loro imprese.

Segue, con il 61% delle preferenze, l’implementazione di strategie digitali, ovvero la capacità di aprire - in tutto o in parte - il proprio business a opportunità mai esplorate prima. La necessità di introdurre tecnologie abilitanti al cambiamento, invece, si ferma al 35% delle scelte. A ulteriore conferma del fatto che qualcosa sta cambiando nella mentalità imprenditoriale italiana, c’è la bassa preferenza per variabili che tradizionalmente vengono considerate importanti come il lancio di

un nuovo prodotto (19%) e la necessità di avere budget di spesa più elevato (10%). La tendenza generale all’orientamento verso la digital transformation emerge dal maggior peso che, rispetto al passato, gli intervistati sembrano dare a tre elementi in particolare: cultura collaborativa, strategia digitale e tecnologie abilitanti. Questi tre fattori sembrerebbero sintomatici di un cambio della visione aziendale, da un approccio passato da analogico a digitale.

Le aziende stimano che l’innovazione digitale impatterà su:

riduzione dei costi

aumento della produttività

aumento del fatturato

La maggior parte delle aziende dà molto peso agli effetti che la

digitalizzazione può avere in termini di riduzione dei costi, aumento della

produttività e incremento del fatturato.

Scendendo nel dettaglio, quattro aziende su cinque ritengono che l’impatto di soluzioni innovative incida in maniera molto importante o addirittura fondamentale sul taglio dei costi mentre un altro 74% è convinto di poter ottenere significativi aumenti di produttività derivanti, ad esempio, da automazione e servizi in cloud. Questi dati sembrano indicare che esista un certo grado di consapevolezza di come il digitale possa effettivamente avere un ruolo chiave nello sviluppo dei processi e della gestione aziendale. La cognizione che il digitale possa anche portare miglioramenti nel fatturato, invece, è leggermente meno preponderante:

il 66% delle aziende ritiene che il digitale possa avere un impatto importante o fondamentale su questa variabile.

Il 76% degli amministratori delegati intervistati dimostra anche una forte sensibilità rispetto alla necessità di essere aggiornati sui temi dell’innovazione digitale, caratteristica che si attenua però quando si parla di aziende con un fatturato sotto i 10 milioni. Questo sembrerebbe indicare una minore propensione da parte delle imprese più piccole a comprendere ed esplorare le possibilità offerte dall’innovazione digitale.

I diversi approcci culturali all’innovazione tra aziende piccole e medie emerge in modo esplicito quando viene chiesto di scegliere la propria definizione di trasformazione digitale. Secondo il 78% degli intervistati, trasformare la propria impresa è qualcosa che va al di là della semplice introduzione di tecnologia ed equivale invece a

ripensare modelli di business, organizzazione e metodi di produzione. Ma la percentuale di risposte sale linearmente in base al fatturato e alla dimensione dell’azienda, passando dal 70% delle realtà con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro fino all’85% delle imprese con fatturato superiore ai 25 milioni.

Definizione di Digital Transformation secondo gli intervistati

78%

64%

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18%

12%

7%

Le PMI oGGI: DIGITALI, MA non TroPPo

L’obiettivo principale del questionario è stato quello di comprendere il livello di digitalizzazione che le PMI italiane hanno raggiunto ad oggi, indagando la presenza di strumenti, metodologie e iniziative innovative all’interno dei vari

dipartimenti aziendali. In questa sezione percorriamo dunque le diverse funzioni - dal marketing ai sistemi produttivi, passando per la gestione del personale - individuando i passi già fatti dalle aziende verso la trasformazione digitale.

Così come le tecnologie sono solo una parte del processo di digitalizzazione, allo stesso modo il marketing rappresenta solo una piccola parte dell’organizzazione aziendale. È tuttavia indubbio però che la promozione dei prodotti e servizi di un’impresa sia una funzione molto influenzata dall’innovazione.

MArkeTInG

Da questo punto di vista le risposte ottenute indicano in primis un atteggiamento abbastanza diffuso che identifica le iniziative di marketing online con il sito web (88%), i profili aziendali sui social media (78%) e la newsletter (58%). Emerge al contempo una mancanza di approfondimento su piattaforme che potrebbero rendere ancor più efficaci ed efficienti le azioni di marketing: solo la metà degli intervistati, ad esempio, considera rilevante l’advertising online (es. Google AdWords e le campagne di sponsorizzazione sui social), il 45% utilizza strumenti di web analytics per l’analisi e l’utilizzo di dati relativi ai clienti, il 40% possiede una piattaforma di CRM per curare le relazioni con fornitori e consumatori e il 39% ha elaborato una strategia SEO. Infine sembra che le strategie per il mobile siano ancora piuttosto sottoutilizzate, con una preferenza piuttosto bassa pari al 20% delle risposte.

Dai dati emerge una mancanza di approfondimento sulle piattaforme che potrebbero rendere più efficacied efficienti le azioni di marketing

Rispetto ai risultati aggregati, le risposte fornite dai soli responsabili marketing delle PMI mostrano una sensibilità maggiore rispetto ad alcune strategie. In particolare, la gestione dei social media viene considerata cruciale (91% delle preferenze contro il 78% aggregato) così

Gli strumenti di marketing più utilizzati dalle PMI

come l’uso della newsletter (75% contro 58%) e l’advertising online (73% contro 51%), a dimostrazione che la potenzialità di questi strumenti è percepita in modo diverso all’interno delle aziende.

risposte responsabile Marketing e Comunicazione

risposte totali

soCIAL

sITo

newsLeTTer

ADV

AnALyTICs

seo

CrM

APP

Il reparto commerciale e quello di assistenza clienti sono cruciali nello stabilire relazioni B2B e B2C, e quindi particolarmente sensibili al cambio di paradigma portato da una rivoluzione digitale che mette le persone al centro del processo di trasformazione.

Le PMI che hanno risposto al sondaggio evidenziano come gli strumenti più utilizzati in questi due ambiti siano software di supporto alla rete vendita e all’assistenza clienti (ad esempio CRM, ERP, servizi di ticketing o chat, ecc.) con il 43% delle scelte, seguiti dall’analisi dei dati attraverso piattaforme di web analytics (41%).

Più staccate in ordine di preferenza si collocano lo sviluppo di procedure per svolgere attività di customer care via social media (27%) e l’introduzione di piattaforme e-commerce con interfacce dedicate alla vendita e al rapporto con i clienti (25%).

GesTIone DeLLe rIsorse uMAne

Se si volge lo sguardo alla gestione interna del personale, la digitalizzazione sembra ancora in una fase embrionale. Ben il 29% delle PMI intervistate, infatti, ammette di non aver introdotto alcun tipo di sistema innovativo nella gestione delle proprie risorse umane.

D’altra parte, i metodi di gestione di presenze e buste paga sono piuttosto diffusi (38%) così come le piattaforme di recruiting online (31%). Viene inoltre confermata l’ascesa dello smart working, ovvero la possibilità di lavorare in una postazione diversa dall’ufficio o da casa, con il 32% delle preferenze. Infine, il 25% delle aziende dichiara di aver messo a disposizione dei propri dipendenti una piattaforma di social collaboration (es. intranet aziendale, social network interno, sistemi di messaggistica, ecc.).

VenDITe e CusToMer CAre

CICLo ProDuTTIVo

r&s

nessunA

LoGIsTICA

ProDuzIone

sToCCAGGIo

I processi produttivi sono probabilmente il settore toccato più in profondità dalla trasformazione digitale. L’automazione sempre più diffusa, l’uso esteso di dati, la stampa 3D e l’introduzione di sensori sono solo alcuni strumenti della rivoluzione conosciuta come Industria 4.0. Da questo punto di vista sembra che le PMI italiane siano ancora in ritardo dal momento che quasi un terzo di queste (28%) ha ammesso di non aver digitalizzato alcuna fase del ciclo produttivo (ricerca e sviluppo, produzione, logistica e distribuzione, stoccaggio).

Digitalizzazione delle fasi di creazione, sviluppo e distribuzione di prodotti/servizi

Finora i maggiori investimenti coinvolgono le fasi di ricerca e sviluppo (46% delle risposte) e quella di produzione vera e propria (40%). Infine le fasi di logistica e distribuzione e stoccaggio seguono con il 31% e il 16% delle risposte.

Dal punto di vista di tecnologie e metodologie utilizzate nei processi produttivi le PMI dichiarano di investire per la maggior parte su sistemi di elaborazione dati (50% delle scelte) mentre

progetti più complessi che coinvolgono sistemi IoT (Internet of Things), robotica, stampa 3D ricevono rispettivamente il 18%, 14% e 8%delle preferenze.

Tecnologie del ciclo produttivo utilizzate dalle PMI Italiane

InfrAsTruTTure IT

La tendenza a identificare la trasformazione digitale con l’introduzione delle tecnologie sembra essere almeno in parte confermata

Piattaforme IT più utilizzate

dall’ampia conoscenza che le PMI intervistate hanno rispetto a soluzioni e infrastrutture tecnologiche.

Ben il 61% delle aziende, infatti, utilizza tecnologie cloud, il 43% ha implementato una intranet, e una quota di oltre il 70% si appoggia a un server remoto o in house per i propri servizi online.

Più rari invece l’utilizzo di un data center azien-dale (31%) e l’adozione di una piattaforma ERP (Enterprise Resource Planning).

sCenArI fuTurI

Appare sempre più evidente - anche dalle risposte ricevute - che la possibilità di modificare il proprio modo di operare sia una scelta obbligata per riuscire a cogliere le opportunità offerte dall’innovazione. Per fare ciò è importante quindi considerare gli aspetti strategici e le scelte di investimento portate avanti dalle imprese. Da questo punto di vista è interessante notare come ben il 48% degli intervistati dichiari che la

Messo a fuoco l’attuale livello di digitalizzazione, è importante riuscire a capire come le PMI italiane intendono affrontare il prossimo futuro.

propria azienda stia studiando nuove strategie di business legate al digitale.I dati confermano: il 42% delle PMI intervistate sta implementando sistemi decisionali basati su analisi di business intelligence (es. studio della concorrenza, analisi di mercato, ecc.) mentre un altro 21% cerca di sfruttare in modo più efficace i Big Data. Sembra inoltre che un buon gruppo di aziende stia valutando di introdurre anche cambiamenti organizzativi o di processo attraverso i principi del lean management (26%).

Infine è interessante notare come un intervistato su quattro pensi a progetti di investimento o contaminazione con startup innovative, a sottolineare il fatto che concetti di open innovation stiano trovando spazio anche nel nostro Paese.

Nel 2016 ogni italiano acquistava poco più di un prodotto online al mese. Net Retail - Il ruolo del digitale negli acquisti degli Italiani, Highway, 2016

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il prossimo investimento, a dimostrazione del fatto che ancora molte aziende non abbiano un presidio nel canale di vendita online, una mancanza nota ormai da tempo3. È interessante invece rilevare come temi molto dibattuti come cyber security, sharing economy e realtà aumentata/virtuale sono qui rilevanti solo per un quinto del campione analizzato (ovvero rispettivamente 21%, 20% e 19%.)

Anche gli investimenti previsti per i prossimi tre anni sono coerenti e in linea con i metodi e le soluzioni tecnologiche già implementate da molte aziende, con le partnership con startup e le strategie basate sui Big Data che giocano il ruolo più importante dato che entrambi sono obiettivi condivisi dal 39% delle PMI intervistate. Ben il 37% ritiene invece che l’e-commerce sarà

Investimenti digitali previsti dalle PMI per i prossimi 3 anni.

Tornando all’importanza delle risorse umane, se al momento esistono carenze nell’introduzione di tecnologie e metodologie gestionali, sembra altrettanto vero che le PMI siano intenzionate a colmarle nei prossimi anni promuovendo un maggior coinvolgimento dei collaboratori.

I dati del nostro sondaggio confermano che secondo il 69% delle imprese intervistate- indipendentemente dalla loro dimensione

- il digitale avrà un ruolo importante o addirittura fondamentale nel coinvolgere i dipendentimentre solo il 7% delle aziende ritiene questo asset poco o per nulla utile.Secondo una ricerca Gallup5 nel 2014 solo il 13% dei dipendenti mondiali si sentiva motivato e coinvolto rispetto al proprio lavoro nonostante l’introduzione di piattaforme digitali, a dimostrazione del fatto che

la tecnologia da sola rischia di non avere alcun impatto se non è accompagnata da una trasformazione organizzativa e culturale all'interno dell'azienda.

E in effetti ben il 74% degli intervistati pensa che la trasformazione digitale avrà un impatto significativo sull’organizzazione interna delle aziende. A questo proposito è importante sottolineare come si stiano modificando le figure professionali più ricercate dalle aziende.

In quest’ottica spiccano in particolare tre ruoli: il Digital Marketing Specialist (60% delle preferenze), il Data Analyst (50%) e il Digital Officer (32%).

Strengthening Employee Relationships in the Digital Era, Gallup, 2014, 105

figure professionali che le PMI cercheranno nei prossimi 3 anni

Mentre il primo è - ancora una volta - sintomo dell’identificazione del marketing con la digitalizzazione, lo specialista nell’analisi di dati è una figura sempre più centrale, la cui importanza è direttamente proporzionale a quella sempre crescente dei Big Data. Interessante notare come il Digital Officer sia un ruolo abbastanza ricercato nonostante la sua ancora scarsa diffusione in Italia. Gli amministratori delegati che dichiarano di voler

assumere un Digital Officer rappresentano il 27% degli intervistati. La necessità di inserire questa figura in azienda è maggiormente sentita tra le medie imprese (45%) rispetto alle piccole (26%). Infine è interessante notare come il 38% delle aziende che intende implementare nuovi business basati sul digitale e il 32% di quelle che avranno partnership con startup inserirà questo ruolo entro tre anni.

Queste risposte mostrano una buona sensibilità da parte delle PMI rispetto ai temi della trasformazione digitale, dal momento che il ruolo del Digital Officer è quello di coordinare tutte le iniziative innovative in azienda e promuovere una cultura del cambiamento che tocchi gli aspetti strategici, organizzativi e umani.

Infine i cambiamenti in corso incideranno anche sull’internazionalizzazione delle imprese a causa della concorrenza ormai senza confini (59%) e sull’attenzione al contesto sociale e ambientale con l’introduzione di politiche sostenibili e in generale con una maggiore responsabilità (38%).

Il concetto di centralità della persona nel processo di digitalizzazione emerge anche nei confronti del mondo esterno: l’80% delle PMI coinvolte nel sondaggio crede che la relazione con i clienti sia destinata a cambiare sempre più intensamente così come quella stabilita con i fornitori, seppur in misura minore (55% delle scelte).

Ambiti in cui l’innovazione digitale giocherà un ruolo importante nei prossimi anni

Azioni che dovrebbero intraprendere le istituzioni per favorire la digitalizzazione

Si evidenzia inoltre come la questione del digital divide sia ancora molto sentita, dal momento che il 61% delle risposte indica come priorità investimenti per lo sviluppo di infrastrutture ICT (es. banda larga).

Oltre a tutti gli aspetti considerati fino a questo punto occorre considerare anche come gli attori istituzionali possano contribuire alla promozione di una cultura dell’innovazione digitale. In questo senso, ben il 68% delle PMI si concen-tra sulla richiesta di agevolazioni fiscali. Al contrario solo il 33% degli intervistati pensa che occorra introdurre una legislazione specifica per promuovere in modo organico e strutturale l’innovazione digitale delle imprese.

Dalle risposte emerge anche una certa freddezza nei confronti dell’introduzione di team digitali a livello nazionale, probabilmente per la scarsa ripercussione pratica che iniziative di questo tipo hanno nel brevissimo periodo.

C’è molto da fare.C’è consapevolezza che si deve digitalizzare e innovare. C’è ancora confusione su cosa sia la Digital Transformation.

Tre notizie e una speranza per il futuro delle PMI italiane, che emergono da una ricerca importante che porta con sé il Digital Transformation Toolkit, uno strumento concreto progettato per aiutare le aziende nel percorso di trasformazione digitale. Il digitale è un modo diverso di vedere il prodotto, il servizio, l’impresa stessa: non si devono cioè trasformare le imprese tradizionali in imprese digitali, dobbiamo sfruttare il digitale per trasformare tutte le imprese.

È opportuno sottolineare questo concetto per spiegare che la Digital Transformation è trasformazione a livello di modelli di business, di organizzazione e processi, di cultura, di modalità di produzione. La tecnologia abilita il cambiamento, ma il cambiamento non è tecnologia fine a se stessa e la Digital Transformation non coincide con il digital marketing, due concetti che a leggere i dati non sono ancora chiari. Sembrano dettagli, ma dare importanza alle parole è fondamentale per capire la portata della rivoluzione

che stiamo vivendo: la necessità di cambiamento culturale, sottolineata dal 65% degli intervistati, è un buon punto di partenza (ma attenzione: un'azienda su tre non sente ancora il bisogno di uno shift che è invece urgente) e si somma alla necessità di assumere un Digital Officer, già percepita da un terzo delle aziende. La comprensione che le tecnologie vanno introdotte con rapidità è ancora però assente (appare chiara a un misero 36%). Luci, seppur a capacità ridotta, e ombre nella fotografia dello stato dell’arte del digitale nelle nostre imprese, a cui è fondamentale ribadire che il digitale è pervasivo, perché non è il termine che definisce semplicemente un’economia o una trasformazione, ma è così potente da riscrivere i valori su cui stiamo costruendo la nostra società.

La rivoluzione in atto, a differenza delle altre rivoluzioni industriali, ha effetti meno dirompenti nel breve ma si sostanzia in continui micro cambiamenti che si sommano tra loro e si sviluppano in tempi molto più lunghi rispetto al passato: non si tratta cioè di un periodo circoscritto, durerà ben oltre i dieci anni, e l’opzione “resto immobile” non è disponibile, la scelta è tra cambiare e cambiare, con implicazioni economiche, organizzative, produttive, umane.

IL DIGITALe è LA soLA oPzIonePer CresCere (eD esIsTere)

Di ALessAnDro rIMAssA

Direttore e cofondatore di TAG Innovation school, esperto di Digital Transformation e Open Innovation, autore di sei libri e curatore di TAG books@rimassasonoio

Maggio 2017

La Digital Transformation e le PMI italiane nel 2017

Case Studies

CULTURA DIGITALE E IDEOLOGIA

L’AZIENDA

Cesena, FCwww.amadori.itAgrifoodtech

Amadori è una delle aziende leader nel settore agroalimentare italiano, specializzato nel settore avicolo. Con un fatturato di quasi 1,3 miliardi di euro nel 2016 e circa 7500 dipendenti si distingue, oltre che per la sua filiera integrata, anche per l’innovativa organizzazione aziendale che si traduce in un approccio particolarmente efficace nella digitalizzazione dell’azienda.

A partire dal 2014 è stato creato un centro di competenze sul digital. Inizialmente focalizzato sulle tematiche del marketing, in seguito ha assunto un ruolo di supporto più trasversale alle varie linee di business. Il nuovo modello organizzativo è stato individuato per permettere una gestione a doppia velocità dell’IT dove il digital viene utilizzato per fornire soluzioni in tempi rapidi, creare progetti pilota da testare e, in caso di successo, integrarli con il resto dell’infrastruttura aziendale.

La funzione aziendale che comprende il digital è stata recentemente ribattezzata in organizzazione, IT e piano di trasformazione ed è composta anche dai team di sviluppo applicativo, organizzazione e Operation. L’intera funzione è direttamente subordinata all’amministratore delegato, avendo lo scopo di supportarlo nell’attuazione del piano industriale. A livello direzionale è piuttosto chiaro che ogni progetto di business impatti in qualche modo i processi, i sistemi, e l’organizzazione e che quindi queste tre funzioni debbano collaborare strettamente per permetterne l’attuazione.

Il Caso di Amadori dimostra come in tema di Digital Transformation l’organizzazione aziendale sia uno

dei fattori più determinanti per permettere all’azienda attività digitalmente rilevanti

Amadori

DIGITAL E VANTAGGIO COMPETITIVO RISPETTO ALLA INDUSTRY

Amadori, pur essendo un’azienda innovativa, opera in un settore piuttosto tradizionale condizionato fortemente da consumi di carne in calo (per le carni avicole in Italia da 20,5 kg/procapite/anno nel 2001 a 19,9 kg/procapite/anno nel 2015 – fonte: elaborazione Assocarni su dati ISMEA). In questo contesto l’azienda ha scelto un approccio all’innovazione che potremmo definire di tipo esplorativo

Amadori

ma con una metodologia piuttosto precisa: intraprendere piccoli progetti pilota e valutare di volta in volta i loro risultati. Naturalmente vincolati alle limitate dimensioni dei progetti, questi risultati sono di ordine di grandezza notevolmente inferiore rispetto al resto del business e questo rischia di sminuirne le potenzialità ma ogni volta che vengono raggiunti risultati positivi, il team digital acquisisce credibilità all’interno dell’organizzazione, aumentando la possibilità di portare avanti progetti in modo continuativo.

Il progetto di Digital Transformation più rilevante in questo momento per Amadori riguarda il canale normal trade. Questo conta circa 350 agenti commerciali che devono gestire la relazione con più di 40mila clienti, mostrando loro le novità di prodotto e raccogliendone gli ordini. L’innovazione è stata inserire una soluzione CRM sviluppata ad hoc per adattarsi alle varie esigenze dell’azienda. Ciò permette il tracciamento dettagliato della fase di lead generation, l’ottimizzazione della gestione dei clienti attuali, la riattivazione dei clienti dormienti e la compilazione di analisi predittive. Il progetto lanciato a febbraio 2016, da dicembre è stato integrato con una piattaforma di marketing automation. La prossima fase includerà l’ottimizzazione della promozione commerciale grazie anche all’ingente quantità di dati raccolti.

È interessante esaminare anche la piattaforma e-learning lanciata da Amadori nel 2015 che prevede una gestione più efficace delle best practice e delle performance commerciali dei propri agenti. Sebbene il progetto sia stato semplice dal punto di vista tencologico, ha portato grandi benefici facilitando l’introduzione del nuovo CRM. Questo caso dimostra che la Digital Transformation non riguarda solo grandi innovazioni ma anche piccole azioni e progetti che messi a sistema tra loro creano sinergie positive per l’azienda.

LE NUOVE COMPETENZE DI BUSINESS

Il caso del nuovo CRM ha evidenziato la necessità di integrare nuove risorse e competenze nella gestione e analisi dei dati. Attualmente esiste un team trasversale composto da IT, digital e trade marketing che si occupa di analisi delle esigenze di business, raccolta dati e controllo della loro qualità, mentre l’analisi e la modellazione dei dati vengono eseguite da un’azienda esterna specializzata. A regime però, se queste esigenze diventassero più diffuse a livello aziendale e non solo limitate all’ambito marketing&sales, si potrebbe valutare l’opportunità di internalizzare figure specializzate nell’analisi dei dati.

Milano, MIwww.musement.comTravel & logistic

Musement in soli quattro anni è riuscita a imporsi come una delle realtà innovative legate al turismo

più importanti a livello globale. Ciò è stato possibile digitalizzando i processi del turismo, partendo dall’Italia

ma guardando al mondo

L’AZIENDA

Musement è una startup nata in Italia nel 2012 dall’idea di quattro giovani imprenditori (Fabio Zecchini, Alessandro Petazzi, Claudio Bellinzona e Paolo Giulini) di digitalizzare le esperienze turistiche. Con una raccolta di investimenti dalla nascita di 15 milioni di euro e un fatturato di 12 milioni di euro nel 2016, Musement è una delle startup più importanti dell’intero panorama dell’in-novazione italiano.

NATIVA DIGITALE

Musement nasce con un ambizioso progetto di innovazione del mercato turistico, con un focus iniziale sul settore dell’arte e della cultura. Dopo il primo anno dedicato allo studio del mercato di riferimento, la startup ha ampliato il proprio contesto operativo a un concetto di turismo più esteso e complesso. Dopo aver analizzato i dati raccolti, infatti, Musement ha deciso di estendere la propria offerta non solo ai viaggiatori, ma a tutti coloro interessati all’arte e alla cultura. Grazie a questa scelta, Musement oggi compete con colossi come Viator (tour operator australiano, acquistato due anni fa da TripAdvisor per 200 milioni di dollari) e GetYourGuide. La piattaforma, inizialmente sviluppata esternamente, è oggi completamente gestita dal team di sviluppo interno e i prodotti offerti si suddividono sia per il tipo di esperienza che offrono, sia per il metodo con cui sono integrati all’interno del sistema. Da un punto di vista esperienziale, i prodotti si suddividono in arte e musei, tour e attrazioni, spettacoli e concerti, food and wine, sport e avventura e nightlife. Per quanto concerne i format di prodotto, invece, Musement si occupa sia di integrare API di servizi già esistenti, sia di lavorare come booking-engine per le realtà più piccole, sia infine di somministrare esperienze autoprodotte.

Musement

Musement

DIGITALIZZARE IL TURISMO ITALIANO

Per Musement il turismo italiano potrà crescere moltissimo nei prossimi anni grazie al digitale. Infatti già in questo momento grandi e piccole realtà turistiche si stanno attrezzando per potersi digitalizzare, anche partendo da una semplice piattaforma o book-engine. Nell’ultimo periodo sono stati rilasciati molti bandi a favore della digitalizzazione delle piccole e medie imprese turistiche, ma sussiste ancora un grande tema normativo che frena la piena digitalizzazione del comparto. La città che l’Italia dovrebbe adottare come modello è Amsterdam: la digitalizzazione è ormai pervasiva di ogni singola attività che può svolgere il turista, e questo incrementa di molto la soddisfazione al termine del periodo di viaggio.

SVILUPPI FUTURI

Musement è una realtà in crescita che si pone come obiettivo quello di andare oltre il concetto di tour operator e diventare una piattaforma che fornisce esperienze. Proprio per questo motivo i nuovi clienti non saranno solo i viaggiatori ma anche gli abitanti del posto che decidono di approfondire la conoscenza della propria città. Da un punto di vista tecnologico queste prospettive hanno bisogno sia del sostegno di un sito che risponda velocemente e in maniera efficiente alle necessità degli utenti, sia di uno studio dei dati. Questi strumenti, insieme, permetteranno di prevedere e analizzare il settore turistico. A fronte di tali necessità, i professionisti che verranno maggiormente richiesti in futuro saranno data analyst, product manager e sviluppatori che permetteranno all’azienda di continuare a evolversi insieme alle esigenze degli utenti.

Milano, MIwww.dompe.comHealthtech

Snellire l’organizzazione e accelerare lo sviluppo internazionale mantenendo il centro della governance nella sede di Milano. Per raggiungere questo obiettivo

Dompé sta attuando processi di trasformazione digitale che coinvolgono tutte le business unit dell’azienda

L’AZIENDA

La Dompé Farmaceutici Spa è una holding italiana attiva nei settori farmaceutico e delle biotecnologie. Fondata nel 1940 a Milano, è presente in Italia anche a Napoli con un segmento Ricerca & Sviluppo e a L’Aquila con un polo di produzione e ricerca. Il gruppo ha inoltre sedi attive in Europa e USA.Dompé oltre a portare avanti progetti di ricerca in ambito biotecnologico è una realtà riconosciuta nell’ambito della primary care e dell’automedicazione che nel 2016 ha prodotto un fatturato di 260 milioni di euro.Il gruppo si distingue per l’utilizzo delle tecnologie informatiche e digitali nella gestione dei processi amministrativi e aziendali.

PROGETTO DI TRASFORMAZIONE DIGITALE

Il progetto di trasformazione dell’azienda dal punto di vista digitale, dai sistemi legacy all’utilizzo delle tecnologie in tutti i sottosistemi informativi aziendali è stato molto significativo negli ultimi 10 anni.Tra il 2010 e il 2012 si sono gettate le basi su cui costruire il processo di innovazione digitale all’interno dell’azienda; negli anni successivi la digitalizzazione ha attivato un percorso che ha toccato prima i processi aziendali per poi coinvolgere il ciclo attivo e passivo nel loro complesso.

La digitalizzazione di un processo cartaceo inizia dalla richiesta di acquisto e termina con la contabilità del pagamento, passando dall’emissione dell’ordine al ricevimento della fattura.La trasformazione progressiva dell’ultimo triennio ha consentito l’attuazione di un processo completamente digitale che ha un impatto positivo su tanti sottosistemi.

Dompé Farmaceutici

Dompé Farmaceutici

L’IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO DIGITALE

L’azienda oggi possiede una struttura snella a livello amministrativo e una governance centralizzata nei processi di reporting e controllo. I dati vengono gestiti nella sede di Milano dal team ICT centrale. Le competenze principali (CIO e project manager) ad alto valore aggiunto sono state mantenute all’interno dell’azienda, mentre la gestione delle infrastrutture è gestita in outsourcing. Tutto ciò è stato possibile grazie alla scelta di velocizzare il processo di trasformazione digitale.

Il processo di digitalizzazione attualmente coinvolge tutti i microprocessi rimasti ai margini negli anni passati e l’intero staff, ingaggiato con un contest per la trasformazione dei processi quotidiani che interessano tutte le risorse umane.Nella sede di Milano è stata aperta una piattaforma digitale sulla quale poter presentare i progetti da parte dei team: i migliori lavori in termini di trasformazione del sistema di comunicazione aziendale, verranno premiati e attuati concretamente.Tutto questo nasce dalla comprensione dell’importanza della cultura collaborativa all’interno di un’organizzazione.

SCENARI FUTURI

I sistemi digitali stanno trasformando sia i rapporti interni all’azienda sia le relazioni con gli stakeholder esterni con l’implementazione di una piattaforma che consenta il dialogo tra le differenti funzioni aziendali.In futuro l’azienda darà accesso al portale sia ai fornitori sia ai clienti per verificare operazioni come estratto conto, fatture, note di credito e tutte le altre micro attività che oggi richiedono uno spreco di tempo e di risorse.

L’obiettivo dei prossimi anni sarà quello di portare nel mondo un farmaco prodotto in Italia dalla ricerca proprietaria, e questo sarà possibile soltanto attraverso l’implementazione delle migliori tecnologie digitali come la strumentazione IoT e la stampa tridimensionale.

Tutto ciò permetterà all’azienda di digitalizzare la produzione e rilevare così una grande mole di dati che, attraverso un’infrastruttura, verrà elaborata per una gestione più efficiente del tracciamento farmaci e per un miglior utilizzo delle risorse.

Verranno inoltre inserite all’interno dell’organizzazione figure professionali che abbiano una cultu-ra completamente digitale nei reparti di controllo qualità, produzione e marketing affinché si crei progressivamente una contaminazione della cultura digitale, grazie ad ambassador che connettano le differenti funzioni aziendali.

LA CULTURA DIGITALE DI TALENT GARDEN

L’ECOSISTEMA CIRCOSTANTE E IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

L’AZIENDA

Milano, MItalentgarden.orgSmart Working

Talent Garden è una piattaforma fisica dove i professionisti del digitale, della tecnologia e della creatività lavorano, apprendono e si connettono. Talent Garden offre spazi di coworking, formazione sui temi digital con TAG Innovation School e una serie di diversi eventi.I campus Talent Garden formano il più grande network di spazi di coworking in Europa dedicato ai talenti del digitale, della tecnologia e della creatività. Spazi dal design innovativo che offrono molti servizi, come sale meeting, café, aule di formazione, Fab Lab, aree relax e gioco. Talent Garden dalla sua fondazione nel 2011 si è affermato in Europa grazie a una forte integrazione con le realtà territoriali in cui opera e alla partnership stipulata con Digital Magics e Tamburi Investment Partners.

Per Talent Garden, quando si parla di digitale si parla innanzitutto di smart working e di smart location: quindi di ambienti che siano in grado di ingaggiare digitalmente i propri membri, che in Talent Garden lavorano, studiano, o partecipano ad eventi. Talent Garden non fa distinzione fra i membri che lavorano nel coworking e il personale dell’organizzazione. Per entrambi il digitale è essenziale e va da bisogni primari come il wifi e l’accesso agli spazi, a bisogni più approfonditi come la gestione dell’onboarding dei nuovi dipendenti. Quando Talent Garden assume una nuova persona deve renderla autonoma al lavoro in qualsiasi sede: non potrebbe quindi vivere senza il digitale.

Quando si instaura un nuovo campus si crea una micro-geografia, un piccolo spazio fortemente in grado di impattare sull’ecosistema circostante. Ogni campus è formalmente un aggregato di persone che vivono al suo interno la maggior parte della settimana. Che spazio e ruolo hanno le istituzioni in questo contesto? Sostanzialmente potrebbero fornire

Talent Garden dimostra come il digitale sia fondamentale per creare valore e dare il massimo dell’esperienza

ai propri membri. Lo smart working si sviluppa dalla community verso un contesto più ampio che include

anche lo spazio, il contenuto e l’ecosistema

Talent Garden

Talent Garden

sin dall’apertura di un nuovo campus tutte le informazioni su quello che è l’ecosistema imprenditoriale attorno alla micro-geografia, per cercare di capire e mappare quale è il valore che il campus può creare interagendo con questo ecosistema.Per esempio, con la mappa delle imprese nel raggio di 3 km di un campus sarebbe possibile avere il dettaglio dei servizi che il membro di Talent Garden ha vicino al campus creando interazione con il distretto circostante.

LO SMART LIVING E LA CREAZIONE DI VALORE: IL RUOLO FONDAMENTALE DEL DIGITALE

PROSPETTIVE FUTURE

Talent Garden crea valore grazie a quattro risorse principali: lo spazio, le persone, il contenuto e l’ecosistema. Il digitale permea queste risorse creando non solo smart working, ma smart living. Ma come si crea questo valore?Innanzitutto lo spazio deve essere digitalizzato il più possibile (controllo accessi, rete, sicurezza, qualità dell’aria e dell’ambiente). Si crea così il “digital building”, ovvero un sistema che risponde in maniera naturale agli eventi della community. Poi c’è il mondo dei member, dei quali Talent Garden conosce interessi e preferenze perché l’hanno dichiarato profilandosi sulla piattaforma per creare un matching aziendale. Da spazi e member si crea la community, un luogo dove i contatti si creano in maniera dinamica, tra persone interessate alle stesse cose.Il terzo asset fondamentale è il contenuto, grazie al quale si crea coinvolgimento. Talent Garden infatti tiene informate e alimenta di contenuto le persone che vivono all’interno degli spazi. Se si aggiunge infine l’ecosistema circostante con i servizi, il member viene in Talent Garden per arricchirsi: vive la giornata lavorativa ma anche i contatti, le attività, le esperienze extra. Ecco che si crea lo smart living.

Per rispondere meglio ai bisogni dei propri membri, Talent Garden cerca di aggiungere servizi sempre nuovi. Le aree e i layout sono già studiati per avere il massimo dell’esperienza da parte dei member, ed è in questa direzione che spingeranno sempre di più. Digital building (raccogliere dati in automatico per migliorare la qualità della vita dei membri), Community management (rapporto tra micro-geografie ed ecosistemi circostanti) e processi aziendali (automatizzare procedure già esistenti): queste sono le strategie digitali nelle quali Talent Garden intende investire nei prossimi 3 anni. Il tutto ovviamente orientato a semplificare la vita dei membri.

CreDITICoordinamento scientifico: Alessandro Braga

Coordinamento ricerca: Mario Pellizzari

realizzata dai ricercatori del Master in Digital Transformation per il Made in Italy: Gaia Alba, Alberto Bergesio, Alberto Bianchi, Alessandro Biancini, Massimiliano Brena, Nicoletta Brunetti, Sara Caprasecca, Giacomo Cassinese, Sara D’Ambrosio, Stefano Di Salvia Colace, Silvia Gallitto, Giulio Latorre, Gherardo Liguori, Donatello Macario, Jessica Massinelli, Maria Narkevich, Giulia Pagan, Innocenzo Paparella, Licia Russo, Alessandro Vignati

Hanno collaborato:Talent GardenLorenzo Maternini, Vice President Corporate & Partner RelationsVeronica Paggin, Account ManagerGiorgia Marcetti, Account ExecutiveGiulia Tognù, Communication Specialist

TAG Innovation SchoolEnrico Ferrari, Education ManagerLisa Gregis, Education SpecialistVeronica Bellino, Marketing SpecialistCarmelo Abate, Marketing InternFrancesca Buono, Content Designer

TAG books

Le ALTre PuBBLICAzIonI

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Se pochi anni fa le carte di credito non erano così dif-

fuse, a breve non esisteranno più, sostituite da sistemi

di pagamento basati su app e smartphone. È solo uno

degli effetti del �ntech, neologismo nato dalla crasi di

�nancial e technology per indicare la trasformazione

tecnologica di un settore in radicale cambiamento. Gra-

zie alla tecnologia e ai suoi sistemi di relazione disin-

termediata, review continua e immediatezza, abbiamo

ricominciato a �darci gli uni degli altri. Inclusione, rela-

zione, dati, �ducia sono le nuove parole d’ordine per le

startup �ntech, il cui successo, nell’incrinarsi del rappor-

to tra banca e cliente, coincide con la capacità di rimet-

tere al centro le persone, offrendo loro soluzioni como-

de, semplici e rapide. E costruire valore per le persone

diventa la via per generare valore per le startup stesse.

...Matteo Rizzi è tra i cofondatori di Innotribe e FinTechStage

e Senior Advisor per Omidyar Network.

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Startup tecnologiche e rivoluzione digitalecambiano il settore più “sicuro” del mondo:

le banche si evolvono, il nostro denaro viaggiatra social media e player dell’e-commerce

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NO

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tteo Sarza

na

APPECONOMY

Matte

o Sarzana

a cura diAlessandro Rimassa

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I nuovi business sono dentro lo smartphone:vince chi soddisfa il consumatore, gli fa vivere

un’esperienza unica, ascolta i feedbacke continua a migliorare il servizio

Oggi sembra normale ma �no a ieri le app, che per mille

scopi diversi utilizziamo sul nostro smartphone o tablet,

non esistevano. Poi, grazie all’iPhone e all’intuizione di

Steve Jobs, sono nate, per rispondere a bisogni speci�ci

dei loro inventori. Dietro le app non ci sono colpi di ge-

nio, ma soluzioni brillanti a problemi semplici. Alle app

dobbiamo non solo una vita più facile, ma un’economia

aperta e �orente, in rapida evoluzione. Con la digital

transformation il cliente ha sempre ragione, servizi un

tempo per pochi diventano a portata di molti, la disoc-

cupazione trova una risposta nei nuovi gig job e ognuno

di noi recupera tempo per le proprie passioni. Accessibi-

lità e innovazione diventano sinonimi e – risvolto umano

della tecnologia – permettono lo sviluppo di una società

più equa e inclusiva.

...Matteo Sarzana è alla guida italiana di Deliveroo, il più

grande gruppo mondiale di food delivery.

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Se pochi anni fa le carte di credito non erano così diffuse, a breve non esisteranno più, sostituiteda sistemi di pagamento basati su app e smartphone.

È solo uno degli effetti del fintech, neologismo nato dalla crasi di financial e technology per indicare la trasformazione tecnologica di un settore in radicale cambiamento.

APP eConoMydi Matteo sarzana

Oggi sembra normale ma fino a ieri le app, che per mille scopi diversi utilizziamo sul nostro smartphone o tablet, non esistevano. Poi, grazie all’iPhone e

all’intuizione di Steve Jobs, sono nate, per rispondere a bisogni specifici dei loro inventori. Dietro le app non ci sono colpi di genio, ma soluzioni brillanti a problemi semplici.

8,5 mm

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Alessa

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ga

DIGITALTRANSFORMATION

Ale

ssandro Braga

Processi, organizzazione, produzione, distribuzionee comunicazione: il digitale trasforma modi e modelli

per fare business in grandi imprese e PMI,mettendo le persone al centro

La digital transformation è una strada che garantirà

futuro alle aziende, sotto la guida delle persone. Non

è un cambiamento tecnologico, ma un nuovo approc-

cio che – attraverso la tecnologia – cambia in manie-

ra profonda il modo di fare impresa. Dietro le parole si

apre un universo in cui �sico e digitale convergono, che

si parli di economia, ambienti o relazioni. Il cambia-

mento, continuo e veloce, tocca tutte le componenti del

business: processi, organizzazione, produzione, distribu-

zione, comunicazione, �no ai modelli stessi che de�ni-

scono nuove value proposition, trasformando l’impresa

in piattaforma. Muta l’approccio al lavoro e il concetto

di leadership è ride�nito dalla centralità delle persone

e da una nuova cultura dell’innovazione. Si afferma un

inedito paradigma di impresa basato sui dati e capace

di offrire soluzioni centrate sui bisogni individuali.

...Alessandro Braga, �sico di formazione ed esperto nel tra-

sformare la tecnologia in un ef�ciente motore di business,

è Chief Digital Of�cer di Talent Garden.

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DIGITAL TrAnsforMATIondi Alessandro Braga

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INTER

NET

OF H

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AN

S Lean

dro A

grò

Lea

ndro Agrò

Interagire con il digitale, con gli spazie con gli oggetti: tra design e Internet of Things,

i concetti chiave che definisconoche cosa significa progettare oggi

Progettare sulle reali esigenze e comportamenti di ognu-

no non è compito riservato ai designer, ma la s�da che

attende oggi ogni imprenditore e manager. Una rivolu-

zione inarrestabile ci pone davanti un futuro sempre più

mix di tecnologie e umanità, in cui a sopravvivere sa-

ranno aziende, prodotti e servizi in grado di intercettare

e soddisfare i bisogni individuali.

Internet of Things e tecnologie intelligenti hanno radi-

calmente cambiato il mondo della progettazione, esal-

tando la centralità dell’umano: tra interaction design

e user experience, il digitale può davvero migliorare

le nostre vite, spingendo il design fuori dalla propria

comfort zone. Fare design diventa così progettare og-

getti storyteller, auto a guida autonoma e creature au-

mentate dalle molteplici forme.

...Leandro Agrò è digital product director in Design Group

Italia. Pioniere dell’Internet of Things, è tra i massimi

esperti italiani di user experience.

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INTERNETOF HUMANS

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Non si parla di mero cambiamento tecnologico, ma di un nuovo approccio che cambia in maniera profonda il modo di fare impresa: processi,

organizzazione, produzione, distribuzione, comunicazione, fino ai modelli stessi che definiscono nuove value proposition, trasformando l’impresa in piattaforma.

InTerneT of HuMAnsdi Leandro Agrò

Come l’IoT e le tecnologie intelligenti hanno radicalmente cambiato il mondo della progettazione, esaltando la centralità della persona? Una rivoluzione

inarrestabile ci pone davanti un futuro sempre più mix di tecnologie e umanità, in cui a sopravvivere saranno aziende, prodotti e servizi in grado di intercettare e soddisfare i bisogni individuali.

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FUTU

RE H

EALTH

Ga

briele G

recchi

Gab

riele Grecchi

Bioinformatica e intelligenza artificiale,biologia sintetica e computazionale:

la nostra salute e la medicina si trasformanonella grande rivoluzione delle scienze della vita

Quindici anni fa per ottenere la sequenza del genoma

umano occorrevano quasi 100 milioni di dollari: oggi

ne bastano 1000. La riduzione esponenziale dei costi è

il risultato positivo di una progressiva convergenza tra

scienze della vita e informatica, tra �sica e ingegneria.

Questa evoluzione va ora a toccare la ricerca medica in

modi inaspettati: l’effetto della digitalizzazione e perso-

nalizzazione è dirompente anche in tema di salute, con

lo sfruttamento dei big data e le capacità di calcolo dei

moderni computer. Empowered patient, remote care, ro-

bot che migliorano interventi e protesi, sensori e stampa

3D, intelligenza arti�ciale applicata alle decisioni medi-

che: è la grande rivoluzione delle scienze della vita, che

migliorerà la nostra esistenza, allungandone la durata.

...Gabriele Grecchi è co-fondatore e CEO di Silk Biomate-

rials, startup medtech italiana operante nel campo della

medicina rigenerativa.

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fuTure HeALTHdi Gabriele Grecchi

L’effetto della digitalizzazione in atto è dirompente anche in tema di salute, con lo sfruttamento dei Big Data

CoMe APrIre un neGozIo onLIne (e avere successo)a cura di Luca Barbieri

Realizzato da un pool di esperti e professionisti del settore il libro affronta uno per uno i passaggi chiavi

dell’ apertura di un’attività commerciale online: dalla scelta della piattaforma all’organizzazione interna, dalla gestione degli aspetti fiscali e legali alla promozione dell’attività com attività di web marketing e attraverso l’utilizzo dei Social Network. Tre le sezioni: Prologo, Ispirazione e Strumenti.

A chiudere un vocabolario con le parole chiave indispensabili per orientarsi nella materia. Tra gli autori Giulio Finzi, segretario generale di Consorzio Netcomm; Alessandro Perego e Riccardo Mangiaracina, degli Osservatori Digital Innovation della School of management del Politecnico di Milano; gli esperti di TAG Innovation School; Gianni Potti, presidente di Fondazione Comunica; Matteo Flora; Jarvis Macchi; Christian Nucibella; Fabio Sutto; Giovanni Cappellotto.

e le capacità di calcolo dei moderni computer. Empowered patient, remote care, robot che migliorano interventi e protesi, sensori e stampa 3D, intelligenza artificiale applicata alle decisioni mediche: è la grande rivoluzione delle scienze della vita, che migliorerà la nostra esistenza, allungandone la durata.

Collaborazioni

TAG InnoVATIon sCHooL

Vision

Crediamo che innovare significhi condivisione, contaminazione e lifelong learning: sono i valori che segnano il nostro modo di intendere l’education, che è esperienza, contenuti e metodo.

Mission

Portiamo cultura e contenuti del digitale a chi vuole formarsi e acquisire competenze innovative per lavorare con successo, aggiornarsi, sviluppare la propria carriera.

Chi siamo

Siamo la scuola dell’innovazione digitale di Talent Garden, il più grande network di coworking eu-ropeo: aiutiamo persone e aziende a lavorare con passione, cambiare ed essere leader in un mondo sempre più digital.

Cosa facciamo

Sviluppiamo percorsi di formazione per studenti, professionisti e aziende: Master full time, part time, Masterclass e programmi di digital transformation, creati sulle esigenze del mondo del lavoro e delle imprese.

Contatti

Master in Digital Transformation per il Made In Italy

con il patrocinio di in partnership con