La cultura dell'unità d'Italia

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1861·2011 CENTOCINQUANTA ANNI DALL'UNITÀ D'ITALIA CREDITO TRIMESTRALE ANNO XXVI NUMERO 1 MARZO 2011 postatarget magazine

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L'evento del 150° anniversario avviene nel vivo di una trasformazione della società italiana. Perché non viverlo come contagio positivo in grado di coglierne tutte le potenzialità? (Umberto Massimiani)

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CREDITOTRIMESTRALEANNO XXVINUMERO 1MARZO 2011

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sogno di unità, deve sapersi riconoscere nei suoivalori fondanti, nella sua identità" (Car­Io Azeglio Ciampi); "Non c'è terreno co­mune migliore di quello di un autentico,profondQ, operante patriottismo costitu­zionale. Equesta la nuova, moderna for­ma di patriottismo nella quale far vivereil patto che ci lega: il nostro patto di uni­tà nazionale nella libertà e nella demo­crazia" (Giorgio Napolitano).I valori del Risorgimento che hanno co­struito l'Unità d'Italia nella testimonian­za dei patrioti si possono sintetizzar,e neltrinomio: "Dio, Patria, Umanità". E ne­cessaria una rilettura storica e culturale di

quei protagonisti come Giuseppe Mazzini (1805­72), Cavour (181 0-61), Giuseppe Garibaldi (1807-82)per poi confrontarli con riferimenti attuali: dal librodi Lucio Villari Bella e perduta, l'Italia del Risorgimentoa quello di Paolo Peluffo La riseoperta della Patria ecosì via. La cultura dell'Unità d'Italia richiede for­mazione, educazione civica perché quel neopatriot­tismo contemporaneo sia costituzionale e repubbli-

DALL'UNITÀ D'ITALIACENTOCINQUANTA ANNI1861-2011

di Umberto Massimiani

L'evento del 1500 anniversario avvienenel vivo di una trasformazione della societàitaliana. Perché non viverlo come contagiopositivo in grado di cogliernetutte le potenzialità?

Il primo Parlamento italiano si riuniva a Torino il 18febbraio 1861 e iI 17 marzo si proclamava iI Regno d'I­talia: è l'atto ufficiale dell'Unità d'Italia che abbiamoda poco celebrato nel suo 1500 anniversario. Nel1865 la capitale fu trasferita a Firenze e con la Brec­cia di Porta Pia del 20 settembre 1870 si completavail percorso risorgimentale di Roma capitale d'Italia.E' nota l'espressione del politico liberale e scrittoreMassimo D'Azeglio (1798-1866) che disse " ...S'è fat­ta l'Italia, ma non gli italiani". In tal modo fotografavala situazione di quel tempo, minacciatadalle questioni socio-economiche che È .tendevano a dividere. Oggi sul tavolo del- . necessana.unale riforme offre spunti di riflessione per una nlettura stor!Cacultura dell'Unità d'Italia. Le iniziative e cultura~e ~Iche nel nostro Paese intendono ricostrui- protagomstl comere i principali momenti e temi dell'espe- Giuseppe Mazzini,rienza risorgimentale alla luce delle più re- Cavour, Giuseppecenti interpretazioni storiografiche e del di- Garibaldi per poibattito pubblico che si sta svolgendo in oc- confrontarli concasione del 1500 anniversario interessano riferimenti attualiogni campo. Ufficialmente il programmaistituzionale prevede: concorsi nelle scuo-le, contributi alle forze armate, convegni,mostre, studi e ricerche sui dialetti e sugli statuti co­munali, concerti di musica, incontri di letteratura, le­zioni di storia, editoria, cine-tv, centri di servizi e in­frastruttu re.Per l'evento, si levano voci e contributi che ruotanoattorno a quell'Unità: "L'unità nazionale, un bene peril futuro ... per farne dono alle generazioni che ver­ranno" (Francesco Paolo Casavola); ,"II Paese ha bi-

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Il movimentocooperativoè interpretedi quella culturadell'Unitàd'Italia siaideale che reale:dall'adozionedel nodo diSalomone qualesimbolo di pace,unità edamicizia alriferimentocostante alladottrina socialedella Chiesa

cano, nazionale ed europeo. Di cultura si possono da­re innumerevoli definizioni e si può accettare che glielementi primari e fonda-mentali si possono ridurre acinque: la lingua, i costumi, letecniche, i valori e le istitu­zioni. E ritenerli come indi­catori per la costruzione del­l'Unità d'Italia del XXI secolo.Ogni italiano è chiamato adare il suo contributo e cosìanche il movimento coope­rativo. La Costituzione all'ar­ticolo 45 dice: "La Repubbli­ca riconosce la funzione so­ciale della cooperazione a ca­rattere di mutualità e senza fi­ni di speculazione privata. Lalegge ne promuove e favoriscel'incremento con i mezzi piùidonei e ne assicura, con gliopportuni controlli, il carat­tere e le finalità". Il movimen-

to cooperativo è interprete di quella cultura dell'Uni­tà d'Italia sia ideale che reale: dall'adozione del nododi Salomone quale simbolo di pace, unità ed amicizia,al riferimento costante alla dottrina sociale della Chie­sa. Perché per realizzare quell'Unità c'è bisogno di cul­tura del servizio. La dottrina sociale ha sottolineato ilcontributo che esso offre alla valorizzazione dellavo­ro, alla crescita del senso di responsabilità personale esociale, alla vita democratica, ai valori umani al pro­gresso del mercato e della società. Il termine "unità" èil valore fondante del movimento cooperativo, tanto cheesso si riconosce nell'espressione "Ut unum sint".Altro elemento è il territorio. L'Italia ha una superficiedi 301.338 kmq con 60 milioni di abitanti e minoranzelinguistiche; si colllpone di 8.094 comuni, 110 pro­vince e 20 regioni. Eal primo posto nella classifica deisiti Unesco dichiarati patrimonio dell'umanità percui deve anche educarsi al territorio. Tra l'altro ciò checi lega è Froprio il conoscere, l'amare, valorizzare etutelare i territorio con la sua gente, le tradizioni, levocazioni.Sono così anche attuali le parole del giurista Piero Ca­lamandrei (1889-1956)~ "La Repubblica è la nostra fa­miglia, la nostra casa. Eun senso di civica vicinanzae di solidarietà di un popolo ~he finalmente si sentepadrone del proprio destino. Eun senso di vicinanzae di solidarietà in cui ci riconosciamo".Il modo di essere italiani è oggi rilevato da enti di stu­dio-ricerca come Istat, Censis, Eurispes; manifestatoda incontri di massa; rappresentato dai mass-media;interpretato da associazioni, movimenti ed imprese.Nello spettacolo teatrale curato da Micheli e Solen­ghi dal titolo "Italiani si nasce., ,e noi lo nacquimo",immaginato come una ricognizione di Garibaldi e Vit­torio Emanuele Il in giro per l'Italia di oggi, alla finesi conclude che gli italiani nel corso del tempo non so­no cambiati e non cambieranno mai. Sono simpatici,allegri ed estroversi. Sicuramente niente può sostituirel'intuito italiano fatto di idee, di creatività, di passio­ne, di sacrificio, di linguaggi che alimentano la de­mocrazia e la libertà. Come il riconoscersi nei colo­ri azzurri o nell'essere strumento di pace e di solida­rietà quando si è chiamati a portare speranza ed aiu­to a chi è colpito dalla disgrazia. La società italiana èin trasformazione e l'evento del 150° anniversario av­viene proprio nel vivo di essa. Perché non viverlo co­me contagio positivo in grado di cogliere tutte le suepotenzialità?

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