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PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.I Fiamme Gialle Fiamme Gialle Anno XXVII - N. 3 Marzo 2012 www.assofinanzieri.it - E Mail: [email protected] Italia Italia Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/23/2012

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PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.IFiamme GialleFiamme Gialle

Anno XXVII - N. 3 Marzo 2012 www.assofinanzieri.it - E Mail: [email protected]

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Il 17 marzo 2012, al Palazzo del Quirinale, alla pre-senza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napo-litano, si è svolto l'incontro su "Bilancio e significato delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia"...

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Consegnato per la stampa:il 17 aprile 2012

“Fiamme Gialle” - Proprietario ed Editore:

ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA

Pag. 3 al Quirinale

Inaugurata la nuova Sede della SezioneA.N.F.I. di Trento

Pag. 28 - RitrovarsiPag. 29 - Vita nelle SezioniPag. 34 - BenemerenzaPag. 35 - RecensioniPag. 36 - Nella nostra famigliaPag. 38 - Tristia

Emergenza rifiuti e...

- Giovo, 14 gennaio 1969...- Tragica fine del Fin. Luigi Moi

IN COPERTINA

Marzo 2012SommarioSommario

a cura del dr. Marco Duspiva

di Giovanni Trotta

Bilancio e significato delle Celebrazioniper il 150° Anniversariodell’Unità d’Italia

di Giovanni Verdicchio

Pag. 7 Cerimonie

Esercitazioni Tecnico Sciistiche62^ edizione per il personale del Corpo...

di Mauro Giannini

Pag. 18 Ambiente

La depressione o le depressionidr. Alberto Sbardella

Pag. 20

Pag. 22 Ricordi

Condominio

Pag. 24 L’Angolo del Diritto

- Lombardia5° convivio della Valtellina

di Piero Dottarelli

Pag. 26 Mini-Raduni

Vita Associativa

Al Quirinale

...pag. 3

di Mauro Cappelli

Le origini della Scuola Alpina...

Pag. 13 Frammenti di Storia

di Luciano Luciani

Pag. 16 Taccuinodi Giuseppe Giuliani

di Alessandra Carra

Pag. 12 Esercitazioni

L’Angolo della Salute

1^ Parte

- Trentino Alto AdigePredazzo, 28 corso Civetta I°

di G. S. o Limen

- Passo ResiaAnno 1961/1966

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Il 17 marzo 2012, al Palazzo del Quiri-nale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è svolto l'incontro su "Bilancio e significa-to delle celebrazioni per il 150° anniver-sario dell'Unità d'Italia". L'iniziativa, coordinata da Giuliano Amato, Presidente del Comitato dei

Garanti per le Celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, è stata aperta dall'esecuzione dell'Inno di Mameli da parte del Coro dell'Istituto comprensivo "Manin" di Roma diretto dal maestro Emanuela Litro. Quindi, è stato proietta-to il filmato "Italia, una e indivisibile" rea-lizzato dalla struttura "Rai per i 150 anni" sui momenti significativi delle cele-brazioni.Sono intervenuti il Ministro dell'Istru-zione, dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, il Sindaco di Reg-gio Emilia e Presidente dell'Anci, Gra-ziano Delrio, il professor Giuseppe Galasso, il giornalista Aldo Cazzullo e la

scrittrice Dacia Maraini. Ha poi preso la parola Roberto Benigni con il "raccon-to" di alcuni brani significativi tratti dalla letteratura risorgimentale e patriottica. Nel corso della cerimonia sono state consegnate medaglie del 150° anniver-sario dell'Unità d'Italia, quale riconosci-mento al contributo del sistema dell'educazione italiano alle celebra-zioni del 150esimo, all'Istituto statale di istruzione specializzata per sordi "A. Magarotto" di Roma, al 181° Circolo didattico "Pablo Picasso" di Roma, all'Istituto comprensivo di Faedis (Udi-ne), alla Scuola media statale "Mario Borsa" di Somaglia (Lodi), all'Istituto tecnico per geometri "B. Tallini" e all'Istituto comprensivo "D. Alighieri" (Formia), all'Istituto comprensivo "Gio-vanni Falcone" (Palermo), all'Istituto di Studi giuridici internazionali (Roma), all'Istituto nazionale di ricerca metrolo-gica (Torino), all'Università di Cagliari.Altri riconoscimenti, simbolicamente rivolti a tutte le realtà italiane, sono stati consegnati ai Comuni di Reggio Emilia, Torino, Firenze, Roma, Genova, Mar-sala, Forlì, Bergamo, Rionero in Vultu-re e Pontelandolfo.Erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, il Presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaran-ta, il vice Presidente della Camera dei Deputati, Rocco Buttiglione, i ministri degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, dell'Interno, Annamaria Cancellieri, della Giustizia, Paola Seve-rino, della Difesa, Giampaolo Di Paola, dei Beni e delle Attività Culturali, Loren-zo Ornaghi, rappresentanti delle istitu-zioni, della politica, della cultura, dello spettacolo e della società civile.Il Presidente Napolitano ha pronuncia-to il seguente discorso:““Grazie Roberto Benigni, anche se è difficile parlare "grigiamente" dopo di te.Signor presidente del Senato, signor presidente della Camera, signore e signori Ministri, signor presidente della Corte Costituzionale, signori Sindaci, un cordiale saluto a voi e a tutti i rappre-sentanti del Parlamento, del governo, delle istituzioni locali, delle forze politi-che, degli enti culturali. Un particolare ringraziamento a quanti prendendo qui la parola hanno dato senso e contenuto all'incontro che abbiamo voluto promu-overe a conclusione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Italia unita.Ci è sembrato che fosse giusto e che potesse risultare stimolante questo momento di bilancio e di riflessione: per-

BILANCIO E SIGNIFICATO

DELLE CELEBRAZIONI PER IL 1 5 0 ° A N N I V E R S A R I O DELL’UNITÀ D’ITALIA

di Giovanni Verdicchio

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QUIRINALEAl

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chè le celebrazioni - iniziate già nel 2010 e dispiegatesi fino a oggi - hanno costituito un fatto rilevante nella nostra vita nazionale, denso di significati e potenzialità.Il ringraziamento, s'intende, va molto al di là della pur ricca platea dei parteci-panti a questa cerimonia. Già nel discorso che tenni in Parlamento il 17 marzo dello scorso anno, espressi rico-noscenza "a tutti i soggetti pubblici e privati" da cui sono partite iniziative di molteplice natura, e in misura crescen-te, e non tornerò ora a citarli anche per-ché quella pluralità di soggetti è stata in buona parte rappresentata negli inter-venti che abbiamo ascoltato.Non posso però non porre in cima al lungo elenco, che rischierebbe comun-que di non apparire esaustivo, il Comi-tato dei garanti, guidato prima da Carlo Azeglio Ciampi e poi da Giuliano Ama-to: ad esso, al Comitato dei ministri, alla "Unità tecnica di missione" presso la Presidenza del Consiglio, con la sapiente consulenza di Paolo Peluffo, dobbiamo realizzazioni essenziali come i memoriali nei "luoghi della memoria", da quello dei Mille a Genova Quarto a quelli dedicati a Mazzini in Pisa, a Cavour in Roma, a Garibaldi (di qui a qualche mese) in Caprera. Ma tali realizzazioni, e le opere di restauro di diecine di monumenti storici, e di rialle-stimento di importanti musei del Risor-gimento sono da ieri raccontate al pub-blico - insieme con molte altre testimo-nianze dello sforzo compiuto - nella Mostra allestita al Vittoriano, da cui in generale ho tratto, visitandola, il senso di una vera e propria esplosione di fan-tasia, di colori, di simboli, di entusiasmo

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lungo l'intero percorso degli eventi cele-brativi. La Mostra del Vittoriano è stata anch'essa curata dal Comitato dei garanti, che nella persona del suo Pre-sidente Giuliano Amato è stato d'altronde costantemente impegnato in una continua attività di ideazione e supervisione per tutte le iniziative di rilievo nazionale rivolte a celebrare il Centocinquantenar io: t ra esse un'impressionante serie di Mostre - a Roma, a Torino, a Reggio Emilia, a Mila-no, a Napoli, a Genova, e l'elenco potrebbe continuare a testimonianza di un'estrema varietà di temi e contenuti e di una qualità senza precedenti di quegli allestimenti, qualcuno dei quali - come la mostra "Gioventù ribelle" - si è da Roma irradiato in tutto il paese.Nella Mostra al Vittoriano è stata ordina-ta la documentazione più ampia possi-bile, benché sempre parziale, relativa a manifestazioni, concerti e Convegni, a veri e propri elaborati (9.700) di un gran numero di istituti scolastici (su un totale di 10.600), a pubblicazioni di ogni sorta che danno la misura dell'eccezionale impegno dispiegato, in particolare, dall'editoria a cominciare dalle sue mag-giori espressioni.Il primo aspetto di questa cerimonia - il ringraziamento e compiacimento per quanto si è suscitato e realizzato - tocca dunque moltissimi protagonisti : dai più naturali e qualificati, in primis la nostra più antica e alta istituzione culturale, l'Accademia dei Lincei, di ammirevole alacrità in occasione del Centocinquan-tenario, a realtà molto diverse, il cui con-tributo non poteva mancare ed è stato fortemente significativo. Penso - e ci tengo a citarle - alle Forze Armate e con

esse al ministero della Difesa. Un'altra realtà lodevolmente attivatasi, con eccellenti risultati, è stata quella delle nostre rappresentanze diplomatiche in varii continenti. Mi piace infine segnala-re l'apporto che ci è venuto più di recen-te dal mondo della magistratura e della cultura giuridica col convegno promos-so dal CSM a Torino qualche settimana fa. Né possiamo dimenticare la presen-za della Santa Sede anche attraverso la partecipazione alla cerimonia com-memorativa del 20 settembre 1870 a Porta Pia, la voce del Pontefice per la celebrazione del 17 marzo e l'atten-zione dell'Osservatore Romano, le ini-ziative della CEI: tutti contributi sponta-nei, impegnativi e di indubbio significa-to.Ed ora, qualche semplice cifra. Per la concessione del logo ufficiale delle celebrazioni istituito dalla Presidenza del Consiglio, sono giunte oltre 4.000 richieste. Ma un dato indicativo della spontaneità e capillarità delle adesioni all'impegno celebrativo e del fervore delle proposte pervenute anche da sin-goli cittadini, è anche quello delle lette-re indirizzate a tale proposito al Presi-dente della Repubblica nel numero di circa 4.500 da tutte le Regioni d'Italia.In questa sala, poco fa, un quadro rap-presentativo dello straordinario impe-gno del mondo della scuola, e di quello dell'Università e della ricerca, ci è stato presentato dal ministro Profumo ; men-tre dal Presidente Delrio ci è stato offer-to uno sguardo d'insieme sulla mobili-tazione - non riassumibile quantitativa-mente - delle istituzioni regionali e loca-li, e soprattutto delle città, dei Comuni, delle piazze: è stato quello, con il mondo della scuola, l'altro autentico pilastro delle celebrazioni del Cento-cinquantenario. Ringrazio cordialmen-te, dunque, il ministro e il presidente dell'ANCI, così come gli altri oratori che si sono succeduti richiamando varii, importanti aspetti del bilancio del Cen-tocinquantenario. Così, il professor Galasso per la bella riflessione sullo spirito critico, alieno da "una visione agiografica, santificatrice e ideologica del Risorgimento", e insieme sulla serietà e maturità - in linea con la nostra alta tradizione storiografica risorgimen-tale - con cui gli studiosi sono interve-nuti nel dibattito sul processo unitario, riapertosi anche - come ci è stato detto - all'insegna di vecchi luoghi comuni tendenzialmente diminutivi o liquidato-ri. E ringrazio Aldo Cazzullo che ci ha portato l'eco della vasta partecipazione - anche con il suo personale appassio-nato contributo - dell'universo della

Il Presidente Giorgio Napolitano durante il suo intervento

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stampa quotidiana, cui si è accompa-gnata la molteplice, assidua presenza e iniziativa della RAI e in generale delle emittenti televisive ; e Dacia Maraini che ci ha ricordato come il Centocin-quantenario sia stato occasione anche per appassionate riscoperte di poco celebrate figure femminili del Risorgi-mento, di apporti essenziali delle donne alla Resistenza, e ancor prima, e poi, all'evoluzione della società e allo sviluppo della democrazia italiana, non-ché a una creatività letteraria nutrita di radici storiche. Sul significato di questa complessiva, vivissima, variegata risposta, "dall'alto e dal basso", all'appello per celebrare insieme, non formalmente e non retori-camente, i 150 anni dell'Italia unita, abbiamo già detto molto - anche io stes-so in diverse occasioni : e non poco ci dice ora la ricerca del Censis - le cui risultanze sono state appena rese note - sui "valori degli italiani", quali appaio-no ridisegnati dall'esperienza del pro-fondo travaglio in atto nella nostra società e anche dal mix di sentimenti e riflessioni suscitato dalla ricorrenza del Centocinquantenario. Affiora da que-sta ricerca un'evoluzione verso atteg-giamenti più socievoli, più sensibili cul-turalmente e civilmente, più legati all'idea di stare solidalmente insieme come nazione : qualcosa che ci confor-ta nella nostra professione di fiducia nell'avvenire dell'Italia.E mi si consenta di calare ora più deci-samente nel presente il discorso sul paese, alla luce del bilancio cui questa cerimonia è stata dedicata.Nel trarre - all'inizio di ottobre - le prime conclusioni dell'intensa esperienza delle celebrazioni del Centocinquante-nario, scrissi che si era prodotto "un risveglio di coscienza unitaria e nazio-nale" le cui tracce erano destinate a restare, i cui frutti rimanevano ancora largamente da cogliere. Ebbene, credo che quei frutti li stiamo raccogliendo anche e in particolare nella fase spe-ciale e cruciale che la vita pubblica ita-liana ha imboccato quattro mesi fa. Si sta facendo sentire e mostrando pre-zioso quel "lievito di nuova consapevo-lezza e responsabilità condivisa" che avevamo visto crescere nel moto sem-pre più profondo e diffuso delle cele-brazioni.Lo dico pensando al clima in cui si è risolta in novembre un'assai difficile crisi politica ; e al clima in cui un gover-no formatosi fuori degli schemi ordinari, con caratteristiche per varii aspetti mai sperimentate, sta portando avanti un'azione tutt'altro che indolore. Tutto

sarebbe stato e sarebbe più arduo se in precedenza, nel ripercorrere gli alti e bassi della nostra storia unitaria, non si fosse ritrovato e potenziato il senso dell'interesse generale da far prevalere su ogni interesse particolare, il senso e il valore della coesione sociale e nazio-nale come leva per superare - oggi al pari di ieri - sfide e prove ineludibili.Hanno certamente spinto nella direzio-ne giusta i crudi fatti del rischio di inso-stenibile tensione e catastrofico cedi-mento cui sempre di più nella seconda metà del 2011 è risultato esposto, nel contesto europeo, l'equilibrio dei nostri conti pubblici, il debito sovrano del nostro Stato, il futuro del nostro paese. Ma di ciò si è preso coscienza da parte di larghi strati della popolazione con una maturità, direi sorprendente, stimo-lata da quel recupero di valori nazionali, civili e morali di cui questa mattina abbiamo voluto tracciare il bilancio.A loro volta le principali forze politiche hanno avvert i to la stanchezza dell'opinione pubblica e dell'elettorato per il perpetuarsi di una conflittualità esasperata e paralizzante in momenti di evidente emergenza, tali da richiedere invece il massimo sforzo di avvicina-mento e convergenza nell'interesse comune. Il senso di responsabilità dimo-strato da forze già al governo e già all'opposizione nel rendere possibili la formazione e le scelte urgenti di un ese-cutivo estraneo a entrambi gli schiera-menti partitici, ha anch'esso rispecchia-to la consapevolezza della fondamen-tale sollecitazione scaturita dalle cele-brazioni del Centocinquantenario.

Aggiungerei che si trattava di una solle-citazione anche al recupero della gran-de lezione dell'Assemblea Costituente e della strada maestra della Costituzio-ne repubblicana. Non si è forse avuta nei mesi scorsi la prova della vitalità di un assetto costituzionale, e di un patri-monio di concreta e ricca esperienza costituzionale, capace di suggerire e garantire in modo non traumatico un passaggio politico tra i più delicati e ine-diti? L'evoluzione in senso più costrutti-vo nei comportamenti di importanti sog-getti sociali e politici, sotto la pressione di una forte reazione critica e di una netta domanda di cambiamento prove-nienti dalla società, si è manifestata in parallelo con la messa in campo, per il governo del paese, di qualificate ener-gie e competenze di cui l'Italia dispone-va, e si è tradotta nell'espressione di un largo sostegno parlamentare al gover-no del Presidente Monti. Ne sono già scaturiti risultati di innegabile rilievo: in sostanza, una rinnovata fiducia, in sede europea e internazionale, nella capacità di ripresa e di sviluppo dell'Italia e nel suo apporto al supera-mento della crisi dell'eurozona e del progetto europeo. Di qui anche l'allentamento della pressione, nei mer-cati finanziari, sui titoli del nostro debito pubblico, a conferma che il rimedio sovrano dinanzi ad attacchi speculativi e a più complesse insidie di carattere economico-politico è sempre il capitale di fiducia che si è acquisito o riacquisi-to. Questi risultati, superiori a pure pos-sibili previsioni positive, sono tutti da consolidare e integrare : definendo e

Il Presidente Giorgio Napolitano procede alla consegna delle Medaglie per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia ai Sindaci di Reggio Emilia, Torino, Firenze, Roma, Bergamo, Rionero in Vulture, Pontelandolfo, Genova, Marsala e Forlì

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applicando rigorosamente i provvedi-menti ancora all'esame del Parlamen-to, spingendo fino in fondo l'impegno per la revisione e il contenimento della spesa pubblica, per la stabilizzazione di una prassi di pareggio di bilancio, per la sostanziale riduzione, attraverso tutte le vie percorribili, dello stock del debito pubblico. Non mettendo in forse questo processo di risanamento finan-ziario, ma integrandolo con misure e politiche per il rilancio della crescita, al momento solo avviate in sede naziona-le e annunciate in sede europea, si potranno porre le basi per la soluzione dei problemi di fondo che travagliano la società e lo Stato italiano. Sono certo che questa assoluta necessità di conti-nuare senza cadute e senza regressio-ni nel cammino intrapreso, sia ben pre-sente alle forze politiche più responsa-bili. Il garantire la continuità di scelte di governo e parlamentari che stanno palesemente giovando alla causa della salvezza e al prestigio dell'Italia non mortifica la politica, ma contribuisce a rivalutarla, a riaccreditarla nella sua missione più autentica di espressione dell'interesse generale e di rafforza-mento della compagine nazionale. E' una missione cui ci ha richiamato lo spi-rito del Centocinquantenario e che può oggi tornare ad essere riconosciuta alla politica anche a condizione che le sue forze più rappresentative dimostrino in questa fase di saper varare riforme isti-tuzionali condivise, già per troppo tempo eluse, e tendano a garantire nel futuro comportamenti trasparenti sul piano della moralità, nonché più alti livelli di qualità nelle rappresentanze istituzionali e di governo.Mi permetto peraltro di dissentire da chi vede un pericolo di svalutazione o mar-ginalizzazione della politica nelle ces-sioni di sovranità da parte del nostro e

degli altri Stati nazionali a favore dell'Unione europea.Quelle cessioni, quelle volontarie autoli-mitazioni furono l'idea-chiave del lungi-mirante progetto di integrazione e unità lanciato a Parigi 62 anni orsono. Un'idea-chiave e un progetto che trag-gono oggi maggior forza e decisivo impulso dal processo di globalizzazione e dal grande cambiamento mondiale. Mi ha confortato in tale convinzione sen-tire qualche sera fa il cancelliere tede-sco richiamare il fatale restringimento del peso del nostro continente al 7 per cento della popolazione del mondo d'oggi, ed evocare il rischio della margi-nalità per tutti i nostri paesi se non sare-mo capaci di integrarci più strettamente. Per tutti i nostri paesi, compreso il più grande e dinamico che ella rappresen-ta. Una sempre più stretta integrazione europea, attraverso il crescente ricorso a forme di sovranità condivisa che ridu-cano l'area delle distinte e separate sovranità nazionali, è una necessità oggettiva del nostro tempo e non con-duce alla fine né della politica né della democrazia.Piuttosto, muoviamo in Europa verso nuovi scenari e modi di essere della vita democratica, nel rispetto delle diversità e peculiarità delle nostre storie e culture nazionali, ma superando gli steccati di ormai asfittici sistemi nazionali. E que-sta diventa anche la proiezione di quel sentimento di identità, appartenenza e unità italiana, di quel rinnovato attacca-mento alla patria, che abbiamo solleci-tato e visto riemergere con le celebra-zioni del Centocinquantenario.Continuiamo dunque a coltivare, a tener vivo quel sentimento che è anche impe-gno di coesione, approfondendolo sul piano della consapevolezza storica e del costume civile, e connettendolo con la prospettiva del crescere insieme in

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Europa, fianco a fianco con le altre nazioni e gli altri popoli del continente cui è consegnato il nostro comune futu-ro. Ho detto "continuiamo".Sì, perché è finito l'anno delle celebra-zioni del grande nuovo inizio per l'Italia segnato dal 17 marzo del 1861, ma non è finita l'opera del rilancio del nostro patrimonio unitario, e non può mancare la determinazione nel portarla avanti.Sancisce e stimola la continuità del nostro impegno collettivo a interrogarci sulla storia dell'Italia unita, a studiarla e discuterla, la decisione, che saluto, di fare del 17 marzo, in via permanente, la "Giornata dell'anniversario dell'Unità d'Italia".E già si presenta vicina e concreta la scadenza del centenario - il 1915, per il nostro paese - della 1a Guerra Mondia-le, passaggio storico cruciale per lo Stato unitario sorto da poco più di cin-quant'anni e per un popolo che ancora conosceva poco sé stesso e per la prima volta si riuniva in una drammati-ca e complessa esperienza comune.Proseguono programmi scolastici feli-cemente avviati per il Centocinquante-nario, restano aperti o stanno per aprir-si canali informatici e restano disponibi-li materiali didattici, come in particolare ci si suggerisce da Torino, che nel 2010-2011 è già stata centro propulso-re ed esempio operoso per il program-ma complessivo delle celebrazioni dei nostri 150 anni.Faremo tutti la nostra parte come nel periodo celebrativo che oggi si conclu-de; la faremo nella convinzione di colti-vare un filone non esteriore e rituale ma autentico e vitale, di azione sociale e pubblica, di pedagogia e di partecipa-zione nazionale, capace di portare a un livello più alto la coscienza civile, la coe-sione e la volontà di progresso degli ita-liani””.

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razie al fattivo interessamento del Comandante Regionale GTrentino – Alto Adige, Gen. B.

Francesco Attardi, è stato possibile reperire una nuova sede, più ampia, accogliente e funzionale per la Sezione ANFI di Trento.La cerimonia di inaugurazione e di coin-titolazione si è tenuta il 18 febbraio scor-so, davanti alle massime autorità civili e militari e dei vertici della nostra Asso-ciazione.Erano presenti, infatti, il Commissario del Governo della Provincia Autonoma di Trento, dott. Francesco Squarcina; l'Assessore alla Cultura, Rapporti Euro-pei e Cooperazione della Provincia Autonoma di Trento, dott. Franco Panizza; il Questore di Trento, Dott. Giorgio Iacobone; il Sindaco di Cem-bra, Avv. Antonietta Nardin; il Presiden-te del Consiglio Comunale di Magisano (Catanzaro), Signora Elena Olivo; il Col. Fausto Rossi, Comandante Pro-vinciale dell'Arma dei Carabinieri; il Col. Dario Buffa, Capo di Stato Maggio-re del Comando Militare Esercito “Tren-tino Alto Adige”; il Dott. Lino Giacomoni, Comandante della Polizia Locale di Trento; l'Avv. Ten. (r) Alberto Olivo, figlio di un nostro maresciallo e dirigen-te dell'Ufficio Legale della C.C.I.A.A.; l'Avv. Gianfranco Deflorian, dirigente dell'Ufficio legale del Comune di Tren-to; il comm. Guido Malossini, Presiden-te dei Servizi Organizzativi e Immagine

Città di Trento; l'Avv. Luigi de Finis, civi-lista del Foro di Trento; la Prof.ssa Lia de Finis.Per il Corpo, oltre al Gen. Attardi, hanno partecipato il Gen. C. A. Luciano Pezzi, già Comandante Interregionale dell'Italia Nord Orientale; il Col. Fabrizio Nieddu, Comandante Provinciale; il Ten. Col. Alessandro Cambedda, Comandante del Gruppo Verifiche del Nucleo di Polizia Tributaria; il Ten. Col. Gaetano Giacchi, Capo Ufficio Perso-nale, Addestramento e Studi e Coman-dante del Reparto Comando della Scuo-la Alpina di Predazzo; il Ten. Col. Marco Favarin e il Cap. Carlo Bentivegna del Comando Regionale.Per l'ANFI, erano presenti il Presidente Nazionale, Gen. C. A. Giovanni Verdic-chio; il Gen. D. Mauro Cappelli, V. Presi-dente Nazionale per l'Italia Settentrio-nale; il Fin. Mauro Giannini, Consigliere Nazionale per il Trentino – Alto Adige; i Presidenti o loro rappresentanti delle Sezioni di Borgo Valsugana, Biacesa, Rovereto, Predazzo e Fiera di Primiero, con alfieri e bandiere. Hanno fatto gli onori di casa il Mar. Ca. Umberto Marisa, Presidente della Sezione di Trento, con la maggior parte dei relativi soci. Molte le Associazioni Combattentisti-che e d'Arma presenti con i propri labari e bandiere.Previa approvazione del Comitato Ese-cutivo Nazionale dell'ANFI, su richiesta del Presidente Marisa, la Sezione è stata cointestata al Gen. D. Domenico Olivo e al Fin. Sc. Stefano Gottardi, Medaglia d'Oro al Valor Civile, nel ricor-do di due Fiamme Gialle, che, in ruoli ed in periodi diversi, hanno comunque saputo porsi come esempio di incondi-

zionata dedizione al servizio e di altrui-smo, spinto, per il Fin. Gottardi, sino al sacrificio della vita. Nell'accomunare il passato del Gen. Olivo al presente del giovane Gottardi, si è voluto, inoltre, rimarcare la continuità di storia, di ideali e di valori che ha legato, lega e legherà per sempre i Finanzieri in servizio a quelli in congedo. Il Gen. Olivo nasce nel 1869 a San Pie-tro di Magisano in provincia di Catanza-ro; entra a far parte della Guardia di Finanza poco più che ventenne.

a Nel 1916, durante la 1 Guerra Mondia-le, alla testa del XVIII Battaglione mobi-litato, combatte sul fronte tridentino e in Val Visdende, nel bellunese, meritan-dosi la Croce al Valor Militare.Nel 1918, a seguito della disfatta dell'impero Austro – Ungarico, è nomi-

o nato I Comandante della Legione di Trento. Testimone del valore e del sacrificio dei suoi finanzieri, sente il dovere di esaltarli con il libro “Penna gagliarda”. Contemporaneamente, dà alle stampe un opuscolo, da lui dettato, dal titolo “Battaglioni della Guardia di Finanza a Trento”, a cui fa seguito un'opera letteraria più complessa “Le azioni della Regia Guardia di Finanza nella guerra 1915 – 1918”. Conseguito il grado di Generale di Divisione della Riserva, aggiunge alle molte altre ono-rificenze, quella di Cavaliere di Gran Croce, dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.Nel 1929, a seguito di apposite elezio-ni, diventa Presidente dell'Associa-zione Nazionale dei Militari della Regia Guardia di Finanza in congedo, che prenderà, in seguito, l'attuale denomi-nazione di Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia.Appassionato cultore della storia del Corpo, il Generale Olivo rimane in cari-ca per ben nove anni, sino al 1938, ispi-rando la propria azione lungimirante e coraggiosa alla costante tutela degli interessi materiali e morali dei finanzie-ri in congedo e all'incremento del nume-ro delle Sezioni e dei soci.Muore, nella sua Calabria nel 1947.A perenne memoria dell'illustre concit-tadino ed in suo onore, l'amministra-zione del Comune di Magisano, ha volu-to dedicare al Gen. Olivo il corso princi-pale di quella cittadina.Il Fin. Sc. Stefano Gottardi di Cembra (Trento) nasce nel 1971. A vent'anni si arruola nel Corpo e frequenta la Scuola Alpina di Predazzo.Al termine del periodo di formazione, presta servizio presso la Compagnia di Ponte Chiasso.L'amore per la montagna lo spinge a

INAUGURATA LA NUOVA SEDE DELLA SEZIONE A.N.F.I. DI TRENTO

di Mauro Cappelli

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CERIMONIE

FiammeGialle - Marzo 2012

La madre di Stefano Gottardi, Elisa, e la Sig.ra Olivo, Presidente del Consiglio del Comune di Magisano e discendente del Gen. Olivo, scoprono la targa di cointitolazione della Sezione di Trento.

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frequentare il Corso di Alta Qualifica-zione Alpestre a Passo Rolle. Nel 1994 è assegnato alla Stazione del Soccor-so Alpino della Guardia di Finanza di Certosa (BZ). Quindi, presso il Centro Addestramento Cinofili di Intimiano, consegue la qualifica di conduttore di cane da valanga. Diversi salvataggi di persone disperse lo hanno visto prota-gonista, insieme al suo pastore tede-sco Efese (detto Chicco).Il 20 febbraio 2002, in Val Senales (BZ), Stefano viene ucciso da una slavina, mentre partecipa alle operazioni di ricerca di un turista dato per disperso.Stefano Gottardi muore così, a trentu-no anni, tradito da quelle nevi che tante volte aveva sfidato, con nobile altrui-smo, in soccorso di vite umane. Si salva Chicco, il suo inseparabile pasto-re tedesco, che i testimoni raccontano di aver visto, dopo la tragedia, aggirar-si, come impazzito, sulla neve nel vano tentativo di individuare il punto in cui il suo conduttore era sepolto.Per il suo eroismo, al Fin. Gottardi è stata concessa la Medaglia d'Oro al Valor Civile, con la seguente motivazio-ne: “Componente di una squadra di soc-corso alpino della Guardia di Finanza, impegnato, in condizioni meteorologi-che avverse, in operazioni di ricerca di un turista scomparso in una impervia zona montana, veniva travolto da una slavina, sacrificando, così, la propria giovane vita ai più nobili ideali di altrui-smo ed abnegazione. Splendido esem-pio di elette virtù civiche e di altissimo senso del dovere”.A Stefano Gottardi, nel tempo, sono

a state dedicate la 9 edizione del premio nazionale Luigi Calabresi, cime e vie montane; intestate la Caserma della Sezione Aerea di Bolzano ed una sede di altra Associazione; intitolato un corso di Allievi Finanzieri; conferite altre onorificenze.La cerimonia del 18 febbraio, a Trento, si è articolata in vari momenti, vissuti sempre con l'intensa partecipazione e spesso con la commozione di tutti i par-tecipanti.La giornata si è aperta con lo scopri-mento della targa di cointitolazione della nuova sede della Sezione da parte della madre di Stefano Gottardi, Elisa, e della Signora Elena Olivo, discendente del Gen. Olivo; hanno fatto seguito il taglio del nastro ad opera dei Generali Verdicchio e Attardi,

ola benedizione impartita dal 2 Cappel-lano Militare del Comando Regionale, Mons. Mario Mucci, la lettura della Pre-ghiera del Finanziere e la visita degli intervenuti ai locali.

FiammeGialle - Marzo 20128

La celebrazione vera e propria dell'evento si è tenuta nella Sala Falco-netto di Palazzo Geremia, sede del Comune di Trento, messa a disposizio-ne, per la circostanza, da quell'Ammi-nistrazione, proprio per significare, come ha rilevato il Sindaco, dott. Andre-atta, che la locale Sezione dell'ANFI è parte della città di Trento, è parte inte-grante della Comunità trentina. Il Mar. Umberto Marisa, quale presiden-te della Sezione stessa ed organizzato-re della manifestazione, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha presentato la cerimonia, ricordando che questa cade

o nel 75 anniversario della fondazione a della sua Sezione e nella 10 ricorrenza

della tragica scomparsa del Fin. Gottar-di. Il Presidente Marisa, per meglio coin-volgere i presenti, ha anche voluto rile-vare opportunamente la difficoltà e la complessità delle ricerche effettuate per ricostruire le vicissitudini del Sodali-zio e del profilo del Gen. Olivo, in consi-derazione del tempo trascorso e della perd i ta de l la documentaz ione dell'epoca.Ascoltata con attenzione ed intensa-mente sentita la sua ricostruzione delle biografie del Gen. Olivo e del Fin. Got-tardi, ai quali è stata dedicata la Sezio-ne.Nel suo intervento, il Sindaco di Trento, Dott. Andreatta, ha espresso il proprio rallegramento per l'inaugurazione della nuova sede, che pur sempre costituisce per tutti i soci una propria casa, un punto di incontro e di aggregazione.

Così come assume un significato rile-vante la sua intitolazione ad un gene-rale ed a un finanziere, validi modelli di riferimento per tutti noi, perché entram-bi animati dallo stesso spirito di appar-tenenza, dallo stesso senso del dovere e da un non comune coraggio.Nell'attuale contesto – ha proseguito il Dott. Andreatta – l'ANFI riveste un ruolo importante, perché é testimo-nianza di una scelta di vita che fa dell'associazionismo, nel mettersi a disposizione, nel servire gli altri la pro-pria missione. I valori che esprime l'ANFI, poi, anche se tradotti in età diverse, sono gli stessi che animano gli appartenenti alla Guardia di Finanza, e che consistono nel rigore, nell'equità e nel conseguimento della giustizia.Oggi, ha ribadito il Sindaco di Trento, si percepisce sempre maggior rispetto e più riconoscenza nei confronti dei finanzieri da parte della gente, che ha capito che la loro attività, il loro impe-gno è a tutela della comunità, dei più deboli e degli onesti.A sua volta, il Gen. Verdicchio, nel pren-dere la parola, ha posto l'accento sul ruolo dell'ANFI, che, anche con l'intitolazione delle sue Sezioni, man-tiene sempre viva la memoria di quanti hanno sacrificato la loro vita sulla via del dovere e dell'onore, il cui glorioso esempio illumina costantemente il suo cammino e le consente di realizzare le principali finalità istituzionali, cemen-tando l'unità dei finanzieri in congedo , rafforzando in loro lo spirito di Corpo,

Un momento dell'inaugurazione della nuova Sede: il taglio del nastro da parte dei Generali Verdicchio e Attardi.

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l'amor di Patria ed i sentimenti di solida-rietà e cameratismo con i finanzieri in servizio.E a proposito della Sezione, questa – ha continuato il Presidente Nazionale – costituisce, nell'ambito del nostro soda-lizio, un punto fondamentale, perché è il luogo di incontro e di scambio cultura-le dei soci e, perciò, consente ad essi di intensificare la comunicazione e raf-forzare i sentimenti di amicizia e solida-rietà.La nostra – ha rimarcato il Gen. Verdic-chio – è un'Associazione viva, vitale e moderna, che è sorretta da una grande motivazione di fondo: quella di far river-berare sulla Guardia di Finanza, da ogni altro ambiente esterno, ancora giu-dizi ed apprezzamenti favorevoli, che si aggiungono alla larga messe di ricono-scimenti mietuta dai Comandi del Corpo nella loro diuturna, insostituibile e difficile azione a tutela degli interessi della Nazione.Da parte sua, il Gen. Cappelli ha espresso la sua particolare gratitudine e quella dell'ANFI al Sindaco di Trento per aver consentito la celebrazione della cerimonia nella Sala Falconetto, sede del Comune, proprio per il suo alto valore istituzionale, non solo per-ché è rappresentativa di tutto il territorio comunale, ma soprattutto per le funzio-ni che l'Ente Comune vi assolve in nome e a favore dei propri cittadini.Il V. Presidente Nazionale ha, inoltre, ringraziato il Gen. Attardi per la sua

attenzione e sensibilità ancora una volta dimostrate nei confronti del nostro sodalizio ed in particolare della Sezione di Trento: attenzione e sensibilità che hanno consentito il reperimento di una nuova sede per la locale Sezione ANFI.I nuovi locali – ha precisato il Gen. Cap-pelli – costituiscono un luogo di lavoro e di incontro accogliente, dignitoso e fun-zionale, che, senz'altro, favorirà la qua-lità e l'efficienza dell' impegno quotidia-no dei nostri soci ed accrescerà la pas-sione che essi dedicano alla loro attivi-tà.Nel prendere la parola, il Gen. Attardi ha espresso il proprio apprezzamento a tutti gli appartenenti all'Associazione per l'attività che svolgono in campo nazionale nel non facile compito di aggregazione, nonché per mantenere vivi il sentimento patrio, i valori e le tradi-zioni del Corpo, e a fini di promozione culturale.Un plauso e i complimenti più sinceri, il Comandante Regionale ha rivolto al Mar. Marisa, Presidente della Sezione di Trento, che con tenacia e giovanile entusiasmo ha voluto conferire partico-lare solennità alla cerimonia. Queste e le altre svolte dall'ANFI sono attività che suscitano grande consenso da parte delle Autorità e delle popolazioni locali, contribuendo ancora di più a veicolare un'immagine positiva della Guardia di Finanza.Nel ricordare che la cerimonia in corso

o cade nel 10 anniversario della prema-

tura scomparsa del Fin. Gottardi, il Gen. Attardi ha esaltato il senso ammi-rabile di dedizione del giovane militare, che rappresenta per tutti noi Fiamme Gialle un prezioso patrimonio morale che ci esalta e, nello stesso tempo, ci invita a perpetuarlo nel quotidiano ope-rare. Il suo sacrificio è la testimonianza tangibile dell'impegno, dello spirito di servizio e del coraggio di tutti quanti gli appartenenti alla Guardia di Finanza, pronti a fare il proprio dovere fino in fon-do, anche con il sacrificio della propria vita.Anche l'Assessore alla Cultura della Provincia, dott. Panizza, ha preso la parola per esprimere il proprio compia-cimento per l'attività meritoria che la Sezione di Trento, in particolare, e l'ANFI, in generale, svolge a favore della collettività, nonché per la dedizio-ne, l'altruismo e l'abnegazione di cui sono espressione il Gen. Olivo ed il Fin. Gottardi, ai quali è stata cointitolata la nuova sede del sodalizio trentino.Nel suo sentito e commosso interven-to, il Sindaco di Cembra, paese di origi-ne del Fin. Gottardi, Avv. Antonietta Nar-din, con riferimento al militare scom-parso, ha voluto evidenziare come il ricordare chi ha compiuto il proprio dovere, mettendo in pericolo la propria vita sino all'estremo sacrificio, sia un atto complesso ed articolato.Prima di tutto, infatti, sovviene il ricono-scimento del valore di chi ha saputo donare se stesso, il cui atto costituisce

La benedizione della nuova sede. Da sinistra a destra, in primo piano: il Sindaco di Cembra, Avv. Nardin; i Generali Cappelli, Attardi e Verdicchio; la Sig.ra Olivo e il Cappellano Militare, Mons. Mucci.

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un monito per tutti, giovani e meno gio-vani. Subentra, quindi, un sentimento di gratitudine da parte di tutti noi nei con-fronti di chi ha voluto compiere sino in fondo il proprio dovere.Con la gratitudine c'è l'affetto per chi è stato eroe in tempo di pace, l'affetto e la vicinanza della gente di Cembra che si percepisce, in ogni cerimonia, verso i genitori e i familiari del Fin. Gottardi, per una perdita così pesante.Infine, c'è l'orgoglio “ di sapere che Ste-fano Gottardi era un nostro concittadi-no. Anche se ci divideva una manciata di mesi, me lo ricordo bambino e ragaz-zo, allegro ed ammiccante, in sostanza una persona solare e positiva; vorrei che oggi lo ricordassimo così: un ragazzo per bene e generoso, simpati-co e compagnone che, chiamato all'appuntamento con il destino, non ha fatto un passo indietro ma ha risposto con entusiasmo ad una richiesta di aiu-to”.Ha concluso gli interventi ufficiali, la Signora Elena Olivo, Presidente del Consiglio Comunale di Magisano e discendente del Gen. Olivo, che, per prima cosa, ha letto ai presenti il saluto inviato dal Dott. Antonio Lostumbo, Sin-daco di quella cittadina calabrese. Nel suo indirizzo di saluto, il Dott. Lostum-bo ha, tra l'altro ringraziato, il Presiden-te della Sezione di Trento, Mar. Marisa, per l'impegno, il tempo e la passione impiegati per la celebrazione di una cerimonia in onore ed in ricordo del

Gen. Olivo e del Fin. Gottardi, e per aver consentito, quindi, che “ questo giorno venga affidato alla storia volendo ricor-dare ancora una volta le imprese memo-rabili che l'uomo può compiere se crede nella vita e nei suoi valori fondamentali. Credere nella vita non deve semplice-mente significare vivere i vari momenti giorno per giorno, ma deve significare vivere i vari momenti destinando una parte di essi al sacrificio per l'altro, all'aiuto e alla solidarietà verso l'altro”.Da parte sua, la Sig.ra Olivo, nel com-memorare il suo predecessore, ha ricor-dato che una delle attività importanti svolte dal Gen. Olivo fu l'impegno che lo stesso assunse nel campo sociale.E' noto che volle a sue spese far edifica-re dei locali, da adibire ad asilo infantile nella frazione di San Pietro di Magisa-no, per migliorare la vita di tanti fanciulli

del luogo. Alla cerimonia erano presen-ti anche i genitori del Fin. Gottardi, Elisa e Silvestro, il quale, con al petto la Medaglia d'Oro del figlio, al termine degli interventi delle Autorità, nel por-gere il suo ringraziamento a tutti i pre-senti, ha rammentato, commosso e tra la commozione generale, che quella di Stefano Gottardi è stata la prima Meda-glia d'Oro al Valor Civile conferita ad un militare del Soccorso Alpino della Guar-dia di Finanza, augurandosi che in futu-ro non siano necessarie altre simili ono-rificenze. Le celebrazioni sono proseguite con la consegna da parte dei genitori del Fin. Gottardi e della Signora Olivo al Mar. Marisa di due quadri, riproducenti le foto del Gen. Olivo, in uniforme dell'epoca, e di Stefano Gottardi, ripre-so tra le sue montagne e con il suo inse-parabile cane; foto che saranno con-servate presso la Sezione ANFI di Tren-to, ad attestazione della costante, sim-bolica presenza delle due valorose Fiamme Gialle. Nell'anniversario del suo sacrificio, Ste-fano Gottardi è stato ricordato anche con due opere pittoriche, ispirate alla sua memoria e realizzate da Marco Berlanda e Pietro Verdini, Maestri d'arte contemporanea.Autorevole presentatore dei dipinti è stato, nella circostanza, il Prof. Renzo Francescotti, poeta, narratore, saggi-sta e critico d'arte tra i più noti del trenti-no.L'opera di Marco Berlanda raffigura Ste-fano Gottardi con il suo fido cane e si fa apprezzare – ha fatto notare nella sua analisi il Prof. Francescotti – per la per-fetta simbiosi che l'artista ha saputo rea-lizzare tra Stefano e l'animale, raffigu-rato con una marcata espressione uma-na, come se uomo e cane fossero la stessa cosa, come se partecipassero alla stessa essenza, allo stesso desti-no comune di vita e di morte.L'opera di Pietro Verdini, Maresciallo

Il Gen. Attardi consegna al Mar. Marisa, Presidente della Sezione, il crest del Comando Regionale.

Il tavolo delle Autorità. Da sinistra a destra: il Mar. Marisa; i Generali Attardi e Verdicchio; il dott. Andreatta, Sindaco di Trento e il Gen. Cappelli.

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della Guardia di Finanza in pensione, è la rappresentazione di una montagna, sorvolata da un uccello. Il disegno ser-peggiante, aguzzo, puntuto ed il colore blu scuro, misterioso, del tutto partico-lare, ne fanno una montagna dramma-tica, teatro – come ha argomentato il Prof. Francescotti – in cui si è svolto il dramma di Stefano. Il volatile simbo-leggia la sua anima che vola misterio-samente verso l'eternità.Tra gli applausi generali, i dipinti sono stati donati dai due autori al Mar. Mari-sa, per essere poi esposti nella Sezio-ne di Trento.A perenne memoria di Stefano Gottar-di, il V. Brig. Antonio Ciervo, Consiglie-re di quella Sezione ANFI e vincitore di diverse rassegne letterarie, ha dedica-to una struggente poesia, che, nel pro-sieguo della cerimonia è stata letta da Pietro Gottardi, giornalista de “L'Adige” e cugino di Stefano.La celebrazione si è conclusa con l'esibizione, assai gradita, del Coro Alpi-no Trentino di Gardolo, guidato dal Pre-sidente Onorario, Comm. Mario Eictha, socio sostenitore della Sezione e diret-to dal Maestro Franco Tomasi che, in onore del Gen. Olivo e del Fin. Gottardi, ha eseguito alcuni inni e la celeberrima “Signore delle Cime”.Unanime è stato il consenso e la grati-tudine delle Autorità e dei presenti per

l'impeccabile organizzazione e la per-fetta riuscita della cerimonia. L'evento, nella sua complessa e com-piuta articolazione, ha saputo fondere armonicamente i valori e gli ideali - che sono il fondamento della nostra demo-crazia e che fortificano noi Fiamme Gial-le in servizio ed in congedo - alla bellez-za dell'arte, toccando momenti di inten-sa commozione, nel ricordo della totale dedizione al Corpo del Gen. Olivo e dell'estremo sacrificio del Fin. Gottardi. Il compiacimento più sentito è stato rivolto al Comando Regionale della Guardia di Finanza di Trento per il pre-zioso apporto fornito ed al Mar. Marisa, Presidente della Sezione, che ha forte-mente voluto e curato nei dettagli la rea-lizzazione della manifestazione.Non potevano mancare, nella circo-stanza, riconoscimenti tangibili: per la piena disponibilità, l'encomiabile impe-gno e la meritoria attività svolta nell'ambito del sodalizio e per rendere, in pochissimo tempo, agibile, funziona-le e presentabile per la cerimonia la nuova sede, il Comitato Esecutivo dell'ANFI ha concesso Diplomi di Merito al Brigadiere Capo Livio Benvenuti, al Mar. Magg. A. Giordano Casali, all'App. Maurizio Dossi e all'App. Aldo Marchio-ro, tutti Soci della Sezione di Trento, diplomi che sono stati consegnati, nel corso della cerimonia, dai Generali Ver-

dicchio, Cappelli, Attardi e dal Fin. Gian-nini.Molto apprezzato, infine, lo speaker della giornata, Sig. Secondo Zanella, che con professionalità, ha saputo annunciare i vari momenti della cerimo-nia.

Un momento del dono delle foto del Gen. Olivo e del Fin. Gottardi al Mar. Marisa. Da sinistra a destra: il Gen. Verdicchio; il Dott. Andreatta e l'Avv. Nardin, rispettivamente Sindaci di Trento e di Cembra; il Dott. Squarcina, Commissario di Governo della Provincia Autonoma di Trento; il Mar. Marisa; il Fin. Giannini; il papà di Stefano Gottardi, Silvestro; la Sig.ra Olivo; la mamma di Stefano Gottardi, Elisa; i Generali Attardi e Cappelli.

il Generale Verdicchio, in segno di gratitudine, dona al Presidente della Sez. di Trento, Mar. Marisa, il crest del Presidente Nazionale dell’ANFI

11FiammeGialle - Marzo 2012

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Dal 22 al 24 febbraio 2012 si sono svolte, a Passo Rolle ed al Lago di Tesero, le esercitazioni tecnico sciistiche per il personale del Corpo che opera in ambiente montano, 62^

edizione delle "Gare Invernali di sci della Guardia di Finanza".Come negli ultimi anni la cerimonia di apertura delle competizioni, si è svolta nella Piazza principale di Predazzo alla presenza del Sindaco e di altre Autorità nonché di un folto pubblico.Dopo l'accensione del tripode il Coman-dante della Legione Allievi, Generale di Brigata Gennaro Vecchione, ha preso la parola elogiando e stimolando tutti gli

atleti partecipanti. La manifestazione, che ha raggiunto la 62^ edizione, impeccabilmente organizzata dalla Scuola Alpina di Predazzo, ha visto pre-valere, ancora una volta, il Comando Regionale Lombardia che si è imposto nettamente sulle rappresentative degli altri Comandi Regionali partecipanti.La cerimonia di premiazione e chiusura delle gare (nelle foto in basso), alla pre-senza di Autorità civili e militari, è stata presieduta dall'Ispettore per gli Istituti di Istruzione, Generale di Corpo d'Armata Vito Bardi.Il Presidente Nazionale A.N.F.I., Gene-rale di Corpo d'Armata Giovanni Ver-dicchio, impegnato con la sessione del Consiglio Nazionale del 23/24 febbra-io, ha delegato a rappresentarlo il Con-sigliere Nazionale per il Trentino-Alto Adige, Fin. Mauro Giannini.Nel corso della premiazione, tenutasi al Lago di Tesero nella splendida cornice della pista di fondo ove si terranno i prossimi mondiali, il Fin. Giannini ha consegnato la coppa del Presidente Nazionale all'atleta più giovane parte-cipante alle gare (vedi foto a sinistra).

62^ EDIZIONE PER IL PERSONALE DEL CORPO CHE OPERA IN AMBIENTE MONTANO

12FiammeGialle - Marzo 2012

ESERCITAZIONIESERCITAZIONITecnico SciisticheTecnico Sciistiche

di Mauro Giannini

Le immagini, di G. Barbieri, sono state gentilmente concesse dall’Archivio Fotografico della Scuola Alpina di Predazzo

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redazzo e Passo Rolle sono luo-ghi ormai intrinsecamente legati Palla memoria di ciascun finan-

ziere, come del resto Ponte Chiasso, Brennero, Gaeta, Pal Piccolo, Dobrej, ecc…Alcune di queste località sono ricordate per gli atti di valore che i finanzieri vi pro-fusero, altre per il servizio svolto, altre infine perché colà vi fu il primo contatto con la Guardia di finanza. E' questo il caso di Predazzo e Passo Rolle ove ha sede la più antica Scuola Alpina del mondo ed anche l'unico isti-tuto di istruzione del Corpo funzionante ininterrottamente da più di 90 anni.La decisione di istituire il reparto d'istruzione è stata rivendicata da diversi ufficiali e la polemica è sfociata in una serie di articoli dei capitani Fan-tapiè e Migliore e del Colonnello Olivo, in contrasto tra loro sul “Finanziere” dell'anno 1933.Nella polemica intervenne poi anche il Generale Giuseppe Ferrari, già Ispet-tore Generale del Corpo e poi Capo di

Stato Maggiore dell'Esercito, che prete-se un'inchiesta per rivendicare la sua paternità nella istituzione dell'Istituto, inchiesta che si concluse con l'irrogazione degli arresti all'anello debo-le della catena, il Cap. Bartolomeo Migliore per “esibizionismo ad ogni costo”. Ma andiamo con ordine. Al ter-mine della 1° guerra mondiale, i R.D.L. 4 settembre e 9 novembre 1919, rispet-tivamente numero 1600 e numero 2073, previdero che il vertice della Guar-dia di finanza fosse costituito da un “Ispettore Generale” carica attribuita ad un Tenente Generale del Regio Eserci-to, con alle dipendenze un “Comandan-te Generale” proveniente dal Corpo.Primo ed unico Ispettore Generale, per-ché poi la legge di ordinamento fu modi-ficata abolendo questa figura anomala e ritornando al precedente istituto del Comandante Generale proveniente dall'Esercito, fu nominato il Tenente Generale Giuseppe Ferrari, che duran-te la guerra aveva comandato la 56^ divisione che aveva combattuto sulla catena dei Lagorai e che si era resa pro-tagonista di epiche battaglie, al termine delle quali erano stati conquistati i monti Cauriol, Colbricon e Passo Rolle.Dopo la guerra fu stabilito di portare in un primo tempo l'organico dei finanzieri da 16.000 a 26.000 e successivamente a 30.000 unità.

Ma nel 1919 la forza effettiva era ben lontana dal raggiungere tali cifre, per-ché, allora vi era una deficienza di oltre 12.000 uomini, dovuta alle perdite per cause di guerra e per il congedamento dei richiamati.Per reintegrare le deficienze degli effet-tivi, il Comando Generale dispose l'effettuazione di reclutamenti straordi-nari e l'abbreviamento dei corsi di istru-zione da 6 a soli 3 ed anche 2 mesi pres-so la Legione allievi.Per le accresciute esigenze fu aggiunto un nuovo battaglione allievi a Bolzano ai tre esistenti a Maddaloni, Roma e Verona, furono istituiti distaccamenti allievi presso le Legioni di Trieste (Po-la), Venezia (Padova), Genova, Anco-na, Palermo e Messina (Catania) e suc-cessivamente, come si vedrà, a Pre-dazzo alle dipendenze della Legione di Trento.Nelle nuove provincie annesse al Regno d'Italia (Trentino Alto Adige e Venezia Giulia) l'organizzazione terri-toriale era stata affidata ai battaglioni mobilitati che avevano combattuto la decisiva battaglia di Vittorio Veneto, rispettivamente il VII, VIII e XX.In particolare il VII battaglione aveva costituito il Circolo (così allora si chia-mavano i comandi provinciali) di Trento e successivamente la prima intelaiatu-ra di un comando di Legione, che poi fu

di Luciano Luciani

Frammenti di StoriaFrammenti di Storia

Le Origini della Scuola Alpina della Guardia di Finanza

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1921 - Esercitazioni sciistiche sulla piana Predazzo-Ziano. Sullo sfondo il treno a vapore della Val di Fiemme

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assegnato nel febbraio 1919 al Tenen-te Colonnello Olivo, un ufficiale capace e scrupoloso, che durante la guerra aveva comandato il XVIII battaglione mobilitato. Per poter individuare con razionalità le sedi ove istituire compa-gnie, tenenze e brigate egli programmò una scrupolosa ricognizione del territo-rio. Percorrendo la Val di Fiemme, ove egli intendeva istituire una tenenza, accertò la presenza di un grande fab-bricato iniziato a costruire prima della guerra ma non ancora terminato. Si trat-tava di una caserma, la cui edificazione era iniziata nel 1914, che l'Austria intendeva assegnare quale sede ad un battaglione di Landschutzen, destinato alla prima difesa dei confini dell'Impero con l'Italia che correvano poco a sud, sulla displuviale tra Avisio, Cordevole e Cismon.La costruzione era rimasta incompiuta perché si era trovata a breve distanza dal fronte di guerra, a portata delle arti-glierie italiane, che la potevano bersa-gliare se fosse stata occupata da trup-pe o istallazioni militari.All'indomani del 4 novembre 1918 nel fabbricato, di proprietà del comune di Predazzo, si era acquartierato un bat-taglione di bersaglieri, dopo che il Genio Militare vi aveva effettuato nume-rosi lavori per renderlo abitabile. Dopo qualche mese i bersaglieri erano stati

smobilitati e la caserma si era resa disponibile per nuovi usi.Il Colonnello Olivo si era reso subito conto che l'immobile aveva ottime potenzialità per ospitarvi un reparto d'istruzione del Corpo e ne aveva dato notizia ai comandanti superiori.L'ufficiale propose che la caserma di Predazzo fosse anche utilizzata per i corsi di lingua tedesca per il personale da destinare al servizio in Alto Adige e per i corsi sci da far frequentare ai finan-zieri assegnati ai reparti di montagna.La proposta non ebbe buona accoglien-za al Comando Generale. Forse perché il Comandante Generale La Ferla, pro-pendeva per l'istituzione di un battaglio-ne allievi nel sud Italia, ma fu entusiasti-camente accolta dall'Ispettore Genera-le Gen. Ferrari, che per due lunghi anni di guerra aveva combattuto sulle mon-tagne attorno a Passo Rolle, alcune bat-taglie che avevano come obbiettivo Pre-dazzo, che però era rimasto un mirag-gio irraggiungibile.Comunque il Gen. Ferrari impose la sua volontà al Comandante Generale e nel novembre del 1920 ordinò l'assegna-zione a Predazzo, quale comandante del distaccamento allievi della Legione di Trento, il Cap. Amedeo Migliore, che prese servizio il 16 novembre. Intanto in tempi rapidissimi, il Col. Olivo era riusci-to a farsi assegnare dal Comando della

1° armata che ne aveva la disponibilità, la caserma e a far eseguire dal Genio militare ulteriori lavori di completamen-to. Il primo corso sci per militari prove-nienti dalle Legioni di frontiera ebbe ini-zio appena ultimati i lavori di riadatta-mento, il 18 febbraio 1921.I corsi sci per la Guardia di finanza non erano una novità: se ne erano molti numerosi prima della guerra a Bardo-necchia e Asiago e nel primo dopo-guerra in Val Brenta, Bardonecchia e Campo Franscia (Sondrio).L'addestramento sciistico organizzato dal “Distaccamento” per carenza di neve in Val di Fiemme, ebbe inizio a Passo Rolle, ove i frequentatori dovet-tero sistemarsi precariamente in costruzioni semidiroccate e baracca-menti di guerra, che dovettero essere sommariamente riattati.I partecipanti al corso sopportarono con entusiasmo ogni difficoltà e si impe-gnarono nell'apprendimento delle tec-niche sciistiche con encomiabile volon-tà, sicché i risultati furono eccellenti e l'Ispettorato Generale potenziò ulterior-mente il distaccamento istituendovi un battaglione allievi finanzieri e denomi-nandolo il 27 novembre 1921 “Scuola Alpina della Regia Guardia di finanza”.I primi comandanti dell'Istituto di Pre-dazzo furono il Cap. Bartolomeo Migliore, dal 16 novembre 1920 al 30

1921 - Immagini della piazza d'armi della caserma Macchi

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ottobre 1921 ed il Cap. Amedeo Vero-nese, dal 1 novembre 1921 al 22 aprile 1924.Il primo aveva già dato prova di eccel-lenti doti organizzative assumendo il comando del servizio di controllo doga-nale nella Dalmazia già Austro-Ungarica, occupata nel corso del 1919 ed istituendo nel 1920 la compagnia di Malles Venosta incaricata della vigilan-za al nuovo confine italo-austriaco in alta Val Venosta.Dopo l'esperienza di Predazzo, si distinse in Tripolitania dove riorganizzò il servizio della Guardia di finanza nella colonia.Il suo carattere fermo, ma temperato da doti di diplomazia, emerge nella moti-vazione degli encomi ricevuti da perso-nalità estranee al Corpo della Dalmazia e della Tripolitania per aver saputo diri-gere con equilibrio personale italiano e di origine locale fondamentalmente osti-le al nostro Paese appianando diver-genze e contrarietà senza rinunciare ad imporre le superiori direttive delle autorità nazionali.Dall'encomio ricevuto dal Commissario Governativo della provincia di Trento, si evince anche che l'ufficiale aveva operato in Val di Fiemme ed in Val di Fassa con buon senso e diplomazia tra la popolazione che in gran parte osten-tava sentimenti di contrarietà alle Istitu-zioni italiane.Tuttavia un altro aspetto del carattere di Migliore, la tendenza all'auto-celebrazione, emerge dall'articolo pub-blicato sul “Finanziere” del 19 giugno 1933 nel quale egli si attribuiva meriti non suoi sull'istituzione della Scuola Alpina.Lo scritto provocò la reazione del Gen. Ferrari e la conseguente irrogazione della ricordata sanzione disciplinare.Il Cap. Amedeo Veronese fu il secondo comandante della Scuola dal 1 novem-bre 1922 al 30 agosto 1924.Proseguì nell'opera di organizzazione dell'Istituto che sotto la sua guida divenne “Scuola Alpina” con alle dipen-denze il distaccamento di Passo Rolle.

A merito di Migliore e Veronese va anche ascritta la creazione di un mensi-le dal nome “Fiamme Gialle” che accan-to alla cronaca spicciola della vita della Scuola aggiungeva articoli divulgativi sulle materie di studio degli allievi e rie-vocativi della storia del Corpo.Il primo numero fu pubblicato il 1 dicem-bre 1920. Il giornale ebbe diffusione in tutti gli ambienti militari trentini e diven-ne poi, dal 1 gennaio 1922 e per molti anni, la palestra educativa della Legio-ne allievi. In una rievocazione dei primi anni della Scuola di Predazzo non si può non ricordare un altro protagonista che mise le basi per l'affermazione dell'eccellente livello tecnico dell'Istituto nel campo degli sci e dell'alpinismo. Si tratta di Ottavio Berard, un valdosta-no che aveva partecipato alla grande guerra con il grado di tenente degli Alpi-ni e che proprio sulle cime dei Lagorai aveva meritato una medaglia d'argento ed una di bronzo al Valor Militare.Il Generale Ferrari lo volle fin dal febbra-io del 1921 al “distaccamento” quale consulente tecnico ed egli ripagò la fidu-cia introducendo nell'insegnamento

dello sci le più innovative metodologie didattiche, la validità delle quali fu dimo-strata dai risultati che i migliori alunni conseguivano nella partecipazione a gare a livello nazionale.Per suo merito nacque il Gruppo Spor-tivo che fin da subito si affermò a livello di eccellenza in Italia ed all'estero.Anche nel campo dell'alpinismo, allievi della scuola, grazie a lui, si affermaro-no arrampicatori tra i migliori d'Italia.Non va dimenticata la sua vena artisti-ca nel campo della fotografia.A lui dobbiamo immagini memorabili di Predazzo, della Scuola Alpina, del Distaccamento di Passo Rolle e di eser-citazioni sciistiche ed alpinistiche. Ne segnalo una per tutte: la celebre foto-grafia dell'omaggio floreale all'immagi-ne della Madonna al rifugio Città di Mila-no nell'Ortles Cevedale, di tre rocciatori della Scuola Alpina.In conclusione, la Scuola Alpina sorse su proposta del Col. Olivo che però intendeva in un primissimo tempo uti-lizzare la caserma di Predazzo per corsi di lingua tedesca e corsi di sci per i finanzieri. Successivamente il Cap. Migliore, primo comandante, si impegnò nel miglioramento dell'orga-nizzazione didattica e infrastrutturale.L'Ispettore Generale, Gen. Ferrari, fece sua l'idea di potenziare il reparto di istruzione e di fare a Predazzo una cosa diversa da un semplice battaglio-ne allievi: una Scuola ove addestrare alla montagna le nuove leve della Guar-dia di finanza, che poi dovevano essere assegnate alle numerosissime brigate sul confine terrestre, alcune sui più alti ed aspri valichi delle Alpi.

1921 - La sala convegno

Esercitazione degli Allievi a Passo Rolle

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TACCUINOTACCUINOdi Giuseppe Giuliani

Caro Aldo, la nostra amicizia nacque negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra. Scribacchiavamo su varie gazzette ma su fronti opposti e una volta io ti attaccai. Tu mi mandasti a dire che, se mi avessi incontrato, mi avresti fatto una faccia di schiaffi. Così qualche comune amico – forse per met-terci alla prova, forse solo con l'intento di divertirsi – fece in modo di provocare l'incontro. Simpatizzammo subito ed iniziammo una frequentazione quoti-diana.Lunghe passeggiate e, soprattutto, con-versazioni a non finire sui più svariati temi, nonostante la diversità di vedute. Ma, spesso, ci dedicavamo ai “discorsi della spicchiafava”, come noi chiama-vamo i discorsi senza capo né coda, fatti volutamente, deliberatamente, per divertirci, mettendo alla prova la nostra capacità di girare intorno al nulla. Era-vamo ragazzi ed avevamo anche del tempo da perdere. Ma mi sai dire tu quanti “discorsi della spicchiafava” tocca sorbirci ogni giorno? Accendi la televisione, e macinano il nulla. Leggi certe articolesse, e ti accorgi che maci-nano il nulla. E' talmente l'abitudine, l'assuefazione, il condizionamento che, anche con gli amici a cena, si rischia di scivolare nel nulla. E' come se avessi-mo perduto la dimensione della vita, della ragionevolezza, direi addirittura dell'intelli-genza. Mah.

Foto 1

STRETTAMENTE

CONFIDENZIALE

Questa mattina, nel mentre stavo riti-rando un mio documento di riconosci-mento che avevo dovuto consegnare per poter accedere alla caserma Zan-zur di Napoli, sono stato avvicinato da un distinto Signore, non giovane d'età ma nemmeno vecchio, che mi ha salu-tato con molta effusione. Purtroppo, io non sono fisionomista e non l'ho ricono-sciuto subito, ma quando lui mi ha detto di chiamarsi Albano, mi sono subito ricordato di lui. Albano, il mitico scrivano delle Sezioni Speciali del Nucleo regio-nale di polizia tributaria di Napoli, che conobbi nell'anno di grazia 1971 quan-do fui destinato al reparto. A quel tem-

po, il Nucleo stava proprio alla Zanzur, nel mentre la Legione aveva gli uffici nel vicino immobile di Via Depretis. Poi, un Ispettore dell'Italia meridionale decise di invertire l'occupazione dei caseggia-ti, per cui il Nucleo passò in Via Depre-tis, nel mentre la Legione traslocò alla Zanzur. Ma è a questa caserma che sono legati alcuni tra i miei ricordi più belli, a cominciare dalla prima visita medica d'arruolamento, quando uno dei componenti della commissione mi batté una mano su una spalla e mi dis-se: “Diventerai un ottimo ufficiale”. Su che cosa basasse il suo convincimento, non so, ma so che quelle parole furono un'autentica iniezione di fiducia e di otti-mismo. A me qualcuno aveva detto che, non avendo “Santi in Paradiso”, tanto valeva che mi ritirassi dal concorso, evi-tandomi fatiche che sarebbero risultate superflue. Ma, evidentemente, qualche Santo, di quelli veri, in Paradiso io lo avevo, e si era espresso per bocca di quel medico.Ma ora vorrei dire qualcosa relativa al periodo in cui Albano fu il mio “braccio destro burocratico”, che coincide col tempo in cui io fui dapprima addetto e poi comandante delle sezioni speciali. Fu un periodo di inenarrabile attivismo professionale, che comprese l'entrata in vigore dell'imposta sul valore aggiun-to. Le sezioni speciali avevano sospeso l'attività di verifica ed avevano ricevuto l'incarico di predisporre un ufficio di con-sulenza per il pubblico per il nuovo tri-buto. Era evidente che, prima di spie-garla al colto ed all'inclita, la nuova impo-sta la dovessimo conoscere noi per primi e così ci riunivamo tutti assieme, capi e gregari, per cercare di dipanare la matassa. Riunioni lunghissime, anche piuttosto vivaci, in una stanza che, pur avendo i soffitti alti come tutti i locali della Zanzur, a malapena soppor-tava la nube di fumo prodotta dalle nostre sigarette. Quanto “fumo passi-vo”, oltreché “attivo”, avremo ingerito? Ma, allora, non c'era ancora la demo-nizzazione dei fumatori, si fumava anche al cinema e nei locali pubblici, il fumatore non veniva vissuto come un maledetto tossicomane contagioso.C'è, poi, tra i tanti, un terzo ricordo rela-tivo alla caserma Zanzur al quale vorrei ora accennare. Si riferisce al terremoto del 1980. Quel pomeriggio del 23

LA CASERMA ZANZUR

novembre, la festa di compleanno alla quale ero stato invitato insieme con molte altre persone, tra le quali il procu-ratore generale di Napoli, volgeva al ter-mine. Il procuratore ed io stavamo appunto stringendoci la mano, quando fummo coinvolti in una sorta di danza tribale, avanti e indrè. Ben presto ci accorgemmo che si trattava di un terre-moto. Quando “recuperai” mio figlio France-sco, che aveva avuto cose da fare più interessanti di una festa di compleanno, lo convinsi a starcene a casa nostra, senza patemi. Ma lui poi cambiò parere, dopo avere incontrato un amico che abi-tava sotto di noi e che, al contrario, d'accordo con la sua famiglia, aveva deciso di passare la notte in macchina. Io in vita mia qualche notte in macchina l'ho passata ma non per paura del terre-moto, sicché la soluzione non mi anda-va per nulla a fagiolo. D'altra parte, ho sempre affermato che la paura è un sen-timento irrazionale, che pertanto va rispettato. Come conciliare il rispetto per la paura di mio figlio con l'insul-saggine di starsene in auto una notte intera? Per fortuna, si accese una lam-padina. “E se andassimo a dormire alla Zanzur?”, gli chiesi. E lui fu subito d'accordo. I “muri maestri” della caser-ma costituivano un'ampia garanzia di stabilità.Detto fatto, preparammo una valigetta e ci mettemmo in macchina per andare in caserma. Per raggiungerla, dovevamo attraversare Piazza Municipio ed io ho ancora nelle orecchie il silenzio assor-dante di migliaia di persone che si erano predisposte per trascorrere una notte all'addiaccio, sui prati del Maschio Angioino. Uno spettacolo indimentica-bile. Quando giungemmo in caserma, trovammo il Generale Giuliano Oliva, che era l'Ispettore, già saldamente installato nella Sala operativa legiona-le. Poiché io ero il suo principale colla-boratore, ritenni doveroso piazzarmi al suo fianco e lì restammo, praticamente 24 ore su 24, non ricordo più per quanti giorni.E Francesco? Lo avevo quasi perso di vista. Ma lui non aveva perso tempo. Si era messo ad organizzare partite di pal-lone negli ampi corridoi della Zanzur, “arruolando” tutti i finanzieri liberi dal servizio.

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PallottolierePiccolo telaio con sbarrette in cui sono infilate pallottole di colore vario dispo-ste in più ordini; utile per semplici ope-razioni aritmetiche, era usato in passa-to per insegnare ai bambini le prime nozioni di aritmetica (Zingarelli). Se ben ricordo, le sbarrette erano dieci e cia-scuna infilava dieci palline. Quanti di noi hanno imparato le quattro operazio-ni giocando con le palline?

Quattro operazioniAddizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione. La più difficile era la divisione con numeri decimali, al dividendo, al divisore o, peggio, ad entrambi. Per con-trollare l'esattezza della moltiplicazio-ne, esisteva la “prova del nove” ma la mia memoria ha conservato solo il nome, non la procedura.

Carta copiativa o carta carboneConsentiva la copia immediata di uno scritto a mano od a macchina, nello stes-so momento in cui la penna o i caratteri meccanici imprimevano i segni sul foglio. Per aumentare il numero di copie, si usava, quando possibile, la carta riso, fogli di carta sottilissimi, quasi trasparenti.

Carta assorbenteCapace di assorbire il liquido ecceden-te dell'inchiostro senza tuttavia cancel-lare lo scritto. Se usata in modo malde-stro, rendeva anche uno scritto-capolavoro un'informe macchia nera. Sul set di ogni scrivania, c'era sempre un tampone assorbente, un aggeggio, generalmente di legno, dondolante in modo da favorirne l'aderenza progres-siva allo scritto senza provocare mac-chie.

CiclostileRudimentale meccanismo per la ripro-duzione di uno scritto o disegno impres-so su una matrice. Inizialmente aziona-to a mano, il meccanismo venne poi ali-mentato elettricamente ma non tutti potevano permetterselo, dato il prezzo. In compenso, la carta per ciclostile era molto economica, anche se rozza.

CHI LI HA VISTI?

LE STELLETTE CHE

NOI PORTIAMO

Non vorrei essere disinformato ma nel corso di tutte le celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità d'Italia, a nessu-

no è venuto in mente di ricordare che il segno distintivo delle Forze armate – ossia la stelletta a cinque punte – è l'unico ad essere rimasto immutato sia con la Monarchia sia con la Repubbli-ca..D'accordo, il tricolore è sempre formato dagli stessi colori ma sul bianco non c'è più lo stemma sabaudo. Una modifica del tutto ovvia dopo il referendum del 1946.Ma la stelletta non ha avuto bisogno di modifiche. Ce l'avevano i nostri soldati sul Piave e sul Grappa, in Africa e in Russia, nella guerra di liberazione e in quella partigiana.Ce l'hanno i nostri soldati sparsi per il mondo.Forse, il vero simbolo dell'unità d'Italia.

SUPERSENIOR / 4 - FINE

Cento giorni da vivere insieme con per-sone sino a quel momento sconosciute può costituire anche un azzardo, tenuto conto che i partecipanti al reality, do-vendo aver superato i sessanta, non erano certo giovincelli di primo pelo.Ma questa fu la prima sorpresa che mi confermò in una mia convinzione: chi ha la “capa sciacqua” a vent'anni può mantenerla anche nel tempo.Avere la “capa sciacqua” non significa necessariamente essere un cretino oppure avere acqua nel cervello, così come letteralmente l'espressione deve essere tradotta in italiano.Significa, o può significare, essere dota-ti di autoironia, di una visione non trau-matica della vita, dell'accettazione del buono e del meno buono che l'esistenza presenta ogni giorno.Sotto questo aspetto, tutti i Superse-nior, maschietti e femminucce, hanno dimostrato di avere la “capa sciacqua”.Anche i contrasti sui copioni, dei quali ho parlato la volta scorsa, si dissolveva-no in una battuta, in una risata, in un rinvio al domani.Ma, a conclusione della carrellata su questa mia esperienza di vita, vorrei ricordare due episodi.Il primo si riferisce al giorno in cui la pro-duzione ci offrì la visione di un film dal titolo “Calendar's girls”, le ragazze del calendario.Le “ragazze” del film erano Signore un po' mature che, per scopo di beneficen-za, si erano accordate per fare un calendario sexy.I film, il più delle volte, sono favole che devono funzionare e, nel film, la favola

funzionò, anche grazie ad un fotografo bravissimo.Per me, la visione finì lì ma per altri non fu così. In particolare, alcune femmi-nucce si erano intestardite a voler fare un calendario e qualcuna già s'immaginava in posa sexy.Per esempio, s'immaginava all'uscita dalla doccia, con l'accappatoio un po' scostato sulla coscia.Io fui subito ferocemente contrario all'iniziativa un po' perché di calendari sexy ce n'è già tanti in giro e un po' per-ché si voleva che anche i maschietti del gruppo Supersenior si facessero foto-grafare.A me, più che altro, veniva da ridere e dissi senza tante perifrasi che la mia foto nessuno l'avrebbe voluta neppure gratis, figuriamoci a pagamento e sia pure per beneficenza.Ci fu un'aspra battaglia, forse qualche femminuccia si sentì mortificata nella sua vocazione sexy, ma, alla fine, sag-giamente, non se ne fece nulla.Per un altro tipo di sexy, ci fu un giorno uno del gruppo che chiese alla produ-zione di parlare con gli altri a porte chiu-se e senza telecamere.Autorizzazione data. A porte chiuse, il Supersenior confessò di essere gay e ci chiese consiglio se dirlo davanti alle telecamere.Decise di non dirlo. Quando ho raccon-tato questo episodio dopo la fine dell'esperienza, mi sono visto fare autentiche risate in faccia da chi aveva visto in televisione le trasmissioni riguardanti la nostra vita al castello.Infatti, mi venne detto, non c'era alcun bisogno che quel Supersenior facesse outing, perché tutti gli spettatori se ne erano già accorti.Ma la cosa forse ancora più interessan-te è che, prima della fine dell'espe-rienza, venne scoperto un secondo gay che però era riuscito a dissimulare molto bene, per tutti i cento giorni, la sua natura.La “scoperta” venne fatta casualmente da una delle femminucce che aveva colto al volo uno scambio di frasi tra il Supersenior ed un “amico col quale con-divideva l'abitazione” e che l'era venuto a trovare.Se si potesse assumere come campio-ne statistico significativo il gruppo di sei maschietti Supersenior, considerato che due di loro sono risultati gay – uno dichiarato ed uno sotto copertura - biso-gnerebbe inferirne che i due sesti della popolazione italiana, ossia un terzo, è costituita da gay.Mamma mia.

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i parla spesso di genio italico per sottolineare le tante - ma spesso Spurtroppo inespresse - intelli-

genze di questa nostra piccola grande Italia. Intelligenze che spesso sono costrette a migrare all'estero (circa 50.000 ragazzi italiani lasciano annual-mente il nostro Paese in cerca di fortu-na lì dove le opportunità per i giovani che si inseriscono nel processo produt-tivo sono assai più incentivate che in patria), esasperando quindi la delusio-ne nei nostri cuori per il mancato bene-ficio che potrebbe derivarne, e non ne deriva, nell'interesse nazionale. Eppu-re, oggigiorno noi italiani conviviamo con tanti e tali problemi di carattere socio-economico che se solo si potes-se valorizzare al meglio questo nostro genio, da secoli patrimonio non indiffe-rente del nostro italico dna, potremmo trovare in casa la risposta a molte emer-genze che ci attanagliano quotidiana-mente. La questione rifiuti, ad esempio, è solo uno dei tanti casi emblematici. Sono anni che in Campania, per citare la regione più sofferente su questo tema,

la popolazione convive con una peren-ne emergenza ambientale e sanitaria, dibattendosi tra favorevoli e contrari alla termovalorizzazione dei rifiuti pro-dotti, o tra fautori e detrattori della più auspicabile politica volta alla loro inte-grale gestione, in un'ottica più ampia, e forse anche più salubre ed economica-mente conveniente, che muove i suoi passi con l'applicazione del cosiddetto principio delle 4 R, ossia:1) riduzione della produzione di rifiuti; 2) riuso dei materiali (sistemi modulari); 3) recupero della raccolta differenziata (riciclo della carta, plastica, vetro, allu-minio, ecc.); 4) recupero di energia (risparmio ed effi-cienza energetica).Quest'ultima soluzione ha il solo limite dei tempi medio-lunghi necessari per avviarla a regime, causa certa immatu-rità e miopia politica e la non facile implementazione in tempi rapidi di un tal nuovo sistema di smaltimento, con infrastrutture adeguate e una filiera che, partendo dal produttore e passan-do per il consumatore, si concluda con la massimizzazione del riutilizzo degli scarti. Pertanto, per quanto auspicabile in p rospet t i va , non consente nell'immediato di risolvere la grave cala-mità del momento in Campania. Ma la prima soluzione, a sua volta, è invisa a cittadini e comitati ambientalisti perché nessuno giustamente vuole vedersi rea-

lizzato di fronte casa un inceneritore, foss'anche un termo-valorizzatore di ultima generazione: i primi per le indub-bie ripercussioni ambientali, conse-guenza dei fumi che si genererebbero; i secondi per l'inadeguatezza della scel-ta, che non consentirebbe un integrale recupero e riutilizzo dei rifiuti, buona parte dei quali andrebbero sprecati in quanto “inceneriti”.In questa contrapposizione tra novelli guelfi e ghibellini quali soluzioni vanno per la maggiore? Spiace affermarlo, ma solo le peggiori tra quelle possibili, rimedi peggiori del male: l'apertura di nuove discariche in cui gettare e inter-rare milioni di tonnellate di immondizia.Ma ora una soluzione sembra possibi-le. Pochi mesi fa Fincantieri, che è leader mondiale nella progettazione e costru-zione di unità navali ad alto valore aggiunto, e che si avvale del proprio centro di ricerca applicata Cetena (Cen-tro per gli Studi di tecnica navale), ha presentato presso la Facoltà di Econo-mia dell'Università di Napoli Federico II l'avveniristico progetto Plasmare, per la realizzazione di impianti cosiddetti “navalizzati”, dedicati per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Vi si prevede la costruzione di due piattaforme galleg-gianti, non autopropulse, da posizio-narsi in acque “protette”: la prima dedi-cata alla ricezione dei rifiuti solidi urba-

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AMBIENTEAMBIENTE

EMERGENZA RIFIUTI

E INGEGNO ITALIANO

a cura del dr. Marco Duspiva

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ni con produzione di cdr, ossia combu-stibile da rifiuti (prodotto dallo smalti-mento di circa 400 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani), e la seconda per la gassificazione dello stesso prodotto tramite l'utilizzo di tecnologia al plasma in grado di recuperare energia dal gas di sintesi prodotto.Tra gli altri vantaggi, questi natanti, di avanzata tecnologia e sofisticata attrezzatura, sfrutterebbero gli spazi marini, garantendo il decongestiona-mento delle aree terrestri adibite a discariche, spesso limitate e penalizza-te da considerevoli problemi logistici, oltre che di vera e propria emergenza sanitaria per la vicinanza coi centri abi-tati. Ma che fine faranno i rifiuti? "Pla-smare - risponde Giovanni Caprino, ingegnere della Cetena e responsabile del progetto - si avvale di una tecnolo-gia molto più avanzata rispetto al ter-movalorizzatore, e produce materiale inerte, stabile, ed energia senza nes-sun processo di combustione. Inoltre,-stiamo studiando soluzioni migliori anche dal punto di vista dell'odore che si avvertirà solo nel momento in cui i camion rovesceranno la spazzatura". In cosa consiste? "Stiamo progettando una copertura depressurizzata in modo che non escano odori, mentre il resto del processo si svolgerà al chiuso. L'unico inconveniente potrà essere la fuoriuscita di un po' di fumo bianco cau-sato dall'umidità". Ma esiste un rischio concreto che i rifiu-ti possano finire in mare? L'ing.Caprino rassicura:"nessun rischio e non ci saranno emissioni grazie alla tecnica della torcia al plasma che rispetto alla combustione dissocia le molecole per ottenere syngas ed energia elettrica, da rimettere in rete e da utilizzare per il funzionamento dell'impianto stesso. Rispetto ai termo-valorizzatori che hanno comunque le ceneri come r e s i-

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duo di lavorazione, questi impianti sono di una generazione avanti ".Il progetto rappresenta anche una gran-de opportunità per l'economia locale, dato che i natanti verrebbero realizzati nei cantieri navali di Castellammare di Stabia, e prevede un investimento di 160 milioni di euro per la realizzazione della nave con impianto al plasma (mi-nimo 20 anni di vita utile), in grado di trattare 130.000 tonnellate di rifiuti l'anno, producendo 65.000 tonnellate di combustibile da rifiuti al costo di 150 euro a tonnellata (dai quali ricavare 65 gigawatt annui di energia elettrica, potenzialmente idonei a fornire luce a circa 3-4000 famiglie).Il progetto Plasmare prevede due fasi: la prima, immediatamente cantierabile e con tempi certi e ridottissimi di realiz-zazione (appena 14–16 mesi) dedicata alla ricezio-ne dei rifiuti soli-

di urbani con produzione di combustibi-le da rifiuti; la seconda fase si riferisce invece al plasma che potrebbe essere utilizzato per gassificare a emissioni zero il combustibile da rifiuti. Attual-mente la tecnologia è in fase di speri-mentazione nell'impianto canadese di Ottawa: "Ci sono stati dei rallentamenti nella sperimentazione in fase di start up - ha spiegato l'ingegner Giovanni Caprino di Cetena - ma la sperimenta-zione è ripartita e dalla seconda metà del 2012 avremo a disposizione la tec-nologia perfettamente testata e capace di produrre a impatto zero energia e materiali riutilizzabili".

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Nella foto, il Progetto Plasmare, 'navalizzati' per il trattamento dei rifiuti solidi urbani

che prevede la realizzazione di impianti

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L’Angolo della SALUTE“L’angolo della salute” in questo numero è a cura del Dott. Alberto Sbardella

“La solitudine non è mai con voi; è sem-pre senza di voi!” da Uno, nessuno e centomila - Luigi Pirandello. Non credo esistano persone che, per una ragione o per l'altra, non abbiano mai pensato o pronunciato il termine Depressione.Che cosa poi ci sia dentro questo con-tenitore dai molti significati, è altro discorso. Proprio per questa ragione, si ritiene utile e opportuno, ripercorrere brevemente e a tratti, la storia della patologia o meglio ancora della condi-zione umana che si cela dietro questo termine ormai assai inflazionato. Già nel primo secolo dopo Cristo, Are-teo di Cappadocia descrisse melan-cholia e mania rilevandone il decorso episodico. Egli distinse inoltre tra vera melancholia e forme reattive, colse il legame tra mania e depressione che, per primo, considerò fasi opposte di una stessa condizione morbosa e descrisse il ripetersi di più episodi di malattia nello stesso soggetto, con fasi di remissione fra un accesso e l'altro. Anche questo Autore riteneva che esi-stessero tratti temperamentali differen-ti capaci di predisporre alla mania o alla

melancholia e ne fornì un'accurata descrizione. Sempre a quel tempo, si credeva che l'estratto di una pianta chiamata Ellebo-ro (fig. 1), avesse delle capacità curati-ve sulla depressione, poiché assunto come decotto, determinava vomito e diarrea, con feci scure quasi nere; tutto ciò era dovuto alle emorragie interne intestinali provocate, e si pensava che in quel modo la bile nera, ritenuta responsabile del cattivo umore, andas-se via con le deiezioni e tornasse il buon umore!Si pose da subito, ovviamente, il tema della definizione oltre che delle cause (la eziopatogenesi diremmo noi oggi) della depressione. Volendo entrare nell'etimologia dei termini spesso usati come sinonimi, possiamo affermare che:- il termine deprimere vuol significare … calcare qualcosa affinché si abbassi … (!)- e umore significa liquido, ma anche disposizione dello spirito, cioè la pro-pria indole, la tonalità di base, in relazio-ne all'antica credenza, di cui sopra si diceva, per cui erano i liquidi interni al corpo a determinare il nostro stato d'animo;

- ancora e infine, affettività, da affetto che deriva dal verbo afficere, toccare, attaccare, impressionare, rendere infermo (il corpo) e quindi … far sentire le passioni (tristi o/e allegre) all'Animo umano; cioè a dire un sentimento parti-colarmente intenso, che trae energia dagli istinti e si accentua sotto l'impulso di cause atte a commuovere.Pertanto, a questo punto, crediamo sia utile dare qualche piccola nozione di psicopatologia per poter avere una visione più chiara dei concetti espressi. Volendo generalizzare, il tempera-mento sembra essere quell'aspetto del Sé collegato ad aspetti istintuali, biologici e genetici, mentre il carattere si andrebbe gradualmente organizzan-do nell'interazione con l'ambiente, attraverso varie fasi di sviluppo evoluti-vo, quali ad esempio lo svezzamento, la deambulazione, il linguaggio e così via. La personalità, infine, sarebbe l'insieme delle precedenti, non solo come semplice somma ma come inte-grazione e sviluppo di quel nucleo fon-dante l'identità individuale, cui non si può rinunciare, pena la perdita dell'equilibrio della propria unità psico-fisica, con conseguente disagio o malattia. Quindi anche di ammalarsi di

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La Depressione o le Depressioni

Dottore Alberto Sbardella, Psichiatra, dirigente 1° livello, CSM - DSM, ASL RM/B.Consulente Psichiatra presso Poliambulatorio FAF di Roma, diretto dal Dottor Riccardo Piccinni

1^ Parte

Fig. 1

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depressione. Temperamento, caratte-re e personalità, possono esser o no, il terreno per favorirne o meno, l'insorgenza. Altro concetto oggi molto in espansio-ne, è quello di epigenetica (dal greco επί- sopra, la genetica), che in biologia, e specificamente nella genetica, è lo studio delle mutazioni ereditarie nel fenotipo (cioè il nostro sembiante mani-festo psico-fisico) o nell'espressione dei geni causata da meccanismi diversi dalle mutazioni delle corrispondenti sequenze di DNA. Queste mutazioni durano per il resto della vita della cellu-la e possono trasmettersi a generazioni successive attraverso le divisioni cellu-lari, senza tuttavia che le corrisponden-

ti sequenze di DNA siano mutate; sono quindi fattori non-genetici che provoca-no una diversa espressione dei geni dell'organismo. “In particolare l'effetto dello stress che accompagna la nostra vita di tutti i giorni, nella genesi di un disturbo depressivo, è moderato da una variante lunga della regione del controllo trascrizionale del gene per il trasportatore della serotonina. I porta-tori della variante breve sono più vulne-rabili alla depressione. Lo stress esi-stenziale influenza in maniera diversa, in funzione del genotipo del 5-HTT, le c o n n e s s i o n i d e l l ' a m i g d a l a e dell'ippocampo con una vasta rete di altre regioni, così come il livello indivi-duale di tendenza a rimuginare. L'esposizione allo stress cronico durante la vita rappresenta un potente fattore ambientale avverso che può atti-vare o amplificare l'espressione dei sin-tomi depressivi. Mentre alcuni individui

esposti a eventi di stress non mostrano segni o sintomi di depressione, altri risultano maggiormente predisposti”. (R. Colonna)“Un dì si venne a me MalinconiaE disse: «Io voglio un poco stare teco»;E parve a me ch'ella menasse secoDolore e Ira per sua compagnia.” da Sonetti, Rime – Dante Alighieri. Allora osiamo a questo punto del discorso, una definizione allargata di Depressio-ne.“Con il termine depressione, ci si riferi-sce, in psichiatria, a una alterazio-ne/deviazione del tono affettivo in senso malinconico, triste, con effetti marcati sulla cenestesi, sull'umore, sul comportamento. Le depressioni vengo-no classificate in termini di patogenesi, di genetica e di biochimica cerebrale; per quanto attiene a quest'ultima, i mec-canismi all'origine del disturbo consi-sterebbero in una disfunzione della neu-rotrasmissione cerebrale. Numerosi studi, tuttavia, hanno proposto un modello multifattoriale del fenomeno depressivo. La terapia è attualmente orientata sia in ambito psicofarmacolo-gico sia sul piano psicoterapeutico.” Così scrivevano qualche anno or sono B. Callieri e alcuni suoi collaboratori.L'impatto sociale della depressione è sempre in costante aumento, sia per procedure diagnostiche più attente e accurate sia per una maggiore attenzio-ne sociale e last but not least, per una grossa pressione mediatica e di merca-to operata dalle grandi aziende produt-trici di farmaci attivi sul SNC!Si pensi che nell'anno in corso, si avran-no i primi risultati di un'indagine sponso-

rizzata dalla NASA (l'ente spaziale ame-ricano) che nel 2008 ha finanziato con ben 1,74 milioni di dollari e per 4 anni, un progetto volto a contrastare la depressione degli astronauti nello spa-zio. Di certo vi è un incremento dell'incidenza (il numero dei nuovi casi di malattia), ma anche della prevalenza (il numero totale dei casi), tanto che per

al'OMS la depressione è la 4 causa di disabilità al mondo, destinata a salire al 2° posto entro il 2020. Tutto ciò si associa spesso anche a patologie somatiche croniche (car-dio- e cerebrovascolari, metaboliche, neoplastiche, neurologiche); perdita di vite umane (mancata/ritardata dia-gnosi di condizioni mediche, suicidi); costi economici elevati (per l'OMS, 1% del PIL); perdita significativa di produttività e abbandoni precoci del posto di lavoro.Nonostante tutto ciò, il carico negativo in termini di morbilità, mortalità e quali-tà di vita, la depressione viene spes-so sotto diagnosticata e sotto tratta-ta anche dopo adeguato inquadramen-to diagnostico. Quasi a sentirsi autoriz-zati a proporre delle ipotesi sulle ragio-ni psicologiche e difensive di tale feno-meno. Forse i medici in primis, operano difensivamente una sorta di rimozione ab inizio nei confronti della sintomato-logia e dei correlati emozionali. (fig. 2) In Italia (studio ESEMED del 2001-2002) 5 milioni di adulti soffrono di depressione nel corso della vita, e 1,5 milioni di adulti soffrono di depres-sione in un anno. Le donne sono colpite tre volte più degli uomini. L'età media di esordio è di 25,7 anni. L'esordio è ten-denzialmente più precoce per la depressione bipolare (15-19 anni) rispetto alla depressione unipolare (25-30 anni). È più raro nell'infanzia: in Ita-lia i bambini ne sono colpiti per il 6 per mille.

Fig. 2

Fine 1^ Parte

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Giovo, è una località a cavallo delle Valli Albano e S. Jorio, sui monti che sovrastano l'alto lago di Como a quota 1714 slm. In que-sto punto, nel 1905, fu costruita in un'insenatura ricavata nella roccia per pro-teggerla dai venti, una casermetta della Guardia di Finanza, che prese nome “Il Gio-vo”.Il Giovo, era collegato a Garzeno da una stradina militare di circa 15 Km lungo la valle Albano, percorribile solo nei mesi esti-vi e solo a piedi; mentre d'inverno era d'obbligo “la cordata”, cavo d'acciaio sor-retto da pali in ferro conficcati al suolo, e dopo un lungo e faticoso percorso di mille e più metri di dislivello, si raggiungeva la casermetta.Di solito nel mese di ottobre, con le prime nevicate, iniziava il lungo inverno, e fino a giugno, gli unici abitanti di questi monti innevati erano: i finanzieri del Giovo.Qui si conduceva una vita molto spartana, per mancanza di elettricità, di riscaldamen-to e di servizi igienici adeguati, l'acqua arri-vava all'esterno della casermetta da una sor-gente vicina. D'inverno, quando la sorgente gelava, si ricorreva alla neve, che non man-cava mai. Alcuni anni, per le abbondanti nevicate, i finanzieri erano costretti ad usci-re dalle finestre del primo piano.L'altura, la solitudine, le abbondanti nevi-cate che furono causa di numerosi inciden-ti, il freddo polare: mettevano a dura prova non solo il fisico ma anche l'equilibrio psi-chico dei finanzieri. In più di 70 anni di attività, al Giovo, hanno prestato servizio molti finanzieri e sottuffi-ciali, tra cui, da finanziere, il Generale Mauro Cappelli e da sottufficiali, i Genera-li: Antonino Rametta e Natalino Lecca.Nel 1976, con la fine del contrabbando in montagna, “il Giovo” chiuse per sempre i battenti, i finanzieri furono trasferiti in altre zone. Fu la fine di un'epoca, che ha visto sul campo migliaia di giovani, contrabbandieri e finanzieri, confrontarsi in una dura e cru-enta lotta, i primi per eludere la legge e i secondi per farla rispettare.Ora lungo la Valle, a ricordo di quell'epoca,

rimangono solo le “lapidi” dei Finanzieri morti nell'adempimento del proprio dovere.Una di queste “lapidi” è dedicata ai finan-zieri Dino Piras e Serafino Scalise.Il fatto:Un'informativa di servizio, arrivata via radio, comunicava che due finanzieri sareb-bero saliti al distaccamento del Giovo il gior-no 14 gennaio 1969. La neve, che già era caduta abbondantemen-te nella valle, quella notte aumentò d'intensità, così al mattino, i finanzieri del distaccamento, costatarono che lo strato di neve fresca superava il metro d'altezza. In quelle condizioni salire al Giovo era impossibile.Tentarono ripetutamente di collegarsi via radio con la Brigata di Garzeno per scongiu-rare la partenza dei due finanzieri ma, non ci fu nulla da fare, i collegamenti via radio erano saltati.Per tutto il giorno, dalle finestre scrutavano la valle nella speranza di vedere spuntare i due finanzieri, e non vedendoli arrivare e non ricevendo nessuna informazione dalla Brigata di Garzeno, cominciarono a preoc-cuparsi. Verso sera, i finanzieri Dino Piras e Serafino Scalise con il cane Foch, pur sapendo del rischio che correvano nell'uscire in quelle condizioni ambientali, si offrirono volontari. Ottengono il permes-so dal Comandante del distaccamento, di effettuare una ricognizione nella valle alla ricerca dei due colleghi, non sapendo che questi, impossibilitati a proseguire a causa dell'abbondante nevicata che man mano sali-vano in quota aumentava sempre più, e con il sopraggiungere della sera, si erano rinta-nati dentro una baita nei pressi di Brenze-glio in attesa del giorno.Piras e Scalise, s'incamminano lungo il trac-ciato della sterrata militare, che taglia oriz-zontalmente il ripido monte Paraone, segna-to verticalmente da paurosi canaloni che si perdono nella valle sottostante. In uno di questi canaloni, chiamato per la sua confor-mazione “imbuto”, a non più di quattrocen-to metri dal distaccamento, un crudele desti-no li attendeva. Ai finanzieri, Piras Dino e Scalise Serafino con il cane anticontrabban-do Foch, questa volta, l'altruismo, gli è stato fatale, non avrebbero fatto più ritorno al distaccamento. In seguito si verrà a sapere che nello stesso luogo, che aveva già stron-cato la vita ai finanzieri: Galfo Giuseppe, Comolatti Ernesto, Bernardini Vincenzo e Amodio Vito, una valanga staccatasi dalla sommità del monte li travolge strascinando-li per 300/400 metri giù nella valle e rico-prendoli con uno strato di circa 50 metri di neve. Il Motto Paraone, a strapiombo sulla Valle Albano, montagna assai temuta in inverno, per le numerose valanghe che si staccavano dai suoi pendii, ancora una vol-ta, si è dimostrata una trappola mortale.Al distaccamento passarono interminabili

ore d'ansia per la sorte dei quattro, di loro non si vide neanche l'ombra e la radio di Garzeno era sempre muta. A notte inoltrata, non rassegnandosi a que-sto crudele destino, con coraggio eroico, il finanziere scelto Vittorio Saba, decise volontariamente di partire alla ricerca dei colleghi.Dopo ore d'immane fatica per aprirsi un varco tra la neve, raggiunse il “Baitone”, distante un paio di chilometri dal Giovo ma, dei quattro colleghi non vi era traccia.Non potendo più proseguire, si ricovera all'interno del “Baitone”, dove venne tro-vato dai soccorritori mezzo congelato ma vivo.Durante la notte, al Giovo, lo smarrimento nei pochi presenti era totale.Il giorno dopo, le nevicate diminuirono d'intensità e la radio riprese a funzionare. I due finanzieri partiti da Garzeno rientra-rono in Brigata, mentre dei finanzieri: Piras e Scalise si erano perse le tracce. Scattarono immediatamente le ricerche, che nonostante una massiccia presenza di forze intervenute, si presentarono assai dif-ficoltose, a causa delle eccezionali nevicate e del luogo molto accidentato. I loro corpi furono rinvenuti il giorno 12 maggio 1969 dalla pattuglia composta dal Brig. Fabbri Armando e dai finanzieri Tota-ro Angelo e Bristot Omer, dopo 4 mesi inin-terrotti di ricerche e utilizzando perfino delle macchine idrovore per sciogliere il ghiaccio. Sul luogo dove è avvenuta la disgrazia era stata posta una “lapide commemorativa” ma, il tempo trascorso e le intemperie ne avevano cancellata la scritta. Il giorno 6

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di Giovanni Trotta

Giovo, 14 gennaio 1969, scompaiono travolti da una valanga i finanzieri:Dino Piras e Serafino Scalise con il cane a.c. Foch

Ricordi

da sinistra: Bristot Omer, Rabassini Paolo, Boninsegna Michele e Trotta Giovanni, artefici della sistemazione della lapide rendono onore ai Caduti

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luglio 2011, un gruppetto di “Quelli del Gio-vo”, appartenenti alle Sezioni di Olgiate Comasco e Varese: Bristot Omer, Rabassi-ni Paolo, Boninsegna Michele e Trotta Gio-vanni, sono saliti nuovamente al Giovo, per riposizionare la lapide spostata dalle valan-ghe e ripristinare la scritta divenuta ormai illeggibile.Al termine dei lavori, è stato reso onore con il tricolore ai due eroici finanzieri: Piras Dino e Scalise Serafino con il cane a. c. Foch, e il tutto, è stato ingentilito da un mazzo di fiori alpestri raccolti e posati ai piedi della lapide dalla signora Giuseppina, consorte di Bristot Omer.

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La Brigata di Frontiera di Germasi-no/Garzeno (1862/1976) aveva giurisdi-zione su una vasta area di confine, nel terri-torio comprendente le Valli Albano e S. Jorio/Liro, solcate ambedue da impetuosi torrenti.L'attività contrabbandiera, nonostante la zona di confine era molta disagiata, fino ai primi decenni della seconda metà del seco-lo scorso, era molto fiorente. Gli “spallo-ni”, così erano chiamati i contrabbandieri, essendo nativi del luogo, erano perfetti conoscitori dei numerosi sentieri e di tutte le insidie che il territorio nascondeva. Dota-ti di una non comune prestanza fisica, eser-citavano questo mestiere preferibilmente nelle ore notturne, e più il tempo era incle-mente, maggiore era ritenuta la possibilità di portare a destinazione la merce introdot-ta illegalmente.Le pattuglie della Guardia di Finanza, che svolgevano una sorveglianza assidua, notte e giorno, spesso, s'imbattevano in colonne di decine di “spalloni”, e quando andava bene, si raccoglievano le bricolle, che al grido di <<molla!>>, i contrabban-dieri sorpresi, lasciavano cadere per terra; altrimenti i finanzieri erano costretti a peri-colosi inseguimenti lungo i bui e ripidi sen-

tieri, cosa che avvenne anche la sera dell'1 ottobre 1965 sulle rive del torrente Albano in località Ponte di Catasco.Nella zona infuriava un violento temporale, pioveva a dirotto, basse nuvole ristagnava-no nella profonda gola fra boschi di casta-gni, come una nebbia impenetrabile, ren-dendo il luogo di un'oscurità fitta, tanto da non vedere alla distanza di un passo.La località era paurosa, si udiva solo il rombo del torrente in piena che precipitava fra massi giganteschi. In questa apocalittica stretta gola, un sentiero melmoso scendeva verso un ponticello, passaggio obbligato per i contrabbandieri. Quella sera, mentre una pattuglia della Brigata di Garzeno presidia-va l'alta valle Albano, una pattuglia della Tenenza di Dongo, di cui faceva parte il finanziere Luigi Moi, era in appostamento in bassa valle, nei pressi del ponte di Cata-sco. Ad un tratto, in quell'infido sentiero, avvolti dalle tenebre, comparve in fila indiana un gruppo di silenziosi spalloni che si accingeva ad attraversare il ponte.Si udì improvvisamente il <molla!>> e il crepitio delle armi dei finanzieri, che uniti al rumoroso scorrere delle acque del torrente in piena, creò, in pochi secondi, un effetto infernale.I contrabbandieri, colti di sorpresa, impauri-ti e terrorizzati, non potendo fuggire né a destra né a sinistra, si gettarono lungo le sco-scese rive del torrente. Nell'oscurità più assoluta, il Moi, insegue i contrabbandieri, e i suoi colleghi, sentono che urla: <<Molla! Molla!>> . Poi silenzio.I suoi colleghi lo chiamarono ripetutamente a gran voce ma, dalla gola riecheggiò solo il fragore delle acque che cadevano e scorre-vano impetuose verso valle. Invano attesero il suo ritorno. Il Moi, con un salto di 10 metri, era precipi-tato sui sottostanti massi del torrente, scom-parendo inghiottito nel vortice delle acque schiumose; mentre, i contrabbandieri, cono-scendo le insidie del luogo, riuscirono ad eclissarsi senza conseguenze.Immediatamente scattava l'allarme, per tutta la notte il torrente, in fondo alla gola terrificante, fu scandagliato metro per metro da finanzieri giunti da Dongo, da Gravedo-na, da Menaggio e da Garzeno a cui si uniro-no anche i giovani contrabbandieri del luo-go; mentre, due motoscafi giunti dalla sta-zione navale di Nobiallo, si attestarono alla foce del torrente ma, del finanziere Moi, pur-troppo, non si trovò traccia. Dopo una settimana, due giovani contrab-bandieri di Catasco: Panfili Luciano e Mar-tinoni Teodoro, segnalarono l'avvistamento della salma, incagliata tra due giganteschi massi. Il recupero fu alquanto laborioso a causa dell'asperità del luogo e del torrente in pie-na. La stampa dell'epoca sollevò anche qual-che dubbio su questa tragedia, titolando gli

Tragica fine del Finanziere Luigi Moi

Ponte di Catasco, torrente Albano1 ottobre 1965

articoli con una domanda, “La guardia di Finanza scomparsa: Disgrazia o delitto?” Come sempre, tra i valligiani, per la mag-gior parte contrabbandieri, vigeva l'omertà più assoluta. Se ne accorse anche il Capita-no Setragno che, passando tra loro nella piazzetta del villaggio, non riuscì minima-mente a scalfire quella cortina d'omertà, perché alle sue domande non rispondeva nessuno. Ai carabinieri fu affidato il compito di svol-gere le indagini, che si conclusero con un nulla di fatto. In seguito, tanti contrabbandieri, per sfug-gire agli intensificati controlli della Guar-dia di Finanza, per non essere coinvolti o per dimenticare l'accaduto, abbandonarono la zona, trasferendosi in luoghi meno peri-colosi e più sicuri per le loro attività illega-li. Dopo 45 anni da quell'infausto giorno, ancora oggi, i vecchi spalloni rimasti, sono reticenti e omertosi a parlare di quel tragico fatto. Qualcuno, pur mantenendo il più rigo-roso anonimato, ha fatto circolare la voce che il finanziere, afferrato un contrabban-diere, fu da questi spintonato, facendolo precipitare nella forra sottostante. E sem-pre tra il detto e non detto, si vocifera che, il contrabbandiere reo del misfatto, abbia fat-to, anche lui, una cruenta fine. Il finanziere Luigi Moi di 22 anni, nativo di Sinnai (Cagliari), che, come tanti altri gio-

a vani finanzieri della 6 Legione di Como, di cui mi onoro di esserne stato un apparte-nente, non arretrava di fronte a pericoli o intemperie, svolgeva con abnegazione il proprio dovere, in questo caso sino all'estremo sacrificio, applicando appieno

ail motto della 6 Legione, che recitava: “Più del dovere”.

Ponte di Catasco - Il finanziere indica il punto dove è caduto il fin. Luigi Moi- nel riquadro piccolo, foto di Luigi Moi

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1. Profili generali

L'impianto di riscaldamento condomi-niale, fino al punto di diramazione con i locali di proprietà esclusiva, rientra tra le “parti comuni” dell'edificio (art. 1117 cod. civ.).I proprietari di singole unità immobiliari, sempre più frequentemente, richiedono di rendere autonomo il proprio impianto di riscaldamento, separandolo da quel-lo condominiale (“distacco”).Tale iniziativa non costituisce una rinun-cia alla propria quota di proprietà, ma, più semplicemente, ad un servizio comune.Al fine di valutare la liceità del distacco, occorre analizzare le norme previste dal codice civile e l'interpretazione giuri-sprudenziale formatasi nel corso degli anni.Dal primo punto di vista, è utile fare rife-rimento all'art. 1118 cod. civ., 2° com-ma, secondo il quale “il condomino non può, rinunciando al diritto sulle cose comuni, sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione”. Tale norma non vieta, quindi, la rinuncia, ma impedisce che da essa possa derivare un esonero dalle spese di conservazio-ne del bene comune, cioè da quelle spese che sorgono perché collegate alla proprietà della cosa, a prescindere dal suo effettivo utilizzo.L'art. 1119 c.c. stabilisce, invece, che “le parti comuni dell'edificio non sono soggette a divisione, a meno che la divi-sione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino”.

2. Evoluzione giurisprudenziale

La giurisprudenza, meno recente, era contraria a consentire il distacco da

parte di singoli condomini, nella consi-derazione che l'impianto centrale era normalmente progettato, dimensionato e costruito in funzione dei complessivi volumi dell'edificio, cui doveva assicu-rare un equilibrio termico di base.D i c o n s e g u e n z a , i l d i s t a c c o dall'impianto centrale era tendenzial-mente vietato in quanto si riteneva che incidesse negativamente sulla sua obiettiva destinazione, determinando uno squilibrio termico che poteva esse-re eliminato solo con un aggravio delle spese di esercizio e di conservazione per quei condomini che avrebbero, inve-ce, continuato a servirsi dell'impianto (Cass. civ., 30 novembre 1984, n. 6269). Per tali ragioni, si considerava ammissi-bile il distacco solo se previsto espressamente in un regolamento di condominio di tipo contrattuale o, in alternativa, solo previa autorizzazio-ne, all'unanimità, dei condomini.

A partire dagli anni '90, l'orientamento giurisprudenziale è parzialmente muta-to: il distacco unilaterale da parte del condomino è ritenuto possibile, purché l'interessato dimostri, con ogni mezzo idoneo (ad es. tramite consulenza tec-nica) che non ne derivi:

a) un aggravio delle spese di esercizio per i condomini;

b) uno squilibrio termico dell'intero con-dominio o effetti pregiudizievoli per il corretto e regolare funzionamento dell'impianto centralizzato.

Il principio richiamato è consolidato. Pur tuttavia non è facile fornire la prova che il distacco non comporti un maggior onere di spese di esercizio per i condo-mini e che non si verifichino squilibri termici (anomalie nella distribuzione della temperatura).L'accertamento del primo aspetto si basa su un confronto dei consumi e dei rendimenti dell'impianto, per l'intero edi-ficio e nelle diverse unità, in periodi di esercizio, precedenti e successivi al distacco, tenendo conto dei costi del combustibile e delle condizioni meteo.Generalmente, il distacco di una unità immobiliare comporta una riduzione dei

consumi che non è proporzionale al valore millesimale della stessa. In pre-senza di tale condizione di fatto, che si presume fino a prova contraria (che grava sull'interessato), il distacco non è consentito, salva l'approvazione di una nuova tabella millesimale che attribui-sca al distaccante il maggior valore altrimenti gravante sui rimanenti condo-mini.Qualora, invece, sia possibile presume-re il verificarsi di uno squilibrio termico (anomala distribuzione di temperatura nelle diverse unità immobiliari conse-guente alla modifica di un impianto pro-gettato unitariamente e che viene fatto funzionare in misura ridotta rispetto a quella iniziale), non è possibile proce-dere al distacco.Secondo un principio consolidato, riba-dito anche da una recente sentenza della Suprema Corte, il condomino che voglia avvalersi di un impianto autono-mo, in applicazione del principio conte-nuto nell'art. 1123, comma secondo, c.c., fermo restando l' obbligo di pagare le spese per la conservazione dell'impianto comune, è tenuto a parte-cipare anche a quelle di gestione, se e nei limiti in cui il suo distacco non si risolva in una diminuzione degli oneri del servizio di cui continuano a godere gli altri condomini. In tal senso anche Cass. civ., 15 giugno 2011, n. 13110; cfr. anche Tribunale Roma, Sezione 5 civile, sentenza 15 novembre 2011, n. 22216). Infatti, benché dall'art. 1118, comma 2 cod. civ. si desuma che le spese di godi-mento degli impianti e dei servizi comu-ni sono dovute solo nella misura in cui i condomini ne facciano uso, il principio generale del neminem ledere impone ai condomini, che intendano abbandona-re il riscaldamento centralizzato, di non creare uno squilibrio all'impianto comu-ne e di evitare che gli altri condomini sostengano spese più gravose per il suo utilizzo.Per quanto riguarda la necessità di un preventivo consenso dell'assemblea condominiale, l'orientamento giurispru-denziale più recente si è espresso in senso negativo.La rinuncia di un condomino all'uso dell'impianto centralizzato di riscalda-mento è, infatti, legittima anche senza

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CONDOMINIO

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di Alessandra Carra

IL DISTACCO DALL’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO

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l'autorizzazione o l'approvazione degli altri condomini, purché l'impianto non ne sia pregiudicato (Cass. civ., 30 giu-gno 2006, n. 7518).“La ratio atipica dell'impedimento al distacco non può meritare la tutela dell'ordinamento in quanto espressione di prevaricazione egoistica anche da parte di esigua minoranza e di lesione dei principi costituzionali di solidarietà sociali” (Cass. civ., 29 settembre 2011, n. 19893).Con tale sentenza la Suprema Corte ha, inoltre, espresso (in contrasto con il precedente consolidato orientamento) un principio innovativo secondo il quale il diritto al “distacco” non può essere impedito da una disposizione eventual-mente contraria contenuta nel regola-mento di condominio, benché contrat-tuale.In quanto contratto atipico, le disposi-zioni in esso contenute sono, infatti, meritevoli di tutela solo qualora abbiano ad oggetto un interesse generale dell'ordinamento.I giudici di legittimità hanno anche dichiarato la nullità della delibera assembleare che abbia negato al con-domino l'autorizzazione, sebbene in presenza delle condizioni che rendano legittimo il distacco.La nullità della delibera consegue alla violazione del diritto individuale del con-domino sulla cosa comune (Cass. civ., 30 marzo 2006, n. 7518).

3. Innovazioni legislative

Il distacco dall'impianto centralizzato e le modalità o condizioni con le quali può avvenire è stato oggetto di recenti inter-venti normativi.L'ultimo, in ordine di tempo, è da indivi-duare nel D.P.R. 2 aprile 2009, n. 59 (uno dei decreti attuativi del D.lgs. 192/2005) che, introducendo nuove norme in materia di risparmio energeti-co, ha previsto che in tutti gli edifici esi-stenti, con un numero di unità abitative superiore a 4, appartenenti alle catego-rie E1 ed E2 (abitazioni e uffici) sia pre-feribile il mantenimento di impianti termici centralizzati, ove esistenti.Le eccezioni sono possibili soltanto se un professionista abilitato dimostri (ipo-tesi improbabile), con una relazione, che la trasformazione da centralizzato a singoli impianti autonomi sia indi-spensabile per motivi tecnici.Il decreto prevede, inoltre, che, in caso di installazione o di ristrutturazione dell'impianto termico, debbano essere realizzati gli interventi necessari per per-mettere la contabilizzazione e la

termo regolamentazione del calore per singole unità abitative.Occorrerà, quindi, che la caldaia resti unica e che ad ogni appartamento venga data la possibilità di spegnere o di regolare la quantità di calore, tramite l'installazione di valvole che fissino la temperatura dei termosifoni e misurino la quantità di calore ad essi erogata.Il risultato sarebbe un sistema di riscal-damento che avrebbe sia i vantaggi dell'impianto centralizzato sia quelli dell'impianto autonomo. In seguito all'entrata in vigore del Decreto 59/2009 sembrerebbe rimane-

re comunque immutata, anche se la questione è dibattuta, la possibilità, per il singolo condomino, di distaccarsi dall'impianto centralizzato.Il Decreto, che riguarda il contenimento dei consumi energetici in edilizia, non vieta, infatti, il singolo distacco, ma impone che esso non determini un aumento dei consumi energetici dell'edificio.La giurisprudenza, che negli ultimi anni è stata favorevole a chi decideva di pro-cedere al distacco, in futuro potrebbe cambiare orientamento, proprio alla luce delle più recenti disposizioni.

25FiammeGialle - Marzo 2012

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26FiammeGialle - Marzo 2012 Mini RADUNI

ome tutti gli anni, puntualmente, arrivano le festività natalizie ed i Cfinanzieri in congedo si ritrova-

no; cosa li spinge a farlo?Forse la nostalgia, forse i ricordi o la voglia di stare insieme.Sissignori, sono queste le tre cose che uniscono tutti noi ex finanzieri di un'epoca non tanto remota.Per ricordare la nostra gioventù, i servi-zi anticontrabbando svolti in montagna nelle lunghe e fredde notti d'inverno, passate all'addiaccio, dentro un sacco a pelo, condivise dal mio fido cane anti-contrabbando lasi, ascoltando con attenzione tutti i rumori della notte, vede-re la neve che scendeva copiosa, senti-re il fischio del vento gelido, parlando sotto voce, per non essere scoperti dai contrabbandieri.Nei momenti di silenzio, sopraggiunge-va la tristezza, il pensiero volava alla lontana terra natia dove avevi lasciato genitori, fratelli, parenti e amici.Questa era la vita di “anta” “…anta” anni fa. Questa era la vita della caserma, della brigata o del distaccamento che sia.Una cosa bisogna dirla, lo spirito di Corpo c'era, non è mai venuto meno. Si viveva come in una famiglia, il motto era tutti per uno e uno per tutti.Per far rivivere quei magici momenti, le sempre attive Sezioni A.N.F.I. di Tirano, Sondrio, Bormio e Chiavenna hanno organizzato il 5° Convivio della Valtelli-na e della Valchiavenna, il 27 novembre 2011.Centosessanta soci e loro familiari delle 4 Sezioni A.N.F.I. valtellinesi sopra men-zionate hanno preso parte al convivio sociale svoltosi quest'anno in alta Val-

LOMBARDIA

tellina nella magnifica terra della “Con-tea di Bormio”, famosa per le sue Terme e le splendide piste di sci, la più rinoma-ta è la “Stelvio”, che vede ogni anno gareggiare campioni di tutto il mondo.Con grande orgoglio gli ex finanzieri hanno indossato il cappello alpino su cui sfoggia il distintivo della Guardia di Finanza e l'emblema della soppressa 6^ Legione di Como, tanto cara ad ognu-no di essi. I colori giallo verde, impressi nei foulard indossati dai familiari, hanno manifestato l'orgoglio di onorare la gran-de famiglia militare del Corpo della Guardia di Finanza.Al convivio, invitati dal Presidente della Sezione di Tirano, Brig. C. Piero Dotta-relli, hanno partecipato i Sig.ri Rachela e Adriano Farci, fratelli del defunto Finanziere Antonio Farci, vittima del dovere, ucciso a Roncaiola di Tirano nel lontano 30 novembre 1971, durante un'operazione di servizio.Tutti i convenuti si sono trovati presso la Chiesa Parrocchiale di Premadio di Val-didentro (SO) per partecipare alla Santa Messa officiata dal Reverendo Padre don Bruno Moneta.Nel corso della preghiera sono stati ricordati tutti i finanzieri caduti in Valtelli-na nell'adempimento del dovere.Alle 12.30 tutti si sono recati presso un noto ristorante di Valdisotto (SO), nel

quale è stato organizzato il pranzo sociale di fine anno per il consueto scambio di auguri.Durante il convivio, il Comandante della Tenenza di Tirano, Ten. Federica Savo-ia, ha consegnato all'App. Costante Ser-torelli, l'attestato di benemerenza con-cesso dal Presidente Nazionale dell'A.N.F.I. (vedi foto in basso)I Sigg.ri Farci hanno rivolto un sentito ringraziamento alla Sezione di Tirano ed al suo Presidente, per la continua e premurosa manutenzione della lapide che ricorda il luogo dove cadde, nell'adempimento del dovere, il fratello Antonio Farci, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, alla cui memoria è intito-lata la Sezione di Tirano. Per esprimere la loro riconoscenza hanno consegnato una targa memoriale nelle mani del Pre-sidente, Brig. C. Dottarelli, in occasione del 40° anniversario della morte del loro congiunto.Al raduno hanno preso parte autorità civili e militari, tra cui Filippo Compa-gnoni, assessore al turismo della Pro-vincia di Bormio, Giuseppe Occhi, Sin-daco di Bormio, il Ten. Federica Savoia, Comandante della Tenenza di Tirano e gli Ispettori Lauro Sgamotta, Coman-dante della Tenenza di Passo Fosca-gno e Giorgio Bazzucchi, Comandante della Tenenza di Bormio.

5° Convivio della Valtellina

di Piero Dottarelli

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27FiammeGialle - Marzo 2012

Predazzo, Passo Rolle, Paneveggio. Un fine settimana certamente insolito quello che hanno trascorso, nelle locali-tà suddette, nei giorni 2, 3 e 4 settembre 2011, gli ex Allievi Finanzieri che da ottobre 1961 ad aprile 1962, frequenta-rono il 28° Corso “Civetta 1°”, inquadrati nella 6^ Compagnia. Sono trascorsi 50 anni dall'arruola-mento ed era un'occasione importante incontrarsi di nuovo e rivivere quell'esperienza giovanile. Momenti di intensa emozione si sono vissuti vener-di 2 settembre all'arrivo negli alberghi di Predazzo, nel rivedersi fra “ragazzi” a cui il tempo a volte ha lasciato il segno del suo trascorrere (qualche pancetta, qualche pelata o capelli bianchi), ma non è stato necessario fare presenta-zioni: è bastato uno sguardo, scambia-re due parole e sono partiti gli abbracci.Anche se la partecipazione non è stata numericamente molto alta, per proble-mi personali, familiari e di salute, è stato tuttavia alto il clima di condivisione che ha animato le giornate. Nella mattina di sabato 3 settembre il ritrovo era davanti all'ingresso della Scuola Alpina; quel cancello, quel varco, quel piazzale con il pavimento in porfido alcuni lo rivede-vano di nuovo dopo 50 anni… e anche qui il “groppo” della nostalgia è salito ed in quei signori di età matura si sono visti degli occhi lucidi. La cerimonia ufficiale del Raduno ha avuto inizio con la visita al Museo Storico, accolti dal Marescial-lo Lollo ed una lieta sorpresa è stata incontrare un istruttore del 28° Corso, il mitico Maresciallo Carmelo Andreatta, festeggiato da tutti i radunisti. Quindi ci si è ritrovati all'interno dell'Auditorium,

per la celebrazione della Santa Messa.Al Vangelo, il Cappellano militare della Scuola, don Antonio Atzeni, ha rivolto parole toccanti ai presenti, affermando tra l'altro che la Scuola Alpina è come un Santuario per le Fiamme Gialle, nelle vicende della vita ci resta dentro ed ognuno aspira nel suo intimo a tor-nare in questo luogo per rivivere, anche solo per un attimo, gli anni della giovi-nezza. Dopo la lettura della “Preghiera del Finanziere” da parte dell'ex Allievo Paolo Trebacchetti, ha portato il suo saluto un altro componente storico della Scuola, il generale Carlo Valenti-no, secondo cui l'occasione di questo Raduno è stato un atto di amore verso la Scuola, verso le nostre Fiamme Gial-le ed un ribadire il senso di appartenen-za. Un altro momento toccante è stato l'incontro con la vedova dell'ex Allievo Bruno Valentini, per tutti “Romoletto” deceduto di recente, che quando lesse che si sarebbe effettuato il Raduno disse alla moglie: “Bellissimo, così a set-tembre li rivedo tutti”; ma la crudeltà del

TRENTINO ALTO ADIGEPredazzo - Raduno del 28° Corso “CIVETTA 1°”

destino non glielo ha permesso. Il pome-riggio di sabato è trascorso con un'es-cursione ad un altro dei luoghi-simbolo per le Fiamme Gialle, Passo Rolle. La visita all'attuale Casa-vacanze è stata gradita, ma gli sguardi di tutti andavano alle vecchie costruzioni, alla Caserma Ferrari ed ognuno si rivedeva impegna-to su quelle distese innevate a cercare di apprendere al meglio quello che poi gli sarebbe servito per svolgere i vari compiti d'Istituto. Domenica mattina, 4 settembre, è stato dedicato ad un aspetto insolito, di carattere turistico-culturale. La visita alla “foresta dei violi-ni” di Paneveggio ed al Museo della liu-tera, condividendo una splendida gior-nata di sole a contatto con la natura. Al pomeriggio è arrivato il momento dei saluti per rientrare alle rispettive resi-denze; un po' di tristezza, perché i tre giorni erano volati, ma tanta gioia per avere rivisto volti amici e rivissuto un po' di quei lontani “anni verdi”.Arrivederci, Ragazzi del 28° Corso, spe-riamo a presto.

Gita socio culturale, dei Soci della Sezione di Imperia, a Passo Resia.Nell'occasione i gitanti si sono ritrovati a Passo Resia con altri ex colleghi che negli anni dal 1961 al 1966 prestarono servizio presso l'omonimo valico, alle dipendenze degli allora Tenenti Roma-no De Marco e Osvaldo Cocuzza.Durante la permanenza i soci hanno visitato le cittadine di Malles Venosta, Burgusio e numerose altre località, alcu-ne anche in Austria e Svizzera.I partecipanti hanno convenuto di orga-nizzare per l'anno 2012, presumibil-mente nell'ultima decade del mese di

giugno, un Raduno dei finanzieri che prestarono servizio a Passo Resia negli anni dal 1961 al 1966.Gli interessati potranno prendere con-tatti, per ogni eventuale notizia in meri-to, con i seguenti soci organizzatori:M.M.A. Nino Cavatoli, tel. 0422.825167 - 3331161023;M.C. Andrea Sechi, tel. 0183.651598 - 3394379110;App. UPG Orazio Cristofanelli, tel. 0721.895902 - 333.3640439.

Nella foto alcuni dei soci partecipanti alla gita

Passo Resia - Anno 1961/1966

di G.S. o Limen

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La fotografia ritrae la squadra di calcio “Fiamme Gialle”, anno 1963, scattata durante il campionato di promozione dello stes-so anno. Il Socio della Sezione di Avezzano, Adriano Nucetel-li, che nella squadra aveva il ruolo di portiere, vorrebbe contat-tare coloro che si riconoscono nella foto.Gli interessati possono scrivere alla Sezione di Avezzano, via Ugo La Malfa, 21 – 67051 Avezzano, oppure telefonare al nr. 3495121395.

28FiammeGialle - Marzo 2012 Ritrovarsi

Si gira il Film, “Barriere a Settentrione”. Durante una sosta un gruppo di “comparse” posa per una foto ricordo con al centro l'attore protagonista del film, Amedeo Nazzari. Si notano: il Brig. Vncenzo Rizzello, il Brig. Giovanni Spadaro, l'App. Ivo Meneghon, Istruttori. L'App. Carletto Brigadoi e l'App. Matteo Della Seta, entrambi di Predazzo e istruttori di sci. A sinistra il Fin. Paolo Rotondi di Roma, trombettiere. Al centro, comoda-mente seduto il Brig. Riccardo Pinchera, Istruttore, di Roma (ora Sottotenente). Coloro che si riconoscono nella foto possono contattare il Sottotenente Pinchera al seguente indirizzo: Via G. Mangili, 26 - 00197 Roma, tel. 06.3241665.

1951 (Brigata di C e p l e t i s k i s ) Udine

Il M.M. Alfredo Civitel l i , socio della Sezione di Siena, vorrebbe contattare alcuni dei colleghi che, nel l 'estate del 1951, facevano p a r t e d e l l a B r i g a t a d i Cepletiskis ed, in particolare, del Distaccamento di Montemaggiore.

Gli interessati possono contattare il M. Civitelli ai seguenti numeri 057752659 – 3473678065 – oppure scrivere a Alfredo Civitelli, Via T. Caffarini, 45 – 53100 SIENA.Nella foto il M. Civitelli, con la cagnetta tra le mani, e i colleghi del Distaccamento ed il Comandante, Brig. Borsani.

Il M.M.A. Pietro Bruno, socio della Sezione di Bologna, ha inviato la foto che ritrae la 1° Compagnia (arruolamento 3 ottobre 1950) a Roma nel mese di maggio 1951.Coloro che si riconoscono nella foto e volessero contattare il M. Bruno possono scrivere al seguente indirizzo: Via Guinea, 6/b - 44015 Portomaggiore (FE).

CHIAVENNA 1963

PREDAZZO 18 SETTEMBRE 1949 “G. LOCCHI”

DISTACCAMENTO DI MONTEMAGGIORE

SESSANT’ANNI DOPO

Il M.M.A. Salvatore Russo, negli anni 1949/1952, conserva un vivo ricordo dei commilitoni che, con lui, facevano parte della Brigata di Ferrara, in particolare di Bartolomeo Mercurio, Domenico Mingone, Bruno Contesini, Tranquillo Libralato e tanti altri, dei quali non ricorda i nomi.Coloro che ricordano quel periodo ed il collega Salvatore Russo, possono contattarlo al seguente recapito: Salvatore Russo, Via Valvaranche, 39 – 00141 Roma, tel. 06.8126719, cell. 3384867556; e-mail: salvatore.russo26mail.com.

BRIGATA DI FERRARA, PERIODO 1949/1952

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Il 20 dicembre 2011, nella sede della Sezione, si è disputato il 7° Torneo di “Scopone Scientifico” a coppie il 1° a sistema “Mitschell”.La competizione si è svolta a carattere prettamente ricreativo, senza scopo di lucro, con i fondi messi a disposizione dalla Sezione.La cerimonia di premiazione ha avuto luogo il 28 gennaio 2012 a cui hanno partecipato Autorità civili locali e familiari dei partecipanti. Hanno conse-gnato le coppe ai vincitori il Presidente della Sezione, Ten. Dott. Felice Ian-niello, l'Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Nocera Inferiore, Dott. Antonio Iannello, il Presidente Nazionale della Storia della Pediatria, Prof. Carlo Montinaro, Primario del Reparto Pediatria dell'Ospedale di Sarno ed infine, il Commissario Prefettizio del Comune di Nocera Inferiore, Dott. Pietro Mattei. Nella foto, i partecipanti alla cerimonia di premiazione.

29FiammeGialle - Marzo 2012

Domenica 19 febbraio 2012, il Consigliere Nazionale per il Friuli Venezia Giulia T.Col. Vincenzo Nicola D'Amato ha riunito in assemblea i Presidenti delle Sezioni A.N.F.I. della Regione Friuli Venezia Giulia, in un idoneo loca-le di Remanzacco in provincia di Udine.Alla riunione hanno partecipato 12 Sezioni su 15 nel corso della quale il Con-sigliere Nazionale ha illustrato i vari aspetti dell'Associazione nel suo com-plesso.Nella foto: il T.Col. Vincenzo D'Amato Consigliere Nazionale per il Friuli Venezia Giulia, con il S.Ten. Antonio Russo Presidente della Sezione di Gra-do, consegna al Finanziere Antonio Furchì il Diploma e la tessera di Presi-dente Onorario della Sezione ANFI di Grado, conferiti dal Presidente Nazionale Gen. C.A. Giovanni Verdicchio.

Il 14 dicembre 2011 la Sezione A.N.F.I. di Gallarate in collaborazione con la Pro Loco, con il Patrocinio del Comune e la Scuola “Dante” di Albizzate ha organizzato, nell'ambito delle iniziative della Guardia di Finanza, una mani-festazione denominata “Vivi la vita, fuggi dallo sballo”.Il motivo dell'iniziativa e stato quello di promuovere una campagna di pre-venzione, all'interno degli Istituti scolastici, per il contrasto dell'uso della droga.Gli Istruttori cinofili hanno effettuato una simulazione per la ricerca delle sostanze stupefacenti e allo stesso modo il Ten. Pietro Mazzarella ed il M.A. Nunzio Loforese, hanno relazionato i presenti sugli scopi e sull'attività della Guardia di Finanza, rispondendo alle domande degli studenti.Presenti alla manifestazione il Sindaco di Albizzate, il Vice Presidente e Consiglieri della Proloco nonché numerosi insegnanti e parte della cittadi-nanza. La manifestazione è stata ripresa dalle reti televisive locali e pubbli-cata sul quotidiano locale.

FRIULI VENEZIA GIULIA

GALLARATE

NOCERA INFERIORE

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Il 26 febbraio 2012 , numerosi Soci e familiari della Sezione, presieduta dal M.M. Emanuele Piazzolla, hanno partecipato alla tradizionale festa de “La Pentolaccia”. Durante l'incontro sono stati consegnati i Diplomi di Merito, concessi dal Comitato Esecutivo Nazionale, ai seguenti Soci: Ruggiero Fortuna-to, Vincenzo Carbonara, Saverio Martire e Giuseppe Carbonara.

SAN FERDINANDO DI PUGLIA

Il 29 febbraio 2012, presso il Comando Provinciale, alla presenza del Ten. Col. Giuseppe Cavallaro, Comandante del Gruppo di Reggio Calabria, si è svol-ta la cerimonia di consegna delle tessere ai nuovi soci della Sezione e del diploma di Merito al Presidente della Sezione, M.M.A. cs Cav. Uff. Carmelo Man-dalari.

Il 31 ottobre 2011, in occasione del passaggio del treno commemorativo per il 90° anniversario del viaggio del Milite Ignoto, la Banda musicale della Sezione, presieduta dal S.Ten. Angelo Russotto, ha salutato l'arrivo del treno sulle note de “La leggenda del Piave”.

Il 17 marzo 2012, in occasione della chiusura del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, è stata inaugurata una Statua dedicata a Giuseppe Gari-baldi. La Sezione ha partecipato con una delegazione di soci guidati dal Pre-sidente, Brig. C. m. Gennaro D'Oriano.

FiammeGialle - Marzo 201230

Reggio Calabria

LA MADDALENA PRATO

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Il 22 ottobre 2011, le rappresentative delle Sezioni ANFI hanno partecipa-to alla deposizione di una corona di alloro all'Ossario dei Caduti Italiani di Caporetto. Presenti l'Ambasciatrice Italiana a Lubiana, Dr.ssa Rossella Franchini, i Sindaci di Cividale e Tolmino ed il Col. Cedola, Com.te Provin-ciale di Udine.

LECCO BISCEGLIE

FiammeGialle - Marzo 201231

UDINE E CIVIDALE GENOVA

Cerimonia di consegna di un'autoambulanza di pronto soccorso, svoltasi a Genova il 18 febbraio 2012. Presenti all'evento il Consigliere Nazionale A.N.F.I. per la Liguria, Ten. Col. Antonio Marino ed i soci: M.O. Francesco Perrone, Brig. C. Francesco Barresi e Brig. Ignazio Desiante.

Cerimonia conclusiva del XVI° Trofeo sci organizzato dal Comitato Interfor-ze, svoltosi sulle piste dei Piani di Bobbio (LC). Nella foto: il Presidente della Sezione di Lecco, Comm. Filippo Di Lelio, ritira il trofeo assegnato al Comi-tato Interforze. Presente alla manifestazione il Sig. Prefetto Marco Valenti-ni.

Tradizionale appuntamento di fine anno dei Soci e familiari della Sezione, presieduta dal M.O. Domenico Fiore, al quale hanno partecipato, in rap-presentanza della Guardia di Finanza, alcuni Allievi Finanzieri della Legio-ne Allievi di Bari.

La Sezione, presieduta dal M.M.A. cs Cav. Antonio Lepore, ha organizzato una cerimonia religiosa in suffragio dei soci defunti durante il 2011. La fun-zione ha avuto luogo presso la suggestiva Chiesa di S. Maria dell'Ulivo (XV secolo) in Sant'Elia Fiumerapido (FR).

CASSINO ASTI

Festeggiato, presso la propria abitazione, il novantesimo compleanno dell'App. Leone Vito, socio della Sezione di Asti. Con lui, nella foto, il Presi-dente della locale Sezione, Brig. C. Michele Marchese, il Comandante Pro-vinciale,Col. Antonio Borgia e le figlie dell'App. Leone.

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Il Nucleo di volontariato e protezione civile della Sezione A.N.F.I. di Rimini, presieduto dal M.A. Cav. Francesco Fiordelisi, ha collaborato, durante il periodo dell'emergenza neve nel mese di febbraio u.s., con la protezione civile comunale. Nella foto l'attività di spargimento sale per le strade cittadi-ne.

RIMINI

Il Nucleo A.N.F.I. di Biancavilla, a seguito della richiesta da parte della locale Amministrazione Comunale, ha partecipato alle attività di soccorso alle popolazioni alluvionate per gli eventi calamitosi verificatisi dal 10 al 12 marzo 2012.

CATANIA

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante una sua recente visita a Bari, presso il Sacrario dei Caduti d'Oltremare, ha incontrato per un breve saluto le rappresentanze delle Associazioni d'Arma e di Categoria. Per l'A.N.F.I., il Lgt. Luigi Noviello Presidente della Sezione di Bitonto. Il 15 gen-naio 2012, una rappresentanza dei Soci della Sezione ha partecipato, su invito dell'Amministrazione Comunale, alla Manifestazione, denominata “Biton-to pulita” (foto a destra).

BITONTO

15 Soci della Sezione partecipano, su richie-sta dell'Amministra-zione Comunale, alla prevenzione dell'insor-genza di fenomeni di bullismo all'esterno degli edifici scolastici.Nella foto due dei soci c h e p a r t e c i p a n o all’iniziativa.

Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Mantova, Col. Dario Guarino, ha consegnato il Diploma di Merito, concesso dal Comitato Esecu-tivo Nazionale, al Presidente della Sezione, M.C. Vincenzo Scanu. Presen-te l'intero Consiglio Direttivo della Sezione.

MANTOVAMONDOVÌ

FiammeGialle - Marzo 2012

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Dal 4 al 7 dicembre 2011, i Soci e familiari della Sezione di Muggia, presieduta dal Brig. Giuseppe Riontino, hanno partecipato ad una gita socio-culturale a Bressano-ne, Merano, Vipiteno ed Innsbruk.

PESARO NARDÒ

FiammeGialle - Marzo 201233

MUGGIA PORLEZZA

Presso il Santuario della Madonna della Carabina in Valsola (CO) ha avuto luogo, il 18 dicembre scorso, la cerimonia religiosa a suffragio dei militari del Corpo caduti in guerra ed in servizio. Hanno partecipato alla cerimonia numerosi soci e familiari guidati dal loro Presidente, V.Brig. Riccardo Brancato.

Il 10 gennaio 2012 hanno avuto luogo le elezioni per il rinnovo del direttivo della Sezione. I neo eletti sono: Presidente, Col. Luigi Lilliu; Vice Presidente, M.A. Giam-battista Sabbatici; Segretario, M.C. Renato Bassi; Consiglieri, Ten. Michele Netti, M.C. Tommaso Villari, Brig. Mario Bertolino e Fin. Gastaldo Tarricone; Sindaci, Lgt. Filippo Tranquilli, M.A. Rocco Russo e Brig. Marcello Valeri.

Il 19 dicembre 2011, il Col. t. SFP Vincenzo Di Rella, Comandante Provinciale di Lecce, ha visitato la sede della Sezione A.N.F.I. di Nardò.Durante la visita il Col. Di Rella, accompagnato dal Presidente della Sezione, Gen. B. Carlo De Pace, ha reso omaggio ai Caduti del Corpo sostando davanti al Monu-mento eretto nel 1996 dalla Sezione.

Il 5 dicembre 2011 i soci e familiari della Sezione, presieduta dall'App. sc UPG Sisin-nio Aresti, si sono ritrovati per il tradizionale convivio natalizio. Presente all'incontro il Comandante della Compagnia di Ravenna, Cap. Giuseppe Furno, l'Arciprete don Mauro Barzocchi, il Ten. Francesca Conte della 2^ Compagnia di Ravenna ed il Consigliere Nazionale, M.M.A. Comm. Ermanno Gelsi.

Incontro Natalizio dei Soci e familiari della Sezione, presieduta dal Gen. D. Gianca-taldo Mirizzi. Ospiti graditi il Sindaco, dott. Stefano Cimatti, ed il Cap. Pietro De Angelis, Comandante della locale Compagnia. Durante il convivio è stato conse-gnato all'App. Giovanni Borsetto, l'attestato di benemerenza concesso dal Presi-dente Nazionale.

BASSANO DEL GRAPPARAVENNA

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Nella tradizionale riunione conviviale di fine anno della Sezione, il Presidente, Brig. Cav. Francesco Tonelli, ed il Socio Brig. Giuseppe Fabbrini, hanno ricevuto l'attestato di benemerenza concessogli dal Presidente Nazionale.

LA SPEZIA

In occasione del pranzo sociale di fine anno, sono stati consegnati attestati di bene-merenza. Nella foto, da sinistra: il Cap. Emiliano Sessa, il Brig. Celso Ottavio Biagi, il Magg. Mario Mazzuoli, Presidente della Sezione ed il geom. Ettore Ameglio.

REGGIO EMILIA

MESTRE

LEVERANOPIOMBINO

Il Comandante Interregionale per l'Italia Nord-Orientale, Gen. C.A. Pasquale Debid-da, ha consegnato al V.Brig. Tiziano Zamarian l'attestato di benemerenza concesso dal Presidente Nazionale.

Al termine del tradizionale pranzo conviviale di fine anno, dei soci della Sezione, è stato consegnato, a cura del Presidente, Fin. Cav. Uff. Agostino Mignogna, l'attestato di benemerenza, al Consigliere della Sezione, M.O. Rosario Mosca.

Consegnati gli attestati di: socio benemerito al Brig. C. Giuseppe Rizzo; socio soste-nitore al Brig. C. Antonio Vetrano e App. Mario Sole. Presenti il Presidente, Brig. Elio Leo, il Sindaco dott. Cosimo Durante e la Sig.ra Concetta Sorrone Ved. Andriani .

BenemerenzaBenemerenzaPERUGIA

Nel corso del tradizionale convivio di fine anno della Sezione, il Comandante Provin-ciale, Col. Vincenzo Tuzi, ha consegnato a cinque Soci Ottantenni, gli Attestati di Benemerenza rilasciati dalla Presidenza Nazionale.

34FiammeGialle - Marzo 2012

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e non si avesse alcun problema la vita sarebbe troppo facile, e Sforse anche noiosa. Le idee

espresse in questo testo sono soprat-tutto dirette a eliminare, o almeno ridur-re, le sofferenze psicologiche, sofferen-ze molto diffuse, quasi sempre inutili e spesso evitabili. Viene pertanto fornita qualche utile informazione, con la spe-ranza che serva a togliere la paura e a trovare il giusto rimedio per vivere senza soffrire. Soprattutto si cerca di aiutare il lettore ad affrontare le inevita-bili difficoltà della vita, senza patimenti,

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RecensioniFiammeGialle - Marzo 2012

“Gioisci per le piccole cose, vivi la vita ogni giorno, mettici il cuore in quello che fai, sorridi a chi ti ama, dai conforto a chi ne ha bisogno e la tua anima ne trarrà giovamento”. Semplici parole che sintetizzano l'esperienza umana, esprimono sensazioni vissute, rievoca-no ricordi piacevoli e dolorosi, alimen-tano la fede e la speranza nel futuro, a conferma che l'amore ed il donarsi agli altri costituiscono il patrimonio di un'anima grande nella quale poter tro-vare la forza per un nuovo giorno.Sentimenti nobili che maturano e si consolidano “nel momento in cui sei sospeso in equilibrio su di un filo a brac-cetto con la morte... Ed allora “ti rendi conto quanto è bello fare una passeg-giata con moglie e figlia, gustare un gelato con loro, ridere di cose stupi-de… emozionarsi per un abbraccio spontaneo”.“Semplicemente Aldo”, un libro auto-biografico in cui l'Autrice – Teresa Dona-deo – racconta la sua storia d'amore, le vicissitudini della malattia del marito, la ricerca della fede. “Aldo, oltre ad esse-re un uomo unico era un Finanziere. La sua divisa gli ha insegnato a lottare sempre, gli ha dato la convinzione che le battaglie vanno affrontate, che non è importante il risultato, ma l'averci pro-vato”. Un inno, per concludere, alla vita all'amore, alla fede, alla speranza.Il libro ha per scopo quello di dar vita ad un grande progetto. Raccogliere, attra-

SEMPLICEMENTE ALDOAMORE, FEDE E MALATTIA

a pubblicazione è stata realizzata dalla Sezione in ricordo del III Bat-Ltaglione Guardia di Finanza.

Il costo è di 5 Euro per copia + le spese di spedizione che andranno a coprire le spese di stampa.

Eventuali richieste vanno indirizzate direttamente alla sezione ANFI via G. Giolitti, 24 - 12084 MONDOVI' (CN) E-mail a: [email protected] specificando il numero di copie e l'indirizzo di recapito.

verso la vendita, fondi da destinare in parte all'Associazione A.G.A.P.E. (Associazione Genitori e Amici Piccoli Emopatici) di San Giovanni Rotondo e, in parte, ad un fondo per la piccola Giu-lia, rimasta senza il suo papà in tenera età, per sostenerla negli studi futuri.Per poter acquistare il libro bisogna scri-vere una mai l a: [email protected], indicando il proprio indi-rizzo ed il numero di copie; il tutto sarà recapitato in contrassegno. L'offerta minima per l'acquisto è di €.10,00. Il libro è stato pubblicato a spese dell'Autrice e non è disponibile in libre-ria.

o almeno patendo il meno possibile. Certo, non è facile, ma non è neppure difficile. L'Autore, Francesco Tavano, Mare-sciallo in congedo della Guardia di Finanza, socio della Sezione di Nova-ra, laureato in giurisprudenza, studioso di problemi psicologici, giuridici e di rela-zioni interpersonali e familiari. E' nato a Catanzaro, ma ha vissuto in diverse città italiane durante i venti anni tra-scorsi in servizio nel Corpo. Ha pubbli-cato numerosi libri. Come giornalista collabora con alcune riviste specializ-zate.di Francesco Tavano. Edizioni Compa-gnia della Rocca, pagg. 123 €. 15,00.www.compagniadellarocca.net

“VIVERE SENZA SOFFRIRE”

“IL BEL BATTAGLIONE”, A CURA DELLA SEZIONE A.N.F.I. DI MONDOVÌ

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SOCI CHE SI FANNO ONORE

Il Maresciallo Nino Falato, Segretario Econo-mo della Sezione di Manfredonia, ha parteci-pato a numerosi concorsi letterari collezio-nando venti primi posti tra cui ricordiamo: 1° premio concorso “Campidoglio” Roma; 1° premio concorso “Città di Latina”; 1° premio “Poesia dell'Anno” Padova.Ha al suo attivo la pubblicazione di due rac-colte di poesie: “I Silenzi della Sera” e “Oltre lo Sguardo”. E' presente in diverse antologie e collabora con riviste letterarie e periodici locali.A fianco l'ultima fatica “Chiedetelo al mio cie-lo”, con prefazione del Prof. Antonio Tomaiu-oli, composto di 120 pagine, ripartite in cin-que parti: “L'Ombra – Il Buio – La Luce”, “Re-spiri di Stagioni”, “Io e gli altri”, “Gli Affetti”, “Io e il Cielo”.

NOZZE DI DIAMANTE

I seguenti soci hanno festeggiato il loro 60° anniversario di matrimonio:

App. Cav. Sebastiano Cantarella, socio della Sezione di Ventimiglia, e consorte Sig.ra Mirella Biamonti;

V.Brig. Giuseppe Implatini, socio della Sezione di Livorno, e consorte Sig.ra Tina Vernuccio;

Brig. Umberto Magnani, socio della Sezione di Riccio, e consorte Sig.ra Itala Dazzani;

Fin. Gaetano Reina, socio della Sezione di Porlezza, e consorte Sig.ra Maria Rusconi;

Ten. Giuseppe Meschino, socio della Sezione di

NOZZE D’ORO

I seguenti soci hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio:

V.Brig. Lidio Checchi, socio della Sezione di Trieste, e consorte Sig.ra Maddalena Toso;

Brig. Cav. Armando Cuomo, socio della Sezione di Bergamo, e consorte Sig.ra Maria Vita;

App. m. Lorenzo Cusumano, socio della Sezione di Ancona, e consorte Sig.ra Maria Contino;

S.Ten. Antonino Fulco, socio della Sezione di Trieste, e consorte Sig.ra Giuseppina;

Cav. Rinaldo Gismondi , socio simpatizzante della Sezione di Brindisi, e consorte Sig.ra Maria De Vitti;

M.M.A. Enzo Malmerenda, Presidente della Sezione di Lido di Ostia, e Consorte Sig.ra Ivana Rosatelli;

Magg. Sandro Picciolini, socio della Sezione di Jesi, e consorte Sig.ra Gabriella Baffoni;

Brig. Palmerino Salierno, socio della Sezione di Bologna, e consorte Sig.ra Isabella Mattia.

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PROMOZIONI

Il seguente militare in congedo è stato promosso al grado superiore nel ruolo d'Onore:

a Maresciallo AiutanteM.C. Francesco Vivarelli, socio della Sezione di Prato.

Brig.C. Matteo Daidone, socio della Sezione di Marsala;

Brig. C. Giuseppe Sportelli, socio della Sezione di Messina.

I seguenti militari sono stati promossi al grado superiore nel ruolo del complemento:

a Maresciallo

Chiedetelo al mio cielo

Non domandatemi perchéin questo mondo tracimante

rabbia, a piene mani, raccolgoancora sogni

Chiedetelo al sommessorespiro del vento,

al fiore appena dischiuso,agli uccelli dell'aria,

all'ultima foglia che giace sul ramo già nudo

Chiedetelo al mio cielo

Firenze, e consorte Sig.ra Ilvana Pellegrini;

S.Ten. A.M. Guido Notturno, socio simpatizzan-te della Sezione di Latina, e consorte Sig.ra Maria Di Chiara.

NOZZE

I seguenti soci o loro familiari hanno contratto matrimonio:

M.llo Elisa De Sanctis, in servizio nel Corpo, nipote del M.M.A. Enzo Malmerenda, Presidente della Sezione di Lido di Ostia, con il M.llo Cristian Forleo, in servizio nel Corpo;

Sig.na Daniela Donati, figlia del M.M.A. Virginio, socio della Sezione di Imperia, con il Sig. Simone Marcenaro;

Dott.ssa Valentina Gennatiempo, figlia del M.llo

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“Fiamme Gialle” formula infiniti e fervidi auguri di ogni bene e felicità ai neo promossi, ai coniugi che hanno festeggiato le nozze di diamante o d'oro, ai neo sposi, ai neonati ed ai neo laureati.

Sono nati:

Alessandro Angelo, nipote del M.M. Mario Tommasini, socio della Sezione di Castiglione del Lago;

Alice, nipote del M.A. Marcello Fragnoli, socio della Sezione di Cassino;

Andrea, nipote del Brig.C. Giovanni Brosco, socio della Sezione di Gela;

Anita Giovanna, nipote del Brig.C. Giuseppe Loverro, socio della Sezione di Bitetto, e della consorte Sig.ra Giovanna Provenzano;

Carlotta, nipote del Brig. Giuseppe Piccione, socio della Sezione di Ivrea, e della consorte Sig.ra Emiliana Riva;

Cecilia, nipote del Fin. Amedeo Salerno, socio della Sezione di Ischia;

Chiara Maria, nipote del M.M.A.cs. Giovanni Cappelletti, socio della Sezione di Brindisi, e della consorte Sig,ra Giuseppina Muolo;

Daria, nipote del Lgt. Donato Verardo, Presidente della Sezione di Lecce;

Davide, nipote del M.A. Pietro Orru', Sindaco effettivo della Sezione di Cagliari, e della consorte Sig.ra M.Dolores;

Dina, nipote del Comm. Magg. Francesco Conventi, socio della Sezione di Ascoli Piceno, e della consorte Sig.ra Dina Vittorii;

Edoardo, nipote del Brig. Franco Taddeucci, socio fondatore della Sezione di Valdarno;

Elettra Luisa, nipote del Fin. Aldo Maggi, socio della Sezione di Sestri Levante, e della consorte Sig.ra Marcella;

Federico, nipote del M.M.A. Cav. Federico Costanza, socio della Sezione di Trieste, e della Sig.ra Maria Frongillo, socio onorario della Sezione di Muggia;

Federico, nipote del M.O. Francesco Perrone, socio della Sezione di Genova, e della consorte

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Sig.ra Maria Vittoria;

Gabriele, nipote del Brig.C. Gabriele Modesti, socio della Sezione di Milano, e della consorte Sig.ra Enrica Brusati;

Gabriele, nipote del Brig.C. Augustale Grosso, socio della Sezione di Olgiate Comasco;

Gabriele, nipote del Brig. Nicola Piazzolla, socio della Sezione di Trapani, e della consorte Sig.ra Caterina Bevilacqua;

Gabriele Pasquale, nipote del M.O. Pasquale Artale, socio della Sezione di Mazara del Vallo;

Gaetano, nipote della Sig.ra Grazia Rocci, vedova del M.llo Ferrovecchio, socia della Sezione di Bari;

Giacomo, nipote dell'App. Upg. Salvatore Leggiero, Consigliere della Sezione di Chioggia;

Gioele, nipote del Lgt. Cav. Paolo Mangraviti, Consigliere della Sezione di Messina, e della consorte Sig.ra Pina Arena;

Giulia, figlia dell'App. sc. Cosma Damiano Filannino, in servizio nel Corpo nipote del Lgt. Antonio Filannino, Presidente della Sezione di Barletta;

Gretel, nipote dell'App. Upg. Mario Falchi, socio della Sezione di Bosa, e della consorte Sig.ra Rosanna Cappellaro;

Lorenzo, nipote del M.M.A. Domenico Costantino, Consigliere della Sezione di Cosenza, e della consorte Sig.ra Dina Zanetti;

Luna Chiara, nipote del S.Ten. Luciano Di Giacomo, socio della Sezione di Pescara, e della consorte Sig.ra Gabriella Papa;

Martina, nipote della Sig.ra Francesca Vuaran vedova Olerni, socia della Sezione di Gorizia;

Melissa, nipote del M.M.A. Leonardo Netti, Consigliere della Sezione di Ivrea, e della consorte Sig.ra Alida Antonia Cignetti;

Noel, nipote del M.A. Giovanni Pigozzi, Vice Presidente della Sezione di Brunico;

Nunzio Emanuele, figlio del M.C. Giuseppe Grimaldi in servizio nel Corpo, nipote del Brig.C. Nunzio Grimaldi, Consigliere della Sezione di Angri, e della consorte Sig.ra Viscardi Maria;

Riccardo, nipote del Sig. Giovanni De Luca, socio simpatizzante della Sezione di Falconara Marittima, e della consorte Sig.ra Patrizia Censori;

Romeo, nipote del M.M.A.c.s. Dario Cozzi,

LAUREE

socio della Sezione di Udine, e della consorte Sig.ra Miriam;

Samanda Kris, nipote del M. M.A.m. Paolo Palmisano, socio della Sezione di Ostuni;

Sergio, figlio del Sig. Andrea Cappelli, e nipote della Sig.ra Enrica Davini, soci simpatizzanti della Sezione di Cremona;

Sofia, nipote dell'App. Upg. Luigi Spiga, socio della Sezione di Lecco;

Thomas, nipote del Sig. Franco Magni e Sig.ra Luisa, soci simpatizzanti della Sezione di Lecco;

Tommaso, nipote del V.Brig. Antonio Maiorano, socio della Sezione di Udine, e della consorte Sig.ra Franca;

Viola, figlia del Lgt. Michele Garofalo, socio fondatore della Sezione di Bitonto e della Prof.ssa Francesca Pice.

Domenico, socio della Sezione di Reggio Emilia, con l'Ing. Alex Meccariello;

Sig.na Roberta Monteduro, figlia del M.A. Salvatore, socio della Sezione di Tricase, con il Geom. Biagio Chiarello;

Sig. Roberto Quartana, figlio del Brig. Vincenzo, socio della Sezione di Trapani, con la Sig.na Delia Martino.

CULLE

Si sono laureati i seguenti soci o loro familiari:

Sig.na Angela Calabretta, figlia del Brig. Vincenzo, socio della Sezione di Cividale del Friuli, in “Scienze del Servizio Sociale”;

Sig. Carmine Campana, socio simpatizzante della Sezione di Brindisi, in “Scienze Topo Geografiche, Estimative, Territoriali Edilizie”;

Sig.na Francesca Antonia Catania, figlia del Fin. Michele, Vice Presidente della Sezione di Trani, in “Beni Culturali” e “Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale”;

Sig.na Maria Giulia Colavito, nipote dell'App. Giulio Cambi, socio della Sezione di Modena, in “Tecnica e Riabilitazione Psichiatrica”;

Sig.na Francesca Cuccu, figlia del M.M. Antonio, Vice Presidente della Sezione di Aprilia, in “Scienze Archeologiche”,

Sig.na Alessandra Frau, figlia del Fin. Giuseppe, socio della Sezione di Tortolì, in “Biologia”;

Sig.ri Enrico, Dario e Alberto Gambaccini, nipoti dell'App. Alberto, socio della Sezione di Livorno, in “Scienze Politiche e Relazioni”, in “Specializzazione in Gastroenterologia”, in “Psicologia Aziendale”.

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TRISTIA

Sig.ra Sara BAGNARA, di anni 31 figlia del Sig. Alfredo, socio simpatizzante della Sezione di Cervia, recentemente;

App. Pietro BALLAURI, socio della Sezione di Mondovì, il 5.2.2012;

Sig. Luigi BALTER, fratello dell'App. Virginio, Sindaco della Sezione di Rovereto, il 19.2.2011;

Sig.ra Lida BARBIERI, consorte del M.M.A. Cav. Emidio Musio, socio della Sezione di Torto-na, il 9.2.2012;

Brig. Filippo BARONE, socio della Sezione di Catania, il 16.2.2012;

Sig.ra Anna BARTUCCI, consorte del Sig. Luigi Liguori, socio simpatizzante della Sezione di Cosenza, il 17.2.2012;

M.M.A. Italo BAUDELLINI, socio della Sezione di Vicenza, l'8.2.2012;

Fin. Carlo BELTRAMO, socio della Sezione di Cuneo, l'11.1.2012;

App. Bruno BERNABE, socio della Sezione di Riccione, il 23.2.2012;

Fin. Ettore BEVAGLIA, socio della Sezione di Foligno, il 5.1.2012;

App. Luciano BIANCHETTI, socio della Sezio-ne di Arezzo, il 10.1.2012;

App. Giuseppe BONINO, socio della Sezione di Como, il 3.11.2011;

Sig.ra Cira BORRELLI, consorte del Brig.C. Francesco Tarantino, socio della Sezione di Civi-tavecchia, il 27.2.2012;

Brig. Cav. Salvatore BOSCARINO, di anni 78, socio della Sezione di Falconara M.ma, il 16.10.2011;

Sig.ra Margherita BROGLIO, madre del M.M.A. Cav. Giordano Casali, Consigliere della Sezione di Trento, il 29.2.2012;

Sig.ra Giuseppa CABITTA, sorella del Brig. Francesco, socio della Sezione di Sassari, l'11.2.2012;

M.M.A.c.s. Giuseppe CANTAFIO, socio della Sezione di Palermo, il 9.2.2012;

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Sig.ra Giuseppina CANUTI, consorte del Brig. Mario Scipioni, socio della Sezione di Como, il 30.1.2012;

Sig.ra Serafina CAPALDO, vedova Bruno, madre del M.A.m. Gabriele Bruno, socio della Sezione di Nocera Inferiore, il 6.2.2012;

V.Brig. Giuseppe CAPPELLA, socio della Sezione di Conegliano, il 4.1.2012;

Sig.ra Pasqua CAUTILLO, madre del Sig. Giu-seppe Montrone, socio simpatizzante della Sezione di Monza, il 12.1.2012;

Sig. Diego CANTORE, padre del Fin. France-sco, socio della Sezione di Bitonto, il 14.1.2012;

Sig.ra Antonia CENTOCANTI, consorte del Lgt. Angelo Scarafoni, socio della Sezione di Rimini, il 3.2.2012;

Fin. Giunto CESARONI, socio della Sezione di Sondrio, il 17.2.2012;

Brig. Angelo CINCOTTI, socio della Sezione di Sanremo, il 20.1.2012;

App. Angelo COSTANZO, socio della Sezione di Sanremo, il 23.2.2012;

Gen.C.A. Romualdo CREMONA, della Sezio-ne di Roma 1/Nord, il 13.2.2012;

Sig.ra Eva D'ALOISIO, madre del Sig. Eligio Cauto, socio sostenitore della Sezione di Pescara, il 30.1.2012;

Gen.B. Aldo DE BONIS, socio simpatizzante della Sezione di Foligno, il 2.2.2012;

Sig.ra Filomena DEL DEO, sorella del Brig.m. Nunzio, socio della Sezione di Ischia, il 29.2.2012;

Sig. Ulderico DIANA, padre del Brig.C. Ugo, socio della Sezione di Fano, il 23.2.2012;

Sig.ra Teresa DI FERDINANDO, consorte del M.A. Cav. Battista Mattana, socio della Sezione di Cagliari, il 16.1.2012;

Sig.ra EMILIA, madre dell'App. Upg. Pierino Minchella, socio della Sezione di Terracina, il 17.1.2012;

M.M. Damiano EVANGELISTA, socio della Sezione di Pistoia, il 15.1.2012;

App. Antonio FABIANI, di anni 83 socio della Sezione di La Spezia, l'8.2.2012;

Sig.ra Fiorina FALAPPA, madre dell'App. Naz-zareno Medei, socio della Sezione di Brunico, il 25.1.2012;

Brig. Giuseppe FALLETTA, socio della Sezio-ne di Sacile, il 9.2.2012;

Sig.ra Ada FASANO, madre della Sig.ra Elena Apollonio, socia simpatizzante della Sezione di Salò, il 4.2.2012;

Brig. Rosario FERRARA, socio della Sezione di Agrigento, il 21.1.2012;

Sig.ra Speranza FERRARI, socia della Sezione di Verona, il 6.2.2012;

Sig.ra Francesca FICHERA, consorte del S.Ten. Giuseppe Cosentino, socio della Sezione di Biella, l'11.1.2012;

Sig.ra Annunziata FILETTI, vedova Cerrato, madre del Brig.C. Antonio Cerrato, socio della Sezione di Castiglione del Lago, il 22.2.2012;

Brig.C. Giovanni FORMICOLA, socio della Sezione di Torino, il 19.1.2012;

M.M.A. Guido FORTE, socio della Sezione di Matera, il 10.1.2012;

Fin. Luigi GARRISI, socio della Sezione di Jeso-lo, il 6.2.2012;

Brig. Luigi GIACOMINO, socio fondatore della Sezione di Pratica di Mare, il 17.1.2012;

App. Benito GIANCRISTOFARO, socio della Sezione di Lanciano, il 7.2.2012;

M.llo Nazario GIULIANI, socio della Sezione di Mazara del Vallo, il 15.1.2012;

Sig. Mirko GUERCIA, figlio del Brig.C. Pasqua-le, socio della Sezione di Ancona, il 25.2.2012;

Lgt. Pasquale GUERRIERI, socio della Sezio-ne di Firenze, il 20.1.2012;

Sig.ri Antioco FARCI e Sig.ra Giuseppa MARROCCU, soci della Sezione di Tira-no. I coniugi, erano i genitori del Fin. Anto-nio (nella foto), Meda-glia di Bronzo al Valor

Militare, ucciso a soli 21 anni nel 1971 durante un'operazione di Servizio anti-contrabando. A lui è intestata la Sezio-ne di Tirano.

SONO DECEDUTI I SEGUENTI SOCI O LORO FAMILIARI:

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Ai familiari degli Estinti il nostrosentito cordoglio

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V.Brig. Giovanni MUSU, di anni 89 socio della Sezione di La Spezia, il 23.2.2012;

App. Francesco NACUCCHI, socio della Sezione di Civitavecchia, il 5.2.2012;

App. Domenico NASTA, socio della Sezione di Angri, il 2.2.2012;

Sig.ra Francesca NOTO, madre del Brig. Fran-co Fiorella in servizio nel Corpo, socio della Sezione di Chivasso, il 21.1.2012;

Brig. Pasquale NUCERA, socio della Sezione di Ancona, il 12.1.2012;

Sig. Donato PALLADINO, padre del Brig. Giu-seppe, socio della Sezione di Cividale del Friuli, il 17.1.2012;

Brig. Fortunato PALMIERI, di anni 102, Presi-dente Onorario della Sezione di Pistoia, il 17.2.2012;

M.M.A. Antonio PANI, già Sindaco della Sezio-ne di Cremona, il 25.1.2012;

Sig.ra Filomena PAOLINO, madre del M.C. Gerardo Foti, socio della Sezione di Biacesa, il 23.1.2012;

Sig. Pasquale PARADISO, padre del Lgt. Cav. Gennaro, Presidente della Sezione di Pontede-ra, e del M.O. Angelo, socio della stessa Sezio-ne, il 7.2.2012;

M.O. Berardo PEDANEO, socio della Sezione di Pescara, il 16.2.2012;

App. Giulio PELLEGRINI, socio della Sezione di Polignano a Mare, il 27.2.2012;

Brig. Giacomo PICARDI, socio della Sezione di Busto Arsizio, il 20.1.2012;

Sig. Giovanni POTENZA, fratello del Fin. Alber-to, socio della Sezione di Chiavenna, il 26.2.2012;

Gen.B. Mario RETICO, socio della Sezione di Roma 1/Nord, il 23.2.2012;

Brig.C. Antonio RICHELDI, socio della Sezio-ne di Castiglione del Lago, il 29.2.2012;

M.O. Cav. Giuseppe ROMEO, di anni 88 socio della Sezione di Messina, il 17.2.2012;

Sig. Michele ROMITA, padre del Sig. Vito e suo-cero del Sig. Angelo Proscia soci simpatizzanti della Sezione di Bitetto, il 25.1.2012;

Sig.ra Maria SALUSTRI, madre del Fin. Palme-

rino Molinelli, socio della Sezione di Lecco, il 7.1.2012;

V.Brig. Antonio SALZANO, socio della Sezio-ne di Parma, il 9.2.2012;

M.M.A. Angelo SCEMA, socio della Sezione di Villacidro, il 10.1.2012;

Prof. Michele SCHIFONE, padre del Ten. Gian-luca, socio della Sezione di Ostuni, il 18.1.2012;

Sig.ra Brigida SCHIRALDI, madre del Fin. Dott. Savino Romagnuolo, socio della Sezione di Cerignola, il 25.1.2012;

Sig. Antonio SCIORTINO, padre del Brig.C. Giovanni, socio della Sezione di Alcamo, il 26.1.2012;

Sig. Eugenio SICILIANO, socio simpatizzante della Sezione di Cosenza, il 27.2.2012;

Sig. Rocco SIMBOLO, padre dell'App. Gabrie-le, socio della Sezione di Pescara, il 25.1.2012;

Sig.ra Rosalia SINAGRA, madre del Brig. Ste-fano D'Amico, socio della Sezione di Bagheria, il 30.1.2012;

App. Anacleto SORDINI, di anni 87 socio della Sezione di Velletri, il 10.2.2012;

Prof. Ing. Simone SPAMPINATO, padre dell'Ing. Mario, socio simpatizzante della Sezio-ne di Catania, il 26.1.2012;

Brig.C. Pietro SPERANZA, socio della Sezione di L'Aquila, il 18.1.2012;

Sig.ra Giuseppa STORNANTI, madre del M.A. Matteo Stornanti, socio della Sezione di Messi-na, il 29.1.2012;

Sig. Angiolino TARICANI, padre del M.A.m. Luigi, socio della Sezione di Pescara, il 21.2.2012;

M.llo Mauro TULIPANO, socio della Sezione di Trani, il 12.1.2012;

Brig. Raimondo VINCI, socio della Sezione di Civitavecchia, il 31.1.2012;

Gen.D. Vincenzo VITTORINI, socio della Sezione di Roma 1/Nord, nel mese di agosto 2011.

App.Upg. Gianfranco GUIDI, socio della Sezione di Biacesa, il 27.2.2012;

M.M.A.c.s. Silvio IANNOTTA, socio della Sezione di Torino, il 31.1.2012;

Sig.ra Amalia INGUSCIO, consorte del M.A. Giuseppe Pizzuto, socio della Sezione di Brindi-si, il 31.1.2012;

S.Ten. Carmine LANDI, di anni 79, socio della Sezione di Bergamo, il 20.1.2012;

Sig.ra Anita LANTERNA, vedova Salvatelli, madre del M.M.A.cs. Rinaldo, Presidente della Sezione di Olgiate Comasco, il 26.1.2012;

Brig. Benito LEONETTI, Vice Presidente della Sezione di Palermo, il 26.1.2012;

App.m. Salvatore LEPORI, socio della Sezione di La Maddalena, il 15.2.2012;

Sig.ra Santa LUCIFORA, madre del Brig. Fila-delfo Coco, socio della Sezione di Catania, il 12.2.2012;

M.M.A.cs. Enzo MANFREDI, socio della Sezio-ne di Thiene, il 31.1.2012;

Sig.ra Giovannina MARINO, madre del M.A. Giovanni Bucci, socio della Sezione di Pescara, il 22.2.2012;

Brig.C. Italo MAROLO di anni 70, socio della Sezione di Cormòns, il 19.1.2012;

V.Brig. Gaetano MARZULLI, di anni 82 socio fondatore della Sezione di Bisceglie, il 16.1.2012;

M.M. Leonardo MELONI, già Segretario della Sezione di Cervia, il 6.2.2012;

Sig. Andrea MESSINA, padre del Brig.C. Fran-cesco, socio della Sezione di Mazara del Vallo, il 21.1.2012;

App. Carmelo MESSINA, socio della Sezione di Novara, il 18.1.2012;

App. Angelo MICHIELETTO, Segretario della Sezione di Castelfranco Veneto, il 13.1.2012;

V.Brig. Antonino MEGNA, socio della Sezione di Torino, il 2.1.2012;

M.C. Giuseppe MONACHELLA, socio della Sezione di Asti, il 27.2.2012;

Sig.ra Marianna MULE', consorte del M.A. Giu-seppe Domingo, socio della Sezione di Alcamo, l'11.1.2012;

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Il XVIII Raduno Nazionale dell'Associazione, organizzato in Puglia in occasione delle celebrazio-ni del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, ha assunto un particolare significato nella riaffermazione dei principi che hanno ispirato il Risorgimento ed il processo di unificazione nazionale.In tutti i partecipanti all'evento, Finanzieri in servizio ed in congedo, è stata colta un'autorevolezza morale che richiama alla memoria la fedeltà al giuramento prestato.E' stata una grande festa, una festa popolare, un “bagno di folla” per tutti i Finanzieri, arricchita e confortata dalla presenza del Comandante Generale e del Comandante in Seconda, dei rappresen-tanti di tutte le Istituzioni e da numerosissimi cittadini, tra i quali moltissimi giovani, della Provincia BAT, che hanno espresso rispetto e fiducia verso una plurisecolare Istituzione e, soprattutto, una concreta dimostrazione di coesione nazionale.La Presidenza Nazionale, per tale evento, ha provveduto alla realizzazione di un cofanetto composto da due DVD, uno fotografico e l'altro video, dell'intera Manifestazione.I Soci interessati possono rivolgersi alle Sezioni di appartenenza, oppure telefonare direttamente alla Presidenza Nazionale dell'A.N.F.I., tel 068084270, fax 068084280.

RACCOLTA FOTOGRAFICA & VIDEOdel XVIII Raduno Nazionale

dell’A.N.F.I.