1861-2011 Verso i 150 anni dell’Unità d ‘ Italia Da Torino a...

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Il quadro da noi scelto ha per titolo “Il 26 aprile 1859”: fu realizzato nel 1861 ed è conser- vato a Viareggio nell'istituto Matteucci. Il quadro rappresen- ta una giovane donna intenta a cucire un gran tricolore per un fratello o forse per un fidanzato; appoggiato al muro si nota un'a- labarda su cui è annodata una coccarda italiana. La scena è dominata da un senso di pudo- re, di riservatezza trattenuti all'interno di una sobria etica familiare della quale la donna fa tesoro. Il quadro è stato esposto alla mostra presso le Scuderie del Quirinale dal 6 ottobre del 2010 al 16 gennaio del 2011. La mostra è stata allestita in occasione del 150° anniversa- rio dell'Unità d'Italia per eviden- ziare come, gli accadimenti di quegli anni abbiano rappresen- tato l'adesione popolare, a di- spetto di una più scontata e retorica celebrazione. Sono state esposte molte opere per mettere in luce come gli artisti, pur con linguaggi diversi, ambis- sero al medesimo obiettivo: rappresentare le fondamentali battaglie per la conquista dell'U- nità d'Italia spostando l'atten- zione dagli aspetti militari a quelli ideale e popolari. Nella mostra vi è, quindi, il raccon- to degli anni e delle vicende più importanti della nostra storia. L'opera è del pittore Orlando Borrani, nato a Pisa; nel 1853 conobbe Telematico Signorini con il quale nel 1859 partì volontario per le guerre di unificazione dell'Ita- lia. Al suo rientro si orientò verso la ricerca macchiaiola, e si avvicinò in seguito alla poetica Silvestro Lega e dal 1876 divenne sempre più descrittivo. COORDINAMENTO Didattico: Prof.ssa Ida Pidone Hanno collaborato: D. Piricò, R. Campo, L. Carollo, C. Lupo, V. Nicastro, C. Cosenza, G. Virga, R. Daniele (4Ainf) N. Manzella (4B.eletr) , R. Cangialosi (3A.inf), F. Pace (5A.inf) Tecnico-Grafico: Prof.ssa Vinciguerra Adelina Hanno collaborato: Campagna Davide (5A.inf) Visconti Marco (5A.inf) SOMMARIO: Celebrazioni del 17 Marzo in Italia 2-3 Citazioni Napolitano 4 Citazioni Letterarie 5 Visita archivio comuna- le 28/09/11 6 Conferenza Prof.Marino 21/03/11 7-8 Convegno 4 Aprile 9 Visita sede società Storia Patria 10 La lingua Italiana: Strumento unificazione 11 Orlando Borrani 1861-2011 Verso i 150 anni dell’Unità d ‘ Italia Da Torino a Palermo …… Come abbiamo imparato insieme a diventare Italiani (e come vorremo continuare ad esserlo ….) Palermo Maggio 2011 Edizione N° 1

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Il quadro da noi scelto ha per

titolo “Il 26 aprile 1859”: fu

realizzato nel 1861 ed è conser-

vato a Viareggio nell'istituto

Matteucci. Il quadro rappresen-

ta una giovane donna intenta a

cucire un gran tricolore per un

fratello o forse per un fidanzato;

appoggiato al muro si nota un'a-

labarda su cui è annodata una

coccarda italiana. La scena è

dominata da un senso di pudo-

re, di riservatezza trattenuti

all'interno di una sobria etica

familiare della quale la donna fa

tesoro. Il quadro è stato esposto

alla mostra presso le Scuderie

del Quirinale dal 6 ottobre del

2010 al 16 gennaio del 2011.

La mostra è stata allestita in

occasione del 150° anniversa-

rio dell'Unità d'Italia per eviden-

ziare come, gli accadimenti di

quegli anni abbiano rappresen-

tato l'adesione popolare, a di-

spetto di una più scontata e

retorica celebrazione. Sono

state esposte molte opere per

mettere in luce come gli artisti,

pur con linguaggi diversi, ambis-

sero al medesimo obiettivo:

rappresentare le fondamentali

battaglie per la conquista dell'U-

nità d'Italia spostando l'atten-

zione dagli aspetti militari a

quelli ideale e popolari. Nella

mostra vi è, quindi, il raccon-

to degli anni e delle vicende

più importanti della nostra

storia. L'opera è del pittore

Orlando Borrani, nato a Pisa;

nel 1853 conobbe Telematico

Signorini con il quale nel

1859 partì volontario per le

guerre di unificazione dell'Ita-

lia. Al suo rientro si orientò

verso la ricerca macchiaiola,

e si avvicinò in seguito alla

poetica Silvestro Lega e dal

1876 divenne sempre più

descrittivo.

C O O R D I N A M E N T O

Didattico:

Prof.ssa

Ida Pidone

Hanno collaborato:

D. Piricò, R. Campo,

L. Carollo, C. Lupo,

V. Nicastro, C. Cosenza,

G. Virga, R. Daniele (4Ainf)

N. Manzella (4B.eletr) ,

R. Cangialosi (3A.inf),

F. Pace (5A.inf)

Tecnico-Grafico:

Prof.ssa

Vinciguerra Adelina

Hanno collaborato:

Campagna Davide (5A.inf)

Visconti Marco (5A.inf)

S O M M A R I O :

Celebrazioni del 17

Marzo in Italia 2-3

Citazioni Napolitano 4

Citazioni Letterarie 5

Visita archivio comuna-

le 28/09/11 6

Conferenza

Prof.Marino 21/03/11 7-8

Convegno 4 Aprile 9

Visita sede società

Storia Patria 10

La lingua Italiana:

Strumento unificazione 11

O r l a n d o B o r r a n i

1861-2011 Verso i 150 anni dell’Unità d ‘ Italia Da Torino a Palermo …… Come abbiamo imparato insieme a diventare Italiani (e come vorremo continuare ad esserlo ….)

Palermo Maggio 2011 Edizione N° 1

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1 7 M a r z o 2 0 1 1 : c i t t à i t a l i a n e i n f e s t a ( R o m a , F i r e n z e , T r i e s t e ,

A g r i g e n t o … )

P a g i n a 2

In occasione dei 150anni dell'Ita-

lia unita e di tutte le celebrazioni

che fortunatamente dureranno

fino a Novembre 2011, ciò che

ognuno di noi dovrebbe proporsi di fare è riflettere sul significato

che ha per gli italiani l'aver fe-

steggiato una ricorrenza naziona-

le che appare al tempo stesso

molto importante e problemati-

ca.Per riflettere sul significato

attribuibile a tutta la serie di e-

venti commemorativi del proces-

so unitario, però, bisogna prima

capire perché l'unità d'Italia risul-

ta così rilevante. La storia risorgi-

mentale Italiana la conosciamo un po' tutti, anche se negli ultimi

anni spesso si tende a non valo-

rizzare abbastanza la conoscenza

di quello che potremmo definire

il momento fondativo della nostra

storia comune, unitaria e condivi-

sa. Forse conosciamo un po’ me-

no le contraddizioni che pure

coesistono nel processo unitario

rendendo quest’ultimo fonte di

pareri controversi e alimentando studi e ricerche ancora in divenire

Lo scopo principale (non il più impor-

tante) dei festeggiamenti risulta, dun-

que, riportare alla luce quelle che era-

no le idee e le ragioni che hanno spin-

to i grandi come Garibaldi, Cavour, Mazzini e i meno grandi in termini di

notorietà, ma altrettanto importanti per

l'impegno e il sacrificio profusi nella

causa comune, a diffondere e impri-

mere, con scelte talvolta risolutive,

una svolta determinante ai fatti contin-

genti e il loro desiderio di unità. Idee e

ragioni che, nonostante alcuni forse

inevitabili errori commessi, furono più

forti dei limiti e delle difficoltà che si

opposero al processo di unificazione.

Le motivazioni storiche dell'importan-za dell'unità d'Italia costituiscono un

insieme di riferimenti indispensabili

non solo per conoscere e radicare le

ragioni di una nostra storia collettiva,

ma anche per capire e decodificare i

fatti più dibattuti del nostro presente.

Le modifiche legislative ispirate al

Federalismo, per esempio.

e, spesso, dialetticamente con-

trapposte. La verità è che ci di-

mentichiamo sia della storia che

delle sue contraddizioni e su ciò

ci invitano a riflettere vari osser-vatori storici ed editorialisti, fra

cui Stefano Folli nel suo pezzo

pubblicato su uno speciale del

Sole 24 Ore.

Il Federalismo viene generalmen-

te visto come un fattore di divi-

sione tra le regioni italiane, ma

guardando indietro alle radici

della stessa idea federalista si ritrova un carattere più unitario al

livello nazionale.

Essa nasce, in effetti, con l'idea

stessa della formazione dell'unità

e si sostanzia degli studi e delle

proposte elaborate da Gioberti in

senso cattolico, da Cattaneo in

senso democratico e da Ferrari in

senso repubblicano-

rivoluzionario.

La stessa Costituzione Repubbli-

cana del 1948 aveva previsto il

decentramento amministrativo,

che ha poi trovato ulteriore appli-

cazione con la modifica del Tito-lo V avvenuta nel 2001. Sarebbe

allora giusto riflettere e provare a

distinguere i possibili risultati ai

quali porterebbe questa riforma

Federalista iniziata nel 2001 e

destinata a concludersi presto: nel

caso in cui portasse ad una mag-

giore autonomia dei Comuni e

delle Regioni a vantaggio dell'in-

tera nazione, potrebbe risultare

positiva per lo sviluppo del Paese

1861-2011 Verso i 150 anni

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quando però essa dovesse portare sperequazioni fra le regioni italiane risulterebbe non solo un fattore svantaggioso e

anti-storico, in quanto porterebbe a vanificare gli sforzi fatti per unificare l'Italia, ma potrebbe addirittura ridimensiona-

re il peso e il valore dell'intera nazione rispetto al resto dell'Unione Europea. Tante controversie, però, non devo permet-

terci di vanificare le opportunità che ha la nazione di superare ogni possibile difficoltà, come è successo in passato. Pro-

babilmente sono cambiate molte cose dal 1860-1861, però abbiamo ancora, come se fosse un carattere ereditario, la capacità di migliorare e ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, basta volerlo. Proprio per entrare in diretto contatto con lo

spirito e le intenzioni delle celebrazioni di questo importante anniversario e anche per rendere omaggio alle vicende

locali e al contributo che esse diedero all’intera causa risorgimentale - come la rivoluzione del 12 gennaio 1848,

e all'epopea garibaldina, il gruppo di noi ragazzi che si riconosce e lavora, insieme con i docenti che hanno progettato

e seguito le attività didattiche, alla realizzazione del percorso sull'Unità nazionale, ha provato a raccogliere le immagi-

ni, le idee e le sensazioni scaturite dal percorso storico e culturale che abbiamo seguito.

P a g i n a 3 1861-2011 Verso i 150 anni

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P a g i n a 4

“Scuole, i cui insegnanti e dirigenti hanno espresso la loro sensibilità per i valori dell'unità nazionale, stimolando e raccogliendo un'attenzione e disponibilità diffusa tra gli studenti.” Istituzioni culturali di alto prestigio nazionale, univer-sità, associazioni locali legate alla memoria della nostra storia nei mille luoghi in cui essa si è svolta.

L ’ I t a l i a i n t e r a è r a p p r e s e n t a t a d a l P r e s i d e n t e d e l l a R e p u b b l i c a d a l

d i s c o r s o d i G i o r g i o N a p o l i t a n o 1 7 M a r z o 2 0 1 1

“A partire da questo giorno, l'Italia afferma a voce alta di fronte al mondo la propria esistenza. Il diritto che le ap-parteneva di essere indipendente e libera, e che essa ha sostenuto sui campi di battaglia e nei Consigli, l'Italia lo proclama solennemente oggi".Così Cavour, con parole che rispecchiavano l'emozione e la fierezza per il traguar-do raggiunto : sentimenti, questi, con cui possiamo ancor oggi identificarci.”

“Non c'è discussione, pur lecita e feconda, sulle ombre, sulle contraddizioni e tensioni di quel movimento che pos-sa oscurare il dato fondamentale dello storico balzo in avanti che la nascita del nostro Stato nazionale rappre-sentò per l'insieme degli italiani, per le popolazioni di ogni parte, Nord e Sud, che in esso si unirono.”

“E oggi dell'unificazione celebriamo l'anniversario vedendo l'attenzione pubblica rivolta a verificare le condizioni alle quali un'evoluzione in senso federali-stico - e non solo nel campo finanziario - potrà garan-tire maggiore autonomia e responsabilità alle istituzio-ni regionali e locali rinnovando e rafforzando le basi dell'unità nazionale. E' tale rafforzamento, e non il suo contrario, l'autentico fine da perseguire. D'altron-de, nella nostra storia e nella nostra visione, la parola unità si sposa con altre : pluralità, diversità, solidarie-tà, sussidiarietà.”

“Valgano dunque le celebrazioni del Centocinquantena-rio a diffondere e approfondire tra gli italiani il senso della missione e dell'unità nazionale : come appare tanto più necessario quanto più lucidamente guardiamo al mondo che ci circonda, con le sue promesse di futuro migliore e più giusto e con le sue tante incognite, anche quelle mi-steriose e terribili che ci riserva la natura. Reggeremo - in questo gran mare aperto - alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, per-ché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci riusciremo ad una condizione : che operi nuovamente un forte cemento nazionale unita-rio, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da per-dite diffuse del senso del limite e della responsabilità. Non so quando e come ciò accadrà ; confido che acca-da ; convinciamoci tutti, nel profondo, che questa è ormai la condizione della salvezza comune, del comune pro-gresso.”

1861-2011 Verso i 150 anni

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P a g i n a 5

L e p a r o l e d e l l a l e t t e r a t u r a : l ’ I t a l i a , i l s u o p o p o l o , l a s u a l i n g u a n e g l i s c r i t t i e n e l p e n s i e r o d i a l c u n i g r a n d i a u t o r i

…“Non fia che quest’onda

Scorra più tra due rive straniere;

Non fia loco ove sorgan barriere

Tra l’Italia e l’Italia, mai più!‖…

…‖Una gente che libera tutta,

ila serva tra l’Alpe ed il mare;

Una d’arme, di lingua, d’altare,

Di memorie, di sangue e di cor.‖…

…‖O stranieri, nel proprio retaggio

Torna Italia, e il sllo. suolo ripren-

de;‖…

Giovanni Fattori—Garibaldi a Palermo

Umberto Coromaldi -

Camicie Rosse

Mosè Bianchi—I Fratelli

sono al campo

1861-2011 Verso i 150 anni

…‖Non vedete che tutta si scote.

Dal Cenisio alla balza di Scilla?

Non sentite che infida vacilla

Sotto il peso de’ barbari piè?‖…

…‖Cara Italia! dovunque il dolente

Grido uscì del tuo lungo servaggio‖…

…‖Non c’è cor che non batta per te.‖…

…‖ O risorta per voi la vedremo

Al convito de’ popoli assisa,

O più serva, più vil, più derisa

Sotto l’orrida verga starà.‖…

(da “Marzo 1821” di A. Manzoni)

…‖così ora, per conoscere il valore di un per-

sonaggio italiano, era necessario che l’Italia si ri-

ducesse nella situazione in cui è al presente, cioè

era necessario che fosse più schiava degli ebrei,

più serva dei persiani, più disorientata ed incerta degli ateniesi; era necessario che fosse senza capo,

in preda al caos, sconfitta, saccheggiata, lacerata,

percorsa da eserciti nemici e che avesse subito o-

gni specie di distruzione.‖…

(da “Il principe” Cap. XXVI di N. Machiavelli)

…‖L’Italia è stata finora avviluppata come di una sfera brillante, la sfera della libertà e

della nazionalità, e ne è nata una filosofia e una letteratura.‖…

…‖Dee cercare sé stessa, con vista chiara, sgombra da ogni velo e da ogni involucro,

guardando alla cosa effettuale, con lo spirito di Galileo, di Machiavelli. In questa ricer-ca degli elementi reali della sua esistenza, lo spirito italiano rifarà la sua cultura, ristau-

rerà il suo mondo morale, rinfrescherà le sue impressioni, troverà nella sua intimità nuo-

ve fonti di ispirazione,la donna, la famiglia, la natura, l’amore, la libertà, la patria, la

scienza, la virtù, non come idee brillanti, viste nello spazio, che gli girino intorno, ma

come oggetti concreti e familiari, divenuti il suo contenuto.

Una letteratura simile suppone una seria preparazione di studi originali e diretti in tutti i

rami dello scibile, guidati da una critica libera da preconcetti e paziente esploratrice; e

suppone pure una vita nazionale, pubblica e privata, lungamente sviluppata.‖…

(da “Storia della letteratura italiana”, Cap XX, di F. De Sanctis -1870-)

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P a g i n a 6

Oggi 28 Settembre ci siamo recati con la classe all’archivio Stori-

co Comunale situato in Via Maqueda. Per primo siamo entrati in

una stanza dove erano esposti i dipinti realizzati dall’architetto

Damiano Almejda , dove vengono rappresentate le cartine di Pa-

lermo con i propri fiumi che la attraversano e che nel passato ve-

Per raggiungere la mostra siamo passati attraverso

una stanza dove erano presenti tantissimi fascicoli

tra cui un fascicolo risalente al 1298. Per conclude-

re siamo arrivati alla terza ed ultima stanza dove

era situata la mostra sullo sbarco dei Mille. Il primo documento che abbiamo visto era il foglio

con tutte le firme dei Mille , personalmente mi ha

colpito molto questo foglio perché conteneva le

firme di coloro che hanno fatto la storia del mio

paese , a fianco era presente anche un album con

tutte le foto dei Mille e l’elenco dei loro nomi. Poi

mi ha colpito molto anche la prima edizione del “

Giornale di Sicilia ” datato Giovedì 7 Giugno

1860 e anche un documento firmato dal Duca del-

la Verdura .

Questo mostra per me è stata molto interessante ma so-

prattutto molto emozionante perché ci ha messo davanti

a gli occhi la storia che solitamente troviamo solo nei

nostri libri.

(Foti Alessandro 5A Sys3)

1861-2011 Verso i 150 anni

“ N o i , i 1 5 0 ° d e l l ’ u n i t à d ’ I t a l i a l ’ a b b i a m o r i c o r d a t a c o s ì … ”

V i s i t a a l l ’ A r c h i v i o C o m u n a l e d e l 2 8 S e t t e m b r e 2 0 1 0

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P a g i n a 7

Una lezione del prof. Giuseppe Carlo Marino , dell’Università di

Palermo, preceduta da interventi svolti da alcuni alunni che hanno

letto le riflessioni che essi stessi hanno potuto elaborare a seguito

degli incontri pomeridiani che hanno scandito l’attività del gruppo di

studio .D’altra parte , come commemorare i 150 anni dell’Unità d’Italia, senza indulgere ad un momento meramente celebrativo o,

per contro, scivolare in un atteggiamento di stolta superficialità e di

sarcastica presa di distanza da un evento ancora oggi sottoposto a

tardivo “revisionismo “ più ideologico che di analisi del merito?

Fermo restando che la scuola è per definizione il luogo preposto alla

conoscenza e, per scelta didattica, può essere un laboratorio di ricer-

ca e di idee, si è cercato di offrire un momento di riflessione “alta”

su un evento topico e indi-

scutibile della storia del

nostro Paese : momento centrale delle attività svolte e in via di svolgimento , da

cui sono emersi dati e particolari riferimenti alle condizioni di vita reali delle

popolazioni delle varie parti d’Italia al momento della realizzazione dell’Unità nazionale. Si è, dunque, parlato della viabilità, delle strutture logistiche, di tra-

sporti, del tasso d’istruzione (ma sarebbe meglio dire di analfabetismo) ; si è,

inoltre, sottolineato come il processo unitario sia stato un percorso lungo e con-

troverso, che ha attraversato varie fasi dell’Otto e del Novecento durante le quali

i ceti popolari, in special modo, sono potuti uscire dall’emarginazione e

dall’anonimato sociale, per acquisire una dimensione politica collettiva che ha

consentito di identificarsi in una coscienza nazionale e ,da plebe, diventare popo-

lo.

1861-2011 Verso i 150 anni

C o n v e g n o 2 1 M a r z o 2 0 1 1

(Daniele Russo)

(Professore Giuseppe Carlo Marino)

(Ing. Achille Scaduto, Preside)

(Prof.ssa Ida Pidone)

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Quando parliamo di “Risorgimento italiano” capita molto spesso di pensare a uomini coraggiosi che hanno fatto del nostro

paese, uno stato unitario. Ma se percorriamo la storia d’Italia, vediamo subito che gli eroici protagonisti di questa impresa

sono in gran maggioranza giovani. Il risorgimento è fatto da giovani. Basti pensare all’inno italiano, strumento di propa-

ganda di tutti gli ideali del risorgimento, ideato e scritto da Goffredo Mameli a soli vent’anni e morto solamente due anni

L’inno di Mameli, argomento principale del libro, nasce nel 1847, dal

poeta/combattente Goffredo Mameli, che ne scrive il testo a soli 20

anni. La necessità di un inno liberatorio, repubblicano e unitario deri-

va da una situazione “italiana” territorialmente ibrida, ma con

un’anima ben precisa, lo si può ben capire da personaggi come Gari-baldi e “i suoi mille”, Mazzini, Bixio e ovviamente lo stesso Mameli.

Mameli dopo aver scritto “Fratelli d’Italia” lo mandò a Michele Nova-

ro che appena lo lesse ne rimase affascinato, lo lesse una seconda vol-

ta e infine lo lesse ad alta voce per farlo sentire al resto delle persone

presenti nella stanza. Iniziò a musicarlo e così il 10 dicembre 1847

viene completato “Il canto degli italiani” così chiamato inizialmente

da Goffredo Mameli, ben 14 anni prima l’unità d’Italia. Fu sorpren-

1861-2011 Verso i 150 anni

I n t e r v e n t i A l u n n i 2 1 M a r z o 2 0 1 1

dopo combattendo per la difesa della repubblica romana, allo scrittore

Ippolito Nievo che durante la navigazione da Palermo a Napoli, mori

a ventinove anni, alle centinaia di studenti volontari partiti da univer-

sità di diverse parti d’Italia come Pisa, Firenze,Napoli e Roma per

fare la guerra all’Austria. E Garibaldi? Mazzini? Avevano meno di trent’anni. Erano molto diversi gli ideali giovanili in quel periodo. E’

anche vero che l’Italia di 150 anni fa non è quella di adesso ma è gra-

zie a quei giovani che adesso l’Italia è unita. Erano giovani pieni di

patriottismo, a cui non importava di venire uccisi, mettendo sempre a

rischio le loro vite, lottando sempre dando il massimo. Ora il Risorgi-

mento è poco studiato nelle scuole, non vengono ricordati con il do-

vuto riconoscimento tutti i giovani che hanno lottato per la patria. E’

incredibile pensare come gli ideali risorgimentali si diffondevano.

Allora non esisteva internet e le informazioni riuscivano ad arrivare da una parte all’altra dell’Italia. Gli ideali si diffonde-

vano tra giovani che studiavano, cantando inni composti lottando. “Fratelli d’Italia”, “La bella Gigogin”, “Addio,mia bella,

addio”, si lottava cantando tutti in coro. […] (Carollo Luca)

Son giunchi che piegan,

Le spade vendute:

già l’aquila d’Austria

Le penne ha perdute.

Il sangue d’Italia,

il sangue polacco

bevé col cosacco

ma il cor le brucio.

Fratelli d’Italia, fu giudicato imbarazzante dal governo di Torino, o almeno avrebbe voluto censurare l’ultima strofa, quella

che diceva:

Visto che i rapporti con l’Austria non erano ancora rotti, le autorità quindi ritenevano che non fosse il

caso di comprometterle con questi versi. Ma non bastò la censura, si constatò che a Fratelli d’Italia

non si poteva mettere il bavaglio. Un altro inno popolare fu “Addio, mia bella addio” di Carlo Alber-

to Bosi, un inno sempreverde che accompagnerà gli italiani mandati in Eritrea e successivamente le

nuove generazioni che sbarcheranno sul suolo libico. […] (Carmelo Lupo)

150 anni dall'unità d'Italia: ma siamo davvero così uniti?

Nonostante tutte le celebrazioni per quest'anniversario ai vertici del nostro governo sembra esserci

tutto fuorché unità. Dove sono finiti lo spirito Garibaldino, l'energia vitale, l'amore per la nazione

di tutti gli uomini e donne, giovani e anziani, che hanno lottato a costo della vita per liberare l'Ita-

lia dal tiranno e per renderla unica e indivisibile? Nelle nostre vene scorre lo stesso sangue degli italiani del 1860? Potremmo davvero essere gli stessi "titani" capaci di lottare per un' intera nazio-

ne?

Noi italiani del 2010, giovani e meno giovani, abbiamo perso (o forse non abbiamo mai conosciu-

to) l'amore per la terra in cui viviamo e sempre più influenzati dalla cattiva immagine dell' Italia

che i media trasmettono non siamo più capaci di apprezzarla. Anche se consapevoli della libertà

che ci viene tolta pian piano, giorno dopo giorno, non facciamo nulla per cambiare le cose: abbia-

mo smesso di combattere anche per noi stessi. Eppure la storia dell'Italia unita è stata fatta da gio-

vanissimi italiani di varie parti d'Italia, che trovarono in Garibaldi la personificazione dello spirito

patriottico e di ripresa da parte di un popolo oppresso dallo straniero.[...] (Vincenzo Manzella)

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P a g i n a 9

1861-2011 Verso i 150 anni

4 A p r i l e 1 8 6 0 : P a l e r m o , l a R i v o l t a d e l l a G a n c i a

4 A p r i l e 2 0 1 1 :

G l i a l u n n i r i c o r d a n o . . .

L’abbiamo ricordato così, nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani, con

l’Istituto di Studi sul Risorgimento, ragazzi di altre scuole ed alcuni religio-

si, come F.sco Stabile, che hanno voluto commemorare il ruolo svolto dai

loro confratelli durante l’epica giornata , che nel 1860 inaugurò la nuova

stagione delle insurrezioni siciliane, a partire da quella scoppiata presso la chiesa della Gancia in via Alloro. In effetti i rivoltosi che stavano insor-

gendo contro i Borboni, spianando di fatto la strada all’intervento di Gari-

baldi e dei suoi, sotto la guida fontaniere mazziniano F.sco Riso, durante la

repressione che fu operata dai soldati borbonici allertati probabilmente da

qualche informatore, trovarono rifugio presso il convento della Gancia,

nella cripta , dove,in particolare, si rifugiarono Gaspare Bivona e Filippo

Patti. Lo stesso F.sco Riso, ferito, riuscì a salire sul campanile e a far suo-

nare a stormo le campane per chiedere aiuto. Egli stesso,quattordici dei

suoi uomini e tutti i frati del convento furono arrestati. Gaspare Bivona e

F.sco Patti riuscirono successivamente a salvarsi attraverso una breccia che erano riusciti ad aprire sul muro prospiciente

via Alloro- detta poi “ buca della salvezza” dalla quale poterono uscire

grazie alla collaborazione attiva delle donne e dei ragazzini che fecero in modo di distrarre la vigilanza dei soldati.

La rivolta, comunque, dilagava già in varie località fuori Palermo.

(Dott. Claudio Paterna)

(La buca della salvezza)

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Il 12 Aprile alcuni ragazzi dell’istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III, impegnati nel progetto sui 150 anni

dell’unità d’Italia, hanno avuto il piacere di intervistare il dott. Salvatore Savoia, Segretario Generale della Società sicilia-

na per la Storia patria. La nascita di questa fondazione risale al 1863 grazie all’impegno di un gruppo di studiosi siciliani

che pubblicarono un serie di raccolte di documenti rari organizzate in volumi. La Società nasce con l’intento di promuo-

vere lo studio della storia e delle tradizioni siciliane, attraverso la pubblicazione di documenti inediti. Oggi la Società con-tinua incessantemente la propria attività con ricerche e pubblicazioni nonostante i problemi finanziari che la affliggono. In

seguito all’intervista abbiamo avuto la possibilità di visitare i locali in cui sono conservati ritratti e cimeli di noti Storici e

Umanisti che hanno contribuito allo sviluppo della fondazione. Di seguito è riportata parte dell’ ampia intervista rilascia-

ta.

D: Quale obbiettivo si è prefisso e si prefigge la società della Storia Patria fin da quando è stata fondata?

R: Preservare e tenere in vita documenti e libri storici. Cerchiamo di tenere viva questa istituzione aggrappandoci ad ogni

appiglio, con i denti, causa il poco ausilio finanziario da parte dello stato.

D: Come e in che misura la Società ha potuto interpretare e filtrare la storia di questi 150 anni?

R: Abbiamo cercato di tenerci al passo con i tempi – La Sicilia è una terra fantastica governata da gente selvaggia – capite

bene che all’ora non c’erano i mezzi di comunicazione di adesso, non c’erano forse i giornali e se c’erano vi immaginate

un contadino che legge il giornale?

D: Cosa significa per lei ricostruire, giorno dopo giorno, la Storia della Sicilia e collegarla alla più complessiva storia na-

zionale? Con quali iniziative concrete è stato possibile operare per promuovere e diffondere la conoscenza?

R: Ricostruire la storia è soprattutto ricostruire la simpatia, io cerco questo. Fare capire che non c’è niente di più diverten-

te che frugare nella nostra storia. Ognuno ha i suoi amori, a me piacciono le rosse a te le more. Mi piace molto questa

follia di avventura Italiana unitaria, la trovo talmente ancora da esplorare. Trovo in oltre la vicenda del Risorgimento ita-

liano un miracolo venuto fuori da 4 personaggi che si detestavano (Cavour detestava Garibaldi, Garibaldi detestava Vitto-

rio Emanuele II, Vittorio Emanuele II era ostile a Mazzini). Ma è dall'incrocio , ma anche dallo scontro, tra questi perso-

naggi, che si è potuta creare questa specie di alchimia celestiale, dalla quale si è generato questo gioiello. Poi la meravi-

gliosa Costituzione repubblicana. La divulgazione avviene in 3 momenti: ho infatti rinnovato il logo della storia patria che

è costituito dalle 3 gambe della Trinacria: 1 è la biblioteca, 1 e l’attività conferenziale e l’altra è costituita dalla pubblica-

zione.

Nicastro Vincenzo, Cosenza Corrado e Carmelo Lupo.

P a g i n a 1 0 1861-2011 Verso i 150 anni

U n a c o n v e r s a z i o n e c o n i l s e g r e t a r i o g e n e r a l e : D o t t . S a l v a t o r e S a v o i a ,

I s t i t u t o S t o r i a — P a t r i a 1 2 A p r i l e 2 0 1 1

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P a g i n a 1 1

Quando fu realizzata l’unità d’Italia gli abitanti erano economicamente e social-

mente molto arretrati, pochi erano istruiti e l’economia si basava ancora

sull’agricoltura; cosa molto importante, c’era un distacco tra nord e sud secondo

tutti gli aspetti. La lingua è stata di certo un fattore significativo per quanto riguar-

da lo sviluppo e la comunicazione. Ogni regione d’Italia ha le proprie inflessioni dialettali, elemento che contraddistingue una regione da un’altra, quindi esso si

rivela come fattore identificativo per quella regione; malgrado ciò nasce il proble-

ma della comunicazione su vasto territorio ( vedi nord e sud Italia).La comunica-

zione è la fonte su cui si basa la società, se non c’è la comunicazione non può esi-

stere la società, quindi , secondo me , è importate avere una lingua di riferimento,

(che per noi italiani dovrebbe essere l’italiano) che ci permetta di relazionarci e

migliorarci per continuare un processo di unità iniziato da altri, perché territorialmente possiamo essere Italia, ma se i

cittadini non sentono questa unione o la vedono solo come formalità, non c’è un’unione vera. Di certo a livello culturale,

lo studio e la conoscenza della lingua sono fondamentali per elevare ogni individuo che poi si andrà a confrontare con lo

studio di altri argomenti e a scambiare idee con altre persone. Ultima cosa importante: a volte utilizzando le lingue locali

si hanno difficoltà di comprensione, queste difficoltà svaniscono quasi del tutto, se si utilizza una lingua standard (scritta

e parlata) con la quale possiamo dialogare, nel nostro caso l’Italiano.

(Marco Visconti, 5A Sys 3)

1861-2011 Verso i 150 anni

C o n q u a l e l i n g u a h a p a r l a t o e c o n t i n u a a p a r l a r e l ’ I t a l i a u n i t a ?

Se ne è parlato in occasione dell’incontro su “La Lingua Italiana fattore portante dell’identità

Nazionale” nel 150° anniversario dell’unità d’Italia, a cui ha partecipato il Presidente Gior-

gio Napolitano.

(Roma, 21 febbraio 2011)

Art.12: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano : verde, bianco e rosso, a tre

bande verticali di eguali dimensioni.”

Il nostro punto di vista come alunni:

La parola come strumento di comunicazione , di dialogo, di condivisione ,di storia ,cultura e civiltà.

La parola per capire e farsi capire.

Qual è stata la grande, irrinunciabile funzione della lingua per fare l’Italia e gli Italiani? Per fare la Nazione e il popolo?

I 150 anni dell’Unità nazionale sono stati anche 150 anni di integrazione linguistica delle varie parlate locali, di arricchi-

mento e di diffusione lessicale, di superamento ―di fatto‖ dell’analfabetismo e della emarginazione sociale; 150 anni di formazione e di trasmissione di un modello culturale comune e condiviso.

E, infatti, dal 2007 l’art. 12 della Costituzione è stato completato con l’affermazione ,quasi superflua, ma necessa-

ria:‖l’italiano è la lingua ufficiale della Nazione”.

Cosa si è proposto sullo studio della lingua locale nella Regione Siciliana?

Questo articolo è “uscito” sul giornale “La Repubblica” versione regioni, in questo caso per la regione Sicilia, giorno sette

Aprile duemilaundici.

Esso tratta di un ddl (disegno di legge) discusso nell’Ars (assemblea regionale siciliana) che promuove l’insegnamento

della storia e della lingua siciliana in ogni scuola di ordine e grado. Il giornalista ha chiesto le opinioni di noti scrittori siciliani che sono Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo e dell’editore

siciliano Enzo Sellerio.

Secondo la mia modesta opinione tutto ciò è incoerente con quanto detto e fatto dal governo italiano, ovvero , dopo tutti i

tagli che sono stati fatti, che senso avrebbe aggiungere due ore di lezione per una lingua che dovrebbero capire e dovreb-

bero saper parlare solo i siciliani?

Infatti proprio da questo anno è entrata in vigore la riforma delle scuole , che taglia delle ore di lezione molto importanti ,

ad esempio , le ore di laboratorio per un indirizzo tecnico industriale, dal mio punto di vista, le più importanti dato che

sono le ore che contribuiscono alla formazione dello studente per quanto riguarda la manualità.

(Elia Incorvaia, 3A Mecc.)

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17 Maggio 2011, visita biblioteca dell’Assemblea Regionale Siciliana

Art.5: “La repubblica, una e indivisibile , riconosce e promuove le autonomie locali:attua nei servizi che dipendono dallo

stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze

dell’autonomia e del decentramento.”

1861-2011 Verso i 150 anni

Visita alla bella mostra di documenti e carte d’epoca organizzata dalla Biblioteca

dell’Assemblea Regionale Siciliana. La mostra comprende testimonianze vita politi-

ca, eventi militari, degli atti legislativi che hanno segnato i cambiamenti dell’isola

dal Risorgimento- con l’annessione al Regno d’Italia- - alla nascita dell’Autonomia,

del suo Statuto e del primo Parlamento Siciliano in epoca Repubblicana.

Altri momenti,altre iniziative hanno accompagnato

il lavoro svolto in quest’anno scolastico, ma ini-

ziato fin dal precedente ed a cui si sono dedicati

altri nostri compagni

L’insieme dei percorsi intrapresi tende ad aprire

ed a chiudere un cerchio storico, politico e cultu-

rale. L’ultima iniziativa, svoltasi il 24 Maggio

2011, è stata dedicata ad un incontro con i rappre-

sentanti dell’ANPI(Associazione nazionale dei

Partigiani Italiani), vecchi e giovani.

Non è stato solo un passaggio anagrafi-

co,fisico e visivo, da un testimone ad un

altro: si è voluto, in effetti, confermare la

circolarità di un processo

‖risorgimentale‖ che, partito dai moti

ottocenteschi a forte connotazione giova-

nile ed anche studentesca (i giovani di

Curtatone e di Montanara…),si conclude

con l’apporto e il sacrificio di tanti gio-

vani nella lotta di Liberazione – 1943 -

1945 - , il nostro secondo Risorgimento.

Al recupero di quest’ultima iniziativa, così come

del lavoro svolto nell’ anno scolastico. 2009-2010,

dipanatosi sul filo dell’evocazione letteraria di

Vincenzo Consolo in ―Ritratto dell’ignoto marina-

io‖ sarà dedicato il nostro prossimo lavoro. Per

noi i 150 anni di unità nazionale sono un processo

ancora adesso in via di compimento.

A presto.