Storia Economica Italiana -...

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Storia Economica Italiana (1861 - 2000) Nel Febbraio 1861 → Parlamento italiano si riunisce a Torino (in quel tempo capitale d’Italia), al fine di proclamare, il 17 marzo 1861, il Regno d’Italia con Re Vittorio Emanuele II -instaurata la Monarchia costituzionale (con statuto Albertino) → si genera però una spaccatura -paese legale (classe politica / più agiata) -paese reale (contadini, braccianti..., classi popolari) → non aventi rappresentanza politica Dal 1861 al 1922, si instaura il Liberalismo politico, che prevede il rispetto delle libertà personali. Liberismo economico -riferito alla sfera economica → libertà d’impresa, di mercato... 1’ capo del Governo: Cavour (morto giugno ’61) → in seguito, salì al governo la Dx Storica → essa adottò un Sistema Amministrativo basato sul Centralismo dello Stato → grosso problema: Finanza Pubblica -il nuovo Governo aveva ereditato tutti i debiti pubblici degli stati preunitari (il maggiore proveniva dall’ex regno di Sardegna, in quanto Cavour aveva sostenuto grosse spese per finanziare la 2° guerra d’indipendenza e per costruire nuove infrastrutture in Piemonte) -vengono, perciò, lanciati Prestiti Pubblici “Gran Libro del Debito Pubblico ”, libro dov’erano iscritti tutti i titoli di debito consolidati -il più importante: RENDITA ITALIANA 5% Debito Pubblico 45% del PIL nel 1861 → 95% del PIL nel 1865 -su questo, lo Stato italiano doveva pagare grossi interessi passivi Vista la convenienza, si cercò di riparare collocando la maggior parte dei titoli di debito pubblico (Rendita italiana 5%) in mercati finanziari esteri (soprattutto nella Borsa di Parigi) Ulteriore grosso problema: Indebitamento -le entrate non coprivano le spese Spese > Entrate → Il Bilancio dello Stato rimane in Deficit fino al 1875/’76 -perché in Deficit? 1) la spesa pubblica superava, anche di molto, le entrate (tributarie ed extratributarie) 2) vi erano, inoltre, un’infinità di spese (es. per la costruzione di infrastrutture e per l’esercito) Solo nel 1876 fu raggiunto il pareggio di bilancio, cadde la Dx storica e subentrò la Sx storica Entrate Tributarie Imposte (dirette e indirette) e tasse -principale imposta diretta: Fondiaria -Imposta di ricchezza mobile (sul reddito) -Dazio consumo (indiretta) Manovra molto dura di Quintino Sella -Politica della Lesina (tagli spesa, aumento entrate) -istituì una Tassa sul macinato (1868) (“tassa della fame”) sui consumi, colpiva le famiglie povere che si alimentavano di cereali; la tassa veniva misurata in base ai giri della macina dei mulini Extratributarie -Proventi derivanti dalla vendita di terre dell’ex asse ecclesiastico (terre confiscate alla Chiesa), proventi che alleggerirono il Deficit di Bilanci.

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Storia Economica Italiana(1861 - 2000)

Nel Febbraio 1861 → Parlamento italiano si riunisce a Torino (in quel tempo capitale d’Italia), al fine di

proclamare, il 17 marzo 1861, il Regno d’Italia con Re Vittorio Emanuele II

-instaurata la Monarchia costituzionale (con statuto Albertino)

→ si genera però una spaccatura

-paese legale (classe politica / più agiata)

-paese reale (contadini, braccianti..., classi popolari) → non aventi rappresentanza politica

Dal 1861 al 1922, si instaura il Liberalismo politico, che prevede il rispetto delle libertà personali.

Liberismo economico

-riferito alla sfera economica → libertà d’impresa, di mercato...

1’ capo del Governo: Cavour (morto giugno ’61) → in seguito, salì al governo la Dx Storica

→ essa adottò un Sistema Amministrativo basato sul Centralismo dello Stato

→ grosso problema: Finanza Pubblica

-il nuovo Governo aveva ereditato tutti i debiti pubblici degli stati preunitari

(il maggiore proveniva dall’ex regno di Sardegna, in quanto Cavour aveva sostenuto grosse spese per finanziare

la 2° guerra d’indipendenza e per costruire nuove infrastrutture in Piemonte)

-vengono, perciò, lanciati Prestiti Pubblici

“Gran Libro del Debito Pubblico”, libro dov’erano iscritti tutti i titoli di debito consolidati

-il più importante: RENDITA ITALIANA 5%

Debito Pubblico

45% del PIL nel 1861 → 95% del PIL nel 1865

-su questo, lo Stato italiano doveva pagare grossi interessi passivi

Vista la convenienza, si cercò di riparare collocando la maggior parte dei titoli di debito pubblico (Rendita

italiana 5%) in mercati finanziari esteri (soprattutto nella Borsa di Parigi)

Ulteriore grosso problema: Indebitamento

-le entrate non coprivano le spese Spese > Entrate

→ Il Bilancio dello Stato rimane in Deficit fino al 1875/’76

-perché in Deficit?

1) la spesa pubblica superava, anche di molto, le entrate (tributarie ed extratributarie)

2) vi erano, inoltre, un’infinità di spese (es. per la costruzione di infrastrutture e per l’esercito)

Solo nel 1876 fu raggiunto il pareggio di bilancio, cadde la Dx storica e subentrò la Sx storica

EntrateTributarie

Imposte (dirette e indirette) e tasse

-principale imposta diretta: Fondiaria

-Imposta di ricchezza mobile (sul reddito)

-Dazio consumo (indiretta)

Manovra molto dura di Quintino Sella

-Politica della Lesina (tagli spesa, aumento entrate)

-istituì una Tassa sul macinato (1868) (“tassa della fame”) sui consumi, colpiva le famiglie povere che si

alimentavano di cereali; la tassa veniva misurata in base ai giri della macina dei mulini

Extratributarie

-Proventi derivanti dalla vendita di terre dell’ex asse ecclesiastico (terre confiscate alla Chiesa), proventi che

alleggerirono il Deficit di Bilanci.

Questione Meridionale

Grossa questione economica e sociale

-vi era un Divario tra Nord e Sud, che aveva generato un dualismo economico, portando così a vere azioni di

brigantaggio, svolte da quelle bande di briganti che rifiutavano il carico fiscale

→ fu un periodo di durissima repressione (chiamato “Pugno di ferro”)

Per il miglioramento della situazione italiana, venne realizzata una Politica Commerciale,

i cui obiettivi prevedevano:

-l’abbattimento delle barriere protezionistiche tra gli stati preunitari

-libera circolazione delle merci e creazione di infrastrutture di base (trasporto)

→ venne anche stipulato un Trattato con la Francia, nel 1863, che prevedeva basse o quasi nulle tariffe di

liberoscambismo

Precedente trattato stipulato tra Francia e Gran Bretagna “Cobden-Chevallier” (1860)

-prevedeva la Clausola della Nazione più Favorita:

Se la Francia o la Gran Bretagna avessero stipulato un altro trattato con un altro paese, la riduzione tariffaria si

sarebbe estesa anche al trattato precedente.

Perché la Dx storica liberoscambista??

-il modello di sviluppo economico che la Dx storica pensava per l’Italia era di tipo agricolturista (fondato

sull’agricoltura) → l’Italia era, infatti, grande produttore agricolo

-la produzione serviva per l’interno come alimentazione e per l’esterno per l’esportazione in contropartita

all’acquisto di manufatti industriali → Si credeva che questo modello italiano avrebbe portato ad un teorico

equilibrio della Bilancia commerciale, risultato, però, non ottenuto.

→ Bilancia commerciale quasi sempre passiva dopo l’Unità

La bilancia commerciale è parte di una più grande: Bilancia dei Pagamenti (attiva)

Questo equilibrio si manteneva con:

-Rimesse degli emigranti (“Partite invisibili”)

-Noli marittimi (Trasporti c/ terzi)

Sistema MonetarioIl Sistema monetario del nuovo Regno d’Italia, era regolato dalla Legge Pepoli (1862); prevedeva:

-la Lira diventa l’Unità Monetaria Legale per tutti i pagamenti e l’Unità di Costo per le contabilità pubbliche e

private, definendone la parità ufficiale;

-un Sistema monetario basato sul Bimetallismo Aureo Argenteo (rapporto legale 1:15,5)

Lo stesso che vigeva in Francia, stabilito dalla legge napoleonica nel 1803.

Perché Bimetallismo Aureo Argenteo??

-bimetallismo era più semplice ed era già presente nel regno di Sardegna

-consentiva un facile passaggio al monometallismo (Gold standard)

-Italia commerciava prevalentemente con Paesi bimetallisti (1° Partner Commerciale: Francia)

Monete → si coniavano Monete d’oro, d’argento (max 5 L. = Scudo) → lo Scudo e le Monete d’Oro erano le

uniche a Titolo Pieno, cioè con 900 parti su 1000 della moneta di metallo prezioso.

-altre monete d’argento erano a Titolo Ridotto = 835/1000 d’argento; queste ultime avevano un Carattere

Fiduciario, in quanto il loro Valore legale > Valore intrinseco del metallo e vengono definite anche monete

divisionali, perché coniate esclusivamente dallo Stato (Zecca).

Verso la fine del 1865, 4 paesi europei bimetallisti (Italia, Francia, Belgio, Svizzera) firmarono una convenzione:

Unione Monetaria Latina;

-essa prevedeva la circolazione in maniera illimitata di tutte le monete a titolo pieno tra i paesi membri e le

monete a titolo ridotto erano accettate fino ad un limite di 100 L.

→ nel 1885, al rinnovo della convenzione, la Francia fa inserire una clausola: Liquidazione degli scudi con la

quale, se in futuro, l’UML si sarebbe disciolta, ogni paese associato avrebbe dovuto ritirare i propri scudi

presenti negli altri paesi e cambiarli in monete d’oro.

Banche

Chi emetteva carta moneta?

Diverse banche abilitate

1861 – 1) Banca Nazionale degli Stati Sardi (la più importante, con sede a Torino)

→ diventata nel 1867: Banca Nazionale Nel Regno d’Italia

2) Banca Nazionale Toscana

3) Banca Toscana di Credito per le Industrie e il Commercio

4) Banco di Napoli

5) Banco di Sicilia

1870 – 6) Banca Romana

Fino al 1893, si parla di Pluralità di emissione

-successiva riduzione a 3: Banca d’Italia, Banchi meridionali (Triopolio dell’emissione)

-solo nel 1926 verrà riservata alla Banca d’Italia l’unicità dell’emissione

La Banca Nazionale nel Regno d’Italia:

-nata nel 1849, aveva rapporti più stretti con il Governo

-svolgeva funzioni di tesoreria dello Stato

-era un istituto di emissione e di sconto e deposito

-emetteva biglietti (a condizione che disponesse di una riserva metallica non inferiore ad 1/3 dei biglietti emessi,

per evitare il rischio di corsa agli sportelli “run” – funzione di garanzia)

I Banchi Meridionali (di Napoli e di Sicilia)

-erano banchi semi pubblici, inizialmente erano solamente istituti di sconto e deposito, solo in seguito assunsero

la funzione di istituti di emissione;

→ all’inizio emettevano carta apodissaria, ricevute che un risparmiatore otteneva portando denaro in banca;

inoltre, rilasciavano Fedi di credito: ricevute di 50 o più Lire che potevano dar luogo all’apertura in conto

corrente.

Perché all’inizio pluralità e non unicità?

1) non era possibile togliere la prerogativa a tutti gli stati preunitari

2) contesto di liberismo economico, contrario al monopolio o all’intervento statalista nell’economia

Altre tipologie bancarie

1) istituti di Credito Ordinario

-Credito Mobiliare (1863)

-Banca generale (1871)

2) Cassa di Risparmio

3) Casse di Risparmio Postale

-la più importante: Cassa Depositi e Prestiti (nata nel 1863)

4) Cooperative di Credito

-Banche Popolari (portate in Italia da Luzzatti nel 1864)

-Casse Rurali (portate in Italia da Wollemborg)

Corso ForzosoNel 1866, il ministro delle finanze Scialoia dichiarò il Corso Forzoso di tutti i biglietti della Banca Nazionale Nel

Regno d’Italia, dichiarò cioè la non convertibilità in moneta metallica

Cause Endogene (interne)

-emissione di prestiti pubblici per coprire il disavanzo

-diminuzione della quotazione della Rendita Italiana 5%

→ nel 1866, l’Italia stava progettando la 3’ guerra d’indipendenza, in alleanza con la Prussia, contro l’Austria per

le Venezie, ciò comportò un notevole esborso finanziario; il Governo chiese un mutuo di 250 milioni alla Banca

Nazionale, al tasso dell’1,5% con condizione: Inconvertibilità metallica

Le altre banche di emissione continuano ad avere il loro corso legale

-si parla anche di riscontrata: si tratta di conversione di biglietti delle altre banche di emissione in biglietti della

Banca Nazionale

Cause Esogene (esterne)

-l’Europa era sottoposta agli effetti della guerra di secessione americana, i capitali americani vengono ritirati e il

commercio del cotone grezzo viene bloccato

-nel 1866, l’Europa risente di una crisi borsistica, che colpì soprattutto le borse di Parigi e Londra, ciò provocò il

crollo dei titoli pubblici italiani, il rientro dei titoli in Italia e la corsa alle banche.

Quale fu il fine ultimo del Corso Forzoso??

-il Corso Forzoso fu il mezzo utile a provvedere l’urgente bisogno della finanza pubblica

-per salvare le banche e in particolare la Banca Nazionale

Conseguenze Corso Forzoso

-il biglietto cartaceo perde di valore, la Lira si svaluta

-compare l’aggio (differenza tra il valore della moneta metallica e quella cartacea), del 10/15% ca.

-sono favorite le esportazioni, mentre le importazioni svantaggiate

→ commercianti emettono i Buoni di Cassa (moneta cartacea a basso taglio); inizialmente, in modo abusivo e, in

seguito, tollerati dal Governo per cercare di risolvere il problema nell’immediato.

-il popolo, con il passare degli anni, si abitua all’idea di usare moneta cartacea

Il Corso Forzoso verrà abolito solamente nel 1883, le cui condizioni dell’abolizione furono:

-la ripresa economica italiana

-il risanamento della finanza pubblica, a seguito del raggiungimento del pareggio di bilancio; bilancio che, dopo il

1876, figurava avanzi, era il periodo in cui Magliani era Ministro delle finanze.

Nel 1874 venne anche approvata la prima importante legge bancaria denominata Legge della pluralità

disciplinata (o Legge Minghetti, capo di Governo in quegli anni)

→ essa venne approvata per mettere ordine all’emissione di carta moneta; per pacificare la Banca Nazionale con

le altre banche di emissione.

Con questa legge viene anche creato un Consorzio tra le 6 banche d’emissione che ha l’esclusiva di emissione

dei biglietti a corso forzoso conferitagli dallo Stato (denominati Biglietti Consorziali).

-essi sarebbero potuti essere emessi entro il limite massimo di 1 miliardo di Lire

-era, cmq, data la possibilità ai singoli istituti bancari di emettere carta moneta a corso legale

→ ciò comportò la riduzione dell’aggio tra la moneta metallica e quella cartacea, con seguente rallentamento

del percorso verso l’unicità dell’emissione

-inoltre, la creazione del consorzio non pose le premesse per l’abolizione del corso forzoso

Verso la fine anni ’70, inizio ’80,

→ si verificano dei segnali di miglioramento della situazione economica:

-aumentano gli scambi commerciali, i consumi e le entrate dello Stato

-avviene la costruzione dei principali rami delle linee ferroviarie

→ però, vi sono ancora gravi problemi strutturali

-il dualismo Nord-Sud irrisolto

-l’Italia si basa ancora prevalentemente su un’agricoltura arretrata a scarsa capacità produttiva

→ Magliani, Ministro delle finanze, presenta, nel 1880, un progetto di legge per l’abolizione del Corso Forzoso,

tale legge viene approvata nel 1881 ed applicata solo nel 1883.

Verso l’Abolizione

In Italia, all’inizio degli anni ’80, circolavano 940 milioni di L. inconvertibili, non di tutta la somma si prevedeva la

sostituzione, bensì di soli 600 milioni; i restanti 340 sarebbero stati sostituiti con nuovi biglietti ed, a loro

garanzia, sarebbe stato collocato un deposito di Rendita Italiana 5%.

Per la somma da convertire subito, Magliani scelse di accendere un mutuo di 644 milioni di L.

-600 milioni rappresentavano l’importo dei biglietti consorziali da convertire;

-44 costituivano il rimborso del mutuo in oro concesso dalla Banca Nazionale.

Restavano, però, 340 milioni di L., i quali sarebbero dovuti rimanere in circolaz. temporaneamente fino alla

completa eliminazione. Secondo F. Ferrara, invece, questi 340 milioni, non sarebbero mai stati davvero ritirati e

la questione non si sarebbe mai risolta (Teoria del fondo morto)

Per ottenere il prestito, il Gruppo Italiano sottoscrisse 244 milioni di L., il Gruppo Inglese e quello Francese 200

milioni di L. ciascuno.

→ in questa occasione, avvenne un errore tecnico: il cambio monete-biglietti venne fatto a parità nominale,

senza tener conto dell’aggio → ciò costituì un onere aggiuntivo per lo Stato

Conseguenze Abolizione Corso Forzoso

-la Lira venne rivalutata, ciò favorì le importazioni e penalizzò le esportazioni

-venne riacquistata la fiducia economica italiana; operatori esteri fecero affluire nuovi capitali in Italia,

soprattutto tedesco [1882 – Triplice Alleanza]

-vennero create nuove banche in Italia, prevalentemente finanziate da capitale tedesco

-avvenne il rialzo dei titoli del debito pubblico e il ribasso del tasso di sconto 4%, ciò comportò la corsa al

prestito facile, cosa che porterà la grave crisi bancaria

AgricolturaProblema reale

-il primario è il settore economico dov’era occupata la maggior parte della popolazione attiva

-l’agricoltura era arretrata e la sua produttività molto bassa

Verso la fine del 1870, infatti, si attua un’inchiesta parlamentare chiamata Inchiesta Agraria Jacini, i cui atti

dichiaravano le drammatiche condizioni dell’agricoltura italiana; tale situazione degenererà, nella metà degli

anni ’80, con la Crisi Agraria

Elementi negativi:

1) strutturali

-scarsità di capitali, imposta fondiaria, impoverimento dei terreni, scarsità di credito bancario messo a

disposizione → condizione di arretratezza

2) congiunturali

-agenti fitopatogeni (malattie delle piante), atrofia dei bachi da seta, piccole proprietà in crisi

Nel 1882, una delle prime leggi per il miglioramento agrario fu la Legge Baccarini, con la quale lo Stato offre il

suo aiuto con finanziamenti per attuare opere di bonifica ad apportare migliorie dei terreni → capitata,

purtroppo, troppo tardi, alla vigilia della crisi agraria

Industrializzazione italianaVi sono 2 tesi interpretative sulle origini dell’industrializzazione italiana

1) Tesi di Romeo (1880-1888)

-prima occorreva un’Accumulazione primitiva del capitale: cioè una quota di reddito accumulata per consentire

nuovi investimenti, per avviare una trasformazione dell’economia.

Come? Resa possibile accumulazione → Rendita Fondiaria (1) e Profitto Agrario (2)

1) compenso percepito dai migliori proprietari terrieri

2) reddito percepito dall’imprenditore agricolo

Lo Stato interviene incamerando tali capitali attraverso il cd. Risparmio Forzato (imposiz. fiscale) e Risparmio

Volontario (terre del demanio pubblico ed ecclesiastiche messe in vendita dallo Stato).

2) Tesi di Gerschenkron (1896-1907)

Gerschenkron credeva che in una situazione di Arretratezza Economica (divario tra la condizione economica di

fatto e le sue potenzialità di sviluppo) → Ruolo fondamentale viene giocato dai Fattori sostitutivi dello sviluppo,

fondamentale era il ruolo dello Stato e delle banche miste

Come? Protezionismo e commesse pubbliche a nuove industrie emergenti

Verso il Protezionismo

→ nel 1878 viene introdotta una Tariffa Semiprotezionistica, che riguarda soltanto alcuni comparti industriali,

soprattutto quello tessile; l’industria del cotone venne protetta

-la tariffa comporta la maggiorazione dal 10 al 30% sul prezzo dei prodotti importati, scoraggia, perciò, le

importazioni

→ 3 Grandi Crisi caratterizzarono l’Italia negli anni ‘80

1) Crisi Agraria

2) Crisi Edilizia

3) Crisi Bancaria

Crisi AgrariaCause Esogene

-processo di integrazione dell’economia mondiale

-i costi di produzione nei paesi esteri erano molto più bassi

-i costi di trasporto che si abbassano fortemente

→ prezzi concorrenziali

Conseguenze

-caduta dei prezzi

-si accentua il sottoconsumo

-si accentua il Monofagismo Maidico (per coloro che si cibano solamente di mais)

→ conseguenza pellagra, malattia della pelle che portava alla morte

-esodo di emigranti

→ flussi migratori principalmente verso il Brasile

-rischio di crollo della principale attività dello stato (agricoltura)

Per superare la crisi agraria

-necessaria riconversione agricola italiana, non riuscita in mancanza di capitali

→ l’unico rimedio: Protezionismo, che tutela l’industria (tessile, siderurgica e meccanica; quella chimica ed

elettrica non erano ancora prese in considerazione)

→ nel 1887, il governo fissa una Tariffa Protezionistica

-aumento dei dazi sulle importazioni per sostenere i prezzi e la produzione nazionale e per tutelare l’industria e

l’agricoltura

-chiamata anche Blocco Agrario-Industriale: alleanza tra latifondisti del Sud e industriali del Nord

-anche altri paesi europei (es. Francia e Germania) approdano al protezionismo verso la fine degli anni ’80, in

quanto l’Inghilterra, fin troppo industrializzata, faceva da concorrenza

Conseguenze protezionismo

-effetto negativo sui rapporti commerciali Italia - Francia

→ guerra doganale (’88) durata un decennio, maggiormente dannosa per l’Italia

-bisognava ricontrollare il Trattato Commerciale stipulato nel 1863

-’98 firmato Nuovo Trattato Commerciale

→ la Francia applica ai prodotti italiani il trattamento della tariffa minima;

l’Italia applica ai prodotti francesi la clausola della nazione più favorita

Crisi edilizia-nascita di imprese edilizie, società immobiliari nelle grandi città

-nascita banche specializzate nel finanziamento delle stesse

→ boom edilizia fino alla fine anni ‘80

-Offerta > Domande -crollo dei prezzi

-chiudono i cantieri

-finanziamenti richiesti non rimborsabili

Crisi Bancaria-i crediti non rientravano

-numerose banche in dissesto e messe in liquidazione

Si verificarono numerosi Episodi di scalpore:

Scandalo della Banca Romana

-nel ’89 viene effettuata un’inchiesta sulla Banca Romana Alvisi – Biagini

In tale occasione venne accertato: -ammanco di cassa di 9 milioni di L.

-emissione clandestina di biglietti di banca in doppia serie

-prestiti non sufficientemente garantiti

-Crispi (capo del Governo) tenta di insabbiare l’inchiesta, che verrà, però, pubblicata da parlamentari non

governativi nel 1892

-nel ’93, viene effettuata un’ispezione finale che accertò che la situazione della Banca Romana era ancora più

compromessa di quella dichiarata: -No riserva monetaria

-impieghi immobilizzati per 4/5

→ Messa in liquidazione

Casi più gravi: Credito mobiliare (la più grande banca d’Italia dopo la Banca Nazionale) cade nel 1893 e la Banca

Generale nel ’94

-primi anni ’90 ricompare l’aggio

→ nel 1894, il Ministro delle Finanze Sonnino è costretto a dichiarare di nuovo il Corso Forzoso

Banca d’ItaliaIstituita con Legge bancaria 10/08/1893

Nascita della Banca d’Italia dalla fusione della Banca Nazionale con le due banche di emissione toscane (Banca

Nazionale Toscana, Banca Toscana di Credito per le industrie e il commercio)

-forma giuridica S.p.A., capitale sociale 300 milioni di L.

-i Banchi meridionali ancora in piedi → ’93 si parla di Triopolio dell’emissione

Principali operazioni della Banca d’Italia

→ principale istituto di emissione destinato a diventare il perno del Sistema Bancario Italiano

-incaricata di gestire la liquidazione della Banca Romana

-istituto di emissione, sconto e deposito

-emette biglietti convertibili, possiede una riserva metallica del 40%

-tasso di sconto era uguale per tutti gli istituti di emissione, approvato dal Ministro del Tesoro

Condizioni di partenza della Banca d’Italia

-presentava condizioni critiche perché eredita dalla Banca Nazionale forti partite immobilizzare

1° Direttore Generale: Marchiori → stabilì una politica bancaria di grande rigore per fronteggiare le perdite e

accantonare a riserve per il risanamento patrimoniale. Inoltre, vi era una pressione degli azionisti (interessi

privatistici) da conciliare con le prerogative pubbliche della Banca d’Italia.

Banche MisteNei primi anni ’90 nascono anche le prime banche miste per colmare il vuoto dei due principali istituti di credito

crollati (Credito mobiliare e Banca generale)

-sono banche despecializzate, universali, ispirate al modello tedesco

Principali banche miste

1) Banca Commerciale Italiana (la Comit)

Fondata nel 1894 a Milano

-era formata da banchieri esperti che portarono la maggior clientela delle banche ordinarie crollate

2) Credito italiano (il Credit)

Fondato nel 1895 a Genova

Costituito da capitale tedesco, svizzero, italiano e anche belga

-Pirelli e Agnelli erano ai vertici del Credit

3) Banco di Roma

Nato già nel 1880, nei primi 20’anni non era una banca di emissione, ma lavorava in ambito regionale, solo

dall’inizio del ’900 diventa banca mista

-finanziava l’agricoltura, le infrastrutture e l’edilizia

4) Banca italiana di sconto (la Bis)

Nata a Milano nel 1898, prende il nome di BIS solo nel 1914

-era definita l’anello debole del sistema delle banche miste, perché non possiede banchieri esperti e nemmeno

una clientela selezionata, era la banca meno solida e maggiormente esposta ai rischi

Sistema Organizzativo

Le Banche Miste Italiane erano finanziate per la maggior parte da capitali tedeschi e adottarono una tecnica

simile a quella tedesca. → Infatti, finanziavano dalla nascita le industrie più grandi e, acquistando azioni delle

stesse, piazzavano un proprio uomo nel C.d.A. dell’industria finanziata, con l’interesse di capire se il capitale

fosse stato investito in modo corretto.

Le banche italiane miste sono criticate da economisti liberisti come Einaudi perché erogavano crediti a m/l

termine con risorse a breve (depositi) con il rischio di non avere liquidità sufficiente se richiesta; rischio non

verificatosi, perché l’età giolittiana fu il periodo di crescita economica.

Il sistema bancario italiano, fino agli anni ’20, era despecializzato, fondato, cioè, su banche miste

Solo nel 1929, le banche vengono acquisite dall’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale)

Età GiolittianaRisale ai primi 15 anni del ’900

-dal punto di vista storico-economico, il 1896 segna, a livello internazionale, l’anno della svolta e dell’inversione

del ciclo economico

-per l’Italia, il 1896 rappresenta la Sconfitta di Adua (in Etiopia), fine politica di Crispi, ’96-’98 governo Rudini e,

in quel periodo, Ministro delle Finanze era Luzzatti, che procederà al risanam. della finanza pubblica, al

raggiungimento nel 1899 al Pareggio di Bilancio.

Fattori Esogeni di ripresa economica

-affermazione del Gold standard, grazie alla scoperta dei giacimenti d’oro in Sud Africa e Brasile

-aumento investimenti esteri commerciali e del commercio estero

-tendenza mondiale ad un aumento dei prezzi → creazione di Trust: accordi di spartizione del mercato tra le

imprese con accordanza di prezzi, serviti per praticare nel mercato nazionale prezzi più alti e per conquistare i

mercati esteri a prezzi ridotti (anche sottocosto = Dumping)

Fattori Endogeni

-risanamento della finanza pubblica

-stabilità della Lira

-ruolo della banche miste a sostegno delle grandi imprese

-rafforzamento della Banca d’Italia

-rimesse degli emigranti, in aggiunta al turismo elitario e ai noli marittimi

Cicli Economici

1) Onde lunghe Kondrat’ev

Onde lunghe dai 40-60 anni, costituite da una fase ascendente, con correlato aumento dei prezzi, della

produzione, dell’occupazione, e una fase decrescente con diminuzione prezzi ecc....

2) Cicli Juglar

Secondo Juglar, le crisi sono crisi di sovrapproduzione nel sistema economico moderno e crisi di

sottoproduzione nel periodo pre-industriale (carestie/epidemie, scarsità di risorse alimentari)

-cicli molto più brevi, della durata di un decennio o anche meno

-la ragione che porta a queste crisi è l’usura del capitale fisso

Politica FinanziariaDifferenza politica finanziaria Sonnino (1) e Luzzatti (2)

-entrambi puntavano a ridurre il debito pubblico (pari a 109% del PIL), ma ...

(1) Sonnino lo faceva puntando ad un aumento delle imposte

(2) Luzzatti idealizzava un modo di farlo attraverso la riduzione della spesa pubblic

→ soprattutto, gli interessi passivi su debito pubblico.

Principali interventi Luzzatti

-ridurre le spese della guerra

-preoccupandosi della finanza locale, propose di istituire la Cassa di Credito per i comuni e le province –

Proposta NON accolta

-si occupò del risanamento della circolazione monetaria, attraverso l’imposizione di un aumento della riserva

monetaria ed una diminuzione della carta moneta in circolazione

-Luzzatti si preoccupò di stabilizzare la Lira e la sua circolazione

-altro provvedimento per il debito vitalizio (pagamento pensioni), in quanto era un onere a carico dello Stato,

Luzzatti propose la creazione della Cassa di Previdenza, che avrebbe raccolto i contributi necessari da erogare

come pensione e provvedere alla loro gestione

-per risanare il Debito Pubblico, Luzzatti fece una politica delle conversioni, convertì parte del debito Redimibile

in debito Consolidato (solo minima parte: 200 milioni di L.)

→ tutto ciò, pose le premesse per il raggiungimento del Pareggio di Bilancio nel 1899 e per il mantenimento di

una solidità economica

Grande conversione della Rendita

Manovra Finanziaria per ridurre il tasso di interesse della Rendita Italiana 5%

-varata nel 1906, ha come protagonisti Luzzatti e il direttore generale della Banca d’Italia, Stringher

Tale accordo prevedeva la riduzione del tasso di interesse dal 5 al 3,75% e nel 1911 al 3,50%

→ in tal modo, si sarebbe generata una riduzione degli interessi passivi a carico dello Stato sul Debito Pubblico

(8 miliardi di L. circa)

-se i risparmiatori avessero richiesto il rimborso degli interessi persi, la somma sarebbe stata messa loro a

disposizione, secondo gli accordi, alla Banca d’Italia

→ questo ha permesso la riduzione degli oneri da interessi passivi sul debito pubblico e la possibilità di

impiegare maggiore spesa per le opere pubbliche.

Crisi finanziaria ed economica internazionale-nasce nel 1907 negli Stati Uniti, in Italia è più attenuata rispetto ad altri paesi europei perché non era ancora

ben integrata nell’economia mondiale e poi aveva buoni fondamentali: le partite invisibili che mantenevano la

Bilancia dei pagamenti attiva

→ crisi di breve durata, ripresa italiana già nel 1908 (però, a livelli più bassi)

-crisi di sovrapproduzione → Offerta > Domanda

-la domanda scarseggiava rispetto all’offerta; i costi di produzione aumentarono all’aumentare dei costi di

materie prime e lavoro, ciò comportò una riduzione della domanda → provocando la Crisi

Tale crisi si propagò anche in Europa perché gli Stati Uniti ritirano i loro capitali investiti

In Italia, ci furono delle difficoltà per le banche miste; in particolare la Bis fu salvata; il salvataggio venne guidato

dalla B.I., attraverso la creazione di un consorzio insieme alle altre banche miste.

Comparti IndustrialiTessile, Siderurgico, Meccanico, Automobilistico, Elettrico, Chimico

Zone primarie: Lombardia, Piemonte, Liguria

Ind. Tessile-comparto più diffuso nel territorio

-Labour intensive, richiede molta manodopera, i maggiori costi di produzione riguardano il lavoro

-oltre il 25% di tutti gli addetti che lavorano nell’industria sono impiegati nel comparto tessile

1) Cotonificio

Crescita attraverso: protezionismo; basso costo della manodopera (lavoro femminile e minorile);

utilizzo di nuove fonti di energia (vapore, elettricità)

2) Lanificio

3) Setificio

-1/3 delle esportazioni italiane riguardava la seta → importante ricavo per la Bilancia Commerciale

Ind. Siderurgica-nata nel 1880 con la Terni

-è un’industria considerata innaturale per l’Italia (naturale è quella alimentare)

Progressi attraverso: protezionismo e commesse statali

→ dal 1896 al 1916 la produzione d’acciaio aumenta di 10 volte

-nascono nuove importanti società siderurgiche, quali: l’Elba e l’Ilva

→ esse crearono un Trust siderurgico, accordo per fissare i prezzi e spartirsi il mercato

Ind. MeccanicaInizialmente più arretrata, riesce ad avanzarsi grazie alla richiesta di macchinari per molti comparti e la

produzione di materiale ferroviario

Industrie: Breda e Ansaldo (1853 – Ge) → avranno il Boom durante la 1° G.M.

Ind. Automobilistica-destinata al mercato nazionale ed estero

Industrie: Fiat (1899); Lancia; Bianchi; Alfa

Ind. Elettrica-Nata con la Edison (1884 - Mi)

-nel 1883 era stata creata la prima centrale termoelettrica in Europa (Santa Radegonda)

→ Industria tipo Capital Intensive

Industrie elettriche: Edison (1884), Sade, Sip e Sme

Ind. Chimica-progresso fino al 1907, poi rallentamento

-produceva fertilizzanti chimici, vernici, farmaci e prodotti di base dell’industria (acido solforico)

Società: Montecatini (nata come impresa mineraria per l’estrazione di mercurio) e Pirelli

Fine età giolittiana-Bilancio positivo

-però, ancora grossi problemi strutturali non risolti

-Dualismo Nord-Sud (il divario era aumentato, sebbene furono istituite leggi speciali)

-Grande incremento flussi migratori

1° G.M. – “Grande guerra”-iniziò nel 1914, l’Italia entra nel 1915 (con il Patto di Londra)

L’Economia di guerra

-crescente ruolo dello Stato → lo Stato diventa il perno di tutta l’economia

-i principi del liberismo decadono completamente; infatti si parla di Neomercantilismo, quella politica

economica di tipo Statalista

Le leve di finanziamento sono state per 1/3 nell’aumento delle imposte ed incremento della circolazione di carta

moneta e per i restanti 2/3 ricorrendo al debito pubblico.

Vengono lanciati 5 prestiti nazionali, 3 di debito redimibile e 2 di debito consolidato e, a questi, si aggiungono

anche gli aiuti finanziari provenienti dagli alleati Gran Bretagna e Stati Uniti.

Sul piano monetario, in Italia, si presentavano forti spinte inflazionistiche ed un’emissione di cartamoneta non

coperta da riserva metallica

→ tale situazione genera crollo del Gold Standard (negli Stati Uniti escluso); era stato uno dei fattori di crescita

economica dal 1896, resistì fino alla 1° G.M.

-si passa, perciò, ad un regime di cambi fluttuanti instabili

-ritorna l’aggio tra la moneta metallica e quella cartacea

Principali problemi (durante la guerra)

-assicurare alla popolazione generi di consumo primari

-aumento del caro vita

-aumento dei costi dei trasporti marittimi

Per fronteggiare tali problemi...lo Stato impone i prezzi politici per i beni di prima necessità

→ le commesse erano state affidate ad imprese maggiori che generano enormi profitti

-nell’ultimo anno di guerra, il 60% della popolazione attiva lavorava per la guerra

-i comparti industriali di maggior importanza furono quello meccanico, siderurgico ed elettrico.

Particolarmente importanti furono la Terni e l’Ilva, la Breda e l’Ansaldo e la Fiat.

N.B.: nel periodo anteguerra, il rapporto banche miste ed industrie era equilibrato; durante la guerra le

industrie divennero più forti, perché tentarono la scalata; nel dopo guerra, invece, tale rapporto si ribalterà, le

grandi industrie dovranno riconvertirsi da un’economia di guerra ad un’eco. di pace.

Grosso problema: Disavanzo pubblico → il Deficit del Bilancio di Stato si aggrava

-si continuano ad emettere prestiti pubblici

-i debiti di guerra derivanti dai prestiti concessi dagli alleati devono essere rimborsati

→ in seguito alla redistribuzione della ricchezza, l’Europa da continente creditore diventa debitore in particolare

nei confronti degli Stati Uniti (solo la Gran Bretagna riuscì a compensare il proprio debito con i crediti concessi;

esso fu il Paese europeo meglio uscito dalla Grande Guerra).

1° Dopoguerra-crollo degli imperi (tedesco, russo, ottomano, austroungarico), si formano nuovi stati indipendenti.

→ l’Italia si presenta in una situazione di pesante Deficit della Bilancia commerciale.

Tale squilibrio non poté esser colmato dalle rimesse degli emigrati, sia per i rimpatri avvenuti all’inizio della

guerra, sia per il blocco dell’immigrazione decretato dopo il conflitto.

Nel 1921, infatti, gli Stati Uniti applicarono una politica restrittiva molto rigida, la cd. Quota Act, con la quale

limitarono drasticamente la quota annua di immigrazione.

Le monete dei paesi sconfitti si trovano in condizioni disastrose dopo la guerra, il caso della Germania (del

marco tedesco) è il più significativo.

→ il Bilancio di Stato è significativamente in passivo, viene emessa cartamoneta per compensare le gravi

sanzioni inflitte alla Germania; con il trattato di Versailles, infatti, le vengono attribuite tutte le colpe della 1°

G.M. e si trova costretta a dover pagare 132 miliardi di marchi d’oro.

Keynes dissente radicalmente ed abbandona la delegazione inglese alla conferenza di pace di Parigi, in segno di

protesta. Tale colpa, inflitta alla Germania, avrebbe portato tensioni e gravi conseguenze per l’equilibrio

europeo negli anni a venire.

La Germania si trovò in una situazione molto dura:

-le riparazioni della guerra erano un peso molto gravoso da sopportare

-la Repubblica di Weimar era estremamente debole

-l’emissione di carta moneta per pagare i debiti di guerra

→ generano il tracollo del potere di acquisto del marco e un’inflazione galoppante

Quando, poi, la Germania dichiara di non riuscire a pagare il debito, la Francia occupa il bacino della Ruhr,

portando al collasso del marco.

Nel 1923, viene attuata, in Germania, una rigida politica di stabilizzazione monetaria;

-viene istituito il Rentenmark come nuova unità metallica

-viene creato il Reichsmark: nuova moneta, con copertura metallica, la cui emissione è controllata

Con la nuova moneta, la Germania riesce ad azzerare quasi totalmente il debito pubblico e, nel ’24, verrà

stabilita la parità aurea con il nuovo marco; ciò permise l’avvio del rilancio dell’economia e, in pochi anni, fece

fare passi da giganti, grazie anche agli ingenti finanziamenti americani.

Italia 1° dopoguerraNel 1914, viene fondato il CSVI: Consorzio per Sovvenzioni su Valori Industriali, con il compito di concedere

prestiti o sovvenzioni a banche ed imprese dissestate; tale consorzio svolge un ruolo di notevole importanza nel

1° dopoguerra; in particolare, nel 1922, viene creata una sezione speciale autonoma per salvataggi e

liquidazioni.

→ il rapporto tra Banche miste e Grandi industrie si intensifica sempre di più, si parla, infatti, di Mostruosa

Fratellanza Siamese. A far da concorrenza alle Banche miste, private, nascono nuove banche a capitale pubblico

chiamati Istituti Beneduce

Beneduce fonda l’INA, il CREDIOP, l’ICIPU e, nel 1931, è coideatore dell’IRI

Nel 1° dopoguerra, le Banche miste si trovano in grave difficoltà, soprattutto la BIS e il Banco di Roma

possedevano pesanti immobilizzi (da crediti concessi non rientrati).

Viene effettuato un tentativo di salvataggio della BIS, ma, dato il timore che anche le altre banche miste

fallissero, il sostegno decade. Anche il Banco di Roma chiede il salvataggio; verrà salvato solo dopo l’avvento al

potere di Mussolini nel 1922 → egli voleva consolidare i consensi del mondo cattolico; inoltre, la caduta del

Banco di Roma avrebbe destabilizzato il sistema italiano.

Nel 1° dopoguerra, l’Italia presenta gravi problemi:

-Inflazione, la Lira aveva perso il suo potere d’acquisto e il costo della vita aumenta (560%)

-Deficit di Bilancio dello Stato

-Debito Pubblico aumenta per far fronte al Deficit di bilancio e Debiti di guerra dei paesi alleati

-Disoccupazione, molto grave dal 1920

-Tensioni sociali, manifestazioni, scioperi → “Biennio Rosso” (1919-20)

Le cause di un elevato Deficit (elevata spesa pubblica) erano:

-prezzo politico del pane (fino al ’21)

-spese straordinarie di guerra

-pensioni erogate a mutilati ed invalidi di guerra

-risarcimento a popolazioni danneggiate dalla guerra

-interessi sul debito pubblico

→ si affermano i partiti di Massa (PSI - Partito Socialista Italiano, PPI - Partito Popolare Italiano)

→ cresce la sindacalizzazione: Leghe rosse (ispiraz. socialista), Leghe bianche (ispiraz. cattolica)

Nel 1919 viene disciplinata l’occupazione delle terre, lotte per il rinnovo dei patti agrari.

Le Leghe Rosse puntavano soprattutto sull’assumere tutta la manodopera disponibile per favorire

l’occupazione; le Leghe Bianche volevano dar vita a piccoli proprietari terrieri.

Nel 1920, invece, avviene l’occupazione delle fabbriche, 300 stabilimenti del triangolo industriale

I sindacati di ispiraz. socialista CGIL stabilirono un orario lavorativo di 8 ore e l’aumento dei salari.

Il 1921 è considerato l’anno di svolta, perché:

-da un punto di vista politico, vengono indette le nuove elezioni

-da un punto di vista economico, si raggiunge un miglioramento delle condizioni dei contadini

Le nuove elezioni portarono all’entrata in Parlamento di 35 deputati fascisti, facenti parte del movimento dei

“Fasci italiani di Combattimento” di Mussolini.

Il movimento dei Fasci si afferma verso la fine del 1920-’21, grazie al “consenso” dei grandi proprietari terrieri,

dei grandi industriali e della piccola e media borghesia.

Il metodo d’azione adottato da Mussolini era quello di effettuare spedizioni punitive contro scioperanti,

denominato Squadrismo: forma di violenza organizzata; gli squadristi, o camicie nere, non erano considerati un

pericolo all’ordine pubblico, infatti ottengono l’aiuto anche delle forze dell’ordine e ricevono l’appoggio di

Giolitti, che vede nello squadrismo un modo di repressione della violenza socialista.

Nel novembre 1921, viene fondato il Partito Nazionale Fascista (PNF)

Nell’ottobre 1922, avviene la Marcia su Roma, con la quale il partito mobilita gli squadristi verso Roma per far

pressione sul re Vittorio Emanuele III; costui avrebbe dovuto proclamare lo Stato d’assedio, ma contrariamente

incaricò Mussolini di formare un nuovo governo.

Fasi del fascismo-dal 1922 al 1925, dall’avvento del potere di Mussolini al 1° governo → Fascismo Parlamentare (1)

-dal 1925 al 1943 → Fascismo Regime o Dittatura (2)

Fascismo Parlamentare (1)

-secondo la legge Acerbo, il partito che avrebbe ottenuto la maggioranza relativa dei voti alle elezioni, sarebbero

spettati i 2/3 dei seggi in Parlamento

→ nel 1924, in seguito alle nuove elezioni politiche, il PNF ottiene 356 / 535 seggi in Parlamento

Matteotti, resosi conto della situazione, denuncia i soprusi, le illegalità, i brogli elettorali e chiede che i risultati

fossero invalidati; allora, viene rapito e il giorno dopo ucciso.

→ in segno di protesta, parte della camera abbandona il Parlamento, tale azione viene denominata la

Secessione dell’Aventino.

Tra il 1925 e ’26, vengono istituite le Leggi Fascistissime, con le quali:

-il Capo del governo deve rispondere alle sue azioni solo davanti al re

-vengono proibiti scioperi e serrate

-vengono sciolti i sindacati e i partiti non fascisti

-vengono cessate le libertà personali

-viene reintrodotta la pena di morte

-il Gran Consiglio del Fascismo diventa l’organo supremo dello Stato

Politica economica del FascismoLa politica economica adottata da Mussolini è prevalentemente liberista

→ si parla di politica Neo Manchesteriana, di stampo liberista

Ministro delle Finanze: De’ Stefani, nonché Ministro del Tesoro

Principali orientamenti della politica di De’ Stefani

-politica produttivistica, con la quale si da spazio ai privati, in modo da incrementare la produzione, riducendo il

peso economico dello Stato

-era necessario colmare il disavanzo del Bilancio dello Stato, realizzato tra il 1924-’25

Come? Riducendo la spesa pubblica e attraverso una riforma tributaria

→ viene, allora, introdotta un politica fiscale, con la quale:

-viene allargata la base contributiva, diminuite le aliquote ed instaurata la proporzionalità delle imposte, per far

sì che le classi ad alto reddito siano propense all’investimento

-vengono aumentate le imposte indirette (sui consumi)

-vengono abolite le imposte pagate dalle imprese

-viene ridotta la spesa pubblica, attraverso opere di privatizzazione

-vengono effettuati dei tagli alla spesa pubblica improduttiva e licenziati i dipendenti statali precari.

Nel 1925 si ebbero delle tensioni inflazionistiche, la circolazione monetaria aumentò, il tasso di cambio della Lira

si indebolisce e la Bilancia dei pagamenti risulta in Deficit.

Cosicché, De’ Stefani viene sostituito da Volpi

→ finisce il periodo liberista e si instaura un crescente Statalismo economico.

In qualità di Ministro delle Finanze, Volpi cerca di ristabilire, con un provvedimento, il dazio doganale sul grano,

facendo anche in modo di scoraggiare le importazioni.

Nel 1925 Mussolini lancia la Battaglia del Grano

-il problema dell’inflazione rimane

-per i debiti di guerra → negli USA, venne siglato un accordo Volpi - Mellon per cui l’Italia deve pagare

solamente il 20% del totale del debito e in più rate; anche in G.B., vengono stipulati accordi con Churchill, che

permetterono lo sconto del debito dell’85% e il pagamento in più rate.

→ il pagamento delle rate venne quindi compensato dalle riparazioni di guerra

-per stabilizzare la Lira → Mussolini, allora, diede un discorso, a Pesaro, discorso di “quota 90”

Con tale discorso, Mussolini anticipa la stabilizzazione del rapporto tra Lira e Sterlina a 90

-90 era stato il rapporto di cambio tra le due monete durante la marcia su Roma

Mussolini vuole rivalutare la Lira per ragioni di prestigio interno ed internazionale del regime e per dimostrare

che il fascismo sarebbe stato in grado di raggiungere il difficile obiettivo

→ la battaglia della Lira viene vinta; nel 1927, viene fissato il rapporto Lira-Sterlina a quota 90, che permette alla

Lira di entrare nel Gold Exchange Standard

Conseguenze Quota 90

-deflazione

-triplicazione della disoccupazione

-riduzione di prezzi e salari

-effetti negativi sulla bilancia commerciale

Attraverso decreti legge

Nel 1926...

→ alla Banca d’Italia viene riservata l’unicità dell’emissione e le vengono attribuiti nuovi poteri

→ entra in vigore un decreto legge sul Debito Pubblico, il quale impone il consolidamento del debito fluttuante,

per un importo pari a 120 miliardi di L., che vengono convertiti in debito consolidato, tale operazione venne

denominata Prestito del Littorio

Politica agraria del fascismo

1) Battaglia del Grano → lanciata nel ’25

2) Bonifica integrale

Battaglia del grano (1)

Varata perché quasi metà del Deficit della bilancia commerciale era imputabile alle importazioni del grano ed

era, perciò, necessario perseguire l’autosufficienza granaria del paese

L’obiettivo risultò in parte mancato, verrà realizzato solo nei primi anni ’30, grazie all’azzeramento delle

importazioni di grano, ma portò, comunque, all’aumento del rendimento medio per ettaro di circa il 20% e della

superficie coltivata.

Bonifica Integrale (2)

-importante economista, tecnico agrario e propagatore: Serpieri

→ egli fu protagonista nell’opera di recupero dei terreni paludosi, per poi costruire infrastrutture, utili come

valvola di sfogo per l’occupazione

Inoltre, con la stabilizzazione della Lira a quota 90 e la crisi dei primi anni ’30, il num. dei piccoli proprietari

terrieri diminuì; ciò successe anche perché la politica economica fascista favorì, in primo luogo, gli interessi della

grande industria, nei fatti il settore agricolo era secondario per il fascismo.

Crisi del 1929La Crisi più acuta e lunga del XX secolo, dura almeno fino al 1933-’35

-ha origine negli Stati Uniti, poi si propaga all’estero grazie ai mercati internazionali interdipendenti

Cause economiche e finanziarie

La causa remota riguarda tutta quella serie di svolgimenti dopo la 1° G.M. e al difficile dopoguerra. → La

riconversione fu molto dura e soprattutto, gli Stati Uniti...

-possedevano un mercato interno molto ampio e una borsa fin troppo quotata

-riuscirono ad incrementare la capacità produttiva al punto che l’Offerta superò la Domanda interna, così da

generare una crisi di sovrapproduzione

Tutto ciò portò, nel 1929, al calo dei prezzi dei beni e, con le quotazioni inizialmente alte e le banche che

richiedono il denaro perché i titoli non sono più sicuri, si genera un panico finanziario.

Il 24 ottobre 1929 (“giovedì nero”), la Borsa di Wallstreet CROLLA

-segnale che la crisi era già in atto

Il Boom borsistico degli Stati Uniti portò problemi in Europa ancora prima del ’29, particolarmente in Germania,

dove i prestiti americani erano stati ritirati e non rinnovati.

Conseguenze

→ la Crisi portò al crollo della produzione, dei prezzi, a fallimenti e disoccupazione

→ il 1932 fu l’anno dei più gravi dissesti, la crisi bancaria e finanziaria arrivò al culmine

Sul Piano monetario, la Crisi del ’29 portò alla caduta del Gold Exchange Standard

1) G.B. svaluta la Sterlina

2) Paesi legati alla Sterlina svalutano la propria moneta

3) Dollaro, tra il 1933-’34, viene svalutato del 41%

→ si genera, così, una catena di svalutazioni “Svalutazioni Competitive” e si entra in un sistema di cambi

fluttuanti, nelle aree monetarie quali...Sterlina, Dollaro, Blocco dell’oro e Marco

-dove viene, poi, instaurato un regime del controllo dei cambi e dei movimenti di capitale

Nel 1932, viene eletto presidente degli Stati Uniti il democratico Roosevelt, che rimarrà in carica fino alla sua

morte, nel 1945.

Roosevelt, nel 1933, avviò la politica del New Deal, basato sul Deficit Spending keynesiano

[lo Stato, quindi, poteva anche spendere in Deficit di bilancio per generare domanda aggregata]

L’adozione di tale politica avrebbe...

-sostenuto i prezzi agricoli

-sviluppato le attività di assistenza e previdenza

-permesso un controllo dello Stato nei trasporti e nelle banche

-creato nuovi posti di lavoro pubblici

Roosevelt si prefissò di garantire alti salari, combattere la disoccupazione e facilitare il credito alle imprese per

favorire il consumo. Gli interventi di Roosevelt furono realizzati con lavori socialmente utili (per i disoccupati),

che consentivano un salario più elevato rispetto al sussidio di disoccupaz.

Il Paese europeo che ne risentì maggiormente della crisi del ’29 fu la Germania; qui spiccò il partito

nazionalsocialista di Hitler, partito che puntò sul malcontento nazionale.

Nel gennaio ‘33, Hitler forma il nuovo governo; in pochi mesi instaura una dittatura e, alla morte di Hindenburg,

diventa anche Capo di Stato.

→ egli attua una politica militarista di espansione e stabilizzazione in Europa

-persegue un’economia autarchica, in modo da realizzare l’autosufficienza sul piano economico

-attua un grande programma di opere pubbliche

In tal modo, scompare quasi del tutto la disoccupazione.

Situazione italianaIn Italia, nel 1930, si sentono i sintomi della crisi

-il PIL si riduce del 6-7%, soprattutto per la riduzione del contributo dell’agricoltura.

-la Bilancia Commerciale risulta in disavanzo

-la Lira, ancorata all’oro, viene rivalutata rispetto a Sterlina e Dollaro svalutate → ciò induce lo Stato ad istituire

il Sovradazio ad Valorem (pari al 15% sulle merci importate)

-la B.I. contribuisce con le proprie riserve per mantenere in equilibrio la Bilancia dei Pagamenti.

Si instaurano Rapporti commerciali di Clearing, accordi fondati sullo scambio di merci contro merci per ridurre al

minimo l’utilizzo della valuta (scambi bilaterali)

Crisi irreversibile delle banche miste

2 cicli di salvataggi

1° ciclo

Nel 1926, la sezione speciale autonoma del CSVI diventa Istituto di Liquidazione, avente il compito di gestire la

liquidazione della banche e delle imprese dissestate, non più salvabili.

Inoltre, le banche miste chiedono il salvataggio, stipulando una convenzione con la Banca d’Italia per tentare di

essere salvate a condizione di cessare il credito a m/l termine.

2° ciclo

Le banche miste affidano pacchetti azionari ad altre società per riacquistare un margine di manovra e libertà di

azione → tale operazione viene definita Cosmesi Finanziaria, un espediente tecnico per la ripresa dell’attività

delle banche miste

Le banche miste non possono più finanziare le industrie → per tale funzione, nasce, l’ultimo istituto bancario

Beneduce, l’IMI: Istituto Mobiliare Italiano, ente di diritto pubblico che avrebbe sostituito Credit, Comit e Banco

di Roma per i finanziamenti alle grandi industrie.

Nel corso del ’32, la situazione delle banche miste, però, si aggrava da far pensare ad un’azione più drastica →

tale situazione porterà alla nascita, nel gennaio 1933, dell’IRI, Istituto di Ricostruzione Industriale, un ente

pubblico, nato da un’idea di Beneduce, condiviso con Jung

-l’istituto assumerà la proprietà della gestione delle vecchie banche miste, compresi i loro pacchetti azionari; le

banche diventeranno, quindi, di proprietà pubblica, verranno nazionalizzate.

L’IRI si suddivide in 2 sezioni: smobilizzi e finanziamenti

-i finanziamenti erano destinati principalmente alle piccole e medie imprese, cosa che l’IMI non faceva → tale

sezione verrà poi assunta dall’IMI nel 1936

-mentre la sezione smobilizzi era la funzione più importante svolta dall’istituto;

Esso, infatti, recuperava i crediti, riportava in equilibrio la gestione, retrocedeva poi ai privati.

Inizialmente l’IRI doveva essere un ente provvisorio, così non fu, poiché si avvicinarono ulteriori imprese che

chiesero il salvataggio e, vista tale condizione, nel 1937, diventa ente permanente.

→ In tal modo, lo Stato divenne gestore di oltre 1/5 delle S.p.A. Nel 1939, il capitale azionario detenuto dall’IRI

era pari al 44%, è per questo che si parla di Stato imprenditore e di Economia Mista, dove, accanto al settore

privato, si afferma anche il settore pubblico.

Legge Bancaria del 1936

-sancisce la separazione tra credito a breve e a m/l termine

-porta alla sostituzione di un sistema bancario despecializzato (delle banche miste) con un sistema specializzato,

distinto tra banche di credito ordinario (o commerciali) e banche di credito a m/l t.

→ istituendo il Sistema Bancario Italiano

Con la legge bancaria del ’36...

-la Banca d’Italia diventa Istituto di diritto pubblico, al quale viene riservata la possibilità di prestare credito

solamente alle altre banche

-le 3 banche miste (Comit, Credit e Banco di Roma) divengono banche di interesse nazionale

Sanzioni economiche ad autarchiaAutarchia: autosufficienza economica per consentire maggior autonomia nella politica estera.

A seguito della guerra in Etiopia, la Società delle Nazioni infligge sanzioni economiche, tra le quali il blocco delle

esportazioni verso l’Italia; tali sanzioni non furono efficaci, in quanto vennero aggirate attraverso il commercio

clandestino.

Mussolini prende pretesto delle sanzioni per la sua politica autarchica.

Per realizzare l’Autarchia...

-riduce la dipendenza di materie prime importate

-incentiva le industrie;

-intensifica e razionalizza la produzione industriale

-potenzia la produzione di beni strumentali

→ tra il 1935-’37, vengono stipulati piani autarchici, i cui obiettivi da raggiungere entro il 1941

La totale autosufficienza non viene mai raggiunta, anzi la dipendenza dal carbone tedesco aumenta.

Infatti, in Italia, rimane ancora presente e vasto il lavoro artigianale

→ si parla di Serbatoio di manodopera sottoccupata

2° Guerra MondialeEbbe inizio nel settembre del 1939; l’Italia entrerà in guerra sono nel 1940 affianco alla Germania.

Per gestire l’economia di guerra viene adottato un sistema di “Circuito dei capitali”, consentiva l’aumento della

spesa pubblica, anche creando moneta, drenata attraverso imposte e prestiti pubblici e mantenendo sotto

controllo prezzi e salari.

L’Italia viene attaccata il 10 luglio 1943, sbarco degli Alleati; il 25 luglio dello stesso anno viene dichiarata la

sfiducia a Mussolini (il Gran Consiglio chiese le sue dimissioni).

Dopo il ’43, le 3 fonti di emissione di cartamoneta furono:

-Lire del Regno

-Lire di Salò

-Am Lire, emesse dagli Alleati, consegnate alle truppe anglo-americane

Alla Conferenza internazionale di Yalta, nel 1945, si decide le modalità di spartizione dell’Europa e la divisione

della Germania in 2 sfere di influenza.

Nel 1944, inoltre, era stata tenuta la Conferenza di Breton Woods, dove vengono deliberati gli Accordi di B.W.,

con i quali si pongono le basi del futuro ordine monetario nel dopoguerra.

-vedrà il ritorno ad un sistema di cambi fissi ma aggiustabili;

Gli Accordi di Breton Woods danno vita alla costituzione di 2 enti di notevole importanza:

→ Fondo Monetario Internazionale (FMI), ente che sovvenziona e concede prestiti ad altri Stati per squilibri

temporanei della bilancia dei pagamenti; tenendo sempre sotto controllo il loro utilizzo.

-un Paese che voleva aderire al FMI doveva partecipare al capitale con una quota, fissata in rapporto alla

capacità economica del paese (25% versati in oro, 75% in moneta nazionale).

→ Banca Mondiale (BIRS), Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo

-avente il compito di promuovere investimenti e finanziare progetti di interesse generale

2° DopoguerraIl 2° dopoguerra ritrae un situazione generale devastata → Età Degasperiana

Problemi da risolvere:

1) immediati, di breve termine;

2) strutturali, di lungo termine.

1) Immediati, di breve termine

a) Ricostruzione, riconversione industriale

b) Inflazione

Cause: -eccesso di emissione di carta moneta

-eccesso di liquidità

-aumento dei prezzi non corrisp. da un aumento dei salari

c) Deficit della bilancia dei pagamenti

Causato da un forte disavanzo della bilancia comm., le esportazioni sono quasi azzerate

d) Disoccupazione

-oltre l’11% della popolazione attiva era disoccupata e la prospettiva era in aumento

2) Strutturali, di lungo termine

a) Modernizzazione agricola

b) Superamento del Divario Nord-Sud (aggravato)

c) Rilancio lo sviluppo industriale

→ Nel 1947, l’Italia aderisce agli accordi di B.W. e viene ammessa al Fmi e alla Banca Mondiale

Linea Einaudi

Drastica manovra monetaria, finalizzata a stabilizzare la Lira e combattere l’inflazione

-abolizione del prezzo politico

-aumento delle imposte sui redditi e sui consumi

-riduzione del credito bancario e della circolazione monetaria

-aumento delle riserve obbligatorie delle banche

→ ciò portò alla riduzione prezzi → Stabilizzazione della Lira raggiunta!

Nonostante gli ottimi risultati dal punto di vista monetario, da un punto di vista economico, la deflazione portò

ad una Recessione → la disoccupazione era il problema principale

Nel 1947 venne proclamata la Dottrina di Truman [Truman: Presidente USA, dopo Roosevelt]

→ in tale dottrina, viene annunciato il Piano Marshall (European Recovery Program)

Il Piano Marshall fu operativo tra il 1948-’53, fu un piano di aiuti in natura forniti gratuitamente; inoltre,

venivano concessi prestiti a lunga scadenza (30 - 40 anni) a mite interesse.

-con il Piano Marshall, in 5 anni, vennero stanziati circa 1.5 miliardi di $, di cui 11% all’Italia;

Gli aiuti americani del Piano Marshall in Italia furono impiegati inizialmente per ridurre il deficit di bilancio e per

accrescere le riserve valutarie; dal 1949, si punta sulla ricostruzione industriale del Paese, sostenuta

dall’acquisto di macchinari, materie prime e investimenti nelle strutture produttive.

Provvedimenti / Leggi / Riforme importanti in Età Degasperiana

→ Piano Fanfani (1949) / Piano case

Intervento pubblico nel settore dell’edilizia, introdotto per costruire alloggi a basso prezzo per i lavoratori e

stimolare, allo stesso tempo, il rilancio dell’edilizia, per assorbire i disoccupati.

→ Cassa per il Mezzogiorno (1950)

Istituto pubblico per il quale sono stati stanziati 1.000 miliardi di L. da spendere in 10 anni per la creazione di

infrastrutture, servizi sociali e per favorire l’agricoltura

Dagli anni ’60, poté anche finanziare l’industria, per lo sviluppo del settore industriale

→ Riforma Tributaria Vanoni (1951) [Vanoni: economista, esponente della DC]

Tale riforma proponeva: maggiore equità fiscale e solidarietà sociale.

… si propose:

-progressività delle imposte

-esenzione dei redditi minimi

-detrazione per carichi di famiglia

-riduzione delle aliquote

-più efficaci strumenti di accertamento

Schema Vanoni: Schema di sviluppo dell’occupazione e del reddito in Italia nel decennio ’55 - ‘64

= Documento di Programmazione economica

Si pone gli obiettivi quali, creare 4 milioni di nuovi posti di lavoro, al di fuori dell’agricoltura, ridurre il divario

Nord-Sud e riequilibrare la bilancia dei pagamenti

Era perciò necessario un aumento del PIL 5% annuo, un aumento degli investimenti dal 21% al 25% PIL, un

aumento delle esportazioni al 60% e delle importazioni al 43%

→ Nota aggiuntiva di La Malfa

In tale nota, insieme alla relazione della situazione economica del paese, si evidenziava l’impegno della politica a

sostenere la domanda aggregata e a correggere gli squilibri territoriali.

Si afferma la Politica dei Redditi, secondo la quale i salari non potevano aumentare più della produttività delle

imprese.

Verso il miracolo economicoMiracolo Economico: anni di straordinaria crescita economica misurabile principalmente con il PIL (aumento

annuo 6-7%), dal 1958 al ’63, possibile perché erano state poste le giuste premesse:

-aumento del PIL (aumento contributo dell’industria al Pil)

-aumento delle esportazioni

-stabilità monetaria, assenza d’inflazione (nel 1958, la Lira vince l’Oscar delle monete)

-equilibrio della Bilancia dei pagamenti, Bilancia commerciale attiva

-si arriva verso la piena occupazione nei primi anni Sessanta

Vengono, però, poste le condizioni, anche, per il 1° shock salariale

Problemi irrisolti:

-no razionalizzazione dei settori (agricoltura, commercio)

-ancora abbondanza di piccoli esercizi (sottoccupazione)

-idee Vanoni sul piano fiscale non molto applicate

Nel 1963, infatti, avviene una Battuta d’Arresto del Miracolo Economico

Ragione fondamentale: 1° Shock Salariale

-aumento dei salari, cioè aumento del costo del lavoro, che gli imprenditori scaricano sui prezzi

Ciò genera... -tensioni inflattive

-diminuzione della competitività industriale

-riduzione dell’export, aumento dell’import

Conseguenze:

-disavanzo della Bilancia commerciale

-riduzione della produzione e dell’occupazione

-impossibilità d’innovazione tecnologica per il recupero di competitività

Viene, quindi, attuata una politica economica, stretta creditizia, la 1° dopo la manovra Einaudi

-era necessario riequilibrare la Bilancia dei pagamenti e stabilizzare i prezzi

→ dal 1964, si ha una ripresa economica, il PIL aumenta, ma non tanto quanto negli anni del miracolo

economico. Però, le imprese vedono ridursi i loro profitti, si riduce, quindi, anche la loro capacità di

autofinanziamento e sono costrette a ricorrere nuovamente al credito bancario

→ si parla, perciò, di Sistema Bancocentrico

Ma anche di “occasioni mancate”, in quanto, facendo convergere le attenzioni sui problemi della stabilizzazione,

non si seppe cogliere l’opportunità di rilanciare il processo di sviluppo economico (l’industrializz. è concentrata

principalmente nel triangolo industriale) e di risolvere o attenuare alcuni squilibri storici nazionali (divario Nord-

Sud).

Settore pubblico svolge, però, un ruolo crescente

Nel 1953, nasce l’ENI, Ente Nazionale Idrocarburi (diretto da Mattei)

[Mattei cerca di scavalcare le multinazionali e di raggiungere competitività a livello internazionale]

Nel 1962, nasce l’ENEL, Ente Nazionale Energia Elettrica, a seguito della nazionalizzazione dell’industria elettrica.

L’ENEL acquisisce il 69% della produzione elettrica italiana; il restante 31% viene prodotto da Aziende

municipalizzate, Cooperative elettriche e Auto produttori.

Il 1° shock salariale viene superato attraverso la ricostruzione interna.

Dagli anni ’70, la Grande Industria, però, è colpita da sintomi di crisi, quali:

-l’esistenza della piccola media industria

-l’imprenditorialità diffusa

-una nuova 3° Italia, l’industria si sviluppa in zone dove prima non era presente e nascono così nuove aree più

competitive.

Gli Anni SettantaSono anni di disagio economico, sociale e culturale; stagione di intensi scontri sociali che...

→ portò al 2° Shock Salariale

-iniziò nel settembre ’69, si parla infatti di “autunno caldo”

-i salari aumentarono più della produttività (Fallimento della Politica dei Redditi)

Elementi di Crisi:

-aumento dei prezzi delle materie prime

-caduta del sistema monetario di Breton Woods → generò il Deficit della Bilancia dei pagamenti americana,

l’aumento di emissione di $, mancanza di copertura metallica

-svalutazione dell’oro

Al 2° Shock Salariale segue … 1° Shock Petrolifero (1973)

→ Rapido aumento del prezzo del petrolio

-i Paesi dell’OPEC, Organizzaz. Paesi Produttori ed Esportatori di Petrolio, aumentarono i prezzi del petrolio per

boicottare i Paesi occidentali che sostenevano Israele nella Guerra del Kippur.

Lo Shock innesta il nuovo fenomeno di Stagflazione (Stagnazione e Inflazione)

-i prezzi aumentano nonostante la diminuzione delle produzioni e dei consumi

Tra il 1974-’75, si verificarono degli effetti molto pesanti

-è la prima volta che, dal 1945, in Italia, il PIL è negativo.

Con lo Shock Petrolifero, termina l’illusione di crescita economica illimitata

Inoltre, in questi anni, emergono i NIC (New Industrializing Countries), paesi emergenti molto competitivi,

caratterizzati da un produzione a basso costo.

Modalità di reazione:

Il governo attua un piano Austerity cercando di ridurre i consumi, attraverso …

-la restrizione del credito moderata

-l’imposizione alle banche di un vincolo di portafoglio, ciò portò alla riduzione dei crediti alle imprese e

all’aumento dell’acquisto di titoli di Stato

-l’istituzione della CONSOB, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, avente il compito di controllare la

Borsa e le società quotate in essa

Dagli anni ’70, il debito pubblico lievita pesantemente, a causa di un aumento crescente della spesa pubblica

non compensata da altrettante entrate; così da superare il PIL all’inizio degli anni ’90.

Nel 1972 viene varata l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) e nel ’73 le nuove imposte dirette IRPEF e IRPEG

(Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche - Giuridiche).

Cause dell’aumento della spesa pubblica furono:

-aumento delle spese dello stato sociale (Welfare)

-aumento delle erogazioni di sussidi per la disoccupazione (ammortizzatori sociali - CIG)

-l’introduzione delle pensioni sociali.

-interessi passivi sul debito.

Sebbene si siano verificati tentativi di frenare la spesa, il debito continuava ad aumentare.

Dal ’76, vi è una ripresa economica, una crescita frenata a causa dell’elevata inflazione

Dagli inizi degli anni ’80 risulta, quindi, prioritario:

-il controllo dell’inflazione

-il centellinato credito agevolato

-le manovre del tasso di sconto e della moneta

Nel 1981 avviene il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro

Il governatore della Banca d’Italia Ciampi solleva la banca dall’obbligo di assorbire tutti i titoli del debito

pubblico non collocati sul mercato, ponendo così fine alla deresponsabilizzazione del Tesoro nella gestione del

debito, avviando la separaz. tra politica monetaria e gestione del debito pubblico.

Situazione politica internazionale (’70-’80)Negli anni ’80, si affermano, un po’ dappertutto, politiche economiche di stampo monetarista.

-nella politica economia statunitense (con presidente Reagan), denominata “Reaganomics”, viene ridotto il

Welfare; tale politica è simile a quella che il 1° Ministro inglese (Margareth Thatcher) attuò, in Gran Bretagna,

tra il 1979-’80, denominata Thatcherismo.

-in Francia, con il presidente Mitterrand, si attua una politica improntata alla nazionalizzazione

-in Germania, il cancelliere Kohl attua una politica di grande rigore monetario per integrare in tempi brevissimi

la Germania Est nello Stato tedesco

-in Unione Sovietica (URSS), Gorbacev segna una svolta sul piano di rinnovamento

(si parla di “Perestrojka” e “Glasnost”: cioè rendere trasparente e visibile ciò che è nascosto).

La fine degli anni ’70 fu anche caratterizzata dal 2° Shock Petrolifero, causato dalla Rivoluzione Khomeinista

in Iran dove si era instaurata un dittatura.

In Italia, nei primi anni ’80, le conseguenze furono:

-Inflazione al 21%,

-PIL negativo,

-Bilancia dei pagamenti in forte Disavanzo

La priorità della politica economica adottata in tale situazione fu la Lotta all’inflazione.

L’Italia risulta deindustrializzata

-l’IRI, tra il 1979-’80, accumula perdite per 3.700 miliardi di L;

-il governo, rifinanzia i grandi enti pubblici (IRI, ENI, EFIM, GEPI) per 22mila miliardi di L.

→ tentativo di risanamento portato avanti dal 1° governo a guida laica: Spadolini.

Il governo porta avanti una politica di ristrutturazioni e tagli occupazionali.

Dopo Spadolini, sale il 1° governo a guida socialista: Craxi

-già in Spadolini vi era il rischio di una “Caporetto” finanziaria, a causa della crisi finanziaria, dovuta all’aumento

della spesa pubblica che raggiunse valori allarmanti

Le politiche adottate da tali governi riguardavano essenzialmente:

-tagli di spesa pubblica

-introduzione di ticket sanitari

-aumento delle imposte

-aumento delle tariffe sui servizi sociali

Si parla di “Guerra di Stabilizzazione” dei conti pubblici

Il Debito Pubblico continua a lievitare; il Deficit di Bilancio ancora di più

→ La Guerra di Stabilizzazione Fallisce

Nel 1990, permane un grosso problema, quello della Disoccupazione, a causa della rigidità del mercato, essa

continua ad aumentare anche dopo la fine degli effetti più significativi del 2° Shock.

Tra il 1983-’92, l’economia italiana si trova in una fase di crescita

Cause positive:

-riduzione del prezzo del petrolio e dei costi di produzione dell’industrie

-sistema trainato da piccole medie imprese che si affermano sulla base di una specializzazione competitiva

(innovazione del prodotto e nel processo),

Riprende, anche, il processo di integrazione europea

-nel ’87, entrò in vigore l’Atto Unico Europeo, pone le basi dell’unione economia e monetaria, con la quale si

passerà dal mercato comune al mercato unico in vista dell’utilizzo di un’unica moneta

→ il 7 febbraio 1992 venne firmato il Trattato di Maastricht, che istituisce l’Unione Europea

...e impegna gli Stati componenti al rispetto di 5 requisiti di convergenza

Luigi Luzzatti e Venezia

Il primo saggio racconta del rapporto di Luzzatti con la sua città natale, Venezia (nato nel 1841)

-sarà sempre legato a Venezia per la sua formazione, le amicizie e rapporti instaurati nel periodo in cui vi ha

vissuto, poi intraprese gli studi all’università di Padova; successivamente si trasferì a Milano, dove si affermò

culturalmente e politicamente; ed, alla fine degli anni ’60, la ricopertura di cariche pubbliche ed impegni

ministeriali lo porteranno a Roma.

-a Venezia Luzzatti instaurò importanti amicizie con letterati, matematici, storici, filosofi

caratterizzati dal sentimento patriottico

ϒ

-all’università di Padova, conosce docenti di una certa importanza

ϒ

Messedaglia

-inoltre, Venezia, negli anni ’60-’66, si trovava in uno stato di grave decadenza

Luzzatti cerca di “salvare” Venezia

ϒ

-nel ’63 scrisse il suo primo saggio scientifico “La diffusione del credito e le banche popolari”, nel quale presenta

il modello delle Volksbank tedesche

il

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Credito Cooperativo diventa, quindi, importante per Luzzatti e lo considera un istituto determinante per le

sorti dell’economie locali, però, egli stesso, attribuisce ad esso un ruolo troppo importante rispetto a quello che

di fatto potevano prendersi carico

-alla fine degli anni ’60, Luzzatti si convince che i più gravi problemi dell’economia veneziana non potevano

essere risolti dal Credito Cooperativo, occorreva, perciò, un ruolo attivo dello Stato

matura, allora, in Luzzatti, la

ϒ

Teoria dello Statalismo Sussidiario, che prevedeva un intervento dello Stato ad

integrare quello privato. Lo Statalismo si prospetta, quindi, come un nuovo modello di sviluppo economico

industrialista, contrario alla concezione liberista della Dx storica.

Tutto ciò porta Luzzatti a mettersi alla guida di un gruppo di economisti, per la maggior parte veneti e lombardi,

fondando la Scuola Lombardo Veneta scuola che avrebbe messo in discussione il liberismo (sostenuto, invece,

ϒ

da Ferrara); anche Messedaglia aderisce alla Scuola Lombardo Veneta

-gli economisti tedeschi erano i primi che affermavano la necessità di un intervento da parte dello Stato, in

Germania, infatti, le scuole di economisti erano le cd. Scuole Storiche dell’Economia, la cui prima venne fondata

da Roscher; qui si parla di Socialismo della Cattedra, in quanto economisti (docenti e non) erano per un

riformismo sociale che presupponeva un intervento dello Stato

la Scuola Lombardo Veneta di Luzzatti si ispira a tali scuole tedesche

ϒ

Affermazione: “Le leggi economiche non sono fisse e immutabili, ma possono essere perfezionate o modificate

perché l’economia non è una scienza naturale, ma l’economia è una scienza umana”, in tal modo prendono le

distanze dal liberismo.

-detto questo, Ferrara scrive un articolo a Luzzatti, accusando il Germanismo Economico, secondo il quale viene

abbandonata la strada del liberismo economico, per seguire nuove dottrine economiche elaborate in Germania;

Luzzatti risponde affermando di non accettare il liberismo senza vincoli, in quanto le leggi economiche non

erano immutabili ed universali, ma suscettibili di cambiamenti e in continua evoluzione.

-In Italia, però, le idee di Luzzatti prenderanno il sopravvento; il modello liberista verrà superato e verrà

effettuata una politica di intervento dello Stato per il nascente industrialismo.

Carteggio di Luzzatti e Messedaglia

Scambio epistolare tra Luzzatti e Messedaglia

-Messedaglia è considerato il fondatore della scienza statistica in Italia, è stato docente all’università di Padova

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secondo Luzzatti, Messedaglia aveva un intelletto aristotelico, un sapere multidisciplinare, capacità di

raccordare le scienze umane con le scienze naturali

Luzzatti è l’allievo prediletto di Messedaglia, con il quale intrattiene lunghe e frequenti discussioni.

1) Alla domanda del Luzzatti se l’economia possa essere considerata una scienza, il Messedaglia dichiara di non

avere dubbi nell’affermare che l’economia è scienza; però, occorre classificare i bisogni e porre dei fondamenti,

bisogna scendere nella concretezza dei fatti e utilizzare una terminologia scientifica specifica.

-a sostegno della tesi che l’economia è scienza, Messedaglia cita Roscher oltre che, ovviamente, Adam Smith per

il quale apprezza la dottrina nel complesso ma pone riserva sul piano etico.

Luzzatti riconosce diversi meriti al Roscher (Scuola storica tedesca dell’economia)

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-per il fatto di aver studiato fatti storici per cogliere leggi, orientamenti e tendenze

2) Occasione di contrasto d’opinione tra Luzzatti e Messedaglia riguarda lo storico inglese Buckle e la sua opera

“Una storia della civilizzazione in Inghilterra”. Luzzatti ammira questo studio che considera l’economia come

fattore principale della storia della civiltà, egli stesso, però, pone delle critiche alla concezione di vita

deterministica, ciò pone una divergenza valutativa con Messedaglia.

3) Per il momento, tuttavia, Luzzatti è preoccupato di un’altra questione per la quale chiede consiglio al

maestro: egli vorrebbe partecipare al concorso indetto dall’Accademia delle scienze di Parigi sullo studio della

teoria demografica Messedaglia offre lui un aiuto di carattere metodologico, indica fonti, come raccoglierle,

ϒ

l’importanza di un’indagine statistica e sottolinea l’esaminazione sulla bibliografia “Corso di filosofia positiva” di

Comte.

Contributo di Stringher allo sviluppo economico italiano

Stringher è stato Direttore Generale della Banca d’Italia, nonché 1° Governatore della stessa

-direttore generale del Tesoro principale collaboratore quando Luzzatti era Ministro del Tesoro

ϒ

Stringher collaborò per il risanamento dell’economia italiana

-egli portò al pareggio di bilancio nel 1899, agli inizi dell’età giolittiana

-conciliò gli interessi privatistici della Banca d’Italia con il ruolo pubblico della Banca d’Italia; quest’ultimo verrà

poi anteposto agli interessi dei privati (ottenimento di un dividendo)

Stringher cercò di far imporre il primato di fatto della Banca d’Italia

nel 1907, attraverso la

ϒ

modifica dell’Atto Bancario del 1893, riuscì a...

-rendere più elastica la circolazione monetaria

-ritoccare il carico fiscale

-far ritrovare stabilità nei cambi della Lira con le altre monete

Stringher collabora allo sviluppo economico dell’Italia attraverso due metodi

1) Il primo riguarda gli interventi di salvataggio di imprese pericolanti e i rapporti tra banca e industria. I

salvataggi furono effettuati per evitare cadute dell’attività economica. CSVI

ϒ

2) In secondo luogo, Stringher svolse un ruolo fondamentale nella manovra finanziaria del 1906 nella Grande

Conversione della Rendita alla quale contribuì come Direttore Generale della B.I.

Piccola Riforma del Luzzatti

In qualità di Ministro del Tesoro nel primo Governo Rudinì (’91-’92), Luzzatti si proponeva una serie di obiettivi

(non conseguiti in quel periodo, ma solo tra il ’96-’98)

Riforma di Luzzatti... era necessario

-riequilibrare la bilancia dei pagamenti

-risanare la circolazione monetaria, in quanto vi era un eccesso di emissione di carta moneta

-calcolare quanto pesava il pagamento degli interessi sul debito pubblico, sempre in aumento

-respingere ogni artificio contabile che faceva figurare il pareggio di bilancio

-ridurre alcune spese di bilancio

decisamente importante fu il passaggio alle tesorerie provinciali del

ϒ

servizio relativo ai movimenti dei titoli di

rendita e di altri valori del debito pubblico

per la realizzazione di tali obiettivi, Luzzatti venne aiutato dalla competenza di Stringher, che nel ’91 era

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Ispettore Generale del Ministero delle Finanze

Luzzatti, Wicksell e l’interesse di banca

Luzzatti si interessa e studia la teoria di Wicksell (economista contemporaneo), secondo la quale

l’interesse bancario è regolatore dei prezzi delle merci

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Wicksell osserva che l’offerta di moneta, verso la fine dell’800, non è più rigida come quando dipendeva dalla

scoperta dei metalli preziosi la moneta era diventata cartacea e più elastica

ϒ

-Allora perché avvenivano variazioni cicliche dei prezzi senza il cambiamento della moneta in circolazione? Il

Tasso di Interesse Bancario è il fattore che determina il livello dei prezzi

Wicksell parla di un saggio di interesse bancario naturale, che mantiene stabili i prezzi;

infatti, se le banche praticano...

1) tasso di interesse effettivo < tasso di interesse naturale

-il risparmio viene scoraggiato, aumenta la domanda di crediti e di beni e ciò fa aumentare i prezzi politica

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creditizia espansiva

2) tasso di interesse effettivo > tasso di interesse naturale

-gli imprenditori vengono scoraggiati, gli investimenti diminuiscono, la domanda diminuisce e ciò fa aumentare i

prezzi politica creditizia restrittiva

ϒ

È lo scarto tra i due interessi, quindi, che provoca la variazione dei prezzi;

-a tale scarto si aggiungono i processi cumulativi

Luzzatti prende da Wicksell per la politica economica italiana

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Scansadori alle spese superflue

Gli Scansadori alle spese superflue erano una magistratura veneziana istituita nella 2’ metà del ‘500 per far

evitare il sostentamento di spese superflue negli edifici amministrativi

Luzzatti si interessò alla negoziazione fatta a Venezia, per capire come la città avesse affrontato la ripresa dalla

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situazione in cui si trovava

Gli scansadori erano 3 magistrati aventi il diritto di entrare in tutti gli uffici della Repubblica con la facoltà di

cancellare le spese non necessarie e ridurre il personale.

Luzzatti definisce quella degli scansadori un’opera riparatrice.

Ovviamente, non potevano intervenire sulla struttura e sui compiti degli uffici, ma potevano proporre delle

spese da ridurre o un numero sufficiente di dipendenti

lavoro di spulciatura che consentì dell’economie di gestione della spesa

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Studio di Luzzatti: Müller e la teoria monetaria di Knapp

Luzzatti si interessa di capire le riflessioni di Müller riguardo alla teoria della moneta di Knapp sui pagamenti in

contanti nei primi anni del ’900

Secondo la Teoria di Knapp, nonché Teoria della Moneta di Stato la moneta era mezzo di pagamento

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legalmente valido, sebbene il valore intrinseco sia diverso dal valore effettivo.

Müller, allora, tenta di capire i risvolti applicativi e gli aspetti pratici

Luzzatti si interessa agli studi di Müller, per trarre indicazioni per la sua politica finanziaria

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Müller critica Knapp, perché...

-il valore della moneta non è, in ogni caso, legato all’oro

-la moneta ha una determinazione storica che prescinde dal valore della moneta stessa

-la carta moneta è una moneta valutativa, mentre quella metallica è moneta accessoria;

Secondo Müller la convertibilità delle banconote non è necessaria in quanto si riuscì a mantenere la stabilità

monetaria con il corso forzoso, data la presenza di riserve solide

si parla di

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Riserva Equiparata (riserva affidabile e sicura) = Riserva non solo metallica, in moneta nazionale e

divise estere; poteva includere anche lingotti d’oro, cambiali estere, buoni del tesoro a scadenza esteri, ecc.

-la Riserva Equiparata era favoreggiata perché l’oro tendeva a scarseggiare e la presenza delle sole riserve d’oro

avrebbe portato ad una diminuzione dei prezzi (deflazione)

-In Italia, diventa il 15% della circolazione monetaria

Müller, perciò, critica chi afferma che è accettabile solo il pagamento metallico.

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Luzzatti, Keynes e la Ricostruzione eco. europea

Questo saggio tratta lo scambio epistolare tra Luzzatti e l’emergente economica inglese Keynes

Keynes condivideva la tesi già affermata da Lenin, secondo la quale le continue emissioni di carta moneta

avrebbero finito per distruggere il sistema capitalistico.

Infatti, si verificò la

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polverizzazione della moneta in molti Paesi europei, la moneta si deprezzò e peggiorò il

problema delle importazioni dall’estero, in quanto esse divennero molto più costose.

Secondo Keynes, c’erano 2 categorie di paesi europei...

-paesi colpiti dal blocco commerciale e che non potevano importare

-paesi che pagavano le importazioni con i prestiti degli alleati

Nel 1922, Luzzatti e Keynes ebbero un breve, ma significativo rapporto epistolare.

L’iniziativa fu di Keynes che, dovendo preparare 12 articoli per la ricostruzione dell’Europa e volendo scegliere

personalmente i collaboratori, scrisse a Luzzatti, considerato la principale autorità in Italia sulle questioni

finanziarie ed “il cui nome e reputazione sono le più note al di fuori” di essa, chiedendogli un articolo sul

consolidamento dei buoni del Tesoro e di altri titoli a breve.

Keynes gli chiese se tale operazione fosse praticabile e che rischio avrebbero corso i detentori dei titoli se

avessero chiesto di essere rimborsati.

Luzzatti scrisse che l’abuso di emissione di debito fluttuante era uno degli errori più gravi e pericolosi che si

potessero compiere, in quanto le difficoltà di rinnovo dei buoni a breve potevano significare un’inflazione

considerevole da minacciare un’immediata bancarotta.

D’altra parte, l’Italia fu costretta a ricorrere all’estensione del debito fluttuante per non emettere ulteriore carta

moneta, così da evitare un’inflazione disastrosa.

Luzzatti dichiara impossibile ammortizzare il debito fluttuante.

Sebbene la finanza pubblica italiana si trovasse in una situazione critica, l’Italia c’era già passata e si era già

riusciti a risollevarsi, sarà così anche questa volta. (

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Conclusione ottimistica ).

L’Italia, nel ’92, passò una crisi politica e morale (“crisi della partitocrazia”)

-fine della I Repubblica a causa di illegalità e corruzione politica [Scandalo “Tangentopoli”]

Nel ’92 vennero, anche, assassinati magistrati molto attivi nella lotta contro la malavita organizzata: Falcone e

Borsellino; inoltre, dopo la caduta del governo Andreotti, sale il socialista Amato, costretto ad imporre una

manovra finanziaria di 30mila miliardi di L.

Nel ’93, viene predisposta una pesantissima manovra da 93mila miliardi di L.

Oggetto di gravosi sacrifici furono:

-introduzione dell’ICI

-tassazione minima

-aumento delle aliquote dell’Irpef

-introduzione della tassa sul c/c bancario

-attuazione di riforme sulle pensioni e sulla sanità

-lotta all’evasione

Consentì l’accesso alla moneta unica grazie al rispetto di 4 condizioni su 5 stabilite da Maastricht

→ Privatizzazioni (legge 333/luglio ’92)

Definite misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica

Obiettivo principale era quello di ridurre lo stock del debito pubblico.

Per effettuare le privatizzazioni …

1° passo: trasformazione degli enti pubblici in S.p.A., sotto il controllo del Tesoro

-tale trasformazione interessò 4 grandi enti pubblici: IRI, ENI, ENEL, INA + BNL e IMI

2° passo: messa in vendita sul mercato finanziario delle S.p.A.

Nel 2000 si è decisa la liquidazione dell’IRI, che, nel 2002, venne incorporato alla FINTECNA, ente controllato dal

Tesoro.

Risultati ottenuti dalle privatizzazioni:

-diminuzione dello stock del debito pubblico

-modernizzazione dei mercati finanziari

-maggiore liberalizzazione del mercato

-riduzione delle tariffe

-mutamento nel portafoglio delle famiglie italiane.