La conoscenza di sè

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LA CONOSCENZA DI SÉ di Chiara Catanzaro

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LA CONOSCENZA DI SÉ

diChiara Catanzaro

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Punti focalizzati nella precedente lezione

Il Sé come punto cerniera: in esso si constata l’intersezione del dato intrapsichico con quello sociale

E’ in larga misura dall’esperienza sociale che ci pervengono le informazioni su noi stessi.

Attraverso processi di elaborazione interna tali informazioni vengono elaborate, filtrate e organizzate in strutture di conoscenza.

SCHEMI DI SE’

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Gli schemi di Sé

Secondo Hazel Markus (1977) il concetto di Sé è costituito da

un insieme di schemi di sé corrispondenti alle dimensioni rispetto alle quali conosciamo

noi stessi: uno schema integra tutte le informazioni note sul Sé in un settore particolare

della condotta (Sono estroverso)

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Gli schemi di SéOltre ad essere dei “magazzini” al cui interno vengono accumulate le conoscenze circa se stessi, gli schemi di

Sé svolgono un’importante

funzione nel processo di codifica ed elaborazione delle informazioni inerenti la propria persona

ruolo attivo selezionando e interpretando gli eventi sulla base di quanto già sappiamo su noi stessi.

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Gli schemi di Sé

Fanno parte del sistema degli schemi di Sé

Il working self- concept (concetto di Sé operativo)

I Sé possibili

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Il working Self (Sé operativo) presuppone l’esistenza di molteplici componenti

del concetto di Sé, specifiche per i diversi contesti in cui il soggetto è inserito

quella parte del concetto di Sé che è attivata (e conosciuta) dal soggetto in una situazione precisa.

l’aspetto del concetto di Sé a cui si ha accesso in riferimento ad un contesto specifico in una particolare situazione.

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I Sé possibili

Rappresentano le idee che una persona possiede circa quello che essa può o potrebbe diventare, che teme di diventare, ecc.

funzionano da incentivi per le condotte future forniscono un contesto di ordine valutativo e

interpretativo rispetto alla visione corrente che una persona ha di sé

Un soggetto capace di produrre scopi, decisioni, progetti

Ruolo dell’azione e della dimensione temporale nel processo di costruzione dell’identità

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Percepire e comprendere noi stessi

L’acquisizione del concetto di Sé

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La conoscenza di Sé

analisi delle informazioni provenienti da varie fonti

Ci soffermeremo su quelle che la ricerca ha dimostrato essere le più importanti per la conoscenza di Sé:

1. L’autoriflessione2. L’osservazione del proprio comportamento3. Il confronto con gli altri

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1. L’autoriflessione

Riflettere su noi stessi, sulle nostre opinioni o abitudini, ci aiuta a tracciare un profilo abbastanza accurato di noi stessi. Tuttavia in molte occasioni non amiamo ricorrere all’introspezione

Teoria dell’autoconsapevolezza oggettiva (Duval, 1972)

Quando ci si trova in una particolare situazione, gli aspetti salienti del Sé vengono messi a confronto con dei canoni interiorizzati concernenti ciò che la persona aspira ad essere.

Un’eventuale discrepanza determina ripercussioni sull’autostima.

Strategia di evitamento degli stimoli che indirizzano l’attenzione verso se stessi

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2. L’osservazione del proprio comportamento(inferenza comportamento/atteggiamento)

La teoria dell’autopercezione di Bem afferma che le persone riescono a conoscere i propri stati interni osservando i propri comportamenti.

Tali inferenze hanno luogo qualora l’atteggiamento dell’individuo riguardo al tema o

all’oggetto in questione non sia ben chiaro e definito

quel comportamento sia stato messo in atto senza alcuna costrizione.

(Esperimento: iniziativa sulla sicurezza stradale)

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3. Il confronto con gli altri

La teoria del confronto sociale di Festinger (1954) sostiene che il modo migliore per giungere ad un’accurata conoscenza delle nostre opinioni e abilità è quello di confrontarle con le abilità e le opinioni possedute dagli altri.

Tale confronto sembra essere tanto più utile quanto più gli altri vengono percepiti come simili a noi.

La spinta al confronto

cresce in maniera inversamente proporzionale alle informazioni che possediamo su noi stessi.

varia in funzione della rilevanza che un particolare aspetto del sé ha per la persona.

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Su quali basi si formano gli schemi di Sé?

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Basi per la conoscenza di SèEsperienze di vita: La varietà degli ambienti che una persona frequenta Le condotte in cui è coinvolta La gente che frequenta I modelli di vita che osserva direttamente o tramite i

media

Materiale per l’elaborazione cognitiva

Quali motivazioni ci portano a selezionare parte di queste informazioni?

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Due spinte motivazionali

Gli individui vanno a caccia di informazioni che soddisfino due differenti spinte motivazionali:

il mantenimento della stima di sé

il mantenimento di un senso di coerenza e di stabilità

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Mantenimento della stima di sé

Ricevere feedback positivi riguardo al Sé ha enormi vantaggi in termini di

Benessere emotivo

Adattamento sociale

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La stima di Sé

Lo psicologo sociale americano A.G. Greenwald [1980] ha coniato l’espressione

the totalitarian ego

paragonando il Sé ad un dittatore che distorce il passato e manipola il presente,

svalorizzando tutto quanto può portare ombra alla concezione di noi stessi e ipervalorizzando

ciò che può darle lustro.

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La stima di Sé Elemento capace di misurare la capacità di

collaborazione sociale

Essa aumenta nella misura in cui si è accettati o scelti dagli altri, mentre l’esclusione tende ad abbassarla

Bisogno di intrattenere e mantenere ampie relazioni sociali [Baumeister e Leary 1995]

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La stima di Sé

Le persone con un’alta autostima si costruiscono migliori aspettative sul loro

futuro si mostrano capaci di affrontare in modo

positivo le situazioni di stress

Un’alta stima di Sé contribuisce ad una costruzione identitaria più ricca (cioè un Sé strutturato su un maggior numero di dimensioni)

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Strategie di autoinganno per il mantenimento della stima di sé

Permettono loro di evitare tutto quanto possa minacciare il Sé e l’autostima.

Vediamone alcune:

1. Attribuzione dei propri successi alle abilità personali ed i propri fallimenti a fattori esterni (sfortuna, caso) [effetto self-serving dei processi di attribuzione]

2. Soffermarsi maggiormente sulle sfumature dei feedback positivi piuttosto che su quelli negativi.

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Strategie di autoinganno per il mantenimento della stima di sé

3. I risultati conseguiti dalle persone a noi vicine ci tornano utili per accrescere la nostra

autostima nei casi in cui la dimensione in oggetto conta poco nella definizione del nostro Sé.

4. Confronto al ribasso: tendenza a confrontarsi con soggetti aventi abilità inferiori alle proprie.

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Strategie di autoinganno per il mantenimento della stima di sé

5. Gli individui attribuiscono a tratti ambigui un significato che permette loro di mettere in risalto il valore personale (es. essere genitori).

6. Il rifiuto delle critiche altrui come dettate da pregiudizi

7. Il trovare difetti intrinseci a quei lavori in cui non si riesce bene.

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Secondo “motivo del Sé”

Mantenimento di un senso di sé coerente

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2. Mantenimento di un senso di sé coerente

Possedere un concetto di Sé stabile e coerente (in termini adattivi) consente di esercitare una qualche forma di controllo

sull’ambiente sociale

Bisogno di coerenza

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2. Mantenimento di un senso di sé coerente

Strategie di autoinganno l’attribuzione situazionale

Interpretazione di azioni personali tra loro contraddittorie come esito di fattori contingenti

Il nostro Sé è salvo dallo spettro dell’incoerenza

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2. Mantenimento di un senso di sé coerente

Le ragioni per le quali siamo così inclini a spiegare i nostri comportamenti ricorrendo a fattori situazionali.

1. Salienza percettiva: - quando osserviamo il comportamento di una persona, essa

risalta contro lo sfondo e diventa il centro della nostra attenzione;

- quando siamo noi ad agire, l’attenzione viene catturata dalle persone e dagli oggetti che ci circondano e il nostro comportamento passa in secondo piano.

2. Maggiore quantità di informazioni posseduta da chi compie l’azione che ha un’idea piuttosto chiara di quali fattori condizionano il suo comportamento, per cui possiede una visione delle cose più articolata che gli consente di attribuire le cause anche a variabili esterne.

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l’individuo però non è un soggetto chiuso nel suo

universo intimo di autodifese

Bisogno di verificare la concezione di Sé

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Verificare la concezione di Sé

Bisogno di avere un’accurata concezione di Sé

Le persone cercano conferme di Sé affrontando situazioni nuove e difficili, tali

da comportare “rischi” per la propria autostima

È possibile così disporre di dati informativi sulle proprie abilità

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Molteplicità VS

Unitarietà

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La comunità dei vari Sé (W. James)

Il Sé è fatto di diverse componenti talvolta conflittuali ma non disaggregate perché fondamentalmente sempre sentite come

espressione di una unità costituita insieme dalla vita psichica e dal corpo.

Il contesto sociale gioca un ruolo importante nella determinazione dei diversi Sé

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Molteplicità del Sé: E. Goffman

Metafora del teatro

L’individuo riesce a gestire e cambiare una pluralità di Self multipli e fluttuanti in quanto prodotti non da una qualche attività psichica ma dagli eventi e dagli scenari sociali nei quali si agisce

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Molteplicità del Sé: K. Gergen

Teoria sociocostruzionista: il Sé come mero artefatto sociale.

Natura del Sé fluida e mutevole

Un Sé multiplo e pieno di contraddizioni strettamente connesso

con le circostanze sociali.

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Il concetto di identità

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Il concetto di identità

L’identità concerne il sentimento di continuità del Sé che il soggetto prova pur essendo in una

tempesta di mutamenti

Fase adolescenziale

E

Ogni momento in cui è più evidente l’esperienza e la realtà oggettiva del cambiamento (vecchiaia,

cambiamento di lavoro, pensionamento)

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Il concetto di identità e il concetto di Sé

Nel concetto di identità sono presenti tutte le componenti proprie anche

del concetto di Sé è più accentuato il significato di continuità

temporale

L’identità è strettamente legata al concetto di Sé:

IDENTITA’: l’unità delle varie componenti del Sé in un insieme strutturato permanente

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Studiosi dell’identità

E.H. Erikson, J.E. Marcia, W. Meeus

I modelli classificatori per lo studio dello sviluppo dell’identità

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E.H. Erikson

Infanzia e società [1950; trad. it. 1966]

Io=processo che garantisce la coerenza e la continuità della vita psichica

Attività dell’Io=costituisce il sentimento cosciente di avere un’identità personale socialmente riconosciuta attraverso un duplice processo:

a) la percezione di essere se stessi e della continuità della propria esistenza nel tempo e nello spazio

b) la percezione che gli altri hanno della nostra esistenza e della sua continuità

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E.H. Erikson

Analisi del processo di formazione dell’identità

Un processo che dalla prima infanzia continua per tutto l’arco della vita

Una sorta di accrescimento e di equilibrazione personale attraverso la registrazione di dubbi, paure e crisi.

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E.H. Erikson

Erikson individua 8 stadi di questo processo: l’infanzia, la prima fanciullezza, l’età del gioco, l’età scolare, l’adolescenza, la giovinezza, l’età adulta, l’età senile

Il passaggio da uno stadio all’altro avviene nei termini di una crisi, di un conflitto tra due elementi bipolari contrapposti.

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E.H. Erikson

Prenderemo in considerazione le fasi in cui il processo di costruzione dell’identità diviene più attivo.

l’adolescenza, la giovinezza,

l’età adulta

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E.H. Erikson: l’adolescenza

Secondo Erikson la formazione dell’identità inizia nel periodo adolescenziale, cioè quando l’individuo, terminati i processi di identificazione infantile, si trova a rapportarsi con un mondo più complesso in cui deve situarsi

Il dilemma da affrontare nel periodo adolescenziale riguarda la tensione tra identità e confusione dell’identità

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E.H. Erikson: l’adolescenza

Confusione di ruoli passare da una identificazione ad un’altra, provando e riprovando ruoli sociali diversi che

possono generare ansia e confusione per la mancata realizzazione di una effettiva scelta

in relazione a specifici impegni da assumere.

VS

Acquisizione dell’identità avviene invece quando l’individuo avrà un Sé ben definito tale da riuscire a definire con chiarezza i propri orientamenti di vita e ad esperire una

condizione di benessere personale e sociale

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E.H. Erikson: la giovinezza

Essa si caratterizza per un progressivo aumento delle responsabilità in campi decisivi per la vita futura, ovvero i rapporti intimi e il lavoro.

La crisi che si sviluppa in questa fase è Intimità vs Isolamento.

Il rapporto di intimità con un’altra persona si può raggiungere sulla base della capacità di impegno raggiunta nella fase adolescenziale.

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E.H. Erikson: l’età adulta

La fase dell’età adulta, si caratterizza per il conflitto vitale che avviene nei termini di

generatività vs

stagnazione e preoccupazione esclusiva di sé.

La generatività, come auspicabile esito di questa fase, non consiste solo nel diventare genitori, nel

prendersi cura dei propri figli, ma anche nel desiderio di contribuire al benessere delle

future generazioni.

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E.H. Erikson J.E. Marcia

Ciò che emerge dalla teorizzazione di Erikson è che l’identità è il criterio mediante il quale vengono fatte scelte responsabili e impegnative.

Rifacendosi ad Erikson, J.E. Marcia ha individuato due variabili che sono fondamentali per capire come avviene lo sviluppo identitario con particolare riferimento ai suoi esiti:

l’esplorazione (che corrisponde all’elemento di crisi) la scelta (assunzione di impegni verso un qualche ambito

vitale, come scuola e lavoro, o anche verso i propri valori).

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J.E. Marcia

Combinando queste due dimensioni, Marcia ha individuato quattro possibili stati dell’identità:

acquisizione dell’identità: l’individuo ha esplorato attivamente le varie alternative giungendo all’assunzione di impegni a lungo termini in diversi ambiti della sua vita;

blocco dell’identità: l’individuo è sì impegnato in determinati ambiti (politico, professionale, religioso) ma non a seguito di un processo di esplorazione e, dunque, di una valutazione critica delle diverse alternative, bensì facendo riferimento alle identificazioni dell’infanzia e a possibili strade che qualcun altro ha già tracciato per lui;

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J.E. Marcia

stato di moratorium: l’individuo è nella fase di esplorazione delle alternative possibili senza aver ancora assunto alcun impegno in quanto nessuna delle opzioni che gli si sono presentate corrisponde ai suoi interessi e desideri;

stato di diffusione dell’identità: l’individuo ha esplorato in maniera superficiale le alternative presenti senza giungere ad alcun investimento su obiettivi liberamente scelti.

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W. Meeus

Da una rassegna degli studi condotti, Wim Meeus ha rilevato che gli individui nei quattro stati dell’identità presentano profili differenziati.

Coloro che sono nello stato di acquisizione dell’identità

- hanno una immagine di sé buona,- sono autonomi e indipendenti nei giudizi,

- partecipano attivamente alla vita culturale.

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W. Meeus

Coloro che sono nello stato di blocco - si caratterizzano per una certa rigidità nel

pensiero, - sono poco ansiosi,- hanno una bassa autostima e poca autonomia.

Ciò li porta ad essere insicuri nei rapporti e insoddisfatti della scuola e della vita culturale, alla quale partecipano ben poco.

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W. Meeus

Coloro che sono nello stato di moratorium sono per certi versi simili a coloro che hanno acquisito l’identità, ma

- hanno più paure e più ansie, - sono più soddisfatti della scuola e partecipano

meno alle attività culturali

Chi è in uno stato di moratorium ha avuto uno sviluppo positivo, ma vive in uno stato di profonda incertezza riguardo al futuro.

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W. Meeus

Coloro che sono nello stato di diffusione hanno delle caratteristiche comuni a quelli nello stato di blocco, infatti

- hanno una stima di sé bassa e mancano di relazioni soddisfacenti, ma

- sono meno rigidi e convenzionali.

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Prospettiva temporale e identità

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Prospettiva temporale e identità

La prospettiva temporale esistente in un dato momento è importante in ordine a

iniziativa, livelli di aspirazione, costruttività con cui l’individuo affronta un compito o una situazione.

L’umore piuttosto che il morale di un individuo dipendono più dalle aspettative circa il futuro e

dalla rappresentazione delle esperienze passate, piuttosto che dall’esperienza attuale

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Prospettiva temporale e identità

L’ampiezza della prospettiva temporale influenza il comportamento attuale tende ad aumentare durante lo sviluppo.

È nel periodo adolescenziale che la prospettiva amplia le sue dimensioni.

ogni individuo, maturando, diviene capace di collocare le proprie sequenze di azione nel futuro

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Prospettiva temporale e identità

L’adolescente inizia a separare in modo più chiaro i desideri (livelli di irrealtà)

dalle aspettative realizzabili (livelli di realtà).

I pensieri vaghi iniziano ad essere sostituiti da decisioni e scelte che riguardano il futuro.

Sviluppo della capacità di progettare, cioè di strutturare la prospettiva temporale in relazione non solo alle proprie finalità e ai propri valori, ma anche in relazione alla realtà all’interno della quale si intende realizzare il progetto, di modo che abbia una strutturazione realistica

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Il ruolo dell’azione nella costruzione

dell’identità

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Identità costruita nell’azione

Nella trattazione del concetto di Sé e della nozione di identità è emerso quanto sia importante considerare la dimensione individuale e la dimensione sociale come due facce della stessa medaglia

Cogliere il ruolo attivo del sociale (ottica socio-costruttivistica)

Ognuno di noi trascorre la propria esistenza in contesti fisici e sociali concreti in cui si affrontano problemi, si strutturano relazioni, si cerca di realizzare progetti.

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Identità costruita nell’azione

le persone non si caratterizzano solo per una componente cognitivo-affettiva (pensano, amano, sperano) ma anche per un «fare» non solo materiale ma anche sociale e psicologico

Questo «fare» si può esplicare con la nozione di azione

l’identità si afferma e si consolida nella misura in cui la persona diventa fonte di azioni e di iniziative e nella misura in cui diventa responsabile e creatrice

Già Mead e James sottolineavano la presenza, all’interno del concetto di Sé, di un Io autonomo che è alla base dell’agire umano.

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La teoria del campo di K. Lewin

Lo spazio di vita comprende la relazione tra la persona (P) e l’ambiente psicologico (A), cioè così come vissuto da essa e il comportamento dipende da esso in quanto funzione sia di elementi personali che ambientali, secondo la nota formula

C=f(P,A)

La teorizzazione di Lewin articola strettamente il mondo personale e il mondo sociale e permette di leggere

l’agire umano come espressione non di un soggetto nel contesto, ma di un soggetto e di un contesto in

costante relazione

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Il sentimento di identitàe

la dimensione sociale e personale dell’identità

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Sentimento d’identità

l’esperienza che l’attore sociale vive circa la continuità nel tempo e nello spazio del proprio Sé, nonché la propria possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli avvenimenti a ogni momento dato

-l’esperienza che l’individuo vive circa la continuità nel tempo e nello spazio del proprio Sé (dimensione temporale)

- la possibilità di intervenire sull’ambiente e sugli avvenimenti a ogni momento dato (azione)

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Sentimento d’identitàE’ a sua volta costituito da due diversi sentimenti

Sentimento della differenza

Sentimento dell’unità

Esprime il riconoscimento che un individuo ha di essere diverso da ogni altro oggetto, ma soprattutto da quegli oggetti particolari che sono le altre persone

Fa riferimento alla coerenza e alla stabilità dell’immagine di Sé che un individuo ha nello spazio e nel tempo. Tale idea di coerenza e stabilità è come una linea continua che ogni individuo traccia per collegare i diversi atteggiamenti e le diverse parti che si recitano nel proprio life-space

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Identità

Due processi fondamentali alla base del processo di costruzione dell’identità:

Appartenenza Differenziazione

Entrambi entrano in funzione attraverso il riconoscimento dell’altro.

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Identità: i processi di differenziazione

a partire dall’imposizione del nome, valgono ad individuare il neonato in quanto singolo.

sono diversamente strutturati nell’ambito di culture più o meno individualistiche o collettivistiche

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Identità: dinamiche dell’appartenenza

Esse si attuano a livello di gruppi e categorie sociali.

Appartenenze per nascita (categorie sociali), che l’individuo lo voglia o no (genere, ceto socio-economico-culturale) e il processo per uscirne può implicare costi importanti nella costituzione dell’identità.

Appartenenze per scelta (gruppi sociali): cambiano in relazione a specifici momenti dello sviluppo (dal gruppo dei pari ai gruppi politici, religiosi, culturali).

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Identità personale e socialeSi possono immaginare due punti estremi di un

continuum lungo il quale l’individuo “sente” la propria identità.

Ad un estremo il sentimento di identità è fortemente influenzato dalla consapevolezza che l’individuo ha di appartenere ad un determinato gruppo

IDENTITA’ SOCIALE

All’altro i sentimenti di identità appaiono in rapporto ad un’esperienza profonda di riflessione su di sé, sulla propria storia, sulle proprie speranze e progetti a cui si associano linee d’azione fondate su esigenze di coerenza personale

IDENTITA’ PERSONALE

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Identità personale

Attenzione!!!

Identità personale non significa

- rappresentazione elaborata al di fuori del rapporto sociale;

- identità privata, non tangibile agli altri: se il soggetto vuole la può esprimere per cui anche di essa si può studiare la struttura.

Page 68: La conoscenza di sè

Identità personaleSi caratterizza per tre elementi:

idea di continuità di un soggetto al di là delle variazioni nel tempo e degli adattamenti all’ambiente;

distinzione di questo soggetto rispetto agli altri; possibilità di riconoscersi e di essere riconosciuto.

Necessità di essere riconosciuti dagli altri per poter costituire la propria identità

personale

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Identità personale

Le forme di riconoscimento sociale consentono la formazione dell’identità personale dell’individuo

sul piano cognitivo l’individuo interiorizza l’immagine che gli viene rimandata dagli altri, la interpreta, la accetta

o la modifica o la rinnega, elaborando attivamente un’autodefinizione.

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La categorizzazione e il confronto sociale:

la Teoria dell’Identità Sociale di Tajfel

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Teoria dell’identità sociale (Tajfel)

Si sviluppa in relazione ad una serie di studi che coinvolgono anche i conflitti intergruppali.

La semplice appartenenza di gruppo può influenzare gli atteggiamenti e la condotta nei confronti degli individui

che non ne fanno parte?

Paradigma dei gruppi minimi

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Paradigma dei gruppi minimi

Nei suoi esperimenti Tajfel, al fine di individuare le condizioni minime atte a dar luogo a fenomeni di discriminazione nei confronti di un outgroup, creò dei “gruppi” privi di una struttura interna, di una storia, di una interazione faccia a faccia tra i componenti, di un sistema di regole.

Esperimento

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Come si spiega la condotta sistematicamente

improntata al favoritismo nei confronti dell’ingroup?

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Identità sociale

Secondo la teoria dell’identità sociale di Tajfel la condizione necessaria (anche se non sufficiente) al verificarsi del suddetto fenomeno è la categorizzazione

Tale processo cognitivo permette infatti di

- massimizzare le differenze esistenti tra ingroup ed outgroup

- rendere minime, al tempo stesso, le differenze presenti al loro interno

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Identità sociale

Perché mai la suddivisione del mondo sociale in categorie dovrebbe di per sé

condurre a privilegiare quelle cui si appartiene?

La risposta è nella Teoria dell’ identità sociale

elaborata da Tajfel (1979)

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Teoria dell’ Identità sociale

Presupposti:- le persone preferiscono considerarsi in termini positivi piuttosto che negativi - parte della nostra identità deriva dall’appartenenza a gruppi sociali

siamo fortemente motivati a considerare i gruppi a cui apparteniamo in chiave positiva

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Rapporti tra identità sociale ed identità personale

J.C. Turner (antico collaboratore di Tajfel)

Il fondamento dell’identità sociale non è dato solo dall’appartenenza gruppale,bensì anche dal livello al quale le persone categorizzano se stesse.

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Rapporti tra identità sociale ed identità personale

Tre forme di concettualizzazione identitaria di sé:

a) il livello sovra-ordinato del Sé come essere umano (human identity);

b) il livello intermedio del Sé come membro di un gruppo in confronto con membri di un altro gruppo (social identity);

c) il livello subordinato del Sé personale come individuo unico rispetto agli altri membri dell’ingroup (personal identity)

Page 79: La conoscenza di sè

Rapporti tra identità sociale ed identità personale

L’attivazione delle varie categorie è legata al processo di categorizzazione che opera in base alle categorie rese salienti in quel momento

- Se sto confessando i miei sentimenti, è saliente l’identità personale

- Se sono impegnato in una situazione caratterizzata da appartenenze a gruppi è saliente l’identità sociale, ecc.

- Quando è più saliente l’identità sociale, tanto meno lo diviene quella personale e viceversa.

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Rapporti tra identità sociale ed identità personale

La teorizzazione di Turner è stata messa in dubbio da numerose ricerche [Deschamps 1982; Lorenzi-Cioldi e Doise 1994]

La posizione occupata nella scala gerarchica sociale del gruppo di cui si è parte

influisce su

il grado di differenziazione che gli individui fanno all’interno del gruppo stesso.

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Rapporti tra identità sociale ed identità personale

Nei gruppi che godono di prestigio sociale, i membri tendono non solo ad identificarsi con il gruppo ma anche a differenziarsi tra loro sul piano individuale.

Le persone appartenenti a gruppi “dominati” tendono maggiormente a riconoscersi attraverso appartenenze gruppali, piuttosto che a differenziarsi individualmente.

Page 82: La conoscenza di sè

Rapporti tra identità sociale ed identità personale

L’integrazione di identità sociale ed identità personale

L’identità sociale e quella personale sono due versanti non totalmente distinti del Sé che partecipano

insieme a dare significato all’identità

- l’appartenenza a categorie sociali o l’inserimento in ruoli sociali comporta un significato personale

- tali appartenenze entrano nella concezione di Sé.

Page 83: La conoscenza di sè

Il ruolo culturale delle pratiche di consumo

nella costruzione dell’identità

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Identità e consumi

La valorizzazione della propria immagine è diventato ormai un vincolo culturale, alla ricerca delle distinzioni

Paradosso del Sé indipendente (Markus, 1997)

Nelle società occidentali poiché vanno tutti alla ricerca dell’unicità ricalcando però gli stessi modelli e le stesse pratiche di consumo, finiscono per esibire un alto grado di conformità e di uniformità.

Si tratta dunque di una falsa unicità generata da una illusione collettiva e alimentata costantemente dai media

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Identità e consumi

Corsa al consumo

Ricerca di senso identitario

Gli oggetti rivestono un ruolo cruciale nella costruzione delle identità individuali e collettive

Attraverso le scelte di consumo l’individuo stesso ci parla di Sé e del proprio mondo

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Identità e interattività

I consumi mediali forniscono alle nuove generazioni gli strumenti per definire e

legittimare la propria identità

Identità espressa non solo da comportamenti, vestiti e apparenze ma anche di schermi e di frammenti

multimediali sotto forma di “portfolio identitario” da consultare nella costruzione e nella contrattazione

sociale della propria identità.

Page 87: La conoscenza di sè

Identità on-lineAlcuni esempi e teorie di riferimento:

La metafora del teatro di Goffman (l’home page personale come “ribalta” costruita con estrema cura)

Strategie di autopresentazione (presenza di informazioni orientate in modo favorevole alla presentazione di Sé ai fini di un maggiore successo per eventuali interazioni future)

Narrazioni biografiche (espressioni discorsive per esprimere il proprio Sé)

Page 88: La conoscenza di sè

Identità professionale

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Identità professionale

una componente/dimensione dell’identità sociale che si sviluppa gradualmente e si precisa durante il

processo di socializzazione al lavoro.

Processo di sviluppo che coinvolge in toto l’esperienza del soggetto e può influenzare

l’assetto delle strutture psicologiche attinenti la sua identità personale e sociale

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Identità sociale e professionale

Tajfel sostiene che ci sono molte occasioni nella vita di ogni individuo che lo portano ad agire

non già in quanto individuo, ma piuttosto come membro del suo gruppo.

il concetto di professione costituisce un criterio di categorizzazione