La comunicazione degli immigrati e le tecniche dei nuovi ... · di percezione degli immigrati da...

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K Università di Venezia Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze - Corso di Laurea in Servizio Sociale MASTER SULL’IMMIGRAZIONE Tesi di Master TITOLO La comunicazione degli immigrati e le tecniche dei nuovi media: l’associazionismo in rete. Riflessioni sulla comunità islamica digitale. Corsista: Maria Domenica Campagnolo Tutor: Prof. Fabio Perocco a.a. 2001/2002

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K

Università di Venezia

Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze - Corso di

Laurea in Servizio Sociale

MASTER SULL’IMMIGRAZIONE

Tesi di Master

TITOLO

La comunicazione degli immigrati e le tecniche deinuovi media: l’associazionismo in rete.

Riflessioni sulla comunità islamica digitale.

Corsista: Maria Domenica Campagnolo

Tutor: Prof. Fabio Perocco

a.a. 2001/2002

KK

L'uomo che trova dolce la sua patria non è che un tene-

ro principiante; colui per il quale ogni terra è come la

propria è già un uomo forte; ma solo è perfetto colui per

il quale tutto il mondo non è che un paese straniero.

Ugo di San Vittore (XII^ sec.)

SOMMARIO

Introduzione p. 3

1.Identità sociale dell’immigrato: ruolo e funzione deimass-media.

p. 6

2.Gli immigrati in rete.p. 14

3.Analisi della componente musulmananell’immigrazione italiana. p. 19

4.L’associazionismo musulmano in Italia: struttura e ca-ratteristiche delle comunità islamiche. p. 27

5.Le organizzazioni islamiche italiane in internet. Descrizione dei siti: le comunanze e le differenze. p. 34

6.Conclusioni p. 75

RINGRAZIAMENTI

Si desidera ringraziare tutte le persone che hanno condiviso

<<questo viaggio>>

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Questo breve saggio è la prosecuzione di una ricerca perso-nale sull’Islam, intrapresa parzialmente con la tesi di laureae trasformatasi poi in un avvincente viaggio in Marocco.Mi tornano alla mente, ancora oggi, le immagini del vivacesouq di Marrakech, che ho avuto la fortuna di visitare.Nel <<mercato>> si respira un’atmosfera gioiosa, esotica,sensuale; la mente è catturata da un cicalio di suoni, di voci,di rumori; camminando lungo le tortuose viuzze del souq, siprova una sensazione di stordimento amplificata dagli odoridelle spezie e dai colori vivaci dei cafetani.Ma il cuore della città è la Djemaa el Fna, l’enorme piazza diMarrakech, in cui si incontrano giocolieri, incantatori di ser-penti, fachiri, venditori d’acqua: guardando dalla terrazza diuno dei tanti Café, che danno sulla piazza, si può ammirareuno spettacolo <<fantastico>>, l’appendice delle <<Mille eduna Notte>> e per un istante si torna, nuovamente, bambinitra le braccia della mamma che narra le favole di Alì Baba odi Aladino !

Viaggiare è: <<andare incontro agli altri>>; conoscere, liberar-si dai pregiudizi, mettersi in discussione.

Tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 si diffonde la letteraturadei <<pseudo-viaggi>>, solitamente, raccolte di lettere, che sifingono scritte da non europei; i falsi turchi o persiani, rac-contano, attraverso la missiva, gli usi e costumi e le caratte-ristiche istituzionali dell’Europa e contemporaneamente criti-cano tutto quello che non va.<<Secondo l’acuta osservazione dello Hazard, anche il più ot-tuso dei lettori, dovette comprendere che fuori d’Europav’erano esseri non inferiori a lui , eppure di vita profondamen-te diversa dalla sua: egli dovette quindi sostituire alla nozionedi superiorità (sua) che gli era familiare, la nozione di divers i-tà >>. 1

�����������������������������������������������1 Federico Chabod, Storia dell’idea Europa, p. 85, Universale Laterza,

1984

Il viaggio dovrebbe attutire i confini della nostra identità; conil viaggio tratteniamo anche un po’ dell’altro, del diverso cheabbiamo incontrato in una terra straniera.Ma possiamo viaggiare anche attraverso lo strumento me-diatico; la navigazione in internet, per esempio, � una moda-lità semplice per acquisire informazioni, per assimilare co n-tenuti, per entrare in contatto con <<comunità >> diversedalla nostra.<<La parola “comunità” … emana una sensazione piacevole,qualunque cosa tale termine possa significare … la comunità �un luogo “caldo”, un posto intimo e confortevole. E’ come untetto sotto cui ci ripariamo quando si scatena un temporale, unfuoco dinanzi al quale ci scaldiamo nelle giornate fredde. Fuo-ri, in strada, si annida ogni sorta di pericolo e ogni volta cheusciamo dobbiamo sempre stare sul chi vive, badare bene achi rivolgiamo la parola e a chi ce la rivolge, tenere costante-mente alta la guardia. All’interno della comunità, viceversa,possiamo rilassarci: lì siamo al sicuro, non ci sono pericoli inagguato dietro angoli bui … All’interno di una comunità lacomprensione reciproca � garantita, possiamo fidarci di ciò chesentiamo, siamo quasi sempre al sicuro e non capita quasi maidi restare spiazzati o essere colti alla sprovvista>>.2Quale sarà dunque il << comunitarismo islamico>> che trove-remo nel nostro viaggio cibernetico ? Quello di una minoran-za etnica, quello della <<Umma>>3 musulmana, a cui lamaggior parte della letteratura ci ha abituato, quello di unacomunità accogliente ed aperta al dialogo, nucleo dialetticodella volontà di sintesi di culture diverse, di pensieri diversi,di categorie di stato e di cittadinanze diverse rispetto al paesed’origine !? E noi cibernauti avremmo davvero la percezionedella comunità ? E viaggeremo liberi dai preconcetti a cui imezzi di informazione ci hanno abituati o scopriremo chedobbiamo imparare a sospendere il nostro giudizio e metterciin ascolto degli <<altri>> ?

In <<La città di Iram >>, di Younis Tawfik si legge: <<Diconoche il suo nome fosse Isabella, ma c’era chi la chiamava Bellao Jamila. Veniva da un paese di cristiani, ma era anche mu-sulmana>>4; e in <<… e venne chiamata due cuori>> di Marlo

�����������������������������������������������2 Zygmunt Bauman, Voglia di comunità, pp. 3-4, Editori Laterza, 20033 <<Voi siete la migliore comunità mai suscitata fra gli uomini: promu o-

vete la giustizia e impedite l’ingiustizia, e credete in Dio>>, (Corano III,110) in Gilberto Galbiati, La diversità dell’Islam, p.43, Firenze Athe-nuem, 1992

4 Younis Tawfik, La città di Iram, p. 136, Bompiani, 2002

Morgan, la scrittrice protagonista di un vagabondaggionell’Outback australiano in compagnia degli aborigeni, vienecosì congedata, al termine del viaggio, da Cigno Reale Nero:<<Sei venuta da noi con due cuori aperti. Ora sono pieni dicomprensione e di emozione per il nostro mondo come per iltuo>>.5

Il viaggio, insomma, produce la pluriappartenenza e può in-segnarci anche la condivisione di una eredità comune.

�����������������������������������������������5 Marlo Morgan, … e venne chiamata due cuori, p. 207, Sonzogno, 1996

C a p i t o l o 1

Identità sociale dell’immigrato: ruolo e funzionedei mass-media.

<<Ho affittato una casa a un marocchino nero che arrivadal Senegal>>.6Un italiano descrive così un giovane immigrato nel corsodi un’intervista; il somministratore del questionario re-plica: <<Io mi sono stupito e gli ho chiesto perché per lui,come per quasi tutti gli italiani, gli stranieri sono sempremarocchini anche se vengono dall’Algeria, dal Senegal,dalla Tunisia, dal Pakistan>>.7Nell’immaginario collettivo esiste, spesso, un simbolismocognitivo fondato su stereotipi che rappresentano glistrumenti di descrizione dell’alterità, dell’identità del << di-verso>>; allora il processo di riconoscimento dell’identità,in sé naturalmente positivo, si traduce nella negazionedella stessa: per noi il marocchino diventa la rappresenta-zione dell’Africa, ma anche dei musulmani, della povertà,della subordinazione.La nostra conoscenza dovrebbe essere sottoposta al<<principio di carità >> indispensabile tanto all’interpretequanto all’interlocutore (interprete ed interlocutore pos-sono essere, alternativamente, colui che accoglie e l’ im-migrato):<<Io e l'altro apparteniamo ad un mondo comune, comu-nichiamo sulla base delle stesse esperienze. La compren-sione dell'altro non può prescindere dal riferimento al mon-do. Il principio di carità � presupposto metodologico per c o-municare e comprendere, e rinvia ad uno status trascen-dentale che no � ��� olo analitico e razionale, ma un gioco dirazionalità e percezione intuitiva e irrazionale. Il principio dicarità in ciò non differisce dalla fenomenolo gia: dà fid u-cia>>.8

�����������������������������������������������6 Vittorio Cotesta, Lo straniero Pluralismo culturale e immagini dell’Altro

nella società globale, p. 82, Editori Laterza, 20027 Ibidem, p. 828 Patriarca, Sabrina. Percorsi de ����� � ntersoggettività , Dialegesthai. Rivista telematica

di filosofia [in linea], anno 2 (2000) [consultato il 6 giugno 2000], disponibile suorld Wide Web: <http://mondodomani.org/>, [32 KB], ISSN 1128-5478.

Ma come nascono gli stereotipi sugli immigrati ?Gli stereotipi sociali sono delle rappresentazioni generali esemplici di interi gruppi.Essi si fondano, essenzialmente, sul processo di <<diffe-renziazione e polarizzazione>>, in base a cui si elaboranostereotipi sia sul gruppo di appartenenza, in maniera arti-colata, sia sugli altri gruppi con formulazioni semplicisti-che; <<sulla memoria negativa>>, per cui si finisce per ri-cordare gli aspetti negativi di un gruppo, rinforzando così,nel corso del tempo, il giudizio sfavorevole sullo stesso;sulla <<correlazione ingannevole>>, attraverso cui si crea-no connessioni tra termini diversi, in assenza di provescientificamente valide e si determinano così delle falsifi-cazioni della realtà. 9

Gli stereotipi hanno un enorme valore nel contesto socialee perciò limitano o minacciano l’autenticitàdell’informazione.<<In particolare, Campbell avverte su:1) possibili sopravvalutazioni delle differenze tra i gruppi;2) possibili sottovalutazioni delle differenze all

�interno di un

gruppo, potendo alcuni avere uno stile di vita non del tuttoomogeneo agli altri appartenenti del gruppo; 3) la giustificazione dell

� �stilità, per cui se non si abband o-

nano gli stereotipi non si analizzeranno a fondo le verecause di un fenomeno �

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Cotesta, in “Lo straniero”, individua un ulteriore elementodi formazione o consolidamento dello stereotipo: la visibi-lità.L’autore ritiene che esistano gruppi più visibili di altri acausa e della diversità culturale e delle azioni di cui sono,concretamente, protagonisti: violenza, criminalità, eme r-genzialità ecc..Di tutto ciò bisogna tener conto nell’analizzare la modalitàdi percezione degli immigrati da parte degli italiani, pe-raltro, mediata dai mezzi di comunicazione di massa chese da un lato garantiscono il pluralismo culturale,dall’altro rischiano di indirizzare la costruzione socialedell’immigrato.

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9 Gli stereotipi sociali, in http://www.eurodatabank.com/psico/ps14.htm

� � Ibidem

Le immagini dello straniero vere o falsificate, prodotte daimass-media, spiegano gli atteggiamenti degli italiani neiconfronti degli immigrati.<<…secondo il teorema di Thomas, se si crede che qualco-sa sia reale (vero), indipendentemente dalla sua esistenzao meno (dalla sua verità o falsità), saranno reali (vere) leconseguenze che gli attori sociali ricaveranno dalla lorocredenza. Nel nostro caso, se si crede che gli stranieri sianobrave persone, l’atteggiamento verso di loro può essereaperto e amichevole; viceversa, se si crede che essi sianocattivi soggetti, l’atteggiamento verso di loro potrà essere dichiusura o di paura, indipendentemente dal fatto che essisiano brave persone o cattivi soggetti>>.11

Il Censis, nel novembre del 2002, ha pubblicato un rap-porto su: <<L’immagine degli immigrati e delle minoranzeetniche nei media>>.Si tratta di uno studio sui contenuti delle trasmissionidelle emittenti televisive nazionali.<< La prima e più consistente mole di dati ed informazioniqui contenuta proviene da Tuning in to Diversity, un proget-to finanziato dalla DGV della Commissione Europea e rea-lizzato in Italia con il contributo del Ministero dell’Interno edell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. I partnercoinvolti sono stati la Fondazione Censis, capofila del pro-getto, e il Cospe per l’Italia, Stoa (Fondazione attiva nelcampo della difesa dei diritti delle minoranze etniche neimedia e soggetto leader nella promozione culturale in que-sto campo in Europa) per l’Olanda, GREEM (Istituto di Ri-cerca sulla relazione tra infanzia e media) per la Francia eil Dipartimento di Scienze Sociali Applicate dell’Universitàdi Bradford per la Gran Bretagna>>.12

Il Censis denuncia <<la sostanziale inadeguatezza del si-stema comunicativo>>, nelle sue diverse forme, soprat-tutto per quel che concerne la complessità dei diversi a t-tori sociali e dei diversi contesti sociali. Complessiva-mente si individuano alcune caratteristiche essenziali delfenomeno comunicativo televisivo:

<<- la tendenza alla drammatizzazionedell’informazione e alla spettacolarizzazione del

quotidiano;

�����������������������������������������������11 Vittorio Cotesta, Lo straniero Pluralismo culturale e immagini dell’Altronella società globale, nota 4, p. 91 , Editori Laterza, 200212 In http://www.immagineimmigratitalia.it/index.html

- la tendenza all’uso di un linguaggio che privilegia ladimensione emotiva piuttosto che quella razionale;

- la superficialità nella verifica delle fonti a favore di unmessaggio a effetto;

- la carenza di fun-zione critica dei prodotti di comunicazione;

- il circolo viziosocon i supposti “umori” delle masse;

- la rappresenta-zione parziale e fuorviante dei diversi soggetti socia-li>>.13

Questi difetti di comunicazione influiscono sulla rappre-sentazione degli immigrati e delle minoranze etniche.

Gli immigrati sono descritti attraverso episodi di devian-za e di criminalità. Effettivamente

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tamente correlata ad una fenomenologia fatta di lavoronero, di emarginazione, di irregolarità e clandestinità. Sitratta, però, di una descrizione parziale dell’immaginedell’immigrato che dovrebbe essere opportunamentecontemperata da copiosi esempi di integrazione:

<<Non va dimenticato, a tale proposito, che i bambini figlidi immigrati nelle scuole italiane rappresentano ormai unarealtà numericamente significativa. Né vanno dimenticate,sempre per fare un esempio, le tante famiglie italiane “adoppia carriera” dove la presenza di baby sitter straniere,per lo più filippine, garantisce serenità e “maternage” per ifigli>>.14

Il rapporto dà quindi delle utili indicazioni sull’immigrato-tipo proposto dalla televisione italiana.

L’immigrato viene analizzato, tenendo conto dei seguentiaspetti:

�����������������������������������������������13 In http://www.immagineimmigratitalia.it/index.html

14 Ibidem.

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1.genere;

2.età;

3.tipo di trasmissione;

4.contesto tematico;

5.ruolo.

Alcune tabelle possono essere utili per argomentare gli indi-ci di riferimento su riportati:15

Tab. 1 - Immigrati in TV e presenze regolari in Italia, per sesso (val.%)

In TV nel2001

In TVnel 2002

Presenze rego-lari

Maschi 81,8 87,8 54,2Femmine 18,2 12,2 45,8Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2002 e elaborazione Censis su datiCaritas, 2002

E’ interessante rilevare che a fronte di percentuali di ingres-si regolari di immigrati, ovvero in possesso di permesso disoggiorno, quasi equipollenti sia per maschi che per femmi-ne (colonna Presenze regolari), corrispondono immagini te-levisive essenzialmente misogine (colonne In TV nel 2001 enel 2002): insomma per la � ������� � � ������� ��� ����� ����� � � �

� � � � � � �maschile !

�����������������������������������������������15 Le tabelle sono tratte da Rapporto finale del Censis su "Immigrati e

minoranze etniche nei media" in

http://www.immagineimmigratitalia.it/index.html

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6CD�� � ��+OOKITCV ����� V � RG � ENCUU � F � GV �� UGEQPF K � UGUUQ��XCN����

Maschi Femmine Totale

Un bambino fino a 10 anni 26,8 10,1 23,6Un adolescente (11-18) 23,5 3,8 19,9Un giovane adulto (19-30) 24,1 11,4 21,7Un adulto (31-65) 25,3 74,7 34,6Un anziano (oltre 65 anni) 0,3 - 0,2Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2002

Circa l’età sono rappresentate quasi tutte le fasce anagraf i-che con maggiore attenzione per i bambini fino a 10 anni e igiovani adulti. I dati sono confermati, anche, dalle elabora-zioni della Caritas sugli immigrati, in relazione alle classid’età; in ogni caso si può ipotizzare che il fenomeno migrato-rio, avente caratteristiche di stanzialità, determinerà il n a-turale invecchiamento degli immigrati giunti per primi inItalia.

Tab. 3 - Immigrati in tv secondo i programmi (val. %)

2001 2002

Telegiornale 95,4 88,3Rubrica del tg 1,4 3,9Inchiesta 1,0 1,0Rotocalco di costume e società 0,8 3,9Dibattito/Talk show 0,6 1,9Programma specifico sull’immigrazione 0,4 -Varietà 0,2 -Programma satirico 0,2 -Tribuna politica - 1,0

Totale 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2002

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E’ significativo che la maggior parte delle informazioni sugliimmigrati siano trasmesse attraverso i telegiornali i quali dif-ficilmente riportano aneddoti o storie di uomini e donnebuoni, senza problemi e soprattutto che non creano difficoltào problematicità.La tesi � confermata dalle tabelle n. 4 e n. 5.

Tab. 4 - Immigrati in TV: distribuzione per sezione tematica dei te-legiornali (val. % )

2001 2002

Politica interna 2,0 16,0Cronaca 90,8 80,9Cultura e società 3,2 2,1Pagina estera 4,0 1,0

Totale 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2002

Tab. 5 - Ruolo degli immigrati rappresentati in tv (val. %)

2001 2002

Vittima di un’azione negativa 39,6 48,4Attore di un’azione negativa 38,3 29,7Totale azioni negative 77,9 78,1

Oggetto di un’azione positiva - -Attore di un’azione positiva 7,0 3,3Totale azioni positive 7,0 3,3

Attore di un’azione neutra 2,9 14,3Oggetto di un’azione neutra 0,8 2,2Totale azioni neutre 3,7 16,5

Altro 11,4 2,1

Totale 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis, 2002

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Gli immigrati diventano, nell’iconografia comune, simbolodella marginalità sia perché coinvolti in episodi di cronacamalavitosi (violenza, rapine, prostituzione) con conseguentestigmatizzazione della paura, da parte della comunità acc o-gliente, e la necessità di misure d’intervento per l’ordinepubblico e sia perché vittimizzati. Quest’ultima immagineha la funzione di promuovere la solidarietà e l’attenzionedella società in direzione di una progettualità d’intervento ed’integrazione verso le minoranze e l’alterità.

Sarebbe interessante esaminare, poi, l’immigrato attraversoi notiziari, le riviste fatte dagli immigrati.Costa spa e Stranieri in Italia hanno creato una strutturaeditoriale con sede in un palazzo dell’Eur a Roma. In questoedificio ci sono le redazioni di Gazeta Romanesca per i ro-meni, Agorà noticias per i brasiliani e i cittadini africani dilingua portoghese, Cina in Italia e Africa news&nouvelles,Nur, mensile arabo.16

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��� � ������ Cittadini dappertutto. La redazione, a� � � �

� � � � � � � �� � finanziariamente da una serie di entipubblici ed associazioni del volontariato (Acli, Cestim); gliarticoli, tutti in lingua italiana, sono scritti da immigrati.Uno dei redattori di Cittadini dappertutto, originario del To-go, afferma: <<Vogliamo essere la voce di chi � �� � za voce, labocca dei muti, le orecchie dei sordi. Alternativi a tutto>>.17

Le parole degli immigrati possono evitare di alterarel’immagine che degli stessi ci offrono i media nazionali.Insomma <<Per la società italiana l’immigrazi

�� � una

grande opportunità se si saprà sviluppare quel modello di i n-tegrazione dell’ordinamento, né assimilativo né corporativo,individuato come processo continuo di confronto e di reciprocacontaminazione culturale nel rispetto della diversità …>> 18.

�����������������������������������������������16 L’immigrato non fa notizia ? E lui si fa il suo notiziario di Emanuele Co-

en, in Il Venerdì di Repubblica dell’11 aprile 2003, pp. 51-5217 Ibidem18 CNEL, Indici di inserimento degli immigrati in Italia, Documento

dell’Assemblea del 27 marzo 2003, p. 2

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C a p i t o l o 2

Gli immigrati in rete.

Il fenomeno migratorio può essere studiato, anche, tramite laricerca on line; l’immigrazione, in questo caso, viene osser-vata, in maniera virtu

� ���� importante precisare che virtuale� � �

��pposto a reale. L’oggetto virtu

� �� � comunque, esi-

stente senza essere là, nel momento in cui lo raggiungiamonavigando in rete.<<In questo senso, il virtua � � qualcosa che esiste potenzial-mente, con possibilità di attualizzazione inventiva. A mio avv i-so il virtua � � assolutamente costitutivo del � �umano, poi ������ � � � � e umano non vive semplicemente; vive anche in unmondo virtuale: il mondo del linguaggio, il mondo d ��� � � rganiz-zazione sociale complessa . …Nella cybercultura ciò ��� � interessant � la messa in contattodi tutte le differenze e di tutte le eterogeneità. Perciò parlo diuniversalità senza totalità >>19.L’analisi del fenomeno migratorio, nello spazio virtuale, ponedelle questioni che sono strettamente correlate al problemadella <<comunicazione globale>>; a seconda dell’assunto dipartenza, la rappresentazione dell’immigrazione, attraversolo strumento mediatico, può favorire o incidere nella costru-zione o nella descrizione sociale della realtà migratoria attr a-verso i criteri di selezione dei documenti e delle informazioni(teoria dell

�agenda setting); oppure l’immigrazione può essere

percepita in base ai costrutti dell’opinione pubblica che simodifica, velocemente, in maniera positiva e/o negativa in-fluenzata da spinte o forze emotive, strettamente connesse anotizie di cronaca e che vengono spesso rafforzate e/o am-plificate dai mezzi di comunicazione (teoria della spirale delsilenzio) ed infine, l’esposizione, nel corso del tempo, a de-terminate immagini virtuali dell’immigrazione influenza lepersone e crea o peggio induce credenze, spesso pregiudiziali

�����������������������������������������������19 Pierre Levy, "La comunicazione in Rete? Universale e un po mar-

xista", Milano, 20.11.1997 suhttp://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/l/levy03.htm

��

all’oggettività della valutazione e del giudiziosull’immigrazione (la teoria della coltivazione)20.Lo strumento informatico permette, tuttavia, la socializza-zione di conoscenze che diventano accessibili a chiunque, masoprattutto determina la formazione di una memoria colletti-va su cui si può agire, in tempo reale, influenzando anche ledinamiche delle comunità virtuali.<<La Rete ��� no dei luoghi dove si combatte con forza ogniforma di discriminazione e dove si lavora per l

�integrazione

degli immigrati>>21.Navigando, infatti, � possibile accedere a numerosi links chetrattano l’immigrazione sia dal punto di vistadell’informazione, sia dal punto di vista della promozione delconfronto interculturale.Ma come vengono rappresentati gli immigrati nel web ?Si può provare a dare una risposta <<sfogliando>> le paginedi alcuni siti che parlano di immigrazione e di immigrati.Il link www.stranieriinitalia.it contiene una guida multilingue(italiano, inglese, francese, spagnolo ed arabo) sulle leggi pergli immigrati, annunci di lavoro, indirizzi internet di radio egiornali per gli stranieri, chat, forum, sondaggi, informazionie curiosità legate al mondo degli immigrati (dalla cucina alletraduzione, agli indirizzi utili).I� � � � � �

� � � strumento utilissimo per gli immigrati, già res i-

denti in Italia e per coloro che intendono lasciare il propriopaese <<in cerca di fortuna>> e che abbiano una minima co-noscenza dello strumento informatico.Tra le pagine web del sito si può visualizzare una parte inter-attiva articolata in più sezioni: forum, chat, opinioni e son-daggi (“Il voto agli stranieri” – “L’I � � � � un paese tollerante”).Alla parte interattiva si può accedere tramite l’indirizzowww.stranieriinitalia.net, che attualmente no

�� � comunque,

disponibile.Quest’area tematica

�estremamente interessante po

� ��� �permette la formazione di una comunità virtuale tra imm i-grati, ma altresì tra immigrati ed auctotoni.

�����������������������������������������������20

http://www.globalizzazione2000.it/Approcci%20teorici%20sulla%20globalizzazione.htm

21 ��� Immigrazione, "radiografia" in Rete del fenomeno. Nel sito della Ca-ritas anticipazioni sul rapporto 2000 sui flussi migratori verso l'Italia>>, acura di Adriano Albano inhttp://www.mediamente.rai.it/mediamentetv/mmquotidiano/newstv/01

0300/010300_1.asp

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L’incontro dialogico di culture diverse producel’arricchimento dei differenti punti di vista; assume, perciò,rilevanza e l’esigenza di favorire l’integrazione degli immi-grati attraverso la valorizzazione della cultura d’origine e losviluppo di un atteggiamento di condivisione ed accoglienzadi culture diverse.“Ogni cultura trae origine da comunità particolari. <<Una cu l-tura … � � � modo di vita organizzato, fondato su una tradizi o-ne comune e condizionato da un comune ambiente>> …L’esperienza culturale, dunque, rimanda alla particolarità. Mauno degli esiti interni alla logica della particolarità conduceall’esasperazione delle specificità ed al loro isolamento ag-gressivo. Così intolleranza, razzismo oppressione, fanatismonazionalistico, violenza rappresentano il portato di una visionedell’identità come esclusiva appartenenza a s � ��� e non am-mette l’alterità e assolutizza le differenze. Da questo punto divista si può dire che la cultura dissocia”.22

Le culture producono il dilemma identità/alterità da cuiscaturisce spesso la falsa rappresentazione dell’altro, lo ste-reotipo, il pregiudizio.Andrea Canevaro nell'introduzione al libro dell'Aifo <<I volidi Paffi>> afferma: "Crescere alla liberta

� ��

� � dire avere cu-riosita

� � � �� � interessati all

�altro, e essere disponibili a che

l�altro abbia curiosita

��� � � oi stessi. Certo non possiamo tra-

sformare la curiosita�in intrusione. Abbiamo bisogno di punti

di incontro... che permettono all�interesse e alla curiosita

�di

diventare crescita di liberta� �������

la conoscenza �

riconosci-mento, di originalita

� � ciprocita

� � � �ntinuamente riaperta...".

In parole povere, si puo' vivere il rapporto con l'altro noncome la relazione con un nemico da cui difendersi, anchecon l'uso di luoghi comuni (gli zingari o i neri sono i cattivi,perche' sporchi, ladri e bugiardi...), ma come una risorsa dicui usufruire, perche' alla fine scopro che i miei bisogni, lemie aspirazioni, possono essere comuni ad uomini che vivo-no ad altre latitudini23.Un altro esempio interessante di sito sull’immigrazione �quello del Cestim www.cestim.it che, nel panoramasull’informazione e riproduzione del fenomeno migratorio,rappresenta un utile strumento di ricerca <<mediatica>>. � � � � ���� �� ��� � � � � � � � � � ��� � � � � � � � � � � ��� ��� � � ����� � ���

�����������������������������������������������22 B. Pastore, Pluralità delle culture ed universalità dei diritti, Studi ra c-

colti da F. D’Agostino, p. 345, G. Giappichelli, 199623 In http://lists.peacelink.it/scuola/msg00136.html

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<<creare le condizioni di corretta informazione sulla realtàdell’immigrazione in modo da prevenire o rimuovere il giudizioche nell’opinione pubblica alimenta la discriminazione e co-stringe spesso gli immigrati in aree di esclusione sociale>>.24

L’informazione oggettiva, scevra da giudizi, consente di ac-cedere a dati puri e già significativi, che non necessitano dicommento e o di analisi ulteriori. Permette, soprattutto at-traverso un approccio critico, di identificare le cause del fe-nomeno migratorio, di fare una lettura dialettica delle nor-me statali, in materia di immigrazione, di capire se esistaun pensiero di destra e un pensiero di sinistra sul problema� ��� ��� ��� ������� � ��� ��� � � ��� � � � � � �

�� comparazione dei links

http://www.giovanipadani.leganord.org/index.asp e http://new.dsonline.it/partito/index.asp che affrontanoentrambi il tema dell’immigrazione), se e di quali modelli diintegrazione si possa già parlare.Insomma il villaggio globale della rete offre un consistenteflusso di materiale informativo. Il pericolo ���

��� � � � ��

l’assenza di controllo, che qualcuno invece potrebbe inter-pretare come democrazia dell’informazione.Si possono, tuttavia, evidenziare anche altri aspetti proble-matici sull’uso dello strumento informatico:<<… il rischio d’una distruzione delle categorie del tempo edello spazio — ch’erano quelle sulle quali fondavamo la nostracapacità d’analisi e di giudizio sul mondo che andavamo c o-struendo — non pare ancora sufficientemente equilibrato dalleaffascinanti aperture che la Rete rivela ai suoi internauti. FurioColombo teme che si possa essere alla vigilia d’una mutazioneepocale, almeno nel campo della comunicazione; sappiamo …quanto questo campo sia determinante per una conoscenzadella realtà, ci

���

er il fondamento del nostro sapere e per lacostruzione di una opinione pubblica pienamente cosciente. El’opinione pubblica � l’anima vitale d’ogni società democrat i-ca>>25.I� � � ��� � � �

� �o dei possibili mezzi di analisi sociologica del fe-

nomeno migratorio; le esemplificazioni su riportate(www.stranieriinitalia.it e www.cestim.it) sono state utilizzateper dare un approccio positivo e costruttivo dell’immaginedell’immigrato, nel tentativo di decostruire stereotipi ededucare <<allo sguardo>> dell’altro.�����������������������������������������������24 http://www.cestim.it/

25 http://www.narcomafie.it/articoli/art_2_2001.htm

��

La simulazione, il role playing, riferito alle singole notizie,potrebbero diventare delle tecniche utili per affrontare inmaniera fattiva la complessità dell’attuale società multietn i-ca; la condivisione esperenziale poi riduce i contorni distortidi figure preconfezionate.La globalizzazione dell’informazione porta i

� � � �l germe di

una duplice possibilità: creazione di una società armonica incui le differenze siano valorizzate come ricchezza culturaleoppure alimentazione di conflitto sociale. Dall’uno e dall’altroapproccio possono derivare modelli di reale integrazione o dimera inclusione strumentalizzata al mercato del lavoro.E’ ipotizzabile o anche auspicabile la creazione di un’unicacomunità sociale, all’interno di un determinato territorio, oesistono forze centrifughe e centripete che determinano laperpetuazione di singole comunità e o gruppi etnici, nei paesiaccoglienti ?

��

C a p i t o l o 3

Analisi della componente musulmananell’immigrazione italiana.

L’interrogativo finale del capitolo precedent�� � una delle

prime ipotesi di ricerca sulla/e comunità islamiche in Italia.<<Oggi in Italia l’Islam � � � fenomeno di grande interesse siadal punto di vista socioculturale, sia geopolitico. Il motiv

�� la

presenza significativa di immigrati musulmani sul territorionazionale, che ha fatto dell’Islam la seconda religione in Italia.La donna velata, il fondamentalismo islamico, la “guerra san-ta” sono i temi più dibattuti e suscitano fra molta gente unasorta di islamofobia. Ma c � � anche chi � �

���nto dalla curiosità

e dalla voglia di capire quale potrebbe essere il contributodell’Islam, come cultura e civiltà, per il cammino di una societàsempre più multireligiosa, multietnica e multiculturale>>26.L’I � � � � � � ta, storicamente, caratterizzata dalla presenzadei musulmani:gli arabi hanno governato la Sicilia dall’827 al 1072.Nell’831 Palermo diventerà capitale della Sicilia araba; suc-cessivamente si arrenderanno Messina, Modica, Ragusa, Ca-strogiovanni e Siracusa.La Sicilia fu islamizzata al 50 %.<<I Cristiani rimasti nell

�Isola erano tollerati e protetti gene-

ralmente, ma nella condizione di dhimmî (comportava il paga-mento di una tassa dagli aderenti ad una religione rivelata vi-venti sotto la protezione dell

�autorità musulmana)>> 27.

La Sicilia tornò cristiana dopo l’invasione dei Normanni, adopera di Ruggiero il Guiscardo nel 1091.Le cronache latine del IX e X secolo parlano di Saraceni aBrindisi, a Taranto. La Sardegna, la Corsica e soprattutto laCalabria, la Campagna e il Molise furono spesso saccheggiatedai Saraceni. Sono noti <<il sacco del Monastero di Monte-cassino e quelli delle Basiliche di San Pietro e San Paolo aRoma e ancora, nel 935, erano in Liguria a Genova. Gli Arabirisalivano anc � � �Adriatico verso Ancona, spingendosi fino a�����������������������������������������������26 a cura di Paolo Naso, Brunetto Salvarani, La rivincita del dialogo Cri-

stiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, p. 71, Emi 200227 http://www.arab.it/presenza.html

��

Cherso. Vanno considerati durevoli i due emirati di Taranto eBari (dal � ��� 47 a � � ��������� >>28.L’attuale presenza dell’Islam, in I � � � � � essenzialmente do-vuta all’immigrazione.<<Definire e quantificare la presenza musulmana in Italia � � �compito che pone non pochi problemi: innanzitutto la definizio-ne stessa di musulmano (di nascita? di famiglia? per adesionepersonale?) e poi la condizione di clandestinità in cui molti v i-vono. Quest

�� uno dei problemi pi � interessanti: � �analisi della

dimensione musulmana in Italia non può prescindere daquella del fenomeno dell

�immigrazione, clandestina e non>>29.

Sulla concezione di musulm � �

� interessante il giudizio delsociologo Jabbar che addirittura introduce la categoriadell’homo islamicus: <<un

�essenza virtuale che non si capisce

dove abbia inizio e dove sia diretto. Quando si parla dei mu-sulmani gli strumenti delle scienze sociali spesso declinano, ed

� molto raro incontrare analisi che si avvalgono di indicatorisocioeconomici, demografici, politici. Si trascurano quindi siagli aspetti storico-sociali, sia le contiguità sviluppatesi nelle v a-rie sfere del sapere e del � �agire umano a seguito degli intreccicontinui fra mondo musulmano e altri sistemi o culture>>30.L’assenza di una effettiva conoscenza delle differenti compo-nenti musulmane presenti in Italia, in relazione anche aipaesi di provenienza, determina, nell’immaginario collettivo,la percezione di un Islam unico, estremamente identitario;spesso poi il sentimento di incomprensione, da parte deinativi, diventa islamofobia.

In base all’ultimo rapporto OSI31 (novembre 2002)<<Il Rapporto di Monitoraggio sulla Protezione delle Minoran-ze>> la popolazione musulmana, in I � � � � � composta dacirca 700.000 individui. Tra di essi, 40-50.000 (di cui circa

�����������������������������������������������28 http://www.valsesiascuole.it/crosior/1medioevo/arabi_in_italia.htm

29 http://www.bibliografie.net/giacobelli.htm

30 Identità plurale dello straniero di Adel Jabbar in

http://www.comune.bologna.it/iperbole/cespbo/testi/quaderno_cesp_2.htm#Identità%20plurale%20dello%20straniero

31 Open Society Institute la cui mission� la promozione di un allarga-mento dell �UE responsabile e sostenibile. EUMAP monitora questionilegate ai diritti dell �uomo e allo stato di diritto in collaborazione conONG e gruppi della societá civile locali.

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10.000 Cristiani convertiti all’Islam) sono in possesso dellacittadinanza italiana e, pertanto, i loro diritti e doveri sonodefiniti dalle medesime disposizioni che si applicano a tutti icittadini italiani.La maggioranza dei musulmani, oggi presenti sul territorioitaliano, �

� �stituita da immigrati giunti negli ultimi

vent’anni e privi della cittadinanza italiana.Tra questi, circa 610-615.000 sono “regolari” e godono le-galmente del diritto di vivere e lavorare in Italia.Altri 80-85.000 sono “irregolari”, ovvero sono sprovvisti di unpermesso di soggiorno e/o di lavoro32.A questo proposito � interessante la lettura dell’ Interventopronunciato al

��� � � �ontro organizzato d

� ���Open Society Institu-

te, nella Sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani,l’11 febbraio 2003:<<Guardiamo prima i dati rilevanti. Il dossier documenta cheuna porzione della popolazione di religione islamica residentenel nostro Paese gode della cittadinanza italiana e risultaquindi titolare dei diritti e dei doveri riconnessi a tale status,esattamente come gli altri cittadini italiani. Ma il dossier do-cumenta anche che la stragrande maggioranza dei musulmanipresenti in Italia � � �

mposta da immigrati giunti negli ultimivent’anni ed � pertanto priva di cittadinanza. Costoro rappre-sentano approssimativamente il 36 per cento della popolazio-ne immigrata e sono assai spesso titolari di un regolare per-messo di soggiorno o di lavoro. Circa 80-85 mila sono invecegli immigrati di religione islamica irregolarmente residenti nelnostro paese. I dati dell’Open Society Institute smentiscono al-cuni luoghi comuni in materia di integrazione delle comunitàislamiche nel tessuto sociale ed economico italiano. Infatti, ol-tre l’80 per cento degli immigrati non cittadini di religioneislamica gode del diritto di vivere e lavorare in Italia secondo leleggi del nostro paese, contribuisce alla produzione del redditonazionale e al finanziamento delle spese pubbliche. Dal puntodi vista socioeconomico, quindi, l’immigrazione musulmanarappresenta un vantaggio per il benessere collettivo. Si avvan-taggia l’immigrato, che trova lavoro e condizioni di vita pi �soddisfacenti di quelle di origine. E si avvantaggia il cittadinoitaliano, che trasferisce ad altri lavori che egli non desidera

�����������������������������������������������32 I Musulmani in Italia - Rapporto OSI in

http://www.abuondiritto.it/dettagli.php?ID=2116

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pi � � gode di benefici, ad esempio diritti e servizi sociali, gra-zie anche a risorse prodotte dagli immigrati>>33.Ritengo che l’ultimo capoverso del paragrafo su riportato nonabbia bisogno di commenti !La comunità islamica rappresenta, attualmente, in Italia laseconda comunità religiosa per numero di fedeli.A fine 2000, su 1.388.153 immigrati titolari di permesso disoggiorno, 510.963 appartengono alla religione musulmanapari al 36,8 % con un aumento percentuale dell’1,4 %, ri-spetto all’anno precedente.I musulmani sono maggioritari nelle seguenti regioni: Vald’Aosta, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia,Sardegna.34

I paesi d’origine degli immigrati musulmani sono: Marocco,Albania, Tunisia, Senegal ed Egitto; ma anche: Pakistan,Bangladesh, Somalia, Iran, Turchia.Circa il 60 % dei musulmani sono stanziati nel norddell’Italia mentre il restante 40

� � distribuito tra centro esud (isole comprese).<<L’immigrazione verso l’Italia di uomini e donne provenientida paesi islamici � dovuta in gran parte a motivi economici. Lastragrande maggioranza degli immigrati, ivi compresi quellamusulmana, proviene da Paesi poveri. L’obiettivo principaledel progetto migratorio di queste perso � � quello del lavoro.Ciò spiega il fatto che il 60 % degli immigrati musulmani sonoconcentrati nel Nord Italia, dove vi � maggior benessere eco-nomico e sviluppo industriale>>35.Secondo le statistiche del Ministero del Lavoro, gli immigratimusulmani sono impegnati nell’industria e nell’edilizia, inagricoltura come manovalanza stagionale.Rispetto agli altri tipi di immigrazione, quella musulman

prevalentemente di tipo maschile e l’insediamento perma-nente si realizza mediante il ricongiungimento familiare.Quest’ultimo fattore determina, altresì, una visibilità semprepiù maggiore dei bambini musulmani nelle scuole italiane.36

Ma come sono gli immigrati musulmani ?

�����������������������������������������������33 http://www.senato.it/funz/pres/discorsi_frame.htm

34 Caritas, Immigrazione Dossier Statistico 2001, pp. 251-252-253, NuovaAnterem, 2002

35 a cura di Paolo Naso, Brunetto Salvarani, La rivincita del dialogo Cri-stiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, p. 78, Emi 2002

36 a cura di Paolo Naso, Brunetto Salvarani, La rivincita del dialogo Cri-stiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, pp. 78/85, Emi 2002

��

Il sondaggio, realizzato per "Famiglia Cristiana" da PEO-����������� � un utile strumento per avere delle informazioni

sulle loro attese e sulle loro difficoltà.Vediamo alcuni dati del questionario:37

Tabella 1

Per quale motivo hai lasciato il tuo paese?somma risposte consentite

per cercare un lavoro 55%per aiutare, con il tuo la-

voro, la tua famiglia30%

� � � � � � ��� � � � � � � � ��� �offre alcuna possibilità

11%

per andare a studiare al-� ��� ��� �����8%

altro 3%per sfuggire a persecu-zioni (politiche, tribali e

altro)

Tabella 2 � ��� � hai scelto l

�Italia? somma risposte consentite

� � � � � � ��� � ��� �� � �����39%� � � � � � � ��� � ����� � ��� ���� � 22%� � � � � � �

� � � ���� � � � � � � � � 18%� � � � � � � � � � ��� � ��� � ����� � � � ��� � � � ��� � � � � � 18%� � � � � � �� ��� � � � � ��� � � � � � ����� ��� � � � ����� � � � � � � � � g-

giorno14%

� � � ���� �� � � ���� ��� ��� � � ������� �� ��� � ��� �� � �Italia 8%

altro 4%non sa/no risponde 1%

Tabella 3Qua � � la principale difficoltà che hai incontrato quando seiarrivato in Italia ?

�����������������������������������������������37 http://www.stranieriinitalia.it/statistiche/famigliacristiana.html

trovare un lavoro 30%trovare una casa 25%ottenere dei docu-menti regolari

18%

trovare degli amici 9%altro 4%

non risponde 14%

��

Tabella 4Le persone che frequenti di pi � � i tuoi amici sono:

originari del tuo paese 71%italiani 31%originari di un altro pae-se

17%

non frequenti nessuno 4%non risponde 1%

Tabella 5E per integrarti meglio in Italia a cosa sei disposto a rinuncia-re maggiormente:

alle tue abitudini alimentari 41%alle tradizioni del tuo paese 20%al tipo di rapporto che hai conle donne

15%

alle tue idee religiose 13%altro 5%non risponde 6%

Nel sondaggio non viene identificato n� � � �

ampione intervi-stato (n. persone, maschi e femmine, paese di provenienza),� � � � �

todologia di selezione degli immigrati.La tabella più significativ

� � uella relativa alle rinunce fina-

lizzate all’integrazione.La stanzializzazione, infatti, determina, soprattutto per leprime generazioni di immigrati, dei processi di adattamento edi rinuncia della propria identità che spesso si accompagnaad una schizofrenica mediazione tra cultura del paesed’origine e cultura del paese accogliente.

Infine un discorso a parte dev’essere effettuato per i conver-titi italiani all’Islam.

��

<<Quantitativamente il numero maggiore di conversioniall’islam (stimabili, per l’Italia, a una cifra certamente e deci-samente inferiore alle 10.000 persone, anche se circolano tal-volta cifre assai pi � cospicue) � indotto da una causa che pocoha a che fare con la sete di spiritualità: il matrimonio.E questo perch � � � r l’islam, un uomo non musulmano non puòsposare una musulmana (ment � � possibile il contrario). Unaragione che fa a pugni con la libertà di coscienza in senso o c-cidentale, ma che tuttavia viene vissuta senza particolari pro-blemi da persone che del resto, di solito, religiose non sono equindi, per essere sintetici, pi � o meno ‘se ne disinteressa-no’>>38.I percorsi di conversione possono essere, essenzialmente, didue tipi: relazionali e razionali.Le prime sono conseguenti al turismo o al lavoro.Il viaggio in un paese islamico, ma più spesso la conoscenzadi un immigrato, dalla semplice amicizia fino al matrimoniomisto (ancorch

� � � �le coppie miste la donna non ha l’obbligo

della conversione) può diventare il veicolo di accoglienza nellaumma islamica.<<Le seconde possiamo considerarle pi � tipicamente islami-che, se partiamo dall’autodefinizione dell’islam come ‘religionedel Libro’; in un senso forte e quasi letterale, diverso da quelloutilizzabile per ebraismo e cristianesimo. Ci riferiamo alle con-versioni intellettuali, ‘fredde’ per così dire, dovute alla letturaanche casuale del Corano (per i motivi e nelle situazioni pi �diverse: perch � ricevuto in regalo, come � accaduto ad uno deiconvertiti europei pi � celebri, il pop singer Cat Stevens, diven-tato Yusuf Islam, o pe � ����� trovato nella biblioteca del carcere),dei libri di mistica islamica (il sufismo, che tanto attrae il letto-re occidentale, �� � di fatto, a differenza dei paesi d’origine,l’aspetto dell’islam pi � � onosciuto in Europa), o dei libri che,nel mondo del tradizionalismo anche cristiano, fanno capo adautori come Re � ��� � � non, Fritjof Schuon, Titus Burckhardt,tutti diventati musulmani>>39

Nel novembre� � ���������

� ��� � � ����� � ��� �� � � ��� � � ��� � � � � � ��� � �internazionale, a cura del Centro di Studi Religiosi Compa-rati Edoardo Agnelli su:

�����������������������������������������������38 Musulmani d’occidente. I convertiti, nuovi figli dell’Islam di Stefano Al-

lievi in http://www.cadr.it/islam/00-4-allievi.htm

39 Musulmani d’occidente. I convertiti, nuovi figli dell’Islam di Stefano Al-lievi in http://www.cadr.it/islam/00-4-allievi.htm

��

Il ruolo del Sufismo e delle confraternite musulmane nel-l�islam contemporaneo. Un

�alternativa all

�islam politico?

con una duplice finalità:

1.accertare quale ruolo il Sufismo - ovvero l’insiemedelle correnti mistiche e spirituali dell’islam – esercitinelle società musulmane contemporanee;

2.dall’altro, cercare di comprendere se, ed in quale mi-sura, il Sufismo si opponga al fondamentalismo e aduna concezione politica della religione, oppure se es-so si presenti in modo più complesso ed ambivalen-te.40

Effettivamente i convertiti italiani all’Islam, proprio p� � ��� �

non sono � � �

mmigrat��� �

stranieri possono contribuire alladefinizione di un Islam italiano, prodotto dialettico di istanzeaventi origini diverse.

�����������������������������������������������40 http://www.centroedoardoagnelli.it/ie/default.htm

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C a p i t o l o 4

L’associazionismo musulmano in Italia: strutturae caratteristiche delle comunità islamiche.

I movimenti migratori, se da un lato si distinguono per latemporaneità e la flessibilità, dall’altro produconol’insediamento di gruppi etnici diversi, all’interno di unterritorio, con caratteristiche di stanziamento permanen-te.Gli immigrati musulmani, in Italia, ma anche in Europa,41

nel momento in cui da immigrati diventano residenti defi-nitivi utilizzano <<l’Islam … per attuare la loro inserzioneattiva nella società europea: dalla fine degli anni settanta,con un’accentuazione crescente negli anni ottanta e novan-ta, nei paesi europei si � assistito a un’esplicitazione multi-forme dell’appartenenza islamica, intesa come insieme dipratiche connesse all’Islam intorno a cui gli immigrati strut-turano la propria identità individuale e collettiva e si po n-gono come interlocutori di fronte alle varie società euro-pee>>.42

In Italia l’Islam organizzato nasce, negli anni settanta, conl’USMI (Unione degli Studenti Musulmani in Italia) adopera di studenti universitari stranieri provenienti dapaesi musulmani. Ess

� strettamente collegata

all’International Islamic Federation of Student Organiza-tion, con sede in Kuwait.L’USMI promuove l’apertura di sale di preghiera nelleprincipali città italiane: Milano, Genova, Torino, Pavia, P e-rugia, Padova, Parma, Ferrara, Bologna, Napoli, Bari, Sie-na, L’Aquila, Camerino.<<L’Usmi si proponeva … di rafforzare l’identità islamicatra gli studenti o di promuoverne una reislamizzazione cheincludeva una coscientizzazione politica sulla basedell’ideologia islamica radicale>>.43

L’USMI ha, infatti, tradotto alcuni testi dall’araboall’italiano di Al-Maududi pakistano, padre del Jama’at-al-

�����������������������������������������������41 <<I musulmani in Italia. Dinamiche organizzative e processi di inter-

azione con la società e le istituzioni italiane>> di Andrea Pacini, in M u-sulmani in Italia. La condizioni giuridica delle comunità islamiche, acura di Silvio Ferrari, 2000 Il Mulino.

42 Ibidem, pp. 25-2643 Ibidem, p. 34

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Islami e Sayyed Qutb, egiziano, già collaboratore dei Fr a-telli Musulmani e successivamente ispiratore di movi-menti estremisti contemporanei come al-Jihad e al-Jama’a al-islamiyya.La recente immigrazione, proveniente da paesi musulma-ni, si caratterizza per la presenza di uomini e donne conun basso livello di alfabetizzazione; si tratta di personeche abbandonano i propri paesi per ragioni essenzial-mente economiche, paesi nei quali lo st

� � � � � � �� un di-

ritto acquisito, ma un’opportunità riservata a pochi.<<… se tra gli studenti erano prevalenti le origini medio-rientali, egiziana e somala, all’interno dei nuovi flussi pre-valgono i maghrebini, i senegalesi, gli egiziani, cui si ag-giungono dopo il 1991, gli albanesi e i musulmani prove-nienti dalla ex Iugoslavia>>.44

La complessità e l’eterogeneità della componente musu l-mana, presente in Italia, determina il progressivo indebo-limento dell’USMI; le sale di preghiera aperte, ad operadell’associazione, diventano spesso il punto di partenzadei futuri centri islamici più strutturati.Le associazioni e i gruppi islamici, più organizzati, si svi-luppano in Italia alla fine degli anni ottanta, ma raggiun-gono l’apice negli anni novanta.Le moschee, per esempio, nell’ultimo decennio si sono tri-plicate e sono ufficialmente riconosciute come <<luogo diculto>> avente natura di associazione culturale.<<Ad oggi non vi sono dati attendibili circa il loro numero,che oscilla tra 100 e 300 moschee, a seconda delle fonti (ilCentro Islamico di Milano considera che sul territorio, vi so-no pi � di cento moschee consolidate con regolare “attività”cultuale); in realtà sono sale di preghiera per la gran partericavate da scantinati, garage e luoghi di questo gene-re>>.45

Può essere interessante analizzare sia la distribuzionegeografica, sia la quantificazione delle mosche sul territo-rio italiano, attraverso l’ausilio di una tabella:

�����������������������������������������������44 Ibidem, p. 3445 a cura di Paolo Naso, Brunetto Salvarani, La rivincita del dialogo Cri-

stiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, pp. 80/81, Emi 2002

��

Le moschee in Italia, 1999 (Fonte: Centro Islamico di Mila-no)46

Trentino Alto Adige 4Friuli Venezia Giulia 3Lombardia 17Veneto 9Piemonte 12Emilia-Romagna 13Liguria 6Toscana 7Marche 2Umbria 4Lazio 7Molise 1Campania 8Puglia 2Calabria 1Sicilia 5TOTALE 101

E’ curioso, a questo punto, comparare i dati su esposticon quelli indicati nella tabella <<Regione dove gli immi-grati musulmani sono maggioritari (31.12.2000)>> e ripor-tati nel Dossier Statistico Immigrazione della Caritas del2001 47:

Regione % musulma-ni

Regione % musulma-ni

Puglia 58,3 % Val d’Aosta 48,0 %Calabria 58,1 % Sicilia 45,4 %Basilicata 55,5 % Sardegna 44,4 %Emilia-Romagna 48,3 % ITALIA 36,8 %

Il confronto evidenzia immediatamente l’assenza di mo-schee in Basilicata, in Sardegna ed in Val d’Aosta e lamaggiore concentrazione di sale di preghiera in Lombar-dia, Emilia-Romagna e Piemonte. Fatta eccezione perl’Emilia-Romagna, c’� da chiedersi da cosa dipendal’elevato numero di moschee in Regioni dove, secondo le

�����������������������������������������������46 Ibidem, p. 8147 Caritas, Immigrazione Dossier Statistico 2001, p. 253, Nuova Anterem,

2002 (la tabella ��� tata liberamente ordinata, dalla sottoscritta, in ordi-ne decrescente).

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stime della Caritas, gli immigrati cristiani sono prevalen-ti.Le ipotesi di spiegazione sono diverse ed andrebbero co-munque verificate, si propongono, comunque, le seguenti:

-incompletezza dei dati del Centro Islamico di Milano;-radicamento della componente musulmana (Lombar-

dia e Piemonte), in epoca precedente agli attuali mo-vimenti migratori, con conseguente organizzazionedi strutture di riferimento stabili per i nuovi arriva-ti;

-esistenza (Basilicata, Sardegna, Val d’Aosta) di unacomponente musulmana laica e non praticante, noninteressata ad essere visibile e significativa sul ter-ritorio che sceglie liberamente <<l’assimilazione>>all’interno del nuovo contesto di riferimento;

-temporaneità e/o stagionalità dell’immigrazione (Bas i-licata, Sardegna, Val d’Aosta).

La pratica cul � � � � � la prima delle attività realizzate daicentri islamici; quelli pi

�radicati curano, anche, proprie

pubblicazioni, riviste e forniscono servizi di carattere assi-stenziale, corsi di lingua araba e sull’Islam. In brevel’associazionismo musulmano agisce, dapprima, neiconfronti degli interlocutori locali per rivendicare alcunerichieste essenziali per l’osservanza della pratica islamica(autorizzazione per l’apertura di macellerie o mattatoiconformi alla legge islamica, assegnazione di superficiedificabili per la costruzione di moschee e luoghi di culto,previsione, nei piani regolatori, di aree dedicate alla se-poltura dei defunti di fede musulmana, possibilità di co n-sumare cibo conforme alla dieta islamica, nelle mensepubbliche, assistenza religiosa, da parte dei ministri diculto per ospedalizzati, militari e detenuti ecc.)48 e poi neiconfronti delle istituzioni centrali dello stato.<<All’interno del panorama molto variegato che contraddi-stingue l’Islam organizzato in Italia, negli anni novanta si �sviluppata una forte competizione tra i diversi centri chetentano di assumere la leadership nazionale dell’Islam,soprattutto nei confronti dello stato italiano, verso il quale

�����������������������������������������������48 Le informazioni sono tratte da F. Castro, L’Islam in Italia: profili giuridi-

ci, p. 271, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, n. 1 Il Mulino,1996

��

cercano di porsi come interlocutori ufficiali e reciprocamenteesclusivi>>.49

Il Pacini sostiene che l’appartenenza collettiva all’Islam inItalia riproduce l’interpretazione dell’Islam contempora-neo, ordinato in tre categorie:

1.l’Islam degli Stati, che fa riferimento all’Islam uffi-ciale degli Stati d’origine degli immigrati (ArabiaSaudita, Marocco, Tunisia, Egitto, Kuwait, Iran).<<Il panorama dell’azione degli stati � dunque varie-gato e gli stessi stati risultano peraltro in concorren-za tra di loro nell’esercitare un ruolo guida e di rap-presentanza dell’Islam in Italia. Si tratta d’altra par-te di una concorrenza non limitata all’Italia eall’Europa ma riguarda in termini pi � generali ilruolo di leadership all’interno della comunità islam i-ca internazionale>>.50 In Italia , il Centro culturaleislamico d’Italia (moschea di Roma) rappresental’Islam degli stati.

2.L’Islam delle confraternite, con natura precipua-mente religiosa, che si distingue dall’Islam tradizio-nale per

� � � �alorizza la componente affettiva con

Dio. Le confraternite sono molto diffuse in India, inTurchia, nel Maghreb, nell’Africa sub sahariana. Lamaggior parte dei senegalesi, immigrati in Italia,appartengono alle confraternite tiggiani e muride.<<Caratteristica della confraternita muride � poi ilforte accento posto sul lavoro come mezzo per pro-gredire nella vita religiosa e sulla solidarietà econ o-mica tra i membri, con il risultato di favorire una for-te coesione e controllo reciproco, riducendo al minimoi casi di marginalità e di devianza >>51. A questeconfraternite possono essere assimilati i gruppi su-fi, formati soprattutto da convertiti italiani, come,per esempio, l’Associazione per l’informazionesull’Islam in Italia-Coreis (Comunità ReligiosaIslamica), con sede a Milano ed il cui leader �Shaykh Pallavicini.

3.L’Islam militante che associa alla dimensione religio-sa anche quella sociopolitica e si propone di instau-

�����������������������������������������������49 <<I musulmani in Italia. Dinamiche organizzative e processi di inter-

azione con la società e le istituzioni italiane>> di Andrea Pacini, p. 48,in Musulmani in Italia. La condizioni giuridica delle comunità islam i-che, a cura di Silvio Ferrari, 2000 Il Mulino.

50 Ibidem, p. 4051 Ibidem, p. 41

��

rare la pratica integrale dell’Islam nello stato e nellasocietà, opponendosi spesso ai governi dei paesid’origine. <<Movimenti di questo tipo sono i FratelliMusulmani o il turco Milli Gorus, o movimenti pi � � a-dicali come il Fis algerino, gli egiziani al-Jama’a alIslamiyya e al-Jihad, la Jama’at al-Islami pakistana.Una delle preoccupazioni degli stati musulmani, spe-cie dell’Egitto, della Tunisia, del Marocco edell’Algeria, � proprio che i movimenti islamisti radi-cali trovino in Occidente libertà di organizzazione perpoi intervenire con forza e mezzi nei paesid’origine…. In Europa sono particolarmente attivi iFratelli Musulmani …(che) oggi … rifiutano l’usodella violenza e si propongono di raggiungere lo sco-po promuovendo l’islamizzazione degli individui edella società – ritenendo che solo da una societàislamica possa svilupparsi uno stato islamico …>> 52.In Italia, secondo Pacini, si ispirano all’ideologia deiFratelli Musulmani, alcune moschee appartenentiall’Unione delle Comunità e delle Organizzazioniislamiche in Italia (UCOII), il Centro islamico diMilano e Lombardia.

Accanto a questi enti, ascrivibili alle tipologie sopra in-dividuate, bisogna aggiungere l’Associazione dei mu-sulmani in Italia, c

� ���ostituita solo ed esclusiva-

mente da cittadini italiani, e che, in opposizioneall’UCOII ed ai movimenti integralisti, segue l’Islamsunnita moderato.La domanda dei musulmani di partecipazione alla vitapubblica forse dev’essere mediata anche da struttureed organizzazioni, ciononostante il problem

� � � im-

portante � � � ello dell’identità degli immigrati musul-mani: ed a questo proposito Tariq Ramadam affermache <<si fa una gran confusione fra quelli che sono iprincipi fondamentali della religione islamica e quella��� � la cultura di origine … Per molte di queste pers o-ne, rimanere musulmano in Italia significa rimaneremusulmano marocchino in Italia; musulmano pakistanoin Italia; musulmano senegalese in Italia … Tuttavianell’islam nulla ci impone di restare musulmani nord-

�����������������������������������������������52 Ibidem, p. 42

��

africani in Italia, ma semplicemente musulmani in Ita-lia>>53.Ramadam ritiene che i musulmani immigrati non de-vono contrapporsi al paese accogliente ma determinar-si dall’interno e in un dinamismo costante.In questo senso le associazioni islamiche, presenti sulterritorio italiano, fungono da collettori di una realtàmusulmana pluralistica e soprattutto senza centro;ma la rappresentanza non conflittuale nascedall’espressione di tutte le componenti.

�����������������������������������������������53 a cura di Paolo Naso, Brunetto Salvarani, La rivincita del dialogo Cri-

stiani e musulmani in Italia dopo l’11 settembre, p. 93, Emi 2002

��

C a p i t o l o 5

Le organizzazioni islamiche italiane in internet.Descrizione dei siti: le comunanze e le differenze.

Possiamo avvalerci della categorie enucleate dal Pacini,sull’appartenenza collettiva dell’Islam in Italia, per esa-minare le comunità islamiche italiane in internet;l’esercizio ci consentirà anche di confermare, di smentiree/o rivedere il giudizio dell’autore.Avremo, peraltro, l’opportunità di accertare se esistanodelle comunità virtuali ovvero: << nuove forme di aggrega-zione sociali vincolate da legami di relazione telematica : lecomunità virtuali. Si può parlare di comunità virtuale"quando alcune persone partecipano costantemente a di-battiti pubblici ed intessono relazioni interpersonali nel ci-berspazio" (H. Rheingold 1994)>>.54

Osserveremo i siti delle comunità islamiche sotto elencate:1.Centro culturale islamico d’Italia (moschea di

Roma)http://digilander.libero.it/islamic/italian.html

2.Associazione per l’informazione sull’Islam in Ita-lia-Coreis (Comunità Religiosa Islamica)http://www.coreis.it/

3.Unione delle Comunità e delle Organizzazioniislamiche in Italia (UCOII)http://www.islam-ucoii.it/

4.Centro islamico di Milano e Lombardiahttp://www.islam.it/

5.Associazione dei musulmani in Italiahttp://www.amimuslims.org/

ed utilizzeremo, per l’analisi dei siti55, la seguente scheda-questionario articolata in venti punti:

�����������������������������������������������54 Illusione gruppale nelle comunità virtuali: nuove attese, nuovi legami

nella società mediatica di Pierluigi Orlando, inhttp://www.psychomedia.it/pm/telecomm/telematic/orlando.htm

55 I siti sono stati analizzati nel periodo maggio-giugno 2003.

��

Denominazione comuni-tà

Indirizzo

Data di nascita del sitoData ultimo aggiorna-mentoCaratteristiche grafichee design del sitoInformazioni sulwebmaster del sitoStatistiche d’accessoStrumenti di navigazio-neE-mailMultimedialitàMailing list: (lista di di-scussione)ChatNewsTrasparenza e visibilitàFonti di conoscenza edocumentazioneCaratteristiche dellacomunitàIl dialogo interreligiosoLe donneI giovaniLe inteseIl dialogo con le altrecomunitàParticolarità

��

CENTRO ISLAMICO CULTURALED ITALIA

Denominazio-ne comunitàCENTROISLAMICOCULTURALED’ITALIA

Indirizzohttp://digilander.libero.it/islamic/italian.html

http://www.lega-musulmana.it/Information/immagini.htm

<<Nel ’66 nasce a Roma un’associazione di beneficen-za, culturale e sociale che prende presto il nome di Cen-tro Islamico Culturale d’Italia, che prenderà i primi co n-tatti con lo Stato italiano per costruire la moschea diRoma che verrà inaugurata solo nel ’95 >>56

Non esiste un sito ufficiale del Centro Islamico Cultu-rale d’Italia (Moschea di Roma); si possono trovare in-formazioni sulla storia del Centro all’indirizzo internetdell’AMI, alla voce, <<Organizzazioni>>. Trattasi di<<ente morale che gestisce la grande Moschea di MonteAntenne. Il suo consiglio � �

amministrazione � formatodagli Ambasciatori, presso lo Stato italiano o la S. Sede,degli Stati che hanno contribuito alla realizzazione delprogetto. Il C. d. A. �

� � esieduto da S. E. Zine el-AbidineSibti, Ambasciatore di S. M. il Re del Marocco. Pressoquesto Centro, prima ancora del � � inaugurazione dellaMoschea, ha servito per anni come Imam lo ShaykhMuhammad Ismail Nureddi �

� � ��� � �niversità di al-Azhar

al-Sharif. Autorevole esponente della scuola sciafiita,egli ha formato una generazione di Musulmani consa-pevoli e diligenti. Suo successore in carica � lo ShaykhMahmoud Shewetah. In qualità di Direttore del Centroha inoltre agito, per un trentennio, il compianto AbdulQayyum Khan, già ambasciatore del Pakistan presso laFAO. Nel periodo 1995-1997 m. la nomina a Segretariodel Centro di Abdul Latif Kettani �

�� � riuscita a coa-

gulare consensi attorno al Centro, ma ha accentuato ildivario con la Direzione della Scuola. Dopo una lunga

�����������������������������������������������56 L’Islam tra noi: dalla fine degli anni ’60 alla grande moschea di Roma,

http://www2.7x7.rai.it/speciale_usa/settimane/280901/islam_noi.htm

��

serie di contestazioni e proteste da parte dell�intera Co-

munità musulmana di Roma, nel dicembre 1997 Kattani� stato costretto a dimettersi ed a fare ritorno in Maroc-co. Il nuovo Direttore, nominato nel marzo 19 � � � � ilDott. Radwani>>57.Sul sito, invece, della Lega Musulmana Mondiale Ita-lia58, sono riportate delle immagini del Centro e dellaGrande Moschea di Roma.

CO.RE.IS. COMUNITÀ RELIGIO-SA ISLAMICA ITALIANA

�����������������������������������������������57 In http://digilander.libero.it/islamic/organizzazioni.html

58 http://www.lega-musulmana.it/Information/immagini.htm

��

DenominazionecomunitàCOMUNITA’ RELI-GIOSA ISLAMICAITALIANA

Indirizzohttp://www.coreis.it/

Data di nascita delsito

I� � � � � � �

� identificabile.

Data ultimo ag-giornamento

01.05.2003 con indicazione delle modi-fiche apportate in alto a sinistra.

Caratteristichegrafiche e designdel sito

Lo sfondo dell’Home Page � bianco e siapre con la scritta verde in arabo, tra-dotta in italiano In nome di Dio, IlClemente, Il Misericordioso. La paginaprincipale del sito � organizzata, conl’intersezione di due finestre, in cui sonoevidenziati gli elementi di navigazione: asinistra in formato sommario, a destra,invece, i comandi sono rappresentaticon icone-elementi decorativi; tra questinon compaiono immagini di minaretie/o moschee dei luoghi sacri ai musul-mani, ma la figura quasi rarefatta dellamoschea di Milano.E’ interessante la contestualizzazionedella religiosità sul territorio italiano; ilmessaggio potrebbe essere <<Alla

�� � ui

presente: la verità rivelat

� anche tra lemure di casa nostra>>.In alto a sinistra c’ �

� �<<logo>>

dell’Associazione e subito sottol’indirizzo della sede a Milano, numerodi telefono, numero di fax ed e-mail.I� � � � �

di navigazione Home -Presentazione – Attività -Moschea diMilano - L’intesa -Rassegna Stampa –Libri –Riviste – Accordi - Centro StudiMetafisici - I.E.H.I non viene riportato inogni pagina visitata con conseguenteutilizzo del comando <<indietro>> diInternet Explorer per ritornare all’homepage oppure cliccando sul sommario (fi-nestra a sinistra). Quest’ultima an-drebbe semplificata per indirizzare in

��

modo utile l’attenzione dell’utente.Informazioni sulwebmaster del sito

Non sono reperibili informazioni sulwebmaster del sito.

Statistiched’accesso

Non sono prese� � � � �

statistiche �� �

contatori.Strumenti di navi-gazione

Il sito non prevede un motore di ricercagenerale.Si trovano links a motori esterni:http://www.ihei-asso.org/ ( �

� �sito

dell’Institut des Hautes EtudesIslamiques <<Depuis 1985, desintellectuels musulmans d � origineeurop

�enne cherchent à faire connaître le

patrimoine spirituel et intellectuel de lacivilisation islamique aux soci

�t�s

occidentales. Pour les membres de l � I.H.E.I.,la m

�connaissance des fondements et des

pratiques de l’islam, par les soci�t���

occidentales, sont à l � origine de la m�fiance

que les occidentaux montrent à l ��gard

d � une Tradition dont l � origine est pourtantcommune au judaïsme et auchristianisme

���

E-mail [email protected]�� � � � � �

rizzo di posta elettronica del sitoMultimedialità Non ci sono trasmissioni in diretta au-

dio e video, filmati o suoni pre-registrati.Mailing list: (listadi discussione)

Il servizio non � � tivo.

Chat Il servizio non � � tivo.

News� �

�� �

ossibilità di accedere alla rass e-gna stampa. L’ultimo articolo riportatorisale al 26.10.01 ed il primo al13.03.89. Non esiste per tutti gli articoliil collegamento ipertestuale; si possono,infatti, leggere brani sulla moschea divia Meda. Le fonti sono: la Repubblica,Il Corriere della Sera, Avvenire, La Sici-

������������������������������������������������� Traduzione: <<Dal 1985, degli intellettuali musulmani d’origine europeacercano di far conoscere il patrimonio spirituale e culturale della civiltàislamica alle società occidentali. Per i membri dell’ I.H.E.I. la non cono-scenza dei fondamenti e delle pratiche dell’Islam, da parte delle societàoccidentali, sono all’origine della diffidenza che gli occidentali dimostra-no nei confronti di una Tradizione, la cui origine, � comune siadell’ebraismo che del cristianesimo.

��

lia, Il Giornale di Sicilia, Il Manifesto, IlSole 24 ore, La Dauph

� � �(francese)

ecc..Trasparenza e visi-bilità

Nella sezione <<Presentazione>> si de-scrivono le attività poste in essere dallaCO.RE.IS e per ciascuna di esse siidentificano i responsabili. Il nome diogni persona � accompagnato dalla foto.L’impatto visiv

�� un interessante pro-

cesso di reificazione di informazioni edati. Non esistono, comunque, notizieche consentano di comunicare con i re-sponsabili: n

�numeri di telefono o fax,� � � � � � �

izzi postali, ma solo l’email delsito.

Fonti di conoscen-za e documenta-zione

Attraverso l’icona Centro Studi Metafisi-� ��� � � sibile accedere al <<Centro Stu-

di Metafisici>> che viene definito unluogo di scambi fraterni aperto a coloroche intendono approfondire la compren-sione delle dottrine metafisiche tradizio-nali. Queste dottrine sono parte inte-grante di ogni tradizione religiosa di cuicostituiscono il cuore e debbono esserecomprese non come sistemi filosofici diordine speculativo, bensì come la cono-scenza intellettuale e spirituale dei prin-cìpi universali.I membri del Centro Studi Metafisici ri-conoscono con gratitu

� � � � ��� � � �luenza

delle formulazioni sintetiche di metafisi-ca tradizionale esposte da �

� � �� � � � � �

�� � �

i opera li ha grandementeaiutati a ritrovare un orientamento spi-rituale, inoltre comprende sia membrimusulmani che cristiani.

Caratteristichedella comunità efinalità

La COMUNITÀ’ RELIGIOSA ISLAMICAI � � � � �

� �ente religioso islamico che

gli intellettuali musulmani italiani han-no costituito per poter svolgereun’azione di testimonianza e di informa-zione sulla tradizione islamica in Italia ein Occidente, rappresentando così,inoltre, gli interessi religiosi dei musul-

��

mani presenti in Italia e in Europa.Nasce ufficialmente nel 1997 dalla tra-sformazione dell’AIII (Associazione In-ternazionale dell’Informazionesull’Islam) avente natura prevalente-mente culturale, in Ente Religioso conl’obiettivo di garantire una rappresen-tanza presso lo Stato e l’importanza disalvaguardare le esigenze religiose deimusulmani in Italia.

Il dialogo interreli-gioso

Nella <<Presentazione>> si legge che<<l’attività rivolta alle relazioni con lealtre confessio

� �� finalizzata soprat-

tutto a riscoprire un dialogo “al vertice”,quindi di alto profilo intellettuale e reli-gioso. Significativo a tale riguardol’incontro dal titolo “Verso la TerraSanta” avvenuto al Meeting di Riminidel 1997, che ha visto per la prima voltaconfrontarsi su una tematica di grandeattualità rappresentanti ufficiali italianidelle comunità ebraica, cristiana e isl a-mica, o come quello di Napoli nel feb-braio 1998, dal significativo titolo “G

� � �nel Cristianesimo e nell’Islam”.Responsabile

�Shaykh ‘Abd al Wahid

Pallavicini, presidente della COREIS, giàrappresentante ufficiale dell’Islamall’incontro interreligioso di Assisi del1986, promosso dal Papa, ed incaricatodella Moschea di Roma presso il Conci-lio Pontificio per il Dialogo Interreligio-so>>.

��

Le donne Tramite il comando <<Libri>> si accedead una nutrita bibliografia di librisull’Islam; tra questi quello di FaridahPeruzzi dal titolo “La Comunità e la f a-miglia nell’Islam” affronta il problemaanche dell’universo femminile.L’autore stabilisce una relazione direttatra Comunità islamica e donna: <<Iltermine Umma deriva da Umm che si-gnifica madre. Questa etimologia sta adesignare il significato peculiare di ri-cettacolo di santità nel senso di traspa-renza totale al messaggio tradizionale,così come la madre diventa ricettacolodi purezza durante la gestazione poich

lo Spirito Divino si incarna in un nuovoessere, creato a immagine e somiglianzadi Dio, che, non avendo ancora svilup-pato le caratterizzazioni individuali tipi-che della caduta dell’uomo, mantieneun’adesione quasi completa con il prin-cipio. E la madre in questa particolarecollocazione non può che aderire contutto il proprio essere alla realtà mira-colosa che si compie in lei, non avendosu di essa alcuna possibilità di interag i-re>>.L’autore continua affermando che ilprimo nucleo fondamentale in cui pren-de forma la com

� � � ��� ��

famiglia eparlando al femminile dichiara: <<ilruolo di moglie e quello di madre … nonpossono essere assolti legittimamente senon ci si riferisce a dei principi giusti, e� � �

� �

principi Divini che la donna deveincarnare, testimoniandoli con il proprioesempio quotidiano, affinc

� � �suoi fa-

miliari possano trarre da esso un inse-gnamento, specialmente per quantoconcerne i figli, rispetto ai quali la don-na assume il ruolo ch

�� forse i

� � � �importante della sua esistenza>>. La� � ���

� depositaria della tradizione edha il compito di trasmetterla: << nonsolo per

��� � � la persona che rimane

��

maggiormente a contatto con i proprifigli, ma anche per la sua natura onto-logicamente passiva e stabile che larende il ricettacolo ideale di un depositotradizionale che viene in tal modo tra-mandato fedelmente, mantenendo cosìtutta la sua valenza ed efficacia spiri-tuale>>.La donna per raggiungere queste finalitàpuò ispirarsi a modelli di santità; traquesti quello della Vergine Maria (Said-da Maryam nell’Islam).<<La Vergine Maria rappresenta il mo-dello perfetto di donna e di madre, puraespressione delle qualità femminilidell’accettazione, della pazienza e delladolcezza, priva di caratterizzazioni per-sonali che possano limitarel’universalità di tale figura. Di essa col-pisce l’estrema sobrietà e nel contempola grande forza che la rende il riferi-mento per qualsiasi esempio>>.L’autore mette in relazione lo hijâb, ilvelo femminile, con il capo coperto dellaVergine Maria, simbolo di perfezione.La donna, nell’Islam, si trova in posi-zione diversa rispetto all’uomo ma a lui,comunque, complementare. <<La moglietrova nel marito lo slancio spirituale ti-pico della natura maschile, mentre ilmarito trova nella moglie la costanza, lastabilità e l’intuizione spirituale dellanatura femminile �.OWQO � J � HWP\KQP � F �

IWKF � PG �EQP�

HTQPV � FGNN � donna <<si dice infatti che lecolpe di una donna dipendano spessodagli errori del marito>>.La donna dev’essere sottomessa al ma-rito così come quest’ultimo soggiace allavolontà di Dio.

I giovani Nessun riferimento specifico.Le intese Cliccando sull’icona <<Intesa>> si può

accedere alla presentazione del docu-mento giuridico predisposto, a cura dell’

��

associazione e presentato nel 1998 alGoverno italiano; sono inoltre enu-cleati i principi che la CO.RE.IS intendeseguire nei rapporti con lo stato italiano:

1.permettere la pratica del cultoislamico in Italia nel pieno ri-spetto dell’ordinamento della Re-pubblica;

2.evitare la politicizzazione dell’Islame delle organizzazioni che tutelanogli interessi religiosi della comu-nità islamica;

3.impedire la strumentalizzazionedella religione ed il suo coinvolgi-mento all’interno di problemati-che economico-sociali o immi-gratorie;

4.� ������ ���� ��� � �� � � � � � �� di luoghi diculto abusivi e incentivare la co-stituzione di centri islamici che� � ��������� ������� �� � � � � � ������� ������ �sello Stato;

5.favorire l’integrazione degli stu-denti musulmani nella scuola ita-liana, rispettando la libertà rel i-giosa , propria ed altrui, e supe-rando le barriere culturali e leghettizzazioni;

6.Promuovere le conoscenza della ci-viltà islamica nelle scuole sup e-riori e nelle università.

Il dialogo con le al-tre comunità

Nessun riferimento specifico.

Particolarità

U.C.O.I.I.

��

Unione delle Comunità ed O r-ganizzazioni Islamiche in Ita-lia

Denominazione comuni-tà

U.C.O.I.I.UNIONE DELLE COMU-NITA’ ED ORGANIZZA-ZIONI ISLAMICHE I NITALIA.

Indirizzo

http://www.islam-ucoii.it/

Data di nascita del sito Nella home page, in basso, silegge: Copyright by U.C.O.I.I.1998 – 2003. Presumibil-mente il sito ufficialedell’U.C.O.I.I. nasce nell’anno1998.

Data ultimo aggiorna-mento

Aggiornato alla data del 25marzo 2003.

Caratteristiche grafichee design del sito

Lo sfondo dell’home page �bianco. Lo stil

��

�ssenziale,

ma l’organizzazione della pagi-� �� � � semplice e funzionale

per il visitatore.In alto, a sini � � � � � riportato illogo dell’associazione in verde;immediatamente sotto si leggeun versetto del Corano: “Sì,questa vostra Comuni ��� �un’unica Comunità e io sono ilvostro Signore. Adoratemi” XXI– 92Gli elementi che aiutano la na-vigazione ed i principali servizi:Chi siamo – Le nostre basi – Lacomunità islamica – I musu l-mani e lo stato - Archivionews e documenti – Links –Elenco associazioni – EmailU.C.O.I.I. sono collocati a fian-co del logo e sono precedutidal segno della mezzaluna.

��

Tramite il men�

principale siaccede alle pagine del sito; inciascuna �

� �portato in basso

la stringa <<main men�����

cheriporta facilmente all’home pa-ge.

Informazioni sulwebmaster del sito

Non sono identificabili infor-mazioni sul webmaster del si-to; comunque in basso si puòleggere “per errori e segnala-zioni tecniche inerenti il sitoinviare email: webmaster”.L’email del webmaster �

� �ver-

sa da quella dell’Associazione.Statistiche d’accesso Non sono prese

� � � � � statisti-��� ��� �

contatori.Strumenti di navigazio-ne

Il sito non prevede un motoredi ricerca generale.Si trovano links a motoriesterni che sono classificati in:siti di informazione (islam-online.it portale e indice di ri-cerca in lingua italianaarab.it - informazioni in linguaitaliana. islamworld.net - linkse informazioni in ingleseal-islam.com informazioni ininglese e arabo );sufismo (Il Giardino della Co-noscenza );il Sacro Corano(www.corano.it );siti europei (Federazione or-ganizzazioni islamiche in Eu-ropa (ottimizzato solo per In-ternet Explorer)

E-mail [email protected] sul logo si ha imme-diatamente il rinvioall’indirizzo di posta elettroni-ca.

Multimedialità Non ci sono trasmissioni in di-retta audio e video, filmati osuoni preregistrati.

Mailing list: (lista di di-Il servizio non risulta attivato.

��

scussione)Chat Il servizio non risulta attivato.News Le news sono collocate

nell’home page del sito, inbasso. Attualmente si possonoleggere n. 5 news dell’anno2002 e n. 1 dell’anno 2003.Trattasi di comunicati stampadell’Associazione su temi diattualità, significativi per laComunità islamica italiana enon solo. Sono interessanti, aquesto proposito, i seguentidocumenti: valutazioni in me-rito alla nuova legge sull

im-migrazione del 13.06.02 emozione assemblea associa-zioni islamiche su avvenimentiin IRAQ del 23.03.03.Nel sito www.migranews.net sipuò leggere, invece, una Lette-ra aperta dell’UCOII al Mini-stro dell’Interno concernente ilrapporto tra stato italiano emusulmani e datata 05.06.03.Ritengo che la lettera dovrebbeessere riportata nello spazio“news” del sito dell’UCOII, te-nuto conto della delicata te-matica affrontata.

Trasparenza e visibilità Cliccando sull’icona “Chi sia-mo” si accede al quadro deidirigenti dell’UCOII. A fiancodel nome di ciascun membro �indicato n. di telefono/fax –cellulare e cliccando sul nome�

� � � � � bile accedereall’indirizzo di posta elettronicaper eventuali comunicazionivia mail.La strutturadell’organizza

� � � � ��� � �

postada: Presidente, Segretario, Te-soriere, Addetto Culturale, Ad-detto ai rapporti con le Asso-

��

ciazioni, Addetto alla � � �

a"I� � � � � � ���

Islam".Fonti di conoscenza edocumentazione

Dall’Home Page del sito si ac-cede al m

� � �“Le nostre basi”,

a sua volta composto dalle se-guenti sottovoci.Il Corano.;Significato di Sunnah e Ha-dith. La parola araba che suo-na "sunnah" indica il concettoche nella lingua italiana vieneespresso dalla parola " la Pra-tica", " la Linea di Condotta",mentre la parola araba chesuona "hadith" significa il con-cetto espresso nella lingua ita-liana dalla parola "tradizione"(trasmissione orale della noti-zia di un detto, di un atto, diun fatto).;La Vita del Profeta.;Panorama � � � ��� Islam.;Il Cammino vers

� � �Islam.;

F.A.Q. Domande e risposte� � � ��� Islam .Cliccando sulla voce “Corano”si accede al sito www.corano.itportale con informazioni elinks per un percorso di ricer-ca nella cultura e nei valori delmondo musulmano. Trattasidel sito del Centro di CulturaIslamica di Bologna, membrodell’UCOII.Il comando “Cammino versol’Islam” fornisce utili indica-zioni anche per abbracciarel’Islam e spiega con figure leposizioni che si assumononella preghiera.

Caratteristiche dellacomunità

Nell’Home Page del sito si leg-ge <<La nostra associazioneha tra i suoi scopi: favorire ilprocesso di diffusione ed ap-profondimento della cultura e

��

della fede islamica, rafforzare irapporti tra le associazioni e lecomunità islamiche, rappr e-sentare la comunità islamicanei confronti delle istituzioni,operare per la stipula di unintesa fra Repubblica Italianae Comunità Islamica, tutelarei diritti dei musulmani italianie residenti>>.

Cliccando sull’icona <<Chisiamo>>, si possono inoltreacquisire ulteriori informazio-ni sull’associazione in <<Notainformativa sull’UCOII>>. Misembra significativo il penul-timo capoverso della nota chedescrive lo spirito con cui in-tende lavorare l’associazione:<<In conclusione ci preme ri-cordare che tutta la nostra � � � � � � � �

� ���� �������� � contri-

buire in maniera paziente macontinua e coesa alla costru-zione di una Comunità Islam i-ca italiana, che svolga a pienotitolo la sua funzione religiosae civile nella completa auto-nomia da qualsiasi forzaesterna, paese o ideologia>>.

Il dialogo interreligioso Per quel che concerne il dialo-go interreligioso non esistonoriferimenti precisi, fatto salvodue documenti rispettivamentedel 29.10.01 e del 13.11.01titolati: Solidarietà alle com u-nità cristiane per la stragenella chiesa di BahawalpurPakistan e Comunicato con-giunto Federaz. Chiese Evan-geliche in Italia e UCOII per ildialogo interreligioso. Entram-bi sono accessibili tramite ilcomando “Archivio news e do-

��

cumenti”.Le donne Dall’home page, cliccando su

<<Chi siamo>> si può osserva-re che, tra le organizzazionicollegate all’UCOII �

� �� anche

la sezione femminile. Purtrop-po, selezionando la voce,l’input del mouse non rinvianeppure al messaggio <<pagi-na in costruzione>>.Attraverso il comando <<Lacomunità islami

� ����

� � � � i-bile accedere al documento<<La storia e la realtà odiernadella Comunità Islamica inItalia>> nel quale si legge, aproposito della strutturadell’UCOII, che: <<Nel campodelle organizzazioni verticalisono i settori giovanile e fem-minile quelli che hanno co-minciato a muoversi per primi,cercando di dare risposte con-crete alle domande che emer-gono da quelle fasce di popola-zione musulmana � il para-grafo fa pensare ad una fattivapartecipazione della donna alleattività poste in esseredall’associazione.All’interno dello stesso docu-mento si legge poi: <<Ripensa-re al diritto della donna di es-sere tranquillamente madre ededucatrice dei suoi figli anchese questo comporta la perditadi uno stipendio. Ripensare aldiritto dei figli di avere calore,dedizione ed educazione ma-terna, senza per questo esclu-dere le facilitazione che l’asiloinfantile e la scuoladell’obbligo offrono alla fami-glia. Ripensare il diritto delpadre di famiglia di dedicarsi

��

con impegno e passione allapropria attività lavorativa oprofessionale con la sicurezzache i suoi figli procedono nellatranquillità vigilata dalla pr e-senza della madre>>; tuttoquesto fa pensare al ruolodella donna essenzialmentecome madre.Cliccando sul comando <<Lenostre basi>>, si accede alleFAQ. Domande e rispostesull’Islam. Una di queste spie-ga come l’Islam eleva la condi-zione delle donne:<<Secondo il Corano, gli uo-mini e le donne sono uguali difronte a Dio; le donne non so-no incolpate per avere violato "��� � � �

o della conoscenza" �� � �

considerata una punizione pertale atto la loro sofferenza du-rante la gravidanza e il parto.� �

Islàm considera la donna, sianubile che sposata, come unindividuo di diritto, con la fa-coltà di possedere i propri benie disporre dei propri guadagni.Una dote

� � ta dallo sposo

alla sposa per il suo uso per-sonale, ed essa può mantenereil suo nome di famiglia piutto-sto di assumere quello del ma-rito. I ruoli d

� � ��� �omo e della

donna sono complementari efondati su rapporti di collabo-razione. I diritti e le responsa-bilità di entrambi i sessi sonocomplessivamente equi edequilibrati.Gli uomini e le donne si devo-no vestire in modo semplice,modesto e dignitoso; specifi-che tradizioni di abbiglia-mento femminile presenti in

��

alcuni paesi musulmani sonospesso espressione di costumilocali, piuttosto che di principireligiosi. Parimenti, alcunitrattamenti riservati alle don-ne in alcune aree del mondoislamico riflettono talvoltapratiche culturali che possonorisultare infondate, se noncontrarie, agli autentici inse-gnamenti islamici.Il Messag-gero di Dio disse: "Tra i cre-� ��� � � ��� � ���

perfetto nella fede� � ��� � �

che usa le maniere mi-gliori verso sua moglie

� � � ���� ��� ���� � ����� ����� � � ��� � ��� � ����� � ��� �

I giovani Attraverso il comando <<Chisiamo>>, si accerta l’esistenzadel GMI (Associazione GiovaniMusulmani d’Italia). Il Gruppoha un sito internet.60

Nella pagina web, in cui sinarrano i primordi della co-munità islamica in Italia, si famenzione all’USMI che “sisviluppa nelle principali cittàuniversitarie a partire da Pe-rugia. Tra i suoi scopi assiste-re religiosamente e cultural-mente i giovani musulmanigiunti a studiare in Italia, or-ganizzando oltre ai luoghi diculto, la ritualità settimanaledel venerdì, quella relativa almese di Ramadan e quella deidue Aid”.

Le intese Cliccando sul m� � �

<<I mu-�����������������������������������������������60 “… il Gmi � indipendente, mantiene contatti con l’Ucoii e collabora con

l’Associazione di cultura e educazione islamica in Italia (Aceii). Conta 200aderenti, ha un’assemblea, un consiglio, un presidente eletto con unsuo direttivo. È strutturata in sezioni locali che operano a livello provin-ciale e cittadino, organizzando attività di tipo educativo e sportivo. Èappena agli inizi ed � l’unica organizzazione musulmana giovanile na-zionale: le piccole realtà che esistono a livello locale sono per lo pi

�espressione di comunità etniche” in � � ������ ��� �����������di Vittoria Prisciandaro, Jesus n. 1 gennaio 2003

��

sulmani e lo Stato>>, si accedeall’Intesa e ad una nota sinte-tica sulla bozza, presentata nel1990.<<Le principali questioni af-frontate sono il diritto alla ce-lebrazione della preghiera con-gregazionale del venerdì, lostatuto delle guide del cultoislamico, il riconoscimentodelle due festività islamiche, ildiritto all’assistenza religiosanelle carceri, ospedali, caser-me, l’istruzione religiosa nellascuola pubblica da parte di in-segnanti musulmani, il dirittodi istituire scuole islamichericonosciute e parificate, il di-ritto di dare effetti civili ai ma-trimoni islamici celebrati da-vanti ad una guida del cultoriconosciuta dallo Stato,l’inviolabilità, l’inalienabilità eil divieto di cambiamento d’usoforzoso degli edifici di culto, ildiritto di avere spazi cimiterialiislamici previsti nei piani re-golatori, il censimento e la tu-tela dei beni culturali e am-bientali islamici in Italia, ladeducibilità dei contributi ve r-sati alle comunità e all’UCOIIda parte dei singoli musulmanie da parte di enti e soggetti didiritto privato, il diritto a per-cepire il contributo di legge (8per mille) riconosciuto alle al-tre comunità>>.

Il dialogo con le altrecomunità

Gli unici riferimenti al dialogocon altre associazioni musul-mane italiane sono i docu-menti del 14.10.01 titolato<<Documento delle associa-zioni islamiche in Italia riunitea Bologna per la situazione

��

critica per la comunità a s e-guito delle stragi in U.S.A>>sottoscritto, tra l’altro, dalCentro Culturale Islamico diMilano e dalla Moschea dellaretta via di Roma e quello del23/03/2003, titolato mozioneassemblea associazioni islami-che su avvenimenti in IRAQ

Particolarità Tramite il comando <<Archivionews e documenti>> si accedealla modulistica per� ��� � � La Macellazione IslamicaLettera per la concessione diun Cimitero Islamico

CENTRO ISLAMICO DI MILA-NO E DI LOMBARDIA

DenominazionecomunitàCENTRO ISLAMICODI MILANO E DILOMBARDIA

Indirizzo

http://www.islam.it/

Data di nascita delsito

I� � � � � � �

� presente.

Data ultimo ag-giornamento

I� � � � � � �

� presente.

Caratteristichegrafiche e designdel sito

Lo sfondo dell’Home Page � bianco,tendente all’azzurro cielo.Il sito �

� � �ato con stelle e con la

mezzaluna, di colore azzurro.Esistono elementi decorativi: dall’altoin basso una calligrafia in arabo(non sottotitolata in italiano), la mo-schea Al-Rahmàn (la Moschea del

��

Misericordioso), inaugurata a Milanoil 28.05.88, l’immagine di un uomooccidentale e di un presunto (dallacolorazione della pelle) uomo arabo;sulla destra, dall’alto invece, il logodel centro e quello delle edizioni delCalamo, tramite il qua

� �� possibile

accedere al sitowww.edizionidelcalamo.com che sioccupa di pubblicare le opere di al-Shàykh

Abdu r-Rahmàn Pasquini edi altri autori musulmani italiani.Con molto materiale consultabile li-beramente on line, il sito si proponecome una fonte di informazioni sul-���Islàm per la comunità musulmana,

per gli studiosi di islamismo e pertutte le persone interessate all

uni-verso islamico; infine il logo delCentro Islamico di Milano e di Lom-bardia.Gli elementi che aiutano la naviga-zione ed i principali servizi: Come ar-rivare - Storia del Centro – La Mo-schea – Visite didattiche – VecchioSito – Orario delle preghiere – Calen-dario Islamico 2003 – Avvisi ai fra-telli sono collocati nella parte sini-stra dell’Home page. Ciascuna pagi-na web riporta in basso il comando<<Home>> per ritornare al

� � � �principale.

Informazioni sulwebmaster del sito

Non esistono indicazioni sulwebmaster del sito.

Statistiched’accesso

Non sono prese� � � � � statistiche �

� �contatori visibili al navigatore, tutta-via attraverso il comando <<Vecchiosito>> si accede ad una pagina webche riporta, in basso a sinistra, unaX rossa; la X rinvia al sitohttp://s1.shinystat.it/index.htmlche rappresenta per gli OperatoriInternet italiani il principale riferi-mento nelle statistiche web.I dati sono disponibili solo al gestore

��

del sito o agli utenti autorizzati.Strumenti di navi-gazione

Il sito non prevede un motore di ri-cerca generale.L’unico link esterno � � � ello delleEdizioni Calamo.

E-mail Nell’Home Page del nuovo sito non cisono indirizzi di posta elettronica;accedendo all’Home Page del vecchiosito, in basso, si riporta l’indirizzo diposta elettronica:[email protected]

Multimedialità Non ci sono trasmissioni in direttaaudio e video, filmati o suoni pre-registrati. Le uniche risorse multi-mediali sono le immagine in movi-mento (stelle e falce di luna).

Mailing list: (listadi discussione)

Il servizio non risulta attivato.

Chat Il servizio non risulta attivato.News Esiste, nel men

���

voce avvisi aifratelli (peraltro con caratteri maiu-scoli, a differenza degli altri coman-di). Gli avvisi sono accessibili in lin-gua italiana e in lingua araba.Tramite il vecchio sito si accede an-che al Notiziario del Centro che ri-porta un documento titolato “Gli at-tentati contro il World Trade Centere il Pentagono”.

Trasparenza e visi-bilità

Nella breve storia del centro islamicodi Milano e Lombardia, a pag. 1, silegge:<<Il Centro Islamico di Milano eLombardi

��

na Associazione diMusulmani, la quale, come sintesidei suoi molteplici scopi, ha la tuteladella identità culturale e religiosadella Presenza islamica a Milano eLombardia, in particolare, e sul ter-ritorio della Repubblica Italiana, ingenerale.La Presenza islamica a Milano e inLombardi

� costituita in massima

parte da persone provenienti dalmondo musulmano.

��

Di queste persone soltanto una mi-nima parte ha la cittadinanza italia-na>>.Alla pagina 5, all’ultimo capoverso, silegge:<<Attualmente, la rappresentanzalegale del Centro Islamico di Milano eLombardi

�ivestita dal Dott. Alì

Abu Shwaima, uno dei capi storicidella Presenza Islamica a Milano,nella sua qualità di Presidente de l-��� � � � � � iazione>>.Tramite il comando <<Come arriva-re>>, si prende visione dell’indirizzodel Centro e del numero di telefono� �

� inoltre spiegato, addirittura concartina geografica, l’itinerario per ar-rivare alla Moschea, dove ha sede ilCentro.

Fonti di conoscen-za e documenta-zione

Il comando <<Vecchio sito>> riman-da rispettivamente al men

�: Il Credo,

i Pilastri, la Famiglia – La moschea –Il Profeta Muhammad – Il SublimeCorano. Nella pagina web <<Il Credo,i Pilastri, la Famiglia>> si legge:��� � � � � � � � � � � � � �� ��� �� �� � � realizzasolo ed esclusivamente attraverso lapratica del sublime Corano e dellaSunna del Profeta Muhammad Ilnome di colui che possiede

� � � � � � � � � �

� � �� ��� � � � � � ������� � ��� � � ����� (Mu-� � ���� ����� ��� � � � ���� ��� � �

� quindi,solo ed esclusivamente colui che hafede nel credo islamico e pratica� �Islam, che si fonda su cinque pila-

stri.Commettono, conseguentemente,un grave errore tutti coloro chelegano l

appartenenza all�

Islam au� �

area geografica, a una nazio-nalita

� a un passaporto, piuttostoche all

obbedienza ad Allah, gloriaa lui l

altissimo, che ha il suomomento interiore nell

iman (ilcredo islamico) e il suo momento

��

comportamentale nell�

Islam (lapratica di vita che si fonda sulsublime Corano e sulla nobileSunna)>>.� ����� � �

<<Moschea>> si accedead una pagina web

� ��� � � ��� � � � � � �una moschea ed un minareto.Si acquisiscono inoltre informazionistoriche sulla demolizione della mo-schea di Giami di Lucera dei Sara-ceni a seguito della crociata angio-na:“nella distruzione di quella

� � � � �

delle Puglie ed il massacro di tuttala sua popolazione musulmana,eseguita da Carlo I

� � � ������ �

������

1269, con la "crociata angiona", in-detta da papa Clemente IV””.E’ possibile, quindi, leggere la bio-grafia del Profeta ed apprenderedelle interessanti informazioni sulCorano.

Caratteristichedella comunità

Attraverso la lettura della storia delcentro, si acquisiscono notizie sulleattività poste in essere dal centro:“In primo luogo, viene data assisten-za linguistica, per trovare una siste-mazione abitativa, ai nuovi arrivati,che, non parlando italiano, si trova-no in difficoltà.Di seguito, le altre attività sono:���� � � � �

rmazione minima indispensa-bile riguardante i Servizi pubblici edi Diritti e i doveri dello Straniero;���� � � � egnamento dei primi rudimenti

della lingua italiana, a livello collo-quiale;- organizzazione di spazi per servizidi ricreazione e dopolavoro di carat-tere culturale e sportivo: lettura estudio, tennis da tavola, proiezioni(films e audiovisivi);- somministrazione del pasto seraleper la rottura collettiva del digiuno(dopo il tramonto) nel mese di Ra-

��

madàn (non meno di duemila pasti � ��� � �o);

- sovvenzioni in denaro per studentimusulmani poveri e per i bisognosi� �� � � � � � � � �

ziario in conseguenza diinoccupazione e disoccupazione, dif-ficoltà economiche incolpevoli;assistenza medica, che viene svolta,gratuitamente, da medici musulma-ni, facenti parte del Centro Islamico;- macellazione rituale, eseguita damacellatore di fiducia del CentroIslamico, in base alle norme vigentiin Italia al riguardo della macellazio-ne rituale per ebrei e musulmani,secondo le norme della legge religio-sa islamica, per ottenere carne"islamicamente lecita" , messa invendita nelle macellerie convenzio-nate con il Centro Islamico;- gestione del Campo islamico delcimitero di Lambrate, assistenzamortuaria per la preparazione isla-mica delle salme di musulmani de-funti e servizio religioso per l

ufficiofunebre;- organizzazione logistica delle pre-ghiere congregazionali delle due festedi precetto del

���Islàm (La preghiera

per la Festa della rottura del digiunodi Ramadàn e quella della Festa delSacrificio);- celebrazione di matrimoni secondola Legge islamica;- attività didattica in favore dei figliitalofoni di "coppie bilingui" con in-segnamento della lingua araba edella cultura islamica”.

Il dialogo interreli-gioso

Non ci sono riferimenti espliciti.Nella storia del centro, a pag. 3, silegge che il <<28.10.89 il CentroIslamico partecipa al convegno "Li-bertà di Religione e diritti civili - R e-ligioni e minoranze a Milano e inLombardia", promosso dalla Società

��

� � � ��� �nnovazione, che si tiene alla

Sala dei Congressi della Provincia diMilano, in via Corridoni>>.

Le donne A pag. 5 della storia del centro si di-ce che <<Nel marzo de

� ���5 la dotto-

ressa Farida Ahmad Ali rappresentail Centro Islamico come relatrice nelconvegno promosso da

� ���Istituto Lan-

zone sul tema "La donna nelle tre re-ligioni monoteistiche">>.Altre informazioni sulla donna si ac-quisiscono attraverso la lettura dellapagina dedicata alla <<Famiglia>> edalla <<Nascita>>.Si dice che per stipulare il matrimo-nio (contratto), nel caso della donna,�� � � � � sario il consenso del padre (o

chi ne fa le veci) pur essendo la futu-ra sposa maggiorenne; inoltre “Ladonna musulmana sposa soltantoun uomo musulmano, m

� � � ��� ��� �o-

mo musulmano p� � � � posare una

donna della gente del Libro (cristianao giudea

� � � �

una regola posta a tu-tela della dign

� � �

della donna mu-sulmana”. Riguardo ai ruoliall’interno della famiglia musulma-na, la donna “ha un ruolo normal-mente riproduttivo e domestico,mentre il marito ha un ruolo ali-mentare e pubblico, essendo la suafunzione essenziale, quella di prov-vedere al mantenimento della mogliee dei figli”. Successivamente si af-ferma la pari dignità di uomo e don-na, ma il riconoscimento della pa-tria-potestà al marito, anche neiconfronti della donna � � chiaramenteuna limitazione della stesso “valoreumano e dignità”.Nella cerimonia della nascita si leggeche, in occasione dell’avvenimento,viene effettuato un sacrificio: “per unmaschio si sacrificano due capre eper la femmina una”, ovvero rap-

��

porto 2 : 1.I giovani Nella storia del centro – pag. 3 - si fa

riferimento “al primo corso scolasticoestivo per bambini e ragazzi musul-mani nei locali della "Scuola del So-le" al Parco Trotter di Milano, in viaGiocosa” (luglio 1989).

Le intese Sempre a pag. 3 della storia delCentro, si legge che uno dei fondatoridell’UCOII �

� � � � � � � Ali Abu Shwai-ma, Amir del Centro Islamico e che“Inoltre, sempre nel 1990, il CentroIslamico di Milano, nella persona delsuo Amir, Dott. Alì Abu Shwaima,Segretario dell

� � � ��� � I.I. guida unadelegazione musulmana, che pre-senta al Presidente della commissio-ne affari costituzionali della Camera,On. Labriola, un documento dal ti-tolo " bozza per un

ipotesi di Intesatra la comunità islamica in Italia e laRepubblica ".In ogni caso il Centro svolge funzionedi rappresentanza della ComunitàIslamica di Lombardia presso gli entilocali istituzionali (Comuni, Province,Regione).

Il dialogo con le al-tre comunità

C.fr. il punto <<Le intese>>.

Particolarità E’ prevista la visita guidata alla mo-schea per scolaresche, tramite pre-notazione telefonica.

��

Associazione Musulmani ItalianiIstituto Culturale della ComunitàIslamica Italiana

Denominazio-ne comunitàASSOCIAZIO-NE MUSULMA-NI ITALIANIISTITUTOCULTURALEDELLA COMU-NITA’ ISLAMI-CA

Indirizzohttp://digilander.libero.it/islamic/italian.html

Data di nascitadel sito

I� � � � � � � � � o inaugurato il 23 aprile 1998

con il permesso di AllahData ultimo ag-giornamento

La data di aggiornamento n� �

� riportatanell’Home page del sito. Si può leggere co-munque la seguente formula: <<ad Allahpiacendo viene aggiornato frequentemen-te>>.

Caratteristichegrafiche e de-sign del sito

Lo sfondo dell’home page � azzurro.I� � � � � � animato con frasi di saluto (in lingua

araba ed in lingua italiana), peraltro riportatea scorrimento in basso.Esistono elementi decorativi: da sinistra inalto e procedendo verso il basso l’ immaginedella Sacra Ka’abah, Casa di Allah; la scritta,in arabo, <<La Pace sia con voi>>; i Minaretidi al-Azhar as-Sharif. A destra, dall’alto in

��

basso, la scritta gialla, in arabo, “Nel nome diAllah, il Misericorde, il Misericordioso”; laMoschea di al-Aqsa a Gerusalemme. Infine,nel centro, il Mausoleo del Profeta Muham-mad.Gli elementi che aiutano la navigazione ed iprincipali servizi: Home- Liste-Statuto-Cronaca- Organizzazioni-Intesa- Credo-E-mail sono situati in basso; essi sono altresìindicati e spiegati nel sommario del sito, col-locato subito prima del <<banner>> inferiore.L’home page, � costituita da n. 6 pagine; ildato si può ricavare tramite il comandoFile -> Anteprima di stampa.La ricchezza dell’ipertesto, impedisceall’utente di indirizzare in maniera utilel’attenzione.I� � � � � � disponibile anche in lingua inglese,

ma con l’avvertenza che non si trovano glistessi contenuti.

Informazioni sulwebmaster delsito

Fratello Abdul’Alim. I dati si ricavano posizio-nando il mouse su di una icona, posta soprail sommario, di dowloads di alcuni program-mi.

Statistiched’accesso

Non sono prese� � � � � statistiche �

� �contato-

ri.Strumenti dinavigazione

Il sito non prevede un motore di ricerca gene-rale.Non si trovano links a motori esterni.

E-mail [email protected] ��’indirizzo di posta

elettronica del sito.Multimedialità Non ci sono trasmissioni in diretta audio e

video, filmati o suoni pre-registrati. Le unicherisorse multimediali sono le immagini e le pa-role in movimento.

Mailing list: (li-sta di discussio-ne)

Attraverso la lista di distribuzione, se iscritti,si possono ricevere aggiornamenti e notizienella propria casella di posta elettronica.Attualmente il servizio viene garantito in lin-gua italiana, inglese e francese; la linguaaraba � , invece, in allestimento.

Chat Il servizio non risulta attivato.News Esiste una sezione intitolata <<Cronaca>>;

trattasi della Rassegna semestrale delle atti-vità o Cronaca di vita religiosa della Comu-

��

nità Islamica (per gentile concessione de l-���Istituto Nazionale di Studi Romani). Ultimo

aggiornamento gennaio-giugno 2001.Trasparenza evisibilità

L’icona <<Chi siamo>>, in alto a destra, nonrimanda a nessun collegamento. Esistono leicone dello <<Statuto>> e delle <<Organizza-zioni>>: l’una rinvia allo Statutodell’Associazione Musulmani Italiani, nelquale all’art. 19 si legge<<Conformemente al testo dell

Accordo diUnificazione stipulato fra il Consiglio Di-rettivo dell

Associazione e la Direzionedell

Istituto Culturale della ComunitàIslamica Italiana in data 3 aprile 1993,A.M.I. e I.C.C.I.I. divengono un

unica orga-nizzazione, le cui attività si adeguano aquanto stabilito dal presente Statuto>> edall’art. 6 << La durata dell

Associazion�

�fissata sino al 31 dicembre 2002 a dataredalla sua costituzione ed � rinnovabile>>;� �

��

chiedersi se il rinnovo sia tacito o semanchino, alla data odierna, degli adempi-menti formali.Selezionando il menu <<Organizzazioni>>, in-� � � �

� � possibile accedere alla composizionedel Consiglio Direttivo dell’AMI ed alla storiadell’AMI, dell’Istituto Culturale della Comu-nità Islamica Italiana, della Lega MondialeMusulmana – sezione italiana, della ScuolaIslamica di Roma, del Centro Islamico Cultu-rale d’Italia.Il Consiglio Direttivo prevede le seguenticariche: Presidente e Rappresentante Le-gale, Vicepresidente, Segretario Generale,Vice Segretario Generale, Segretario Am-ministrativo, Responsabile del Diparti-mento Informazione, Responsabile del Di-partimento femminile, Coordinatore delConsiglio Direttivo.Non esistono, comunque, informazioni checonsentano di comunicare con le personeidentificate: n

� � � � �ri di telefono o fax, n

indirizzi postali, ma solo l’email del sito.Fonti di cono-scenza e docu-

L’icona <<Credo>> rimanda al testo in linguaaraba dell’Amantu (il Credo islamico) con

��

mentazione l’esortazione che <<Ogni musulma� �

� tenutoa memorizzarlo>>."Credo in Allah, l

Altissimo, nei Suoi Ange-li, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, nelGiorno estremo, in tutto ciò che Allahpredestina nel bene e nel male, e nellaResurrezione dalla morte. Testimonio chenon v

�� dio all

infuori di Allah, e testimo-nio che Muhammad � Suo servitore, Suoprediletto e Suo messaggero." Ed infine l’ultima invocazione di un musul-mano: <<Sia lode ad Allah, Signore deiMondi>>. Dall’home page, inoltre, si può ac-cedere a documenti e/o articoli molti deiquali tratti dal sito www.opinione.it, il cui di-��� � � ����� � � � � ��� � �� ���� ���

� attualmente, an-che, editorialista de Il Giornale. Nella suabiografia si legge ch

� � � tato candidato al Se-nato per il Polo delle Libertà nelle elezioni p o-litiche del 1996 nel Collegio 14 della RegioneLazio. Altre riviste on line utilizzate come fontidocumentali sono: www.lapadania.com (in unreportage di Dimitri Buffa, dal titolo, PER LASTORIA DELL’ISLAM IN ITALIA, si legge:<<Rispetto alle temati

� � � � � � � ���mmigrazione,��� � � �

� estremamente critica di ogni tendenza"buonista", e condanna la politica lassistadelle sanatorie e del "lasciamo entrare chiun-que" praticate dai passati governi di centro-sinistra. «Il Corano - dice una dichiarazionedell

Ami - prescrive di entrare in un luogopassando dalla porta, e chiedendo il per-messo a quanti vi dimorano. Se ciò vale per� � � � � azione privata, a maggior ragione devevalere per chi entra in un paese straniero>>… ed ancora <<Second

� ���I � � � � lecito farlo

soltanto transitando regolarmente dalle fron-tiere, ed ottenendo un regolare visto dalleautorità competenti. Il clandestino, colui cheentra in Italia o vi resta in modo illegale, oltrea violare la legge italiana viola i precettidell

Islam. Per questo ���Ami ha lanciato un

appello ai clandestini musulmani: se voleterispettare i principi della nostra religione, do-vete o mettervi in regola con la legge italiana,

��

oppure lasciar� ���

Italia». Si può trovare anchequalcosa del sito www.radioradicale.it

Caratteristichedella comunità efinalità

Si legge sull’home page che si tratta di strut-ture islamiche italiane di orientamento nonintegralista: Associazione Musulmani Italia-ni, Istituto Culturale della Comunità IslamicaItaliana, Scuola Islamica di Roma, CentroIslamico Cultur

� � � �

Italia, Lega MusulmanaMondiale (wahhabita) - Sezione Italiana. Per-sonalmente ritengo che non sia sempliceidentificate le caratteristiche dell’associazionenon integralista e/o integralista.In ogni caso, per un non addetto ai lavori oper chi non conosce l’Islam, il messag

��� ��

molto forte.Sulle finalità dell’Associazione, sull’home pa-ge del sito si legge che possono essere<<richieste documentazione, programmidelle attività, servizi cultuali, propedeut i-ca islamica, conversioni, circoncisioni,matrimoni e divorzi sciaraitici, consulenzefamiliari, onoranze funebri, catechesi, in-formazione sugli orari delle preghiere inItalia e all

estero, responsi giurispruden-ziali>>.

Il dialogo inter-religioso

Sul numero di gennaio-giugno 2000 m. diEstratto da "Studi Romani", Anno XLVIII, nn.1-2, (si accede tramite l’icona <<Cronache>>)si legge <<Un crescente stimolo a procederelungo il sentiero del dialogo fra i Musulmani ele religioni del Libr

���iunto a

� � �Istituto Cul-

turale della Comunità Islamica Italiana (ICCII)� � � ��� �nvito a partecipare, nella settimana fra

il 13 ed il 20 febbraio 2000, alla conferenzainternazionale di teologia organizzata dalloShalom Hartman Institute (SHI) di Gerusa-lemme>>. Non si trovano, comunque, riferi-menti ad iniziative di dialogo interreligioso sulsuolo italiano, nonostante nello statuto,all’art. 4 il paragrafo ( c ) indichi, tra le fina-lità dell’Associazione:<<rafforzare ed intensificare i rapporti fraternicon gli ebrei, i cristiani e le altre comunità r e-ligiose>>.Sull’home page del s

� � � � interessante il titolo

��

di presentazione di un articolo, pubblicato sula Stampa Web (19.11.2001), ovvero Giovan-ni Paolo II^ si umilia di fronte al Sacro Co-rano (il titolo sembra non avere proprio le ca-ratteristiche del dialogo !).

Le donne I riferimenti sono nella composizione del Con-siglio Direttiv

� �� prevista, infatti, la figura del

Responsabile del Dipartimento Femminile,ma non si dice nient’altro. Inoltre nell’articolo<<A DISTANZA: Vergini, Sesso e Paradiso>>di Naomi Ragen si legge: "Second

� � �Islam -

prosegue Palazzi - vi sono settantadue mogliper ciascun credente che � ammesso in Para-diso. La prova �

� � �hadith trasmesso da at-

Tirmidhi nella raccolt �

S� � � � � � � � � IV, capi-

toli su�

Le caratteristiche del Paradiso cosìcome des

� ��� � � � � � � �Inviato di Al

� � �

�� � � � olo

21: "La ricompensa minima degli abitanti delParadiso", hadith n. 2687)… "Che le settanta-due mogli siano vergin

�� provato dal ayah 74

della stessa Surah, il ��� � � � � � � ���

��� �uomo,� � � � � �

le ha mai toccate p��� � �

."L’affermazione avrebbe bisogno di esserecontestualizzata nella dottrina enell’interpretazione del ibro sacro per i mu-sulmani.

I giovani Nessun riferimento specifico.Le intese L’intesa �

� �riconoscimento della confessione

islamica ex articolo 8 della Costituzione. Siriporta il testo della bozz

� � �ntesa fra la Re-

pubblica Italiana e l� � � � ociazione Musulmani

Italiani – La bozza � stata presentata allaCommissione Interministeriale presso Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri nel1993.Tramite l’icona <<Intesa>> si può accedere adun interessante documento <<Sinossi dellebozze di Intesa con la Repubblica Italianapresentate dal

��� � � � ociazione Musulmani Ita-liani (A.M.I.), dall

Unione delle Comunità edOrganizzazioni Islamiche in Italia (U.C.O.I.) edalla Comunità Islamica in Italia(CO.RE.IS.)>>, a cura di Alessandro Ferrari eCristina Chinni dell’Osservatorio delle Libertàed Istituzioni Religiose dell’Università di Mila-

��

no.Il dialogo con lealtre comunità

Nel numero luglio-dicembre 2000 m., Estrattoda "Studi Romani", Anno XLVIII, nn. 3-4, silegge che<<il 13 settembre il fra � � � � � � � � � � A-lim, Webmaster di Ozma Networke listmasterdi Lomellinanet, ha proceduto alla configura-zione come Yahoogroup della lista Islamisun-nita (originariamente denominata Islamitalia)un forum per l

� � � � � rscambio culturale fra lediverse rappresentanze comunitarie ed per��� � � � � �

mazione � � � ��� Islam in lingua italiana.Nel prese

� � ��� ��� � � �ziativa ai Musulmani ita-

liani, egli ha precisato in sede preliminare che"Nessun gruppo islamico monopolizza Isla-mitalia. Il Responsabile di Lista non prendeordini sottobanco da nessuno, e tutti i Mu-sulmani e gli Sceicchi possono parlare conpari dignità. Ogni non-musulmano ha del p a-ri diritto di parola, a condizione che manten-ga il rispetto per la nostra fede." Nel

��� � �o di

una settimana, al forum virtuale hanno ade-rito rappresentanti delle diverse componentidella Comunità Islamica italiana, seguacidella dottrina sunnita tradizionale, discepolidi pretesi ordini sufi e gruppi dello pseudo-sufismo, wahhabiti, nonch

�simpatizzanti e

dirigenti della setta dei "Fratelli Musulmani" edelle sue sigle di riferimento (USMI, UCOII edAl Hikma)>>.

Particolarità

In Internet esiste anche il sitohttp://www.amimuslims.org/ sempredell’Associazione Musulmani Italiani che ripropone glistessi argomenti; la differenza p

� � ���levante �

� �lla

grafica che ricorda quella del sito della Lega Musul-mana Mondiale – Sezione Italiana.

Le comunanze e le differenze dei siti.

Affinch�

le informazioni raccolte abbiano un significa-� � � �

� �portuno raggruppare i dati in due tabelle che

��

chiameremo <<Tabella GENERALE>> e <<TabellaCONTENUTI>>.Nella prima confronteremo, in maniera comparativa, iprimi dodici punti della scheda-questionario dei siti enella seconda i restanti otto punti usando, per la va-lutazione, una scala docimologica quantitativa rappre-sentata da lettere colorate:R = basso/assente;G = medio;V = alto/presente.

La prevalenza dei colori ci permetterà di caratterizzareil livello di analisi quantitativo dei siti.

TABELLA GENERALE

Denominazionecomunità

1 2 3 4 5

Data di nascitadel sito

R R G R V

Data ultimo ag- R V V R G

��

giornamentoCaratteristichegrafiche e designdel sito

R G G G G

Informazioni sulwebmaster del si-to

R R G R V

Statistiched’accesso

R R R G R

Strumenti di na-vigazione

R G V G R

E-mail R V V G VMultimedialità R R R G GMailing list: (listadi discussione)

R R R R V

Chat R R R R RNews R G V V GTrasparenza e vi-sibilità

R G V G R

Legenda: 1 Centro CulturaleIslamico d’Italia;

2 COREIS;3 UCOII;

4 Centro Islamico di Milano e diLombardia;5 AMI.

R = bas-so/assente;

G = medio;V = al-

to/presente.

Rispetto ai colori, possiamo evidenziare i seguenti ri-sultati:R = 31 di cui 12 del Centro Culturale Islamico d’Italia,del quale non esiste un sito ufficiale.G = 17V = 12La somma di G e

�� pari a 29, contro 19 R.

��

Si può, pertanto, sostenere che, da un punto di vistagenerale, i siti sono complessivamente discretamentecurati, naturalmente con livelli qualitativi differenti.In nessun sito ��� � ato attivato il servizio di chat

� ��

logico, quindi, ipotizzare che non esista un interessespecifico per promuovere l’aggregazione sociale tele-matica. Di contro si può sostenere che la comunitàvirtuale ha anche dei costi di gestione a causadell’impegno di persone e di tempo.In tutti i siti

���omunque, visibile l’indirizzo di posta

elettronica per eventuali comunicazioni e non esistonolimitazioni per la corrispondenza: possono scrivere icittadini italiani, gli immigrati, gli immigrati musul-mani, i simpatizzanti ecc..Tutto ci � � �

�noltre, confermato dal livello di <<traspa-

renza>>.Non esistono statistiche di accesso; le statistiche po-trebbero essere, invece, un indicatore significativo permisurare l’interesse dell’utenza cibernetica nei con-fronti dei siti delle Comunità Musulmane.Si potrebbe, perciò, concludere che la finalità dei � � � � �quella della mera conoscenza, insomma della visibilitànel panorama del “villaggio globale”.+PHKPG � K � VWVV ��� UKV � E � UQP � N � PGY � EJ � PG � ECU � FGNNO7%1 �� FGN%GPVT +UNCOKE F � /KNCP �� F � .QODCTFK � RTQOCPCP FKTGVVC�OGPV � FC � FKTGVVKX � FGNNe #UUQEKC\KQPi OGPVT � N � %14'+ � GNO#/ � EWTCP � N � TCUUGIP � UVCORC, con riferimento al dibat-tito intorno ai musulmani in Italia�

TABELLA CONTENUTI

Denominazionecomunità

1 2 3 4 5

Fonti di cono-scenza e docu-mentazione

R V V V V

��

Caratteristichedella comunità

G V V V V

Il dialogo interre-ligioso

R G G G G

Le donne R V V V VI giovani R R V G RLe intese R V V G VIl dialogo con lealtre comunità

R R G G G

Particolarità R R V V R

Legenda: 1 Centro CulturaleIslamico d’Italia;

2 COREIS;3 UCOII;

4 Centro Islamico di Milano e diLombardia;5 AMI.

R = bas-so/assente;

G = medio;V = al-

to/presente.

Rispetto ai colori, possiamo evidenziare i seguenti ri-sultati:R = 12 di cui 7 del Centro Culturale Islamico d’Italia,del quale non esiste un sito ufficiale.G = 10V = 18La somma di G e

�� pari a 28, contro 5 R.

��

Dal punto di vista dei contenuti, si può, pertanto, r i-scontrare un’attenzione particolare dei webmaster agliaspetti sostanziali dei siti.E’ dato particolare rilievo, infatti, alle <<fonti di cono-scenza e documentazione>>, alle <<caratteristichedelle comunità>>, alle <<donne>> ed alle <<intese>>.Il dialogo interreligioso e quello con le altre com

� � � ��� �presente, invece, in maniera molto limitata e comun-� � � �

�isibile solo al navigatore attento.

Il problema dei giovani viene affrontato in manieraesauriente dall’UCOII; il sito rinvia, infatti, a quello deiGiovani Musulmani d’Italia.La poca attenzione ai giovani rende pi

� � � �ficile la

comprensione del problema delle seconde generazioni(figli di immigrati musulmani nati in Italia) che hannol’importante compito di mediare il futuro della Comu-nità Musulmana con la società accogliente e che viv o-no il disagio della doppia identità.In un’intervista, il Dr. Aboulkheir Bregheiche, attual-mente Presidente della Comunità Islamica del TrentinoAlto-Adige e Vicepresidente dell’UCOII, a proposito deifigli di genitori arabi nati in Italia dice <<sono italo-musulmani. Questa società li ha allevati, però nellostesso tempo hanno un

�appartenenza culturale e reli-

giosa diversa� � �

una ricchezza per loro. Li invidio: chisa vivere questa doppia identità sicuramente � moltopi � ricco, perc ��� �

� ò affrontare i problemi de ��� � sistenzacon un bagaglio spirituale molto pi ��� rande. Inoltre,rappresentano una ricchezza anche per � � � � cidentestesso: sono la cerniera tra le due civiltà. Certo non �facile: da parte loro richiede uno sforzo in pi � , sacrificio,equilibrio>>61.Vanno rilevate, infine, tra le <<particolarità >> l’accessoa modulistica specifica e circolare (hijab) e/o decreto(macellazione), messa a disposizione dal sitodell’UCOII, concernente l’Hijab, la macellazione islami-ca e la lettera per la concessione di un Cimitero Isla-mico. La documentazione serve per la semplificazionedei rapporti interistituzionali, soprattutto a livello lo-cale e facilita l’attuazione di quei diritti che i musul-

�����������������������������������������������61 Libertà e democrazia: la diversa identità del musulmano europeo

Parla Aboulkheir Bregheiche, vicepresidente dell �Unione delle comunitàislamiche in Italia, in http://www.nonluoghi.it/islam.html

��

mani auspicano, in assenza, a tutt’oggi, di una Intesacon lo Stato Italiano giusto quanto previsto dall’art. 8della Costituzione Italiana.E’, inoltre, importante la possibilità riconosciuta allescolaresche, dal Centro Islamico di Milano e di Lom-bardia, di visitare la moschea di Milano in un’otticainterculturale (peraltro non in tutti i paesi musulmanile moschee sono accessibili al pubblico).

C o n c l u s i o n i

Cerchiamo adesso di elaborare alcune considerazioniconclusive sul “villaggio globale” islamico che abbiamovisitato attraverso lo strumento informatico, senza,comunque, trascurare le ipotesi teorizzate.

��

L’appartenenza collettiva dell’Islam nel web e le catego-rie del Pacini.

La classificazione proposta dal Pacini che ripercorre,in modo sintetico, le interpretazioni dell’Islam contem-poraneo viene confermata anche dall’analisi dei sitidelle Comunità Islamiche, con alcune precisazioni.L’appartenenza di alcune moschee italiane, affiliateall’UCOII, a movimenti fondamentalisti ispirati ai Fra-telli Musulmani62

� � ����� � � racciabile in nessuna pa-

gina web del sito www.islam-ucoii.it. A questo propo-� � � � � interessante la lettura della “Lettera apertadell’UCOII al ministro dell’interno”, di cui s

���atto

cenno nelle pagine precedenti. Il direttivo dell’UCOIIscrive:<<In una banalizzazione della nostra realtà culturale, cisi imputa il legame con i “Fratelli musulmani”. È indub-bio che tale pensiero influenzi molti musulmani nelmondo e anche in Italia; si tratta tuttavia di un’ipotesiriformista che si confronta con la realtà culturale e pol i-tica dei Paesi in cui essa viene applicata, non diversa-mente da quanto avvenne in passato con la dottrina so-ciale della Chiesa o il pensiero progressista di matricesocialista >> ed ancora <<Imputarci una qualche conti-guità con il terrorismo significa disconoscere il pensieroe la storia dell’Ucoii e persino di quella dei “Fratelli mu-sulmani”, i cui dirigenti hanno dovuto soffrire una dop-pia persecuzione: da parte dei regimi dittatoriali che af-fliggono il mondo arabo e dei gruppi estremisti che li ac-cusano di connivenza con il potere per il loro rifiuto dellaviolenza. A questa coerenza si sono sacrificati alcuni in-signi dirigenti del movimento pagando con la vita la loroscelta non violenta. Persino nel nostro Paese velate oesplicite minacce sono state rivolte a nostri dirigenti peril loro atteggiamento di condanna della logica delloscontro frontale e del disprezzo della società itali a-na �63

�����������������������������������������������62 Sui Fratelli Musulmani si legga “Fratelli musulmani (Al-Ikhwan al

muslimun)” in http://www.stpauls.it/pj-online/RUBRICHE/focus-on/2001/nov2001/focus-nov2001FM.htm

63 Lettera aperta dell �Ucoii al ministro dell’Interno inhttp://www.migranews.net/ultimano.asp?id=1110

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In ogni caso, l’opinione corrente ha spesso attribuitol’appellativo di integralista all’UCOII ed alle associazio-ni ad esso correlate.Del resto, poi, in generale la lettura sui giornali di no-tizie, soprattutto dopo gli avvenimenti dell’11 settem-bre, concernenti l’ arresto di cittadini marocchini e/otunisini accusati di fornire supporto logistico a celluleterroristiche islamiche (vedi recentemente l’episodio diGallarate) e le ben note cronache sul Centro Islamicodi Viale Jenner a Milano producono facilmente il bi-nomio: musulmano-integralista e musulmano-terrorista, a prescindere dall’appartenenza di un mu-sulmano ad una comunità islamica piuttosto che adun’altra. Il problem

��he la generalizzazione del so-

spetto finisce, invece, per compromettere gli equilibriprecari nei rapporti tra comunità musulmane e territ o-rio. Nell’articolo <<Chiusura della moschea di Gallaratedopo l’arresto dell’Imam>> di Sabatino Annecchiaricoe pubblicato sul sito www.migranews.net si legge:<<Approfittando delle difficili circostanze che coinvolgo-no la comunità musulmana di Gallarate (provincia diVarese), dovute all’arresto dell’Imam, la maggioranzadel consiglio comunale di centro destra, guidata dalsindaco Nicola Mucci di Forza Italia, n

�� � rimasta di-

stratta e neppure ha perso tempo per chiudere la mo-schea della terza città del varesotto, lo scorso 25 gi u-gno>>64.E che dire, invece, dell’AMI che nel sito dichiaraapertamente di essere una struttura islamica diorientamento non integralista, insieme all’IstitutoCulturale della Comunità Islamica Italiana, la ScuolaIslamica di Roma, il Centro Islamico Culturale d’Italiae la Lega Musulmana Mondiale – Sezione Italiana ?!� � � � � �

tardi di qualche settimana fa’ abbiamo lettosui giornali che l’imam65 della moschea di Roma Ab-del-Samie Mahmoud Ibrahim Moussa, durante la pre-ghiera collettiva del venerdì ha pronunciato le seguentiinvocazioni:

�����������������������������������������������64 “Chiusura della moschea di Gallarate dopo l’arresto dell’Imam”

di Sabatino Annecchiarico inhttp://www.migranews.net/ultimano.asp?id=1110

65 Si possono leggere interessanti informazioni sulla formazione degliimam, nell’articolo Al Cairo la fabbrica degli imam moderati di GabrieleRomagnoli, in la Repubblica del 27 giugno 2003.

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<<O Allah fai trionfare i combattenti islamici in Palesti-na, in Cecenia e altrove nel mondo ! O Allah distruggi lecase dei nemici dell’Islam ! O Allah aiutaci ad annienta-re i nemici dell’Islam ! O Allah assicura ovunque la vit-toria della Nazione dell’Islam>> ed ancora <<… ladonna � stata creata da una costola (e la costola � stor-ta) e la parte pi � storta della costola ��� � ella superiore.Se cercate di raddrizzarla si spezzerà… La donna rel i-giosa obbedisce a suo marito e non esce senza il suopermesso

�� � osserva il digiuno volontario senza il suo

permesso�� � permette a estranei di entrare in casa du-

rante la sua assenza>>.66

Sicuramente i toni del discorso dell’imam sono rigorosied integralisti ! E, per fortuna, come commenta Allam,che <<Quando ci si cala nel vissuto delle persone i tonisi stemperano e l’intesa diventa pi � agevole. Ma � in-dubbio che i sermoni che si ispirano alla Jihad, allaGuerra santa, pronunciati dal pulpito della Grande mo-schea di Roma, il centro istituzionale dell’Islam d’Italia,confermano pi � che mai la necessità di assicurare lacompatibilità dei luoghi di culto musulmani con le leggidello Stato e i valori della società italiana>>. 67

L’appartenenza collettiva dell’Islam nel web e la comu-nità virtuale.

Abbiamo già accertato, nell’analisi comparativa dei siti,l’assenza dei servizi (chat, forum, mailing list) che fa-voriscono l’aggregazione telematica.Tuttavia, anche in presenza degli strumenti sopracci-tati, sarebbe difficile verificare il livello di appartenenzacibernetica. Il <<far parte di>> presuppone, infatti, uncontatto diretto tra persone, spazi limitati e livelli dipartecipazione emozionali.Il “villaggio globale � �

settico, freddo e limita le possi-

bilità comunicative tra gli utenti; inoltre nel cibersp a-zio potrebbe verificarsi la perdita dell’identità indivi-duale che risulta, invece, rafforzata dal comunitari-smo.

�����������������������������������������������66 L’imam che invoca la guerra islamica di Magdi Allam, in la Repubblica

del 7 giugno 2003.67 Ibidem

��

Non va, inoltre, ignorato il fatto che dopo l’11 settem-bre 2001, i controlli sul web si sono intensificati anchein Europa e negli USA.<<Un rapporto di Reporters sans Frontieres,l’organizzazione francese in prima fila nella difesa dellalibertà di stampa, dettaglia e denuncia le limitazioninell’accesso a Internet in una sessantina di paesi: leggiliberticide, blocco dei siti giudicati <<politicamente e cul-turalmente scorretti>>, spionaggio della posta elettroni-ca e dei forum di discussione, chiusura dei ciberca-f ����� .68

L’appartenenza collettiva dell’Islam nel web e i pregiu-dizi.

Mi sembrano utili, infine, alcune riflessionisull’eventuale presenza di feedback tra linguaggio econtenuti dei siti delle comunità islamiche e creazioneo rafforzamento dei pregiudizi dei navigatori non mu-sulmani.Tutti i siti evidenziano le differenze di genere; la donnamusulmana sembra relegata al ruolo riproduttivo,domestico. La

� � � � � essenzialmente moglie, ma so-

prattutto madre, responsabile dell’educazione dei figlianche se la patria potestà �

���conosciuta all’uomo, ad-

dirittura sulla moglie stessa. Sulla base della defini-zione dei ruoli sembra fondarsi la complementarietàdell’uomo e della donna.La donna, inoltre, dev’essere sottomessa all’uomo cosìcome l’u

� � �� sottoposto alla volontà di Dio.

E’ interessante a questo punto tratteggiare l’immaginedella donna cristiana così come risulta dai branidell’Apostolo Paolo:“Prendiamo, ad esempio, il testo paolino di 1 Cor 11,3ss. Qui si afferma, senza mezzi termini, che <<l’uomo �il capo della donna>>…. E’ la donna ch � stata creataa motivo dell’uomo (v. 9) e non viceversa. Le donne, ri-corda il tarsiota, devono tacere durante le riunioni cul-tuali …L’ultima esortazione rivolta alle donne perc ���palesino la superiorità dell’uomo con un contegno ispir a-to all’umiltà e all’ubbidienza, si trova nella lettera agliEfesini (5, 22-24). Ecco il testo: <<Mogli, siate soggette

�����������������������������������������������68 Così i regimi imbavagliano Internet, in la Repubblica del 30 giugno

2003.

��

ai vostri mariti, come al Signore; poich � il marit�

� capodella moglie […]. Ma come la Chiesa � soggetta a Cristo,così debbono anche le mogli essere soggette ai loro ma-riti in ogni cosa>>”.69

Sappiamo, però, che la lettura critica dei testi sacricristiani dovuta, soprattutto, a recenti fenomeni socialiha modificato lo statuto della donna anche se fino allametà del secolo scorso il pensiero occidentale sulladonna ha avuto natura eminentemente anti-femminista.L’invito � �

� �rciò, quello di una interpretazione meno

conservatrice del testo coranico ed un’attualizzazionenell’odierna società.Si prova stupore quando si legge della richiesta dellacomunità islamica di Lille Sud in Francia, ma rece n-� � � � � � � � successo anche a Strasburgo ed in altrecittà della Francia, di riservare l’ingresso in piscinaalle donne il venerdì sera in quanto il personale pre-� � � � � � esclusivamente femminile !70

Fa piacere, comunque, prendere atto che: <<Nella re-pubblica islamica dell

�Iran, oltre il 60% della popolazio-

ne universitaria � � ostituita da donne; nel parlamento enella corte costituzionale (nel ruolo di giudice) siede unnumero significativo di donne. La sociologa marocchinadi fama internazionale Fatema Mernissi, nel suo ultimolibro (Harem e Occidente), riporta alcune statistiche, chedimostrano come l

�accesso ad alcune professioni e studi

superiori e universitari sia pi � diffuso fra le donne chevivono in alcuni paesi musulmani che fra le donne occi-dentali. Ad esempio, il corpo docente universitario inMa � � ��� �

� composto per il 22% da donne, contro il 20%dell

�Inghilterra, il 16% del Giappone e � � ����� � � la Sviz-

zera. Le donne che partecipano attivamente nel settoremedico, imprenditoriale e sociale rappresentano in Ma-rocco quasi il 31% dei quadri amministrativi (dati1991)>>.71

�����������������������������������������������69 Gilberto Galbiati, La diversità dell’Islam, p.74, Firenze Athenuem, 199270 Separate in piscina in La repubblica delle donne, p. 19, del 5 luglio

2003.71 Tracce femminili nell’Islam di Adel Jabbar in

http://www.saveriani.bs.it/cem/Rivista/arretrati/2001_04/Jabbar.htm

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Rispetto, invece, alla concezione dello Stato, la posi-zione dell’UCOII �

� � � � � �recisa: <<L’atteggiamento del

credente nei confronti dello Stato non islamico che loospita deve essere improntato alla chiarezza e al reali-smo… La shariah prevede quale debba essere il rap-porto dei musulmani con gli Stati a partire dalla naturadegli stessi. Vengono individuate tre situazioni: "dar alIslàm" lo Stato islamico in cui il potere sia nelle manidei musulmani e la legge applicata sia quella islamica;"dar al harb" lo Stato di guerra, con il quale il rapporto

� � � �lato dall’apposita giurisprudenza e infine "dar

al ‘ahd", lo Stato di patto in cui i musulmani nonsono perseguitati , i l loro culto � permesso ed esi-ste una relazione pacifica con le autorità nonislamiche che governano i l paese”Lo strumento "in-tesa" disegnato dall’art. 8 della Cosituzione serve ap-punto a perfezionare il patto. Si tratta evidentementedi estendere ai musulmani facoltà e prerogative neldominio dei diritti civili poi � � � la piena libertà di cult

��

sancita dalla Costituzione stessa e la legge vieta ognidiscriminazione religiosa, e di farlo in modo pattizio,con un reciproco impegno che coinvolga entrambi i con-traenti, lo Stato da una parte, la comunità islamica a t-traverso i suoi rappresentanti dall’altra>>.72

Queste parole pacificano chiaramente i timori di colo-ro che vivono l’Islam come una minaccia all’identitàoccidentale. La democrazia e la laicità dello Stato s o-no garanzia della convivenza pacifica di gruppi etnicie religiosi differenti.E questi, peraltro, sono i principi che dovranno esse-re sanciti anche nella nuova carta costituzionale eu-ropea.Il riconoscimento dei diritti, auspicati dalle ComunitàIslamiche, che rappresentano l’esercizio effettivo dellacittadinanza garantirebbero la costruzione di unaidentità musulmana italiana ma anche europea <<ilmusulmano che vive in occident � molto diverso dalmusulmano che vive in un qualsiasi altro paese islami-co. Perc ��� ha acquisto un

�altra esperienza, conosce la

libertà, la democrazia. Con tutti i pregi e difetti. I m u-sulmani che sono qui da molti anni, magari anche nati ecresciuti in Europa, alla fine trovano il modo di vivere diun paese islamico molto diverso, lontano: quando tor-

�����������������������������������������������72 In http://www.islam-ucoii.it/artcomuni.htm

��

nano nei loro paesi � � �rigine si sentono stranieri in pa-

tria>>.73 L’ Islam europeo avrebbe il compito di me-diare e facilitare la modernizzazione dei paesi mu-sulmani, insomma fungerebbe da anello di congiun-zione tra occidente ed oriente.

Qualunque sia il paese accogliente, nei confronti degli��������� �� � � � ��� � � � � � � � ����� � � � non si producano����� � ��� � ��� � � � � � � � � ������� � � � �� ��� � � � politiche di se-���� � ���������

�� � � � � � � �� ��������� � � ����� � ��� � � ������� ��

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s-sario percorrere le strade di tutte le negoziazioni pos-sibili per suscitare quel pluralismo moderato cherappresenta l’aspetto positivo della diversità.Brunetto Salvarani in “Il pentalogo del dialogo” ri-porta una bella affermazione di Amin Maalouf:<<pi � vi impregnerete della cultura del paese d’origineche vi ha accolto, pi � �

otrete impregnarlo della vostra.Pi � � � immigrato sentirà rispettata la propria culturad’origine, pi � si aprirà alla cultura del paese che lo haaccolto>>.74

�����������������������������������������������73 Libertà e democrazia: la diversa identità del musulmano europeo

Parla Aboulkheir Bregheiche, vicepresidente dell �Unione delle comunitàislamiche in Italia, in http://www.nonluoghi.it/islam.html

74 AA.VV., I media e l’Islam, p. 165, EMI, 2001

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