La VedettaClaudio Morello, Ë stato aggredito all'ingresso ... Frank E. Toscani, primo governatore...

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N on c'è pace nelle notti licatesi. Non passa giorno che non ci sia una vettura data alle fiamme da ignoti individui che agiscono indisturbati e che vogliono imporre qualcosa a qualcuno con l'arma della paura e della intimida- zione. Sicuramente si tratta di estortori che anco- ra riescono a muoversi impunemente, certi che il controllo del territorio da parte delle forze di poli- zia non può essere garantito in lungo e in largo. Così, tanica di carbu- rante in mano, scelgo- no l'auto da bruciare e la bruciano. Finché scriviamo, gli ultimi attentati in ordine di tempo riguardano l'autovettura del pre- sidente del Licata Calcio, Piero Santamaria, e quella di una maestra ele- mentare, Rosa Zirafi. Ma a questi episodi se ne aggiungono altri che suscitano stupore, indi- gnazione e preoccupazione, visto che la delin- quenza dimostra di non temere nessuno. Sabato 14 maggio in piazza Elena, il "salotto" di Licata, due vigili urbani che facevano il loro lavoro e il loro dovere sono stati aggrediti da tre balordi. Qualche giorno prima l'assessore al turismo, Claudio Morello, è stato aggredito all'ingresso del Comune da un disoccupato che ha scambiato il Palazzo di Città per una succursale dell'ufficio di collocamento, un disoccupato che il lavoro lo pretende a Licata e non pensa minimamente di andarselo a cercare dove c'è, al nord magari. Una ragazzina di 13 anni è stata recuperata in stato comatoso per overdose. Questo è lo spaccato del degrado sociale della nostra città, dove si ali- mentano gruppi e gruppuscoli che hanno scelto deliberatamente di delinquere e all'interno di questi gruppi tanti figli della città bene (medici, funzionari etc.). Indice questo di un malessere che la famiglia, la Scuola locale, sulla cui azione andrebbe fatta davvero una profonda disamina, per capire sino a che punto è responsabile di quanto accade tra i giovani, e la Chiesa non riescono più a governare. E nel frattempo si è conclusa l'inchiesta "Cane di paglia" che riguar- da il commercio e lo spaccio di stupefacenti a Licata. Molti avvocati hanno chiesto che i loro assistiti siano ammessi al patteggiamento, uno La Vedetta IL GIORNALE DI LICATA ANNO XXIII - N° UNICO 6 - 7 - EURO 1,00 LUGLIO 2005 FONDATORE E DIRETTORE: CALOGERO CARITÀ Sped. Abb. Post. art. 1, comma 1, del DL 24/12/2003 n. 353, convertito in L. 27/2/04 n. 46 - CPO di Agrigento di Calogero Carità Segue a pagina 6 A A L LI IC CA AT TA A S SE ER RV VE E L LA A L LI IN NE EA A D DU UR RA A LEDITORIALE VISITA IL NOSTRO SITO INTERNET www.lavedettaonline.it conta circa 23.000 visitatori Tra indifferenza ed apatia, sono già più di trenta gli atti intimidatori dallinizio dellanno ALLINTERNO Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata: un uomo che ha segnato il tempo (3^ parte) TOSCANI SINSEDIA NEL PALAZZO DI CITTÀ. NELLA SPAZZATURA I RITRAT- TI DEL DUCE. DILEGUANO AUTORITÀ FASCISTE E DIPENDENTI. I REDUCI DA CLEVELAND ALLOPERA P A GINE 10 E 11 CARMEL O INCOR V AIA Il pr ob lema idrico: ieri e o g gi Accad de nel 1966 - Le f oto della sete P A GINE 12 E 13 - La sete della popolazione licatese denun- ciata al parlamento dallOn. Vito Raia - Una lettera manifesto a firma del dott. Vincenzo Marrali, allora commissario poli- tico della Democrazia Cristiana - I MER CANTI DEI V O TI di Girolamo Porcelli Dopo la prova damore dei tifosi gialloblù nella fase finale della stagione, con un Sindaco intelligente consapevole che attraverso il calcio potrà crescere limmagine della città nonché leconomia e un presidente, Santamaria, amato dai tifosi, occorre adesso scegliere un tecni- co di grido. Quattro nomi su tutti: Fofò Ammirata, Pietro Ruisi, Loreno Cassia o Antonello Capodicasa. LICATA CALCIO: SI RICOMINCIA DA UN GRANDE ALLENATORE... LEADERSHIP E PRIMARIE A LICATA di Giuseppe Glicerio Nessuno ha voluto cercare di indebolire il Professore Prodi! Più di un segretario di partito della sinistra ha pensato che la Margherita volesse minare la leadership di Prodi. La Margherita, invece, ha voluto fare chiarezza. E' risaputo che non può esistere il partito unico della sinistra, semmai può realizzarsi una federazione di partiti con degli obiet- tivi prefissati da raggiungere, qualora dovesse andare al Governo. Ed invero, fra i vari partiti ci sono differenze non trascurabili: governare non vuol dire preparare un minestrone. E' vero, tutto è possibile, tranne che annullare la propria iden- tità. Peraltro, la stessa concezione antropologica, la finalità del- l'uomo stesso è diversa: la dimensione umana è avvertita in modo diverso da un appartenente ad un partito di estrema sinistra da un moderato: la concezione dell'uomo è diversa tra un ateo comuni- sta ed un cattolico. Non solo, fra i partiti della coalizione dell'Unione "l'apparte- nenza" alla comunità europea è ben diversificata. Ora, l'Unione solo se dovesse arrivare a dei compromessi, per come è stato per il cosiddetto "compromesso istituzionale", che Segue a pagina 5 La fantastica cornice di pubblico Allinterno 4 pagine dedicate al Licata Calcio e allo sport licatese La foto a colori della squadra gialloblù a pag. 20 AD OTTOBRE LINIZIO DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEL PORTO TURISTICO MARINA DI CALA DEL SOLE A pagina 4 Antonio F. Morello intervista lIng. Luigi Geraci a pagina 16 lOpinione di Filippo Bellia POPULISMO ALLA LICATESE a pag. 3 Gaetano Cardella Chiesa S.Angelo: mai esistita unordinanza di chiusura a pag. 3 Angelo Carità

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N on c'è pace nelle notti licatesi. Non passa

giorno che non ci sia una vettura data alle

fiamme da ignoti individui che agiscono

indisturbati e che vogliono imporre qualcosa a

qualcuno con l'arma della paura e della intimida-

zione. Sicuramente si tratta di estortori che anco-

ra riescono a muoversi impunemente, certi che il

controllo del territorio da parte delle forze di poli-

zia non può essere garantito in lungo e in largo.

Così, tanica di carbu-

rante in mano, scelgo-

no l'auto da bruciare e

la bruciano. Finché

scriviamo, gli ultimi

attentati in ordine di

tempo riguardano

l'autovettura del pre-

sidente del Licata

Calcio, Piero

Santamaria, e quella

di una maestra ele-

mentare, Rosa Zirafi.

Ma a questi episodi se

ne aggiungono altri che suscitano stupore, indi-

gnazione e preoccupazione, visto che la delin-

quenza dimostra di non temere nessuno. Sabato

14 maggio in piazza Elena, il "salotto" di Licata,

due vigili urbani che facevano il loro lavoro e il

loro dovere sono stati aggrediti da tre balordi.

Qualche giorno prima l'assessore al turismo,

Claudio Morello, è stato aggredito all'ingresso

del Comune da un disoccupato che ha scambiato

il Palazzo di Città per una succursale dell'ufficio

di collocamento, un disoccupato che il lavoro lo

pretende a Licata e non pensa minimamente di

andarselo a cercare dove c'è, al nord magari. Una

ragazzina di 13 anni è stata recuperata in stato

comatoso per overdose. Questo è lo spaccato del

degrado sociale della nostra città, dove si ali-

mentano gruppi e gruppuscoli che hanno scelto

deliberatamente di delinquere e all'interno di

questi gruppi tanti figli della città bene (medici,

funzionari etc.). Indice questo di un malessere

che la famiglia, la Scuola locale, sulla cui azione

andrebbe fatta davvero una profonda disamina,

per capire sino a che punto è responsabile di

quanto accade tra i giovani, e la Chiesa non

riescono più a governare. E nel frattempo si è

conclusa l'inchiesta "Cane di paglia" che riguar-

da il commercio e lo spaccio di stupefacenti a

Licata. Molti avvocati hanno chiesto che i loro

assistiti siano ammessi al patteggiamento, uno

La VedettaIL GIORNALE DI LICATA

ANNO XXIII - N° UNICO 6 - 7 - EURO 1,00 LUGLIO 2005 FONDATORE E DIRETTORE: CALOGERO CARITÀ

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L�EDITORIALE

VISITA IL NOSTRO SITO INTERNET

www.lavedettaonline.itconta circa 23.000 visitatori

Tra indifferenza ed apatia,sono già più di trenta gli atti intimidatori dall�inizio dell�anno

ALL�INTERNOFrank E. Toscani, primo governatoremilitare di Licata: un uomo che hasegnato il tempo (3^ parte)TOSCANI S�INSEDIA NEL PALAZZO DICITTÀ. NELLA SPAZZATURA I RITRAT-TI DEL DUCE. DILEGUANO AUTORITÀFASCISTE E DIPENDENTI. I REDUCI DACLEVELAND ALL�OPERAPAGINE 10 E 11 CARMELO INCORVAIA

Il problema idrico: ieri e oggiAccadde nel 1966 - Le foto della sete

PAGINE 12 E 13- La sete della popolazione licatese denun-ciata al parlamento dall�On. Vito Raia- Una lettera manifesto a firma del dott.Vincenzo Marrali, allora commissario poli-tico della Democrazia Cristiana- I MERCANTI DEI VOTI di Girolamo Porcelli

Dopo la prova d�amore dei tifosi gialloblù nella fase finale della stagione, con un Sindaco intelligente consapevole che attraverso il calciopotrà crescere l�immagine della città nonché l�economia e un presidente, Santamaria, amato dai tifosi, occorre adesso scegliere un tecni-co di grido. Quattro nomi su tutti: Fofò Ammirata, Pietro Ruisi, Loreno Cassia o Antonello Capodicasa.

LICATA CALCIO: SI RICOMINCIADA UN GRANDE ALLENATORE...

LEADERSHIP E PRIMARIE A LICATA

di Giuseppe GlicerioNessuno ha voluto cercare di indebolire il Professore Prodi!Più di un segretario di partito della sinistra ha pensato che la

Margherita volesse minare la leadership di Prodi.La Margherita, invece, ha voluto fare chiarezza.E' risaputo che non può esistere il partito unico della sinistra,

semmai può realizzarsi una federazione di partiti con degli obiet-tivi prefissati da raggiungere, qualora dovesse andare al Governo.

Ed invero, fra i vari partiti ci sono differenze non trascurabili:governare non vuol dire preparare un minestrone.

E' vero, tutto è possibile, tranne che annullare la propria iden-tità. Peraltro, la stessa concezione antropologica, la finalità del-l'uomo stesso è diversa: la dimensione umana è avvertita in mododiverso da un appartenente ad un partito di estrema sinistra da unmoderato: la concezione dell'uomo è diversa tra un ateo comuni-sta ed un cattolico.

Non solo, fra i partiti della coalizione dell'Unione "l'apparte-nenza" alla comunità europea è ben diversificata.

Ora, l'Unione solo se dovesse arrivare a dei compromessi, percome è stato per il cosiddetto "compromesso istituzionale", che

Segue a pagina 5

La fantastica cornice di pubblico

All�interno 4 pagine dedicate al Licata Calcio e allo sport licateseLa foto a colori della squadra gialloblù a pag. 20

AD OTTOBRE L�INIZIO DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEL PORTO TURISTICO

�MARINA DI CALA DEL SOLE�

A pagina 4 Antonio F. Morello intervista l�Ing. Luigi Geraci

a pagina 16 l�Opinione di Filippo Bellia

POPULISMO ALLA LICATESEa pag. 3 Gaetano Cardella

Chiesa S.Angelo: mai esistita un�ordinanza di chiusura

a pag. 3 Angelo Carità

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2 IL COMUNE INFORMA La Vedetta - Luglio 2005

Campagna di informazione sulle oppor-tunità offerte dalla legge agli imprendi-tori vittime del racket e dell�usura

Da soli preda degli usurai ed

esposti all�estorsione

Una campagna promozionale del Ministero dell'in-

terno contro l'usura e l'estorsione. Chi si trovasse

nella condizione di subire una delle due violenze

può chiamare il numero verde 800-999000 per pre-

sentare la sua denuncia. "Denuncia l'usuraio. Ti

conviene. Denuncia il racket. Ti conviene". Questo

è, infatti, il messaggio che i cittadini, che si recano

all'Ufficio Relazioni per il Pubblico (URP), posto a

piano terra del Palazzo di Città, possono leggere in

una apposita locandina diffusa dal Ministero

dell'Interno.

Ce lo riferisce il Sindaco Angelo Biondi, che facen-

do seguito alla richiesta della Prefettura di

Agrigento ci ha chiesto di divulgare la campagna di

informazione di cui sopra.

�Denunciare conviene� uno slogan per diffondere le

misure in favore delle vittime dell�usura e del racket.

I messaggi informativi contenuti nei due pieghevoli,

hanno l�obiettivo di aumentare la fiducia nelle istitu-

zioni e favorire le denunce delle vittime della mala-

vita organizzata.

I messaggi sono diffusi attraverso depliants, mani-

festi, spot televisivi con testimonial scelti tra le vitti-

me dell�estorsione e dell�usura che, grazie al risarci-

mento ottenuto dallo Stato, sono stati in grado di

riprendere la loro attività.

Il Viminale, particolarmente sensibile al tema, ritiene

fondamentale che nel corso della campagna di infor-

mazione venga evidenziato che la collaborazione

con lo Stato é assolutamente fondamentale per con-

trastare e prevenire tali fenomeni, ma é anche con-

veniente sotto il profilo economico per la vittima,

che denunciando hanno la possibilità di accedere ai

benefici previsti dalla normativa in vigore.

Questi i messaggi contenuti nei pieghevoli.

DENUNCIARE IL RACKET TI CONVIENE

- La solitudine é il tuo peggior nemico;

- Con l�Associazione sei più sicuro;

- Perché denunciare conviene sempre;

- Cos�é il Fondo di Solidarietà per le vittime dell�e-

storsione.

DENUNCIARE L�USURAIO TI CONVIENE

- Uscire dall�isolamento é la tua via d�uscita;

- Oggi c�é il Fondo per la prevenzione dell�usura;

- Perché denunciare conviene sempre;

- Oggi c�é il Fondo di Solidarietà per le vittime del-

l�usura.

www.interno.itlink Racket e Usura

oppure

chiedi informazioni al numero verde

800 - 999000

Un progetto del Comune di LicataGabinetto del Sindaco

LICATA CITTÀ ALBERGOIl turismo inizia anche così

parliamone

L�Amministrazione Comunale, al fine di incrementare l�atti-vità turistica, sta avviando il progetto:

�Licata Città Albergo� attraverso il quale prefigge di far conoscere l�offerta ricettiva

disponibile in città nel corso dell�intero anno.Pertanto, s�invitano i cittadini proprietari di abitazioni, villet-

te alloggi, vani residenziali liberi e idonei alla locazione turistica, a comunicare la propria

disponibilità ad essere inseriti nel circuito promozionale chel�Amministrazione sta attivando.

Gli interessati dovranno compilare la scheda illustrativa disponibile presso

l�Ufficio protocollo informatico del Comune di Licata, sito al piano terra del Palazzo di Città.

Per informazioni chiamare il numero 0922 868237

La Vedetta, anche per l�anno 2005 dedica spazio alle

attività dell�Amministrazione Comunale e alle informa-

zioni che questa vorrà dare ai cittadini.

Ciò grazie alla determinazione dirigenziale AA.GG.

n° 841 del 28/12/2004. La direzione

Numeri Utili di interesse generale(prefisso 0922)

Palazzo di Città (centralino) 868111Carabinieri 774011Polizia 774204Guardia di Finanza 774801Vigili del Fuoco 772921Capitaneria di Porto 774113Pronto Soccorso 775344Polizia Municipale 772255Stazione FF.SS. 774122Guardia medica 771079-803918 Gas (guasti) 804100

Orario degli Uffici ComunaliGli uffici comunali sono aperti al pubblicoda Lunedì a Venerdì dalle ore 8 alle ore 14.

Il Martedì e il Giovedì anche nelle ore pomeridiane dalle ore 15.30 alle 18.30

Numeri utili Dipartimenti (0922)

Affari Generali 868104Finanze e programmazione 868411Sol. Soc., P.I., Sport, Spettacoli 773181Lavori Pubblici 868515Urban. e Gestione del Territorio 865003Servizio al Cittadino e P.M. 868428

Comune di LicataUfficio del Difensore Civico

Piazza Elena - 92027 LICATATel. 0922/773181 - Fax 0922/774378

E mail: [email protected]

il dott. Salvatore CataniaDifensore civico

riceve i cittadini:dal lunedì al venerdì

dalle ore 8:00 alle ore 14:00il martedì e il giovedì

dalle ore 15:30 alle ore 18:30

UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICOCRESCE IL GRADIMENTO

DELL�UTENZA

L�Amministrazione Comunale di Licata, volendosi confrontarecon �l�utenza�, ha organizzato un�indagine per misurare l�indice digradimento per quanto riguarda i servizi erogati dall�Ufficio U.R.P., direcente istituzione nonché il funzionamento della macchina comunalenel suo insieme.

Il campione è costituito da n. 118 elementi, esaminati in un perio-do che va dal 1° dicembre 2004 al 15 marzo 2005, per un totale di 70giorni utili su 14 settimane di rilevazione.

Dalla rilevazione statistica risulta il seguente profilo dell�utenza: 1) chi frequenta l�Ufficio U.R.P. in maggioranza ha un�età tra i 30

e i 50 anni ed è in possesso di un grado di istruzione medio-alto.2) la professione con più alta frequenza è quella di libero profes-

sionista, seguita dagli impiegati; la classe imprenditoriale è rappre-sentata soltanto dal 3% del campione e l�11% sono artigiani.

Per quanto concerne la cortesia del personale, il 76% del campio-ne ritiene che gli impiegati dell�Ufficio U.R.P. sono molto cortesi, adimostrazione che il modo di porsi è elemento prioritario per garanti-re una comunicazione �di lunga durata� con il cittadino-fruitore.

La professionalità e la competenza del personale viene giudicataeccellente dal 34% degli esaminati e ottima dal restante 37%.

Per quanto riguarda il ruolo e l�immagine del servizio, quest�ulti-ma, secondo i dati raccolti, risulta decisamente positiva ed evocamodernità e dinamismo. Segue con un valore di poco inferiore l�effi-cienza, l�organizzazione (23,7%), l�adeguatezza ai tempi e la ricettivi-tà dell�Ufficio U.R.P.

La valutazione sui servizi erogati dall�intera struttura comunale èsoddisfacente da parte del cittadino, che gradisce il funzionamentodella macchina comunale (23%), con apprezzamenti che testimonianouna soddisfazione che va oltre le aspettative.

In definitiva i dati dimostrano come l�Ufficio U.R.P. sia diventatoin breve tempo un vero punto di forza della struttura comunale e diriferimento per tutta la cittadinanza, raggiungendo grazie alla profes-sionalità e alla dedizione costante da parte del personale addetto risul-tati eccellenti in termini di efficienza e dinamismo.

L�assessore Fragapani esprime vivo compiacimento e rivolge unringraziamento al dirigente ed al personale dell�U.R.P. per i risultatidell�indagine sulla customer satisfaction, i quali sono inequivocabil-mente frutto di un�attività istituzionale svolta con grande impegno eprofessionalità.

L�Assessore all�Ufficio Relazioni con il PubblicoAvv. Giuseppe Fragapani

RICOPERTO L'ASSESSORATO VACANTE.RESTANO ANCORA DUE NUOVE POLTRONEDA ASSEGNARE

MATTEO RE È IL NUOVO ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI

Matteo Re, geometra, 55 anni, gravitante nell'area di "ProgettoLicata", è il nuovo assessore ai LL.PP. del nostro Comune.Subentra a Salvatore Miceli, già da un bel pezzo dimissionario, maha ricevuto dal sindaco Angelo Biondi, che lo ha nominato lo scor-so 23 maggio, deleghe diverse. Matteo Re (nella foto assieme alSindaco), infatti, ha avuto un assessorato con portafoglio e di gran-de spessore. Un colpo basso per l'Udc che si attendeva un segnaledi apertura da Biondi. Il nuovo assessore si occuperà di lavori pub-blici, impianti tecnologici, cimiteri, verde pubblico e depuratore,già amministrati dall'assessore Antonio Cellura che così si occupe-rà dell'Urbanistica, arredo urbano, Ced e Sit, programmazione epubblica istruzione. Il sindaco, che già aveva la delega alla cultura,ha avocato a se anche le deleghe delle finanze, bilancio e pesca cheprima appartenevano a Miceli.

A Biondi restano ancora due nuovi assessorati da assegnare perportare, dopo la modifica regolamentare, la giunta da otto a dieciassessori, anche se la situazione di assoluta precarietà delle finan-ze comunali non consente ulteriori aggravi di spesa per sostenerel'apparato politico ed amministrativo. Se Biondi dovesse responsa-bilmente, come ci auguriamo, congelare il numero degli assessoriad otto, all'Udc che continua a sperare nel recupero di visibilitàpolitica non resterebbe alcuna speranza.

Intanto il neo presidente del Consiglio Comunale AntonioVincenti, più tranquillo nel suo incarico dacché il Tar non ha con-cesso la sospensiva all'esecuzione della delibera di revoca dall'in-carico avanzata dall'ex presidente Domenico Cuttaia, si è decurta-to del 20% l'indennità di carica, in linea con la medesima decisio-ne già presa dal sindaco e dalla giunta, in ciò seguito dal vice pre-sidente del Consiglio Vincenzo Callea. Un simile atto di responsa-bilità ora si attende dagli altri 28 consiglieri comunali.

Page 3: La VedettaClaudio Morello, Ë stato aggredito all'ingresso ... Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata:un uomo che ha segnato il tempo (3^ parte) ... festi, spot televisivi

non si sono realizzate negli atticoncreti.

Non è questa la politica acui i cittadini Licatesi sono statiabituati dal ceto dirigente?

Non è questo il Paese in cuii capi delle amministrazionisostengono in pubblico le tesipiù assurde per attribuirsi meri-ti non loro: che è iniziato unmodo nuovo di governare, chela legalità e la trasparenza sonodi casa al Comune, che sonostate gettate le basi per il rilan-cio e il riscatto della città. Sipuò dire di tutto nei salotti dellanostra signora Maria che suTele Alfa ci regala piacevoliserate con i nostri amministra-tori, aiutandoci magari, nelladifficile digestione serale delletante cose indigeste che abbia-mo ingoiato.

Che tra i cittadini la pensinodiversamente non importa.

Lo si può dire. Tutto si puòdire nella nostra bella città diLicata.

Però aspettiamo il porto

PRIMO PIANOLa Vedetta - Luglio 2005 3

L�INTERESSAMENTO DI VINCENTI SEMBRA AVERE ACCELERATO I TEMPI PER LA RIAPERTURA

CHIESA DI SANT�ANGELO, MAI ESISTITA UN�ORDINANZA DI CHIUSURA

Oggi, sabato 2 luglio sono3.286 i giorni trascorsi dallachiusura della Chiesa del SantoPatrono di Licata, Sant'Angelo.

Ma chi ha ordinato di chiude-re la Chiesa?

Ricordiamo ai lettori che 9anni fa la Chiesa era retta daPadre Ernesto Lima coadiuvatoda Padre Casà, parroco dellaChiesa San Giuseppe MariaTomasi. I due un giorno si sonoaccorti che un pezzo di stucco siera staccato dalle mura, allorabanalmente presero le chiavi e leconsegnarono ... a chi? Da quelgiorno, 4 luglio 1996, la Chiesarimase chiusa al culto. Ma senzache nessuna ordinanza di chiusu-ra fosse stata emessa dal Comunedi Licata o da altri enti preposti.

Si legge nel quotidiano "LaSicilia" del 15.06.2005 a firmaGiuseppe Patti. "La speranza dipotere riaprire la Chiesa al cultoin tempi brevi è del Presidentedel Consiglio Comunale AngeloVincenti. La sua tesi è avallata dauna fonte autorevole, l'ispettoreonorario ai beni culturali dellacittà, Franco La Perna".

Segniamo un attimo il passo.Quindi la Chiesa non presentavanessun problema di staticità.Perché dopo i lavori alla voltacentrale, conclusisi nel 2001, nonvenne riaperta al culto?

"Nel prossimo mese di luglio- dichiara, in segno di sfida, l'avv.Gaetano Cardella - riaprirà ilsantuario di Sant'Angelo, martirecarmelitano patrono della città"(La Sicilia del 12.06.2005 afirma a.c.). L'avv. Cardella cherappresenta l'Associazione proapertura del santuario continua"Dal 1996, anno della chiusuradella chiesa ad oggi, nessun pre-posto ai dovuti controlli ha emes-so un'ordinanza di chiusura delSantuario. Sembra che qualcunovoglia prendere in giro i fedeli,mortificando i devoti diSant'Angelo, costretti a peregri-nare l'argentea urna che contienele reliquie in altre chiese.

Sarebbero già iniziati i lavori dipulizia che potrebbero conclu-dersi entro fine mese per consen-tire l'immediata riapertura delsacro luogo".

Forse questa presa di posizio-ne ha creato molti grattacapi achi dopo nove anni disilenzio/assenso stava vacillandosotto i colpi della dea verità.

Di chi le responsabilità dellachiusura della Chiesa delPatrono?

Don Sarino Celestri è ilCommissario ad omnia e legalerappresentante della Chiesa e delConvento di Sant'Angelo Martire(oggi adibito ad albergo?). Cosaha fatto in questi 3.286 giorniDon Sarino Celestri affinché laChiesa venisse riaperta? E' rima-sto impotente in balìa degli even-ti? Se è così rimetta nelle manidel Vescovo il suo incarico equest'ultimo nomini un prete,"non uno così così", come silegge in un giornale diocesano,ma uno che abbia voglia di cre-scere assieme alla comunità nellafede in Sant'Angelo e riavvicina-re il popolo al Santo Patrono.L'ultima generazione non sappia-mo fino a che punto conosce ilSanto Patrono di Licata. IlVescovo mandi a Licata un preteche non abbia conflitti d'interes-se. Un prete per la sola Chiesa diSant'Angelo. Poi se Dio vorrà,qualcuno se lo augura, potrannoarrivare i Carmelitani.

Chi ha interesse a tenere chiu-sa la Chiesa di Sant'Angelo? Nonpossiamo pensare che sia ilVescovo Monsignor Ferraro. Secosì non fosse dia le giuste dis-posizioni per la riapertura imme-diata della Chiesa.

Possono esserci altre personeche non vogliono l'apertura dellaChiesa di Sant'Angelo?

Qualcuno addita DonAntonio Castronovo. Noi credia-mo sarebbe felicissimo di farerientrare l'argentea urna nella suacasa naturale. Del restoSant'Angelo in Chiesa Madre

non sta bene. Chi di voi avendocasa propria andrebbe a stareospite in un'altra casa, sapendo dinon avere la libertà di ricevere ipropri amici, i "fedeli" amici?Ospiti per qualche giorno sì, poiil troppo storpia.

Qualche male informato fa ilnome di Padre Gaspare DiVincenzo. Lui cosa c'entra?Anzi, sarebbe felice del rientrodel Santo nella propria chiesa.Darebbe finalmente la possibilitàagli uomini di buona volontà disalire sul campanile a suonare lecampane a festa. Non vi pare?

Non abbiamo ben capitocome mai il Commissario adomnia e legale rappresentantedella Chiesa e del Convento di S.Angelo Martire, Don SarinoCelestri, dopo otto anni, proprionella fase più calda abbia revoca-to l'incarico al Sig. AngeloSchembri, volontario integerri-mo ed infaticabile, fautore dellacausa di Sant'Angelo. Bravo DonSarino Celestri che ha preso unadecisione. Giusta o sbagliata chesia. Ma, ahimè, non è quella difare riaprire la Chiesa, bensìquella, piuttosto facile, di revo-care l'incarico alla persona chepiù delle altre a Licata si è impe-gnato per la salvaguardia dellaChiesa di Sant'Angelo. Ma chiavrà voluto la testa di AngeloSchembri?

Ci sono troppe cose che nonvanno in tutta questa vicenda.L'Associazione Pro Sant'Angelominaccia di non portare in pro-cessione il Santo nella prossimaricorrenza del 5 maggio. Su LaSicilia del 04/06/2005, in un arti-colo firmato da AntonioCacciatore, Don AntonioCastronovo risponde così:"L'Associazione pro Sant'Angelonon è proprietaria delle Santereliquie, né tantomeno gestisce lafesta. Ritengo che i soci avrebbe-ro fatto meglio, prima di decide-re la protesta, a informarci inmaniera da dibattere insiemeeventuali iniziative mirate a rida-

re ai fedeli la riapertura del san-tuario". Scusi Don Antonio,come mai tutto questo tempo?Come mai non si è attivato primaper la riapertura della Chiesa?

L'Associazione pro aperturadella Chiesa di Sant'Angelo, rap-presentata dall'Avv. GaetanoCardella, nel frattempo pareabbia trasmesso, sicuramente èuna minaccia a quanti stentano amuoversi, un'informativa allaProcura della Repubblica, peraccertare se sussistano estremi direato nei confronti di eventualiresponsabili che non hanno con-sentito l'avvio dei lavori per lariapertura del Santuario.

Franco La Perna su La Siciliadel 15/06/2005 in un articolo afirma Giuseppe Patti, afferma"La chiesa ha bisogno di unapulizia generale e del ripristinodegli impianti elettrici, per pre-cauzione, dopo tutto questotempo di chiusura, sarebbe auspi-cabile inoltre, richiedere unnuovo certificato di staticitàdagli enti competenti".

Giorni prima il GruppoDevoti Sant'Angelo Martire, gui-dati da Angelo Schembri, avevaprovveduto alla pulizia generaledella Chiesa, alla disposizionedei banchi. Inoltre sono statespolverate le statue, i quadri, icandelabri. Si è provato l'impian-to elettrico, collegandolo provvi-soriamente a quello delConvento, e funziona alla perfe-zione. L'indomani alcune devoteavrebbero lavato i pavimenti perportarli a nuovo. Ma sciagurata-mente è arrivata la revoca dell'in-carico ad Angelo Schembri daparte di Don Sarino Celestri e ilritiro delle chiavi. Che ve nesembra? Si era quasi al punto diarrivo, la quasi apertura. Tac.Qualcosa non ha funzionato.L'ingranaggio si rompe. Ci sonodelle resistenze. Da parte di chi?

La vicenda diventa semprepiù un giallo. E il giallo va risol-to da chi sta in alto e tira le fila,sia esso il politico, in questo caso

il sig. Sindaco, sia essa la Chiesae allora a sciogliere l'enigmadeve essere Monsignor Ferraro.E qui ci viene in mente la vignet-ta che pubblicammo sul numerodi ottobre 2004. Quando ilVescovo diceva al SindacoBiondi, "A Licata dovete seguirela retta via e bussare alle portegiuste". Ma qualcuno ha bussatoalla porta del Vescovo? Noi cre-diamo di no. E allora è il momen-to di presentarsi, tutti assieme, isoggetti interessati alla causa diSant'Angelo, alla porta delVescovo e chiedere a MonsignorFerraro la riapertura delSantuario con decorrenza imme-diata.

L'amico Antonio Vincenti(sarà lui a bussare alla porta delVescovo?), Presidente delConsiglio Comunale, da noiintervistato il mese scorso, aparte, ci aveva promesso il mas-simo impegno per la riaperturadella Chiesa. "Faremo una confe-renza di servizi". Antonio è statodi parola. Il 23 giugno laConferenza di Servizi ha avutocorso. Presenti il CapoDipartimento Lavori PubbliciIng. Sala, il Capo DipartimentoUrbanistica Ing. Ortega, ilresponsabile Protezione CivileGeom. Cambiano e per il GenioCivile l'Ing. Giancone. Dopo unsopralluogo all'interno dellaChiesa è stato accertato che nonsussiste nessun problema staticonella struttura. L'unico puntodebole, e tutti lo sapevamo, nel-l'area dell'altare maggiore, dovesi è notato un avvallamento delpavimento nella zona presbiterà-le. Altro problema l'impiantoelettrico che dopo nove anni dichiusura dovrà essere ripristinatoa norma di sicurezza. Abbiamoavuto dal Presidente delConsiglio Comunale, AntonioVincenti le più ampie rassicura-zioni che si impegnerà al massi-mo delle sue forze per ottenere lariapertura della Chiesa in tempibrevi. Noi ci crediamo.

La Chiesa può essere riaperta.I restauri di alcuni ambienti, vedila sede della Confraternita, laCappella del Santo, l'altare mag-giore e piccoli ritocchi vari,potranno essere fatti con calmaanche con la Chiesa aperta alculto, isolando opportunamentegli ambienti interessati.Sappiamo che molti artigiani sisono resi volontari e che alcuniEnti sono disponibili a sponso-rizzare il restauro della Cappelladel Santo Patrono.

In definitiva, uniamoci tutti inun'unica forza, è l'invito che fac-ciamo, lasciando da parte le anti-patie reciproche, l'invidia, il pro-tagonismo dei singoli e portiamoa termine questa battaglia, chenon avrebbe motivo di esisteresolo se taluni fossero stati menonegligenti e strafottenti, comun-que ligi al proprio dovere e atten-ti alle esigenze del SantoPatrono. Speriamo di conosceretutta la verità, un giorno o l'altro,visto che ogni giorno si aggiun-gono sempre nuovi elementi allavicenda. A proposito di nuovielementi. L'Associazione ProApertura, rappresentata dall'Avv.Gaetano Cardella, ci ha fattosapere di avere inviato una lette-ra al Vescovo Mons. Ferraro, conla quale "chiede la nomina fin dasubito di Don AngeloPintacorona, quale reggente delSantuario".

Noi de La Vedetta, chevogliamo la riapertura dellaChiesa, siamo disponibili adospitare le eventuali testimonian-ze "firmate" che facciano cono-scere la verità alla città.Vogliamo solo ricordare cheSant'Angelo Martire è il SantoPatrono della nostra città e danove lunghissimi anni la suaChiesa è chiusa. Solo a Licatapoteva accadere una vicenda delgenere. Il Paese dei rassegnati.Che Sant'Angelo ci protegga neisecoli.

Angelo Carità

Mi avevano chiesto diintervenire sullachiusura della

"Chiesa Sant'Angelo". Ho pre-ferito non parlare della chiusu-ra della chiesa di Sant'Angeloda un punto di vista tecnico inquanto per le iniziative che hointrapreso in questi giorni(dopo tanti anni di misteriosisilenzi) potevo essere conside-rato "parte interessata" e, quin-di, non obiettivo nelle valuta-zioni. Da avvocato sono statointeressato a "risvegliare" lacoscienza di tanti nostri politicie funzionari disattenti; ho sicu-ramente disturbato il quietovivere di chi vede nella chiusu-ra del Santuario il modo comeun altro di parlare con i solitibla bla di uno dei tanti, deitroppi, problemi che interessa-no la nostra cittadina.

Ormai siamo abituati adascoltare i soliti discorsi, vaga-mente deliranti dei nostriamministratori; parlare a van-vera anche della chiusura dellaChiesa di Sant'Angelo, di direo disdire e soprattutto di attri-buirsi dei meriti fantasiosi dicome salvare la nostra Città oriuscire a capire i motivi della

chiusura della Chiesa del ns.Santo Patrono, è un modo difare populismo paesano. Già èun merito per qualche nostroamministratore attribuirsi ilmerito di aver scoperto -DOPO NOVE ANNI - che laChiesa è stata chiusa senzaalcuna ordinanza Sindacale.

Si scoprirà magari che lachiesa è stata chiusa quando,allora, uno dei preti del santua-rio prima di lasciare Licataaveva detto al Sagrestano:"L'ultimo ad uscire spenga laluce e chiuda la porta" - Quellaporta al culto non è stata mairiaperta!

E' certamente un modo sin-golare per chiudere un luogopubblico di culto, ma a Licata,per tante "cose" stravagantipossiamo fare scuola a molti.

Ormai siamo abituati all'i-strionismo egocentrico messoin atto da qualche politico pae-sano malgrado a Licata le cose,dopo le ultime elezioni ammi-nistrative sono rimaste più o

POPULISMO ALLA LICATESEdi Gaetano Cardella

meno le stesse: il degrado deinostri quartieri abbandonatialle erbacce e agli insetti; lasporcizia nelle strade; il fetoredel pesce congelato vendutocome fresco; l'estate con lespiagge sporche; l'acqua chearriva dopo venti giorni nellecase, il caos del traffico cittadi-no. Ma soprattutto, a due annidal tanto sospirato rinnovamen-to politico, sul tema del modonuovo di governare, che aprì leporte della città a tante "nuovee simpatiche facce", dopo l'eraSaito, che si raccolgono le vocipiù deluse sui primi anni dimandato: "Lo sviluppo e ilriscatto della Città? - dicono lagran parte della maggioranzache ha eletto la nuova classepolitica licatese - Ma se la verastravaganza di Licata è proprioche nessuno si avvede di questocambiamento". Figurarsi, dun-que, tra i cittadini: " E' stata undelusione - Ci aspettavamoqualcosa di più - Si è visto pocogioco di squadra - II Polo della

Libertà è scomparso a Licata -La coalizione del Centro Destraè un lontano ricordo nei pensie-ri di Berlusconi e della sua"casa comune". A Licata esistesolo la coalizione del partitodei neofascisti di Fini e diAlmirante cioè dei nostalgici diMussolini, magari con l'ag-giunta di pezzi della cosiddettasinistra tecnica; però sempreper "il bene di Licata", percome ci raccomanda di ricorda-re qualcuno dei nostri politicicolpiti da folgorante trasformi-smo.

Ma ritorniamo al populi-smo. Ormai per finire sulla cro-naca bisogna inventarsele tutte.Berlusconi ci dice di aver otte-nuto l'autorità per la sicurezzaalimentare a Parma rispolve-rando le sue doti di Play Boyper sedurre la presidenteFilandese. A Licata per finiresulle cronache locali bisognaparlare o dei tanti problemi cheoffendono la nostra città o dellebuone promesse elettorali che

turistico che ci risolverà tutti inostri problemi.

Ma siamo sicuri che nonsarà l'ennesima cattedrale neldeserto per come è già successoper Roccella - Reggio -Diamante - tutti paesi dellaCosta Calabra? Secondo "ItaliaNavigando" - una società diSviluppo Italia - impegnatanella realizzazione di nr. 50approdi turistici in tutta laPenisola, ha stimato che nel2011 il 54% dei posti barca incostruzione resterà inutilizzato.

Chiediamo ai nostri ammi-nistratori: E' stato fatto uno stu-dio? Risulta valutato il raffron-to tra offerta preventiva edomanda dei posti barca da rea-lizzare a Licata?

Ormai di tante incompiute acui siamo stati abituati siamostanchi. Vorremmo non anno-verare il porto turistico "Caladel sole" tra le incompiute dellanostra città.

Lasciateci vivere nella cer-tezza delle tante cose che nonabbiamo. Almeno su quellosappiamo di avere dati inoppu-gnabili.

Per il resto siamo ormai ras-segnati a vivere di sogni.

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La Vedetta - Luglio 20054 LE NOSTRE INTERVISTE

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PORTO TURISTICO �MARINA CALA DEL SOLE - L�APPRODO DI FINTHIA� - NOSTRA ESCLUSIVA INTERVISTA ALL�AMMINISTRATOREDELLA SOCIETÀ �INIZIATIVE IMMOBILIARI S.R.L.� GEOM. LUIGI GERACI DOPO IL VIA DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE

AD OTTOBRE L�INIZIO DEI LAVORI DEL PORTO TURISTICO

A meno di un cataclisma, larealizzazione del porto turistico"Marina Cala del Sole -L'approdo di Finthia - è questala denominazione completascelta dai promotori - ad operadella Iniziative ImmobiliariS.r.l., di cui è amministratoreLuigi Geraci, è da considerareuna prossima realtà. Il 24 mag-gio scorso, infatti, nel corsodella Conferenza di Serviziopresso lo Sportello Unico per leAttività Produttive del Comunedi Licata, si è preso atto di tutti ipareri acquisiti e si è approvatoil progetto definitivo, giunto altermine di un lungo e tortuosoiter burocratico, non privo diimprevisti e difficoltà che, incerti momenti, soprattutto tra lagente comune, lasciavano trape-lare un senso di pessimismo e diallarmismo, temendo lo svaniredell'ennesima possibilità diriscatto e di sviluppo socio -economico della città.

Per saperne di più sui tempidi realizzazione e sul progetto,abbiamo avvicinato l'ammini-stratore unico della società cheha predisposto il progetto, LuigiGeraci che dell'argomento, tral'altro, ha avuto modo di parlareanche sabato, 18 giugno, nelcorso di una manifestazioneindetta dalla F.I.D.A.P.A. diLicata e tenutasi presso la salaconvegni del Convento delCarmine.

Ingegnere Geraci, ancheper sgomberare il campo davoci, che a volte si sono rivela-te infondate, alla luce dell'av-venuta approvazione del pro-getto definitivo, quandoavranno inizio i lavori di rea-lizzazione dell'opera?

L'inizio dei lavori è previstoper i primi giorni del prossimomese di ottobre. Non è possibileanticipare questi tempi, per duemotivi. Il primo è legato al fattoche gli attuali gestori degliimpianti balneari e locali esi-stenti sulla spiaggia dellaGiummarella, che è il sito dovesorgerà il porto turistico"Marina Cala del Sole", sono inpossesso di concessione dema-niale marittima sino al 30 set-tembre. Il secondo è legato aqualche problema derivante dalfatto che abbiamo chiesto unaconcessione demaniale di 99anni, per poter ammortizzare almeglio gli ingenti investimentiprevisti per la realizzazione del-l'opera, e nel contempo siamo inattesa dell'arrivo della conces-sione edilizia che il Comunedovrà rilasciare e che, per inci-

a cura di Antonio F. Morello

so, non poteva fare prima dellaconferenza di servizio del 24maggio scorso.

Da dove è nata l'idea direalizzare un porto turisticoproprio nella nostra città?

La nostra scelta è caduta suLicata per tutta una serie di con-siderazioni, per prima cosa,avendo valutato la sua posizionegeografica, che vede la città col-locata al centro della costa meri-dionale dell'Isola. Una posizio-ne che abbiamo ritenuto ideale,in quanto Licata si trova sulladirettrice Spagna - Grecia -Turchia, che è molto seguita daidiportisti internazionali, e rap-presenta un ideale scalo inter-medio anche per i porti del NordAfrica. Una seconda considera-zione è quella legata alle distan-ze tra Licata - Malta eLampedusa, che è inferiorerispetto a quella di PortoEmpedocle con le citate isole.Poi, secondo quanto riportatoanche in una dispensa cheabbiamo distribuito, c'è ancheuna considerazione di naturatecnica, che è quella relativa alfatto che nella darsena dellaGiummarella esistono già tuttele opere di difesa e protezionedal mare. Altra considerazionenon di secondaria importanza,soprattutto per la città: il fattoche la darsena e le aree dema-niali da interessare sono conti-gue con il centro storico diLicata che, nonostante le caren-ze, presenta pur sempre interes-santi espressioni del Baroccosiciliano. Questa contiguità con-sentirà anche di fare fruire ilprogettato centro commercialeall'interno del porto turistico,non solo ai dipartisti ma all'inte-ra comunità licatese, costituen-do una grande opportunità eco-nomica generale per la città. Edancora il fatto di potere offrire ilresidence alberghiero e le cabi-ne sul mare, con spiaggia priva-ta, contribuirà a valorizzareLicata anche dal punto di vistaturistico - balneare e diportisti-co. Ma una delle più importanticonsiderazioni che hanno accen-trato la mia attenzione su Licata,è legata alla sua storia, ed inmodo particolare a quella relati-va all'inizio del secolo scorso,dalla quale ho dedotto la capaci-tà del popolo licatese di autofi-nanziarsi, quando ce ne è stato ilbisogno, per realizzare da soli ilporto da cui è venuto fuori tuttoquel benessere che ha indotto laborghesia locale ad investireanche nel settore edilizio dandovita a quelle splendide ville

Liberty, che ancora oggi, costi-tuiscono una delle attrattiveprincipali di questa città.Serenamente, possiamo dire chela bellezza ancora sconosciutadella costa licatese, della collinadi Monserrato con le sue villeLiberty, le masserie abbandona-te e semidirute nell'agro circo-stante, i resti archeologici del-l'antica Finthia (da cui il nomedato all'approdo) parte dei qualisono ancora da riportare allaluce, sono tutti elementi aggiun-tivi che ci hanno indotto adinvestire su Licata.

Sinteticamente, vuole rin-frescarci la memoria, illu-strandoci nuovamente il pro-getto, di cui, tra l'altro, inoccasione della conferenza diservizio del 24 maggio scorso,è stato anche esposto un pla-stico?

Il progetto - ci spiega Geraci- sarà realizzato su una superfi-cie complessiva di 490.000metri quadrati, di cui 235.00 aterra ed oltre 255.000 interessalo specchio d'acqua. La struttu-ra, a regime, sarà in grado diospitare complessivamente1.559 barche di varie grandezza,ivi comprese natanti da 50metri. E' prevista la realizzazio-ne di edifici da destinare a can-tiere nautico, officine, e desani-lizzazione ed uffici. A propositodi desalinizzazione e depurazio-ne, il nostro impianto sarà ingrado di produrre acqua potabi-le per i fabbisogni dell'interastruttura ma anche in quantità dapoterne cedere in parte alComune, previo accordo, perlenire in parte i fabbisogni dellacollettività licatese.Proseguendo nella descrizione,c'è da dire che il progetto preve-de la realizzazione delle struttu-re nautiche, quali alaggio, varo,

torre di controllo, rimessaggio,rifornimento carburanti, ecc); larealizzazione di un moderno edattrezzato centro servizi e com-merciali. Ed ancora l'attrezzatu-ra della banchina di riva conpiscina, campi da tennis, beachvolley, mini golf, solarium, unanfiteatro con 480 posti a sede-re, ristorante e snack bar; la rea-lizzazione di 222 box per autoed attrezzature nautiche, di par-cheggi per 850 autovetture, di276 cabine marittime, di unabeauty-farm e di un fitness cen-ter, di una torre residence, di unaspiaggia privata attrezzata, diuna discoteca sulla estremitàdella diga foranea e raggiungibi-le con vaporetti. Da quanto bre-vemente esposto, si evince chia-ramente che si tratta di unastruttura all'avanguardia, cheavrà la possibilità di offrire aidiportisti tutti i servizi necessarie a prezzi competitivi. Forze, aregime, sarà il più grande portoturistico di tutto il mediterraneo,e realizzato in modo da noncreare soltanto pochi posti dilavoro per coloro i quali trove-ranno un'occupazione direttaall'interno del porto turistico,ma anche capace di incentivarele attività collaterali. Un investi-mento di tale portata non puòlimitarsi soltanto ai beneficidiretti, ma deve servire da sti-molo per sviluppo di tutto il ter-ritorio di Licata e delle zonelimitrofe. E perché ciò avvengaoccorre anche creare tutti i pre-supposti per fare di Licata unacittà accogliente, dove si prati-chi una saggia politica dei prez-zi per attirare e fare restare ivisitatori; creare i presuppostiper una città ordinata; per unacittà che applichi il piano deicolori, che sappia rendere godi-bili, anche dal punto di vista

visivo i muri delle ville dellacollina licatese, realizzandolicon pietra viva e arricchendolidi fiori, pietra. Non solo, mabisogna abbinare al porto turisti-co anche la creazione del mar-chio doc per qualche prodottotipico locale, quale ad esempiopotrebbe essere il melone canta-lupo, e concordare con laSovrintendenza l'organizzazio-ne di una settimana archeologi-ca a Licata, a livello regionale,per attirare in loco gruppi di 15- 20 persone per volta. Perché ilporto turistico possa essere unavera ricchezza per tutta quantala città, è necessario che l'interacittà si mobiliti, mettendo inpratica la cultura dell'accoglien-za, dell'ospitalità, tutte doti chegià i licatesi, che ormai ho avutomodo di conoscere, tanto dapotermi definire anch'io un lica-tese d'adozione, posseggono".

Entrando un po' nel detta-glio dei lavori, in che modiverranno eseguiti ed in quantotempo?

Già in passato ho avutomodo di dire più volte che l'inte-ro progetto verrà realizzato intre lotti. Una volta avuto il discoverde, come speriamo ormai,entro i primi di ottobre daremomaterialmente inizio ai lavoridel primo lotto, la cui durataprevista è di 24 mesi. Questoprimo lotto prevede il dragaggiodel bacino, la realizzazionedelle opere di difesa per l'acces-so al porto; la costruzione dellabanchina di riva con tutte leinfrastrutture sportive e ludichein essa previste; il centro servizie commerciale; le prime 68cabine marittime/residenziali,con la spiaggia privata, le ban-chine mobili per l'attracco di500 barche. Già la realizzazionedi questo primo lotto funziona-

le, unitamente alla piscina eall'anfiteatro sulla banchina diriva, degli impianti sportivi edel verde, sarà possibile renderevisibile la parte principale edautonoma dell'intero progetto".

Nel progetto, per quantoriguarda la realizzazione gli altridue lotti successivi, così testual-mente si legge: "Pertanto, la rea-lizzazione dei successivi duelotti funzionali verrà cantieratadopo la messa in esercizio delprimo lotto autonomo ed in rela-zione al successo che lo stessoincontrerà da parte degli amantidel mare e della nautica dadiporto".

Questa, in sintesi, la situa-zione in cui si trova al momen-to, e le prospettive, o per megliodire, anche le speranze del grup-po Geraci, che ha avviato l'ini-ziativa per la realizzazione delporto turistico " Marina di Caladel Sole - L'Approdo diFinthia", con un'interessantecollegamento alla storia dellanostra città, il cui sviluppo, pra-ticamente, è da sempre statolegato alle sorti del suo porto: loera stato ai tempi dei romani,costituendo il "caricatore dilocata", il naturale approdo incui attraccavano le navi romaneper essere caricate del granoproveniente dalla Sicilia peressere portato a Roma; lo erastato all'inizio del secolo scorso,con i tanti bastimenti carichi dizolfo e di altro materiale in par-tenza ed in arrivo. Chissà, chenon lo sia nuovamente in futuroper il rilancio socio - economicodella nostra città. Ma, così comeha chiaramente dichiarato l'am-ministratore unico dellaIniziative Immobiliari S.r.l.Luigi Geraci, ognuno di noi, dalprimo al più umile dei cittadini,deve fare la propria parte.

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Poeti di casa nostra

Odiar vorrei

Odiar vorreiSe il sapessi farlo,ma se ben cercoentro questo cuorenull�altro vi leggoche ... dolore.

Maria Cannarella di Scuderi

Nella foto sopra il Geom.Luigi Geraci; a destra parti-colare del plastico del portoturistico che dovrà nascere

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ATTUALITÀ 5La Vedetta - Luglio 2005

SPAZIOCANTAVENERA

Lettera aperta al sig. prefetto di Agrigento

Con nota raccomandata A.r. dell'undici corrente, sette consigliericomunali, componenti il civico consesso di Licata, hanno indirizzatouna lettera all'Assessore Regionale alla famiglia e alle politiche socia-li on. Stancanelli.

Chiedono una ispezione presso l'ente comune per accertare "irre-golarità continuate nell'azione amministrativa" della giunta Biondi.

I sette nella premessa scrivono che l'amministrazione comunale diLicata, probabilmente, è votata alla reiterata violazione delle leggi,giacché, non esistendo alcun controllo esterno, si sente sicura di nonpotere essere "toccata", cosciente di fare parte di una repubblica a sé.

I controlli interni sembrano peraltro addomesticati e per nulla ope-rativi per quanto concerne il rispetto delle norme ed il contenuto e laqualità del lavoro. Infatti il nucleo di valutazione dei dirigenti, ilnucleo di valutazione generale ed il collegio dei revisori dei conti, seb-bene organi che comportano spese assai rilevanti per il comune, nondimostrano il giusto equilibrio tra spesa e il loro operato, che risultadel tutto episodico e di scarsissima rilevanza e molte volte inesisten-te, o perché non viene attivato neanche quando é previsto dalla leggeo perché manca l'iniziativa degli stessi organismi di controllo interno.

In conclusione i suddetti consiglieri appartenenti ad An, Fi, Udc,Udeur invocano l'intervento sostitutivo dell'assessore regionaleStancanelli in quanto gravi e reiterati sarebbero le irregolarità com-messe dall'amministrazione Biondi., che in tutte le circostanze pub-bliche fa sfoggio di legalità e trasparenza.

Si ritiene indispensabile l'intervento del sig. Prefetto perché proce-da ad appositi accertamenti e, se del caso, provveda alla sospensioneod alla rimozione del sindaco. Licata, 31/05/2005

Rag. Domenico Cantavenera

Illustrissimo Direttore,sono un vostro abbonato da più di 15 anni.

Ricevo con piacere La Vedetta mensilmente, anchese le Poste ultimamente giocano brutti scherzi; lodivoro con passione e lo conservo gelosamente.Complimenti per ciò che fate, La Vedetta ci per-mette di stare vicini alla nostra città.

Vengo una volta l'anno a Licata, per lo più nelmese di maggio e per un mese intero. A Licata houna casa ben rifinita nel quartiere Marina checustodisco gelosamente. Pensi, mia moglie, lom-barda, non viene giù in estate perchè ha paura chemanchi l'acqua. Sarà così anche quest'anno?Comunque sia non la biasimo.

Quando scendo ne approfitto per fare i bagninella mia spiaggia preferita "o Sopo" e mi sposto inbici con molto piacere, solo così riesco a perlustra-re Licata in lungo e in largo.

Perciò, passati i primi giorni, diciamo diambientamento, a poco a poco ho visto solo cosenegative, così come voi in maniera cruda scriveteogni fine estate, mai una cosa positiva a parte lanovità delle strisce bianche e blu, rispettate quasida nessuno. Quasi nessuno regola il disco orarioper le bianche e pochi espongono il ticket sul cru-scotto per le macchine in sosta nelle strisce blu. Machi deve fare i controlli a tappeto? Perché non farerispettare il regolamento? Poi, quanti ragazzi allaguida dei motorini senza casco.

La cosa che mi ha disgustato di più è la pavi-mentazione del quartiere Marina. Ma come si fa asostituire le famose basole, con queste misere pie-tre, in gran parte spaccate e male incollate, che giàsi muovono? Noto inoltre che mancano le rifinitu-re a ridosso degli angoli e dei marciapiedi. Nessuncontrollo di qualità dei lavori a cui dovrebbesovrintendere l'Ufficio Tecnico del Comune.

Il quartiere Marina è tenuto sporchissimo, man-cano i cassonetti ed inoltre quasi tutte le famigliefanno scendere dai balconi, lasciandoli appesi isacchetti dell'immondizia. Uno spettacolo indegno.Così si vuole valorizzare il centro storico? Così sivuole fare turismo?

Prendo la bici e mi sposto al porto dove pensodi prendere un pò d'ossigeno e mi dirigo al Cuoredi Gesù. Non l'avessi mai fatto. Nella secca vi è unavera e propria discarica oltre ad una puzza intolle-rabile. Sfido gli amministratori del Comune a fareun sopraluogo.

Il mio giro continua in mezzo ad un traffico dis-ordinato. Nessuno rispetta le precedenze. Arrivoalla Playa attraverso il Fondachello. Questa è unastrada piena di buche. La Playa è sporchissima, imarciapiedi pieni di erbacce, le traverse prive tal-volta del nome della via. Mi dicono che c'è un lidobalneare di cui uno dei proprietari è il Sindaco diLicata. Mi chiedo se il Sindaco per arrivare al Lidofaccia la stessa strada e come fa a non accorgersi ditali disfunzioni.

Al ritorno prendo la via che costeggia la ferro-via, pare si chiami via Due Rocche. Ragazzi, lette-ralmente una discarica pubblica. Vi si trova di tutto,dai divani, ai frigoriferi, immondizia di vario gene-re. Anche qui credo che bisognerebbe pulire beneper una questione di immagine. Se non mi credetefate pure un giro a piedi o in bici. In macchina tantecose non si vedono molto bene.

Mi immetto sul rettifilo Garibaldi e vi trovo undisordine totale, con macchine parcheggiate induplice fila a destra e a sinistra a ridosso dei tantis-simi bar e vicino al ponte. In mezzo a tutto questodisordine non ho visto vigili.

Curioso di vedere il nuovo ponte mi immettosulla via Salso, noto con piacere che alcune abita-zioni sono state ben rifinite e danno decoro alluogo, ma altre sono prive del prospetto. Con fati-ca percorro il ponte essendo in salita, noto strana-mente che molti bulloni delle cerniere a terra sonolenti o mancanti. Chi provvede alla manutenzione?

Prendo per via Mazzini e per la via F. ReCapriata, vale quanto detto per il RettifiloGaribaldi, il disordine è incredibile. Anche quimancano i vigili.

Camminando in bici ho sentito nell'aria unapuzza insopportabile, sono i cassonetti lasciatiaperti e mai lavati, mi riferiscono. Suggerireiall'Assessore alla Nettezza Urbana a provvedere,sarebbe un punto a suo favore.

E' ancora mattina e decido di andare al mare aMarianello e da lì al "Sopo". E' venerdì 3 giugno,l'estate sta per arrivare. In altri luoghi d'Italia hannoprovveduto all'allestimento dei lidi, alla puliziadegli arenili ed a tutto il resto a cominciare dalmese di aprile. Mi sono accorto che ancora nessu-na pulizia è stata fatta, almeno così mi pare di averecapito dallo stato delle cose. Ho notato un cartellodove si legge del divieto di balneazione. Chiedo aqualcuno che è li vicino. Mi sento rispondere "ètutta la spiaggia nelle stesse condizioni".Comunque io mi allontano, lontanissimo. Pare chesulla spiaggia si riversino gli scoli dei cimiteri. Madirettore, è una cosa vera ciò che mi si dice?Proprio da terzo mondo. Chiedo, ma come mai laspiaggia è così sporca? "Si aspetta che lo faccia laProvincia" è la risposta. Ma siamo matti? E' inac-cettabile tutto questo.

Sabato 4 giugno. Il dovere mi chiama. Comprodei fiori ed a piedi mi dirigo verso il cimitero, quel-lo dei Cappuccini. E' una bellissima giornata. Vidirò, sono andato per far vista ai miei genitori, giàdefunti da qualche anno. Mentre facevo la stradami sento stringere un nodo alla gola. Tantissimi i

ricordi che mi venivano in mente: la mia infanzia,il quartiere di Santa Maria, Pompei, San Paolo, ilCastel Sant'Angelo e Monserrato e gli amici che miaccompagnavano in queste lunghe avventure.Eppoi il pensiero ai miei genitori che non godonodel rispetto e del silenzio proprio nel luogo chedovrebbe essere di contemplazione e di preghiera.Quanta gente a parlare in modo sguaiato, come i"strafalari" o "curtigliari", intenti a parlare di tuttotranne che pregare. Vergognoso. Eppoi tantedenunce verbali sul furto di fiori dalle tombe. Macome è possibile rubare i fiori ai morti? Una signo-ra anziana piangendo mi diceva "vengo due volte lasettimana, compro sempre i fiori, la pensione mibasta appena e poi mi accorgo che qualcuno se lifrega". Dico io alla signora, ne è sicura? Ed allorachiama altre persone a testimoniare: "sì, é vero!".

Bisogna mettere degli annunci nei cimiteri pre-gando i visitatori di mantenere un contegno digni-toso.

La cosa comunque che più mi ha colpito era l'e-norme massa di immondizia accatastata in tutto ilcimitero. In genere questi sacchi neri non dovreb-bero essere lasciati in vista. Bisognerebbe ritirarlinelle prime ore della mattina. Spero che sia un casosporadico o addirittura singolo. La gente non puòassistere a questi spettacoli indecorosi.

Le mie passeggiate per Licata continuano, vadoalla Giummarella dove dovrà sorgere il PortoTuristico, me lo auguro. Ma per ora vi è un lido chesorge su una pianura di immondizia, inoltre laspiaggia è piena di erbacce e forse priva di serviziigienici. Ma come si fa ad andare in quella spiaggiae fare il bagno in quel mare?

Vado al Dino Liotta, dalla tribuna osservo l'alle-namento del Licata Calcio, ma ciò che noto condispiacere è la mancanza di erba. Ma come si fa anon avere l'erba in questo stadio? Un altro rispon-de. "La colpa è della siccità e delle molte squadreche ci giocano".

Ma c'è una risposta pronta a tutto. C'è rassegna-zione. E' così bisogna accettarlo. E' questo l'atteg-giamento dei miei concittadini nel 2005?

La cosa che mi lascia interdetto è la chiusuradella Chiesa di Sant'Angelo. Alcuni mi dicono chetante persone si stanno prodigando per la riapertu-ra. Io rispondo che non è possibile. Non sarebberovolati via 9 anni. La piazza in mano a tanti mani-goldi. Mi chiedo se sia possibile che un Sindaconon abbia l'autorità e la capacità per fare riaprire laChiesa? C'è qualcuno che regge questa Chiesa? Seè sì, scusate, è un incapace. Rimetta il suo incariconelle mani del Vescovo e faccia nominare qualcuno

che la chiesa ce l'abbia a cuore.Non parlo degli alberi del centro storico. Dico

solo che ci vuole gusto ma anche rispetto per chicento anni fa pensò di piantarli per dare un decoroalla città.

In Piazza Elena manca addirittura l'insegnatoponomastica.

La sera mi azzardo a passare dalla PiazzaSant'Angelo, volevo vederla illuminata, ma è inmano a tanti giovincelli che non danno spazio aipassanti. Piazza Sant'angelo dovrebbe essere unodei salotti di Licata.

La domenica sera vado a messa. In una chiesadel centro. Non l'avessi mai fatto. La gente tutto fatranne che seguire la Santa Messa. E bisbiglia, esparla e tossisce e gesticola. Ma insomma anche ipreti devono richiamare all'ordine.

Ma io licatese purosangue come faccio a stupir-mi di tutte queste cose? Al Nord, dove risiedo conmia moglie ed i miei figli, tutto funziona alla per-fezione, anzi. Quando sono lì penso a venire giù,dove penso al passato che fu, l'infanzia, la scuola,gli amici tutti intellettuali e tutti ai margini dellapolitica, nessuno ha responsabilità di governo.Tutti s'accontentano di stare bene dentro casa, coiloro congiunti. Chiusa la porta non gliene freganiente di ciò che succede all'esterno. Ma cosìfacendo non si potrà migliorare nulla. Fate qualco-sa per il futuro dei vostri figli e dei vostri nipoti.Accetti le mie scuse caro direttore per lo sfogo.Faccia di questa mia ciò che vuole. Se la ritienevalida la pubblichi. In questo caso La prego di met-tere solo le iniziali.

Lettera firmata G.M.Genova

Lettere al direttore

A spasso per Licata

LEADERSHIP E PRIMARIE A LICATAportò i padri a darci laCostituzione repubblicana,potrà esistere.

Infatti, Romano Prodi nonha da sfidare nessuno né ArturoParisi deve conservare risenti-menti nei confronti di Rutelli.

Anche a Licata qualcuno siera schierato con Prodi e qual-che altro con Rutelli.

Ma, raggiunta la pax, a fartemere la tenuta dell'Unionesaranno piuttosto le primarie.

Diversi leader di partitoscenderanno in campo:Bertinotti, Di Pietro, PecoraroScanio ecc..

Le primarie vanno bene inaltre democrazie occidentali,dove è ben sperimentato l'uti-lizzo delle primarie e a concor-rere sono uomini dello stessopartito.

Io o chi milita inRifondazione Comunista oppu-re nei Comunisti Italiani, chivoterò?

E, comunque, dovrò ascolta-re i contendenti che esponganoi loro programmi, c'è e ci deve

essere una sorta di sfida tra icontendenti e non andrò a vota-re�chi?

Quali diversità ci sono traBertinotti e Romano Prodi?

Ed allora, fino a quando nonsi matura una salda coalizione,oppure un partito unico, cosamolto difficile ad avverarsi,siano i Segretari (che certamen-te si esprimeranno per comedeciso dalle segreterie) a sce-gliere il leader.

E' buffo dire Romano non sitocca e poi andare alle prima-rie, anche se volute dallo stessoProfessore.

Sia ben chiaro che nonrinunzio ad un atto di democra-zia, ad una delle libertà, ma lademocrazia e la libertà per cosìcome stanno le cose mi induco-no a dare mandato ai segretaridi partito.

E se si dovessero fare le pri-marie a Licata, se si dovessescegliere un leader per l'Unionea Licata, chi scenderebbe incampo?

Non è poi da scartare l'idea

della formazione di un "Grandecentro": vedo che l'UDC soffrenella Casa delle Libertà, cosìcome l'Udeur, gran parte dellaMargherita ed altri partiti delcentro sinistra nell'Unione.

Tre poli in competizionedarebbero una più stabilità alPaese, in ogni caso, bisognastare attenti alla Circe-Berlusconi.

Il suo invito alla Margheritaè pericoloso.

Ma fino a quando esistono idue poli bisogna saper coesiste-re e superare ogni ostacolo chealtrimenti porterebbe a sconfit-ta sicura.

A livello nazionale esisteuna certa dialettica nel superarei vari ostacoli, le incomprensio-ni, a puntellare l'Ulivo el'Unione, a Licata, invece, nonè necessario, si è molto uniti, sistilano da tempo programmiassieme, si organizzano mani-festazioni, dibattiti, confrontitelevisivi col Sindaco, ci crede-te?

A Licata tutto va bene, com-

presa l'opposizione alla Giuntacapitanata dal Sindaco AngeloBiondi.

Infatti, i licatesi hannoavvertito il messaggiodell'Unione cittadina e sonoquasi in rivolta contro ilSindaco Angelo Biondi e nonperché nella Sua unica relazio-ne ha dichiarato che "IlComune di Licata allo stato difatto offre tutte le caratteristi-che delle zone più depresse delMezzogiorno".

Nella seconda relazione il

Sindaco indicherà Licata fra le

Città più vivibili del Sud, fra

quelle più prosperose e cultu-

ralmente avanzate, cosicché

può dire di aver realizzato

parte del Suo programma pre-

sentato ai cittadini prima delle

elezioni: i consiglieri dell'op-

posizione non hanno di che

lamentarsi.

In fondo il Sindaco li ha

sempre invitati a confrontarsi e

a volte richiamati perché privi

di idee.

Giuseppe Glicerio

Continua dalla prima pagina

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6 ATTUALITÀ La Vedetta - Luglio 2005

strumento che ti consente dinon pagare per il male che haicommesso, di essere rimessoun libertà e di ricominciare dacapo, uno strumento, unita-mente al rito abbreviato, alquale i giudici dovrebberoricorrere in via eccezionale,ma che invece è diventata lavia ordinaria della Giustiziaitaliana che diventa, purtroppo,sempre più premiante per dis-onesti e delinquenti e spessousa la mano pesante per chidisgraziatamente per errore oper ingenuità è caduto nellatrappola.

Un quadro davvero preoc-cupante. A Licata si sono per-messi di bruciare le auto priva-te dei Carabinieri, di lanciare,in piazza Sant'Angelo, botti-glie di birra all'indirizzo di unamacchina di servizio dellaBenemerita, di inseguire e ten-tare di linciare un poliziotto inborghese, che attraversava lapiazza intitolata al Santo patro-no, che per sua fortuna èriuscito a barricarsi in una vici-na pizzeria in attesa di rinforzi.A Licata è stato commesso l'ef-ferato delitto di Angelo Ajola.Nella nostra città, che qualchedisilluso e cieco amministrato-re aveva definito come un'isolafelice, è stata scoperta una atti-vissima cellula mafiosa.

Cosa sta accadendo aLicata? Sembrerebbe all'appa-renza un'isola tranquilla, turba-ta solo dal rumore assordantedei motorini in mano ad incivi-li giovinastri, molti apparte-nenti a tutti gli ordini di scuo-la. Una città spopolata, ravvi-vata un po' solo dallo strusciodel sabato sera e della domeni-ca, una città abbandonata dallemigliori energie, anche esoprattutto intellettuali,costrette ad andare fuori a cer-carsi un lavoro, consapevoliche non serve aggredire unamministratore per averlosotto casa. La chiesa urla que-sti problemi durante le omelie,la scuola ci sembra rassegnata,demotivata ed estranea e forseanche incapace di avvertirequesti fenomeni. La famigliagià da un pezzo vive le suecrisi anche a Licata. Non esistepiù lo stereotipo della "fami-glia siciliana salda e unita". E'un mito che appartiene al pas-sato, sempre che realmente siamai esistita. E ormai a Licatanon ci sono più età per abban-donare il coniuge e i figli perpassare da un letto all'altro.Aumenta così giorno dopogiorno la schiera dei figli deiseparati che portano il loro dis-agio tra i gruppi, nelle piazze.

Come rimediare a tutto ciò?Saranno sufficienti le dodicitelecamere che l'amministra-zione comunale, investendoben 39 mila euro, d'intesa conle forze di polizia, sta facendocollocare nei luoghi più strate-gici di Licata? Sarà raccoltofino in fondo l'invito fatto dalprefetto il 14 febbraio scorsonel corso della riunione delComitato provinciale per lasicurezza e per l'ordine pubbli-co per mettere sul chi vive chi

ha scelto di vivere contro lalegge? Certamente è un passoavanti l'iniziativa del sindacoBiondi di creare a Licatal'Associazione antiracket edantiusura. Ma se la risposta daparte delle categorie interessa-te è quella data nel corso del-l'incontro convocato inComune lo scorso 26 maggio,date le tante assenze, ci lasciaun po' perplessi. Si spera cheall'incontro fissato per l'8 giu-gno a rispondere all'invitosaranno più numerosi, ancheperché se le assenze dovesseropersistere sarebbe evidente lostato di debolezza da partedelle Istituzioni. Un fattonuovo e positivo certamente èanche la decisione del sindacoBiondi di costituirsi parte civi-le in nome e per conto dellacittà per salvaguardarne l'im-magine e il nome nei processiche si andranno a celebrarecontro la criminalità mafiosalicatese.

Purtroppo, questi grossi epreoccupanti problemi dallicatese sono vissuti con moltaindifferenza. Ognuno bada alproprio orticello, dei problemidegli altri e della città poco siinteressano. Ed è questo atteg-giamento, coniugato dai mala-vitosi come esplicita debolez-za, che il Centro 3 P ritorna acondannare quasi periodica-mente in piazza e l'ha fattoancora lo scorso 28 maggiocon un incontro in piazzaElena per censurare appuntol'indifferenza dei Licatesidavanti ai fatti più criminosi,l'ultimo in ordine di tempo èquello della ragazzina di appe-na 13 anni salvata da una over-dose, fortunata rispetto allasorte che era toccata qualchesettimana prima ad un giovaneoperaio che per lo stesso moti-vo era rimasto ucciso. Gli attidi violenza, gli attentati - silegge nel documento distribui-to dal Centro 3P - stannodiventando una normalità dicui quasi nessuno si accorgepiù. Disagio, droga, alcool,risse sono ormai diventate lanormalità.

Questa apatia, questa indif-ferenza diffusa, questa ingiu-stificata rassegnazione ver-ghiana, questa passiva accetta-zione di qualsiasi fenomenodeviante deve preoccupare chiha responsabilità dirette.D'altronde il Licatese così sicomporta davanti a qualsiasiproblema che investe la nostracomunità. Urla per la crisid'acqua, ma se ne dimenticasubito non appena dopo setti-mane vede scorrere solo perqualche ora il suo rubinetto,viene chiamato ad esprimereun voto nei confronti di unimportante referendum su unalegge regionale, quella che haintrodotto lo sbarramento del5% per le elezioni all'Ars, erisponde con una grande indif-ferenza. Su 39.555 aventi dirit-to al voto, appena 1.480 eletto-ri hanno sentito di fare il lorodovere. E guarda caso nelle 42sezioni ha prevalso il "SI" con849 voti, contro i 631 segnati

sul "No". Le schede nulle sonostate 82, quelle bianche 53.Dati che stanno a testimoniareche i nostri concittadini, in ciòaiutati dai nostri "grandi"uomini politici, non si sononeppure accorti che in Sicilia siè tenuto un referendum, ilprimo dacché è nato lo Statutosiciliano, una consultazioneche è costata all'erario dellanostra Regione ben 13 milionidi euro.

I Licatesi si sono dimenti-cati persino del loro SantoPatrono. Che la chiesa diSant'Angelo stia chiusa o siariaperta al culto poco loro inte-ressa. Sono interessati invece aquel disordinato mercato dellafiera di maggio, ormai anacro-nistico ed insignificante, unavvenimento che insozza eblocca un'intera città per quat-tro giorni, un mercato di stam-po magrebino ricco di straccidi ogni tipo, di cui finalmentepotremmo farne a meno, soloche i nostri amministratori fos-sero più illuminati per il pros-simo futuro. I Licatesi si ricor-dano di Sant'Angelo solo pervederlo correre e nel frattempoaddentare un panino o accal-carsi davanti ad una gelateria.Non sanno, ad esempio, chequalcuno ha mentito sulla pro-lungata chiusura della chiesa diSant'Angelo, che non è affattocadente e pericolosa o se lo è,lo è così come la chiesa Madree S. Francesco. Questo per direche non sanno che il santuariodel Santo Patrono è stato chiu-so inutilmente per tanti anni,che la sua navata è stata restau-rata, che occorre solo unagrande pulizia, che va messo aposto l'impianto elettrico e che,eliminato già da tempo il moti-vo del pericolo, la chiesa puòessere aperta al culto da subito.Ma c'è l'altare maggiore che daqualche preoccupazione? C'èla cappella del Santo che èscrostata. Ebbene la chiesa siriapra, si restituisca alla vita, alculto, si isolino l'altare mag-giore e la cappella del Santo e irestauri se arriveranno potran-no procedere a chiesa aperta,così come accade nelle grandibasiliche. Non cavalchiamol'illusione che la Regione inun'unica soluzione ci dia tantimiliardi. Basta chiudere chiesea Licata, perchè tutte le volteche è stato fatto, ne è esempioSanta Maria La Vetere, sonostate distrutte. Disponga il sin-daco, dunque, per la restituzio-ne al culto della chiesa patro-nale, facendo presente allaCuria che fu costruita daiLicatesi e che appartiene aiLicatesi.

Non ci sono più i "intorci"?Purtroppo, cari Licatesi, i cerinon li rivedrete più correre die-tro e con il Santo. I restaurifatti non hanno contribuito aconsolidarli, ma ad indebolirli.Appena li muovi, li scuoti,cadono a pezzi. Meglio non liavessero restaurati.

Nessuno si è accorto, altraindifferenza, della battagliasolitaria che abbiamo fatto perrintracciare il vecchio mano-

scritto del '600 dei miracoli diSant'Angelo. E' scomparso dadove era, prima che arrivassenella maggiore chiesa parroc-chiale don AntonioCastronovo. Abbiamo fattouna denuncia contro ignoti,l'inchiesta, che è servita a sen-tire in merito più persone, èstata archiviata da qualche set-timana. Il pesante manoscrittosi è perso nel nulla, si è volati-lizzato. Ci esimiamo dal fare inostri commenti e rispettiamoil risultato. Don AntonioCastronovo, ci risulta, si èmosso su più fronti per riuscirea rintracciarlo, ma inutilmente.Ma, prima che lui arrivasse aLicata, chi quel manoscrittoebbe impudentemente a presta-re negli anni in cui la confusio-ne e la mala gestione regnònella maggiore chiesa cittadinadeve fare i conti con la suacoscienza.

Ma, ai Licatesi cosa voglia-mo che gliene freghi di unmanoscritto del '600 e deimiracoli di Sant'Angelo? Conla stessa indifferenza, d'altrocanto, negli anni dell'abbando-no della nostra biblioteca e neitanti trasferimenti che i librisubirono alla rinfusa da unlocale all'altro dopo la guerra,quanti vecchi volumi sparironoe quanti servirono per incartarele sarde salate. Ma i Licatesisono apatici ed indifferentisino ad un certo punto, datoche hanno sempre saputo fartesoro del saggio detto deinostri vecchi "co afferra unturco è suo".

L'indifferenza dei nostriconcittadini non si scuote piùdi tanto neppure davanti ai per-duranti disservizi della postalocale. Tanto, prima o dopo laposta arriva, che urgenza c'è. El'esimio direttore dell'ufficio dipiazza Linares arriva a dichia-rare a La Sicilia che negli uffi-ci di piazza Linares non cisono più giacenze, forse alcunestampe. Ma guarda un po', traquelle stampe ci sono anche iplichi de La Vedetta che giun-gendo da Agrigento a Licatadopo 24 ore dall'impostazione,aspettano per essere distribuiti,anche settimane. Il direttoreforse scambia le stampe pub-blicitarie con la "stampa"periodica. Altra denuncia allaprocura della Repubblica edesposti a tutti i livelli. Ma cisono muri di gomma invalica-bili. La grande indifferenzadiventa muro inaccessibile e leresponsabilità e le negligenzenon vengono mai censurate.Magari quel personale che nonprovvede a distribuire la corri-spondenza regolarmente posta-lizzata riceve anche un buonpremio incentivante per la suaproduttività, capi compresi.

Questa è la nostra amatarealtà. Licata, la nostra città, èuna terra baciata da Dio e dallanatura e un bellissimo conteni-tore. I Licatesi ne costituiamoil contenuto. E se i risultatisono quelli che sono, certo nonpossiamo esserne orgogliosi.

Calogero Carità

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

A Licata serve la linea dura

DA 25 ANNI AL SERVIZIO DI UNA CITTÀDISATTENTA ED AVARA

PERCHÈ SOSTENERE LA STAMPA LOCALE

Quando parliamo di "stampa locale" non ci riferiamo ai quoti-diani siciliani, ma ai periodici che vengono stampati nella nostracittà, tra questi il nostro mensile. Ma, nonostante il grande contri-buto di informazione e di approfondimento che la �stampa locale�riesce a garantire ai Licatesi, dall'altra parte, dalla parte cioè deinostri concittadini, c'è una grande indifferenza, ma soprattutto unagrande avarizia. Sono, d'altro canto, le doti che caratterizzano ilLicatese Doc, disposto a puntare il dito, ad accusare, a parlare e asparlare, ma non disposto a mettere la mano in tasca e tirare fuori uneuro, uno al mese, non uno al giorno. Un euro che servirebbe, sespeso da tanti, a sostenere le magre finanze della stampa locale e adincentivare l'azione di volontariato che una ventina di personegarantiscono per un servizio alla comunità. L'avarizia del Licatesela rilevi in edicola, dal numero di copie che si vendono. L'avarizianon riguarda solo la fascia medio-bassa della nostra popolazione,quella poco acculturata, che si affida alla Gazzetta o al Corrieredello Sport, ma soprattutto la medio-alta, l'intellighenzia, i laureati,i benestanti, quelli con la pancia piena. Ci consola il fatto che nep-pure i due quotidiani siciliani registrino alte vendite. A decine iLicatesi passano intere ore davanti ad una tazzina di caffè, l'unicaper un'intera mezza giornata, seduti nei bar, in coda e in attesa dileggere i quotidiani, possibilmente la sola pagina di Licata.Altrettanti fanno la coda in biblioteca. Indifferenza, apatia, avariziasono l'intruglio che fa il nostro concittadino che chissà che cosa vor-rebbe trovare nelle pagine della �stampa locale�.

La Vedetta è presente da 24 anni e per circa un quarto di secoloha scritto la storia della nostra città. E' molto letta e ricercata fuoriLicata, apprezzata per il suo stile e i suoi contenuti: le universitàsiciliane la raccolgono tra le loro collezioni. E' l'unico ponte tra inostri emigrati e la nostra città e nonostante gli sforzi editoriali, vediil passaggio dal bianco e nero al colore, non è riuscita ad aumenta-re a Licata i suoi lettori. Qualche volta ci chiediamo se i nostri con-cittadini meritino tutta quella attenzione che gli abbiamo sempredato. D'altronde dalla mediocrità non si può pretendere più di tanto.

Le proposte dell�Associazione Culturale I. Spina

Come ricordare il partigiano Saverino

Ricordare e valorizzare gli illustri licatesi rientra nelle finalitàdell'Associazione Culturale "I. Spina", così il nostro direttore, al dilà delle polemiche sterili e di "bassa lega" che hanno in merito rav-vivato il dibattito sulle pagine dei quotidiani siciliani, ha preso cartae penna e si è rivolto prima al sindaco Angelo Biondi, che è anchetitolare della delega della cultura, perché assuma delle iniziative suRaimondo Saverino. Così il prof. Carità ha chiesto che le reliquie delgiovane partigiano licatese, noto ai suoi compagni d'arme con ilnome di battaglia "Vespa", siano trasferite dal cimitero diBorzanasca a Licata e onorate in pompa magna in una apposita ceri-monia celebrativa, che alla vittima degli aguzzini fascisti repubbli-chini sia dedicata una lapide commemorativa da murare nell'aulaconsiliare del Palazzo di Città o in alternativa una stele da collocarenel viale principale della villa Elena, che a Saverino sia intitolato unprossimo edificio scolastico. L'Associazione Culturale "I. Spina" siè anche detta disponibile ad editare con il contributo del Comune ilmemoriale, già da qualche anno ricevuto, del licatese GiuseppeCalafato, partigiano e amico di Saverino, da distribuire alle bibliote-che scolastiche e a predisporre il testo dell'epigrafe da sottoporre allaCommissione per la Toponomastica per la necessaria approvazione.Il Comune di Licata gli ha intitolato una strada.

Ma perché la città, possa nel tempo continuare ad onorarlo e ricor-darlo ogni anno, offrendo ai giovani un modello di patriottismo, ilprof. Calogero Carità si è rivolto anche al Presidente dellaRepubblica, Carlo Azeglio Ciampi. auspicando che "per la Festadella Liberazione del prossimo anno - si legge, tra l'altro, testual-mente nella nota - Lei possa dare un riconoscimento a questo giova-ne che generosamente immolò la sua vita, non curante dell'affetto deisuoi genitori e della sua fidanzata, la Savina". L'eroe in questione èRaimondo Saverino, partigiano licatese, ucciso, il 21 maggio 1944,dalle squadre dai nazi fascisti a Borzonasca, un piccolo comune sullecolline di Rapallo, in provincia di Genova".

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La Vedetta - Luglio 2005 PIANETA SCUOLA 7

Un emozionante spettacolo grazie al lavoro degli alunni e delle inse-gnanti del �Dino Liotta�

La giungla in scena al Teatro Re

L'8 giugno, alle ore 20,00,presso il teatro Comunale "ReGrillo" di Licata, gli alunnidelle classi quinte della sezioneelementare "Dino Liotta"appartenente all'I.C.S. "G.Marconi", hanno offerto ai lorofamiliari grandi emozioni attra-verso uno spettacolo che com-pendia una serie di attivitàmultidisciplinari sviluppate nelcorso di tutto l'anno scolastico.

Infatti tutto è nato dalleattività dei laboratori di linguaitaliana e di lingua inglese,curati dalle ins. LicataD'Andrea Tiziana e MolluzzoIrene, per promuovere la lettu-ra, la rielaborazione, l'arricchi-mento lessicale e l'espressivitàstimolando l'acquisizione dicompetenze in modo meno tra-dizionale e più accattivante;con grande coinvolgimento edimpegno dei ragazzi e median-te la condivisione della finalitàeducativo - didattiche e il con-creto apporto di tutta l'equipepedagogica (Carmela DiMarco, Enza Fichera,Giuseppa Lo Coco, AngelaSantamaria) il lavoro si è arric-chito sempre più coinvolgendopoi il Dirigente Scolastico prof.Giuseppe Catania ed anchegenitori e collaboratori esterni,tra cui la coreografa SilvanaGallo e lo scenografo CarmeloVizzi.

Lo spettacolo è stato realiz-zato a costo zero per l'istituzio-ne scolastica, grazie all'interes-samento del consigliere comu-nale Gianni Rapidà e agli spon-sors che, in varia misura,hanno consentito la messa inopera dell'idea iniziale.

Il musical intitolato "TheJungle Book", tratto dall'omo-nimo romanzo di JosephRudyard Kipling, ha costituitoil perno portante della serataed è stato abilmente recitato ecantato da tutti i 57 alunni.

La presentazione dei lavoriè stata affidata a Giulia Alottoe Giacomo La Franca, chehanno introdotto una scenettacon 4 bambini (Gioia Vizzi,Veronica Sferrazza, GiusyGibaldi, Giuseppe Piacenti)che in un noioso pomeriggioestivo riscoprono la gioia disfogliare i libri di fiabe eromanzi; così tutti sono cata-pultati nel mondo di Pinocchio,con uno sfondo musicale e l'a-bile interpretazione del buratti-

no eseguita da Marco Pinto;analogamente è diventatapadrona della scena la magicaMary Poppins con il piacevoleballetto di Jessica Trigona e,infine, è entrato in gioco "Illibro della giungla", del cuiautore è stato recitato anche iltesto poetico "Se".

Quasi naturalmente, quindiè stata introdotta la spettacola-re scenografia della giungla, sucui hanno trionfato costumi dielefanti, scimmie, lupi, tigri,giraffe, ma soprattutto la natu-rale e disinvolta prestazionedei personaggi principali:Mowgli - Marco Caltabellotta,Mather Wolf - MarilenaCurella, Father Wolf -Salvatore Damanti e il gruppodei Babies Wolfs; la terribiletigre Shere Kan - ErikaMuroni; la pantera nera -Francesco Morello; l'orsoBaloo - Ivette Magliarisi; loscatenato gruppo di scimmie eil posato branco di elefanti; econ la dolcissima scena d'amo-re di Julie - Isabella Lucchesi siè conclusa la storia, ma non lospettacolo, che ha sorpreso tutticon un originale interpretazio-ne tribale sulle note di "TheJungle Zoo" by Jingle JungleBoyz e con un corale "I bambi-ni fanno oh" di Povia cui hannopartecipato anche tutte le inse-gnanti indossando, come unaaffettuosa divisa, una T-Shirtrealizzata ad hoc con la scritta"Il futuro siamo noi".

Tutto si è concluso con unsemplice "Grazie", ma proprioquesto momento del passaggiodel testimone ha fatto superareil limite delle emozioni, provo-cando la commozione e lelacrime di alcuni genitori, maprincipalmente dei ragazzi edelle loro maestre, proprio per-ché lo spettacolo, segnando laconclusione dell'anno scolasti-co, ha costituito nel contempol'addio al ciclo di studi.

La serata è stata un susse-guirsi di momenti suggestivi ecoinvolgenti, spesso sottoli-neati dagli applausi e dalla sen-tita partecipazione del foltopubblico che, alla fine, non haesitato a definirlo "splendidoed irripetibile" mentre le inse-gnanti prevedono già di utiliz-zare tale lavoro come anello dicongiunzione e di renderlo unimportante momento di conti-nuità in seno alla scuola prima-

ria, per cui il loro saluto defini-tivo potrebbe piuttosto diventa-re un "Arrivederci, cari ragaz-zi, e buone vacanze!".

L.G.

Nella foto: Il toccantemomento conclusivo dellaserata con l'intero gruppo dilavoro (in ordine alfabetico:

5^A - Amato Davide,Arrisicato Salvatore, BenniciGiuseppe, Bona Angelo,Bonvissuto Roberto, BucceriAngelo, Buscemi Francesca,Cammilleri Vincenzo,Cammilleri Vincenzo,Cassaro Gandolfo, CurellaMarilena, DamantiSalvatore, De CaroSalvatore, Farruggio Jessica,Gibaldi Giusy, IncorvaiaDavide, Incorvaia Flavia,Incorvaia Gerard, La GrecaConcetta, Leone Giuseppe,Licata Tiso Maria, MarraliMartina, Muroni Erika,Piacenti Giuseppe, PintoMarco, Scibetta Sharon,Verderame Valeria, VizziGioia.

5^ B - Alotto Giulia,Azzolino Maria Silvia, CaicoEmanuele, CaltabellottaMarco, Curella Andrea,Gallè Ilaria, GibaldiSalvatore, Graci Giuseppe,Grillo Alessia, GrilloFrancesco, Incorvaia Dalila,Incorvaia Vincenzo, LaFranca Giacomo, LucchesiIsabella, Magliarisi Ivett,Monteleone Buzzitta Andrea,Morello Francesco, MorrealeIlaria, Paglino Luca, PeritoreMaria Francesca, PorrelloFrancesco, SantamariaAntonino, Schembri Angela,Sferrazza Veronica, TiloccaMirea, Trigona Jessica,Vecchio Maria Teresa, ZarboAngelo, Zirafi Chiara.

Esibizione con successo dei bambini della scuola primaria�S.M.A. Serrovira� in scena con �Le vilain petit canard�

Si rivaluta la lingua francese e l�intercultura

Successo per gli alunnidelle classi 3°A, 4°A, 4°B dellascuola primaria "S.M.A.Serrovira" che si sono esibitigiorno 25 Maggio con canti,poesie, racconti e la dramma-tizzazione in lingua Francesedal titolo "LE VILAINPETIT CANARD" sotto laguida dell'insegnante INCOR-VAIA ANGELA, docente dimadre lingua presso l'istitutoComprensivo "A. Bonsignore"di Licata.

Questo progetto, intitolato"En France tous ensemble"consisteva nell'approccio dellalingua Francese esclusivamentedi tipo ludico. Si sa, il gioco haun grande valore pedagogicospecialmente nell'insegnamen-to di una lingua straniera, oltread essere altamente motivante,coinvolgente e comprensibile.

Hanno partecipato alla rap-presentazione gli alunni:Ferranti Debora, CalafatoFrancesca, Cuttaia Denise eArianna, Consagra Giusi,Alaimo Morena, MoncadaRosa, Galla Alessia, BurgioAlessandra, Carusotto Desiré,De Caro Marco, Di CarloGerlando, Consagra Salvatore eEmanuele, Federico Angelo,

Desando Valentina, Vella Ilaria,Bonvissuto Chiara, GraciDoris, Miccichè Selene, VitaliRosi e Giusi, Urso Sara, LeoneGiusi, Termini Giuseppe,Dainotto Loredana, SironeVincenzo, Federico Antonio eAngela, Lo Giudice Enza,Cassaro Vincenzo e GalanteIlenia.

Un altro progetto intercul-turale dal titolo "I colori dellaPace" è stato rappresentatodagli stessi alunni con canti,preghiere, pensieri sempresotto la guida dell'insegnanteINCORVAIA ANGELA e hariscontrato molto interesse da

parte di tutti. E' stato un viaggionei colori della pace per cono-scere il fascino e l'importanzadi altre culture, per diventarecittadini nel mondo e impararead avere a cuore il destino ditutti gli uomini della terra. Allafine dello spettacolo ilDirigente scolastico Dott.ssaMARIA MARINO, ha rila-sciato ad ogni alunno un atte-stato di partecipazione invo-gliando i docenti a svilupparealtri laboratori di educazionealla mondialità e ai dirittiumani.

E.A.

Spettacolo di fine anno degli allievi della III A e III B della sezione discuola primaria �Dino Liotta�

Rappresentate la �Storia della gabbianella e del gatto� e �Mary Poppins�

Spettacolo di fineanno degli allievi delleclassi IIIA e III B dellasezione di scuola prima-ria "Dino Liotta".

Secondo quanto sanci-to dalla Riforma -Moratti, lo scorso 6 giu-gno, presso l'Auditoriumdell'Ist. Comprensivo "G.Marconi", gli alunni delleinsegnanti CinziaVaccaro, M. GiovannaMauro, MaddalenaMillitarì, Rita Erba e PinaLo Coco, hanno racconta-to "in pillole", la "Storiadella gabbianella e delgatto" di LouisSepulveda.

" D a l l ' o r i g i n a r i o"Progetto lettura", svoltonel corso dell'A.S. 2004-05, è nata l'idea di rappre-

sentare, con l'ausilio deicartelloni (realizzati daibambini) e la spontaneitàdegli alunni, questo rac-conto.

Tutti emotivamentecoinvolti, i piccoli artisti,in seno al "Progetto -d r a m m a t i z z a z i o n e "hanno portato in scenal'adattamento coreografi-co della famosa storia di"Mary Poppins" curatidal genitore AnnamariaMilano Gabriele, docentedi lettere alla Scuolamedia statale "G.Marconi".

Ritengo che, secondoquanto previsto dallaRiforma - Moratti, lo svi-luppo e la valorizzazionedi potenziali inclinazioninei singoli allievi se, aprimo acchitto, possonosembrare poco importan-ti, nel più complesso pro-cesso di formazione intel-lettuale mirano a plasma-re interessi, carattere epersonalità, motivanomaggiormente gli studen-ti all'impegno scolastico.

Una bella manifesta-zione seguita con emo-zione forte dal DirigenteScolastico Prof. Giuseppe

Catania che, al termine,ha avuto parole di ringra-ziamento e di gratitudineper tutti i docenti, i geni-tori e, soprattutto per glisplendidi cinquantacin-que piccoli artisti.

Annamaria Milano

Un esemplare dell�invito ateatro realizzato dai bam-bini del Dino Liotta

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8 ATTUALITÀ La Vedetta - Luglio 2005

Nel giro di mezzo secolo siamo stati catapultati da una societàcontadina all'altra post industriale e multimediale, con tale velocità daprodurre sicuramente sbandamento, disorientamento e in ultimaistanza - forse - il malessere diffuso della nostra società.

I sessantenni di oggi ricordano bene quella che chiamerei preisto-ria, epoca in cui le case erano troppo fredde o troppe calde, senza ser-vizi igienici, senza elettrodomestici, con la cucina a legna, il bucatofatto a mano col ranno e la lisciva, la stalla nella stanza accanto per-ché un animale era un mezzo di trasporto, il lavoro manuale, la tec-nica quasi del tutto assente; la società classista, maschilista, chiusa, lacultura elitaria, la povertà diffusa, l'ignoranza pure, i laureati nonsuperavano il 2 per cento della popolazione; il popolo aveva pochis-simi diritti e tanti i doveri, al posto della ribellione vigeva rassegna-zione e fatalismo. In campo politico la monarchia esalava l'ultimorespiro braccata dalla democrazia, che vede la luce col primo suffra-gio universale; la morale era basata sui principi cattolici, il destino diciascuno segnato fin dalla nascita dall'appartenenza sociale.Determinismo, tradizione e immobilismo erano le sponde entro cuimuoversi.

A cavallo degli anni sessanta, improvvisamente le cose cambiano.Il progresso scientifico, applicato in più campi, scardina il vecchiosistema, la società contadina diventa industrializzata, il lavoromanuale sostituito dai mezzi meccanici, l'artigianato soppiantatodalla catena di montaggio; l'emigrazione interna dal Sud verso ilNord diventa una vera emorragia.

Sul piano sociale la borghesia - per anni stretta tra una nobiltà indecadenza e la massa del popolo, cui era in qualche modo più vicina- attua una sorta di strappo culturale, la piccola e media, avviando ipropri figli agli studi, e fornendo alla società una classe di laureati ediplomati che costituiscono la cosiddetta società civile, l'alta borghe-sia diventando industriale e soppiantando del tutto la vecchia nobiltàcol potere del capitale. E' la borghesia ad attuare la rottura dell'im-mobilismo sociale ed è la borghesia che diventa il punto di riferi-mento per il proletariato il quale - lavorando nelle fabbriche e acqui-stando benessere - si imborghesisce a sua volta; e per la nobiltà cheper sopravvivere deve imborghesirsi essa stessa meccanizzandosi etrasformando il latifondo in azienda agricola o industriale.

Borghesia dominante, intelligente, lungimirante, in grado di usarele armi della modernità che esige inventiva, trasformazione, intuito,velocità ma anche spregiudicatezza e coraggio, che usa il denarocome volano di tutta la società; borghesia che per questa via, attua illivellamento borghese della società. Ne è una riprova il fatto che oggisono gli extracomunitari a svolgere i lavori più umili.

Checché se ne dica - proprio sul potere del denaro si gioca la sto-ria del nostro secolo, essendo la scala dei valori quantitativa e nonqualitativa. Più denaro hai, più sali nella scala sociale. Inseguendo ilprofitto, puntando sulla visibilità, le belle macchine, i bei vestiti, lemoto, le barche; la borghesia scambia però il mezzo per il fine, e ildenaro finisce per diventare valore in sé e per sé, i Mastro donGesualdo, il simbolo della modernità.

Vengono azzerate sì le disuguaglianze, i privilegi, l'ignoranza e lapovertà; ma avanzano di contro - in misura proporzionale al benesse-re, alle conquiste sociali, ai diritti, al pluralismo, anche il lassismo, ilpermissivismo, il consumismo, il nichilismo, l'ateismo.

La felicità viene identificata col benessere, edonismo e pragmati-smo, relativismo e scientismo dominano in campo filosofico e di paripasso vengono negati il dolore, la sofferenza, le difficoltà. Quandoperò nella vita di tutti i giorni si incontrano le inevitabili delusioni, itanti problemi, ecco spalancarsi la voragine della depressione, le crisidi panico, le ansie, le angosce, l'alienazione. E allora il ricorso all'u-so o abuso di psicofarmaci. Anziani insonni, giovani stressati,mamme stanche, persino bambini nervosi, nessuno escluso ricorronoal farmaco in questione.

Per capire meglio l'incidenza del fenomeno, abbiamo fatto unasorta di inchiesta su un campione di farmaco, EN ad esempio, chie-dendo a più farmacisti locali se - rispetto agli anni precedenti, si stiariscontrando un incremento o piuttosto un decremento nel consumodel farmaco. Ebbene tutti gli intervistati hanno affermato che vi èstato negli ultimi anni un costante aumento, ed alcuni hanno tenuto aprecisare che non è raro il caso che il farmaco venga prescritto conuna certa leggerezza e che manca quasi del tutto la cultura del sup-porto psicologico o psicoanalitico.

In sostanza abbiamo curato troppo il corpo, troppo poco l'animo.E' la tesi di E. Fromm e di Martin Luther King. Quest'ultimo nel libro"La forza di amare" così dice: "Quando eravamo nella mezzanotte diterribili contagi e malattie, la scienza con la chirurgia, l'assistenzasanitaria e le droghe meravigliose, ci ha introdotto nel giorno chiarodella salute fisica....favorendo maggiore sicurezza e benessere fisi-co......" però non basta l'uso di droghe a darci la felicità perché eglirinvia invece alla cultura dell'amore, l'unica strada possibile perentrare in una interiorità che superi il tentativo di ridurre l'uomo aesteriorità. E' l'amore che può far superare la cultura della morte edell'autodistruzione in cui tanta parte della nostra gioventù rimaneinvischiata, amore come forza positiva, presente nella quotidianità,nella prassi, cultura capace di farci uscire da questa società drogata diinsoddisfazione, superficialità e in ultima istanza di vuoto in cui difatto annega se stessa.

LA VEDETTAMensile licatese di libera critica, cultura e sport

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di Carmela Zangara

ANZIANI INSONNI, GIOVANI STRESSATI,MAMME STANCHE, BAMBINI NERVOSI.TROPPO SPESSO SI RICORRE AL FARMACOPER LENIRE IL MALE MODERNO

NON BASTA L�USO DELLE DROGHE A DARCI LA FELICITÀ

Lettere al direttore

Il turismo fra il business e il disastro ambientaleCaro direttore,

corre voce della costruzionedi un grande albergo di circa1.500 posti che sorgerà nei din-torni di Poggio di Guardia, adalcuni km dalla nostra città.

Molti saranno contenti diquesta notizia, finalmente si get-tano le basi per creare un certogiro turistico e molti licatesicoroneranno il sogno di vedereuna città al centro di un contestoeconomico notevole.

Tuttavia ritengo questa possaessere il precursore di una dire-zione sbagliata presa dallacomunità licatese che potrebbeportare danni irreparabili a unasituazione ambientale già preca-ria a causa della speculazioneedilizia che ha deturpato lenostre coste e la costruzione diquesto albergo non farebbe altroche alimentare l'impattoambientale.

Mi chiedo a cosa può servireun grande albergo come questoin un paese a cui manca un beneprimario come l'acqua, nonritengo una bella figura per lacittà lasciare 1500 turisti a secconel periodo più caldo dell'anno equesta è una cosa tristementenota.

Questa enorme costruzioneche potrebbe portare le grandimasse nel periodo turisticopotrebbe essere il trampolino dilancio per creare un turismo diquantità, come possono esserecerti posti della Versilia o dellaRomagna, francamente non c'èniente di più sbagliato e sempli-cemente perché la nostra città ètroppo bella rispetto questiposti.

Licata ha una grande vogliadi turismo, perché è riconosciu-to che si tratta della più grandepotenzialità economica, ma ciòè ostacolato da una posizionegeografica e, di conseguenza, daun collegamento stradale preca-rio (anche se l'aeroporto diComiso alla lunga potrebbeessere utile, se mai si farà), dal-l'incapacità generale che partedal governo comunale, non ingrado di risolvere i problemi del

paese ma solo quelli di alcunisingoli, e dei commercianti chenon riescono a vedere il turistacome una risorsa da tutelare macome un pollo da spennare.

Cambiando la mentalità sipotrebbe cominciare a puntarealla qualità, mirando ad alcunielementi quali le coste, l'arte e lagastronomia, ovvero i nostripunti di forza.

Il fattore ambientale dovreb-be essere salvaguardato comin-ciando dall'abbattimento di edi-fici abusivi per proseguire conl'eliminazione del canale dideviazione del Salso versoMollarella, puntando invece aripristinare le vecchie e naturaliconche di espansione presentifuori da Licata. Con alcuniaccorgimenti Licata potrebbepuntare alla Bandiera Blu, unottimo biglietto da visita ottenu-to da località decisamente nonall'altezza della nostra città, que-sto potrebbe essere un grandeobiettivo per promuovere il turi-smo licatese.

Altro fattore da valorizzare,anche per garantire un turismodisponibile per tutto l'anno, èl'arte: Licata ha la fortuna diavere un barocco e un liberty ditutto riguardo, la storia la si notadai palazzi del centro alle villedella periferia, l'idea sarebbequella di ristrutturarle e di salva-guardarle, con itinerari turisticiche potrebbero rientrare nella"via del barocco" già promossanell'ibleo che tanto successo stariscontrando, per esaltare così lanotevole storia che vanta.

Tuttavia sia con questo alber-go, sia con le aberranti villette aschiera già abitate e tuttora incostruzione, non sembrano rap-presentare un orientamento diquesto tipo, si preferisce abban-donare il centro per la periferia:niente di più sbagliato, questofavorisce solo il caos di un paeseche ha bisogno meno macchine,un centro storico perennementechiuso al traffico e un orienta-mento all'utilizzo di mezzi noninquinanti come le biciclette o imotorini elettrici.

Purtroppo il rifacimentodella pavimentazione presso viaS. Andrea è già stato un bruttocolpo all'aspetto artistico (com-plimenti all'amministrazione),se si ponevano il problema delloscivolamento, esiste una tecnicache si chiama bocciardatura, piùefficace ed economica.

Riguardo la gastronomia, lafrutta, il vino e la pesca sono unaprelibatezza della nostra terrache pochi si possono permettere,il cantalupo e i pomodorini lica-tesi, il vino del Barone LaLumia, il pescato licatesepotrebbero essere elementiimportanti per un turismogastronomico di altissima quali-tà, che porterebbe a selezionareuna clientela tale da portareLicata al centro dell'attenzione,magari favorendole con sagre ocon meeting di degustazione.

Il porto turistico potrebbeessere un buon pretesto perfomentare il turismo licatese, apatto che non diventi un centrodi smistamento su gomma da unpunto di vista commerciale, etutto, in ogni caso, deve esseremantenuto secondo certi limiti.

I limiti�ecco i licatesi cosadevono porsi (soprattutto certi

pochi sciacalli che si arricchi-scono selvaggiamente a discapi-to della città), non si può passa-re da un eccesso a un altro, nonsi può pretendere un turismo perle grandi masse senza averne lepotenzialità, è un po' come ilponte sullo Stretto di Messina,una diavoleria ingegneristica acollegamento di due mulattiere.

Licata è una città piccola,all'estremo Sud della Sicilia,non si può pretendere una quan-tità smisurata di persone che sitroverebbero male e che, così,non tornerebbero, non bisognaaspettarsi discoteche e megaconcerti, non è possibile.

Occorre che il governo loca-le, i commercianti e la cittadi-nanza tutta si renda conto chebisogna guardare in piccolo,pensare al "poco ma buono",non all'eccesso, perché quelloche di bello abbiamo potrebbescomparire, e francamente dubi-to che i licatesi gradiscano unacittà piena di yacht, spiaggesporche senza spazio per i propriombrelloni, inquinata e ipertraf-ficata, ma credo prediligano unaqualità che pochi altri posti pos-sono permettersi.

LETTERA FIRMATA

Promosso un seminario sulla �Patente a punti�

Ente Nazionale Sordomuti di Licata ha festeggiato il primo anno di vita

2 maggio 2004 - 2 maggio 2005. Festeggiato il 1° Anniversariodella Rappresentanza Intercomunale E.N.S. di Licata. Non èmancata la classica cerimonia con torta e candelina. Per l�occa-sione presenti, nella sede di via Tiziano, 6, oltre al presidenteRag. Sebastiano Caruso e i Soci anche i vertici provinciali.

In data 14 maggio presso la sede si è svolto il seminario dellaPatente a punti, per l�occasione ha relazionato il Comandantedei Carabinieri di Licata Crocifisso Giiordano, aiutato dal mare-sciallo Paolo Catozzo, Comandante Stazione di Ravanusa; èintervenuto anche il Comandante del locale nucleo radiomobileMaresciallo Francesco Spagnolo. La signora Lucia Petix, assi-stente della locale sezione, ha tradotto il tutto.

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La Vedetta - Luglio 2005 EVENTI 9

Il convegno promosso dal Lions Club presso il Palazzo Ducale di Palma diMontechiaro con il patrocinio del Presidente della Regione Sicilia

Rischio desertificazione: una emergenza

Da alcuni anni il Lions ClubLicata si adopera con una signi-ficativa campagna di studi e diinformazione sul tema del"Rischio desertificazione", chevede soprattutto il territorio agri-gentino vulnerabile.

Il Club di Licata presiedutodal Rag. Filippo Alaimo, con lacollaborazione del socio Prof.Salvatore Castellino, Presidentedel Comitato distrettuale, con ilcoordinamento del Delegato diZona Dr. Giuseppe Di Stefano, iClubs di Agrigento Host, presi-dente il Dr. Ettore Bennici, ClubZolfare presidente Prof. AlfonsoMorreale, hanno realizzato uninteressante convegno tenutosisabato 9 aprile presso il presti-gioso Palazzo Ducale di Palmadi Montechiaro dal titolo"Rischio desertificazione: unaemergenza". L'importanteappuntamento si è svolto allapresenza di numerosi intervenu-ti e sotto il patrocinio delPresidente della Regione Sicilia.

Al convegno sono intervenu-ti il Prof. Ing. SalvatoreIndelicato, Ordinario diIdraulica Università di Cataniasul tema "La gestione delleacque tra siccità e alluvione";indi il Prof. Dott. Claudio Leto,Ordinario di Ecologia Universitàdi Palermo: "La fitodepurazione:uno strumento per la cura del-l'ambiente"; ancora il Prof. Dott.Riccardo Sarno, Ordinario diAgronomia Università diPalermo su "Strategie agronomi-che per il controllo della deserti-ficazione"; l'Ing. IgnazioSciortino, Direttore Generaledelle Foreste della RegioneSicilia ha trattato su "Il diparti-mento foresta nella desertifica-zione"; il Dott. IgnazioCammalleri, RicercatoreUniversità di Palermo,Presidente associazione "Amicidella terra", ha parlato del"Ruolo della vegetazione perprevenire i processi della deser-tificazione".

La desertificazione: unaminaccia che non riguarda solo ipaesi poveri colpiti.

Ma cos'è la desertificazione?Il termine rimanda all'immaginedel deserto, erroneamente. Nonsi tratta, infatti, di espansionedei deserti, ma di "degrado delleterre nelle zone aride, semi aridee subumide secche provocato dadiversi fattori, tra i quali levariazioni climatiche e le attivitàumane".

Un'immagine efficace ladescrive come una "malattiadella pelle": può manifestarsi amacchie, e comparire anche amigliaia di chilometri di distan-za dal più vicino deserto.Gradualmente, però, se il pro-cesso non viene ostacolato, que-ste macchie si estendono e sicongiungono, fino a costituirezone in cui le condizioni di vitasono simili a quelle del deserto.

In pratica si manifesta con"la diminuzione o la scomparsadella produttività e complessitàbiologica o economica delleterre coltivate, sia irrigate chenon, delle praterie, dei pascoli,delle foreste o delle superficiboschive causate dai sistemi diutilizzo della terra, o da uno opiù processi, compresi quelliderivanti dall'attività dell'uomoe dalle sue modalità di insedia-mento, tra i quali l'erosione idri-ca, eolica, etc.; il deterioramentodelle proprietà fisiche, chimichee biologiche o economiche deisuoli; e la perdita protratta neltempo di vegetazione naturale".

Le conseguenze si riflettonosia sull'ecosistema che diretta-mente sulle condizioni di vita

umana, per esempio accrescen-do l'incidenza di povertà, care-stie esodi migratori, tensionipolitiche, economiche e sociali.

Dove si manifesta? Secondole Nazioni Unite, sono circa 110i Paesi affetti da desertificazio-ne. Non esistono qualificazioniprecise del fenomeno, della suavelocità e diffusione, ma i datielaborati dall'UNEP offrono unapanoramica sufficientementepreoccupante. Sarebbero colpiteo a rischio di desertificazione il70% delle terre aride coltivabi-li, pari a circa il 30% del totaledelle terre emerse. Se il proble-ma è particolarmente grave inAfrica e nei Paesi in via di svi-luppo di Asia, America Latina eCaraibi, dove si innesca il circo-lo vizioso di povertà e degrado,le Nazioni Unite indicano cheanche Stati Uniti, Australia,Europa meridionale e orientalesono direttamente interessati alfenomeno. Una cifra a sorpresa:addirittura, sarebbero gli USA aguidare la classifica con il 74%delle aree colpite. In Europa ladesertificazione è presente inItalia, Grecia, Portogallo eSpagna.

Tra le principali iniziativeorganizzate è di particolare inte-resse lo sviluppo del Centro perle conoscenze tradizionali, aMatera, per la rivalutazione ditecniche e pratiche relative aduna gestione sostenibile di risor-se scarse, in particolare l'acqua.

A.E.

Convegno della Fidapa di Licata

�Arte e Cultura a Licata: Città Mediterranea�

Sabato pomeriggio 18 giu-gno u.s. la Fidapa cittadina, incollaborazione con il DistrettoSicilia, ha organizzato nelConvento del Carmine un inte-ressante convegno su "Arte eCultura a Licata: CittàMediterranea", partecipato daun pubblico numeroso ed atten-to, oltre che qualificato.

All'apertura dei lavori laSig.ra Rosaria Greco Conte,presidente di sezione, ha inco-raggiato i partecipanti ad assu-mere impegni concreti per lacrescita della città ed ha pre-sentato i relatori che si sonoavvicendati nell'esposizionedel loro pensiero, contribuendoalla conoscenza del territoriolicatese, ricco di storia, e met-tendo in evidenza l'importanzadei siti archeologici, dei beniculturali, delle bellezze natura-li e le prospettive di sviluppo,legate all'attività turistica, com-patibili con l'ambiente.

La Prof.ssa GiuseppinaSeidita, presidente del DistrettoSicilia, ha catturato l'attenzionedell'uditorio con il suo entusia-smo, comunicando l'impegnocon il quale si possono rag-giungere traguardi impensabili,solo se si crede nelle azioni chesi compiono.

Il Rag. Angelo Biondi, sin-daco del Comune di Licata, hadelineato un futuro più vivibileper i cittadini, richiamando allacollaborazione e ad un'azionecomune per il benessere ditutti.

La Dr.ssa Armida De Miro,dirigente della SoprintendenzaBB.CC.AA. di Agrigento, harelazionato sull'attività archeo-logica nel territorio licatese.

Il Prof. Francesco La Torre,archeologo dell'Universitàdegli Studi di Messina, hadescritto alcuni siti archeologi-ci del territorio, soffermandosi

sugli scavi di MonteSant'Angelo da lui diretti, con-clusi di recente.

Il Prof. Eugenio D'Orsi,assessore alle Politiche delLavoro della ProvinciaRegionale di Agrigento, in rap-presentanza del Dr. VincenzoFontana, presidente dellaProvincia, ha avuto parole diapprezzamento per l'iniziativadella Fidapa ed ha auspicato unfuturo come Licata, città dalglorioso passato, merita.

La Dr.ssa Enza Cilia, diret-trice del Museo Archeologicodi Gela, ha proposto iniziativeper una promozione culturale ecommerciale della città, valo-rizzando l'attività artigianale diuomini e donne che con il pro-prio estro possono creareopportunità di lavoro, conside-rando le richieste di mercato.

L'On. Dr.ssa GiusySavarino, deputata all'A.R.S.,che ha portato il saluto dell'On.Dr. Salvatore Cuffaro, presi-dente della Regione Siciliana,ha indicato dei percorsi di cre-scita della città e dell'hinterlandche si coniugano con armonia,richiamando tutti a lavorare perraggiungere obiettivi possibilie legittimare le aspettativedella gente della Bassa Valledel Salso Imera.

Il Geom. Luigi Geraci,amministratore unico diIniziative Immobiliari S.r.l. diCaltanissetta, ha presentatol'apprezzabile iniziativa dellacostruzione del porto turisticoMarina di Cala del Sole cheverrà realizzato nella spiaggiaGiummarella, il cui inizio deilavori è previsto per il prossi-mo mese di ottobre.

Il Dr. Giuseppe Fragapani,assessore alle PoliticheGiovanili, si è espresso conottimismo (come è suo costu-me) sul futuro della città, con-

siderando le antiche originidella comunità locale e lo spiri-to imprenditoriale dei suoi abi-tanti.

La Sig.ra Paola Vizzini,moglie dell'imprenditore nisse-no Geraci, ha ribadito l'impor-tanza della realizzazione dellastruttura diportistica ed ha invi-tato i Licatesi ad attivarsi per-ché con il loro impegno e laloro collaborazione possanocontribuire allo sviluppo turi-stico non solo della città, ma ditutto il comprensorio.

Al termine del convegnosono stati premiati i lavori rela-tivi al concorso "Ambiente:risorsa economica e culturale"coordinato dall'infaticabileProf.ssa Giuseppina Incorvaia.Gli alunni premiati hanno rice-vuto elogi per il loro impegnonella ricerca con l'augurio chepossano essere protagonisti inuna società in continua trasfor-mazione.

Le Fidapine si erano prepa-rate al convegno fin dal matti-no con la visita guidata dellacittà nel Centro storico, risco-prendo i monumenti architetto-nici e le opere d'arte, retaggiodi una nobiltà e di una borghe-sia che resero grande Licataancora di recente. Il Palazzo diCittà, il Palazzo RobertoVecchio Verderame, il PalazzoFrangipane II (sede dellaBanca Popolare Sant'Angelo),l'antico Ospedale San Giacomod'Altopasso, il Palazzo Bosio,la Chiesa ed il Convento diSant'Angelo Martire, la Chiesadel SS.mo Salvatore, il MuseoArcheologico, la Chiesa ed ilConvento di San Francesco e laChiesa di Santa Maria LaNuova (Madrice) hanno costi-tuito l'oggetto di una visita chesi è rivelata di grande interesse.

Angelo Schembri

Partito il progetto�Liberaterra Agrigento�

Nei giorni scorsi si è tenuto un seminario orga-nizzato da �Libera�, l'associazione che si occupadel riuso sociale dei beni confiscati alla mafia. Ilprogetto �Liberaterra Agrigento� vede unite laPrefettura, l'Associazione Libera, Italia Lavoro e i6 Comuni di Licata, Agrigento, Favara, NaroSiculiana e Canicattì, i quali hanno creato ilConsorzio Agrigentino della Legalità e delloSviluppo. L'obiettivo è quello di sviluppare valoreaggiunto da queste sinergie e fornire una risposta aiproblemi occupazionali del territorio, coniugarelegalità e lavoro, favorire l'aggregazione dei giova-ni disoccupati, integrando soggetti svantaggiati,attraverso la nascita di nuove cooperative socialiche gestiscano i tanti beni confiscati ai mafiosi.All'incontro sono intervenuti, Rosa La Plena,responsabile nazionale �Libera� per i beni confi-scati, Antonio Napoli, responsabile di LiberaCalabria e Padre Totino Licata, presidente del cen-tro studi Monsignor Romero, nonché presidentedesignato della costituenda Associazione antirac-ket licatese.

�La sinergia tra Istituzioni e cittadini, in altreparti della Sicilia ha portato a grandi risultati. - Hadichiarato Rosa La Plena - Adesso, questo model-lo di azione dovrà essere applicato anche nella pro-vincia di Agrigento�.

APPUNTAMENTI ROTARY

ADOZIONI INTERNAZIONALI E L�INSERIMENTO

NEL TESSUTO SOCIALE

E' stato molto interessante l'incontro dibatti-to che il Rotary Club di Licata con la localesezione U.C.I.I.M ha organizzato, con ilpatrocinio della Banca Popolare Sant'Angelolo scorso 21 maggio alle ore 17,30 nella saladei ricevimenti dell'artistico settecentescopalazzo Frangipane, al quale ha partecipatoun numeroso e qualificato pubblico. Temadell'incontro, assai attuale per le sue implica-zioni sociali, è stato "Le adozioni internazio-nali e l'inserimento nel tessuto sociale". Asalutare i presidenti e ad introdurre il temasono stati la presidente dell'U.C.I.I.M.,prof.ssa Annita Montana, il presidente delRotary Club di Licata, Gigi Pontillo, mentrela relazione è stata tenuta dall'Avv. AngeloBalsamo. Al termine il dibattito ha animato

particolarmente l'incontro.

Antiracket: approvato statuto e designato il presidente

Un nome su tutti: padre Totino LicataAlla seconda riunione, la

prima non aveva avuto gran-de successo, tenutasi alla pre-senza del prefetto diAgrigento, Bruno Pezzuto,del comandante della compa-gnia dei carabinieri di Licata,Crocifisso Giordano, e delcommissario di Ps, CarloMossuto, i rappresentantidegli organismi aderenti all'i-niziativa per la costituzionedell'associazione antiracketed antiusura di Licata hannofatto un altro grosso passo inavanti, in vista della costitu-zione vera e propria. Il prossi-mo passo la stesura dell'attocostitutivo davanti ad unnotaio.

I presenti all'unanimitàhanno approvato i 22 articolidella bozza dello statuto giàpredisposta dal Comune ehanno adottato le seguentidecisioni.

La prima è che l'associa-zione avrà la sede ufficiale

presso il Comune, dando cosìun forte segnale alla comunitàtutta; la seconda riguarda ladesignazione del presidenteche verrà eletto contestual-mente alla costituzione del-l'associazione. Si tratta delsacerdote Totino Licata, par-roco della chiesa di SanGiuseppe Maria Tomasi, non-ché componente della Fai(Federazione antiracket ita-liana), fondatore, nel 1990,assieme a Tano Grasso e adaltri soci, della prima associa-

zione antiracket d'Italia, nellaprosperosa cittadina di Capod'Orlando.

All'importante iniziativahanno aderito il Comune, gliOrdini degli Ingegneri, degliAvvocati e deiCommercialisti; laConfcommercio; laConfesercenti; laConfcooperative; laConfartigianato; Cgil e laCisl; la Fenapi; il Centro 3P enaturalmente la Fai.

A.C.

Gli effetti della desertificazione

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10 STORIA La Vedetta - Luglio 2005

Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata: un uomo che ha segnato il tempo (3ª parte)

di Carmelo Incorvaia

Toscani s�insedia nel palazzo di città. Nella spazzatura iritratti del duce. Dileguano autorità fasciste e dipendenti.

I reduci da Cleveland all�opera

Torniamo al memoriale,buttato giù - lo ricordia-mo - nel 1983, quando

Frank Eugene Toscani, colon-nello - aquila d'argento - delloUnited States Army, è da anni inpensione.

È il mattino di sabato, 10luglio 1943. Il nostro maggioreè finalmente a Licata, saldo aterra e regolarmente in divisa,con il suo gruppo.

"We walked up the beach

onto a street which looked like

it could be a main thoroughfare.

About ¼ mile from the beach,

we reached the Municipio or

Town Hall" (14).- 'Salimmo dalla spiaggia,

immettendoci in una strada chesembrava un corso principale.A meno di mezzo chilometrodalla spiaggia, raggiungemmo ilmunicipio o palazzo di città -.

Il municipio ospiterà, neiprossimi mesi, gli ufficiali e igraduati dell'Amgot. Si levadistinto in quella che un tempoera piazza Benito Mussolini e siè trasformata, dopo la conquistadell'Etiopia, in piazzadell'Impero. Sarà ribattezzatapiazza Progresso.

Ad attenderli non c'è animaviva.

All'avvio dei bombardamentie alla notizia dello sbarco, leautorità fasciste sono sparite nelnulla. Capi e capetti, semprepronti a presenziare, in orbace,giubba sahariana e stivali, sisono semplicemente eclissati:desaparecidos.

Non si fanno trovare, mentresul loro conto sorgono, e circo-lano, strane e beffarde notizieche arricchiscono l'arsenale del-l'immaginario popolare.

Dilegua così la élite politica eamministrativa dell'ultimofascismo, e il potere locale sidissolve, come sabbia al vento.Licata ha già assunto l'aspettodi una città fantasma, devastatae abbandonata a se stessa, sullavia drammatica del trapasso diregime.

Di estrazione piccolo-bor-ghese più che agraria e guardiebianche di se stessi più che delcapitalismo e della proprietà, icapi fascisti si sono illusi didurare un millennio. La fedenella vittoria è però da tempocrollata.

Senza più certezze, sonosconvolti dalla paura. Non tro-vano di meglio che liberarsi didivise e insegne e documenti

compromettenti. Si defilanoquindi, quatti quatti e mutimuti, in attesa che la situazionesi chiarisca.

D'altra parte è sabato, e c'èstato lo sbarco che è eventoepocale.

Il podestà, Angelo Curella(1899-1967), non si sa dove sia.Avvocato e vicepretore onorariodal 1926, dal 1927 direttoregenerale della banca localerifondata opportunamente sulleceneri dell'Unione EconomicaPopolare, commissario prefetti-zio, è stato nominato il 24 luglio1938. È il quarto della seriedopo Francesco Cannarella,Gino Re e Domenico Liotta. Manon è il solo a sparire dallascena, per il momento.

Sparisce il vicepodestà,Giovanni Melilli, avvocato. Haricevuto la delega appena il 15maggio 1943.

Sparisce il segretario delfascio, Gaetano Ripellino,medico. È l'ultimo a ricoprire ilruolo, e chiude un ciclo.

Sparisce il segretario genera-le del comune, Domenico Re.Nato il 28 novembre 1896, inservizio dal 1° dicembre 1927, èsegretario di seconda fascia dal16 settembre1938. Re è il soload essere inserito, tra le perso-nalità eminenti, nella sezione III- WHO'S WHO -, �Chi è?�, delSicily Zone Handbook 1943, apagina 142. La sezione, aggior-nata al 1939, comprende notabi-li, esponenti del clero e profes-sionisti, tutti fascisti ovviamen-te.

Sparisce il vicesegretariogenerale, Giuseppe Lauria,nominato il 1° aprile 1932. Natoil 26 gennaio 1904, Lauria pro-viene dalla sezione nazionalistadi Licata, alla quale risultaiscritto dal 2 marzo 1922 al 28ottobre 1922. Camicia azzurra,seguace di Alfredo Cucco,sostiene la linea di LuigiFederzoni (1878-1967) che por-terà alla fusione, anche inSicilia, con il fascismo. Militapoi nei fasci di combattimentodal 14 ottobre 1929. È titolare,nel 1933, della tessera numero758436.

Sparisce il comandante dellapolizia urbana, Calogero Dante,guardia municipale dal 28 set-tembre 1923, maresciallo dal 28luglio 1934, in servizio all'uffi-cio ragioneria dal 1938.Antemarcia, iscritto dal 1° set-tembre 1922, ha l'incarico dicaposettore.

Sparisce il direttore dei lavo-ri pubblici e nazionalista cami-cia azzurra, Vito Terrana, uffi-ciale milmart e ingegnere, giàsegretario amministrativo delfascio nel 1935.

Sparisce Matteo Lauricella,ragioniere, applicato di 1ª clas-se, direttore del mercato ittico -dal febbraio 1943 -. È statosegretario politico del fascio dicombattimento dal giugno 1940al gennaio 1941 e ispettorefederale amministrativo dal feb-braio 1941 alla fine del 1942.Ha combattuto inoltre inSpagna quale legionario nei

ranghi dell'esercito, con la divi-sione Littorio al comando delgenerale Annibale Bergonzoli,sbarcata a Cadice nel febbraio1937.

Sparisce infine AntoninoMarino, ragioniere, applicato diprima classe straordinario dal1° aprile 1940. Squadrista ante-marcia, ha fondato il fascio diLicata il 2 settembre 1922, e neè stato primo segretario finoall'ottobre 1923.

I nomi e i dati, con quellidelle tante camicie nere, li rin-veniamo faticosamente all'ar-chivio comunale, nel conventodel Carmine in corso Roma, nelfaldone grosso che porta lasegnatura: categoria I - VI, anni1941-45.

Essere fascista è stata unascelta, ma spesso soprattuttouna necessità primaria ecomunque un fatto di massa.Qualcuno risulta peraltro piùfascista degli altri, al di là dellaqualifica, mentre le storie per-sonali sono diverse e andrebbe-ro registrate una per una.

Una battuta amara vuole chea Licata di fascisti non ce nesiano, nemmeno l'ombra.Variamente tesserati, però cisono e numerosi, anche dellaspecie peggiore, e capaci delleviolenze più raffinate. Hannopure ammonito, represso e pic-chiato, arrestando e mandandoal confino al minimo segno.

Tra i tanti che hanno pagato,di persona e con le famiglie,ricordiamo Alfredo La Perna,ragioniere, assegnato al confinodi polizia a Sant'Agata di Èsaro,in quel di Cosenza.

Ma cosa ha fatto La Perna ditanto grave? Ha criticato il regi-me. Precisamente ha �pronun-

ziato parole contro il fascismo

nella sala da barba di Lo

Bracco Salvatore di Angelo�,come leggiamo testualmentenel documento 37 R del 4 ago-sto 1945 (AC Licata, I, VI,252).

La sala è sita al numero civi-co 2 dell'attuale piazzaProgresso, dietro al monumentoai caduti. Le occhiute spie delregime, onnipresenti e feroci,sono state prontissime a redige-re il rapporto informativo.

La Perna non è più tornato aLicata, e nessuno si è preoccu-pato di chiedergli scusa.

Intanto i fascisti, per ventunanni osannati, sono ora solo deivinti, screditati e perfino dete-stati. A Licata, comunque, nonci sarà nessun piazzale Loreto,anche perché gli antifascistisono pochi ed isolati, senzacontatti, e scarsamente omoge-nei.

Giudicati pericolosi e sovver-sivi, non protetti da alcunalegge morale, esclusi da ognidiritto politico, questi sono statischedati ed assoggettati a tutti isoprusi.

Si sono ostinati peraltro aconsiderare Mussolini e i gerar-

chi alla stregua di spostati alsoldo della proprietà agraria edel capitale.

Il fascismo, però, non è laparentesi di un'ora, nè l'avven-tura di un gruppo di briganti.Richiama invece una precisaforma storica della civiltà bor-ghese, sempre possibile, madeterminata nella specie, dopola prima guerra mondiale, dallagravissima crisi dei ceti medi.Agricoltori, commercianti, pro-fessionisti, piccoli imprenditori,impiegati sono stati semplice-mente ossessionati dal soviet

sotto casa.Gli antifascisti comunque

rappresentano una minoranzaesigua, e non assumono alcunainiziativa. Non mettono paura.Per loro e per la democraziaprogressiva il 1943 è l'annozero.

Quanto agli americani, siignora al momento quali diretti-ve abbia impartito GeorgePatton (1885-1945), il generalea tre stelle che comanda la 7ªarmata, una delle personalitàmilitari più controverse dellaseconda guerra mondiale.

La voce è che abbia ordinatodi non fare prigionieri, e di pas-sare per le armi tedeschi e fasci-sti, che odia profondamente edefinisce �bastards� -bastardi -.

Dagli altoparlanti delle navidirette in Sicilia, ha in effettiannunciato di volere una armatadi killer, perché i killer saranno�immortali� (cf. Di Feo, inCorriere della Sera, 23 giugno2004, 13).

È nero-pece. Il primo giornodi sbarco le cose, soprattutto aGaffe e a Gela, non gli sonoandate bene, e ha rischiato didover dare alle truppe l'ordinedi reimbarco. Ha perso cinquan-totto uomini, mentre i feritisono centonovantanove e i dis-persi in azione settecento (cf.

Report, in Vicino, 39).Qualcuno prenderà eccessi-

vamente sul serio le esternazio-ni di Patton. E saranno massacridi prigionieri che hanno alzatole mani, e di civili inermi, suiquali si comincia a far luce: unadelle pagine più nere della sto-ria militare americana.

Gli episodi più significativi siregistrano a Biscari, come gliamericani chiamano Acate;all'aeroporto di Comiso, basedella Luftwaffe; a Gela; nellasaponeria Narbone-Garilli aCanicattì; a Butera e anche aLicata.

A Butera il plotone di BrunoVagnetti, perugino, fante del34° reggimento del colonnelloCarlo Martino - divisioneLivorno -, ha partecipato allostraordinario contrattacco diGela, ed è in ripiegamentoverso Piazza Armerina. A fred-do, con i mitra, �viene crivella-

to di colpi dopo la cattura� dairangers del colonnello WilliamO. Darby (Di Feo, in Il Corriere

della Sera, 3 marzo 2005, 20).

commissariato di divisione,sono da parte loro indaffarati aportare veicoli e attrezzature eforniture, e tra queste bandiere erazioni.

I sei ufficiali degli affari civi-li - tra gli altri, McCaffrey eToscani -, entrati nel palazzo, siconcedono qualche minuto diriposo.

�The group now started

exploring the various offices to

see what files were available to

give our CIC - Counter

Intelligence Corps - and also to

take down and destroy any han-

ging pictures of Benito

Mussolini�.- 'Il gruppo ora cominciò a

perquisire i diversi uffici allaricerca dei fascicoli disponibilida consegnare al nostro Cic -controspionaggio militare -, e

Snook, proveniente dai ranghidello FBI.

Cic e MP lavoreranno a ritmopieno per il primo tribunaledell'Amgot che viene allestito aLicata, e che ha fretta. Procedespedito con rito sommario, sbri-gativamente, e ha la condannafacile.

Al 31 agosto 1943 avrà giudi-cato, con mano pesante, ben1.291 persone. Solo 155 saran-no assolte, le altre - 1.136 -saranno trasferite in Africa set-tentrionale - Tunisia e Algeria -, e ristrette nei campi apposita-mente predisposti (cf. DiMatteo 1967, 129).

La preoccupazione è quelladi mettere le mani sui fascicolidel personale del comune, ordi-nari e soprattutto riservati, e suquelli dei fascisti delle diverse

Il colonnello Frank E.Toscani, in pensione

Il palazzo di città nel luglio 1943 (foto dello U.S. Signal Corps, da Spinosa 1995,17)

Vagnetti oggi ha ottantantatrèanni, ma la denuncia alla procu-ra militare è rimasta letteramorta, confusa tra pile di prati-che.

A Licata le violenze efferatee gratuite si manifestano pure,dalle diverse parti, anche se icomandi intervengono tempe-stivi.

A parte i marocchini, che siscatenano, in qualche occasionefortunatamente isolata i fantiamericani si esercitano in �uno

strano tiro a segno� sui prigio-nieri. Questi avanzano �ad uno

ad uno con le mani in alto�, eloro sparano �mirando alle

palme�, che forano da parte aparte (Malfitano, in Zangara2000, 85).

*****

Igenieri della 3ª divisioneamericana intanto - dovreb-bero essere del 20° - si sono

accertati che il palazzo di cittàè sicuro, libero da mine e daesplosivi.

I graduati, sbarcati con il

anche per strappar giù, edistruggere, tutti i quadri affissidi Benito Mussolini' -.

Gli uomini del Cic, costituitoil 1° gennaio 1942, sono giova-nissimi, alla prima esperienza interra straniera e in zona di occu-pazione. Hanno frequentato icorsi della scuola speciale diChicago. Si sistemano al nume-ro civico 9 di corso Umberto, adue passi dal palazzo di città.

Avranno molto da fare neiprossimi giorni a passare asetaccio i fascicoli, lasciatiintatti. Non gli mancherà all'uo-po l'assistenza preziosa dei col-laboratori indigeni, che - guardacaso - saranno le stesse personeche hanno lavorato una vita peri fascisti.

Il distaccamento del 504°battaglione di MP (Military

Police) - �polizia militare� - sisistema invece nella sede delfascio, dove è oggi provvisoria-mente la biblioteca comunaleLuigi Vitali. Fa riferimento allaPublic Safety Division, la sezio-ne di polizia dell'Amgot direttadal colonnello americano

Page 11: La VedettaClaudio Morello, Ë stato aggredito all'ingresso ... Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata:un uomo che ha segnato il tempo (3^ parte) ... festi, spot televisivi

STORIA 11La Vedetta - Luglio 2005

qualifiche.Quindi, vanno divelti e

rimossi tutti i simboli, visivi egrafici, del regime e le insegne,a cominciare dai ritratti tetri delduce che campeggiano ovunquee dalla lastra di marmo sullafacciata del palazzo di città. Laiconografia è importante, e ilsegnale forte bisogna darlosubito: la logica è quella spa-ventosa della guerra totale.

Le cose cambiano dunque, apartire dai quadri di Mussoliniche finiscono nella spazzaturacon il suo mito. È lui certamen-te il responsabile primo delledisgrazie italiane, anche se lecomplicità risultano immense,ai diversi livelli.

In un famoso discorso, tenutoil 30 novembre 1942, il primoministro e ministro della guerrabritannico Winston Churchill,rivolgendosi agli italiani, haaffermato: �Un solo uomo è la

causa delle vostre sofferenze:

Mussolini� (citato in Renda III,68-69).

Dal punto di vista propagan-distico, il messaggio, ripetuto incentinaia e centinaia di volanti-ni lanciati dagli aerei - gli ulti-mi, a Licata, il 19 giugno 1943e nei primi nove giorni di luglio-, si è rivelato estremamenteefficace.

Il prefetto Caboni vanamenteha ordinato la immediata distru-zione dei volantini. Raccoltidalla popolazione, sono statiletti avidamente e conservati(cf. Zangara, in La Vedetta,luglio 2003, nota 53, II).

I sottufficiali del Cic incon-trano enormi difficoltà a racca-pezzarsi tra squadristi sansepol-cristi, e ante- e post-marcia, etra sciarpe littorio e moschettie-ri del duce, ma soprattutto trafascisti pericolosi e fascisti chetengono famiglia.

Sanno però che Mussolini hascatenato la guerra, e non hannovoglia di sottilizzare. Tiranocosì diritto, e i fascicoli li leg-gono con la matita blu.

La città è devastata, e mancadi tutto. La popolazione, tranneuna frazione, è sfollata sullecolline e nelle campagne, e neipaesini vicini.

I dipendenti del comunedisertano anch'essi, senza ordininé disposizioni, e si adeguanopassivamente all'esempio checala dall'alto.

La classe cosiddetta dirigenteè ora un �popolo di morti�,come scriverà Giaime Pintornell'ottobre 1943 (1965, 181),ma ce l'ha nel sangue. A Licataoggi, ma domani ad Agrigento ea Palermo e a Roma, appena lecose si mettono male, non trovadi meglio che eclissarsi.

�Fuggire è vergogna, ma di

vita è salvamento�: così recitaun adagio antichissimo. Al liceocomunale, dove, tra Tucidide eTacito e un improbabile Hegel,ha operato anche un'associazio-ne per la �tutela della razza

pura� - lo ricorda CalogeroCarità -, la tentazione per glistudenti è di adottarlo qualenorma di comportamento, allafaccia dei sabati e della retoricadi regime (1988, 125).

Richiamerà l'adagio, ma conironia crudele, il nostro profes-sore di greco, Angelo Biondi,già fiduciario del nucleo univer-sitario fascista, discutendo diArchiloco di Paro (circa 700-640 a. C.).

È uomo d�arme - soldato diventura mercenario - e poetatagliente e pure tenero, che

dalla tradizione popolare haripreso il giambo. Combattendocontro i Sai in difesa di Taso,presso un cespuglio abbandona,contro voglia, lo scudo perfettoe scappa.

Sarà condannato da Eraclito,Pindaro e Crizia, e scacciato daSparta. Ma ha salvato la pelle. Elo scudo? Al diavolo! Se ne pro-curerà �uno più bello�(Frammento 6 D.)

Faranno lo stesso i cameratipiù arditi, e tanti personaggieccellenti. Dismessa la camicianera, ne indosseranno un'altra dicolore diverso, nel solco dellatradizione robusta del trasfor-mismo nazionale. Tanto, chedifferenza fa?

*****

La 3ª divisione dell'eser-cito americano è quasidel tutto a terra. Avendo

superato ogni resistenza, e rag-giunto la linea gialla delle colli-ne, si raggruppa e muove indirezione di Agrigento eCanicattì, avanzando in profon-dità, con i raggruppamenti 7° e15°, sulla linea Palma diMontechiaro - Naro -Campobello - Riesi.

Truscott ha al suo comando27.650 uomini, tra ufficiali esoldati. La sua divisione èsoprannominata �Rock of the

Marne� - Roccia della Marna -.Proviene dai quartieri di CampGreene, nella North Carolina -dal 1996 si trasferirà a FortStewart in Georgia -.

Con essa, ci sono, aggregati,in particolare il 3° battaglionerangers, il comando A della 2ªdivisione corazzata di Hugh J.Gaffey, i genieri del 20° e del36°, e i marocchini del 4°tabors di Jouin, con 126 muli e117 cavalli, agli ordini del gene-rale Keyes.

Licata è sostanzialmente ilprimo lembo di terra italiana adessere occupata dopoPantelleria, e Lampedusa eLinosa.

Toscani si insedia dunque nelpalazzo di città. È CAO - civil

affairs officer -, cioè ufficialedegli affari civili, o megliogovernatore.

�Having put the British and

American Flags on the poles,

we were now in business. At this

point, Colonel McCaffrey tur-

ned to me and said: "Toscani,

you are the only one in this

group that can speak this lan-

guage, so I am giving you Sgt.

Nocerini and you will operate

from this building. We will con-

tinue to Agrigento with the

Division. Send me reports so I

will be kept up to date on how

you are doing� (14-15).- �Avendo innestato le ban-

diere britannica e americanasulle aste, eravamo ora al lavo-ro. A questo punto, il colonnel-lo McCaffrey si rivolse a me edisse: Toscani, sei il solo diquesto gruppo che conosce lalingua, così ti dò il sergenteNocerini e opererai da questoedificio. Noi proseguiremo perAgrigento con la divisione.Mandami rapporti così che iopossa tenermi aggiornato suquello che fai�-.

Il tenente colonnello GeorgeH. McCaffrey è il senior officer,- 'l'ufficiale anziano' -. Resterà aLicata qualche giorno e firmeràanche alcuni avvisi per la popo-lazione. Proseguirà poi perPalma di Montechiaro, e il 17luglio sarà ad Agrigento con

di Malta, sulla corazzata britan-nica Nelson.

Si concluderà alle ore 24:00del 10 febbraio 1944, quando lecompetenze amministrativeverranno trasmesse, con leriserve del colonnello CharlesPoletti, che manifesta forti per-plessità, al governo di Salernodel generale Pietro Badoglio.

Il capitano Wendell Phillips,secondo ed ultimo governatoremilitare di Licata - dal 16 ago-sto 1943 -, riconsegnerà allora ilcomune al commissario prefet-tizio, Antonino Re, ingegnere.

Riconsegnerà la provinciainvece il maggiore T.W.J.Walters, che è succeduto aMcCaffrey.

L'Amgot risponde al generalebritannico Harold Alexanderche, in qualità di comandantedelle forze di occupazione, è ilgovernatore del territorio occu-pato. In suo nome vengonoemanati i proclami e le ordinan-ze alla popolazione civile chevengono affissi in tutti gli ango-li.

I compiti e la strutturadell'Amgot sono piuttosto sem-plici. Il regime è quello classicodell'occupazione bellica, conl'esercizio della sovranità sulterritorio da parte degli occu-panti.

I problemi sul tavolo sonotanti e tali che non si sa davve-ro da dove sia utile procedere.

Bisogna intanto proteggere leretrovie e garantirne la sicurez-za, evitando che le truppe com-battenti siano coinvolte nellequestioni amministrative e dipolizia, e consentendo che siconcentrino esclusivamente sul

regolarmente il suo posto alliceo il 25 ottobre 1945.

Quanto alla popolazione civi-le, quella rimasta, è rassegnata.Lo sbandamento e la confusio-ne sono enormi. I licatesiappaiono ora cani bastonati oraanche cuccioli in festa, che giu-bilano e accolgono con simpatiagli americani.

Lo sbarco, con tutti i suoiguai, ha portato comunque lafine del regime, e la pace.

*****

Nel memoriale, Toscaninon si sofferma sui sin-goli e minuti provvedi-

menti amministrativi che assu-me, per i quali rinvia agli indicie ai documenti allegati ai rap-porti che quotidianamente inviaa McCaffrey.

Ferma invece l'attenzione sualcuni fatti significativi cherichiama, sull'onda anche disuccessive discussioni e pole-miche.

�There was already a crowd

collecting outside the Town

Hall. Several men came up the

stairs to the large office I was in

and offered their help. They

spoke an American slang. When

I asked them why they were here

instead of the United States,

they admitted they had been

deported�.- �Si era già raccolta una folla

fuori del palazzo di città.Parecchie persone salirono lescale fino al salone dov'ero, emi offrirono il loro aiuto.Parlavano un gergo americano.Quando chiesi loro perché sitrovassero qui, e non negli StatiUniti, confessarono di esserestati deportati� -.

Ma chi sono queste personeche tempestivamente si mettonoa disposizione del governatore?

Sono gli amerikani, i reducicioè dalle fàide - e dall'inferno -di Cleveland e Youngstown,nell'Ohio. Sperano di far valerela loro rabberciata padronanzadell'americano.

Hanno fatto i soldati nellefamiglie Lonardo e Porrello.Quando la terra ha tremato,indesiderati, sono rimpatriati dicorsa, subendo la deportazioneda parte del governo americano(cf. Incorvaia 2004, 79-87).

I più irrequieti, seppur noti aicarabinieri e ammoniti di pub-blica sicurezza, imprimerannoai gruppi criminali licatesi �un

carattere particolare e uno

spiccato sapore di squisito

gangsterismo�, come sottoli-neerà Renato Candida, colon-nello dei carabinieri e scrittore -Questa mafia, 1956 -, il primoin assoluto ad occuparsi dellamafia di Licata nei suoi diversisegmenti (138).

Tra gli altri, si ricordanoFrancesco Todaro e AngeloAmato fu Emanuele, che algovernatore si prodigheranno afare da angeli custodi.

Amato è un pregiudicato dalpassato burrascoso, della cer-chia degli uomini di rispetto.Negli anni venti, si è distinto aCleveland. Lo troveremo nelconsorzio agrario di Licata nel1951. Vanterà amicizie altolo-cate, ma trascinerà un'esistenzagrama e sarà poi, nel 1955,coinvolto, risultando però total-mente innocente, nel casoGuzzo (cf. Incorvaia, in La

Vedetta, aprile 2003, 10).Questo problema se lo trova-

no davanti tutti i CAO dellaSicilia. I primi a farsi avanti, e a

impegnarsi direttamente incompiti amministrativi.

Lo sbarco è riuscito.Quel che rimane del 1° batta-

glione del 29° reggimento fan-teria - divisione Assietta -, agliordini del tenente colonnelloPietro Amato, accampato aSant'Oliva dal 10 luglio 1942,ha già ripiegato dalle posizioni,oltre la linea gialla. Comandanola 1ª e la 3ª compagnia rispetti-vamente i tenenti MarioChiappone e Angelo Iovisetti -.

I battaglioni del tenentecolonnello Antonino Galfo,afferenti alla 207ª divisionecostiera del generale OttorinoSchreiber, si sono complessiva-mente sfaldati, e con essi ireparti di artiglieria del colon-nello Ravaioli. I prigionieri, ita-liani e anche tedeschi, sono cen-tinaia e centinaia: nell'area della7ª armata americana, sono già alprimo giorno 4.265.

A Licata, incolonnati per duefra i fucili spianati degli ameri-cani, confluiscono alla villaElena, le facce irsute e le uni-formi consunte, spesso in panta-loncini e a torso e piedi nudi,mestamente in attesa di essertrasportati nei campi tunisini.

Si nota tra essi SalvatoreMalfitano (1911-2002), soldatodella 711ª compagnia mitraglie-ri pesanti, catturato dai paràdella 82ª divisione aviotraspor-tata di Matthew B. Ridgway apoggio Cuti Orlando, preside edocente di filosofia e storia alliceo comunale Vincenzo

Linares, già segretario delfascio e teorico di punta dell'eti-co stato totalitario. Rientratodalla prigionia, riassumerà

dare la piena disponibilità a col-laborare, sono i reduci chehanno maturato qualche anno diresidenza negli States, e nemasticano l�idioma.

Gli americani in divisa non licercano, ma loro si fanno avan-ti e offrono servigi.

Come reagisce il nostro mag-giore?

È lucido e determinato, e haun lavoro da compiere. E locompirà, in maniera pragmati-ca. In fondo, Toscani è un ope-rativo e procede caso per caso.Il suo approccio è empirico, e iproblemi sussistono solo nellamisura in cui li può risolvere.

�I accepted their offer to help

and sent them out to find the

Mayor, the Police Chief and as

many of the Town employees as

possible� (15).- �Accettai la loro offerta

d'aiuto e li mandai a cercare ilpodestà, il capo delle guardie equanti dipendenti fosse possi-ble� -.

Toscani, a posteriori, consi-dera che �these men, despite

their background, were a great

help to me� - �questi uomini,nonostante il loro retroterra, mifurono di grande aiuto� -.

Certamente, i moralisti di ierie di oggi arricceranno il naso difronte a Toscani, maggiore delgrande esercito americano, cheaccetta la disponibilità, sebbenea titolo individuale, di pregiudi-cati in odore di mafia.

La benedizione ha il suoimpatto, ma i colleghi fanno dipeggio, e si dimostrano pocoavveduti. Il tenente Beehr, adesempio, dell'ufficio degli affaricivili di Mussomeli, nomineràsindaco di Villalba CalogeroVizzini, capo dei capi dellamafia, mentre il sottotenenteRichard L. Craley metteràGiuseppe Genco Russo nel con-siglio di amministrazione delconsorzio agrario diCaltanissetta.

A Licata la mafia è debole,senza i capi, che non hannofatto ritorno ancora daLampedusa e dagli altri luoghidi confino. Accenna comunquea riorganizzarsi e a uscire dallaclandestinità.

Intanto si sottraggono armidalle aree di battaglia, sparsedovunque, soprattutto pezzi leg-geri, qualche mina da terra,qualche radio da campo, emunizioni e pistole e fucilimitragliatori e bombe a mano.

L'attività criminale si espli-cherà soprattutto nel contrab-bando e nel controllo del black

market, il �mercato nero�, checostituirà la novità, con l'infla-zione, dell'economia di occupa-zione. I prezzi, denominati oranella nuova moneta - la AM-lira-, andranno alle stelle, e merci eprodotti di prima necessità -anzitutto il prezioso grano - ver-ranno in parte dirottati al traffi-co illegale.

Qualcun altro raccoglie armi.Spunteranno, e crepiterannofuriose, domenica, 28 maggio1944, in una improbabile e infe-lice rivoluzione. Non sarà altroche l'antica e intermittente jac-

querie contadina, violenta eincontrollata, in questa occasio-ne con mitraglia e bombe amano, frutto di una realtà dimiseria, e di follia politica (cf.

Peritore 1969, 18-48).

(3. Continua. Le parti prece-denti sono state rispettivamen-te pubblicate ne La Vedetta diaprile 2005 e maggio 2005)

Prigionieri italiani e tedeschi sulla banchina nel 1943, in attesa di imbarco per i campi africani

(foto dello U.S. Signal Corps, da Spinosa 1995, 21)

Truscott e con il maggioreRobert L. Ashworth. Insediatosinel palazzo della prefettura inpiazza Vittorio Emanuele, assu-merà le funzioni di governatoredella provincia.

La procedura è spicciativa eflessibile, e l'autonomia notevo-le.

Toscani è così in business,senza tanti fronzoli. Quando glialtri lasciano, guarda Nocerini,giovane volontario provenientedal Kansas, di origine chiara-mente italiana, e significativa-mente gli chiede:

�Where do we go from here?�(15).

- �Da dove cominciamo?� -Ha inizio così l'esperienza del

governo militare alleato, chedurerà anche oltre la firma degliarmistizi - rispettivamente cortoe lungo - del 3 a Cassibile e del29 settembre 1943 nelle acque

campo.Bisogna d'altra parte mettere

in moto la macchina ammini-strativa, e governare le città,pensando concretamente allapopolazione civile, ristabilendocondizioni di vita normali edaccettabili, e mantenendo law

and order - legge e ordine -.La formula di governo indivi-

duata dagli stati maggiori allea-ti, dopo lunghe discussioni enon pochi contrasti, è quelladell�indirect rule - dominioindiretto -, già sperimentatanelle colonie dell'Africa tropi-cale negli anni tra le due guerre,e in Etiopia e Libia di recente.

Gli apparati statali e munici-pali italiani devono cioè conti-nuare ad assolvere le propriefunzioni, ma sotto la direzioneed il controllo dei vincitori,nelle persone degli ufficialidell'Amgot che non dovrebbero

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GLI ANNI DELLA STORIA12 La Vedetta - Luglio 2005

IL PROBLEMA IDRICO: IERI E OGGI - ACCADDE NEL 1966 - POCO E� CAMBIATO NEL 2005

LA SETE DELLA POPOLAZIONE LICATESE DENUNCIATA AL PARLAMENTO DALL�ON. VITO RAIA

Nel 1966 scoppiò a Licatalo scandalo della rete idricainquinata dalle perdite delleconcomitanti tubature dellefogne. Ma il problema eraanche quello della storicamancanza di acqua. Da allorasono trascorsi circa quarantaanni e in termini di sete non ècambiato nulla o poco.Fortunatamente la condottaidrica non è inquinata. Ieri siandava a piedi con recipientidi vario genere a riempirel'acqua alla fontanella delleFerrovie o in casi di assolutamagra al porto dove venivadistribuita dai treni cisternao dalle navi cisterne dellaMarina.

Oggi si va in auto o inmotoape con le taniche diplastica in via Palma all'exbevaio dove a quell'epocauomini e bestie si dissetava-no. Sembrava che il dissalato-re dovesse risolvere la nostraatavica sete, ma si è rivelatouna grande delusione. Per lamancanza d'acqua non sipoteva sperare nelle indu-strie, l'agricoltura era incrisi, il porto pure e tanta l'e-migrazione. La situazioneallora raggiunse una tale gra-vità che i Licatesi, riscopertala loro dignità, l'11 giugno1967 non andarono a votareper il rinnovo del parlamentoregionale. Per far riviverequei fatti, pubblichiamo iltesto della interrogazione arisposta orale dell'on. VitoRaia, presentata alla Cameradei Deputati il 12 settembre1966.

�Il sottoscritto chiede diinterrogare i Ministri della sani-tà, dei lavori pubblici e ilMinistro per gli interventi straor-dinari nel Mezzogiorno, perconoscere quali provvedimentisiano stati presi in relazione allagravissima situazione, idrica esi-stente nel comune di Licata(Agrigento), laddove, come rei-teratamente denunciatodall'Ufficiale sanitario del luogo,la popolazione (40.000 abitanti)soffre letteralmente la sete equando ogni dieci giorni vieneerogata l'acqua, in misura insuf-ficiente, la stessa risulta inquina-ta a causa delle accertate corro-sioni in più punti della rete idri-ca. Data la natura del sottosuoloè stato anche accertato che indiversi rioni i tubi della rete idri-ca sono circondati anche per lun-ghi tratti di melma e praticamen-te è solo un caso di fortuna sefino ad oggi non sono scoppiatedelle gravi epidemie di origineidrica e non vi sono state dellevittime. Per sapere come inten-dono intervenire per risolveredalle fondamenta tutto il proble-ma, dato che fino ad oggi non sisono avuti i necessari provvedi-menti a causa di un continuo pal-leggiamento di responsabilità trail comune, l'Ente acquedottosiciliani, le autorità sanitarie pro-vinciali e la Prefettura diAgrigento. Da rilevare che lostato di esasperazione dellapopolazione è tale da far temerepossibili gravi disordini�.

Risposta dell'On. Ministrodella Sanità (seduta del 19

dicembre 1966)

�A seguito dei gravi inconve-nienti igienico-sanitari, emersidurante i sopralluoghi effettuatidai funzionari tecnicidell'Ufficio del Medico provin-ciale di Agrigento e dalLaboratorio provinciale Igiene eProfilassi alla rete idrica internae fognante di Licata, nei mesi digiugno e luglio 1965 si tennero,presso quel Comune delleriunioni collegiali in cui eranorappresentati i vari responsabiliper concordare i provvedimentidi emergenza, atti a scongiurarepossibili epidemie tifoidee.

Si stabilì, infatti, di approvvi-gionare una vasta zona della cittàcon acqua trasportata da auto-botti e realizzare, nel più brevetempo, una rete idrica volantecon lo scopo di fornire acquasicuramente potabile alla popo-lazione. Si concordò altresì dicontrollare continuamente laclorazione dell'acqua ed accer-tarne i caratteri di potabilità.

Ad oltre un anno di distanza,malgrado siano stati ripristinatidall'E.A.S. molti tratti di tubola-tura e vi è stata una costante clo-razione dell'acqua ed un immuneprofilassi antitifoparatifica agliobbligati ed alla popolazioneinfantile, la situazione generalesi è vieppiù aggravata.

In quest'ultimo periodo larete idrica volante ha funzionatosaltuariamente, l'approvvigiona-mento idrico in modo disconti-nuo e certamente non adeguatoai bisogni della popolazione,mentre gli esami di campioni diacqua prelevati nelle zonesospette ed in altre precedente-mente indenni, hanno dato risul-tati sfavorevoli per presenza dinitriti, ammoniaca ed eccesso disostanza organica.

Per quanto sopra esposto, astata indetta ad iniziativa delMedico provinciale diAgrigento, presso il Comune diLicata, ancora una riunione tec-nica con la partecipazione delledirettrici del LaboratorioProvinciale, rappresentantidell�E.A.S., Ufficiale Sanitario el�Ingegnere tecnico del Comune,al fine di predisporre i necessariprovvedimenti di emergenza cheil caso richiede.

Tra l�E.A.S. di Palermo ed ilComune si è concordato quantosegue:

- impegno di far funzionare larete idrica volante esistente e diestenderla, nel più breve tempopossibile, a quei quartieri cittadi-ni in cui gli esami d'acqua hannodato esito sfavorevole per l'altacolometria;

- clorazione costante dall'ac-qua dell'intera rete interna sottocostante controllo dell'UfficialeSanitario locale e dei tecnici delLaboratorio Provinciale. Neiquartieri serviti dalla rete volan-te, essendo emerso in quest'ulti-mo periodo che l'acqua va sog-getta a periodici inquinamenti, sidovrà, urgentemente, istituire unidoneo servizio itinerante conautobotti per assicurare, a quellapopolazione, una sufficientedotazione di acqua per bere.

Pubblichiamo una interessante lettera-manifesto che il commissario politico della democrazia cristianadell�epoca, dott. Vincenzo Marrali, inviò ai Licatesi nel 1966, quando Licata moriva di sete ed il rischiodi gravi epidemie era gravissimo. Nel 1967 poche centinaia di persone andarono a votare più di venti-mila disertarono le urne in segno di protesta.

Ad un anno delle elezioniregionali del 1967, quandopoche centinaia di personeandarono a votare, e dopo cheil Comitato per i problemidell'Acqua, affievolì ed inter-ruppe del tutto la sua azione,la Democrazia Cristiana cercòdi riacquistare la fiducia deiLicatesi con una lunga serie difalse promesse, impegnandosiaddirittura a ristrutturareanche "eticamente" il partito aLicata. Ma per chi ha ricordidell'epoca sa che si trattò solodi grandi fandonie.Pubblichiamo di seguito un'in-teressante lettera-manifestoche il commissario politicodemocristiano dell'epoca, dott.Vincenzo Marrali, inviò aiLicatesi. Tutte promesse chenon potè mantenere, visto chela nostra città dopo 40 anni èsempre la stessa, con gli stessiproblemi di un tempo, ai qualisi aggiungono la delinquenzaminorile, il lercio commerciodella droga, le continue inti-midazioni con intenti estorti-ve. In quell'epoca la politicamise le mani sulla città e sullearee verdi, provocando, perinteressi, lo sfascio ambienta-le, trasformando con l'abusivi-smo e con le compiacenze iguasti nel centro storico, infaccia al mare, all'orto du zaSaru, in via Marconi, in viaBarrile, nei corsi principali, inpiazza Attilio Regolo, in corsoRoma, in corso Serrovira,lungo le coste, sulle colline.L'acqua non c'è, le industrieneanche, il porto è una tombaed un museo di ferraglie costa-te miliardi, è in ripresa l'esododei licatesi, e prima che laD.C. si lacerasse con le faidedi potere e di interessi interni,lo stesso dott. VincenzoMarrali buttò la spugna e conessa anche il distintivo delloscudo crociato.

Democrazia CristianaLICATA

�Gentile Signore,

a distanza di quasi un anno dall'11Giugno 1967, si ritorna a parlare di con-sultazione elettorale, di voto o di astensio-ne, dei problemi di Licata e dell'acqua.Questa lettera non vuole essere un invitood una richiesta di voto per il Partito o perun candidato. Abbia la pazienza di legge-re fino in fondo perché vogliamo chiarirecon Ella qual' è lo stato vero dell'attualesituazione della Democrazia Cristianalocale e della crisi che attraversa il Paese.

Ella sa, credo, che all'interno dellaD.C. , con la gestione commissariale, si èiniziato un nuovo corso politico. Vogliamoaprire le porte a tutti i cittadini, giovani edanziani, lavoratori e professionisti. Si stacercando, e si spingerà a fondo questoprocesso subito dopo le elezioni, di ristrut-turare la vita del Partito, non ponendoostacoli all'ingresso ed alla collaborazio-ne di tutti. Ciò per noi è vitale, perchéintendiamo che i problemi di Licata sianoveramente fatti propri dalla D.C. licatese equindi imposti con tutti i mezzi leciti atutti i rappresentanti al Parlamento.

Non vogliamo più tollerare che Licatavenga ignorata o buggerata. Siamo dispo-sti anche alla pubblica denuncia, nel casoin cui non dovessimo essere ascoltati. Daun anno in qua dobbiamo dire, ad onoredel vero, che alcuni problemi sono statiavviati a soluzione. Non è questa afferma-zione una promessa pre-elettorale, ne untentativo per raggirare la buona fede dellacittadinanza.

Di quanto diremo ora, ne assumiamola piena responsabilità. È stato perfezio-nato l'appalto per l'acquedotto di SantoPietro e fra giorni inizieranno i lavori. Èstata già convogliata l'acqua della sorgen-te Catena, mentre fra breve inizieranno ilavori per la sorgente Fucile. È stata com-pletata la pratica per quanto riguarda la

progettazione ed il reperimento dell'areaper la costruzione del villaggio dei pesca-tori.

Finanziato è stato il progetto per lavariante di Licata, ed in fase avanzata diprogettazione è la costruzione del nuovoponte sul Salso. Si attende inoltre a brevescadenza l'inizio dei lavori per la costru-zione del nuovo Ospedale. Anche per l'e-dilizia scolastica si è avviati verso la solu-zione integrale del problema.

Ovviamente non Le diciamo che doma-ni inizieranno tutti i lavori, ma è pacificoche tutte queste pratiche non esistevanofino ad un anno fa e solo da un anno inqua sono state impostate ed avviate a solu-zione.

Per le industrie della Montedison,strettamente collegate con la possibilità diconvogliare a Licata le acque di Frizzi -pratica già finanziata -, faremo il possibi-le e l'impossibile, perché nessuno, dicia-mo nessuno, possa ancora una volta pren-derci in giro. Abbiamo impegnato tutte lenostre energie e la nostra parola d'onoreperché, con la collaborazione di tutti igruppi di opinione, di tutti i movimenti, ditutti i cittadini, Licata sia tenuta presentee si operi per la soluzione dei nostri innu-merevoli problemi con serietà di intenti.

Sappiamo che Ella è risentito giusta-mente, ma Le vogliamo dire che stiamocercando di modificare uno stato di cosemortificante per tutti. La preghiamo dicollaborarci, di darci la Sua fiducia anco-ra una volta, la prima volta per noi, l'en-nesima per la D.C..

Ricordi che la D.C., con questo nuovospirito. è la sola che può garantirci, nonsolo a parole, la soluzione della crisi diLicata.

Distinti saluti

Il Commissario della D.CDott. Vincenzo Marrali�

E� arrivato il carretto dell�acquaiolo. Le donne e i ragazzi di Licata si accalcano in coda con i loro recipienti per fare provvista d�ac-qua, a una lira e mezza al litro. Bisogna affrettarsi, gli ultimi rischiano di restare senza. La scena si ripete ogni giorno decine di voltenelle strade di questo paese siciliano afflitto dall�angoscioso problema della sete. (Europeo, n. 25 del 22/6/1967, 20)

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La Vedetta - Luglio 2005 GLI ANNI DELLA STORIA 13

In effetti l'approvvigiona-mento idrico di Licata avvienetramite l'Acquedotto consorziale"Tre Sorgenti" che adduceattualmente ai serbatoi cittadiniuna portata valutabile in mediadi 30-35 1/sec.

Tale portata - come tuttequelle attualmente fornite dal-l'acquedotto a tutti i comuni con-sorziati - è insufficiente ai fabbi-sogni delle popolazioni, per cuila �Cassa per il Mezzogiorno� hagià in atto o in programma unaserie di interventi per l'adegua-mento della portata ai reali fab-bisogni.

L�insufficienza del riforni-mento idrico è aggravata dallamancanza di una rete di distribu-zione efficiente e soprattutto daun inadeguato impianto difognature, per cui il sottosuolodell'abitato risulta impregnatodai liquami e ciò anche perché inmolte zone il livello stradale èpari o inferiore al livello delmare. In tale situazione l'eroga-zione discontinua dell'acqua pro-voca, con una certa frequenza,risucchi dell'esterno nella reteidrica, con grave pericolo igieni-co. Le autorità comunali lamen-tano che l'Ente AcquedottiSiciliani, che ha assunto lagestione della distribuzione idri-ca dal 1963, non provvede adeliminare gli inconvenientisopraddetti. A tale proposito è danotare che per la eliminazionedei grossi inconvenienti. che siverificano nell'abitato di Licata,non sono sufficienti interventisaltuari e limitati ma sarebbenecessaria una quasi integralericostruzione della rete idrica efognante, preceduta da lavori diprosciugamento e bonifica delsottosuolo, e completata dai con-seguenti lavori di sistemazione epavimentazione delle stradedelle zone marginali dell'abitato.

Per tale complesso di lavorisarebbe necessaria una spesavalutabile in prima approssima-zione in due miliardi e mezzo-tremiliardi.

Si fa peraltro presente che, inbase alle vigenti disposizioni,non è consentito un interventodiretto della �Cassa� per i lavoridi cui sopra. Risulta, infine, cheil Comune di Licata ha avuto dalMinistero dei LL.PP. due pro-messe di contributo per le operedi rete idrica e di fognaturaall'interno dell'abitato, mentre ilcontributo integrativo della�Cassa per il Mezzogiorno� nonè stato ancora concesso, perchéil Comune non ha completato ladocumentazione necessaria.

Sono state rivolte, anche

recentemente, vive premure daquest'Amministrazione Sanitariaal Ministero dei Lavori Pubbliciperché voglia definire al più pre-sto la pratica relativa alla solu-zione del problema idrico diLicata, senz'altro grave anchedal punto di vista igienico-sani-tario".

Replica dell'On. Vito Raia

Presidente - L'OnorevoleRaia ha facoltà di dichiarare sesia soddisfatto.

Raia - �Signor Presidente,non solo non sono soddisfattodella risposta dell'onorevole sot-tosegretario, ma sono profonda-mente amareggiato e rammarica-to. Infatti, mentre notiamo cheviene riconosciuta la grave situa-zione in cui si trova la città diLicata, nella sostanza poi assi-stiamo a diversi tentativi di pal-leggiamento di responsabilitàche non raggiungono altro risul-tato se non quello di lasciareimmutata la situazione stessa.Potrei dire anzi che le cose siaggravano ogni giorno di piùperché l'acqua che si deve bere aLicata (ed il sottosegretario sabene come stanno le cose) scorretra le fogne con il continuo peri-colo di epidemie. Due o tremiliardi non valgono la vita di40.000 Licatesi?

Questa la ragione per laquale, più che insoddisfatto,sono rammaricato della rispostadata dal Governo, per l'assolutainsensibilità che questo dimostranel risolvere un problema cheandrebbe affrontato invece alleradici.

La situazione idrica di Licata,come dicevo, si è aggravata sem-pre più e da oltre un anno haassunto un carattere di veradrammaticità. Il problema nonriguarda solo la rete idrica inter-na, ma anche quella esterna(come ha dichiarato l'onorevolesottosegretario). Recentementenel comune di Licata l'acqua èmancata per 22 giorni e quando èstata distribuita è stata data allapopolazione col contagocce. Lostesso acquedotto delle Tre sor-genti che fornisce Licata ed altri6 comuni è continuamente inter-rotto a causa delle frane ed ilavori di riparazione vanno arilento. Varie volte è stato chie-sto l'intervento della Cassa per ilMezzogiorno per rifare buonaparte dell'acquedotto (particolar-mente nelle zone soggette afrane), ma la Cassa quasi sempreè stata sorda alle richieste avan-zate dai comuni consorziati.

Questa la ragione per la quale

la mia interrogazione era rivoltanon solo al Ministro della sanità,ma anche al ministro per gliinterventi straordinari nelMezzogiorno; proprio nella spe-ranza di avere una risposta piùchiara e più esauriente. L'acquache arriva a Licata, dove vivono40 mila persone, è insufficiente,e dai dati tecnici in mio possessorisulta che non è neanche veroche vengano erogati 35 litri alsecondo, come ha sostenuto l'o-norevole sottosegretario.

Volpe - Sottosegretario diStato per la sanità.Teoricamente,

Raia - Esatto: �teoricamente,perché in effetti è insufficiente.Io che ho seguito con moltaattenzione la situazione possoassicurare per le informazioni inmio possesso che arrivano appe-na 18 litri al secondo (quindimeno della metà di quanto èstato dichiarato) per cui la distri-buzione dell'acqua alla popola-zione avviene a turno nei variquartieri ogni 10 giorni. Manemmeno questa erogazione ècostante perché ad ogni piesospinto si determinano dellerotture nell'acquedotto esternoche comportano l'interruzionedella erogazione dell'acqua. Misembra quindi estremamentenecessario che la Cassa per ilMezzogiorno intervenga persistemare l'acquedotto delle Tresorgenti.

Non so cosa si aspetta perintervenire. Della frana diAgrigento si è discusso senzamorti; possiamo discutere dellasituazione di Licata ancora senzamorti. Non vorrei che il Governoe gli organi competenti si deci-dessero ad agire solo quando sideterminassero delle mortalità acausa di epidemie!

La rete fognante e la rete idri-ca vennero costruite a Licata 10anni fa, ma poiché venne datol'incarico a due tecnici diversi,accadde che la rete fognante e larete idrica furono costruite l'unainterposta all'altra per cui si sonodeterminati gli inconvenienti cheella stessa, onorevole sottosegre-tario, ha lamentato.

Quindi, ai fatti lamentatibisogna aggiungere anche lasituazione che ha creato l'incuriadegli amministratori.L'acquedotto interno, infatti,benché di nuova costruzione (ilprimo lotto risale al 1956), nonsolo non è stato costruito con cri-teri razionali, ma non è stato sot-toposto a nessuna sorveglianza,ne da parte del genio civile ne daparte dell'ufficio tecnico comu-nale; per di più, la rete idrica è

stata fatta passare attraverso larete fognante! In questo sensochiedo che siano accertate leresponsabilità. Questo fatto tantograve ha provocato l'inquina-mento dell'acqua potabile in bentre quarti della città. Desideroleggere le conclusioni della rela-zione dell'ufficiale sanitariodella città, relazione che ritengosia pervenuta anche all'onorevo-le sottosegretario: "Praticamentela gente è abbandonata. Bisognaringraziare il Creatore per l'as-senza di epidemie di origine idri-ca e ammirare il fatto che le per-sone si sono limitate solo a lan-ciare delle invettive contro gliamministratori e contro chi èaddetto a tale servizio�.

Sono cose gravissime e lerisposte a queste denunce sonosempre prettamente burocrati-che. Eppure, onorevole sottose-gretario, la questione dovrebbestarle a cuore non tanto perchéinteressa la sua circoscrizione,ma perché ella è un siciliano. Male cose andranno così e probabil-mente provvedimenti sarannopresi solo quando si dovrannoregistrare casi mortali. Perciòparlavo di insoddisfazione e dirammarico di fronte alla rispostache mi è stata data.

C'è da rilevare che l'acque-dotto interno, da quando è statoconcesso, è stato curato con lamanutenzione ordinaria. L'enteacquedotti siciliani non tiene aLicata quel numero di operaisufficiente per poter provvederegiornalmente alla cura e allamanutenzione dell'acquedotto;non provvede agli attacchi nelleabitazioni se non passano ottomesi dalla richiesta; non provve-de, come per contratto, all'ap-provvigionamento idrico dellepopolazioni durante i periodidelle rotture continue e si rifiutadi costruire un nuovo serbatoio,di cui tanto c'è bisogno e di cuiella stessa, onorevole sottosegre-tario, ha parlato, per la soluzioneintegrale della questione, un ser-batoio di 5 mila metri cubi d'ac-qua. Insomma, anche questoatteggiamento dell'EAS esasperala popolazione.

Quali provvedimenti sonostati presi? Nessuno, di seriaimportanza. In questi giorni siparla di rete volante: è una cosa -mi si scusi il termine - irrisoria,per non dire ridicola. Solo inquesti giorni, da parte delMinistero della sanità, è statainviata a Licata un'autocisternaper rifornire la popolazione. Masi tratta di un palliativo, comedicevo fin dal principio; cioè si ètentato di costruire un'altra retevolante, ma anche questo rime-dio non risolve il problema. Delresto, abbiamo fatto già un'espe-rienza del genere due anni orso-no. La verità è che 40 mila per-sone sono costrette a soffrire lasete e che un pericolo di epide-mia incombe continuamente suquesta gente per i noti inquina-menti in tre quarti della città diLicata. Ciò lo confermano leautorità sanitarie, lo conferma lastessa risposta del sottosegreta-rio, lo conferma tutta la situazio-ne esistente a Licata; dove lagente ogni giorno è costretta adapprovvigionarsi d'acqua nellezone limitrofe. Credo che nessu-no possa bere quell'acqua. E'necessario quindi rifare l'acque-dotto interno di Licata e costrui-re un altro serbatoio di 5 milametri cubi; è necessaria inoltreun'inchiesta ministeriale peraccertare eventuali responsabili-tà nelle cause dell'inquinamento

�La lunga pazienza dei licatesi si infrange ogni tanto: in un pomeriggio di luglio di nove anni fa,una domenica elettorale di due anni addietro; le speranze, le delusioni, le promesse, il sangue suibinari della ferrovia, le schede bianche alle (regionali), il popolo di Licata che trova la forza direagire�. Nella foto l�assalto al treno, è l�anno 1960.

I mercanti di voti (*)

Ad ogni elezione, puntualissimi, ce li troviamo addosso.

Si annidano in tutti i partiti, ma specialmente in quelli che

detengono il potere, dove c'è più d'arraffare. Fanno leva, con

tutti i mezzi, sulla parte più sprovveduta del nostro elettorato e

ammucchiano voti per questo o per quel tirannello forestiero,

contribuendo in maniera decisiva alla degradazione della vita

politica e civile della nostra città. Non hanno ideali, perchè l'u-

nico loro scopo è il profitto personale. Sono esperti soltanto nel-

l'arte dell'intrigo e della calunnia; temono come la peste la for-

mazione di una sana pubblica opinione, che segnerebbe inevita-

bilmente la fine della loro poco nobile attività. Sanno di poter

vivere (e ingrassare) soltanto in un ambiente avvilito e disfatto.

Hanno paura degli onesti e li combattono in tutti i modi.

Eppure questa gente, è doloroso ammetterlo, ha avuto sem-

pre buon giuoco, ha fatto persino dei proseliti, anche fra perso-

ne di una certa levatura intellettuale. Fascino del denaro e del

successo ad ogni costo!

Le conseguenze non si sono lasciate attendere. Dal momento

che è risultato sempre tanto facile mietere i voti licatesi (media-

tori gli stessi capoccia licatesi) gli onorevoli non si sono mai sen-

titi moralmente impegnati verso la nostra città. Assolto l'impe-

gno col procacciatore, il mercato è concluso e perfetto.

Pertanto, mentre in gran parte della Sicilia si è verificato in

questi ultimi anni un innegabile risveglio in molti campi del pro-

gresso economico e sociale, Licata è rimasta del tutto tagliata

fuori da ogni provvidenza ed iniziativa. Le condizioni della

nostra città si aggravano di giorno in giorno, la vita diventa sem-

pre più penosa, l'atmosfera sempre più irrespirabile (e non sol-

tanto in senso metaforico).

La cittadinanza soffre la sete da anni; il porto muore; l'agri-

coltura intristisce; l'abitato è tutto uno spaventoso immondez-

zaio; i pubblici servizi funzionano poco e male; il malcostume

regna sovrano in tutti i campi; la gente è costretta a fuggire per

trovare altrove dignità e lavoro: ma tutto ciò non preoccupa

affatto i professionisti della politica, i mercanti del voto. Essi

continuano regolarmente a fare la spola da Licata ad Agrigento,

continuano a sollecitare ordini dai loro padroni e li eseguono,

sempre, diligentemente, anche se questi ordini ignorano o addi-

rittura calpestano i diritti più elementari della nostra città. Ora

siamo di nuovo sotto le elezioni. Di nuovo sarà tentata la truffa.

Scenderanno a Licata dalla Valle dei Templi, i ras della nostra

provincia, i soliti, e troveranno ad accoglierli, a braccia aperte,

i mercanti di voto della nostra città. Assisteremo di nuovo alla

sarabanda delle promesse, alla sagra delle illusioni. Il giuoco è

sempre riuscito. Non si pensa, neppure lontanamente, che il

popolo licatese possa decidersi a compiere finalmente un atto di

dignità.

Eppure noi non disperiamo. Non ci rassegniamo all'idea che

Licata debba necessariamente morire. Noi siamo fermamente

convinti che la parte sana e laboriosa dei nostri concittadini, che

è poi la stragrande maggioranza, saprà ritrovare la via della

saggezza e saprà dare una prova tangibile di orgoglio e di digni-

tà. Dobbiamo dimostrare che gli errori del passato son serviti a

qualcosa, che si è formata una pubblica opinione che giudica,

senza mezzi termini, senza compromessi, l'uso che dei nostri voti

è stato fatto, in tutte le sedi, locale, regionale, nazionale.

Dobbiamo abituarci alla critica sana, costruttrice; far valere i

nostri diritti di liberi cittadini e di liberi elettori.

Scrolliamoci di dosso, una volta per sempre, l'indifferenza,

l'apatia, di cui tanto hanno profittato i mestieranti della politica.

Imponiamo l'osservanza della Legge, l'onestà amministrativa,

senza omertà, senza paura! Non stanchiamoci mai di chiedere la

soluzione dei nostri assillanti problemi, da cui dipende l'avveni-

re del nostro paese, il lavoro nostro e dei nostri figli.

Se saremo capaci di compiere questo grande atto di dignità

ci guadagneremo il rispetto di tutti e la genia dei mercanti di voti

subirà un colpo d cui ben difficilmente potrà riprendersi.

Girolamo Porcelli

(*) Pubblicato su �U Puntareddu...�, a cura del COMITATO CIT-TADINO permanente per la soluzione del problema dell�ACQUA,Numero Unico, Licata, Maggio 1967, p. 1

dell'acqua in una città depressacome Licata, dove la tubercolosie il tracoma sono registrati inpercentuali altissime. A questoproposito c'è stato un dibattito aPalma di Montechiaro; c'è ancheuna legge speciale, a cui nonvien data applicazione, per risol-vere la situazione, per cui pos-siamo dire che, a questo riguar-do, ci troviamo in pieno MedioEvo. Fra l'altro, un tempo ilporto era in pieno sviluppo eoggi è quasi completamentechiuso al traffico; non si può par-lare di industrie, perché mancal'acqua e mancano le condizioniobiettive per poter far sorgere leindustrie stesse; l'agricoltura è incrisi e nella città si registrano 8mila emigrati. In una situazione

di tanta drammaticità, le autoritànazionali e le autorità regionalidovrebbero almeno risolvere ilproblema della sete e dell'igiene,due problemi, questi ultimi, chel'estate scorsa potevano portareconseguenze molto gravi.

Perciò il palleggiamento diresponsabilità non è più assolu-tamente tollerabile. Prendo attodella risposta dell'onorevole sot-tosegretario, la quale ha uncarattere puramente burocraticoe non può essere soddisfacenteper me. Mi auguro che lo svolgi-mento di questa mia interroga-zione sia servito a qualcosa e chepresto si venga incontro elle esi-genze della popolazione diLicata, la quale è in uno stato diesasperazione�.

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14 CULTURA La Vedetta - Luglio 2005

�Locale� è nato ed è sempre stato aggettivo, derivato dal-l�aggettivo - localis - tardo latinismo medievale derivato dalclassico sostantivo maschile locus, i. Es.: la cronaca locale, letradizioni locali. Com�è potuto diventare sostantivo?

La storia ha dell'incredibile.Siamo nel Senato del Regno, verso la fine del secolo XIX,

quando si discutevano gli articoli del nuovo codice penale, cheavrebbe preso il nome di Codice Zanardelli, dal titolare delMinistero della Giustizia dell'epoca, chiamato - per celia - dairomani �Sua Eccellenza sciür Beppe Zanardelli�. Il governodi sinistra - proponeva (art.18) che �i condannati per reati com-messi a mezzo stampa scontassero la detenzione in luoghidiversi da quelli destinati ai delinquenti comuni�. Si oppose ladestra, indignata perché la dizione �luoghi diversi� dava aditoad intendere un altro carcere, e , ad opera del senatore Gadda,eroe delle Cinque Giornate, propose di cambiare la dizione�luoghi diversi� in �locali distinti� dello stesso carcere.Insorsero numerosi senatori, da destra e da sinistra, asserendoche il sostantivo locale era un inutile barbarismo, un gallicismoobbrobrioso, proveniente dal francese local. Ne nacque una dis-puta filologica con grandissimo schiamazzo. Per sedare un taleputiferio, intervenne il senatore siciliano Michele Amari, che- pro bono pacis - propose di evitare i termini incriminati �luo-ghi diversi� e �locali distinti�, ed adoperare �stanze attigue�. Ilputiferio raddoppiò.

Il vicepresidente del Senato, Eula, nel tentativo di placaregli animi, invitò a dire la sua alta opinione il lì presente senato-re, filologo ed esimio linguista di chiara fama, GiambattistaGiorgini, nientedimeno genero di Alessandro Manzoni, mili-tante nelle file della sinistra, e rivoluzionario in gioventù.

Nell�Aula cadde il silenzio. Il senatore Giorgini sostenne che la lingua appartiene al

popolo che la modella secondo il suo gusto e il suo genio; se laparola �locale� come sostantivo, significava chiaramente quelloche si voleva dire, ed era accettata dai più, non vi era motivoalcuno per rifiutare di farla entrare nel vocabolario e nellalegge. Si passò ai voti. L�approvazione fu unanime. Vinse lasinistra, che vide approvato il suo emendamento; vinse la destrache vide passare il sostantivo locale; ma soprattutto vinse ilSenato del Regno, che ci fece una bellissima figura.

Oh, gran bontà dei senatori antiqui!

al.ba

I locali

Elzeviridi lingua italiana

Le donne nell�arte, nella letteratura e nelle scienzeLa 1a edizione del Concorso organizzato dalla FIDAPA, riservato alle terze classi delle scuolemedie di Licata, vinta da Francesca Licata (III C De Pasquali), al 2° posto Angelo Guttadauro(III B De Pasquali), al 3° posto l�intera classe della III A De Pasquali.

a cura di Ester Rizzo

La prima edizione delConcorso indetto dalla FIDAPA"Le donne nell'arte, nella lette-ratura e nelle scienze" riservatoalle terze classi delle scuolemedie cittadine è stata vinta daFrancesca Licata (III C DePasquali) che ha messo in evi-denza la figura della scienziataRosalind Franklin costruendoun'immaginaria intervista. E'stata premiata soprattutto l'ori-ginalità dell'idea e la curiositàintellettuale della studentessanella voglia di conoscenza di"personaggi messi ingiustamen-te in ombra".

Al secondo posto si è classi-ficato Angelo Guttadauro (III BDe Pasquali) con una poesia suOriana Fallaci, in cui viene effi-cacemente delineato il profilo egli ideali della scrittrice inmodo "istantaneo", "fotografi-co".

Al terzo posto invece un'in-tera classe (III A De Pasquali)che ha elaborato una poesiasulla donna, rappresentandolacome una figura solare, positi-va, gioiosa.

La presidente della FIDA-PA, Rina Di Bartolo, si è dichia-rata soddisfatta dell'iniziativa,ringraziando le insegnantiVincenza Amato, VivianaPorrello e Marika Consagra perla sensibilità dimostrata e perl'impegno profuso, auspicandoche nel futuro ci sia un coinvol-gimento maggiore da parte ditutti gli Istituti comprensivi diLicata. (E.R.)

Biografia di Rosalind Franklin

Rosalind Elsie Pranklin nac-que a Londra nel 25 luglio 1920da una famiglia di banchieri diorigine ebraica.

Ricevette un'adeguata istru-zione presso la prestigiosa scuolaSt. Paul's Girl's, nella quale sco-prì il suo interesse verso le mate-rie scientifiche, tanto che all'etàdi 15 anni decise che sarebbediventata una scienziata. Il padredi Rosalind era però contrarioall'istruzione universitaria delledonne e vi si oppose rifiutandosidi pagare gli studi, ma uno ziocapito le qualità della giovanedecise di offrirgli sostegno eco-nomico, quindi nel '38 entròall'università di Cambridge.

Rosalind Franklin studiò aLondra e si laureò con una tesi dilaurea riguardante le ricerchecolloidali del carbone, durantegli anni di studio aveva pubblica-to 5 libri.

A guerra finita si trasferì aParigi dove continuò questericerche ed iniziò a dedicarsianche allo studio dei raggi x dapoco scoperti.

Nel '51 ritornò a Londra pres-so il college della Corona, dovesi vide assegnata la ricerca sul

ORIANA FALLACI

Uno dei personaggi che ha definito il secolo è Orianala più grande giornalista e scrittrice italiana.Donna semplice ma guerriera.Con la sua faccia pulita e le sue rughe precoci,è sempre presente per raccontare le battaglie più feroci.La Fallaci ha eliminato tutte le convenzionifiltrando le storie attraverso le sue emozioni.L'io narrante di Oriana è per molte personeun mezzo che incoraggia a prendere una posizione.Accantona tecniche già proposte e visteDiventando promotrice di un nuovo genere: le Interviste.

Angelo Guttadauroclasse III A scuola De Pasquali

La poesia sulla donna

La donna è come un tulipano,che sta in mezzo ad un campo di grano.Il campo di grano è l'umanitàe la donna ne è la vivacità.Come nel passato ora nel presenteresta sempre una luce splendente.Cosa sarebbe il mondo senza lei?(Sarebbe) un enorme niente.

Classe III BIstituto comprensivo "F. Giorgio"

Scuola media G. De Pasquali

DNA che già altri scienziati,quali Crick e Watson, stavanostudiando. Con i suoi raggi x checontinuava a studiare riuscì aimmortalare per prima la struttu-ra a doppia elica del DNA, pur-troppo durante una conferenza lesue lastre furono mostrate aCrick e Watson che ne approfitta-rono per completare la loro ricer-ca, senza degnare di nemmenouna nomina Rosalind alla conse-gna del nobel nel '62, Rosalindnon potè ricevere il nobel inquanto era già morta da 4 anni equesto premio non viene asse-gnato post - morte. Rosalind nonpoté opporsi all'uso delle sue fotoperché si trasferì in un'altra uni-versità per lavorare visto che alKing's non si era trovata bene,Birbeck dove perfezionò il meto-do dei raggi x e iniziò a studiare ivirus.

Rosalind Franklin morì all'etàdi 38 anni per un cancro alleovaie dovuto ai suoi studi coiraggi x, per il riconoscimento deimeriti di Rosalind si è battuta l'a-mica Anne Sayre e il movimentofemminista.

Questa casa sa di anticosplendore, era dei miei bisnonni,mi è sempre piaciuto venirci, lamia fantasia ispirata dal luogopiuttosto suggestivo, ha semprecorso veloce verso nuovi oriz-zonti, qui ci è passato di tutto: daimostri immaginari di una bambi-na di 4 anni alle interviste a per-sonaggi che mi hanno impressio-nata.

Mi siedo nel piccolo giardinodi inverno, accavallo le gambe edavanti a me inizia a prendereforma una figura di donna, dalsuo aspetto riesco a dedurre che èRosalind Franklin una delle per-sonalità che durante le mie ulti-me letture sulla storia delledonne mi ha colpito di più.

Rosalind Franklin è una belladonna, non certo una bellezza fri-

vola o eccessivamente curata,anzi piuttosto pratica e semplicecon i capelli sempre raccolti e gliocchi che fino alla fine sonovivaci accesi.

Mi sento strana non so chedire mi trovo davanti a una donnacosì innovatrice dei suoi tempi,credo di provare una sorta dipanico di fronte a lei, non riescoa parlare, lei si è seduta sul diva-netto di velluto rosso di fronte ame e credo che abbia letto neimiei pensieri perché mi sta sorri-dendo amorevolmente per darmiun piccolo incoraggiamento. - B-buon g-giorno... signorinaFranklin - riesco appena a mor-morare. F. - Buongiorno signorina- ha unsorriso bellissimo, che mi stalasciando impressionata, capisceil mio stato d'animo e nonostantequesto non è spazientita dallatimidezza della sua intervistatrice- tutto bene?Io - Sì, sì, non si preoccupi, èsolo che è da tanto tempo chedesidero incontrarla e farle delledomande -F. - Bene, allora mi dica -Io - Lei si ritiene fortunata percome è andata la sua vita? -F. - Sì, credo di essere stata for-tunata rispetto a molte mie con-temporanee, sono riuscita a rea-lizzare il mio sogno di essere unadonna libera che segue le sueidee, ho il mio lavoro nel qualedo tutta me stessa e nel quale misento realizzata -Io - Lei ha lavorato in diversiposti con diverse persone, comesi è trovata? Ritiene di esserestata trattata in modo differentedai suoi colleghi in quantodonna? -F. - Ritengo che i miei colleghimi abbiano trattato come crede-vano che io dovessi essere tratta-ta, visto che ero donna. Le miecapacità sono state sottovalutate,sono stata anche costretta a cede-re sulle mie ricerche, le mie idee,

abbia fatto studiare al St. Paul'svisto che era uso che le ragazzestudiassero lo stretto necessarioper non essere delle oche - Io - Non le ha dato fastidio ilfatto di aver avuto un'esistenzadiversa da quella delle altredonne del suo tempo? - F. - E perché? Adesso sono moltele donne che vivono come me,che amano la scienza, io ho fattociò che mi sentivo di fare, sono inpace con la mia coscienza perchéin fondo le mie scoperte, la miavita non sono andate a vuoto,sarei stata un'ipocrita se nonavessi seguito le mie aspirazioni,se avessi fatto qualcos'altro.....oh, ma è tardissimo!! Sono le 6 emezzo del pomeriggio, non èmeglio che ti svegli?Probabilmente ti aspettano-esclama di improvviso Rosalindiniziando a scomparire così comeera comparsa. Questo sicuramente è stato unsogno, frutto ancora una voltadella mia immaginazione e dellamia voglia di conoscere perso-naggi che sono messi ingiusta-mente in ombra o che non credodi conoscere abbastanza bene,non può essere altrimenti, è statosolo un sogno di una ragazza chevorrebbe tornare indietro neltempo per conoscere e intervista-re un'amante del sapere qualesicuramente era Rosalind ElsieFranklin.

i miei meriti. A Parigi mi sonotrovata piuttosto bene e nel '51mi sono trasferita di nuovo inInghilterra, prima al King's e poial Birbeck dove ho iniziato lemie ricerche sull'argomento deivirus -Io - Crede che la sua vita potreb-be essere stata diversa se fosserimasta al King's? (universitànella quale la Franklin ha inizia-to le sue ricerche sul DNA) -F. - Non penso sarebbe cambiatotantissimo, purtroppo andando-mene da quell'università hodovuto abbandonare gli studi sulgenoma umano e dedicarmiall'altrettanto interessante argo-mento dei virus, anche se allafine questo può essermi costato ilNobel secondo alcuni...... ma poial King's non mi sono trovatabene, lì l'ambiente non è quelloche avevo conosciuto durante ilmio soggiorno a Parigi, era tuttopiuttosto ostile, così ho credutomeglio trasferirmi al Birbeck diLondra, nel quale ho iniziato lericerche sui virus - Io - Suo padre era contrario aisuoi studi universitari, mi pare

Ahimè se continuerò così diven-terò davvero matta, immagino diparlare con persone dagli altiideali e dalla forte personalità,ma probabilmente morte, comeper esempio Giovanna D'Arco,Rosa Luxemburg, Flora Tristan,Eleanor Marx o molti altri di cuifare l'elenco completo è presso-ché impossibile. Questa casa chesa di legno antico e di feste mi daalla testa, forse però è meglio chevada, è tardissimo, troverò iltempo per ritornare a intervistarequalcuno. In fondo ho tutta lavita davanti, una miriade di per-sone che aspettano solo che io lirenda di nuovo vivi, è questa casache sa di vecchio a stimolarmi.

Francesca Licata classe III C scuola De Pasquali

che lei abbia dovuto avere ini-zialmente l'appoggio economicodi uno dei suoi zii per studiare,cosa ne ha pensato di questocomportamento? F. - Se devo essere sincera subitoho pensato che mio padre nonavesse minimamente ragione eche questo suo comportamentofosse totalmente ingiusto, ma conil tempo sono riuscita a capirecome ragionava mio padre, nonpotevo certo pretendere checapisse al volo le mie ragioni e lemie aspirazioni più che legittimeper una donna del 21° secolo, mache per allora rasentavano il limi-ta del possibile. In quel periodoinfatti si riteneva che bisognasseinvestire solo sugli uomini rite-nuti più portati per gli studi diqualsiasi tipo. Mi stupisco che mi

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La Vedetta - Luglio 2005 SPAZIO GIOVANI 15

Per inviare articoli, lettere o piccole poesie scrivere a:�La Vedetta - Spazio Giovani�,

via Sole, 2 - Licata tel. 393/4025329 - fax 0922/772197E-mail: [email protected]

Gli articoli, le lettere devono essere firmati e completi di indirizzo enumero di telefono. La redazione si riserva a suo insindacabile giudi-zio la facoltà di pubblicare, modificare o abbreviare il materiale rice-vuto.

La Vedetta Spazio Giovani

Coordinatore: Angelo Benvenuto

REFERENDUM: FALLITI I QUATTROQUESITI SULLA LEGGE 40

UNO SU QUATTRO AL VOTONON C�E� STATA LA GIUSTA

INFORMAZIONE?

Le motivazioni perché il referendum del 12 e 13 giugno rag-giungesse il quorum erano tante, probabilmente gli italiani nonsono stati bene informati o hanno ricevuto informazioni devianti.

L'obiettivo era quello di migliorare i trattamenti per l'infertilità,capire le cause degli aborti spontanei, fare ricerca sulle malattiegenetiche, riuscire a identificare meglio la presenza di anomaliecromosomiche, trovare nuove cure.

La legge 40 è molto restrittiva: consente la fecondazione assi-stita solo alle coppie in età fertile di cui è accertata la sterilità nonrisolvibile con altre strategie mediche; vieta la fecondazione etero-loga, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, il controllo gene-tico pre-impianto e sottopone il fisico della donna a stressanti econtinue stimolazioni ovariche, vietando il congelamento degliembrioni.

Si continueranno ad impiantare embrioni con difetti geneticinell'ovulo di una donna che richiede la fecondazione assistita,senza considerare che la fecondazione in vitro genera alti tassi dianomalie congenite.

Si continueranno ad impiantare tutti i tre embrioni prodotti daogni ciclo di stimolazione nell'utero della donna con il rischio dipericolose gravidanze trigemine nelle donne giovani e riducendola possibilità di successo nelle donne che hanno più di trent'anni.

Sempre più coppie con alte disponibilità finanziarie si rivolge-ranno all'estero per avere un figlio con la fecondazione eterologa.

Gli italiani hanno rinunciato alla cura di un figlio malato conla nascita di un fratellino selezionato geneticamente per renderlocompatibile alla donazione dopo la nascita; al mancato utilizzodegli embrioni congelati, prima dell'entrata in vigore della Legge40, per mettere appunto nuove cure su alcune malattie come il dia-bete, la sclerosi multipla, il Parkinson e l'Alzheimer, embrioni chenon saranno mai impiantati e sono destinati alla distruzione; allacrescita di una cellula uovo opportunamente modificata per con-sentire un trapianto senza rischio di rigetto.

Il paradosso di questa situazione è che i vicini stati europei sisono pronunciati a favore della Scienza e della Vita, posponendo aqueste le banali e irrisolte questioni morali sull'embrione, conside-rando il suo potenziale vitale soltanto se impiantato nell'utero,mentre fuori da questo è solo un agglomerato di cellule senza nes-suna prospettiva di vita.

"La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza lascienza è cieca" diceva Einstein, per affermare una sorta di equili-brio che spesso viene spezzato per far prevalere soltanto l'opinio-ne teologica delle cose; in questo caso il misticismo orientale ciaiuta a ritrovare questo equilibrio perduto. Secondo la concezionedel confucianesimo una persona diviene tale solo alla nascitaquando ha un corpo e una psiche, diviene cioè vita personale e nonpiù solo biologica.

TORNA ALLA LUCE LO STORICO ARCHIVIO PARROCCHIALE DELLA CHIESA MADRE

Un pezzo di storia che appartie-ne alla nostra città e alla chiesadi Licata ritorna alla luce inChiesa Madre. Si tratta degliantichi documenti che rimaseroillesi alle fiamme di un funesto emisterioso incendio che, nell'ot-tobre 1988, distrusse completa-mente la settecentesca cappelladella Madonna del Maenza, sitanel braccio del transetto sinistrodella Chiesa Madre, in cui eraconservato l'archivio parroc-chiale.Subito dopo quell'incendio siprovvide a salvare quanto sipoteva, dato che il tetto a casset-toni della cappella, l'altareligneo e il piccolo dipinto sutavola del XVII sec. raffigurantela Madonna col Bambino, dona-to da un certo don GiuseppeMaenza e proveniente dalladistrutta chiesetta dedicata aSanta Maria della Consolazionedegli Angeli nei pressi dell'at-tuale porto, impietosamente sibruciarono. Quei documenti, invece, scam-pati alle fiamme furono subitoposti al sicuro e portati al restau-ro. Dopo diversi anni di inter-vento per recuperare i restantifogli ancora leggibili, nelloscorso mese di aprile laSoprintendenza di Agrigentoriconsegnava e restituiva allaChiesa Madre i preziosi docu-menti che di nuovo hanno arric-

sime e defunti. A questi, pur-troppo mancano i precedentidocumenti, corrispondenti aiprimi anni di vita della ChiesaMadre, che furono dispersi edistrutti a causa dell'invasione edel saccheggio dei Turchi nel1553.Ma non solo, l'archivio conservaanche documenti di notevoleimportanza storica e culturale,come una lettera firmata dal car-dinale di Milano San CarloBorromeo inviata al Vicario diLicata nel 1571 contenentemotivi di decime, l'atto origina-le di battesimo di San GiuseppeMaria Tomasi del 1649, la bolladi Papa Clemente XII rilasciataintorno al 1742 a decretare lafondazione della "InsigneSecolare Collegiata della SacraMatrice della città di Licata" ilcui contenuto è tuttora di diffici-le lettura ed interpretazione, emolti altri atti che segnano lastoria della chiesa di Licata edella nostra città.Una vera fonte di cultura è ritor-nata alla luce in Chiesa Madre.L'archivio può essere consultatotra chi, studenti, ricercatori edappassionati di storia localevogliono attingere interessantinotizie per i loro studi e che pos-sano anche contribuire ad accre-scere lo sviluppo culturale esociale della nostra città.

Pierangelo Timoneri

chito il patrimonio storico e cul-turale della maggiore chiesa diLicata.La meritoria opera del recuperoe la sollecitudine dimostrataverso il ritorno dei documenti inChiesa Madre va ascritta allasensibilità dell'arciprete can.Antonio Castronovo, il quale daquando è a Licata si è sempreprodigato verso il recupero delleopere d'arte del Duomo, infattisotto suo interessamento nel1996 si è riaperta al culto laChiesa Madre dopo otto anni dichiusura, con lui lo scorso annosono stati collocati i restauratiquadri di frà Felice da Sambucadel XVIII sec. situati negli alta-ri laterali della chiesa ed ancora

sono previsti il recupero diun'altra tela posta nel presbite-rio, il ripristino dell'artisticacancellata in ferro battuto cheserviva a chiudere il battistero,il rifacimento del prospetto, ilrestauro dell'organo ed infine èin programma il restauro com-pleto della Cappella del CristoNero.L'archivio parrocchiale rappre-senta l'elemento fondamentaledella Chiesa Madre, in quantoracconta la vita e le attività reli-giose della parrocchia e i docu-menti presenti, secondo l'ultimacatalogazione effettuata dallaSoprintendenza, vanno dal 1566ai giorni nostri e comprendonoatti di battesimi, matrimoni, cre-

Iniziative AIDO a Licata e provinciaVarie le iniziative della Sezione Provinciale AIDO di Agrigento,

che ha sede attualmente nella nostra città, e dal Gruppo ComunaleAIDO di Licata in occasione della "Settimana Nazionale dellaDonazione", che ha avuto luogo dall'8 al 15 maggio di quest'anno.

Domenica 8 maggio, la distribuzione dei rappresentanti Sez.Provinciale di gadget dell'Associazione agli atleti del "Tennis ClubS.Angelo" e dei loro antagonisti "Azzurra", nel corso dell'incontro cheha visto opposte le predette squadre presso il campo cittadino delVillaggio dei Fiori. Nella circostanza che gli atleti, dopo le foto di ritocon magliette e bandane dell'Associazione, hanno continuato adindossare i medesimi indumenti durante l'incontro.

Il gruppo comunale AIDO Licata ha poi effettuato, il 9 maggio,una giornata informativa presso il Presidio Ospedaliero "S. Giacomod'Altopasso", nel quadro di una campagna di sensibilizzazione sulladonazione degli organi da esso avviata da tempo, distribuendo mate-riale divulgativo ai cittadini. Analoghe iniziative sono state svoltepresso le Aziende Ospedaliere di Agrigento e Sciacca a cura dellaSezione Provinciale, in collaborazione con i rappresentanti delle pre-dette Aziende, con i quali si è concordato di fare seguire alla stessaattività di informazione altre attività divulgative.

Uno stand è stato allestito ad Agrigento in Piazza Cavour l'11 mag-gio dall'AIDO Provinciale assieme con l'Azienda A.U.S.L. n.1. Nellacircostanza si è riscontrato l�interesse di cittadini sull'argomento,manifestatosi nella richiesta di informazioni e approfondimenti sullaproblematica.

Una passeggiata in bicicletta non agonistica ha poi animato aLicata la domenica mattina di giorno 15 con la partecipazione di unbuon numero di cittadini di ogni età, cui i rappresentanti del GruppoComunale AIDO, organizzatore dell'iniziativa, hanno distribuito uncappellino ciascuno, indossato durante la passeggiata, oltre gadget,volantini ed adesivi dell'Associazione.

Una videocassetta dell'Associazione illustrante l'argomento è statapoi consegnata all'emittente televisiva "Teleradio Canicattì" e messain onda nei giorni successivi.

In conclusione, soddisfacente la risposta da parte dei cittadini dellaprovincia, che lascia ben sperare in un futuro in cui solidarietà e dona-zione siano sempre più valori condivisi e sostenuti dalla collettività.

Sezione Provinciale AIDO

Le testimonianze di alcuni �clandestini� arrivati a Licata con gli ultimi sbarchi

Immigrazione e sopravvivenzaSbarcano a centinaia sulle

coste italiane, non parlano lanostra lingua, vengono da postiin cui la situazione politica, eco-nomica e sociale è difficile; nonconosciamo il loro passato e nonsappiamo cosa si aspettano,generalmente nutriamo timorenei loro confronti e li etichettia-mo come malviventi, delinquen-ti, più che immigrati li chiamia-mo clandestini.

Anch'io mi sono chiesta per-ché vengono e cosa vogliono; glisbarchi che ci sono stati recente-mente a Licata mi hanno dato lapossibilità di avere delle rispo-ste.

Attualmente si occupa del-l'accoglienza provvisoria degliimmigrati il "Centro Sociale 3P"grazie all'aiuto di alcuni volonta-ri che, dopo lo sbarco, hannoprovveduto, su segnalazione delquestore, a sistemarli in unalloggio e dargli un vitto. Sonoandata a trovarli nel luogo dovesono stati sistemati ed ho avutola possibilità di conoscerli e dicapire, tramite l'aiuto di un inter-prete, le loro motivazioni.

Quelli che ho conosciutosono tutti ragazzi, soprattuttominorenni tra i 15 e i 16 anni, imaggiorenni hanno tra i 19 e i 21anni, provenienti da paesi arabi,in maggioranza dalla Palestina.

Mi dicono che hanno nostal-gia del loro paese e dei loro cari,ma l'Italia è l'unica possibilitàche hanno proprio per aiutare leloro famiglie: ciò che vogliono èlavorare per riuscire ad accumu-lare del denaro da spedire allemadri (molti hanno i padridefunti), ai fratelli e alle sorellerimasti là. La loro meta sono le

a cura di Giusy Di Natale

città del nord, dove si trovanogià loro connazionali che posso-no aiutarli nella ricerca di unlavoro.

Khalid, 19 anni, pakistano miracconta che è giunto in Italiapassando dalla Turchia, suopadre è morto e la sua famigliaha problemi economici, vuolelavorare ma si trova da solo inItalia, perché non ha nessunparente o amico a cui potersirivolgersi.

S., tunisino, mi dice che intutti gli stati mediorientali, oltrealla difficoltà a trovare lavoro,questo viene sottopagato, infattilo stipendio mensile in Italia èsei volte superiore rispetto allaTunisia, al Marocco eall'Algeria; dieci volte superiorerispetto all'Egitto; quindici volterispetto al Pakistan; trenta volterispetto alla Palestina.

Gli chiedo, allora, comefanno a trovare i soldi per paga-re gli scafisti e mi dice che sonoi risparmi di almeno due anni di

lavoro, vanno spesi perché è uninvestimento per il futuro. Cisono delle vere e proprie orga-nizzazioni che traggono profittoda questa situazione; vengonoammassati in vecchie imbarca-zioni non progettate per viaggitanto lunghi e rischiano di affon-dare: sono sotto gli occhi di tuttile continue tragedie del marecon centinaia di morti e dispersi,gettati al largo da scafisti senza

scrupoli. Al di là della storia personale

differente per ognuno di loro,tutti nutrono la speranza di tro-vare un lavoro e una vita piùserena. La legge italiana conce-de il diritto di soggiorno soltantoai minorenni, alle donne incintee ai rifugiati politici e ogni annovengono fissate le quote diimmigrazione, troppo basse persoddisfare le aspettative degliextracomunitari e troppo basseanche per noi, alla continuaricerca di manodopera a bassocosto, tanto che gli industrialifanno pressioni sul governo peraccrescere tali quote. IlPresidente della Repubblica hapiù volte ribadito l'importanzadel flusso migratorio in un Paesecome l'Italia a crescita zero econ un tasso di anzianità tra i piùalti d'Europa; eppure non si èancora radicata in noi la culturadell'accoglienza, nonostante gliitaliani siano un popolo dimigranti, che ancora negli annisettanta si recavano in Germaniaalla ricerca di lavoro.

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Intervista a Piero Santamaria, ermetico Presidente del Licata

ALLESTIREMO UNA SQUADRA IN GRADO DI FARSI RISPETTARE

Intervista di Giuseppe Alesci

Archiviata la stagioneappena conclusa, con l'ama-rezza per la sconfitta subitacontro il Brindisi, è adessotempo di bilanci e di program-mazione in casa del Licata.Insieme al presidente PieroSantamaria, che è stato ringra-ziato dai tifosi con uno stri-scione e con una targa ricordonel corso della gara internacon il Brindisi, proviamo aparlare di passato e futurodella società licatese. "Ad inizio stagione, comincia

il massimo esponente del

sodalizio licatese, puntavamo

sia alla vittoria in coppa che

in campionato, ma al termine

non siamo riusciti a centrare

nessuno degli obiettivi". Presidente, possiamo parla-re di stagione negativa dun-que."Gli obiettivi sono stati falliti.

In coppa abbiamo perso come

tutti sapete, mentre nella fina-

le di campionato abbiamo

dovuto fare i conti con la

squadra più forte di tutti i tor-

nei di Eccellenza. Nella

nostra formazione qualcosa di

buono comunque c'è e lo

dimostrano anche le richieste

da parte di formazioni di cate-

goria superiore che abbiamo

avuto per alcuni nostri atleti".Il Licata quest'anno haritrovato i propri tifosi non-ostante l'amarezza per lasconfitta con il Brindisi."Il mio grande rammarico è

proprio per loro. Soprattutto

in casa volevamo regalare

loro una soddisfazione ma

non ci siamo riusciti. A

Brindisi erano in sette, pochi

contro quelli pugliesi ma si

sono fatti sentire eccome. Un

ringraziamento va a loro ma

sembra essere ritornatoattorno al Licata."Nel corso della riunione

societaria abbiamo valutato

le richieste d'ingresso nella

dirigenza di diversi nuovi

soci. Nei prossimi giorni valu-

teremo il da farsi ma è chiaro

che per disputare un torneo di

serie D servono forze nuove e

fresche, oltre a quelle già esi-

stenti".Avete avuto un incontroanche con l'amministrazio-ne comunale?"Sì. Abbiamo avuto un contat-

to con il sindaco Angelo

Biondi che si è detto disponi-

bile e nei prossimi giorni

avremo un nuovo incontro. La

prossima settimana insomma

sarà decisiva per le sorti del

Licata nell'attesa poi di cono-

scere la decisione definitiva

della Lega sul ripescaggio".Sembra comunque che cisiano tante società in diffi-coltà economica."L'ultima notizia, in ordine di

tempo, riguarda il Ragusa che

pare debba rinunciare alla

serie D, ma come la compagi-

ne ragusana ci sono tante

altre società che hanno diffi-

coltà nel perfezionare l'iscri-

zione".E' un Licata che pensa ingrande dunque ed i tifosi ini-ziano già a sognare dopo averascoltato le dichiarazioni diun presidente dagli stessi defi-nito "UNO DI NOI". I tifosilicatesi, gli ultras in particola-re, hanno sempre avuto massi-ma fiducia nella società gui-data da Santamaria che daparte sua ha sempre avuto unrapporto improntato alla mas-sima chiarezza.

anche ai tecnici Angelo

Consagra e Giuseppe

Balsamo che si sono succedu-

ti sulla panchina, ai giocatori,

ai magazzinieri, agli addetti

allo stadio".Presidente, chi sarà il pros-simo tecnico del Licata?"E' ancora presto per parlar-

ne visto che prima abbiamo

diverse altre cosa da definire.

E' chiaro che nei prossimi

giorni avrò un colloquio per-

sonale con Consagra per fare

il punto sulla stagione appena

conclusa".Parliamo adesso del futuro.In quale campionato gioche-rà il Licata nella prossimastagione?"Entro il prossimo 4 inviere-

mo in Lega la documentazio-

ne necessaria per essere

ammessi al torneo di serie D.

Nel caso in cui saremo ripe-

scati allestiremo una forma-

zione in grado di dire la pro-

pria in un torneo difficile

come quello della D. Nel caso

in cui dovremo giocare anco-

ra in Eccellenza si punterà

dritto alla vittoria finale".La dirigenza sembracomunque essere destinataad allargarsi, segno questoche un certo entusiasmo

Archiviata una stagione non fallimentare e per certi versi agonisticamente esaltante, dopo la prova d�amore dei tifosi gialloblù nella fasefinale della stagione, bisogna cavalcare l�onda dell�entusiasmo e puntare su un Sindaco intelligente, consapevole che attraverso il calciopotrà crescere l�immagine della città, e su un presidente amato dai tifosi. Occorre scegliere un tecnico di grido.

UN GRANDE TECNICO PER IL LICATA

Non è stata una stagione fallimentare. Anziper certi versi è stata, soprattutto alla fine,un'annata agonistica esaltante. In primo

luogo perchè il calcio licatese ha riconquistato ilsuo grande pubblico e vedere gli spalti del DinoLiotta pieni di spettatori come in un tempo nontroppo lontano ci ha riempito il cuore di commo-zione, mentre il ritorno di centinaia di persone,dopo diversi anni di disimpegno dalle sorti dellacompagine gialloblù, ha dimostrato di come aLicata ci sia fame di successi e di un calcio capa-ce di dare gloria ed onore a tutta la città. La partita, perduta in campo con il blasonatoBrindisi, ha però costituito un autentico trionfoper il vessillo cittadino in quanto sono stati esal-tati i veri valori dello sport con un comportamen-to esemplare sia in campo che fuori dal terreno digiuoco. E ci piace proprio iniziare dalla partitacon lo squadrone pugliese per ricollegarci allenote positive che ha riservato quest'ultimo cam-pionato di Eccellenza nel corso del quale ci sonostate molte luci ed altrettante ombre che ci per-mettiamo di sviscerare con la nostra consuetafranchezza, senza con ciò volere ergerci a solonidel calcio e senza volerci intromettere in faccen-de di cui forse un palmese non dovrebbe occu-parsi.

Ma il rispetto che chi scrive ha verso la città diLicata a cui sono legati i momenti più belli dellapropria fanciullezza, mi ha spinto ad accettarel'invito del condirettore di questo prestigiosogiornale ad esprimere il mio parere, in modo taleda potere dare un modesto contributo per traccia-re il possibile futuro del glorioso club calcistico.Futuro che potrà essere veramente foriero digrandi prospettive se l'ambiente calcistico riuscis-se a ripetere giornate memorabili come quellevissute in occasione dello spareggio con ilBrindisi, nella finale di Coppa Italia conl'Orlandina, disputata a Mazara del Vallo, e neivittoriosi incontri dei play-off a Sciacca con ilCarini e a Comiso con la Spar Puntese. Nellecocenti sconfitte con Brindisi e Orlandina, la tifo-seria licatese ha messo in mostra tutta la sua gran-dezza e maturità nell'accettare l'amaro calice del-l'amarezza, mentre battendo le due avversarienegli spareggi ha espresso tutto il bagaglio dicavalleria sportiva di cui il pubblico licatesequando vuole è capace di profondere. Ma le noteliete non si fermano qui, in quanto finalmente ilsodalizio ha saputo esprimere un presidente avve-duto e lungimirante, una dirigenza compattaanche nelle avversità e un manipolo di calciatori,quelli cioè locali, che hanno onorato quellamaglia che negli anni è stata indossata da diversitalenti del calcio siciliano.

Le dolenti note sono, a mio modesto parere,costituite nella incapacità di sapere frenare l'esu-beranza di qualche giocatore che avrebbe dovutoessere severamente punito per le sue reazioni(vedasi la partita di Comiso), le scene di esaspe-razione a cui abbiamo a volte assistito nella pan-china in cui qualcuno avrebbe dovuto dare l'e-sempio e nella troppa veemenza con la quale avolte il pubblico ha cercato di punire anche unveniale errore di sbandieramento dei due guarda-linee.

Non abbiamo inoltre condiviso la dura conte-stazione nei confronti di coloro i quali detengonoormai da svariati anni il potere del calcio sicilia-no. Precisiamo subito che chi scrive non ha unabuona considerazione dei dirigenti federali paler-mitani e loro sanno di come questo cronista siastato ferocemente critico nei loro confronti, quan-do cioè alla Gattopardo venne negato il legittimodiritto di approdare in serie D nella scandalosapartita casalinga con l'Alcamo in cui venne annul-lato un limpido goal del difensore Rinallo.Eppure le accuse verso Provenzano e compagninon le ho condivise non certo perché senza giu-stificazione, ma per il fatto che questo longevoPresidente è stato rieletto anche con il voto delLicata e quindi ci vien da scrivere la frase "chi ècausa del proprio male, pianga se stesso". E' inu-tile quindi essersi pianti addosso quando sono

affiorati torti o presunti tali dalla Lega Sicula, nelmomento in cui questo sistema di gestire il calcioè stato accettato senza colpo ferire. E allora o si fauna dura battaglia per cacciare finalmente fuoridalle stanze del potere gli attuali dirigenti dellaFIGC, oppure bisogna avere il pudore di turarsi ilnaso e accettare quanto passa il convento.

Se dovesse pertanto rimanere a militarenell'Eccellenza, la dirigenza licatese dovrebbeusare quella capacità di non insolentire gli attualidirigenti federali poiché le proteste, è stato siste-maticamente assodato, si trasformano in boome-rang micidiali e a volte mortali.

Fatta questa premessa e nell'attesa che si cono-sca il destino del Licata, qualunque categoriaverrà assegnata, essa dovrà essere affrontata conambizione e con mire di grandezza. La città hadimostrato di avere risorse immense, pronte adessere rinfolocate. Ha la fortuna di avere unSindaco che intelligentemente è consapevole cheattraverso il calcio potrà crescere l'immagine el'economia cittadina, mentre la società si avvaledi un presidente in gamba e amato dalla tifoseria,come l'imprenditore Piero Santamaria, il qualemerita ampiamente la riconferma e l'appoggio ditutta la classe imprenditoriale.

Attorno a questi capisaldi bisogna allestire unasquadra da primato per l'Eccellenza, la cui inte-laiatura possa essere competitiva nel caso più cheprobabile di un ripescaggio in serie D. Ma ilprimo obbiettivo dovrà essere quello di indivi-duare il tecnico in grado di sapere rispettare i pro-grammi e di essere simpatico ai palazzi federali.Sia ben chiaro siamo sempre stati estimatori diAngelo Consagra come uomo, come calciatore eallenatore. Il retaggio della lunga squalifica certa-mente ruota a suo sfavore, perché è impensabileche una squadra ambiziosa possa rimanere senzauna guida ferma e sicura in panchina. Il ruolo diDirettore Sportivo per Consagra, pertanto, cisembra al momento tagliato e non ce ne voglia ilbuon Angelo.

Nel momento della grande svolta per il calciolicatese ci vuole un tecnico di grido che sappiaappieno valorizzare i migliori giovani in organicoe riuscire ad individuare quei calciatori con iquali formare l'ossatura e fare quindi la differen-za.

Ci viene subito in mente il nome di FofòAmmirata attraverso il quale si potrebbe stringe-re un prestigioso gemellaggio operativo con ilPalermo e potere quindi attingere dal rigogliosoorganico della Primavera del rosanero di cui iltecnico gelese è stato ottimo trainer. Si potrebbecosì ripercorrere la storia di 17 anni fa quandocioè la dirigenza presieduta dall'Avv. GiuseppeAlabiso (troppo presto dimenticato) fece la fortu-na del Licata facendo trasferire da Palermo labanda di picciotti del grandissimo "Boemo".

Dopo Ammirata ci scorre nella mente il nomedi Pietro Ruisi che conosce l'ambiente ed anchela Serie D per avere allenato nel campionato scor-so il Bitonto e che gode anche di molte simpatienella dirigenza rosanero.

Il terzo nome della lista è Loreno Cassia,altro ex di riguardo che ha vinto diversi campio-nati come tecnico, mentre anche il palermitanoAntonello Capodicasa ci sembra un maestrocapace non solo di costituire un organico di asso-luto valore, ma anche di poter imporre quel giocoa tutto campo che era la delizia del pubblico lica-tese.

Forse comunque ci siamo dilungati tropponelle nostre esternazioni, anche perchè non ci èmai piaciuto essere considerati degli intrusi incasa altrui.

Il nostro intendimento è stato comunque soloquello di esprimere un nostro parere, dettato dallalunga esperienza da noi maturata nei campi digiuoco e poi perchè, lasciate che lo scriva carilicatesi, non vedo anch'io l'ora di partire ognidomenica dal mio paese, assieme ad altri sportivipalmesi, per gridare come direbbe l'amico e col-lega Camillo Vecchio "sempre, ovunque edovunque Forza Licata!".

L�opinione di Filippo Bellia

16 La Vedetta - Luglio 2005SPORT

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LICATA CALCIO - FALLITA LA PROMOZIONE DIRETTA IN CND, TRASCORREMO UNA LUNGA E CALDA ESTA-TE IN ATTESA DEL RIPESCAGGIO, NOTIZIA CHE ARRIVERÀ PRIMA DI FERRAGOSTO. NEL FRATTEMPO...

BISOGNA ALLESTIRE UNA SQUADRA DA CNDIl Licata Calcio da pochissi-

mo ha chiuso la stagione agoni-stica 2004-05. E� tempo dibilancio, speriamo il più possi-bile obiettivo. La società pre-sieduta da Piero Santamaria èrimasta in corsa fino all'ultimosia per la Coppa Italia, regalataall'Orlandina, sia per la conqui-sta di un posto in CND.Piazzatisi al 3° posto i gialloblùai play-off hanno eliminatoprima il Carini (1-0) e poi laSpar (0-0) in virtù della miglio-re posizione in classifica.Fortuna o sfortuna, dipende dalpunto di vista, il Licata non hadisputato le gare contro la vin-cente di Campania A eCalabria. Infatti alle due squa-dre è stato inflitto lo 0 - 3 atavolino per via dei furibondiincidenti tra gli addetti delledue formazioni, giocatori edirigenti. Il Licata s'è ritrovatoin finalissima, ha riposato per 3domeniche, ed ha atteso ilBrindisi, che già noi de LaVedetta sapevamo troppo fortee l'abbiamo pure ribadito sulnostro sito internet www.lave-dettaonline.it.

Ci è toccata la più fortesquadra del pianeta Eccellenza.Il Brindisi, costruito per vince-re direttamente il torneo diEccellenza, dopo la retrocessio-ne per fallimento dalla C 2.Alla squadra pugliese non sonobastati 98 punti in classifica epiù di 100 reti realizzate, di cui38 a firma di Vantaggiato. IlMonopoli è arrivato primo.

Il Licata dai brindisini hasubito una doppia scoppola 0 -3 e 3 - 0. Nulla da dire, troppoampio il divario tecnico tra ledue formazioni.

Ma anche il Licata, siamoconvinti, era stato costruito pervincere direttamente il torneo.

neanche al 30% della condizio-ne ottimale. Fabio Consagra hagiocato poco e quando è statochiamato in campo ha avvertitoi soliti problemi muscolari.Fragile. Di Gregorio non è statoquello che conoscevamo, pococoncentrato a volte sufficientenell'approccio con la gara e poiha subito la personalità diBonomo.

Fior di euro spesi male chepotevano essere dirottati su altrielementi di sicuro valore vediLa Vaccara, Venniro, Rinallo,Tedesco, Bennardo, Boncore elo stesso Fornò. Ad ogni modoper quello che era il potenzialea disposizione della società econ il tecnico Consagra, suben-trato a Balsamo, questo era ilmiglior risultato possibile.

Ma non vorremmo che lagratitudine e il rispetto per ilpassato di alcuni all'internodella società frenasse l'entusia-smo del Presidente e del pub-blico, che comincia a credere inun risveglio del Licata Calcio.

Rimane la possibilità di unprobabile ripescaggio nel CND,cosa non facile ma possibile, sesi tiene conto della quantità dirichieste finora pervenute allaL.N.D. di Roma.

Ma come abbiamo detto sulnostro sito internet, questasquadra per ben figurare inC.N.D., abbisogna di almeno18/22 di elementi nuovi e dicategoria, nonché un buon tec-nico anch'esso di categoria.Dell'attuale rosa comunqueporteremmo in D i seguenti ele-menti: Roccella, Cambiano,Armenio, Grillo, Semprevivo,Bonomo, Rolla, Amato, Caci eforse anche Morello, Calvarusoe Paternò.

Ma da subito bisogna andarea caccia di un allenatore che

sappia far lievitare il materialeumano a disposizione. Peccatoche Pippo Romano e RosarioCompagno si siano accasati,ancora libero è Galfano. ECapodicasa? A noi serve untecnico che conosca il mercatodei giovani regionali e non eche abbia ottimi rapporti consocietà professionistiche,soprattutto quelle siciliane.

I tempi oramai sono strettis-simi, il corpo dirigenziale habisogno di essere rafforzato ebene. Pare che verrà costituitauna Società a ResponsabilitàLimitata (S.r.l.), solo così gliinvestitori potranno esseregarantiti per i soldi che mette-ranno. Bisogna da subitocostruire un team pronto per ilCND, se si vuole puntare alripescaggio, comunque prontoa disputare un campionato diEccellenza di grande vertice,nel caso in cui, facendo i dovu-ti scongiuri, non si avverassel'ipotesi ripescaggio.

I tempi. Lunedì 4 luglio alleore 12,00 scade il termine per lapresentazione della domanda diammissione al CND. In quel-l'occasione i dirigenti del Licatadovranno andare a Roma adesibire la documentazione inordine e completa in tutte le sueparti con allegati: assegno cir-colare di Euro 31.000,00, pariall'importo della fideiussionebancaria; assegno circolare diEuro 16.000,00 per tassa diiscrizione, acconto spese etassa associativa.

Importantissimo sarà il vistodella Commissione Provincialedi Vigilanza sui locali di pub-blico spettacolo, ovvero l'omo-logazione dello stadio DinoLiotta. E ancora una sottoscri-zione di delega alla negoziazio-ne dei diritti radiofonici e tele-

Poche squadre nel girone Aavevano una rosa ampia comela nostra, formata da 25 gioca-tori. A nostro avviso la squadrada subito andava affidata ad untecnico di categoria e non aBalsamo, al quale eravamograti per la salvezza raggiuntal'anno prima. Molti tecnicisarebbero venuti a piedi aLicata con questa rosa a dispo-sizione. Inoltre molti investi-menti sono stati dirottati su 3 o4 elementi che dovevano fare ladifferenza in campo, ma che sisono rivelati nei momenti deci-sivi inaffidabili o inefficaci:vedi i fratelli Corona, DiGregorio e anche Consagra,che per via dei ricorrenti infor-tuni, non ha ripetuto la brillantestagione di Comiso.

Pietro Corona ha dimostratoscarso attaccamento alla causa;volendo essere leader ha creatodissapori all'interno dello spo-gliatoio. Spesso il pubblico loha beccato per il suo atteggia-mento e per lo scarso impegnoin campo. Meglio il fratelloTonino, ma tutti sappiamoquanto ha lavorato per tornare

visivi, pubblicitari e commer-ciali al ComitatoInterregionale.

Come si vede si comincia adentrare in un'altra orbita. Sì,perché alcune partite delLicata, se sarà in CND, lepotremo vedere sul canalesatellitare RAI SAT SPORT enon è poco.

Dall'anno prossimo, le tvper riprendere le immaginidelle partite del Licata Calciodovranno pagare i diritti nelseguente modo: tutta la stagio-ne Euro 4.500,00 + Iva; unasingola gara Euro 1.000,00 +Iva. Per le radio un pò meno: ladiretta radiofonica per tuttol'anno costa Euro 2.500,00 +Iva, una singola gara Euro500,00 + Iva.

Nel frattempo bisogna, lostesso, iscrivere la squadra alcampionato di Eccellenza.

Ma il sodalizio licatesecome si sta preparando?

Conoscendo il presidenteSantamaria i programmi saran-no ambiziosi, ma dipenderannodalla immissione di nuoveforze in società, soprattutto dal-

l'apporto di denaro fresco. Sipensi che in Eccellenza si puòspendere per una squadra comeil Licata fino a 350 mila Euro,mentre in CND si parla di qual-cosa di più di 750 mila Euro,addirittura si può arrivare a unmilione di Euro per la vittoriadel torneo. CertamenteSantamaria vorrà garanzie sicu-re dai soci attuali e da quelliche vorranno intervenire exnovo per affrontare serenamen-te l'intera stagione, che siannuncia dispendiosa e irta diostacoli, considerata l�agguerri-ta concorrenza sia nel CND chenel torneo di Eccellenza.

Comunque sia, questa caldaestate ci riserverà tantissimesorprese. Stando all'ultima par-tita giocata al Dino Liotta, suun elemento certo si potrà con-tare: il pubblico licatese.Apparso finalmente numeroso,caloroso e corretto. L'atmosferaallo stadio è stata magica.Secondo noi sugli spalti c'eranoalmeno 5.000 persone. Pare chei paganti però siano stati 2.500.Un bell'incasso che dovrà inco-raggiare la dirigenza a faresempre meglio. E su questopatrimonio bisognerà investire.Ammirevole la correttezza deilicatesi alla fine dell'incontrocon il Brindisi, quando hannosportivamente applaudito imeritevoli vincitori.

Una piccola delusione: quel-la di non aver visto il migliorLicata.

Il pubblico allo stadio ciandrà a dispetto dell'Inter, delMilan e della Juve, ma vorràvedere un Licata competitivo,fosse anche in Eccellenza.

In bocca al lupo Santamaria& Co.

Angelo Carità

I NUMERI DEL LICATA CALCIO

ROCCO CACI, SI CONFERMA BOMBER PRINCIPE

Al termine del campionato2004/2005 la classifica del giro-ne A del campionato d'eccellen-za per gol fatti e subiti vede ilLicata al secondo posto pernumero di reti realizzate con 56,a ridosso della Nissa con 62 eseguito dal Campobello diMazara con 53, mentre per quan-to concerne le reti subite è sem-pre la Nissa ad avere anche lamiglior difesa con solo 20 retisubite, seguita dal Campobellocon 25, Carini e Spar con 30 eLicata con 31. Il potenzialeoffensivo del Licata si è dimo-strato di tutto rispetto con Caci ei fratelli Corona a lanciare lavolata verso la promozioneandando più volte a rete. In dife-sa la presenza tra i pali dei gio-vanissimi Paternò e Roccella èstata più che positiva, ma nonquanto l'esperienza di D'antonedella Nissa o Longo nelCampobello di Mazara.

Entrando nel dettaglio dellerealizzazioni va detto che la clas-sifica non tiene conto dellesegnature effettuate nelle gare diCoppa e dei play off. Il migliorrealizzatore è stato Rocco Caci

con undici reti, una riconfermaper l'attaccante gelese che haperò dovuto saltare diversiincontri e non sempre nelle gareè partito titolare, ma quando èstato presente ha svolto il ruolodi castiga portieri con le qualitàche lo contraddistinguono. Alsecondo posto troviamo PietroCorona con nove reti, un numerocertamente molto al di sotto dellesue possibilità e che rappresenta-no solo una minima parte dellenumerose occasioni da reteavute. Ma l'attaccante ha mac-chiato la sua stagione di perma-nenza a Licata con l'auto allonta-namento dalla squadra prima chefinisse il campionato insieme alfratello Tony che in classificaoccupa il terzo posto con ottoreti. Tony Corona non è più l'at-taccante di qualche anno fa, manonostante i problemi fisici chene hanno condizionato il rendi-mento, rimane pur sempre unuomo d'area che si fa rispettare,con buone qualità tecniche e conil fiuto del gol. A seguire in clas-sifica troviamo con cinque retiAmato e Fortino, elementi parti-colarmente dotati tecnicamente e

capaci non solo di realizzare madi saper creare occasioni da reteanche per i compagni di squadra.Nonostante abbiano sofferto perinfortuni e abbiano fatto moltapanchina, hanno dato il loro con-tributo di fantasia calcistica allacausa della squadra. A seguire inclassifica troviamo Semprevivoe De Lisi con tre, con due retiseguono Calvaruso, Armenio,Grillo e Di Gregorio, mentrechiudono la classifica con unarete Sitibondo, Cambiano eConsagra.

Gaetano Licata

Scherziamo con il calcio

Tra due politici: il Sindaco e l�Onorevole.Uno acculturato ... l�altro un pò meno

Certo, caro Sindaco,che questo Licata, i con-tributi... li merita. Senon altro perchè molti-plica il suo potenzialeesponente di valori almassimo, riducendo gliavversari al minimocomune multiplo.

D�accordo, Onorevole,

anzi d�accordissimo. I

contributi verranno però

elargiti nella misura in

cui le geometrie calcisti-

che, disegnate sul rettan-

golo di base passante per

le diagonali verticalizzanti

ad assiomatiche tangenti

di coseni che aprono i set-

tori della circonferenza

d�area di porta primaria-

mente girante in segmen-

ti paralleli alle triangola-

zioni pre translare in

nutazione sferica dell�as-

se di semicerchio che

adduce al vertice pirami-

dale del punto di raggio

posto ad undici metri del-

l�asse cartesiano proietta-

to in ascissa parallela alla

linea di base estremo

lembo dell�area di porta

che produce la media dei

tre punti in attivo.

D�accordo Onorevole? Ha

capito tutto?

Sì! Quasi tutto. Peròpreferirei un antinevral-gico. Grazie!

Camillo Vecchio

17SPORTLa Vedetta - Luglio 2005

Angelo Consagraallenatore gialloblù

Alberto Licataallenatore in seconda

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Il Brindisi frena le ambizioni di promozionediretta del Licata, che adesso dovrà sperare neiripescaggi per ritornare, dopo 24 anni, in serie D,anticamera del calcio professionistico. Se il Licataavesse vinto col Brindisi, tutti sarebbero saltati sulcarro del vincitore dispensando elogi anche per ilmagazziniere (non ce ne voglia l'amico Rumolino),siccome ha perso, ecco venir fuori un vezzo tipicolocale che è quello di contestare le scelte societarie,quelle tecniche e anche il rendimento dei giocatori,dimenticando come la squadra sia arrivata alla fina-le, trovandosi di fronte il Brindisi che lo scorsoanno ha disputato i play off per la C1 e che per pro-blemi societari ha dovuto ricominciaredall'Eccellenza. Sperando di arrivare alla serie D,se non più dall'entrata principale, almeno dallaporta laterale, ripercorriamo i successi della stagio-ne appena trascorsa, ricordando cos'è e cosa rap-presenta la serie D.

Con la stagione 1981-82 nacque il CampionatoInterregionale, con 12 gironi a 16 squadre per com-plessivi 192 club partecipanti. Proprio al termine diquella esaltante stagione (non subì nessuna sconfit-ta) sotto la guida tecnica di Mario Magagnotti, igialloblù arrivarono primi, furono promossi in C2 einiziò l'ascesa del miracolo calcistico chiamatoLicata, che portò la squadra in serie B per due sta-gioni (88-90), per poi iniziare una fase di oblio conilleciti sportivi, radiazioni e passaggi di titoli.

Non va dimenticato che l'attuale dirigenza rilevòla società che rischiava di non iscriversi due annifa, e in poco tempo è riuscita a conquistare sulcampo i galloni della promozione. La stagione cal-cistica 2004-2005 inizia nel segno della continuità.Conquistata la salvezza ai play out, sotto la guidadel tecnico Giuseppe Balsamo e le performance delcannoniere Rocco Caci, la società decide di costrui-re la squadra intorno a loro, richiamando i licatesisparsi per la Sicilia (Grillo, Consagra, Casa e DiGregorio, che non è licatese ma ex, dal Comiso), erinforzando ulteriormente la squadra con la puntaPietro Corona, fratello di Tony, Fortino e i portierijuniores Paternò e Roccella, che vanno ad aggiun-gersi ad un'ossatura già di tutto rispetto compostadi ottime individualità e giovani promettenti. IlLicata ha una rosa formata da quasi trenta elemen-ti che avrebbe indotto qualunque società a tagliareper problemi di spazio ed economici. La società,invece, tiene duro e la scelta di non sfoltire la rosa,si rivela decisiva, considerati gli infortuni e le squa-lifiche a cui sono andati incontro quasi tutti i gio-catori. Una rosa così ampia ha permesso al tecnicoGiuseppe Balsamo, prima, e ad Angelo Consagra,dopo, di far fronte alle assenze forzate e schieraresempre una formazione competitiva.

Il primo incontro della stagione propone il derbycon il Pro Favara dell'ex Milazzo, che il Licatavince con una doppietta dei fratelli Corona. Glistessi si ripetono a Salemi, mentre una doppietta diAmato e una rete di Fortino permettono di supera-re in casa la Sancataldese. Tre vittorie in tre garelanciano la squadra in testa alla classifica, e lasconfitta per tre a zero a Carini, ridimensiona subi-to i sogni. Una doppietta di Caci consente di supe-rare il Due Torri, e dopo il turno di riposo alla sestagiornata, arrivano la sconfitta esterna col Raffadalie quella interna con l'Orlandina, grazie ad un euro-gol al 91' di Iorio. La vittoria con l'Akragas sembrarilanciare la squadra e la classifica vede Nissa eCampobello appaiate in testa con 21 punti, seguiteda un terzetto con 15 punti composto da Orlandina,Carini e Licata. Il presidente Piero Santamaria pro-mette anche ai propri tifosi l'arrivo di un giocatoreche ha giocato in serie A. Il giocatore arriva aLicata, ma per problemi logistici preferisce conti-nuare a giocare in un'altra squadra d'eccellenza. Ilpari interno con il Campobello di Mazara, giunto apochi minuti dal termine (85') e la successiva scon-fitta per due a uno a Cefalù, inducono la società asostituire il tecnico Giuseppe Balsamo con AngeloConsagra. In pratica, si ripete, a posizioni invertite,quanto accaduto nella stagione precedente.

L'esordio nella panchina di Consagra non è deimigliori, perché deve ingoiare il boccone amaro diuna sconfitta interna dalla corazzata Nissa.L'attaccante Rocco Caci non riesce a trovare spazioin squadra ed è lasciato libero di accasarsi altrove.La squadra è cambiata in corsa, perdendo i due ele-menti, tecnico ed attaccante, su cui era statacostruita la squadra. Fortunatamente, dopo alcunesettimane di purgatorio, Caci rientra in squadra e lo

fa a suon di gol. Nel frattempo la società si è ulte-riormente rinforzata con l'arrivo del difensoreBonomo e del centrocampista De Lisi, a testimo-niare la volontà della società di non sacrificarenulla pur di ottenere la promozione diretta. Lasconfitta con la Nissa si rivela salutare, perché per-mette allo spogliatoio di perfezionare gli equilibriinterni e l'esperienza di Angelo Consagra dà la giu-sta carica ai giocatori che conquistano nove risulta-ti utili consecutivi, composti di otto vittorie e unpareggio. La serie positiva si interrompe, strana-mente, in trasferta con il Due Torri e, dopo il turnodi riposo, ancora una piccola serie di tre vittoriecon Raffadali, Orlandina e Akragas. La decima diritorno vede la sconfitta a Campobello di Mazaraper 3 a 1. Il Licata, dopo esser passato per prima invantaggio alla fine del primo tempo, alla ripresa delgioco subisce diverse decisioni arbitrali che sonocontestate vibratamente dai giocatori e che provo-cheranno numerose espulsioni, squalifiche e inda-gini dell'Ufficio Inchieste della Lega, tuttora incorso, e che riguardano anche il rinvio degli incon-tri del Campobello di Mazara con Nissa e Carini. Inpratica si sarebbe sfruttato l'inagibilità del campo diMazara per rimandare incontri importanti. Per l'in-contro tra Campobello e Licata saranno squalifica-ti ben otto giocatori, il tecnico e il massaggiatoreLo Vullo. Da quel momento in poi, nonostante l'as-senza per diverse giornate di numerosi giocatoriper squalifica, la squadra dimostra di meritare qual-cosa di più rispetto a quanto non dica la classifica enon perderà più nessun incontro, tranne la penulti-ma giornata con la Spar. La squadra pare non risen-tire della fuga dei fratelli Corona. La classificafinale vede al primo posto proprio il Campobello diMazara con 70 punti, seguito dalla Nissa con 68,Licata 62, Carini 58 e Spar 47.

Ai play off gli accoppiamenti Nissa-Spar eCarini-Licata vedono la Spar eliminare la Nissa e ilLicata superare il Carini, con una rete su rigore diGrillo. Grazie alla migliore posizione in classificafinale e la possibilità di poter disporre di due risul-tati su tre, il pareggio tra Licata e Spar a Comisopermette al Licata di andare avanti. Il regolamentoquest'anno prevede che le seconde classificate deidue gironi d'Eccellenza siciliano, anziché tra loro,affronteranno, per quanto riguarda il Licata, laseconda classificata del girone Campania e poiaffrontare la vincente tra Calabria e Puglia. Gliincidenti avvenuti prima della partita tra AlbaDurazzano e Virtus Volla, per stabilire quale delledue squadre campane dovrà affrontare il Licata,costringono il giudice sportivo campano, a causadella loro gravità, a dare partita persa ad entrambe.La Caf, ultimo grado di giudizio, respinge il ricor-so delle squadre campane, permettendo al Licata diaccedere direttamente alla finale, ed affrontare lavincente tra Capo Vaticano, rappresentante laCalabria, e Brindisi per la Puglia. Il Brindisi vinceentrambe le partite e sarà l'avversario del Licata perla doppia sfida per la promozione in serie D. IlLicata è costretto a settimane d'inattività e rinunciaalle gare amichevoli per evitare infortuni ai gioca-tori. Per sorteggio, il Licata gioca la prima gara incasa, e per l'occasione la società indice la "giornatagialloblù", chiamando a raccolta i tifosi e i cittadi-ni a sostenere la squadra anche dal punto di vistaeconomico. I tifosi rispondono alla grande accor-rendo in massa ad incoraggiare la squadra delcuore. Interi nuclei familiari si spostano al DinoLiotta per sostenere la squadra. Lo stadio si riempiecome ai vecchi tempi, a testimoniare l'amore per lapropria squadra e la volontà di sostenerla per rag-giungere nuovi traguardi. Vengono riesumate ban-diere, sciarpe, feticci di un passato recente, tuttoquanto può servire a sostenere i colori giallo-blu.Le coreografie create dai tifosi sono sottolineate daapplausi e nonostante la sconfitta, tutto lo stadio,alla fine, applaude la prestazione dei propri gioca-tori. Un esempio di civiltà sportiva che non si vedespesso negli altri stadi, e che testimonia la maturitàacquisita dal pubblico licatese. Purtroppo, il Licatasubisce una dura sconfitta per tre a zero, e compro-mette la promozione diretta. Nella gara di ritorno ilBrindisi amministra il risultato vincendo ulterior-mente per 3 - 0, a dimostrazione della superioritàtecnica. Il Licata adesso deve sperare nei ripescag-gi e, una volta conquistata la serie D, bisogneràlavorare per mantenerla, in quanto non è un puntod'arrivo, ma di partenza per ulteriori successi spor-tivi, come hanno dimostrato i tifosi.

IL CAMMINO DEL LICATA NELLA STAGIONE 2004-05

L�INCREDIBILE VITTORIA DELPUBBLICO DI FEDE GIALLOBLÙ

di Gaetano Licata

Le pagelle del Licata Calcio

Fabrizio Grillo il migliore

ROCCELLA (voto 6,5) -Fisicamente e atleticamente bendotato. Autore di buone presta-zioni. Qualche incertezza. Tuttisappiamo che il portiere è unelemento che abbisogna dellamassima fiducia del tecnico.L'alternanza in questo ruolo èdannosa. Può crescere.Promosso per il CND.

PATERNO' (voto 6) - Hasostituito degnamente Roccellaquando è stato chiamato incausa. Ha 17 anni, se seguitopuò fare strada. Perdonato perl'errore nella finale di CoppaItalia. Sicuramente farà partedella squadra anche nel CND.

CAMBIANO (voto 6,5) - Haqualità agonistiche eccelse, nonmale coi piedi, sa puntare l'av-versario ed arrivare al fondo peri cross. Sa andare anche in gol.Può ricoprire diversi ruoli difen-sivi. Valido elemento per ilCND. Non si è capita la suaesclusione contro il Brindisi incasa.

ROLLA (voto 6) - Un buonelemento, mantiene la posizio-ne, freddo e maturo per l'età cheha. Frenato da un infortunionella finale di Coppa Italia.Deve migliorare fisicamente.Valido in prospettiva CND.

DI GREGORIO (voto 5) - S'èrifiutato di partire per Brindisi.Non ha giocato una buona sta-gione, molto al di sotto del suostandard abituale. Peccato! Hasofferto la personalità diBonomo. Ha fatto il suo tempo aLicata.

ARMENIO (voto 6) - In pro-spettiva il miglior difensore delLicata. Messo troppe volte daparte dal tecnico. Va sicuramen-te valorizzato. Balsamo lo avevapromosso capitano, Consagra loha retrocesso. In prospettivaCND il più dotato della difesa.

BONOMO (voto 6,5) - Hacominciato in sordina, forse peril sovrappeso. Pian piano èvenuto fuori mostrando tutta lasua grinta a volte eccedendo.Autore di una prova eccezionalecontro la Spar ai play-off. Habuona esperienza anche per ilCND, bisogna prepararlomeglio.

LEONARDI (voto 5) - Hagiocato poco quest'anno, quandol'ha fatto non abbiamo vistoalcun miglioramento.Sicuramente non è stato abba-stanza seguito sotto il profilotecnico e tattico.

MORELLO (voto 6) -Peccato per il suo grave infortu-nio. Fino a quel momento ilmigliore della difesa. Se Pepètorna quello di prima potrà gio-care anche in CND, magari

come esterno sinistro. PIRA (voto N.G.) - Difensore

aitante. Pochi gli elementi divalutazione.

CASA (voto 5) - E' venutofuori a fine stagione dopo essereguarito dall'infortunio. Consagralo ha promosso subito titolare.Non si discutono le qualità tec-niche del ragazzo, ma fisica-mente è molto debole.

DE LISI (voto 6-) - Discretotecnicamente, lentissimo, buonincontrista, bravo nei calci piaz-zati. Molto indisciplinato. Forselo ricorderemo per questo.

SEMPREVIVO (voto 6,5) -Un generoso, combattivo, bendotato tecnicamente, ottimoattaccamento ai colori gialloblù.A volte ingiustamente sacrifica-to alla causa. Meritava di gioca-re in tutte le partite. Lo terrem-mo anche per il CND.

BALLACCHINO (voto 6-) -Il ragazzo non avuto tanto spa-zio ma è stato al suo posto. Devemigliorare fisicamente e con-trollare gli impulsi nervosi.

CURELLA (voto 6) - Unragazzo dotato tecnicamente,veloce, grintoso. Ha giocatopoco, dando il suo modesto con-tributo. Va seguito nella crescita.

GRILLO (voto 7) - Genio esregolatezza. Tecnicamente ilpiù dotato dei nostri, capace digiocate di grande livello, maanche di errori banali, attribuibi-li alla scarsa concentrazione o alnervosismo. Uno come lui può edeve dare molto di più anche inCND.

CALVARUSO (voto 6) -Ammirevole per l'impegno pro-fuso. Impiegato in ogni zona delcampo. Sprecato sulla fasciadove non ha lo scatto per punta-re e dribblare l'avversario e arri-vare al cross. Un ragazzo cheben allenato potrebbe giocare inattacco. Fisicamente c'è e in areaha dato prova di avere peso efiuto.

AMATO (voto 6) - Luci edombre sul rendimento di questastella. Uno come lui con la pallapuò fare quello che vuole.Qualcuno deve pur convincerlo.Potenzialmente di categoriasuperiore.

CONSAGRA (voto 5,5) -Troppi infortuni. Ancora nonabbiamo ammirato l'ex profes-sionista per ciò che realmentegli altri dicono che valga.

FORTINO (voto 6) - Inizio adhandicap per un infortunio.Peccato! Nel finale si è rivelatoil migliore per cuore e forza divolontà. Generoso, a volte èarrivato poco lucido al tiro.

SITIBONDO (voto 5,5) -L'eterna promessa. Nel calcio ilfisico non è tutto. Manca dicoordinazione. Ha bisogno di unbuon maestro. Non può giocarelargo come spesso è stato impie-gato.

CORONA P. (voto 4) -Attaccante di razza, un ariete.Più i gol manciati che quellifatti. Fin quanto è rimasto hagiocato tutte le gare, non confer-mandosi all'altezza della famache lo precedeva. Svogliato,indisponente, poco educato neiconfronti del pubblico. Non haaccettato il programma dellasocietà stilato prima dei play-off. Mai più con il Licata.

CORONA T. (voto 5) - Al70% della condizione fisica nonavrebbe eguali nei dilettanti. Diuna spanna superiore al fratelloPietro. Ha dato il suo contributo.Poteva dissociarsi dalla decisio-ne del fratello di lasciare lasquadra, visto che lui un qualchelegame a Licata ce l'ha. Anchelui mai più in gialloblù.

CACI (voto 6) - Attaccante dirazza. Capocannoniere delLicata negli ultimi due anni. Hagiocato meno di Corona P., èstato più prolifico. Non sappia-mo bene cosa sia successo, adun certo punto era stato lasciatolibero di andare via. Poi il chia-rimento ed il rientro a suon digol. Comunque non ha avutotutta la fiducia che meritava.Elemento da tenere in conside-razione anche per il futuro.

SANTAMARIA (Voto 6) -Finchè è rimasto ha fatto sentiretutto il suo peso in fase difensi-va. Peccato!

FAMA' e DI BENEDETTO(Voto N.G.).

MISTER CONSAGRA(Voto 6) - Da uno come lui, cheha fatto il professionista a gran-di livelli, avendo avuto maestroil migliore degli allenatori, taleZdenek Zeman, ci aspettavamoqualcosa di più. La sua squadranon ha mai divertito come ci siaspettava. A parte la lunga seriepositiva, dopo la sconfitta inter-na con la Nissa all'esordio, nul-l'altro. Inconcepibile la sconfittacontro la Due Torri.Indecifrabile la formazionemessa in campo contro ilBrindisi. Cosa voleva essere un4-3-3, o un 4-4-2 oppure un 4-2-1-3? A molti è parso un 4-2-4.Non ha letto bene le gare fonda-mentali (Orlandina e Brindisi),dove i cambi sono risultati sba-gliati.

DIRIGENZA (Voto 7) - I socidel Licata Calcio hanno fattonotevoli sforzi. Hanno migliora-to l'organizzazione societaria,hanno attuato una campagna dipubblicità ottima come non lo sivedeva dalla serie B. Un neo.Non ha avuto il coraggio delleproprie azioni in taluni frangen-ti delicati. La riconferma diBalsamo un segno di �buoni-smo� e la sostituzione arrivata inritardo. Se si vogliono vincere icampionati bisogna prendere ilmigliore allenatore in circola-zione e un ottimo direttore spor-tivo, che abbiano contatti congrosse società professionistichesiciliane. Bisogna investiresoprattutto su queste due figure.

LA VEDETTA

18 La Vedetta - Luglio 2005SPORT

Fabrizio Grillo Eliseo Cambiano

Page 19: La VedettaClaudio Morello, Ë stato aggredito all'ingresso ... Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata:un uomo che ha segnato il tempo (3^ parte) ... festi, spot televisivi

19SPORTLa Vedetta - Luglio 2005

CESTISTICA: CRESCONO BENE I RAGAZZINIPOSITIVO IL BILANCIO STAGIONALE

Una stagione sportiva intensae interminabile, quella vissutain casa Cestistica, non del tuttoconclusasi per via di due finaliregionali, nelle categorieAllievi ed Esordienti, ancorain corso di svolgimento.Volendo abbozzare un primobilancio consuntivo, indipen-dentemente dall'esito di questiultimi impegni, la si può rite-nere soddisfacente in ordine airisultati tecnici conseguiti eall'ulteriore livello di qualitàraggiunto dal settore giovani-le, che riscuote vari riconosci-menti e unanimi consensi nel-l'ambito cestistico isolano.La meritata permanenza inserie D, il conseguimento dellefinali regionali nei torneiAllievi ed Esordienti, il primoposto provinciale nel torneoAquilotti ed il secondo postoprovinciale nei tornei BAMmaschile e Cadette femminilerappresentano risultati di tuttorispetto per un'associazione,come la Cestistica, che fondail proprio credo sportivo sulcoinvolgimento dei giovani,soprattutto locali, e sui valorietici e morali veicolati dallosport inteso non soltanto comeobiettivo o fine ultimo maanche e soprattutto come per-corso di crescita umana esociale.

In tal senso, ancora una volta,gli eccellenti risultati conse-guiti dal settore minibasket colcoinvolgimento dei suoi 123bambini animano uno deimovimenti più fiorenti e quali-tativamente più significatividel minibasket siciliano.Da esso si mettono annual-mente in luce giovani forte-mente motivati e desiderosi diritagliarsi uno spazio nel pano-rama cestistico nazionale, con-solidando così un'importantecontinuità progettuale.L'unica nota dolente è rappre-sentata dall'ambito economi-co-finanziario, in quanto lamancanza di un adeguatosostegno da parte degli entilocali ed in particolare delComune di Licata, unitamentealla scarsa reperibilità di risor-se economiche e sponsorizza-zioni sul territorio, con tuttaprobabilità, porterà la dirigen-za della Cestistica a non iscri-vere la squadra al torneo diserie D 2005/2006, vanifican-do l'encomiabile lavoro svoltodal manipolo di giovani atletiaffidati alle sapienti cure diPeppe Lombardo, nonché irisultati finora conseguiti sulcampo e con pieno merito. Mi dispiace, ancora una volta,annotare queste discresie tral'Amministrazione Comunale

e l'associazionismo sportivolicatese, ma la totale mancanzadi chiarezza dialettica, diintenti e di progettualità unita-mente al disinteresse per letematiche sportive giovaniliacuiscono il rammarico in chiscrive e da lungo tempo insie-me ad altri riversa e investevolentieri energie, competenzee professionalità al serviziodella comunità giovanile lica-tese, in realtà meritevole dialtro trattamento e considera-zione da parte degli ammini-stratori.A costo di sembrare retorico eripetitivo continuerò a sostene-re con forza i diritti dei giova-ni e di quelli sportivi in parti-colare con la speranza cheprima o dopo si riesca a risve-gliarne le coscienze.(nella foto la FormazioneAquilotti campione provincia-le 2004/2005; in alto da sx:Milazzo Ilaria, IncorvaiaAndrea, Cosentino Angelo,Zirafi Alessio, TabbiSalvatore, Licata Vincenzo,Iacona Marco, RaineriAlessandro - in basso da sx:Bottaro Mirko, Deoma Mirko,Vincenti Cristopher, VincentiValerio, Greco PolitoEdmondo).

Peppe Lanzerotti

BASKET FEMMINILE

LE CADETTE DELLA FUTURA A SULMONASI LAUREANO CAMPIONESSE NAZIONALI

Ancora un riconoscimento acarattere nazionale per la FuturaLicata del presidente AngeloBona che a Sulmona ha vinto ilcampionato nazionale di palla-canestro femminile categoriacadette, riservate alle classi '89 e'90. La Futura Licata a Sulmonarappresentava i colori dellaSicilia, e nelle fasi eliminatorie

Futura Licata ha superato ilTrani per 64 a 51, l'Avellino per83 a 37 e in finale i padroni dicasa, che hanno sostituito laSardegna, per 60 a 45. LudovicaChimenz ha ricevuto la targacome migliore realizzatrice (66punti in tre partire), mentreSerena Bona e MarcellaBarlassina sono state le migliori

nostre giocatrici e il presidentedel comitato regionaledell'Associazione, FulgoGraziosi, che ci ha esortato acontinuare su questa strada,invitandoci a ritornare presto inAbruzzo. Oltre a vincere le gareci siamo trasformati tutti in vei-colo pubblicitario donando deidepliant che reclamizzano le

ha superato i rappresentantidella Puglia e della Campania,mentre in finale i campioni dicasa dell'Abruzzo. Per l'occasio-ne, il tecnico Enrico Bona, gra-zie al gemellaggio con la G. S.di Messina, ha potuto utilizzarequattro ragazze provenientidalla città dello stretto comeLudovica Chimenz ed ElviraZaccone del '90, e ancheMarcella Barlassina e GiorgiaMirti della Valle del '91, oltrealle nostrane Giulia Bona,Serena Bona, Angela Bruna,Grandizia Ingratta, Jessica LaCognata e Valentina Ripellino.

La Futura ha potuto effettua-re la trasferta in Abruzzo grazieal contributo dell'assessoratoallo sport di Licata e diAgrigento che ha ammortizzatoparte delle spese.

Nelle qualificazioni la

giocatrici del torneo. Ancora una volta le scelta

societaria di puntare sui giovanisi è rivelata determinante, otte-nendo attestati a carattere nazio-nale che ne testimoniano la vali-dità. Un riconoscimento nazio-nale che premia anche il lavoropreparatorio del tecnico EnricoBona che, soprattutto nel settoregiovanile, riesce ad avere unriscontro tangibile del suo mododi intendere il basket. "Sonostati tre giorni entusiasmanti,ammette il presidente dellaFutura Angelo Bona, perché aSulmona c'era un'ottima orga-nizzazione e ci siamo trovatibenissimo, giocando in impiantimoderni e accoglienti.Ringrazio il coordinatore nazio-nale per lo sport di squadradell'Acsi, Italo Ferrari che haavuto parole di stima per le

bellezze della nostra città, deiTempli di Agrigento e dellaSicilia a tutte le squadre chehanno partecipato al campiona-to. Grazie a questa esperienza lenostre ragazze hanno avuto lapossibilità di confrontarsi con lecoetanee delle altre regioni efare quelle esperienze necessa-rie per la maturazione tecnicautile alla causa della squadra".

"La Futura per la prossimastagione intende continuare adinvestire sui giovani, - continuail presidente, - perché riteniamoche valorizzarli sia la strada giu-sta per andare avanti. Spero divincere la concorrenza e diriuscire a portare a Licata, oltrealle quattro ragazze messinesi,quelle giocatrici che hannovoglia di condividere le nostreaspettative".

Gaetano Licata

CESTISTICA, SALVEZZA RAGGIUNTA IN DESORDIENTI ED ALLIEVI OTTIMI RISULTATI

E' davvero un momentomagico quello che sta attra-versando la società dellaCestistica che appena unmese fa aveva conquistato unsecondo posto con la forma-zione esordienti al torneonazionale di Ragusa allespalle della FortitudoBologna.

Questa volta a salire sulpodio provinciale è stata laformazione Allievi che haconquistato il titolo vincendoa mani basse il proprio cam-pionato. Un successo nettoper i ragazzi di AntonelloImbrò che non sono peròriusciti a ripetersi nella faseregionale dove si sono arresi,in semifinale, al Cus Messinaper soli quattro punti.

"Nonostante la sconfittanella fase regionale, è stato ilcommento del presidentelicatese, siamo soddisfattidella prestazione fornita dai

nostri ragazzi. La squadra hagiocato bene, la gara è statapunto a punto ma alla fine iragazzi peloritani hannoavuto il guizzo vincente.Adesso dobbiamo archiviarequesta stagione, concludeLanzerotti, ma abbiamo laconsapevolezza di aver for-mato un gruppo di ottimi ele-menti alcuni dei quali nelmirino di parecchie società dicategoria superiore".

Un bilancio certamentepositivo dunque per la socie-tà licatese che ha conquistatola salvezza nel torneo di serieD con la formazione maggio-re che era allenata daGiuseppe Lombardo ed hariscosso tanti successi anchecon le squadre giovanili. Ilvivaio del resto è da semprestato il fiore all'occhiellodella Cestistica Licata che hasempre attinto a mani bassedal proprio settore giovanile

e la dimostrazione si è avutaquest'anno con la squadramaggiore che era compostada atleti cresciuti in casa. Unbuon lavoro quello svolto dalpresidente Lanzerotti che ècollaborato con maestria daAntonello Imbrò, daGiuseppe Lombardo e daCarmela Cardella.

Questi gli atleti che com-pongono la squadraEsordienti della CestisticaLicata: Marilisa Ciotta,Davide Federico, AndreaPortannese, Cristian DiFalco, Alessio Carità,Cristopher e ValerioVincenti, Emiliano Deoma,Matteo Imbrò ed IlariaMilazzo. Questi quelli dellasquadra Allievi: Imbrò,Santamaria, Licata, Federico,Portannese, Pellitteri,Ginevra, Deoma, Mulè,Sanfilippo, Luparello.

Giuseppe Alesci

La femminile di basket del �V. Linares�campione regionale ai Giochi Studenteschi

Prestigioso traguardo rag-giunto dalla squadra di basketfemminile del �V. Linares�, lau-reatasi campione regionale deiGiochi Sportivi Studenteschi.

Nella fase di qualificazioneha battuto il Magistrale diCaltanissetta 53 a 32 e il LiceoScientifico di Partinico 53 a 30.

Nella fase finale disputatasiad Alcamo il 23/05 u.s. ha battu-to in semifinale il LiceoScientifico di Ragusa 59 a 47 e

Gli insegnanti che hannocurato la squadra sono stati:Giuseppe Lombardo, FrancescoVerderame e Salvatore LaMarca.

Migliori realizzatrici sonostate Giulia e Serena Bona. Sisono inoltre particolarmentedistinte Licata D�Andrea, Vizzie Di Mauro. Un plauso a tutte leragazze per le qualità tecniche elo spirito sportivo che hannodimostrato di possedere.

nella finale, dopo una entusia-smante gara il Liceo Scientifico�Archimede� di Messina per 41a 39. Le studentesse che hannofatto parte della rappresentativasono: Federica Urso, NiettaCambiano, Sofia Bonelli,Giovanna Licata D�Andrea,Giulia Ciotta, Giusy Di Mauro,Serena Bona, Chiara Pendolino,Martina Falzone, Giulia Bona,Giuliana Pintacrona, BeatriceVizzi, Flavia Giarratano.

Page 20: La VedettaClaudio Morello, Ë stato aggredito all'ingresso ... Frank E. Toscani, primo governatore militare di Licata:un uomo che ha segnato il tempo (3^ parte) ... festi, spot televisivi

20 VARIE La Vedetta - Luglio 2005

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ANGELO CASTIGLIONE

Nella foto la formazionedel Licata Calcio che ha spa-reggiato con il Brindisi il 12 e19 giugno.

Tutte e due le gare si sonochiuse con l�identico punteg-gio di 3-0, in virtù di unasuperiorità tecnica dellasquadra pugliese, che hafatto valere la propria statu-

ra tecnico-tattica, nonchè l�e-sperienza in capo a buonaparte dei suoi giocatori.

Qualcosa di positivo,comunque, è rimasto da que-sta bella esperienza di sport:il pubblico licatese, accorsoin massa come ai bei tempi. Equesto pubblico, unito allaDirigenza, che ha costruito

una squadra capace di lottarefino all�ultimo nelle due com-petizioni cui ha partecipato,si ricordi la finale di CoppaItalia e la finale play-off cheequivale al 2° posto in classi-fica, tutti assieme meritanoun posto in CND.

Pertanto sicuri del buonesito del ripescaggio dobbia-mo guardare avanti fiduciosinells speranza che un nuovociclo abbia a ripetersi.

I tifosi e gli sportivi licate-si tutti se lo augurano e siamosicuri daranno il loro giustocontributo al progetto che ilpresidente Piero Santamaria,fin dal suo insediamento hapromesso di portare avanti.

Quel progetto ha unnome: Serie C 2. Il minimoper Licata, che ha calcato cononore i campi della seriecadetta fino al 1990.