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La Chicago di Barack Obama

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La città del 44° presidente degli Stati Uniti è la metropoli del momento:grattacieli mozzafiato e progetti in divenire, la candidatura ai giochi olimpici 2016 e uno scenario culturale di prima grandezza. Ma anche i ‘luoghi privati’ di Obama: la sua casa, il suo quartiere, gli amici e le storie di un chicagoans molto particolare

di GUIDO BAROSIO foto di FRANCO BORRELLI e GUIDO BAROSIO

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«Chicago, più di ogni altro luogo, potrebbe e dovrebbe sentire il richiamo, come

le suggestioni,di una comunità senza steccati» C’

è la Chicago ‘delvento’ e quella ‘dellago’. C’è la metro-poli del Loop – unadowntown con pro-spettive cinemato-grafiche solcate dal-la ferrovia sopraele-vata – e quella degliinfiniti ‘villaggi’, dove

casette e viali rispondono a coordinate di precisione geo-metrica. C’è la Chicago ‘capitale mondiale’ di Mc Donaldse quella multietnica che ha visto cr escere neri e polac-chi, ucraini e latinos, italiani, cinesi e irlandesi: tutti insie-me ma allo stesso tempo ‘paralleli’, cittadini di quartieridai confini non sempre valicabili. Ma c’è soprattutto la Chicago di Barack Hussein Oba-ma, la metropoli di un presidente che potrebbe riscrive-re la storia del suo paese e quella di un mondo pr ontoad esaltarne le potenzialità taumaturgiche. In una recen-

te vignetta di Repubblica si leggeva: «Obama è stato l’uo-mo dell’anno nel 2008. Se non lo sarà anche nel 2009avremo tutti un grande problema…». L’attesa e la spe-ranza, il mito e la gioia si incontrano rapidamente alla pri-ma passeggiata; emozioni rese visivamente concrete daipavesi che salutano il ‘chicagoans presidente’, dai chio-schi degli edicolanti che espongono decine di copertinecol suo volto in primo piano, dai negozi di souvenir dovela nuova icona prende le forme più diverse e inaspetta-te: piatti ricor do, poster, magneti per il frigo, or ologi,magliette, cappellini, persino sagome di cartone a gran-dezza naturale da rimontare in soggiorno… Sempre lui,sorridente, ieratico, determinato, onnipresente. Per la cronaca il nostro viaggio ha avuto luogo alla finedi gennaio, una manciata di giorni dopo l’insediamento,ma tutto era già pronto da settimane. Anzi – a confermadi q uanto l a c lamorosa so vraesposizione n on f osseormai una novità – su alcuni prodotti spiccava eloquen-te la targhetta ‘sale’, con ribassi dal 30 al 40%... Perchéormai di gadget e di cimeli gli americani, non solo i chi-

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sity of Chicago si è fatto apprezzare nei quartieri alti, conla sua preparazione e l’eloquio colto ha sedotto l’animaculturale della città, unisce – in un solo uomo – il percor-so etnico di un paese che sta cambiando pelle, lingua ecolore. Negli anni Novanta gli immigrati africani sono tri-plicati di numero, mentre quelli caraibici sono cresciuti delsessanta per cento; attualmente oltre un terzo dellapopolazione si può classificare ‘non bianca’, con ispani-ci, neri e asiatici nell’ordine. Per tutti una ricerca delle ori-gini che supera le consuete battaglie per i diritti civili; ma,sempre per tutti, l’orgogliosa consapevolezza di essereamericani, anzi i ‘nuovi americani’. La bandiera del futuro? Una frase di Obama alla conven-tion di Boston: «Non c’è un’America nera e un’Americabianca e un’America latina e un’America asiatica, ma cisono gli Stati Uniti d’America». Chicago, più di ogni altro luogo, potrebbe e dovrebbe sen-tire il richiamo, come le suggestioni, di una comunità sen-za steccati. Perché in questa grande ar ea urbana sullerive di un lago Michigan, coi suoi quasi nove milioni di abi-tanti, le frontiere cittadine (impermeabili anche quando invi-sibili) hanno creato una mappa in continua evoluzione madalla regola ancora ben chiara: benestanti a nord (GoldCoast e Lincoln Park i siti maggiormente ambiti) e disa-giati a sud, con le inquiete lande del South Side in atte-sa di sicurezza e pieno recupero. Fanno eccezione e movi-mentano lo scenario i quartieri più cool, vecchi ‘villaggi’che hanno cambiato anima ospitando un mix multietni-co maggiormente accentuato: Ukrainian Village, recen-temente scelto da artisti e professioni emergenti, ma ancheHyde Park, non a caso il quartiere dove risiede la fami-

cagoans, sembravano proprio aver fatto il pieno e tutti –tranne i repubblicani più irriducibili – espongono con orgo-glio il loro personale omaggio all’uomo della provviden-za. Ma, com’era fin troppo facile da prevedere, è proprionella capitale dell’Illinois che questo sentimento rag-giunge lo zenith; con ragioni profonde e complesse chevanno oltre la semplice ‘cittadinanza’ del presidente. Anzi,a voler ben guardare, la storia di Obama non appartie-ne alla ‘wind city’: la ‘città del vento’ per ragioni mete-reologiche ma anche politiche, dove sindaci ed ammini-stratori – tra scandali e polemiche – si sono storicamen-te distinti per una propensione alle ‘promesse facili’, impe-gni fumosi fatti di aria, di illusioni, di un vociare ‘ventoso’senza costrutto. In più Obama non è un figlio anagrafi-co di Chicago: città tra le più ner e d’America, dove glischiavi, all’epoca della guerra civile, approdarono dal Sudper cercare libertà, lavoro, un riscatto sovente tradito dal-la realtà. Obama è per metà nero africano e per metà bian-co, nato e cresciuto tra le Hawaii e l’Indonesia, laureatonella bostoniana Harward, prototipo di quell’Americameticcia che appartiene solo alle ultime generazioni. Maè a Chicago che Barack ha trovato moglie e si è fatto leossa, ha lavorato nei ghetti, si è aperto alla politica ed haottenuto i primi successi, arrivando alla carica di sena-tore (eletto col 70% dei suffragi), proprio quando laseconda presidenza Bush spazzava via lo sbiadito out-sider Kerry. Obama è quello che Chicago non è mai sta-ta ma che vorrebbe essere, è il ‘nuovo’ arrivato da fuorie diventato ‘di casa’, non ha spaventato i bianchi (af fa-scinandoli) ed ha conquistato i neri perché sapeva par-lare il loro linguaggio. Insegnando nell’esclusiva Univer-

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I grattacieli di Chicago dominano lo scenario del Loop

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glia Obama. La formula prevede l’arrivo dei nuovi residen-ti, una elegante ristrutturazione degli immobili, la paral-lela ‘espulsione’ dei meno abbienti tra i nativi, il rapido fio-rire di locali, spazi per l’intrattenimento, gallerie d’arte eristoranti alla moda. Chicago è una complessa scacchie-ra che non lesina i contrasti. Colta ma popolare, econo-micamente vivace ma incapace di cancellare i ghetti gover-nati dalle gang, capitale del blues e del jazz più sofisti-cato, naturalmente incline ad ospitare grandi festival(spesso gratuiti) che ne impreziosiscono l’estate, fiera diuna skyline dove svetta l’edificio più alto degli States (SearsTower, 443 metri), l’intera città regala lezioni di architet-tura contemporanea a cielo aperto. Anche in centro vince un’ampiezza negli spazi, altamen-te cinematografica, sconosciuta persino a New York; conponti e binari sopraelevati a ‘tagliare’ le prospettive ver-ticali di grattacieli neogotici e contemporanei. Però il gigan-tismo non esclude gli spazi verdi, anzi: i parchi sono ben552 e propongono arene, spazi attrezzati, piste da jog-ging, ristoranti all’aperto e visioni incantate sui superbimenhir contemporanei concepiti da quattro generazionidi architetti. Ma è a partire dal 2009 – anno assolutamen-te strategico – che Chicago si prepara al grande balzo. La città, capace di evocare nell’immaginario collettivo soloAl Capone e gli anni del proibizionismo, affronta la gran-de sfida di un risoluto e spettacolar e cambiamento. Lacasa di Obama ad Hyde Park diverrà ‘Little White Hou-se’: una dimora intima e raccolta dove ospitare i capi distato in visita ufficiale; al Navy Pier andranno in scena lecelebrazioni per il bicentenario di Abraham Lincoln; il 16maggio verrà inaugurato il padiglione di Renzo Piano all’ArtInstitute; a partire da giugno si celebrerà il centenario del

piano urbanistico cittadino con le creazioni di ZahaHadid e Ben van Berkel nel Millennium Park; infine, adicembre, prenderanno il via i lavori per altri due gratta-cieli da record: il Trump Hotel & Tower e lo Spire Towerdello spagnolo Santiago Calatrava. Il primo sarà il con-dominio di appartamenti più alto del globo, il secondo,coi suoi 609,6 metri, semplicemente l’edificio più alto chesia mai stato realizzato. In tempo di crisi la Wind City veleg-gia controcorrente, candidandosi ad un ruolo guida trale metropoli mondiali. Possibile (probabile?) ciliegina sul-la torta l’assegnazione dei giochi olimpici 2016. Qui la bat-taglia non sarà pura accademia, anche perché le rivali piùautorevoli si chiamano Madrid e Rio de Janeiro. Però l’ef-fetto Obama avrà certamente il suo peso, e la solida alle-anza tra il presidente ed il sindaco Richard Daley promet-te di mandare in soffitta anche i ricordi dello scandalo cheha coinvolto il governatore Rod Blagojevich: l’uomopronto a ‘vendere’ il seggio da senatore di Barack, giu-sto per non smentire la disinvolta fama politica della cit-tà. I progetti olimpici sfidano la fantascienza, anche se pre-vedono un budget di ‘soli’ 5 milioni di dollari contro i 40spesi da Pechino. Sono in programma dodici impianti cherivoluzioneranno il problematico South Shore, un nuovoaeroporto inter nazionale si aggiungerà all’attuale O’Hare, ci saranno hotel per altre 30mila camere, uno sta-dio da 80mila spettatori nascerà a Washington Park e –a giochi ultimati – diverrà l’avveniristica arena per colos-sali spettacoli multimediali. Tutte cose che in Brasile e inSpagna possono solo sognare… Così la data simbolo sisposta dal 4 novembre 2008 (elezione di Obama) al 2 otto-bre 2009, giorno stabilito per l’assegnazione dei giochi.I più ottimisti già sognano la cerimonia di apertura del-

La ferrovia sopraelevata attraversa il centro di Chicago

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di dollari con i proventi delle fortune letterarie di Barack.I registri la descrivono così: «data di costruzione 1910,sei camere, quattro camini, librerie in mogano dell’Hon-duras chiuse da vetri…» . Il gioiellino è guar dato a vistadai servizi segreti (nascosti) e da due macchine della poli-zia (assai visibili) che bloccano il passo ai ‘non r esiden-ti’. Con uno degli agenti siamo entrati in confidenza: «Inquesta casa abita l’uomo più importante del mondo, quin-di anch’io mi sento particolarmente importante…», ci haconfessato il poliziotto Marshal mentre si faceva immor-talare dai nostri obiettivi. Per lui, neanche a dirlo, il neo-presidente passerà alla storia: «È un grande uomo, di for-ti ideali, una novità fondamentale per il nostro paese. Sonoconvinto che guarderà con occhi attenti non solo l’Ame-rica ma anche le altre nazioni». Nel quartiere Obama è percepito come un vicino di casa,il politico e l’insegnate vicino alla gente. Ognuno ha un

l’estate 2016: con il presidente a celebrare nella ‘sua Chi-cago’ lo storico evento e la conclusione del proprio secon-do mandato.Ma adesso è venuto il momento di esplorare Hyde Park:un quartiere che Corine Lesnes ha definito ‘il brodo di cul-tura dell’Obamità’. Questo regno del melting-pot ameri-cano (metà neri e metà bianchi, con il più alto indice dimatrimoni misti della città) è articolato su cinquantablocchi: casette dall’aria vittoriana o piacevoli cottage inlegno a circondare l’esclusiva University of Chicago,dove palazzine neogotiche ricordano Oxford ma ancheil college di Harry Potter. L’ateneo, notoriamente costo-so e selettivo, vanta un palmares con novanta premi nobel;tra i suoi più illustri frequentatori Enrico Fermi e l’attualepresidente americano, che ci insegnò per ben 12 anni.Dal 2005 la famiglia Obama risiede in una villetta neogior-giana al 5046 di Greenwood Avenue, pagata 1,6 milioni

La top five di Chicago• The Art Institute of Chicago (111 S Michigan Avenue, www.artic.edu/aic/). La

principale istituzione culturale cittadina: capolavori di ogni continente, grandi maestridell’impressionismo e della pittura americana

• Sears Tower (233 S Wacker Dr, www.the-skydeck.com). Il più alto edificio d’America,panorama mozzafiato dalle vetrate del 103° piano

• I parchi. Grant Park (do ve Obama festeggiò la sua elezione) e Millennium Park sututti, ma Chicago ne conta altri 550… In prima vera ed estate festiv al e concertigratuiti per godersi la serata

• Navy Pier. Un tempo er a il molo di Chicago , oggi ospita un g rande centrocommerciale. Qui verr anno allestite le celebr azioni su Lincoln. Tra lago e sk yline ilcolpo d’occhio è di quelli che non si dimenticano

• John Hancock Center (875 N Michigan Ave, www.hancock-observatory.com). L’idealealternativa alla Sears Tower per osservare la città dall’alto. Alla Segnature Lunge del96° piano si può gustare un drink con prospettive vertiginose

Suoni e sapori• Buddy Guy’s Legends (754 Wabash Ave, tel. 312.4270333). I più celebri artisti blues

introducono il re della serata: Buddy Guy nella sua irresistibile performance ‘at home’• Topolobampo (445 North Clark Str eet, tel. 312.6611434). Grande cucina messicana

contemporanea in una cornice sofisticata. Indispensabile prenotare• Charlie T rotters (816 W Ar mitage A veChicago, tel. 773.248-6228,

www.charlietrotters.com). Un vero maestro di sapori, lo chef che ha cambiato lastoria della cucina statunitense

La Chicago di Obama• Hyde Park Hair Salon (5234 S Blackstone). Per una puntata (o un taglio…) presso il tempio

di Zariff, barbiere di Obama• Kilimanjaro (1305 E 53rd St, tel.773.324.4860). Per incontrare Sister Rose Garrett nel suo

negozio di artigianato africano • Hyde Park Recor ds (1377 E 53r d St, tel. 773.2886588). Cd e vinile vintage a pr ezzi di

assoluto interesse• O’Gara & Wilson, ldt (1448 E, 57rd St, tel. 773.3630993). ‘Libri usati dal 1937’ per questa

libreria-biblioteca dove la varietà dei volumi è pari al fascino degli arredi e dell’ambiente• Powell’s Bookstores (1501 E, 57rd St, tel. 773.9557780). Dalle 9 del mattino alle 11 di sera,

ogni giorno, troverete volumi usati, edizioni rare e prezzi fortemente ribassati• Valois (Hyde Park 1518 E 53r d St, tel. 773. 667-0647). Semplice , informale, molto

caratteristico: uno dei migliori ristoranti ‘soul food’ di Hyde Park• Mac Arthurs’ r estaurant (5412 West Madison Str eet, tel. 773.261.2316,

www.macarthursresaturant.com), specializzato in cucina degli stati del Sud è tra i preferitidalla famiglia Obama

• Spiaggia (980 N Mic higan Ave, 312.2802750, www.spiaggiarestaurant.com), il raffinatoristorante italiano dove Barack Obama ha festeggiato le sue serate speciali

Biblioteca di viaggioIn italiano la guida di riferimento non può c he essere ‘Stati Uniti Orientali’ (EDT LonelyPlanet), con ampie segnalazioni, info e cartine della città; per chi legge l’inglese consigliamo‘Chicago’ di Time Out e NFT (Not For Tourist Guide) 2009. Il miglior libro sul neopr esidente,‘Barack Obama, la rockstar della politica americana’, lo hanno fir mato per Utet GuidoMoltedo e Marilisa Palumbo; di a vvincente taglio gi ornalistico dedica molte pagine alrapporto tra Barack e Chicago. Ovviamente imperdibili i due volumi firmati da Obama stesso:‘I sogni di mio padre’ (Nutrimenti) e ‘L’audacia della speranza’ (BUR). Concludiamo la nostrabibliografia con ‘Chicago’ di ‘Ala Al-Aswani (Feltrinelli): l’irresistibile saga di una ‘Little Egypt’calata nel mondo universitario locale.

Appunti di viaggio

L’Art Institute of Chicago

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In alto: il poliziotto Marshal e Hyde Park Records

Sopra: Zariff nel suo salone e Sister Rose Garrett

In basso a destra:Buddy Guy, leggenda del Blues

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aneddoto e un ricordo: c’è chi lo ha visto passeggiar e,chiacchierare, comprare un disco, frequentare una libre-ria o andare dal barbiere… anzi proprio il ‘suo’ barbiere– l’ormai celebre Zariff – potrebbe ambire alla leadershipdi un neppur troppo ipotetico ‘fans club’. Ci accoglie qua-si con solennità, posa con aria da attore consumato esi-bendo il libro di Life che contiene una sua immagine ‘allavoro’ col presidente, si aggira nell’Hair Salon salutan-do i dipendenti ‘pugno contro pugno’ e racconta: «Il pre-sidente veniva da me anche cinque volte la settimana (evi-dentemente il taglio corto e perfetto lo richiedeva…ndr)e si parlava di tutto: musica, storie di quartiere, soprat-tutto sport». Pensa che lo frequenterà ancora? «Sicuro,il presidente Obama non si dimentica degli amici, verràsempre da noi quando sarà in città. Ma lui non è statol’unico ‘fratello’ celebre a gradire i nostri ser vizi, ancheMohammed Alì e Spike Lee quando sono a Chicago cifrequentano». Mentre i suoi collaboratori, dopo aver compreso la nostranazionalità, gli chiedono di scegliere Prada per le pros-sime divise si lascia andare ad una confidenza: «Adorogli orologi Panerai, se mi create un contatto con l’azien-da sarei lieto di presentare il prodotto al presidente». Irre-sistibile Zariff, gli promettiamo un numero del magazinecon l’articolo e la buttiamo lì: « Se te ne mandiamo duene farai avere una copia anche a lui? ». Risponde quasistupito: «Certo, che problema c’è?». A pochi isolati dall’Hyde Park Hair Salon incontriamo SisterRose Garrett, di origini keniane. Nel suo Kilimanjaro, colo-ratissimo negozietto di artigianato etnico, Obama com-pare in versione gadget tra maschere africane, bei tes-suti e oggetti simbolo della negritudine. Basta fare un com-

Secondo il sociologoGregory Skyers,

«Non sono le sue numerose contraddizioni

a caratterizzare Chicago.

A renderla unica è il fatto che

le contraddizioni,a Chicago,

sono sempre portate allo zenith»

I palazzi neogotici dell’University of Chicago

La casa di Barack Obama

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mento sulle differenze tra l’attuale inquilino della Casa Bian-ca ed il poco rimpianto predecessore per scatenare visi-bile entusiasmo: «Abbiamo vinto ed è cambiato il mon-do! Barack ha sangue africano nelle vene e la storia del-la sua famiglia inizia nel mio paese natale. Per noi non èsolo una questione di politica ma di orgoglio. Mi manca-no le parole adeguate a questa grande felicità». Secon-do il sociologo Gregory Skyers, «non sono le sue nume-rose contraddizioni a caratterizzare Chicago. A renderlaunica è il fatto che le contraddizioni, a Chicago, sono sem-pre portate allo zenith». Ma oggi la metropoli sul lago Michi-gan ha trovato l’uomo in grado di sintetizzare duecentoanni della propria storia. Nella ‘città dell’anno’ tutti atten-dono il suo ritorno, gli occhi del mondo impareranno pre-sto a conoscere una nuova capitale.

La statua di Iru Kupcinet,‘Mr. Chicago’, editorialista

del Chicago Sun-Times

Sotto: una parata di stendardi per lanciare la candidatura olimpica

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adattatore. La comodità per i passeggeri c he viaggiano in First e Business Classcomincia dai ser vizi di terra, con check-in e imbarchi comodi e veloci g razie alleesclusive postazioni dedicate e alle Security Fast Lane , come, ad esempio, negli hub diFrancoforte e Monaco . Inoltre, grazie alle numerose lounge Lufthansa, i passeggeri diFirst e Business Class godono anche a terra di privilegi e servizi di altissimo livello graziealle numerose lounge presenti in ogni parte del mondo.Sono 3 le tipologie di lounge Lufthansa: First Class, Senator e Business. I passeggeri diFirst Class e i Soci HON Circle possono accedere a tutte le lounge Lufthansa. Si divieneSoci HON Circle accumulando, in due anni solari consecutivi, 600.000 miglia a bordo divoli operati da Lufthansa o Lufthansa Regional, Adria Airways, Air Dolomiti, Air One,Austrian Airlines, Croatia Airlines, LOT Polish Airlines e Swiss. I possessori della SenatorCard hanno accesso alle Senator e Business Lounge . La Senator Card viene emessa alraggiungimento di 100.000 miglia accumulate volando nell’arco di un anno. Le BusinessLounge sono a disposizione dei passeggeri di Business Class e dei titolari della FrequentTraveller Card, ottenibile accumulando 35.000 miglia in volo.

Lufthansa è la prima compagnia aer ea ad a vere costruito a Fr ancoforte per i propripasseggeri di First Class e i soci HON Circle un terminal riservato, inaugurato nel 2004.In una superficie di quasi 1.800 metri quadrati si può trascorrere in pieno relax il tempoprima della partenza, vivendo spazi raffinati dove poter lavorare in assoluta tranquillitàgrazie anche a Office Unit individuali,con a disposizione telefono, prese per il computerportatile e materiale per l’ufficio . Inoltre, nel Service Center, si trovano stampanti,fotocopiatrici e fax, mentre in tutto il terminal è possibile collegarsi a Internet in modalitàwireless LAN. A disposizione anche un’esclusiva area benessere dove è possibilededicare un po' di tempo al relax. Nel ristorante Gourmet i cuochi propongono menù coningredienti selezionati sempre diversi a seconda delle stagioni. Anche il controllopassaporti e sicur ezza hanno luogo dir ettamente nel First Class Terminal. Prima dellapartenza, i passeggeri vengono accompagnati dir ettamente sottobordo con Mer cedesBenz classe S o Porsche Cayenne.

Le destinazioni Lufthansa nel Nord America sono Atlanta, Boston, Calgary, Charlotte, Chicago, Dallas, Denver,Detroit, Houston, Los Angeles, Miami, Montreal, New York (Newark e JFK), Orlando, Philadelphia, Portland, SanFrancisco, Seattle, Toronto, Vancouver e Washington DC. La compagnia di bandiera tedesca si riconferma comeil vettore che offre uno dei più grandi network di collegamenti dall’Europa verso Stati Uniti e Canada, con circa280 voli settimanali verso 21 mete; mentre, assieme ai partner US Airways e United Lufthansa,collega oltre 100destinazioni negli USA. In particolar e Chicago è collegata a Milano e Torino via Monaco e Fr ancoforte (e, soloMilano, anche via Dusserldof) come segue: Milano Malpensa – Chicago 2 voli al giorno, Torino ‘Sandro Pertini’ -Chicago 2 voli al giorno, Milano Malpensa - Chicago 4 frequenze settimanali via Dusseldorf. Il voli sono operatida Airbus A340, 300 o 600, tutti configurati con le 3 classi: First, Business ed Economy. ComplessivamenteLufthansa offre 18 voli dir etti settimanali per Chicago; mentr e, insieme al partner United Airlines, sono 38 icollegamenti diretti per Chicago alla settimana.

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L’offerta Premium Lufthansa, per scegliere solo il meglio

Lufthansa per gli Stati Uniti e il Nord America