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La Verità Anno II - Numero 30 www.laverita.info - Euro 1 O Quid est veritas? O QUOTIDIANO INDIPENDENTE FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 5 febbraio 2017 y(7HI1B4*LMNKKR( +_!"!$!z!, DETTATO TROPPO LUNGO? L’ALUNNO VA ESONERATO Ieri a 9 anni si lavorava, oggi sei un Bes Il ministero dell’Istruzione ha trovato il modo per tutelare i pigri fin dalla scuola primaria di STEFANO LORENZETTO Avete dei fi- gli che non la- vorano. Maga- ri stanno stu- diando per prepararsi al futuro, però ancora non sanno che cosa vorrebbero fare. Anche se lo sapessero, cambierebbe po- co: l’impiego cui aspirano non c’è. Non sotto casa, non in Italia. Oppure avete dei fi- gli che non studiano e non la- vorano. Che cercano, ma non trovano. Che trovano, ma non resistono. Che resisto- no, ma non guadagnano. È un dramma collettivo, na- zionale ed epocale, quello che va in scena da troppo tempo in Italia. A dicembre ha raggiunto l’acme: il 40,1% dei giovani fra i 15 e i 24 anni - certifica l’Istat - sono disoc- cupati, e non accadeva dal giugno 2015. Roba da premio di maggioranza, se si metto- no d’accordo vanno al gover- no. Manca il lavoro o manca la voglia di lavorare? Storica ve- xata quaestio. Un po’ e un po’, verrebbe da rispondere. Uno degli ostacoli insormontabili che abbiamo incontrato nel reclutare un grafico per que- sto giornale è stato il seguen- te: La Verità non esce il lune- dì (quindi non si lavora nei giorni festivi e ciò è molto ap- prezzato dalle nuove genera- zioni), però va in edicola la domenica (e sgobbare di sa- bato non piace a nessuno). Mesi di ricerche. Ma ponia- mo che io tornassi ad avere 14 anni (da non augurarselo). Anche se volessi diventare giornalista, non potrei farlo. L’ho dedotto da un modesto sondaggio che ho svolto (...) segue a pagina 13 RIVISTA DELL’ARMA ALL’ATTACCO Cose mai viste: i carabinieri contro Trump L’uragano portato in politica dal nuovo presidente americano ha fatto perdere la trebisonda pure ai militari in congedo, che lo paragonano a Hitler. Ma i loro colleghi in servizio saranno d’accordo? Il Pd ha un economista della Hopkins University che non sa quale moneta circola in Argentina di MAURIZIO BELPIETRO Siamo proprio messi bene. Da un lato abbiamo un ministro dell’Eco- nomia, un signore che nel suo curri- culum può vanta- re un certo numero di anni al vertice di organismi internazio- nali, come Fondo monetario in- ternazionale e Ocse, che, messo alle strette da Bruxelles sulla manovra di bilancio per il 2017, non riesce a fare altro che inven- tarsi un aumento delle tasse su benzina e sigarette. Dall’altro abbiamo un docente universita- rio, nientemeno che alla presti- giosa Johns Hopkins University, che ricopre il pomposo incarico di responsabile economico del Partito democratico, ma non sa neppure quale sia la moneta dell’Argentina e anzi è convinto che nel 2001, in piena crisi finan- ziaria, il Paese latino-americano abbia adottato una nuova mone- ta, abbandonando il peso per scegliersene una denominata corralito. Ecco, le sorti dell’Ita- lia, il futuro economico di una nazione tra le più industrializza- te del mondo, sono in mano a questi due: Pier Carlo Padoan e Filippo Taddei. Il primo è noto per aver negato fino a ieri che ci fosse bisogno di una manovra correttiva, respin- gendo con sdegno l’ipotesi che qualcosa non tornasse (...) segue a pagina 5 IL BESTIARIO Dopo Renzi anche Grillo rischia il suo 8 settembre di GIAMPAOLO PANSA Anche i lea- der d’acciaio si incrinano, si guastano e poi tramonta- no. In questo inizio di feb- braio un paio di loro rischia- no di incontrare la fine della carriera. Uno è Matteo Renzi, l’ex Premier Bullo. Sembrava avviato a risorgere, lancian- do un urlo di guerra: «Le ele- zioni subito, entro giugno!». Ma ha incontrato le ostilità di tanti dei suoi ex colonnelli del Partito democratico e di un paio di resistenti di peso: Giorgio Napolitano e Massi- mo D’Alema. Affiancati da un resistente per ora silen- zioso: Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica. Il Bullo è un osso (...) segue a pagina 9 Nuove regole per la sicurezza al Festival Le ha stabilite l’uomo assunto in Rai dal padre CANTOURNET di CARLO PIANO a pagina 21 «Ho mille fobie, fuori dal set non tocco nulla Ma se giro un film sparisce tutto e torno normale» DELLE PIANE di MAURIZIO CAVERZAN a pagina 19 di GIANCARLO PERNA Il ciclone Donald Trump non risparmia nessuno e fa perdere i freni inibitori per- sino ai carabi- nieri. La rivista dei militari in congedo, Fiamme d’Argento, ritrae il nuovo presidente de- gli Stati Uniti come un novel- lo Adolf Hitler, e ne parla co- me di un pericolo per l’Euro- pa e per la civiltà: «Si rischia il crollo delle stesse fonda- menta del nostro Occidente, della nostra identità, ridando così forza ai nazionalismi che che stanno emergendo impe- tuosi. Il concetto stesso di de- mocrazia è in pericolo», si legge. Commentando l’ora- zione d’insediamento pro- nunciata da Trump, la rivi- sta, che tira 200.000 copie, ha scritto: «È stato un discor- so da Robespierre del XXI se- colo, sembrava di stare su una piazza insanguinata del- la rivoluzione francese». E fa un certo effetto l’intercam- biabilità fra i toni usati dal giornale di Marco Travaglio e quello dei carabinieri, seppu- re in congedo. Chissà se i loro colleghi in servizio la pensa- no alla stessa maniera. a pagina 3 Nel tribunale 5 stelle ora l’imputata è la Lombardi di GIACOMO AMADORI a pagina 8

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LaVer itàAnno II - Numero 30 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 5 febbraio 2017

y(7HI1B4*

LMNKKR( +_!"

!$!z!,

DETTATO TROPPO LUNGO? L’ALUNNO VA ESONERATO

Ieri a 9 anni si lavorava, oggi sei un BesIl ministero dell’Istruzione ha trovato il modo per tutelare i pigri fin dalla scuola primariadi STEFANO LORENZETTO

n Avete dei fi-gli che non la-vorano. Maga-ri stanno stu-diando perprepararsi alfuturo, però

ancora non sanno che cosavorrebbero fare. Anche se losapessero, cambierebbe po-co: l’impiego cui aspiranonon c’è. Non sotto casa, non

in Italia. Oppure avete dei fi-gli che non studiano e non la-vorano. Che cercano, ma nontrovano. Che trovano, manon resistono. Che resisto-no, ma non guadagnano.È un dramma collettivo, na-zionale ed epocale, quelloche va in scena da troppotempo in Italia. A dicembreha raggiunto l’acme: il 40,1%dei giovani fra i 15 e i 24 anni- certifica l’Istat - sono disoc-cupati, e non accadeva dal

giugno 2015. Roba da premiodi maggioranza, se si metto-no d’accordo vanno al gover-n o.Manca il lavoro o manca lavoglia di lavorare? Storica ve-xata quaestio. Un po’ e un po’,verrebbe da rispondere. Unodegli ostacoli insormontabiliche abbiamo incontrato nelreclutare un grafico per que-sto giornale è stato il seguen-te: La Verità non esce il lune-dì (quindi non si lavora nei

giorni festivi e ciò è molto ap-prezzato dalle nuove genera-zioni), però va in edicola ladomenica (e sgobbare di sa-bato non piace a nessuno).Mesi di ricerche. Ma ponia-mo che io tornassi ad avere 14anni (da non augurarselo).Anche se volessi diventaregiornalista, non potrei farlo.L’ho dedotto da un modestosondaggio che ho svolto (...)

segue a pagina 13

RIVISTA DELL’ARMA ALL’AT TACCO

Cose mai viste: i carabinieri contro TrumpL’uragano portato in politica dal nuovo presidente americano ha fatto perdere la trebisonda pureai militari in congedo, che lo paragonano a Hitler. Ma i loro colleghi in servizio saranno d’accordo?

Il Pd ha un economista della Hopkins Universityche non sa quale moneta circola in Argentinadi MAURIZIO BELPIETRO

n Siamo propriomessi bene. Da unlato abbiamo unministro dell’Eco-nomia, un signoreche nel suo curri-culum può vanta-

re un certo numero di anni alvertice di organismi internazio-

nali, come Fondo monetario in-ternazionale e Ocse, che, messoalle strette da Bruxelles sullamanovra di bilancio per il 2017,non riesce a fare altro che inven-tarsi un aumento delle tasse subenzina e sigarette. Dall’a l troabbiamo un docente universita-rio, nientemeno che alla presti-giosa Johns Hopkins University,che ricopre il pomposo incarico

di responsabile economico delPartito democratico, ma non saneppure quale sia la monetadell’Argentina e anzi è convintoche nel 2001, in piena crisi finan-ziaria, il Paese latino-americanoabbia adottato una nuova mone-ta, abbandonando il peso perscegliersene una denominatacorralito. Ecco, le sorti dell’Ita -lia, il futuro economico di una

nazione tra le più industrializza-te del mondo, sono in mano aquesti due: Pier Carlo Padoan eFilippo Taddei.Il primo è noto per aver negatofino a ieri che ci fosse bisogno diuna manovra correttiva, respin-gendo con sdegno l’ipotesi chequalcosa non tornasse (...)

segue a pagina 5

IL BESTIARIO

Dopo Renzianche Grillorischia il suo8 settembredi GIAMPAOLO PANSA

n Anche i lea-der d’ac c i a iosi incrinano,si guastano epoi tramonta-no. In questoinizio di feb-

braio un paio di loro rischia-no di incontrare la fine dellacarriera. Uno è Matteo Renzi,l’ex Premier Bullo. Sembravaavviato a risorgere, lancian-do un urlo di guerra: «Le ele-zioni subito, entro giugno!».Ma ha incontrato le ostilità ditanti dei suoi ex colonnellidel Partito democratico e diun paio di resistenti di peso:Giorgio Napolitano e Massi-mo D’Alema. Affiancati daun resistente per ora silen-zioso: Sergio Mattarella, ilpresidente della Repubblica.Il Bullo è un osso (...)

segue a pagina 9

Nuove regoleper la sicurezzaal FestivalLe ha stabilitel’uomo assuntoin Rai dal padre

CANTOURNE T

di CARLO PIANOa pagina 21

«Ho mille fobie,fuori dal setnon tocco nullaMa se giro un filmsparisce tuttoe torno normale»

DELLE PIANE

di MAURIZIO CAVERZANa pagina 19

di GIANCARLO PERNA

n Il cicloneDonald Trumpnon risparmianessuno e faperdere i freniinibitori per-sino ai carabi-

nieri. La rivista dei militari incongedo, Fiamme d’Arg e n to,ritrae il nuovo presidente de-gli Stati Uniti come un novel-lo Adolf Hitler, e ne parla co-me di un pericolo per l’Eu ro -pa e per la civiltà: «Si rischiail crollo delle stesse fonda-menta del nostro Occidente,della nostra identità, ridandocosì forza ai nazionalismi cheche stanno emergendo impe-tuosi. Il concetto stesso di de-mocrazia è in pericolo», silegge. Commentando l’o ra -zione d’insediamento pro-nunciata da Trump, la rivi-sta, che tira 200.000 copie,ha scritto: «È stato un discor-so da Robespierre del XXI se-colo, sembrava di stare suuna piazza insanguinata del-la rivoluzione francese». E faun certo effetto l’i nte rc a m -biabilità fra i toni usati dalgiornale di Marco Travaglio equello dei carabinieri, seppu-re in congedo. Chissà se i lorocolleghi in servizio la pensa-no alla stessa maniera.

a pagina 3

Nel tribunale 5 stelleora l’i m p u t at aè la Lombardi

di GIACOMO AMADORIa pagina 8

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LaVer ità 13DOMENICA5 FEBBRAIO 2017

ZCOME PERDERE UNA GENERAZIONESegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) nei giorni scorsi fra i 300studenti delle ultime classidi tre licei, classico, scientifi-co e linguistico, riuniti inu n’aula magna per sentirmiparlare sul tema Esiste la ve-rità nei giornali?, scelto da lo-ro. Ho esordito a bruciapelo:quanti di voi leggono un quo-tidiano? Nessuno ha alzato lamano. Strano, poco primanell’androne avevo visto 50copie omaggio, intonse, delCorriere della Sera, destinateproprio a loro (capito come sitiene su la diffusione?). Ora,mi pare evidente che, essen-do i giornali in via d’e s t i n z io -ne per mancanza di giovanilettori, presto non ci sarà bi-sogno neppure dei giornali-sti. Quindi, qualora fossi co-stretto a reincarnarmi, sareicondannato alla disoccupa-z io n e.Lo dico da sessantenne: cheepoca meravigliosa ci fu datada vivere, senza che neppurece ne accorgessimo! O pernecessità o per diletto, si co-minciava a lavorare fin da ra-gazzi. Non occorreva presen-tare domanda. Ruggero Bauli(pandori) a 9 anni era già pic-colo di bottega da Bertoldi inpiazza Erbe, a Verona, e a 13lo mandarono a imparare co-me si fanno le paste a Tione,in Trentino. Renzo Rossetti(Fratelli Rossetti, scarpe) a 10anni fu messo a ungere le ca-tene nello zuccherificio diSanguinetto. Ne aveva 60 dipiù quando mi svelò il suorimpianto per non esser po-tuto andare a caccia di ranenei fossi con i suoi compaesa-ni Giulio Nascimbeni e Rena-to Olivieri, destinati a diven-tare giornalisti, che eranoesentati dal lavoro minorilein quanto di famiglia bene-stante. Giancarlo Aneri (vini,olio, caffè) affinò le sue dotinaturali di venditore a Le-gnago fin dall’età di 11 anni.Acquistava per 15 lire i cioc-colatini Ferrero, li tagliava inquattro pezzi e riusciva a ri-vendere le singole porzioni a10 lire ciascuna, guadagnan-doci il 167%. Gli acquirentierano i suoi amichetti, nontroppo svegli, direi. Un’e s ta -te riuscì anche adarruolarli gratisnel suo chiosco digranite. Loro trita-vano il ghiaccio,miscelavano men-ta e tamarindo, la-vavano i bicchieri;lui incassava. Fin-ché un baristasu l l ’orlo del falli-mento non segnalòl’attività commer-ciale ai carabinie-ri, che appioppa-rono una multa alpadre del ragazzi-no e posero fineall’e s p e r i m e nto.L’altoatesino Edu-ard Baumgartner(Fercam e Gon-drand, autotra-sporti) frequenta-va ancora le ele-mentari quando, con le man-ce che riceveva per tenere inordine il campo di boccenell’albergo Rose Wenzer ge-stito dalla madre, comprò200 pulcini, se li portò a casain una gerla caricata sullespalle e li allevò sino a farlidiventare polli, che furonocucinati per i clienti del ri-storante e gli valsero, a 15 an-ni, l’accesso in una macelle-ria di Merano con la qualificadi garzone.Vi starete chiedendo in che

cosa differiscano i tempi pre-senti da quelli passati. Spiegosubito: lo spirito d’i ntra -prendenza 50 anni fa eraconsiderato normale e ne-cessario. Veniva incoraggia-to, remunerato, applaudito.Oggi che è svaporato dal Dnadegli italiani, addirittura lopuniscono. Onore, dunque,alla Fondazione Einaudi diTorino per aver premiatocon una borsa di studio unostudente diciassettenne che- spinto dal bisogno, immagi-

no - rivendeva ai compagni discuola le merendine com-prate al supermercato. Sape-te che cosa è accaduto subitodopo al volenteroso? È statosospeso dalle lezioni per 15giorni; 500 studenti hannoorganizzato un presidio diprotesta davanti all’Itis diMoncalieri additandolo co-me evasore fiscale; l’assesso-re regionale al lavoro (al lavo-ro!) e all’istruzione, GiannaPentenero, l’ha esposto alpubblico ludibrio in quanto è

«sbagliato far passare il mes-saggio secondo il quale nonrispettare le regole viene let-to come un’innovativa capa-cità imprenditoriale». Snackda 30 centesimi rivenduti a50, capito che ricarico?Di recente ho rivisto a un in-contro pubblico il mio com-pagno di banco delle magi-strali, Gustavo Rebonato.«Nel lontano 1971 io avrei me-ritato il Nobel per l’econo-mia», mi ha detto, «visto chesono arrivato a portare quo-tidianamente all’i s t i tutoCarlo Montanari fino a 37 ro-sette calde, personalizzatecon mortadella, soppressa,pancetta, prosciutto e for-maggio, rispettando esatta-mente la nota d’ordine cheraccoglievo il giorno prece-dente durante la ricreazione,non solo tra i compagni, mapersino tra i professori, in-cluso il timido preside, Ange-lo Zampieri». Va precisatoche, abitando a Bovolone edovendo salire alle 6.35 sulpullman che lo avrebbe por-tato a Verona, Gustavo (no-men omen) era alle prese coni tempi ristrettissimi inter-correnti fra l’uscita della ma-teria prima dal forno - intor-no alle 6 - e il lavoro certosinodi preparazione dei panininella salumeria della madre,la stessa dove aveva già datoprova di vivo ingegno mer-cantile, bruciando in pochigiorni le scorte dell’olio di se-mi Gico che a 300 lire nessu-no voleva ma che in «offertaspeciale» (3 lattine, 1.000 li-re) andò a ruba.La parte più difficile, perl’improvvisato venditore, erasuperare la barriera del bi-dello portinaio, molto inte-ressato alle vendite di patati-ne San Carlo ormai molliccee di pessimi sandwich conmono fettina di prosciutto

tendente al verdognolo, inmostra dietro la vetrina ap-pannata di un triste frigori-fero, smerciati a 70 lire ca-dauno, contro le 50 lire delleineguagliabili michette, su-per imbottite e fresche, diRebonato. Il quale un bruttogiorno fu pertanto convocatodal preside, costretto a porrefine a quel traffico prima chescoppiasse la rivolta degli in-servienti. «Coraggio, lei è quiper imparare a fare il mae-stro, non il commerciante.Un giorno capirà», lo consolòpaterno il professor Zampie-ri, elargendogli una paccasulla spalla. Di quell’e p o p ea ,il mio amico ha conservato lafinta borsa da ginnastica incui trasportava i panini: nonha più voluto usarla. Sua ma-dre Lina, 93 anni giovedìprossimo, nei rari sprazzi dilucidità mentale gli chiede:«Véndito ancora panéti ascóla, Gustavo? Me raco-mando, incàrteli pian pia-nin, uno par uno».Ecco, l’Italia si preparava allavoro così: lavorando. Ederano sempre, se devo giudi-care dalla mia esperienza,impieghi inventati lì per lì,umilissimi. Il mio primo in-carico, non retribuito, lo ebbinel signorile palazzo dove cieravamo trasferiti a viveredopo che il più grande deimiei fratelli era stato assuntoin banca. Dovevo presidiarela guardiola della portinaia.Costei nel frattempo saliva alterzo piano a stirare nell’ap -partamento di un’i n s eg n a n -te coniugata con un militare.Qualora si fossero presentatiall’ingresso i proprietari delfabbricato che la stipendia-vano, io avrei dato l’a l l a r m e.Ore e ore passate a guardareil monoscopio della Rai, in at-tesa che cominciasse la TvRag azz i . Con l’intervallo a

immagini fisse dell’Italia inbianco e nero e la Pa ssac a -gl ia di Händel o la To c c ata diParadisi in sottofondo.In seguito acquistai per12.000 lire una Lubitel, una6×6 a pozzetto di fabbrica-zione sovietica che a me sem-brava uno splendido succe-daneo della Rolleiflex, e scat-tai le foto alle vetrine del ne-gozio di abbigliamento Oli-vieri e Venturi, queste sì re-tribuite dal proprietario,Palmiro Olivieri, fratello di

Aldo, il portiere campionedel mondo nel 1938. Da lì ilsalto a proiezionista con lemacchine Fedi a carboni,prima all’Aurora e poi all’Al-cione, dove d’estate in cabinasi sfioravano i 45 gradi, e l’in-cubo di Via col vento, unaquindicina di pizze da unirel’una all’altra con pennellatedi acetone, 6 chilometri dipellicola in celluloide chescorrevano fra i polpastrellidi pollice e indice fino a ta-

gliarteli. Ma sono stato an-che attacchino di locandine,buttafuori, maschera, vendi-tore di Coca-Cola.Infine l’ingresso nell’a gog n a -ta professione, con i giornalifatti in casa, i titoli ricalcati amano dai caratteri di quoti-diani e settimanali, una lam-pada sotto un cristallo perpoter lavorare in trasparen-za, i testi battuti con la Oli-vetti Lettera 22. La svolta av-venne il giorno in cui incap-pai in un ambulante che den-tro una valigia logora custo-diva un centinaio di boccette,tipo elisir medicamentosi daimbonitori del Far West. Mi-racolo! Con un batuffolo dicotone passavi la sua lozionesu un foglio di carta bianco,appoggiavi la facciata inumi-dita sopra la fotografia di unrotocalco e, oplà, l’immaginesi stampava alla rovescia sul-la pagina vuota. A quel puntopotei vendere le testate illu-strate di mia produzione a uncollezionista che me le com-missionava per 30 lire l’una,un compagno di classe dellascuola media ipnotizzato daquei prodotti. Ancor oggi osopensare che ne fosse attrattoperché il suo occhio era alle-nato alle cose belle: aveva unpadre gioielliere. E ancheuna sorella molto avvenente.Infatti anni dopo mi capitòd’intervistarla perché No v el -la 2000 l’aveva indicata comefidanzata segreta di MarioJutard e causa dello strapposentimentale fra il playboy eStéphanie di Monaco, terzo-genita di Ranieri III e dellaprincipessa Grace.Quando è andata perduta neinostri figli l’atavica attitudi-ne per il lavoro, soprattuttoquello artigianale, che avevafatto degli italiani il migliorpopolo manifatturiero delpianeta? Con il benesserediffuso, è l’unica risposta cheso darmi. Per evitare ai figlile fatiche che sono toccate anoi, li preserviamo fin da pic-coli da qualsiasi incomben-za, anche la più innocua. Glieffetti sono paradossali. Ave-te mai sentito parlare di Bes?La sigla è stata introdottanella scuola primaria cinqueanni fa. Sta per «bisogni edu-cativi speciali». Dal Bes saràdura arrivare al best. Un

bambino non è ca-pace di scrivereu n’intera pagina didettato perché siaffatica o si decon-centra? La mae-stra è obbligata adargliene solomezza. Ancoranon ce la fa? Deveconsegnargli ildettato già compi-lato: completeràsolo qualche paro-lina mancante,contrassegnata daipuntini di sospen-sione. Altrimenti èlo stesso: un Bes vasalvaguardato. Hadiritto agli «stru-menti compensa-tivi o dispensati-vi»: tre moltiplica-zioni invece di die-ci, le divisioni fatte

con la calcolatrice anzichécon la mente, le risposte alletabelline consultando la ta-vola pitagorica. Ma zero perzero dà sempre zero. Lo sa-pranno i ministri della Pub-blica Distruzione? Ne dubi-to. Infatti quella in carica, Va-leria Fedeli, si è spacciata perlaureata senza aver neppureconseguito il diploma magi-strale. Una Bes honoris cau-sa.

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Ieri a 9 anni andavi al lavorooggi ti spetta l’esonero BesL’alunno si stanca durante il dettato? Va esentato. Dieci moltiplicazioni sono troppe?La maestra è obbligata a dargliene solo tre. Si chiamano «bisogni educativi speciali»

“Bauli (pandori) a 9 anni eragià piccolo di bottega,Rossetti (scarpe) a 10 ungevale catene in uno zuccherificio,Aneri (vini) a 11 tagliavain quattro parti i cioccolatinida 15 lire e guadagnava il 167%Oggi? Uno studente torinesesospeso perché vendeva snack

“Ci si allenava faticando: sonostato portinaio, fotografo,maschera, attacchino,proiezionista e infine editoredi giornali fatti in casaper il fratello della ragazzache mandò a monte le nozzefra Stéphanie di Monacoe Mario Jutard. Se rinascessioggi, non troverei un impiego

P RO I E Z I O N I STA Totò in Nuovo Cinema Paradiso. Giuseppe Tornatore è diventato regista in questo modo: stando in cabina fin da bambino