KT 2-1 Lnedì 6 Maggio 2013
-
Upload
daniele-ameth -
Category
Documents
-
view
216 -
download
0
description
Transcript of KT 2-1 Lnedì 6 Maggio 2013
visto né sentito parlare di
“Fight Club” basta dire –
senza approfondire i conte-
nuti di uno dei migliori film
prodotti negli ultimi anni-
che i vari combattimenti che
venivano organizzati erano sì
clandestini, ma non vi era
nulla in palio, nessuna ri-
compensa, nessun merito per
una possibile lotta vinta. Nel
Fight Club, potevi essere un
Dio ma fuori, quando il sole
tornava a splendere nella
volta celeste, tornavi ad esse-
re il solito impiegato sottopa-
gato, magari un cameriere
che serve ai tavoli o “schiavi
dai colletti bianchi”. Perché
combattevano? Per allentare
la tensione accumulata du-
rante la tediosa routine quoti-
diana, per evadere da
questa e, soprattutto,
perché “Dopo la lotta
ogni altra cosa nella
vita si abbassava di
volume. Potevi affron-
tare tutto!”. Ma no, di
certo non sono state
queste le motivazioni
che hanno spinto i ra-
gazzi a riunirsi al ma-
gazzino numero 10,
non per questo che vo-
levano lottare l'uno
contro l'altro, ma per
soldi, per i 40mila yen
posti in palio e che sa-
rebbero dovuti andare
al vincitore. Sono state
anche recitate le note
regole dettate dalla
pellicola ma, a parte
queste, nulla poteva
essere minimamente
paragonato all'opera di Fincher.
Nulla.
Chi ha organizzato tutto questo
e, soprattutto, perché? Uomini
segnati tutti dal medesimo ta-
tuaggio, un drago cinese che
portava un sole dorato sopra il
capo, uomini in vestiti scuri dai
loschi affari, spacciatori, droga,
alcool; questo ciò che si è visto
e queste ultime cose sono state
probabilmente l'unico interesse
di chi ha organizzato il tutto.
Ma non il brutto ancora deve
arrivare, poiché vi è quasi la
certezza di un omicidio e la
triste morte di una donna, cau-
sata da overdose. Sono stati
visti due uomini salire su una
macchina scura, una Nissan
M a i p i ù f i g h t c l u b
S O M M A R I O :
Mai più Fight
Club
1-
Rave Party al
Sol Levante
2
Oroscopo della
Settimana
3
Un vivace fune-
rale
4-
5
Spiriti e Riti
nella Foresta
Mori
5-
6
L’Irlanda in un
bicchiere
6-
7
Borsa di Tokyo 7
Il Filo Invisibile 8-
9
Sudoku 9
Haiku della
Settimana
10
Contatti Azien-
dali
10
神奈川回™ L U N E D Ì , 6 M A G G I O 2 0 1 3
A N N O I I , N U M E R O I -
¥ 1 5 0
N O T I Z I E D I
R I L I E V O :
Cronaca Nera
Cronaca Bianca
Oroscopo
Filosofie e Leg-
gende
Eventi e Spetta-
colo
Art. Specialistico
Economia e Fi-
nanza
-Servizio di Emamnuel Dotrak-
Tu non sei il tuo lavo-
ro, non sei la quantità
di soldi che hai in ban-
ca, non sei la macchina
che guidi, né il conte-
nuto del tuo portafogli,
non sei i tuoi vestiti di
marca ...”
Se si volesse pensare al
Fight Club, probabil-
mente questa è una
delle citazioni che sali-
rebbero a galla nel ri-
cordare il celeberrimo
film di David Fincher,
ispirato all'omonimo
libro.
Da giorni si sentiva in
giro parlare di strani
scontri, di ragazzi che
si riunivano in luoghi
bui e disabitati per po-
ter combattere emulando,
per l'appunto, il film sopra
citato.
26 Aprile, è tardo pomerig-
gio. Nei pressi dei fiume
Tama, lì dove giacciono
numerosi magazzini abban-
donati, si sente della musica
a volume alto invadere l'aria
e si osserva una moltitudine
di giovani riunirsi per poter-
si esibire ed assistere all'e-
vento. Nella mente si susse-
guivano frasi di quel film, di
quel libro, scene indelebili
che potevano rendere alcuni
dei partecipanti, degli osser-
vatori, curiosi ed eccitati per
le aspettative che si erano
creati. Per chi non ha mai
P A G I N A 2
神 奈 川 回 ™
cadavere di un politico sarà
trovato, questo si è sentito,
ma appena giungeranno noti-
zie certe allora saranno rese
sicuramente note. Sempre
grazie alla polizia, poi, si è
giunti all'ipotesi che gli orga-
nizzatori di queste lotte clan-
destine siano componenti
della Triade, la Mafia cinese
che da tempo si è radicata in
Giappone, contrastandosi
alla già fin troppo nota Ya-
kuza e, probabilmente da
questa, è stato riferito un
messaggio affinché venisse
pubblicato sul questa edizio-
ne del giornale, un messag-
gio cifrato di cui mittente e
destinatario sono tutt'ora sco-
nosciuti. Potrei scriverlo,
potrei rendere nota questa
semplice frase, basterebbe
battere ancora poche lettere
sulla mia macchina da scri-
vere e fare come mi è stato
detto. Tuttavia, non è mia
intenzione assecondare que-
ste pazzie, non è mia inten-
zione gettare legna su un
fuoco che divampa, alimen-
tandolo tanto da rischiare
l'incolumità di persone che
non hanno nulla da spartire
con le Mafie e i loro interes-
si, nessun altro deve fare la
fine della povera ragazza
morta in quella oscena e mal
riuscita copia del Fight club.
GT-R nera targata 横浜 77 -
77 カ, abbandonare veloce-
mente il luogo e si suppone
con un cadavere nascosto da
scaricare nello stesso fiume
Tama non distante da lì. Tutte
le informazioni possedute so-
no state date alla polizia che è
intervenuta nel bel mezzo del-
la lotta per fermare quella
pazzia in corsa, interrogare
tutti i partecipanti e i ragazzi
che son stati presi, e che subi-
to si è adoperata per la ricerca
del possibile cadavere dimo-
strandosi più che disponibile a
donarci informazioni preziose
non appena sarà al corrente di
qualcosa. Probabilmente il
Mai più Fight Club
festa erano presenti diverse
quantità di droghe ed alcolici di
forte gradazione, che avrebbero
potuto far sfociare la serata in
tragedia, se qualcuno avesse
esagerato. Ma è giusto ritenere
colpevoli di ciò i membri del
comitato studentesco? Per quan-
to possano essere preparati, non
rimangono comunque dei ragaz-
zi, alunni come gli altri? Certo,
magari avrebbero dovuto avvi-
sare delle autorità più compe-
tenti, ma magari non sapevano
che al festino vi sarebbero state
anche le suddette sostanze.
Quindi, ci si potrebbe chiedere:
ma gli adulti, gli insegnanti, il
rettore, i maggiori responsabili
dell'istituto, quanto hanno parte-
cipato nel tentare di risolvere la
situazione? Lo fanno mai? O
preferiscono stare tranquilli nei
loro bozzoli, scaricando tutte le
responsabilità sulle spalle dei
loro allievi che son membri del
comitato, o che comunque vor-
rebbero aiutare a risollevare
l'istituto al suo vecchio splen-
dore? Fatto sta che sembra
quasi impossibile che ciò acca-
da, attualmente. Grazie ai no-
minativi dati dallo stesso arti-
colo di gossip probabilmente
la polizia sta risalendo ai vari
“colpevoli” della serata, e
svolgendo le sue indagini sulla
provenienza di alcolici e stupe-
facenti utilizzati per il party
clandestino. Purtroppo le in-
formazioni a riguardo del caso
sono ancora riservate, quindi
non possiamo azzardare ad
aggiungere altro, se non che
attendiamo al più presto una
mossa dal nostro commissaria-
to e con essa possibili risultati,
assieme ad altre informazioni
da poter fornire ai nostri amati
lettori. I giovani sono il futuro,
è importante non dimenticarse-
ne e prendersi quindi cura del-
la loro sicurezza, istruzione e
disciplina.
-Servizio a cura della Red. C. Bianca.-
Si dice che quando si ha tutto, la
noia porti a cercare di spezzare la
monotonia nei modi più assurdi, e
che questo accada principalmente
tra i giovani, i quali, visti i tempi,
la tecnologia moderna e l'abitudi-
ne di avere spesso tutto a portata
di mano, cercando distrazioni dai
problemi tipici della loro età in
alcol e droghe, spesso abusandone
e finendo in un tunnel dal quale
non è affatto facile uscire. Ed ec-
co che l'istituto del Sol Levante,
nato come accademia militare e
famoso quindi per la sua discipli-
na, si è ritrovato coinvolto, come
molti dei lettori appassionati di
gossip già sapranno, in un recente
scandalo che ha causato non pochi
movimenti. C'è da dire che poteva
sicuramente finire peggio, consi-
derato che, stando a quanto testi-
monia l'articolo scandalistico del-
la oramai nota Gossip Scoop, alla
Rave Party al Sol Levante
“Nel Fight Club,
potevi essere un
Dio ma fuori,
quando il sole
tornava a
splendere nella
volta celeste,
tornavi ad essere
il solito impiegato
sottopagato.”
P A G I N A 3 A N N O I I , N U M E R O I - ¥ 1 5 0
P A G I N A 4
神 奈 川 回 ™
P A G I N A 4
Times. Si! Esatto miei cari lettori,
proprio io.
Tutto comincia con l'invito di parte-
cipazione al funerale di una vecchia
conoscente di famiglia. Al funerale
sono invitate pochissime persone, praticamente quei pochi (e si conta-
no sulle dita di una mano) che han
conosciuto la defunta signora. Ad
essi vengono offerti vitto e alloggio per una serata con l'intento di pren-
dere parte alla veglia funebre. La
casa non manca di camere per gli
ospiti, al punto che tutti riescono a
sistemarsi all'interno di una camera
singola. Il tempo passa in modo
però fuori dai canoni e del tutto
contro qualsiasi aspettativa. Le re-gole da rispettare sono poche e tra le
più importanti spicca di certo quella
di non salire nella misteriosa soffitta
della casa. Cari lettori, a questo punto devo fare ammenda per aver
peccato di curiosità, ma una cosa è
certa: non ero l'unico a non voler
restare all'oscuro dei segreti custodi-ti nella soffitta. Approfittando di un
buon momento ci intrufoliamo tutti
all'interno dell'antro oscuro, dentro
il quale è ovvio, sono stati svelati misteri che han dello stravagante.
Dovete saper che la proprietaria di
casa da giovane frequentava persone che, come lei, andavano matte per le
ricerche sui pirati e sui loro fanto-
matici tesori sepolti, al punto da
scoprire di un certo forziere custo-dito, indovinate un po' dove? Pro-
prio nei pressi della Yuigahama
Beach. Raggiungere il luogo indi-
cato per proseguire la ricerca non è di certo facile, così come è ovvio
che noi tutti e quattro i presenti tra
il presenziare ad una veglia e l'an-
dare alla ricerca di un tesoro pirata, abbiamo scelto la seconda opzione.
Elaborando gli indizi, risolvendo
rompicapi degni del miglior ro-
manzo piratesco o della più bella avventura del prode Indiana Jones,
si giunge a quello che pare essere
un ristorante della suddetta spiag-
gia. Ora dato che in ogni avventura che si rispetti, l'eroe di turno deve
per forza essere ostacolato da una
figura malvagia, l'antieroe di turno,
noi pure siamo incappati in quella che è una banda di manigoldi bella
e buona. La Banda Fratelli, scappa-
ti di recente di prigione, si sono –
per motivi a noi ignoti – messi sulle tracce del medesimo tesoro.
Al tentativo di intrufolarci nel
locale da loro presidiato (tra l'altro
nostra stessa meta, dato che le indicazioni in nostro possesso ci
han condotto proprio fin li) venia-
mo catturati ed interrogati dai bru-
ti, nella speranza di capire del per-ché ci trovassimo nei pressi di quel
locale. Inutile stare qui adesso a
prolungare di troppo la vicenda, vi
basti sapere che con uno strata-
gemma ben architettato riusciamo
a liberarci della spiacevole compa-
gnia e a perlustrare il locale dall'in-
terno, ed è proprio nella cantina dello stesso che si può vedere una
botola che conduce ad un passag-
gio sotterraneo. L'avventura è stata
davvero pericolosa, quel luogo sotterraneo - che si dirama per
chilometri nel sottosuolo tra caver-
ne e cunicoli – si è rivelato irto di
pericoli e trappole di ogni genere, noi tutti abbiamo rischiato di per-
dere la vita più di una volta nel
tentativo di proseguire, trovare un
tesoro (qualora ve ne fosse uno) e con la consapevolezza di essere
inseguiti di certo dalla famiglia di
lestofanti. Riusciamo a raggiunge-re una grandissima caverna sotter-
ranea, ricolma di acqua, un vero e
-Servizio a cura di Yoshi Okada-
Oggi giorno si tende a dividere la
vita comune di ogni cittadino divi-
dendola in due grandi rami: la vita
normale e la vita da Film.
Certo, pensare alle avventure fanta-
stiche, coinvolgenti ed emozionanti, quegli eventi che sconvolgono i ca-
noni della normalità e che ti spingo-
no verso un sentiero imprevisto, uno
stile di vita nuovo e per quanto poco questo possa durare non si può far
altro che rifiutarlo a priori, catalo-
gandolo nel ramo della vita da Film
– che tra l'altro molti di voi continue-ranno ancora anche dopo aver letto
questo articolo – vita che mai potreb-
be verificarsi no? Questo è quanto
pensano tutti, questo è quanto pensa-vano anche i protagonisti della nostra
storia. Persone comuni, gente di tutti
i giorni ma che si è presto accorta di
essere al centro di uno di questi rac-conti avventurosi. Qui le carte in
tavola cambiano, devono decidere se
vivere l'avventura o fermarsi, per-
ché... hei! Si parla anche di vivere o morire e questo di certo non è un
film. Non ci è concesso rivelare i
nomi di questi protagonisti, meno
che uno, il caro O.Y. Attraverso gli occhi e le esperienze di questo ragaz-
zo, laureato in lettere con altissimi
voti, aspirante scrittore e neo assunto
proprio qui, al rinomato Kanagawa
Un Vivace Funerale
P A G I N A 5 A N N O I I , N U M E R O I - ¥ 1 5 0
In fine, cari lettori, vorremmo ricordarvi che il KT è ognuno di voi, e che la vostra
opinione conta! Se mai voleste fare comunicazioni alla redazione, o vorreste pubblica-
re qualche riga sul giornale, inviate una e-mail all'indirizzo [email protected] e noi
sorteggeremo una lettera a settimana per esporla in una rubrica speciale che creere-
mo apposta per voi!
V O X P O P V L I
ci fuori gioco una volta per tutte. Ovvia-
mente se sono qui a scrivere è ovvio che loro non sono riusciti nel loro intento. Pur-
troppo per fuggire, le misure adoperate
sono state fuori luogo per via del posto in
cui ci trovavamo e per la salvaguardia dell'esistenza del galeone stesso. Aprendo
un buco nella parete della grotta con della
dinamite, noi ed il galeone assieme, abbia-
mo preso il largo. La nostra corsa, o per meglio dire navigata, termina a poche cen-
tinaia di metri dalla spiaggia, verso la quale
siamo tornati a nuoto. Il galeone, non es-
sendo governabile si è sperduto al largo,
verso rotte a noi ignote. Chi sa, magari è tornato all'avventura come a suo tempo, io
almeno lo spero. Mentre la banda di crimi-
nali... beh certamente adesso saranno nuova-
mente dietro le sbarre, dato che sono rimasti – a seguito dell'esplosione – confinati nella
grotta, alla mercé delle forze dell'ordine. La
storia, per quanto stramba, termina qui.
Esempio lampante che avvolte la vita reale si mescola un poco con quella rappresentata
nei libri o nei film. Sta poi a noi viverla al
meglio e senza rimpianti.
proprio lago sepolto, al centro del quale
galleggiava maestoso un antico galeone pirata. La bandiera nera raffigurante il te-
schio parlava chiara e le condizioni della
nave in se erano assai messe male. Quel
galeone era li sotto in attesa di essere sco-perto da secoli, con a bordo ancora il suo
vecchio equipaggio, oramai cumulo d'ossa e
nulla più. Purtroppo a bordo del galeone non
si trova alcun tesoro, per tanto quella ricerca è stata un enorme buco nell'acqua, sia per
noi avventurieri che per la banda fratelli che
da li a poco ci raggiunse cercando di metter-
bero potuto percepire l'energia di quel-
la notte, che si spandeva per tutta la
foresta, in quella notte sicuramente
magica, tramutatasi poi in macabra.
Fatto sta che la sottoscritta non era
l'unica presente, ma solo più tardi ho
potuto constatare la presenza di altre
persone, per loro fortuna o sfortuna
coinvolte in quel che stava succedendo
nel bosco.
La prima persona che ho incontrato,
lungo il sentiero, era un giovane ragaz-
zo, ma è sparito poco dopo, richiamato
da qualcosa a me ignoto; invece io ho
proseguito, guidata da una scia di luc-
ciole, fino a trovarmi in una piccola
radura dove una bambina dai capelli
rosso fuoco e la pelle chiara come la
luna, mi attendeva. Era lei a canta-
re quella melodia, che proseguiva:
"Giochi con la strega, lei sarà con-
tenta, non tocchi l’angelo, tesoro,
le sue lacrime la strega non le può
sopportare; ti farà soffrire, ti farà a
pezzi e poi… ti farà sparire…".
Vedendomi mi sorrise e mi tese la
mano: voleva che la accompa-
gnassi, ma fino al momento del
mio arrivo sul posto non sapevo
dove. Quello che prima sembrava
un vicolo cieco, fece largo ad un
sentiero e la bambina, Alisea, mi
scortò, tenendomi per mano, fino
ad uno spazio più ampio, dove mi ripa-
rai con lei dietro un cespuglio. Insieme
a me, chi accompagnato ad una bambi-
na dalle fattezze molto simili a quella
che mi scortava, chi solo, c'erano altre 5
persone: tutte si erano trovate a transita-
re per la foresta e tutte erano rimaste
impigliate in questa rete magica, fatta di
richiami e di canzoni.
Davanti a noi, si stava svolgendo uno
spettacolo agghiacciante: sette figu-
re femminili di incredibile bellezza dan-
-Servizio a cura di Ookami Tsuya.-
Per i temerari che si sono avventurati
lungo i sentieri della foresta Mo-
ri, la notte del 30 aprile è stata
sicuramente fuori dall'ordinario.
Nonostante la pioggia battente, la
luna usciva a sprazzi da dietro le
nubi e illuminava il cammino di
quanti, magari per una gita o per
raggiungere il tempio Shintoista,
si sono trovati a passare per quei
luoghi.
Erano le ore 20, circa, e nella
foresta risuonava una strana can-
zoncina: "Danzan le streghe la
danza con i maghi, fanno i filtri
magici per spaventare i draghi.
Gira, gira il pentolone tira su il coper-
chio; fuoco, fuoco notte e dì, le streghe
fan così!". Non erano certo ripetitori
posizionati dietro i cespugli, per una
trovata pubblicitaria o per uno scherzo
di massa, magari di qualcuno che vole-
va solo divertirsi, a diffondere quelle
parole; era invece una voce di bambina,
accompagnata da piccole risa, che da
lontana si faceva sempre più consistente
e vicina mano a mano che si avanzava
sul sentiero. Anche i più scettici avreb-
Spiriti e Riti nella Foresta Mori
P A G I N A 6
神 奈 川 回 ™
P A G I N A 6
coltello rituale, con il probabile
intento di sacrificare la donna in
bianco. Molti dei presenti vole-
vano intervenire, ma tutti aveva-
no capito che, allontanarsi dalla
bambina che li accompagnava,
voleva dire finire preda di quelle
mani sbucanti dal terreno, desi-
derose di stringersi attorno a
qualcuno.
Solo un uomo, per primo, ebbe
il coraggio di lasciare il proprio
riparo e di distrarre le sette stre-
ghe, puntando due pistole verso
il cerchio di celebranti e facendo
guadagnare a tutti il tempo per
fare qualcosa.
E quando i numeri potevano
giocare a suo sfavore, ecco che,
a modo proprio, tutti cercarono
di aiutare il primo soccorritore e
la donna vestita di bianco.
Le bambine spiegarono, ai pro-
pri protetti, che è al loro presen-
za a fare in modo che nessuno di
noi comuni umani venisse notata
dalle streghe; che queste, in real-
tà, sono Lamie e succhiano il
sangue. Ci informano che quella
è la notte delle streghe e del
Popolo Fatato, ma che le prime
l'hanno rubata; aggiungono che,
quella notte, una volta l'anno
una vergine deve essere sacrifi-
cata per rinnovare il patto con il
demonio a cui le Lamie hanno
venduto l'anima.
La sete di sangue delle streghe
e l'intervento di estranei nel
loro rito le ha mandate su tutte
le furie, e queste si lanciarono
ad attaccare il giovane uomo
irrotto nel loro cerchio; fortuna-
tamente, con l'aiuto di tutti i
presenti, la donna in bianco
viene liberata e le Lamie rese
inoffensive, impedendo la con-
clusione del rito e spezzando di
fatto il patto che le legava al
loro signore.
Ad azione terminata, le bambi-
ne se ne sono andate come sono
arrivate: in un vortice di luccio-
le che svanisce nel buio della
foresta e della notte.
Bagnati e spaventati, i presenti
ritornano ognuno per la propria
strada; non so chi fossero i miei
compagni di sventura, ma li
ringrazio: è stata la dimostra-
zione che l'unione fa la forza,
soprattutto nelle situazioni più
disparate.
zavano scalze intorno ad un cal-
derone, ammantate in neri man-
telli; legata ad un palo, una donna
vestita di bianco piangeva, forse
rassegnata a morire, di lì a poco.
A studiare attentamente i fatti, a
mente lucida, è probabile ci tro-
vassimo davanti ad un rituale in
piena regola, dove si voleva sa-
crificare la vergine come capro
ad un'entità superiore, in cambio
di un favore. Ma lì, nella foresta,
sotto la pioggia battente, tutti
eravamo sconcertati da quel che
stava accadendo; non c'era molto
tempo per pensare, dato che, po-
co dopo l'arrivo di noi visitatori,
la terra sotto i nostri piedi ha
iniziato a tremare e ne sono usci-
te innumerevoli mani in avanzato
stato di putrefazione, ma ancora
capaci di afferrare qualcosa o
qualcuno. E quel qualcuno fu un
uomo, di cui non ho potuto vede-
re il viso, che a differenza degli
altri non era accompagnato da
nessuna bambina.
La situazione si stava facendo
piuttosto tesa, dato che una delle
sette figure in nero si era allonta-
nata dal gruppo per prendere un
Spiriti e Riti nella Foresta Mori
rinfrancare e "riscaldare" i pas-
seggeri. Preparò del caffè molto
forte, aggiunse zucchero e whi-
sky, completando con una guar-
nizione di panna. Quando i pas-
seggeri gli chiesero se si trattas-
se di caffè brasiliano, Mr. Sheri-
dan divertito rispose: «No, è
caffè irlandese!».
La bevanda fu semisconosciuto
fino a che, un giorno, un giorna-
lista del "San Francisco Chroni-
cle", atterrato a Shannon, scoprì
l'irish coffee e l'apprezzò molto,
arrivando a dedicargli un artico-
lo, sul quotidiano a grande tira-
tura di cui era corrispondente.
Fu così che i bar di San Fran-
cisco incominciarono a prepa-
rare l'Irish Coffee, e poi la
ricetta si diffuse in tutto il
mondo.
L'Irish coffee, oggi, è un caffè
molto lungo, corretto con una
buona base di whiskey e rico-
perto con un po' di panna mon-
tata. Un vero Irish coffee si
prepara in un grande bicchiere,
precedentemente riempito di
acqua calda per portarlo alla
giusta temperatura. Si assapora
lentamente e il segreto consiste
nel mischiare molto bene lo
zucchero. Si possono aggiun-
-Servizio a cura di Ookami Tsuya-
Il Brazen Head Irish Pub ed il suo
staff ci regalano un'altra serata
eccezionale, festeggiato, questa
volta è un'altra invenzione "made
in Ireland", l'Irish coffee: secondo
la tradizione, la bevanda nasce nel
1942 ad opera di Mr. Joe Sheri-
dan, capo dei barman nel bar
dell'aeroporto di Shannon, in Ir-
landa. Vedendo arrivare in piena
notte dei passeggeri stanchi e stiz-
ziti per la cancellazione del loro
volo dovuta al maltempo, Sheri-
dan pensò allora di servire loro
qualcosa di robusto che potesse
L’Irlanda in un Bicchiere
Tokyo Shoken Torihikijo
(dati TST quadrimestrale pref. Kanagawa socio-economica—Chiusura I quadr.)
NOME PREZZO VAR %
Arikado corporation 6.355,00 -1,67%
IdolM@ster corporation 4.560,00 +2,00%
IronWork 6.430,00 +0,00%
Kanagawa Times 4.666,00 +2,02%
Katsuragi group 8.880,00 +3,00%
Lilya Editori 4.301,00 +0,30%
Shinto corporation 8.789,00 +0,00%
Yoshitaka-Cho 8.420,00 -0,40%
P A G I N A 7 A N N O I I , N U M E R O I - ¥ 1 5 0
all'Irlandese.
A fare da contorno alla serata, sebbene
avrebbero potuto essere la portata prin-
cipale, il gruppo irlandese dei "The
Script", che ha esaltato il pubblico. In
ogni caso è stata un appuntamento in
un certo senso familiare, nelle mura
scure e nell'ambiente festoso. Qualcu-
no si è anche cimentato in un gioco
nuovo, con carte e bicchieri di Irish
coffe; la serata si è conclusa in pieno
stile Brazen Head: tanta festa e molti
gomiti alzati, qualche carenza di equili-
brio e molti canti, sia seguendo la band,
sia per smaltire l'euforia. Tutti ad esalta-
re il re della serata: l'Irish coffee.
gere delle spezie, come la cannella, ma i
puristi lo preferiscono liscio.
Ed è stata la bevanda eccellente per
accompagnare la serata del 21 aprile,
piovosa ed umida: lo staff del Brazen
Head ha saputo preparare un ottimo
Irish coffee e dolci basati sulla ricetta
tradizionale ed accogliere i molti accor-
si con calore e una gentilezza declinata
P A G I N A 8
神 奈 川 回 ™
P A G I N A 8
trovavano si attaccavano e
non si staccavano più nean-
che per mangiare e così mori-
vano di fame; così gli dei
crearono l'atto sessuale che
consentiva di trovare un ap-
pagamento da questa unione.
Le analogie fra le culture oc-
cidentali e orientali sono
molteplici e la rappresenta-
zione dello Yin e Yang, come
raffigurazione di due anime
che vanno a completarsi for-
mando qualcosa di perfetto
ed equilibrato, ne è l'esempio
lampante.
Più romantica è invece la
leggenda cinese che narra del
giovane Wei e la ricerca del
suo amore volendosi rendere
artefice del suo destino, fi-
nendo quasi per uccidere la
giovane donna che si rivelò
essere la sua anima gemella.
Da questa leggenda nasce la
credenza popolare del filo
rosso del destino che ognuno
di noi porta legato al migno-
lo dal momento in cui na-
sciamo e ci condurrà -prima
o poi- dalla propria
anima gemella.
La saggezza degli
antichi è da ritener-
si rara e incredibil-
mente stupenda.
Vero è che una leg-
genda resta pur
sempre una leggen-
da, qualcosa a cui
non dover credere
alla lettera dando
tutto per assurdo,
ma ogni storia rac-
contata per genera-
zioni racchiude in
se molteplici signi-
ficati ed insegna-
menti che chi ascol-
ta dovrebbe cercare
di rendere propri.
È vero, forse non
tutti sono destinati,
in questa breve vita che ci è
concessa, di riuscire a trova-
re l'anima gemella o – ancor
più difficile – a riconoscerla
o a compiere le scelte esatte
che conducono a questa, ma
le coincidenze sono solo
figlie della mente umana che
si rifiuta di credere ad un
Destino che indica loro la
via da percorrere, che cerca
di condurre ogni uomo lun-
go la propria strada, la via
giusta per lui e lui solo.
La popolazione mondiale,
oggi giorno, conta circa 7
-Servizio di Emamnuel Dotrak-
Un lungo filo indistruttibile e
invisibile.
Un nastro scarlatto che si lega
stretto al mignolo di ognuno
di noi.
Non si può tagliare,
non si può sciogliere
e non si sa questo
dove conduce, lo si
può solo seguire,
ignari che sia lui a
condurci nella nostra
vita, a farci compiere
ogni passo per rag-
giungere una ed una
sola meta: l'altra sua
estremità.
Sin dall'antichità si è
sempre ritenuto che
per ogni anima ne
esistesse una sua par-
te affine, che la com-
pletasse e i più noti
filosofi dell'occidente
hanno creato opere
per capire e conosce-
re l'amore o, meglio
ancora, la ricerca e il
bisogno di questo.
Una delle storie più conosciu-
te è quella raccontata dal com-
mediografo Aristofane: si trat-
ta di un mito secondo il quale
gli uomini un tempo erano
tondi – la sfera era vista come
forma che rappresentasse la
perfezione-, sferici e doppi:
questi esseri si sentivano forti
e perfetti e peccarono di traco-
tanza; gli dei per punirli li ta-
gliarono a metà. Da allora
sentirono il bisogno di ritrova-
re l'altra metà e la cercavano
disperatamente. Quando la
Il Filo Invisibile
“Non si può
tagliare, non si
può sciogliere
le coincidenze
sono solo figlie
della mente
umana.”
P A G I N A 9 A N N O I I , N U M E R O I - ¥ 1 5 0
alcuno per chi crede nell'amore ma,
prima o poi, anche a questi, se riu-
sciranno a sfilarsi la maschera che
ricopre la loro espressione, se rie-
scono ad abbattere le mura che pro-
teggono il loro sofferente cuore,
sarà concesso trovare l'altra estre-
mità invisibile e scarlatta di quel
filo. E lì dove non ci sono colpi di
fulmini, lì dove il cammino sembra
difficile, deve comparire l'audacia,
quel pizzico di follia che spinge
l'uomo a fare quel passo in più che
cambia la sua vita, che lo fa ri-
schiare, quel passo in un baratro
oscuro che può sia finire per avvol-
gerti dalle tenebre o coglierti e cul-
larti con le sensazioni e le emozio-
ni che l'uomo è destinato a ricerca-
re e desiderare.
Non abbiate paura, non siate cinici,
non perdete speranze ma siate folli.
Folli per l'amore e quello che vi può
donare. Folli per sentire il vostro
cuore battere all'impazzata. Folli per
poter provare l'unico sentimento che
fa sentire veramente vivi.
“[...]La follia non sapeva che cosa
fare.. Si scusò per aver organizzato
un gioco così stupido! Implorò l'a-
more per ottenere il suo perdono e
commossa dagli esiti di quel danno
irreversibile arrivò al punto di pro-
mettergli che l'avrebbe assistito per
sempre...
L'amore, rincuorato, accettò la pro-
messa e quelle scuse così sincere..
Così, da allora, l'amore è cieco… e
la follia lo accompagna sempre.”
miliardi di persone che abitano que-
sto mondo, per un totale di 3 mila e
500 fili rossi che si annodano l'un
l'altro, che si aggrovigliano, che si
allungano e rimpiccioliscono solo
per dare l'occasione a due persone di
potersi incontrare.
C'è chi è fortunato, c'è chi riesce a
riconoscere il proprio amore da un
solo sguardo, con un solo colpo di
fulmine che lo folgora e rende tutto
più chiaro, tutto più perfetto; c'è chi
incontra subito l persona a lui affine
senza dover conoscere la sofferenza;
e c'è chi è guidato da una stella ca-
pricciosa, che si diverte a mettere
ostacoli lungo il cammino, si diverte
a far illudere, a spezzare i cuori e a
far credere che non c'è beneficio
Sudoku
P A G I N A 1 0 A N N O I I , N U M E R O I - ¥ 1 5 0
Kanagawa, Odowara, KT Building
Kanagawa, Kamakura, Zaimokuza
Tel.: 376-045 xxxx
Fax: 045-xxx xxxx
Posta elettronica: [email protected]
Vi ricordiamo inoltre, cari lettori, che abbia-
mo continuamente bisogno di nuovi giornali-
sti con la mente sveglia. Non siate timidi e, se
interessati, inviateci il vostro CV al numero
376 045XXXX
Kanagawa Times
Altri contatti
Editoria: 376-468 xxxx
Segreteria: 376-34x xxxx
“Farfalla vola, Sulle ali del vento,
Saldo estivo.” ~Sakuramomiji
“Petali d’oro Sulle peonie e sul loto – Lungo è il mio viaggio.”
Haiku~