Kandi Ski Ji

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Questo acquerello è la prima opera totalmente astratta di Kandinskij. Nacque come studio per un’opera più complessa, realizzata nel 1913. Esso tuttavia ha una sua organicità, e un suo primato, che lo hanno reso una delle opere più famose dell’artista. Al quadro manca una qualsiasi spazialità. Si compone unicamente di macchie di colore e segni neri che non compongono delle forme precise e riconoscibili. Non è quindi possibile ritrovarvi una organizzazione di lettura precisa. Lo si può guardare partendo da un qualsiasi punto e percorrerlo secondo percorsi a piacere. Ma, come le opere musicali, che hanno un tempo preciso di esecuzione, anche i quadri di Kandinskij hanno un tempo di lettura. Non possono essere guardati con un solo sguardo. Sarebbe come ascoltare un concerto eseguito in un solo istante: tutte le note si sovrapporrebbero senza creare alcuna melodia. I quadri di Kandinskij vanno letti alla stessa maniera. Guardando ogni singolo colore, con il tempo necessario affinché la percezione si traduca in sensazione psicologica, che può far risuonare sensazioni già note, o può farne nascere di nuove. Tenendo presente ciò, i quadri di Kandinskij, soprattutto quelli più complessi a cui diede il nome di Composizioni, si rivelano essere popolati di una quantità infinita di immagini. Ogni frammento, comunque preso, piccolo o grande che sia, ha una sua valenza estetica affidata solo alla capacità del colore di sollecitare una sensazione interiore. Si tratta di un approccio all’opera d’arte assolutamente nuovo ed originale che sconvolge i normali parametri di lettura di un quadro. Ma è un approccio che ci apre mondi figurativi totalmente nuovi ed inediti, dove, per usare una espressione di Paul Klee, «l’arte non rappresenta il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è». Punte nell’arco, dipinto del 1927, è il quadro più rappresentativo del periodo di insegnamento al Bauhaus. Kandinskij aveva pubblicato il saggio Punto, linea, superficie e aveva fissato i termini della teoria dell'astrattismo. Aveva individuato nella linea lo strumento della sua ricerca pittorica che prolunga e rende più chiaro il gesto del braccio che li manovra. Con il suo lavoro aveva sostituito il concetto di campo con quello di spazio (Einstein: il campo gravitazionale è una deformazione dello spazio-tempo). Il campo è per Kandinskij una porzione di infinito determinata dall'interazione delle forze agenti simultaneamente, ed il suo insieme forma un sistema dinamico. Un campo siffatto non è più una rappresentazione ma un frammento reale di arte. Questi temi sono evidenti nel dipinto in questione. Lo sfondo nero è il campo principale in cui agiscono altri campi. Le figure sovrapponendosi formano altre figure in un rincorrersi di nuove possibilità compositive: protagonista del dipinto è il movimento delle punte che allude ad un ordine. I colori sono vivi e intensi e ricordano i contatti avuti in gioventù con la decorazione popolare del nord della Russia, così come il titolo che ricorda le battute di caccia delle popolazioni nordiche, e recupera il patrimonio mitologico della cultura russa. La composizione è semplice e nella geometria ricorda un arco teso che sta per

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Questo acquerello la prima opera totalmente astratta di Kandinskij. Nacque come studio per unopera pi complessa, realizzata nel 1913. Esso tuttavia ha una sua organicit, e un suo primato, che lo hanno reso una delle opere pi famose dellartista. Al quadro manca una qualsiasi spazialit. Si compone unicamente di macchie di colore e segni neri che non compongono delle forme precise e riconoscibili. Non quindi possibile ritrovarvi una organizzazione di lettura precisa. Lo si pu guardare partendo da un qualsiasi punto e percorrerlo secondo percorsi a piacere. Ma, come le opere musicali, che hanno un tempo preciso di esecuzione, anche i quadri di Kandinskij hanno un tempo di lettura. Non possono essere guardati con un solo sguardo. Sarebbe come ascoltare un concerto eseguito in un solo istante: tutte le note si sovrapporrebbero senza creare alcuna melodia. I quadri di Kandinskij vanno letti alla stessa maniera. Guardando ogni singolo colore, con il tempo necessario affinch la percezione si traduca in sensazione psicologica, che pu far risuonare sensazioni gi note, o pu farne nascere di nuove. Tenendo presente ci, i quadri di Kandinskij, soprattutto quelli pi complessi a cui diede il nome di Composizioni, si rivelano essere popolati di una quantit infinita di immagini. Ogni frammento, comunque preso, piccolo o grande che sia, ha una sua valenza estetica affidata solo alla capacit del colore di sollecitare una sensazione interiore. Si tratta di un approccio allopera darte assolutamente nuovo ed originale che sconvolge i normali parametri di lettura di un quadro. Ma un approccio che ci apre mondi figurativi totalmente nuovi ed inediti, dove, per usare una espressione di Paul Klee, larte non rappresenta il visibile, ma rende visibile ci che non sempre lo .Punte nellarco, dipinto del 1927, il quadro pi rappresentativo del periodo di insegnamento al Bauhaus. Kandinskij aveva pubblicato il saggio Punto, linea, superficie e aveva fissato i termini della teoria dell'astrattismo. Aveva individuato nella linea lo strumento della sua ricerca pittorica che prolunga e rende pi chiaro il gesto del braccio che li manovra. Con il suo lavoro aveva sostituito il concetto di campo con quello di spazio (Einstein: il campo gravitazionale una deformazione dello spazio-tempo). Il campo per Kandinskij una porzione di infinito determinata dall'interazione delle forze agenti simultaneamente, ed il suo insieme forma un sistema dinamico. Un campo siffatto non pi una rappresentazione ma un frammento reale di arte. Questi temi sono evidenti nel dipinto in questione. Lo sfondo nero il campo principale in cui agiscono altri campi. Le figure sovrapponendosi formano altre figure in un rincorrersi di nuove possibilit compositive: protagonista del dipinto il movimento delle punte che allude ad un ordine. I colori sono vivi e intensi e ricordano i contatti avuti in giovent con la decorazione popolare del nord della Russia, cos come il titolo che ricorda le battute di caccia delle popolazioni nordiche, e recupera il patrimonio mitologico della cultura russa. La composizione semplice e nella geometria ricorda un arco teso che sta per scoccare la freccia, ma questa semplicit compositiva sottende un movimento che si manifesta nell'azione del lancio del dardo. Kandinskij inserisce la quarta dimensione: il tempo, che prende forma dalla reiterazione delle figure geometriche che compongono larco: locchio descrive un percorso dallalto verso il basso, dai colori caldi a quelli freddi, impiegando un certo tempo che dipende dalla durata del periodo necessario affinch un colore-forma percepito dallocchio si traduca in sensazione psicologica.Una grande retrospettiva monografica che presenta oltre 100 opere dalla collezione del Museo Centre Pompidou di Parigi.La mostra illustra l'opera diKandinskyapprofondendo, attraverso la vita, i viaggi e i rapporti con gli artisti a lui contemporanei, la profonda rivoluzione artistica e spirituale che lo ha reso famoso.Dalle prime esperienze in Russia, caratterizzate da ritratti e soggetti tradizionali, alla progressiva semplificazione e stilizzazione delle forme; dall'esperienza al Bauhaus di Weimar, su invito di Walter Gropius, fino agli anni 30 in cui inizia ad ottenere un riconoscimento per il suo lavoro, Kandinsky svilupp una propria teoria per combinare le varie forme del lavoro creativo (pittura, musica, arti popolari, disegni di bambini) colmando le tradizionali divisioni artistiche di periodi o scuole di pensiero diverse.

Lopera propone una suggestiva immagine con cerchi di diverse forme e colore, alcuni isolati, altri sovrapposti, che sulluniforme sfondo scuro creano un effetto di elegante e lirica mobilit. I singoli elementi della composizione sono rigorosamente bidimensionali, leffetto complessivo, tuttavia, tuttaltro che d immagine piana: sembra quasi che i cerchi affiorino progressivamente alla superficie emergendo da profondit inaccessibili e in qualche modo arcane. Osserviamo il curioso alone che circonda il cerchio maggiore, dal colore azzurro-viola, e numerosi altri cerchi minori. Sappiamo che per Kandinskij lalone manifestazione di energie extracorporee: esso colloca ci che troviamo raffigurato nellopera in una sfera sottratta al controllo dei sensi, sfera che potremmo definire medianica (che riguarda i fenomeni medianici, durante i quali gli uomini entrano in comunicazione con gli spiriti) e che quella della veggenza, della visione interiore. Limmagine non convulsa, non ha concitazione n violenza: anzi caratterizzata da una grande calma, dalla lenta emersione dei cerchi dalle oscure lontananze da cui provengono. in questo senso che possiamo sviluppare il paragone gi accennato tra musica e pittura. Limmagine non ferma, accoglie invece un movimento, ha una sua processualit e una sua durata interne. Si faccia attenzione al colore: ha una funzione determinante. Limpiego di pi tonalit non casuale n mira semplicemente a distinguere questo da quel cerchio: stabilisce invece differenti livelli di profondit e perfino diverse velocit di affioramento. I cerchi dal colore pi chiaro, gialli o rosa, balzano verso di noi; il cerchio nero al centro della composizione sembra pi lontano; i cerchi verdi o azzurri occupano invece livelli intermedi e affiorano pi lentamente. Tra tutti i cerchi si stabilisce una connessione e limmagine, n inerte n bloccata nellistante come il quadro di tradizione, appare come svolgersi nel tempo simile in questo a una composizione musicale, a un pezzo per pianoforte, per esempio: i cerchi vengono emergendo fluidamente e con un movimento costante, senza interruzione n strappi.