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www.avalcotravel.com 1 Kamchatka “neve e fuoco” report del viaggio scialpinistico con il Club Avalco 28 aprile – 14 maggio 2018 e informazioni generali sullo scialpinismo nella regione Nei pressi del Plotina pass, sullo sfondo i vulcani Kamen e Klyuchevsky. Vedi anche la PHOTO GALLERY di questo viaggio, divisa in 3 sezioni: > VULCANI DEL NORD > VULCANI DEL SUD > KAMCHATKA SKI & SAIL Per informazioni e consigli sul viaggio e sugli itinerari di scialpinismo: email a [email protected] Per consultare il programma di viaggio proposto da Avalco Travel: >VULCANI DEL NORD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=747 > VULCANI DEL SUD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=796 > KAMCHATKA SKI & SAIL http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=799 > Altri programmi (trekking, alpinismo, scialpinismo, rafting e kayak, mountain bike), viaggi su misura e consulenze: consultare www.avalcotravel.com oppure inviare email a [email protected]. LA KAMCHATKA La Kamchatka è una vasta penisola all’estremità orientale della Siberia; si affaccia sull’ Oceano Pacifico, tra il mare di Okhotsk e il mare di Bering. E’ lunga oltre 1500 km da nord a sud (tra il 62° e il 50° parallelo N) e presenta la più alta concentrazione al mondo di vulcani attivi (30 su un totale di 190), a quote di poche centinaia di metri sul livello del mare fino ai 4750 m del Klyuchevsky.

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Kamchatka “neve e fuoco” report del viaggio scialpinistico con il Club Avalco

28 aprile – 14 maggio 2018 e informazioni generali sullo scialpinismo nella regione

Nei pressi del Plotina pass, sullo sfondo i vulcani Kamen e Klyuchevsky.

Vedi anche la PHOTO GALLERY di questo viaggio, divisa in 3 sezioni: > VULCANI DEL NORD > VULCANI DEL SUD > KAMCHATKA SKI & SAIL Per informazioni e consigli sul viaggio e sugli itinerari di scialpinismo: email a [email protected] Per consultare il programma di viaggio proposto da Avalco Travel: >VULCANI DEL NORD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=747 > VULCANI DEL SUD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=796 > KAMCHATKA SKI & SAIL http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=799 > Altri programmi (trekking, alpinismo, scialpinismo, rafting e kayak, mountain bike), viaggi su misura e consulenze: consultare www.avalcotravel.com oppure inviare email a [email protected]. LA KAMCHATKA La Kamchatka è una vasta penisola all’estremità orientale della Siberia; si affaccia sull’ Oceano Pacifico, tra il mare di Okhotsk e il mare di Bering. E’ lunga oltre 1500 km da nord a sud (tra il 62° e il 50° parallelo N) e presenta la più alta concentrazione al mondo di vulcani attivi (30 su un totale di 190), a quote di poche centinaia di metri sul livello del mare fino ai 4750 m del Klyuchevsky.

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Tutto il territorio è coperto a bassa quota da fitte foreste frequentate dagli orsi e attraversate da fiumi ricchi di salmoni. Si tratta di una delle ultime grandi zone selvagge del pianeta, con una popolazione di soli 400,000 abitanti (2018) di cui oltre la metà nella regione della capitale Petropavlovsk, situata nel sud del paese. Esiste una sola strada principale che da Petropavlovsk sale per 800 km a nord fino a Ust-Kamctatsk. Più a nord ancora non ci sono più strade e i pochi villaggi sulla costa si raggiungono solo via mare oppure con alcuni voli interni. La Kamchatka fa parte della Federazione Russa. Di fatto, i russi hanno occupato la regione dalla fine del 1600 e oggi costituiscono il 86% degli abitanti. Le popolazioni autoctone sono ridotte a meno di 15,000 persone, distribuite soprattutto nel centro e nord del paese.

SCIALPINISMO IN KAMCHATKA Tutto il territorio della Kamchatka è montagnoso, le zone più interessanti per lo sci si trovano nel centro e nel sud della penisola. Intorno a Petropavlovsk c’è una vasta scelta di vulcani a quote tra 1000 e 3000 m, raggiungibili dalla città in 1-2 giorni con jeep più motoslitta, oppure in elicottero. La vetta più alta è il Koryaksky 3456 m, poco a nord della città di Yelizovo. Quest’area, essendo relativamente servita come logistica, è l’unica in tutta la Kamchatka che vede un minimo di frequentazione. Vi sono anche gruppi di eliski da febbraio ad aprile. Utilizzano i grandi elicotteri Mi-8 di derivazione militare.Le guide sono generalmente russe ed i prezzi sono allineati con quelli del eliski in Europa o Nord America. Più a nord c’è la riserva naturale di Kronotsky, il cui accesso è molto ristretto oltre che generalmente limitato alla stagione estiva per piccoli gruppi di trekkers e geologi dotati di speciale permesso. La vetta maggiore è il vulcano Kronotsky 3521 m, forse mai realizzato con gli sci.

Percorrendo la strada principale verso nord, oltre Milkovo, si arriva a Esso, base di partenza per il vulcano Ichinsky 3607 m. Invece, puntando a nord-est, si raggiungono Kozyrevsk e Klyuchi, punti di partenza ideali per penetrare nel massiccio del Klyuchevsky. Una visita in questa zona remota della Kamchatka centrale ha tutte le caratteristiche della spedizione, dato che occorre stabilire un campo base in quota, ove restare in autonomia totale per più giorni. Tutte queste montagne hanno lunghi approcci in piano, in parte nelle foreste di betulle, mentre la parte sommitale è spesso ripida (40° e oltre) e ghiacciata. Solo nel gruppo del Klyuchevsky esistono ghiacciai di

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una certa estensione, tuttavia sono poco crepacciati e si attaversano senza problemi nella stagione scialpinistica. Soltanto nell’area intorno a Petropavlovsk esistono rifugi o lodge privati, di cui alcuni aperti anche in inverno e primavera. In tutte le altre regioni non ci sono rifugi in quota, salvo alcuni ricoveri costruiti per i vulcanologi . I pochi e modesti impianti di risalita sono concentrati intorno a Petropavlovsk, e aperti da novembre ad aprile. Sono ancora rari i locali che si dedicano allo scialpinismo. Chi frequenta queste remote montagne con gli sci sono per lo più russi che, a volte, passano qui l’intera stagione dello sci. Clima e meteo Il clima della Kamchatka è complesso, poiché influenzato sia dalla vasta piattaforma continentale asiatica a ovest, che dal mare. Gli inverni sono generalmente molto freddi e caratterizzati da copiose nevicate; le estati sono piuttosto piovose a mai calde. A Petropavlovsk le temperature minime e massime sono di -14°C/-6°C in gennaio e -4°C/+6 °C in maggio. I venti sono una costante in tutta la penisola e influenzano in modo determinante le condizioni della neve specialmente sui vulcani. La stagione ideale per lo scialpinismo va da marzo a maggio. Spesso a fine maggio è presente ancora un buon innevamento anche a quote basse. Per le previsioni meteo, consigliamo di consultare il sito russo https://rp5.ru/Weather_in_Kamchatka oppure anche quello internazionale www.mountain-forecast.com . Le previsioni offerte da questo portale si sono rivelate abbastanza affidabili. In alternativa, consultare il sito norvegese www.yr.no . Non esiste sul posto un servizio di informazione sulle valanghe.

Il team Avalco sulla vetta del Bezymyanny.

Logistica. Per arrivare in Kamchatka occorre volare a Petropavlovsk, collegata con voli giornalieri a Mosca tutto l’anno. In alcuni giorni della settimana esistono voli a/da Vladivostok e Novosibirsk. Solo in estate, ci sono collegamenti anche con Anchorage, Tokyo, Beijing. Per raggiungere le montagne nelle stagione primaverile si devono adottare strategie diverse secondo le aree. Per la regione di Petropavlovsk, molte valli si raggiungono in jeep e poi motoslitta. Per i vulcani dell’estremo sud il solo approccio possibile è in elicottero. Le isole Kurili si raggiungono in motobarca (navigazione molto impegnativa e non sempre fattibile) oppure in elicottero. Nella regione di Milkovo ed Esso, e più a nord Kozyrevsk e Klyuchy, questi paesi si raggiungono seguendo la strada principale da Petropavlovsk, poi l’approccio alle montagne si fa con jeep e motoslitte, oppure in

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elicottero. Per le montagne ancora più a nord, sostanzialmente inesplorate con gli sci, il solo mezzo di accesso possibile è sempre l’elicottero. Per informazioni e supporto logistico in Kamchatka, contattare Avalco Travel: [email protected]

Kayak di mare nei pressi della Russkaya Bay, per andare a vedere i leoni marini.

Alloggi. Per la regione di Petropavlovsk esiste una discreta scelta di hotel nella capitale oppure a Elyzovo, tutti abbastanza costosi. Fuori dalle città esistono alcuni rifugi o lodge (pochi), con o senza servizio pasti. E’ indispensabile informarsi preventivamente, sia sulla possibilità di raggiungere le strutture con le motoslitte, sia sui servizi effettivamente offerti. Nei piccole centri a nord di Petropavlovsk (Milkovo, Esso, Kozyrecsk, Klyuchi, Ust Kamchatsk) esistono rari “hotel” oppure guesthouse che offrono camere e bagni condivisi, più i pasti; quest’ultima soluzione è consigliata a chi vuole spendere poco e conoscere un po’ più da vicino la gente del posto. Le guesthouse ed i rifugi normalmente non hanno un sito internet né email, perciò per stare tranquilli è meglio telefonare oppure prenotare tramite un’agenzia locale. Formalità. I cittadini italiani devono richiedere il visto presso il consolato russo più vicino. Occorre la lettera di invito di un’agenzia russa; a volte è pure richiesta la fattura del hotel del primo giorno nel territorio. Entro 72 ore dal ingresso nel paese è necessario formalizzare la registrazione OVIR, cosa che può fare l’agenzia locale oppure l’hotel del primo giorno. In Kamchatka si circola liberamente; soltanto la riserva del Kronotsky richiede un permesso di ingresso speciale, come pure la città militare di Viluchynsk. Sicurezza. In Kamchatka non esiste alcuna servizio di soccorso in montagna. Si consiglia comunque, prima di qualsiasi viaggio, di registrarsi presso l’Emergency Ministry for the Kamchatka Krai a Petropavlovsk. Presso questo istituto esiste una unità di soccorso, Rescue Support Centre, tel. +7.(4152)410395; tuttavia non risulta che sia attivo alcun protocollo di soccorso in montagna, né esistono relazioni sugli interventi effettuati. In definitiva, occorre essere autonomi nel autosoccorso, e concordare le modalità di comunicazione in caso di emergenza con una persona o agenzia locale. Indispensabile dotarsi di telefono satellitare, dato che non c’è alcuna copertura di telefonia mobile fuori dai maggiori centri abitati. Per quanto riguarda i pericoli in montagna, sono quelli abituali dello scialpinismo, con l’osservazione che i ghiacciai non sono numerosi né molto estesi, e generalmente poco crepacciati.

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Di particolare segnaliamo il clima rigido e sopratutto i venti, che possono essere forti specie nella regione del Klyuchevsky. Gli orsi si trovano in tutta la regione e gli avvistamenti sono abbastanza frequenti dal livello del mare fino alle foreste e alle quote di 800-1000 m, anche a fine inverno (sembra che vadano in letargo per un periodo breve). Tuttavia, gli orsi della Kamchatka risultano decisamente meno aggressivi di quelli del Nord America, forse perché hanno maggiore facilità di nutrimento (salmoni). La gente del posto ha un atteggiamento rilassato: si tengono a distanza e seguono le solite regole di buon senso, ma non portano con sé alcuna arma.

Il team Ski & Sail su una delle vette intorno alla Russkaya Bay

Cartografia. Per una visione d’insieme : > Kamchatka, mappa 1:800,000 – ediz. ITMB; > Kamchatka, mappa 1:1,000,000 – ediz. EWP (solo Kamchatka meridionale); > Kamchatka Oblast Road Atlas, 1:500,000 / 1:200,000 - ed. Roskartografia. Per le montagne, possono rivelarsi utili le carte topografiche russe in scala 1:100,000, scaricabili gratuitamente dal sito www.loadmap.net. Queste mappe riportano le curve di livello ogni 50 m ma nessuna grafica a rappresentare le rocce; possono essere insufficienti per un orientamento di precisione o per passaggi rocciosi. Le mappe sono di derivazione militare sovietica e presentano un reticolo chilometrico secondo la proiezione Gauss (zona 27) e map datum Pulkovo 1942. Solo per la regione del Klyuchevsky: mappa schematica 1:200,000 - ediz. Volcanoes of Kamchatka Natural Parks. La declinazione magnetica nella zona è di 6,85° verso ovest (maggio 2018) e aumenta di 0.04°/anno. N.B.: in fondo al documento alleghiamo una carta generale della Kamchatka . Guide e manuali Consigliamo due guide turistiche generali sulla Kamchatka: > Kamchatka, modern guide -2nd edition, ediz. PressPass, 2016; > Kamchatka, a journal and guide, di D.Gleadhill, ediz. Odyssey, 2007. Non ci risultano esistere ad oggi guide scialpinistiche, nemmeno in lingua russa. Il tour del 2018 Nell maggio 2018 abbiamo passato due settimane in Kamchatka, divisi in due team: > team “North Volcanoes” con Ivan, Vincent, Gianni, Simone, Alberto, e i locals Edy, Irina, Max, Alexi, impegnati in una dura spedizione ai vulcani del nord nel massiccio del Klyuchevsky, in totale autonomia;

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> team “South Volcanoes”, con Filippo e sciatori russi guidati da Nikita, in visita nella prima settimana ai vulcani nella regione di Petropavlovsk e nella seconda alle montagne della costa Avacha Bay, con navigazione in barca a vela. Tutta la logistica è stata organizzata da Avalco Travel in collaborazione con i partner russi Ivan e Katerina.

I VULCANI DEL SUD

Settore Yelizovo A nord-est della città di Yelizovo si trova un gruppo di vulcani davvero notevoli, ben visibili dal Yelizovo e in parte anche da Petropavlovsk. I locali li chiamano “pet volcanoes”, ossia i “vulcani di casa”. Sono fattibili in 1 o 2-3 giorni dalla città.

Panorama dalla vetta del Avachynsky: sulla sinistra il vulcano Zhupanovsky, a destra l’ Oceano Pacifico.

Koryaksky 3456 m E’ la vetta più elevata tra i vulcani del sud. Da Yelizovo si raggiunge in 2-3 ore l’ Avacha Camp (N53° 15' 33.5" E158° 44' 27.4)", a quota 890 m, in jeep + motoslitta. Il campo è posto poco a sud del Avacha pass, ed è il punto di partenza ideale per la salita alle vette del Koryaksky e Avachynsky. Si alloggia in modeste baracche dotate di brande con materassi e coperte, e riscaldamento con stufa a legna; generalmente è disponibile una cucina ben attrezzata e gas. C’è un ullteriore rifugio poco sopra, verso l’Avacha pass, a quota 1000 m circa. Il Koryaksky offre diverse linee, piuttosto impegnative, lungo gli impressonanti canaloni del versante sud-est. La parte sommitale è ripida (40-45°), spesso in neve ghiacciata e con possibili rocce affioranti. In pratica, già da quota 1400 m circa è consigliabile salire in ramponi e piccozza. Non essendoci luoghi comodi per un bivacco, occorre effettuare la salita (oltre 2500 m di dislivello) e discesa in giornata. Esposizione prevalente in discesa: sud-est. Valutazione: OSA.

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Le linee sul versante sud-est del Koryaksky; in basso l’ Avacha pass.

Avachynsky 2741 m Esistono due linee di salita e/ o discesa. La prima sale quasi al Avacha pass e poi attacca il versante ovest del vulcano; la seconda si sviluppa lungo un ampio vallone sul versante sud. E’ possibile eseguire la traversata tra le due linee; per la qualità della neve è normalmente meglio salire per l’Avacha pass e scendere per il versante sud (più riparato dai venti). La parte sommitale è ripida (35°-40°); utili i ramponi in caso di neve dura. Il vulcano è attivo e, in prossimità della vetta, occorre fare attenzione alle fumarole e al terreno rovente e cedevole. Dalla vetta, magnifica vista sulla immensa valle Nalycheva, sulla baia di Petropavlovsk, e sugli altri vulcani della zona. Esposizione prevalente in discesa:sud- ovest o sud, secondo la linea scelta. Valutazione: BSA.

Il percorso di salita al Avachynshy a sinistra (in giallo) per il versante sud-ovest; a destra (in rosso) la

discesa per il versante sud. In primo piano l’Avacha camp a quota 890 m. Kozelsky 2189 m Questo vulcano, pur essendo il più vicino in linea d’aria a Petropavlovsk, raramente è salito in sci. In tutta la primavera 2018 siamo forse stati l’unico gruppo sulla montagna.

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L’itinerario al Kozelsky (versante sud) dal rifugio a quota 720 m.

L’approccio migliore è dal versante sud, seguendo in jeep la strada sterrata che da Radygina (a nord di Petropavlovsk) prosegue verso nord-est passando per campi militari (non lasciarsi intimorire dai cartelli e dalle aree di parcheggio dei carri armati). Occorre reperire il punto di partenza del sentiero che, da quota 180 m circa, attraverso una foresta di betulle e poi per un ampio canyon, in piano e poi con lieve pendenza raggiunge il rudere del rifugio Kozelsky (N53° 11' 51.3" E158° 51' 42.9") a quota 720 m (circa 3 ore). Da qui si inizia a guadagnare quota rapidamente. Per un vallone del versante sud- della montagna e quindi la spalla ovest, si raggiunge la vetta (circa 4 ore dal rifugio). Discesa: per l’itinerario di salita. Esposizione prevalente in discesa:sud. Valutazione: MSA. Valle Nalycheva. Questa ampia vallata si estende a nord dei vulcani Koryaksky e Avachynsky. Date le distanze, l’approccio è da farsi in motoslitta, per raggiungere uno dei lodge, a quote di circa 1100 -1600 m. Questi lodge sono aperti in estate, per gli escursionisti e i pescatori; in inverno e primavera possono aprire solo su richiesta. Nella valle sono numerosi le sorgenti calde (hot springs). Si possono salire il vulcano Aag 2310 m, per il versante est, e il vulcano Zhupanovsky 2923 m con un lungo avvicinamento per il versante sud. Anche l’ Avachinsky può essere raggiunto senza difficoltà dalla valle Nakycheva; questo versante è a volte frequentato dai gruppi di eliski.

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Sorgente calda nella Nalycheva valley; sullo sfondo il vulcano Zhupanovskt.

Settore a sud di Petropavlovsk Valle Paratunka Questa valle, a sud di Petropavlovsk, è molto frequentata in estate, dato che ci sono diversi lodge che offrono alloggio a escursionisti e pescatori. Sempre in estate, una strada sterrata si spinge per una cinquantina di km fino alla grande centrale geotermica del Mutnovsky a quota 800 m. La centrale fornisce energia a tutta l’area di Petropavlovsk. Sul posto esiste persino un hotel, ma il rumore dei getti di vapore è davvero assordante. Nella stagione innevata, la strada di ferma al villaggio di Termalny. Oltre, si prosegue con mezzi speciali 4x4 oppure in motoslitta. Alcuni lodge nella valle sono aperti anche in inverno e offrono comode camere con bagno e pasti. Tra questi, il più noto (e costoso) è il Snow Valley lodge. Nella valle esistono diverse sorgenti calde (hot springs) dove si è liberi di fare un bagno ristoratore circondati dalla neve (attenzione, sempre verificare prima la temperatura dell’acqua che può essere elevata). Il vulcano Vilyuchinsky 2173 m è una montagna davvero magnifica per l’amante dello scialpinismo. Con le motoslitte occorre seguire la valle Paratunka e, dopo il ponte che attraversa il fiume portandosi sulla destra orografica, arrivare alla base del versante ovest, a quota 200 m circa, prima della salita al Vilyuchinsky pass.

A sinistra: indispensabile la motoslitta per percorrere i molti km della valle Paratunka.

A destra: sorgente calda presso il Karymshino Lodge.

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A sinistra: salita sui pendii ovest del Vilyuchynsky;

a destra: sulla cresta sommitale del vulcano Mutnovsky.

L’itinerario al vulcano Vilyuchynsky, Paratunka valley: salita (linea blu) per il versante ovest e discesa

(linea rossa) per il versante sud / sud-ovest.

Messe le pelli di foca, puntare ad un evidente intaglio a quota 2000 m circa (pendio finale continuo tra 35° e 40°), da cui in breve alla vetta. Discesa per l’itinerario della salita, oppure (raccomandato) per il versante sud, prima per un’ampia conca e poi lungo uno dei due canali che poi si riuniscono a quota 1600 m circa. Scegliendo questa seconda linea, attenzione verso 800 m di quota, bisogna spostarsi decisamente verso ovest, per tornare al punto di partenza. Esposizione prevalente in discesa: ovest o sud-ovest, secondo la linea scelta. Valutazione: BSA. In alternativa, il Vilyuchinsky si può salire e scendere anche dal lato nord (terreno piuttosto complesso con rocce sommitali) oppure dal lato sud-est (lungo approccio, in 2 o 3 giorni con bivacco, dal mare (Vilyuchinskaya Bay). Il vulcano Mutnovsky 2322 m è un obiettivo particolare e molto raccomandabile. Si tratta di un vulcano attivo, con ampia caldera e diversi campi di lava e fumarole visibili già da lontano. L’approccio è con motoslitta come per il Vilyuchinsky ma, superato il punto di partenza di questo, occorre proseguire per la strada che con diversi tornanti sale al passo Vilyuchinsky 790 m. Da qui si attraversa con alcuni sali e scendi il vasto altopiano che, lasciando alla propria destra (ovest) la modesta elevazione del

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vulcano Gorely 1830 m, e l’impressionante Opesny canyon, porta nei pressi del rifugio Mutnovsky (circa 1100 m) e quindi alla base del versante nord-ovest del Mutnovsky. Qui la pendenza aumenta decisamente e non si può più proseguire con le motoslitte. Sono possibili due itinerari (eventualmente collegabili ad anello), uno che sale aggirando la cresta del cratere a nord e poi a est (lungo ma molto panoramico, un tratto roccioso della cresta a circa 1900 m di quota va evitato sulla sinistra) e uno più diretto che passa per una specie di canyon e poi nel centro del cratere (attenzione alle fumarole attive all’uscita del canyon). Valutazione per entrambi: BS. Questa zona è anche frequentata dai gruppi di eliski. In alternativa, il Mutnovsky può essere salito per il versante sud- est, in 2-3 giorni con bivacco, dal mare (Russkaya bay).

L’itinerario della parte alta del Mutnovsky: in blu la linea di salita; in arancio la variante di discesa che

passa all’interno del cratere. Vulcano Opala 2460 m. Questa imponente montagna è ben visibile dal Mutnovsky; costituisce un obiettivo di prim’ordine per lo sciatore-alpinista in cerca di avventure. Infatti, sul posto ci siamo informati e risulta che non sia mai stato sceso in sci. Il versante est, che abbiamo visto, ci pare ben sciabile, ma è probabile che si possano salire e scendere tutti i versanti senza difficoltà particolari. Come avvicinamento, si può arrivare in elicottero alla base del versante est; in alternativa, dal villaggio di Apacha (raggiungibile in auto da Petropavlovsk), si dovrebbe riuscire ad avanzare con le motoslitte fin dove possibile in direzione del lago Tolmachova, e quindi salire il vulcano per il versante nord.

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Il vulcano Opala (versante est) visto dal Mutnovsky Avacha Bay – Ski&Sail (scialpinismo dal mare con spostamenti in barca) A Petropavlovsk abbiamo trovato uno skipper locale che possiede due catamarani, disponibili per effettuare crociere nell’Oceano Pacifico. Ciascuna barca caricare a bordo 8-10 persone, oltre a sci, gommone e kayak, più i materiali e il cibo per almeno una settimana. Tra le varie possibilità, abbiamo scelto quella più logica e remunerativa, ossia di navigare verso sud lungo la costa della Avacha Bay.

Da sinistra: la barca in navigazione, un granchio appena pescato, la imperdibile “banya” russa

organizzata sulla spiaggia della Russkaya Bay. Si esce dal grande golfo della capitale, lasciando a sinistra le caratteristiche rocce “Tri Brata”, per poi puntare decisamente a sud. Dopo meno di due ore di navigazione si passa vicino all’isola Starichkov, dove risiede una numerosa colonia di diverse specie di uccelli marini. Proseguendo a sud si passa la Vilyuchinskaya Bay, da cui si può salire al vulcano Vilyuchinsky (si tratta di una mini-spedizione di 2-3 giorni). Nella traversata abbiamo incontrato alcune orche isolate.+ Ancora oltre si apre la profonda insenatura della Russkaya Bay, da dove si può anche salire il vulcano Mutnovsky in 2-3 giorni. Qui abbiamo stabilito il nostro campo base, nei pressi del relitto di un antico peschereccio (N52° 24' 08.7" E158° 25' 52.2), dormendo in barca e realizzando gite con gli sci in giornata. Poco più a sud, nei pressi della Kekurshy Bay, c’è un’isoletta rocciosa presidiata da una colonia di leoni marini. Disponendo di un gommone e/o di kayak, si può arrivare a pochi metri dai leoni, animali davvero impressionanti ma sostanzialmente pacifici. Qui le quote massime non sono elevate, mediamente sui 600 -900 m, ma le possibilità sono infinite. Si possono realizzare traversate tra più valli e/o fiordi, scendere canali ripidi, sempre partendo sci ai piedi dal mare (fino ad almeno metà maggio !).

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Bella discesa in neve polverosa fino al mare…

Le vette sono quasi tutte senza nome, sulle mappe c’è solo un punto quotato. Nonostante la relativa vicinanza con Petropavlovsk (meno di 100 km in linea d’aria, 6 ore di navigazione), c’è una scelta enorme di linee vergini, con il solo limite della fantasia. La disponibilità della barca e di un gommone è essenziale per cambiare gite e per realizzare tour ad anello con partenza e arrivo in punti diversi della costa. E’ anche importante disporre di radio R/T con una buona portata, allo scopo di comunicare alla barca la propria posizione e prendere gli accordi per il recupero a fine gita. Una nota particolare: nell’area circolano gli orsi. Ne abbiamo incontrati tre in sei giorni di gite, e visto le tracce in quattro gite su sette.

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In questa pagina e nella precedente: immagini (elaborate da GoogleEarth) degli itinerari percorsi nel

maggio 2018 a partire dalla Russkaya Bay. L’ultima immagine mostra il percorso della navigazione da Petropavlovsk.

Vulcani dell’estremo Sud In questo settore particolarmente selvaggio, raggiungibile solo in elicottero da Yelizovo (eventualmente anche da Ozernovsky), ci sono diversi vulcani di possibile interesse per lo scialpinismo: Asacha 1909 m, Khodukta 2089 m, Zheltovsky 1957 m, Ilinsky 1577 m (nei pressi del celebre lago Kuril) e Kambalnaya 2161 m (sulla punta meridionale della penisola). In estate alcune agenzie locali vi organizzano escursioni per trekkers, geologi, e pescatori. Nella stagione innevata occorre concordare un volo ad hoc con la società elicotteristica con base a Yelizovo, e organizzarsi per una mini-spedizione in autonomia totale (tende, cibo, gas, ecc.)

Il vulcano Ilinksky in veste invernale ed estiva, con il lago Kuril in primo piano.

Tutta l’area è una riserva naurale con una popolazione significativa di orsi. Isole Kurili A sud della penisola si estendono le piccole isole Kurili, oggetto di lunga contesa tra Russia e Giappone. Sono isole interamente vulcaniche, raggiungibili da Petropavlovsk in elicottero o in barca (la navigazione è molto spesso problematica o impossibile in inverno). L’isola più prossima è Atlasova, costituita interamente dal vulcano Alaid 2339 m, il più elevato delle Kurili, già obiettivo di diverse spedizioni sciistiche. La vicina isola di Paramushir è l’unica abitata e collegata da un servizio di navigazione con il continente; qui almeno tre vulcani sono interessanti per lo sci: Fussa 1772 m, Ebeko 1156 m (attivo), Chikurachky 1816 m. Più a sud, l’isola Onekotan costituisce un fenomeno naturale unico: tutta l’isola è in pratica un enorme vulcano, con il cratere occupato da un lago a 400 m di quota; all’interno del lago si erge il cono sommitale del vulcano Krenistyn 1324 m. Per raggiungerne la vetta occorre attraversare il lago (e dunque si deve portare un mini-gommone).Tutto ciò è documentato dal film realizzato durante la spedizioni in sci di Red Bull del 2016.

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Spostandosi ancora più a sud, troviamo: l’ isola Kharimkotan con il vulcano Sewergyna 1157 m, l’ isola Ekarma con l’omonimo volcano Ekarma 1171 m; l’isola Matua con il volcano Sarychev 1145 m, l’isola Ketoy con l’omonimo vulcano Ketoy 1172 m, l’isola Simushir con i vulcani Milna 1540 m e Prevo 1360 m, l’isola Urup con i vulcsni Gora Ivao 1426 m e Kolokol 1328 m, l’ isola Iturup con il vulcano Stokap 1634 m, l’isola Kunashir con il vulcano Tyatya 1819 m (quest’ultima a soli 15 km dalle coste di Hokkaido in Giappone). Molte delle vette a sud di Onekotan potrebbero non essere mai state sciate ad oggi.

A sinistra: il vulcano Alaid 2339 m (isola Atlasova); a destra: l’isola di Onekotan, vista da satellite: si

nota il particolare cratere con lago e cono vulcanico all’interno (foto: NASA)

I VULCANI DEL CENTRO

Percorrendo la strada principale (e unica) da Yelizovo verso nord, ci sono diversi vulcani che costituiscono un possibile obiettivo scialpinistico. Molti di essi non sono mai stati raggiunti con gli sci e molti non sono nominati sulle mappe. Tra Yelizovo e Milkovo, da entrambi i lati della strada, ci sono molti vulcani intorno ai 2000 m di quota. Tra quelli noti segnaliamo il Bakening 2276 m, fattibile in giornata dalla strada, a circa 160 km a nord di

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Yelizovo.

Il vulcano Kronotsky e l’omonimo lago

All’interno della riserva naturale del Kronotsky ci sono parecchi obiettivi interessanti,per lo più mai sciati ad oggi: Unana 2192 m, Taunshyk 2354 m, Kronotsky 3521 m (la vetta più elevata all’interno della riserva, un cono perfetto sospeso tra l’omonimo lago e l’oceano), Shmidta 2038 m, Gamchen 2577 m, Komarova 2050 m, Vysoky 2153 m, Krasheninkova 1856 m. Quest’ultimo ha una struttura particolare “doppia”, ossia due coni gemelli e relative caldere. Questa zona si può visitare organizzando una spedizione specifica di più giorni, con spostamenti in elicottero. Tuttavia, occorre un permesso speciale, difficile da ottenere. Infatti, anche in estate gli ingressi sono autorizzati soltanto ai geologi invitati dall’Università della Kamchatka e ad un numero ristretto di escursionisti accompagnati (spesso in giornata) dalle guide delle agenzie abilitate di Petropavlovsk che visitano la valle dei Geyser, la caldera dell’Uzon e il lago Kronotskoye. Il vulcano Ichinsky 3607 m , attivo, si erge imponente nell’area dell’omonima riserva. Ci risulta realizzato con gli sci solo due volte; la base oltre la linea della foresta si può raggiungere con un voli in elicottero da Esso.

Il vulcano Ichinsky

I VULCANI DEL CENTRO-NORD

L’area del parco naturale del Klyuchevsky costituisce la zona montagnosa alle quote più elevate della Kamchatka; la vetta maggiore è il vulcano Klyuchevsky 4750 m. E’ anche la zona della penisola con la maggiore estensione di ghiacciai. Molti vulcani sono attivi, tra cui lo stesso Klyuchevsky. Prima di avventurarsi nell’area è consigliato di consultare l’Istituto di Vulcanologia a Petropavlovsk e/o il già citato Emergency Ministry for the Kamchatka Krai, oppure consultare il sito http://www.kscnet.ru/ivs/kvert/index_eng.php che tiene sotto controllo le eruzioni ( principalmente come allarme per i voli aerei).

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A sinistra: partenza da Kozyrevsk con elicottero Mi-8.

A destra: il team Avalco al rifugio Plotina, sullo sfondo il vulcano Bezymyanny. La strategia consigliata è di portarsi in quota (1200 – 1500 m), con trasferimento in jeep più motoslitte oppure in elicottero, e di stabilire un campo base. La posizione di questo è decisa in funzione degli obiettivi, ovviamente per minimizzare le distanze di avvicinamento. Le vette si raggiungono dal campo base in giornata, oppure in 2 giorni con un bivacco intermedio. E’ anche possibile usufruire del relativo comfort offerto dai vari rifugi utilizzati in estate dai vulcanologi. Questi però non hanno alcun servizio, se non quello di un tetto e brande per dormire, più eventualmente una stufa a legna. In ogni caso, occorre essere autonomi e portarsi tutti i materiali (saccoletto,materassini, cibo, gas, legna, attrezzatura da cucina, lampade, ecc.). Consigliamo di informarsi sul posto prima di decidere dove andare a pernottare. Nota importante: se si può utilizzare l’elicottero per il trasferimento, è meglio approfittare della enorme capacità di carico del Mi-8 e portarsi una motoslitta. Questa si rileva molto utile nei lunghi avvicinamenti alle vette dei vulcani (una motoslitta può “tirare” fino a 4 sciatori). Ciò rende possibile effettuare anche lunghe gite in giornata. Nell’area ci sono almeno una decina di vette di interesse scialpinistico, distribuite in due settori. Settore a sud del Bezymyanny pass I vulcani in questo settore (più lo stesso Bezymyanny nel settore a nord) si raggiungono normalmente dal villaggio di Kozyrevsk. Nel maggio 2018 abbiamo deciso di stabilire il nostro “campo base” presso il rifugio Plotina N55°55'52" E160°35'03", a quota 1428 m, raggiunto in elicottero da Kozyrevsk. Si trova a circa 1,5 km a nord-est del Bezymyanny pass. Può ospitare spartanamente 6-8 persone.

L’itinerario al Bezymyanny e, a destra, nei pressi della vetta.

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Bezymyanny 2882 m E’ l‘itinerario più diretto da Plotina. Si deve aggirare sulla destra (est) la cresta sud-est della montagna, poi risalire un ampio vallone fino alla caldera sommitale. La vetta è sulla destra; il pendio finale è spesso in neve ghiacciata e pietre, utili i ramponi. Attenzione al terreno sottostante tipicamente vulcanico, quindi instabile e fonte di possibili frane di sassi. Dalla vetta, vista spettacolare sul vicinissimo Kamen. Discesa per il percorso della salita. Esposizione prevalente in discesa: sud-est. Valutazione: BSA. Ploskiy Tolbachik 3085 m e Ostriy Tolbachik 3672 m Queste due cime si possono abbinare nella stessa gita, che diventa però estremamente lunga. E’ perciò raccomandato l’avvicinamento in motoslitta. Attenzione, il vulcano Ostriy Tolbachik è attivo con frequenti eruzioni.Da novembre 2012 a settembre 2013 le eruzioni sono state continue. L’ultima eruzione importante con lava è avvenuta nel ottobre 2017. Da Plotina occorre attraversare il vasto plateau fino alla base del versante nord-est della montagna (almeno 16 km), a quota 1600 m circa. Reperire la linea di salita meno ripida che porta direttamente al cratere sommitale del Ploskiy. Da qui puntare decisamente verso ovest, attraversare sulla destra un tratto di cresta (ghiacciato ed esposto) che permette di portarsi sulla grande spalla nevosa che conduce alla vetta del Ostriy, Discesa: per l’itinerario di salita, oppure (consigliato) per uno dei lunghi canaloni sul versante nord del Ploskiy (35°-40° e oltre). La discesa del ripido versante nord del Ostriy è pure possibile, ma obbliga ad un rientro a Plotina lunghissimo. Esposizione in discesa: nord-est o nord. Valutazione: BSA.

Plosky Tolbachik e Osatriy Tolbachik, visti dal Tolbachik pass.

Ozalnaya Zimina 3081 m Da Plotina bisogna percorrere circa 3 km in piano in direzione sud e puntare alla cresta nord della montagna, fino alla vetta. Alcuni passaggi un po’ ripidi ed esposti tra quota 2600 e 2800 m. Discesa: per il percorso della salita, oppure per l’ampio canalone che si attacca dal pendio prima della vetta, con orientamento ovest; pendenza sui 40°-45°. Valutazione: BSA, OSA+ per la discesa sul versante ovest. Ostraya Zimina 2743 m Da Plotina bisogna percorre oltre 10 km in leggera discesa, in direzione sud-est, fino ad arrivare alla base dello sperone nord-est del Ozalnaya Zimina, a quota 1200 m circa. Da qui si devia a sud e poi sud-ovest, guadagnando rapidamente quota, puntando al cosiddetto “yellow glacier”, un ghiacciaio effettivamente macchiato di colore giallo a causa delle polveri laviche. Il ghiacciaio si estende tra i 1900 e 2400 m di quota, è ripido e non percorribile con gli sci. Conviene quindi superarlo

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sulla destra (più difficile ma più diretto) o sulla sinistra. Infine, si raggiunge l’evidente sella a quota 2550 m, tra Ostraya e Ozalnaya, e da qui facilmente in vetta. Discesa per il percorso della salita. Esposizione prevalente in discesa: nord-est. Valutazione: BSA.

A sinistra: in salita verso l’ Ovalnaya Zimina; a destra: l’itinerario completo.

A sinistra: l’tinerario al Ostraya Zimina; a destra: sosta lungo il percorso, nei pressi del “Yellow

Glacier”, a quota 2000 m circa. Bolshaya Udina 2921 m Da Plotina occorre scollinare passando alla base del versante ovest del Ovalnaya Zimina , poi puntare a sud fino al Tolud pass 1200 m. Un avvicinamento di oltre 20 km, da fare in motoslitta se si vuole realizzare la gita in giornata. In alternativa, si può pernottare alla Tolud hut N55°45'02" E160°25'28" a quota 1005 m. Il versante ovest del Udina è solcato da due evidenti canaloni che partono dal cratere sommitale e si riuniscono a quota 2000 m circa. Entrambi costituiscono una magnifica linea di salita con ramponi e piccozza e di discesa in sci forse mai realizzata finora. Pendenza stimata di 40°-45°su oltre 1400 m di dislivello. Settore a nord del Bezymyanny pass I vulcani in questo settore sono i più elevati della regione e di tutta la Kamchatka. Sono decisamente impegnativi a causa delle condizioni meteo severe e del terreno ripido, spesso con neve e ghiaccio e/o rocce esposte, dovuto all’azione dei venti. I dislivelli sono notevoli per cui occorre bivaccare in tenda (venti permettendo= oppure utilizzane i rifugi (molto essenziali) in quota.

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Bisogna anche fare i conti con le temperature, che oltre i 4000 m possono scendere a -30°C e oltre, per effetto windchill, anche in maggio e giugno. In ragione della morfologia complessa del terreno e dell’innevamento mai abbondante, si consiglia di scendere per lo stesso percorso intrapreso in salita. All’epoca del nostro tour (maggio 2018) le condizioni di queste montagne non erano favorevoli allo sci, principalmente a causa dello scarso innevamento. Oltre i 3000-3500 m la poca neve che ha resistito ai venti era ghiacciata e molti pendii si presentavano rocciosi. Come campo base, si potrebbe utilizzare il rifugio del parco al Kopyto Hoof Stolik camp, posto a 1025 m a ovest del Bezymyanny pass. Da qui bisogna poi innalzarsi fino al Perevalniy pass 2700 m, tra le vette del Klyuchevsky e del Ushkovsky. L’avvicinamento di circa 20 km andrebbe preferibilmente fatto in motoslitta. Il luogo è soggetto a venti fortissimi. In alternativa, si potrebbe considerare di raggiungere il Perevalniy pass dal villaggio di Klyuchi (a nord del massiccio), direttamente in elicottero, oppure in jeep + motoslitta fino al rifugio Tsirk Crater a quota 1415 m, e poi proseguire in sci.

I vulcani a nord del Bezymyanni pass, con indicati in rosso gli itinerari rispettivamente di:

Ushovsky, Krestovsky, Bezymyanny. Klyuchevsky 4750 m La massima elevazione della Kamchatka è un vulcano attivo. Ogni anno ci sono eruzioni; le maggiori in epoca recente si sono verificate nell’estate del 2016 con importanti fuoriuscite laviche e getti di cenere e detriti fino ad altezze di 200 m dal cratere. Quest’ultimo si è in parte modificato ed è tuttora in movimento.

A sinistra: versante nord del Kamen- sopra il Volcanologists’ Pass. A destra: il Klyuchevsky visto dal Perevalniy Pass; la via normale sale sul fianco destro.

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La salita più efficiente si effettua dal rifugio Perevalniy salendo al Volcanologists’ pass 3300 m (dove è presente un piccolo bivacco) e quindi per i ripidi pendii del versante sud-ovest. Si contano forse nemmeno una decina di discese effettuate con gli sci. In alternativa, si potrebbe considerare la via normale estiva per il versante di nord-est, con pernottamento in un rifugio a quota 2500 m. Kamen 4585 m Il Kamen è un vulcano non attivo, tuttavia porta sui suoi fianchi i segni di una tormentata attività lavica in epoca remota. La linea di salita più logica è per lo sperone nord-est, che si attacca dal Volcanologists’ pass. La discesa in sci è complessa perché il pendio è altamente irregolare e interrotto da crepacci e salti di roccia. La pendenza media è di 40°-45° su oltre 1000 m di dislivello .Pare che sia stato sceso in sci solo un paio di volte. Ushkovsky 3943 m La vetta del vulcano Ushkovskiy (attivo) si raggiunge dal rifugio Perevalniy lungo il versante sud-est, con pendenze stimate sui 30°-35°, fino al plateau sommitale. Krestovsky 4057 m Itinerario come per l’ Ushkovsky, fino al plateau a quota 3800 m circa. Da qui, percorso evidente e non difficile fino in vetta.

MONTAGNE A NORD DI KLYUCHI A nord dell’asse Klyuchi – Ust Kamchtatsk (dove termina la strada) ci sono foreste e rilievi infiniti nell’immenso territorio compreso tra il 56° e il 64° parallelo N. Si tratta in generale di cime inferiori ai 2000 m di quota, che perdono le caratteristiche vulcaniche spostandosi progressivamente a nord. Si tratta di aree in gran parte inesplorate e raggiungibili solo in elicottero nell’ambito di una spedizione autonoma, con l’eccezione del vulcano Shiveluk 3307 m, fattibile in 2-4 giorni dalla strada Klyuchi- Ust Kamchatsk Più a nord troviamo le montagne del Sredinny Range: Mt. Alney 2598 m,, Mt. Shishel 2525 m, Mt. Khuvkhoytun 2613 m, Mt Ostraya 2552 m, situate tra le latitudini di 56°30’ e 58°15’ N. Ancora più a nord, l’unica montagna oltre i 2000 m risulta essere il Mt.Ledyanaya 2453 m, nel Ukelayat Range, a circa 62° N, al confine con la regione russa del Chukotsky.

Il rifugio Plotina a quota 1420 m; sullo sfono il vulcano Ovalnaya Zimina 3081 m.

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Vedi anche la PHOTO GALLERY di questo viaggio, divisa in 3 sezioni: > VULCANI DEL NORD > VULCANI DEL SUD > KAMCHATKA SKI & SAIL Per informazioni e consigli sul viaggio e sugli itinerari di scialpinismo: email a [email protected] Per consultare il programma di viaggio proposto da Avalco Travel: > VULCANI DEL NORD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=747 > VULCANI DEL SUD http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=796 > KAMCHATKA SKI & SAIL http://www.avalcotravel.com/scheda.asp?id=799 > Altri programmi (trekking, alpinismo, scialpinismo, rafting e kayak, mountain bike), viaggi su misura e consulenze: consultare www.avalcotravel.com oppure inviare email a [email protected].

Si ringraziano per le immagini:

Filippo Gamba Vincent Hénaff Ivan Moshnikov Alberto Raineri

Simone Zani

Avalco Travel Tour Operator DAL 2006 VIAGGI SU MISURA

OUTDOOR SPORT & ADVENTURE TRAVEL

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CARTA GENERALE DELLA KAMCHATKA