John Rink – L’Esecuzione Musicale
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Transcript of John Rink – L’Esecuzione Musicale
John Rink – L’esecuzione musicale Parte I Esecuzione musicale e storia Contesto di ascolto contemporaneo, modalità costruita (fino a Sagra della Primavera). Etnomusicologia, Roma e Grecia, Chiesa (musica funzionale), musica profana di tradizone orale, epoca barocca (nascita dell’opera), periodo classico (diffusione edizioni a stampa, la novità, poca sistematicità, compositore libero professionista), Ottocento (viaggi, indicazioni in partitura, stagioni concertistiche, direttore, Bach reinassance), Novecento (tecnica e tecnologia, industria discografica). Strumenti per la musica del passato, valutazione rigida riduttiva. Migliorato rapporto con notazione e stili storici nel 900. Fedeltà e originalità, interpretazione/appropriazione. Contestualizzazione nello studio della partitura (espressione, abbellimenti, strumenti e voci, convenzioni). Mediazione fra storia ed estetica. Strumenti storici: Spitta e il clavicembalo per Bach, tecnologia; Stradivari modificati. Esecuzione storicamente informata (Taruskin). Esecuzione: pensiero conscio e intuitivo. Competenze teoriche e creative per gli interpreti co-‐creatori. Modus operandi vs approccio analitico. Analisi diversa per esecutori: importanza della forma, della scansione temporale. Intuizione informata. Analisi precedente (prescrittiva) e analisi dell’esecuzione (descrittiva): aspetto temporale, forma, distinzione musica/partitura, analisi sintetica, intuizione informata come guida esecuzione. Consapevolezza. L’esecutore individua: le articolazioni formali, indicizza il tempo, le dinamiche, analizza il profilo melodico, fa una riduzione ritmica e rinota la musica. Esecuzione musicale: abilità fisiche e mentali a livelli altissimi. Abilità esecutiva: controllo del movimento, del tempo, coordinazione e indipendenza, improvvisazioni d’emergenza, memorizzazione (cinestetiva, visiva, uditiva) capacità di lettura e orecchio mentale (Sloboda). Espressione: la struttura della frase condiziona il profilo espressivo, diversità fra interpreti più a livello superficiale, conseguenza della comprensione della struttura, che si tenta di trasmettere all’ascoltatore. Il corpo: tensione/rilassamento, fattori fisici peculiari dello strumento. Movimento oscillatori o gesti. Il corpo è parte dell’espressione e mezzo per attuarla. Importanza del contesto sociale dell’esecuzione. Parte II Imparare a eseguire Insegnamento esecuzione solistica in tradizione occidentale d’arte. Nei primi trattati ci si concentrava sulle fasi iniziali dell’apprendimento, sui rudimenti di teoria e tecnica di base. Attenzione all’interpretazione in Quant e C.P.E. Bach. Critica al rifiuto di studiare i vecchi compositori e identificazione delle intenzioni del compositore. Sedi: famiglia, corte, conservatori (Napoli e Venezia), nuovi conservatori di Stato (Parigi). Pubblicazione dei metodi. Le ‘scuole nazioni’, associate a compositori, tendenze anche in campo didattico. Differenze erose dai modelli itineranti. Stile e interpretazione: fluttuazioni e alterazioni temporali ponderate. Cambio del rapporto opera/interprete. Clara Schumann, subordinazione interprete a compositore, chiarezza. Rubinstein al contrario. La sfida dell’insegnamento dell’interpretazione, della parte personale dai introiettare nell’esecuzione.
Sviluppo abilità esecutiva. Potenziale musicale (maturazione, fisico, mentale), importanza dell’ambiente, accumulare molte ore di studi, avere le giuste motivazioni esterne e poter sperimentare precocemente esperienze estetiche positive legate alla musica (Louis Armstrong per esempio). Stimoli prenatali ed esposizione precoce e frequente alla musica, esperienza precoce della reazione emotiva rispetto alla musica, studio formale e non formale, motivazioni (intrinseche ed estrinseche), autostima, consapevolezza. L’insegnante, distinzione livello professionale e personale. Abilità musicali: individuazione struttura e lettura, uditive, tecniche e motorie, espressive, di esibizione. Problema dell’isolamento nell’educazione musicale. Preparazione all’esecuzione. Studio e memorizzazione. Quanto è abbastanza nello studio? Differenza a seconda dei fini. Studio dal pensiero conscio all’automatismo, passando dall’eliminazione degli errori. Chunking (porzionamento). Studio a tempo lento. Ascolto di esecuzioni vocali e capacità di vocalizzare a mente il brano, miglioramento espressività. Studio ponderato della partitura, non proprio analisi. Mediare fra sfida tecnica e possibilità interpretative. 1828 Clara Schumann esegue a memoria senza partitura, poi Listz. Recezione negativa iniziale del gesto, poi indice di professionalità: libertà espressiva, relazione più diretta con il pubblico, vantaggio superiore al sacrificio. Metodi mnemonici: uditivo, visivo, cinestetico. Strategia analitica e memoria olistica, più uditiva. Improvvisazione come risorsa per la memoria. Parte III Far musica Immaginazione compositore, poi interprete e comunicazione tramite suono. Problema della ripetizione nelle prove e unicità esibizione. Incremento indicazioni esecutive dei compositori (es. mancanze in Messiaen e Webern). Sviluppo della visione personale di un’opera. Importanza dello studio indiretto, a prescindere dallo strumento. Esercizio vs creatività. Importanza della presentazione (corporeità). Corpo ed espressività, controllo agitazione. Movimenti espressivi continuativi (oscillazioni) e localizzati. Fa parte della comprensione da parte del pubblico. Convenzione, self-‐disclosure, repertorio di movimenti gestuali. Relazione fra interprete e pubblico e sua influenza nell’esecuzione. L’esecuzione d’ensemble. Coordinazione temporale, illusione sincronizzazione, tactus: anticipazione e reazione, feedback, capacità preditiva, caccia e cooperazione, controllo dei tempi di attacco del proprio strumento. Comunicazione uditiva e visiva (periferica e coreografica) più o meno conscia. Rapporto fra studio individuale e lavoro di gruppo. Le differenze anche emotive nell’ensemble, non corpo unico, sinergia. Fattori sociali: leadership, cliché, interpretazione. Ansia da esecuzione o paura del palcoscenico. Migliora con età ed esperienza. Reazione flight-‐fight. Dannosa per musicisti a cui si richiede molto controllo muscolare. Si restringe l’attenzione, pensieri negativi, calo autostima, catastrofismo, self-‐handicapping, profezie che si auto-‐adempiono. Cause: personalità, difficoltà compito, contesto. Nevrosi e fobia sociale di base. Tecniche di rilassamento, biofeedback, sedativi, Inner Game, Alexander, Feldenkrais, desensibilizzazione sistematica, behaviour therapy, inoculazione di stress.
Parte IV L’interpretazione dell’esecuzione Esecuzione dal vivo, da funzione sociale precisa ad intrattenimento, fino al silenzio contemporaneo. Registrazione e mercato discografico, cambio di paradigma. Ascolto acusmatico, da sociale a solitario, assenza fisica = esecuzione sullo sfondo, ma canone fa concentrare sulle esecuzioni. Registrazione come ripresa o come nuova creazione. Paragone fra registrazione ed esecuzione dal vivo. Orientamento estetico nelle registrazioni. Disponibilità di enorme varietà di stili. Ascolto: spazio, strumenti, corpo, percezione, memoria. Utilità registrazioni per esecutori, pubblico, studiosi e compositori. Voce = ensemble o esecutore. Persona = adattamento della Voce all’opera. Registrazioni come testimonianze archiviate. Influenza del metodo di registrazione sulle esecuzioni durante l’evoluzione dei supporti (durata = tagli o accelerazione, frequenze registrabili, editing). Esempi sulla dimensione temporale, sul vibrato. Possibilità di studio dei cambiamenti della prassi esecutiva nell’ultimo secolo. La critica dei concerti è produzione editoriale recente. Prima concentrazione su opere e non sulle esecuzioni, fino a storicizzazione del repertorio. Prima se ne occupavano solo le cronache nelle gazzette locali, poi concentrate solo nelle città maggiori. Potere della stampa musicale sul successo, corruzione. J.W. Davison a Londra, Virgil Thomson a New York, Berlioz, Listz, Wagner sulla Gazette musicale de Paris. Illusione dello stile esecutivo neutrale, sempre mediato. Nattiez, la tecnologia deve liberare l’interprete dalla tirannia del tempo. Il valore compositivo percepito non significa solo mettere le note nell’ordine giusto. Comprensione intenzioni compositore e traduzione nel ambito cognitivo dell’esecutore. Es. Rachmaninov con clima e discernimento totale. Priorità del capire sul fare.