John Assaraf, Murray Smith-La Risposta- Estratto

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LA RISPOSTA 

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Della Stessa Collana: La Scienza della Mente 

Alexandra Bruce LE ORIGINI DEL SEGRETO

Jack Lawson La MISTIca DEL DENaRO

Bob Mandel VIVI STRaORDINaRIE RELaZIONI

Roy Martina L’aNELLO MaNcaNTE DEL SEGRETO

Steve Nobel IL GIOcO DELLa pROSpERITà

Bob Proctor SEI NaTO RIccO

I Classici della Scienza della Mente 

James Allen SEI cOME pENSI DI ESSERE

William Walker Atkinson La STRaORDINaRIa fORZa DI aTTRaZIONE

DEI NOSTRI pENSIERI

Genevieve Behrend IL pOTERE INVISIbILE DELLa VISuaLIZZaZIONE

Emile Coué IL DOMINIO DI SE STESSI

Charles Haanel La cHIaVE SupREMa

Prentice Mulford IL SEGRETO pER ESpRIMERE IL MEGLIO DI TE

Orison Swett Marden L’aMORE è La cHIaVE DELLa VERa RIccHEZZa

Florence Scovel Shinn paROLE pER wINcERE!

Wallace D. Wattles La LEGGE DI aTTRaZIONE

Wallace D. Wattles La ScIENZa DEL DIVENTaRE RIccHI

Wallace D. Wattles La ScIENZa DELLO STaRE bENE

Salute e Dintorni 

Fiamma Ferraro aTTaccO aLL’aSMa... E NON SOLO

Roberto Romiti aLOE La RIcETTa bRaSILIaNa DETTa “DI paDRE

ROMaNO ZaGO”

Christian Tal Schaller aMaROLI L’acqua DI VITa

Christian Tal Schaller IGIENE INTESTINaLE

I Classici della Spiritualità

Annie Besant KaRMa L’ENIGMa DEL pROpRIO DESTINO

Helena Blavatsky uN MaZZO DI fIORI SEccHI

Mabel Collins La LucE SuL SENTIERO

Jinarajadasa cOME SI RIcORDaNO LE VITE paSSaTE

Jiddu Krishnamurti cOSì paRLò KRISHNaMuRTI

S. Germain-A.K.King-Cagliostro TRILOGIa DELL’IO SONO (a cura di A. Miranda)

Rudolf Steiner IL cONfINE

 Altri titoli pubblicati da  bIS

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 John Assara e Murray Smith

LA RISPOSTA RAGGIUNGI LA LIBERTÀ ECONOMICA

E VIVI UNA VITA MERAVIGLIOSA

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Titolo originale: The Answer 

Copyright © 2008 by Ria Ventures, LLC, and Murray SmithOriginally published in 2008 by Adria Books, a Division o Simon & Schuster, Inc. Usa

traduzione  Davide Smiraglio

coordinamento Romina Rossicopertina Megan Nonesstampa Grafca Editoriale Printing Bologna

I edizione luglio 2009

Cn “L Senz e Mene”

© 2009 BIS Edizioniun marchio del Gruppo Editoriale Macro

 www.bisedizioni.itvia Giardino 3047023 Diegaro di Cesena (FC)

ISBN 88-6228-070-X 

La Cellulosa utilizzata per la produzione dellacarta su cui sono stati stampati gli interni diquesto libro proviene da oreste amministrate.

La Cellulosa utilizzata per la produzione del-la carta su cui sono stati stampati gli internidi questo libro è sbiancata senza utilizzo dicloro (ECF). Questa carta è riciclabile.

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Caro lettore

Tu hai dei sogni, dei grandi sogni. Ma come gran partedelle persone, hai anche delle domande. E come gran partedelle persone, dei dubbi.

 Noi vogliamo incoraggiarti a mettere da parte i dubbi, atrovare delle risposte alle domande e a lanciarti a capotto

nella piena realizzazione dei tuoi sogni.Per questo motivo vogliamo dedicare questo libro proprio

a te che ci leggi.

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Introduzione

La domanda 

Chiudi per un attimo gli occhi: immagina di avere del-

le rendite enormi e un successo stellare che aumentadi giorno in giorno. Potrebbe trattarsi di uno stile di

vita straordinario, della casa dei tuoi sogni, della più com- pleta libertà nanziaria, di donazioni di benecenza o di un

impegno in attività lantropiche: qualunque sia il tuo sogno,

immagina te stesso mentre te lo godi. Ringrazia il pilota deltuo aereo personale per aver aspettato qualche minuto in più

la tua famiglia permettendole di raggiungerti in un luogo divacanze esotico; accarezza i mobili di squisita fattura dellatua ampia nuova cucina baciata dal sole; goditi la sensazionedi sapere che avrai sempre denaro a sufcienza per pagare

il conto, qualunque conto; ricevi con orgoglio la gratitudinedell’organizzazione umanitaria internazionale alla quale haiappena fatto una donazione di proporzioni storiche.

Ah, che bel sogno! Ma poi, c’è la realtà. Apri gli occhi,ora: com’è in realtà la tua vita quotidiana? Se la tua vitaè fatta solo di preoccupazioni, stress, senso di oppressione,incertezza o se semplicemente le cose non vanno come vor-resti, allora questo libro è ciò che fa per te.

Magari hai una piccola azienda, l’avevi avviata qualcheanno fa con grandi obiettivi e sogni ancora più grandi eadesso ti sembra che tutto si sia fermato. O forse ti stai im-

 pegnando al massimo, stai facendo grandi sacrici nel tuolavoro, ma non vedi alcun risultato. Se questo è il caso, sei

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8 - La risposta

in buona compagnia: nel solo Nord America ci sono più di25 milioni di titolari di piccole imprese che si trovano nellatua stessa identica posizione.

O forse sei un dirigente, il direttore di un dipartimento, o ilmanager di una grande società in cerca di qualcosa che fac-cia uscire la tua azienda da una crisi, che ti dia un vantaggioreale rispetto alla concorrenza interna o che ti permetta diguadagnare di più. O ancora potresti essere un amministrato-re delegato o un direttore nanziario alla ricerca di qualcosa

in grado di cambiare il destino della tua azienda.O magari fai parte di quella grande fetta di popolazione che

desidera mettersi in proprio ma che ha paura di saltare il fos-so. Hai sentito dire che il 95% delle nuove aziende chiudei battenti entro cinque anni dalla loro creazione e non vuoientrare a far parte anche tu di quel numero. Temi di non avereciò che ci vuole, che la concorrenza sia troppo agguerrita e i

rischi troppo alti; hai paura di nire il denaro o di trovarti insituazioni che poi non sapresti assolutamente gestire.Eppure non vuoi abbandonare quel sogno, non vuoi smet-

tere di immaginare un’azienda tutta tua in fase di decollo;di dover rispondere solo a te stesso; di cambiare in megliola tua vita e ottenere dei grandi protti; di fare le cose per 

 bene, come le vuoi tu; di essere sulla copertina della rivista Fortune; di avere un aereo aziendale o una limousine che tiaspetta per portarti all’appuntamento con un cliente; di creareuna fondazione che userà la tua ricchezza per risolvere i piùgrandi problemi del mondo anche quando non ci sarai più.

Ecco, da un lato c’è il sogno e dall’altro la realtà: milioni di persone pensano che le due cose non potranno mai coincidere.Ma non è così: le due cose dovrebbero coincidere per tutti;riuscirci è possibile. È per questo motivo che abbiamo scrit-

to La risposta. Grazie al libro e al lm del 2006 The Secret ,milioni di persone sono venuti a conoscenza del concetto di

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legge dell’attrazione, quell’idea secondo la quale, focalizzan-do i nostri pensieri, siamo in grado di attrarre le cose che piùdesideriamo nella vita e di trasformare in solide realtà anchei nostri sogni più assurdi. Uno degli autori del libro che staileggendo, John Assaraf, ha avuto l’onore di essere coinvoltocome maestro nel progetto di The Secret. Da quando è uscitoquel lm, molte persone ci hanno chiesto: “In che modo posso

applicare quell’idea in modo pratico e specico per costruire

il mio successo professionale e quello della mia azienda?”.

Avendo lavorato con migliaia di imprenditori negli ultimidecenni, conosciamo le speranze, le paure, le aspirazioni e i

 patemi che si celano dietro a questa domanda. Per noi, le mi-gliaia di aziende che falliscono o che vanno in bancarotta, imilioni di disoccupati e sottoccupati non sono delle semplicistatistiche, ma delle storie umane alle quali abbiniamo volti,nomi e voci. Siamo in grado di percepire la vera domanda

che si cela dietro a tutte le domande che ci pongono: in chemodo posso accedere a un’innita abbondanza?

 La risposta non viene da esperti con lauree di alto livel-lo (nessuno di noi due le ha) o da persone che hanno allespalle una solida formazione imprenditoriale (non abbiamoneanche quella). Non siamo mai stati all’università, non ve-niamo dal mondo della nanza e non abbiamo avuto genitori

 proprietari di aziende di successo che ci hanno spianato lastrada. In realtà, da ragazzi, entrambi sembravamo destinatial fallimento.

John Assaraf, un immigrato mediorientale che viveva inun quartiere povero del Canada, ha passato gli anni dellasua adolescenza con gruppi di ragazzacci che non facevanoaltro che mettersi nei guai. Alle scuole superiori, trovò la suaragione di vita nello sport e divenne una giovane promessa

della pallacanestro presto infranta a causa di un brutto inci-dente d’auto.

Introduzione - 9 

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10 - La risposta

Murray Smith venne etichettato come “ragazzo con dif-coltà di apprendimento”, quindi separato dai suoi compagnidi classe e messo in una speciale scuola tecnica dalla qualesarebbe stato poi destinato al lavoro in fabbrica. Il suo primolavoro dopo la scuola si svolgeva a diversi metri di profondi-tà e consisteva nella pulizia dei canali di scarico.

 Nonostante questi inizi difcili, tuttavia, entrambi abbia-mo trovato la nostra strada per il successo. In che modo? At-traverso tentativi ed errori e grazie a una grande determina-

zione, entrambi abbiamo appreso le leggi fondamentali cheregolano il successo aziendale e abbiamo via via perfezionatole nostre conoscenze no a elaborare un approccio che ha

funzionato più e più volte. Negli ultimi trent’anni, siamo sta-ti entrambi impegnati ad applicare la risposta alla creazionedi aziende di successo partendo da zero: in tutto, sommandole aziende create da ognuno dei due, sono diciotto. Eppure

vediamo intorno a noi molta gente fallire. Una cosa che ab- biamo appreso è che il successo è molto più dolce quando sihanno delle persone con cui condividerlo. Per questo abbia-mo deciso di trasmettere le nostre esperienze e i segreti cheavevamo scoperto lungo la strada con altre persone, anzi, conil maggior numero di persone possibile.

Poiché ci conosciamo da molto tempo, abbiamo costruitoalcune di queste aziende di successo insieme. Dopo esserciritirati dagli affari, nel 2005 abbiamo deciso di tornare in pista

e di dedicare la nostra vita alle aziende di tutto il mondo chevogliono crescere. Abbiamo lanciato un’impresa chiamataOneCoach che presto è diventata l’azienda con lo sviluppo

 più rapido tra quelle dedicate al sostegno alla crescita, alla for-mazione e alla consulenza alle piccole aziende. È stata l’espe-rienza di OneCoach a indurci a scrivere questo libro.

 La risposta si basa su diverse fonti. Nel corso di questolibro, imparerai diverse cose, dai più semplici metodi per 

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dirigere il potere della tua mente ai modi in cui utilizzare leleggi universali della vita per avere successo negli affari; dacome creare un messaggio pubblicitario penetrante basatosull’unicità e originalità della tua azienda a come formare ungruppo dirigente e a ragionare da miliardario. Imparerai letre domande fondamentali che conducono all’aumento delleentrate, imparerai qual è il tuo cliente ideale e quali sonoquelle azioni, tra le centinaia da svolgere in azienda, che non

 puoi assolutamente permetterti di tralasciare.

Tutte le risposte che compongono questo libro provengo-no da centinaia di interviste con scienziati, rappresentanticommerciali, imprenditori e miliardari, ma anche dal nostrolavoro con migliaia di clienti e dall’esperienza fatta sul cam-

 po di momenti bassi e momenti alti, di tentativi ed errori, difallimenti e di successi nel mondo degli affari.

In sica esiste un principio elaborato dallo scienziato te-

desco Werner Heisenberg chiamato principio d’indetermina-zione, il quale ci insegna che modicando il nostro modo di

guardare qualcosa, l’oggetto guardato si modica di conse-

 guenza. Questa verità riguardante le particelle subatomicheè valida anche per la vita e per il lavoro. Questo libro ti mo-strerà come fare a guardare la tua attività in modo diverso,che si tratti del lavoro all’interno di un’organizzazione o del-la tua azienda: la tua attività cambierà e diventerà ciò che haisempre sognato. Al cambiamento sul lavoro, corrisponderàun cambiamento anche nella vita.

Lo scopo di questo libro è fare in modo che tu assumail controllo della tua vita e dei tuoi affari. Si tratta di com-

 prendere in che modo il principio della causa e dell’effettosi applica agli affari e in che modo progettare ed eseguire letue azioni in modo da essere la causa degli eventi e non un

semplice effetto. Ti mostreremo come realizzare l’impresadei tuoi sogni dall’interno, creando un’immagine dentro di

Introduzione - 11

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12 - La risposta

te che sia completa, chiara e denita. Quindi, ti mostreremo

in che modo far crescere la tua impresa seguendo delle stra-tegie vericate sul campo in modo che raggiunga la dimen-sione da te desiderata.

Che tu sia un imprenditore singolo o il proprietario diun’azienda, un libero professionista o un dirigente di unasezione di una grande multinazionale, una persona che staavviando la sua impresa o una persona che vuol diventareinsostituibile nell’azienda in cui si trova, non importa: se de-

sideri raggiungere la libertà nanziaria e vivere una vita stra-ordinaria, sei la persona per la quale abbiamo scritto questolibro. Vogliamo ispirarti e darti la ducia, le informazioni e il

 piano di azione passo per passo di cui necessiti per costruireil tuo sogno.

 Nel nostro percorso condivideremo con te la nostra storia,mostrandoti in che modo abbiamo appreso quelle conoscen-

ze che compongono la risposta; ti racconteremo, inoltre, lastoria di altri imprenditori di successo che hanno applicatogli stessi principi e hanno creato l’azienda dei loro sogni.

 La risposta ha un unico scopo: aiutarti a rispondere allaDomanda. Una risposta accompagnata da una certezza cosìchiara, forte e incrollabile che la tua vita non sarà più la stes-sa e che il tuo sogno non sarà più solamente possibile, nonsarà più semplicemente probabile, bensì inarrestabile.

 In che modo posso accedere a un’innita abbondanza?

Troverai la risposta in queste pagine.

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1. Dentro la scatola:la storia di John

Una mattina di maggio dell’anno 2000 ero seduto nel

mio studio con mio glio Keenan, quando aprii unascatola di cartone il cui contenuto avrebbe cambiato

la mia vita per sempre. Non avevo idea che sarebbe potuta succedere una cosa del ge-

nere; in realtà non avevo neanche idea di cosa contenesse quellascatola dimenticata. Negli ultimi cinque anni, infatti, avevamofatto diversi traslochi ed erano cambiate moltissime cose.

Avevo cominciato la mia carriera nel mondo degli affarivent’anni prima scegliendo di lanciarmi, appena terminatele scuole superiori, nel settore immobiliare. Il mio sogno didiventare un giocatore di basket professionista era da tempoinfranto e non avevo idea di cosa fare della mia vita. Il set-tore immobiliare era l’unica cosa che mi venne in mente per evitare di lavorare in un supermercato e così, il 20 giugno

del 1980, all’età di 19 anni, feci l’esame professionale e di-venni un agente immobiliare autorizzato. Dopo pochi mesicominciai a frequentare seminari e laboratori su come stabi-lire degli obiettivi e cominciai ad apprendere delle tecnichedi crescita personale che si fondavano su strane cose chia-mate visualizzazione e affermazioni.

In realtà, avevo da sempre una consapevolezza intuitivadel tipo di pratiche di cui si parlava durante questi corsi. Da

adolescente, volevo più di ogni altra cosa diventare una stelladella pallacanestro. Desideravo così tanto sfondare in questa

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14 - La risposta

 professione che passavo il tempo a immaginare di vincere le partite di un campionato, di segnare quel punto vincente pro- prio allo scadere del tempo regolamentare e, ogni volta chescendevo in campo, guardavo nella mia testa questo lm. A

sera, andavo a dormire portando il pallone da basket con menel letto. E no al giorno dell’incidente, sono stato un gioca-tore che faceva la differenza.

Dopo il diploma, tuttavia, non si trattava più di vincere sul parquet. Adesso il punto era vincere negli affari.

Cominciai a osservare come si comportavano i miglioriagenti del mio ufcio, a puntarli come un falco, ad ascoltar -li quando erano al telefono e persino a partecipare alle lororiunioni solo per sentire esattamente cosa dicevano e in chemodo. Iniziai a leggere voracemente e ad assorbire tutto ciòsu cui riuscivo a mettere le mani e che poteva darmi dei sug-gerimenti su come fare successo nella mia nuova carriera.

Ascoltavo delle audiocassette e partecipavo ai seminari. Unodi questi era tenuto da un uomo che successivamente diventòmio amico, mentore e socio in affari. Si chiama Bob Proctor.

All’inizio degli anni Sessanta, Bob si era trasferito da To-ronto, la sua città natale, a Chicago per lavorare con Earl

 Nightingale, l’uomo che una decina d’anni prima aveva lan-ciato l’industria dello sviluppo personale. Le famose registra-zioni audio di Nightingale, The Strangest Secret , furono le

 prime incisioni non musicali della storia a superare il milionedi copie vendute. Earl Nightingale, a sua volta, aveva appresola sua losoa da Napoleon Hill, l’autore di quello che proba-

 bilmente è il libro più conosciuto di tutta la letteratura dell’au-torealizzazione: Pensa e arricchisci te stesso.

Da Napoleon Hill a Earl Nightingale a Bob Proctor, c’eraun tema ricorrente che legava i loro insegnamenti: il segreto

del nostro successo risiede nel controllo dei nostri pensieri.Questi maestri mi stavano dicendo che gli unici limiti che

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1. Dentro la scatola: la storia di John - 15 

esistono tra noi e il raggiungimento dei nostri traguardi sonoquelli che noi stessi ci poniamo per mezzo dei nostri pensierilimitanti. Ciò che dicevano era del tutto sensato per me; nonsapevo in che modo o perché funzionasse, ma mi sembravache la verità contenuta nelle loro parole fosse lampante.

Ben presto cominciai a dare molta importanza all’attivitàdi scrivere i miei obiettivi (e infatti conservo ancora una co-

 pia degli obiettivi da me accuratamente scritti nell’estate del1982). Cominciai a scrivere delle affermazioni e a costruire

con le parole delle immagini vivide del tipo di successo chedesideravo avere; in tal modo nutrivo il mio pensiero incon-scio con nuove immagini dei miei obiettivi e realizzavo nuo-vi lm mentali dei miei successi di imprenditore seriale.

Quell’anno, il mio primo anno nel settore immobiliare,guadagnai all’incirca 30.000 dollari. Non male per un ven-tenne, pensai. Nel mio secondo anno, i miei introiti ammon-

tarono a 150.000 dollari. Questa tecnica di stabilire degliobiettivi, di visualizzare, di fare delle affermazioni e ripeter-le funzionava!

Dopo quel grandioso secondo anno, decisi di prendermiuna pausa di riessione e di espandere i miei orizzonti. Presi i

miei risparmi e partii per fare un viaggio attorno al mondo. Ilmio viaggio durò più di un anno e mi portò nei quattro angolidel mondo dove ebbi la possibilità di conoscere altre culturee visioni del mondo e di espandere la mia comprensione diciò che è possibile. All’inizio del 1984, tornai a Toronto eripresi a lavorare nel mio ufcio di agente immobiliare. Ma

era chiaro che non vi sarei rimasto a lungo. Avevo voglia disapere di più, di fare di più e di essere di più.

Qualche anno più tardi, alla ne del 1986, Walter Schnei-der e Frank Polzler, i due imprenditori che avevano rilevato

i diritti di afliazione dell’enorme organizzazione immobi-liare RE/MAX per il Canada occidentale (e che oggi sono i

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16 - La risposta

concessionari di maggior successo al mondo), mi contatta-rono dandomi la notizia che RE/MAX era alla ricerca di unconcessionario per lo Stato dell’Indiana. Sapevano che ionon vedevo l’ora di fare un salto di qualità e avevano decisodi propormi di entrare in società con loro purché fossi statodisponibile a trasferirmi nell’Indiana.

Mi dissero: “John, ti piacerebbe trasferirti nell’Indiana?”.

Risposi: “Non vedo l’ora. Quando devo partire?”. E poi ag-giunsi: “Dov’è che devo andare?”. Non avevo neanche ascol-

tato la parte relativa all’Indiana. Avevo sentito solamente: “Ti piacerebbe trasferirti?” e avevo capito che mi stavano offren-do un’opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire.

Durante la mia prima settimana nell’Indiana, un giornalistadell’ Indianapolis Business Journal venne a domandarmi qualifossero i nostri piani. “In cinque anni”, gli risposi, “diventere-mo la più grande agenzia immobiliare dello Stato dell’Indiana

e arriveremo a vendere immobili per un miliardo di dollari”.Il giornalista si appuntò le mie parole e poi mi chieseall’improvviso: “Quindi ha già avuto un contatto con…” e

mi snocciolò i nomi degli amministratori della più grandesocietà immobiliare della zona.

“Hm, perché me lo chiede?”, replicai esitando.

Il giornalista sogghignò. “Credo che lei già sappia che la

loro azienda è presente in questo Stato da quasi ottant’annie controlla il 70% del mercato immobiliare”. Non ne avevo

idea. Non avevo mai neanche sentito nominare le persone dicui mi stava parlando. Non sapevo nulla del mercato immobi-liare dell’Indiana e, in realtà, non sapevo nulla di come gestirel’attività, per non parlare di come si facesse a raggiungere unvolume di vendite tanto elevato. E per di più davanti a unaconcorrenza così dominante e ben radicata sul territorio.

Il giornalista rise. Era chiaro che avevo fatto un passo falsoe che rischiavo di non riprendermi più da tale infelice sortita. E

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1. Dentro la scatola: la storia di John - 17 

infatti, pochi giorni dopo, apparve la mia foto sul giornale cheaccompagnava un articolo intitolato “Un miliardo di dollari

entro cinque anni”. Ero diventato la barzelletta della città.Ero una barzelletta, sì, ma solo no a cinque anni più tardi

quando la mia società fatturò 1,2 miliardi di dollari.La visualizzazione e le affermazioni funzionavano davve-

ro. Il perché e il come questo accadesse era ancora un miste-ro per me, ma all’epoca non mi importava: l’importante erache funzionava!

 Nel 1995 cominciai a realizzare quelle che i miei mentorichiamavano le tavole delle visioni. Si trattava di ritagliare del-le immagini che rappresentavano degli obiettivi e dei sogniche desideravo realizzare e di incollarle su delle bacheche.L’idea era quella di creare dei promemoria quotidiani delladirezione che volevo far assumere alla mia vita. A quell’epocanon ero ancora in grado di comprendere la potenza di questo

esercizio, ma presto le cose sarebbero cambiate.Diressi quell’area della RE/MAX per dieci anni e la fecicrescere arrivando ad aprire 75 ufci e ad assumere mille

 persone. Ma cominciavo ad avvertire nuovamente in me lavoglia di cambiare: era arrivato il momento di cercare nuovee maggiori opportunità. Assunsi e preparai una persona che

 potesse sostituirmi, feci mettere tutti i miei beni in un ma-gazzino e lasciai l’Indiana per tornare in Canada.

 Negli anni successivi mi trasferii varie volte assieme allamia famiglia, alla ricerca della successiva grande opportuni-tà. Investii in alcune aziende e lavorai come consulente per altre e intanto continuavo a muovermi e a cercare. Alla ne

del 1998, il mio amico Len McCurdy mi invitò a San Fran-cisco per dare un’occhiata a qualcosa che suo glio Kevin e

il suo amico Howard avevano sviluppato.

“Questo programma è strepitoso”, mi disse Len. “Ti con-sente di fare un tour virtuale in un’auto o in un hotel tramite

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18 - La risposta

Internet, senza la necessità di effettuare download o installa-re altri programmi. Lo devi vedere”.

Stimavo molto Len e sapevo che lavorare con lui signicava

avere una grande opportunità di imparare e crescere. L’ultimaazienda che aveva creato valeva una fortuna quando la cedettealla IBM. Volai a San Francisco e non mi ci volle un grandesforzo di immaginazione per capire che questo software onli-ne che Kevin e il suo amico avevano sviluppato avrebbe con-sentito delle applicazioni favolose nel settore immobiliare, in

quello della vendita di automobili, nella pubblicità alberghierae potenzialmente in qualsiasi settore. Len mi propose di fareuna società della quale sarei stato vicepresidente addetto allevendite e al marketing; accettai senza esitazioni. E poi disseuna cosa che mi lasciò stupefatto: “Perché non lanciamo que-sta società sul mercato azionario? Potremmo riuscirci entroil prossimo autunno”.

Voleva arrivare a fare un’offerta pubblica iniziale in solinove mesi. Anche nel contesto dell’inebriante boom delleaziende punto-com che stavamo vivendo in quegli anni,questo obiettivo era decisamente esorbitante. Ma Len sape-va bene come raggiungere degli obiettivi straordinari; avevaletto gli stessi libri che avevo letto io e aveva seguito i mieistessi corsi. Sapeva che i nostri unici limiti sono quelli chenoi stessi poniamo ai nostri pensieri.

Feci un gran respiro e dissi: “Certo, facciamolo!”. Ci trasfe-rimmo da Vancouver in California e io passai l’anno successivovolando avanti e indietro da Los Angeles a San Francisco. Av-viammo la nostra società all’inizio del 1999; nove mesi dopo

  piazzammo una vincente offerta pubblica iniziale sul listino NASDAQ, seguita da una fusione con un’altra società che portòla nostra valutazione di mercato a 2,5 miliardi di dollari.

Questa impetuosa avventura ebbe tre conseguenze: fu la prova più evidente che avessi mai visto del potere dei nostri

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1. Dentro la scatola: la storia di John - 19 

 pensieri; mi diede i mezzi nanziari per ritirarmi dagli affari;

mi mise di nuovo addosso quella voglia di muovermi e dicercare nuovi orizzonti. Non era affatto chiaro quali fosseroquesti orizzonti, ma non c’era assolutamente alcun dubbioriguardo alla città nella quale volevo vivere in attesa di scor-gerli: San Diego.

Vivere a San Diego era uno dei miei sogni da oltre vent’an-ni. Parecchio tempo prima, nel 1982, nel mio viaggio attornoal mondo, mi era capitato di visitare San Diego e stregato

dalla città mi ero detto: “Un giorno, quando potrò permetter -mi di vivere dove voglio, vivrò qui”.

Ora, all’inizio del 2002, vivevo con la mia famiglia in una

casa in aftto sulla costa di San Diego e avevamo comincia-to la nostra caccia alla casa dei sogni. Entro aprile avevamoacquistato una meravigliosa proprietà per cui mandai a pren-dere tutti i beni che erano rimasti nel magazzino dell’Indiana

 per anni.Qualche settimana dopo, arrivarono tutti i mobili insiemea decine di scatole di cartone.

Ecco dunque spiegato il perché quella fatidica mattina dimaggio mi trovavo nello studio della mia nuova casa pienozeppo di scatole ancora chiuse. Mio glio Keenan, che aveva

sei anni, era seduto su una scatola vicino alla porta della stan-za e dondolava le gambe facendole sbattere contro la scatola.Gli dissi: “Tesoro, ti dispiacerebbe non far sbattere le gambe

in quel modo? Sto cercando di lavorare un po’ e quel rumoremi distrae”. “Papà”, mi disse continuando a far sbattere le

gambe rumorosamente, “cosa c’è nella scatola?”.

Diedi un’occhiata alla scritta scarabocchiata sul anco

della scatola e dissi: “Qui ci sono le tavole delle visioni che

avevo costruito nell’Indiana. Ti ricordi di quando stavamo in

Indiana?” Keenan era molto piccolo quando avevo preparatoquelle scatole.

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 20 - La risposta

“Cos’è una tavola delle visioni?”, mi chiese. Gli spiegai

nel modo più semplice possibile che sono delle tavole sul-le quali incollo le immagini delle cose che desidero o degliobiettivi che desidero raggiungere nella mia vita.

“E perché fai questa cosa?”.

Ero tentato di rispondergli, “Perché è così e basta” e di -nire là quella conversazione per poter tornare al mio lavoro,ma un’occhiata al visino di Keenan, che si stava decisamente

divertendo a scorazzare libero in questa nuova grande casa,

mi fece cambiare idea.Da piccolo mi ero ripromesso che quando sarei stato grande

abbastanza (e possibilmente maturo abbastanza) da avere deigli, non avrei mai detto loro, “Perché è così e basta”. Così

tagliai il nastro adesivo, aprii la scatola e tirai fuori la primatavola delle visioni. C’era una foto della Mercedes che avevodesiderato e poi comprato, guidato, goduto e venduto. C’era

l’immagine di un bell’orologio da polso e accanto quella di un bel paio di scarpe in pelle di coccodrillo. Guardai le immagini per un momento, ricordandomi di quando le avevo incollate lìe poi presi la seconda tavola. Ci trovammo davanti agli occhila fotograa di una grande, sorprendente e meravigliosa casa.

La prima cosa che pensai fu: “Un momento, come mai questa

foto si trova qui?”. In qualche modo una brochure dell’agenteimmobiliare doveva essere nita nella scatola poco prima del

trasloco. Ma, un momento, questo era impossibile. Quella sca-tola era stata sigillata per anni! Fissai attentamente la foto. Nonera una brochure. L’immagine era incollata alla tavola.

Allora cominciai a piangere.Lì, su quella mia vecchia tavola delle visioni, c’era un’im-

magine che avevo ritagliato da una vecchia rivista di case dasogno cinque anni prima nell’Indiana. Era una casa unica,

con 188 nestre, 320 alberi d’arancio, due alberi di limonie una serie di altre caratteristiche uniche. Non c’era alcun

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1. Dentro la scatola: la storia di John - 21

dubbio. Era proprio l’immagine della casa nella quale io emio glio eravamo seduti in quel momento. Non era una

casa come quella. Era proprio quella!Quando avevo ritagliato l’immagine dalla rivista, non sa-

 pevo neanche dove si trovava o quanto sarebbe potuta costa-re. Era semplicemente una foto su una rivista.

La mia mente cominciò a elaborare rapidamente. Quanteavrebbero potuto essere le probabilità che sarei stato proprioio a comprare quella casa? Da dove bisognava cominciare

 per calcolare quelle probabilità innitesimali?In quel momento, all’improvviso, seppi cosa avrei fatto

 per il resto della mia vita.Chi ha visto il lm The Secret , ha presente la scena in

cui descrivo questo evento. Nel lm, non abbiamo avuto la

 possibilità di descrivere cosa successe dopo. Questo avveni-mento fu un evento cardine della mia vita, un’epifania che

ha guidato la mia vita da quel momento in poi e che è alla base della nascita di questo libro. Per vent’anni mi sono im- pegnato costantemente e accuratamente nella pratica delleaffermazioni, dell’impostazione di obiettivi ben chiari, dellavisualizzazione e della meditazione e in tutto questo tempoho avuto ampie dimostrazioni dell’efcacia di queste tecni-che. Ma non avevo mai saputo perché fossero così efcaci e,

in realtà, non me ne ero interessato più di tanto. Adesso eraarrivato il momento di sapere.

 Nel 2000 mi ero appena ritirato dagli affari, non avevo parti-colari impegni, nessuna prospettiva immediata e nessuna pres-sante necessità di avviare un’attività. Mi trovavo in quella for-tunata posizione che auguriamo a tutti i lettori di questo libro,quella della completa libertà nanziaria. Non avevo la necessità

di lavorare. Perciò questo divenne il mio lavoro. La pressante

necessità di sapere in che modo la mia futura casa era nita inquella scatola di cartone divenne la mia occupazione.

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 22 - La risposta

Cominciai a fare un elenco dei maggiori scienziati nei diversicampi che sembravano collegati a questa ricerca e quindi iniziaia leggere tutto ciò che avevano scritto. Quindi girai il paese inlungo e in largo per assistere alle loro lezioni e alle loro confe-renze e arrivai persino a telefonare ad alcuni di loro. Nei mesie negli anni successivi, ebbi la possibilità di comunicare con lementi più brillanti nei settori della sica quantistica, delle neu-roscienze, della losoa e di tutta una serie di altri campi con-nessi. Quello che mi dissero mi aprì completamente la mente.

Le loro teorie spiegavano in che modo ero arrivato a costruireun’azienda di successo dopo l’altra e in che modo avevamo -nito con l’andare ad abitare nella casa dei sogni che avevo rac-chiuso in quella scatola di cartone.

 Nei prossimi capitoli, porteremo anche te dentro quellascatola magica e condivideremo con te alcune delle cosestraordinarie che questi scienziati ci hanno insegnato.

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2. Alla scopertadi come unziona il mondo

 Nel 1633, un anziano astronomo di nome Galileo

Galilei fu portato davanti all’Inquisizione romana, processato per eresia e condannato a passare il resto

della sua vita in prigione.Qual era il suo reato? Aveva vericato l’idea, proposta un

secolo prima dal grande astronomo cattolico Niccolò Coper-nico, secondo la quale la Terra non si trovava al centro delsistema solare. Galileo affermava, infatti, che era esattamen-

te il contrario: il Sole si trova al centro e la Terra è semplice-mente uno dei vari pianeti che gli girano attorno.Questa idea fu considerata diametralmente opposta alla posi-

zione delle Sacre Scritture. Galileo fu obbligato ad abiurare e arinnegare le sue idee, mentre il suo libro Dialogo sopra i massi-

mi sistemi, fu proibito. La condanna all’ergastolo dell’anzianoscienziato fu successivamente convertita in arresto domiciliarecosì che Galileo poté vivere il resto dei suoi giorni nella suacasa nei pressi di Firenze, dove nì per diventare cieco.

Tuttavia, le idee di Galileo resistettero alla condanna e gliaccurati esperimenti e i modelli matematici che utilizzò nelsuo tentativo di comprendere la natura costituirono la basesulla quale si sarebbe sviluppata la scienza moderna. Tre se-coli più tardi, un sico tedesco di nome Albert Einstein rico-nobbe in Galileo il “padre della scienza moderna”.

Per più di mille anni, prima di Galileo, la scienza si eraoccupata della creazione di descrizioni intellettualmente sod-

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 24 - La risposta

disfacenti della realtà piuttosto che di vericare se quelle de-scrizioni potevano essere provate. Grazie a Copernico e a Ga-lileo, gli scienziati europei poterono cominciare il loro lavorodi vigorosa ricerca dell’evidenza empirica. Gli esperimentiimmaginati dovevano essere seguiti da veri esperimenti sici,

 proprio come aveva fatto Galileo quando aveva fatto caderedue oggetti dalla torre di Pisa per vericare l’affermazione di

Aristotele che un oggetto pesante cade più velocemente di unoggetto leggero (affermazione che si rivelò essere falsa).

Dai tempi di Galileo in poi, le precise osservazioni degliscienziati hanno contribuito a creare un’immagine del mon-do che rassomiglia molto a un meccanismo a orologeria. Per questa pratica non erano necessarie idee come anima, spiritoo coscienza. Il losofo e matematico francese Cartesio, con-temporaneo di Galileo e oggi considerato come il “padre della

losoa moderna”, dichiarò che il modo migliore per compren-

dere come funziona il mondo è quello di dividere l’esistenza indue parti: il mondo obiettivo o materiale, governato dai principidella scienza e il mondo soggettivo dello spirito e dell’anima,che doveva essere di competenza della Chiesa.

Cartesio è famoso per la sua affermazione Penso, dunque sono.Ma in realtà la parte relativa al penso era un mistero per Cartesiocosì come lo sarebbe stato per gli scienziati nei secoli a venire. Inche modo riusciamo a pensare? Da dove vengono i nostri pen-sieri? In che modo i pezzi di materia sica che costituiscono il

nostro cervello riescono a generare la coscienza? Come il sico

contemporaneo John Hagelin si è giustamente chiesto: “Esiste

un profondo problema losoco di fondo: come è possibile ot-tenere la coscienza a partire da un pezzo di carne?”.

 Nonostante la netta divisione del reale effettuata da Cartesio,il senso comune suggerisce che i nostri pensieri devono esse-

re collegati al resto dell’esistenza in qualche modo. Ma in chemodo? Le risposte a queste domande aprono un intero mondo

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 25 

di possibilità rispetto a ciò che possiamo ottenere nella nostravita e costituiscono una parte fondamentale della Risposta.

Un mondo dentro l’atomo

Dopo Galileo e Cartesio, venne Isaac Newton. Anchelui riprese l’idea della natura come macchina e la dettagliòscoprendo le precise leggi che governano il funzionamentodi tale macchina. Tutta la sica classica e di fatto tutta la

scienza moderna, è stata costruita sulle fondamenta createda Newton che descrisse un universo fatto di spazio vuo-to tridimensionale all’interno del quale gli oggetti sici si

muovono secondo delle leggi immutabili. Queste leggi delmovimento hanno reso possibile i progressi della modernatecnologia, dal motore a vapore no alle sonde spaziali che

hanno analizzato il suolo di Marte.

Ciò che siamo riusciti a realizzare tramite l’applicazionedelle leggi di Newton è stato davvero sorprendente. Ma allane la scienza ha raggiunto i limiti della visione del mondo

newtoniana. Man mano che gli strumenti sono diventati piùsosticati, le esplorazioni del mondo sico ci hanno portati

nel cuore dell’atomo dove abbiamo visto che la natura sicomporta in modo alquanto diverso rispetto alle descrizionidate da Cartesio e da Newton.

All’alba del ventesimo secolo, quella visione del mondomeccanicistica ordinata e obiettiva cominciò a non reggere

 più. La scoperta della radioattività alla ne dell’800, permi-se agli scienziati di guardare nel mondo racchiuso nel nucleodell’atomo. Quel mondo li stupì perché si resero conto chea livello subatomico gli oggetti non si comportavano affattosecondo quanto previsto dalle leggi newtoniane. Anzi, l’ato-

mo stesso si rivelò essere una sorta di illusione: più gli scien-ziati lo osservavano, meno sembrava esistere.

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 26 - La risposta

Il termine atomo è stato coniato nell’antica Grecia e indicaun’“unità indivisibile”. Per tutto il diciannovesimo secolo, gli

scienziati hanno creduto che il nostro intero universo sico fosse

composto da queste particelle elementari. La radioattività ci hamostrato che l’atomo, in realtà, è divisibile e che al suo interno siverica tutta una serie di nuovi fenomeni da esplorare, misurare e

descrivere. Con il cambiamento della nostra visione dell’atomo,le fondamenta della sica classica sono crollate. La nostra visio-ne del mondo era pronta per una radicale trasformazione.

Tutto è energia 

A cosa pensi se pronuncio il nome di   Albert Einstein?Magari ti viene in mente una selvaggia criniera di capelli

 bianchi o forse quella famosa fotografia dell’illustre fisicoche mostra la lingua al fotografo. Oppure ti viene in men-

te una sola parola: “Genio”. Qualunque sia l’immagine diEinstein che ti viene in mente l’associ, tuttavia, a una for-muletta: E=mc2. Perché mai un’equazione matematica chedescrive una complessa teoria è così famosa che anche i nonspecialisti la riconoscono immediatamente? Perché grazie aquella semplice equazione, “l’energia è uguale alla massa

moltiplicata per la velocità della luce al quadrato”, Einsteinha infranto secoli di pensiero e ha modicato radicalmente

la nostra idea di come funziona il mondo. Nel suo sforzo di spiegare lo strano comportamento della

luce, Einstein si è reso conto che l’unica soluzione possibileera quella di smettere di considerarlo all’interno dell’ordinatacornice della sica newtoniana. Al suo posto, ha introdotto la

sua idea di come funziona il mondo: la teoria della relatività.Un motivo per cui l’idea di Einstein risultò così rivoluzionaria

è che per la prima volta descriveva in che modo l’energia e lamateria sono non solo legate tra loro, ma come l’una possa es-

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 27 

sere trasformata nell’altra. Era stata trovata una crepa nel muroche separa il mondo della materia da quello dell’energia. Oral’elegante e denito mondo della sica classica newtoniana

doveva mettersi da parte e lasciare spazio all’impreciso, stranoe quasi inimmaginabile mondo della meccanica quantistica.

La meccanica quantistica è lo studio di come il mondofunziona all’interno dell’innitamente piccolo, a dimensioni

molto inferiori rispetto a quelle dell’atomo. Man mano che gliscienziati studiavano la natura della realtà su scale sempre più

 piccole, qualcosa di strano cominciava ad accadere: più anda-vano in profondità all’interno della realtà, più questa sembra-va svanire. La ricerca della particella di materia più piccolaconosciuta portò, invece, alla scoperta di piccoli e tuttavia elu-sivi pacchetti di energia che i sici chiamarono quanti.

La scoperta di Einstein si può riassumere in questa frase:tutto è energia. Le rocce, i pianeti, un bicchiere d’acqua, le

 parti del nostro corpo, tutto ciò che riusciamo a toccare, as-saporare, odorare: tutto è composto da molecole, compostedi atomi, fatti di protoni, elettroni e neutroni, fatti a loro vol-ta di piccoli pacchetti di energia vibranti.

Ed è qui che la meccanica quantistica si incrocia con ciòche ho trovato quella mattina di maggio nella scatola di car-tone. Le scoperte della sica sono strettamente legate con il

modo in cui creiamo la vita dei nostri sogni realizzando l’at-tività che desideriamo. Perché una volta appreso che tuttoè energia, che non esiste nessuna distinzione tra materia edenergia, allora anche il conne tra il mondo sico e il mondo

dei nostri pensieri svanisce.

Leggere la mente di Dio

 Nei decenni successivi all’elaborazione da parte di Ein-stein della teoria della relatività, la meccanica quantistica

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 28 - La risposta

cominciò a osservare alcuni strani fenomeni. I piccoli pac-chetti di energia denominati quanti avevano dei comporta-menti bizzarri, tra cui l’inspiegabile capacità di inuenzarsi

a vicenda, una proprietà chiamata non-separabilità. Nel suo libro Risacralizzare il cosmo (Apogeo 2008), il -

sico Ervin Laszlo descrive una serie di esperimenti condottida Cleve Backster, un esperto nell’uso della macchina dellaverità. Backster prese alcuni globuli bianchi dalla bocca deisuoi pazienti e li coltivò in provetta. Quindi trasferì una delle

colture in un luogo distante più di dieci chilometri. Succes-sivamente collegò la macchina della verità alle colture edeffettuò una serie di esperimenti sui suoi pazienti.

Durante uno dei suoi test, mostrò a un suo paziente un  programma televisivo che parlava dell’attacco giappone-se del 1941 a Pearl Harbor. Il paziente era un ex marinaioche aveva vissuto in prima persona l’attacco. Quando sullo

schermo apparve il volto di un marinaio, il paziente ebbe unareazione emotiva visibile; in quel preciso momento, l’agodella macchina della verità situata a dieci chilometri di di-stanza si mosse proprio come se fosse stato collegato al pa-

 ziente stesso e non a una semplice provetta contenente i suoiglobuli bianchi.

Durante gli esperimenti successivi furono modicate le

circostanze e le distanze furono aumentate no a decine e

centinaia di chilometri con risultati altrettanto sorprendenti.Com’è possibile un fenomeno del genere? Secondo le sco-

 perte della meccanica quantistica, le particelle del corpo delmarinaio sono sempre connesse le une con le altre e non im-

  porta quale sia la distanza che le separi: continueranno co-munque a inuenzarsi a vicenda. Ma c’è di più: questo effet-to sembra manifestarsi a velocità ben superiori a quelle della

luce e questo viola una delle regole fondamentali di Einstein.Gli scienziati hanno chiamato questa sbalorditiva capacità di

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 29 

interconnessione istantanea nonlocalità. Einstein usava untermine meno tecnico per descriverla: la chiamava terri-cante azione a distanza.

Cos’è questa forza? Potrebbe trattarsi di qualcosa di ancora più basilare dell’energia? I ricercatori hanno quindi comin-ciato a cercare una forza di base che mettesse insieme tutti idiversi tipi di energia conosciuti. Questa ricerca di un’unicaequazione matematica responsabile del comportamento ditutte le forze dell’universo conosciute, una teoria dei campi

unicati o “teoria del tutto”, è diventata il santo Graal dellascienza. Alcuni astrosici di punta, come Stephen Hawking,

sostengono che quando arriveremo a conoscere questa teoriadel tutto, conosceremo la mente di Dio.

Una strana scoperta: il pensiero infuenza la materia 

A vent’anni di distanza dal fondamentale lavoro di Einstein,si è vericata un’altra rivoluzione nel modo di concepire il

mondo, altrettanto sconvolgente quanto quella di Einstein. Co-minciò con due dei primi esploratori del mondo dei quanti, ilsico danese Niels Bohr e il suo allievo Werner Heisenberg.

Bohr e Heisenberg studiarono il misterioso comportamen-to di queste minute particelle subatomiche e si accorseroche, dopo aver guardato in profondità nel cuore degli atomi,queste “particelle indivisibili” non assomigliavano affatto a

 piccoli sistemi solari in miniatura come si era pensato no

a quel momento. Si trattava di qualcosa di più complicato:erano più che altro dei minuscoli pacchetti di possibilità.

Ogni particella subatomica non sembrava esistere comeoggetto solido e stabile, bensì come potenzialità di una qual-siasi delle sue possibili forme. Il principio di indeterminazio-

ne di Heisenberg afferma che non è possibile misurare tuttele proprietà di una particella subatomica allo stesso tempo.

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 30 - La risposta

Se si registrano le informazioni sulla posizione di un pro-tone, ad esempio, non è possibile registrare la sua velocitào la sua traiettoria; se invece se ne rileva la velocità, la sua

 precisa posizione sfugge.Il lavoro di Bohr e di Heisenberg, suggeriva che nella sua

forma fondamentale, la materia sica, in realtà, non è ancora

nulla. Secondo questa nuova scoperta, a livello subatomico,la realtà non è composta da sostanza solida, ma da campi di

 possibilità: ogni oggetto reale, in sostanza, non è un vero

e proprio oggetto, ma più che altro la somma di una seriedi schizzi o di idee di quell’oggetto. Una particella assumeil carattere specico di un qualcosa di materiale (in termini

scientici, le sue proprietà collassano in uno stato singolo)

solo quando viene misurata e osservata. Questa è la parteveramente strana della scoperta: l’atto dell’osservazione, in-uenza il comportamento delle particelle.

Ogni volta che gli scienziati cercano un elettrone, l’elet-trone appare proprio nel punto in cui gli scienziati si aspet-tano di trovarlo. E non importa se la persona che effettual’osservazione è uno scienziato o un conduttore di autobus.Anzi, la scoperta più bizzarra che si è fatta, è che la meraintenzione di misurare le particelle, anche senza effettuarel’atto in sé, inuisce sulla particella in questione.

Improvvisamente la soggettività, l’azione della coscienzasu un frammento di materia, è diventata una componente es-senziale della più profonda natura della realtà.

L’energia di punto zero

Con il procedere delle ricerche scientiche su scale sempre

 più ridotte, si è arrivati a osservare un fenomeno veramente

misterioso. È stato chiamato energia di punto zero perché, alivello innitesimale, esiste una certa forza che rimane pre-

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 31

sente anche alla temperatura dello zero assoluto, quando tut-te le altre forme di energia conosciute svaniscono.

A questo livello, quelle connessioni istantanee tra particellenon separate, quelle azioni a distanza che Einstein aveva de-nito terricanti, cominciano ad avere senso. Qui, al di sotto

del livello stesso dell’energia, esiste un livello ancora più fon-damentale. A questo livello, il campo di cui stiamo parlando,non può neanche essere denito “energia” e tuttavia non è ne-anche un campo di spazio vuoto. I sici hanno compreso che

 può essere meglio descritto come campo di informazioni.In altri termini, l’oceano indifferenziato dal quale emer-

ge l’energia, sembra essere un mare di pura coscienza dalquale la materia emerge in ammassi localizzati qua e là. Lacoscienza è ciò di cui è fatto l’universo; materia ed energiasono solo due forme assunte dalla coscienza.

Ervin Laszlo chiama questo campo, che si trova alla base e

collega tutto il reale, Campo A, in quanto ricorda l’antico con-cetto vedico del registro akashico, una sorta di archivio generaledi tutta la coscienza dell’universo, compresa l’esperienza umana.Lo psicologo Carl Jung lo chiamava inconscio collettivo, mentreTeilhard de Chardin preferisce il termine noosfera. Rupert Shel-drake, invece, lo chiama campo morfogenetico. È stato intuito edescritto per migliaia di anni e con diversi termini e immagini nelcorso della storia umana. Solo negli ultimi decenni la scienza hacominciato a occuparsi di questo fenomeno che percepiamo dasempre, ma che non siamo mai riusciti a spiegare.

Secondo Laszlo, “gli uomini dell’antichità sapevano che

lo spazio non è vuoto; è l’origine e la memoria di tutto ciòche esiste ed è sempre esistito… [Questa verità] viene ora

riscoperta dalla scienza più avanzata [e si afferma] come uno

dei principali pilastri dell’immagine del mondo scientico

del ventunesimo secolo. Questo cambierà profondamente ilconcetto che abbiamo di noi stessi e del mondo”1.

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 32 - La risposta

E infatti ha già modicato profondamente l’immagine di

noi stessi e del nostro mondo e ora, questa verità, cambieràanche il modo in cui considererai la tua attività.

Il pensiero crea ogni cosa 

A questo punto ti chiederai: “Ma cosa stanno cercando di

dirmi?” Forse che tutto ciò che è, è fatto di pensiero? Che il pensiero crea il mondo sico? Sì, questo è esattamente ciò

che stiamo dicendo. Il punto raggiunto dall’umanità in que-sta epica ricerca per la comprensione del mondo può essereriassunto nel modo seguente:

Tutte le cose del mondo sico sono fatte di atomi.

Gli atomi sono fatti di energia.

 L’energia è fatta di coscienza.

I tuoi pensieri non sono semplicemente importanti, ma

creano la materia. Il pensiero è il luogo da cui tutto viene. E ituoi pensieri sono anche il punto da cui proviene la tua attività.Se tutto questo sembra difcile da comprendere e da accet-

tare, immagina cosa deve essere stato per i contemporanei diGalileo accettare l’idea che la Terra viaggia nello spazio vuotoattorno al Sole. Per il comune cittadino del sedicesimo o dicias-settesimo secolo, era così evidente e ovvio che la Terra fosseun qualcosa di fermo, che la proposta di Galileo non meritavaneanche di essere discussa seriamente. Dopo tutto, si pensava aquell’epoca, se stessimo davvero viaggiando nello spazio, comemai non siamo spazzati via da venti forti come quelli degli ura-gani? Chiunque poteva rendersi conto che la Terra non potevavagare nello spazio e che il nostro mondo stava fermo e basta.Prova a immaginare come veniva percepito il mondo migliaiadi anni fa, nell’antichità, quando si credeva che la Terra fosse

 piatta. Non poteva non esserlo; quelle persone non potevanonon credere all’evidenza che avevano davanti ai propri occhi.

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 33

Lo stesso accade oggi con le scoperte degli scienziaticontemporanei. Ogniqualvolta la nostra visione del mondoviene modicata radicalmente, le nuove realtà proposte ci

appaiono strane, bizzarre, surreali. Addirittura impossibili.“La Terra è tonda?”. “Stai dicendo che la Terra si muove? Che

gira attorno al Sole? Che non accade il contrario?” “La materia e

l’energia sono la stessa cosa? Intendi dire che la materia è fatta dienergia?” “E ora cosa dici? Che la materia e l’energia e tutto ciò

che c’è nel mondo è fatto di pensiero? E che i nostri pensieri in-

uenzano la formazione della materia?” Sì, è così. Non sembrasurreale? Ma anche per i loso presocratici era surreale l’idea

di una Terra sferica. La verità è che noi non vediamo cosa c’èin realtà. Noi vediamo ciò che siamo preparati o condizionati avedere. Si narra che quando la spedizione di Magellano raggiun-se per la prima volta nella storia dell’uomo occidentale le costedell’attuale Terra del Fuoco nel 1520, la popolazione locale, abi-

tuata a muoversi in canoa, non reagì in alcun modo particolare perché gli enormi vascelli europei rappresentavano un concettocosì lontano dalla loro cultura che non erano nemmeno in gradodi vederli. Agli occhi degli indigeni, quegli stranieri che appari-vano dal nulla, su delle piccole barche simili a canoe, dovevanoapparire come il Capitano Kirk e il Signor Spock nella serie Star 

Trek quando si materializzavano su un pianeta provenendo dallaloro astronave invisibile. L’espressione usata comunemente è:“Se non vedo, non credo”. Ma in realtà le cose non funzionano

così. La realtà è più simile alla frase Se non credi non vedi. Inmodo reale e concreto, ciò in cui crediamo non riette semplice-mente ciò che c’è nella realtà, ma crea la nostra realtà. E questoè tanto più vero nella realtà dei grandi successi commerciali. Neicapitoli seguenti, entreremo in maggior dettaglio all’interno diquesto processo e, passo dopo passo, analizzeremo la costruzio-

ne dell’attività dei sogni imparando per prima cosa a utilizzare laforza più potente dell’universo: le tue convinzioni.

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 34 - La risposta

La orza più potente dell’universo

Se l’idea che l’universo sia fatto di pensiero sembra stu- pefacente, la parte realmente stupefacente di questa verità èche il potere di cui stiamo parlando va al di là di qualsiasicomprensione.

L’universo sembra essere strutturato secondo una serie distrati o livelli, come una cipolla o una matrioska. All’inter-no degli organismi troviamo delle cellule; all’interno delle

cellule troviamo delle molecole e poi andando sempre piùin profondità troviamo atomi, poi elettroni e protoni, quindiquark, bosoni, mesoni, fotoni e leptoni…

Più il campo d’osservazione si fa piccolo, maggiore è laforza che racchiude. Più la natura va in profondità, più di-venta dinamica. In altre parole, più il livello nel quale si pe-netra è fondamentale, maggiore è la forza che vi si trova.

Prendiamo, ad esempio, la forza delle interazioni chimi-che che opera a livello di molecole e di atomi. Confrontia-mola con le forze nucleari che operano a livello del nucleoatomico, quindi a un livello di milioni di volte più piccolo:queste ultime sono innitamente più potenti. Tuttavia i li-velli di forza nucleare sono poca cosa rispetto ai livelli ben

 più profondi che la meccanica quantistica sta esplorando inquesti anni. Secondo Laszlo, l’energia di punto zero ha unadensità energetica di 1094 erg per centimetro cubo. Questo

signica che in un singolo centimetro cubico di “spazio vuo-to” c’è un’energia di diecimila miliardi di miliardi di miliar-di di miliardi di volte superiore a quella di tutta la materiadell’universo conosciuto.

E stiamo parlando di un solo centimetro cubo di spaziovuoto. Immaginiamo cosa può esserci in un litro.

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 2. Alla scoperta di come funziona il mondo - 35 

In che modo la meccanica quantistica 

può aiutarti a realizzare l’attività dei tuoi sogni Nel 1902, due anni dopo che il sico Max Planck ebbe coniato

il termine quanto per descrivere la realtà primigenia della luce,un giovane scrittore inglese di nome James Allen rmò un libro

intitolato As a Man Thinketh (Sei come pensi di essere, BIS Edi-zioni 2008) il cui titolo e il cui messaggio derivavano dal versetto

 biblico Ciò che un uomo pensa, così egli è2. In quel periodo, po-

chi avrebbero associato i due uomini e il loro lavoro, ma ora, conle conoscenze dateci da un secolo di scoperte, siamo in grado dicomprendere il legame tra loro. Mentre gli scienziati hanno uti-lizzato la parte restante del secolo per navigare verso gli orizzontiindividuati da pionieri come Planck, Einstein, Bohr e Heisenberg,che avrebbero portato inne alla scoperta del vuoto quantico, i -loso del successo come Napoleon Hill, Earl Nightingale e Bob

Proctor hanno lavorato per applicare queste scoperte al mondo pratico della realizzazione dell’uomo.L’idea che i nostri pensieri abbiano un effetto diretto e che

siano la causa della nostra realtà è da sempre presente in noi,anche se è stata sempre un’idea alla quale le persone razionalinon potevano aderire, un’idea che poneva più domande cherisposte. Oggi, la scienza ci ha fornito una serie di risposte.

Pensiamo a quella sbalorditiva quantità di energia presen-te in un centimetro cubico di “spazio vuoto” o di coscienza.

La celebre affermazione di Victor Hugo, “Non c’è nulla di

 più potente di un’idea i cui tempi sono ormai maturi”, non è più, oggi, una semplice metafora. Forse all’epoca, l’illustrescrittore non poteva rendersene conto, ma ci stava fornendouna descrizione accurata del modo in cui funziona la realtà.

Il pensiero è la forza più potente dell’universo. I nostri

  pensieri costituiscono un fattore capace di controllare ciòche realizziamo e creiamo nella nostra vita.

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 36 - La risposta

 L’idea precede la cosa.

Questo è il motivo profondo per cui la casa dei miei sogniè diventata reale così come è accaduto per tutte le aziende cheho costruito. Lo stesso accade a tutte le persone nel mondodegli affari che hanno una visione e applicano queste strategiee queste tattiche. Comincia con un’immagine, un’idea in men-te e prima che io sappia cosa è successo, mi ritrovo a viverela realtà immaginata. La scienza ci dice che al di sotto delmondo come lo conosciamo, vi è un campo di coscienza pura,

miliardi e miliardi di volte più potente di qualsiasi energiamisurabile e ci dice che questo campo di coscienza assolutaconosce tutto ciò che accade, in qualunque punto dell’univer-so, in modo istantaneo e con la massima accuratezza. Questaidea non è così diversa dalle descrizioni che le persone hannodato per millenni nel loro sforzo di afferrare la natura ultimadella nostra sorgente universale, quella che alcuni chiamano

Dio. Qualunque sia il nome che gli assegniamo, il quadro chene emerge è quello di un mondo tenuto insieme da un’intelli-genza innitamente grande, onnipotente e onnisciente che si

muove dietro tutto ciò che accade nel mondo dei fenomeni ene costituisce la sorgente, l’autore e la destinazione nale.

Questo è il mondo dei sogni nel quale viviamo ed è l’ar-gilla da modellare e alla quale dare vita per creare la propriaazienda dei sogni.

Note

1 Ervin Laszlo, Risacralizzare il cosmo. Per una visione integrale della realtà,Apogeo, 2008.

2 Proverbi 23:7. La citazione è tratta dalla Bibbia di Re Giacomo inuso negli Stati Uniti. Lo stesso versetto dei Proverbi della Bibbia 

CEI in uso in Italia recita: “Perché come chi calcola fra di sé, così ècostui” (N.d.T.).

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