Itinerario di fede per genitori - AC Brindisi – Ostuni – Sito ufficiale … · 2013-12-23 ·...

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r Itinerario di fede per genitori Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato. […] Educare alla vita buona del vangelo, Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il d ecennio 2010-2020, n.36 L’ACI collabora al pieno sviluppo della famiglia, in cui si incontrano la naturale esperienza umana e la grazia del sacramento del matrimonio, e favorisce la promozione del suo ruolo attivo e responsabile nella pastorale, anche offrendole la possibilità di partecipare alla propria attività apostolica. Statuto ACI, n.9

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Itinerario di fede per genitori

Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i

genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può

essere delegato né surrogato. […] Educare alla vita buona del vangelo, Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, n.36

L’ACI collabora al pieno sviluppo della famiglia, in cui si incontrano la naturale esperienza umana e la grazia del sacramento del matrimonio, e favorisce la promozione del suo ruolo attivo e responsabile nella

pastorale, anche offrendole la possibilità di partecipare alla propria attività apostolica. Statuto ACI, n.9

introduzione

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ACI- Brindisi Ostuni Verso Nazareth 2012-2013

Premessa

Spinta dallo slancio di rinnovamento voluto dal Sinodo diocesano e dal progetto diocesano sull’Iniziazione Cristiana “Effathà”, negli scorsi anni la nostra Associazione si è interrogata sulle modalità e i contenuti che potessero rendere i genitori dei ragazzi sempre più partecipi del cammino di fede dei propri figli e consapevoli del dono della fede che il Signore gli ha fatto. È nato quindi un sussidio inizialmente chiamato “formato famiglia”, che diventava un’integrazione dell’omonimo sussidio che già da molto tempo il Centro Nazionale di AC proponeva alle famiglie dei ragazzi. L’esperienza maturata in questi anni ha fatto sì che questo sussidio si evolvesse, cercando di rispondere sempre meglio alle esigenze degli accompagnatori delle famiglie e degli educatori, assumendo da due anni a questa parte un nome che fosse inequivocabile: Verso Nazareth. Espressione che dà l’idea del cammino e insieme della meta da raggiungere: la casa di Nazareth, sul modello della quale vogliamo che le nostre famiglie fondino la propria vita. La storia della nostra associazione diocesana e della Chiesa in cui in essa è inserita, ci porta a confermare ancora una volta la validità di questo strumento e la necessità di proporre con sempre maggiore convinzione un cammino di fede per i genitori dei ragazzi. Questo allo scopo di rendere i più piccoli davvero protagonisti del loro cammino di fede, un percorso che non può essere efficace se manca il supporto e il sostegno della prima comunità educante, ossia la famiglia. L’attenzione ai genitori dei ragazzi diventa inoltre un’importante occasione di primo annuncio per le tante persone giovani e adulte che per tanti motivi hanno interrotto il loro cammino. Questa consapevolezza ci stimola a crescere come comunità e come associazione, per rendere sempre più concreta la nostra identità di Chiesa come madre che genera la fede. Lo scopo di questo sussidio, pertanto, è quello di fornire strumenti operativi per mettere in atto questo sogno. È quindi necessario offrire ai genitori dei ragazzi dell’ACR un’esperienza analoga, nei contenuti e nelle modalità, a quella che loro stessi hanno scelto per i propri figli; ovvero un’esperienza di gruppo dove poter leggere la propria vita alla luce della Parola, arricchendosi del confronto con la comunità attraverso le occasioni che l’associazione propone, per trarne atteggiamenti concreti di vita. L’itinerario proposto mette al centro la persona del genitore come uomo/donna di questo tempo, che spesso è distante da un’esperienza ecclesiale, ma che porta con sé delle domande di vita e di fede a cui ancora non ha trovato una risposta. Non si tratta quindi di momenti informativi sul cammino dei ragazzi, ma piuttosto di occasioni di riflessione sulla propria esperienza di vita come persona, coniuge e genitore1. Il gruppo degli Adulti di AC, si colloca in questo quadro come punto di approdo per quei genitori che matureranno l’esigenza di continuare il loro cammino di fede. L’esperienza proposta, infatti, vuole essere soprattutto un’occasione per riscoprire la propria fede, per dare spessore alla propria ricerca, così come il Documento finale della XXII assemblea nazionale ha chiesto a tutta l’associazione: “Senza abbandonare le tradizionali e consolidate forme di collaborazione alla pastorale ordinaria, intendiamo imprimere a tutta la dinamica associativa un forte impulso missionario, che deve esprimersi nella promozione di iniziative e percorsi – ordinari e straordinari – di primo annuncio del Vangelo, di ricerca e riscoperta della fede”. Tenendo conto che l’Iniziativa Annuale dell’ACR è comune a tutte le fasce, non ci sono indicazioni specifiche sul tipo di gruppo a cui è rivolto il cammino: può trattarsi dei genitori di ragazzi di un unico gruppo ACR o di un gruppo parrocchiale, in base alle esigenze delle varie realtà.

obiettivi generali

1- Aiutare i genitori dei ragazzi a ri-scoprire il dono della fede all’interno della comunità cristiana 2- Coinvolgere e responsabilizzare le famiglie nell’itinerario di fede dei propri figli 3- Sostenere la genitorialità

La figura dell’animatore

1 cfr. ACI, Progetto Formativo. Perché sia formato Cristo in voi, AVE, Roma 2004, § 5.5 – La riscoperta della fede

4 Verso Nazareth 2012-2013 ACI- Brindisi Ostuni

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introduzione

Per esprimere la cura che tutta l’Associazione ha per i genitori dei ragazzi, è bene che gli animatori del gruppo dei genitori non coincidano con gli educatori del gruppo. Il Consiglio Parrocchiale di AC avrà premura di individuare una coppia o una persona che vive con maturità l’esperienza associativa e che si possa dedicare al servizio ai genitori. In alcuni casi, laddove non si ha una disponibilità di persone già pronte a intraprendere questo cammino, il Consiglio Parrocchiale può rivolgersi a persone che possiedono le qualità umane necessarie e che simpatizzano per l’associazione, avendo però cura di accompagnarle nella conoscenza dell’Ac e nella consapevolezza del ruolo che gli viene affidato. Le esperienze formative proposte dal centro diocesano di Ac tengono conto di questa importante realtà, proponendo dei moduli specifici per gli animatori dei gruppi dei genitori all’interno dei momenti formativi di maggiore rilievo per la vita diocesana. È opportuno che gli animatori e gli educatori Acr condividano la fase di programmazione, garantendo così l’armonia necessaria fra il cammino dei ragazzi e quello dei genitori. A questo proposito si consiglia la costituzione di una piccola équipe che possa effettuare proprio questo lavoro di sintesi, programmazione e organizzazione del percorso. Coerentemente con quanto detto nel Progetto Formativo di Ac, gli animatori sono espressione di uno stile che tutta l’associazione vive e trasmette2. Sarà particolarmente importante perciò, avere uno stile di accoglienza che faccia sentire a proprio agio i membri del gruppo.

Uno stile da proporre

“Ciò che lascia un’impronta nella vita delle persone è il clima in cui sono cresciute; i valori che hanno respirato; le esperienze in cui sono state coinvolte. C’è, accanto ad un’azione formativa intenzionale e strutturata,un’incisiva azione formativa che passa attraverso la vita, le sue relazioni, le sue priorità, le sue provocazioni” (cf PF p.96). 3Lo stile che deve caratterizzare questo percorso deve essere quello di un accompagnamento che passa attraverso relazioni stabili, significative, che possono costituire, giorno dopo giorno, un valido punto di riferimento. Nelle persone che si prendono cura di loro, i genitori dei ragazzi devono sentire la compagnia di una comunità cristiana che accoglie le loro vite, le loro esperienze familiari, anche quando queste sono segnate da sofferenza, situazioni irregolari o difficili. L’AC ha nella cura delle relazioni il suo grande punto di forza: perciò è importante che le persone che accompagnano i genitori possano dedicarsi non solo alla cura degli incontri proposti, ma soprattutto a costruire con loro una rete relazionale che li accompagna anche al di fuori dei locali della parrocchia, sullo stile di Dio, che si fa cercatore attendo di ogni uomo nell’ordinarietà della vita.

2 Ibidem §7.1 – Gli educatori

3 Ibidem, § 6.2 – La vita associativa

introduzione

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ACI- Brindisi Ostuni Verso Nazareth 2012-2013

IL SUSSIDIO

Il Centro Diocesano di AC ha elaborato questo agile sussidio da dare in mano ai Consigli Parrocchiali di AC per poter iniziare ad imbastire un percorso strutturato e organico per i genitori dei ragazzi dell’ACR. È un sussidio che non vuole dire tutto, ma che prova a dare uno stile e un metodo di lavoro, a partire dalle scelte che l’Associazione compie in ambito formativo.

L’itinerario è composto da 7 schede che si articolano durante l’anno parallelamente al cammino dei ragazzi

in base allo schema che segue.

TEMPI CONTENUTI

I FASE da ottobre al Battesimo del Signore

1° incontro Contenuti dell’itinerario di carità/missione MESE DEL CIAO …

2° incontro Contenuti del 1° tempo di catechesi – AVVENTO

II FASE da gennaio a Pasqua

3° incontro Contenuti dell’itinerario di carità/missione MESE DELLA PACE

4° incontro Contenuti del 2° tempo di catechesi – QUARESIMA

III FASE tempo di Pasqua e Pentecoste

5° incontro Contenuti del 3° tempo di catechesi – PASQUA

6° incontro Contenuti dell’itinerario di carità/missione – MESE DEGLI INCONTRI

IV FASE estate

7° incontro Esperienza di spiritualità - Verifica del cammino

Ciascuna scheda approfondisce i contenuti del cammino dei ragazzi con un taglio

maggiormente legato all’esperienza genitoriale e del mondo adulto. Si fa pertanto

riferimento all’atteggiamento della fase, ai contenuti del cammino dei ragazzi e a un

brano biblico tratto dal vangelo che accompagna l’anno liturgico. È inoltre fornito il

riferimento al Catechismo degli adulti “La verità vi farà liberi”, per dare agli

accompagnatori del gruppo un’occasione di approfondimento personale molto utile in

fase di preparazione dell’incontro e che può servire al gruppo per uno studio

personale.

Ogni fase temporale è aperta da una pagina introduttiva che sintetizza i contenuti di quel tratto del cammino attraverso una unica idea di fondo, la descrizione dell’atteggiamento e gli obbiettivi che ci si pone per quello spazio di tempo. Il tutto al fine di dare uniformità al lavoro di programmazione e quindi di rendere il cammino sempre più organico a chi lo propone e, come naturale conseguenza, ai suoi destinatari. Sarà la sapienza di ogni équipe che segue il percorso genitori in parrocchia a saper mediare e strutturare gli incontri in base alle esigenze delle persone che si hanno di fronte, stando attenti a non snaturare mai le scelte fondative dell’Ac propone, lo stile con cui accompagna le persone nel cammino di fede, le esperienze proposte per crescere nell’esperienza della comunità cristiana. La struttura di ogni scheda

Ogni incontro pensato in questo sussidio ripropone la dinamica formativa che l’Associazione sceglie per i

suoi percorsi formativi. La vita è il luogo in cui ciascuno viene raggiunto dalla Parola di Dio, perché questa

possa agire e trasformarla. L’incontro con il Signore, con la sua Parola, fa ritornare alla vita di ogni giorno in

maniera diversa.

Ciascuna scheda si articola pertanto in quattro passi: 1| interroghiamoci. In cui si propone un’attività di proiezione, volta a una prima analisi, personale e di

coppia sull’argomento dell’incontro;

6 Verso Nazareth 2012-2013 ACI- Brindisi Ostuni

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introduzione

2| dalla vita alla Parola. L’incontro diretto con la Parola, attraverso attività di confronto non troppo

elaborate, ha lo scopo di far incontrare i membri del gruppo con le Scritture. In questa fase dell’incontro

sarà perciò importante lasciare spazio al confronto fra i partecipanti, facendoli sentire adeguati a parlare

dei testi biblici.

3| dalla Parola alla vita nuova. In cui il gruppo e in particolare la coppia, laddove possibile, sono invitati a

rivedere la propria vita alla luce della Parola, traendo degli impegni piccoli ma concreti per tradurre in vita

quanto la Parola ha suscitato.

4| la preghiera. Con cui rendere lode al Signore per quanto scoperto, imparato, meditato. Per imparare a

coltivare il dialogo personale con lui e a trovare le parole adatte, quando la distanza dall’esperienza di fede

può averle smarrite.

Note per la programmazione di un incontro

È bene, prima di passare alla realizzazione pratica dell’incontro, fare un approfondimento sui contenuti che

verranno proposti.

All’inizio di ogni scheda ci sono delle indicazioni sul’atteggiamento, il brano biblico e la sezione del Testo

Adulti (TA) o del Catechismo degli Adulti utilizzati per quella scheda.

Spesso i riferimenti a queste fonti non sono espliciti nelle attività proposte, ma costituiscono una fonte

importante per chi anima l’incontro. Sarà utile quindi ritagliarsi del tempo per la lettura e la meditazione di

questi riferimenti - a livello personale o meglio ancora nell’equipe – tenendo presente che:

- L’atteggiamento fa sempre capo all’approfondimento proposto dal sussidio nazionale Formato Famiglia

- I riferimenti al Testo Adulti possono essere utilizzati in maniera sostitutiva della proposta fatta nelle schede. In questo caso, in fase di programmazione, è bene valutare la possibilità di sostituire il brano biblico con quello suggerito dal Testo Adulti.

In particolare, vista l’analoga dinamica formativa di questo sussidio con quello del Settore Adulti, le parti del testo che possono essere integrate sono:

Verso Nazareth Testo formativo Settore Adulti

PRIMO PASSO| interroghiamoci Interroghiamoci

SECONDO PASSO| dalla vita alla Parola In ascolto della Parola, Provocati dalla Parola, per approfondire

TERZO PASSO| dalla Parola alla vita nuova Esercizi di laicità, Testimoni dell’Europa QUARTO PASSO| la preghiera In preghiera con i partoni di Europa

7 Verso Nazareth 2013-2014

introduzione

I box di approfondimento

Si muovono su due versanti: l’attenzione alla domanda di vita dei ragazzi, che in questo anno è rivolta al gioco come esperienza di crescita e richiesta di relazione; l’attenzione ai Giovanissimi, una fascia di età molto delicata che vede genitori sempre più disorientati rispetto al tema dell’educazione. Per tenere presenti queste due esigenze, in ogni scheda sono inseriti due box.

Per aiutare i genitori a vivere pienamente la dimensione del gioco, come l’Acr ha a cuore per questo anno, in ogni scheda è contenuto un box in cui ci sono alcuni spunti di giochi da fare tutti insieme. Talvolta sono dei suggerimenti che possono aiutare ad

educare, attraverso il gioco, ai valori e agli atteggiamenti approfonditi in un incontro; altre volte sono degli spunti per giocare e insieme raccontare la propria vita di fede. È importante dedicare del tempo, durante l’incontro, alla presentazione del gioco, invitando il gruppo a confrontarsi sulla sua fattibilità e allo studio delle varianti che possono essere applicate da ogni famiglia per fare in modo che il gioco si adatti alle loro esigenze. Negli incontri successivi sarà poi importante verificare l’andamento, le migliorie che si possono applicare e la possibilità di migliorarsi come giocatori.

GIOCHIAMO INSIEME?

SOS...issimi!

La realtà dei ragazzi dai 15 ai 18 anni, ricca di tante emozioni e difficoltà, di evoluzioni repentine e conflitti interiori ed esteriori, richiede tutta la cura e l’attenzione della nostra realtà ecclesiale. Le caratteristiche della loro età si riflettono anche nella vita di fede: dopo la celebrazione del sacramento della Cresima pochi di loro scelgono di continuare un cammino; altri lo fanno, pur portandosi dentro molti dubbi e contraddizioni. A volte si assiste a un riavvicinamento che avviene per motivi fortuiti - l’invito di un compagno di classe, un/a ragazzo/a che gli piace, la curiosità di vivere delle esperienze- ma non per questo meno validi. Nella complessità di queste dinamiche, è molto importante che i giovanissimi non siano lasciati soli e che possano contare sull’aiuto della comunità ecclesiale e soprattutto delle loro famiglie. D’altro canto, i genitori dei Giovanissimi sono spesso disorientati davanti ai cambiamenti e alle scelte dei propri figli. È il momento in cui tutto il loro “metodo educativo” viene messo in discussione perchè non si ha più a che fare con dei bambini ma con esigenze e bisogni che si avvicinano al mondo adulto, pur non trattandosi di adulti. Gli incontri formativi con i genitori dei Giovanissimi possono perciò diventare uno strumento importantissimo per favorire un incontro costruttivo fra genitori e figli in questa fase così delicata. Favorendo l’incontro e il confronto fra genitori di ragazzi che vivono situazioni simili, e lasciandosi illuminare dalla Parola, senz’altro le famiglie troveranno spunti per crescere come famiglie cristiane. Si suggerisce alle associazioni parrocchiali di proporre gli incontri a tutti i genitori dei ragazzi, anche quelli che hanno scelto di allontanarsi dalla vita dell’associazione. Grazie gli atteggiamenti di vita che i loro genitori matureranno durante il cammino, i giovanissimi potranno continuare a respirare l’aria della comunità parrocchiale, sentendo che in essa c’è sempre un posto riservato per loro.

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introduzione

oltre le schede

“Ciò che lascia un’impronta nella vita delle persone è il clima in cui sono cresciute; i valori che hanno

respirato; le esperienze in cui sono state coinvolte. C’è, accanto ad un’azione formativa intenzionale e

strutturata, un’incisiva azione formativa che passa attraverso la vita, le sue relazioni, le sue priorità, le sue

provocazioni” (cf PF p.96).

Al di là di tecniche e modalità, è fondamentale che l’esperienza che si offre ai genitori dei ragazzi li faccia

sentire inseriti in una comunità cristiana che si prende cura di loro, accogliendo le loro vite e le loro

esperienze familiari, anche quando queste sono segnate da sofferenza, situazioni irregolari o difficili. L’Ac

ha nella cura delle relazioni il suo grande punto di forza: perciò è importante che oltre alla preparazione

degli incontri, ci si dedichi a costruire una rete relazionale che li accompagna anche al di fuori degli

ambienti parrocchiali, sullo stile di Dio, che si fa cercatore attento di ogni uomo nell’ordinarietà della vita.

Buon cammino!

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

I fase

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Prima fase | VUOI GIOCARE CON NOI? da ottobre alla domenica del Battesimo del Signore

Idea di fondo

All’inizio di un nuovo anno il gruppo dei genitori si ritrova per riprendere il cammino con la

consapevolezza che il Signore ha sempre qualcosa di nuovo da dire alla nostra vita. Anche i

genitori che per la prima volta si ritrovano a camminare insieme portano con sè il desiderio di

“mettersi in gioco”, di condividere insieme ad altre famiglie l’esperienza faticosa e unica

dell’essere famiglia cristiana.

I incontro. Nel percorso pensato per questa prima fase, i genitori sono invitati inizialmente a

interrogarsi sul loro modo di mettersi in gioco con i propri figli, per poi passare a una riflessione

sulla motivazione che li spinge a iniziare un cammino di fede. Questo li porta a scoprire che,

attraverso i loro figli, il Signore li invita a mettersi in gioco nella Chiesa e ad iniziare insieme a

loro un percorso di scoperta e riscoperta della propria fede.

II incontro. L’adesione a questo invito si fa più seria nel Tempo di Avvento, grazie all’incontro

con la figura di Giuseppe, che con la sua presenza silenziosa ma operosa offre a Gesù l’esperienza

di essere famiglia. Come Giuseppe, tutti i genitori sono invitati ad aggiungere un nuovo «Sì» a

quelli che hanno fatto la storia della Salvezza. È il «Sì» ad essere gruppo nella Chiesa, il «Sì» ad

essere piccola Chiesa domestica.

Atteggiamento ACCOGLIENZA La vita frenetica che spesso si conduce, porta i genitori a intendere la propria casa e il proprio

tempo come degli spazi riservati in cui non c’è posto per altre persone o esperienze.

Accogliere l’invito a iniziare o continuare un cammino di fede, diventa perciò occasione per

aprire se stessi e la propria famiglia ad altre persone che possono arricchire, consolare e

divertire. Attraverso l’accoglienza dell’altro, rispondiamo affermativamente all’invito che Dio

stesso ci porge, ad essere con lui per una vita piena e gioiosa.

Obiettivi

Il genitore:

Scopre la bellezza di mettersi in gioco con la propria famiglia e nel cammino di fede; Accoglie l’invito a camminare insieme agli altri nella Chiesa.

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

10 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

SOS...issimi! MODULO INIZIO: La festa siamo noi, La rotta educativa, p. 27

Senza chiudere gli occhi di fronte alla fatica e alle difficoltà della vita, desideriamo aiutare i giovanissimi a maturare atteggiamenti positivi di speranza. Un sorriso e una vita vissuta con fede non possono far altro che contagiare.

Dopo la pausa estiva è tempo di nuovi inizi: ricomincia la scuola, ricominciano gli appuntamenti sportivi, ricominciano gli incontri di AC e ricominciano anche i genitori a…..“rompere”! Tutto questo può portare il giovanissimo a chiudersi e a scegliere solo alcune esperienze. I genitori possono sostenere questo tempo incoraggiando il giovanissimo a non rimanere isolato, o a limitarsi al solo gruppo delle amicizie (…che non sempre coincidono con il gruppo di AC). In modo particolare per coloro che vivono il “passaggio” è importante sostenere la scelta del gruppo di AC per sperimentare la bellezza dello stare insieme e del confronto su temi che più lo interrogano, senza il timore di condividere dubbi, fatiche e incertezze.

MODULO INIZIO: Dono ergo sum; può essere utile il Commento alla Parola di mons. Domenico Sigalini

I incontro A COSA GIOCHIAMO? Mese del Ciao

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechistmo degli Adulti

Chiamata di Dio e risposta dell’uomo, 800 –804

Già e non ancora, 120- 125

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Lectio divina di Mons. D.Sigalini sul brano dell’anno

all’interno del DVD allegato al testo

Provocati dalla Parola, pp.71-73

PRIMO PASSO | interroghiamoci

Ai genitori che si ritrovano per riprendere un cammino insieme e coloro che per la prima volta si accostano a questa esperienza, si offre la possibilità di rompere il ghiaccio della timidezza che può essersi creata dopo la pausa estiva e iniziare una riflessione sul tema che accompagna il cammino dei ragazzi in questo anno associativo. A ciascuna coppia, o eventualmente a ogni singolo partecipante, si chiede di pensare a una o più occasioni in cui hanno ricevuto l’invito a giocare insieme da parte dei loro figli. Quindi si mettono a disposizione del gruppo una serie di oggetti (libri, palloncini, strumenti da lavoro etc. ). Ciascuno sceglie l’oggetto che meglio rappresenta la sua risposta. Ad esempio chi accetta volentieri questo invito può scegliere un palloncino; chi lo rifiuta perché preso dal lavoro può scegliere un oggetto che lo rappresenta. Ogni coppia riceve una scatola o un sacchetto di plastica in cui raccogliere questi oggetti e lo legano alla caviglia. A questo punto, divisi in due squadre disposte in fila indiana, si dà il via a un percorso ad ostacoli. Dopo una prima manche, se ne può fare un’altra senza carichi legati alla caviglia. Stabiliti i vincitori delle due diverse manche, si può aprire una condivisione sull’esperienza fatta. Quanto i carichi più pesanti hanno influito sul risultato finale? Quanto quelli leggeri hanno avvantaggiato la squadra? Al di là degli impegni della vita quotidiana, quali altri ostacoli troviamo nel rispondere affermativamente alla richiesta di gioco dei ragazzi? Un passaggio ulteriore può essere fatto proponendo al gruppo la seguente domanda:

- I bambini ci pongono spesso domande sulla fede. Qual è il nostro modo di rispondere? Quante cose ci sono in comune fra questa risposta e quella che diamo alla domanda “giochiamo insieme?”?

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

I fase

11 Verso Nazareth 2013-2014

Si presenta il “cammino con la famiglia” come l’opportunità di condividere con i propri figli un momento bello e importante della propria vita, un’occasione per sperimentare la bellezza di “giocare insieme” e di mettersi in gioco come famiglia nell’incontro con Cristo.

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 22,1-14 o Mt 22,1-10 – Parabola del banchetto di nozze.

Viene presentata la parabola del banchetto di nozze (Mt 22,1-14) soffermandosi in particolare sui versetti 1-10 da cui emerge in maniera chiara il desiderio del re di festeggiare le nozze insieme a tante persone e le diverse risposte degli invitati. In modo simile a quanto emerso nella prima parte dell’incontro, anche l’invito che ci pone il Signore può avere delle risposte positive e delle risposte negative dovute a motivi diversi su cui è importante soffermarsi. Nell’introdurre il brano è opportuno fare una breve introduzione sulla forma linguistica della parabola che usa delle immagini, spesso verosimili, per darne dei significati simbolici (cfr. CCC,546). Dopo la lettura, si propone una prima condivisione dei versetti che hanno maggiormente colpito i membri del gruppo e sul significato che in esso hanno colto. Si prosegue con una riflessione personale guidata dalle seguenti domande:

"Dite agli invitati..venite alle nozze!"

C’è una festa pronta per noi! Questo Dio-Re ci vuole commensali alla festa del Figlio. È una possibilità di

poter leggere il mondo con “altri” occhi, secondo logiche nuove: non come crisi, fatica, sacrificio, timore. È il Vangelo che trasforma la storia dei miseri, dei ciechi e degli storpi, in una splendida festa di nozze!

- Nelle giornate passate tra lavoro, casa, scuola, commissioni..cosa mi impedisce di vedere la “festa” che Dio ogni giorno prepara per me?

- Penso alle proposte di gioco che mi vengono dai miei figli e all’attività fatta prima in gruppo. Dio vuole che risponda di sì a questo invito a far festa…

“Egli mandò i suoi servi a chiamare”… “Mandò di nuovo altri servi”… “Andate ora ai crocicchi

delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.

È un Re testardo, insistente. A più riprese manda a chiamare gli invitati che puntualmente disattendono l’invito. Matteo sembra dirci che la proposta di bene non può essere disattesa.

- Più volte nella mia vita Dio mi chiede di seguirlo. Come lo fa? Cosa mi frena? - E se l’invito a partecipare a questo cammino fosse un invito a queste nozze?

Si conclude questo momento dell’incontro con una condivisione in gruppo o in coppia delle proprie riflessioni.

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

Stimolate dall’incontro con la Parola, le coppie si soffermano per una riflessione sulla loro realtà familiare e sul loro modo di essere “servi” che si invitano reciprocamente al banchetto nuziale allo scopo di rispondere insieme con un unico «Sì».

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

12 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Ricevono un foglio diviso in due colonne. Nella prima elencano le varie occasioni in cui i loro figli sono stati “servi” che li hanno invitati all’incontro con Cristo (la richiesta di andare insieme a messa, di trattenersi con loro all’incontro, prima della celebrazione di un sacramento etc.). Nella seconda colonna scrivono tutte le volte in cui sono stati i genitori a invitare i propri figli. Aggiungono anche dei propositi, degli impegni, un modo di proporre questo invito che li aiuti a ricevere una risposta affermativa. Dopo una condivisione di questo lavoro, si propone al gruppo la possibilità di prendere parte al cammino dei propri figli attraverso una partecipazione attiva alla Festa del Ciao. Insieme agli educatori dei ragazzi, si condivide il programma della festa e quello che è necessario preparare. Il gruppo si mette a disposizione in vario modo per la realizzazione: materiale, questioni tecniche e logistiche, disponibilità per l’animazione dei giochi, preparazione di un “banchetto” culinario.

QUARTO PASSO | la preghiera

La conclusione di questi incontri è affidata alle parole del Servo di Dio Paolo VI. Questa solenne professione di Fede che il Papa pronunciò il 30 giugno al termine dell’Anno della Fede 1968 riprende e amplia il Credo che professiamo nelle nostre celebrazioni. In quanto battezzati abbiamo anche noi attraversato la Porta della Fede, un passo che “comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita”(Porta Fidei, 1). Con le parole della Chiesa, non solo riscopriamo le principali verità della nostra fede, ma soprattutto assumiamo la responsabilità di annunciare a tutti, a cominciare dalle nostre famiglie, la buona notizia del Vangelo. A Dio Creatore di ogni cosa è dedicata la prima parte della nostra preghiera, a cui possono seguire delle intenzioni spontanee di preghiera e un canto. Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili, quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.

Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore.

Egli è Colui che è, come Egli stesso lo ha rivelato a Mosè (Cfr.

Es 3, 14); ed Egli è Amore, come ce lo insegna l’Apostolo Giovanni (Cfr. 1

Gv. 4, 8): cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» (Cfr. 1 Tim. 6, 16)

GIOCHIAMO INSIEME? All’inizio di un nuovo anno i ragazzi possono avere un po’ di perplessità a riprendere la serie di impegni che riempiono le loro giornate. Andare in parrocchia può diventare un gioco divertente, specialmente se il momento della trasferta è fatto insieme ai propri genitori e altri amici. Andando in auto o a piedi, un gioco molto semplice da proporre è una piccola caccia al tesoro che consiste nel cercare per strada, fra manifesti e insegne, tutte le parole che contengono le lettere A, C ed R. Si possono pensare delle varianti al gioco e realizzare un tabellone da portare con sé tutte le settimane per stabilire alla fine del mese, della fase o dell’anno, i vincitori...con tanto di premio in palio!

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

I fase

13 Verso Nazareth 2013-2014

è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata.

Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita. […] Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. […] e sempre «deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità».

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

14 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Sì!

II incontro MI METTO IN GIOCO Tempo di Avvento

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechismo degli Adulti

La risposta della fede, 86-93

La creatività dell’amore, 897-900

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Felici e credenti.Testimonianza di Chiara Finocchietti, all’interno del DVD allegato al testo.

Rivestire di dignità. Esercizio di laicità, p. 133

PRIMO PASSO | interroghiamoci Si invitano i genitori a ripercorrere la propria storia scoprendo che questa è costellata dei «Sì»

detti da chi li ha preceduti e da loro stessi. Per farlo ciascuno riceve due post-it di diversa forma o

colore.

Sul primo si annotano tutti i “Sì” detti da altre persone e attraverso i quali è stata costruita la loro

storia - ad esempio il «Sì» detto dai loro genitori nel matrimonio. Sul secondo annotano quelli che

loro stessi hanno espresso dando una svolta alla loro esistenza.

Dopo la compilazione personale, si condividono i contenuti dei post-it e si sistemano su un

cartellone su cui è stata preparata una sagoma con la scritta «Sì!» (vedi figura) in questo ordine:

- nella lettera S si sistemano i «Sì» detti da altri per noi; - nella lettera Ì si inseriscono i «Sì» che abbiamo detto

personalmente. Per agevolare il confronto nel gruppo, all’inizio o alla fine di questo momento si propone la visione del film Nativity (regia di Catherine Hardwicke, 2006) o alcuni stralci che riguardano l’annuncio a Giuseppe (si propone la riproduzione di questo stralcio che è frutto della fantasia del regista ma che può aiutare il confronto: http://www.youtube.com/watch?v=ytbJKC_PbJg). Si conclude questa prima parte dell’incontro riflettendo insieme a partire da queste domande:

- avevamo mai pensato all’importanza di questa parola? - quanti dei «Sì» elencati sono stati pronunciati solo per se stessi e quanti per il bene di altri? - cosa ci suscita questa constatazione?

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

I fase

15 Verso Nazareth 2013-2014

SOS...issimi!

MODULO INTERIORITÀ: All inclusive, La rotta educativa, p. 44

Nel proprio cammino di crescita, i giovanissimi diventano sempre più consapevoli di avere dei limiti. Aiutiamoli […] a chiamarli per nome e a capire se essi siano oggettivi o semplicemente il frutto del confronto con le immagini di bellezza o perfezione […] proposte dai media o dalla società.

Come esistono “i No che aiutano a crescere”, esistono anche “i Sì che fanno bene alla vita”! L’adolescenza è un tempo di crescita umana, emotiva, fisica e spirituale, e proprio in questo periodo emerge con forza il contrasto con le figure genitoriali. Opporsi, rompere gli schemi, rispondere in malo modo sono in realtà tutti tentativi di definire una certa indipendenza. È molto delicato essere genitori in questa fase della vita. È soprattutto faticoso stargli dietro. È importante far comprendere che i No detti non sono imposizioni, né fini a se stessi: ogni «No» è in realtà un «Sì» a qualcosa di buono e bello, che ha valore. Aiutare i giovanissimi a saper dire i propri Sì e No: Sì ad alcuni modelli di vita piuttosto che altri, Sì ad alcune scelte piuttosto che altre, Sì a qualche piccola responsabilità nella vita familiare, «Sì» ad esperienze di servizio con la famiglia.

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 1,18-25 – Annuncio a Giuseppe

Si presenta il brano dell’annuncio e del sogno di Giuseppe. L’evangelista Matteo racconta la nascita di Gesù mettendo in risalto l’annuncio a Giuseppe. Egli, pronunciando nel silenzio il suo «Sì» alla volontà di Dio, riconosce in Gesù il Messia e contribuisce in questo modo alla realizzazione della Salvezza. Dopo una prima condivisione sul brano, la riflessione del gruppo si sofferma su alcuni punti: “Giuseppe suo sposo, poiché era giusto…”

In cosa consiste la giustizia di Giuseppe? Accettando lo sconvolgente intervento di Dio che irrompe nella sua vita, egli sceglie di prendere parte a questo disegno di salvezza che Dio stesso sta operando.

- Giuseppe va contro tutti e tutto, si fida della Parola del Signore. Quante volte il pregiudizio mi impedisce di “vedere” ciò che Dio sta operando nella mia vita e della mia famiglia?

“Non temere di prendere con te Maria”

Nella notte del dubbio Dio corre a confortare Giuseppe. Dio sostiene la vocazione e la fede di quest’uomo. Giuseppe non proferisce parola: accetta, contro ogni “logica umana”, ciò che Dio gli chiede.

- Essere marito e padre, moglie e madre è una vocazione. La famiglia è vocazione. Coltivo questo dono pur nella fatica quotidiana, tra i dubbi e le difficoltà, certo che il Signore mi sorregge sempre?

- Aiuto i miei figli a scoprire la loro vocazione, mostrandomi libero di accettare e sostenere i loro sogni, orientandoli verso ciò che è bene?

“Fece come gli aveva ordinato l’angelo”

Il “fare” di Giuseppe è il suo “Sì” alla Parola di Dio. La fede di Giuseppe non è professata, ma si fa azione.

- La mia fede è solo a parole o è seguita dall’azione? - Lascio orientare le mie scelte, le decisioni più importanti, i miei pensieri dalla

frequentazione della Parola di Dio? “Prese con sé…”

Tante volte, anche in famiglia, i nostri silenzi-assensi assomigliano più a un “fai come ti pare”. Giuseppe invece “prende con sé”, si fa carico di Maria e del bambino. Questa azione li rende una vera famiglia.

- Quanti dei miei/nostri “sì” sono delle deleghe piuttosto che un “prendere con sé”?

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I fase

16 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

Illuminati dall’esempio di Giuseppe, i membri del gruppo portano a compimento il lavoro iniziato nella prima parte dell’incontro. In coppia compilano dei nuovi post-it che verranno disposti nel punto esclamativo del cartellone. Su questi post-it scrivono i loro impegni e propositi per aderire sempre di più al progetto che Dio ha pensato per loro. Sono i “Sì” che ciascuno si impegna a dire per il bene di tutti e non solo per se stessi, i “Sì” messi uno accanto all’altro costruiscono una famiglia unita dall’amore in Cristo, piccola Chiesa domestica.

Uno dei modi di concretizzare questo impegno è il «Sì» a camminare insieme facendo un’esperienza di gruppo all’interno della Chiesa. L’adesione all’Ac può essere uno dei modi per manifestare questo impegno, trasformando una scelta presa inizialmente per i propri figli, in una decisione a camminare insieme, come famiglia, nell’incontro con Cristo. Si può quindi presentare al gruppo la possibilità di aderire all’Ac, avendo cura di non farla passare per una “tassa” o una “quota di iscrizione”, ma come una scelta libera che rappresenta il proprio impegno a camminare insieme ad altre persone e la manifestazione di un sentimento di appartenenza. Si può arricchire questo momento attraverso la testimonianza di una coppia che, grazie al cammino offerto dell’associazione, sente di aver risposto alla sua vocazione.

QUARTO PASSO | la preghiera

Si conclude l’incontro con la professione di Fede di Paolo VI soffermandoci sulla seconda figura della Trinità, il Figlio “vero Dio e vero uomo”, che viene nel mondo grazie alla disponibilità di Maria e di Giuseppe. Noi crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, […] e per mezzo di Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità, ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità della persona. Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità.

GIOCHIAMO INSIEME?

Il tempo dell’Avvento offre molte occasioni per giocare e stare bene insieme ai ragazzi. La preparazione dell’albero di Natale, della corona di Avvento o ancor meglio del presepe, può essere un momento da condividere con tutti i membri della famiglia in cui ciascuno può dare il proprio contributo. Dedicare un pomeriggio ad allestire tutti insieme la propria casa ha un valore altamente simbolico che porta beneficio a tutti i membri della famiglia. Per i genitori dei bambini più piccoli, che ricevono la rivista “Foglie.ac”, è possibile sfruttare la scheda per la realizzazione della Corona di Avvento.

VUOI GIOCARE CON NOI?

I fase

I fase

17 Verso Nazareth 2013-2014

Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in Sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo Comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto. E il suo Regno non avrà fine.

BENE, GIOCHIAMO!

II fase

18 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Seconda fase | BENE, GIOCHIAMO! da gennaio a Pasqua

Idea di fondo

Ogni giorno della nostra vita, anche se inconsapevolmente, siamo messi davanti a scelte per il

bene nostro e degli altri. Talvolta si pensa che agire per il bene comune sia troppo impegnativo,

al di sopra delle nostre portate. Serve allora riflettere sulle motivazioni che ci spingono a

scegliere una strada piuttosto che un’altra, scoprendo che il segreto del nostro bene è proprio il

bene dell’altro.

III incontro. In questa seconda parte dell’anno i genitori sono invitati a riflettere sul loro senso

della giustizia e del merito confrontandolo con quello di Dio, per scoprire che non sono tanto le

risorse a disposizione a fare la qualità, ma l’intenzione di mettersi in gioco e di farlo insieme agli

altri. L’impegno quotidiano a vivere bene in famiglia è la prima azione per la costruzione del

bene comune, un’attenzione che può aprirsi al mondo diventando esempio e stimolo per gli altri.

IV incontro. Interrogandosi sul loro modo di stare nel mondo e nella Chiesa, i genitori sono

invitati a comprendere che il Signore ci dà tutti gli strumenti per essere persone gioiose e felici.

Sta a noi decidere se utilizzarli, indossando con consapevolezza l’abito nuziale che abbiamo

ricevuto nel battesimo.

Atteggiamento CONDIVISIONE Imparare a condividere non è facile perché bisogna staccarsi dalle cose e attaccarsi alle

persone. In questo modo si comprende che il proprio sogno di bene per se stessi ha bisogno

degli altri per essere realizzato, e che questo sogno coincide con quello che anche gli altri

hanno per ciascuno di noi. In famiglia il sogno che tiene uniti è quello della gioia di ogni suo

componente. Lo sbocco naturale è passare dalla condivisione di un sogno alla condivisione del

proprio impegno per il bene di tutti.

Obiettivi Il genitore:

Si impegna per il bene comune della propria famiglia e del mondo; Riflette sul suo modo di vivere il dono del battesimo.

BENE, GIOCHIAMO!

I fase

II fase

19 Verso Nazareth 2013-2014

III incontro PACE È BENE! Mese della Pace

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechismo degli Adulti

Il Regno è per i poveri, 127-138

Solidarietà internazionale, 1109-1110

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Un nome per le ingiustizie. Interroghiamoci, p. 125

Provocati dalla Parola, p.128

Chiamati alla vita eterna nella carità. Provocati dalla Parola, p.157

Scialla! Educare i figli e i più giovani alla fortezza. Esercizio di laicità, p.104

Consigliare i dubbiosi. Esercizio di laicità, p.75

Denunciare le ingiustizie. Esercizio di laicità, p. 132

PRIMO PASSO | interroghiamoci

Durante questo incontro viene proposto un gioco di cooperazione denominato “la classe di serie A e la classe di serie B”4, che aiuterà i genitori a riflettere sull’importanza della collaborazione per raggiungere un obiettivo comune. Si divide il gruppo in due o tre squadre di gioco (in questo caso avremo anche la classe di serie C). Chi anima l’incontro distribuisce del materiale vario in maniera non omogenea fra le varie squadre, dando più materiale alla serie A e meno a quelle successive. Nel tempo stabilito, ogni squadra deve realizzare un oggetto a piacere o che risponda a un tema fornito dall’animatore. Non esistono altre regole per il gioco, quindi sarà divertente assistere alle dinamiche che si scatenano nei vari gruppi: chi ha meno cercherà un modo per recuperare più materiale dalle altre squadre e così via. Allo scadere del tempo, ogni squadra presenta il proprio elaborato agli altri partecipanti, i quali possono esprimere le loro considerazioni rispetto agli oggetti realizzati, ai criteri adottati per l’assegnazione del materiale e alle strategie messe in atto per superare eventuali difficoltà nell’utilizzo e gestione del materiale. Dopo aver consentito a ogni squadra di presentare l’oggetto realizzato, i genitori sono invitati a confrontarsi sull’esperienza vissuta a partire dalle seguenti domande:

come vi siete sentiti durante questa esperienza? perché l’abbiamo vissuta? cosa avete pensato nel momento in cui è stato distribuito il materiale? avete incontrato difficoltà nell’utilizzare il materiale (era troppo poco, era molto e non

sapevate da dove cominciare…)? Come e cosa vi ha aiutato a superare le difficoltà? Avete pensato di prendere

“scorciatoie”per risolvere tali difficoltà?

4 Cfr. E.D’ALÒ, A. MASTRO, L. PERSANO.La mediazione scolastica. Teorie e strategie d’intervento,Armando Editore, Roma

2005

BENE, GIOCHIAMO!

II fase

20 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

SOS...issimi!

MODULO FRATERNITÀ: Uguali&diversi, La rotta educativa, p. 58

Le verità scientifiche dimostrano che tutti siamo unici. Persino i gemelli monozigoti, per quanto possano sembrare “uguali”, hanno caratteristiche che li distinguono nell’aspetto, nel carattere, nel comportamento. Cosa c’è di più naturale, bello, liberante che riuscire a esprimere con autenticità ciò che siamo senza bisogno di maschere?

Essere (o mostrarsi) “Uno Nessuno Centomila”, come affermava il celebre romanzo di Pirandello, è un rischio per tutti, giovani e adulti. Tuttavia proprio questo limite può diventare possibilità di autenticità. Il genitore che vive serenamente il rapporto con i propri limiti, che è consapevole delle proprie capacità testimonia che non c’è nulla di più bello dell’essere sempre se stessi. Il giovanissimo tende per desiderio di omologazione, per paura di isolamento o per la proposta di modelli che i media propongono, ad “adattarsi” nei vari contesti… diventando davvero uno nessuno e centomila insieme. Uno dei “luoghi” dove è più facile questo è il mondo dei social network. Una attenzione maggiore, l’interesse e la conoscenza di questi “luoghi” da parte dei genitori è oramai essenziale. Essere se stessi, con le proprie capacità e i propri limiti, è premessa alla costruzione di una società senza discriminazioni.

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 20,1-16 – lavoratori a giornata

Si propone la lettura del passo evangelico, da cui emerge l’insistenza di Dio ad averci suoi collaboratori: il Padrone di casa esce diverse volte lungo la giornata per arruolare lavoratori. C’è posto per tutti nella vigna del Signore: per i piccoli, i giovani e gli adulti. Si invita il gruppo a entrare nel brano attraverso alcune domande:

Troviamo delle analogie fra il brano ascoltato e l’esperienza appena fatta? Cosa ne deduciamo? Quale immagine di giustizia è presentata in questa parabola? Quali sono le differenze con il mio modo di intenderla? Capacità, volontà, disponibilità. Quali sono i criteri con cui Dio assegna il salario? Abbiamo mai pensato che non è tardi nemmeno per noi per metterci al lavoro per il Signore?

Se il tempo a disposizione lo consente, si può approfondire singolarmente la meditazione sul brano attraverso questa pista di riflessione. “Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò..”

Se accogliamo l’invito di Gesù a collaborare con Lui sappiamo che avremo la nostra ricompensa. Lo stile del padrone non si basa tanto sul merito quanto sull’amore gratuito e generoso che dona e fa credito a tutti.

- Quali motivazioni sono alla base del nostro impegno nei confronti del prossimo?

- Perché è importante mettersi a disposizione per un progetto comune nella famiglia e nella vita? “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”

La giornata evangelica può essere intesa come la giornata della vita: Dio chiama ad ogni età e assegna un compito proporzionato alle nostre forze, alle nostre capacità.

- Aiuto la mia famiglia a sentirsi una vera e propria squadra?

- Faccio capire che ognuno è necessario? “Quelli mormoravano… Io voglio dare a quest’ultimo quanto a te”

Alla mentalità “economica” dei primi lavoratori si contrappone lo stile giusto e buono del Padrone della vigna. La Salvezza offerta da Dio – Bene comune ultimo – non è una ricompensa contrattuale, né destinata solo a pochi.

- In quali situazioni quotidiane ragiono come i

BENE, GIOCHIAMO!

I fase

II fase

21 Verso Nazareth 2013-2014

lavoratori del vangelo, aspettandomi ricompense o privilegi? - Qual è il senso di giustizia che mi porto dentro e che trasmetto ai membri della mia

famiglia?

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

Alla luce della Parola e dell’esperienza vissuta, i genitori si interrogano su come educare e operare per il bene comune. In coppia si interrogano su come rendere tutti partecipi nell’organizzazione e conduzione della casa, nelle azioni quotidiane, lavorative e familiari, negli atteggiamenti che possono aiutare tutta la famiglia a vivere il senso evangelico del “bene comune”. Nel farlo si avrà cura di tenere presente ciascun membro della famiglia, con le sue propensioni e le sue possibilità, per valorizzare e motivare tutti a una partecipazione attiva. Può essere utile in questa fase guardare una foto di famiglia o delle foto dei singoli componenti, che molto probabilmente ogni genitore ha con sé nel portamonete o nel cellulare. Dopo una condivisione di queste riflessioni, si presenta al gruppo l’Iniziativa di Pace dell’Acr, spiegando in particolare il valore educativo che la vendita del gadget vuole assumere. Questo oggetto infatti, serve a rendere i ragazzi protagonisti della divulgazione di una notizia e ad impegnarsi personalmente per la raccolta fondi. Insieme agli educatori dei ragazzi si pensano delle iniziative (uno stand stabile nei locali parrocchiali, un mercatino o altro) nelle quali i ragazzi, con la presenza dei genitori, possono mettersi all’opera per sostenere il progetto di Pace. Si propone infine la partecipazione attiva alla Festa della Pace, attraverso l’allestimento dello stand suggerito nella guide di arco.

QUARTO PASSO | la preghiera

Proseguendo con la professione di Fede affermiamo in nostro “Credo nello Spirito Santo” il quale ci parla di Dio, nella storia personale di ciascuno e nel cammino della Chiesa, e ci invita a rispondere con la vita al progetto di bene che Dio ha per ogni uomo. Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt. 5, 48).

GIOCHIAMO INSIEME? Tante volte i bambini fanno fatica a collaborare in casa perché percepiscono questi impegni come doveri e non come qualcosa di piacevole che offre a tutti la possibilità di stare meglio. Trasformare questo momento in un gioco in cui davvero tutti portano il loro contributo può diventare un’occasione di divertimento e di crescita nell’esercizio della corresponsabilità. Basterebbe già la riunione iniziale in cui si suddividono i compiti a entusiasmare e motivare i ragazzi. Alcune accortezze però possono rendere questo momento ancora più divertente. La musica, ad esempio, può essere uno strumento per tenersi in contatto anche se si è in camere diverse. Meglio ancora se si selezionano delle canzoni che tutti conoscono e che si possono cantare insieme. Si può inoltre stabilire di finire il proprio compito entro la fine di una data canzone, oppure di svolgere un servizio muovendosi a ritmo di musica. Il premio per aver giocato bene, sarà proprio lo stupirsi di quanto sia bello mettersi tutti all’opera per il bene della propria famiglia.

BENE, GIOCHIAMO!

II fase

22 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

SOS...issimi! ACI, Con tutto il cuore, Appunti per una regola di vita dei giovanissimi, p. 38 Intorno a te c’è un mondo di uomini e donne che vivono, studiano, lavorano, amano, gioiscono, piangono. Di questa umanità tu sentiti fratello, sempre. Non puoi rimanere indifferente, non puoi pensare solo a salvare te stesso […] con la Cresima riscopri il senso del tuo Battesimo, che ti porta a condividere con gli altri la Salvezza che Gesù ha portato SETTORE GIOVANI DI AC, Diventa ciò che sei, Strumenti per gli educatori, p. 15 La Chiesa non è un esercito, in cui ci sono superiori e dei subordinati. Piuttosto un popolo che cammina nella storia e si lascia guidare dall’unico Pastore. Questa consapevolezza significa che tutti abbiamo un ruolo di responsabilità e che a tutti è richiesta creatività e ambizione. Molto spesso dimentichiamo che la Chiesa è essenzialmente questo! Questa consapevolezza ci impegna a vivere in prima persona il Battesimo con semplicità, nella ferialità. Se, oggi, è difficile (ma non impossibile!!!) per un giovanissimo impegnarsi attivamente nella comunità per un servizio particolare, c’è sempre la possibilità di essere testimoni del Battesimo nella vita di ogni giorno. Se c’è l’abitudine ad acquistare il quotidiano in casa o se ci ritrova a tavola a pranzo o cena sarebbe bello poter chiacchierare liberamente attorno ad una notizia commentando un film mettendo in luce l’impegno del cristiano o la visione cristiana della vita. Può diventare un momento in cui esercitare il Battesimo interrogando e stimolando la coscienza.

IV incontro STILI DI GIOCO Tempo di Quaresima

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechismo degli Adulti

Camminare secondo lo Spirito, 810-814

Il regno di Dio e la persona di Gesù, 208-211

La fatica di pregare, 984-985

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Interroghiamoci, pp.123-136

Provocati dalla Parola, pp. 128-130

La grammatica delle relazioni. Esercizi di laicità, p. 47

Ammonire i peccatori. La correzione fraterna. Esercizi di

laicità, p. 134

PRIMO PASSO | interroghiamoci

Ai genitori, individualmente, in coppia o divisi in sottogruppi, viene chiesto di diventare “stilisti per un pomeriggio”. L’attività consiste nel rivestire una sagoma con degli indumenti a cui si associano dei significati che rappresentano la propria famiglia nel suo insieme. Ad esempio la scelta di un paio di sandali invece che di scarpe firmate, potrebbe rappresentare il rivestirsi di essenzialità, povertà; la preferenza di un paio di jeans e di una maglietta, invece che di un abito elegante, l’atteggiamento del servizio; la scelta di un cappello, il rispetto così come, al contrario, l’utilizzo di occhiali o altri accessori potrebbe simboleggiare lo schermarsi di fronte ai bisogni degli altri. Se all’incontro sono presenti le coppie al completo, uno dei due coniugi può offrirsi come manichino, altrimenti si può optare per rivestire una bambola o una sagoma o un disegno. Alcune domande possono aiutare nella realizzazione del lavoro:

Che tipo di abbigliamento indossiamo? Sportivo, elegante, casual…

Qual è il peso dell’abbigliamento? Estivo, invernale… Che tipo di scarpe/pantaloni/maglia? Quali tessuti?

Quali colori? Quali taglie? Ci sono altri accessori? Sono utili e/o decorativi?

Alla fine dell’attività ognuno presenta il suo “modello” e il gruppo si confronta sugli atteggiamenti che, anche

inconsapevolmente, adottiamo in famiglia.

BENE, GIOCHIAMO!

I fase

II fase

23 Verso Nazareth 2013-2014

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 22,11-14 - Parabola del banchetto di nozze (seconda parte) Cfr. anche Ef 4, 17-31

Per i gruppi che hanno già vissuto il primo incontro di questo sussidio, si prosegue nella lettura del brano dell’anno concentrandosi sugli ultimi versetti insieme alla Lettera agli Efesini. A chi non ha vissuto questo momento si presenta l’intero brano, tenendo come riferimento per la prima parte della riflessione lo schema contenuto nella prima scheda. L’immagine del banchetto, frequente nei vangeli, è segno di comunione, di dialogo e di intimità tra il Signore e noi. Se nella prima sezione il tema di fondo è la festa, l’invito a cena segno della salvezza offerta da Cristo, davanti al quale ci può essere rifiuto o accoglienza, nella seconda scena è proposta un’immagine tipica nel vangelo di Matteo che prende spunto dal simbolismo della “veste”. Questo abito, ricevuto nel giorno del nostro battesimo, rappresenta l’appartenenza a Cristo. La scelta di indossarlo e la consapevolezza di quello che rappresenta per la nostra vita, dice non solo che abbiamo risposto in maniera affermativa all’invito del re, ma anche il modo in cui scegliamo di partecipare al banchetto.

Si propone una lettura parallela con Ef 4, 17-32. Dopo la lettura, la riflessione del gruppo può essere agevolata da alcune domande:

- Unendo insieme i due brani, quale significato possiamo dare all’abito? Cosa rappresenta? La meditazione prosegue singolarmente attraverso questa pista di riflessione. “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”

Non basta essere “chiamati”, è necessario entrare nella pienezza dell’“elezione”. Matteo richiama la coerenza tra fede e vita, tra parole e opere. Il simbolo della veste richiama appunto questa fedeltà. La veste per eccellenza è per noi la veste candida ricevuta nel giorno del nostro battesimo.

- Sono consapevole che il battesimo ricevuto non è un sacramento che appartiene al passato, ma che interpella la mia coscienza ogni giorno?

- Penso al mio modo di partecipare alla vita della Chiesa (ad esempio al mio modo di partecipare a questo cammino di gruppo). Il mio “abito” è adeguato?

“Amico…quello ammutolì”

Nonostante Dio sia adirato per i ripetuti rifiuti al suo invito, continua ad usare un linguaggio di relazione, di amicizia e di amore con me: Amico! Il commensale senza abito nuziale ammutolisce, cioè rompe la relazione con Dio, spezza il dialogo. Dio non ci vuole cristiani di facciata, ma figli che accettano questo amore: “Non chiunque mi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli” (Mt 7,21).

- Che tipo di relazione ho con Dio? È solo una questione di facciata? - Come rispondo nel sentirmi chiamare “Amico”?

“Spogliatevi dell’uomo vecchio… rivestitevi dell’uomo nuovo”

San Paolo alla comunità di Efeso invita i cristiani a vivere secondo la verità che è in Gesù lasciandosi guidare dallo Spirito. Il sacramento della confessione, che ci riveste dell’uomo nuovo, non solo ci ri-abilita al rapporto con Dio, ma ci invita a ricostruire la pace con i fratelli.

- Come vivo il sacramento della riconciliazione? Quando lo celebro, penso che serva solo a mettermi apposto la coscienza?

BENE, GIOCHIAMO!

II fase

24 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

- I propositi di bene e di riparazione alle offese rimangono dopo la confessione solo propositi o mi impegno realmente?

- L’invito di san Paolo è al plurale. Non “ciascuno pensi per sé”, ma “aiutatevi l’un l’altro” a rivestirvi di Cristo. Come vivo questa dimensione in famiglia?

Si conclude questo momento condividendo liberamente nel gruppo quanto emerso dalla propria riflessione personale.

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

Illuminati dalla Parola, i genitori che hanno lavorato in coppia nella prima parte dell’incontro si ritagliano un momento per condividere le consapevolezze acquisite durante la meditazione che non sono state esternate. Quindi riprendono in mano il loro modello e cercano di apportare delle modifiche nel genere, nei colori, nei tessuti etc. attribuendogli nuovi significati, come fatto per la prima parte dell’incontro. Riflettono inoltre su come prendersi cura dei nuovi capi, realizzando una o più etichette in cui annotano le istruzioni per preservarli nel tempo, come ad esempio le modalità di lavaggio e manutenzione. Dopo la condivisione del proprio lavoro, si propone al gruppo di vivere insieme un momento di liturgia penitenziale al quale possono partecipare anche i ragazzi.

QUARTO PASSO | la preghiera

Nel tempo quaresimale la nostra attenzione si concentra sul mistero della Croce di Cristo, sul mistero dell’Amore dal quale viene a noi la salvezza. Proseguiamo con la Professione di Fede. Noi crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che - secondo la parola dell’Apostolo – «là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm. 5, 20).

Noi crediamo in un sol Battesimo istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano «dall’acqua e dallo Spirito Santo» alla vita divina in Gesù Cristo .

GIOCHIAMO INSIEME? È vero, giocare è importante. ma ci sono delle volte in cui si gioca davvero troppo! È il caso dei videogame a cui i ragazzi hanno accesso attraverso computer, cellulari e altri dispositivi. Davanti a tanti tentativi falliti e regole non rispettate, può capitare di arrendersi. Un modo per aiutare i ragazzi a “liberarsi” da questi giochi può essere il gioco stesso … ma fatto insieme! Mettersi accanto ai ragazzi facendosi spiegare di cosa si tratta, provando a giocare in prima persona, li aiuta a distaccarsi dall’alienazione che il videogame può causare, godendo del raggiungimento di un obiettivo che è diverso da quello del gioco, ma ha un valore molto più grande: poter trascorrere del tempo piacevole insieme alla sua famiglia. Trascorso il giusto tempo da dedicare il gioco, è importante proporre un’alternativa da fare ancora insieme, come preparare la cena, affinché i ragazzi non si sentano abbandonati davanti al loro dispositivo con la tentazione di ricominciare.

SIAMO TUTTI?

I fase

III fase

25 Verso Nazareth 2013-2014

Terza fase | SIAMO TUTTI? tempo di Pasqua e Pentecoste

Idea di fondo

Talvolta, davanti alle difficoltà piccole e grandi della vita adulta, risulta più semplice rifugiarsi

in alcune convinzioni e perseguire degli obiettivi che il mondo giudica buoni, senza però

soffermarsi a pensare in profondità. È bene allora prendere del tempo a riflettere e scegliere con

maggiore consapevolezza in cosa e a chi credere.

V incontro. Nel tempo in cui la Chiesa celebra la Pasqua, festa più importante per i cristiani, i

genitori sono invitati a riscoprire cosa rende una festa davvero bella. Non è la quantità di cibo, la

qualità della musica, ma il benessere degli invitati e del festeggiato. In quest’ottica, tutta la vita

cristiana può essere letta come un dono che continuamente ci viene fatto per il bene della

comunità ecclesiale e dell’intera famiglia umana. È nella frequentazione dei sacramenti che

Cristo si fa presente e condivide con ciascuno la sua stessa vita.

VI incontro. La riflessione della terza fase si arricchisce con la comprensione del criterio che

regola la vita cristiana. È nella carità, nell’amore dell’uomo, che ogni cosa ritrova il suo

significato. I genitori sono invitati a guardare con questa nuova ottica le persone che incontrano,

o persino quelle che evitano, comprendendo che nell’amore ogni barriera costruita dal

pregiudizio si sgretola.

Atteggiamento GRATUITÀ

Consapevoli che tutto è dono ed è nel donarsi la chiave di volta della propria vita, i genitori

vivono la gratuità nei rapporti con gli altri, liberi dal pregiudizio e dalla diffidenza, e

partecipano con maggiore consapevolezza al dono di amore che Cristo fa nell’eucaristia.

Obiettivi

Il genitore:

Riscopre il significato del fare festa;

Sperimenta che l’amore di Dio si manifesta nella misericordia reciproca.

SIAMO TUTTI?

III fase

26 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

SOS...issimi!

ACI, Sentieri di speranza. Fino in cima, La proposta, p. 91 Ogni giovane o giovanissimo (…) si lasci incontrare dal Risorto. Ma perché lasciarsi incontrare da Gesù? Perché, come raccontano le parole della Sacra Scrittura, è Lui che si avvicina, che chiama, prima ancora di cercarLo, perché, per Lui, ciascuno di noi è importante. È davvero bello questo passaggio degli Itinerari formativi per i giovani. Spesso come genitori si è portati a pensare, riflettere, desiderare e pregare per i propri figli per la loro realizzazione, per il lavoro e la salute, per una famiglia sana. Più di tutto è bello e importante pregare perché incontrino ancora il Signore Gesù nella loro vita, perché si accorgano del suo passaggio, perché arda il desiderio di conoscerlo meglio. Pregare perché lo incontrino in una comunità attenta alla loro presenza, in educatori accoglienti e santi, in testimoni feriali a scuola come in piazza. Pregare perché scoprano a cosa il Signore li chiama: a formare una famiglia, a dedicarsi all’annuncio missionario, ad offrire la propria vita nel sacerdozio o nella vita religiosa, ma prima di tutto ad essere cittadini cristiani onesti e buoni.

V incontro È QUI LA FESTA? Tempo di Pasqua

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechismo degli Adulti

Economia sacramentale, 634-642

Incontri che santificano, 643-652

Seguire Cristo, 816-819

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Interroghiamoci, pp.37-40

Semi di speranza: consolare gli afflitti. Esercizi di laicità,

p. 46

PRIMO PASSO | interroghiamoci

Si invitano i genitori ad immaginare di dover organizzare una festa:

chi e cosa festeggerebbero? chi inviterebbero? Cosa scriverebbero sugli inviti? la festa si svolgerebbe in quale momento della

giornata? cosa mangerebbero? come animerebbero la festa?

Dal confronto scaturito dall’analisi degli elaborati emerge l’idea o le idee che il gruppo ha della parola “festa”. Si tenta insieme di individuare i punti davvero comuni a tutte le feste, ponendo l’accento sul fatto che non è tanto ciò che si fa a rendere la festa bella, quanto il benessere di tutti gli invitati. Se nel gruppo ci sono genitori di ragazzi che si preparano a celebrare un sacramento dell’iniziazione cristiana, questo momento può essere molto importante per riflettere insieme su quali sono le cose essenziali per rendere una festa davvero bella, facendo scelte di sobrietà piuttosto che consumistiche.

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 14, 13-21 (in parallelo Mt 15,29-39) – Moltiplicazione dei pani

La simbologia del cibo o del banchetto è uno dei temi più importanti che troviamo nella Scrittura. I soli vangeli riportano ben sei racconti della moltiplicazione dei pani; due di queste appartengono al vangelo di Matteo ai capitoli 14 e 15. In parallelo, i due brani seguono lo stesso movimento: il

SIAMO TUTTI?

I fase

III fase

27 Verso Nazareth 2013-2014

miracolo è preparato da un dialogo con i discepoli per mettere in luce la gratuità del dono che Gesù fa e per far superare a questi “uomini di poca fede” la loro incredulità. Il confronto sulla Parola avviene in gruppo, provando a dare insieme risposta alle seguenti domande. “Lo seguirono a piedi dalla città”

La gente segue e cerca Gesù al punto tale da non dargli tregua. Ha qualcosa di straordinario quest’uomo se attira le folle: la sua Parola consola e guarisce, ridona felicità.

- Chi e cosa attirano oggi la mia attenzione? - Cerco Gesù o semplicemente il “contatto” con il sacro?

“…sentì compassione per loro…”

Il Gesù maestro e giudice di Matteo si completa di questo ulteriore aspetto: la sua tenerezza, la sua compassione (cum-patire). I sacramenti della Chiesa sono segno della sua compassione che si realizza qui e ora: qui attraverso la mediazione della Chiesa alla quale sono stati affidati da Cristo stesso; ora per la grazia che essi conferiscono.

- Mi accosto con frequenza ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia? Come li accolgo?

- Come ho vissuto, vivo o mi preparo a vivere la celebrazione dei sacramenti dei miei figli? - Come li accompagno/intendo accompagnarli a vivere con assiduità questo dono di grazia?

Anche il Matrimonio in quanto patto di unione con cui l’uomo e la donna si uniscono in una comunità per tutta la vita, è elevato da Cristo stesso a sacramento. Esso è segno del rapporto d’amore di Cristo Sposo con la Chiesa Sposa e pertanto entra nei dinamismi profondi del rapporto uomo-donna, ma anche dei genitori-figli.

- Vivo ogni giorno il matrimonio come via di santità offrendo al mio sposo/a un amore instancabile e generoso, paziente e fedele?

“portatemeli qui..Tutti mangiarono a sazietà”

Le premesse al banchetto non sono delle migliori. Ma il poco offerto dai presenti, si trasforma in un grande successo solo grazie a Gesù.

- Sono consapevole che, nei sacramenti, è Gesù che si dona e mi trasforma? - Come viviamo in famiglia la domenica, le feste cristiane? La partecipazione ai sacramenti a

cui siamo invitati (matrimoni, prime comunioni etc.)? A cosa diamo priorità?

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova Dopo il confronto con la Parola, ogni coppia si interroga sul proprio modo di vivere la festa e le feste, prendendo dei piccoli impegni che possono aiutare tutta la famiglia a viverle pienamente. Ad esempio per la domenica: trovare il gusto di prepararsi per tempo per la messa, andare tutti insieme, pranzare con i familiari più stretti. Per i genitori dei ragazzi che si preparano a celebrare un sacramento, si può continuare la riflessione sullo stile da adottare per la festa affinché i ragazzi si sentano giustamente protagonisti di qualcosa di importante, ma percepiscano allo stesso tempo la centralità della celebrazione.

QUARTO PASSO | la preghiera

SIAMO TUTTI?

III fase

28 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Si conclude l’incontro pregando insieme a Paolo VI per la Chiesa, Famiglia di famiglie, costruzione di Pietre vive che formano l’unico edificio spirituale nel quale tutti sono a Casa. Dopo la preghiera si possono aggiungere delle intenzioni spontanee. Noi crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo mistico di Cristo, […] essa è il germe e la primizia del Regno di Dio. […] Nel corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i Sacramenti, che emanano dalla sua pienezza. È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona vita e azione. Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia. […] Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo. […] Costantemente assistita dallo Spirito Santo, la Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la verità che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù.

GIOCHIAMO INSIEME? In questo periodo in cui le giornate iniziano a farsi più lunghe e calde, i ragazzi iniziano a scalpitare per la loro voglia di spazi aperti. Un gioco da fare insieme può essere quello dell’aquilone, possibilmente da costruire insieme e non da comprare già pronto. La fase di costruzione, da fare qualche giorno prima in casa con l’aiuto dei grandi, aumenterà l’entusiasmo dei ragazzi e la gioia della riuscita. Il gioco dell’aquilone può essere un’occasione per parlare ai ragazzi del dono dello Spirito Santo. La parola ebraica da cui deriva “spirito” significa proprio “fiato”, “vento” e più volte nelle Sacre scritture lo Spirito si manifesta in questa forma. Noi non vediamo lo Spirito così come non vediamo il vento, ma sappiamo che esiste e che ci guida, così come il vento sostiene un aquilone in volo. Basta impegnarsi per cercalo.

SIAMO TUTTI?

I fase

III fase

29 Verso Nazareth 2013-2014

VI incontro TUTTI IN GIOCO Mese degli Incontri

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechismo degli Adulti

Comune vocazione alla santità, 838-844

Conferma evangelica del decalogo e della legge naturale, 867-879

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Suoni e parole: Khorakhanè, F.De Andrè. Riflessi della cultura, pp.81-82

Interroghiamoci, pp. 93-96

Provocati dalla Parola, pp. 99-102

Visitare i carcerati. Esercizi di laicità, p.161

PRIMO PASSO | interroghiamoci

Ai genitori viene proposta un’attività che li accompagna a riflettere sui condizionamenti culturali e in particolare sui pregiudizi che a volte, inconsapevolmente, si trasmettono ai propri figli. Ogni membro del gruppo è invitato a fare la famosa lista dei “buoni e cattivi” che talvolta gli insegnanti chiedono di fare ai ragazzi. Ciascuno scrive su un foglio chi (persona, categoria, istituzione…) per lui/lei può essere inserito nella categoria dei buoni e chi in quella dei cattivi. Durante il confronto, ogni partecipante comunica tale elenco che viene riportato su un cartellone a mo di lavagna. Per non mettere in imbarazzo i membri del gruppo e ottenere una lista quanto più possibile sincera, si suggerisce di non chiedere le motivazioni delle proprie liste, a meno che non ci siano volontari. È probabile che in questa fase sorga un dibattito spontaneo fra i membri del gruppo. Alcuni possono non essere d’accordo con una voce dell’elenco prendendone le difese. È bene rimandare questa discussione al momento successivo, per non compromettere la libertà di espressione di tutti i membri del gruppo. Concluse le liste, a ciascuno si chiede di immedesimarsi in una delle persone elencate fra i “cattivi”. Questa scelta può essere fatta in base alla conoscenza di qualcuno appartenente a questa categoria, avendo però cura che tutti i “cattivi” vengano assegnati ai vari membri del gruppo. Nell’esercizio di immedesimazione, ciascuno prepara una frase di presentazione per gli altri membri del gruppo come nell’esempio:

Sono un ….. e tutti mi ritengono …. . Ma vorrei dire che… Dopo che ciascuno ha condiviso la sua presentazione si intavola un dibattito che può essere stimolato da alcune domande:

Sono d’accordo con il modo in cui sono state compilate le liste? Come mi sono sentito nel dare un giudizio a qualcuno? Come mi sono sentito quando mi sono immedesimato in un “cattivo”?

SIAMO TUTTI?

III fase

30 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

SOS...issimi!

MODULO ECCLESIALITÀ. Sotto la stessa luce, La rotta educativa, p. 87 Proprio perché la religione è una dimensione che caratterizza fortemente il modo di essere e di pensare, conoscere le religioni delle persone che si incontrano nella propria vita è un modo per intrecciare relazioni più vere. Possiamo giungere così a capire meglio l’altro, il suo pensiero, le sue abitudini, le sue scelte di vita. Il contesto multiculturale e multireligioso ci porta inevitabilmente a venire in contatto con ragazze e ragazzi, donne e uomini di altre nazionalità. I giovanissimi sono di certo più allenati degli adulti a rapportarsi con questa realtà e spesso hanno da insegnare anche agli adulti. Tuttavia è un percorso che richiede supporto e crescita, allenamento a comprendere le ragioni e le speranze dell’altro proprio perché diverso da noi. Alcune occasioni per crescere in questa consapevolezza sono ad esempio l’invito a pranzo o a cena di un amico/amica non italiano o semplicemente l’ospitalità per vedere un film insieme, magari condividendo qualcosa di tipico, ma anche più semplicemente discuterne senza pregiudizi..

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola Mt 5, 38-48 – Dal Discorso della Montagna

L’evangelista Matteo organizza una sintesi dei grandi insegnamenti di Gesù in cinque grandi discorsi. Cinque come la Torah, il Pentateuco; un’analogia che vuole dirci che Gesù è il nuovo Mosè. Il primo è il Discorso della Montagna: come Nuovo Mosè sulla “nuova” montagna, Gesù ri-consegna la Legge divina nella intenzione originaria della volontà di Dio. Nel brano proposto Gesù ci invita a essere “di più”. Dopo la lettura del brano e un primo confronto sui versetti più significativi e su quelli meno chiari, ciascuno si ritaglia del tempo per una meditazione personale a partire da queste domande. “Avete inteso che fu detto..ma io vi dico..”

Non è il semplice rispetto delle Leggi, delle norme di comportamento o della Chiesa che ci fa buoni cristiani. Gesù propone una logica nuova nella quale non solo si supera la norma stessa, ma si crea anche un rapporto nuovo con l’avversario.

- Provo a ripensare al fatto che essere un buon cristiano significa anche essere un buon cittadino. Rispetto le regole della società a cominciare da quelle che riguardano la vita di tutti i giorni?

- Nel rapporto con i figli mi impegno a motivare quanto alcuni “divieti” in realtà custodiscono valori? “Da’ a chi ti chiede..”

Non basta più la “legge del taglione” a regolare i rapporti interpersonali, Gesù propone un modello che sostiene la vita personale e sociale del cristiano e della Chiesa.

- Gratuità per me vuol dire….. “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”

Per Gesù anche il nemico merita l’amore pieno. Ritorna l’eco del perdono infinito:“settanta volte sette” (Mt 18,22). Questa è la perfezione evangelica! Che si raggiunge non solo con gli atti di culto, con parole solenni di giudizio o rigorismi, ma con l’amore totale.

- Riconosco che è Dio Padre il primo ad amarmi e a domarmi il perdono? - Mi sforzo di tessere azioni di dialogo, di pace, di non-violenza, di perdono con persone (o

realtà) che sono diverse da me?

Si conclude il momento con la condivisione libera della propria riflessione.

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

SIAMO TUTTI?

I fase

III fase

31 Verso Nazareth 2013-2014

Dall’incontro con la Parola si passa alla riflessione di gruppo e di coppia sul modo di vivere il pregiudizio. Tante volte, senza nemmeno accorgersene, si usano espressioni o comportamenti che influenzano l’opinione degli altri, specialmente dei più piccoli. Si prova a fare un elenco delle battute o degli atteggiamenti che abbiamo nei confronti di alcune etnie, categorie o persone. Come vengono interpretate dai ragazzi? Ne scaturisce un impegno personale e di coppia ad avere più attenzione nel linguaggio e nelle espressioni usate.

QUARTO PASSO | la preghiera

Si conclude l’incontro con le parole del Papa. Professiamo la Fede nell’unica Chiesa di Cristo, quella che abbatte ogni differenza, quella che ci fa un solo gregge dietro l’unico Pastore. Prima della proclamazione corale della preghiera, si sosta in silenzio invitando ciascuno a pensare a una delle persone catalogate come “cattivi”. Si invitano i membri del gruppo a condividere in forma spontanea una preghiera per “i propri nemici”. Noi crediamo che la Chiesa, che Gesù ha fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto e nel vincolo della comunione gerarchica. […] Riconoscendo poi, al di fuori dell’organismo della Chiesa di Cristo, l’esistenza di numerosi elementi di verità e di santificazione che le appartengono in proprio e tendono all’unità cattolica, e credendo alla azione dello Spirito Santo che nel cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità, Noi nutriamo speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena comunione con l’unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un solo Pastore. Noi crediamo che la Chiesa è necessaria alla salvezza, perché Cristo, che è il solo Mediatore e la sola via di salvezza, si rende presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa. Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, possono conseguire la salvezza. […] L’unica ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la Messa.

GIOCHIAMO INSIEME? Il gioco è qualcosa che accomuna tutti i bambini del mondo. Ci sono giochi provenienti da ogni angolo della terra, persino dai luoghi di cui abbiamo più paura o di cui parliamo male. Per aiutare i ragazzi a superare i pregiudizi su una particolare etnia o cultura, si può fare una ricerca di un gioco che proviene da quella terra e proporlo ai ragazzi. Per loro sarà importante sperimentare che ciò di cui avevano paura può invece essere divertente, ancora più bello sarà fare questa scoperta grazie all’aiuto dei loro genitori.

OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO

IV fase

32 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Quarta fase | OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO Tempo Estate Eccezionale

Idea di fondo A conclusione del cammino fatto durante l’anno, si propone un momento più prolungato di

condivisione e riflessione per fare verifica del cammino fatto a livello personale, familiare e di

gruppo. È il momento di guardarsi intorno e indietro e scoprire che in tutti i volti incontrati c’è

un motivo per dire grazie a Dio. È anche il momento di prendere degli impegni davanti agli altri

membri del gruppo che hanno a cuore la nostra vita e ci chiedono di continuare a camminare

insieme.

La proposta di incontro può essere realizzata all’interno di una giornata del campo scuola dei

ragazzi o in un altro momento. In questo caso sarebbe bello offrire la possibilità di sperimentare

anche negli altri momenti della giornata la comunione delle prime comunità cristiane, invitando

i genitori a mettere in comune tutto quello che hanno per condividere il pranzo.

Atteggiamento GENEROSITÀ

In un periodo di difficoltà economiche per molti, la generosità sembra un atteggiamento che è

giustificabile accantonare. Riordinare la propria vita con il criterio dell’amore però, scardina

queste convinzioni e ci svela che offrire il poco che si ha può essere l’investimento più

conveniente. Questo poco, che spesso interpella il nostro essere e non quello che abbiamo,

può trasformarsi in ricchezza per le nostre famiglie e per la famiglia della Chiesa. È nel dono

generoso di se stessi il segreto della gioia delle prime comunità cristiane.

Obiettivi

Il genitore:

Verifica il cammino fatto attraverso le relazioni instaurate con Dio e con gli altri.

OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO

I fase

IV fase

33 Verso Nazareth 2013-2014

SOS...issimi!

ACI, Con tutto il cuore, Appunti per una regola di vita dei giovanissimi, p. 27 Condividere è farti vicino all’altro, calarti nelle sue condizioni. (…) Un servizio generoso, dentro e fuori la parrocchia, caratterizzi parte del tuo tempo libero. La capacità di condividere dipenderà anche dal modo con cui ti relazioni con i beni materiali. L’estate è tempo libero, tempo senza l’impegno scolastico, tempo di relax e di vacanza. Ma non deve diventare il tempo dell’ozio. Aiutiamo i giovanissimi a non mancare alle esperienze di camposcuola che l’associazione propone, ma soprattutto aiutiamoli a prendere qualche piccolo impegno estivo, a vivere appuntamenti positivi, a crescere nelle relazioni, a leggere un buon libro… Soprattutto invitiamoli senza stancarci mai a non perdere l’appuntamento domenicale con l’Eucaristia: i luoghi di villeggiatura sono attrezzati con celebrazioni negli orari più comodi. Non sarebbe male partecipare insieme al mattino e poi dirigersi al mare.

VII incontro GIOCO DI SQUADRA

PER APPROFONDIRE

LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI. Catechistmo degli Adulti

La comunità cristiana, 429-431

Famiglia e Chiesa, 1071-1074

PER-DONO. INVITATI INVIATI. Testo formativo per adulti di Ac

Accidiosi o perseveranti? Provocati dalla Parola, p. 73

Avere uno stile di perseveranza. Esercizi di laicità, p. 77

PRIMO PASSO | interroghiamoci Si propone al gruppo l’attività del brainstorming, con una piccola variante. Si dividono i partecipanti in tre sottogruppi isolati fra loro. Ad ogni gruppo, in forma categoricamente segreta, si assegna una delle seguenti parole : Chiesa, gruppo, famiglia. Ogni gruppetto, singolarmente, lavora sulla parola assegnata nella modalità del brainstorming annotando su un foglio o un cartellone le risposte dei partecipanti. Va precisato ai genitori che non devono scrivere una definizione ma la prima o le prime parole che vengono loro in mente e che, ad un primo approccio, potrebbero anche non avere alcuna attinenza logica con la parola assegnata. Conclusa questa fase, i gruppi si riuniscono e, sulla base delle risposte date dagli altri gruppi, cercano di indovinare qual era la parola assegnata. Una volta indovinate le parole, ci si confronta sulla connessione che queste tre parole hanno fra loro, facendole convergere in un unico brainstorming che rappresenta la Chiesa.

SECONDO PASSO | dalla vita alla Parola

PRIMA PROPOSTA Brano di riferimento Rm 16, 1-16 ss La parte finale della Lettera, da cui è tratto brano, è indirizzata alla Chiesa di Roma che Paolo non ha fondato né mai visitato. Con particolare spontaneità e fiducia l’Apostolo scrive a questa comunità sentendosi davvero parte dell’unica famiglia dei fratelli in Cristo. Non è un arido elenco di nomi, né un cordiale ringraziamento di “facciata” ai diretti collaboratori. Ogni nome, servizio, raccomandazione, dice la bontà dei rapporti che fanno bella la Chiesa.

“Vi raccomando… Salutate… ” Ognuno è prezioso, ognuno può fare tanto, anche se apparentemente fa “poco”.

- Mi sento parte della Chiesa? Posso fare qualcosa di più?

OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO

IV fase

34 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

“…in Cristo… ”, “…miei collaboratori…” Due preposizioni sono ricorrenti nel brano: “IN” e “CON”. Se con la prima ci si riferisce al Signore, con la seconda si indica il vincolo di comunione che unisce tutti noi. È la comunione con il Signore la fonte e la forza della comunione tra di noi.

- In quali momenti alimento il rapporto personale con il Signore per capire cosa chiede alla mia vita e alla mia famiglia?

- Mi rendo conto che posso essere solo io il “tramite” che il Signore sceglie per portare agli altri l’annuncio di una vita buona e bella come il Vangelo insegna?

“Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo” Questo verso probabilmente imbarazza un po’. Paolo indica la cifra della passione che deve caratterizzare i rapporti con gli altri.

- Come famiglia siamo attenti alle necessità della Famiglia Comunità? SECONDA PROPOSTA

Brano di riferimento At 2,42-47 Se il gruppo vive una giornata di ritiro, si può proporre una lectio divina sugli Atti degli apostoli e in particolare sul brano che descrive la vita delle prime comunità cristiane. A questo può far seguito una breve presentazione della lettera ai Romani, che sarà utile per l’attività successiva alla lectio. Nella meditazione personale, che funge anche da verifica dell’esperienza fatta, ci si può soffermare su quattro aspetti principali, che partono da una parola chiave: la perseveranza. Pista per la meditazione personale. LA PERSEVERANZA. Mi interrogo innanzitutto su questa parola, che vuol dire costanza, fedeltà, coraggio e forza d’animo. Il mio/nostro impegno di vivere questo cammino, è stato perseverante o ha vissuto dei momenti di debolezza, svogliatezza? “Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli” La Parola è al primo posto nella comunità descritta dagli Atti. Nella mia esperienza personale, di gruppo, di famiglia, che posto occupava e che posto occupa la Parola? “Erano perseveranti nella comunione” Ci sono stati durante l’anno momenti di incomprensione, antipatie, divergenze di pensiero con i membri del gruppo/comunità/famiglia? Ho messo in atto la comunione in queste occasioni? “Erano perseveranti nello spezzare il pane” Si può “frequentare” una parrocchia, ma senza nutrirci tutti alla stessa mensa non facciamo una vera esperienza di comunità. Com’è cambiato il rapporto mio e dei miei familiari con l’eucaristia e con la domenica? “Erano perseveranti nelle preghiere” Quando prego mi sento in dialogo con il Signore? Siamo riusciti in famiglia a ritagliarci dei momenti per la preghiera in comune? Nei nostri incontri, con quanta cura abbiamo vissuto questo momento? Il momento della condivisione viene riservato ad un confronto di coppia.

OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO

I fase

IV fase

35 Verso Nazareth 2013-2014

TERZO PASSO | dalla Parola alla vita nuova

In coppia o singolarmente, ciascuno è invitato a scrivere una lettera alla comunità incontrata durante l’anno secondo lo stile della lettera ai romani. Si avrà cura perciò di “raccomandare” o “salutare” tutte le persone che hanno contribuito a rendere bello e significativo il cammino. Durante la condivisione di queste lettere, ciascuno può prendere nota di ciò che gli suggeriscono gli altri membri del gruppo, impegnandosi a realizzare quanto richiesto per il bene del gruppo e del proprio cammino di fede.

QUARTO PASSO | la preghiera

Al termine di questo cammino di fede abbiamo ripreso e meglio definito le Verità del nostro Credo. A conclusione di questo itinerario ci riconosciamo ancora una volta uomini e donne in cammino, Chiesa pellegrina sulla terra verso la Chiesa Celeste. Qui è il nostro impegno: portare con la nostra vita il “profumo” del Cielo sulla Terra. Se si vive una giornata di ritiro, l’ultimo stralcio della professione di fede di Paolo VI può essere proclamato all’interno di una liturgia eucaristica come mandato finale. Si può effettuare una consegna della copia di questa preghiera a ogni partecipante, con l’impegno di conservarla e pregarla ogni giorno durante il tempo estivo. Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile dimora, essa li spinge anche a contribuire - ciascuno secondo la propria vocazione ed i propri mezzi – al bene della loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi. L’intensa sollecitudine della Chiesa, Sposa di Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce di Cristo

GIOCHIAMO INSIEME? Un gioco bello e divertente da fare durante l’estate è quello dei castelli di sabbia. Tanti adulti ormai si cimentano nella realizzazione di vere e proprie opere d’arte. I bambini e i ragazzi sono sempre entusiasti di portare il loro contributo riempiendo i secchi con sabbia umida e aggiungendo particolari all’edificio. I castelli di sabbia sono anche un’occasione per parlare ai più piccoli della Chiesa: come tanti granelli di sabbia, siamo tenuti insieme dallo Spirito. L’acqua che riceviamo nel battesimo è il collante che ci tiene uniti. È necessario perciò essere “perseveranti” nell’incontro con Cristo, per non lasciare che l’acqua si asciughi e i granelli comincino a cadere. adatti ad aiutare i propri fratelli”.

OGNI PARCO HA IL SUO GIOCO

IV fase

36 Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

e adunarli tutti in Lui, unico loro Salvatore. […] Noi crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, […]noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo la parola di Gesù: Chiedete e riceverete (Cfr. Lc. 10, 9-10; Gv. 16, 24). E con la fede e nella speranza, noi attendiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Sia benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.