ITC Siani - Disputa alla corte di Federico II
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I.I.S. ‟SIANI” DI NAPOLI CLASSE IIIᵃ J A/S. 2012-2013
PROF. TUTOR: TURCO ANTONELLA.
Applicazione della P.N.L alla didattica dell’italiano
UNITA’ DI APPRENDIMENTO
‟UNA DISPUTA ALLA CORTE DI FEDERICO II° SUL TEMA DELL’AMORE”
PRESENTAZIONE:
Sollecitata dallo stesso imperatore, alla corte di Federico II° nella prima metà del Duecento, si accende una disputa
sulla definizione dell’amore. Intervengono tre dei più autorevoli componenti della Magna Curia: Jacopo Mostacci,
Pier della Vigna e Iacopo da Lentini, che si contengono il titolo di ‟miglior poeta dell’amore” e saranno giudicati
dalle dame di corte.
MATERIALE A DISPOSIZIONE:
1. Appunti sulla scuola Siciliana 2. Tre sonetti sull’amore
dei tre poeti
3. Schede per l’analisi dei testi
2. Tre sonetti sull’amore dei tre poeti
4.Questionari per la verifica
SVILUPPO DELL’UNITÀ DI APPRENDIMENTO:
1ᵃ FASE: PREPARAZIONE DELLA DISPUTA
- Illustrazione dell’unità e consegna del materiale
- Assegnazione dei ruoli:
Federico II° Iacopo da Lentini
Iacopo Mostacci
Vincenzo EmanuellAndrea Febbraio
Alessandro De Rosa
Pier della VignaValerio Troise
LE DAME DI CORTE
I Cavalieri di corte
- Individuazione dei gruppi di lavoro
- Attivita’ di gruppo : Reperimento di notizie sui personaggi principali tramite gli I-Pad, elaborazione di relazione su di essi, studio di sonetti.
2A FASE: SIMULAZIONE DELLA DISPUTA
• Il Re si presenta ed annuncia la gara, specificandone lo scopo e le regole
• I tre poeti, a turno, si presentano, declamano il proprio sonetto e ribadiscono la propria concezione dell’amore.
“SOLLICITANDO UN POCO MEO SAVERE”DI JACOPO MOSTACCI
Sollicitando un poco meo saveree con lui mi volendo dilettare,
un dubbio che mi misi ad avere,A voi lo mando a determinare.
Ogn’uom dice ch’amor ha poteree li coraggi ristringe ad amare,ma no [li] lo voglio consentire,
Però ch’amore no parse mi pare.Ben trova l’om una morositate
la quale par che nasca di piacere,e zò vol dir om che sia amore;E no li saccio altra qualitate,
ma zò da voi [lo] voglio audire:però ven faccio sentenz[ï]atore.
“PERÒ CH'AMORE NON SI PÒ VEDERE” DI PIER DELLA VIGNA
Però ch'amore non si pò vederee no si tratta corporalmente,manti ne son di sì folle sapereche credono ch'amor sia niente.
Ma po' ch'amore si face sentiredentro dal cor signoreggia la gente,
molto maggiore presio de avereche se'l vedessen visibilemente.
Per la vertude de la calamitacomo lo ferro attira no si vede,ma sì lo tira signorevolmente;
e questa cosa a credere mi 'nvitach'amore sia; e dàmi grande fedeche tuttor sia creduto fra la gente.
“AMORE È UNO DESIO CHE VEN DA' CORE” DI IACOPO DA LENTINI
Amor è un desio che ven da corePer abbondanza di gran piacimento;e li occhi in prima generan l'amoree lo core li dà nutricamento.
Ben è alcuna fiata om amatoreSenza vedere so 'namoramento,ma quell'amor che stringe con furoreda la vista de li occhi ha nascimento: che li occhi rappresentan a lo cored'onni cosa veden bono e rio,com'è formata naturalmente; e lo cor, che di zo è concepitore, imagina, e li piace quel desio:e questo amore regna fra la gente.
3A FASE: APPROFONDIMENTO E VERIFICA
• Analisi dei testi dei sonetti (compilazione delle schede)
• Elaborazione del questionario sulla scuola siciliana, Federico II ed i tre poeti
4A FASE: ELEMENTO CREATIVO
• Circle – time in cui, sulla base di esperienze personali condivise, viene elaborata una definizione dell’amore com’è inteso oggi.
Classe III J a/s 2012-2013
Referente: prof. Turco Antonella