Torneo di disputa

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TORNEO DI DISPUTA 2012 Liceo Scientifico - “P. Diacono” - Cividale del Friuli (UD) CNPD

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Filosofia, torneo di disputa

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TORNEO DI DISPUTA 2012

Liceo Scientifico - “P. Diacono” - Cividale del Friuli (UD)

CNPD

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Prima edizione. Udine 2012. Testi a cura di Gian Paolo Terravecchia. Foto e materiali video a cura di Sara Benati e Mara Predan. Testi e tabelle relativi al protocollo e ai criteri di valutazione, sono quelli del Torneo di disputa "Palestra di Botta e Risposta", elaborati dall'Associazione per una Cultura e la Promozione del Dibattito - ACPD. Del testo originale qui presentato è consentita la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico, o per qualsiasi altro uso consentito dalla legge, a patto che ne venga sempre attribuita la paternità in modo esplicito e che l’opera risultante da tale utilizzo venga distribuita alle

medesime condizioni.Il Copyright è consentito in conformità alla licenza Creative Commons.

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Torneo di disputa 2012

Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale “P. Diacono” di Cividale del Friuli (UD)

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INTRODUZIONE

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In un ragazzo, il passaggio dal conoscere che, al saper dire perché, è sempre un momento fondamentale di crescita. Già Aristotele indicava che su tale passaggio si fonda la scienza, cioè la capacità di ricondurre ciò che è noto alle sue cause, alle sue ragioni (Metafisica, A 981a). Perciò il fatto di imparare a dare ragione di qualcosa in cui si crede (o che per qualche motivo si deve difendere), chiarendo il perché di ciò che si sostiene, è uno dei principali obiettivi della formazione scolastica e in particolare modo del percorso educativo della scuola secondaria superiore. A fianco del saper spiegare le ragioni, si pongono altre importanti acquisizioni tra cui vanno almeno ricordate le seguenti: saper formulare delle tesi, controllando la propria comunicazione non verbale, saper strutturare un discorso, saper riconoscere un ragionamento fallace, tanto da evidenziarne i limiti, saper formulare un argomento valido e formalmente consistente, saper accogliere con intelligente tolleranza le tesi avversarie. Nel processo formativo di uno studente, tali acquisizioni segnano, ciascuna, un importante passo verso la maturità intellettuale e sociale.

Si tratta di capacità che possono venire potenziate attraverso la partecipazione a iniziative didattiche quali i tornei di disputa. Essi si svolgono ormai da anni nella Regione Veneto con ottimi risultati. Tali tornei, anche per la loro natura competitiva, sono capaci di valorizzare l’eccellenza, fornendo sentite motivazioni per uno studio personale, autonomo e maturo.

A partire dal protocollo veneto, ma con qualche libertà, è stato organizzato anche in Friuli Venezia Giulia un torneo di disputa. Esso si è svolto presso il Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale “P. Diacono” di Cividale del Friuli (UD), tra le due classi quarte del Liceo Scientifico, il 6 marzo 2012. L’iniziativa ha viste coinvolte due squadre, ciascuna di 6 studenti. La partecipazione alla disputa, tanto nelle fasi di preparazione che in campo, è stata molto coinvolgente. Le due squadre si sono preparate all’evento con serietà, approfondendo in buona parte autonomamente quegli autori e correnti del programma curricolare di filosofia e di italiano che offrivano spunti per sostenere e difendere le tesi assegnate. Scese in campo, le due squadre hanno mostrato in media una buona padronanza degli strumenti tecnici del disputare e una discreta capacità agonistica, non perdendo però il fair play.

Nelle pagine che seguono, nella prima parte, spiegheremo in cosa consiste un torneo di disputa, conosceremo il protocollo “Patavina Libertas” e quali sono i criteri generali di valutazione. Nella seconda parte, sarà presentata la disputa che si è svolta a Cividale sul tema: “Chi governa deve essere pronto a sacrificare la propria coscienza per il bene comune”. Infine, nella terza parte si dirà dell’esito della disputa cividalese e si trarrà un bilancio sull’iniziativa.

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PARTE PRIMAovvero

Sul Torneo di disputa

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Un torneo di disputa è una competizione in cui tra due individui, o squadre, si dibatte su un argomento dato, detto topico. Il dibattito si articola in una serie di fasi in cui ciascuno dei contendenti, al proprio turno, si cimenta nel sostenere le proprie tesi, nell’attaccare quelle altrui o nel difendere le proprie dagli attacchi dell’avversario.

La correttezza nell’argomentare, la chiarezza nell’esporre, l’abilità di criticare e di convincere sono fondamentali. Perciò, alcune capacità base come la competenza linguistica, la coerenza logica, la proprietà espositiva, oltre naturalmente a una gestualità appropriata ed efficace, diventano le vie maestre per vincere, o almeno per uscirne con dignità. Esse devono affiancarsi a competenze di ordine superiore come la capacità di formulare argomenti validi e forti, oppure la capacità di identificare fallacie, o almeno debolezze nell’argomentare altrui.

Vince l’individuo o la squadra capace di mostrare migliori capacità retoriche e dialettiche, cioè quella che riesce ad essere più convincente o che è più abile nel mettere dialetticamente in difficoltà gli avversari.

DI COSA SI TRATTA

Definizione di “Torneo di disputa”. Capacità e competenze necessarie per svolgere una

disputa. Criteri generali per la vittoria.

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SEZIONE 1

Cos’è un Torneo di disputa

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Il protocollo “Patavina Libertas” richiede il coinvolgimento di 2 squadre composte da 8 persone ciascuna: 6 effettuano ciascuno dei 6 interventi previsti dal protocollo e 2 collaborano con i compagni di squadra, dando suggerimenti su come argomentare, replicare o difendersi. Delle due squadre una è chiamata squadra “pro” e ha l’onere di sostenere la tesi data dall’affermazione del topico, l’altra è chiamata “contro” e ha l’onere di sostenere la tesi data dalla negazione del topico.

I tempi per gli interventi cambiano al cambiare del tipo di intervento, come da schema presentato qui a sinistra. Tra gli interventi 1-3, che caratterizzano la fase chiamata di argomentazione e gli interventi 4-6, che individuano la fase chiamata di replica, sono accordati 10 minuti affinché i componenti della squadra possano consultarsi tra loro e col professore che segue la loro preparazione, per elaborare la strategia da seguire nella fase di replica.

SUL PROTOCOLLO DI DISPUTA

In cosa consistono le squadre “pro” e “contro”. Si presenta la struttura generale della disputa. Si affrontano analiticamente i 7 momenti della

disputa, commentando le peculiarità di ciascuno.

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SEZIONE 2

Il protocollo“Patavina libertas”

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Lo svolgimento degli interventi può essere invece sintetizzato nei sette momenti di seguito analizzati.

1. Prologo: intervento introduttivo del dibattito. Esso richiede la presentazione sintetica della problematicità inerente alla questione affrontata, l’esplicitazione dei principi alla base della propria posizione, l’enunciazione della posizione assunta, la definizione dei termini chiave impiegati dalla squadra nel corso del dibattito e l'anticipazione della linea argomentativa che la squadra sosterrà nel corso dell’incontro. Una linea guida per strutturare questo intervento è la seguente: a) problematizzare la questione della disputa: perché la questione è avvertita come un problema? Perché è importante risolvere tale problema? b) affermare la propria posizione; c) definire i termini: quali sono le definizioni dei termini chiave che costituiscono la questione del dibattito e su cui si basa la propria posizione? d) presentare in modo sintetico gli argomenti: con quali argomenti nel corso della disputa verrà sostenuta la propria posizione?

2. Prima argomentazione: questo intervento prevede l’esposizione di alcuni argomenti a sostegno della propria posizione (gli argomenti rimanenti verranno presentati nella seconda argomentazione). La seguente linea guida può risultare utile: quali motivi e ragionamenti abbiamo a sostegno della nostra posizione? Quali dati o fonti garantiscono la validità dei nostri motivi, ragionamenti e informazioni? Che esempi possiamo addurre per consolidare

quanto sostenuto? Su quali principi si fondano le ragioni che abbiamo addotto?

Domande: in questo periodo i componenti della squadra avversaria a quella che ha svolto l’intervento di argomentazione potranno porre al massimo due domande.

Risposte: le risposte alle due domande dovranno essere date da chi ha eseguito l’intervento di argomentazione. Per l’elaborazione delle risposte non sarà concessa la consultazione con i compagni di squadra.

3. Per l’intervento di seconda argomentazione vedi “2. Prima argomentazione”.

4. Pausa: questa fase, caratterizzata dalla sospensione per 10 minuti dell’attività di disputa, è preparatoria alla fase di replica. In questi 10 minuti i disputanti dovranno pensare sia a quali critiche avanzare alla posizione avversaria, al fine di contestarne la validità, sia a come difendersi dalle critiche che gli avversari muoveranno. In questo periodo potrà interagire con la squadra solamente il professore che segue e allena la squadra.

5. Prima replica: l'intervento prevede 2 minuti per l’esposizione delle controargomentazioni (refutations) volte a contestare la validità della posizione degli antagonisti. In questa fase la messa in discussione della verità o probabilità degli elementi, o della validità del legame tra gli elementi, che compongono le argomentazioni è fondamentale. L’individuazione di fallacie, come le generalizzazioni indebite, autorità irrilevanti, conclusioni che non seguono

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dalle premesse, petizioni di principio, etc., è un’ulteriore strategia da utilizzare; anche la contestazione della posizione avversaria attraverso le conseguenze negative che deriverebbero se concedessimo quanto da loro sostenuto, è spesso importante. Tra le altre strategie si annoverano inoltre il confronto della posizione avversaria con altre teorie alternative più valide, e possibilmente vicine alla nostra, e la contestazione del modo in cui è stata interpretata la questione del dibattito, qualora effettivamente tale interpretazione non sia giustificabile. Questo intervento risponde principalmente alla domanda: per quale motivo la posizione degli avversari non è valida?

Difesa: In questo minuto dovranno essere contestate le critiche avanzate alla propria tesi cercando di ristabilire la credibilità e validità della propria posizione.

6. Per l’intervento di seconda replica vedi “5. Prima replica”.

7. Epilogo: è l’intervento conclusivo del dibattito. In esso viene richiesto di riproporre in sintesi la strategia della propria squadra, ossia la linea argomentativa seguita nel corso della disputa. In questo intervento, tenendo ben presente che si tratta dell’ultimo intervento dell’incontro prima della valutazione dei giudici e quindi la necessità di eseguire un discorso efficace, risulta importante anche esplicitare i punti forti della propria posizione e quelli deboli della squadra avversaria, attraverso, appunto, un singolare riepilogo del dibattito strutturato in base ai punti principali su cui le due squadre si sono trovate maggiormente in

disaccordo. Tale intervento risponde alla domanda: perché la propria posizione dovrebbe essere riconosciuta preferibile a quella degli antagonisti?

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Capire cosa viene valutato, consente di focalizzare cosa ci si attende dal disputante e, perciò, dalla squadra nel suo complesso. Vedremo di seguito che ciò che è oggetto di valutazione circa l’argomentare sono sei parametri principali. Essi sono l’argomentazione, il contenuto, la strategia, la controargomentazione, il domandare e il difendersi. Attraverso di essi ogni fase della disputa, svolta secondo il protocollo “Patavina Libertas”, viene chiarito nella sua funzione.

L’argomentazione si distingue per la completezza: gli elementi essenziali che la compongono non devono mancare (dati, garanzie, fondamento, conclusioni). La conclusione deve derivare validamente dalle premesse. Essa deve essere persuasiva, perciò le sue premesse devono essere quanto più possibile probabili e la conclusione deve essere condivisibile. La disposizione degli elementi dell’argomentazione e la loro relazione devono essere esposti in modo chiaro.

VALUTARE L’ARGOMENTAZIONE

Cosa significa argomentare. Come organizzare i contenuti che si vogliono

comunicare. Quali strategie usare. Come controargomentare. Sul domandare. Sul difendersi dagli attacchi.

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SEZIONE 3

Valutare l’argomentazione

CRITERI DI VALUTAZIONE ARGOMENTATIVA

- PROGETTO “PALESTRA DI BOTTA E RISPOSTA” –

ARGOMENTAZIONE

COMPLETEZZA: è opportuno che l’argomentazione sia costruita ed esposta senza trascurarne gli elementi essenziali. Tali elementi sono quelli individuati da Toulmin in Gli usi dell’argomentazione: conclusione, dati, garanzie, e fondamento. VALIDITÀ: posti gli elementi costituenti dell’argomentazione, è opportuno che la conclusione ne sia una congrua derivazione. La congruenza della derivazione sarà valutata in base alle regole d'inferenza deduttiva e induttiva. PERSUASIVITÀ: è opportuno che le premesse su cui si basano i ragionamenti avanzati nel dibattito siano quanto più possibili probabili o condivise. DISPOSIZIONE: è opportuno che i vari elementi dell’argomentazione, e la loro relazione, siano esposti in modo chiaro.

CONTENUTO

ATTENDIBILITÁ: è opportuno che le fonti e i dati impiegati siano rilevanti, il più possibile noti e citati con precisione. INFORMATIVITÁ: è opportuno che ciascun intervento fornisca le informazioni necessarie per sostenere l’argomentazione in esso avanzata e arricchisca informativamente la posizione sostenuta dalla squadra. PROPRIETÁ LESSICALE: è opportuno che il lessico impiegato sia quello appropriato alla materia trattata.

STRATEGIA

COERENZA: è opportuno che nel corso del dibattito la linea argomentativa sostenuta dalla squadra non sia modificata o contraddetta dai componenti della squadra stessa. CONFORMITÁ: è opportuno che ciascun intervento si conformi alla funzione (prologo, argomentazione, replica, etc.) per esso prevista.

CONTROARGOMENTAZIONE

OFFENSIVITÁ: è opportuno che la plausibilità degli elementi che costituiscono l’argomentazione avversaria o quella delle relazioni esistenti tra tali elementi, sia contestata.

DOMANDE

ESPLORATIVITÁ: è opportuno che le domande mirino a chiarificare al meglio la posizione degli avversari. DIALETTICITÁ: è opportuno che le domande conducano l’avversario a concedere elementi attraverso i quali elaborare le proprie repliche. POLEMICITÁ: è opportuno che le domande conducano gli avversari ad esprimersi su aspetti deboli della loro posizione.

DIFESA

DIFENSIVITÁ: è opportuno che la plausibilità degli elementi costitutivi l’argomentazione, nonché quella delle relazioni esistenti tra tali elementi, sia ristabilita qualora contestata dagli avversari.

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Il contenuto dell’argomentazione deve essere attendibile, affidabile. L’argomento deve essere sostenuto sulla basa di informazioni che arricchiscono e sostengono quanto si vuole difendere. La competenza conoscitiva conferisce particolare solidità alle tesi difese, perché dà all’ascoltatore l’impressione che chi parla sia un esperto, sappia quel che dice. Essa quindi gli conferisce particolare credibilità. Il lessico deve essere appropriato alla materia trattata.

La strategia scelta nel sostenere le proprie tesi deve essere sempre coerente. Cambiare linea argomentativa o, peggio, contraddirla, deve essere evitato. Ogni intervento deve essere conforme alla funzione formale assegnatagli (prologo, argomentazione, replica, etc.).

In fase controargomentativa, l’offensività è un valore. Si devono contestare le tesi avversarie o, comunque, i punti deboli del discorso avversario.

Durante il contraddittorio porre domande può essere una via vincente. Le domande che aiutino a esplorare la posizione avversaria possono rivelarsi utili nella misura in cui riescono a evidenziarne le debolezze. La finalità del domandare è comunque dialettica, cioè tesa a favorire il contraddittorio. L’intento polemico è una componente strutturale del domandare del dibattito: bisogna scavare nella direzione dei punti deboli.

In fase difensiva è opportuno ristabilire la plausibilità delle proprie tesi, nonostante le critiche avanzate dagli avversari.

I sei parametri ora analizzati devono essere studiati dai partecipanti al torneo di disputa, così che possano prepararsi avendo già in mente cosa curare in maniera particolare. I parametri dell’argomentare non sono però tutto: anche il modo di porsi, di comunicare verbalmente e non verbalmente sono di grande importanza. Una argomentazione anche molto buona, porta male rischia di perdere molto del suo valore. Alla discussione dei parametri circa la comunicazione è dedicata la sezione che segue.

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La gestualità e la postura vanno calibrate attentamente. La posizione del corpo dice molto della sicurezza, ovvero dell’insicurezza del relatore. Una postura che denoti sicurezza di sé mette l’ascoltatore in una disposizione di apertura e fiducia nei confronti di chi parla.

La voce deve essere sorvegliata nel volume, nell’intonazione e nel ritmo. Un volume troppo alto o troppo basso infastidiscono, o rendono difficile seguire il discorso. Anche l’intonazione è molto importante. Ad esempio, una intonazione allegra quando si trattano cose tristi, o tragiche fa pensare che il relatore sia una persona superficiale. Il ritmo può essere fatale: se, ad esempio, si parla troppo velocemente, l’uditorio può non riuscire a capire.

Infine, lo sguardo sia rivolto all’uditorio, o all’interlocutore diretto (nei casi di confronto dialettico), ma non si nasconda negli appunti preparati, o sia fisso verso il basso. In quest’ultimo caso l’uditorio avrebbe l’impressione che il relatore abbia qualcosa da nascondere, o sia insicuro.

VALUTARE LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

Sull’importanza della gestualità e della postura. Come usare la voce. Lo sguardo.

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SEZIONE 4

Valutare la comunicazione non verbale

CRITERI DI VALUTAZIONE COMUNICAZIONE PARAVERBALE E NON-VERBALE

GESTUALITÁ E POSTURA

COERENZA COL DESTINATARIO: è opportuno che il corpo si orienti coerentemente al destinatario del messaggio. EFFICACIA: è opportuno che la postura corporea non pregiudichi l’utilizzo dei canali propri della comunicazione non verbale. COERENZA TESTUALE: è opportuno che la gestualità sia coerente con i concetti, l’intonazione e le emozioni presenti nel testo dell’intervento. DA EVITARE: tenere sempre le mani in tasca, roteare costantemente la penna tra le dita; toccarsi i capelli persistentemente; tenere le gambe incrociate; oscillare col corpo; camminare costantemente lungo tutto l’intervento.

VOCE

VOLUME

ADEGUATEZZA CONTESTUALE: è opportuno che il volume sia adeguato alla circostanza in cui l’intervento si svolge e alla distanza presente con i vari uditori. RILEVANZA CONTENUTISTICA: è opportuno che il volume della voce sia modulato in relazione all’importanza dei contenuti esposti. DA EVITARE: parlare a voce molto bassa.

INTONAZIONE

COERENZA TESTUALE: è opportuno che l’intonazione sia coerente con la tipologia di frase espressa. DA EVITARE: d’esprimere un’affermazione in modo indeciso;; d’esporre una domanda, anche se retorica, come fosse un’affermazione.

RITMO

ADERENZA TEMPISTICA: è opportuno che il ritmo sia modulato al fine di coprire tutto il tempo concesso per il proprio intervento. CHIAREZZA ESPOSITIVA: è opportuno che il ritmo non pregiudichi la comprensione dei contenuti esposti: è importante scandire bene le parole. DA EVITARE: parlare troppo velocemente.

SGUARDO

COERENZA TESTUALE: è opportuno che lo sguardo sia diretto alla parte di uditorio a cui il testo si rivolge oppure sia coerente con le emozioni che il testo esprime. COERENZA CONTESTUALE: è opportuno che lo sguardo consideri la presenza delle diverse parti di uditorio coinvolte nell’ascolto dell’esposizione. DA EVITARE: guardare il foglio degli appunti lungo tutto l’intervento;; non guardare mai i giudici o la squadra avversaria; portare lo sguardo a terra.

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PARTE SECONDAovvero

Lo scontro tra IVA e IVB

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Fin qui abbiamo visto cosa in teoria è una disputa, ora vediamone una esemplificazione. Presso il Liceo Scientifico annesso al Convitto Nazionale “P. Diacono” di Cividale del Friuli (UD), si è svolta una gara di disputa tra le due classi quarte del Liceo Scientifico, il 6 marzo 2012. Il tema scelto si agganciava al programma curricolare di filosofia e a quello di italiano e consentiva perciò spunti di approfondimento interessanti. Esso era: “Chi governa deve essere pronto a sacrificare la propria coscienza per il bene comune”.

Il Liceo Scientifico è composto da due sezioni. Era perciò naturale che a confrontarsi fossero due classi, una per sezione. Le classi più adatte per una simile impresa sono le quarte, per un motivo intrinseco al curriculum liceale. Le quarte hanno già una certa esperienza della filosofia (cominciata in III) e non hanno ancora l’urgenza dell’esame finale, che preoccupa le quinte. Perciò ad affrontarsi sono state la IVA e la IVB. La selezione dei partecipanti è stata fatta sulla base del rendimento scolastico, della disponibilità degli allievi e della valutazione

SUI CONTENDENTI

Dove, quando e cosa si è discusso. Chi ha partecipato. Lista dei partecipanti e ruoli in IVB, la squadra

“pro”. Lista dei partecipanti e ruoli in IVA, la squadra

“contro”.

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SEZIONE 5

Le due squadre in campo

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della loro capacità di dare un buon contributo in questo genere di iniziativa. La composizione delle squadre è stata fatta dai due capisquadra, scelti direttamente dal docente, in accordo con il docente stesso.

Gli allievi di IVB coinvolti sono stati: Jacopo Autorino, Paolo Bortolosso, Gabriele Fadini, Nicola Muner, Elena Onesti, Fabio Rizzi. Come squadra hanno scelto di chiamarsi: “Kanterini”. A Fadini è andato il compito di fare l’intervento di apertura, mentre Rizzi e Autorino hanno sostenuto le due argomentazioni pro. Nella fase di replica, hanno parlato Rizzi e Muner. Da riserva hanno fatto Bortolosso e Onesti. Ha concluso Muner, capitano della squadra.

Gli allievi di IVA coinvolti sono stati: Fedora Bernard, Vittorio Davidoni, Luca De Marco, Giacomo Silvio Di Marco, Silvia Fattori, Ivan Namor. La squadra si è data nome: “Insidious”. Bernard ha svolto l’introduzione, mentre Fattori e Namor hanno sostenuto le due argomentazioni contro il topico. Nella fase di replica, hanno parlato Fattori e Namor. Ha concluso Di Marco. De Marco e Davidoni hanno svolto la funzione di riserve. Il capitano della squadra era Ivan Namor.

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Il primo argomento dei Kanterini è stato presentato da Rizzi. Essi hanno osservato che il patto sociale che si stabilisce tra governante e governati nasce dall’esigenza che qualcuno, alla fine il governante, si prenda cura del bene comune. Il governante perciò ha il preciso dovere di fare tutto ciò che è necessario per il bene comune, se necessario anche sacrificarsi.

Il secondo argomento, sostenuto da Autorino, che un buon governante è colui che si occupa dei suoi sudditi. Egli deve saper prendere decisioni importanti anche in circostanze difficili, essendo flessibile. Egli deve insomma essere pronto a mettere da parte i propri principi per il bene comune.

Muner, nella conclusione, ha evocato una immagine suggestiva: come il capitano di una nave, o di un aereo, è direttamente responsabile dell’equipaggio e dei passeggeri tanto che, in caso di emergenza, è pronto a sacrificarsi per loro, essendo l’ultimo che abbandona il veicolo, così anche i governanti, capitani della nazione che guidano, devono essere pronti al sacrificio di sé.

GLI ARGOMENTI DEI “KANTERINI”

Il primo argomento che fa leva sul senso di responsabilità del governante e sui suoi doveri, dato il contratto sociale.

Il secondo argomento dei “Kanterini” fa leva sulla necessità, per il governante, di essere flessibile.

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SEZIONE 6

Strategia argomentativa dei Kanterini

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“Chi non si è mai trovato di fronte a un tale dilemma: meglio rinunciare a se stessi, o a ciò che si pensa essere il bene di tutti? È una domanda che riguarda ognuno: non solo chi governa, ma anche i cittadini, o i sudditi”. Con queste parole di Fedora Bernard si è aperto l’intervento degli Insidius che aveva l’onere di sostenere la tesi contro il topico.

Nella prima argomentazione, svolta da Silvia Fattori, gli Insidius hanno sostenuto un argomento di tipo prudenziale. Essi hanno preliminarmente osservato che chi governa è un essere umano e perciò limitato, tanto da non sapere cosa sia esattamente il bene comune. Su questa base hanno concluso che il sacrificio del governante potrebbe rivelarsi del tutto inutile.

La seconda argomentazione, svolta da Ivan Namor, ha il tenore di un argomento per assurdo. Gli Insidius infatti hanno sostenuto che, sacrificando la propria coscienza, chi governa perde la sua aspirazione primaria: la felicità. Si tratta di un esito che mostra l’inaccettabilità della tesi pro.

Il loro ammonimento, ispirandosi alle parole di Gandhi, è stato che “chi perde la propria individualità, perde tutto”.

GLI ARGOMENTI DEGLI “INSIDIOUS”

Sull’incipit della squadra Insidious. Sul primo argomento prudenziale sostenuto dalla

squadra. Sul secondo argomento, svolto mostrando l’assurdo cui

porta la tesi pro.

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SEZIONE 7

Strategia argomentativa degli Insidious

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TERZA PARTE Il vincitore e un bilancio

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Il topico, lo si è detto, va difeso da una squadra (“pro”) e attaccato dall’altra (“contro”). In un torneo di disputa la vittoria non è assegnata, ovviamente, alla squadra che ha sostenuto il corno del topico in assoluto migliore. Infatti, le tesi erano assegnate prima della disputa su decisione dell’organizzazione. Il criterio col quale di regola si stabilisce il topico è che esso consenta un certo spazio di argomentazione almeno plausibile a entrambe le squadre. In effetti, anche in questo caso, il topico poteva essere attaccato e difeso con argomenti piuttosto forti da entrambe le parti. In tal modo, anche la squadra col compito più difficile poteva fare un’ottima figura.

Le due squadre sono state molto combattive, hanno mostrato di essersi preparate con cura e si sono confrontate animate da un positivo spirito di competizione. L’inesperienza rispetto a questo tipo di iniziative ha influito su alcuni dei partecipanti, causandone incertezze e qualche lieve momento di difficoltà, soprattutto quanto alla gestione dei tempi e delle scadenze del

L’ESITO DELLA DISPUTA

Come si formula un topico. Sulla qualità delle squadre in campo. Il giudizio qualificato di docenti presenti, non

direttamente coinvolti nell’organizzazione. Sul vincitore e, in genere, sulla qualità della disputa.

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SEZIONE 8

Il vincitore

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proprio discorrere. Alcuni, più insicuri, hanno faticato a tenere una postura e un atteggiamento che non tradissero un certo disagio, soprattutto all’inizio della loro esposizione. Nonostante queste difficoltà, soprattutto quando si è entrati nel vivo dello scontro dialettico, tutti hanno dato il meglio di sé.

Alcune insegnanti, cioè la professoressa Antonella Basso e la professoressa Maria Cristina Tonchia, non direttamente coinvolte nel lavoro di giudici, né nell’organizzazione dell’iniziativa e però presenti alla disputa, hanno rilevato il notevole grado di coinvolgimento degli studenti e la buona qualità media nell’argomentare e nel difendere le proprie tesi.

I giudici hanno concordato pienamente sull’assegnazione della vittoria, ma hanno altresì rilevato che si è trattata di una vittoria di stretta misura. Entrambe le squadre si sono fatte onore. Certi passaggi, in fase di presentazione e in fase dialettica, sono stati gestiti in maniera persino brillante. Alla fine però un vincitore doveva essere decretato e perciò questa volta il nome è stato quello degli Insidius! Le congratulazioni vanno a tutti e dodici i partecipanti, ma la palma della vittoria è di questi sei, che hanno saputo dare quel qualcosa di più che, a volte, riesce a fare la differenza. Chapeau!

Lo scontro tra le classi del Liceo scientifico, in realtà è solo l’inizio di un’avventura ancora più impegnativa e difficile e perciò affascinante: lo scontro dello Scientifico col Liceo Classico del Convitto Nazionale. L’epica contesa è fissata per il 28 aprile 2012. Questa volta le squadre saranno composte da otto studenti. Il Liceo Scientifico presenterà una squadra con alcuni tra i migliori degli studenti misuratisi nella disputa cui si aggiungeranno delle new entries. La squadra del classico sarà composta da studenti della II. Il topico sarà: “La ragione è della maggioranza”. Gli arbitri saranno, addirittura, i fondatori dell’iniziativa dei tornei di disputa: il prof. Adelino Cattani e il dott. Manuele De Conti, oltre al prof. Alessandro Guglielmotti come segna tempo.

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Squadre coinvolte

Insidious (IVA)

Fedora Bernard

Vittorio Davidoni

Luca De Marco

Giacomo Silvio Di Marco

Silvia Fattori

Ivan Namor

Kanterini (IVB)

Jacopo Autorino

Paolo Bortolosso

Gabriele Fadini

Nicola Muner

Elena Onesti

Fabio Rizzi

Giuria di gara

Luisa Gallizia

Alessandro Guglielmotti

Gian Paolo Terravecchia

Video e foto

Sara Benati

Mara Predan

Redazione del testo

Gian Paolo Terravecchia

Un grazie particolare ad Adelino Cattani e Manuele De Conti, i due principali organizzatori dei tornei veneti. Ci hanno fatto avere il protocollo della disputa e i materiali per la valutazione.

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Hanno contribuito