Italia mia, benché l parlar sia indarno VV. 1-30 Italia mia, benché l parlar sia indarno VV. 1-30...
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Italia mia, benché ‘l parlar sia
indarno
VV. 1-30
Italia mia, benché ‘l parlar sia
indarno
VV. 1-30
Parma, Inverno 1344-45
Ben provide, Natura al nostro stato
Quando de l’Alpi schermo
Pose fra noi et la tedesca rabbia;
Ma ‘l desir cieco, e ‘ncontra ‘l suo ben fermo,
S’è poi tanto ingenato,
Ch’al corpo sano à procurato scabbia.
Or dentro ad una gabbia
Fare selvaggie et mansüete gregge
S’annidan sì, che sempre il miglior geme;
Et è questo del seme,
Per più dolor, del popol senza legge,
Al qual, come si legge,
Mario aperse sì ‘l fianco,
Che memoria de l’opra ancho nn langue,
Quando assetato et stanco
Nn più breve del fiume acqua che sangue.
La natura provvide adeguatamente alla nostra esistenza, quando mise la
protezione delle Alpi fra noi e la ferocia tedesca; ma poi il desiderio cieco, e tenace contro il proprio interesse, si è a tal punto dato da fare, che ha procurato corruzione
al corpo sano. L’avidità senza discernimento e testarda dei potenti ha
distrutto le difese offerte dalla natura alla penisola, corrompendola. Ora belle
selvagge e greggi mansueti abitano dentro a una gabbia, così che il migliore sempre è oppresso; e questo viene, per più dolore,
dalla discendenza del popolo senza civiltà, al quale, come si legge, Mario inflisse una tale sconfitta che ancora non si spegne il ricordo dell’evento quando assetato e
stanco non bevve dal fiume più acqua che sangue.
PARAFRASI
Cesare taccio che per ogni piaggia
Fece l’erbe sanguigne
Di lor vene, ove ‘l nostro ferro mise.
Or par, non so per che stelle maligne,
Che l’ cielo in odio n’aggia:
Vostra mercé, cui tanto si commise.
Vostre voglie divise
Guastan del mondo la più bella parte.
Qual colpa, qual giudicio o qual destino
Fastidire il vicino
Povero, et le fortune afflicte et sparte
Perseguire, e ‘n disparte
Cercar gente et gradire,
Che sparga ‘l sangue et venda l’alma a prezzo?
Io parlo per ver dire,
Nono per odio d’altrui, né per disprezzo .
Non parlo di Cesare che per ogni terra insanguinò l’erbe del loro sangue,
ovunque portò la spada nostra. Ora pare che il cielo ci abbia in odio non so per che stelle malefiche: grazie a voi, ai
quali è stato affidato un così alto compito. Le vostre avidità discordi guastano la più bella regione del
mondo. Quale colpa, quale punizione o quale destino vi spinge a opprimere i
vicini poveri, e perseguitare i beni impoveriti e dispersi, e a cercare e
gradire gente straniera, che sparga il proprio sangue e venda l’anima per
denaro? Io parlo per dire la verità, non per odio né per disprezzo di qualcuno.
METAFORE: - Ch’al corpo sano à procurato scabbia (v.38)
- Or dentro ad una gabbia fiere selvagge et mansüete gregge s’annidan sì, che sempre il miglior geme (vv.39-41)
PROSOPOPEA: Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno…(vv.1 sgg.)
PRETERIZIONE: Cesare taccio che per ogni piaggia…(vv.49 sgg.)
Collocazione
CXXVIII del Canzoniere
Datazione
1344-45 a Parma
Schema metrico
Canzone di 6 stanze di 16 versi secondo lo chema metrico:AbC, BaC; cDEeDdfGfG (anche per congedo)
Tema politico e tema religioso
Degenerazione della vita politica degli stati italiani/degenerazione dei costumi
eclesiastici
Utilizzo da parte dei signori di truppe mercenarie straniere
“ Ahi lasso, or è stagion de doler tanto”Guittone d’Arezzo
Collegamento con Dante Alighieri
VV 65 a VV 96
La più grande canzone politica di Petrarca
La più grande canzone politica del Trecento
Particolarismo
Situazione di Parma, venduta da Azzo da Correggio a Obizzo d‘Este
Meccanismo delle alleanze
Bologna, Verona e Forlì
Scopo = richiamo alla civiltà nazionale italiana
Né v'accorgete anchor per tante provedel bavarico ingannoch'alzando il dito colla morte scherza?Peggio è lo strazio, al mio parer, che 'l danno;ma 'l vostro sangue piovepiú largamente, ch'altr'ira vi sferza.Da la matina a terzadi voi pensate, et vederete cometien caro altrui che tien sé cosí vile.Latin sangue gentile,sgombra da te queste dannose some;non far idolo un nomevano senza soggetto:ché 'l furor de lassú, gente ritrosa,vincerne d'intellecto,peccato è nostro, et non natural cosa.
Analisi della poesia
Schema metrico: ABCBAC CDE EDDFGFGNella strofa è presente un paradosso ossia la concezione dell'epoca die popoli nordiciLa strofa è ricca di metafore ( es ma 'l vostro sangue piove)
E non vi accorgete ancora con tante dimostrazioni dell'inganno dei soldati germanici che alzando il dito si beffano della morte? A parer mio è peggio lo scherno che il danno; ma il sangue dei vostri viene versato con più larghezza dato che vi incita un odio ben maggiore. Pensate a voi stessi dall'alba alle nove e vedrete quanto consiedera degni gli altri chi considera sè così vile. Nobile sangue latino libarati di questi pesi dannosi; non trasformare in un mito una fama illusoria senza fondamento: dal momento che è colpa nostra e non cosa naturale che la violenza del nord popolazione arretrata ci vinca in intelligenza.
Non è questo 'l terren ch'i' toccai pria?Non è questo il mio nidoove nudrito fui sí dolcemente?Non è questa la patria in ch'io mi fido,madre benigna et pia,che copre l'un et l'altro mio parente?Perdio, questo la mentetalor vi mova, et con pietà guardatele lagrime del popol doloroso,che sol da voi riposodopo Dio spera; et pur che voi mostriatesegno alcun di pietate,vertú contra furoreprenderà l'arme, et fia 'l combatter corto:ché l'antiquo valorene gli italici cor' non è anchor morto.
Non è questa la terra che io toccai per prima? Non è questo il mio nido in cui fui nutritocosì dolcemente? Non è questa la patria nella quale io ho fiducia, madre benevola e pietosa, che copre l'uno e l'altro mio genitore? In nome di Dio, queste cose talora vi muovano la mente e guardate con pietà le lagrime del popolo addolorato, che spera serenità solo da voi dopo Dio; e solamente che voi mostriate qualche segno di pietà e il valore prenderà le armi contro la brutalità e il combattimento sarà breve : perchè l'antico valore non è ancora morto nei cuori italiani.
Questa strofa esordisce con tre domande retoricheIn questa strofa vi sono molti latinismi.La strofa si apre con una anafora non perfetta ( Non)
Analisi
VV 81 a Vv 96
Schema metrico: ABCBAC CDE EDDFGFG
Stile della poesia
●Sostenutezza retorica
●Uso della metrica
●Richiami alla romanità e al latino
<< Latino lingue gentile, sgombra da te queste dannose some>>
Stile quasi religioso
Richiamo alla civiltà e lingua latina
•CONTENUTODopo la morte, l’anima si presenta nell’aldilà senza protezione (il corpo) per il giudizio finale.Credere più nella fede religiosa cristiana.Usare le forze per compiere imprese importanti e non per combattere.Messaggio di pace valido solo per chi non è corrotto e che ama contemplare la verità.
Strofe da 16 versi. Congedo (10 versi). Schema rimico: AbC, BaC; cDEeDdfGfG. Latinismi:• Et• Necesse est (vv.101) Metafore:• Mirate come l’tempo vola (vv. 97)• Convien ch’arrive a quel dubbioso calle. Al passar questa valle (vv.
102-103). Perifrasi:• Già dell’usanza pessima et ntica, del ver sempre nemica (vv.117-
118).
Idea politica di Petrarca Universalismo politico Tradizione dell’impero romano Rifiuto logica particolarismo municipalista Anima e corpo L’anima vive per sempre Trasmigrazione delle anime Corruzione Se sei corrotto, non puoi contemplare la verità. Si tratta quindi di
una salvezza dal giudizio universale. Contemplazione del mondo antico in piccole strofe.