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ITALIA DEL NORD EST (e Slovenia) Di Luigi Bartezaghi Trascorso il natale nell’intimità della casa con figli e parenti siamo pronti a partire per questa breve vacanze invernale. Non siamo amanti della neve o dello sci e preferiamo, appena possibile, approfittare di giorni di ferie per visitare luoghi sconosciuti. Partiamo da Milano a mezzogiorno dopo aver caricato il Kreos di vettovaglie e viveri e ci dirigiamo verso est, unica zona dove non sia prevista neve, pioggia o traffico sostenuto; solo freddo intenso, ma a dicembre è normale e il camper è attrezzato per darci tutto il calore che ci serve. Ci fermiamo in autogrill per mangiare un trancio di pizza da Spizzico e poi ci rimettiamo in marcia sulla A4. Al tramonto che d’inverno sono solo le 16,30 siamo a Punta Sabbioni. Nel piazzale prima dell’imbarco vediamo dei camper in sosta e ci aggreghiamo. Rinunciamo a raggiungere l’AA che si trova pochi metri più avanti per il costo che riteniamo esorbitante per la stagione (€ 17,00 + € 3,00 per la corrente). Per un po’ vagheggiamo l’idea di raggiungere Venezia in notturna, ma il vento gelido che soffia teso ci fa recedere dal nostro proposito. Così ci rilassiamo in dinette con un buon libro e rimandiamo a domani mattina la visita a questa perla italiana che non ci

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ITALIA DEL NORD EST (e Slovenia) Di Luigi Bartezaghi

Trascorso il natale nell’intimità della casa con figli e parenti siamo pronti a partire per questa breve vacanze invernale. Non siamo amanti della neve o dello sci e preferiamo, appena possibile, approfittare di giorni di ferie per visitare luoghi sconosciuti. Partiamo da Milano a mezzogiorno dopo aver caricato il Kreos di vettovaglie e viveri e ci dirigiamo verso est, unica zona dove non sia prevista neve, pioggia o traffico sostenuto; solo freddo intenso, ma a dicembre è normale e il camper è attrezzato per darci tutto il calore che ci serve. Ci fermiamo in autogrill per mangiare un trancio di pizza da Spizzico e poi ci rimettiamo in marcia sulla A4. Al tramonto che d’inverno sono solo le 16,30 siamo a Punta Sabbioni. Nel piazzale prima dell’imbarco vediamo dei camper in sosta e ci aggreghiamo. Rinunciamo a raggiungere l’AA che si trova pochi metri più avanti per il costo che riteniamo esorbitante per la stagione (€ 17,00 + € 3,00 per la corrente). Per un po’ vagheggiamo l’idea di raggiungere Venezia in notturna, ma il vento gelido che soffia teso ci fa recedere dal nostro proposito. Così ci rilassiamo in dinette con un buon libro e rimandiamo a domani mattina la visita a questa perla italiana che non ci

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stancheremmo mai di tornare a visitare. Dopo cena camminiamo lungo il molo, raggelati dal vento che quest’anno chiamiamo buran, a verificare lo stato avanzamento lavori del “Mosè”. Il cielo è terso e luminoso. Le stelle brillano e si vede benissimo Venezia in lontananza. È un piacere per lo spirito camminare soli in tanta bellezza. Al risveglio il posteggiatore, tornato al lavoro dopo due giorni di vacanza, ci ha offerto la possibilità di andarcene subito senza pagare oppure continuare la sosta al costo di € 18,00 per la giornata. Ovviamente non ci siamo fatti pregare e ci siamo spostati sul terrapieno a fianco della strada, parcheggiando gratuitamente (anche se con qualche timore). In compenso ci scippano € 28,00 per andare (e tornare) in vaporetto a San Marco. Venezia rimane uno spettacolo unico al mondo, e i veneziani pure. Negozi che aprono quando ne hanno voglia, tanta puzza sotto il naso e prezzi da capogiro. Noi camminiamo a lungo per le calli (alcuni riparati dal vento, altri infilati da aria gelida e tagliente a vetrini) da San Marco a Rialto e ritorno. Poi, quando la folla ha cominciato a intensificarsi e la temperatura a salire, siamo tornati al camper e ci siamo rimessi in marcia. Cerchiamo un a possibilità di sosta a Iesolo sul mare (ma è tutto privato e appannaggio degli alberghi) così ci infiliamo in autostrada direzione Slovenia. Prima sosta a Palmanova, rivelatasi una delusione. Probabilmente superba se vista dal cielo con le sue mura pentagonali e vie concentriche, ma che in questa fine dicembre non offre alcuna attrattiva al turista di passaggio. Riprendiamo la marcia su autostrada fino a Gorizia, trascurata nel passato a favore di Trieste e Udine. Troviamo posto nell’AA di viale Oriani e mentre inizia a tramontare ed il freddo si intensifica, noi cominciamo a girare la città. Lunga camminata sino alla sommità del castello da cui si gode una visione superba di Gorizia che si stende ai suoi piedi e poi rientro per il centro cittadino. Infreddoliti troviamo infine conforto nel calore del nostro camper dove trascorriamo una notte tranquilla. Cominciamo la giornata con una ricca e corroborante doccia. Sicuramente nella nottata la temperatura è scesa sotto zero e quando ci avviciniamo al camper service, una lastra di ghiaccio contorna la fontanella. Per smaltire il freddo accumulato nelle operazioni di carico e scarico ci affidiamo al riscaldatore da viaggio che facciamo funzionare a palla mentre ci dirigiamo al confine per la Slovenia. Entriamo subito in autostrada e paghiamo € 35,00 per la vignetta semestrale (il minimo possibile). Come prima meta abbiamo il castello di Predneja, ma lungo la via ci troviamo ad affrontare un vento (misurato da un anemometro ai bordi strada) di km. 136 orari che sposta letteralmente il camper. Nell’aria vola di tutto e un pulviscolo misto di polvere, particelle di erba e pattume oscura la visibilità. Inoltre a 10 km dalla meta, quando la strada comincia a salire, un cartello segnala il restringimento della strada e ponti di altezza appena superiore al Kreos. Non ho voglia di

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rovinarmi le vacanze e inverto la rotta, dirigendomi a Lubiana. Lungo la strada il pulviscolo da secco prima diventa bagnato e quindi gelato. Il parabrezza è interamente coperto da una fanghiglia che riusciremo a rimuovere solo una volta parcheggiati nel pieno centro della capitale.

€ 8,00 per una sosta consentita di 2 ore. Lubiana non è molto estesa e a confronto di altre capitali a misura d’uomo. Passeggiamo lungo il fiume dove varie bancarelle fanno del brocantage vario, mentre continua a imperversare un vento gelido. Per € 2,00 compriamo un cartoccio di caldarroste, che però non sono granché. Nel tentativo di riscaldarci entriamo a visitare la cattedrale, dove però è in corso la messa, e al punto informazioni dove mi ragguaglio sulle condizioni del tempo (siamo a – 1° a mezzogiorno), delle strade (pulite) e della possibilità di sosta a Bled verso cui ci dirigiamo dopo aver mangiato un panino al prosciutto al caldo del camper. È quasi tutta autostrada a buon scorrimento, ma quando arriviamo a Bled scopriamo che ha nevicato e i marciapiedi sono una lastra di ghiaccio. Non c’è posto dove fermare perché la strada circumnaviga il lago e c’è spazio solo per un sentiero pedonale ripulito alla meglio da un lato e alberghi dall’altro. La giornata è luminosa come solo in inverno capita di trovare, ma il freddo è pungente e la poca gente che passeggia è ben coperta e calza scarponi da neve o moon

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boot. L’unico campeggio aperto è 3 km dal lago, troppi da percorrere camminando. Così scattiamo qualche foto sostando lo stretto necessario nello slargo per la fermata della corriera e appena possibile riprendiamo la marcia. Cerchiamo ospitalità a Kraniska Gora.

Qui però la neve ha ripreso a scendere e ai lati ce n’è un discreto muretto ammonticchiato dagli spazzaneve. Inoltre in autostrada una vettura civetta della polizia ci ferma per un controllo dei documenti. È un momento di preoccupazione perché i poliziotti in borghese non ci ispirano affatto sicurezza. Oltretutto salgono a bordo e il controllo ci appare del tutto immotivato. Ci spiegheranno poi in un italiano stentato che hanno segnalato un camper sospetto some il nostro di rapitori di bambini in transito tra la Croazia e l’Austria. La disavventura non ci spinge a prolungare la nostra permanenza in Slovenia, inoltre temiamo che la temperatura possa scendere ulteriormente e al fine di evitare a Paola decidiamo di attraversare le alpi col sole e rientrare in Italia. Attraversiamo Fusine, Tarvisio e Pontebba attraverso paesaggi imbiancati su strade strette e tortuose, così entriamo nuovamente in A23 e proseguiamo sino a San Daniele del Friuli parcheggiando nella bella AA gratuita. Fa molto freddo anche qui e per tutta la notte la stufa farà il suo dovere. Al risveglio ce ne andiamo a spasso per il

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centro in cerca di prosciutto (a nostro avviso il più dolce ed il migliore in assoluto). Ci informiamo anche presso il centro informazioni che però non saprà indirizzarci bene. La nostra testardaggine viene però premiata quando a furia di domandare in giro, troverò un benzinaio ben disposto che mi indirizza ad un prosciuttificio artigiane dove ci spenneranno per bene con acquisti vari per noi, i figli e i nipoti. Per il pranzo ci fermiamo a Pordenone, un altro centro minore e poco pubblicizzato. Il parcheggio è proprio alle spalle del centro, molto piccolo, ben conservato e facilmente e velocemente visitabile. Gradevole cittadina ma certo non indimenticabile e quindi per la notte e l’ultimo giorno della nostra breve vacanza invernale decidiamo di far tappa a Padova. Il parcheggio adibito ai camper alle spalle del prato della valle è carissimo (per quello che offre) ma ha il pregio di essere proprio in centro ed inoltre è l’unica sosta di questo viaggio in cui paghiamo (in totale sono € 20,00 – la giornata va dalle 8 alle 20 e noi siamo arrivati alle 17,30).

Di sera giriamo per il centro illuminato e ancora addobbato festosamente alla scoperta di questa città che ci riserva una bella e gradevole sorpresa. Nell’ultimo giorno, prima del ritorno a Milano, andremo a visitare la cappella degli Scrovegni (assolutamente da non perdere) e la basilica di Sant’Antonio. Unica sgradevolezza le icone del santo, dove sono in mostra tra le altre

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reliquie la lingua e la mascella (a nostro avviso magari non del santo, ma di certo umane) Nel ritorno continueremo a chiederci come mai la nostra religione abbia reliquie così macabre da venerare e questo ci aiuta a superare l’inevitabile disagio del rientro, quando ti assale la consapevolezza che anche questa vacanza col tuo giocattolo preferito è finita e devi tornare alla quotidianità. Alla prossima.