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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 14 – 15 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Maggio – Ottobre.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: Se decideste di raggiungere l’isola via mare i porti di ingresso

più comunemente usati sono quelli di Messina se provenite

dalla Calabria (anche trasporto auto e ferroviario) o di

Palermo per le tratte più lunghe (rotte comunemente in uso

sono quelle da Napoli, Cagliari, Civitavecchia e Genova).

Altrimenti si possono utilizzare gli aeroporti di Palermo,

Catania, Trapani o Comiso.

FUSO ORARIO: ///

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° giorno: PALERMO

Capoluogo di una delle regioni più magnificenti di tutta Italia, la Sicilia, Palermo riassume in sé uno spaccato fedele di queste terra fatta da

gente straordinariamente ospitale, splendori architettonici, stili di vita conservatori e legati fortemente alla religione (imperdibile in tal senso

la Festa di Santa Rosalia in luglio), atmosfere rudi e legate alla vita di strada, qualche disagio legato ad alcune mancanze organizzative e

politiche (che si riflettono su un traffico spesso congestionato e una corruzione imponente), una cucina tra le migliori di tutto il Bel Paese e

una criminalità organizzata, la Mafia, che sebbene si stia di molto ridimensionando negli anni ha ancora un ruolo attivo nella vita sociale

locale. Non lasciatevi intimidire però: Palermo e i palermitani sono una tappa immancabile per ogni tour siculo e una volta qui vi chiederete

come mai e se davvero ci fosse un motivo di descriverla nell’immaginario collettivo a tinte tanto fosche. Palermo vanta anche una storia

millenaria e grazie alle successive diverse dominazioni (arabe, normanne) e forti influenze artistiche (bizantine, spagnole, rinascimentali e

barocche) che hanno plasmato uno dei mix architettonici più eterogenei a livello europeo, se non mondiale. Passeggiare per le sue vie adorne

di antiche facciate di palazzi aristocratici ora restaurate ora in decadenza sarà davvero un’esperienza indelebile nella vostra memoria.

Assi viari principali palermitani sono Via Maqueda, che taglia completamente il centro storico da nord a sud (dalla stazione centrale

a Piazza Castelnuovo), e Corso Vittorio Emanuele, che si snoda da est a ovest portandosi dal porto a Piazza Indipendenza.

Consigliamo di prendere a riferimento queste strade attraverso le quali vi orienterete molto più semplicemente nell’intricato dedalo

dei vicoli dei quartieri storici palermitani. Punto di inizio d’obbligo della vostra visita a Palermo sono i Quattro Canti, ossia

l’intersezione tra questi assi stradali, che costituisce il cuore geografico della Palermo antica. L’adiacente Piazza Pretoria accoglie la

monumentale Fontana Pretoria, una composizione ricca di statue di avvenenti ninfe poste in cerchi concentrici qui eretta nel 1573 e

che a causa dell’impudicizia della scultura i palermitani hanno soprannominato in antichità statua della vergogna.

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Via Maqueda, asse viario principale di Palermo e la Fontana Pretoria nota per le sue ninfe che in passato destarono scalpore.

Giusto un paio di isolati a sud si raggiungono quindi due antiche chiese, contrapposte tra loro per stile e impatto visivo: la Chiesa

Capitolare di San Cataldo e La Martorana. La prima è uno degli edifici di culto più antichi di Palermo, risalendo al XII secolo, ed è

l’espressione più feconda del tetro e austero stile arabo-normanno: solide forme squadrate, arcate cieche e delicati trafori esterni

fanno da cornice ideale ad interni bui ma molto suggestivi e ricchi di spiritualità, con pavimenti intarsiati e archi composti da pietre e

mattoni. La Martorana per contrasto è invece un luminoso edificio, anch’esso del XII secolo, ma che venne realizzato con l’idea di

farne una moschea (era il periodo della dominazione araba siciliana). Delicati pilastri decorati all’interno si alternano a mosaici

bizantini dagli sgargianti colori che specie nella raffigurazione del Cristo in trono con gli Arcangeli della cupola assumono riflessi

dorati davvero suggestivi specie con la potente luce del mattino. Terminate queste due visite iniziate a inoltrarvi nel quartiere

dell’Albergheria, lo storico quartiere del centro cittadino posto a sud-ovest rispetto ai Quattro Canti. Primo luogo che vi consigliamo

di raggiungere è il Mercato di Ballarò, il più affollato e caratterizzante tra i mercati stradali palermitani, spesso peraltro animato fino

a sera. Il mercato si contraddistingue per un mix di rumori, schiamazzi, prodotti in vendita a basso costo e la straordinaria

opportunità di acquistare cibo di strada di qualità a prezzi modici e di entrare in stretto contatto con la realtà locale. Qui potrete

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degustare buffitieri, panelle, cazzilli, sfincioni, pani ca meuse, stigghiole o granite a volontà avendo solo cura di non cadere in facili

indigestioni visto che la tentazione di assaggiare tutto questo ben di dio è spesso preponderante rispetto al buon senso di

conservazione!

I fastosi interni decorati a mosaico de La Martorana e i più spogli e austeri interni della Chiesa Capitolare di San Cataldo in stile

arabo-normanno, quindi il Mercato di Ballarò, vera anima della cittadina palermitana.

Quando vi sarete ripresi dall’immancabile abbuffata dirigetevi verso ovest fino a raggiungere il limitare dell’Albergheria, dove

potrete ammirare la chiesa anglo-normanna di San Giovanni degli Eremiti che svetta tra gli isolati un po’ squallidi di questa sezione

del quartiere. Circondata da palme, cactus, piante di agrumi e resti di mura la chiesa raggiunge il culmine della sua bellezza nel

chiostro che permette splendide viste sul vicino Palazzo dei Normanni. Questo palazzo è una delle gemme più preziose tra i tesori di

Palermo e deve il suo nome agli imponenti lavori di restaurazione che i normanni vi fecero sull’originale palazzo del IX secolo. Gli

Appartamenti Reali decorati con meravigliosi mosaici sono davvero emozionanti ma nulla equivale alla vista della Cappella Palatina,

costruita nel 1130 con splendenti a mirabolanti mosaici, pavimenti intarsiati in marmo e soffitti lignei di pregevolissima fattura, che

riflettono il grado di raffinatezza e evoluzione culturale che già all’epoca era stata raggiunta in Sicilia. I piani superiori del palazzo

sono invece oggi sede del parlamento regionale. Per accedere a questi siti è bene ricordarsi di prenotare per tempo la vostra visita.

Nel pomeriggio abbandonate quindi l’Albergheria per l’adiacente quartiere del Capo (o Monte di Pietà) sito giusto a nord del primo.

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Immediatamente avrete modo di scorgere l’imponente profilo della Cattedrale composto da linee a motivi geometrici, cupole, archi

ciechi e una serie di successivi accorgimenti architettonici che però non hanno minato l’impianto arabo-normanno primigenio.

L’interno anche se maestoso appare abbastanza essenziale con inserti marmorei che cingono le tombe e i tesori degli antichi re

normanni. Con una piccola deviazione ancora più a ovest del quartiere si possono poi raggiungere due siti di particolare interesse: le

Catacombe dei Cappuccini che ospitano le salme di 8000 palermitani morti tra il ‘600 e l’800 ancora rigidamente posti nelle loro

posizioni originarie di tumulazione che esprimevano il loro rango sociale, il genere o particolari condizioni (come per le vergini) e la

Zisa , un antico palazzo normanno in stile fatimita del XII secolo dalla forma quadrangolare accentuata, interrotta solo sui due lati da

torri quadrate e solcato nei tre ordini da arcature cieche. Rientrando nel tardo pomeriggio nel quartiere vale la pena di intrufolarsi

anche qui nel locale Mercato del Capo, in Via Sant’Agostino, un altro animato crogiolo di attività e persone intente a vendere

principalmente prodotti ortofrutticoli e alimentari ma in cui potreste anche riuscire a trovare qualche affare per quanto concerne

dell’oggettistica domestica. Per la serata invece la cosa migliore che vi proponiamo è quella di trovare un ristorantino tipico in cui

fermarvi ad assaporare alcune prelibatezze locali davvero imperdibili come i bucatini con le sarde, i cannoli o alcuni dolci

straordinari, anche al marzapane.

L’interno sontuosamente decorato della Cappella Palatina, gemma indiscussa del Palazzo dei Normanni, quindi il profilo arabo-

normanno della Cattedrale di Palermo e gli interni delle sinistre Catacombe dei Cappuccini.

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La seconda giornata di visita a Palermo si concentra invece sui quartieri storici siti più in prossimità del porto: ossia le aree de La

Kalsa e della Vucciria. La Kalsa possiede un passato tormentato: essendo una delle aree più vicine al porto nella seconda guerra

mondiale fu praticamente rasa al suolo dai bombardamenti alleati e in zona imperversò distruzione, disagio sociale e povertà per

molti anni (e in alcune vie ancora ora), tanto che Madre Teresa di Calcutta volle che in questo luogo sfortunato sorgesse una sua

missione giacché aveva intravvisto una certa rassomiglianza tra questa realtà e quella indiana da cui fuoriusciva. Oltre a questi

aspetti un po’ tetri La Kalsa vanta un trio di musei davvero interessanti, che meritano sicuramente la vostra attenzione. Per primo

raggiungete Palazzo Abatellis che custodisce la Galleria Regionale di Sicilia. Questa pinacoteca è una delle collezioni migliori di arte

siciliana dal medioevo al ‘700 e vanta capolavori come il Trionfo della Morte quattrocentesco qui portato da Palazzo Sclafani,

l’Annunziata di Antonello da Messina, il Trittico di Malvagna di Jan Gossaert e un famoso busto di Eleonora d’Aragona di Francesco

Laurana. Spingendosi di pochi isolati verso il porto merita una breve visita anche il Museo dell’Inquisizione, sito in Palazzo

Chiaromonte Steri, che ripercorre la storia dell’istituzione religiosa in terra palermitana che portò alla detenzioni di migliaia di

eretici tra il 1601 e il 1782 e che permette di entrare nelle antiche celle coperte di graffiti e composizioni artistiche create dai detenuti

nei loro periodi di custodia. In ultimo, ormai affacciato sulle acque del porto, non mancate assolutamente il Museo Internazionale

delle Marionette che custodisce 3500 pupazzi che sono stati qui raggruppati a partire dai migliori esempi di questa arte di strada

tipicamente italiana sia di Palermo, che di Catania che di Napoli. Anche se oggi gli spettacoli di marionette vengono solo inscenati ad

uso e consumo dei turisti fino al ‘700 questi spettacoli intrattenevano adulti e piccini ed erano diventati un tratto distintivo della vita

culturale locale. Vale davvero la pena di passeggiare un’oretta tra queste antiche rappresentazioni animabili e riflettere su come sia

cambiato il mondo e le offerte di svago nel volgere di pochissimi secoli.

Nel pomeriggio fate quindi rotta verso la Vucciria, un quartiere dal passato difficile e spesso considerato a Palermo come un covo e

territorio franco in mano alla Mafia ma che oggi si sta riscoprendo come una delle aree chiave per quanto concerne l’offerta culinaria

palermitana e soprattutto come il centro della vita notturna cittadina. In giornata comunque vale la pena di entrare nei due Oratori

principali della Vucciria: quello di Santa Cita con notevoli lavori di Giacomo Serpotta (Battaglia di Lepanto su tutti) e quello di San

Domenico con capolavori di Van Dyck in bella mostra e altri stucchi pregiati del Serpotta. Da non perdere per gli appassionati di

archeologica è anche il Museo Regionale Archeologico che accoglie numerosissime sculture rinvenute presso il tempio greco di

Selinunte. Le metope strappate ai templi e l’Efebo, statua bronzea recuperata, sono davvero notevolissime. In serata, se vi sono

spettacoli in programma, può essere un’interessante idea quella di assistere ad una rappresentazione teatrale presso il Teatro

Massimo, una grande costruzione neoclassica posta al limitare nord della città vecchia, reso celebre anche dalle ultime scene del film

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Il Padrino Parte Terza. Se invece siete propensi a divertimenti più sfrenati i bar e i locali di Via Chiavettieri o del distretto della

Champagneria (Piazza Olivella, Via Spinuzza e Via Patania) dovrebbero invece essere la meta delle vostre peregrinazioni.

Il Trionfo della Morte, capolavoro custodito presso la Galleria Nazionale di Sicilia, quindi una delle sale che accolgono le migliaia di

pupazzi del Museo Internazionale delle Marionette a La Kalsa e le animate vie della Vucciria di notte.

3° giorno: MONREALE, MONDELLO

Con la terza giornata in terra siciliana si abbandona il capoluogo Palermo per andare alla scoperta di due suoi tesori siti nelle immediate

vicinanze prima di compiere verso sera uno spostamento fin sulla costa trapanese occidentale.

Di buona mattina prendete la vostra auto e superate i sobborghi esterni di Palermo fino a raggiungere la splendida cittadina barocca di

Monreale (10km, 20 minuti), scenograficamente posta su uno sperone roccioso che domina la Conca d’Oro. Ciò che vi spingerò a

raggiungere questo posto panoramico è pero il complesso religioso del Duomo, sicuramente una delle vette dell’architettura normanna

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siciliana che però come molti altri monumenti incorpora anche al suo interno segni arabi, bizantini ed elementi classici. I suoi interni

completati nel 1184 per volere di Guglielmo II constano di scintillanti mosaici a fondo dorato (ben 6340m2 nell’insieme) che riproducono

scene del Vecchio Testamento e creano un’atmosfera vivace e opulenta. Altrettanto splendido è il chiostro adiacente, di influenze orientali,

sormontato da un perimetro di eleganti archi romani supportati da una squisita schiera di snelle colonne anch’esse decorate con mosaici. Il

complesso religioso è peraltro fortificato e affaccia su uno dei belvedere più grandiosi di Sicilia e merita al minimo un paio d’ore di

permanenza. Verso la tarda mattinata potrete quindi riprendere l’auto e portarvi a Mondello (25km, 35 minuti), la famosissima spiaggia per

antonomasia dei palermitani. Sono ormai passati molti anni dall’epoca in cui frotte di aristocratici in carrozza raggiungevano la località dal

centro di Palermo ma l’afflusso degli autoctoni alla spiaggia non si è mai interrotto e anzi in alta stagione troverete l’esperienza un po’

claustrofobica. Tuttavia la splendida lingua sabbiosa a mezzaluna contornata da numerosissimi chioschi di gelati, bar e negozietti e

sorvegliata dal maestoso profilo del Monte Gallo rimane un’esperienza da non mancare, non fosse altro che per bagnarsi in queste acque

calde e sorprendentemente trasparenti per essere in città e per entrare in contatto con i locali sempre pronti a riversarsi sul litorale per farsi

un bagno o crogiolarsi al Sole. Nel tardo pomeriggio quando ne avrete abbastanza del mare e della zona consigliamo di compiere con l’auto

un moderato spostamento fino a Castellammare del Golfo (60km, 45 minuti), una località marina posta in ideale posizione per l’esplorazione

l’indomani della Riserva dello Zingaro.

L’interno del Duomo di Monreale, gioiello mosaicato dello stile arabo-normanno siciliano, quindi il suo ameno e orientaleggiante chiostro e

la celebre spiaggia di Mondello, luogo simbolo dello svago palermitano.

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4° giorno: RISERVA DELLO ZINGARO

Fondata nel 1981 come prima riserva naturale siciliana e strenuamente difesa nel suo status dagli autoctoni che hanno giustamente capito

che è meglio preservare intatto questo gioiello naturale piuttosto che vendersi a una cementificazione e urbanizzazione incontrollata oggi la

Riserva dello Zingaro rappresenta probabilmente il tratto costiero della Sicilia continentale più bello in assoluto. Qui il mare assume tonalità

e trasparenze uniche, la biodiversità marina è incredibile ed è severamente vietata la pesca di qualsiasi specie in loco, mentre sulle alture

circostanti volteggiano le rare aquile di Bonelli insieme ad altre 40 specie di volatili. Anche la flora è rara e bellissima, comprendente specie

di carruba selvatica e euforbia giallo scintillante. Tutto il litorale è percorribile attraverso un sentiero costiero che vi porterà nei pressi delle

calette più intriganti dell’area ma la modalità di accesso più spettacolare è sicuramente quella data dall’opportunità di affittare un gommone

a Scopello (10km, 15 minuti da Castellammare del Golfo) e muoversi liberamente tra queste lande di mare cristallino. Da Scopello le cale più

interessanti sono nell’ordine verso nord: Cala Capreia, Cala della Disa, Cala Torre dell’Uzzo e Cala Tonnarella, ma muovendosi in mare

troverete sicuramente degli anfratti meno battuti e altrettanto spettacolari.

Concedetevi tutta la giornata all’insegna del relax e solo a sera fate rientro a Scopello con la vostra imbarcazione. Per la nottata

consigliamo di rimanere in paese.

Cala della Disa e Cala Tonnarella, due delle gemme naturali incastonate nella Riserva Naturale dello Zingaro.

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5° giorno: ISOLA FAVIGNANA , ERICE

Meta di una meravigliosa gita in giornata da Castellammare del Golfo l’isola di Favignana si presenta come la perla dell’arcipelago delle

Egadi che svettano poco distanti dall’animato porto di Trapani. In mattinata raggiungete il suddetto porto con un veloce spostamento (35km,

45 minuti), abbandonate l’auto al parcheggio portuale, e imbarcatevi sui veloci traghetti che raggiungono Favignana paese (45 minuti). In

alta stagione i viaggi sono frequentissimi (uno ogni ora a partire dalle 7.10 da Trapani fino alle 21.30 da Favignana, il che vi permetterà

anche, volendo, di fermarvi a cenare su quest’isola). Favignana è davvero una perla dimenticata, un tranquillo approdo in cui per girare

l’opzione ideale è noleggiare un motociclo (le strade sono in genere sterrate ma ben tenute) oppure se vi sentite più sportivi una mountain

bike, viste le distanze da coprire davvero ridotte. L’abitato principale oltre al porticciolo offre diversi caffè e ristorantini che vi torneranno

utili dal tardo pomeriggio in avanti ma noi vi suggeriamo di muovervi subito alla volta di Cala Rossa e del Bue Marino, due zone di costa

selvaggia straordinariamente trasparenti e caratterizzate da una miriade di colori di cui si tinge il mare sempre illuminato dalla potente luce

del sole del Mediterraneo meridionale. Tuttavia l’attrattiva principale dell’area sono le storiche cave di tufo che nel corso dei millenni

l’uomo ha scavato in loco plasmando il paesaggi in pinnacoli che si specchiano in questa meraviglia naturale. La risultante è tanto

impressionante che spesso vi capiterà di chiedervi se starete sognando o meno. Tra qualche tuffo e qualche esplorazione tra questi antichi siti

estrattivi potreste trascorrere tranquillamente tutta la giornata ma se nel pomeriggio sentiste la necessità di raggiungere spiagge più fornite

di infrastrutture (non fosse altro che per recuperare qualcosa da mangiare o da bere) e più adatte ai bambini, con fondali altrettanto

spettacolari come colorazione ma con meno profondità e correnti i siti di Cala Azzurra e la Spiaggia di Lido Burrone sulla costa meridionale

dell’isola potrebbero essere le vostre mete ideali. Come anticipato precedentemente per un aperitivo rilassante invece Favignana paese, poco

distante, è invece la soluzione più consona. In serata riprendete quindi il traghetto e rientrate a Trapani (45 minuti).

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I grandiosi scenari marini di Favignana: un tratto della costa tra le cave di tufo della sezione orientale dell’isola, un dettaglio delle grotte di

tufo a picco sul mare del Bue Marino e le trasparenze e i meravigliosi colori del mare delle Egadi.

Da qui un interessante opzione per una romantica cena serale potrebbe essere quella di raggiungere il paese di Erice (15km, 25 minuti),

borgo posto in posizione straordinariamente panoramica su una montagna sormontante Trapani e con viste sulle Egadi e sul Mediterraneo

favolose. Attorniata da mura di ignota costruzione e dalla pianta curiosamente triangolare perfetta Erice ha un tessuto urbano puramente

medievale con strette vie tortuose lastricate a fasce e riquadri che corrono tra case in pietra scurite dal tempo. I monumenti principali sono la

Chiesa Matrice, posta all’arrivo della funivia che risale da Trapani, e il complesso del Castello di Venere e di Erice Antica, sul vertice

orientale del triangolo cittadino, ma la città risulta essere interessante di per sé gironzolando nei viottoli illuminati da fioche luci e godendosi

gli splendidi panorami punteggiati di luci nel buoi buio si godono specie dal Viale Conte Pepoli.

Per la nottata fate quindi rientro a Castellammare del Golfo (55km, 1 ora).

Due immagini classiche di Erice in notturna: il Castello di Venere strapiombante sulla scarpata e porta di accesso alla Erice Antica e la

romantica vista su Trapani e le Egadi in lontananza.

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6° giorno: SEGESTA, SELINUNTE, SCALA DEI TURCHI

Tra templi antichi e scogliere straordinarie si svolge la sesta giornata di viaggio che prevede lo spostamento della vostra base da

Castellammare del Golfo ad Agrigento. In mattinata portatevi rapidamente dalla vostra location a Segesta (20km, 20 minuti), un’area

archeologica della Sicilia occidentale che vanta uno dei templi dorici tra i più mirabili pervenuti fino ai giorni nostri a livello internazionale.

Le sue ombre regolari e la sua collocazione solitaria sulle pendici collinari dell’entroterra siculo lo rendono altamente scenografico anche se

ciò è quasi tutto quello che rimane di una delle più importanti città antiche di Sicilia, che non esitò a schierarsi coi romani durante la prima

guerra punica ma che poi venne devastata da Vandali e Saraceni prima di essere completamente rasa al suolo da un potente terremoto in

epoca bizantina. Il tempio di Segesta fu eretto nel V secolo a.C. e le sue 36 colonne originarie sorreggono ancora oggi i due frontoni e tutta la

trabeazione. L’altro sito archeologico di interesse a Segesta è poi il Teatro eretto proprio sul culmine del locale Monte Barbaro che offre

grandiose viste che si spingono fino al mare. Il semicerchio costituente il teatro è stato scavato nella roccia viva e ha una discreta estensione

(63m) di diametro.

Il tempio originale di Segesta e il Teatro del complesso archeologico sito in posizione straordinariamente panoramica sulla campagna sicula

A metà mattinata riprendete quindi l’auto e spostatevi nell’altro grande sito archeologico della Sicilia occidentale: il complesso di Selinunte

(60km, 45 minuti). I resti di Selinunte sono tra i più maestosi di tutta la Sicilia, basti pensare che i primi insediamenti umani qui presenti data

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628 a.C., fieramente arroccati su un promontorio aggettante sul mare e che l’antica città nel volgere di pochi secoli diventò una delle più

potenti al Mondo. Purtroppo il periodo dei fasti di Selinunte durò poco essendo stata conquistata prima dai Cartaginesi (409 a.C.) e in

seguito cadde sotto il controllo romano (350 a.C.), cosa che contribuì in maniera indelebile al suo declino. Essendo il sito molto antico i nomi

degli antichi templi sono andati irrimediabilmente persi nella notte dei tempi e oggi si identificano gli stessi mediante le lettere dell’alfabeto.

Esistono due aree archeologiche distinte: i Templi Orientali sono quelli preliminarmente accessibili e trovano nel Tempio E (parzialmente

ricostruito) la loro punta di diamante, mentre il grosso dell’antico abitato è riscontrabile nell’Acropoli difesa dai resti delle mura che

vennero innalzate in città in seguito alla presa cartaginese. L’antico porto che tanta gloria diede a Selinunte giace invece ancora interrato

tra i due complessi archeologici. Concedetevi almeno due /tre ore per girovagare con comodo tra questi resti e quindi potrete dirigervi nelle

vicine Menfi o Sciacca per consumare un lauto pranzo, magari innaffiato da alcuni dei vini più prelibati di tutta la Sicilia che qui trovano un

terreno adatto e florido per proliferare: il Marsala, il Sambuca di Sicilia, il Menfi o il Riesi sono solo alcune delle etichette autoctone.

Per rilassarsi al sole dopo questi peccati di gola invece consigliamo di spostarsi con l’auto fino alla candida Scala dei Turchi (85km, 75

minuti da Selinunte), una spiaggia attorniata da una scogliera talmente bianca che i raggi del Sole vi si riflettono quasi fosse ghiaccio e che

pertanto è adatta ad essere esplorata solo con potenti occhiali da sole e magari non a mezzodì. Lo spettacolo dello sciabordio del mare su

questa landa quasi ultraterrena è davvero accattivante e vi rimarrà impresso nei ricordi, come gli infuocati tramonti a cui si può assistere nel

tardo pomeriggio. Per la nottata portatevi invece nella vicina Agrigento (15km, 20 minuti).

Il Tempio E di Selinunte, uno dei diversi resti del sito archeologico antico più noto di Sicilia e la bellezza mozzafiato della Scala dei Turchi.

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7° giorno: AGRIGENTO

Non giriamoci intorno: la prima vista di Agrigento in lontananza non è delle più invitanti con quell’ammasso disordinato e congestionato di

condomini che si innalzano ovunque lungo il rilievo dove si adagia la città moderna. Tuttavia questo è solo il contorno a quello che è uno dei

siti archeologici più famosi e celebrati del Mondo: la Valle dei Templi, che sorge laddove i greci fondano la storica cittadina di Akragas.

Basta iniziare ad aggirarsi tra questi resti per capire come mai la Valle dei Templi goda di tanta fama, talmente tanta che fu già glorificata

da Goethe nelle sue trattazioni sui suoi viaggi italici nel ‘ 700. Non appena entrati nell’area archeologica avrete modo di osservare il sito

dove una volta sorgeva il Tempio di Giove Olimpo, gli sparuti resti del Tempio di Ercole (il più arcaico del complesso) e diversi scavi minori

ma inevitabilmente la vostra attenzione sarà velocemente catturata dal magnificente Tempio della Concordia , il tempio dorico greco meglio

conservato al Mondo al di fuori di quelli ateniesi. Eretto nel V seoclo a.C. ha ancora le 34 colonne originali e quasi tutti i muri portanti

dell’epoca, eccezion fatta per il tetto che è crollato ormai da secoli. Date le dimensioni e la posizione aggettante sul mare per secoli è stato

anche un punto di riferimento importantissimo per i marinai che navigavano nelle acque del Canale di Sicilia. Oltre poi merita la passeggiata

il Tempio di Giunone Lacinia, parzialmente ricostruito e meno imponente di quello della Concordia anche se del medesimo periodo storico.

Sarebbe molto limitante però visitare solo questi monumenti storici senza approfondire le proprie conoscenze in materia guardando anche tra

i numerosi reperti rinvenuti in loco oggi custoditi presso il Museo Archeologico Regionale che sorge poche centinaia di metri a nord della

Valla dei Templi, giusto nelle vicinanze dell’antico Quartiere Ellenistico-Romano, una delle porzioni urbane antiche meglio conservate di

Sicilia.

Consigliamo di prendervi la giornata con calma, magari con sveglia tarda la mattina, e di godervi il gironzolare per questo sito storico per

tutto il tempo che necessiterete, senza fretta, ora magari ammirando gli splendidi scenari che si aprono sul Mediterraneo. Nel pomeriggio poi

potrete fare ritorno al nucleo medievale storico dell’Agrigento moderna, un luogo ideale per trovare qualche negozio in cui degustare

qualche granita o latte di mandorla locale, perfetti antidoti contro la calura opprimente tipica dell’area. Se proprio siete ancora alla ricerca

di qualche luogo interessante in cui curiosare la chiesa abbaziale ricca di fantasiosi stucchi con annesso antico monastero del Santo Spirito o

la Cattedrale posta in posizione dominante e fondata dai normanni nel ‘300 possono essere due validi diversivi per ingannare il tempo. Per la

nottata consigliamo di fermarvi ancora in loco.

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Una panoramica sul centro storico medievale di Agrigento, quindi una vista d’insieme sul complesso archeologico della Valle dei Templi e il

celeberrimo Tempio della Concordia sapientemente illuminato all’imbrunire.

8° giorno: NOTO

Giornata di lungo trasferimento l’ottava che prevede una mattinata quasi completamente spesa nel laborioso tratto di strada che divide

Agrigento da Noto (190km, 3 ore). Raso completamente al suolo il vecchio abitato in seguito a un devastante sisma che devastò l’area nel

1693 Noto venne ricostruita dagli aristocratici locali come la più raffinata tra le città barocche siciliane, primato che non ha mai perso da

allora. Le sue abitazioni color ocra con riflessi dorati sono davvero suggestive e appaiono perfettamente inserite nell’ambiente

dell’entroterra siciliano circostante, un territorio dai profumi meravigliosi che evidentemente gli architetti Rosario Gagliardi e Vincenzo

Sinatra dovevano conoscere appieno quando decisero di disegnare il nuovo volto di Noto. Asse portante della cittadina è Corso Vittorio

Emanuele su cui affacciano edifici barocchi mirabili e su cui si aprono tre belle piazze, tra cui spicca nettamente Piazza del Municipio. Da

qui mediante una monumentale scalinata si accede infatti al gioiello di Noto: la Cattedrale di San Nicolò in fantastico stile barocco, del 1776.

Nonostante il crollo della cupola della stessa in seguito a una violenta tempesta nel 1996 vale davvero la pena di entrare e ammirare i suoi

candidi interni che fanno da contraltare a una scenografica facciata color ocra che domina lo skyline locale. Noto è comunque una località

che vale la pena di essere girata senza meta nei suoi viottoli del centro, sempre forieri di attività commerciali tradizionali in cui intrattenersi,

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bar e caffè frequentati da abitanti che personificano l’immaginario collettivo del rilassato siciliano (magari intenti a degustarsi qualche

calice degli ottimi vini locali: Nero d’Avola, Moscato di Noto o Cerasuolo di Vittoria) e diversi tesori artistici minori come le facciate delle

chiese di San Domenico, del Carmine e della Chiesa di Montevergini.

Qualora nel tardo pomeriggio sentiste poi la necessità di un bagno rigenerante dalla calura che spesso in questo lembo di Sicilia risulta

particolarmente feroce le vicine spiagge della Riserva di Vendicari (tra cui la famosa Cala Mosche), sita giusto oltre il Lido di Noto possono

essere la risoluzione alle vostre velleità. In serata raggiungete quindi la vostra location in quei di Siracusa.

La facciata della Cattedrale di San Nicolò a Noto, con la celebre scalinata monumentale di accesso, quindi le splendide baie della Riserva di

Vendicari, perfette per un tuffo pomeridiano nel Mediterraneo.

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9° giorno: SIRACUSA

Frutto di una miscellanea di culture e popoli Siracusa è sicuramente una delle città più interessanti di Sicilia. Fondata da coloni partiti da

Corinto nel 734 a.C. Siracusa rivaleggiò in antichità ad armi pressoché pari con Atene per quanto concerne potere e come polo culturale di

riferimento dell’antichità: basta pensare che qui lavorarono pensatori come Platone, teatranti come Eschilo (fu qui che si vide la nascita

della commedia greca) e scienziati come Archimede. Degli antichi fasti molte tracce rimangono nella città odierna, specialmente nei settori

confinati a nord dell’attuale moderna e confusionaria cittadina e sulla meravigliosa Isola di Ortigia, un vero concentrato di bellezze antiche

che richiama continuamente folle di turisti. Particolarmente scenografiche sono poi le rappresentazioni teatrali drammatiche di opere

classiche greche che si svolgono negli antichi Teatri cittadini durante il Ciclo di Rappresentazioni Classiche, un festival che si tiene

annualmente in maggio e giugno in cui Siracusa mostra il suo lato più fiabesco e legato alla tradizione antica.

In mattinata consigliamo di iniziare il vostro tour cittadino entrando sull’isola di Ortigia superando il canale della Darsena e portandovi

quindi in Piazza Archimede, un ampio spazio posto al centro del quartiere che deve la sua genesi ad uno sventramento dello stesso operato in

epoca fascista. Lo spazio è ampio e dominato dalla bella Fontana di Artemide di epoca ottocentesca. Da qui nel volgere di pochi metri avrete

poi modo di approcciarvi al Duomo, eretto sull’ossatura dell’antico Tempio di Atena del V secolo a.C. di cui sono ancora visibili le colonne

doriche interne ed esterne. Dopo l’evangelizzazione della città operata da San Paolo i siracusani vollero infatti riconvertire l’antico edificio

di culto e dotarlo nel ‘700 di una magnifica facciata barocca oltre a una grandiosa statua della Vergine Maria sul tetto. A conclusione del

vostro pellegrinaggio al Duomo portatevi poi verso le acque del Porto Grande (a ovest) e in breve potrete ammirare la Fontana Aretusa, la

principale sorgente e fonte di acqua dolce di Siracusa nei secoli scorsi, tanto celebre che fu celebrata in poemi antichi da Virgilio e Pindaro.

Attraversando lo stretto lembo di terra della punta meridionale di Ortigia si perviene poi al Palazzo Bellomo, sede della Galleria Regionale

che vanta al suo interno opere pregevoli di Antonello da Messina (Annunciazione) e del Caravaggio (Seppellimento di Santa Lucia) e merita

di certo una visita. Al termine della mattinata spingetevi infine sulla punta sud di Ortigia per passeggiare tra i bastione del Castello Maniace,

opera militare del periodo svevo eretto su volere di Federico II nel 1239. Notevole sono il portale di ingresso ad arco ogivale con marmi

policromi oltre alle splendide viste sul mare aperto che si aprono da questo promontorio. Per pranzo poi avrete solamente l’imbarazzo della

scelta tra la miriade di locali, trattorie e ristorazioni (le più di buono o ottimo livello) che caratterizzano l’isola di Ortigia, nota soprattutto

per i suoi piatti a base di pesce.

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La Fontana di Artemide che caratterizza Piazza Archimede, principale largo dell’isola di Ortigia, quindi la barocca facciata del Duomo di

Siracusa e una vista aerea del Castello Maniace tenacemente proteso nelle acque dello Ionio.

Nel pomeriggio rientrate quindi sulla terraferma e, senza indugio, puntate dritto oltre la moderna espansione urbana per raggiungere il

meraviglioso Parco Archeologico della Neapolis, che raccoglie le testimonianze artistico storiche più antiche della città. Su tutto svetta il

Teatro Greco del V secolo a.C. scavato in una rocciosa collina locale per una capienza complessiva di ben 16.000 persone che fu teatro di

alcune prime rappresentazioni delle tragedie di Eschilo e delle commedie di Epicarmo. Giusto accanto vi sorge la Latomia del Paradiso,

un’antichissima cava di rocce calcaree utilizzate in passato per edificare la città, i suoi monumenti e le sue mura. Riadattata in passato prima

come prigione in cui vennero rinchiusi 7.000 prigionieri dopo la battaglia contro Atene del 413 a.C., poi come sede di catacombe oggi si fa

apprezzare per la natura rigogliosa che vi cresce al suo interno oltre che per l’Orecchio di Dioniso, una grotta artificiale di 65m con

particolari proprietà acustiche in grado di amplificare qualunque suono, e per la Grotta dei Cordari, un suggestivo anfratto pieno di muschi

e giochi di luce. Nella parte meridionale del complesso si collocano invece i resti dell’Anfiteatro Romano (malridotto a causa del suo

riutilizzo come cava per materiali edilizi per costruire le mura di Ortigia nel ‘500) e l’Ara di Ierone II, un altare sacrificale di notevoli

dimensioni in cui potevano essere sacrificati fino a 450 buoi alla volta. Nel tardo pomeriggio infine dirigetevi a est della Neapolis per entrare

dapprima nelle Catacombe di San Giovanni, un intricato labirinto sotterraneo di 10.000 tumulazioni di epoca romana visitabile con una

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veloce visita guidata , per poi concludere la giornata gironzolando tra le sale del Museo Archeologico Paolo Orsi che raccoglie una delle

collezione di reperti antichi più complete della Sicilia, in larga parte derivanti dai ritrovamenti fatti nella Neapolis siracusana, come la

celebre Venere Anadiomene. Per la serata fate quindi rientro all’isola di Ortigia vero snodo delle attività notturne della cittadina in cui si

riversano quotidianamente anche i numerosi studenti della locale sede universitaria.

Il meraviglioso e storicamente importantissimo Teatro Greco di Siracusa, una delle culle della tradizione teatrale greca antica, quindi i

severi e maestosi scenari delle cave calcaree della Latomia del Paradiso e i cunicoli delle Catacombe di San Giovanni.

10° giorno: CATANIA

Seconda città della Sicilia per dimensioni Catania è un centro economico fondamentale per l’isola e si adagia al termine della piana

omonima che si allunga sotto le pendici del maestoso Monte Etna, il possente vulcano visibile da ogni angolo dell’abitato e a cui la città deve

gran parte del suo materiale edilizio, soprattutto in seguito alla furiosa eruzione dello stesso del 1669. I catanesi sono gente tosta e abituata a

cavarsela e dotati anche di un sano spirito imprenditoriale e non tarderete ad amare questa vivace realtà urbana che talvolta viene ancora

raggiunta da nubi di fuliggine vulcanica che donano quell’aspetto nerastro alle costruzioni, aspetto figlio della polvere basaltica che si libra

nell’aria.

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Catania si raggiunge rapidamente da Siracusa (70km, 1 ora) e il luogo migliore da cui iniziare la vostra visita in città è Piazza del Duomo,

strategicamente posta all’intersezione della imponente Via Etnea, la via monumentale ottocentesca sede della borghesia più agiata catanese

che si allunga verso nord spingendosi alle pendici del vulcano, e Via Vittorio Emanuele II che taglia da est ad ovest il centro cittadino. La

piazza si adorna di due splendide fontane: la Fontana dell’Elefante, del 1736, composta da un sorridente elefante di lava scura sormontato

da un improbabile obelisco in stile egiziano che è divenuto il simbolo di Catania e dalla Fontana dell’Amenano posta all’entrata del famoso

mercato della Pescheria. La Pescheria è un mercato quotidiano che si svolge ogni mattina lavorativa nelle vie subito dietro Piazza del

Duomo ed è forse il posto in cui meglio potrete godervi lo spirito catanese: bancarelle stracolme di freschissimo pescato della notte

traboccano a ogni angolo e la gente brulica attorno a tutto questo ben di Dio per accaparrarsi i migliori prodotti in offerta. Rimarrete di

certo shoccati dall’abbondanza ittica presente, così come sarete conquistati dagli svariati assaggi che potrete fare sia di diversa materia

prima che di veloci piatti preparati con essa. Tutto attorno alla Pescheria sorgono poi ottimi ristorantini di pesce in cui provare qualche

pietanza cucinata da mani esperte. Ovviamente oltre ai piaceri del palato prestate attenzione anche alla Cattedrale di Sant’Agata in Piazza

del Duomo, un gioiello del barocco siciliano, la cui facciata è opera del famoso architetto Vaccarini. Spingendosi quindi un poco a sud della

piazza in breve raggiungerete Castello Ursino, un mastio del ‘200 che sorveglia la città dalla sommità di un’altura prospiciente il porto. Il

castello è scenografico ma non più autentico nelle fattezze poiché fu più volte danneggiato da lava e terremoti e subì una pesante

trasformazione nel 1934 prima di divenire sede di un museo comunale.

La Cattedrale di Santa Agata e la Fontana dell’Elefante che identificano Piazza del Duomo, una delle imbandite bancarelle del mercato ittico

della Pescheria, cuore pulsante di Catania, e lo spoglio e imponente Castello Ursino.

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Ritornando verso nord e sorpassando l’arteria di Via Vittorio Emanuele II si giunge in breve poi ai resti antichi più fastosi della città: quelli

dell’antico Teatro Greco-Romano e dell’Odeon. La loro collocazione tra palazzi storici ancora abitati e su cui spesso garriscono al vento

panni stesi e su cui si arrampicano piante di vite selvatica li rende ancora parte integrante del tessuto urbano, sebbene la loro funzione

originaria non sia più perpetrata da ormai diversi secoli. Da qui nel tardo pomeriggio seguendo dapprima la monumentale e sempre affollata

Via dei Crociferi, vero tesoro barocco catanese, e quindi passeggiando verso est merita infine di essere raggiunto il Teatro Massimo Bellini,

grandiosa opera che rende omaggio al compositore Vincenzo Bellini che ebbe in Catania la sua città natale.

Per la nottata e anche per i giorni successivi consigliamo di usare come base Catania per le vostre esplorazioni nella Sicilia orientale.

Catania infatti vanta un numero mirabolante di ristoranti in cui provare specialità locali e sicule straordinarie come gli arancini, la pasta

alla Norma, le panelle di fave, il cuscus, pasta coi broccoli o con le sarde, i vermicelli alla siciliana, il timballo di maccheroni, la caponata,

squisite peperonate, la parmigiana di melanzane, la cassata siciliana, i ravioli di ricotta o bevande come il seltz o i vini dell’Etna. Anche la

vita notturna catanese è particolarmente vibrante, animata anche dalla folta comunità studentesca universitaria presente, che si concentra

principalmente negli isolati che sorgono attorno a Via Etnea e Via Santa Filomena.

Lo scrigno barocco di Via dei Crociferi, perla del centro storico catanese, quindi il mirabile Teatro Massimo Bellini e uno scorcio degli

splendidi locali open air che pullulano nel centro di Catania.

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11° giorno: TAORMINA

Meta di una splendida gita in giornata da Catania è Taormina (55km, 1 ora), scenograficamente arroccata su un terrazzamento a mare

ubicato giusto sotto le pendici del locale Monte Tauro. Le viste sulle pendici orientali dell’Etna, un mare straordinariamente cristallino e

composto da alcune calette (oggi invase da stabilimenti balneari), un lascito archeologico di prim’ordine e un’atmosfera piacevolmente da

tempi andati hanno da sempre contribuito ad aumentare l’aura di Taormina che è stata per lunghi decenni meta turistica per ricchi

imprenditori, teste coronate, aristocratici e amanti del glamour, richiamati in loco anche dia numerosi eventi operistici, artistici e da l

celebre film festival che si tiene annualmente in giugno. Ricercata ed esclusiva Taormina non ha mai conosciuto le difficoltà della

disoccupazione e dell’arretratezza che hanno infestato varie aree sicule in passato e ancora oggi i suoi costosi ristoranti, i lussuosi alberghi e

il nugolo di boutique raffinatissime site principalmente lungo Corso Umberto sembrano non soffrire affatto la crisi economica internazionale

moderna. Vi consigliamo di iniziare la vostra giornata dall’esplorazione dell’abitato di Taormina muovendo le mosse da Piazza Vittorio

Emanuele, facilmente accessibile dai parcheggi pubblici, in cui si collocano gli sparuti resti dell’Odeon e da cui si diramano le due arterie

viarie cittadine principali: Corso Umberto e Via Teatro Greco. Percorrendo la seconda si giunge rapidamente ai resti di uno dei teatri

antichi più prestigiosi e meglio conservati al mondo: l’impianto primigenio data III secolo a.C. e fu eretto in piena epoca ellenistica anche se

i romani nel II secolo d.C. lo rividero pesantemente per riadattarlo ad anfiteatro che potesse accogliere anche gli spettacoli dei gladiatori. La

cavea del teatro è davvero imponente e dotata di un’acustica eccezionale, tanto che viene regolarmente usato per inscenare ancora oggi

spettacoli e proiezioni cinematografiche, mentre altrettanto grandiose sono le viste che spaziano dalla sagoma incombente dell’Etna fino al

mare aperto e alla Calabria in lontananza. Dopo esservi goduto questo monumento storico potrete discendere una scalinata sita sud del

teatro e raggiungere i giardini della Villa Comunale, un susseguirsi amabile di piante tropicali e camminamenti in lussureggianti aiuole

sempre ben curate. Continuando poi a camminare verso ovest si raggiungono quindi la Cattedrale di San Nicolò, dall’aspetto insolitamente

austero e ci si raggruppa al bellissimo Corso Umberto ricco di palazzi rinascimentali attraverso il quale potrete chiudere il vostro cerchio di

visita a Taormina.

Dopo esservi sfamati in uno dei numerosi locali del centro storico nel primo pomeriggio consigliamo di raggiungere per scattare qualche foto

panoramica il vicino borgo di Castelmola (10km, 20 minuti), scenograficamente arroccato su una rupe a picco sul mare e su Taormina,

prima di riportarvi fin sul litorale (10km, 20 minuti) per godere delle belle spiagge di sabbia nera vulcanica di Mazzarò o dell’Isola Bella,

ideali per concedervi un po’ di relax e di frescura dopo questa giornata passata a scoprire i tesori artistici del luogo. In serata fate quindi

rientro a Catania per la nottata (55km, 1 ora).

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Lo splendido Teatro Greco di Taormina, con viste sul mare e sull’Etna, quindi i lussureggianti giardini della Villa Comunale e le cristalline

acque che attorniano le spiagge urbane di Isola Bella.

12° giorno: MONTE ETNA

Talmente imponente da essere stato identificabile fin dalla Luna e appunto più grande vulcano d’Europa l’Etna (3329m) domina

incontrastato il paesaggio della Sicilia orientale e si presenta come uno dei più attivi coni vulcanici del pianeta. Frequentemente infatti si

susseguono delle modeste eruzioni sia dal cono principale che dalle numerose bocche eruttive site lungo i versanti della montagna che

sebbene non siano in genere pericolose devono essere rispettate a cui bisogna mantenersi a debita distanza di sicurezza (nel 2002

danneggiarono il Rifugio Sapienza e causarono per lungo tempo l’interruzione del servizio della funivia che risale la montagna). L’ultima

eruzione epocale dell’Etna data però 1669 e durò ben 122 giorni ricoprendo tutta Catania di ceneri vulcaniche. La risalita lungo il tratto

sommitale dell’Etna è un vero must per chiunque si approcci ad una visita in Sicilia ed il modo più comodo di intraprenderla è quella di

portarsi in auto fino al Rifugio Sapienza (35km, 1 ora da Catania) e da qui prendere la veloce funivia che in breve vi porterà ad una quota di

circa 2500m. Da qui si diramano numerosi percorsi, alcuni ad accesso libero, altri percorribili solo se accompagnati da guide (è sempre

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comunque prudente e saggio chiedere le condizioni della montagna ai locali prima di incamminarsi anche su sentieri tracciati e liberi). Tra

questi i più spettacolari sono quelli che risalgono all’area autorizzata dei crateri sommitali (2920m, sentiero 702) oppure quelli che si

spingono fino alla parte sommitale della Valle del Bove nei pressi della Montagnola. Noi vi consigliamo di partecipare a un trekking guidato

condotto da esperti (un poco costoso) che sapranno portarvi nelle aree più caratteristiche della zona senza indugio, vi spiegheranno la genesi

e le peculiarità dei fenomeni magmatici e geologici dell’area e se sarete abbastanza determinati e le condizioni lo permetteranno vi potranno

accompagnare fino sulla vetta, il bordo del cratere centrale del vulcano. Anche se lo sviluppo chilometrico e il dislivello dall’arrivo della

funivia alla vetta non sono proibitivi per chi è allenato spesso queste escursioni guidate prevedono tratte in appositi fuoristrada per

agevolare le comitive e concentrare il tempo a disposizione nelle aree più scenografiche. Non giriamoci intorno comunque il territorio

composto da roccia nera come la pece, gli scenari che si aprono su un mare blu subito sottostante e le viste sugli abitati della Piana di

Catania sono davvero meravigliose e imperdibili per chiunque. Facendo attenzione a non perdere l’ultima corsa della funivia verso valle ( in

genere intorno alle 16.45) fate quindi rientro ancora una volta a Catania per la nottata.

Tre immagini spettacolari dell’Etna: una fase eruttiva importante, trekker che si aggirano lungo i bordi di uno dei numerosi crateri fumanti

della montagna e il paesaggio lunare nei pressi della Bocca Nuova del Mongibello.

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13° giorno: VILLA ROMANA DEL CASALE, ENNA

Col penultimo giorno di viaggio si abbandona la Sicilia orientale e la città di Catania per compiere un completo attraversamento dell’isola

passando dalle coste ioniche a quelle tirreniche e toccando due dei principali siti di interesse del cuore della Sicilia. La Villa Romana del

Casale, nel comune di Piazza Armerina, si raggiunge da Catania con un modesto spostamento (105km, 90 minuti) e rappresenta il miglior

esempio di villa patrizia romana (è del III secolo d.C.) giunta sino ai nostri giorni in terra sicula. Costruita come lussuosa villa di campagna

e sfarzosa tenuta di caccia per un latifondista locale (probabilmente Marco Aurelio Massimo) fu abitata fino al XII secolo quando scomparve

letteralmente sotto le colate di fango di una rovinosa alluvione dell’epoca. Il sito cadde nell’oblio più assoluto fino al suo rinvenimento negli

anni ’20 che sconvolse il mondo dell’archeologia grazie ad una delle più complete pavimentazioni a mosaico romane (3500m2) mai rinvenute

al mondo. Lo stato di conservazione è davvero strabiliante ed è uno di quei rari casi in cui si possono ancora ammirare anche i vividi colori

originali con cui erano decorate le magioni dell’epoca (chiari gli influssi africani) e in cui si può cogliere come anche le pavimentazioni

ritraessero storie narranti antiche leggende. Dall’ingresso si ha immediatamente accesso all’antica sezione delle Terme con mosaici

raffiguranti corse di quadrighe impegnate al Circo Massimo per poi essere convogliati nello spazio dell’Atrio da cui si accede alle tre sezioni

della villa. Il Peristilio (cortile interno) è davvero magnifico con colonne corinzie e mosaici a medaglioni raffiguranti animali e conduce poi

nell’esteso Corridoio della Grande Caccia, così nominato per un grandioso mosaico raffiguranti scene di caccia silvestre. Su questo

corridoio si aprono poi varie sezioni come la Basilica, gli Appartamenti Privati e la famosa Sala delle Dieci Ragazze con mosaici che

rappresentano queste fanciulle in costumi simili a moderni bikini eseguire esercizi ginnici, una rarità per l’antichità. Sul limitare meridionale

del complesso si trovano invece il Peristilio Ellittico e il Triclinium con diverse composizioni musive. Calcolate non meno di due ore per una

visita alla Villa Romana del Casale, pertanto quando la terminerete verosimilmente sarete colti dai morsi della fame.

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Alcuni esempi dei meravigliosi mosaici che contraddistinguono la Villa Romana del Casale, tesoro artistico storico nel cuore della Sicilia.

Vi consigliamo a tal proposito di riprendere l’auto e raggiungere la vicina città di Enna (40km, 50 minuti). Sede provinciale più alta d’Italia

Enna si trova al centro di un territorio spettacolare composto da distese di campi di grano, uliveti e mandorli che possono tranquillamente

essere uno spezzato rappresentativo del cuore dell’entroterra siculo. La sua posizione dominante dall’alto di un colle che scruta le vallate

sottostanti la rende poi un luogo davvero piacevole dove intrattenersi per un poco e pranzare in ristorantini panoramici. La città storica in sé

è un groviglio di viuzze che ruotano intorno a Via Roma che la attraversa da ovest ad est e tra le varie abitazioni e monumenti si colgono

tranquillamente i vari lasciti architettonici delle diverse dominazioni che subì in passato: greche, romane, arabe. Tra i monumenti più

interessanti vi sono la Torre di Federico II (fuori centro), il Duomo di prima costruzione trecentesca e soprattutto il Castello di Lombardia,

posto al limitare est del centro storico. Tra i più imponenti di Sicilia fu voluto su un antico sito militare arabo dal normanno Federico II e

usato come dimora da Federico III d’Aragona. Oggi delle venti torri storiche da cui era composto solo sei sono originali e tra queste svetta la

Torre Pisana da cui si aprono viste panoramiche tra le più grandiose dell’isola, specie al tramonto.

Per quanto concerne la nottata invece vi consigliamo di coprire in ultimo il tratto di 115km (100 minuti) che separano Enna dalla cittadina

costiera di Cefalù, ultima base ideale per il vostro tour siciliano.

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La scenografica posizione dominante di Enna, nota anche come “belvedere di Sicilia” e un dettaglio del suo Castello di Lombardia.

14° giorno: CEFALU’

Come ultima giornata in terra siciliana suggeriamo di rallentare il ritmo e dedicare l’intera giornata a Cefalù: una nota località turistica

racchiusa tra picchi montuosi e una striscia di sabbia dorata lambita dalle turchesi acque del Tirreno, tra i quali sorge uno dei borghi

marinareschi più pittoreschi dell’isola. Il centro storico di Cefalù è un vero scrigno medivale fatto di viottoli pieni di negozietti tradizionali

che si alternano a boutique esclusive ma tutto l’abitato ruota intorno alla fastosa Cattedrale, probabilmente con la Cappella Palatina

palermitana e il complesso ecclesiastico di Monreale la gemma più splendete della corona di opere arabo-normanne siciliane. La chiesa,

voluta da Ruggero II nel 1131, è collocata peraltro in posizione scenografica fronte a mare e si raggiunge mediante una fotogenica scalinata

ed è facilmente identificabile anche per la sua facciata cinta da due poderose torri a monofore e bifore. L’interno è invece ampio e solenne e

si contraddistingue per mirabili mosaici su fondo dorato del XII secolo, di impronta bizantina. Oltre alla Cattedrale il nucleo storico di

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Cefalù non propone altri monumenti di spicco (eccezion fatta per la piccola pinacoteca del Museo Mandralisca che ospita la famosa tela

“Ritratto d’Ignoto” di Antonello da Messina) e invoglia pertanto a vagare senza meta concedendosi qualche sosta nei numerosi bar con ampi

dehors. Giusto raggiunto il mare inizia poi l’ampia semiluna sabbiosa della spiaggia cittadina (zeppa di stabilimenti balneari) che però

costituisce uno dei migliori approdi a mare urbani di tutta la Sicilia e si delinea per essere un luogo ideale in cui rilassarsi ancora un poco e

fare un ultimo bagno prima di terminare il proprio viaggio. A sera infatti da Cefalù potrete raggiungere nel volgere di 70 minuti (70km) il

porto di Palermo per riprendere il traghetto verso casa oppure convogliare all’aeroporto cittadino di Punta Raisi (105km, 90 minuti) per

prendere il vostro volo di rientro e terminare il vostro tour siciliano.

Il pittoresco borgo a mare di Cefalù dove le antiche abitazioni del centro storico si specchiano in un mare incredibilmente cristallino, quindi

la facciata della splendida Cattedrale arabo-normanna locale.