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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 14 – 15 giorni. (fino a un mese e mezzo se vorrete raggiungere Bird Island e il Gruppo

delle Aldabra).

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Giugno - Agosto.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Consigliamo di adoperare sia per l’andata che per il ritorno l’aeroporto

internazionale di Mahé, presso la cittadina di Victoria.

FUSO ORARIO: + 3 ore rispetto all’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Necessario sia il passaporto che il visto. Non sono consentiti soggiorni della durata

superiore a 30 giorni per motivi turistici e bisogna sempre avere già una prenotazione

anche per il viaggio di ritorno. Le formalità per il visto si ottemperano in aeroporto a

Mahé.

PATENTE RICHIESTA: Patente italiana. Guida a sinistra.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Il livello di sicurezza nel paese è buono e non si sono praticamente mai registrati casi

di aggressioni violente nei confronti dei turisti stranieri in ogni parte del paese. La

situazione sanitaria è discreta, ma gli ospedali non coprono il fabbisogno del territorio

(nelle isole remote non ci sono strutture di primo soccorso, pertanto siate prudenti) e si

avvicinano agli standard occidentali solo nella capitale, Victoria. E’ pertanto buona

norma stipulare un’assicurazione sanitaria che copra le spese per eventuali cure di

emergenza da usufruire in caso di necessità in loco e che prevede un eventuale

rimpatrio sanitario. Alle Seychelles è endemica la dengue, per cui non esistono vaccini

specifici, mentre sono sconosciute le malattie tropicali africane più tipiche, tra cui la

malaria.

MONETA: RUPIA DELLE SEYCHELLES.

TASSO DI CAMBIO: 1 € = 15,57 Rupie delle Seychelles.

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° giorno: trasferimento fino a Mahé

Etichettate, a ragione, da milioni di turisti occidentali come una sorta di paradiso naturale sceso in terra nel cuore dell’Oceano Indiano le

Seychelles sono uno stato autonomo composto da un articolato arcipelago di 115 isole che occupano una vasta area geografica del bacino

occidentale dell’Oceano Indiano. In realtà tuttavia se si escludono remoti atolli spesso completamente disabitati il cuore nevralgico di questa

micro nazione da 90.000 residenti appena si incentra sul trio di isole di Mahé, Praslin e La Digue dove si collocano anche i principali resort

turistici che alimentano il settore economicamente predominante della nazione. Con oltre un milione di visitatori annui le Seychelles sono

infatti dipendenti dagli introiti dei viaggiatori stranieri (l’unico altro reparto economicamente avanzato qui è quello dell’industria ittica) e

questo costante afflusso di denaro nelle casse statali ha permesso il proseguimento ininterrotto dello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi

alla popolazione. Storicamente le Seychelles furono un luogo incontaminato fino al 1742 quando esploratori francesi provenienti dalle

Mauritius iniziarono a esplorare questo lussureggiante arcipelago. Dopo una breve parentesi coloniale francese che si risolse nella

fondazione di microscopici abitati dediti all’agricoltura nel 1814 furono gli inglesi ad interessarsi delle Seychelles e le conquistarono

essenzialmente senza sparare un colpo a causa del disinteresse più totale dei francesi. Adoperata come riserva per il vergognoso mercato

degli schiavi nell’800 la piccola nazione insulare divenne in seguito colonia penale d’oltremanica, almeno fino al 1976 quando movimenti

politici locali richiesero ed ottennero in breve l’indipendenza dalla corona britannica. Fu per primo il politico locale James Mancham a

intuire lo straordinario potenziale turistico delle Seychelles e a promuoverle nel jet set internazionale come meta da sogno per viaggi esotici.

Purtroppo la continua instabilità politica che si registrò tra il 1977 e il 1992 non permise alle Seychelles di affermarsi come meta turistica da

grido immediatamente ma negli ultimi due decenni la mutata e più stabile situazione sociale locale (sebbene una libertà di espressione e di

voto completa siano ancora lungi dall’essere reali) ha permesso un vero e proprio boom mondiale di questa nazione africana. Nella

quotidianità i seychellesi si dimostrano persone forse non espansive quanto altre genti africane al primo impatto ma sono molto disponibili

verso gli stranieri. La popolazione parla creolo come prima lingua (un idioma nato da un misto delle nuove lingue coloniali mescolato ai

dialetti locali) ma conosce spesso l’inglese e il francese, mentre lo stile di vita dei residenti è meno sfarzoso di quanto la ricchezza percepibile

durante un soggiorno qui potrebbe far credere. Moltissimi capitali che vengono scambiati nelle Seychelles finiscono nelle mani di pochi

imprenditori e non della maggioranza della popolazione che nonostante abbia un reddito più alto di molti altri paesi africani deve combattere

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con un costo della vita talvolta esoso. A questo fa invece da contraltare una forte dedizione religiosa degli abitanti locali che si professano al

90% cristiani cattolici praticanti, sebbene esistano ancora sacche di popolazione che credono nella stregoneria gris gris. Sotto un profilo

culinario infine le Seychelles traggono moltissimo della loro cucina dal pesce facilmente reperibile nel circostante Oceano Indiano (qui si

consumano regolarmente cernie, tonni, pesci pappagallo, aragoste, granchi, molluschi, polpi e persino carne di squalo). Altri elementi

basilari della cucina seychellese sono poi il riso e le spezie (vaniglia, cannella e noce moscata su tutte), queste ultime importante come

usanza a seguito della cospicua immigrazione proveniente dall’India. Un altro alimento basilare è infine la frutta, squisitamente tropicale,

come manghi, banane, frutti dell’albero del pane, papaya, noci di cocco, pompelmi e ananas. Non scordate infine di provare alcune prelibate

bevande locale come gli onnipresenti succhi di frutta, il latte di cocco fresco, le birre locali (Seybrew ed Eku) e il particolare calou (una sorta

di vino ricavato dalle palme).

Per quanto concerne il vostro viaggio di approccio a questo mondo incantato delle Seychelles è bene che sappiate che al momento non ci

sono collegamenti aerei diretti dall’Italia verso l’aeroporto internazionale di Mahé, presso Victoria, la principale e pressoché unica porta di

ingresso alla nazione. Tuttavia avvalendosi di un solo scalo intermedio presso Istanbul, Addis Abeba o i principali aeroporti della penisola

arabica (Doha, Abu Dhabi o Dubai) riuscirete abbastanza rapidamente (14-20 ore in genere) a raggiungere le Seychelles, sia che partiate da

Roma che da Milano, peraltro senza sborsare ormai cifre folli. Ad ogni modo vista la lunghezza della tratta e il modesto cambio di fuso

orario ci sentiamo di consigliarvi caldamente di predisporre almeno due giorni di calendario per completare il viaggio di andata e le

procedure di registrazione e accesso alle Seychelles una volta atterrati a Mahé.

3° - 4° - 5° - 6° - 7° - 8° giorno: MAHE’ ISLAND

L’isola di Mahé con i suoi 155km2 (circa un rettangolo di 28x18km) rappresenta il fulcro dello stato delle Seychelles essendo anche la dimora

di ben il 90% della popolazione nazionale, per lo più residente nella capitale Victoria. Scoperta dagli inglesi nel ‘600 ma colonizzata in

prima istanza dai francesi nel 1742 Mahé trae il nome dall’allora governatore transalpino dell’isola di Mauritius da cui salparono i primi

vascelli coloniali. Caratterizzata da una natura incredibilmente generosa (lo stesso navigatore Lazare Picault che la scoprì la ribattezzò in

prima istanza isola dell’abbondanza) Mahé è un continuo alternarsi di baie sabbiose perfette, mari dalle mille tonalità smeraldine e turchesi,

barriere coralline in ottimo stato di conservazione e un entroterra rigoglioso che raggiunge il suo apice nel Morne Seychellois (905m). Anche

se da anni si è affermata come una meta d’elite del turismo internazionale Mahé ha saputo, tranne rari casi, conservare un’atmosfera placida

e incantata favorita in questo anche dalle politiche di espansione turistica in chiave eco sostenibile varate dai governi che si sono succeduti

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alla guida delle Seychelles.

Una permanenza a Mahé non ha altra via che iniziare dalla capitale Victoria, sede anche dell’unico aeroporto internazionale dell’isola e del

principale porto dei traghetti dell’arcipelago. La capitale possiede ancora usanze tipiche dei paesi tropicali, ma obiettivamente manca dello

charme che ci si aspetterebbe da un luogo di governo, sebbene non si registrino qui mai spiacevoli ingorghi automobilistici e il ritmo di vita è

placido e affabile. Una visita a Victoria si articola quasi esclusivamente attorno al suo centro storico che ruota attorno a Market Street, la

strada sede del mercato alimentare locale, un posto davvero perfetto in cui comprare qualche ottimo cibo da strada (non perdetevi i pesci

cotti sul momento, sempre freschissimi). Oltre che passare un’oretta a curiosare tra queste bancarelle non dovreste lasciarvi sfuggire

l’occasione di scattare almeno una foto ricordo dinnanzi al Clock Tower, la riproduzione dello storico orologio del Vauxhall Bridge di

Londra, del 1903 e simbolo della città o di visitare il piccolo ma interessante National Museum of History che si incentra sia sul periodo

coloniale delle Seychelles che sui costumi nativi, come le cerimonie di magia nera gris gris tipiche del luogo. Appena fuori città infine non

mancate una passeggiata rigenerante all’interno dei Botanical Gardens dove sono coltivati quasi tutte le specie floreali delle isole, comprese

le gigantesche palme de coco de mer, emblema botanico delle Seychelles.

In queste tre immagini si riassumono alcuni degli scorci più caratteristici di Victoria, capitale nazionale e principale cittadina dell’isola di

Mahé: dalla Clock Tower, simbolo cittadino, al variopinto e sempre animato Market del centro, passando poi per i rigogliosi Botanical

Gardens in cui crescono moltissime delle specie floreali delle Seychelles.

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Se la prima giornata può essere dedicata anche esclusivamente alla scoperta di Victoria e dello stile di vita seychellese è indubbio che nei

giorni a venire vorrete dedicare quanto più tempo possibile al vero motivo che vi ha spinto a muovervi fino alla volta di Mahé, ossia le sue

paradisiache spiagge. Innanzitutto va detto che le migliori baie di quest’isola tropicale trovano collocazione sulla sua costa occidentale e

settentrionale, mentre quella orientale appare troppo cementificata e caratterizzata dal grande aeroporto internazionale. Le tre spiagge poste

nell’estrema sezione meridionale di Mahé (Anse Intendance, Anse Bazarca e Police Bay) rappresentano il meglio che l’isola abbia da offrirvi

se siete alla ricerca di posti quieti e poco battuti, ideali per una riconciliazione con la natura, ma fate estrema attenzione alla balneazione le

correnti qui sono forti e molto infide. Man mano che risalirete verso nord la costa occidentale i litorali si fanno invece meno remoti, con

alcune infrastrutture a vostra disposizione, e tra queste baie vanno assolutamente ricordate Anse Takamaka, Baie Lazare, Anse La Liberté e

Anse Soleil, tutte adatte al nuoto e davvero romantiche con la luce del tramonto. Non dimenticate infine di fare una deviazione in direzione

dell’agglomerato turistico di Beau Vallon, lungo la costa settentrionale di Mahé. Sebbene la spiaggia in sé non sia nulla di eccezionale (ma è

abbastanza profonda per nuotarci) ciò che calamita qui i turisti è proprio il più sviluppato polo turistico della nazione, con diversi locali

notturni, ristoranti di alto livello e boutique sparsi per i viottoli del centro.

In queste tre immagini alcune delle più splendenti ed iconiche spiagge tropicali della costa occidentale di Mahé: da Baie Lazare a Anse

Takanaka, fino a Anse Intendance. Qui tra spiagge dorate orlate da palme e una mare caldo e cristallino avrete davvero da rifarvi gli occhi.

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La zona centrale di Mahé invece (giusto a ovest di Victoria geograficamente parlando) rappresenta l’apice dei parchi naturalistici dell’isola,

comprendendo infatti sia il poco battuto Baie Ternay Marine National Park (ideale per noleggiare kayak da mare e muoversi in un ambiente

davvero incontaminato) che il famoso Morne Seychellois National Park. Questo parco naturale che comprende l’omonima massima vetta

dell’isola (905m) è costituito da una fitta foresta vergine pressoché disabitata che potrete apprezzare appieno compiendo uno dei numerosi

sentieri segnalati che si insinuano al suo interno. Tra questi ci sentiamo di menzionarvi sicuramente quello diretto al Morne Blanc (45 minuti

di percorrenza) che si stacca dalla tortuosa strada che attraversa l’entroterra di Mahé direttamente da Victoria verso la costa occidentale. Il

Morne Blanc, un alta parete rocciosa che si eleva dall’intricata foresta dove volteggiano diversi uccelli tropicali variopinti, è anche

attrezzato con un magnifico belvedere che vi permetterà viste eccezionali sulla principale tra le isole delle Seychelles.

Non va infine dimenticato che Mahé propone ai turisti probabilmente i siti di immersione più accessibili e belli di tutte le Seychelles interne.

A farla da padrone sotto questo profilo a Mahé sono la costa settentrionale e il Sainte Anne Marine National Park, ubicato su piccole isole al

largo della costa orientale. I sub esperti avranno di che sanare le proprie voglie immergendosi nel sito di Shark Bank (al largo di Beau

Vallon) o presso L’Ilot, un affioramento roccioso punteggiato di palme all’estremità nord di Mahé. Entrambi i luoghi sono ricchi di coralli,

spugne e gorgonie mentre nelle acque si librano squali di barriera, squali balena, anemoni, tonni, barracuda, cernie e pesci pappagallo.

Attenzione però alle correnti, sempre molto intense (fatevi assolutamente accompagnare da operatori esperti). Cerf Island invece, facente

parte del Sainte Anne Marine National Park e raggiungibile con imbarcazioni direttamente da Victoria per una magnifica gita giornaliera, è

invece un remoto e incontaminato isolotto quasi vergine che propone al suo intorno secche sabbiose dai colori caleidoscopici che ammaliano

da sempre i patiti dello snorkeling. Vista la pluralità delle opzioni di intrattenimento offerte da Mahé ci sentiamo di consigliarvi non meno di

sei giorni di permanenza in loco che possono essere ripartiti per la visita a Victoria in sé, per far sub e baldoria nei pressi di Beau Vallon,

per scoprire angoli remoti naturalistici nei parchi del centro dell’isola, per fare snorkeling sulla splendida Cerf Island e per un paio di giorni

di assoluto relax lungo le deliziose baie della sua costa occidentale.

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Altri memorabili scatti che ritraggono l’eterea bellezza naturale di Mahé: dalla vista panoramica dal belvedere del Morne Blance nel Morne

Seychellois National Park agli atolli corallini ideali per lo snorkeling del Sainte Anne Marine National Park per finire nello straordinario

sito subacqueo di Shark Bank, poco al largo di Beau Vallon, una vera mecca per i sub.

9 ° - 10° - 11° giorno: PRASLIN ISLAND

Praslin Island è la seconda isola per estensione (38km2,12x5km il perimetro ) delle Seychelles e risulta essere come la vicina La Digue un

affioramento oceanico di granito, costantemente sferzato dagli alisei, venti dominanti che nella stagione più secca spirano da sud-est e in

quella più umida da nord-ovest. Nonostante la presenza umana sia abbastanza cospicua per le sue dimensioni (i residenti sono circa 6500) in

realtà quasi tutte le attività antropiche si concentrano attorno allo scalo dei traghetti provenienti da Mahé (un’ora la tratta) di Baie St Anne e

alle località di villeggiatura di Grande Anse e Anse Volbert dove si trovano numerosi esclusivi resort e ristoranti di pesce di altissimo livello.

Soggiornare a Praslin Island equivale nell’avere a portata di mano spiagge favolose, isolette adiacenti pullulanti di vita marina e selvatica,

ma persino oasi botaniche come la nota Vallée de Mai dell’entroterra, entrata a far parte dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La

Vallée de Mai deve la sua fama perché è uno dei pochissimi luoghi al mondo dove cresce la rara palma coco de mer, una specie di palma che

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produce noci di cocco di grande dimensioni dalle fattezze del tutto simili al sedere femminile e che per secoli ha alimentato curiose dicerie tra

i marinai che solcavano l’Oceano Indiano. Perlustrare questa riserva camminando sui suoi sentieri sarà un modo alternativo per occupare

una mattinata della vostra permanenza in loco. Altre escursioni di mezza giornata da non perdersi durante il vostro periodo di visita a

Praslin Island sono poi le gite alle adiacenti Cousin Island , stracolma di uccelli migratori, lucertole e anche tartarughe embricate, e alla

mitica Curieuse Island, a lungo adoperata come lazzaretto per i lebbrosi e oggi invece sede di un programma di riproduzioni delle enormi

tartarughe giganti delle Aldabra. Se non avrete tempo, soldi e voglia di raggiungere quegli atolli incantati sarà l’occasione giusta per

familiarizzare con questa specie del tutto speciale.

In prima immagine una favolosa vista aerea della lussureggiante Praslin Island, la seconda isola per dimensioni delle Seychelles e un vero

scrigno di tesori naturali a portata di mano dei turisti. Tra questi si ricordano il centro riproduttivo per le tartarughe giganti di Aldabra

presso Curieuse Island e la Vallée de Mai, dove cresce la rarissima palma da cocco de mer.

Ovviamente però l’aspetto più invitante e il principale stimolo alla visita di Praslin Island rimangono le sue deliziose spiagge oceaniche che

formano scenari marini davvero meravigliosi. La linea di costa settentrionale comprendente Anse Volbert (nota anche come Cote d’Or) e

Anse Possession sono il meglio che Praslin Island abbia da offrirvi in termini di spiagge adiacenti ai grandi complessi turistici. Tuttavia le

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baie più incantevoli sono abbarbicate intorno alla massima propaggine nord-occidentale di Praslin Island: qui si trovano in rapida

successione Anse Kerlan, Anse Georgette (costituita da una sabbia quasi bianca) e la famosissima Anse Lazio che si caratterizza per un

acqua color lapislazzulo dalle tonalità e dalle trasparenze uniche, mentre nell’entroterra è contornata da foreste di palme e rocce

perfettamente levigate che potrete ammirare dai numerosissimi ristoranti di pesce che si affollano al suo intorno. Una romantica cena qui è il

sogno di molte coppie di sposini. Per un tour esauriente e senza fretta dell’isola vi consigliamo di fermarvi in loco per almeno tre giorni

pieni, a cui poi sommare un paio di notti aggiuntive per le escursioni alla vicina La Digue Island.

Anche intuitivamente ad ogni modo sono le splendide spiagge oceaniche lambite da un oceano caldo e trasparente la massima attrazione di

Praslin Island. Qui nel dettaglio vedete in prima immagine la lunga spiaggia di Anse Possession sita sulla costa settentrionale, stracolma di

lussuosi resort. Al centro invece uno scorcio della paradisiaca Anse Lazio, da molti considerata il gioiello di Praslin Island.

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12° - 13° giorno: LA DIGUE ISLAND

Comodamente raggiungibile con una veloce tratta in traghetto da Praslin Island (30 minuti) La Digue Island rappresenta la terza isola per

estensione dell’arcipelago centrale delle Seychelles ma a differenza delle sue due sorelle maggiori qui, nonostante le innegabili bellezze

naturali, non si registra una cementificazione massiccia del territorio. L’unico insediamento degno di nota è infatti la comunità di La Passe

(dove attraccano i traghetti) popolata da circa 2000 persone situata all’estremità nord-occidentale di La Digue. Quasi tutto il resto dell’isola

si compone invece di favolose spiagge tropicali contornate da giungla e incastonate in mari color giada, mentre nell’entroterra cresca una

lussureggiante foresta che risale i pendii di modeste alture che si spingono poco oltre i 300m. La Digue è poi fermamente ancorata al

tradizionalismo: qui non ci sono quasi strade asfaltate, la gente porta in giro i propri beni su carri trainati da buoi, ci si muove rapida su

biciclette e i ritmi di vita sono piacevolmente lenti con ampie pause dedicate all’ozio e al contemplare la natura. Una volta sbarcati a La

Passe e noleggiato la necessaria due ruote con cui muovervi sull’isola la meta prediletta per ogni turista che si approccia a La Digue è

l’eterea baia di Anse Source d’Argent, una sezione di litorale dove si alternano rocce levigate in maniera soffice e fantasiosa dall’azione

erosiva oceanica a banchi sabbiosi finissimi e dorati. La spiaggia è nota in tutto il mondo e pertanto è spesso molto affollata (quasi

congestionata con l’alta marea), mentre durante la bassa marea è ideale per passeggiare semi immersi nell’acqua ma non per nuotare

essendo il fondale bassissimo. Se, come molti, dopo aver scattato qualche fotografia di rito riteneste logico allontanarsi un poco dalla calca

di Anse Source d’Argent sappiate che La Digue propone diverse spiagge, specie sulla sua costa sud-orientale, altrettanto belle ma

inspiegabilmente meno battute (probabilmente per l’accesso che prevede una pedalata un poco più faticosa). Stiamo parlando delle baie di

Grande Anse, Petite Anse e Anse Cocos, delle vere libidini tropicali in cui fermarsi tutto il giorno contemplando la natura, facendo

rigeneranti nuotate e lasciando ampio spazio alla vostra fantasia e immaginazione stimolate dal contesto naturale eccezionale. Vista

l’estrema vicinanza di queste tre spiagge tra loro (sono in successione nell’arco di 1,5km) e la scarsa distanza tra queste La Pesse e Anse

Source d’Argent (dovrete pedalare in tutto per soli 15km circa) una visita in giornata da Preslin Island a La Digue può essere più che

sufficiente per toccare tutti i principali punti di interesse di quest’isola tropicale, tuttavia i cultori del mare dovrebbero predisporre una

giornata ulteriore per goderne i palcoscenici naturali unici. State solo attenti agli orari dei traghetti, che comunque salpano a partire dalle

7.00 da Praslin Island e fino alle 18.15 da La Digue Island.

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Tre scatti che immortalano le sontuose spiagge tropicali che caratterizzano La Digue Island, vero paradiso per gli amanti del mare. La

caratteristica fondamentale dell’isola sono le sue spiagge contornate da rocce di granito rese perfettamente levigate dall’Oceano Indiano nel

corso dei millenni. In prima immagine la baia di Anse Marron quindi la celebre Anse Source d’Argent e infine la costa sud-est dell’isola.

14° - 15° giorno: trasferimento fino in Italia

Fare rientro da Praslin Island fino all’Italia è ormai un viaggio fruibile e molto più comodo ed economico di un tempo, complice la

vertiginosa richiesta di tratte aeree dirette da ogni angolo del mondo a quel diadema naturale preziosissimo che sono le isole Seychelles. La

prima parte del vostro viaggio di ritorno sarà costituita dalla traversata in traghetto da Baie St Anne fino a Victoria (della durata di

un’oretta circa) mediante le numerose navi che fanno la spola tra le due isole principali delle Seychelles. Una volta giunti nella capitale

Victoria non vi resterà altro da fare quindi che raggiungere l’aeroporto internazionale per iniziare i vostri voli di rientro verso l’Italia. Come

per l’andata sappiate che ad oggi non esistono voli diretti tra l’Italia e le Seychelles ma con un solo singolo scalo intermedio nei principali

hub della penisola arabica (Abu Dhabi, Doha, Dubai) o in quei di Addis Abeba potrete facilmente completare la tratta nel volgere di sole 14-

18 ore complessive. Complici però un fuso orario in modesto avanzamento e la tratta iniziale in traghetto nell’Oceano Indiano appare

assolutamente necessario predisporvi per spendere almeno un paio di giorni di calendario per il viaggio di ritorno.

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Note a margine dell’itinerario:

Essendo composte da un arcipelago di 115 isole articolato su milioni di kmq di Oceano Indiano gli affioramenti delle Seychelles non situati in

prossimità del gruppo insulare principale risultano essere assai difficoltosi da raggiungere e, spesso, alla portata solo di chi dispone di

risorse finanziarie davvero cospicue. Ad ogni modo per completezza di trattazione ci appare doveroso segnalarvi almeno due dei siti facenti

parte delle Isole Esterne delle Seychelles che qualora ne aveste facoltà e possibilità dovrebbero assolutamente essere comprese all’interno

del vostro viaggio: Bird Island e il Gruppo delle Aldabra.

BIRD ISLAND:

Situata un centinaio di chilometri a nord rispetto alla principale isola di Mahé Bird Island è un piccolo scrigno corallino di poco meno di un

chilometro quadrato ed è nota tra gli ornitologi di tutto il mondo per essere uno scalo migratorio fondamentale per una ricchissima avifauna

composta da centinaia di migliaia di sterne fuligginose, sterne delle fate e sterne comuni (qui presenti da marzo ad ottobre). In questo

periodo il cielo sopra l’isola risulta quasi offuscato dagli enormi stormi dei volatili presenti, un’esperienza assolutamente da vedere in prima

persona. Sulla minuta isola si registrano poi popolazioni assai ben rappresentate di tartarughe embricate e verdi, mentre in mare si contano

diversi dugonghi. Essendo posta sotto un controllo provato sin dal 1967 Bird Island è raggiungibile solo attraverso il minuto aeroporto con

pista naturale direttamente da Mahé (volo di circa un’ora) e sull’isolotto circondato da magnifiche spiagge sabbiose di foggia tropicale si

trova un unico resort di lusso in cui potrete soggiornare: il Bird Island Lodge, per cui è indispensabile la prenotazione. Ovviamente qui

sarete come catapultati al di fuori del mondo, avrete tutta l’isola solo per voi e per chi come voi soggiorna nel polo turistico, e nelle

cristalline acque adiacenti si trovano alcuni dei siti per lo snorkeling più spettacolari di tutte le Seychelles. Calcolando che il primo e l’ultimo

giorno di stanza sull’isola saranno mozzati dai trasferimenti da e verso Mahé vi consigliamo di fermarvi sull’atollo non meno di quattro

giorni.

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Una carrellata di immagini che rendono giustizia alla bellezza eterea della Bird Island, isola corallina dispersa nell’Oceano Indiano che è

uno degli scali più importanti per milioni di uccelli migratori di queste latitudini. Sull’isola si pernotta solo su un esclusivo resort che offre la

possibilità di oziare su spiagge dorate e di godere delle magnifiche acque calde e turchesi nella più completa solitudine.

GRUPPO DELLE ALDABRA:

Non ci sono luoghi delle Seychelles tanto distanti dal gruppo principale della capitale Mahé quanto quello del Gruppo delle Aldabra, situate

a circa 1200km a sud-ovest dell’isola principale della nazione, ma a soli 400km a nord-ovest delle coste del Madagascar. Il suo affioramento

principale, l’Atollo di Aldabra, è il secondo più grande atollo corallino del mondo e offre ospitalità a quella che probabilmente è la colonia di

tartarughe marine più incredibile del pianeta. Qui si trovano infatti oltre 100.000 esemplari di tartarughe giganti delle Aldabra (testuggini

che possono raggiungere i 120cm di altezza e i 250kg di peso), ma anche moltissime tartarughe verdi ed embricate. Come per quanto

accennato in merito di Bird Island anche le Aldabra sono un fondamentale scalo migratorio per gli uccelli che sorvolano annualmente

l’Oceano Indiano (sterne e fregate su tutti), favoriti anche dal fatto che le Aldabra non sono pressoché antropizzate e che non ci sono sul

posto lepri o gatti che depredano le loro uova. Se già la vita fiorisce e prospera in maniera eccezionale sopra il pelo dell’acqua rimarrete

però del tutto sbigottiti non appena avrete la possibilità di immergervi o praticare lo snorkeling in queste calde acque oceaniche. Le barriere

coralline incontaminate delle Aldabra sono a detta di tutti gli esperti del settore tra le più spettacolari del mondo, riconoscimento che è stato

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reso tangibile anche dall’inserimento delle Aldabra tra i patrimoni dell’umanità tutelati dall’UNESCO. Per quanto concerne l’accesso a

questo paradiso terrestre sappiate che dovrete disporre di molto tempo e ingenti somme di denaro da destinarci (ci sono tasse giornaliere da

pagare per stare in loco, una cosa giusta se si pensa che tutto questo denaro viene convogliato per la salvaguardia di questo ecosistema).

Tuttavia questo potrebbe persino non bastare: potrete approcciarvi alle Aldabra solo se in possesso di uno specifico permesso rilasciato dalla

Seychelles Islands Foundation. Tra le modalità di accesso più frequenti a questi atolli vi è il ricorso a yacht privati, oppure l’avvalersi dei

due traghetti mensili che collegano Mahé all’Atollo di Aldabra. Una volta qui dovrete riparare nelle strutture messe a disposizione da questo

ente, per lo più però destinate a ricercatori e biologi. Se sarete tanto arditi e determinati da sottostare a tutte queste procedure (annualmente

solo 1000 temerari all’anno riescono a raggiunge le Aldabra) sarete ricompensati da uno dei paesaggi marini e naturali più incredibili e

inimmaginabili che possiate aver mai sognato. Un luogo tanto magico che al vostro ritorno a Mahé vedrete la natura con occhi davvero

diversi.

Dalle foreste sommerse composte di rigogliosi coralli multicolori tra i quali si insinuano migliaia di pesci tropicali e i placidi e amichevoli

dugonghi ad una delle cartoline più classiche delle Aldabra: una delle sue tartarughe giganti autoctone che rimirano lo spettacolo naturale

delle spiagge sabbiose del secondo atollo più grande del mondo.