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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 14 – 15 giorni.

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Aprile – Ottobre.

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. Si consiglia di utilizzare sia per l’andata che per il

ritorno lo scalo aeroportuale di Amsterdam. Alternativamente

si possono adoperare gli scali aeroportuali di Eindhoven o di

Dusseldorf Weeze.

FUSO ORARIO: Stessa ora dell’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Carta d’Identità.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: EURO.

TASSO DI CAMBIO: ///

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Descrizione del viaggio:

1° - 2° giorno: ROTTERDAM

Rotterdam è oltre ogni ragionevole dubbio la metropoli più dinamica, energica, multietnica e dotata della vita notturna più vibrante di tutta

l’Olanda, rivaleggiando ad armi pari e talvolta prendendo anche la supremazia in alcuni settori rispetto alla ben più famosa e celebrata

Amsterdam. Rotterdam uscì letteralmente distrutta dalla seconda guerra mondiale, durante la quale venne vessata da incessanti

bombardamenti principalmente per il fatto di possedere il principale porto commerciale e militare della nazione. Le estesissime ricostruzioni

sono durate decenni e sono state svolte all’insegna della modernità e della proiezione al futuro, tant’è che se da una parte del nucleo storico

medievale precedente non rimane pressoché nulla dall’altro lato Rotterdam si è riscoperta come autentica fucina dei Paesi Bassi e arbitro

della sua capacità produttiva e creativa del domani. L’impressione che se ne ha percorrendo le sue strade è di essere in una sorta di

laboratorio culturale e architettonico in cui nulla appare impossibile o eccessivamente ardito da essere sognato prima e realizzato poi.

Il cuore della Rotterdam moderna è un’area non ben definita che si estende attorno a Schouwburgplein, un vasto slargo nel fitto

tessuto urbano posto a nord della riva settentrionale dell’immenso corso d’acqua del Lek. Questa zona è quella più glamour della

metropoli con diversi negozi di alta moda e griffe internazionali che animano i palazzi disposti lungo la Lijnbaan, la principale strada

del commercio al dettaglio della città, a cui si alternano una serie di bar ombreggiati collocati per lo più lungo la Karel

Doormanstraat, luogo di ritrovo prediletto per le passeggiate serali degli autoctoni. Dopo questo primo approccio soft e un poco

frivolo a Rotterdam vi suggeriamo quindi di iniziare a spostarvi verso il Lek seguendo il flusso pedonale o le comode ed efficienti linee

della metropolitana per iniziare con la visita presso il Museum Boijmans van Beuningen, l’autentico fiore all’occhiello dell’offerta

museale locale. Nelle sue sale si possono infatti ammirare collezioni di assoluto rilievo che toccano diversi periodi della storia

dell’arte sia olandese che europea in genere. A titolo esemplificativo qui potrete trovare lavori di Hieronymus Bosch (Nozze di Cana),

Rubens (L’uomo dal berretto rosso), Van Eyck (Tre Marie al Sepolcro), Pieter Bruegel il Vecchio (Torre di Babele), Rembrandt

(Ritratto di Tito) che coabitano con tele di maestri italiani come Tintoretto e Tiziano, con esponenti del surrealismo come Marcel

Duchamp e René Magritte, fino a reperire composizioni di Monet, Van Gogh, Gauguin, Degas e Salvador Dalì. Visto che la visita al

museo vi impegnerà per almeno due / tre ore una volta usciti con ogni probabilità sarà ormai l’ora di pranzo e per uno snack all’aria

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aperta nulla vi sembrerà meglio che una passeggiata tra gli alberi secolari e i languidi laghetti del curatissimo Het Park al cui limite

meridionale incrocerete finalmente con lo sguardo l’imponete corso del Lek, ramo terminale principale del fiume Reno. Una volta qui

poi non potrete fare a meno che essere colpiti dalla mole dell’Euromast, una torre panoramica alta oltre 100m dalla cui terrazza si

godono le migliori viste aree in assoluto di Rotterdam.

Nel pomeriggio potrete quindi camminare in direzione ovest e raggiungere rapidamente il quartiere di Delfshaven, forse l’unica area

cittadina davvero sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, che conserva infatti un’atmosfera antica altrimenti introvabile in città.

Nato in realtà come porto fluviale per la vicina città di Delft il Delfshaven fu il luogo da cui salparono i padri pellegrini alla ricerca di

nuova fortuna nel Nuovo Mondo nel 1620 ed è anche un posto che offre scorci romantici come un mulino a vento incredibilmente

sopravvissuto nel cuore di Rotterdam. Per uno sfizioso aperitivo o proprio per la cena avrete poi a disposizione diverse alternative che

questa porzione di Rotterdam sarà lieta di offrirvi: se desideraste ristorazioni di livello e tradizionali potrete scegliere tra i romantici

locali che affacciano sulle acque del Veerhaven o sui bistrot e i coffee shop che ruotano attorno a Schouwburgplein. Ma se invece

foste alla ricerca di qualche esperienza culinaria più stravagante non abbiate tentennamenti e puntate dritto verso la zona di West

Kruiskade che costituisce l’anima multietnica per eccellenza di Rotterdam. Qui troverete gusti e sapori di estrazione asiatica,

africana, italiana ecc. e, fattore ulteriormente soddisfacente, è che qui i prezzi sono decisamente a buon mercato per un pasto di

qualità.

La vivacissima e moderna Lijnbaan, arteria principale dello shopping griffato di Rotterdam, quindi una bucolica vista ammirabile

presso l’Het Park con la torre dell’Euromast sullo sfondo ed infine le romantiche banchine ed i canali del quartiere di Delfshaven.

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La seconda giornata nella metropoli dell’Olanda meridionale può invece avere inizio dal bacino dell’Oude Haven, la storica darsena

primigenia di Rotterdam che venne qui fondata nel lontano ‘300. E’ sempre interessante aggirarsi sulle banchine e sui moli della zona

per ammirare alcune barche storiche ma sicuramente in breve la vostra attenzione sarà rapita dal limitrofo complesso edilizio di

Overblaak progettato e realizzato dall’architetto Piet Blom tra il 1978 e il 1984. La sua inconfondibile sagoma a forma di matita con

adiacenti degli alloggi a forma di cubi dalle tonalità accese è in breve diventato il simbolo stesso della futuristica architettura e

proiezione al futuro di Rotterdam. Inoltre proprio dinnanzi alle case cubiche di Overblaak si tiene il principale mercato della

metropoli, incentrato sia sui prodotti alimentari che su abbigliamento e antiquariato. Sempre in mattinata, spostandosi di qualche

centinaio di metri verso ovest, è immancabile poi una visita al Maritem Museum Rotterdam che ripercorre la fastosa storia marittima

olandese dalle sue origini alle sue sfaccettature più moderne (con peraltro una serie invidiabile di modellini che saranno

apprezzatissimi dai bambini) e all’antistante Haven Museum che is può visitare liberamente passeggiando lungo i moli della zona

curiosando tra vascelli e navi storiche di ogni tipo.

Continuando a spostarvi seguendo la progressione della riva settentrionale del Lek raggiungerete quindi l’imponente Erasmusbrug,

un imponente ponte sul grande fiume portato a termine nel 1996 su progetto di Ben van Berkel che ha permesso di collegare molto più

rapidamente i nuovi grattacieli avveniristici posti sulla riva opposta del Lek al centro di Rotterdam. Dopo aver scattato qualche foto di

rito al colosso ricco di cavi portanti e agli scintillanti giganti di vetro e acciaio vi suggeriamo di fare una veloce pranzo ed iniziare a

prenotare le crociere che da pochi metri di distanza dal pilone nord dell’Erasmusbrug salpano quotidianamente alla volta della

sezione operativa del moderno porto di Rotterdam che si estende per chilometri e chilometri lungo il Lek. Avrete così modo di

curiosare tra le imponenti gru, navi container, magazzini di stoccaggio, darsene, canali di smistamento, banchine, petroliere e

complessi di raffinazione che costituiscono il principale scalo portuale di tutta Europa e uno dei primissimi a livello mondiale.

Rimarrete davvero shoccati dalla vastità del complesso e dalla quantità di imbarcazioni e costruzioni costituenti e non potrete fare a

meno di riflettere su come alla fine il nostro mondo consumistico riesca a reggere solo a fronte di questi immani luoghi di smistamento

delle merci e di approvvigionamento di materiali. Una volta rientrati presso l’Erasmusbrug potrete infine concentrarvi sulla serata e

scegliere in che sezione di Rotterdam lanciarvi per una nuova, vibrante, serata all’insegna del divertimento.

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Una vista dell’Oude Haven, il bacino storico da cui prese ad espandersi il porto di Rotterdam nell’ormai lontano XIV secolo, quindi

un dettaglio sul futuristico complesso residenziale dell’Overblaak, nuovo simbolo di Rotterdam, ed infine lo skyline cittadino

illuminato a sera dove si nota l’Erasmusbrug sullo sfondo e gli scintillanti grattacieli dell’area portuale sul fiume Lek.

3° giorno: KINDERDIJK, DELFT

Mete di un’interessantissima escursione giornaliera da Rotterdam i mulini di Kinderdijk e le sofisticate atmosfere urbane e culturali di Delft

rappresentano uno degli scorci più noti di tutti i Paesi Bassi. Kinderdijk (25km, 30 minuti da Rotterdam) è veramente il posto ideale di tutta

la nazione per ammirare gli storici mulini a vento olandesi immersi nella natura, sebbene il sito sia ubicato a pochissimi chilometri in linea

d’aria dal laborioso centro metropolitano di Rotterdam. I 19 mulini settecenteschi del sito sono tanto affascinanti da essere stati inseriti da

soli nella lista dei patrimoni dell’umanità stilata dall’UNESCO e sono un po’ la quintessenza della secolare lotta che gli olandesi hanno

intrapreso col mare per strappargli sempre più terreni adatti alla coltivazione e allo stanziamento. Questi mulini svettano infatti sopra a ex

paludi bonificate (oggi dette polder) per mezzo di una miriade di canali artificiali di drenaggio delle acque stagnanti che in estate si

ammantano di ninfee. I mulini di Kinderdijk sono tra i più alti dell’Olanda e vennero costruiti così imponenti per poter imbrigliare al meglio

la potenza dei venti che qui spirano e sono di diverse fogge da quelli a nucleo centrale cavo a quelli con calotta rotante. Il momento migliore

per visitarli è probabilmente l’estate, periodo nel quale vengono azionati tutti e 19 contemporaneamente, ma anche in queste occasioni vista

la vastità del sito la folla tende a disperdersi senza particolari problemi e la fotogenicità di Kinderdijk non viene intaccata in alcun modo.

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Due viste panoramiche del magnifico sito di Kinderdijk dove potrete ammirare la più alta concentrazione (19 in tutto) di mulini storici

olandesi ancora operativi immersi in un ambiente classico dell’Olanda del passato, qui visibili in chiave diurna e alle prime luci dell’alba.

Dopo aver trascorso la mattinata intera ad aggirarsi tra i mulini a vento di Kinderdijk vi consigliamo di spostarvi per pranzo nella vicina

città di Delft (45km, 40 minuti), un autentico visibilio per gli occhi dove strette strade fiancheggiate da canali romantici ed edifici antichi in

ottimo stato di conservazione rievocano senza problemi diversi soggetti del figlio prediletto della cittadina: il pittore Johannes Vermeer che è

passato alla storia appunto per il suo quadro “Veduta di Delft”. Oltre che per gli aspetti culturali Delft è nota in tutto il mondo anche per la

sua vocazione manifatturiera per quanto concerne l’arte ceramica: le sue porcellane dai colori bianchi e blu sono ormai da 500 anni uno dei

tratti distintivi di Delft, tradizione nata alla riproposizione in loco di splendidi oggetti che venivano importati all’epoca dalla Cina.

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Tra realtà e immaginazione: una vista serale dei canali che si insinuano nel centro storico di Delft e il celebre dipinto Veduta di Delft di

Vermeer di cui il Vermeer Centrum custodisce una splendida copia.

Visitare Delft è incredibilmente semplice ed è doveroso farlo a piedi essendo pressoché tutti i siti principali di interesse disposti in u raggio di

un solo chilometro di distanza dalla centrale Grote Markt, una piazza dove potrete ammirare negozietti tradizionali, il municipio

rinascimentale locale, la Waag (pesa pubblica) del 1644 e la Niuwe Kerk che ospita la cripta della famiglia reale olandese. Giusto un paio di

isolati a nord della Grote Markt troverete poi uno dei principali motivi di interesse di Delft: il Vermeer Centrum Delft che oltre a permettervi

di fare un percorso completo lungo la carriera del maestro attraverso una completa serie di riproduzioni delle sue 35 opere e ad un

ricostruzione del suo studio creativo vi permetterà anche di approfondire il legame profondo che lo legò alla sua città natale in cui visse dal

1632 al 1675. Ciò che traspare comunque ammirano le sue tele è una capacità unica di Vermeer di saper catturare la luce dell’Olanda e

riprodurla con una tecnica di pennellata davvero meticolosa. Anche solo per completare la visita al Vermeer Centrum merita poi una

deviazione la Oude Kerk, una chiesa risalente al 1246 posta oltre uno dei canali che tagliano il cuore di Delft, dove riposa per sempre la

salma di Johannes Vermeer. Spingendosi infine un poco a sud del centro storico locale non lasciatevi sfuggire l’ingresso presso il De

Koninklijke Porceleyne Fles, una delle storiche fabbriche di porcellana di Delft che vi permetterà di vedere maestri decoratori all’opera,

ripercorrere la storia della maiolica locale e di partecipare a workshop dedicati per chi fosse interessato. In più al negozio della fabbrica

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potrete acquistare a prezzi ragionevoli alcune opere d’arte appena prodotte. Per la serata potrete poi decidere se rientrare direttamente da

qui a Rotterdam (15km, 20 minuti) oppure, come vi consigliamo, di intrattenervi per cena qui a Delft. La piazza attorno alla quale si

concentrano le ristorazioni più interessanti è l’ampia e centrale Beestenmarkt, ma troverete locali dall’atmosfera molto accogliente anche

attorno alla Oostport, la porta che rappresenta l’ultima testimonianza tangibile delle antiche mura cittadine.

Tre immagini simboliche di Delft: la Grote Markt, piazza centrale dominata dal profilo del rinascimentale Stadhuis (municipio), quindi

alcune opere in porcellana coi tipici colori delle ceramiche di Delft ed infine il profilo squisitamente medievale della Oostport.

4° giorno: L’ AIA

Comodamente raggiungibile da Rotterdam sia su gomma (25km, 25 minuti) che ancora più facilmente per via ferroviaria (35 minuti) L’Aia (o

Den Haag in olandese) è una città davvero maestosa con una successione di hotel di lusso, parchi curati, palazzi aristocratici spesso sede di

ambasciate e un’atmosfera nel complesso abbastanza snob, dove la ricercatezza pare essere il clou della vita dei suoi abitanti. L’Aia però

muta violentemente approccio alla vita man mano che vi avvicinerete al suo sobborgo balneare di Scheveningen baciato dalle acque del

Mare del Nord e da un litorale sabbioso che farebbe invidia a molte località turistiche del Mediterraneo se solo il clima fosse più clemente.

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L’Aia è il luogo in cui dimorano i reali d’Olanda e anche la sede del governo dei Paesi Bassi, nonché la capitale storica della nazione, titolo

che oggi non possiede però più da quando Luigi Bonaparte nel 1806 spostò la capitale ad Amsterdam. L’Aia ha però saldamente conservato

la sua tradizione burocratica tanto che fu scelta nel secolo scorso come sede anche della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni

Unite che in genere decide su intricati casi di diplomazia internazionale, accuse di genocidio e sul cui banco degli imputati sono transitati

numerosi ex dittatori di nazioni lontane.

L’Aia manca di un centro storico propriamente detto ma si articola attorno a più poli di interesse: il primo è sicuramente il bacino lacustre

artificiale di Hofvijver su cui affacciano sia la Galerij Prins Willem V (interessante più per essere stato il primo museo pubblico aperto nella

nazione nel 1773 che per le collezioni presenti) che il Mauritshuis, una magnifica pinacoteca in cui potrete fare un viaggio dettagliato tra i

capolavori della pittura olandese passando da tele di Vermeer (Ragazza con l’Orecchino di Perla) a opere di Rembrandt (La lezione di

anatomia del dottor Tulp) il tutto inserito in un contesto di uno splendido palazzo neoclassico del 1640. Pochi isolati a sud del bacino di

Hofvijver si raggiunge quindi il Binnenhof, ossia il cuore del potere politico olandese visto che i suoi palazzi sono da secoli la sede del

parlamento nazionale. Il Binnenhof è visitabile solo previa prenotazione e in gruppi guidati ma vale davvero la pena di entrare nella

Ridderzaal (antica sala dei banchetti in squisito stile gotico) e nelle sale che ospitano la Camera Alta e quella Bassa del parlamento

olandese. Spostandosi quindi di poche centinaia di metri verso ovest percorrendo Grote Marktstraat, una via commerciale in cui troverete

punti vendita di tutte le principali griffe internazionali, meritano poi una deviazione indubbiamente la piazza che ospita la Grote Kerk, chiesa

principale dell’Aia dal 1450 e l’attiguo Paleis Noordeinde, dall’aspetto austero e rinascimentale ma che invece sono il luogo di dimora dei re

e regine d’Olanda.

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Il profilo pulito e solenne del Binnenhof, sede del parlamento olandese, che si specchia nel bacino di Hofvijver costituisce una delle cartoline

tipiche de L’Aia. Quindi il sobrio e austero Paleis Noordeinde dimora usale della monarchia olandese.

A completamento della fitta mattinata vi consigliamo infine di entrare nel Gemeentemuseum, un vero tempio per i cultori del movimento

artistico De Stijl che qui potranno saziare il loro appetito di conoscenza passando tra alcune delle maggiori opere di Piet Mondrian tra cui

spicca l’incompiuta Victory Boogie-Woogie.

Fattasi quindi l’ora di pranzo vi consigliamo di spostarvi in direzione est dal Gemeentemuseum, di oltrepassare l’imponente Vredespaleis che

ospita la Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, e di raggiungere l’area che ruota attorno a Denneweg dove tra stradine acciottolate

e canali che serpeggiano tra le abitazioni si concentrano alcune delle migliori ristorazioni di tutta L’Aia. Danneweg è anche una delle aree

più interessanti sotto il profilo dello shopping della città tanto che qui si affollano una serie di boutique di alto livello e gallerie di

antiquariato. Il pomeriggio infine, oltre che per una divertente caccia all’acquisto, può essere tranquillamente del tutto dedicato al quartiere

marino di Scheveningen. La zona urbana in realtà non è proprio nulla di che (è un continuo susseguirsi di anonimi palazzoni che arrivano

fino al lungomare) ma passeggiare sull’immensa spiaggia sabbiosa che si risolve nel Mare del Nord è un’esperienza tonificante, divertente

per i bambini e che offre uno scenario dell’Olanda spesso sconosciuto. Si ricorda poi che spostandosi anche solo di un paio di chilometri

verso sud oltre al nucleo centrale delle spiagge di Scheveningen come per incanto sarete catapultati in un ambiente naturale molto più intatto

fatto di spiagge con dune sconfinate e immensi stormi di gabbiani in volo, un luogo ideale per chi è alla ricerca di un po’ di sano relax.

Potrete infine anche soffermarvi a Scheveningen fino all’imbrunire per concedervi un aperitivo vista mare dal sapore mediterraneo ma vi

esortiamo caldamente a fare rientro a Rotterdam (25km, 25 minuti) per la nottata.

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Una visitatrice intenta ad ammirare la famosa opera Victory Boogie-Woogie di Piet Mondrian presso il Gemeentemuseum, quindi una

pittoresca vista serale dello Vredespaleis, sede del cosiddetto Tribunale Internazionele dell’Aia ed infine una vista di Scheveningen, delle sue

spiagge e dei suoi immensi palazzoni così come appare dai moli pedonali della capitale de facto dei Paesi Bassi.

5° giorno: WATERLAND NEELTJE JANS, MIDDELBURG

Altra, e ultima, meta perfetta per un’escursione giornaliera da Rotterdam è costituita dalla provincia della Zeeland (Zelanda) essenzialmente

formata da tre lingue ramificate di terra che si insinuano in un complicatissimo sistema di delta fluviali che comprendono gli sbocchi nel

Mare del Nord tra gli altri di importantissimi fiumi nordeuropei come la Schelda, la Mosa e ovviamente il possente Reno. Come facilmente

immaginabile la vita degli autoctoni è da sempre legate alle vicissitudini atmosferiche e nel corso degli ultimi cinquecento anni circa si sono

abbattute sull’area due alluvioni particolarmente devastanti: quella del 1421 che nel giorno di Santa Elisabetta inondò la zona causando la

morte di ben 100.000 residenti e che mutò in profondità anche la mentalità degli olandesi e quella più recente del 1953 dovuta alla rislaita di

acque oceaniche nel delta fluviale a causa di violentissime mareggiate che mieté 2.000 vittime, distrusse oltre 800km di argini preesistenti e

che fu determinante per far convincere gli abitanti dei Paesi Bassi a impegnarsi nella realizzazione del mastodontico Progetto Delta, uno dei

più arditi progetti ingegneristici idraulici del mondo. L’opera venne iniziata nel 1958 e fu conclusa solo nel 1997 e consta di barriere mobili

della lunghezza di 3km ciascuna che possono essere alzate o abbassate a seconda delle previsioni delle maree, funzionamento che può essere

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capito in profondità visitando il Waterland Neeltje Jans (85km, 70 minuti da Rotterdam), un parco a tema dedicato al Progetto Delta. Oltre

che imperniarsi sul progetto antropico di contenimento dei flussi di marea il Waterland Neeltje Jans descrive nello specifico il rapporto

morboso tra olandesi e mare e le loro continue lotte e ha anche un’ampia sezione dedicata ad un parco divertimenti con attrazioni

acquatiche, acquari e simulatori di tempeste. Inoltre percorrere la statale N57 in direzione sud da Rotterdam verso il cuore della Zelanda è

già di per sé motivo di grande interesse visivo e fotografico.

Dopo esservi eruditi sui temi idraulici e ambientali fate quindi rotta verso Middelburg (20km, 25 minuti) il tranquillo e prospero capoluogo

della provincia olandese sud-occidentale. Una volta qui giunti sarete sicuramente colpiti dalla cortesia e dalla flemma dei suoi abitanti

abituati a ritmi di vita decisamente meno impetuosi di chi risiede nel cuore dell’Olanda. Il nucleo storico di Middelburg, seppur otticamente

molto intrigante e percorso da tentacolari canalizzazioni, è in realtà una sapiente ricostruzione post bellica visto che la cittadina venne

pressoché rasa al suolo dai bombardamenti nazisti nel corso del 1940. Epicentro della comunità locale è la piazza denominata Markt, sede

ogni giovedì di un famoso mercato e dominato dalla sagoma dello Stadhuis (municipio) elaborata mistura di stili che vanno dal gotico della

facciata quattrocentesca fino alla sezione neoclassica del ‘600 che aggetta su Lange Noordstraat. L’altro monumento imperdibile di

Middelburg è l’Abdij, un vasto complesso abbaziale del XII secolo incastonato proprio al centro geografico del nucleo storico cittadino al cui

intorno si affollano altre tre chiese che compongono una sorta di enclave religiosa nel cuore di Middelburg. Il nostro consiglio è di visitare

l’abitato senza fretta e secondo istinto, lasciandovi trasportare dalle emozioni e dalla sua ammaliante atmosfera, fino almeno a consumare un

lauto aperitivo in zona. Verso l’imbrunire potrete infine agilmente fare rientro da qui a Rotterdam (130km, 90 minuti) per lanciarvi in una

nuova serata vibrante nella metropoli per eccellenza del sud dell’Olanda.

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Una sezione dell’imponente sistema di chiuse mobili che compone il Progetto Delta nei pressi dello Waterland Neeltje Jans così come appare

dalla statale N57 in una giornata di moto ondoso accentuato. Quindi due immagini iconiche di Middelburg, capoluogo della Zelanda: il suo

elaborato Stadhuis e una delle romantiche vie acciottolate adorne di ordinate case in legno e mattoni che evocano tempi andati.

6° giorno: ‘S – HERTOGENBOSCH, KALKAR, NIJMEGEN

Con la sesta giornata dell’itinerario proposto si abbandona definitivamente la metropoli di Rotterdam per iniziare a muoversi nell’entroterra

dei Paesi Bassi, più specificatamente attraversando completamente la provincia del Noord Brabant (Brabante settentrionale), la più vasta del

paese e quella che segna i limiti meridionali della nazione olandese. Anche se a prima vista la monotonia in quest’area sembra regnare

sovrana (tra campi coltivati, cittadine industriali anonime e piccoli rilievi collinari) sussiste per lo meno una realtà che merita una sosta

lungo il percorso: stiamo parlando di ‘s-Hertogenbosch (o più comunemente nota come Den Bosch, 80km, 1 ora da Rotterdam). Il capoluogo

del Noord Brabant deve il suo nome (letteralmente Bosco Ducale) all’antica presenza di un mastio circondato da vaste foreste ora entrambe

scomparse e oggi presenta un minuto ma interessante nucleo storico che vi terrà occupati per almeno un paio d’ore. La piazza principale è

costituita dal Markt su cui spiccano lo Stadhuis in forme barocche del 1670 e una statua commemorativa a Hieronymus Bosch, il pittore che

diede maggior lustro nella storia alla sua cittadina. Bosch, che visse qui tra il 1450 e il 1516, fu un vero artista dell’immaginazione che

comunicò su tela come pochi le proprie visioni spesso a fondo cupo e allegorico e immancabile per rendere omaggio all’artista è una

interessante visita presso lo Jheronimus Bosch Art Center che vi permetterà di godere (mediante riproduzioni) di tutta le opere composte dal

maestro durante la sua florida carriera. L’altro monumento da non lasciarsi sfuggire durante la vostra permanenza a Den Bosch è poi la Sint

Janskathedraal, uno degli edifici di culto più maestosi di tutta l’Olanda in cui si contrappongono una torre campanaria in mattoni rossi a una

chiesa dai raffinati contrafforti dorati. Anche l’interno è molto ricco e trova la sua caratterizzazione nelle vetrate policrome e in un immenso

organo a canne del ‘600. Vi suggeriamo di fermarvi in città almeno fino all’ora di pranzo (magari riempiendo il tempo curiosano tra i negozi

di antiquariato e le boutique di Uilenburg e Vughterstraat) e giunta l’ora del pasto di convergere su Korte Putstraat dove si concentrano le

ristorazioni più gustose e tradizionali di Den Bosch, ideali per provare la squisita birra trappista La Trappe prodotta nella vicina località di

Tilburg oppure il calorico dolce tipico locale: il Bossche Bol.

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Tre immagini simboliche di ‘s-Hertogenbosch: il profilo composito della Sint Janskathedraal, una delle più belle chiese presenti su tutto il

territorio olandese, una riproduzione dei pannelli quasi onirici di Hieronymus Bosch presso il centro d’arte locale che ne ripercorre

completamente la carriera artistica ed infine la Korte Putstraat, la via per eccellenza della cucina locale in chiave notturna.

Non appena terminato il pasto riprendete però l’auto e spingetevi fino a est fino a varcare per qualche chilometro il confine tedesco e

pervenire alla cittadina di Kalkar (85km, 75 minuti), una realtà davvero singolare posta in vicinanza dell’imponete corso del fiume Reno che

alterna siti di interesse artistico a stravaganti rivisitazioni in chiave moderna di antiche strutture industriali. Per quanto concerne l’abitato

merita una sosta solamente la Sankt Nikolaikirche, una chiesa quattrocentesca finanziata dai locali magnati del commercio della lana che è

celebre per i nove altari intagliati nel legno di raffinatissima esecuzione, i migliori usciti dalla scuola di intaglio locale. Poco a nord di

Kalkar svetta invece con la sua aura fiabesca lo Schloss Moyland un magnifico esempio di castello medievale che dal 1997 ospita al suo

interno una interessante collezione d’arte moderna privata. Tuttavia il sito di gran lunga più identificativo di Kalkar è il Wunderland Kalkar

ossia un parco di divertimenti (anche un poco pacchiano) che però deve la sua singolarità al fatto di essere stato ricavato all’interno di un

complesso di una centrale nucleare ultimata ma mai poi attivata per l’ostinata opposizione dei cittadini dei villaggi circostanti allarmati dai

rischi ambientali connessi al convivere fianco a fianco con un reattore nucleare. Di questo però non si cureranno molto i bambini per i quali

invece sarà un magnifico luogo in cui passare un pomeriggio all’insegna del divertimento più sfrenato.

Nel tardo pomeriggio spostatevi infine da Kalkar fino a Nijmegen (40km, 50 minuti) rientrando così in terra d’Olanda. Nijmegen è sede

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dell’unica università cattolica dei Paesi Bassi e grazie alla sua nutrita (circa 15.000 iscritti) comunità di studenti ha una vitalità sconosciuta

alle altre città del centro dell’Olanda. Il centro storico è raccolto attorno alle sponde meridionali del Waal (il braccio principale terminale

del Reno) ed è un dedalo di viuzze secolari, mentre il lungofiume (Waalkade) è stato riqualificato ed è zeppo di ristorazioni e caffè ideali per

una romantica serata passata osservando il nugolo di chiatte e imbarcazioni che si muovono veloci sulle acque del Reno. Un’altra met di

indiscutibile fascino notturno è poi la vicina piazza centrale di Nijmegen: la Grote Markt che tra tavolini dei bar all’aperto e il Waag del

1612 sapientemente illuminato da luci artificiali vi trasmetterà una sensazione di calore, intimità e raffinatezza profondi.

La sagoma decisamente consona ai canoni classici del castello da fiaba dello Schloss Moyland situato a breve distanza dal nucleo urbano di

Kalkar e quindi una vista panoramica del singolare parco dei divertimenti Wunderland Kalkar ricavato entro un ex complesso di una

centrale nucleare tedesca. Infine una vista sulla Grote Markt di Nijmegen, luogo ideale per un drink notturno romantico.

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7° giorno: PARCO NAZIONALE DE HOGE VELUWE

E’ forse un unicum a livello internazionale quello che di può ammirare presso il Parco Nazionale De Hoge Veluwe che rappresenta sia un

gioiello sotto il profilo naturalistico che una delle località artistiche più importanti di tutta l’Olanda. Il parco nazionale più grande dei Paesi

Bassi è comodamente raggiungibile da Nijmegen nell’arco di tre quarti d’ora di autovettura (45km) e man mano che vi approccerete vi

inoltrerete in paesaggi acquitrinosi frammisti a foreste e dune sabbiose che lo rendono diversificato anche sotto un profilo degli ecosistemi

presenti. L’ingresso più idoneo a una visita completa del parco è quello sito in prossimità del paese di Otterlo posto poco oltre i suoi confini

occidentali dove potrete noleggiare alcune mountain bike ideali per muovervi nell’area. L’area naturalistica forse di maggiore impatto è

quella di Wildbaan dove non è infrequente vedere diversi animali allo stato brado (cervi, mufloni ed alci), la quale peraltro si colloca giusto a

meridione del Kroller-Muller Museum che appare come un tempio dell’arte meravigliosamente collocato al centro del parco nazionale.

Tre immagini chiave del parco nazionale De Hoge Veluwe: un gruppo di cicloamatori intenti a muoversi sulla propria due ruote tra le amene

vastità delle brughiere del parco, un gruppo di cerbiatte attente ad ogni rumore al limitare della foresta e il bel profilo dello Jachtslot Sint

Hubertus posto al limitare settentrionale dell’area protetta.

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Il nome del museo lo si deve alla coppia tedesco-olandese che nel 1914 acquistò quest’ampia sezione dell’Olanda centrale per farne sia una

riserva di caccia privata per il marito che una collocazione per l’immensa collezione di quadri personali della signora Helene. Il risultato è

ciò che apprezziamo oggi e non è iperbolico affermare che il Kroller-Muller Museum è una delle pinacoteche più prestigiose d’Europa se non

del mondo intero. Al suo interno potrete vedere tele che ripercorrono tutte le correnti artistiche che hanno plasmato la cultura olandese e

fiamminga con opere di Lucas Cranach il Vecchio ed il Giovane, quadri di pittori francesi (Courbet, Corot, Renoir, Cézanne), maestri del

‘900 come Braque, Picasso, Mondriaan, un’ampia sezione dedicata alla scultura con composizioni di Rodin, Boccioni, Hepworth e Fontana.

Tuttavia il clou del Kroller-Muller Museum sono sicuramente le sale dedicate al pittore che più di ogni altro nell’immaginario collettivo è

l’emblema dell’arte figurativa olandese: Vincent Van Gogh, di cui il museo custodisce ben 183 disegni e 93 dipinti (esposti a rotazione). Qui

potrete ammirare tutti i vari periodi che contraddistinsero la carriera di Van Gogh dalla fase Neunen (Mangiatori di Patate, Tessitore) a

quella parigina (Autoritratto, Vecchie Scarpe), da quella di Arles (Ponte di Langlois, La Berceuse, Il Raccolto, Girasoli) fino a quello di Saint

Rémy (Uomo Triste, Uliveto, Casa di Contadini in Estate). Dopo esservi fatti questa autentica scorpacciata culturale immersi nel verde del

parco di Hoge Veluwe potrete poi fermarvi presso il bar annesso al museo anche per sfamarvi materialmente con un lauto pranzo.

Nel pomeriggio non scordate poi di entrare nel singolare Museonder, un’area sotterranea che vi permetterà di vedere ben 150 diverse specie

di animali del sottosuolo muoversi nel loro habitat naturale, di raggiungere lo Jachtslot Sint Hubertus, il padiglione di caccia padronale fatto

costruire dal marito della coppia a inizi ‘900 dedicato al santo protettore della caccia, ed infine di concedervi rilassanti e rigeneranti

pedalate lungo gli innumerevoli tracciati segnalati che si inoltrano nel cuore dell’area protetta. Abbiate solo cura di tenere bene a mente gli

orari limite di restituzione delle vostre biciclette al centro visitatori di Otterlo che dovrete raggiungere nel tardo pomeriggio. Da qui infine

muovetevi in macchina fino ad Utrecht (60km, 45 minuti) e ponete nella vibrante cittadina posta al centro dei Paesi Bassi la vostra nuova

base per il proseguo del viaggio.

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Tre capolavori inestimabili di Vincent Van Gogh esposti permanentemente presso il ricchissimo Kroller Muller Musuem, tempio dell’arte di

livello internazionale situato proprio al centro dell’area protetta dal parco nazionale De Hoge Veluwe.

8° giorno: UTRECHT

Utrecht è una delle cittadine più poliedriche di tutti i Paesi Bassi: vanta infatti uno dei centri storici di epoca medievale meglio conservati

della nazione impreziosito da una fitta rete di canali dalla foggia particolare (con palazzi ai loro fianchi disposti su più livelli) che giace

fianco a fianco con moderne strutture commerciali e dei trasporti, che hanno la loro massima esemplificazione nella stazione ferroviaria

odierna che è divenuta un tutt’uno con il vastissimo Hoog Catharijne, uno shopping mall decisamente proiettato al futuro. Utrecht è poi la

quintessenza dalla città universitaria tipica dei paesi nordeuropei, tanto che gli edifici dell’ateneo occupano una buona fetta della sua

composizione urbana e che ben 40.000 studenti popolano la cittadina composta complessivamente da circa 320.000 anime. Come intuirete

l’impatto dei giovani sul panorama locale è molto influente e la rende di mentalità progressista, aperta e festaiola.

Monumento simbolo di Utrecht da cui vi consigliamo di iniziarne la visita è la Domtoren, ossia il campanile della cattedrale locale che con i

suoi 112m di altezza, 465 scalini e ben 50 campane annesse troneggia nello skyline di Utrecht. Le viste che si aprono dalla terrazza

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panoramica della Domtoren sono così vaste da spingersi nelle giornate limpide fino ad Amsterdam e meritano davvero lo sforzo della

risalita. Purtroppo la torre campanaria e una porzione del transetto sono tutto ciò che rimane dell’antica cattedrale di Utrecht, la Domkerk,

andata irrimediabilmente compromessa in seguito a dei furiosi venti da uragano che colpirono l’area nel 1674. La Domplein, la piazza

principale antistante gli edifici religiosi, si completa poi con gli storici palazzi dell’università. Camminando senza meta nel dedalo di viuzze

che si irradiano dalla Domplein in breve tempo incrocerete i due canali storici che caratterizzano il nucleo storico di Utrecht: il Niuwegracht

e l’Oudegracht risalenti rispettivamente al XIV e XI secolo. Questi lemmi corsi d’acqua tagliano da nord a sud il centro cittadino (delimitato

da un terzo canale, il Singel) sono un po’ l’emblema romantico della città, luoghi straordinariamente fotogenici e su cui affacciano una serie

di ristorazioni con tavolini all’aperto, caffè storici, locali ospitati a livello delle acque in ex magazzini del ‘200 e coffee shop talvolta ricavate

su imbarcazioni stabilmente ormeggiate a riva. L’area si presta pertanto benissimo anche come zona in cui cercare una taverna in cui

rifocillarsi per pranzo, oltre che per romantici tour su imbarcazioni tradizionali (che salpano tradizionalmente sull’Oudegracht).

Potrete quindi completare la giornata vistando i principali musei cittadini che si collocano gli uni vicini agli altri al limite meridionale del

centro storico. Il Centraal Museum è un complesso espositivo ad ampio respiro che ha nelle sue sezioni dedicate ai pittori della Scuola di

Utrecht e nelle composizioni in stile De Stijl (specie nei lavori di Gerrit Rietveld) il suo fulcro, mentre il Museum Catherijneconvent possiede

la più vasta e ricca collezione di arte sacra d’Olanda oltre a una serie di manoscritti medievali e alcuni dipinti di Rembrandt tutti

sapientemente collocati in un ex convento gotico affacciante sul canale Singel. Per gli amanti dello shopping infine il luogo da non mancare

durante una permanenza ad Utrecht è indubbiamente Voorstraat dove trovano ubicazione diversi negozietti e botteghe artigiane tradizionali.

A sera poi non dovrete far altro che raggiungere nuovamente l’Oudegracht e lasciarvi portare dal flusso della folla di studenti che si

muovono febbrilmente da un locale all’altro alla ricerca di divertimento e farvi contagiare dalla loro gioiosa vitalità.

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Una vista della slanciata Domtoren che domina da secoli dall’alto dei suoi 112m d’altezza lo skyline di Utrecht, quindi gli interni tipicamente

gotici della porzione sopravvissuta alla tempesta del 1674 della Domkerk. Infine i tipici locali sia a livello delle acque che sui camminamenti

sopraelevati che caratterizzano il corso dell’Oudegracht, epicentro della vita notturna di Utrecht.

9° giorno: KASTEEL DEN HAAR, AMERSFOORT

La nona giornata di viaggio si snoda nelle attrattive poste alla periferia di Utrecht e, vista la modesta (numericamente parlando) quantità di

siti di interesse si presta anche benissimo a un completamento dell’esplorazione della cittadina principale qualora nella giornata precendete

non siate riusciti a toccare tutti i suoi siti di richiamo. Alternativamente il pomeriggio della giornata potrà essere votato a calarsi nella

meravigliosa realtà universitaria e urbana di Utrecht, approfondendone alcuni aspetti misconosciuti. Per prima cosa comunque vi

consigliamo in mattinata di portarvi presso Kasteel de Haar (25km, 30 minuti), una delle fortezze più imponenti e scenografiche di tutti i

Paesi Bassi che deve il suo aspetto incantato odierno a una serie di lungimiranti ristrutturazioni promosse alla fine dell’800 dalle comunità

locali. Se però le opere di recupero dirette dall’architetto Cuypers hanno ridato a Kasteel de Haar le sue sembianze torreggianti gotiche del

passato non si può dire che gli interventi abbiano giovato alla stabilità generale del mastio che appare percorso da sinistre crepe che si

irradiano oltre il limite del fossato a causa di un sovraccarico strutturale di pesi sulle antiche fondamenta. Tutto intorno a Kasteel de Haar si

diramano poi una serie di superbi giardini sia all’inglese (con sentieri, statue e canali in ogniddove) che di gusto francese e barocco che

portano il nome della baronessa Hélène de Rothschild, ricca ereditiera della notissima famiglia di banchieri che finanziò in larga parte la

riqualificazione ottocentesca del sito.

Se Kasteel de Haar assorbirà i vostri interessi per buona parte della mattinata verso l’ora di pranzo vi consigliamo però di trasferirvi presso

la vicina cittadina di Amersfoort (40km, 45 minuti) che fu dal ‘500 in avanti una delle realtà urbane più ricche e proliferanti di tutta

l’Olanda. Amersfoort dovette la sua ricchezza al commercio della birra, del tabacco e della lana che riempirono i forzieri di un utrito gruppo

di mercanti locali i quali impreziosirono la loro città natale con una serie (oltre 300) di dimore elaborate e molto raffinate. Oggi Amersfoort

ha un’atmosfera più provinciale con un centro storico (Hof) disseminato di caffè e pub e si è riscoperta come snodo fondamentale dei traffici

stradali e ferroviari della nazione. La rapida visita della città può tranquillamente avere inizio dalla piazza della Groenmarkt su cui si

affaccia la storica chiesa di Sint Joriskerk, unico edificio di culto dell’epoca d’oro di Amersfoort sopravvissuto in città (è del ‘500). Quindi

potrete sguinzagliarvi tra le stradine del quartiere storico di Hof fino a raggiungere l’alto profilo della Onze Lieve Vrouwe Toren, ossia ciò

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che rimane della sfarzosa chiesa quattrocentesca andata irrimediabilmente perduta in seguito ad un esplosione nel 1787, che oggi

risalendola rappresenta la terrazza panoramica per antonomasia sulla città. Dedicate infine almeno qualche ora ancora a passeggiare tra le

vie commerciali (come Langestraat), gli scorci pittoreschi (come le vie pedonali concentriche disposte lungo il canale che cinge l’Hof

denominate Zuidsingel e Muurhuizen) e le viste che si aprono sulle storiche porte d’accesso alla città antica (come Koppelport,

Kamperbinnenport o Monnikendam) di Amersfoort, sempre votandovi ad un ritmo rilassato e sereno, magari in compagnia di un buon libro

da leggere all’aria aperta. Quando infine vi sentirete soddisfatti dell’esperienza potrete rientrare rapidamente ad Utrecht (25km, 30 minuti)

per una nuova vibrante serata in città.

Una vista onnicomprensiva della struttura centrale di Kasteel den Haar così come appare dopo le ricostruzioni ottocentesche volute dai

baroni locali e operate dall’architetto Cuypers, quindi una vista romantica della Koppelport di Amersfoort illuminata da una languidae

romantica luce serale.

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10° giorno: URK, SCHOKLAND, GIETHOORN

Con la decima giornata di viaggio giunge quindi l’ora di abbandonare la porzione meridionale dell’Olanda per trasferirsi con un discreto

spostamento fino alle estremità più settentrionali della nazione, spostando la vostra base serale da Utrecht a Groningen. Durante il viaggio

però potrete trovare diverse occasioni di soste pittoresche in una serie di villaggi tradizionali legati alla storia romantica dei Paesi Bassi

comprendenti in primis l’antico borgo marinaresco di Urk (90km, 1 ora da Utrecht). Urk fu fino al progressivo prosciugamento del bacino

del Noordotstpolder uno dei principali porti pescherecci olandesi sul Mare del Nord con una flottiglia di laboriosi marinai che per diversi

mesi l’anno erano intenti a solcare le tumultuose acque al largo del continente per accaparrarsi i migliori banchi di pesca del nord Europa.

Sebbene sia ormai dagli anni ’40 che tali tradizioni si sono progressivamente affievolite Urk rimane uno dei fulcri dell’industria ittica e della

cucina di mare olandese e in diversi angoli dell’abitato si respira questa prosperità antica, come nel porticciolo dove sono tuttora ormeggiati

antichi pescherecci, presso il Monumento ai Pescatori consistente in una donna che scruta l’orizzonte alla ricerca della nave del marito che

faccia rientro a casa (e con una serie commovente di targhe in marmo che ricordano i nominativi di chi non tornò mai dalle battute di pesca

nel Mare del Nord) e soprattutto presso la Kerkje aan de Zee, la chiesa locale, per i cui sostegni sono stati adoperati solo alberi maestri di

destituite navi della flotta della Compagnia delle Indie Orientali Olandesi (la VOC).

Dopo aver passato tempo sufficiente per respirare l’atmosfera retrò di Urk portatevi quindi nella vicina borgata di Shockland (15km, 15

minuti), ossia ciò che rimane di uno storico paese che nell’800 fu flagellato prima dal tracollo economico susseguente all’inabissamento del

prezzo del pesce locale e poi da una serie di tempeste che quasi sommersero definitivamente la zona. Il sito di maggiore interesse è proprio lo

Shockland Museum che ripercorre queste anguste vicissitudini facendo vivere ai moderni turisti le difficoltà climatiche che dovettero

affrontare i suoi fieri e strenui abitanti dell’epoca e mostrando loro le alte palizzate in legno con cui si cercò di difendere l’abitato

dall’inabissamento.

Fattasi quindi l’ora di pranzo riprendere l’auto e nel volgere di mezz’ora (35km) pervenite quindi nel paese di Giethoorn, non prima di aver

però ammirato le vaste lande paludose solcate da canali, canneti e zeppe di torba del parco nazionale di Weerriben-Wieden. L’abitato di

Giethoorn invece è unanimemente considerato il gioiello più prezioso della provincia dell’Overijssel dove si esaltano i sogni bucolici

dell’Olanda del passato. Nata sopra un piccolo arcipelago dell’entroterra intervallato da canali navigabili Giethoorn mantiene ancora oggi

un’atmosfera rilassata e pacata grazie ai suoi ponticelli sui canali e le sue impeccabili piste ciclabili su cui non vi sarà difficile immaginare

antichicontadini intenti a spostare le proprie mandrie di mucche su chiatte unitamente a imponenti balle di fieno. Giethoorn è il classico

luogo di cui vi innamorerete perdutamente a prima vista e, specie dopo il pasto, vi risulterà irresistibile il fatto di noleggiare una due ruote

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per muovervi senza meta tra i suoi vicoli e i suoi percorsi sterrati. Vi consigliamo di intrattenervi in zona quanto più possibile e solo verso il

tramonto di muovervi da qui in direzione di Groningen (90km, 1 ora) per cercare una sistemazione per la nottata.

Uno scorcio del porticciolo ancora zeppo di pescherecci di Urk e una bucolica vista sull’eterea Giethoorn, vero concentrato di raffinatezza

olandese con canali navigabili, splendide piste ciclabili e una profusione di fiori variopinti e profumatissimi.

11° giorno: GRONINGEN

Realtà aperta e progressista aperta alle ultime tendenze della modernità a discapito della sua apparente collocazione in un angolo spesso

dimenticato dei Paesi Bassi Groningen è sicuramente una cittadina che vi sorprenderà. Oltre alle consuete case coi tetti a spioventi che si

specchiano in languidi canali Groningen presenta infatti un’offerta di locali estremamente variegata e una vita notturna davvero inconsueta

per l’Olanda settentrionale frutto della presenza di un’università locale che offre istruzione a più di 25.000 studenti. Il centro storico di

Groningen si sviluppa circondato su tre lati da tre canali e rappresenta uno dei più lungimiranti esperimenti urbani mondiali: qui infatti è

ormai dagli anni ’70 che il traffico veicolare è interdetto mentre quello di biciclette e pedoni è costante e nutrito. Epicentro locale è la Grote

Markt, la piazza centrale zeppa di bar sempre affollati su cui si affacciano sia lo Stadhuis del 1810 che la Martinikerk, possente chiesa

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principale di Groningen che ha nel suo armonioso campanile alto 96m, la Martinitoren, il suo elemento predominante. Dalla Grote Markt vi

sarà quindi facile raggiungere tutti i principali punti di interesse cittadini: a nord-ovest si innalza il maestoso complesso

dell’Academiegebouw, sede del rettorato dell’università locale e riccamente ornata da decorazioni del 1909, a sud distribuito su tre isole del

canale meridionale si perviene al Groninger Museum una struttura futuristica composta da una serie di geometrie dipinte a tinte forti

assemblate tra loro che merita una vista anche solo per la sua fisionomia, mentre a est si allunga Poelstraat, fulcro della vita notturna

cittadina. Sebbene possa apparirvi scarna come offerta di siti di interesse per dedicarvi una giornata completa del vostro viaggio dateci retta

e lasciate tempo a Groningen di sedurvi e ammaliarvi con la sua precisione, charme e vitalità, non ve ne pentirete di sicuro.

Tre scorci emblematici di Groningen, principale nucleo urbano dell’estremo nord dei Paesi Bassi: da suoi romantici canali solcati da

pittoresche barche alla facciata dell’Academiegebouw sede della vibrante università locale fino all’inusuale complesso moderno che ospita il

Groniger Musuem.

12° giorno: BOURTANGE, ORVELTE

La dodicesima giornata dell’itinerario proposto si svolge nell’estremo angolo nord-orientale dei Paesi Bassi toccando due minute realtà

quasi sempre dimenticate dai flussi turistici principali che si svolgono in terra olandese. Bourtange (65km, 50 minuti da Groningen) è la

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quintessenza del borgo di frontiera fortificato: una serie di fossati ancora ricolmi d’acqua difendono le sue abitazioni storiche protette da alte

mura difensive su ogni lato che la delimitano dalle lande pianeggianti disseminati di campi coltivati. La cittadella di Bourtange risale al ‘500

e fu progettata in modo tale da poter sostenere vari mesi di assedio e grazie ai possenti lavori di ripristino del suo aspetto del 1742 (anno in

cui arrivò al suo massimo sviluppo) è oggi un sito storico davvero di impatto visivo. Epicentro di Bourtange è Marktplein, la piazzetta

centrale del bastione con caffè e botteghe di artigianato che si irradiano anche lungo le vie acciottolate delimitate da case in mattoni che

cercano con i loro percorsi tentacolari di sfruttare al meglio il minuto spazio compreso nel perimetro della cittadella difensiva. In ultima

analisi Bourtange diventa quindi l’emblema del borgo da girare secondo istinto ed emozioni, lasciandovi sopraffare dalla sensazione di

viaggio nel tempo che vi pervaderà passeggiando lungo i suoi vicoli.

Dopo qualche peccato di gola nei suoi caffè spostatevi quindi alla volta di Orvelte (55km, 1 ora) una sorta di esperimento sociale gestito da

una fondazione locale il cui scopo è quello di salvaguardare l’antico stile di vita tipico delle comunità rurali della provincia del Drenthe

dell’800. Il divieto assoluto della circolazione di mezzi motorizzati e le ferree leggi che impediscono ai suoi abitanti di modificare l’aspetto

esteriore delle sue costruzioni ha fatto sì che Orvelte sia divenuto col tempo un simbolo del passato dell’Olanda, ma la magia non si ferma

qui: molti autoctoni sono infatti ancora impegnati in attività tradizionali come macellai, fornai ecc. e chiunque visiti Orvelte viene

caldamente coinvolto in questa sorta di perpetua messa in scena del passato. Si tratta quindi di una comunità molto coinvolgente e

straordinariamente fotogenica che non mancherà di stuzzicare le vostre fantasie per alcune ore. Verso metà pomeriggio potrete infine fare

rientro a Groningen (55km, 45 minuti) sia per la notte che per godere di una nuova sfrenata serata in compagnia della sua comunità di

universitari.

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Una vista aerea delle perfette geometrie della cittadella fortificata di Bourtange, posta pressoché al confine con la Germania, quindi due

istantanee iconiche della comunità di Orvelte: donne in costume inscenano danze tradizionali e carri trainati da cavalli conducono curiosi tra

il dedalo di cottage di questa riproposizione della vita del Drenthe ottocentesco.

13° giorno: LEEUWARDEN, HINDELOOPEN

La tredicesima tappa del viaggio si incunea decisamente nei territori della provincia olandese della Frisia : una distesa di pianure come

sospese sul mare (la cui linea di demarcazione è spesso anti intuitiva essendo per lo più un’informe distesa di fanghiglia) punteggiate da un

sequenza apparentemente senza fine di mandrie di vacche frisone bianche nere al pascolo. Questo suo aspetto un poco da frontiera del

mondo ha permesso nel corso dei secoli alla popolazione locale di compattarsi attorno a tradizioni arcaiche ed usi e costumi propri che si

estrinsecano appieno nel particolare dialetto autoctono, una sorta di lingua a sé stante. Capoluogo della Frisia e luogo che fa trasparire più

di ogni altro l’immagine della quiete, dell’ospitalità e della pacatezza del posto è sicuramente Leeuwarden (65km, 50 minuti da Groningen).

Tutti i siti di interesse di Leeuwarden si concentrano nel compatto centro storico circondato da canali che trova nella piazza di Zaailand il

suo animato baricentro. Proprio su questo largo nel fitto tessuto urbano storico di Leeuwarden si affaccia il complesso in vetro, legno e

acciaio che ospita il Fries Musuem che custodisce la più ricca collezione di pezzi di artigianato e reperti storici rinvenuti in Frisia al mondo

oltre a una sezione dedicata al periodo delle deportazioni naziste che colpirono la città nella prima parte del ‘900 e un’esposizione inerente

Mata Hari, la figlia più celebre di Leeuwarden. La donna iniziò la sua carriera come ballerina esotica a Parigi e da subito si contraddistinse

per la capacità di sedurre gli alti gerarchi di entrambi gli schieramenti che erano in procinto di sfidarsi nella prima guerra mondiale.

Tuttavia allo scoppio delle belligeranze questa sua posizione ambigua fu immediatamente sfruttata dai suoi amanti per renderla una spia di

altissimo livello per entrambe le fazioni, facendo uno dei doppio giochi di spionaggio più leggendari della storia. Purtroppo per lei però il

peso di questi giochi di potere la soverchiarono rapidamente finché venne arrestata e giustiziata sommariamente dalla polizia francese nel

1917. Dopo questo tuffo nel passato potrete quindi compiere una serena passeggiata tra i canali e viottoli che si irradiano attorno al canale

detto Niuwestad fino a raggiungere il suo angolo nord-occidentale contraddistinto dalla mole pendente della Oldehove una torre che si piegò

su un fianco quasi subito dopo il suo completamento avvenuto nel 1529 per l’insufficiente solidità del terreno su cui venne costruita. Dopo

qualche scatto di rito potrete quindi entrare nell’adiacente Princessehof Museum, il museo ufficiale della maiolica olandese che oltre alla più

vasta collezione di piastrelle del mondo vanta una serie di superbi capolavori ceramici di Delft e di estrazione asiatica di altissimo livello.

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Giacché tra spostamenti e visite Leeuwarden vi occuperà pressoché tutta la mattinata potrete anche optare per fermarvi in loco per pranzo in

una delle numerose taverne gestite da chef sapienti che troverete senza difficoltà dei dedali acciottolati del centro storico.

Terminato il pasto riprendete però velocemente l’auto e dirigetevi da qui fino al villaggio fiabesco di Hindeloopen (45km, 45 minuti) per

secoli rimasto isolato dal resto della Frisia e tenacemente ancorato alla sua tradizione marinaresca ma che oggi è comodamente

raggiungibile con strade che si allungano tra campi di granturco e greggi di pecore al pascolo. Vedere gli alti alberi maestri delle sue

imbarcazioni ormeggiate presso il suo grazioso porto sarà la prima immagine da cartolina che Hindeloopen vi serberà ma non sarà che la

prima vista da cartolina che il villaggio abbia da offrirvi: tra viuzze, canali, ponticelli e abitazioni tradizionali si può infatti sostenere che

Hindeloopen sia un vera manna per gli amanti della fotografia. Un tratto singolare di Hindelhoopen poi visibile solo di rado negli inverni più

gelidi è quello di trasformarsi in un immenso accesso alla laguna ghiacciata antistante che diventa un’infinita pista di pattinaggio su

ghiaccio (su cui viene disputata una delle gare di tale sport più sentita al mondo, la maratona di oltre 200km dell’Elfstedentocht che si corre

tra 10 città della Frisia e termina a Leeuwarden ogni anno in cui le condizioni meteo e ambientali lo permettano). Il nostro consiglio è di

dedicare almeno due/tre ore alla località e di gustarvela con calma e serenità, come il contesto impone. Verso la seconda metà del

pomeriggio riprendete quindi l’auto e iniziate il trasferimento che vi porterà da Hindeloopen fino all’isola di Terschelling per la nottata, la

principale comunità dell’arcipelago delle isole Frisoni. Il percorso prevede un tratto in traghetto di circa 45 minuti dal porto di Harlingen

comodamente raggiungibile da Hindelhoopen in 40km (40 minuti). Lungo tale tratta una doverosa deviazione che si impone è quella

all’imponente diga di Afsluitdijk, un’immane sbarramento di 30km di lunghezza e 90m di larghezza che venne ultimato nel 1932 per dividere

una volta per tutte lo Zuiderzee, il mare interno olandese che si era creato dal XII secolo a seguito delle continue tempeste e innalzamento

delle acque oceaniche, dal bacino del Mare del Nord. Lo Zuiderzee alimentava infatti sì l’industria della pesca interna dell’Olanda ma privò

lo stato di importanti territori coltivabili oltre a causare ciclicamente vittime per le frequenti inondazioni. Il risultato dell’opera di ingegneria

idraulica fu duplice: si permise infatti il prosciugamento e l’abitabilità di vaste porzioni di nuove terre (polder) come il Flevoland che diedero

nuovi campi da arare ai laboriosi contadini olandesi e per di più creò una velocissima via di comunicazione diretta tra l province del Noord

Holland e della Frisia, riavvicinando moltissimo i due lembi della nazione. Oggi l’Afsluitdijk è percorso da una veloce autostrada ma sono

diversi i punti da cui scattare splendide fotografie panoramiche che si trovano lungo il percorso.

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La Oldehove, monumento simbolo di Leeuwarden nota per la sua importante pendenza, quindi il bucolico e pittoresco villaggio di pescatori

di Hindeloopen affacciato sul bacino dell’Ijsselmeer ed infine l’ardita opera ingegneristica dell’ Afsluitdijk completata nel 1932 e che da

allora separa il Mare del Nord dal bacino ormai di acqua solo salmastra dello Zuiderzee (oggi ulteriormente suddiviso).

14° giorno: ISOLE FRISONI

L’ultima giornata dell’itinerario proposto si incentra sulla visita all’isola di Terschelling, la principale comunità delle quattro isole che

costituiscono il cuore dell’arcipelago delle isole Frisoni, essenzialmente un territorio composto da sabbia, fango e pinete (appositamente

collocate per irrobustire la composizione del terreno presente) che palesa alcuni dei paesaggi naturali più magnificenti di tutti i Paesi Bassi.

Il risultato di tanta bellezza è che le isole Frisoni, specie nella bella stagione, sono letteralmente prese d’assalto da viaggiatori sia locali che

tedeschi il che ha contribuito al proliferare di bed and breakfast, alloggi e ristorazioni, specialmente a Terschelling la più moderna e

rinomata tra le isole locali. L’isola si presta benissimo ad essere esplorata noleggiando una bicicletta e serpeggiando lungo i lunghi percorsi

ciclabili presenti che spaziano dalla costa settentrionale sempre battuta dal vento e composta da distese pressoché infinite di soffice sabbia

dorata al litorale meridionale aggettante sul Waddenzee, il braccio di mare che la divide dal continente e nel quale in seguito alle maree si

formano enormi distese di fanghiglia su cui vi potrete cimentare nella tradizione della wadlopen, ossia nel camminare immersi fino alle

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caviglie o al ginocchio nel fango. L’esperienza è singolare (e va intrapresa preferibilmente con l’ausilio di guide locali che conoscono

perfettamente le maree, le zone a rischio di sabbie mobili e che nel caso di improvvise fitte nebbie non rischiano di perdere l’orientamento) e

anche abbastanza stancante ma durante i vostri sforzi potrete entrare letteralmente in contatto con la natura circostante, rimanendo solo voi,

il cielo, il fango e il mare (compresi granchi e molluschi) in una sorta di mondo parallelo che vi inviterà alla meditazione e all’introspezione.

Se non ve la sentite di fare questa esperienza estenuante e di impatto potrete però sempre dedicare buona parte della giornata

all’esplorazione del parco naturale De Boschplaat che tutela la sezione orientale di Terschelling e che rappresenta una vera oasi

ornitologica in cui sono stati recensiti stormi di oltre 65 specie di volatili differenti. Verso il tardo pomeriggio poi vi suggeriamo poi di fare

rotta verso West Terschelling, il principale abitato dell’isola, dove si trovano una serie di ristorazioni e bar davvero accoglienti perfetti per

un’ultima serata in terra d’Olanda. Solo nella giornata successiva infatti potrete prendere il traghetto di rientro verso Halringen (altri 45

minuti) e da qui muovervi in auto fino all’aeroporto di Amsterdam (125km, 90 minuti) per fare rientro in Italia.

Alcuni scenari tipici di Terschelling, la più antropizzata e sviluppata tra le isole dell’arcipelago delle Frisoni. In primis un bucolico ed

iconico scenario dell’entroterra, quindi un’istantanea delle candide spiagge di sabbia della sua costa settentrionale ed infine un gruppo di

arditi camminatori impegnati nella wadlopen, un’escursione tra i fanghi dello Waddenzee.