GLI EFFETTI SUI PREZZI AL CONSUMO DELLE RIFORME DEL...
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GLI EFFETTI SUI PREZZI AL CONSUMO
DELLE RIFORME
DEL SETTORE DEL GAS
NEI PAESI BASSI DAL 1980 AL 2013
Carlo Castellani
EUROPEAN REGULATORY ECONOMICS Prof. Massimo Florio
A.A. 2014/2015
INDICE
1.1 I Paesi Bassi: un’ introduzione al paese…………………………….pag.1
1.2 Il settore del gas naturale……………………………………………pag.3
1.3 Il settore del gas naturale nei Paesi Bassi………………………..…pag.4
1.3.1 Dati………………………………………………………..…pag.5
1.3.2 Un settore pubblico o privato?……………………………pag.12
1.4 I prezzi del gas per i consumatori residenziali dal 1990 al 2013….pag.19
Conclusioni………………………………………………………………pag.23
Bibliografia…………………………………………………………..….pag.24
Sitografia…………………………………………………………..…….pag.25
Elenco tabelle e grafici………………….………………………………pag.26
1. I Paesi Bassi: un’introduzione al paese I Paesi Bassi sono una monarchia parlamentare dell’Europa nord-occidentale, membro
fondatore dell’Unione Europea . 1
L’economia del paese è molto prospera ed aperta, la diciassettesima al mondo in
termini di PIL nominale e la sesta in Europa . Dopo una fase recessiva tra il 1980 ed il 1982, 2 3
i Paesi Bassi sono cresciuti per il resto degli anni ‘80 e, in maniera minore, degli anni ’90 e
dei primi del nuovo millennio. La crisi economica del 2009 ha ridotto la crescita del paese,
causando una contrazione del PIL di quasi il 5%. (grafici 1 e 2). Nonostante ciò, i Paesi Bassi
godono di un elevato livello di benessere, con un PIL procapite tra i più alti dell’Unione
Europea (grafico 3).
L’economia dei Paesi Bassi è fortemente basata sullo sfruttamento delle materie prime
del sottosuolo, in particolare del gas naturale che ha rappresentato , a partire dagli anni ’50 del
1900 la principale fonte di ricchezza per il paese . 4
D’ora in avanti, per paesi europei o Unione Europea, si intendono solamente quelli dell’Europa a 15, (EU-15) 1
ossia quelli facenti parte dell’Unione al 1° gennaio 1995.
Fonte FMI.2
Fonte Eurostat.3
L’economia olandese ha registrato nel 2014 una contrazione dell’1,4% nel primo trimestre di quest’anno, 4
principalmente a causa di una diminuzione delle vendite di gas - Fonte: http://www.abo.net/oilportal/topic/view.do?locale=it_IT&contentId=2247938 accesso: 23 marzo 2015
�1
�2
Grafico 1 - Variazione percentuale annua del PIL (a prezzi costanti) - Fonte: International Monetary Found
Varia
zion
e in
per
cent
uale
-5
-3,75
-2,5
-1,25
0
1,25
2,5
3,75
5
Anno
1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013
Grafico 2 - Prodotto Interno Lordo a prezzi costanti - Fonte: International Monetary Found
Milia
rdi d
i Eur
o
0
150.000
300.000
450.000
600.000
Anno
1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013
Grafico 3 - Pil pro capite - Fonte: International Monetary Found
Euro
0
9.000
18.000
27.000
36.000
Anno1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013
2. Il settore del gas naturale Il gas naturale è un composto presente in varie forme nel sottosuolo: necessita quindi di una
fase preliminare alla distribuzione, assente nel settore delle telecomunicazioni e
dell’elettricità, quella dell’esplorazione geologica e dell’estrazione del gas, che poi viene
stoccato e trasportato, attraverso gasdotti, fino all’utente finale.
La gestione della rete del gas presenta, inoltre, aspetti peculiari quali la sicurezza, la
cospicua lunghezza dei gasdotti, l’essere una fonte energetica esauribile e la difficoltà nel
gestire le variazioni del livello di domanda, i quali la rendono un investimento enorme per cui,
data la sproporzione tra costi marginali e costi fissi, nessuno vi investe se non ha la certezza di
potersi ripagare l’investimento. Tali particolarità portano quindi a difficoltà nel fare
l’unbundling della rete (e quindi a lasciare la gestione della distribuzione del gas in un 5
regime oligopolista) e a favorire contratti di fornitura a lungo termine, nonché a rendere
quello del gas naturale il settore in cui è stato più difficile applicare il paradigma di riforma . 6
Negli ultimi anni, la Commissione UE sta cercando , con scetticismo da parte degli 7
operatori del settore, di introdurre tale paradigma anche nel settore del gas, in modo da
cercare di vietare che i contratti a lungo termine monopolizzino il mercato.
Il settore del gas naturale riveste infatti un’importanza strategica per l’Europa, non
solo a livello di consumo finale, ma anche ai fini della produzione di elettricità . 8
Circa la metà del gas naturale consumato nell’Unione Europea è importato da paesi come
Russia, Norvegia ed Algeria, in una quota sempre crescente: le previsioni prevedono che,
entro il 2030, l’80% del consumo di gas in UE dipenderà dalla importazioni . 9
Inoltre, il mercato europeo del gas presente molte differenze tra i paesi sia a livello di
consumo, che a livello di produzione. I principali consumatori di gas naturale tra i paesi
EU-15 sono in prima battuta, il Regno Unito, la Germania e l’Italia, seguiti da Francia,
Olanda e Spagna.
La separazione della rete dalle altre attività.5
La strategia europea di riforma delle industrie a rete poggia su 3 dimensioni principali: privatizzazione, 6
separazione verticale della rete dalle altre attività (unbundling), liberalizzazione. Generalmente, la liberalizzazione completa del settore è preceduta dalla creazione di un’autorità indipendente per la regolazione dei prezzi (generalmente tramite un price cap, un prezzo massimo imponibile.
L’azione dell’Unione Europea in materia di apertura del settore del gas inizia nel 1998, con una prima direttiva 7
poi abrogata dalle successive. In particolare, si vedano le Direttive 2009/73/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea e e 2004/67 /EC del Consiglio dell’Unione Europea.
Politica e sfide nel settore dell’energia - Contributo della Commissione al Consiglio Europeo, 22 maggio 2013.8
ibidem.9
�3
Dal punto di vista della produzione di gas naturale invece, Regno Unito e Paesi Bassi
sono gli unici due paesi dell’Unione Europea produttori, pur con significative differenze tra
loro, sia dal punto di vista delle riserve, sia riguardo l’organizzazione del settore.
3. Il settore del gas naturale nei Paesi Bassi Il settore del gas naturale riveste un ruolo prioritario nell’economia dei Paesi Bassi. Il paese
dispone di alcuni giacimenti significativi sia offshore nel Mare del Nord, che onshore come
quello di Groningen, scoperto nel 1959, il quale rappresenta uno dei dieci giacimenti di gas
naturale più grandi del mondo e circa il 75% dell’output di gas naturale del paese.
La scoperta del giacimento di Groningen segnò l’atto di nascita per l’industria
olandese del gas naturale ( come ad esempio la costruzione della rete di distribuzione ad alta
pressione e delle reti locali ) e l’inizio di un periodo di vigore economico, in cui i Paesi Bassi 10
divennero uno dei principali produttori di gas dell’Europa.
Lo shock petrolifero degli anni 1973-1974 segnò la fine del periodo di boom
economico e stabilità, ed introdusse nel dibattito la nozione di scarsità delle risorse naturali, in
particolare del petrolio. Vennero incoraggiate misure di risparmio energetico, poiché vi era la
consapevolezza dell’importanza strategica delle riserve di gas naturale, le quali dovevano
essere salvaguardate ad ogni costo. Tali misure auspicavano la riduzione del consumo interno
di gas naturale e delle esportazioni verso i paesi esteri, incoraggiando la ricerca di nuovi
giacimenti.
I nuovi giacimenti erano relativamente costosi da esplorare e spesso infruttuosi,
portando ad un incremento dei costi di esplorazione. Per valorizzarli maggiormente e
salvaguardare le riserve del giacimento di Groningen, venne implementata nel 1974 la
cosiddetta “small field policy” . la quale garantiva i compratori di gas estratto dai giacimenti
più piccoli: Gasunie (la società del gas, di cui si parlerà più avanti) veniva obbligata a
produrre gas a prezzi competitivi rispetto a gas proveniente da altre fonti. Tali nuovi
giacimenti portarono ad un aumento delle riserve, e ad un “declassamento” del giacimento di
Groningen a “swing producer”: avrebbe dovuto assicurare il volume di gas necessario a
coprire il gap tra le richieste di Gasunie e la produzione dagli altri giacimenti.
I primi anni ’80 videro un declino delle vendite di gas naturale, sia interno che verso
gli altri Paesi, diretta conseguenza delle politiche del governo olandese, ma un’aumento delle
riserve. Le rendite derivanti dalla vendita di gas erano anch’esse in diminuzione, complice
La rete ad alta pressione porta il gas dal giacimento (o dal deposito) alla rete locale, la quale poi distribuisce il 10
gas alle singole utenze.�4
l’ingresso nel mercato del gas europeo di paesi come la Norvegia, l’Unione Sovietica e gli
Stati Uniti. Tale situazione portò il governo ad eliminare le restrizioni al consumo interno e
alle esportazioni , e quindi ad un aumento delle vendite di gas naturale e di conseguenza 11
delle rendite per lo Stato. L’aumento delle esportazioni verso gli altri paesi e la conseguente
riduzione delle importazioni di petrolio portarono in attivo la bilancia dei pagamenti. Inoltre,
le ingenti rendite incamerate dallo Stato olandese permisero la crescita ed il mantenimento del
welfare state.
3.1 Dati Al 1° gennaio 2014, risultano essere presenti nel Paese 466 giacimenti di gas naturale
(Tabella1).
Le riserve di gas naturale accertate, al 1° gennaio 2014, ammontano a circa 1.044 12
miliardi di Sm3, dei quali 774 Sm3 sono contenuti nel giacimento di Groningen, 139 Sm3 13
negli altri giacimenti onshore e 131 Sm3 nei giacimenti olandesi del Mare del Nord . 14
(Tabella2)
Sui dati relativi alle riserve di gas (grafico 4), occorre fare una precisazione: sono tratti
da un rapporto del Ministero degli Affari Economici, Natural Resources and Geothermal
energy in The Netherlands, il quale fa riferimento alle sole risorse di gas cosiddette
“convenzionali”, ossia tutte quelle non provenienti da scisti bituminosi o da strati di carbone,
ancora oggetto di studio da parte delle autorità competenti per i loro possibili rischi sull’uomo
e sull’ambiente.
Tale dotazione di gas naturale fa sì, che i Paesi Bassi siano l’11° Paese al mondo per
produzione di gas naturale e compongano il 56% delle riserve dell’Unione Europea,
concedendo al Paese un importante vantaggio competitivo. (tabella 3)
A livello di produzione, i Paesi Bassi producono, in media, circa 75 miliardi di Sm3
all’anno di gas naturale. In particolare, nel 2013 la produzione è stata di 84.4 miliardi di Sm3,
dei quali 66.5 miliardi di Sm3 provengono da giacimenti onshore, divisi in 9.4 miliardi di Sm3
da giacimenti minori e 57.1 dal giacimento di Groningen. I giacimenti offshore hanno invece
Prioritaria alle esportazioni era la sicurezza energetica nazionale.11
Secondo le linee guida emanate dalla Society of Petroleum Engineers, una quantità di gas può essere definita 12
riserva quando sia stata scoperta e si presume sia prodotta commercialmente secondo progetti ben definiti.
Metri cubi Standard. La quantità di gas contenuta in un metro cubo, ad una temperatura di 15°C ed una 13
pressione di 1013,25 millibar, la pressione atmosferica. A volte può essere scritto anche come Smc. o
Natural Resources and Geothermal energy in The Netherlands - Annual Review 2013, Ministry of Economic 14
Affairs, 2014�5
prodotto 17.9 Sm3. La produzione totale per l’anno 2013 è stata l’8% maggiore rispetto
all’anno precedente (grafico 5). 15
La produzione si differenzia in due tipi di gas naturale, uno con un basso valore
calorifico (minore di 10.5 kWh/mÑ) proveniente dal giacimento di Groningen (L-Gas), ed un
altro ad alto valore calorifico (compreso tra 10.5 e 12.8kWh/mÑ) dai giacimenti minori (H-
gas). H-gas e L-gas devono essere trasportati in reti separate. Gli utenti residenziali e
commerciali utilizzano L-gas, mentre le industrie e le centrali elettriche usano H-gas.
Come si può evincere dal grafico 6, il giacimento di Groningen riveste un ruolo
cardine per l’industria del gas olandese. Il suo picco di produzione è Stato raggiunto nel 1975;
in seguito, per le politiche del governo olandese volte a salvaguardarne le riserve (la
cosiddetta small field policy) la produzione dal giacimento di Groningen iniziò a calare. Negli
ultimi anni, inoltre, il governo olandese ha posto un tetto all’estrazione di gas dal giacimento
di Groningen, in modo da incoraggiare la produzione da altri giacimenti minori, ottimizzarne
la produzione e prolungare così la vita del giacimento, il quale si stima possa continuare a
fornire gas naturale per i prossimi 50 anni, anche se le sue riserve sono in progressiva
riduzione.
L’industria del gas olandese, sia a livello produttivo che a livello di infrastrutture di
trasporto, fornisce un livello significativo di sicurezza per l’approvvigionamento domestico.
Tuttavia, negli ultimi anni la produzione di gas naturale nei Paesi Bassi è in declino: entro il
2025 i Paesi Bassi sono destinati a diventare un importatore netto di gas naturale. Perciò si sta
provvedendo, al fine di mantenere una certa flessibilità di approvvigionamento, in
investimenti in LNG e capacità di stoccaggio. 16
I Paesi Bassi, quindi, sono ancora un importante esportatore di gas naturale: i primi
contatti di esportazione furono firmati da Gasunie a metà anni ’60 ed in breve tempo
portarono i Paesi Bassi a diventare un colosso del settore del gas naturale . 17
Natural Resources and Geothermal energy in The Netherlands - Annual Review 2013, Ministry of Economic 15
Affairs, 2014
Gas Naturale Liquefatto. La tecnologia della liquefazione permette di ridurre il volume del gas, consentendo 16
uno stoccaggio ed un trasporto di notevoli quantità a prezzi e spazi ridotti.
Per garantire la sicurezza delle forniture di gas al mercato domestico, i Paesi Bassi rendevano disponibile 17
all’esportazione una quota limitata del gas disponibile per essere veduto all’estero: la domanda estera era quindi potenzialmente maggiore, ma la sicurezza della fornitura al mercato interno non poteva essere sacrificata.
�6
Nel 2010 sono stati esportati circa 57.8 miliardi di Sm3 di gas naturale: la porzione più ampia
delle esportazioni è andata alla Germania, poi Belgio e Regno Unito, Italia e Francia. 18
(grafico 7).
Contemporaneamente, tuttavia, a causa della diminuzione delle riserve di gas naturale
e dell’aumento dei consumi interni, i Paesi Bassi hanno importato circa il 40% del volume
totale di gas naturale per usi domestici di cui, sempre nel 2010, ne sono stati importati 25.8
Sm3 da Norvegia, Regno Unito e Russia. Tale quota è destinata ad aumentare. (grafico 8) 19
Oil and gas security - Emergency Response of IEA Countries, International Energy Agency, 201018
ibidem.19
�7
�8
Tabella 1. Giacimenti di gas naturale nei Paesi Bassi al 1° gennaio 2014 - Fonte: Natural Resources and Geothermal energy in The Netherlands - Annual Review 2013, Ministry of Economic Affairs, 2014
Status of accumulations Onshore Territory
Continental Shelf
Total
I. Developed
a. producing 113 150 263
b. gas-storage facility 5 0 5
II. Undeveloped
a. starts of production 2014-2018 14 14 28
b. Others 33 52 85
III. Production ceased
closed in 9 7 16
abandoned 28 41 69
Total 202 264 466
Tabella 2. Riserve convenzionali di gas naturale nei Paesi Bassi al 1° gennaio 2014, espresse in miliardi di Smc. Fonte: Natural Resources and Geothermal energy in The Netherlands - Annual
Accumulation Reserves Contingent resources(development
pending)
Total
Groningen 768 6 774
Others territory 82 57 139
Continental Shelf 97 34 131
Total 928 97 1044
�9
Tabella 3. Produzione di gas naturale a livello mondiale nel 2012 espressa in milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (MTOE) - Fonte: IEA
Paese Quantità prodotta nel 2012 (MTOE)
1 Stati Uniti 558.78
2 Federazione Russa 540.64
3 Qatar 141.24
4 Iran 132.21
5 Canada 129.92
6 Norvegia 97.14
7 Repubblica Popolare Cinese 89.65
8 Algeria 72.51
9 Indonesia 67.27
10 Arabia Saudita 67.22
11 Paesi Bassi 57.46
12 Turkmenistan 56.22
13 Malaysia 51.45
14 Uzbekistan 51.09
15 Australia 47.29
16 Egitto 44.18
17 Emirati Arabi Uniti 43.97
18 Messico 40.35
19 Regno Unito 35.03
20 Trinidad e Tobago 34.31
�10
Grafico 4 - Riserve di gas 1970-2013 in miliardi di Smc - Fonte: Natural resources and geothermal energy in the Netherlands, Annual review 2013 - Mnistero degli affari economici
Qua
ntità
(milia
rdi d
i Sm
c)
0
750
1.500
2.250
3.000
Anno
19761978198019821984198619881990199219941996199820002002200420062008201020122014
ONSHORE OFFSHORE
Grafico 5 - Produzione di gas naturale 1960-2013 - Fonte: Natural resources and geothermal energy in the Netherlands, Annual review 2013 - Ministero degli affari economici
Qua
ntità
(in
milio
ni d
i Sm
c)
0,00
30000,00
60000,00
90000,00
120000,00
Anno
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
OFFSHORE ONSHORE
Grafico 6 - Produzione del giacimento di Groningen dal 1965. Fonte: nlog.nl
Qua
ntità
(milia
rdi d
i sm
c)
0
22,5
45
67,5
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Anno
1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
PRODUZIONE
�11
Grafico 7 - Esportazioni di gas naturale dal 1990 al 2003 (destinazioni principali)
Qua
ntità
(milio
ni d
i Sm
c)
0
10.000
20.000
30.000
40.000
Anno
1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013
Belgium GermanyFrance ItalyUnited Kingdom
Grafico 8 - Importazioni di gas naturale dal 1990 al 2013
Qua
ntità
(milio
ni d
i Sm
c)
0
3.000
6.000
9.000
12.000
Anno1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012
DanimarcaNorvegiaRegno Unito
3.3 Un settore pubblico o privato? A differenza del settore dell’energia elettrica, la proprietà del settore del gas nei Paesi Bassi è
basata su una complessa interdipendenza tra settore privato e pubblico, in quello che viene
chiamato “Gasgebouw”, ossia il mercato come strutturato dopo la scoperta del giacimento di
Groningen.
Il primo atto per l’industria del gas olandese fu, nel 1947, la creazione del NAM
(Nederlandse Aardolie Maatschappij), una compagnia per l’esplorazione e l’estrazione di gas
naturale posseduta a metà tra Exxon/Mobil e Shell, le uniche due compagnie cui lo Stato
olandese aveva concesso una licenza per l’estrazione di petrolio e gas naturale.
A seguito della scoperta del giacimento di Groningen del 1959, atto di nascita
dell’industria olandese del gas naturale, vi fu la necessità di ristrutturare il mercato olandese
del gas per adattarlo alle mutate condizioni. Dopo tre anni di negoziati tra lo Stato olandese (il
Ministero degli Affari Economici per tramite dell’Autorità per le miniere) , Shell ed Exxon/20
Mobil, la concessione per l’estrazione dal giacimento di Groningen venne data al NAM; venne
inoltre creata una società (Maatschap), detenuta per il 40% dallo Stato tramite DSM e per il
60% da NAM, la quale divenne proprietaria della concessione di Groningen e nella quale
sarebbero dovute confluire le rendite dalla vendita del gas naturale (modo per lo Stato di
assicurarsi, anche tramite la tassazione dei profitti, parte dei profitti derivati dall’estrazione di
gas naturale).
Il Maatschap doveva vendere il gas ad una compagnia di trasmissione nazionale, che
si sarebbe occupata del trasporto del gas ai fornitori locali, principalmente aziende
municipalizzate. Perciò, nel 1963 venne creata Gasunie, joint-venture detenuta al 50% dallo
Stato (40% tramite DSM e 10% dal Ministero degli Affari Economici) e al 50% da Exxon/
Mobil e Shell (25%-25%), che si sarebbe occupata del trasporto (proprietaria dei gasdotti) e
della vendita del gas alle aziende locali e ai paesi esteri. Fino agli anni 2000, pur se non
regolato dalla legge, Gasunie ha agito come monopolista de-facto, facendosi carico dello
sviluppo della rete olandese del gas.
Nel 1962, il Ministero degli Affari Economici, con la “Nota De Pous” , stabilì i 21
principi che avrebbero regolato il nuovo mercato del gas. In particolare, venne introdotto il
“principio del valore di mercato”, il quale stabiliva che il prezzo al quale il gas naturale
Dutch State Mines (DSM).20
Dal nome del ministro degli Affari Economici Jan De Pous.21
�12
doveva essere prodotto era collegato al prezzo dei combustibili alternativi dai quali poteva
essere sostituito.
Condizione essenziale per il mantenimento del “principio del valore di mercato” era
impedire l’ingresso di altri operatori nel mercato del gas, condizione che nei Paesi Bassi è
stata mantenuta fino ai giorni nostri.
Nel 1974, in seguito al primo shock petrolifero, il Ministero degli Affari Economici
pubblicò il Primo Libro Bianco sull’Energia, il quale apportava profondi cambiamenti alle
politiche energetiche olandesi, come ad esempio piani di risparmio energetico, e incoraggiava
la ricerca di nuovi giacimenti, in modo da preservare quelli esistenti.
Per uno schema esplicativo della struttura del mercato del gas olandese come delineata
dalla Nota de Pous, si veda la figura 1.
Durante il periodo post-shock petrolifero, gli anni ’80, vennero poste le basi per una
profonda ristrutturazione del mercato del gas a livello europeo, in particolare per una
riduzione ruolo dello Stato, complice anche l’ondata liberista di quegli anni (si pensi a
Margaret Thatcher nel Regno Unito e a Ronald Reagan negli Stati Uniti). Tale processo gettò
le basi per quella che, a partire dall’inizio degli anni ’90, sarà la politica europea di
liberalizzazione del mercato dell’energia, in virtù di una maggiore integrazione dei mercati
europei e di una massimizzazione del benessere economico dei cittadini.
I Paesi Bassi furono uno dei maggiori oppositori alla politica europea di
liberalizzazione del mercato del gas, in virtù del fatto che un mercato dell’energia integrato a
livello internazionale presenta rischi legati all’interdipendenza energetica, all’efficienza
economica, nonché risvolti geo-politici legati appunto alla mutua dipendenza.
Tuttavia, già prima che l’Unione Europea emanasse la prima direttiva in materia di
liberalizzazione del mercato economico, nel 1996, i Paesi Bassi, con il Terzo Libro Bianco
sull’Energia del 1995 iniziarono a pensare ad un cambiamento della tradizionale
organizzazione del mercato del gas olandese basata su monopoli locali e controllo del
governo, attraverso la libera scelta del fornitore da parte dei consumatori, l’accesso senza
discriminazioni alla rete di trasporto per mezzo di una tariffa indicativa pubblica, la
privatizzazione delle aziende municipali e provinciali.
Con il Gas Act del 2000, vennero formalizzati i cambiamenti nella struttura del settore.
Gasunie, nonostante non fosse mai stato formalizzato dalla legge, agiva di fatto come
monopolista, data la capacità di impedire l’accesso al mercato ad altri fornitori potenziali.
�13
Venne aperto il mercato ad altri fornitori (TPA) che, senza l’intervento di Gasunie,
avrebbero potuto vendere il loro gas alle varie categorie di consumatori, i quali avevano ora la
capacità di scegliere un fornitore al prezzo più conveniente.
Il compito di implementare il Gas Act venne affidato all’autorità regolatrice per il
mercato dell’energia, DTe . 22
Inizialmente non previsto, per assicurare l’accesso senza discriminazioni alla rete di
trasmissione, si procedette con l’unbundling della rete di trasmissione dalle attività di vendita:
Gasunie fu obbligata a separare il sistema di trasporto e stoccaggio (Gasunie Transport
Service) dall'attività di vendita (Gasunie Trade and Supplies). Inizialmente, nel 2000, Gasunie
optò per un unbundling amministrativo, passando poi ad una separazione finanziaria e, nel
2002, ad un unbundling legale.
L’apertura del mercato ad altri fornitori generò cospicue perdite per Gasunie nel
mercato interno, saturo e non destinato a crescere in maniera ragguardevole. Tali perdite
causarono un declino nel contributo del giacimento di Groningen e conseguenti mancati
profitti per lo Stato.
Inoltre, la maggior parte dei produttori di gas, per meri motivi di convenienza,
preferisce concludere accordi con Gasunie invece che con le altre compagnie nuove entrate
nel mercato . 23
Nella nuova impostazione del mercato del gas, il Ministero degli Affari Economici
confinò il proprio ruolo all’approvazione delle decisioni prese da DSM e Gasunie in merito a
questioni strategiche di interesse nazionale (prezzi, produzione, volume di commercio
nazionale ed internazionale, costruzione di strutture di trasporto e stoccaggio).
Nel 2005 venne completata la disintegrazione verticale di Gasunie: la parte
commerciale (Gasunie Trade and Supplies) prendeva il nome di Gas Terra, di cui il 50% delle
quote erano detenute dallo Stato (il 10% direttamente e il 40% tramite EBN ) e il restante 24
50%, in parti uguali, da Exxon/Mobil e Shell; la parte della trasmissione, già scorporata
amministrativamente come Gas Transport Service, diventava al 100% di proprietà statale con
il nome di NV Nederlandse Gasunie, fornendo accesso indiscriminato a tutti i produttori,
commercianti e consumatori finali di gas.
Dienst Toezich Energie, autorità regolatrice per il mercato dell’energia.22
Grazie alla c.d. “small field policy”.23
Nel 1989, quando DSM venne privatizzata e quotata in borsa, il suo compito nel settore del gas venne 24
continuato dallo Stato tramite DSM Ardgas, che in seguito cambiò nome in Energie Beheer Nederland (EBN), una società al 100% di proprietà statale.
�14
La riorganizzazione del mercato del gas dei Paesi Bassi ha introdotto anche importanti
cambiamenti nella governance del settore che, mentre prima dipendeva dal solo Ministero
degli Affari Economici, oggi ricade sotto l’autorità di tre ministeri: degli Affari Economici
(sotto la cui autorità ricade l’ACM, Autorità per il Mercato ed i Consumatori, la quale si
occupa della supervisione degli aspetti legati alla competizione), delle Finanze,
dell’Ambiente, ognuno con una specifica funzione.
In conclusione, anche se pienamente liberalizzato, a livello di vendita il mercato
rimane altamente concentrato, con le 3 maggiori compagnie che coprono il 78.6% del
mercato.
Le riforme dei settori delle industrie a rete di interesse economico generale (SGEI) di
un determinato paese possono essere studiate mediante indicatori del progresso delle
riforme (grafico 9), forniti dall’OCSE, i quali per ognuno degli aspetti del paradigma di 25
riforma europeo (proprietà, integrazione verticale, regolamentazione dell’accesso al mercato e
struttura del mercato) assegna un punteggio da 0 a 6, dove 0 rappresenta il massimo grado di
liberalizzazione e 6 un regime di monopolio.
Il mercato del gas nel suo complesso ha un punteggio di quasi 6 (regime di
monopolio) fino al 1995, anno in cui il governo olandese iniziò politica di riforma del mercato
del gas con il Terzo Libro Bianco dell’energia. Tale punteggio va a scendere negli anni
successivi, fino ad arrivare, nel 2013, ad assestarsi quasi a 2, segno che il regime di
monopolio de facto nel mercato del gas (portato avanti da Gasunie) è pressoché scomparso.
Ciò può essere agevolmente compreso anche osservando la linea della struttura del mercato,
che da un punteggio di 6 scende progressivamente a partire dal 2000, l’anno del Gas Act.
Parallelamente, per comprendere meglio il fenomeno della liberalizzazione, si possono
osservare le linee delle barriere all’ingresso e dell’integrazione verticale.
Le barriere all’ingresso hanno un punteggio di 6 fino al 1999, quando il governo
olandese inizia a progettare la riforma del settore. Nel 2000, con il Terzo Libro Bianco
dell’energia, il settore del gas viene aperto alla concorrenza, ed è proprio da questo anno che
il punteggio da 6 inizia a scendere a mano a mano che più operatori entravano nel mercato.
Riguardo l’integrazione verticale del mercato, il punteggio si è mantenuto stabilmente
su 6 fino al 2000, segno che vi era un’unica società (Gasunie) che si occupava di trasporto e
vendita del gas naturale. A partire dal 2000, anno del Gas Act, il punteggio è iniziato a
ECTR, Indicatori di regolazione dei settori dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni.25
�15
scendere gradualmente, dato che nel 2002, su pressione dell’Autorità per la concorrenza,
Gasunie ha operato un unbundling legale del settore trasporto e stoccaggio dal settore di
vendita, pur mantenendoli entrambi controllati da un’unica società. Nel 2005 venne infine
operato lo scorporo vero e proprio di Gasunie in due società, Gas Terra per la vendita e
Gasunie per il trasporto.
Il ruolo dello Stato si è invece mantenuto pressoché stabile negli anni, anche dopo la
riforma del mercato: i profitti provenienti dal settore del gas naturale rappresentano da sempre
una fetta importante delle entrate per lo stato olandese. A livello locale, il Gas Act proibisce
espressamente la privatizzazione delle reti di distribuzione e vendita del gas, le quali debbono
rimanere sotto il controllo di Stato, provincie, municipalità o, più in generale, organi pubblici.
�16
Figura 1: Schema del settore del gas naturale come previsto dalla Nota De Pous - Fonte: Aad Correljé, Coby van der Linde, Theo Westerwoudt, Natural gas in The Netherlands. From cooperation to competition?, Oranje-Nassau Groep, 2003
�17
Grafico 9 - ECTR: Gas naturale Paesi Bassi - Fonte: OECDPu
nteg
gio
0
1,5
3
4,5
6
Anno1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005 2008 2011
Proprietà pubblica Mercato del gas Barriere all’ingressoIntegrazione verticale Struttura del mercato
Figura 2 - Schema del settore del gas naturale dopo il 2005 - Fonte: Aad Correljé, Coby van der Linde, Theo Westerwoudt, Natural gas in The Netherlands. From cooperation to competition?, Oranje-Nassau Groep, 2003
�18
4 I prezzi del gas per i consumatori residenziali dal 1980 al 2013. Generalmente, all’introduzione del paradigma delle riforme dovrebbe seguire una 26
diminuzione dei prezzi ed un conseguente miglioramento del benessere dei consumatori. Tale
correlazione tuttavia, se non in alcuni casi è difficilmente dimostrabile, in particolare nel
settore del gas naturale, sia per alcune particolarità del settore, sia per il fatto che quello del
gas naturale è il settore in cui le riforme hanno avuto maggiore difficoltà e sono iniziate più
tardi.
Nei Paesi Bassi, con la scoperta, all’inizio degli anni ’50, dei primi giacimenti di gas
naturale si cercò di sostituire all’uso del carbone per il riscaldamento quello del gas, anche
con campagne informative che ne illustrassero i potenziali vantaggi, ma sopratutto
proponendo prezzi per il gas ad uso domestico di gran lunga più vantaggiosi rispetto a quelli
per carbone e petrolio: maggiore era il consumo, minore era il prezzo per metro cubo
(tariffazione regressiva). I piccoli consumatori, non notavano grandi vantaggi in tale
tariffazione usando il gas solo per cucinare o scaldare l’acqua: i benefici maggiori derivavano
dall’uso del gas naturale per il riscaldamento. Tale politica venne formalizzata nel 1962 con
l’introduzione del “principio del valore di mercato” e fu un successo: nel 1969, quasi l’80% di
tutti gli olandesi erano connessi alla rete del gas. Di importanza cruciale furono anche
l’aumento del reddito procapite avvenuto negli anni ’60, e la diminuzione del costo
dell’energia.
I prezzi erano soggetti ad un grado limitato di controllo da parte del Ministero degli
Affari Economici; le aziende municipalizzate potevano imporre ai consumatori un costo pari a
quello degli investimenti e i consumatori non avevano alternativa se non quella di accettare le
tariffe, le quali erano legate al costo di trasporto e distribuzione e a quello del petrolio, data
anche la presenza di una sola azienda, Gasunie, per la distribuzione del gas naturale alle
società municipalizzate locali.
La recessione economica, i piani di risparmio energetico ed il secondo shock
petrolifero del 1979 contribuirono alla diminuzione dell’uso di energia ed ebbero importanti 27
implicazioni anche sui prezzi, i quali registrarono un aumento fino al 1985.
Tra il 1985 e il 2000, i prezzi dapprima scesero poi dal 1990, anno di inizio del
periodo qui trattato, iniziarono ad aumentare, mantenendosi pressoché stabili fino al 1997
Vedi nota 2.26
A cui seguì il Secondo Libro Bianco sull’energia.27
�19
(salvo un aumento cospicuo nel 1996), quando iniziarono una debole discesa fino al 2000. Il
1995 segnò l’anno di inizio del processo di riforma del mercato del gas con il Terzo Libro
Bianco sull’Energia, quindi si può teoricamente registrare una correlazione positiva molto
debole tra l’introduzione del paradigma di riforma e la diminuzione dei prezzi, data anche
l’assenza di shock esterni che potrebbero aver influito sui prezzi indipendentemente dalle
riforme: dal 1996, il punteggio OECD della struttura del mercato inizia a scendere, passando
da 6 a 4,5.
Dal 2000, anno del Gas Act, i prezzi del gas hanno una notevole impennata fino al
2003: la correlazione tra diminuzione del prezzo ed implementazione del paradigma di
riforma è, in questo caso, assente, dato il notevole aumento di prezzo registratosi a partire dal
2000, l’anno in cui ha inizio l’implementazione fattiva della riforma del gas.
Nei dati sui prezzi in nostro possesso mancano gli anni dal 2004 al 2006. Osservando
il grafico dei prezzi (grafico 10) è molto difficile immaginare una riduzione del prezzo del gas
in quegli anni: l’osservazione della percentuale di cambiamento del prezzo del gas negli anni
dal 2003 al 2012 (grafico 12) da ragione a questa nostra osservazione. Infatti, il prezzo del gas
continua ad aumentare, seppur a percentuali via via minori, dal 2003 fino agli anni 2009 e
2010, quando si registra una nuova impennata del prezzo.
Una correlazione tra la diminuzione del prezzo del gas avvenuta in questi due anni e
l’implementazione del paradigma delle riforme è fuori luogo; infatti, la fine del processo di
riforma del settore del gas è avvenuta nel 2005 con l’unbundling definitivo di Gasunie, ed un
effetto riflesso di tale processo agli anni 2009-2010 è pressoché improbabile. Ad aumentare i
prezzi del gas negli anni 2009-2010 possono aver contribuito la crisi economica e l’aumento
del prezzo del petrolio.
Il grafico 11 aiuta a comprendere agevolmente tale mancata correlazione, mettendo a
confronto i dati sui prezzi e gli indicatori di riforma dell’OECD.
Infine, dal punto di vista della regolazione dei prezzi del settore, non vi è imposizione,
da parte dell’autorità per la concorrenza (ACM) di un price cap alle tariffe per i consumatori,
ma il meccanismo regolatorio agisce nei confronti dell’operatore, tramite un meccanismo di
“target qualitativi” da raggiungere che impediscono che l’operatore riduca i costi a scapito
dell’efficienza del sistema: un “fattore Q” , bonus-malus del 5% sui profitti dell’operatore 28
per un determinato periodo, che impatta annualmente sulla determinazione delle tariffe
Basato su 4 fattori: qualità, valutazione da parte delle aziende, valutazione da parte dei consumatori 28
residenziali, durata e frequenza media delle interruzioni di gas.�20
�21
Grafico 10 - Prezzi del gas naturale ad uso domestico (1979-2013) al netto delle imposte - Fonte: IEA
Prez
zo (E
uro/
kWh)
0
1,25
2,5
3,75
5
Anno1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2003 2006 2009 2012
Prices in Euro
Grafico 11 - Confronto indicatori di riforma ECTR e Prezzi del gas naturale (1979-2013) - Fonte: OECD per gli indicatori di riforma, IEA per i prezzi.
Punt
eggi
o
0
1,5
3
4,5
6
Anno1979 1984 1989 1994 1999 2004 2009
Proprietà pubblica Mercato del gas Barriere all’ingressoIntegrazione verticale Struttura del mercato Prices in Euro
Nota per la comprensione del grafico: i dati sui prezzi sono tratti dal database dell’IEA
(International Energy Association). Originariamente in pences/kWh, sono stati convertiti in
Euro utilizzando un tasso di cambio variabile Sterlina-Euro fornito dall’IEA.
�22
Grafico 12 - Variazione in percentuale dei prezzi del gas naturale dal 2003 al 2012. Fonte: OECD
Perc
entu
ale
di v
aria
zion
e
-0,225
-0,15
-0,075
0
0,075
0,15
0,225
0,3
Anno
2003-2004 2005-2006 2007-2008 2009-2010 2011-2012
5. Conclusioni Generalmente, un aumento dei prezzi porta ad una diminuzione del surplus dei consumatori e
quindi ad una diminuzione della loro soddisfazione. I Paesi Bassi, invece, nonostante i prezzi
del gas siano aumentati nel corso del tempo, i consumatori si ritengono ugualmente soddisfatti
del prezzo da loro pagato (circa il 70% di consumatori soddisfatti), il paese con il più alto
grado di facilità di accesso alla fornitura di gas naturale (96% di utenti soddisfatti), secondo
l’Eurobarometro dell’ottobre 2000 . 29
Il successivo report dell’Eurobarometro, del 2005 , mostra un leggero calo nella 30
percentuale di utenti con facile accesso alla fornitura di gas naturale (85%) e una leggero
aumento degli utenti che si mostrano soddisfatti per il prezzo pagato per la fornitura di gas
naturale (circa del 70%).
In entrambe le rilevazioni, le percentuali di utenti soddisfatti sono di gran lunga
superiori alla media europea, sia dell’Europa a 15 che, nella seconda rilevazione, dell’Europa
a 23.
Quindi, in conclusione, per il settore del gas nei Paesi Bassi non esiste correlazione tra
le riforme di liberalizzazione del mercato (apertura del mercato a terzi e unbundling) e la
variazione dei prezzi. Al contrario, a partire dal 2004, anno di conclusione del processo di
riforma, i prezzi, invece che diminuire, sono aumentati in maniera esponenziale. Le variazioni
al ribasso dei prezzi nel corso degli anni, non possono essere quindi attribuite al processo di
riforma del mercato, ma a fattori esogeni o a semplici fluttuazioni del prezzo del gas naturale
legate all’andamento dei prezzi del petrolio. Inoltre, si può dire che non vi è correlazione
neanche tra l’aumento dei prezzi e la diminuzione della soddisfazione dei clienti.
Special Eurobarometer 139 / Wave 53 - L’opinion des Européenes sur les services d’intérêt général, ottobre 29
2000
Special Eurobarometer 219 / Wave 62.1 - Services of general interest, ottobre 201530
�23
BIBLIOGRAFIA - Florio M, Network Industries and Social Welfare. The Experiment that reshuffled European
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- Aad Correljé, Coby van der Linde, Theo Westerwoudt, Natural gas in The Netherlands.
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liberalization of network industries: a discussion of the dominant policy paradigm in the
EU, Working paper n. 09/2009, marzo 2009.
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�24
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www.gashistory.org/Dutch.html accesso: 16 marzo 2015.
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- International Energy Agency (IEA) - www.iea.com
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- Eurobarometro - http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm
- Azienda responsabile del trasporto del gas dei Paesi Bassi - www.gasunie.nl
- Azienda distributrice del gas nei Paesi Bassi - www.gasterra.nl
- Centraal Bureau voor de Satistiek (Ufficio centrale per le statistiche dei Paesi Bassi) -
www.cbs.nl
- Ministero degli affari economici dei Paesi Bassi (Ministerie van Economische Zaken) -
http://www.government.nl/ministries/ez
- Autorità per il mercato ed i consumatori (alle dipendenze del Ministero degli affari
economici) - www.acm.nl
- Commissione europea, Direttorato generale per l’energia - https://ec.europa.eu/energy/
- Netherlands Bureau for Economic Affairs - www.cpb.nl
- www.nlog.nl - Sito del Ministero degli affari economici che fornisce informazioni
sull’esplorazione e la produzione di gas naturale, petrolio ed energia geotermica nei Paesi
Bassi.
- www.ebn.bl (Energie Beheer Nederland) - società statale responsabile per la ricerca e
l’estrazione di gas naturale nei Paesi Bassi.
�25
ELENCO TABELLE e GRAFICI Tabella 1. Giacimenti di gas naturale nei Paesi Bassi al 1° gennaio 2014.
Tabella 2. Risorse convenzionali di gas naturale nei Paesi Bassi al 1° gennaio 2014.
Tabella 3. Produzione di gas naturale a livello mondiale nel 2012.
Figura 1. Struttura del mercato del gas naturale olandese come previsto dalla Nota de Pous.
Figura 2. Struttura del mercato del gas naturale olandese dopo il 2005.
Grafico 1. Variazione percentuale annua del Prodotto Interno Lordo.
Grafico 2. Prodotto Interno Lordo a prezzi costanti.
Grafico 3. Prodotto Interno Lordo pro capite.
Grafico 4. Riserve di gas naturale 1970-2013.
Grafico 5. Produzione di gas naturale 1960-2013.
Grafico 6. Produzione del giacimento di Groningen dal 1965.
Grafico 7. Esportazioni di gas naturale 1990-2013.
Grafico 8. Importazioni di gas naturale 1990-2013
Grafico 9. Indicatori di riforma ECTR per il mercato del gas naturale.
Grafico 10. Prezzi del gas naturale ad uso domestico 1979-2013.
Grafico 11 Confronto indicatori di riforma ECTR e Prezzi del gas naturale (1979-2013)
Grafico 12. Variazione in percentuale dei prezzi del gas naturale dal 2003 al 2012.
�26