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Formazione interculturale – Esu di Venezia - Paesi Bassi 1 PAESI BASSI A cura di: ESU di Venezia - Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario CUORI Ufficio Orientamento e Consulenza psicologica

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PAESI BASSI

A cura di: ESU di Venezia - Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario CUORI Ufficio Orientamento e Consulenza psicologica

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Gli eventi più significativi nella storia dei Paesi Bassi

I primi abitanti dei Paesi Bassi di cui si abbia notizia storica furono i Batavi, una popolazione

che viveva sul corso inferiore del Reno e della Mosa e che fu sottomessa da Giulio Cesare

durante la campagna di Gallia (I secolo a.C.). Il Reno fu per secoli il confine dell'Impero

romano, per cui la regione a sud del fiume fece parte della provincia romana della Germania Inferiore (e vi sorsero le città di Utrecht, Nimega e Maastricht), mentre a nord la

popolazione germanica dei Frisoni rimase indipendente.

I romani costruirono le prime città e i primi forti militari (il più importanti di questi fu

Nimega) e crearono la provincia della Germania inferiore. Il territorio a nord del Reno, abitato

dai frisoni, fu fortemente influenzato dai potenti vicini. Inoltre i romani introdussero la

scrittura.

Le relazioni tra romani e gli autoctoni furono nel complesso abbastanza buone. Molti batavi

riuscirono ad entrare nella cavalleria romana. La cultura batava fu fortemente influenzata da

quella romana. Anche il commercio fiorì, poiché il sale del Mare del Nord veniva usato in tutto

l'impero. Tuttavia ciò non impedì la ribellione dei batavi del 69, sotto la guida di Gaius Julius

Civilis. Nel 70 l'imperatore Vespasiano inviò alcune legioni, con a capo Petilio Ceriale per

domare la rivolta. I batavi furono sconfitti.

Alla caduta dell'Impero Romano nei Paesi Bassi giunsero le popolazioni germaniche dei Sassoni

(nell'est) e dei Franchi (nel sud). Nel VII secolo le cronologie franche testimoniano la

presenza del Regno di Frisia, che comprendeva la zona costiera dei Paesi Bassi e della

Germania; il suo centro del potere era la cittadina di Utrecht. Alla fine dell'ottavo secolo, i

Franchi prevalsero sui loro vicini, tra cui anche i frisoni, ed alla fine dell'Ottavo secolo la

regione faceva parte del Sacro Romano Impero, iniziato da Carlo Magno (che aveva il suo

centro nella vicina Aquisgrana) dopo l'incoronazione dal Papa.

Tra l'anno 800 e il 1000, i Paesi Bassi soffrirono considerevolmente delle razzie vichinghe.

Tra l'840 e l'880 la maggior parte degli attuali Paesi Bassi fu occupata dal vichingo Rorico. La

resistenza all'occupazione vichinga non provenne dall'impero, bensì dai nobili locali. La

supremazia vichinga durò fino al 920, quando Enrico I riuscì a liberare Utrecht.

I re tedeschi dominarono i Paesi Bassi nei secoli centrali del Medioevo. Dopo l'incoronazione

di Ottone I, la cittadina neerlandese di Nijmegen divenne luogo di importante dominio degli

imperatori tedeschi. Diversi imperatori nacquero e morirono a Nimega, come anche la

principessa bizantina Teofane. Utrecht divenne un importante centro mercantile.

La maggior parte dei Paesi Bassi occidentali fu praticamente disabitata durante l'Alto

Medioevo. Dopo il 1000 alcuni contadini delle Fiandre e di Utrecht, assisiti dai monaci

benedettini, iniziarono a disseccare quei terreni paludosi. Questo processo si sviluppò

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rapidamente e in poche generazioni si stabilirono abitanti in quel territorio un tempo desolato.

Furono costruite fattorie che, caso unico in Europa, non facevano parte di un villaggio. Prima

di questo popolamento, la zona era abitata da popolazioni di origine frisone e l'area era

conosciuta come "Frisia occidentale". Dopo il ripopolamento, la zona divenne l'attuale Olanda.

Dopo il Mille ci fu un miglioramento delle tecniche agricole allora conosciute, che portò a un

forte incremento della produzione di derrate alimentari. L'economia crebbe velocemente,

permettendo ai contadini di coltivare la terra non solo per la mera sussistenza, ma anche per

commerciare i propri prodotti. Furono fondate le corporazioni delle arti e mestieri e si

svilupparono i mercati. Inoltre l'introduzione della moneta rese più facile gli scambi

commerciali che in precedenza. Le città più antiche fiorirono, specialmente nel Brabante e

nelle Fiandre,e nuove città furono fondate. Nel Basso Medioevo si formò una classe media

considerata borghesia. Dato che le città crescevano in ricchezza, riuscirono ad acquistare

certi privilegi dal sovrano, tra cui il diritto all'autogoverno e all’ emanazione di leggi. In

sostanza significava che le città dei Paesi Bassi si resero poco a poco, de facto, indipendenti.

Tra le città più importanti c'erano anche Brugge (Bruges) e Anversa che alcuni decenni dopo

divennero due dei più importanti porti dell'Europa.

Dopo la divisione dell'impero, i Paesi Bassi rimasero formalmente parte di esso, ma vi sorsero

vari principati semi-indipendenti (contee di Olanda e di Zelanda, ducati di Gheldria e del

Brabante, vescovato di Utrecht). I vari stati erano sovente in lotta fra loro. La Gheldria e

l'Olanda lottarono per il controllo di Utrecht. Il Vescovato di Utrecht, che attorno al 1000

controllava circa metà degli attuali Paesi Bassi, fu emarginato, sperimentando continue

difficoltà, dovuti all'elezione di nuovi vescovi. Invece, le dinastie degli stati vicini erano più

stabili. Groningen, Drenthe e la maggior parte delle città della Gheldria divennero

indipendenti da Utrecht. Il ducato del Brabante cercò di conquistare gli stati vicini, ma senza

riuscirvi. Anche l'Olanda tentò di conquistare la Zelanda e la Frisia.

Nel nord la Frisia continuava a mantenere la propria indipendenza. Aveva le sue istituzioni e

rifiutava il sistema feudale che si era imposto in tutta Europa. La Frisia perse definitivamente

la sua indipendenza alla fine del Quattrocento, quando fu conquistata dai lanzichenecchi

tedeschi del duca Alberto I di Sassonia-Meissen.

La maggior parte degli attuali Paesi Bassi, e del Belgio, furono riuniti nel ducato di Borgogna.

Prima dell'unificazione della Borgogna, i neerlandesi si identificavano nella città in cui

vivevano, nel loro ducato o contea, o come sudditi del Sacro Romano Impero. L'età borgognona

fu l'epoca in cui iniziò a formarsi una coscienza nazionale dei neerlandesi, ossia dei popoli

abitanti i Paesi bassi..

Dopo alcuni anni di conflitto, nel 1433 il duca di Borgogna Filippo il Buono conquistò la contea

di Olanda. Il commercio olandese iniziò a svilupparsi rapidamente nel Quattrocento. I nuovi

sovrani difesero gli interessi commerciali degli olandesi. Le navi olandesi sconfissero diverse

volte le navi della Lega anseatica. Amsterdam divenne il principale porto europeo dove si

distribuiva il grano della regione baltica. Questo commercio fu vitale per gli interessi

mercantili degli olandesi, poiché l'Olanda non era in grado di produrre il grano per le proprie

esigenze.

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Merita di essere ricordata, fra i vari sovrani, la duchessa Giovanna, la quale concesse alle

autonomie cittadine una carta di privilegi, la Joyeuse Entrée. Tale carta conteneva, tra l'altro,

una clausola di ribellione che poteva essere attivata dai sudditi, legittimandoli a disobbedire al

sovrano che avesse violato i diritti riconosciuti nella carta. Questi riconoscimenti, estesi con il

Gran Privilegio di Olanda e Zelanda (1477), furono fondamentali nel momento della rivoluzione

del XVI secolo.

Nel XIV secolo, dunque, tutti questi Paesi bassi furono unificati dai duchi di Borgogna

(discendenti da un ramo cadetto dei regnanti di Francia), che vi unirono le Fiandre meridionali

(l'attuale Belgio) e gran parte del territorio a cavallo dell'attuale confine franco-tedesco,

fino alla Svizzera. Il re di Francia Carlo VII di Valois rinunciò alla sua sovranità sulla Borgogna

nel 1435, con la pace di Arras. Le Fiandre divennero presto il centro economico dei domini

borgognoni. Il regno arrivò dunque a Carlo il Temerario, il quale concesse in dote alla propria

figlia Maria le Fiandre, combinando il suo matrimonio con l'arciduca d'Austria Massimiliano I

d'Asburgo. Questi, ereditando nel 1477 il titolo ducale di Borgogna, trasferì la propria sede a

Bruxelles. L'eredità di questo importante regno passò dunque a Filippo il Bello d'Asburgo e,

alla sua morte, a Carlo d'Asburgo, figlio di Filippo e di sua moglie Giovanna la Pazza, nonché

futuro imperatore col nome di Carlo V.

Nel 1515 i soldati della Borgogna saccheggiarono il villaggio frisone di Kimswerd, uccidendone

gli abitanti e bruciarono i possedimenti di Pier Gerlofs Donia. Donia, infuriato, maledisse i

borgognoni e lo stesso imperatore Carlo V. Donia formò un esercito di pirati con Wijard

Jelckama chiamato la Arumer Zwarte Hoop. Combatterono contro i borgognoni nelle ribellioni

tra il 1515 e il 1523. La maggior parte dell'esercito era originario dalla Gheldria. Donia, il quale

dimostrò di valido comandante, morì nel 1520, mentre Jelckama e gli altri ribelli furono

catturati e decapitati nel 1523.

I Paesi Bassi, attraverso eredità e conquiste territoriali, divennero un possedimento della

dinastia degli Asburgo. Nel 1548 Carlo V, otto anni prima di abdicare, garantì ai Paesi Bassi lo

status di entità separata rispetto all'impero. Non era un trattato di indipendenza, ma fu

garantita un'ampia autonomia. Nella Prammatica Sanzione del 1549 veniva stabilito che le

diciassette province erano un'unica entità, "Kreis" ossia circondario.

Il successore di Carlo V fu Filippo II di Spagna, il quale, a differenza del padre che passò la

sua infanzia a Gent (Gand), conosceva meno le Province Unite ed era percepito come un

sovrano straniero dai nobili locali. Quando Filippo lasciò i Paesi Bassi nell'agosto del 1559,

nominò la propria sorellastra Margherita di Parma come governatrice dei Paesi Bassi.

Margherita era figlia naturale di Carlo V, e doveva reggere i Paesi Bassi con poteri limitati, in

nome di Filippo II.

Nella prima metà del Cinquecento i Paesi Bassi furono una parte importante dell'Impero

Spagnolo. Il Trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 pose fine a quarant'anni di conflitti tra

Francia e Spagna che ebbero luogo in Italia. I Paesi Bassi avevano la loro importanza stategica

per la Spagna perché, con truppe proprie dislocate in quel luogo, potevano attaccare la

Francia, oltre che da sud, anche da nord.

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Nel corso del XVI secolo la Riforma protestante venne estesa a buona parte della popolazione

neerlandese, mentre la regione meridionale, corrispondente all'attuale Belgio, restò di fede

cattolica. Filippo, non volendo la divisione della popolazione, e quale sostenitore della

controriformista, tentò di frenare i protestanti e di limitare le autonomie delle città

neerlandesi. Appellandosi alla sopra citata "clausola di ribellione", i neerlandesi fecero

scoppiare una rivolta nel maggio del 1567. Il sovrano spagnolo inviò il Duca d’ Alba, con un

forte esercito, a sedare la rivolta. Prima dell'arrivo dell'esercito, guidato dal Duca d'Alba,

Guglielmo d'Orange, pur essendo rappresentante di Filippo II, fuggì in Germania. Nel

settembre 1567 il Duca d'Alba fece arrestare a Bruxelles, con un inganno, tutti i nobili che si

erano recati per un incontro; alcuni di loro furono giustiziati. Il Duca d'Alba revocò anche i

precedenti trattati firmati da Margherita di Parma e istituì l'inquisizione per rinforzare i

decreti del Concilio di Trento. Le Sette Province del Nord formarono nel 1579 l'Unione di

Utrecht e con l'Atto di abiura (Plakkaat van Verlatinghe) del 1581 dichiarano la loro

indipendenza.

La guerra d'indipendenza olandese è nota come la Guerra degli ottanta anni. Tuttavia solo i

primi cinquant'anni, cioè fino al 1618, vi furono azioni belliche tra la Spagna e i Paesi Bassi. Gli

ultimi trent'anni di conflitto (1618-1648) si confusero con la Guerra dei Trent'anni, che

coinvolse la maggior parte del continente europeo.

Nel 1581 era stata proclamata la Repubblica delle Sette Province Unite, guidata da Guglielmo

di Nassau il Taciturno, principe di Orange, che assunse la carica di statolder (presidente,

mentre il titolo di Orange rimase sempre appannaggio dei membri della casa di Orange). Per

altri 70 anni la Spagna non riconobbe la secessione olandese e vi fu guerra fino alla Pace di

Vestfalia del 1648, con cui le Province Unite ottennero de iure l'indipendenza che ormai

godevano di fatto. L'Olanda fu la più prospera e popolosa provincia della Repubblica delle

Sette Province.

Durante la guerra degli Ottant'anni, per quanto impegnati nella lotta con la Spagna, le Sette

Province divennero il più importante centro mercantile dell'Europa settentrionale; le navi

olandesi davano la caccia alle balene al largo delle Svalbard e furono molto attive anche fuori

dall'Europa, fondando colonie in India, Indonesia, Africa meridionale, Brasile, Indie

occidentali e anche in Nordamerica ,dove fondarono col nome di Nieuw Amsterdam la città

che poi sarà chiamata New York. Il nuovo stato fiorì culturalmente ed economicamente, tanto

che il XVII secolo è considerato il secolo d'oro (gouden eeuw) dei Paesi Bassi. I Paesi Bassi

settentrionali erano una repubblica governata da un'aristocrazia mercantile, anziché da un

sovrano (quindi una repubblica simile a quella di Venezia). Ogni città e ogni provincia

manteneva il proprio governo e le proprie leggi. Alcuni "reggenti" prevalsero e così Johan de

Witt emerse come figura politica dominante per ventidue anni.

Nel 1650 lo statolder Guglielmo II d'Orange morì improvvisamente di vaiolo. Il figlio di

Guglielmo II, futuro re Guglielmo III d'Inghilterra, nacque otto giorni dopo la morte del

padre. La successione provocò una lotta tra due fazioni: i "reggenti" e gli "orangisti".

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Nel 1651 l'Inghilterra impose il suo primo Atto di navigazione, che contrastava gli interessi

commerciali olandesi. Un primo incidente navale portò alla prima guerra anglo-olandese (1652-

54), che sfociò nel Trattato di Westminster, e l'Atto di navigazione rimase in vigore.

Sebbene la schiavitù fosse illegale nei Paesi Bassi, ebbe una forte fioritura nell'Impero

coloniale olandese. Fin dal 1619 gli olandesi iniziarono a smerciare schiavi africani in America.

La stessa Amsterdam divenne la capitale europea del commercio degli schiavi.

Il 1672 fu un anno di disfatte per le Province Unite. Scoppiò la terza guerra anglo-olandese.

La Francia ed alcuni principi tedeschi invasero i Paesi Bassi. Johan de Witt, insieme al fratello

Cornelis, divenne il capro espiatorio, e fu linciato. Guglielmo III d'Orange divenne statolder.

Sotto l'ammiraglio Michiel de Ruyter fu respinto, in tre dure battaglie, il tentativo congiunto

anglo-francese di invadere i Paesi Bassi. L'invasione francese via terra fu impedita a costo

dell'inondazione della terraferma olandese. Nel 1674 i Paesi Bassi firmarono il trattato di

pace con l'Inghilterra e nel 1678 anche con la Francia.

Nel 1688, dopo le tre guerre anglo-olandesi, le relazioni con il Regno d'Inghilterra raggiunsero

una crisi profonda. Lo statolder Guglielmo III capì di avere una grandissima opportunità

quando fu chiamato dai protestanti inglesi per occupare il trono d'Inghilterra. La manovra

assicurò alle Province Unite un alleato forte come l'Inghilterra nelle sue guerre contro la

Francia di Luigi XIV. Guglielmo fu a capo degli eserciti e delle marine inglesi e olandesi fino al

1702. Gli anni di Guglielmo III come re d'Inghilterra coincisero con una politica inglese in

favore delle Province Unite. L'alleanza anglo-olandese durò anche dopo la sua morte, e gli

eserciti inglesi e olandesi riuscirono a conquistare le Fiandre e il Brabante, e a invadere la

stessa Francia.

Esso però terminò con una serie di sconfitte, subite da parte di altri paesi (specialmente degli

inglesi), e che segnarono la fine dell'espansione commerciale coloniale olandese. Questi

avvenimenti portarono alla Gloriosa rivoluzione con la quale fu consolidato, in Inghilterra, il

ruolo del Parlamento e l'orientamento protestante. Giacomo II d'Inghilterra fuggì in Francia

e Guglielmo rimase re d'Inghilterra insieme alla moglie Maria II, sorella di Giacomo II.

Nel corso del Seicento e del Settecento, molti immigranti giunsero nelle prospere città

olandesi, specialmente dalle zone protestanti della Germania. Note per la loro relativa

tolleranza, le Province Unite attirarono inoltre molti immigranti ugonotti dalla Francia, nonché

ebrei dalla Germania e dalla penisola iberica.

Il Settecento fu segnato dal conflitto fra i sostenitori degli statolder ed i cosiddetti

patriottici (avversi a trasformazioni in senso monarchico); nel 1748 la carica di statolder fu

dichiarata elettiva al tempo di Guglielmo IV d'Orange. L'Olanda continuò ad essere

relativamente tranquilla fino alla Rivoluzione Francese del 1789

Alla fine del Settecento vi fu grande inquietudine nei Paesi Bassi, a motivo di lotte tra gli

"orangisti", che sostenevano Guglielmo V d'Orange e i cosiddetti "patriottici", i quali,

fortemente influenzati dalla Rivoluzione americana, propugnavano una forma di governo più

democratica. Nel 1785 scoppiò la rivolta dei patriottici, poi reppressa; molti patriottici furono

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costretti a fuggire nel Brabante oppure in Francia. Dopo il riconoscimento olandese degli Stati

Uniti d'America, ci fu la pronta reazione britannica che culminò nella quarta guerra anglo-

olandese. Questo disastro segnò fortemente l'economia nei Paesi Bassi.

Nel 1795 le armate francesi invasero i Paesi Bassi, incontrando poca resistenza e

costituendovi l'effimera Repubblica Batava; Guglielmo V fuggì in Inghilterra. Essa fu

sostituita nel 1806 dal Regno di Olanda, che comprendeva anche porzioni dell'attuale

Germania ed il cui re era Luigi Bonaparte, fratello di Napoleone. Dopo quattro anni fu

decretata l'annessione all'Impero francese. Quello stesso anno era entrato in vigore un

codice civile ispirato al Codice Napoleonico. L'occupazione francese terminò nel 1813 dopo la

sconfitta di Napoleone.

Quando Guglielmo fuggì in Inghilterra diede alla Gran Bretagna, come salvacondotto, le colonie

olandesi delle Indie orientali e occidentali. Questo segnò il definitivo tramonto della potenza

coloniale olandese. Solo una parte delle colonie olandesi ritornarono ai Paesi Bassi dopo la

sconfitta napoleonica. La Guyana e Ceylon divennero britanniche, come pure la Colonia del

Capo. Altre colonie, in particolare l'Indonesia, tornarono sotto controllo neerlandese nel 1814

Sconfitto Napoleone, nel 1814-15 il Congresso di Vienna restaurò lo stato neerlandese,

ricomposto da tutti i Paesi Bassi, trasformandolo in monarchia ed assegnando il trono a

Guglielmo VI d'Orange Guglielmo I dei Paesi Bassi, figlio dell'ultimo statolder, costituito

anche sovrano del Lussemburgo. Nel corso delle guerre napoleoniche gli inglesi si erano

impossessati di quasi tutte le colonie olandesi: esse furono restituite in parte, ed in compenso

il regno in Europa fu ampliato con l'inclusione dei Paesi Bassi austriaci (il Belgio), mentre il

Lussemburgo rientrava in unione personale a Guglielmo I. Il nuovo Regno dei Paesi Bassi aveva

ora due capitali: Amsterdam e Bruxelles.

Guglielmo I fu la figura chiave della transizione dei Paesi Bassi verso lo stato moderno.

Sovrano illuminato, non aveva difficoltà ad accettare le trasformazioni sociali avvenute nei

venticinque anni precedenti, compresa l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla legge.

D'altro canto egli fu un convinto calvinista e promulgò alcune leggi che erano in contrasto con

antichi privilegi della Chiesa Romana, prevalente nei Paesi Bassi meridionali. Guglielmo I

promosse la modernizzazione dell'economia. Il governo dello stato fu nelle mani di ministri di

stato scelti dal re. Anche se le antiche province furono ripristinate, il governo fu unitario. Il

liberalismo economico e il moderato autoritarismo accelerarono l'adattamento dei Paesi Bassi

alle condizioni sociopolitiche dell'Ottocento.

Questa situazione non durò a lungo. Nel 1830 scoppiò la ribellione nei Paesi Bassi meridionali.

Le cause della ribellione furono di carattere linguistico (la parte meridionale era in parte

francofona, quella settentrionale neerlandese), economico (il sud stava avviandosi verso la

fase dell'industrializzazione, mentre il nord restava un'economia prevalentemente

mercantilistica) e religioso (il sud più cattolico, il nord in parte protestante). Inoltre, alcune

politiche di Guglielmo I furono assai impopolari, tra cui il tentativo di rendere la lingua

neerlandese come universale del governo dei Paesi Bassi. Nel 1830 il Belgio ottenne

l'indipendenza grazie all'aiuto francese. Nel 1838 fu emanato un nuovo codice civile, il

Burgerlijk Wetboek. Nel 1848 è stata poi adottata una costituzione che trasforma il regno

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dei Paesi Bassi in monarchia parlamentare, limitando il potere del re e proteggendo le libertà

civili. Nel 1890, dopo la morte dell'ultimo discendente maschio della Casa d'Orange-Nassau,

anche il Lussemburgo ottenne il proprio sovrano.

Alla fine dell'Ottocento, durante la seconda ondata europea colonialista ed imperialista, i

Paesi Bassi estesero il loro controllo sull'Indonesia.

I Paesi Bassi restarono neutrali per un lungo periodo dopo la guerra dei Sette anni di metà

Settecento. Nonostante la ricchezza economica dei Paesi Bassi aumentasse, la forza militare

nei teatri internazionali diminuiva. I Paesi Bassi non erano in grado di difendere il territorio in

caso di guerra, perseguendo la politica di neutralità. Nella Prima guerra mondiale questa

neutralità fu rispettata ed il conflitto ebbe solo ripercussioni economiche.

La Grande depressione del 1929 colpì i Paesi Bassi in misura maggiore rispetto a molti altri

paesi europei, provocando povertà, disoccupazione e rivolte sociali. L'ascesa del nazismo in

Germania iniziò a preoccupare la popolazione nederlandese in vista di un nuovo possibile

conflitto.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale i Paesi Bassi dichiararono nuovamente la loro

neutralità, ma furono occupati dalla Germania nazista durante l'attacco alla Francia nel

maggio 1940. La famiglia reale, insieme a parte dell'esercito, riuscì a recarsi nel Regno Unito.

Questa occupazione portò tra l'altro alla deportazione ed alla morte di oltre 100.000 ebrei. Il

governo neerlandese in esilio mantenne il controllo dei territori d'oltremare, ma già nel

gennaio 1942 il Giappone invase i territori neerlandesi delle Indie Orientali. Dato che il regime

degli occupanti divenne molto duro, il risentimento della popolazione neerlandese nei confronti

della presenza tedesca, portò alla nascita di gruppi di resistenza. Tuttavia, alcuni

collaborarono con il nemico e gruppi di giovani si arruolarono nelle SS e furono inviati al fronte

russo.

Nel settembre 1944 i Paesi Bassi furono raggiunti dagli alleati, che però furono fermati dalle

truppe tedesche (Operazione Market-Garden), provocando in gran parte del paese distruzioni

elevate e migliaia di morti. L'esercito tedesco tenne testa all'avanzata alleata in quest'area

fino alla fine della guerra nel maggio 1945. Subito dopo la resa giapponese, l'Indonesia

proclamò la propria indipendenza, ma solo dopo alcuni anni, nel 1949, il governo neerlandese

riconobbe ciò. Negli anni successivi, i Paesi Bassi rinunciarono anche al resto del proprio

impero coloniale, tra cui la Nuova Guinea (1961) e la Guyana (1975). La perdita di queste

colonie, tuttavia, non portò a difficoltà economiche, e l'economia neerlandese entrò in una

fase di rapida crescita.

Dopo il secondo conflitto mondiale i Paesi Bassi fecero tentativi di annettere porzioni di

territorio tedesco, però queste richieste furono respinte dagli Stati Uniti. Tuttavia la

conferenza di Londra del 1949 autorizzò i Paesi Bassi ad annettere alcune piccole porzioni di

territorio tedesco, poi restituite alla Repubblica Federale di Germania nel 1963.

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Nel 1945 era stata pianificata l'operazione Tulipano nero, con la quale la popolazione tedesca

doveva abbandonare il suolo neerlandese. Circa tremila tedeschi furono deportati alla fine

degli anni 1940.

In seguito, la politica estera neerlandese è sta dominata dall'impegno a creare o rafforzare le

istituzioni internazionali. Oltre a far parte delle Nazioni Unite, i Paesi Bassi sono fra i membri

fondatori della NATO e di tutte le istituzioni europee (CECA, CEE) che hanno portato

all'attuale Unione Europea, di cui fanno parte. Inoltre fin dal 1948 Paesi Bassi, Belgio e

Lussemburgo hanno formato un'unione economica e doganale, il cosiddetto Benelux, che in

qualche modo prefigurava la futura UE. Nel 1999 i Paesi Bassi hanno aderito all'Euro.

Nel 2002 e nel 2004 ci furono due eventi che misero i Paesi Bassi al centro della discussione

internazionale: gli assassini di Pim Fortuyn , promotore di una lista nazionalista divenuta in

breve la seconda forza politica del paese, e di Theo van Gogh, regista, attore, nonché

pronipote del celebre fratello di Vincent van Gogh, ucciso da un fanatico islamista per il suo

film Submission.

http://www.olanda.cc/storia-olanda.html

Arti ed architettura

Il contributo dei Paesi Bassi nel campo della scultura, ad eccezione dell’epoca contemporanea,

rimane modesto, in particolare a causa della mancanza di materiale (la pietra). In campo

architettonico, a partire dalla fine del XIX sec., il Paese assimila gli stili giunti dalla Francia e

dall’Italia e sviluppa un’arte costruttoria originale, che lo colloca tra i più rappresentativi di

questa disciplina.

Rimangono poche testimonianze dell’epoca preromana e la valutazione dell’ambito scultoreo è

difficile a causa delle distruzioni provocate dal furore iconoclasta del 1566. Quest’arte, che

si sviluppa nella valle della Mosa e in particolare a Maastricht (che appartiene alla diocesi di

Liegi), presenta molte affinità con quella della valle del Reno, da cui trae il nome.

Maastricht, già importante in epoca romana e poi città di pellegrinaggio – vi si venerano le

reliquie di S. Servazio, morto nel 384 – vanta magnifici edifici come la St.-Servaasbasiliek e la

Onze Lieve Vrouwebasiliek.

Agli inizi l’arte mosana attinse ampiamente dall’architettura carolingia. Fatta eccezione per la

St.-Nicolaaskapel a Nimega, la cui forma imita quella della basilica ottagonale di Carlo Magno

nella cattedrale di Aquisgrana, le chiese carolingie possedevano generalmente due cori, un

imponente avancorpo occidentale e una cappella detta “dell’imperatore”, situata al piano

superiore, sul lato ovest. All’interno, il soffitto in legno era piatto e i pilastri quadrati.

Verso l’anno 1000 viene intrapresa la costruzione della St.-Servaasbasiliek, dotata di un

avancorpo occidentale con due torri massicce ornate da lesene. La Onze Lieve Vrouwebasiliek,

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dello stesso periodo, possiede anch’essa un vasto avancorpo, fiancheggiato da torrette

circolari. La chiesa di Susteren, St.-Amelbergakerk, costruita nella seconda metà dell’XI sec.,

è ancora molto sobria. Nel XII sec., l’architettura mosana si addolcisce, mentre la

decorazione si arricchisce. La scultura fa la sua apparizione nei capitelli, nei bassorilievi e sui

portali. È l’epoca in cui, a Maastricht, vengono trasformate la St.-Servaasbasiliek e la Onze

Lieve Vrouwebasiliek: il coro di quest’ultima, visto dalla navata centrale, rappresenta una delle

più belle realizzazioni romaniche del Paese. La chiesa abbaziale di Rolduc, a Kerkrade, mostra,

con la sua pianta d’origine, trilobata, un’influenza renana. La chiesa del XIII sec. Onze Lieve

Vrouwekerk di Roermond, sebbene restaurata, conserva le caratteristiche dello stile renano-

mosano. Le cripte di queste chiese romaniche sono spesso bellissime.

Era naturale che Utrecht, importante città episcopale nel Medioevo, si arricchisse, già in

epoca romanica, di edifici religiosi. Tuttavia, ad eccezione di una chiesa, la Pieterskerk (1148),

restano solo poche vestigia del bel complesso romanico concepito dal vescovo Bernold.

Tra gli edifici costruiti nella diocesi di Utrecht, la Grande Chiesa di Deventer detta Grote of

St.-Lebuïnuskerk conserva le vestigia di un doppio transetto e di un avancorpo occidentale che

l’accomunano alle chiese mosane.

A Oldenzaal, la St.-Plechelmusbasiliek, più tarda (inizio del XII sec.), possiede invece una

navata centrale con volte a crociera sostenuta da robusti pilastri.

A partire dalla metà del XII sec., lo stile romanico si manifesta in modo caratteristico nella

Frisia e nella provincia di Groninga nelle chiese dei villaggi, le cui pareti esterne sono abbellite

da una decorazione in mattoni e il cui interno racchiude spesso alcuni resti di affreschi.

L’arte gotica appare nei Paesi Bassi soltanto nel XIV sec. e si sviluppa soprattutto nel XV sec.,

sotto la dominazione borgognona. Sono appunto di questo periodo numerosissimi edifici

religiosi e alcuni palazzi comunali.

Il Brabante settentrionale, provincia in cui la maggioranza della popolazione è cattolica,

possiede la maggior parte delle grandi chiese e cattedrali del Paese. Questi edifici sono

costruiti nello stile gotico brabantino, comune a numerosi edifici del Belgio e simile al gotico

fiammeggiante. All’esterno, essi presentano ghimberghe traforate e pinnacoli a uncino, alte

aperture, numerosi archi rampanti e un’alta torre a ovest; all’interno, sono caratterizzate da

un triforio e da una slanciata navata centrale con volte a ogiva rette da colonne rotonde con

capitelli ornati da motivi vegetali.

La Grande Chiesa di Breda, Grote of Onze Lieve Vrouwekerk, è un esempio caratteristico di

gotico brabantino, come la St.-Janskathedraal a ‘s-Hertogenbosch che, iniziata nel XIV sec., è

una delle realizzazioni più grandi e belle del Paese. Diversamente dagli altri edifici, le volte

non appoggiano su colonne ma su pilastri polistili senza capitelli.

Lo stile gotico brabantino influenza la costruzione di numerose chiese del territorio. In

Olanda, le volte in pietra sono rare e le chiese sono coperte da un soffitto in legno, piatto o a

botte. L’unica eccezione è costituita dalla Grande Chiesa di Dordrecht, Grote of Onze Lieve

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Vrouwekerk. Alcuni esempi di belle costruzioni gotiche sono la Pieterskerk e la Hooglandse

Kerk di Leida, la Grote Kerk di Alkmaar, la Nieuwe Kerk di Amsterdam, la St.-Janskerk di

Gouda e St.-Bavo di Haarlem.

La cattedrale di Utrecht non è purtroppo sopravvissuta all’uragano del 1672. Esiste tuttavia il

suo armonioso campanile, detto Domtoren, il cui profilo si ritrova in numerosi altri campanili

del Paese, come ad Amersfoort. Nella diocesi, anche la St.-Nicolaaskerk di Kampen è degna di

interesse.

Due palazzi comunali in stile gotico fiammeggiante sono particolarmente interessanti: quello di

Gouda, con una facciata non priva di fascino, ornata da vari pinnacoli e guglie, e quello di

Middelburg, più sontuoso, costruito dalla famiglia di architetti belgi Keldermans e influenzato

dal palazzo municipale di Bruxelles.

Gli arredi delle chiese, meno ricchi che in Belgio, comprendono tuttavia interessanti sculture

in legno del XV e dell’inizio del XVI sec.

I gruppi di Adriaen van Wesel (fine del XV sec.), esposti nel Rijksmuseum di Amsterdam, sono

cesellati con un notevole senso della composizione e una grande potenza espressiva.

I retabli brabantini sono trittici in stile fiammeggiante con una parte centrale in legno,

scolpita su diversi ordini con scene molto animate e portelli laterali dipinti (St.-

Janskathedraal di ‘s-Hertogenbosch e Onze Lieve Vrouwe Munsterkerk di Roermond). Stalli,

spesso scolpiti con motivi satirici, si possono ammirare in diverse chiese del Paese, come la

Martinikerk di Bolsward o la Grande Chiesa di Breda, Grote Kerk of Onze Lieve Vrouwekerk.

Il Rinascimento arriva molto tardi nei Paesi Bassi ed è raro che si manifesti nella sua forma

pura, quella italiana. A metà fra Rinascimento e barocco, il manierismo conobbe invece,

soprattutto in Olanda, grande fortuna.

L’influenza rinascimentale si manifesta solo a partire dalla metà del XVI sec. Questo stile,

importato da artisti italiani come Tommaso di Andrea da Bologna detto “Vincidor”, cui si deve

il Castello di Breda, viene in seguito adottato dagli architetti locali.

In realtà, gli elementi rinascimentali vengono utilizzati senza modifiche profonde

dell’architettura e la pianta gotica, tradizionale, viene spesso conservata. I nuovi apporti si

manifestano soprattutto nei dettagli: timpani delle finestre a forma di conchiglia, abbaini con

pinnacoli, torrette ottagonali e balaustre.

Hans Vredeman de Vries (1527-1603 circa), grande fautore dell’applicazione di decorazioni

rinascimentali all’architettura, resta poco tempo nel suo Paese. I suoi scritti teorici hanno

esercitato un’importante influenza sull’architettura dei Paesi Bassi. Il fiammingo Lieven de

Key lavora molto ad Haarlem, di cui viene nominato architetto. Il vecchio Mercato della Carne

(Vleeshal, 1603) è la sua opera più compiuta.

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Hendrick de Keyser (1565-1621) è sia scultore che architetto. Ha realizzato, in particolare ad

Amsterdam, diverse chiese (Zuiderkerk, Westerkerk) e case signorili (Huis Bartolotti). Il suo

stile manierista, così come quello di Lieven de Key, contiene già molti elementi barocchi: più

monumentali, più pesanti, gli edifici diventano severi e imponenti.

Lo stile rinascimentale lascia la sua impronta soprattutto nella Frisia, dove il gusto per la

decorazione geometrica e per il dettaglio giocoso, già visibile nelle chiese romaniche, si

ritrova in numerose costruzioni.

Palazzi municipali (Franeker, Bolsward), palazzi di giustizia (Kanselarij a Leeuwarden), porte

fortificate (Waterpoort a Sneek), tutto viene influenzato dal nuovo stile.

Le regioni orientali e meridionali restano leggermente ai margini di queste influenze, benché la

Pesa pubblica (Waag) di Nimega sia un bell’esempio di stile rinascimentale.

I mausolei nello stile del Rinascimento italiano si moltiplicano. Tommaso Vincidor da Bologna

esegue il mausoleo di Englebert II della casa di Nassau a Breda. Hendrick de Keyser perpetua

questo stile all’inizio del XVII sec., con il mausoleo del Taciturno a Delft. A lui si deve anche

la sobria statua di Erasmo a Rotterdam. In Frisia, lo stile rinascimentale si esprime nella

lavorazione del legno. I pulpiti, finemente decorati, si ornano di pannelli intagliati e intarsiati

con raffigurazioni simboliche (Martinikerk a Bolsward, Grote of St.-Martinuskerk a Dokkum).

I magnifici stalli (XVII sec.) della Grote of Onze Lieve Vrouwekerk di Dordrecht sono

anch’essi di ispirazione rinascimentale.

Infine, le splendide vetrate della St.-Janskerk di Gouda sono un vero capolavoro di arte

rinascimentale.

Dopo la metà del XVII sec. termina l’epoca delle decorazioni vivaci e giocose del manierismo.

Simmetria e proporzioni regolano l’architettura. Rispetto ad altri Paesi, dove il barocco regna

incontrastato, nei Paesi Bassi questo stile assume un carattere estremamente sobrio, motivo

per cui viene chiamato classicismo.

Uno dei più celebri architetti del “Secolo d’Oro” è Jacob van Campen (1595-1657), autore del

palazzo municipale di Amsterdam (1648), che diventerà poi Palazzo Reale. L’edificio, a forma

di quadrilatero, è un’opera maestosa che con le sue linee un po’ severe, appena temperate dalla

leggera sporgenza dell’avancorpo, dai frontoni scolpiti e dalla torre campanaria, ha

notevolmente influenzato l’architettura in tutto il Paese.

Pieter Post (1608-1669) segue questa tendenza; è autore del palazzo municipale di Maastricht

e, all’Aia, del Palazzo Reale (o Huis ten Bosch) e del Mauritshuis, realizzato sulla base dei

progetti di Van Campen. Jacob Roman costruisce, sempre nello stesso stile, il palazzo Het Loo

ad Apeldoorn (1685). Quest’arte solenne, rappresentativa del Secolo d’Oro, si ritrova nei

palazzi che vengono innalzati lungo i principali canali di Amsterdam. Uno dei modelli più

rappresentativi è la Trippenhuis costruita da Juste Vingboons (1620 circa-1698), che lavorò a

lungo con suo fratello Filippo.

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Numerose chiese protestanti di questo periodo sono a pianta centrale e talvolta sormontate

da una cupola. È il caso, per esempio, della Nieuwe of Ronde Lutherse Kerk di Amsterdam

(1671). Nel sud del Paese vennero edificati anche alcuni edifici nel più esuberante stile

barocco, come la Jezuïetenkerk di Maastricht. Lo scultore di Artus Quellin il Vecchio (1609-

1668) decora, in uno stile prettamente barocco, i frontoni e l’interno del palazzo municipale di

Amsterdam.

Daniel Marot (1661-1752), trasferitosi nei Paesi Bassi dalla Francia, costruisce all’Aia

numerose dimore per la nobiltà e perpetua le tendenze del Secolo d’Oro. L’influenza

dell’architettura francese diventa predominante; si parla infatti di stili Luigi. Lo stile rococò o

Luigi XV si ritrova ovunque: nelle sculture delle facciate, nelle inferriate e sulle imposte, che

formano generalmente un’elegante decorazione sopra le porte e negli stucchi che ornano gli

interni.

Finita l’epoca dello stile Luigi XV, gli architetti, all’inizio del XIX sec., cercano nuovamente

ispirazione nel passato. Se inizialmente si rivolgono alla Grecia antica e alla cultura latina

(neoclassicismo), in seguito si ispirano al Medioevo e al Rinascimento (stili neogotico e

neorinascimentale). L’eclettismo utilizza tutti questi elementi contemporaneamente. P.J.H.

Cuypers (1827-1921), uno dei più grandi architetti del periodo, introduce una certa forma di

neogotico in numerosi monumenti (Rijksmuseum, Centraal Station di Amsterdam) e pratica

arditi restauri su edifici medievali (Kasteel De Haar). Nonostante la tendenza a utilizzare un

linguaggio preso in prestito dalla storia, nel XIX sec. vennero introdotti nuovi materiali da

costruzione, come la ghisa e l’acciaio.

Il XX secolo vede il rinnovamento dell’architettura nei Paesi Bassi mentre, al tempo stesso,

si manifesta un maggiore interesse per la scultura.

Dalla fine del XIX sec., H.P. Berlage (1856-1934), con la costruzione della Borsa di

Amsterdam, diventa il precursore del razionalismo, un movimento che, in architettura,

attribuisce importanza ai materiali impiegati e all’utilizzazione dello spazio in vista di una

determinata funzione. De Bazel (1869-1923) applica gli stessi principi (Algemene Bank

Nederland ad Amsterdam).

La scuola di Amsterdam (Amsterdamse School, 1912 circa -1923), formatasi in reazione a

Berlage, si orienta verso un’architettura meno austera; Michel de Klerk, Peter Kramer e J. M.

van der Mey sono esponenti illuminati del rinnovamento della città. Le loro realizzazioni

architettoniche sono caratterizzate da un utilizzo espressionista dei mattoni. Indipendente

dalla scuola di Amsterdam, il lavoro di W.M. Dudok viene influenzato da quello dell’americano

F.L. Wright. Egli è conosciuto soprattutto per aver progettato il municipio di Hilversum.

Nello stesso periodo l’architetto J.J.P. Oud (1890-1963) e i pittori Piet Mondrian e Theo van

Doesburg fondano il gruppo De Stijl. Altri architetti, fra cui G. Rietveld, che disegna anche

mobili, J. Duiker e B. Bijvoet, fondano le loro teorie sui principi del movimento: le loro

costruzioni dallo scheletro in cemento formano un blocco di spazi cubici sovrapposti e

giustapposti (Rietveld Schröder Huis a Utrecht, 1924), cui viene dato il nome di Nieuwe

Bouwen o funzionalismo (1920-1940). Una delle realizzazioni più importanti di questo stile è la

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fabbrica Van Nelle di Rotterdam, degli architetti Brinkman e Van der Vlugt, un capolavoro

d’acciaio, vetro e calcestruzzo.

Intorno al 1950, durante la ricostruzione di Rotterdam, gli urbanisti manifestano una volontà

di adattamento alle esigenze dei cittadini: il Lijnbaan (1952-54), opera di J.H. van den Broek e

J.B. Bakema, è la prima zona pedonale d’Europa. Alla stessa generazione, detta Forum-

generatie, appartengono anche Aldo van Eyck, cui si deve la Burgerweeshuis en Moederhuis di

Amsterdam (orfanotrofio civile), Herman Hertzberger (Vredenburg a Utrecht, VROM all’Aia)

e Piet Blom, autore delle famose case cubiche e di Het Potlood (“la matita”) a Rotterdam. Wim

Quist (nato nel 1930) realizza, sempre a Rotterdam, gli uffici del Willemswerf e anche diversi

musei, come il Museum Beelden aan Zee a Scheveningen.

Uno degli architetti contemporanei più noti è Rem Koolhaas, realizzatore dell’Office for

Metropolitan Architecture. Lungi dal limitarsi al Nederlands Danstheater dell’Aia o al

Museumpark di Rotterdam, la sua fama supera le frontiere dei Paesi Bassi. Appassionato di

urbanistica, Koolhaas ha contribuito al progetto Euralille nel 1994, un insieme di uffici di 70

ettari nel cuore di Lille. Ha ricevuto il premio Pritzker nel 2000 e si è impegnato

recentemente in importanti progetti a Pechino.

Secondo J. Coenen e S. Soeters, urbanista e realizzatore del Centro divertimenti Circus

(1986-1991) a Zandvoort, in cui le strutture colorate sono disposte in modo ludico, l’edificio è

un oggetto indipendente, risultato di innovazioni formali.

Alla ricerca di una nuova espressione per l’architettura, T. Alberts e M. van Huut costruiscono

ad Amsterdam, tra il 1979 e il 1987, la banca ING, secondo uno schema apparentemente

caotico, ma che tiene conto della dimensione umana. I due architetti sono legati al movimento

Organisch Bouwen (costruire organicamente), che milita per il ritorno a forme “naturali” e per

l’utilizzo di materiali tradizionali (legno e mattone).

Negli anni ’90 domina il pluralismo. L’influenza di Rem Koolhaas si ritrova nelle opere dello

studio Mecanoo (biblioteca di Almelo, 1991-95). Le pareti “di sbieco”, il contrasto di materiali,

colori e strutture della facciata, che fanno pensare a un collage, sono presenti nelle opere di

H. Hertzberger, architetto dello Chassé Theater di Breda (1992-1995), e in alcuni musei, che

si prestano agli sviluppi più audaci. Il Museo di Groninga, caos di forme ed esempio di ciò che

viene chiamato decostruttivismo, è stato realizzato dallo studio Mendini-Coop Himmelb(l)au

tra il 1988 e il 1994.

Successore del modernismo, il supermodernismo si caratterizza per edifici che tendono a

suscitare la possibilità di provare esperienze sensoriali grazie a una tecnologia innovativa.

Questo principio è difeso da Meyer & Van Schooten, disegnatori dell’ING House (1998-2002)

di Amsterdam, a forma di scarpa. Degno rappresentante della nuova generazione, a Ben van

Berkel si deve uno dei ponti più belli di Rotterdam: l’Erasmusbrug, il ponte Erasmo (1996).

Nella maggior parte delle città dei Paesi Bassi, i viali pedonali e i parchi sono adornati da

opere d’arte, mentre le facciate moderne dalle linee geometriche sono ravvivate da mosaici,

elementi colorati e fregi in bronzo.

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Dai primi decenni del XX sec. la scuola di Amsterdam trova i propri rappresentanti in campo

scultoreo, come Hildo Krop (1884-1970). Mari Andriessen (1897-1979), che realizza il Docker

di Amsterdam, e Charlotte van Pallandt (1898-1997), alla quale si deve una statua della regina

Guglielmina situata nel parco di Rotterdam, sono i protagonisti del realismo, movimento molto

attivo negli anni ’40 e ’50. Nello stesso periodo si sviluppa una corrente influenzata dalla

scultura astratta americana alla quale partecipa Wessel Couzijn (1912-1984); il suo Corporate Entity è visibile davanti all’edificio Unilever a Rotterdam.

Tra gli scultori contemporanei bisogna citare Carel Visser, uno dei primi in Olanda a utilizzare

il metallo. Protagonista negli anni ’60 dell’astrattismo insieme a un altro esponente del

minimalismo, Joost Baljeu (1925-1991), Visser viene influenzato negli anni ’70 dall’arte povera.

Creare allora composizioni di tutti i tipi. Negli anni ’60 l’illuminazioneprende possesso della

scultura. Jan van Munster crea opere ricorrendo all’uso di neon. L’arte concettuale si impone

negli anni ’60 e ’70 con artisti come Marinus Boezem, Ger van Elk e Jan Dibbets. Gli oggetti e

le installazioni di Gerrit van Bakel (1943-1984) sono opere piene di fantasia e poesia.

La land art e il concetto del site work hanno due rappresentanti: Auke de Vries e Peter

Struycken, che decora gli spazi urbani e pubblici con le proprie creazioni. Gli anni ’80 e ’90

vedono un’esplosione di tendenze e l’avvento del postmodernismo. Pieter Laurens Mol

introduce foto di morte e declino all’interno delle proprie installazioni, Niek Kemps si

interroga sulla posizione degli oggetti nello spazio e crea un’opera elegante in cui le forme si

incastrano le une nelle altre, mentre il duo Fortuyn/O’Brien sviluppa una domestic art, unione

tra arredamento, architettura, decorazione e design. Henk Visch è autore di costruzioni

oniriche e fantasiose. L’atelier van Lieshout porta invece il design all’interno del museo.

Nei Paesi Bassi sono ancora visibili molti resti di fortificazioni, costruite nei secoli per

difendere il Paese dagli invasori.

Nel Medioevo le fortificazioni sono costituite inizialmente da terrapieni sormontati da un

recinto di pali e circondati da un canale. Più tardi vengono edificati anche castelli e rocche,

come la rocca di Leida (burcht van Leiden), il castello di Muiden (Muiderslot), e il castello di

Loevestein (Slot Loevestein). Con la nascita delle città, i rampari in pietra, affiancati da torri

e imponenti porte fortificate, prendono il posto di quelli in terra. Se ne trovano ancora dei

resti, fra l’altro, ad Amersfoort ed Elburg. Caratteristici sono anche i merli e i camminamenti

sulle mura e le torri. Piombatoie e feritoie permettono inoltre di lanciare pietre e pece

bollente.

All’inizio del XV sec., con l’introduzione dei cannoni, le mura di cinta si rivelano inefficienti alla

difesa delle città. Le alte mura e le torri vengono quindi abbassate e affiancate da baluardi in

terra, nei quali il nemico non riesce a far breccia, come testimoniato dalla “breccia degli

Spagnoli” (Spanjaardsgat) a Breda. Il passo successivo è la costruzione di torri più massicce e

più basse, a sezione circolare, come quella delle Cinque Teste (De Vijf Koppen) a Maastricht.

La forma circolare di questa costruzione presenta però alcuni inconvenienti; in alto lo spazio è

troppo esiguo per ospitare le armi e proprio davanti alla torre c’è un angolo morto.

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Per questo, all’inizio del XVI sec., viene progettato in Italia il bastione, un muro pentagonale

che compensa i difetti delle torri circolari. Ben presto anche i Paesi Bassi adottano questo

tipo di fortificazione.

Durante la guerra degli Ottant’Anni il modello del bastione italiano viene modificato: nasce

così un nuovo sistema di difesa, chiamato Oud-Nederlandse stelsel (“vecchio sistema”) e

progettato dal matematico fiammingo Simon Stevin (1548-1620). Le nuove fortezze sono

interamente fatte di terra (i proiettili dei nemici vi si conficcano) e sono quasi sempre

circondate da un canale nel quale, per difendere i bastioni, vengono innalzate delle piccole

isole fortificate (i cosiddetti rivellini). In seguito allo sviluppo dell’artiglieria e alla maggiore

gittata dei cannoni le fortificazioni delle città diventano sempre più ampie e vengono

circondate da forti esterni, come testimonia la Nieuwe Hollandse Waterlinie (1840-1860)

intorno a Utrecht. La funzione principale di queste “linee di sommersione” è quella di inondare

il Paese con 40 cm di acqua, in modo da impedire al nemico di camminare, ma anche di navigare.

La linea è composta da un sistema di chiuse e banchine. Laddove l’inondazione non è possibile

vengono costruiti forti come quello, enorme, di Rijnauwen nei pressi di Bunnik. La cerchia

composta da circa 40 forti, detta Stelling van Amsterdam (1883-1914), era situata in media a

12 km dalla capitale. L’isola fortezza Pampus nell’IJsselmeer ne faceva parte. Questo famoso

sistema è stato iscritto, nel 1996, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

La musica

J.P. Sweelinck, celebre musicista di epoca rinascimentale, fu organista nella Oude Kerk di

Amsterdam e compose opere sia vocali che strumentali. È della stessa epoca anche lo statista

e poeta Constantijn Huygens, che oltre a comporre scrisse testi di critica musicale.

Il compositore e direttore Johannes Verhulst contribuì nel XIX sec. al patrimonio musicale

del Paese, così come Richard Hol, che fu direttore, pianista e compositore di cantate e

sinfonie. Allievo di quest’ultimo, Johan Wagenaar, organista, compose opere caratterizzate da

uno stile molto particolare. Fra i suoi discepoli ricordiamo il compositore di talento Willem

Pijper.

L’orchestra reale del Concertgebouw (Amsterdam), fondata nel 1888, e la Residentie Orkest

dell’Aia (1904) sono famose a livello mondiale. La prima ha annoverato tra i suoi direttori

anche l’italiano Riccardo Chailly.

L’Olanda possiede una lunga organistica.Questo strumento, originario di Bisanzio, viene

introdotto in Europa occidentale nel IX sec., dove si deve attendere fino al XII sec. per

vederlo occupare un posto importante nella liturgia cattolica. Ben presto l’organo entra nelle

case di privati, sfuggendo così alla distruzione operata dagli iconoclasti (XVI sec.).

Inizialmente disprezzato dai calvinisti, è solo nel XVII sec. che fa la sua comparsa nelle

chiese protestanti. In quel periodo e durante il secolo che segue ne viene prodotto un gran

numero. I figli del famoso costruttore di organi tedesco Arp Schnitger, trasferitisi a

Groninga, perfezionano lo strumento e costruiscono il grande organo di Zwolle. L’imponente

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organo della St.-Bavokerk di Haarlem (XVIII sec.) è opera di Christian Müller ed è uno dei

più famosi del Paese.

La maggior parte delle casse d’organo sono state valorizzate in epoca barocca e sono quindi

sontuosamente decorate da statue e sculture che ne sormontano le canne. Il primo organo da

strada è un organo a cilindro, probabilmente inventato da un italiano nel XVIII sec. Nel XIX

sec. compare l’organo su ruote, che rapidamente si diffonde in tutta Europa. Nel 1892 Gavioli

costruisce il primo organo a libretto, nel quale il cilindro, come suggerisce il nome, viene

sostituito da un sistema a libretto. Azionando la manovella vengono spostati sulla tastiera dei

libretti di cartone perforato. L’utilizzo di questo sistema permette di suonare infinite

melodie. Nel 1920 il costruttore di organi di Barberia Carl Frei si stabilisce a Breda, ma la

maggior parte degli strumenti vengono prodotti in Belgio (Mortier) e Francia (Gasparini e

Fratelli Limonaire). Alla fine del XIX sec. si diffonde l’organo da ballo, sontuoso strumento

scolpito di grandi dimensioni. All’inizio del XX sec., gli organi da fiera producono un suono

potente destinato a dominare il vocìo del pubblico. Infine, dopo il 1945, si sviluppa l’organo da

ballo elettronico, in grado di riprodurre il suono di una vera e propria orchestra.

Nei Paesi Bassi, moltissime chiese e palazzi municipali possiedono un carillon. Il carillon,

creato probabilmente in Belgio nel XV sec., è uno strumento composto da una serie di campane

di varie dimensioni che viene mosso, come l’organo, con l’aiuto di un cilindro azionato all’origine

dal movimento di un orologio. Nel XVII sec., i famosi fonditori di campane di origine lorenese

François e Pierre Hemony hanno un ruolo essenziale nello sviluppo dei carillon nei Paesi Bassi.

Di questi artigiani si conservano, fra l’altro, i carillon delle torri Onze Lieve Vrouwe Toren ad

Amersfoort, Martinitoren a Groninga e Domtoren a Utrecht. Un po’ in declino nel XVIII e

XIX sec., la musica da carillon conosce ai giorni nostri un vero rinnovamento. Nel 1941, un

fonditore di campane di Heiligerlee (provincia di Groninga) ha inventato un sistema

elettromagnetico che sostituisce il cilindro. Questo sistema viene utilizzato in parecchie

città. Dal 1953 ad Amersfoort ha sede la Scuola per Costruttori di carillon di campane dei

Paesi Bassi.

http://viaggi.viamichelin.it/web/Cultura/Paesi_Bassi/Arte_e_architettura

Michelin, Olanda. La Guida verde, Milano: Michelin Italia, 2008

Touring Club Italiano, Olanda, Milano, 2010 “Guide verdi d’Europa e del Mondo”.

I Paesi Bassi oggi

I Paesi Bassi "Nederland”, noti anche come Olanda, sono uno Stato membro dell'Unione

europea; costituiscono la parte principale del Regno dei Paesi Bassi il quale comprende anche

le isole caraibiche di Aruba, Bonaire, Curaçao, Saba, Sint Eustatius e Sint Maarten. Capitale è

Amsterdam.

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Economia

L’economia olandese è profondamente mutata nel corso degli ultimi venti anni; oggi circa la

metà del PIL è generato dai servizi commerciali, rispetto al 36% del 1980. L’economia si è

inoltre internazionalizzata, con una crescita di importazioni ed esportazioni ed aumentati

livelli di benessere.

Dopo la crisi, le esportazioni stanno riprendendo a crescere; il tasso di disoccupazione atteso

è del 5 ½ per cento sia nel 2010 che nel 2011.

Popolazione

I Paesi Bassi hanno una popolazione di 16 milioni e sei (dato 2011), che vive in un’area di circa

41 mila km2 (33,800 escludendo fiumi, laghi e canali), cin una densità di 491 persone per km2.

Al primo gennaio 2009 vi erano 3,3 milioni di persone di origini non olandesi, circa il 20% della

popolazione. Di questi, circa la metà, il 45%, immigranti dalle ex colonie, il rimanente da altri

paesi. Un immigrante è definito una persona che vive in Olanda, di cui almeno un genitore è

nato all’estero. Si distingue tra immigranti di prima generazione (nati altrove) e di seconda

generazione, nati in Olanda.

Nel 2009 vi erano almeno 1 milione e 800 mila immigrati, l’11% del totale. La concentrazione

più alta (in particolare di belgi e tedeschi) vive nelle città di confine, in particolare nelle

province di Limburg e Zeeland. L’elevato numero di immigrati dall’occidente è in parte dovuto

ad una forte tendenza all’internazionalizzazione nella società olandese, con diverse

organizzazioni e aziende internazionali situate nelle aree economiche centrali del paese.

La decolonizzazione delle Indie orientali olandesi (oggi Indonesia) ha giocato in questo un

ruolo: è apprezzabile una quota di olandesi con radici indonesiane, concentrata in particolare

attorno a Le Hague e nell’area di “Gooi” vicino a Hilversum.

La maggior parte degli immigrati sono di prima generazione, nati in Indonesia o nei territori

già delle Indie orientali olandesi o da loro discendenti.

Persone provenienti dalla Turchia (20,9%), Africa, (in particolare dal Marocco, 18.9%)

America latina e Asia (da Surinami, per 18,7%,) si trovano nelle maggiori città olandesi:

Rotterdam (dove circa un terzo degli abitanti è nato all’estero) Amsterdam, Le Hague.

La lingua

Gli abitanti dei Paesi Bassi parlano nederlandese (conosciuto come olandese) una lingua

germanica. Il basso sassone e il limburger sono riconosciuti come lingue regionali, e così il

frisone. La Frisia è una regione bilingue, nelle cui scuole l’insegnamento è tenuto sia in

nederlandese che in frisone. L'inglese è parlato da una larga maggioranza della popolazione.

Diffusa anche la conoscenza del francese e del tedesco.

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Religioni

La Costituzione olandese garantisce libertà di credo religioso. Chiesa e stato sono separati, e

non vi è una religione di stato. I cattolici romani formano il gruppo più ampio (30%, nelle

province meridionali), seguiti dai protestanti, in particolare calvinisti nelle regioni del nord,

(20%) e dagli islamici per il 5%. La minoranza ebraica, presente prima della seconda guerra

mondiale e della Shoa, è ridotta ad alcune migliaia di persone. Il due per cento appartiene ad

altre religioni o gruppi ideologici, ed il 42% non professa alcuna religione.

Considerato nella storia europea uno dei paese più tolleranti, i Paesi Bassi negli ultimi anni

hanno subito il peso del fanatismo ideologico e religioso.

https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php/Netherlands:Population:_De

mographic_Situation,_Languages_and_Religions

Struttura del sistema scolastico

La libertà di educazione è garantita dall’articolo 23 della Costituzione: come libertà di

fondare scuole, di organizzare l’insegnamento, e di determinarne i principi (di ordine religioso,

ideologico o pedagogico). Vi sono quindi sia scuole pubbliche (publicly run schools ) che private

(privately run schools).

Le scuole pubbliche sono aperte ad ogni allievo, indipendentemente dalla religione; sono

soggette al diritto pubblico, governate da un consiglio municipale, sostenute dallo Stato. Le

scuole private possono rifiutare di ammettere allievi, i cui genitori non sottoscrivano

l’ideologia su cui la scuola è basata; sono soggette al diritto privato, finanziate dallo stato, e

governate da un consiglio della fondazione o associazione. Vi sono scuole cattoliche,

protestanti, di religione ebraica, islamiche, indostane e basate sul metodo Steiner-Waldorf.

L’istruzione è obbligatoria per 12 anni, dai 5 ai 16 anni almeno. In pratica, la maggior parte dei

bambini inizia a frequentare dall’età di 4 anni.

La scuola primaria

Nella scuola primaria i bambini sono per lo più suddivisi per gruppi di età; vi sono poi gruppi

misti, per livello di sviluppo o abilità. Vi sono 8 gruppi d’età: dal 1° al 4° (dai 4 anni agli 8) sono

detti junior – qui il maestro è affiancato da un assistente, che lo supporta nelle attività

routinarie e che monitora l’acquisizione di abilità pratiche da parte degli scolari - dal 5° all’8°

(dai 9 ai 12 anni) sono chiamati senior.

La scuola secondaria

Quattro le tipologie:

- Training pratico

- VMBO (pre-vocational secondary education), della durata di 4 anni

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- HAVO ( senior general secondary education), di 5 anni

- VWO (pre-university education), di 6 anni

Tutti i giovani devono, sino ai 18 anni, ottenere una qualifica di base (HAVO, VWO o un

certificato MBO di livello 2); se non iscritti ad una educazione a tempo pieno, sono tenuti a

seguire un programma che combini studio e lavoro.

Le scuole possono collaborare con i programmi per l’educazione degli adulti e l’istruzione

professionale (BVE, all’interno di centri di formazione regionali), nonché con altre scuole

secondarie, in diversi modi: per cui un allievo può frequentare un’altra scuola, oppure seguire i

corsi BVE; per l’intero anno, od una parte; o essere inserito in una strutture di educazione

secondaria per adulti (VAVO), con o senza l’obiettivo di conseguire l’esame finale.

L’istruzione secondaria professionale (MBO) offre programmi di teoria e pratici in un’ampia

gamma di qualifiche, su quattro livelli.

Gli ultimi due anni della secondaria preparano gli allievi all’educazione professionale elevata, o

all’università; devono scegliere un indirizzo, tra cultura e società, economia e società, scienze

e salute, scienze e tecnologia.

Educazione terziaria

E’ composta dai corsi universitari e dai corsi del elevata qualificazione professionale, gli HBO

(hogescholen). Entrambe con un sistema di ammissione centralizzato, il Central Applications

and Placement Office (CBAP). Inoltre per alcuni corsi vi è il numero chiuso. La selezione

prevede l’ammissione diretta nel corso prescelto di chi abbia una media di 8 o più all’esame

finale di diploma. Gli altri posti sono assegnati con un sorteggio ponderato (ed un candidato

non può partecipare a più di tre sorteggi). Vi è poi una selezione ad opera dei singoli organismi,

che può rispondere ad altri criteri, fatto salvo però il diritto di chi ha la media dell’8 e più di

accedervi.

La riforma 3+ 2 fu introdotta nel 2002; tutti i corsi di 4 anni HBO e la maggior parte dei corsi

universitari sono stati convertiti in programmi Bachelor (di tre anni) e in Master (della durata

da un anno, un anno e mezzo, o due anni). Uno studente deve ottenere 60 crediti per ogni anno

accademico, ed 1 credito vale 28 ore di studio.

L’HBO vale 240 crediti, ed equivale a quattro anni di corso, a partire dai 17 anni. Diversi i

settori, per lavori di tipo intermedio ed elevato nel commercio e nell’industria, nei servizi

sociali, sanitari e nel settore pubblico. Offrono sia una formazione teorica che training

pratici.

I corsi universitari sono forniti da 14 università, inclusa la Open University. Sede di ricerca,

le università preparano anche ricercatori e progettisti. L’ammissione è subordinata ad un

certificato pre-universitario (VWO), od una qualifica HBO, o un certificato propedeutico

HBO.

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Il primo anno è propedeutico, sia orientativo che di selezione; al termine, gli studenti

impegnati in un corso di Bachelor ricevono un consiglio sulla prosecuzione, o sul cambiamento

di percorso. Le università possono anche decidere di tenere esami. I laureati hanno titolo di

Bachelor of Arts/Science, abbreviato in BA o BSc, posto dopo il nome.

Una nuova tipologia di corso superiore è stata introdotta dal 2007: Associate degree (AD). Dura due anni, ed è all’interno della cornice del Bachelor HBO.

Nel Master accademico, di uno o due anni, gli studenti ricevono supporto finanziario per il

primo anno e, a discrezione del Ministero dell’educazione, per alcuni corsi in ambito

scientifico, tecnologico e educativo, anche per il secondo. I laureati ricevono il titolo di

Master of Arts/Science, abbreviato in MA e MSc. Il titolo Dr. è per chi abbia completato il

dottorato.

https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php/Netherlands:Secondary_and

_Post-Secondary_Non-Tertiary_Education

http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/eurybase/eurybase_full_reports/

NL_EN.pdf

Società e cultura olandese

La famiglia è considerate il fondamento della struttura sociale. Le famiglie tendono ad essere

ristrette, spesso con solo uno o due figli. E’ abbastanza poco frequente che la donna lavori

fuori casa a tempo pieno; questo consente loro avere maggior disponibilità per seguire i

bambini.

Modi olandesi di condotta

Le apparenze sono importanti: mostrano di essere disciplinati, attenti alle tradizioni ed ai

minimi dettagli. Si ritengono parsimoniosi, lavoratori, pratici e ben organizzati. Alto il valore

accordato alla pulizia e al lindore. Allo stesso tempo, sono persone molto riservate: che non

amano attirare l’attenzione e non apprezzano così tanto il successo come altre società; non

amano le esibizioni di ricchezza, in contrasto con il loro credo ugualitario, né si vantano dei

beni materiali posseduti.

Ugualitarismo

Gli olandesi sono egalitari e storicamente molto tolleranti delle differenze individuali. I

bambini vengono educati senza pregiudizi di genere. Non vi è praticamente la miseria, grazie a

programmi sociali, che però pesano sulle tasse dei lavoratori. La modalità egalitaria è presente

anche negli ambienti di lavoro. Anche in una organizzazione gerarchica, ognuno ha diritto alla

propria opinione e a ricevere ascolto. Il capo prenderà la decisione finale, ma lui/lei chiede

partecipazione e cerca il consenso dai collaboratori.

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Ci si aspetta che ciascuno riceva apprezzamento e rispetto.

Riservatezza

Un modo riservato e formale con gli estranei; le emozioni non sono messe in mostra, e

l’autocontrollo è considerato una virtù. Gli olandesi tendono a non informarsi su questioni

personali, e rifiuteranno di rispondere, se sentiranno una intrusione nella loro sfera privata.

Così, vita personale e vita lavorativa sono tenute separate. Se nasce una amicizia sul luogo di

lavoro, ed è sviluppata in un contesto personale, questo cameratismo non verrà portato anche

in ufficio. Le questioni personali non vengono discusse con gli amici, per quanto intimi.

Incontrarsi e salutarsi

La stretta di mano è la forma usuale di saluto: salda e celere, accompagnata da un sorriso e

dalla ripetizione del proprio nome. Si stringe la mano a ciascuno, individualmente, compresi i

bambini. Amici molto stretti possono salutarsi con un bacio vicino alle guance, in aria, tre

volte, a partire dalla guancia sinistra. In famiglia e con gli amici stretti si usa il nome di

battesimo; occorre però aspettare di essere invitati ad usarlo.

Doni

In caso di invito, porta una scatola di cioccolatini di buona qualità, una pianta in vaso, un libro o

dei fiori per la ospite ( in numero dispari, ma non 13, che porta sfortuna, così come gli oggetti

appuntiti, come coltelli o forbici). Gigli e crisantemi sono da evitare, in quanto associati ai

funerali. I doni dovrebbero essere ben confezionati. Il vino non è un buon dono per una cena,

perché l’ospite avrà già selezionato quelli adatti. I doni sono in genere aperti quando ricevuti.

Etichetta

Cena piuttosto formale, maniere a tavola continentali. Attendi in piedi, può essere che ti sia

predisposto un posto particolare. Gli uomini in genere rimangono in piedi, sinché tutte le donne

non sono sedute. Né si inizia a mangiare prima della ospite. Si usano le posate per la maggior

parte del cibo, compresi i sandwiches. Il primo brindisi è di chi ospita. L’ospitato restituirà poi

il brindisi.

Inizia con piccole porzioni, così da poter accettare una seconda offerta. Finisci il cibo: è

offensivo sprecarlo.

Affari: relazioni e comunicazioni

Lo stile è riservato e formale: la distanza fisica è mantenuta, non si dimostrano le proprie

emozioni o un eccessivo gesticolare. Vantano una lunga tradizione di affari con stranieri:

chiederanno le credenziali accademiche, la anzianità dell’azienda nel settore. Si aspettano che

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si parli chiaramente. In generale, le idee vengono apertamente discusse in riunioni, le

informazioni sono condivise e gli obiettivi comunicati a tutti gli impiegati. Le decisioni sono

spesso prese in modo consensuale. La parola è una garanzia.

Etiquette

Fondamentale la puntualità: il ritardatario è considerato non affidabile. Se in ritardo, avvisa

immediatamente e offri una spiegazione. Gli incontri sono piuttosto formali e poco spazio è

dato ai commenti o alle chiacchiere. Vi è una agenda, e dei tempi predefiniti. Nel parlare,

mantieni il contatto visivo, e utilizza dati e grafici per rafforzare le tue affermazioni, che

vanno proposte con uno stile razionale. Presa una decisione, non verrà cambiata; i contratti

vengono rigorosamente applicati.

http://www.kwintessential.co.uk/resources/global-etiquette/netherlands.html

Siti utili

http://europa.eu/about-eu/countries/index_it.htm

presentazione ufficiale nel sito europeo

http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/eurybase/eurybase_full_reports/

DE_EN.pdf sistema educativo

http://www.kwintessential.co.uk/cross-cultural/competence-training.html info sulle

competenze interculturali

www.euroguidance.it materiali per vivere l’Europa

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Consigli utili in ambito di comunicazione interculturale:

In questo tipo di meccanismo comunicativo occorre tenere presente determinati elementi:

1. Avere competenze linguistiche non implica necessariamente avere conoscenze

(inter)culturali.

2. verificare tramite il feedback, vale a dire il “messaggio di ritorno” dal destinatario al

mittente, che il messaggio sia giunto a destinazione ed è stato compreso correttamente.

3. Il destinatario, dopo aver codificato il messaggio, deve a sua volta ritrasmetterlo al

mittente dimostrando l’esito positivo della comunicazione.

4. E’ importante evitare espressioni, gerghi, acronimi e metafore tipiche del contesto

culturale d’origine.

5. Accertarsi sempre di aver compreso il senso delle metafore o degli analogismi usati da

persone provenienti da contesti culturalmente differenti.

6. Occorre poi imparare ad interpretare il silenzio – il cui significato cambia da cultura a

cultura-.

7. Osservare attentamente prima di compiere una qualsiasi azione.

8. Nelle relazioni interculturali il mediatore culturale è un ottimo punto di riferimento.

9. Provare a cogliere la logica intrinseca di una cultura differente– il nesso tra apparenza,

caratteristiche comportamentali e valoriali –

10. L’importante è “buttarsi”, accettando eventuali rischi, ma ciò che più conta è fare tesoro

di questa esperienza.

Centre for Intercultural Learning Centro per l’apprendimento interculturale

Canadian Foreign Service Institute Istituto canadese per stranieri

www.intercultures.gc.ca

Fonte: Mobilità in Europa Manuale Ergo-in-net http://www.ergoinnet.net