ISSN 2283-5873 SR · ROBERTO DE ROMANIS - L’invenzione della fotografia: un’utopia alchemica in...

58
SR Scienze e Ricerche N. 51, AGOSTO-SETTEMBRE 2017 ISSN 2283-5873 51.

Transcript of ISSN 2283-5873 SR · ROBERTO DE ROMANIS - L’invenzione della fotografia: un’utopia alchemica in...

SRScienze e RicercheN. 51, AGOSTO-SETTEMBRE 2017

ISSN 2283-5873

51.

SRScienze e Ricerche

8.

SRScienze e RicercheBIMENSILE - N. 20 (1 GENNAIO 2016)

ISSN 2283-5873

PERCORSI DELLO SGUARDO

Rapporti tra dimensioni visive

e altre discipline

a cura diOrnella Castiglione

ORNELLA CASTIGLIONE - IntroduzioneSAMUELE BRIATORE - Spettacolo e Sonoro per immagini. La spettacolarit nella Phonurgia Nova di A. Kircher. Dallottica allacustica, dallo sguardo al suonoROBERTO DE ROMANIS - Linvenzione della fotografia: unutopia alchemica in epoca illuministaKATIA PARONITTI - Lo sguardo sullaltro. Cinema italiano e antropologia dellimmigrazioneVINCENZO TAURIELLO - La logica delle immagini ipermediali: Enders Game e il cinema mainstream hollywoodiano. Il pianale (flatbed) come forma simbolicaISMAELA GOSS - I puzzle film: la visione tra cognizione e affettivitRAFFAELE MARZO - Oltre il visibile: la Costituzione italiana e i suoi riflessiLUCA BENVENGA - La sottocultura cool doltremanica: immagini e stereotipi del Modernismo in Gran BretagnaFEDERICO O. OPPEDISANO - Il design audiovisivo tra narrazione filmica e convergenze semantichenei nuovi mediaENRICO CICAL - Percezione Visiva - Rappresentazione Grafica. A/RCLAUDIA CAMICIA - DallOrbis Pictus al silent book: lillustrazione nel libro per ragazzi. Cenni storici e considerazioni psico-pedagogicheVINCENZA ROSIELLO - Il volto e lanima delle macchine nella letteratura ingleseGIULIANA SCOTTO - Lo spazio dissolto nella luce: La Lama di Massimiliano Fuksas a Roma

www.scienze-ricerche.it - [email protected]

51. Sommario SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

MARIO CHIARIELLO, SIMONE BARBERA, ANDREA CACACE, SERENA CAPASSO,

ERNESTO DI MAURO, FABIO UGLIANO, EMANUELE SASSO, NICOLA ZAMBRANO

I micro-RNA: dalla scoperta alle applicazioni pag. 5

LUCIANO CELI

Eco-Ego. Unimmagine per rappresentare lecologia (profonda) pag. 14

SCIENZE DELLUOMO, FILOSOFICHE, STORICHE E LETTERARIEGIULIANO GASBARRI

Con mente serena nellanimo turbato. I filosofi e la Grande Guerra pag. 21

SCIENZE COGNITIVESEBASTIANO LUPO, JENNY GIUNTA

La Dipendenza da Internet: uno studio su un campione di studenti della scuola media superiore pag. 28

SCIENZE DELLUOMO, FILOSOFICHE, STORICHE E LETTERARIEGIAMPIETRO FABBRI

Kainua Misena e il popolo misto degli Etruschi pag. 41

COMITATO SCIENTIFICO pag. 52

3n. 51 (agosto-settembre 2017)

SRScienze e Ricerche

8.

SRScienze e RicercheBIMENSILE - N. 20 (1 GENNAIO 2016)

ISSN 2283-5873

PERCORSI DELLO SGUARDO

Rapporti tra dimensioni visive

e altre discipline

a cura diOrnella Castiglione

ORNELLA CASTIGLIONE - IntroduzioneSAMUELE BRIATORE - Spettacolo e Sonoro per immagini. La spettacolarit nella Phonurgia Nova di A. Kircher. Dallottica allacustica, dallo sguardo al suonoROBERTO DE ROMANIS - Linvenzione della fotografia: unutopia alchemica in epoca illuministaKATIA PARONITTI - Lo sguardo sullaltro. Cinema italiano e antropologia dellimmigrazioneVINCENZO TAURIELLO - La logica delle immagini ipermediali: Enders Game e il cinema mainstream hollywoodiano. Il pianale (flatbed) come forma simbolicaISMAELA GOSS - I puzzle film: la visione tra cognizione e affettivitRAFFAELE MARZO - Oltre il visibile: la Costituzione italiana e i suoi riflessiLUCA BENVENGA - La sottocultura cool doltremanica: immagini e stereotipi del Modernismo in Gran BretagnaFEDERICO O. OPPEDISANO - Il design audiovisivo tra narrazione filmica e convergenze semantichenei nuovi mediaENRICO CICAL - Percezione Visiva - Rappresentazione Grafica. A/RCLAUDIA CAMICIA - DallOrbis Pictus al silent book: lillustrazione nel libro per ragazzi. Cenni storici e considerazioni psico-pedagogicheVINCENZA ROSIELLO - Il volto e lanima delle macchine nella letteratura ingleseGIULIANA SCOTTO - Lo spazio dissolto nella luce: La Lama di Massimiliano Fuksas a Roma

www.scienze-ricerche.it - [email protected]

4

N. 51, AGOSTO SETTEMBRE 2017

ISSN 2283-5873 Scienze e RicercheRivista mensilen. 51, agosto-settembre 2017

Direzione editorialeLaura Castellucci, Maria Catrical, Vincenzo Crosio, Pierangelo

Crucitti, Renata De Lorenzo, Roberto Fieschi, Antonio Lucio Giannone, Carlo Manna, Michele Mossa, Francesco Orzi, Paola Radici Colace, Davide Schiffer, Domenico Tafuri, Franco Taggi, Immacolata Tempesta, Brunello Tirozzi, Anna Toscano, Bartolomeo Valentino, Gabriele Virz Mariotti, Nicola Zambrano

Editorial BoardGiovanni Arduini, Angelo Ariemma, Vincenzo Artale, Franco Bagnoli,

Marta Bertolaso, Anna Rosa Candura, Domenico Carbone, Orazio Carpenzano, Paolo Carusi, Laura Castellucci, Ornella Castiglione, Maria Catrical, Luciano Celi, Monica Colitti, Carla Comellini, Paolo Corvo, Giovanni Crespi, Vincenzo Crosio, Pierangelo Crucitti, Maria DAmbrosio, Renata De Lorenzo, Elena Dellapiana, Mirko Di Bernardo, Irene Dini, Roberto Fieschi, Ugo Frasca, Isabella Gagliardi, Massimiliano Giacalone, Lia Giancristofaro, Antonio Lucio Giannone, Francesca Giofr, Giada Giorgi, Agostino Giorgio, Anna Gran, Domenico Ienna, Maurizio Iori, Agostina Latino, Antonio Maria Leozappa, Caterina Lombardo, Maurizio Lozzi, Paola Magnaghi-Delfino, Pasqualino Maietta Latessa, Anna Manna, Carlo Manna, Emilio Matricciani, Fabrizio Mattei, Alessandra Mazzeo, Filomena Mazzeo, Stefania Giulia Mazzone, Leone Montagnini, Michele Mossa, Vito Napolitano, Maurizio Oddo, Gaetano Oliva, Francesco Orzi, Linda Pagli, Claudio Palumbo, Alessandra Pelagalli, Silvia Peppoloni, Laura Pinarelli, Valentina Possenti, Paola Radici Colace, Francesco Rende, Adriano Ribolini, Elisabetta Rovida, Stefano Salmeri, Mariarosa Santiloni, Carmela Saturnino, Davide Schiffer, Antonio Scornajenghi, Raimondo Secci, Matteo Segafreddo, Domenico Tafuri, Franco Taggi, Immacolata Tempesta, Brunello Tirozzi, Anna Toscano, Maria Grazia Turco, Pietro Ursino, Bartolomeo Valentino, Gabriella Vanotti, Silvano Vergura, Vincenzo Villani, Gabriele Virz Mariotti, Nicola Zambrano, Aldo Zechini DAulerio

Scienze e RicercheSede legale: Via Giuseppe Rosso 1/a, 00136 RomaRegistrazione presso il Tribunale di Roma n. 19/2015 del 2/2/2015Direttore responsabile: Sesto ViticoliGestione editoriale: Agra Editrice SrlTipografia: Andersen Spa

Scienze e Ricerche una pubblicazione peer reviewed. Le ricerche e gli articoli scientifici sono sottoposti a una procedura di revisione paritaria che prevede il giudizio in forma anonima di uno o due blind referees. I referees non conoscono lidentit dellautore e lautore non conosce lidentit dei colleghi chiamati a giudicare il suo contributo. Gli articoli vengono resi anonimi, protetti e linkati in unapposita sezione del sito. Ciascuno dei referees chiamati a valutarli potr accedervi esclusivamente mediante password, fornendo alla direzione il suo parere e suggerendo eventuali modifiche, miglioramenti o integrazioni. Il raccordo con gli autori garantito dalla segreteria di redazione.

Il parere dei referees non vincolante per la direzione editoriale, cui spetta da ultimo - in raccordo con il comitato editoriale e il comitato scientifico - ogni decisione in caso di divergenza di opinioni tra i vari referees.

Lelenco dei referees impegnati nella valutazione degli articoli scientifici viene pubblicato con cadenza annuale.

Chiunque pu richiedere di far parte del collegio dei referees di Scienze e Ricerche allegando alla richiesta il proprio curriculum, comprensivo della data di nascita, e lindicazione del settore scientifico-disciplinare di propria particolare competenza.

Non previsto linvio di estratti o copie omaggio agli autori.

Scienze e Ricerche Una copia in formato elettronico, versione libera: 7,00 euro (9,00 euro

in formato cartaceo)Abbonamenti annuali: in formato elettronico, file pdf a colori in versione libera (12 numeri +

Magazine mensile + supplementi e numeri monografici): 51,00 euro (37,00 euro per gli autori e i componenti del comitato scientifico e del collegio dei referees)

in formato cartaceo, copertina a colori, interno in b/n: (12 numeri e Magazine mensile): 84,00 euro

Il versamento pu essere effettuato: versamento sul conto corrente postale n. 1024651307 intestato a

Scienze e Ricerche, Via Giuseppe Rosso 1/a, 00136 Roma bonifico sul conto corrente postale n. 1024651307 intestato a Scienze

e Ricerche, Via Giuseppe Rosso 1/a, 00136 Roma IBAN: IT 97 W 07601 03200 001024651307 con carta di credito, utilizzando il servizio PayPal accessibile dal sito:

www.scienze-ricerche.it

[email protected]

5

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

PRIME EVIDENZE DELLESISTENZA DI

MECCANISMI ENDOGENI DELLRNAI

Era il 1993 quando dalluniversit di Harvard, il gruppo di ricerca coordinato da Ambros pubblic nella rivista Cell la prima evidenza di esistenza di molecole endogene che mediassero lRNAi (2). Ancora una volta, come per molta altre scoperte sensazionali, il protagonista di questa scoper-ta fu lorganismo modello C. elegans (per approfondimenti sullimportanza di Caenorhabditis elegans nella moderna biologia riferirsi alle citazioni n. 3, 4, 5). Infatti, il gruppo di ricerca di Ambros, insieme ad altri sparsi per il mondo, aveva caratterizzato il gene lin-4 del verme nematode C. elegans, descrivendolo come essenziale per il corretto svi-luppo attraverso gli stadi larvali fino allet adulta. Ambros ed i colleghi osservarono inoltre che mutazioni con perdita di funzione nel gene lin-4 portavano alla mancata acqui-sizione, nel verme, di caratteristiche adulte sia strutturali, a carico della vulva e della cuticola, che comportamenta-li, inibendo anche la deposizione di uova. Di pari passo, era stato scoperto che mutazioni nellespressione un altro gene, lin-14, sempre coinvolto nello sviluppo del verme, causavano un fenotipo opposto a quello indotto dalla per-dita di lin-4, addirittura inducendo un pi veloce passaggio dallet larvale a quella adulta del verme. Ci suggeriva che lespressione di lin-14 dovesse essere finemente re-golata mediante il suo spegnimento nel passaggio da uno stadio larvale allaltro. A far luce su questa inversa attivit di lin-4 e lin-14 fu ancora una volta il gruppo di Ambros, che dimostr lattivit di regolatore negativo di lin-4 su lin-14 (6). In particolare, fu descritto un complesso sistema di inibizione a cascata che convogliava sullattivit del gene lin-29, un ben noto attore molecolare del fenomeno noto come larva-to-adult switch (L/A switch), grazie al quale il verme passa dagli stadi larvali dello sviluppo a quelli ca-ratteristici dellet adulta. Tale sistema di controllo (Figura 1) prevede che durante let larvale, i geni lin-14 e lin-28

INTRODUZIONE

A partire dagli anni 90 del secolo scorso, gra-zie ad una serie fortuita ma attenta di osser-vazioni, erano state gettate le basi per quel che sarebbe stato uno dei filoni scientifici pi promettenti ed innovativi del ventunesimo secolo: la scoperta dellinterferenza mediata da RNA o RNA interfe-rence (RNAi) (1). Si comprese infatti che attraverso picco-li frammenti di RNA, prodotti a partire da transgeni, che avessero sequenza complementare a quella di un mRNA, si mediava il silenziamento di questultimo. In partico-lare, le osservazioni di Fire e Mello (premi Nobel per la Medicina 2006) avevano anche messo in risalto le prime evidenze sullesistenza di un apparato molecolare normal-mente presente in cellule eucariotiche, capace di costruire e mediare il fenomeno dellRNAi. Sebbene nel giro di pochi anni lRNAi divenne una tecnica di elezione per studiare la funzione di geni mediante la riduzione della loro espressio-ne, era chiaro a tutti che mancassero numerosi tasselli per ricostruire lintero mosaico del fenomeno. Giunto a questa conclusione, infatti, il mondo scientifico era pervaso da una forte curiosit: perch levoluzione aveva sviluppato negli organismi superiori un sistema di generazione e di utilizzo di piccoli RNA a partire da copie non naturali di DNA eso-geni? Non di certo per consentire gli studi agli entusiasti biologi molecolari e genetisti!

1 Questo articolo stato elaborato da un gruppo di studenti del Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi di Napoli Federico II, su argomenti trattati nel modulo di attivit didattica interattiva (ADI) del Corso di Biologia Molecolare e Cellulare. Linizia-tiva che ha portato allelaborazione e alla stesura dei contenuti di questo articolo stata promossa dallAssociazione Culturale DiSciMuS RFC, nellambito delle sue attivit di stimolo e supporto per attivit pubbli-cistico-divulgative da parte di giovani studenti. Tutti gli Autori hanno contribuito allidea dellarticolo ed alla sua iniziale redazione; ES, MC e NZ hanno anche curato la revisione dei contenuti, la grafica e lelabo-razione finale del testo.

I micro-RNA: dalla scoperta alle applicazioniMARIO CHIARIELLO, SIMONE BARBERA, ANDREA CACACE, SERENA CAPASSO, ERNESTO DI MAURO, FABIO UGLIANO Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Scuola di Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi di Napoli Federico II, Napoli

EMANUELE SASSO, NICOLA ZAMBRANODipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, Universit degli Studi di Napoli Federico II, CEINGE Biotecnologie

Avanzate, Associazione Culturale DiSciMuS RFC

6

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

del nematode, grazie alla loro capacit di appaiamento agli mRNA target. Proprio per le loro dimensioni, essi furono denominati micro- RNA (miRNA).

Per qualche anno, la scoperta di queste piccole moleco-le non ebbe un grande seguito, fino al febbraio del 2000, quando Reinhart e Ruvkun pubblicarono sulla rivista Nature quella che sarebbe stata la seconda pietra miliare dellRNAi endogena: la scoperta di let-7 (7). Questulti-mo fu descritto ancora in C. elegans, e si dimostr come il frammento di 21 nucleotidi di RNA derivante dal gene let-7 agisse negativamente sul bersaglio lin-41, sempre coinvolto nel ciclo vitale di C. elegans (Figura 1). Solo un anno dopo, si comprese che let-7 era solo uno dei membri di una grande famiglia di miRNA conservati in moltissimi organismi.

Nel giro di pochi anni furono identificate oltre 100 di queste molecole, di cui 20 in Drosophila, 30 nelluomo e 60 nei nematodi. Queste scoperte non solo smontarono de-finitivamente il dogma di univocit tra gene e proteina, ma iniziarono a restituire la giusta dignit a piccole molecole di RNA e al DNA non codificante da cui esse potevano derivare, definito fino ad allora junk DNA, ovvero DNA spazzatura. Sebbene per alcuni anni quello dei miRNA sia rimasto un argomento di nicchia, spesso snobbato da una parte della comunit scientifica, presto anche i pi scettici dovettero ricredersi. Infatti, a poco a poco furono descritti

inibiscano lin-29, impedendo quindi il passaggio allet adulta. Di contro, con il progresso allo stadio larvale L3 si attiva il gene lin-4, che direttamente inibisce lin-14 e lin-28. Linibizione di lin-14 e lin-28 si esalta con lattivazio-ne di lin-29, che definitivamente media il passaggio allet adulta (Figura 1). Fu nel momento in cui Ambros ed i col-leghi provarono a caratterizzare le modalit di inattivazio-ne di lin-14 e lin-28 da parte di lin-4, che per la prima volta si scontrarono con lassenza della proteina codificata dal gene. In quegli anni, vigeva ancora il dogma secondo cui gli RNA derivati dalla trascrizione di geni, fatta eccezio-ne per pochi, codificassero per proteine, mediatrici finali dellattivit dei geni stessi. Di contro, i ricercatori identi-ficarono due piccoli trascritti, approssimativamente di 22 e 61 nucleotidi, ottenuti dal gene lin-4, che avevano una sequenza complementare a regioni ripetute contenute nella parte terminale del gene lin-14. Questosservazione sugge-riva che il piccolo trascritto di lin-4 mediasse in trans (cio, grazie ad un prodotto genico diffusibile) linattivazione di lin-14 attraverso un meccanismo ancora sconosciuto di interazione RNA-RNA. Oggi, nuove evidenze suggerisco-no una reciproca interazione tra i due meccanismi appena descritti, in quanto lin-28 inibisce la maturazione e quindi lattivit di let-7, e lin-41 inibisce lin-29. A dispetto delle ridotte dimensioni, si dimostr pertanto che questi RNA giocano funzioni particolarmente importanti nello sviluppo

Nella parte superiore dellimmagine possibile distinguere i due

pathway dei miRNA lin-4 e let-7 ed i loro meccanismo di regola-

zione a cascata. In particolare possibile evidenziare la possibilit

di interazione tra le due vie di regolazione attraverso la capacit di

lin-28 di inibire let-7. Nella parte sottostante, si possono seguire i

livelli di espressione dei miRNA e dei loro target proteici in funzio-

ne dello stadio maturativo del verme. Al termine dello stadio larvale

L1, la quantit di lin-14 e lin-28 (linea rossa) diminuisce in relazione

allaumento di miRNA lin-4 (linea arancione). In maniera analoga,

con lingresso nella fase L3, la produzione di miRNA let-7 (linea

viola) determina linibizione del suo target lin-41 (linea blu). Come

risultato di questo complesso pathway, lin-29 (linea verde) viene

prodotto nellultimo stadio larvale L4 inducendo cos la definitiva

maturazione e passaggio del verme ad adulto.

Figura 1. Regolazione attraverso gli stadi di maturazione di C. elegans dei miRNA lin-4 e let-7 e dei loro target.

7

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

su s stessi assumendo caratteristiche strutture secondarie a forcina. Ogni pri-miRNA pu contenere da una ad alcune copie in cluster dello stesso miRNA, o di miRNA diffe-renti, spesso responsabili del controllo di processi cellulari comuni.

Ancora nel nucleo, i pri-miRNA sono processati dalla ribonucleasi Drosha. Questultima una RNasi di tipo III che agisce insieme alla proteina DGCR8, formando il complesso di micro-processamento. In questo complesso i pri-miRNA diventano singole strutture a forcina lunghe tra i 70 e i 100 nucleotidi, chiamate miRNA precursori, o pre-miRNA (Figura 2).

Una via alternativa alla biogenesi dei miRNA quella dei miRtron. Questi ultimi derivano da introni di geni che successivamente al processo di splicing assumo-no gi struttura di pri-miRNA. I frammenti cos ottenuti sono quindi trasportati dal nucleo al citoplasma attraver-so linterazione con proteine navetta che ne permettono il passaggio attraverso i pori nucleari. Giunti al citopla-sma, vengono annessi ad un complesso proteico costituito dallenzima Dicer, una ribonucleasi ATP-dipendente e dal coenzima TRBP. Dicer-TRBP processano il pre-miRNA in un miRNA a doppio filamento di lunghezza variabile tra i 18 e i 25 nucleotidi. La maturazione dei miRNA termina con lincorporazione di uno solo dei due filamenti nel com-plesso proteico RISC (RNA-induced silencing complex); per i dettagli si consulti anche la referenza (3). Tale in-corporazione mediata dal complesso RLC, RISC-loading complex, costituito dal dimero Dicer-TRBP e da unaltra proteina, chiamata Argonauta. Questultima sar anche ne-cessaria per stabilizzare lappaiamento tra il miRNA ed il suo mRNA target.

MECCANISMI DAZIONE

Non tutte le 18-25 paia di basi del miRNA maturo sono necessarie per il legame al messaggero bersaglio. Infatti solamente una piccola regione di 6-8 nucleotidi allestre-mit iniziale (5) del miRNA, definita sequenza seed, eventualmente insieme ad una corta sequenza verso lestre-mit 3, pu appaiarsi direttamente al messaggero target e mediarne gli effetti. Questo legame avviene generalmente sulla parte terminale non codificante (3 UTR) dellmRNA bersaglio.

Le strategie con cui un miRNA esplica la propria fun-zione di repressore della sintesi proteica sono molteplici (Figura 3). Quella pi caratterizzata di certo linduzione della degradazione dellmRNA bersaglio. Ci per avvie-ne molto frequentemente nel caso in cui lappaiamento tra miRNA e regione 3UTR dellmRNA sia estesa e comple-ta. In questa condizione infatti il complesso RISC induce la degradazione dellmRNA bersaglio attraverso il taglio endonucleasico (3).

Di contro, nel caso di appaiamenti imperfetti, i miRNA non inducono direttamente la degradazione del target, ma una stabile o transitoria inibizione della sua traduzione.

casi di de-regolazione dei miRNA in patologie come il can-cro ed alterazioni del sistema nervoso, fiondando lintera comunit scientifica in un frenetico tentativo di utilizzarli in trattamenti farmacologici. I miRNA quindi, rappresenta-no un cruciale sistema di controllo dellespressione genica, contribuendo al conferimento di specifiche caratteristiche a vari organi e tessuti. Ad oggi, solo nelluomo, sono stati predetti pi di 2.500 miRNA coinvolti in numerosi proces-si fisio-patologici attraverso variegate modalit dazione. Di questi, unampia percentuale stata anche validata at-traverso dati sperimentali. Inoltre stato scoperto che molti RNA messaggeri condividono sequenze target per un uni-co miRNA, in modo che esso possa coordinare simulta-neamente lespressione di molteplici geni, intervenendo in complessi programmi di espressione genica. Non solo vari mRNA possono essere bersaglio di un unico miRNA, ma anche un unico mRNA pu contenere sequenze target per vari miRNA che agiscono su questultimo in manie-ra additiva o addirittura sinergica. Il fenomeno dellRNAi quindi contribuisce a determinare lidentit cellulare, rego-lando lespressione genica tessuto-specifica. Bisogna pen-sare infatti, che nonostante il DNA venga trascritto sotto lo stimolo di fattori di trascrizione tessuto-specifici, potrebbe accadere che alcuni geni siano trascritti in un tipo cellulare incongruente, o in quantit troppo elevate. Per far fronte a questo, i miRNA, anchessi caratteristici di un tessuto, bersaglieranno gli mRNA non specifici modulandone le-spressione. Di pi recente scoperta, sono additittura esempi di miRNA prodotti da agenti patogeni come virus e batteri, grazie ai quali questi ultimi traggono vantaggio replicativo nelle cellule infettate. Il batterio della salmonella ne un eccellente esempio; difatti oltre ai suoi classici meccanismi di virulenza stato da poco descritto un nuovo gene allin-terno del suo genoma che codifica per un piccolo trascritto assimilabile a un miRNA. Questultimo capace di faci-litare la sopravvivenza intracellulare dellenterobatterio, rendendolo pi difficilmente eradicabile (8).

LA BIOGENESI DEI MIRNA

La biogenesi dei miRNA inizia nel nucleo delle cellule. Sono state identificate numerose vie biosintetiche di queste piccole molecole; le pi studiate e meglio descritte sono le seguenti: miRNA trascritti da unit geniche indipendenti; miRNA derivanti da introni di trascritti primari (miR-

trons); miRNA risultanti dal processamento di geni, pseudogeni

ed altri trascritti precursori.Il primo dei tre processi sopra indicati di certo il pi

comune ed inizia quando le RNA polimerasi (in genere di tipo II e raramente III), ovvero gli enzimi addetti alla tra-scrizione dei geni, sotto la guida di fattori di regolazione, trascrivono dei lunghi precursori, chiamati miRNA primari (pri-miRNA) (Figura 2). Questi lunghi RNA a singolo fila-mento, attraverso dei legami intramolecolari, si ripiegano

8

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

estremit dellmRNA, quali il cap di 7-metilguanosina (allestremit 5) e la coda di poli-A (allestremit 3), entrambe cruciali per la stabilit e la efficiente traduzio-ne di questultimo;

Sequestro del trascritto target nei P-bodies: si tratta di piccole porzioni citoplasmatiche presenti nelle cellule eucariotiche destinate allimmagazzinamento degli RNA messaggeri, in attesa di una potenziale necessit di tradu-zione.

Recenti dati di letteratura inoltre descrivono un poten-ziale ruolo dei miRNA nella comunicazione cellula-cellula a distanza. Infatti sono state caratterizzate strutture di se-

Questa modalit di repressione avviene in genere iniben-do la formazione dei complessi di inizio della traduzione tra mRNA e ribosomi (gli organuli adibiti alla sintesi delle proteine).

In alternativa ai fenomeni sopra descritti, esistono vie al-ternative di inibizione della sintesi proteica tra cui: Degradazione co-traduzionale della proteina sintetizza-

ta: il miRNA pu richiamare nellintorno del complesso ribosoma-mRNA-miRNA enzimi proteolitici capaci di degradare la proteina nascente;

Destabilizzazione mediante de-capping e/o de-adenila-zione dellmRNA target: il miRNA pu mediare la ri-mozione dal trascritto bersaglio di strutture tipiche delle

Figura 2. Rappresentazione dei meccanismi di biogenesi dei miRNA.

Nella parte sinistra dellimmagine, la sintesi a partire da un gene

specifico che codifica per uno o pi miRNA. Nella parte destra, la

via biosintetica dei miRtrons, attreverso cui un miRNA viene pro-

dotto a partire da introni di geni soggetti a splicing. Le due vie bio-

sintetiche convergono allo stadio di pre-miRNA che attraverso

proteine navetta viene esportato dal nucleo al citoplasma dove

si completa la maturazione. Il miRNA maturo pu assemblarsi in

complessi ribonucleoproteici (miRNP).

9

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

Di contro, la stabilit dei miRNA invece si esplica attra-verso un meccanismo di metilazione (aggiunta di gruppi metile -CH3) ad opera di uno specifico enzima con attivit metil-transferasica. Tale modificazione rende il miRNA riconoscibile da Ago2 che agisce schermando il miRNA e dunque proteggendolo. Lalterata presenza dei miRNA in una cellula pu quindi scaturire sia dalla sovra- o sotto-espressione del miRNA stesso, che da anomalie nei proces-si di turnover. Le alterazioni dei livelli di miRNA sono sta-te associate ad anomalie dello sviluppo e a patologie come il cancro, il diabete o disordini immunitari.

miRNA E TUMORI. REGOLAZIONE DI ONCOGENI ED

ONCOSOPPRESSORI.

I micro RNA hanno un ruolo importante nella regolazio-ne di complessi processi cellulari, come la proliferazione, lo sviluppo, il differenziamento e la morte cellulare. Sono pertanto associabili anche a specifici disordini umani, tra cui il cancro. Anche per questo sono al centro di numerosi nuovi approcci terapeutici e studi di ricerca biomedica.

Prima di introdurre la correlazione tra miRNA e cancro, occorre chiarire alcuni aspetti di questa complessa patolo-gia. Secondo la classica definizione delloncologo Rupert

crezione cellulare (esosomi) contenenti altissime concen-trazioni di miRNA, che esercitano a distanza il loro ruolo inibitorio sulle cellule da cui sono captate.

Infine si scoperto che la concentrazione di alcuni miR-NA nel flusso sanguigno pu rappresentare un potente indice diagnostico e prognostico, agendo da biomarcatori altamente specifici per alcune patologie.IL TURNOVER

La concentrazione dei miRNA allinterno di una cellula

finemente regolata, sia attraverso il controllo della loro espressione che mediante fattori che ne regolano la stabi-lit.

I fattori che regolano la stabilit dei miRNA sono enzimi coinvolti nella loro degradazione e sintesi: in particolare, lenzima XRN-2 (5-3 esoribonucleeasi 2) degrada i miR-NA a partire dallestremit 5 libera e procedendo gradual-mente lungo la catena polinucleotidica fino allestremit 3. I miRNA che hanno svolto il loro compito e non ri-sultano dunque pi necessari si distaccano dal complesso RISC e vanno incontro a degradazione. Negli eucarioti, le esonucleasi coinvolte funzionano in grandi comples-si multiproteici, in cui mediante lintervento di cofattori, lattivit degradativa viene diretta verso substrati specifici.

Figura 3. Alcuni tra i meglio caratterizzati meccanismi dazione dei miRNA.

I cartoon rappresentano schematicamente alcuni meccanismi da-

zione dei miRNA tra cui (1) taglio endonucleasico mediato da

complementariet perfetta tra miRNA e target; (2) degradazione

co-traduzionale della proteina nascente attraverso il reclutamento

di enzimi degradativi; (3) reclutamento del messaggero target nei

p-bodies; (4,5) destabilizzazione dellRNA messaggero attraverso

de-adenilazione allestremit 3 o disassemblaggio del complesso

5-cap. Entrambi gli ultimi due meccanismi descritti (4, 5) possono

portare alla degradazione del messaggero, o alla destabilizzazione

del complesso del poliribosoma che risulta in una sintesi poco effi-

ciente della proteina target.

10

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

miRNA risultano sovra- o sotto-espressi, a causa di altera-zioni nei geni che li codificano. In questo modo, i miRNA stessi possono comportarsi da oncogni o da oncosoppres-sori. Essendo quella dei miRNA unattivit inibitoria, essi sono oncogenici quando inibiscono oncospressori, vicever-sa sono oncosoppressori se interdicono oncogeni. Quando agiscono da oncogeni stimolano, tra le altre, proliferazione, sopravvivenza cellulare, angiogenesi e instabilit genomi-ca e, contemporaneamente, inibiscono lapoptosi. Vicever-sa, quando agiscono da onco-soppressori, la proliferazione risulta inibita e lapoptosi stimolata. Pi tipicamente, nel cancro sono stati descritti deficit di miRNA che hanno come target oncogeni. Questo deficit risulta in un accumu-lo di proteine oncogeniche, e quindi in un deficit di freni della proliferazione. Al fine di interferire con lespressione di un miRNA e quindi con il fenotipo di un cancro, pos-sibile ricorrere a strategie correttive.

Una strategia diretta consiste nel bloccare lespressione di un miRNA oncogenico o nel ricostituire lespressione mancante di un miRNA onco-soppressore. In Biologia, bloccare spesso risulta pi semplice che attivare. Sono molteplici infatti gli strumenti molecolari che possono essere utilizzati per sequestrare miRNA oncogeni ad una cellula. I pi diffusamente usati in fase di sperimentazione sono: gli oligonucleotidi antisenso (ASO), che legano e bloc-

cano i miRNA target; miRNA sponges, ovvero filamenti di RNA che mimano

il target del miRNA oncogenico agendo per questi ultimi come una spugna;

miRNA mimetici, ovvero oligonucleotidi sintetici che tentano di vicariare la funzione mancante di miRNA on-cosoppressori.

NODI SCIOLTI: TRATTAMENTI TERAPEUTICI

BASATI SUI MIRNA, TRA PROBLEMI E SOLUZIONI

I miRNA rappresentano tuttora una sfida entusiasmante per i ricercatori di tutto il mondo (Tabella 1). Realizzare lidea di poter agire in maniera cos specifica sullattivit di ogni gene ha certamente rivoluzionato le Scienze della Vita, contribuendo al chiarimento di numerosi meccanismi fisiologici e patologici nella Medicina. Negli ultimi dieci anni sono stati identificati numerosi potenziali agenti tera-peutici per lo sviluppo di farmaci a bersaglio molecolare.

I principali problemi legati alluso di miRNA in terapia sono rappresentati dalla difficolt di ottenere un tropismo specifico, dalla necessit di penetrare allinterno delle cel-lule target e dalla scarsa stabilit nei tessuti a causa della presenza di enzimi degradativi. Ma questi ostacoli possono essere, almeno in parte, superati. Gli acidi nucleici sommi-nistrati infatti possono essere modificati, al fine di miglio-rarne la stabilit, renderne possibile lingresso nelle cellule e proteggerli dagli enzimi degradativi. Tra le modifiche pi efficaci c sicuramente la coniugazione di queste mole-cole al colesterolo, capace sia di far penetrare le piccole

Allan Willis accettata a livello internazionale, la neopla-sia una massa anormale di tessuto, la cui crescita supera in maniera scoordinata quella dei tessuti normali e progre-disce anche dopo la cessazione degli stimoli che ne hanno causato linsorgenza. Il tumore infatti caratterizzato da cellule che subiscono una rapida crescita e proliferano in maniera incontrollata, in seguito ad alterazioni del proprio patrimonio genetico. Oggi possiamo definire la neoplasia come un disturbo della crescita cellulare scatenato da una serie di mutazioni acquisite o congenite a carico del DNA.

I geni coinvolti nelle patologie neoplastiche sono classi-ficati, in base alla loro funzione, in oncogeni ed oncosop-pressori: i primi stimolano, ad esempio, la proliferazione e la sopravvivenza cellulare, i secondi le frenano. In con-dizioni normali, vi un equilibrio tra lattivit delle due classi di geni e quindi, la proliferazione e la capacit di so-pravvivenza di una cellula ne risultano controllate; per ap-profondimenti si consulti la referenza (5). Quando questo equilibrio viene meno e la normale omeostasi del tessuto viene ad esempio sbilanciata a favore della proliferazione, si verifica linsorgenza dei tratti neoplastici. Ma quali sono i meccanismi alla base della perdita di questo complesso equilibrio? Alla base di questo sbilanciamento c linsor-genza di mutazioni a carico del DNA. Infatti, nella nostra quotidianit siamo esposti a numerose fonti di mutazioni, causate sia da fattori endogeni che esogeni. Non solo il fumo, i raggi solari e numerosi agenti ambientali, ma an-che i fenomeni assolutamente fisiologici di replicazione del DNA stesso possono essere causa dellinsorgenza di mutazioni. Per fortuna, per, svariati sistemi molecolari di controllo adibiti alla sorveglianza dellintegrit genomi-ca riparano e ripristinano questi incidenti nella stragran-de maggioranza dei casi. Nonostante lelevata efficienza, per, alcune di queste modificazioni a carico del DNA pos-sono sfuggire ai meccanismi di riparo e generare mutazioni indelebili, che persistono nella cellula colpita. Se queste mutazioni colpiscono oncogeni e/o oncosoppressori, la cellula pu diventare pi facilmente cancerosa. In partico-lare, mutazioni a carico di oncogeni sono in genere gain of function, ovvero fanno acquisire al gene una funziona-lit maggiore o diversa da quella canonica, inducendo la proliferazione. Di contro, le alterazioni che colpiscono gli oncosoppressori sono per lo pi loss of function, ovvero caratterizzate dalla perdita di attivit. Quindi, se da un lato le mutazioni negli oncogeni stimolano in maniera smisura-ta la proliferazione, quelle negli oncosoppressori determi-nano la ridotta efficienza di freni sulla crescita tumorale. Molti miRNA sono coinvolti nel controllo della crescita cellulare, nei processi di differenziamento e nei meccani-smi di sopravvivenza, proprio attraverso il controllo delle-spressione di oncogeni ed oncosoppressori. Non sorprende quindi, che squilibri della loro attivit possano essere coin-volti nellinsorgenza o nella progressione di malattie neo-plastiche. Su questo si fonda lidea di utilizzare i miRNA come farmaci a bersaglio molecolare.

Si osservato infatti che in differenti tipi di cancro alcuni

11

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

miR-155 (9-12) svolge un ruolo cruciale nel corretto differenziamento delle cellule staminali ematopoietiche sia verso la linea linfoide, che mieloide. Esso deriva dal pro-cessamento di uno pseudogene (BIC) sul cromosoma 21. stato riportato che esso ha un ruolo oncogenico anche in al-cuni tipi di linfomi a cellule B. Infatti in un modello di topo transgenico che sovraesprime il miR-155 stata acclarata liperproliferazione clonale leucemica. Inoltre, la sovrae-spressione di questo miR stata riportata in molti casi pe-diatrici di linfoma di Burkitt (BL), in linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL) ed in alcuni casi di linfomi di Hodgkin (HL). Quali sono le normali funzioni di questo miRNA, e come fa ad agire da oncogene? A causa della ca-pacit multipla di targeting, molto complesso descrivere un unico meccanismo di causa-effetto. Di certo, durante la normale ematopoiesi, il miR-155 implicato nella regola-zione del passaggio da cellula ematopoietica staminale a differenziata. Ad oggi, la spiegazione pi accreditata che correla la sua sovraespressione con linsorgenza del cancro riconduce a due fattori: miR-155 causa linibizione del differenziamento cellu-

lare con conseguente assunzione da parte delle cellule di alcune caratteristiche tipiche della staminalit, tra cui la capacit di self-renewal o autorinnovamento.

miR-155 bersaglia proteine oncosoppressorie coinvolte nei meccanismi di apoptosi, rendendo la cellula insensi-bile a stimoli di induzione alla morte.

Dopo i favorevoli test sugli animali di laboratorio, da al-cuni anni iniziata una sperimentazione clinica volta a va-lutare lattivit di un antagonista del miR-155 (MRG-106) (Tabella 1) che potr in futuro coadiuvare le attuali terapie per pazienti con linfoma a cellule B.

particelle allinterno delle cellule che di nasconderle agli enzimi degradativi.

Al momento ci sono diversi miRNA mimetici che, avendo superato le sperimentazioni precliniche su animali modello, sono candidati allimpiego clinico in patologie soprattutto oncologiche, ma anche di altra natura, come il diabete, la SLA, patologie cardiovascolari. I target di que-ste pratiche cliniche sono sia leucemie che tumori solidi, come carcinomi epatici, tumori al polmone, cancro al co-lon, carcinoma pancreatico.

LEUCEMIE E miRNA

Le leucemie fanno parte delle malattie neoplastiche del compartimento ematopoietico, caratterizzate dalla proli-ferazione incontrollata di cellule del sangue pi o meno differenziate. A differenza delle normali cellule del san-gue, le cellule leucemiche non vanno incontro a morte in seguito a invecchiamento o danno. Esse cos incrementano di numero e si concentrano nel plasma. Laccumulo di que-ste cellule nel sangue, spiazza le cellule sane del sangue rendendo progressivamente pi difficile per lorganismo portare ossigeno ai tessuti, controllare le emorragie o com-battere le infezioni. La leucemia linfatica cronica (CLL) la forma di leucemia pi frequente negli adulti, con una prevalenza maggiore nei maschi. In questa forma cronica di leucemia, una nicchia di linfociti B va incontro ad una massiccia espansione clonale portando ad una forte linfo-citosi. A causa della sua lenta progressione, la malattia pu risultare pressoch asintomatica per alcuni anni. Questa caratteristica per la rende anche facilmente controllabile, tanto che nella maggior parte dei casi i pazienti convivono con questa malattia per 10-15 anni.

Tabella 1. Rappresentazione degli ultimi avanzamenti sui miRNA nei campi della ricerca clinica.

Indicazione terapeutica Target Pre-ClinicalAttesa dellIND

Clinical Trials Partner

Fibrosi polmonare e fibrosi nefrogenica sistemica

MRG-201 (miR-29)

miRagen

LeucemiaMRG-106 (miR-155)

miRagen

SLAMRG-109 (miR-155)

miRagen

Diabete MiR-92a miRagen

Cardiomiopatia ipertrofica ed insufficienza cardiaca

MiR-208 Servier

Infarto post-miocardico MiR-15 Servier

Carcinoma epatico, tumori solidi e leucemiaMRX34 (miR-34)

Mirna Therapeutics

La tabella raffigura gli stadi di avanzamento dellapplicazione cli-

nica dei miRNA impiegati per la cura di alcune principali patologie

che ne condividono la partecipazione nei pathway molecolari. In

successione si osserva prima il superamento di una fase pre-clini-

ca su animali modello, poi la certificazione dellIND (Investigation

New Drug) che ne autorizza le prime sperimentazioni sui pazienti,

fino ad arrivare alla fase di Clinical Trials, dove si sperimenta il far-

maco su un campione di pazienti fino alla valutazione delle rispo-

ste al trattamento. Al momento gi 3 candidati sono nella fase di

Clinical Trials, si veda miR-29, miR-155 e miR-34.

12

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

CONCLUSIONI

Quello dei miRNA un campo di ricerca in forte espan-sione. uno splendido esempio di medicina traslazionale, grazie alla quale si passati in pochi anni dalla caratteriz-zazione, biologica e meccanicistica del fenomeno, fino a formulare nuovi ed incoraggianti approcci terapeutici. Lo sviluppo della ricerca di farmaci a bersaglio molecolare, basati su micro-RNA, muove quindi continui passi in avan-ti, aprendo quotidianamente nuove porte verso orizzonti futuri. Gli sforzi della ricerca si concentrano sullagire in maniera altamente specifica, per migliorare la farmacoci-netica e farmacodinamica dei miRNA attraverso ottimiz-zazioni chimiche. Lentusiasmo per i trattamenti a base di miRNA alto e si riflette in enormi investimenti, sia pub-blici che privati, che generano un meccanismo virtuoso di creazione di risorse e nuove conoscenze.

BIBLIOGRAFIA

1. RNA INTERFERENCE, The Nobel Prize in Physi-ology or Medicine 2006, Andrew Z. Fire, Craig C. Mello www.nobelprize.org

2. Ambros V (1989). A hierarchy of regulatory genes controls a larva-to-adult developmental switch in C. ele-gans.. Cell 57 (1):4957

3. A. Morelli, A. Angelico, M.R. Addeo, M. Battaglia, G.Galiero, A. Guarino Il silenziamento genico mediato da RNA interference: la breve storia di una scoperta rivoluzio-naria e serendipitosa, Scienze e Ricerche 2017

4. A. Minieri, F. Agrestri, S. Assediato, M. Barra, A. Io-rio, I. Pisano, L. Romano, M. Trombone, G. Froechlich, N. Zambrano, Caenorhabditis elegans, un modello inatte-so nella sperimentazione animale, in Scienze e Ricerche n. 24, 1 marzo 2016, pp. 21-27

5. F. DAnna, A. De Rosa, I. Panella, G. Falco, M. Ric-cardo, R. Sequino, E. Sasso, N. Zambrano, I delicati equi-libri cellulari tra sopravvivenza e morte: lapoptosi e la sua scoperta nel modello di Caenorhabditis elegans, in Scienze e Ricerche n. 39, 15 ottobre 2016, pp. 78-84

6. Lee RC, Feinbaum RL, Ambros V (1993), The C. ele-gans heterochronic gene lin-4 encodes small RNAs with antisense complementarity to lin-14, in Cell 75(5), 84354.

7. Reinhart BJ, Slack FJ, Basson M, Pasquinelli AE, Bettinger JC, Rougvie AE, Horvitz HR, Ruvkun G; Slack; Basson; Pasquinelli; Bettinger; Rougvie; Horvitz; Ruvkun (2000). The 21-nucleotide let-7 RNA regulates develop-mental timing in Caenorhabditis elegans. Nature. 403 (6772): 9016

8. Gu H, Zhao C, Zhang T, Liang H, Wang XM, Pan Y, Chen X, Zhao Q, Li D, Liu F, Zhang CY, Zen K. Salmo-nella produce microRNA-like RNA fragment Sal-1 in the infected cells to facilitate intracellular survival. Sci Rep. 2017 May 24;7(1):2392

9. I. Faraonia, F.R. Antonettib, J. Cardonea, E. Bonmas-sarb. miR-155 gene: A typical multifunctional microRNA;

MALATTIE NEURODEGENERATIVE E miRNA

I miRNA sono essenziali per il corretto sviluppo, man-tenimento e regolazione delle funzioni cerebrali. Essi pos-sono giocare un ruolo in molti processi patogenetici come nel disturbo di depressione maggiore (Major depressive disorder-MDD), malattie neurodegenerative e svariate ma-lattie neurologiche caratterizzate.

miR-124 (13-15) uno dei miRNA pi abbondanti nel cervello. La sua biogenesi mostra specifici profili di espres-sione in varie cellule e in diversi tipi di tessuti. Il miR-124 mostra un ampio spettro di funzioni biologiche nel sistema nervoso centrale (CNS), e recentemente i rapporti tra la deregolazione del miR-124 ed i disordini del CNS, come le malattie neurodegenerative, malattie da stress (CNS stress), disordini del sistema immunitario, traumi e tumori al cervello, sono diventati sempre pi stretti. Durante lo sviluppo e la differenziazione del sistema nervoso, le-spressione del miR-124 gradualmente incrementa, facendo s che esso si accumuli in parallelo alla maturazione neu-ronale. Il suo coinvolgimento nel differenziamento neuro-nale tale, che bloccando la sua attivit nei neuroni maturi si ottiene la perdita di caratteristiche neuronali; di contro, incrementandone lattivit in cellule non neurali, si assiste ad un cambiamento dei profili di espressione verso un fe-notipo neurale. miR-124 infatti in grado di modulare lat-tivit della proteina PTBP (polypyrimidine-tract-binding protein), che regola la maturazione degli RNA messaggeri attraverso il meccanismo di splicing in fase di differenzia-mento. La plasticit sinaptica correlata a processi neurolo-gici come la memoria in relazione con precise regolazioni spazio-temporali dellespressione genica. miR-124 gioca un ruolo critico nella regolazione del segnale di molecole che regolano la plasticit sinaptica, giocando un ruolo di protagonista nelle malattie neurodegenerative come il mor-bo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson.

Il morbo di Alzheimer un disordine neurodegenerativo cronico progressivo, e rappresenta una forma molto comune di demenza. Clinicamente questa patologia caratterizzata da progressiva perdita di memoria, danneggiamento delle funzioni cognitive e incapacit di svolgere le normali atti-vit giornaliere. Nonostante non sia ancora del tutto chiara leziologia della patologia, la caratteristica istologica pi evidente sono i depositi di proteina -amiloide e i grovigli neurofibrillari che conducono alla morte neuronale e alla-trofia. Gli accumuli di -amiloide possono essere causa-ti dalleccessiva attivit dellenzima BACE1 (-site APP cleaving enzyme 1) che, attraverso un taglio proteolitico, responsabile della produzione del peptide neurotossico -amiloide. Alcuni ricercatori hanno evidenziato tra i target del miR-107, spesso sotto-regolato nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, c proprio lenzima BACE1 (16). A conferma di queste osservazioni, in modelli murini la so-vraespressione o il decremento del miR-107 pu far rispet-tivamente diminuire o aumentare la quantit di -amiloide attraverso la modulazione di BACE1.

http://www.nobelprize.orghttp://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/eutils/elink.fcgi?dbfrom=pubmed&tool=sumsearch.org/cite&retmode=ref&cmd=prlinks&id=2702689http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/eutils/elink.fcgi?dbfrom=pubmed&tool=sumsearch.org/cite&retmode=ref&cmd=prlinks&id=2702689http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/eutils/elink.fcgi?dbfrom=pubmed&tool=sumsearch.org/cite&retmode=ref&cmd=prlinks&id=2702689http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0925443909000428http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0925443909000428http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0925443909000428http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0925443909000428http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0925443909000428

13

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

Biochim Biophys Acta. 2009 Jun;1792(6):497-50510. G. Marcucci, K.S. Maharry, K.H. Metzeler, S. Vo-

linia, Y.Z. Wu, K. Mrzek, D. Nicolet, J. Kohlschmidt, S.P. Whitman, J.H. Mendler, S. Schwind, H. Becker, A.K. Eisfeld, A.J. Carroll, B.L. Powell, J.E. Kolitz, R. Garzon, M.A. Caligiuri, R.M. Stone and C.D. Bloomfield. Clini-cal Role of microRNAs in Cytogenetically Normal Acute Myeloid Leukemia: miR-155 Upregulation Independen-tly Identifies High-Risk Patients. J Clin Oncol. 2013 Jun 10;31(17):2086-93

11. Thome AD, Harms AS, Volpicelli-Daley LA, Stan-daert DG. microRNA-155 Regulates Alpha-Synuclein-Induced Inflammatory Responses in Models of Parkinson Disease. J Neurosci. 2016 Feb 24;36(8):2383-90

12. https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02580552?term=miR-155&rank=4

13. Dong RF, Zhang B, Tai LW, Liu HM, Shi FK, Liu NN. The Neuroprotective Role of miR-124-3p in a 6-Hy-droxydopamine-Induced Cell Model of Parkinsons Dis-ease via the Regulation of ANAX5. J Cell Biochem. 2017, in corso di stampa

14. Y. Dwivedi. microRNA-124: a putative therapeutic target and biomarker for major depression. Expert Opin Ther Targets. 2017 May 25:1-4

15. Y. Sun, Z.M. Luo, X.M. Guo, D.F. Su and X. Liu. An updated role of microRNA-124 in central nervous sy-stem disorders: a review. Front Cell Neurosci. 2015 May 20;9:193

16. G.D. Femminella, N. Ferrara, and G. Rengo. The emerging role of microRNAs in Alzheimers disease. Front Physiol. 2015 Feb 12;6:40

http://jco.ascopubs.org/search?author1=Guido+Marcucci&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Kati+S.+Maharry&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Klaus+H.+Metzeler&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Stefano+Volinia&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Stefano+Volinia&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Yue-Zhong+Wu&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Krzysztof+Mr%C3%B3zek&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Deedra+Nicolet&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Jessica+Kohlschmidt&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Susan+P.+Whitman&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Jason+H.+Mendler&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Sebastian+Schwind&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Heiko+Becker&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Ann-Kathrin+Eisfeld&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Ann-Kathrin+Eisfeld&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Andrew+J.+Carroll&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Bayard+L.+Powell&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Jonathan+E.+Kolitz&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Ramiro+Garzon&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Michael+A.+Caligiuri&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Richard+M.+Stone&sortspec=date&submit=Submithttp://jco.ascopubs.org/search?author1=Clara+D.+Bloomfield&sortspec=date&submit=Submithttps://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02580552?term=miR-155&rank=4https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02580552?term=miR-155&rank=4https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Dong%20RF%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Zhang%20B%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Tai%20LW%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Liu%20HM%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Shi%20FK%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Liu%20NN%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Liu%20NN%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=28543594https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28543594http://www.tandfonline.com/author/Dwivedi%2C+Yogeshhttp://frontiersin.org/people/u/224124http://frontiersin.org/people/u/237385http://frontiersin.org/people/u/228016http://frontiersin.org/people/u/10443http://frontiersin.org/people/u/225190https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Femminella%20GD%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25729367https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Ferrara%20N%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25729367https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Rengo%20G%5BAuthor%5D&cauthor=true&cauthor_uid=25729367

14

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

1. LO SCENARIO, GLI SCENARI

Aurelio Peccei (1908-1984), capitano dindu-stria che potremmo definire dei due mondi1, matur, a seguito delle proprie vicende per-sonali, una spiccata sensibilit nei confronti dellimpatto umano sul pianeta. Nel 1968 fond, insieme ad altri uomini daffari, economisti, capi di stato, scien-ziati, attivisti per i diritti, alti dirigenti governativi prove-nienti da tutto il mondo il Club di Roma, unassocia-zione no-profit e non governativa, con lambizioso scopo di occuparsi dei problemi che lumanit si sarebbe trovata ad affrontare in futuro, stanti le condizioni del presente. Il maggior risultato che sin da allora si ebbe soprattutto in ambito accademico fu la realizzazione di uno studio, commissionato a un gruppo di scienziati del MIT di Bo-ston2, nel quale si chiedeva di ipotizzare cosa sarebbe ac-caduto allumanit immaginando una serie di scenari pos-sibili. Limportanza dello studio pubblicato nel 19723 in contemporanea in molti paesi del mondo e il suo nucleo centrale fu lapplicazione della nascente scienza dei calco-latori a problemi complessi, le cui variabili pur ridotte

1 Torinese, fu prima dirigente alla Fiat dove diresse, a partire dal 1949 e per una ventina danni in Argentina, la Fiat Concord. Nel 1964 pass allOlivetti dove divenne amministratore delegato.2 Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jrgen Randers e William W. Behrens III che di fatto furono gli estensori del rapporto. Rapporto che pot contare sul fondamentale contributo di Jay Forrester.3 In bibliografia: MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., BEHRENS III W. W., 1972. La traduzione italiana del titolo risente gi di quella infelicit che, sin da allora, mostrava sottotraccia la diffi-colt di ricezione del rapporto. Il termine inglese crescita (growth) viene tradotto in italiano con sviluppo, quasi a scongiurare un tab che tale era sin dagli albori della moderna societ basata sulleconomia neo-classica, quello di crescita appunto. Il termine sviluppo risulta per fuorviante: vi pu essere sviluppo senza crescita basti pensare a tutti gli aspetti qualitativi e non quantitativi della vita umana. Ma di limiti verso una crescita (quantitativa) in(de)finitita che si parla, e non di sviluppo.

La crescita perpetua il credo della cellula cancerosa

Edward Abbey

SINTESI

Uno dei concetti pi interessanti della modernit alla luce della crisi sistemica e non solo economica che vivia-mo legato allecologia. Spesso vista come una discipli-na studiata al pari delle altre, secondo una visione antropo-centrica che mette pi o meno consapevolmente lUomo al di sopra di tutte le altre creature e quasi al di fuori delleco-sistema. Il valore fondamentale di questultimo per la vita viene sottovalutato o relegato a documentari televisivi che parlano spesso di specie animali in pericolo, di ecosistemi fragili e quantaltro comunque sia lontani dal nostro quotidiano. LUmanit ha invece, in questi ultimi 2 seco-li, modificato profondamente lambiente in cui vive al punto che gli scienziati (ecologisti, antropologi, naturalisti) hanno battezzato questultimo periodo Antropocene, nome altisonante per una delle ere forse pi brevi della storia del-la Terra.

Il concetto cui ci si riferisce tanto semplice quanto rivoluzionario e profondo nella sua rappresentazione vi-siva, mostrata nel presente articolo (fig. 5). Questo sta a indicare la corrente di pensiero inaugurata il secolo scorso da Arne Nss, rispresa nel nostro paese da DALLA CASA (2011) e chiamata ecologia profonda, in contrapposizione a una ecologia di superficie da cui ancora era affetto il pur, a sua volta, rivoluzionario e fondamentale Limits To Growth, voluto agli inizi degli anni 70 del secolo scorso da Aurelio Peccei. Uno studio nel quale il ruolo dellUomo era api-cale, sia per capacit di determinare il proprio e laltrui/di altre specie destino, sia per il fatto che la visione ancora come lo attualmente informata di un antropo-centrismo del quale dovremmo fare sempre pi a meno se vorremmo avere qualche possibilit in pi di sopravviven-za sul pianeta.

Eco-Ego. Unimmagine per rappresentare lecologia (profonda)LUCIANO CELIDipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (Dicam), Universit degli Studi di Trento

15

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

ed alla moderazione nei consumi, al punto che si delinea una situazione sostenibile prima della met del XXI se-colo. Si tratta, secondo gli autori, di uno scenario concre-tamente perseguibile ed anche desiderabile, nonostante la sostenibilit venga raggiunta solo dopo un andamento oscillante, non indolore, della produzione agricola e della disponibilit di beni di consumo e alimenti pro-capite;

Scenario 10: Tempestivit. In tutto analogo allo scenario 9 con una sola differenza: sipotizza che le azioni l intra-prese (programmazione familiare, moderazione degli sti-li di vita, abbattimento dellinquinamento, accrescimen-to della resa delle terre con tutela dei suoli, utilizzo pi efficiente delle risorse) siano state poste in essere gi nel 1982. Leffetto ancora migliore, in quanto si raggiunge una situazione sostenibile gi allinizio del XXI secolo e con minori oscillazioni.5

Il pi interessante degli scenari chiamato dagli autori scenario 0 quello pi irrealistico, ovvero quello degli input e output infiniti, volto a mostrare che, se si assumes-sero (1) risorse necessarie alla produzione industriale; (2) (conseguente) inquinamento e spazio sottratto allagricol-tura in costante diminuzione; (3) un aumento indefinito della produttivit della terra, allora non ci sarebbero limiti allo sviluppo. Pur ammettendo che la tecnologia arrivi a risolvere con soluzioni efficaci ed economiche proble-mi come linquinamento, i problemi persisterebbero per il semplice fatto che: la percezione di un problema e la con-divisione della necessit di una soluzione richiedono tem-po (nellordine di decenni) e si scontrano con resistenze di vario tipo; il problema pu richiedere tempi di soluzione molto lunghi, anche quando sia stato pienamente ricono-sciuto e si siano poste in atto efficaci contromisure6. In tal senso gli estensori del rapporto intuirono subito il primo tra i problemi che in sostanza di tipo cognitivo e di consa-pevolezza e, trattandosi di scienziati, ne fecero un grafico (immagine 1).

Il rapporto venne accolto in certi ambienti entusiastica-mente, in altri venne demonizzato e, come spesso accade, alla fine per lo pi ignorato, nonostante gli aggiornamenti al rapporto stesso7 e nonostante la sua uscita avvenne qua-si in concomitanza con la crisi petrolifera statunitense del 1973, profetizzata nel 1956 da Marion King Hubbert8. Che il rapporto fosse ben condotto e capace di intuire alcuni problemi del futuro in primis quello psicologico della resistenza al cambiamento lo suggerisce un piccolo episodio legato alle emissioni di clorofluorocarburi (CFC): introdotti nel 1928, solo nel 1974 si ufficializz la notizia che queste erano dannose per lozonosfera9 e si dovette at-

5 Fonte: Wikipedia alla voce Rapporto sui limiti dello sviluppo.6 Ib. 7 Cfr. in bibliografia: MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RAN-DERS J., 1992 e 2004; BARDI U., 2011a e RANDERS J., 20128 HUBBERT M. K., 19569 Cfr. STOLARSKI R. S., CICERONE R. J., 1974 e MOLINA M. J., F. SHERWOOD ROWLAND F. 1974

nel numero, per semplicit sono in dipendenza reciproca luna dallaltra4. In particolare vennero analizzate cinque variabili: Popolazione Produzione di alimenti Industrializzazione Inquinamento Sfruttamento delle risorse naturali.

Queste, opportunamente miscelate, diedero luogo a 11 diversi scenari che elenchiamo brevemente qui di seguito, offrendo, per quelli meno evidenti, qualche spiegazione: Scenario 1: Crisi delle risorse non rinnovabili; Scenario 2: Crisi da inquinamento; Scenario 3: Crisi alimentare; Scenario 4: Crisi da erosione; Scenario 5: Crisi multipla. Modificati gli scenari prece-

denti con fattori che possano mitigare lintensit e pro-crastinare le crisi, si andrebbe comunque incontro a una possibile dbcle legata a pi fattori che non dimenti-chiamolo agiscono sempre in contemporanea;

Scenario 6: Crisi da costi. Si modifica lo scenario 5 ag-giungendo tecnologie per leconomizzazione delle risor-se naturali. Si ritarda la crisi che per incombe comun-que, alla fine del XXI secolo, per i costi crescenti degli interventi finalizzati a sostenere la produzione agricola e per contrastare linquinamento, lerosione e la scarsit delle risorse naturali;

Scenario 7: Programmazione familiare. Si ritorna allo scenario 1 per esaminare gli effetti di possibili misure atte ad evitare gli esiti degli scenari precedenti, iniziando con lassumere che tutte le coppie del mondo decidano di avere in media due figli in modo da ridurre limpatto di una crescita esponenziale della popolazione. Ci con-sente di garantire migliori condizioni di vita, ma si ha co-munque uninversione di tendenza, come nello scenario 2, a causa del crescente inquinamento;

Scenario 8: Moderazione degli stili di vita. Si modifica lo scenario 7 aggiungendo lipotesi che tutti, nel mondo, si attestino su un livello di consumi poco superiore a quello medio dellanno 2000 (da notare che si tratta di unipo-tesi non solo di moderazione, ma anche di perequazio-ne). Si ottengono cos favorevoli condizioni per circa un trentennio, ma si perviene poi comunque ad un collasso a causa di unimpronta ecologica troppo elevata;

Scenario 9: Utilizzo pi efficiente delle risorse naturali. Si modifica lo scenario 8 aggiungendo tutti gli interventi previsti nello scenario 6 (abbattimento dellinquinamento, accrescimento della resa delle terre con tutela dei suoli, economizzazione delle risorse naturali). Leffetto netta-mente migliore, grazie alla minore pressione demografica

4 In sostanza si decise di realizzare appositamente un linguaggio di programmazione, chiamato World3, utile a implementare la nascente disciplina dei sistemi complessi, formalizzata da Forrester (in bibliogra-fia: FORRESTER J. W., 1971).

16

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

le cellule tumorali. Questo accade per i motivi che stanno alla base dei manuali di ecologia, vale a dire lequilibrio dinamico e complesso che sussiste tra le specie viventi, in natura appunto, ma non pi nelle societ umane che di fatto costituiscono una vera e propria anomalia.

Lequilibrio complesso stabilito, in maniera semplifica-ta, dai ritorni decrescenti10 che, gi negli anni 20 del seco-lo scorso, venivano codificati indipendentemente dai ma-tematici Vito Volterra (1860-1940) e Alfred Lotka (1880-1949) nelle equazioni preda-predatore che prendono i loro nomi11. Un equilibrio definitivamente infranto dal genere umano.

Altre due immagini, molto simili tra loro, possono aiu-tarci a comprendere meglio questa anomalia, che ha luo-go quando i meccanismi di selezione naturale smettono di operare. La prima ha a che fare con un aneddoto legato alla realt della seconda guerra mondiale e riguarda una remota isola del mare di Bering, colonizzata da un mani-polo di uomini tecnici e militari inviati l dalla Guardia Costiera statunitense per questioni strategiche12: lisola di San Matteo. Trovandosi in guerra e in condizioni climati-che avverse, vennero imbarcate sulla nave 29 renne che, in caso di mancati rifornimenti, sarebbero state una riserva di cibo per quegli uomini confinati sullisola. Non accadde nessuna emergenza e da l a meno di un anno la guerra fin: tutto venne smontato e le 29 renne vennero liberate, poi-ch lhabitat era di fatto quello in cui questi animali sono abituati a vivere. Nel 1957, dopo 13 anni, un gruppo di ricercatori torn sullisola e trov la popolazione delle rene in salute: il loro numero era cresciuto da 29 a 1350. Nel 1963, lo scoglio di San Matteo lungo 54 chilometri e largo 6 fu visitato di nuovo e i ricercatori contarono circa 6.000 renne: nessun antagonista naturale lisola era de-serta fece aumentare a dismisura la popolazione, sebbene le condizioni di salute non fossero pi quelle di qualche anno prima. Ancora: dopo solo 2 anni, nel 1965, gli stessi ricercatori tornarono e il numero di capi di bestiame che contarono era 42. Il boom demografico fu cos elevato che anche una risorsa naturale e quindi per definizione rinnovabile come lo il muschio di cui si nutrono questi animali divenne non rinnovabile per eccessivo sfrutta-mento.

La cosa pi triste fu non solo la morte per inedia, ma la prolungata agonia dei sopravvissuti, ridotti pelle e ossa, malati e agonizzanti per la costante deprivazione da cibo. Negli anni 80 del secolo scorso mor anche lultima renna e lisola torno ad essere deserta esattamente come quando

10 Termine coniato da David Ricardo (1772-1823) che qui utilizziamo in senso pi generale e non strettamente legato alleconomia.11 VOLTERRA V., 1926 con traduzione in inglese 1931; LOTKA A. J., 1920 e 1925. Per una panoramica generale sul tema, si veda anche DANCONA U., 194212 Si trattava di installare un sistema di navigazione che facesse da punto nave per le imbarcazioni amiche che si fossero trovate a passare in quella zona. Sistema di navigazione che andava fatto fun-zionare (quindi la presenza dei tecnici) e difeso (da cui la presenza di personale militare).

tendere il 1987 per la firma del primo protocollo interna-zionale di messa la bando per questi gas. Iter ancora pi lungo, se si pensa che la sua ricezione non ancora avve-nuta in tutti i paesi.

Immagine 1 Interessi delluomo inquadrati nello spazio e nel tempo. Ogni individuo si colloca in una certa posizione del diagramma: la maggioranza tuttavia interessata esclusivamente ai problemi della propria famiglia o degli amici in un futuro a breve termine. Altri guardano pi avanti, o a un ambito pi ampio rappresentato da una citt o una nazione. Soltanto pochi hanno una prospettiva realmente globale, estesa ai vari e complessi problemi dellintero mondo in un futuro non troppo vicino (in MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., BEHRENS III W. W., 1972, p. 29).

2. DUE IMMAGINI E UNA INSANABILE FRATTURA

In sostanza, immaginando una sorta di storia per imma-gini, linsanabile frattura che venuta a crearsi con lav-vento delleconomia, modernamente intesa nei paesi oc-cidentali, tra la concezione naturale e quella tipicamente umana, la seguente:

Immagine 2 Due modi semplici e inconciliabili per rappresentare lo sfruttamento degli ecosistemi.

Da un lato abbiamo lidea di una crescita in(de)finita a cui siamo stati abituati sin da piccoli, con la lettura delle avventure a fumetti di Paperon de Paperoni; dallaltro quel che invece abbiamo costantemente sotto gli occhi osser-vando la natura: il ciclo delle stagioni, il ciclo della vita, la rivoluzione e rotazione dei pianeti, la danza dei dervisci, il Dharma. Tutto ciclico e in natura nulla ha un andamento a crescita indefinita se non rare eccezioni, come i virus e

17

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

2.1 Origini della visione antropocentrica ed ecocentrica

La visione che ci propria ma anche quella opposta hanno entrambe origini che affondano nelle religioni e nel-la filosofia. Nella tradizione cristiana se si prende nellAn-tico Testamento16 Genesi 1,1-2,4 vi si pu leggere:

26 E Dio disse: Facciamo luomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. 27 Dio cre luo-mo a sua immagine; a immagine di Dio lo cre; maschio e femmina li cre. 28 Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra.

Verbi quali dominare e soggiogare pare che non diano adito ad equivoci in tal senso. Solo con larrivo di San Francesco i rapporti con la natura sembrano essersi fatti pi amichevoli e solo oggi, con larrivo di Papa Bergoglio che sale al soglio pontificio proprio con lappellativo di Francesco si ha la prima enciclica a tema ambientale in cui risultano evidenti le preoccupazioni sul degrado che i nostri modelli di sviluppo hanno apportato al pianeta17.

Anche la visione opposta che chiameremo ecocentri-ca trova i suoi fondamenti in quelle religioni orientali che spesso sono al confine con, o costituiscono tout court, delle vere e proprie filosofie di vita. Da tre millenni in India ma da tempi ancor pi remoti, in molte culture animiste idee ben diverse dal dominio e dal giogo si affermano, come dimostra questo scritto tratto da antichi testi indiani:

Ogni anima va rispettata e per anima si intende ogni ordine, ogni vitalit che la sostanza possa assumere: il vento unanima che si imprime nellaria, il fiume unanima che prende lacqua, la fiaccola unanima del fuoco, tutto questo non si deve turbare. In uno dei sutra si loda chi non reca male al vento perch mostra di conoscere il dolore delle cose viventi e si aggiunge che far danno alla terra come colpire e mutilare un vivente.18 Fondamenti che si posso

ricavare un chilo di rame si producono 400 chili di materiali di scarto. Su altri metalli non a caso preziosi come loro la proporzione ancora pi drammatica: 1: 5.000.000, ovvero per un grammo doro si produco-no 5 tonnellate di smarino.16 Attualmente la versione ufficiale quella della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) ma le altre due quella nota come Nuova Rivedu-ta e Diodati su questo punto sono identiche.17 Non si danno qui riferimenti bibliografici: la Lettera Enciclica Laudato si del Santo Padre Francesco sulla cura della Casa Comu-ne, pubblicata il 18 giugno 2015, presente sul web un po ovunque e molte case editrici ne hanno fatta una versione a stampa. Per quanto questa enciclica costituisca un deciso balzo in avanti, vi si pu facilmen-te rilevare che non si fa il minimo cenno al problema della popolazione mondiale: con tutta evidenza il crescete e moltiplicatevi costituisce ancora un tab di cui non si parla nonostante la popolazione mondiale sia aumentata a un tasso confrontabile con quello delle renne dellisola di San Matteo. 18 Citato in DALLA CASA G., 2011, p. 47. In particolare lultima frase sembra scritta ieri dallo scienziato James Lovelock a fondamento della sua ipotesi Gaia: la teoria olistica secondo cui la Terra , appun-

arrivarono nel 1944 i primi umani13. Ora: lanalogia con la situazione umana si fa ancora pi sconcertante se vediamo il grafico di crescita della popolazione dallimmediato do-poguerra a oggi.

Immagine 3 Popolazione presunta della renna dellisola di San

Matteo. I conteggi effettivi sono indicati sulla curva di popolazione.

Immagine 4 Andamento della popolazione mondiale.

La nostra isola di San Matteo questo pianeta e non ne abbiamo altri. Consumiamo attualmente 1,7 pianeti allan-no14. E se anche aderissimo al cerchio di figura 2 e quindi al riciclo, la nostra capacit di rigenerare le materie prime, per definizione non rinnovabili, rimane comunque piutto-sto bassa15.

13 Per questa storia si veda: KLEIN D.R., 1968 e ROZELL N., 200314 I dati, aggiornati al 2016, sono reperibili sul sito dellOvershoot day (http://www.overshootday.org/ e http://data.footprintnetwork.org/).15 Si immagini di riciclare al 95% risultato quasi ideale e superiore a qualsiasi valore nellindustria attuale un certo materiale. Se lo riuscisse a riciclare per 10 volte la percentuale di materiale che ne avremmo si ridurrebbe a circa il 60% che il risultato di 0,9510. BARDI 2011b (tra-duzione inglese 2014) e DIAMOND 2005 inoltre offrono qualche dato sulla quantit di materiali estratti dal grezzo: la rarefazione dei mine-rali che ha a che fare con il fatto di trovare sempre meno giacimenti a buon mercato va di pari passo con il costo (energetico/economico) e quindi con la convenienza industriale del riciclo che per, abbiamo vi-sto, non pu essere fatto allinfinito. Per esempio il rame ha una quantit di scarto 400 volte superiore a quel che si trova. Ci vuol dire che per

18

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

Visto che uno dei nostri antenati poteva essere attacca-to da una tigre, non si poteva preoccupare del futuro ma solo della propria sopravvivenza. La mia preoccupazione che, per motivi genetici, non siamo adatti a fare i conti con problemi di lungo termine come i cambiamenti climatici. Fino a che non impareremo a farlo, non ci sar modo di ri-solvere problemi simili. Non c niente che possiamo fare. La gente dice sempre: Dobbiamo salvare il pianeta. No, non dobbiamo. Il pianeta si salver in ogni modo da solo. Lha gi fatto. Talvolta gli ci vogliono milioni di anni, ma comunque ce la fa. Non dobbiamo preoccuparci del pianeta ma della razza umana.20

C quindi ancora un finalismo che ci vede al centro. Altri esempi, poetici e allapparenza insospettabili, se ne potrebbero citare: Galileo che nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, nel confutare per mezzo di Sa-gredo limmutabilit delle stelle fisse contrapposta alla ca-ducit e lessere in divenire del nostro pianeta, dice:

Io non posso senza grande ammirazione, e dir gran re-pugnanza al mio intelletto, sentir attribuir per gran nobilt e perfezione a i corpi naturali ed integranti delluniverso questo esser impassibile, immutabile, inalterabile etc., ed allincontro stimar grande imperfezione lesser alterabile, generabile, mutabile, etc.: io per me reputo la Terra nobi-lissima ed ammirabile per le tante e s diverse alterazioni, mutazioni, generazioni, etc., che in lei incessabilmente si fanno; e quando, senza esser suggetta ad alcuna mutazione,

20 Intervista rilasciata originariamente da Dennis Meadows a Rainer Himmelfreundpointer e pubblicata dalla rivista Format il 6 mar-zo 2013. Ripresa sul blog di Ugo Bardi allindirizzo: http://ugobardi.blogspot.it/2016/01/non-possiamo-piu-fare-niente.html [consultato il 24/04/2017].

rintracciare in altre culture ancorch sterminate dal-luomo bianco come quella amerindia, giunta a noi per i profetici discorsi19 dei vari capi tribali.

Anche allinterno della filosofia occidentale c chi vie-ne visto come il moderno fondatore dellantropocentrismo tipicamente pensatori come Cartesio, Bacone e chi ri-chiama a una visione maggiormente ecocentrica Spinoza e, in raccordo con le filosofie orientali, in tempi recenti il pensatore norvegese Arne Nss (1912-2009), tra i primi a parlare di ecologia profonda e fondatore della scuola di ecosofia.

3. LECOLOGIA PROFONDA

La distinzione tra ecologia di superficie ed ecologia pro-fonda ben espressa dallimmagine 5.

Esempi, pur autorevoli e ammirevoli da un punto di vista scientifico come la redazione del rapporto I limiti dello sviluppo, la task force cui diede luogo, la costituzione del Club di Roma con cui abbiamo aperto questo contributo, sono chiari esempi di ecologia di superficie: la prospettiva rimane antropocentrica e linteresse a far s che il piane-ta non si degradi funzionale solo allumanit e alla sua sopravvivenza. Come afferm Dennis Meadows, in una intervista:

Dovrebbe cambiare la natura delluomo. Siamo tuttora programmati come 10.000 anni fa.

to, un unico essere vivente.19 Un altro capo nativo, dopo aver osservato a lungo il modo di vita degli europei, osserv che non si poteva uscire dalla Ruota della Vita (i cicli naturali). Quindi afferm: Soffocherete nei vostri rifiuti. Natu-ralmente le sue osservazioni furono prese come sciocche superstizioni. Ivi, p. 45

Immagine 5 Rappresentazioni dellecologia di superficie e dellecologia profonda.

19

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE

Lecologia profonda parte dunque da altri presupposti, a questo punto facilmente intuibili, in cui lo stesso concetto di sviluppo sostenibile visto come un ossimoro: siamo parte di un tutto decisamente pi grande di noi; il genere umano non detentore di alcunch e neppure custode del creato, come vorrebbe il ripensamento cristiano, ma cre-atura tra le creature che per altro sono sempre meno a causa sua24.

Nellimpostazione di pensiero dellecologia profonda, la nostra specie non particolarmente privilegiata. Gli esse-ri viventi e gli ecosistemi, come tutti gli elementi del Co-smo, hanno un valore in s. Tutta la Natura ha un valore intrinseco e unitario, cos come ha un valore in s ogni sua componente, formatasi in un processo di miliardi di anni. La specie umana una di queste componenti, uno dei rami dellalbero della Vita. []

Il mondo naturale non patrimonio di tutti, ma ben di pi: di miliardi di anni anteriore alla nostra specie. Se proprio si vuol parlare di appartenenza, lumanit che ap-partiene alla Natura e non viceversa.

[ Nellecologia profonda] sono valori in s lequili-brio globale e la variet e complessit delle specie viventi, degli ecosistemi e delle culture. I termini crescita e di-minuzione sono complementari, in equilibrio dinamico, senza connotazioni positive o negative.

Di conseguenza i concetti di risorse e rifiuti non sono ne-cessari: essi presuppongono infatti lidea che si eseguano processi o modifiche tali da prelevare qualcosa di fisso le risorse e scaricare qualcosaltro i rifiuti, il che significa un funzionamento non-ciclico, incompatibile con la condi-zione stazionaria.25

Ma quanto di questo modello possiamo immaginare di poter declinare hic et nunc?

4. CONCLUSIONI: I LIMITI DELLECOLOGIA

PROFONDA

Molti autori sostengono che dovrebbe cambiare la natu-ra dellessere umano o la sua filosofia. Se questo non av-verr, in un modo o nellaltro, il modo di vivere attuale ci porter presto alla rovina. Dalla Casa immagina, piuttosto irrealisticamente, la scomparsa del problema ecologico at-traverso un cambio di paradigma che dovrebbe avvenire nellarco di un paio di secoli forse tempi troppo lunghi per una transizione perch, come scrive: Le culture uma-ne con una visione del mondo che comportava un modo di vivere ecologico non sapevano cosa fosse lecologia26. Altri, come Diamond, osservando il collasso delle societ del passato, pi pragmaticamente indicano una via legata a decisioni sociali e politiche su vasta scala che non pu

24 In rete gira unimmagine che riassume bene la quantit di biomassa umana e di animali alluomo affini domestici, neces-sari al lavoro, ecc. Limmagine che non proponiamo in questa sede tratta da SMIL V., 2002.25 DALLA CASA, op. cit., pp. 36-3826 Ivi, p. 12

ella fusse tutta una vasta solitudine darena o una massa di diaspro, o che al tempo del diluvio diacciandosi lacque che la coprivano fusse restata un globo immenso di cristal-lo, dove mai non nascesse n si alterasse o si mutasse cosa veruna, io la stimerei un corpaccio inutile al mondo, pieno di ozio e, per dirla in breve, superfluo e come se non fusse in natura, e quella stessa differenza ci farei che tra lanimal vivo e il morto; ed il medesimo dico della Luna, di Giove e di tutti gli altri globi mondani21. Ma quanto pi minterno in considerar la vanit de i discorsi popolari, tanto pi gli trovo leggieri e stolti. E qual maggior sciocchezza si pu immaginar di quella che chiama cose preziose le gemme, largento e loro, e vilissime la terra e il fango? e come non sovviene a questi tali, che quando fusse tanta scarsit della terra quanta delle gioie o de i metalli pi pregiati, non sarebbe principe alcuno che volentieri non ispendesse una soma di diamanti e di rubini e quattro carrate di oro per aver solamente tanta terra quanta bastasse per piantare in un picciol vaso un gelsomino o seminarvi un arancino della Cina, per vederlo nascere, crescere e produrre s belle frondi, fiori cos odorosi e s gentil frutti? , dunque, la pe-nuria e labbondanza quella che mette in prezzo ed avvili-sce le cose appresso il volgo, il quale dir poi quello essere un bellissimo diamante, perch assimiglia lacqua pura, e poi non lo cambierebbe con dieci botti dacqua. Questi che esaltano tanto lincorruttibilit, linalterabilit, etc., credo che si riduchino a dir queste cose per il desiderio grande di campare assai e per il terrore che hanno della morte; e non considerano che quando gli uomini fussero immortali, a loro non toccava a venire al mondo. Questi meriterebbero dincontrarsi in un capo di Medusa, che gli trasmutasse in istatue di diaspro o di diamante, per diventar pi perfetti che non sono.22

In tempi recentissimi seguendo un itinerario pi speci-ficatamente artistico il sodalizio tra il compositore Philip Glass e il regista Godfrey Reggio hanno dato luogo alla Qatsi trilogy, un terzetto di film esclusivamente musicali, con giustapposizione di scene spesso accelerate secondo una tecnica di cui lo stesso Reggio fu precursore di per s eloquenti. Il prestito linguistico legato al popolo Hopi e i film si intitolano significativamente: (1) Koyaanisqatsi (1982) - vita fuori dallequilibrio; (2) Powaqqatsi (1988) - vita in trasformazione e (3) Naqoyqatsi (2002) - vita come guerra. Ma qui come altrove la vita ancora e soprattutto quella umana.

Poich lecologia di superficie si inquadra nel pensiero generale dellOccidente, non viene messa in dubbio lidea che laspirazione logica di ogni individuo e di ogni colletti-vit sia laffermazione o il successo. In sostanza, tutto pu continuare come prima, installando filtri e depuratori e salvando qualche isola di Natura in giro per il mondo.23

21 Mondano ha qui la precisa accezione di facente parte del cosmo.22 GALILEI G., 1979, pp. 73-7423 DALLA CASA, op. cit., p. 30

20

SCIENZE DELLA VITA E DELLA SALUTE | SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017

D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., 2006. I nuovi limiti dello sviluppo, Milano: Mondadori, pp. 386

MOLINA M. J., F. SHERWOOD ROWLAND F. 1974. Stratospheric Sink for Chlorofluoromethanes: Chlorine Atomic Catalysed Destruction of Ozone. Nature. 249, 1974, pp. 810-812

NSS A., 2015. Introduzione allecologia, Pisa: ETS edizioni, pp. 220

RANDERS J., 2012. 2052: A Global Forecast for the Next Forty Years, Hartford: Chelsea Green, pp. 392. Tradu-zione italiana: RANDERS J., 2013. 2052. Scenari globali per i prossimi quarantanni. Rapporto al Club di Roma, Milano: Edizioni Ambiente, pp. 335

ROZELL N., 2003. When Reindeer Paradise Turned to Purgatory, sul sito della University of Alaska Fairbanks, allindirizzo: http://www.gi.alaska.edu/alaska-science-fo-rum/when-reindeer-paradise-turned-purgatory [visitato il 24 aprile 2017]

SMIL V., 2002. The Earths Biosphere: Evolution, Dynamics, and Change, Cambridge, MA: MIT Press, pp. 356

STOLARSKI R. S., CICERONE R. J., 1974. Stratosphe-ric Chlorine: A Possible Sink for Ozone. Canadian Journal of Chemistry. 52(8), 1974, pp. 1610-1615

VOLTERRA V., 1926. Variazioni e fluttuazioni del nu-mero dindividui in specie animali conviventi. Mem. Acad. Lincei Roma. 2, 1926, pp. 31-113. Traduzione inglese: VOLTERRA V., 1931. Variations and fluctuations of the number of individuals in animal species living together, in CHAPMAN, R.N. (ed.), Animal Ecology, McGrawHill, pp. 409-448

essere bottom up in un mondo popolato da oltre 7 miliardi di individui, ma necessariamente dovr essere top down. Il problema vero per sembra essere, allo stato attuale delle cose, la consapevolezza che un problema ci sia e vada af-frontato.

BIBLIOGRAFIA

BARDI U., 2011a. The Limits to Growth Revisited, New York: Springer, pp. 119

BARDI U., 2011b. La Terra svuotata: il futuro delluo-mo dopo lesaurimento dei minerali, Roma: Editori Riuni-ti University Press, pp. 295. Traduzione inglese: BARDI U., 2014. Extracted. How the Quest for Mineral Wealth Is Plundering the Planet, Hartford: Chelsea Green, pp. 368

DANCONA U., 1942. La lotta per lesistenza, Torino: Einaudi, pp. 357

DALLA CASA G., 2011. Lecologia profonda. Line-amenti per una nuova visione del mondo, Milano-Udine: Mimesis, pp. 228

DIAMOND J., 2005. Collapse. How Societies Choose to Fail or Succeed, London: Penguin Books, pp. 608. Tradu-zione italiana: DIAMOND J., 2005. Collasso. Come le so-ciet scelgono di morire o vivere, Torino: Einaudi, pp. 566

FORRESTER J. W., 1971. World Dynamics, Cambrid-ge: Wright-Allen Press Inc., pp. 147

GALILEI G., 1979. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano, Torino: Einaudi, pp. 593

HUBBERT M. K., 1956. Nuclear Energy and the Fossil Fuels, publication n. 95, presented before the Spring Mee-ting of the Southern District Division of Production, Plaza Hotel, San Antonio, Texas, 7-9 March

KLEIN D.R., 1968. The introduction, increase, and crash of reindeer on St. Matthew Island, Journal of Wildlife Ma-nagement. 32, 1968, pp. 350-367

LOTKA A. J., 1920. Analytical Note on Certain Rhyth-mic Relations in Organic Systems, Proceedings of the Na-tional Academy of Sciences. 6, 1920, pp. 410-415

LOTKA A. J., 1925. Elements of Physical Biology, Bal-timore: Williams and Wilkins, pp. 495

MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., BEHRENS III W. W., 1972. The Limits to Growth, New York: Universe Book, pp. 205. Traduzione italiana: MEA-DOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., BEH-RENS III W. W., 1972. I limiti dello sviluppo, Milano: Mondadori, pp. 158

MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., 1992. Beyond the limits: Confronting Global Collapse, Envisioning a Sustainable Future, Hartford: Chelsea Gre-en, pp. 320. Traduzione italiana: MEADOWS, D. H., ME-ADOWS, D. L., RANDERS J., 1993. Oltre I limiti dello sviluppo, Milano: Il Saggiatore, pp. 320

MEADOWS, D. H., MEADOWS, D. L., RANDERS J., 2004. Limits to Growth: The 30-Year Update, Hartford: Chelsea Green, pp. 368. Traduzione italiana: MEADOWS,

21

SCIENZE E RICERCHE N. 51 AGOSTO SETTEMBRE 2017 | SCIENZE DELLUOMO, FILOSOFICHE, STORICHE E LETTERARIE

1. ALLINIZIO DELLA GUERRA

Al momento in cui scoppia la guerra in Europa, Croce gi un personaggio importante: sena-tore del Regno, in Italia un punto di riferi-mento per la filosofia e la cultura in genere, sulla quale esercita una notevole influenza dallesterno dellaccademia, con i suoi libri e la sua politica editoriale, ma anche dalle pagine dei giornali e, soprattutto, della sua rivista, la Critica. Gentile, un po pi giovane, professo-re di filosofia alluniversit di Palermo, che lascer pochi mesi dopo per Pisa, e gi da dieci anni collabora con Croce alla redazione della Critica.

Bertand Russell insegna a Cambridge, anchegli ha gi raggiunto una fama consolidata con le proprie opere sul-la logica e sui fondamenti delle matematiche, ovvero con i Principles of mathematics (1903) e con i Principia ma-thematica, pubblicati con Alfred North Whitehead fra il 1910 e il 1913. Ludwig Wittgenstein ha 25 anni, si trova da qualche tempo in Norvegia, dove riflette sulla logica in una capanna isolata che si costruito da s. Appena lAustria, il suo paese, entra in guerra, si arruola volontario in arti-glieria e per mesi i suoi amici ne ricevono scarse notizie.

Nei mesi precedenti allentrata in guerra dellItalia, Cro-ce neutralista: il paese gli sembra impreparato ad affron-tare il conflitto, sia dal punto di vista militare, sia perch, al di l della propaganda di alcuni gruppi, la stragrande maggioranza della gente appare lontanissima dal volere una guerra. Croce ritiene, inoltre, che lentrata in guerra contro Austria e Germania rappresenti un tradimento delle alleanze che lItalia aveva coltivato fino a tempi recenti, e che questo avrebbe provocato una frattura difficilmente sanabile tra il popolo italiano e quello germanico. quanto scrive il 13 maggio 1915 a Gentile,2 il quale, per, di altre

2 B. Croce, Lettere a Giovanni Gentile (1896-1924), a c. di A. Croce, Milano, Mondadori, 1981, IV, p. 493. Cfr. anche la lettera

Lirruzione della guerra nel mondo del pensiero uno di quei fenomenti che hanno la propriet di trascinare con prepotenza il pensiero stesso di fronte alla vita, strappan-dolo allastratto. Per rendersene conto, sufficiente guar-dare a come alcuni importanti filosofi si sono comportati nel corso della Grande Guerra, di cui ricorre attualmente il centenario.1

E per indagare come essi abbiano calato i propri principi nella realt delle concrete scelte di campo, e in quale misu-ra gli eventi di quel momento storico abbiano influenzato il loro pensiero, conviene fare riferimento non tanto ai testi teorici di questi autori, quanto alle loro lettere, alle loro memorie e agli scritti di occasione.

Non volendo arrestarmi al livello di una rassegna gene-rica, e non potendo, in questa sede, che prendere in esa-me soltanto pochi autori fra quelli attivi nel periodo degli eventi bellici, ho pensato di concentrarmi su due coppie di pensatori che si prestano particolarmente bene ad alcune considerazioni, non solo per la loro statura, ma anche per-ch, se da un lato furono legate entrambe da un importante sodalizio intellettuale, dallaltro compirono scelte profon-damente divergenti rispetto al conflitto. Si tratta di Bene-detto Croce (1866-1952) e Giovanni Gentile (1875-1943), e di Ludwig Wittgenstein (1889-1951) e Bertrand Russell (1872-1970): i primi due, ascrivibili a un inidirizzo ideali-stico, saranno figure centrali per la cultura del nostro pae-se nella prima met del Novecento, mentre Wittg