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Irr° _.bieate La green economy che è in noi Molte imprese trovano soluzioni alla crisi in strategie ecosostenibili ra i benefici della crisi attua- le, come di qualsiasi crisi, c'è quello di essere costretti a un . esame di realtà. Siamo co- stretti a prendere atto della inevitabi- le limitatezza di qualsiasi schema, ma siamo anche sfidati a renderci conto che è possibile crearne di nuovi, è pos- sibile condividerli, è possibile affer- marli. Per qualche verso, di fronte al- le novità del presente, ci troviamo nella situazione degli abitanti di Ma- condo, in Cent'anni di solitudine: «Il mondo era così recente che molte co- T I TI Come nel paese Macondo di «Cent'anni di solitudine» la realtà in cambiamento obbliga a ridefinire il modo di catalogare il mondo SITUAZIONI E "----, Il libro di Ermete Realacci «Green Italy» racconta 25 casi concreti italiani di eccellenza che puntano su filiere e tecnologie «pulite» ............................................................................................ se erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle con il dito». La re- altà che abbiamo davanti obbliga a ri- definire in continuazione modi e con- fini del nostro agire, a cogliere e ad adeguarsi ai movimenti di sistole e diastole di un organismo vivo e vita- le. Una prospettiva di economia e di impresa a misura d'uomo. Una rassegna di casi come quelli pre- sentati nel libro Green Italy di Ermete Realacci diventa, allora, un mattone di grande valore: fatti e realtà - tutt'affat- to il contrario di sogni, immagini, uto- pie - offerti sotto una descrizione che ne pone in luce tratti caratteristici che le affermano come novità e come possi- bilità, come esempi passibili di espan- sione, riproduzione. La strada che Rea- lacci ci propone, che leggiamo in fili- grana dietro venticinque storie d'eccel- lenza tricolore, è una delle più promet- tenti in questo mondo dove dobbiamo imparare di nuovo a chiamare le cose. Lagreen economy è oggi la vialungo la quale già tante imprese cercano e tro- vano la soluzione alla crisi. Ê una realtà imprenditoriale importante, e per cer- ti versi sorprendente. Come dimostra anche il «censimento» svolto da Asso- lombarda, e come dimostra il successo dello sportello Usa Green Economy, lanciato per potenziare le relazioni e gli accordi tra aziende italiane e ameri- cane del settore. Un grande segnale di vitalità delle nostre imprese, incluso il sistema delle piccole imprese. E un nuovo paradigma nel quale tro- va espressione anche la vocazione ita- liana alla qualità - quella da sempre promossa dai lavori di Symbola - in- clusivo dei valori del made in Italy e della nostra eccellenza manifatturie- ra. Le venticinque storie di Green Italy lo mettono in luce: sono per que- sto un po' una guida per la ricerca e l'identificazione di nuovi schemi con- cettuali, interpretativi, valoriali. Sa- rebbe infatti riduttivo guardare a una sola di esse, in quanto l'una sottolinea per esempio maggiormente aspetti di innovazione tecnologica o di respon- sabilità sociale, piuttosto che di affer- mazione della legalità, piuttosto che di tutela ambientale e così via. E, so- prattutto, tutte rappresentano una prospettiva di economia e d'impresa più a misura d'uomo, e anche per que- sto più in grado di competere. Quel che principalmente vale è l'in- sieme che viene rappresentato da que- ste esperienze, un insieme complessi- vamente costituito da organizzazioni sociali ed economiche che si mostrano adeguate alle attuali emergenze della società, dove per emergenze intendo gli aspetti prevalenti e caratterizzanti. Se questo è il punto d'osservazione per Green Italy, allora l'appuntamento dell'Expo 2015 a Milano può essere una straordinaria occasione per restituire al mondo, e a noi stessi, questa immagi- ne dell'Italia, di un paese che avanza, coralmente, verso il futuro. Certo, colpisce che ci siano tanti tratti di «antico» in queste novità. Mi è sempre piaciuta un'affermazione del sociologo Ulrich Beck, riguardo al- la necessità di avere «le radici e le ali». Mi sembra stia a indicare che vi sono dei fili di continuità nella realtà, così come in ciascuno di noi, che rimango- no per alcuni periodi sconosciuti o sot- to traccia per poi essere sollecitati a riemergere in relazione ai cambiamen- ti che la realtà impone e l'uomo si tro- va a fronteggiare. Una metafora ci aiuta a restituire uno dei filoni che percorrono in pro- fondità tutto Green Italy, e di cui è be- nefar tesoro: è quella dell'altra faccia della Luna. Il 1968 fu un anno critico per gli Usa: l'inasprimento della guer- ra in Vietnam, l'uccisione di Bob Ken- nedy e di Martin Luther King. Allora, gli Stati Uniti pensarono di realizzare qualcosa di non previsto, che potesse ridare fiducia al paese. La Nasa orga- nizzò una missione non programma- ta, il lancio dell'Apollo 8, per portare l'uomo per la prima volta intorno alla Luna, a guardarne con i propri occhi la faccia nascosta. Il viaggio più lungo e avventuroso mai realizzato. Di quella missione, re- stano soprattutto un'immagine e un'emozione:girando dietro alla Lu- na, l'uomo scopre di colpo la bellezza e l'importanza del luogo da cui è parti- to, e Frank Borman scatta questa stra- ordinaria fotografia dell'alba della Terra vista dalla Luna. La metafora finisce qui. È il viaggio delle nostre imprese nei mercati più lontani, che ci fa scoprire l'importanza del territorio da cui veniamo e la neces- sità di trovare qui le basi e le condizio- ni per sviluppare le imprese stesse. Ma è, questa, una constatazione per nulla scontata: piuttosto rappresenta la sfida di quei «lavori in corso» che i Editoriali e commenti Pagina 1

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Irr° _.bieate

La green economy che è in noiMolte imprese trovano soluzioni alla crisi in strategie ecosostenibili

ra i benefici della crisi attua-le, come di qualsiasi crisi, c'èquello di essere costretti a un

. esame di realtà. Siamo co-stretti a prendere atto della inevitabi-le limitatezza di qualsiasi schema, masiamo anche sfidati a renderci contoche è possibile crearne di nuovi, è pos-sibile condividerli, è possibile affer-marli. Per qualche verso, di fronte al-le novità del presente, ci troviamonella situazione degli abitanti di Ma-condo, in Cent'anni di solitudine: «Ilmondo era così recente che molte co-

T I TICome nel paese Macondodi «Cent'anni di solitudine»la realtà in cambiamentoobbliga a ridefinire il mododi catalogare il mondo

SITUAZIONI E "----,Il libro di Ermete Realacci«Green Italy» racconta25 casi concreti italianidi eccellenza che puntanosu filiere e tecnologie «pulite»............................................................................................

se erano prive di nome, e per citarlebisognava indicarle con il dito». La re-altà che abbiamo davanti obbliga a ri-definire in continuazione modi e con-fini del nostro agire, a cogliere e adadeguarsi ai movimenti di sistole ediastole di un organismo vivo e vita-le. Una prospettiva di economia e diimpresa a misura d'uomo.

Una rassegna di casi come quelli pre-sentati nel libro Green Italy di ErmeteRealacci diventa, allora, un mattone digrande valore: fatti e realtà - tutt'affat-to il contrario di sogni, immagini, uto-pie - offerti sotto una descrizione chene pone in luce tratti caratteristici chele affermano come novità e come possi-bilità, come esempi passibili di espan-

sione, riproduzione. La strada che Rea-lacci ci propone, che leggiamo in fili-grana dietro venticinque storie d'eccel-lenza tricolore, è una delle più promet-tenti in questo mondo dove dobbiamoimparare di nuovo a chiamare le cose.

Lagreen economy è oggi la vialungola quale già tante imprese cercano e tro-vano la soluzione alla crisi. Ê una realtàimprenditoriale importante, e per cer-ti versi sorprendente. Come dimostraanche il «censimento» svolto da Asso-lombarda, e come dimostra il successodello sportello Usa Green Economy,lanciato per potenziare le relazioni egli accordi tra aziende italiane e ameri-cane del settore. Un grande segnale divitalità delle nostre imprese, incluso ilsistema delle piccole imprese.

E un nuovo paradigma nel quale tro-va espressione anche la vocazione ita-liana alla qualità - quella da semprepromossa dai lavori di Symbola - in-clusivo dei valori del made in Italy edella nostra eccellenza manifatturie-ra. Le venticinque storie di GreenItaly lo mettono in luce: sono per que-sto un po' una guida per la ricerca el'identificazione di nuovi schemi con-cettuali, interpretativi, valoriali. Sa-rebbe infatti riduttivo guardare a unasola di esse, in quanto l'una sottolineaper esempio maggiormente aspetti diinnovazione tecnologica o di respon-sabilità sociale, piuttosto che di affer-mazione della legalità, piuttosto chedi tutela ambientale e così via. E, so-prattutto, tutte rappresentano unaprospettiva di economia e d'impresapiù a misura d'uomo, e anche per que-sto più in grado di competere.

Quel che principalmente vale è l'in-sieme che viene rappresentato da que-ste esperienze, un insieme complessi-vamente costituito da organizzazionisociali ed economiche che si mostranoadeguate alle attuali emergenze dellasocietà, dove per emergenze intendogli aspetti prevalenti e caratterizzanti.Se questo è il punto d'osservazione perGreen Italy, allora l'appuntamentodell'Expo 2015 a Milano può essere una

straordinaria occasione per restituireal mondo, e a noi stessi, questa immagi-ne dell'Italia, di un paese che avanza,coralmente, verso il futuro.

Certo, colpisce che ci siano tantitratti di «antico» in queste novità. Miè sempre piaciuta un'affermazionedel sociologo Ulrich Beck, riguardo al-la necessità di avere «le radici e le ali».Mi sembra stia a indicare che vi sonodei fili di continuità nella realtà, cosìcome in ciascuno di noi, che rimango-no per alcuni periodi sconosciuti o sot-to traccia per poi essere sollecitati ariemergere in relazione ai cambiamen-ti che la realtà impone e l'uomo si tro-va a fronteggiare.

Una metafora ci aiuta a restituireuno dei filoni che percorrono in pro-fondità tutto Green Italy, e di cui è be-nefar tesoro: è quella dell'altra facciadella Luna. Il 1968 fu un anno criticoper gli Usa: l'inasprimento della guer-ra in Vietnam, l'uccisione di Bob Ken-nedy e di Martin Luther King. Allora,gli Stati Uniti pensarono di realizzarequalcosa di non previsto, che potesseridare fiducia al paese. La Nasa orga-nizzò una missione non programma-ta, il lancio dell'Apollo 8, per portarel'uomo per la prima volta intorno allaLuna, a guardarne con i propri occhila faccia nascosta.

Il viaggio più lungo e avventurosomai realizzato. Di quella missione, re-stano soprattutto un'immagine eun'emozione:girando dietro alla Lu-na, l'uomo scopre di colpo la bellezzae l'importanza del luogo da cui è parti-to, e Frank Borman scatta questa stra-ordinaria fotografia dell'alba dellaTerra vista dalla Luna.

La metafora finisce qui. È il viaggiodelle nostre imprese nei mercati piùlontani, che ci fa scoprire l'importanzadel territorio da cui veniamo e la neces-sità di trovare qui le basi e le condizio-ni per sviluppare le imprese stesse.

Ma è, questa, una constatazione pernulla scontata: piuttosto rappresentala sfida di quei «lavori in corso» che i

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casi presentati dal libro portano alla lu-ce. Un futuro verosimilmente caratte-rizzato da profonde discontinuità conquanto abbiamo sin qui vissuto, che cichiama quindi a una particolare re-sponsabilità quanto a una sua costru-zione, ma che è già oggi costruito nelmomento in cui ci sentiamo e ci mettia-mo da subito in gioco.

Ancora una volta non è una «scoper-ta» che ne spiazza un'altra: è un siste-ma di convinzioni (e di tecnologie, ma-vengono dopo) che ne spiazza un altro.Allora correggo quello che sostenevoprima: certo, il libro è un esame di fattie di realtà, ma quanti sogni ci sono den-tro. Altrimenti,a che servono le ali?

Estratto della postfazionea Green Italy di Ermete Realacci.

Alberto Meomartini è presidente diAssolombarda.

IV R OO U ZIO NE RISERVATA

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Green Italy:perché ce lapossiamo faredi Ermete Realaccicon prefazione diIvan Lo Bello epostfazione diAlbertoMeomartini,Chiare lettereeditore, 336pagine, 15 euro.

Per un futuro sostenibilew Green Italy racconta 25 storie diimprese, istituzioni e associazioniitaliane da Nord a Sud, che hanno decisodi scommettere sulfuturo, puntando susoluzioni eco-sostenibili. Realacciracconta casi e realtà imprenditorialisorprendenti diffuse sul territorio chepuntano su filiere verdi, tecnologie°pu lite" e sinergie tra ecologia eindustria.ì-sì, 11 libro sarà presentato da Rea laccidomani alle ore 18 alla Sala Cameranadell'Assolombarda in Via Pantano 9 aMilano. Interverranno con l'autore ilministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ilpresidente di Confindustria Sicilia, IvanLo Bello, e il presidente di Assolombarda,Alberto Meomartini, con ilcoordinamento di Marina Terragni.

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Realacci in Confindustriaa presentare «Green Ita

IL LIBRO di Ermete Realacci dal titolo «Green Italy»saràpresentato il prossimo 2 aprile nella sede di Confindustria aFirenze. Insieme all'autore del libro, sull'economia verdeche potrebbe salvare l'economia del nostro Paese, interver-ranno al dibattito in Confindustria anche Erasmo D'Angeli,Gabriele Poli, il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il presi-dente della Regione Toscana Enrico Rossi. A coordinare ildibattito il direttore de La Nazione Mauro Tedeschini. II li-bro di Realacci cerca di indirizzare l'attenzione della politi-ca sulle risorse economiche italiane legate alla green eco-nomy, un percorso di sviluppo delle potenzialità del territo-rio e della cultura del Bel Paese, evidenziando inoltre le pos-sibilità date dalle fonti di energia rinnovabili. Ermete Rea-lacci, ambientalista e parlamentare, è presidente onorario di«Legambiente», ha promosso e presiede «Symbola», la fon-dazione perle qualità italiane e ha scritto con Antonio Cian-ciullo il libro «Soft economy».

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Green Italy di RealacciFirenze, Confindustria, Via Valfonda 9Lunedì (ore 17.30) presentazione di «GreenItaly», il nuovo libro di Ermete Realacci conMatteo Renzi, Enrico Rossi, Erasmo D'Angelis eGabriele Poli. Coordina Mauro Tedeschini.

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IL LIBRO DIR CCI IN CONFINDUSTRIA

Green Italy, scommesse v ïper un Paese

.cerca dí futuro

La Toscana come brandDOMANI alle 17,30 nella se-de di Confindustria FirenzeErmete Realacci presenta ilsuo libro Green Italy, con Era-smo D'Angelis, Gabriele Po-li, Matteo Renzi, Enrico Ros-si. Coordina Mauro Tede-schini , direttore de La Nazio-ne. Ecco una pagina del libro.

Quando il territorio vale piùd'uno spot . Consorzio per latutela dell'olio toscano Igp

Il consorzio più grandedell'alimentare italiano

Il Consorzio per la tuteladell'olio toscano Igp nasce, sul-la scorta di un precedente con-sorzio, nel 1997, con l'obiettivodi garantire ai produttori tosca-ni l'Indicazione geografica pro-tetta (Igp). Il riconoscimento ar-riva nel 2008,con la denomi-nazione «To-scano». Oggi èil consorziopiù grande,per numero disoci, dell'ali-mentare italia-no. Parliamodi quasi12.000 sogget-ti, per la granparte olivicol-tori, quasi tutti produttori picco-li e molto piccoli, aziende fami-liari che di uliveti ne hanno po-chi ettari. Più di sette milioni lepiante iscritte (la metà di quellepresenti in regione), per una su-perficie totale di 300.000 ettaridistribuiti per due terzi nelleprovince di Grosseto, Firenze eSiena. Poi ci sono circa trecentofrantoi e seicento imbottigliato-ri. «Il numero dei soci è in conti-nua crescita» racconta il presi-dente del consorzio, Fabrizio Fi-lippi: «Due anni fa ci sono statimille nuovi iscritti, l'anno scor-so quattrocento. Segno chel'Igp è percepita come un valore

aggiunto, come un'opportuni-tà». Nel complesso, la produzio-ne del consorzio oscilla tra le3300 e le 3900 tonnellate l'anno,più di ogni altro olio italiano adenominazione. Il che, a span-ne - visto che la quotazionedell'Igp toscano è di circa 7 o 8euro, in media, al chilogrammo- vuol dire un fatturato comples-sivo attorno ai 30 milioni di cu-ro. L'export è la voce commer-ciale principale: varca i confininazionali più del 60 per centodella produzione certificata.Prendendo la via degli StatiUniti, del Canada, della Germa-nia, della Gran Bretagna e delGiappone: «Sono i mercati -spiega Filippi - indubbiamentepiù maturi e abituati alla quali-tà».Il primo obiettivo del consor-

Ermete Realacci coi suo libro

zio, la sua ra-gione sociale,

è la qualità.Per essere«ToscanoIgp» l'olio de-ve rispettare irigidi palettifissati dal di-sciplinare diproduzione.Innanzitutto,dice il presi-

dente, «oltre al rispetto di para-metri chimici e organolettici, èindispensabile che tutte le fasidi produzione, dalla raccolta emolitura delle olive fino al con-fezionamento del prodotto, av-vengano all'interno del territo-rio amministrativo della regio-ne Toscana». Un orientamentoben più restrittivo della mediadegli altri prodotti Igp - per iquali di solito è sufficiente chel'ultima tappa della filiera si tro-vi nell'area di riferimento - emolto più vicino a una Dop (De-nominazione di origine protet-ta), che prevede appunto un le-game con il territorio in tutte lefasi....

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GREEN ITALYDomani nella sede diConfindustria il presidenteonorario di Legambiente ErmeteRealacci presenta il suo nuovolibro «Green Italy». Con lui ilsindaco Matteo Renzi, ilgovernatore della ToscanaEnrico Rossi, Erasmo D'Angelis,Gabriele Poli, Mauro Tedeschini.Domani, v V sfonda, 17.30.

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GREENITALYFIRENZE Domani 17.30 - 19.30, in Confindu-stria Firenze, Ermete Realacci presenta il libro. In-terviene: Erasmo D'Angelis, Gabriele Poli, MatteoRenzi ed Enrico Rossi. Cordina Mauro Tedeschini.

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"GREEN ITALY'SCELTA OBBLIGATA

GIOVANNI VALENTINI

NESSUNO può dare lezioni di economia al profes-sor Monti e al suo governo, ma- come avvertivagià Luigi Einaudi-"chi cerca rimedi economici a

problemi economici è su falsa strada". E dunque, se èancoravero che `ilproblema economico èl'aspetto e laconseguenzadi unpiù ampio problema spirituale emo-rale", la questione dell'energia e in particolare delleenergie rinnovabili superala dimensione strettamenteeconomica, perché coinvolge l'ambiente, l'aria che re-spiriamo, la qualità della vita e quindi la salute di tuttinoi.

In un Paese in cui paghiamo il prezzo della benzinapiù alto di tutt'Europa, a causa delle accise che risalgo-no allaguerradiAbissinia (1935), allacrisi di Suez (1956)o al disastro del Vajont (1963); lo stesso Paese in cui gliincentivi statali destinati dal'92 alla produzione di ener-gia da fonti rinnovabili o "assimilate" sono finiti nellecasse delle aziende che gestiscono inceneritori di rifiu-ti o impianti a carbone e addirittura nelle tasche dei pe-trolieri, evidentemente il problema è tutt'altro che eco-nomico. Qui si tratta, piuttosto, di politica industriale,ambientale e sanitaria. Ma anche di politica europea,posto che l'Italia s'è impegnata a rispettare il "pacchet-to clima-energia" con gli obiettivi fissati dall'Ue per il2020: e cioè, a ridurre del 20% entro quella data le emis-sioni di gas serra, a realizzare il 20% di risparmio ener-getico e infine ad aumentare del 20% la produzione dafonti rinnovabili.

Oggi, rispetto a quest'ultimo traguardo, siamo più omeno a metà strada, intorno al 10%. Ma molto resta an-cora da fare. Eppure, mentre daunaparte dobbiamo ri-sparmiare, ridurre gli sprechi e i consumi in nome del-l'austerità, e dall'altra dobbiamo cercare di alimentarela ripresa e il lavoro, questo sarebbe proprio il momen-

to più propizio per procedere decisamente sulla viamaestra della "Green economy", ribattezzata ora"Green Italy" dal titolo accattivante di un libro pubbli-cato recentemente da Ermete Realacci. Una scelta ob-bligata, non un'alternativa possibile o un optional.

All'interno dell'economia "verde", quello dell'ener-gia pulita è uno dei pochi comparti che hanno svolto fi-nora una funzione anticiclica nella congiuntura inter-nazionale, favorendo la nascita di nuove aziende e lacreazione di posti dilavoro. Evero cheilsistemadegliin-centivi h a prodotto distorsioni, abusi, speculazioni. Edè opportuna e necessaria perciò un'equilibrata revisio-ne dell'intera disciplina, soprattutto per quanto riguar-da il fotovoltaico.

Ma sarebbe un doppio delitto, contro l'economia econtro l'ambiente, affossare il settore, privandolo dicertezze normative o bloccando il processo in atto. Nona caso, secondo i dati forniti dalla stessa associazione,nel 2010 le fonti alternative ci hanno consentito di ri-sparmiare 61 milioni di tonnellate equivalenti di petro-lio, riducendo in proporzione le emissioni di C02 equindi l'inquinamento atmosferico.

Sono ormai i195%, come documentaLegambiente, iComuni che in rapporto alle caratteristiche naturali delterritorio hanno adottato un mix di tutte le fonti rinno-vabili in tutt'Italia: da 500 che erano sei anni fa, sono ar-rivati a 7.986, p er un totale di circa 400 mila impianti dis-seminati nella Penisola. Sta cambiando o è già cambia-ta, insomma, la struttura del sistema energetico italia-no. Si va verso un modello di autonomia energetica, diproduzione sempre più diffusa e distribuita. Un'ener-gia, dunque, anche più democratica.

Mai come in questo campo il valore prioritario del-l'Ambiente, fondato sulla cultura del limite, appare atutti gli effetti il motore e allo stesso tempo il regolatoredi uno sviluppo sostenibile. E deve diventare perciò"Politica generale", come predicò bene Walter Veltronial suo esordio da segretario del Pd al Lingotto di Torino,salvo poiperdersi in cattivi razzolamenti. Sepropriovo-gliamo essere più tedeschi dei tedeschi sull'articolo 18esui licenziamenti, non si vede perché dovremmo esse-re meno tedeschi dei tedeschi sulle energie rinnovabili.

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Non è un paese per giov

Under 30 senza lavoroui sono saliti x116,2%

I dati Istat sulla disoccupazione in Toscana e in ItaliaCresce la disoccupazione in

Toscana ed è allarme rosso perle donne ed i giovani, che han-no ancora più difficoltà a trova-re un impiego. I dati Istat dico-no che in Toscana la disoccupa-zione è salita dal 6,1% del 2010al 6,5 del 2011, che la provinciacon l'emergenza più pronuncia-ta è quella di Massa-Carraracon un tasso di disoccupazionedell'11,7% e che la disoccupazio-ne tra le donne è il 7,9% controil 5,4 degli uomini.

«I dati sulla disoccupazionegiovanile, diffusi da Istat, pon-gono in maniera drammatical'esigenza di un rilancio fortesullo sviluppo economico, an-che a livello territoriale - hadetto Gabriele Poli (nella fotosotto), presidente del gruppoGiovani Imprenditori di Confin-dustria Firenze, intervenendoalla presentazione del libro diErmete Realacci, «Green Italy»

di ieri in Confindustria - An-che in Toscana, infatti, i disoc-cupati fra i 15 e i 29 anni sonosaliti al16,2%o, mostrando chia-ramente che la crisi non ci harisparmiato; e che le difficoltàattuali obbligano tutti a un deci-so cambiamento di passo, di ap-proccio e di mentalità . A partireproprio dai temi dell'ambientee della sostenibilità , da conside-rare non più come vincoli allosviluppo industriale , ma comeopportunità di crescita e di ripo-sizionamento competitivo».

«Il nostro "futuro sostenibi-le" passa dal non rassegnarci adiventare un grande agrituri-smo o una vetrina museale -ha proseguito Gabriele Poli -Servono tutte quelle filiere delnostro made in Italy che da sem-pre sono capaci di creare quali-tà e bellezza, nel rispetto del-l'ambiente e del territorio». Ladisoccupazione in Toscana èpiù bassa di quella in Italia(8,4%) e delle regioni del Cen-tro (7,6), ma è più alta di quelledel Nord (5,8) dove la disoccu-

pazione è addirittura diminui-ta, sia pure di pochissimo, nel20011 rispetto all'anno prece-dente. Il tasso di disoccupazio-ne dei giovani italiani è dram-matico - 31,9% - in salita dioltre il 4% su base annua e ilmercato del lavoro penalizza ledonne (clamorosa, ad esempio,la differenza tra occupati uomi-ni e donne nella provincia di Pi-stoia).

Analizzando la geografia dellavoro che non c'è, le provinciecon tasso di disoccupazionepiù basso si registra a Lucca ePisa, con il 5,8% di media, quel-lo più alto nella provincia diMassa-Carrara, mentre la pro-vincia fiorentina si attesta sul6,1% ed i dati evidenziano le dif-ficoltà di Prato (6,7%), Livornoe Pistoia, tutte aree colpite dallacrisi, anche nelle grandi azien-de di riferimento del territoriocome Lucchini e AnsaldoBreda.

Sulle crisi è impegnata an-che la Regione e dall'assessora-to al lavoro di Gianfranco Si-moncini fanno sapere che gli in-

terventi sono praticamente quo-tidiani. Sulla Lucchini (2.ooo ad-detti, oltre ai 1.ooo dell'indot-to) è stato portato avanti il pia-no di ristrutturazione del debi-to e si cerca un nuovo investito-re. Sulla Dalmine un protocollod'intesa siglato da Tenaris (lasocietà proprietaria dell'azien-da) istituzioni e parti socialipunta al rilancio dello storicostabilimento. La vertenza De To-maso dura da sei anni dopo lachiusura della ex Delphi di Li-vorno, alla Mabro dopo il pas-saggio di proprietà andato a fi-nire male, con l'aiuto di Fidito-scana si è trovato un nuovocompratore (il pratese Baronti-ni) che riassorbirà i 260 dipen-denti, e l'elenco continua con laRichard Ginori, la Btp, la EasyGreen, la Seves, la Eaton e cos!via... «La crisi - come ha dettoieri il presidente della Toscana,Enrico Rossi - non sarà brevee non si chiuderà nel 2013: saràpiù lunga del governo tecnico».

Mauro Bonciani0 R,RRCDu7 CNR R,SRRVRT

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rapporto 11

L 62-,2--- L4 -Piemonte ------------------68,8

ind icatoriPrincipali

------- - --Valle d'Aosta 70,5 {

del mercato Lombardia 69,0del lavoro Trentina A.A. 71,0------------------------------------------

er regione . Bolzano 73,1

Anno 2011 Trento 6g'oVeneto 68,4Friuli V.Giulia 67,5----- --------------------------------Liguria 67,5---------------------------------------Emilia Romagna 71,6

Umbria 67,3Marche 67,6Laz io 65,3Abruzzo 60,9--------------------------------------Molise 55,9--------------------------------------Campania 46,4--------------------------------------Puglia 51,4---------------------------------------Basilicata 54,2Calabria 47,9

201162,269,770,8

----,771,373,569,268,4

s7®8-s7;s71,8

1 5,201056,9_____

63,5----67,4-65,1---_.-68 5 -_71,1--_-___66,0--- -

-_64,563,663,0

201

56,9----------- -------8,4 -- -- 8'4---=3----------- -------7'-6-- ---7'667,0 4,4 5,3------------- --------- --

'7----------- -------5°15 - -- -- 5'868,5 ----------- -------3°5 --- -- 3'971'0 2,7 --------- ,3----------------- ------- ---=1 4,3 4,564,9 5,8 5,0---------------- --------------- --------------

,2 5,7 5,2------------------ ---------------63,2 6,5 6,3

67,4 167,9 5,7 5,3

62,767,4 63,664,6 59,262,1 55,556,2 51,146,7 39,951,6 44,454,2 47,148,8 42,2

Sicilia 50 ,1 _1 49,5_ 42,6------------------------------------ -------------------Sardegna 59,5 60,3 51.0

62,3 6,6 6,562,8 5,7 6,758,8 9,3 8,956,8 8,8 8,550,6 8,4 9,9

14,0 15,544,8 13,5 13,147,6 13,0 12,042,5 11,9 12,702,3 ---- --14,7 14,4------ -- -52,ti 14 . 1 13,5

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11 i Le mosse di Palazzo Vecchio con il Governatore

Renzï, Rossi e il dossierQuattro fronti apertifra Firenze e la Regione

Oggi Palazzo Vecchio conse-gnerà alla Regione l'annuncia-to «dossier-Firenze» per rilan-ciare la collaborazione e accele-rare su alcune questioni crucia-li per la città. Un assaggio del(possibile) nuovo lima è anda-to in scena ieri alla presentazio-ne del libro di Ermete Realacci«Green Italy» dove Renzi e Ros-si si sono incrociati tra i sorrisiper pochi minuti. Prima il sin-daco di Firenze aveva di nuovoincalzato il governatore sul fu-turo dell'aeroporto Vespucci- «alla Regione tocca il compi-to di chiudere bene questa par-tita, altrimenti è naturale chel'aeroporto di Firenze divengaBologna» - ma nella sede diConfindustria c'è stato solo fa-ir play e la comune convergen-za sulla politica dei volumi ze-ro e del riuso del territorio.

Presto per capire se la nuo-va stagione del «patto dell'Ar-no» tra Rossi e Renzi si concre-tizzerà, ma intanto Palazzo Vec-chio si dice disposto a firmareun protocollo con la Regione.«Con la Regione - ha osserva-to il sindaco - si deve lavora-re insieme. Si possono avereopinioni diverse su Pd o Bersa-ni, ma quando si parla ad esem-pio della Fortezza da Basso odel termovalorizzatore, nonc'è bisogno di mettersi in con-

trapposizione. Se la Regionevorrà siamo pronti a firmareun protocollo d'intesa». Le«questioni aperte» che doma-ni arriveranno a Palazzo Stroz-zi Sacrati sono divise in più fi-loni. Sull'urbanistica il Comu-ne chiede alla Regione la pienaattuazione della legge Monti,così da poter approvare il bi-lancio con le varianti relativealle dismissioni. Sui servizipubblici Renzi vuole esserecoinvolto nel processo di rifor-ma e sui trasporti chiede l'inse -

rimento della linea 4 dellatramvia nell'accordo sul tra-sporto pubblico locale. Sullacultura si vuole rafforzare lacollaborazione sul Maggio Mu-sicale, e magari coinvolgere laRegione su Pergola e Murate, esul sociale si chiedono i fondipromessi, ma anche aiuti sullascuola d'infanzia. Ovviamenteci sarà un capitolo su aeropor-to e Parco della Piana. «Biso-gna capire se la Regione nonsolo mette insieme le due real-tà, ma dà un'idea di sviluppo

II sindaco: «Tutti pensanoche la città non debbaavere un aeroportostriminzito come oggi»

Sindaco Matteo Renzi Governatore Enrico Rossi

intelligente - spiega Renzi -Che Firenze debba avere un ae-roporto che non sia quello stri-minzito che ha oggi, ma unoscalo con una pista normale lopensano tutti; e che Pisa possaessere l'aeroporto internazio-nale della Toscana e di Firenzeè un dato di fatto». Al dibattitosul libro di Realacci, organizza-to da Confindustria Giovani Fi-renze, Rossi, partendo dal casodi Rimigliano ha sottolineato«che coniugare sviluppo e am-biente si può e riformeremo lalegge urbanistica per dare piùforza al principio del riuso delsuolo perché la Toscana nonpuò essere la regione delle se-conde case» e concluso: «Piùindustria manifatturiera diqualità significa anche tuteladel paesaggio».

Mauro Boncianí

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DIBATTITO SUL LIBRO D i REALACC I

2assare-10 . .

per battere la ensi2cco 1 _ -

FIRENZEC ' A SOLA via di salvezza per uscire dal-la crisi. In Toscana forse più che in qualsiasialtro territorio: è quella dello sviluppo soste-nibile, quello che non consuma l'ambiente,ma lo rispetta e lo valorizza. E' la «GreenItaly» dell'onorevole Ermete Realacci teoriz-zata in un libro che, proseguendo il tracciatogià segnato con la sua prima uscita, raccontale storie di passione e sudore di imprenditoriintelligenti che hanno davvero saputo 'vol-tar pagina' e guardare al futuro. Ieri nella se-de di Confindustria a Firenze a presentare illibro c'erano attori importanti nel processodi sviluppo toscano. Il governatore EnricoRossi e il sindaco Matteo Renzi, protagonistidi un dibattito moderato dal direttore de LaNazione Mauro Tedeschini, insieme natural-mente all'autore del libro, l'onorevole Erme-te Realacci, al presidente di Publiacqua Era-smo D'Angelis e al presidente dei giovani im-prenditori di Firenze, Gabriele Poli. Doman-de a raffica, la prima al sindaco del pianostrutturale a volumi zero. Nessun timore dibloccare l'economia? «No, rifarei quel pianocento volte perchè far crescere un territorionon può più voler dire consumarlo con il soli-to schema delle lottizzazioni a schiera. Stia-mo aspettando risposte importanti dallo Sta-to sul recupero delle ex caserme che sono un-dici buchi vuoti nella nostra città. E io penso

a una Firenze che sia bella per i miei nipoti. Iproblemi dello sviluppo in Italia e in Tosca-na sono la burocrazia, la giustizia troppo len-ta e una pressione fiscale insopportabile». Al-meno su questo il governatore Rossi è in pie-na sintonia con Renzi: «E' possibile concilia-re sviluppo e ambiente e tenere a un buon li-vello il nostro punto di forza che è la manifat-tura.

TUTTO QUESTO vuol dire modello economi-co nuovo, senza mai perdere di vista i proble-mi del territorio che combatte ormai con lasiccità e con i cambiamenti climatici. Pensoai boschi che devono diventare il punto cen-trale delle nostre politiche. Entro il 2014 ab-

biamo assoluto bisogno della riconversioneecologica della nostra economia perchè, siachiaro, non troveremo una via d'uscita rapi-da dalla crisi». L'ultima domanda, natural-mente a Realacci: 25 storie vere raccontate,ma che fare per uscire dalla crisi? «Einaudidiceva che un problema economico è solol'aspetto di un problema morale e sociale. Ec-co perchè penso che non è dall'articolo 18che si può ripartire. L'Italia deve fare l'Italiaun Paese capace di produrre all'ombra deisuoi campanili cose che piacciono al mondo.Ed è arrivato il momento di accettare la sfidadel futuro. E questo è un libro per chi vuoletornare a combattere».

Paola Fichera

II presidentedella ToscanaEnrico Rossi,ErmeteRealacci e ildirettore de LaNazione, MauroTedeschini

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L'IMPRENDITORIA GREENPER IL, RILANCIO DELLA TOSCANAGABRIELE POLI

nche in Toscana, i disoccupati frai 15 e i 29 anni sono aumentati: secondo l'Istat, sonosaliti al 16,2%. Una chiara dimostrazione chela crisi non harisparmiato né lanostra re-gione, né la provincia di Firenze. Uno scenario che pone in maniera drammatical'esi-genza di un rilancio forte sullo sviluppo economico, anche a livello territoriale.

Le difficoltà attuali obbligano tutti aun deciso cambiamento di passo, di approccioe di mentalità. A partire proprio dai temi dell'ambiente e della sostenibilità, da consi-derare non più come vincoli allo sviluppo industriale, ma come opportunità di cresci-ta e di riposizionamento competitivo.

Nel nostro territorio è giàpresente una`imprenditoria-green", capace di pro- stro"futuro sostenibile" staancheinque-durre ricchezza in maniera innovativa e sto modello di sviluppo green, se non no-diimporsisuimercatiglobali:sono tutte gliamo rassegn arci adiventare un grandequelle filiere del nostro made in Italy che, agrituri smo o unavetrinamuseale. La so-da sempre, sono capaci di creare qualità stenibilità - fra l'altro - è conseguenzaebellezza, nelrispetto dell'ambiente e del di innovazione di prodotto e di processo,territori o. E si tratta di filiere che operano di efficienza ambientale e di risparmio dineicompartitradizionalmente"ambien- costi. Dunque è un driver concorrenzialetali ", ma anche nei settori tradizionali del perle nostre produzioni manifatturiere,nostro made in ltaly. Lo abbi amovisto al- oggi alla prova di competitor temibili co-la presentazione del libro di Ermete Rea- me Cina e India, capaci certo divincere lalacci "Green Italy". Un appuntamento battaglia nei costi, ma sicuramente per-molto interessante al quale hanno parte- denti sul fronte della qualità e degli stan-cipato, insieme all'autore, anche il presi- dard sociali e ambientali che stannodente della Regione, Enrico Rossi e il sin- "dentro" ai nostri prodotti. Si tratta didaco, Matteo Renzi. Tutti concordi nel ri- rendere queste caratteristiche "leggibili"conoscere che coniugare ambiente-so- dal mercato e dai consumatori, oggi sem-stenibilità- sviluppo in un territorio come pre più attenti agli intangibleassets.il nostro, non solo è possibile, ma è ne- F.' questa, la direzione di marciadase-cessario perché nella competizione glo- guire; la crisi impone a tutti di attrezzarebale è un "vantaggio competitivo". Il no- questo territorio per un futuro che sia an-

cora propenso allo sviluppo e al fare im-presa, cioè capace di garantire lavoro ebenessere, di redistribuire ricchezza eopportunità. E per questo c'è bisognonon solo di un'imprenditoria che sappiaaggiornare prodotti e processi nel segnodella qualità totale, ma c'è anche la ne-cessità di contare su un territorio fioren-tino che sappia interfacciare meglioquella crescita industriale che può esserel'antidoto per uscire dalla crisi.

Firenze ha mille potenzialità, non de-ve attrarre solo turismo culturale e eno-gastronomico, pure necessari. Deve, in-vece, ampliare i propri orizzonti e porsialtri obiettivi coerenti con la propria im-magine. Il nostro impegno di Giovani Im-prenditori c'è. E si concretizza anche nelsostegno delle giovani idee imprendito-ri ali: lo facciamo promuovendo borse distudio, ma anche con un progetto cheportiamo avanti con i nostri colleghi se-nior, per favorire la nascita di nuove im-prese.E abbiamo in ponte anche altre ini-ziative. Crescere è investire sul futuro: igiovani, le giovani idee imprenditorialisostenibili.

L'autore è presidente GiovaniImprenditori ConfindustriaFirenze

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