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    IRINA TODOROVA

    NATI IN BULGARIA Aspetti sociali e psicologici della separazione dei bambini

    dalle loro famiglie di origine in Bulgaria e il loro cammino

    verso le famiglie adottive

    2017

    Sofia

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    Questo libro è distribuito gratuitamente. È un regalo per i bambini bulgari adottati in Italia e le loro famiglie adottive.

    © Irina Todorova, 2017.

    ISBn 978-619-7171-51-8

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    INDICE

    INTRODUZIONE ................................................................................................ 9

    STORIA DEI BAMBINI ...................................................................................... 11

    I MOTIVI PER CUI I GENITORI DECIDONO DI COLLOCARE I PROPRI FIGLI

    PRESSO ISTITUTI, CENTRI DI ALLOGGIO DI TIPO FAMILIARE, FAMIGLIE

    AFFIDATARIE ................................................................................................... 11 Le madri rimangono sole. Hanno difficoltà nel superare i problemi che

    incontrano e chiedono l'assistenza dello Stato sotto forma di cura per i

    bambini negli orfanotrofi o nelle famiglie affidatarie. ................................... 12 I genitori sono in difficoltà finanziarie. Non riescono a soddisfare i bisogni

    della famiglia e dei figli. A causa delle difficoltà sono costretti a cercare

    soluzioni alternative per la cura in orfanotrofi o in famiglie affidatarie. ....... 14 La famiglia ha molti figli. Le sue risorse non sono sufficienti per prendersi

    cura di tutti i figli. ........................................................................................... 18 I genitori soffrono di malattie gravi. Hanno bisogno di cure particolari. Non

    sono in grado di prendersi cura dei figli, di lavorare e assicurare il reddito e le

    condizioni di vita necessarie. .......................................................................... 19 La madre del bambino è privata di diritti civili o della libertà ........................ 19 Le madri sono minorenni. Sono i loro genitori che prendono la decisione di

    collocare il figlio in orfanotrofio, in una famiglia affidataria o iscriverlo per

    l'adozione. ...................................................................................................... 20 Le madri sono vittime di abusi sessuali. Sono in uno stato di trauma che

    influenza fortemente la loro percezione riguardo la gravidanza, la nascita e il

    bambino. ........................................................................................................ 21 I genitori sono deceduti. Gli operatori sociali non riescono a trovare altri

    parenti capaci di prendersi cura del bambino. ............................................... 21 Il bambino è disabile ed i genitori non hanno risorse per assicurare la cura

    necessaria ....................................................................................................... 22 Il bambino è collocato in un orfanotrofio o in una famiglia affidataria su

    iniziativa degli operatori sociali ...................................................................... 23 COME LE MADRI REAGISCONO ALLA SEPARAZIONE DAI PRORI FIGLI ............ 29 Le madri rifiutano di vedere il bambino dopo la nascita. ............................... 29 Le madri richiedono un incontro con gli uffici sociali per ottenere aiuto nella

    cura dei propri figli. ........................................................................................ 30 Le madri sono categoriche nel voler collocare i loro figli in istituto e iscriverli

    per l'adozione successiva. .............................................................................. 31

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    Le madri reagiscono con grande preoccupazione, profondo dolore e conflitto

    interno ............................................................................................................ 32 Le madri si ammalano ..................................................................................... 32 Le madri non capiscono quello che è accaduto a causa dello stato di salute in

    cui sono. ......................................................................................................... 33 Le madri esprimono profondo dolore e vogliono porre fine alla loro vita ..... 33 Le madri o altri parenti coinvolgono i bambini in accattonaggio ed altre

    attività con conseguenze negative sui bambini e si arrabbiano verso le azioni

    degli operatori sociali che prendono misure di rimozione dei bambini dalla

    casa genitoriale............................................................................................... 33 Le madri che sembrano reagire con l'indifferenza alla separazione dal

    bambino. ........................................................................................................ 34 Le madri si arrabbiano con le azioni degli operatori sociali. Minacciano

    l'assistente sociale. ......................................................................................... 34 Le madri sono tranquille perché il bambino si trova in un posto "sicuro" e

    riceve l'accudimento di cui ha bisogno........................................................... 35 COME I BAMBINI REAGISCONO ALLA SEPARAZIONE CON I PARENTI ............. 35 Separazione subito dopo la nascita ................................................................ 35 La separazione dalla madre in una fase successiva quando i bambini

    capiscono i motivi per cui devono abbandonare le proprie famiglie. ............ 36 I bambini sono soddisfatti perché la separazione ha messo fine alla violenza

    che è stata esercitata, ma nello stesso tempo sono ansiosi a causa della

    separazione dalle loro famiglie....................................................................... 38 Separazione prolungata .................................................................................. 38 Dopo la separazione, seguono incontri tra il bambino e sua madre o altri

    parenti. ........................................................................................................... 39 SVILUPPO DELLE RELAZIONI TRA I BAMBINI E LE LORO FAMIGLIE BIOLOGICHE

    DOPO LA RIMOZIONE DEL BAMBINO DALLA FAMIGLIA ................................. 40 La madre visita il bambino nell'orfanotrofio, o incontra il bambino con i

    genitori affidatari. ........................................................................................... 40 La madre non visita il bambino ....................................................................... 41 Il bambino non incontra sua madre, ma incontra altri parenti. ..................... 42 Il bambino torna a casa dei suoi genitori, ma per breve tempo. Poi rientra

    nell'orfanotrofio o in una famiglia affidataria. ............................................... 42 Il bambino non incontra i parenti secondo la decisione dei servizi sociali ..... 43 L'assistenza che il bambino riceve per superare la separazione dalla sua

    famiglia ........................................................................................................... 43 Istituti per assistenza medico - sociale ai minori ............................................ 44

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    Istituti per bambini privi di cure parentali ...................................................... 44 Istituti per bambini con ritardo mentale ........................................................ 45 Centro di alloggio di tipo familiare ................................................................. 45 Famiglie affidatarie ......................................................................................... 46 ADATTAMENTO DEI BAMBINI NEGLI ISTITUTI, NEI CENTRI DI ALLOGGIO DI

    TIPO FAMILIARE E NELLE FAMIGLIE AFFIDATARIE .......................................... 46 Adattamento dei bambini negli istituti ........................................................... 46 Adattamento dei bambini in famiglie affidatarie ........................................... 48 Adattamento dei bambini in condizioni di molteplici cambiamenti dei luoghi

    in cui vivono. ................................................................................................... 48 Il numero degli istituti in cui è possibile collocare un bambino. .................... 49 SVILUPPO DEI BAMBINI .................................................................................. 51 Tendenze nelle prime fasi di sviluppo del bambino nell’orfanotrofio ............ 53 Primi passi autonomi (sviluppo delle capacità motorie nella prima infanzia) 53 Sviluppo del linguaggio ................................................................................... 54 Sviluppo sensoriale ......................................................................................... 55 Sviluppo emozionale e sociale ........................................................................ 55 Abitudini e competenze .................................................................................. 56 Sviluppo dei bambini da 3 a 7 anni negli istituti ............................................. 57 Sviluppo dei bambini negli istituti in fase di ristrutturazione e nei centri di

    alloggio di tipo familiare. ................................................................................ 58 Sviluppo dei bambini nei centri di alloggio di tipo familiare .......................... 59 Sviluppo dei bambini in famiglie affidatarie ................................................... 61 Un caso particolare ......................................................................................... 63 ISTRUZIONE ..................................................................................................... 64 Risultati scolastici............................................................................................ 64 Adattamento a scuola ..................................................................................... 65 CARATTERISTICHE DEL COMPORTAMENTO E DELLE ESPERIENZE DEI BAMBINI

    NEGLI ISTITUTI, CENTRI DI ALLOGGIO DI TIPO FAMILIARE ............................. 67 E FAMIGLIE AFFIDATARIE ................................................................................ 67 Caratteristiche specifiche nel comportamento dei bambini degli istituti per

    l’infanzia. ........................................................................................................ 67 Caratteristiche specifiche nel comportamento dei bambini dei centri di

    alloggio di tipo familiare. ................................................................................ 69 Caratteristiche specifiche del comportamento e delle esperienze dei bambini

    collocati in famiglie affidatarie. ...................................................................... 71 LE CONDIZIONI DI SALUTE DEI BAMBINI......................................................... 72

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    LO STATO DI SALUTE DELLA MADRE DURANTE LA GRAVIDANZA E IL SUO

    ATTEGGIAMENTO VERSO LO SVILUPPO E LO STATO DEL BAMBINO.............. 72 Lo stato di salute della madre durante la gravidanza ..................................... 72 La gravidanza e il monitoraggio della gravidanza ........................................... 73 Il fumo, l’uso di alcol e droghe durante la gravidanza. ................................... 73 La violenza durante la gravidanza................................................................... 74 LO STATO EMOTIVO E LO SVILUPPO COGNITIVO DELLA MADRE ................... 74 Sviluppo cognitivo anormale delle madri ....................................................... 74 Disturbi dello stato e sviluppo emotivo .......................................................... 75 STATO DI SALUTE DEL PADRE ......................................................................... 75 STATO DI SALUTE DI ALTRI PARENTI ............................................................... 76 Fratelli e sorelle con deficit nello sviluppo cognitivo, sindromi e altre malattie

    ereditarie. ....................................................................................................... 77 NASCITA .......................................................................................................... 77 Età della madre al momento della nascita del bambino ................................ 77 Ordine della nascita ........................................................................................ 77 Nascita ............................................................................................................ 77 STATO DEL BAMBINO DOPO LA NASCITA ....................................................... 78 Le cure mediche per il bambino subito dopo la nascita ................................. 78 Analisi specializzate mediche e cure in seguito al collocamento del .............. 79 bambino in istituto, centro di alloggio di tipo familiare o famiglia affidataria79 Assunzione di farmaci ..................................................................................... 80 La necessità di cure mediche speciali ............................................................. 80 Stato di salute dei bambini ............................................................................. 81 ADOZIONE IN BULGARIA CONDIZIONI DI ISCRIZIONE DEL MINORE NEL

    REGISTR PER L‘ADOZIONE .............................................................................. 85 I RAPPORTI TRA IL MINORE, LA SUA FAMIGLIA DI ORIGINE E LA FAMIGLIA

    ADOTTIVA DOPO L’ADOZIONE SCELTA DI FAMIGLIA ADOTTIVA .................... 85 Le condizioni di adozione del minore ............................................................. 85 Da chi e in che modo viene presa la decisione riguardante la scelta del

    bambino e della famiglia adottiva? ................................................................ 89 LA PROCEDURA DI ADOZIONE INTERNAZIONALE ........................................... 91 PREPARAZIONE DEL BAMBINO E DELLA FAMIGLIA ALL’ADOZIONE................ 93 PREPARAZIONE DEL BAMBINO ALL’ADOZIONE AL MOMENTO DI .................. 95 ISCRIZIONE NEL REGISTRO PER L’ADOZIONE .................................................. 95 Come procedono gli incontri di conoscenza tra il bambino e la famiglia

    adottiva .......................................................................................................... 95 I partecipanti agli incontri tra il bambino e la famiglia adottiva ..................... 98

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    Preparazione del bambino all’adozione e presentazione della famiglia in

    qualità di genitori adottivi. ............................................................................. 99 PREPARAZIONE DEL BAMBINO ALL’ADOZIONE DALLA FINE DEGLI .............. 100 INCONTRI AL MOMENTO DELL’ADOZIONE ................................................... 100 Incontri regolari tra il bambino e la famiglia adottiva. ................................. 100 Obiettivi degli incontri tramite collegamenti video tra il bambino e gli

    adottanti ....................................................................................................... 100 Frequenza degli incontri ............................................................................... 101 Luoghi di incontri .......................................................................................... 101 Tempistica degli incontri............................................................................... 101 Durata degli incontri ..................................................................................... 101 Cosa fanno i bambini e i genitori adottivi durante il collegamento video? .. 102 Recuperare i ricordi dagli incontri con gli adottanti ..................................... 102 Linguaggio utilizzato negli collegamenti video ............................................. 104 Conoscere i parenti della famiglia adottiva .................................................. 105 Formazione di nozioni del tempo. Far capire al bambino quando gli adottanti

    ritorneranno nel paese per prenderlo. ......................................................... 105 PREPARAZIONE DEL BAMBINO ALLA SEPARAZIONE DAL LUOGO IN CUI VIVE E

    DAI GENITORI AFFIDATARI, EDUCATORI, INSEGNANTI, AMICI. .................... 106 RITORNO AL PASSATO .................................................................................. 113 Conclusione .................................................................................................. 115 Bibliografia .................................................................................................... 117

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    INTRODUZIONE

    Il presente lavoro descrive i risultati di numerosi indagini e studi su grandi temi che molti bambini adottati, genitori adottivi e genitori biologici sollevano. Ha lo scopo di trasmettere l'esperienza di un gruppo di specialisti a coloro che cercano risposte a domande relative ai motivi della separazione dalle loro famiglie biologiche e perché hanno vissuto nell'ambito degli istituti, famiglie affidatarie o adottive. Le osservazioni e le ricerche qui descritte rappresentano il risultato di incontri con più di 800 bambini che hanno sperimentato la separazione dai propri parenti; lavoro individuale sociale e psicologico con i bambini in orfanotrofi, figli adottati e bambini in affidamento; incontri con genitori biologici, genitori affidatari e adottanti; analisi di relazioni sociali e di altri documenti che descrivono la storia dei bambini, delle famiglie ed il loro sviluppo.

    Tutte le osservazioni e ricerche sono state condotte nel periodo 2004-2016. All'inizio erano studi indipendenti, alcuni dei quali strutturati e condotti con lo scopo specifico di rispondere a domande specifiche. Altri sono stati condotti nel corso del mio lavoro sociale e psicologico con bambini e famiglie. Dal 2009 i miei studenti del dipartimento "Studi sociali e giuridici" di Varna hanno cominciato ad avviare tali studi. Grazie al loro aiuto abbiamo notevolmente ampliato il perimetro dei problemi studiati. In base a questi studi oggi ho la possibilità di unire i numerosi risultati e, con il permesso dei miei studenti, metterli a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno.

    Le ricerche qui presentate non hanno pretesa di rappresentatività, in quanto si svolgono principalmente nell'est della Bulgaria, nonostante siano relative a bambini e famiglie provenienti da tutta la Bulgaria e dall'estero. Questi studi non pretendono di essere esaustivi. Esaminano i vari aspetti dei problemi, ma probabilmente ancora non riescono a coprire tutte le opportunità per il loro sviluppo. Probabilmente ci sono ancora altri punti di vista che non sono stati coperti, tali che sono stati omessi durante lo studio, o altri che non abbiamo ancora raggiunto. Per questa ragione per alcuni lettori sarebbe difficile trovare risposte alle domande che perseguono. Pertanto, questo lavoro rimane aperto a tutti coloro che desiderano completare i testi con la propria esperienza. Chi vuole può presentare le sue domande e raccontare la sua storia all'e-mail: [email protected].

    Prima di andare avanti, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine alla famiglia Mariagrazia, Nelly, Barbara e Gianluca Rampinelli che mi hanno permesso di usare le loro foto in questo libro. Poiché nel mio Paese la pubblicazione delle foto è limitata da molte regole, l'aiuto della famiglia Rampinelli è diventato un'occasione unica per mostrare a tutti i lettori come si svolge il primo incontro tra le famiglie ed i bambini in Bulgaria, come va la

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    preparazione per l'adozione ed i momenti in cui tutta la famiglia si dirige verso la loro casa.

    Vorrei esprimere la mia gratitudine anche a Savina Martinova che ha lavorato per mesi per tradurre questo libro in lingua italiana ed ha reso possibile che ogni riga del libro raggiunga i lettori italiani.

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    STORIA DEI BAMBINI

    I MOTIVI PER CUI I GENITORI DECIDONO DI COLLOCARE I PROPRI FIGLI

    PRESSO ISTITUTI, CENTRI DI ALLOGGIO DI TIPO FAMILIARE, FAMIGLIE

    AFFIDATARIE

    Qual è la mia storia e perché io non vivo nella mia famiglia biologica? È la

    domanda più frequente che i bambini pongono negli istituti, nei centri di alloggio di tipo familiare, nelle famiglie affidatarie e adottive. Dicono che questa è la domanda la più ostinatamente presente nella loro vita quotidiana e che “ossessivamente” cercano la sua risposta.

    Negli anni passati era difficile rispondere a questa domanda. In Bulgaria mancavano studi, i servizi sociali non erano ancora sviluppati e gli unici testimoni della storia di tanti bambini e famiglie erano solamente i direttori degli istituti per l'infanzia.

    Oggi la situazione è diversa. Da 13 anni in Bulgaria ci sono reparti per la protezione dei bambini ed operatori sociali che svolgono incontri con genitori, lavorano con i bambini e descrivono tutte le fasi attraversate dai bambini per ritornare nella famiglia biologica, per giungere all'adozione o al raggiungimento della maggiore età. Scienziati e ricercatori hanno la possibilità di analizzare documenti, di incontrare specialisti, di riassumere i dati e mostrarci le diverse risposte a questa domanda importante per molte persone, che fornisce la pratica sociale oggi nel nostro Paese.

    Dal 2008 ad oggi in Bulgaria diverse organizzazioni hanno condotto delle ricerche sui motivi per cui i genitori decidono di collocare i loro figli in istituti. Nel 2009, uno studio di FICE Bulgaria - Associazione per il sostegno pedagogico e sociale per bambini, ha indicato quali sono le ragioni per cui molti bambini non vengono allevati dai genitori biologici. In primo luogo, le famiglie di molti bambini non hanno delle risorse materiali e delle condizioni di vita per prendersi cura dei loro figli. In secondo luogo, alcune famiglie non hanno sufficiente capacità sociale e psicologica ed in terzo luogo, per vari motivi in alcune famiglie si osserva una motivazione insufficiente, scarso attaccamento emotivo e il desiderio variabile o basso ad allevare il bambino.

    Nel 2010, lo studio del Comitato di Helsinki bulgaro aggiunge che molti genitori sono senza istruzione, senza lavoro e ambiente di sostegno da parte dei parenti. Questa combinazione spesso viene completata da altri fattori negativi come per esempio un gran numero di bambini in famiglia, malattia/disabilità del bambino e/o della madre [1].

    Nel 2011, la ricerca di UNICEF e l'Agenzia per le analisi socio-economiche hanno aggiunto che non ci sono meccanismi efficaci allo scopo di prevenire la gravidanza indesiderata e di favorire l'accesso ai servizi di salute durante la

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    gravidanza, aspetti questi che fanno parte dei motivi per cui molti genitori hanno difficoltà a prendersi cura dei loro figli [2].

    Le mie ricerche su questo tema indicano che in realtà le ragioni per cui numerosi genitori si trovano in situazioni di difficoltà sono molti e le loro capacità di superarle sono limitate. I genitori passano attraverso diverse fasi nella ricerca di soluzioni e solo quando raggiungono un punto in cui non possono trovare alcuna via d'uscita dalla situazione, decidono di collocare i loro figli negli istituti. Questa decisione non significa il rifiuto dei genitori di prendersi cura dei loro figli. Può significare che i genitori non trovano modo di prendersi cura del bambino nelle condizioni in cui vivono. A volte, nonostante le difficoltà i genitori non arrivano a questa decisione. Gli operatori sociali sono quelli che determinano il momento critico nella vita dei bambini e delle famiglie e decidono d'inserire i bambini in orfanotrofio allo scopo di conservare la loro vita e la loro salute.

    A parte gli studi già indicati, nella mia pratica ho constatato che ci sono altri motivi di separazione tra genitori e figli, i quali si riferiscono alla povertà, all'analfabetismo ed alla mancanza di salute. Esistono tali motivi ed è evidente il fatto che molti genitori non riescono a trovare modo di superarli; che molti genitori rimangono soli, si ammalano, hanno paura di non potersi prendere cura dei figli.

    La mia pratica e le ricerche che abbiamo condotto insieme ai miei studenti nel periodo 2004-2016 costituiscono informazioni sufficienti per descrivere diversi gruppi di situazioni in cui le famiglie non sono state in grado di superare le difficoltà incontrate, che hanno portato alla collocazione dei loro figli in orfanotrofi o famiglie affidatarie.

    Le madri rimangono sole. Hanno difficoltà nel superare i problemi che

    incontrano e chiedono l'assistenza dello Stato sotto forma di cura per i

    bambini negli orfanotrofi o nelle famiglie affidatarie.

    Nel periodo 2011-2015, abbiamo condotto due studi sulle caratteristiche socio-demografiche delle famiglie che hanno sperimentato la separazione con i loro figli. Uno degli studi “Abbandono di bambini come fenomeno sociale” è stato condotto nel 2011 sotto la mia guida da Tsvetanka Ilieva del Dipartimento “Studi Sociali e Giuridici" presso l'Università Tecnica di Varna. Nel corso dello studio sono state analizzate 98 relazioni sociali dei bambini di Varna, le cui madri hanno richiesto collocazione dei figli in istituto nello stesso anno. Il secondo studio è stato condotto nel 2015, insieme ad un'altra mia studentessa Kremena Gospodinova. Lo studio riguardava l'indagine delle caratteristiche dei bambini che rimangono per lungo periodo nei registri per l'adozione nazionale in Bulgaria ed ha coperto le relazioni sociali di tutti i 75 bambini iscritti nel

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    registro per l'adozione nella regione di Varna, per cui non è stata trovata un'adeguata famiglia adottiva, per più di un anno.

    L'indagine del 2011 mostra che al momento della nascita del bambino il 57% delle madri è madre single. Il 43% delle madri è sposata o convive con il padre biologico del bambino o con un altro uomo che non è il padre biologico del bambino. L'indagine del 2015 mostra una percentuale leggermente superiore dei madri single - 63% e una percentuale leggermente inferiore nei casi in cui nell'atto di nascita è indicato il secondo genitore [3].

    Stato di famiglia delle madri

    Stato di famiglia %

    non sposata, madre single 57.14 %

    non sposata, convive con il padre biologico 21.43 %

    non sposata, convive con uomo che non è padre biologico 1.02 %

    sposata, vive con il padre biologico 11.22 %

    sposata, vive da sola separata dal padre biologico 1.02 %

    sposata con un uomo che non è il padre biologico 3.06 %

    divorziata, vive da sola 0 %

    divorziata vive con un altro uomo 1.02 %

    senza informazioni 4.08 %

    Tabella 1 In generale, la percentuale delle madri single è superiore rispetto a quella

    delle madri che vivono con il padre biologico del bambino o con un altro uomo. Quando nel corso del mio lavoro incontro madri single, loro mi confidano sempre che prima di decidere di collocare il bambino in un orfanotrofio o in una famiglia affidataria, hanno già cercato altre soluzioni. Talvolta cercano attivamente le soluzioni durante la gravidanza e proprio in quel momento si rendono conto che avranno molte difficoltà a cui non saranno in grado di far fronte. In altri casi dopo la nascita le madri cercano di prendersi cura dei figli fino a quando si è capito che non possono far fronte alle difficoltà incontrate e cominciano a cercare soluzioni, comprese le alternative per la cura che lo stato fornisce: orfanotrofi per bambini e famiglie affidatarie.

    Ci sono madri che riescono a trovare aiuto e sostegno presso i parenti o da sole riescono a superare le difficoltà. Di solito queste madri hanno istruzione, occupazione, scarsa retribuzione e nei maggior casi possibilità insufficienti per prendersi cura dei loro figli. In questi casi l'assistenza che ricevono da altre persone, non è principale, ma complementare. Ci sono altre madri senza istruzione, senza lavoro e senza una propria casa che hanno

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    maggiori difficoltà e hanno bisogno di più grande aiuto nel superarle. Queste madri trovano più difficilmente aiuto dai parenti e più spesso rimangono sole alla ricerca di soluzioni.

    Alcune madri cercano aiuto dagli uffici sociali, tra cui anche la possibilità di collocare i loro figli in istituti o altri servizi. Dopo di che in una fase successiva quando superano le loro difficoltà prendono a casa i figli. Altre trovano soluzioni temporanee che portano al ritorno del bambino nella casa, ma per breve tempo.

    Ci sono genitori che hanno paura di chiedere aiuto ai servizi sociali. Pensano che questo porti al ritiro del bambino e quindi non dichiarano le difficoltà che hanno, davanti ai servizi sociali.

    Talvolta la madre del bambino soprattutto se si tratta di una madre single che non riceve supporto da parenti, partorisce il bambino da sola a casa o altrove (a volte in strada). Spaventata, non sapendo cosa fare dopo la nascita, può lasciare il bambino da qualche parte - su una panchina, sulla strada, sulle scale del palazzo - e può andarsene. La pratica indica che in molti di questi casi la madre spera che qualcuno trovi il bambino per prendersi cura di lui. In altri casi la madre lo fa semplicemente perché non sa che altro fare e nel terzo caso spera che il bambino muoia e questo metta fine alla situazione in cui non sa cosa fare.

    Le madri di alcuni di questi bambini sono state trovate dai servizi sociali in una fase successiva. Il lavoro sociale e psicologico con queste madri ha rilevato che loro hanno sperimentato un trauma estremamente difficile, che sono minorenni e hanno nascosto la gravidanza da tutti i parenti e dopo la nascita non hanno saputo cosa fare con il bambino; che soffrono di malattia mentale o sono state confuse a causa dell'uso di droghe. Dopo il lavoro psicologico effettuato, alcune di queste madri sono riuscite a stabilizzarsi e prendersi cura dei loro figli. Altre non sono state in grado di far fronte alla situazione ed i bambini sono rimasti in orfanotrofio o in una famiglia affidataria fino al momento della loro adozione. Ci sono casi in cui le madri non sono mai state trovate dai servizi sociali o dalla polizia e nessuno sa chi siano e quale sia la loro storia.

    I genitori sono in difficoltà finanziarie. Non riescono a soddisfare i

    bisogni della famiglia e dei figli. A causa delle difficoltà sono costretti a

    cercare soluzioni alternative per la cura in orfanotrofi o in famiglie

    affidatarie.

    La nostra ricerca dal 2015 di cui abbiamo parlato sopra, ha mostrato che le madri sigle spesso soffrono di mancanza di fondi. La maggior parte di loro sono disoccupate e secondo i dati delle relazioni sociali non sono attivamente

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    alla ricerca di lavoro. Di solito non hanno successo nel trovare lavoro a causa della mancanza di istruzione.

    Stato delle madri a seconda dell'occupazione

    occupazione %

    disoccupata, non ha mai lavorato, non cerca lavoro 74.49 %

    disoccupata, non ha mai lavorato, cerca lavoro 0 %

    disoccupata, ha lavorato, non cerca lavoro 0 %

    disoccupata, ha lavorato, cerca lavoro 4.08 %

    occupata 20.41 %

    Studia 1.2 %

    Tabella 2 Dopo la nascita, queste madri incontrano reali difficoltà nel prendersi

    cura dei bambini con i fondi limitati che hanno a loro disposizione. Quando non ottengono sostegno da parte dei loro parenti, cominciano a cercare aiuto da parte dello Stato. La dimensione dell'assistenza finanziaria spesso non è sufficiente. Ecco perché scelgono l'istituto come un'opportunità per i bambini e in questo modo gli forniscono le condizioni di crescita, di cibo e cure mediche.

    Foto di un posto nella regione di Varna, dove gli edifici sono di cartone, vecchi mattoni, legno e altri materiali in cui vivono persone in grave situazione finanziaria. Le case sono costruite dalla famiglia o con l'aiuto di altre persone, spesso mancano finestre, le aperture della casa sono coperte con panni, mancano elettricità e acqua.

    Alcune famiglie vivono ancora in piccole case costruite di paglia. Le finestre sono coperte con panni. In una o due camere vivono tutti i membri della famiglia. I locali sono adatti per dormire e mangiare. La toilette e il bagno di solito sono al di fuori dell'edificio.

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    Le case all'interno sono arredate in modo semplice, di solito c'è un letto

    per ogni membro della famiglia oppure un luogo adatto per dormire. In una stanza spesso dormono tutti i membri della famiglia o gran parte di essi. Di solito, le camere sono dotate di una stufa a legna per il riscaldamento.

    Ci sono molte famiglie povere che vivono in “case popolari”, in alloggi forniti dallo Stato in cambio di un affitto esiguo, tra le case ce ne sono di grandi dimensioni. Tuttavia, il reddito può essere insufficiente ad assicurare il mantenimento della famiglia, il cibo e il riscaldamento.

    Il motivo più comune della disoccupazione tra le madri è la mancanza d'istruzione, in particolare tra le madri di origine Rom. È possibile che questi genitori non abbiano mai frequentato la scuola o abbiano interrotto la loro istruzione. La ragione di questo non consiste nella povertà. In Bulgaria l'istruzione è gratuita per tutti, l'accesso alla scuola è libero per tutti, compresi i bambini con bisogni speciali, ma alcune famiglie decidono ad un certo punto di interrompere l'istruzione dei loro figli, è una scelta che in una fase successiva della vita rende difficile trovare un lavoro. Il risultato è che molte famiglie sono in ricerca di modi alternativi di lavoro (che includono attività criminali) o la povertà.

    Lo studio "Abbandono dei bambini come fenomeno sociale" del 2011 mostra che la percentuale più elevata è quella delle madri che non hanno alcuna istruzione. Rappresentano il 68% di tutte le madri, il 10% delle madri ha un'istruzione primaria o una formazione secondaria e il 22% ha una formazione secondaria o superiore. Risulta che il 78% delle madri si trova in estrema difficoltà nel trovare lavoro o trovare un lavoro ben pagato [4].

    Quando i genitori dei bambini non hanno istruzione e non riescono a trovare un lavoro duraturo e relativamente stabile, non possono fornire un vitto sicuro per i loro figli. I periodi in cui hanno lavoro spesso vengono alternati a periodi critici quando mancano i mezzi per assicurare i bisogni primari della famiglia. Se la crisi si verifica in inverno o se i bambini sono malati, la situazione causa un impatto particolarmente grave sui minori e sulle loro

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    famiglie. Esse cercano aiuto finanziario da parte dei servizi sociali ma l'importo dell'aiuto che si può ottenere in assenza di altri redditi di lavoro di solito non è sufficiente. Le famiglie hanno difficoltà che non possono superare e autonomamente decidono o scelgono insieme ai rappresentanti degli uffici sociali, di collocare i bambini in orfanotrofi o famiglie affidatarie. Il collocamento del bambino in istituto oppure in famiglia affidataria è una soluzione che garantisce ai genitori che i loro figli saranno al caldo, riceveranno cure mediche necessarie e avranno da mangiare.

    Stato d'istruzione delle madri

    alfabetizzazione della madre biologica %

    senza istruzione 68.37 %

    istruzione elementare 4.08 %

    istruzione primaria 6.1 %

    istruzione secondaria 14.29 %

    istruzione secondaria professionale 4.08 %

    studente 1.02 %

    istruzione superiore 2.04 %

    Tabella 3

    In situazioni particolarmente difficili versano i genitori dei bambini nati

    con basso peso; dei bambini che sono spesso malati o soffrono di una grave malattia; dei bambini con disabilità che hanno bisogno di cure particolari e costanti. Si trovano in più grande difficoltà i genitori che sono in una situazione grave di vita quando c'è malattia, povertà prolungata, crisi della famiglia, morte di un membro della famiglia.

    I genitori economicamente svantaggiati rientrano nel gruppo dei genitori i cui figli entrano negli istituti su iniziativa degli uffici sociali. Molto spesso gli operatori sociali sono coloro che valutano che l'ambiente di vita dei minori rappresenta un fattore di rischio per la loro vita e la loro salute. Gli stessi spiegano ai genitori che in circostanze problematiche possono prendere misure temporanee per la protezione dei minori in un orfanotrofio o in una famiglia affidataria. Possono farlo con il consenso dei genitori ma hanno il diritto di farlo anche senza. In alcuni casi il bambino viene allontanato dal nucleo familiare nonostante la presenza di una forte resistenza da parte della famiglia e molte azioni con l'obbiettivo di prevenirlo.

    Per far ritornare il bambino di nuovo in famiglia, gli assistenti sociali richiedono il miglioramento delle condizioni di vita e la presenza di redditi che

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    garantiscano la capacità dei genitori di prendersi cura dei loro figli. Condizioni particolarmente gravi e difficili da recuperare sono quelle dei genitori che sono analfabeti, perennemente disoccupati, con invalidità permanente, che soffrono di gravi malattie croniche e che non possiedono casa. Talvolta le loro capacità di migliorare le suddette condizioni, non sono sufficienti o richiedono molto tempo. A causa di tali motivi la permanenza del bambino nell'orfanotrofio potrebbe diventare prolungata e porta con sé i molti aspetti negativi del vivere in questo luogo. Inoltre, i rappresentanti degli uffici sociali potrebbero valutare inadeguata la capacità dei genitori di prendersi cura del bambino e ad un certo punto potrebbero decidere di interrompere questo processo iscrivendo il bambino nel registro per l'adozione.

    La famiglia ha molti figli. Le sue risorse non sono sufficienti per

    prendersi cura di tutti i figli.

    C'è una percezione diffusa che negli istituti vengono collocati bambini di famiglie con molti figli, quanto più grande è il numero dei bambini, tanto più alta è la possibilità per l'ultimo bambino nato di entrare nell'istituto. Le nostre ricerche nel periodo 2011-2016 non confermano tale teoria.

    Nello studio del 2011 la percentuale dei bambini primogeniti è il 77%. Nel 12% dei casi i bambini sono i secondogeniti. Nel 8% dei casi il bambino è il terzo figlio e solo nel 2% il bambino è quarto, quinto o sesto figlio [4].

    L'indagine del 2015 ha mostrato che il 51% dei bambini è primogenito e secondogenito, il 20% è terzo figlio nelle famiglie, il 12% è quarto nelle famiglie ed il 15% è bambino proveniente da famiglie numerose [3].

    Lo studio dello statuto socio-demografico dei bambini in uno degli istituti specializzati per minori in Bulgaria nel 2016 ha confermato i dati del 2015 e ha anche mostrato che il 51% dei bambini è primogenito o secondogenito; il 14% è il terzo figlio nella famiglia, il 7% è il quarto ed il 16% è il bambino proveniente da famiglie numerose [5].

    Quando abbiamo ottenuto i primi risultati, abbiamo deciso di indagare ulteriormente se la decisione della madre riguardasse uno dei suoi figli o si riferisse a tutti i suoi figli. L'indagine del 2011 ha mostrato che il maggior numero riguarda le famiglie che hanno un bambino collocato in un istituto. Nel 2011 sono stati il 77%. Al secondo posto ci sono le famiglie che hanno due figli in un istituto - 11%. Nel 18% dei casi tre o più figli della stessa famiglia sono stati collocati in un istituto [4].

    Di solito tutti i bambini hanno un destino diverso e potrebbero essere in luoghi diversi. È possibile che ogni bambino possa conoscere i suoi fratelli e sorelle, abbia vissuto con loro presso i genitori biologici, in un istituto o famiglia affidataria, ma è anche possibile che non li abbia mai visti, conosciuti e addirittura non sappia della loro esistenza.

  • 19

    Molto spesso i problemi in una famiglia o di una madre riguardano tutti i suoi figli. Tre, quattro, cinque o più fratelli e sorelle possono entrare in istituto e successivamente essere iscritti nel registro per l'adozione. Le famiglie che adottano, di solito, vogliono adottare uno o due figli, desiderando che siano più piccoli e in buona salute. A causa di questo fatto, spesso fratelli e sorelle sono adottati da famiglie diverse. I bambini sopra i 10 anni trovano raramente famiglie disposte ad adottarli. Spesso rimangono negli orfanotrofi in Bulgaria fino a 18 anni. Considerando ciò, risulta che fratelli e sorelle vengono separati.

    I genitori soffrono di malattie gravi. Hanno bisogno di cure particolari.

    Non sono in grado di prendersi cura dei figli, di lavorare e assicurare il

    reddito e le condizioni di vita necessarie.

    Ci sono genitori che soffrono di gravi malattie progressive (incl. oncologiche), malattie ereditarie, disabilità, comprese quelle acquisite in una fase successiva della loro vita per incidenti o malattia mentale. Di conseguenza sono in stato di immobilità, in ospedale, o sottoposti a trattamento prolungato e ricoverati in ospedale, ciò provoca un impatto sul loro stato di salute e non gli permette di prendersi cura dei figli. Specialmente nei casi in cui questi genitori sono rimasti soli (l'altro genitore è morto o ha abbandonato la famiglia e non hanno altri parenti) hanno grandi difficoltà ad assicurare al figlio le cure necessarie e chiedono aiuto agli uffici sociali, cercando qualcuno disposto a prendersi cura del loro bambino.

    La madre del bambino è privata di diritti civili o della libertà

    Nell'unica prigione per donne in Bulgaria, nella città di Sliven (Bulgaria centrale), ci sono condizioni speciali in cui le detenute possono prendersi cura dei propri figli. Si tratta soprattutto del periodo dopo la nascita, l'allattamento e il periodo in cui il bambino sviluppa le sue capacità di riconoscere gli adulti e di esprimere affetto. La procedura però non si applica durante tutto il periodo della condanna, soprattutto quando è molto lunga. Quando ci sono parenti in grado di prendersi cura del bambino, questi cresce da loro. Nei casi in cui non ci sono parenti il bambino viene collocato in una famiglia affidataria o in orfanotrofio. Questo può accadere con o senza il consenso della madre, a seconda della decisione degli operatori sociali che valutano il caso e decidono dove il bambino riceverà migliore assistenza.

    Secondo la legislazione bulgara in vigore, le madri private dei diritti civili, hanno limitazioni nel prendere decisioni per quanto riguarda i loro figli. Diritto a questa decisione hanno i loro tutori. Normalmente i tutori prendono decisioni conformi alle capacità delle madri di curare i propri figli. È possibile che le madri non vivano nelle loro case e nelle loro famiglie, ma che siano collocate in istituti per persone con esigenze particolari. In questi posti, le loro

  • 20

    capacità di prendersi cura dei propri figli sono completamente limitate. La decisione su dove e come saranno allevati i loro figli viene presa da parte dei tutori o degli operatori sociali. Queste decisioni potrebbero rispettare i desideri delle madri, ma potrebbero anche essere in completa contraddizione. In quest'ultimo caso i bambini vengono collocati in un orfanotrofio o in famiglie affidatarie, nonostante il rifiuto delle loro madri, anche se esse hanno il diritto di incontrarli fino alla loro eventuale adozione .

    Le madri sono minorenni. Sono i loro genitori che prendono la

    decisione di collocare il figlio in orfanotrofio, in una famiglia

    affidataria o iscriverlo per l'adozione.

    Gli studi del 2011 e del 2015 dimostrano che al momento della nascita dei figli, la percentuale delle madri minorenni è tra il 5,4% nel 2011 e 10% nel 2015 [3][4]. Secondo la legge della Repubblica di Bulgaria, queste madri non possono decidere se allevare o no il proprio figlio. La decisione viene presa dai loro genitori. La decisione dei genitori può corrispondere al desiderio della madre, ma può essere anche in totale contraddizione con esso. In entrambi i casi la decisione finale viene presa dai genitori della madre.

    Percentuale dell'età delle madri al momento della nascita del bambino.

    Grafico 1

    Di solito i genitori delle madri minorenni spiegano la loro decisione di collocare il bambino in istituti, o presso famiglie affidatarie, o di iscriverlo per l'adozione, ritenendo che allevare il figlio renda la madre priva di prospettiva di miglioramento, che la vicinanza della madre è fugace e senza prospettiva e che il padre del bambino non è adatto a prendersi cura della famiglia a causa di età,

    0 ,00% 10 ,00% 20 ,00% 30 ,00% 40 ,00% 50 ,00%

    fino ai 18 anni

    dai 19 ai 20 anni

    dai 21 ai 30 anni

    dai 31 ai 40 anni

    sopra i 40 anni

    10 ,20%

    10 ,20%

    44 ,10%

    16 ,90%

    3 ,40%

  • 21

    etnia o altre caratteristiche. In alcune comunità, o piccole città, il motivo potrebbe essere legato alla reputazione della famiglia.

    Quando la madre del bambino non condivide la decisione dei suoi genitori non è in grado di eseguire azioni che le permettano di mantenere il suo bambino. Solo quando raggiunge la maggiore età può affermare che vuole prendersi cura del suo bambino. Affinché la madre possa crescere suo figlio, qualora il bambino non sia ancora stato adottato, gli operatori sociali controllano l'esistenza di condizioni necessarie per far ritornare il bambino dalla sua madre biologica Se invece il bambino è già stato adottato, restituirlo alla madre biologica non è possibile.

    Le madri sono vittime di abusi sessuali. Sono in uno stato di trauma

    che influenza fortemente la loro percezione riguardo la gravidanza, la

    nascita e il bambino.

    Ci sono casi in cui la donna rimane incinta e partorisce un bambino a causa di rapporto sessuale non consenziente e contro cui ha combattuto. Ci sono casi in cui la madre conosca l'aggressore (potrebbe essere suo coniuge, partner, parente), ma è possibile anche il contrario. L'esperienza indica che lo stato di trauma grave delle vittime (alcune anche sviluppano malattie mentali), lo stato di opposizione a ciò che è accaduto e lo stato di negazione dipende da chi è l'aggressore e da come la madre percepisce la violenza. Alcune madri riescono a superare quello che è successo, ma altre non lo riescono a fare. Le stesse provano emozioni contrastanti verso se stesse, verso il figlio, verso l'uomo e le circostanze che hanno portato alla gravidanza. Il loro comportamento si presenta come un rifiuto del bambino, dietro il quale il più delle volte si trova il desiderio di negare la situazione che hanno vissuto. Queste madri scelgono l'adozione come un'opportunità per i loro figli di essere allevati in famiglie libere da tali esperienze.

    I genitori sono deceduti. Gli operatori sociali non riescono a trovare

    altri parenti capaci di prendersi cura del bambino.

    È possibile che la separazione tra il bambino e i genitori sia avvenuta a causa della morte di questi ultimi. Talvolta il genitore che si occupa del bambino si ammala e muore, mentre l'altro manca e il bambino non ha altri parenti che sono in grado di prendersi cura di lui. Di conseguenza gli operatori sociali vanno alla ricerca per trovare altri parenti che possano prendersi cura del bambino. È possibile trovare parenti motivati a prendersi cura del bambino, dotati di capacità necessarie, oppure trovare parenti senza possibilità (per esempio se si tratta di anziani che soffrono di malattie o hanno un reddito insufficiente). Talvolta succede che i servizi sociali non possano trovare i

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    parenti del bambino. Negli ultimi due casi i servizi sociali prendono misure di collocamento del bambino in orfanotrofio o in una famiglia affidataria.

    Il bambino è disabile ed i genitori non hanno risorse per assicurare la

    cura necessaria

    La nascita di un bambino disabile è un tema molto delicato. Molte persone - genitori, medici e infermieri negli ospedali di maternità, assistenti sociali, specialisti negli orfanotrofi, assistono la famiglia che ha un bambino con disabilità. Studio dell'UNICEF dal 2011 che riguarda i motivi di abbandono del bambino e il suo collocamento negli istituti in Bulgaria mostra che nella maggior parte dei casi dei bambini con disabilità, la decisione di rinuncia ai diritti genitoriali viene presa dai genitori nell'ospedale dopo la nascita [2].

    Ci sono casi in cui i bambini sono nati prematuri e hanno bisogno di monitoraggio e assistenza continua. In questi casi i bambini sono ricoverati nei reparti di neonatologia degli ospedali di maternità o nei reparti per neonati prematuri negli istituti specializzati per i bambini. Durante la permanenza in ospedale o negli istituti i bambini sono separati dalle loro madri. Una volta raggiunto lo stato che permette l'allevamento in un ambiente familiare i bambini vengono riaffidati alle loro madri.

    A volte, nonostante il fatto che il bambino ha compensato il ritardo fisico ed ha raggiunto un peso che permette alla madre di prendersi cura di lui da sola, potrebbero verificarsi complicazioni nello stato di salute del bambino che richiedono cure particolari. Si tratta di eventuale fornitura di farmaci, di attrezzature speciali, riabilitazione e simili. Ci sono famiglie che sono in grado di fornire questa assistenza, ma ce ne sono altre che non hanno a disposizione questa capacità.

    Molti istituti per l'assistenza medica e sociale per i bambini in Bulgaria forniscono le attrezzature mediche e le medicine necessarie per la cura dei bambini insieme a un controllo medico continuo. Hanno a disposizione centri di riabilitazione e specialisti che possono fornire ai bambini la riabilitazione necessaria. I genitori che hanno difficoltà nel fornire questi servizi ai figli possono scegliere di collocarli a vivere in tali istituti per un periodo di alcuni mesi fino ad un anno o di più. Nel corso del tempo lo stato del bambino risulta più chiaro ed i genitori decidono se possono prendersi cura del bambino. Di solito le madri single ed i genitori svantaggiati hanno la più grande difficoltà e più frequentemente decidono di collocare il bambino in un istituto, oppure prendono il bambino a casa, ma presto incontrano difficoltà nell'allevamento e cercano di collocarlo di nuovo nell'orfanotrofio.

    La nostra ricerca sui bambini del 2015 indica che il 73% di tutti i bambini disabili è separato dalle loro famiglie biologiche subito dopo la nascita o fino all'età di un anno. La metà dei bambini è stata iscritta nel registro per l'adozione, quasi immediatamente dopo la separazione. L'altra metà dei

  • 23

    bambini è stata iscritta nel registro pochi anni dopo. Nel 36% di tutti i casi esaminati, le famiglie hanno visitato i loro figli, li hanno presi nelle loro case e hanno cercato di prendersi cura di loro per diversi anni. Poi arriva un momento in cui si rendono conto che non possono fornire al bambino le cure necessarie (farmaci costosi, attrezzature mediche o attrezzature speciali) e da soli o tramite gli operatori sociali decidono che le loro cure non sono sufficienti a garantire tutto quello di cui ha bisogno il bambino. Di conseguenza gli uffici sociali iscrivono il bambino nel registro per l'adozione assicurandogli l'opportunità di ricevere cure in un ambiente familiare, attraverso l'adozione e la cura della famiglia che dispone di capacità necessarie [3].

    Il bambino è collocato in un orfanotrofio o in una famiglia affidataria

    su iniziativa degli operatori sociali

    Più volte abbiamo già detto che gli operatori sociali possono decidere di collocare il bambino in orfanotrofio o in famiglia affidataria e di seguito iscriverlo nel registro per l'adozione. Secondo il nostro studio del 2015 sul profilo dei bambini iscritti nel registro per l'adozione il suddetto vale per più della metà dei casi [3].

    In questi casi i rappresentanti degli uffici sociali sono stati quelli che offrono alla famiglia il collocamento del bambino in orfanotrofio o prendono misure nonostante il desiderio dei genitori, al fine di preservare la vita e la salute dei bambini. Di solito lo fanno quando pensano che le condizioni

  • 24

    assicurate dalle famiglie siano pericolose per la vita e la salute dei bambini; quando dopo un lungo periodo di tempo di consultazioni, si rendono conto che manca un reale cambiamento delle condizioni in casa o della qualità della cura che i bambini ricevono. Allora i motivi degli operatori sociali di collocare il bambino in orfanotrofio o in una famiglia affidataria sono legati soprattutto alla possibilità che i bambini ricevono di una adeguata assistenza sanitaria, cibo e condizioni di cui hanno bisogno.

    Alcune parti delle case sono distrutte. Le condizioni richiedono visite frequenti degli operatori sociali per poter valutare il rischio per la vita e la salute dei bambini. Come si può vedere dalla foto, la madre si prende cura del suo bambino in base alle sue capacità, ma ad un certo punto l'operatore sociale può trovare che le sue capacità non siano sufficienti, che esiste rischio per la vita e la salute del bambino e che diventa necessario prendere misure di collocamento del bambino in un istituto o in famiglia affidataria.

    È anche possibile che i servizi sociali rivelino che il bambino è vittima di violenza nella sua famiglia biologica. La violenza può essere psicologica, fisica o sessuale oppure una combinazione di diverse forme di violenza. Pratica comune in questi casi rappresenta la rimozione del bambino dalla famiglia, soprattutto nei casi in cui l'aggressore è l'unico genitore che si prende cura del bambino.

    La rimozione del bambino dalla famiglia può essere fatta in pace, con una comprensione da parte dalla famiglia, oppure può essere fatta con molta resistenza con reazioni di rabbia da parte dei genitori e azioni al fine di evitare ciò che sta accadendo. Nel momento della rimozione i bambini possono sperimentare ansia estrema a causa del modo in cui avviene la separazione o sentirsi salvati.

    Forse questo è il contesto adeguato per dire che molti bambini mi hanno fatto domande come le seguenti: perché la bassa capacità dei genitori è stata il motivo per cui gli operatori sociali hanno separato i bambini dai genitori, invece di sostenerli nell'aumentare questa capacità tramite azioni che garantiscono un risultato positivo finale? Perché se si è constatato che i genitori sono disoccupati a causa della mancanza di istruzione non sono stati

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    inseriti in vari programmi sociali? Perché, quando si è scoperto che ci sono madri che non hanno abbastanza sostegno da parte dei loro parenti, non sono state effettuate attività per fornire un ambiente di sostegno da parte di altri parenti, di altre madri con paragonabili situazioni di vita o di assistenti sociali e altri specialisti?

    Non riesco a dare risposta a queste domande per tutte le situazioni attraverso cui passano migliaia di bambini e genitori in Bulgaria. Posso solo dire che il lavoro sociale in Bulgaria è in un continuo processo di sviluppo. Ci sono periodi in cui i genitori hanno ricevuto un sostegno molto attivo ed altri periodi in cui gli orfanotrofi sono stati gli unici istituti di aiuto dei genitori nella cura per i figli. Dal 2003 ad oggi, in Bulgaria sono stati creati dipartimenti per la protezione dei bambini e gli uffici sociali hanno iniziato a condurre un lavoro sociale più attivo con i genitori biologici, ma purtroppo questo cambiamento non dà ancora il risultato che molti bambini vorrebbero raggiungere.

    È difficile rispondere a molti bambini quale sostegno esattamente è stato fornito alle loro famiglie biologiche da parte del sistema sociale e perché non ha portato ai risultati che si aspettano. In tutti i casi si tratta di una complessa interazione tra lo stato in cui si trova la loro famiglia, la politica sociale e il livello dei servizi sociali che sono stati forniti. Probabilmente sono molti i casi in cui il sostegno e l'aiuto potrebbero essere ad un livello più alto. Forse sono molte le cose omesse che sarebbero potute accadere e molti bambini troveranno proprio questo nella loro storia. Posso solo dire che la Bulgaria è sulla strada dello sviluppo, della comprensione e della consapevolezza dell'importanza di questi problemi, così come nella ricerca di modi più efficaci per sostenere i bambini e le famiglie.

    Nel presente lavoro non vengo a descrivere casi in cui il bambino è stato collocato in orfanotrofio perché i suoi genitori sono stati insufficientemente motivati. Nei miei 12 anni di pratica non ho mai incontrato una madre biologica che abbia voluto lasciare il bambino in orfanotrofio perché "non voleva" prendersi cura di lui. Ho incontrato molte madri confuse e ansiose, molte madri in gravi condizioni, dipendenti da varie sostanze psicoattive, traumatizzate da circostanze di vita gravi, madri mentalmente malate che dichiaravano diversi motivi agli operatori sociali. Ma dopo un supporto prolungato, numerose interviste ed incontri con gli operatori sociali si è compreso che i motivi per abbandonare il bambino sono sempre tra quelli già descritti in precedenza.

    QUANDO LA MADRE PRENDE LA DECISIONE DI SEPARARSI DAL

    BAMBINO

    Quando la madre prende la decisione di collocare il bambino in orfanotrofio o iscriverlo per l'adozione? È l'altra domanda che i bambini adottati spesso chiedono.

  • 26

    Secondo l'indagine dell'UNICEF del 2011 per quanto riguarda i motivi di abbandono dei bambini e il loro collocamento negli istituti in Bulgaria, alla domanda quando la decisione è stata presa, il 35,3 per cento delle madri risponde che essa è avvenuta durante la gravidanza ed il 19,8 per cento che ha deciso non appena ha avuto certezza della gravidanza. Secondo gli autori dello studio, la maggior parte delle madri prende la decisione di collocare il bambino in un istituto dopo l'uscita dall'ospedale di maternità: - l'8,2% "pochi giorni dopo la nascita” ed il 33,8% "più tardi". Solo il 9,7% prende la decisione "subito dopo la nascita" [2].

    Secondo lo stesso studio la decisione di collocamento dei bambini sani viene presa più spesso durante la gravidanza prima dell'entrata in ospedale di maternità. Nel caso dei bambini disabili la decisione viene presa nell'ospedale o più tardi.

    I risultati dei nostri studi indicano che le madri prendono due diverse soluzioni - decisione di collocare il bambino in un istituto e la decisione di iscrivere il bambino nel registrato per l'adozione. Le due soluzioni potrebbero essere combinate (vale per il 7% dei casi del nostro studio), ma potrebbero essere prese separatamente con una differenza di tempo significativa (si riferisce al 93% dei casi) [3].

    I risultati della nostra indagine hanno mostrato che il 24% dei bambini intervistati sono stati separati dalle loro famiglie dopo la nascita o fino all'età di 1 anno. Tutti gli altri sono stati separati da 1 a 10 anni più tardi. Questo spiega quante sono le madri che prendono la decisione durante la gravidanza, mentre, dopo il parto, il 24% delle madri mette questa decisione in azione. Purtroppo non abbiamo dati su quanti di questi casi le madri hanno deciso da sole e in quanti la decisione è stata presa da parte degli operatori sociali.

    Età dei bambini nel momento della separazione dalle madri biologiche.

    Grafico 2

    % 0 % 5 % 10 % 15 20 % % 25 dai 9 ai 10 anni

    dai 8 ai 9 anni dai 7 ai 8 anni dai 6 ai 7 anni dai 5 ai 6 anni dai 4 ai 5 anni dai 3 ai 4 anni dai 2 ai 3 anni dai 1 ai 2 anni dai 0 ai 1 anni

    3 % 3 %

    9 % 6 %

    % 6 % 15

    % 12 % 15

    % 6 % 24

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    Per quanto riguarda la decisione di registrare il bambino per l'adozione, il nostro studio ha mostrato che il 42% delle madri prende questa decisione da sola. Nel 7% dei casi questa viene presa insieme agli operatori sociali e nel 51% dei casi le madri non prendono questa decisione che invece è stata presa dagli uffici sociali.

    Alla domanda se le madri prendono contemporaneamente la decisione di collocare il bambino in orfanotrofio e di iscriverlo per l'adozione oppure la scelta dell'adozione risulta difficile a prenderla e ci vuole tempo; abbiamo trovato la seguente risposta.

    Solo il 7% delle madri ha preso contemporaneamente queste due decisioni. Il 12% delle madri ha avuto bisogno dai 2 ai 6 mesi dopo la separazione dal bambino, per dare il consenso all'adozione. Il 10% delle madri ha preso la decisione dai 6 mesi ad 1 anno dopo. Il 2% ha avuto bisogno da 2 a 3 anni; il 2% da 3 a 4 anni, il 2% da 4 a 5 anni, il 3% da 6 a 7 anni, il 2% da 7 a 8 anni ed il 51% non ha mai dato il suo consenso [3].

    Periodo di tempo dopo separazione con il bambino quando la madre dichiara

    il suo consenso per l’adozione

    Grafico 3

    Le nostre ricerche indicano che una delle ragioni di attesa tra la decisione di collocare un bambino in orfanotrofio e quella di iscriverlo per l'adozione sta nel modo in cui le madri percepiscono il collocamento in orfanotrofio e come invece intendono la separazione categorica dal bambino e l'adozione. I bambini negli orfanotrofi, gli specialisti, i genitori, i genitori adottivi e molte altre persone considerano il collocamento del bambino in orfanotrofio come un fenomeno negativo. È così perché essi sanno che la vita dei bambini negli orfanotrofi ha conseguenze molto negative per i figli. In queste circostanze la decisione della madre di collocare il bambino in orfanotrofio è considerato

    % 0 % 10 % 20 % 30 % 40 % 50 % 60

    sono iscritti su iniziativa di

    da 7 a 8 anni da 6 a 7 anni da 5 a 6 anni da 4 a 5 anni

    da 3 a 4 anni

    da 2 a 3 anni da 1 a 2 anni

    da 6 mesi ad 1 anno da 0 mesi ad 6 mesi

    subito dopo la nascita

    51 % 2 % 3 %

    0 % % 2

    2 % % 2

    % 10 % 10

    % 12 % 7

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    come una soluzione che mette il bambino sotto questi impatti negativi. Spesso la gente rimprovera tale decisione considerandola irresponsabile e crede che quando la madre agisce in questo modo significa che dovrebbe essere privata dei diritti di prendersi cura di suo figlio in futuro.

    Quando invece le madri di questi bambini pensano al collocamento in orfanotrofio esse, pensano alle difficoltà che non possono superare, alle condizioni in cui non riescono a prendersi cura dei propri figli e alle possibilità che gli orfanotrofi possono offrire ai figli. È necessario prendere in considerazione il fatto che molto spesso gli operatori sociali sono quelli che spiegano ai genitori che i bambini negli istituti riceveranno quella cura che i genitori non sono in grado di offrire in questo momento. In molti casi è proprio così. Gli operatori sociali sono quelli che prendono le misure di allontanamento del bambino dalla casa dei genitori quando le condizioni di vita della famiglia sono gravi, mentre le condizioni nell'orfanotrofio risultano migliori. Ma in tutti questi casi i genitori capiscono che gli orfanotrofi offrono maggiori possibilità ai loro figli rispetto a quelle che possono assicurare loro quando sono in momenti di difficoltà. Trovandosi in questo momento difficile, il collocamento del bambino in orfanotrofio diventa un'opportunità che può salvare il minore, invece di una decisione che può avere un forte effetto negativo sul figlio, come noi lo intendiamo.

    Le mie osservazioni nel corso degli anni mi hanno fatto comprendere categoricamente che la decisione delle madri di collocare i loro figli negli orfanotrofi non è una soluzione per farli soffrire, ma per fornire loro cure necessarie dal momento che loro non sono in grado di assicurarle.

    Molti operatori sociali non riescono ad accettare questo punto di vista perché spesso sono testimoni del fatto che dopo il collocamento dei bambini nell'orfanotrofio o nella famiglia affidataria, i bambini soffrono e molte madri non vanno nemmeno a visitarli per dimostrare di voler stare con i propri figli e di avere voglia di superare i problemi al fine di riportarli a casa.

    Infatti, gli effetti sullo sviluppo del bambino dopo la separazione dalla madre e il collocamento in un istituto o in famiglia affidataria sono molto pesanti. È vero che in molti casi, i genitori non visitano i bambini per giorni, mesi e, talvolta, più tempo. Se dietro questo comportamento c'è poca motivazione al prendersi cura dei figli, l'irresponsabilità oppure un altro motivo, è una questione che necessita della loro risposta, oltre che delle nostre convinzioni personali.

    Decine di studi tra quelli condotti anche in Bulgaria esaminano lo stato dei bambini dopo la separazione dalla madre, ma sono pochi quelli che definiscono lo stato della madre.

    Fino ad ora anche noi non abbiamo condotto una ricerca sistematica sull'argomento. Allo stesso tempo capisco l'importanza della risposta alla questione per molti bambini e famiglie. Ecco perché qui cercherò di

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    sistematizzare la mia esperienza che rappresenta il risultato di incontri, interviste e sostegno individuale con oltre 100 madri biologiche in Bulgaria dell'Est per dare la mia risposta a riguardo. Probabilmente la mia risposta non può aiutare molti bambini a superare i traumi dopo le separazioni e dopo la vita negli orfanotrofi ma, forse, servirà per capire le loro famiglie ed i motivi per questa o quella azione.

    COME LE MADRI REAGISCONO ALLA SEPARAZIONE DAI PRORI FIGLI

    Le madri rifiutano di vedere il bambino dopo la nascita.

    Molti bambini adottati un giorno potrebbero capire che dopo la nascita la loro madre biologica ha rifiutato di vederli. In realtà ci sono casi in cui questo è vero. Ma qual è la ragione?

    La mia esperienza in questo settore non è grande, perché queste madri nella mia pratica rappresentano solo il 2% di tutte le madri con cui ho lavorato. Quando ho chiesto perché hanno scelto di farlo in questo modo, la risposta più comune è che non hanno scelto da sole. Piuttosto è stato un consiglio dal personale medico nell'ospedale, con cui le madri hanno parlato e condiviso l'intenzione di collocare il bambino in orfanotrofio. Le madri raccontano che secondo il personale medico negli ospedali in caso di separazione inevitabile, è più facile separarsi quando la madre non ha visto il proprio figlio. Soprattutto a causa di questo motivo, il personale medico incoraggia le madri ad agire in questo modo.

    Secondo le madri di bambini con disabilità i medici sono ancora più insistenti quando si tratta di disabilità, malformazioni e malattie gravi dei bambini. Allora il personale descrive alle madri le prospettive di avere bambini sani in futuro spiegando che i bambini con disabilità renderebbero la loro vita condannata e le incoraggiano ad abbandonarli.

    Alla domanda perché le madri accettano i consigli dei medici, loro rispondono che in quel momento erano molto confuse, non capivano cosa rappresentasse la disabilità e come avrebbero potuto affrontarla. Gli specialisti condividono la loro esperienza, spiegano in modo professionale la malattia e l'incapacità delle madri ad aiutare i bambini a superare la malattia. Raccontano che negli orfanotrofi i bambini sono monitorati dal personale medico e ricevono sempre un aiuto qualificato e se per caso non si può ottenere ciò nell'orfanotrofio, il personale sa di che cosa hanno bisogno i bambini e si rivolge agli ospedali per chiedere aiuto. Inoltre, quando le madri sono single e non hanno sostegno dai parenti e dal padre del bambino, sono più disposte ad accettare tali consigli.

    Alcune madri hanno raccontato che dopo la nascita, il loro bambino era in gravi condizioni, tanto da richiedere il ricovero in terapia intensiva o un regime speciale di assistenza e durante questo periodo loro non sono state autorizzate

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    a vederlo per giorni o anche mesi. Purtroppo, nella mia pratica c'è un caso in cui i genitori raccontano che sono stati informati che il loro bambino è morto e 10 anni più tardi hanno capito che, in realtà, durante tutto il tempo era vivo e allevato in orfanotrofio.

    Ci sono casi in cui il motivo dell'abbandono del figlio è lo stato della madre e non quello del bambino. Per esempio, in alcuni casi le madri hanno abbandonato l'ospedale subito dopo la nascita anche in stato di instabilità. Successivamente, hanno detto che hanno fatto così perché erano molto spaventate. Erano state "abbandonate" dai loro parenti e dal padre del bambino e non avevano capito abbastanza bene il sistema sociale e le opportunità che offre. Avevano pensato che se fossero rimaste nel reparto di maternità avrebbero dovuto prendere con sé il bambino ed a volte al momento della nascita non avevano una casa nemmeno per se stesse. Tra queste madri ci sono le madri con malattie mentali, spesso aggravatesi a causa dei problemi dovuti alla gravidanza ed al parto; le madri con deficit mentali, che non hanno ben capito che cosa fosse successo; madri tossicodipendenti.

    All'ultimo posto, con la percentuale più bassa ci sono le madri che durante la gravidanza hanno deciso di separarsi dal bambino dopo la nascita. Affermano che questa decisione è stata molto difficile da prendere e che l'incontro con il bambino l'avrebbe resa insopportabile. Avendo ritenuto esaurita la loro capacità di superare le difficoltà, avevano deciso che se non avessero visto il bambino sarebbe stato più facile fare quello che pensavano essere la soluzione inevitabile. Nella mia pratica ci sono due casi di questo genere. Nel primo caso la madre, di 19 anni, era stata abbandonata dal padre del bambino ed avvertita dai genitori che se non avesse abbandonato il bambino, non l'avrebbero accettata mai più a casa. Di conseguenza, la madre ha sviluppato una grave malattia mentale. Nel secondo caso, la madre era stata minacciata dal padre del bambino (che lo considerava figlio illegittimo) dicendo che se lei non avesse abbandonato il bambino, lui avrebbe picchiata a morte lei ed il bambino.

    Nello stesso modo hanno reagito anche le madri che dopo la nascita sono state in gravi condizioni, le madri che sono vittime di violenza, le madri minorenni i cui genitori hanno deciso di firmare una dichiarazione di consenso per l'adozione del bambino.

    Le madri richiedono un incontro con gli uffici sociali per ottenere aiuto

    nella cura dei propri figli.

    Le madri che, fino alla fine della gravidanza, non trovano possibilità per superare le situazioni problematiche in cui versano, dopo il parto, avvisano il personale medico del reparto di maternità che vogliono incontrare un rappresentante degli uffici sociali per dichiarare l'incapacità di prendersi cura del bambino. Alcune di loro sono convinte; un'altra parte di loro sono titubanti.

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    Per molte madri l'incontro con l'operatore sociale aumenta le loro risorse per far fronte alle difficoltà. Quando l'operatore sociale spiega alle madri le opportunità assistenziali che offre il servizio sociale, alcune madri cambiano la loro decisione, altre trasformano la decisione definitiva in temporanea, altre restano sicure della decisione presa perché ancora non riescono a trovare una via d'uscita dalla loro situazione di vita. A volte, il cambiamento di decisione porta ad un ritardo del collocamento del bambino in orfanotrofio, ma non riesce a portare ad una completa prevenzione. Tuttavia, in questi momenti, le madri hanno del tempo, ricevono supporto per aumentare le loro capacità e fanno ulteriori sforzi per evitare la separazione. I bambini hanno la possibilità di stare vicino alle loro madri e di partecipare ai loro tentativi di superare le difficoltà. L'osservatore ordinario potrebbe valutare questo come un inutile ritardo nel tempo, ma i bambini che ricordano quei momenti si riferiscono con maggiore comprensione verso le loro famiglie biologiche e molto più tranquillamente accettano la loro adozione rispetto agli altri.

    L'assistenza dei servizi sociali è cercata non solo dalle madri che hanno appena partorito, ma anche dai genitori i cui figli sono già cresciuti. In questi casi, i genitori sono alla ricerca di opportunità che il sistema sociale offre e che, nella maggior parte dei casi, sono sufficienti per continuare la cura per i loro figli, ma in altri casi si rivelano insufficienti e i bambini rimangono in istituto o in affidamento familiare. Quali sono le esperienze dei genitori in questi momenti? Non abbiamo ancora una risposta esauriente a questa domanda. I genitori più spesso sembrano scoraggiati, alcuni di loro sono delusi; altri sono molto tesi e ansiosi; diventano aggressivi. Ci sono genitori che cercano conforto nella droga e nell'alcool, altri cercano di dimenticare, mentre alcuni si trasferiscono e l'operatore sociale non sa più nulla su di loro. Ci sono genitori che hanno espresso il desiderio di porre fine alla loro vita.

    Alcuni operatori sociali dichiarano che ci sono madri che hanno un aspetto tranquillo e persino indifferente a quello che è successo. Le nostre osservazioni ed i nostri studi non possono confermare tale affermazione.

    Le madri sono categoriche nel voler collocare i loro figli in istituto e

    iscriverli per l'adozione successiva.

    Nella mia pratica, la decisione categorica di collocare il bambino in un istituto o iscriverlo per l'adozione è stata presa da quelle madri che hanno a lungo discusso con se stesse o con altre persone su cosa fare. Sono madri che non hanno trovato una via d'uscita ed incontrando l'operatore sociale dichiarano categoricamente la loro decisione. Decisioni definitive sono prese anche dalle madri affaticate dalla ricerca di una soluzione, non riuscendo a trovarla.

    Nonostante i bambini adottati pensino che questa decisione definitiva sia il risultato della mancanza di sentimenti nei loro confronti, è piuttosto il

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    risultato dell'impossibilità di trovare un'altra via d'uscita. Per esempio le madri per cui la povertà diventa insormontabile, cercano di trovare altra opportunità per il bambino, come una famiglia che potrebbe assicurargli una vita normale. Altri esempi sono le madri, vittime di violenza che tramite la decisione vogliono prevenire il rischio di violenza per il bambino e garantirgli un ambiente sicuro. Allo stesso modo, reagiscono pure le madri che hanno numerosi bambini e realizzano l'incapacità di prendersi cura di tutti i loro figli a casa e scelgono di accettare l'adozione come possibilità di assicurare ai figli una famiglia con più risorse. La decisione definitiva è tipica delle madri che soffrono di varie malattie, dipendenti da alcool e droghe, che sono consapevoli dei propri limiti o impotenza e cercano l'opportunità di trovare migliore accudimento per i loro figli. È tipica anche di molti genitori con deficit mentali e disturbi psichiatrici che interpretano ciò che sta accadendo in modo particolare.

    Le madri reagiscono con grande preoccupazione, profondo dolore e

    conflitto interno

    Ci sono madri che non trovano via d'uscita dalla situazione in cui si trovano e ciò le porta ad uno stato di grande ansia, profonda tristezza e al comportamento che, gli operatori sociali, descrivono come controverso. Sembrano molto confuse, con forte preoccupazione, considerando soluzioni diverse. Cercano di capire le richieste degli uffici sociali per poterle eseguire in base alle loro capacità. Le valutazioni degli assistenti sociali le fanno soffrire. Quando si tratta di una separazione definitiva dal bambino, loro vivono un grave stress emotivo. Alcuni hanno pensieri suicidi.

    Le madri si ammalano

    Ci sono alcuni casi nella mia pratica in cui dopo la separazione con il bambino le madri si ammalano di grave malattia. Accettano la malattia e le complicazioni che ne derivano, non cercano di curarsi, accettano la morte che la malattia preannuncia. Tutte le madri che ho incontrato nella mia pratica e che si trovano in tale stato di salute, considerano la malattia come una pena per le condizioni di sofferenza che hanno causato ai loro bambini lasciandoli in un istituto. Hanno condiviso che accettano il dolore come una punizione che meritano per quello che hanno fatto e la morte come una fine che meritano perché hanno fatto male lasciando il proprio bambino. Tutte queste madri sono state dell'opinione che la separazione dal bambino è grave, traumatica e insormontabile. Secondo loro, la separazione diventa una parte permanente della loro vita quotidiana e le domande rispetto allo stato del bambino e alla capacità di superare le difficoltà per riprenderlo con sé – ossessive. In condizioni particolarmente gravi si trovano le madri che da un lato non hanno

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    avuto la possibilità di cambiare le circostanze, e dall'altro, non sono state in grado di accettarle. Alcune di queste madri sono morte.

    Le madri non capiscono quello che è accaduto a causa dello stato di

    salute in cui sono.

    È possibile che le madri con malattie mentali e deficit mentali, dipendenti da alcool, da sostanze stupefacenti o farmaci per il trattamento di gravi malattie, siano in uno stato in cui non capiscono quello che è successo, non si ricordano delle circostanze in cui il bambino è stato preso dalla casa e non sanno dove sia al momento. La loro esperienza della separazione dal bambino è molto specifica. Dipende dal rapporto che hanno con il loro bambino, ma dipende principalmente dalla loro capacità di interpretare gli eventi e dalla natura delle loro esperienze, dato lo stato (fisico e mentale) in cui si trovano. Nella mia pratica ho incontrato madri il cui stato mentale si è aggravato in modo significativo dopo la separazione dal bambino, tanto da richiedere il ricovero e una cura. Ho lavorato con madri che capivano molto difficilmente cosa fosse successo, quali fossero le cause e quali sarebbero state le azioni successive degli operatori sociali.

    Le madri esprimono profondo dolore e vogliono porre fine alla loro

    vita

    Nella mia pratica, si tratta dei casi in cui la madre era minorenne ed i suoi genitori hanno acconsentito all'adozione del suo bambino nonostante la sua volontà; dei casi in cui le madri erano state rifiutate dai loro genitori, erano rimaste sole e così sono state costrette a prendere decisioni che non avrebbero voluto prendere; dei casi in cui le madri erano senza lavoro e abitazione; delle madri che non potevano superare la povertà o le altre circostanze da cui dipendeva la possibilità o meno di prendersi cura del bambino; delle madri private di diritti genitoriali dagli uffici sociali; delle madri di bambini con disabilità. É comune in tutti i casi il sentimento d'incapacità di governare gli eventi da cui dipende il cambiamento della situazione.

    Le madri o altri parenti coinvolgono i bambini in accattonaggio ed

    altre attività con conseguenze negative sui bambini e si arrabbiano

    verso le azioni degli operatori sociali che prendono misure di

    rimozione dei bambini dalla casa genitoriale.

    Purtroppo ho incontrato madri che coinvolgevano i bambini nel loro mondo di accattonaggio, madri che utilizzavano le capacità dei figli per obiettivi cattivi, mettendo a rischio la vita, la salute, lo sviluppo sociale, mentale ed emotivo dei figli, tra cui madri che esercitavano violenza. Queste donne erano

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    arrabbiate a causa delle misure degli uffici sociali, arrabbiate a causa delle loro decisioni e tenacemente cercavano di far tornare a casa i bambini. Ho anche incontrato operatori sociali che "hanno salvato" i bambini dal rischio, dalle gravi conseguenze che sarebbero derivate dalle decisioni dei genitori, dal modo di vita e dalla cultura, dai piani rispetto alle prospettive future di sviluppo.

    Non riesco a descrivere ciò che spinge le madri a far ciò ai loro figli. Forse ci sono ragioni profonde e serie dietro questo comportamento; ragioni che le famiglie non hanno superato ma, nello stesso tempo, hanno scelto uno stile di vita a cui sottopongono i loro figli. Mentre si cerca di trovare una spiegazione a questo problema e un'opportunità per affrontarlo, posso dire che l'azione tempestiva degli operatori sociali ha portato al vero "salvataggio" dei bambini.

    Le madri che sembrano reagire con l'indifferenza alla separazione dal

    bambino.

    Non riesco a descrivere le madri che reagiscono con indifferenza, perché nella mia pratica non ne ho mai incontrate. Alcuni miei colleghi hanno condiviso osservazioni simili, ma io non ho mai incontrato una madre che reagisse in questo modo. Lascio descrivere ai miei colleghi questi casi.

    Ho incontrato madri il cui comportamento dava l'impressione di essere indifferente, ma nel corso del lavoro con loro e dopo aver instaurato un rapporto di fiducia si è sempre rivelato che la loro esperienza reale era tra quelle già descritte in precedenza.

    Ho incontrato madri che stavano cercando di sopprimere il ricordo della separazione dal figlio, che cercavano di pensare che tutto ciò non fosse avvenuto (cercavano di negare, dimenticare) e in questo modo tentavano di superare la sofferenza che sentivano. Ho incontrato madri che cercavano di riformulare la situazione e di convincersi che non era accaduta oppure che non era accaduta in quel modo. Ma sembra che reagiscano in questo modo (di solito senza successo) nel tentativo di liberarsi dai sentimenti di colpa, di responsabilità, di dolore verso il bambino, verso se stesse, verso le circostanze che hanno creato la situazione.

    Le madri si arrabbiano con le azioni degli operatori sociali. Minacciano

    l'assistente sociale.

    Ho incontrato genitori che erano così arrabbiati con l'assistente sociale da non permetterle di entrare in casa loro. Sono i casi in cui il bambino è stato rimosso dalla casa genitoriale senza l'accordo dei genitori e questi si oppongono e continuano ad opporsi. Questi genitori scrivono reclami, richiedono incontri con i direttori a livelli superiori, cercando di svolgere azioni atte a sostenere il loro desiderio di far ritornare il bambino e penalizzare l'assistente sociale, a causa delle sue azioni. Questi genitori di solito

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    comunicano con gli operatori sociali ad alta voce, gridano, sono offensivi. Quanto più indifesi si sentono e quanta meno comprensione e sostegno ricevono, tanto più diventano aggressivi.

    Nella stessa situazione, alcuni genitori hanno reagito con una tregua, incapacità, ascoltando e accettando quello che diceva l'assistente sociale. Questi genitori hanno condiviso che capivano la loro incapacità, i motivi dell'assistente sociale per le azioni intraprese e la loro incapacità di eseguire le condizioni necessarie. Spesso queste condizioni sono legate alla povertà e all'assenza di dimora, alla dipendenza da alcool o alla malattia.

    Le madri sono tranquille perché il bambino si trova in un posto

    "sicuro" e riceve l'accudimento di cui ha bisogno.

    Ci sono madri per cui l'unico modo di aiutare i propri bambini è quello di collocarli in un istituto, in una famiglia affidataria o in una famiglia adottiva. Nella mia pratica questi casi variano dai casi in cui i bambini soffrono di malattie ed i genitori non hanno la possibilità di assicurare le cure adeguate, ai casi in cui i genitori stanno cercando di proteggere i loro figli da gravi conflitti familiari, violenza e povertà. Sanno di aver esaurito i tentativi di superare i motivi che portano alla separazione dal bambino e con calma trovano la "salvezza" del loro bambino nelle opportunità che offrono gli istituti, le famiglie affidatarie ed i genitori adottivi. Malgrado soffrano della dolorosa separazione dal bambino sono tranquilli perché tuttavia sono riusciti a trovare un modo per aiutare il proprio bambino.

    Se i bambini sono collocati in famiglie affidatarie o istituto e le loro madri sono autorizzate, possono visitare i bambini. Ma se sono iscritti nel registro per l'adozione le madri non possono incontrarli, ma sono tranquille perché sanno che proprio questo può aiutare il loro bambino.

    COME I BAMBINI REAGISCONO ALLA SEPARAZIONE CON I PARENTI

    La separazione dalla madre e da altri parenti può avvenire in diversi modi. Ogni modo ha un impatto diverso sui bambini.

    Separazione subito dopo la nascita

    I bambini separati dalle loro madri subito dopo la nascita hanno diverse reazioni a seconda della situazione, quando sono in presenza di un altro adulto che li capisce ed è in grado di soddisfare i loro bisogni (succede in una famiglia di parenti o una famiglia affidataria) oppure quando si trovano in un posto in cui un altro adulto ha raramente la possibilità di farlo (come succede negli orfanotrofi per i bambini). Nel primo caso i bambini sono più calmi e sembrano abituarsi velocemente nel sostituire la figura materna con quella dell'adulto che si prende cura di loro. Nel secondo caso, i bambini sono irrequieti e ansiosi.

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    Per questa ragione i bambini che entrano subito dopo la nascita in famiglia affidataria hanno molto più grandi opportunità di superare la separazione dalla madre rispetto ai bambini che rimangono soli negli orfanotrofi. Negli orfanotrofi, le reazioni dei bambini rappresentano una combinazione tra il trauma a causa della separazione dalla madre e il trauma dell'assenza di un altro adulto che possa assumere le sue funzioni. Nei momenti in cui hanno bisogno di mangiare, di avere qualcuno vicino oppure quando sono bagnati o hanno sete, proprio in questi momenti l'educatore è impegnato e non può reagire (è una situazione abituale negli orfanotrofi), di conseguenza i bambini diventano ansiosi, inquieti, hanno disturbi del sonno, a volte rifiutano di mangiare, piangono, hanno la temperatura corporea aumentata, diventano iperattivi o apatici e rilassati.

    La separazione dalla madre in una fase successiva quando i bambini

    capiscono i motivi per cui devono abbandonare le proprie famiglie.

    La nostra indagine del 2015 mostra che circa il 24 per cento dei bambini oggetti dello studio (iscritti nel registro per l'adozione) hanno sperimentato la separazione dalle loro famiglie biologiche subito dopo la nascita o qualche mese in seguito. La separazione di tutti gli altri bambini succede in una fase successiva.

    Spesso, quando si verifica la separazione in una fase successiva, i bambini la sentono o sanno che sta arrivando. Il più delle volte, la separazione è preceduta da eventi che suggeriscono la sua realizzazione. I bambini diventano testimoni delle difficoltà che le madri incontrano e dell'incapacità di superarle; degli incontri con gli operatori sociali che richiedono determinate condizioni di vita in famiglia, perché altrimenti i bambini saranno ospitati in orfanotrofio; i bambini partecipano o sentono conversazioni in cui le madri o altri adulti parlano davanti a loro della possibilità di collocarli in orfanotrofio. Le nostre osservazioni mostrano che, prima e dopo la rimozione dalla famiglia questi bambini sentono ansia, ma a differenza dei bambini che non conoscono o non capiscono perché devono separarsi dai parenti, questi bambini portano in sé un po' di comprensione della situazione. Alcuni di loro anche capiscono e si rendono conto in quali circostanze possono tornare alle loro famiglie. Questi bambini passano il tempo nell'istituto in attesa che questo accada. Negli incontri con le loro madri, chiedono se la madre ha trovato un posto di lavoro, se il padre è tornato, se il tetto è riparato, se la madre è stata guarita, etc.

    I bambini separati dai loro parenti in una fase successiva del loro sviluppo solitamente hanno costruito rapporti affettivi con le loro madri e altri parenti che si prendono cura di loro. Hanno vissuto in famiglia e hanno sperimentato il modo in cui avviene la vita quotidiana, il modo in cui l'adulto risponde alle loro esigenze, quando e come possono contare sul suo aiuto. La separazione mette fine a questa comunicazione ed il bambino si trova in circostanze che non

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    conosce e che non controlla. Perde il contatto ed il rapporto, entrando in un ambiente con un'altra organizzazione e un atteggiamento diverso nei suoi confronti.

    Quando l'ambiente in cui i bambini capitano è simile a quello della loro famiglia (come potrebbe accadere in