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Editoriale 11 Il cantiere previdenziale non è chiuso/ PAOLA MURATORIO Previdenza 13 Il processo di investimento in Inarcassa/ ALFREDO GRANATA 16 Dal bilancio consuntivo 2010 24 La comunicazione con gli iscritti Professione 28 Il futuro dell’ingegnere tra tutela del cittadino e sviluppo del Paese/ LUISELLA GARLATI 32 Green economy e libera professione/ EMANUELE NICOSIA 36 Inarbay/ CINZIA PRESTIFILIPPO 38 La valutazione delle aziende/ SERGIO CLARELLI Inserto 45 Le prestazioni di Inarcassa/ TIZIANO SUFFREDINI Professione 56 Smart Grids: energia a misura urbana/ SALVATORE TORIELLO 58 Il nuovo Regolamento attuativo del Codice dei contratti pubblici/ ALESSANDRO MASSARI 64 La voce dei sindacati Attività organi collegiali 66 A CURA DI NICOLA CACCAVALE Spazio aperto 68 A CURA DI MAURO DI MARTINO Argomenti 70 Itinerari/ A CURA DI PAOLO CAGGIANO 74 Emilio Rosetti/ GIULIA TORRI Aggiornamento informatico 76 Stampanti/ A CURA DI MARCO AGLIATA Terza pagina 80 A tavola ... nel segno di Leonardo da Vinci/ VITTORIO CAMERINI 86 Mercedes Sosa. Todo cambia/ PAOLO DE BERNARDIN T r i m e s t r a l e della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti i r na C A SS A Anno 39 ottobre-dicembre 2011 i r na C A SS A Direttore responsabile Ing. Tiziano Suffredini Direttore di redazione Arch. Emanuele Nicosia Comitato di redazione Arch. Paolo Caggiano Arch. Vittorio Camerini Ing. Riccardo Capello Ing. Sergio Clarelli Arch. Antonio Crobe Arch. Giuseppe Drago Arch. Giampaolo Dusi Arch. Maria Pia Irene Fiorentino Arch. Angelo Raffaele Galli Per Inarcommunity Ing. Aristide Croce Arch. Luca Pregliasco Arch. Cinzia Prestifilippo Arch. Silvia Vitali Coordinamento redazionale e segreteria di redazione Tiziana Bacchetta e-mail: [email protected] Direzione e amministrazione Via Salaria, 229 • 00199 Roma La collaborazione a Inarcassa, su argomenti di natura previdenziale o che interessano la libera professione, è aperta a tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto. Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autore e non impegnano l'Editrice e la redazione. Realizzazione, composizione e stampa Maggioli Editore • Rimini Viale Vespucci, n. 12/n Progetto grafico Giuseppe Mazzotti Redazione Marco Agliata Corrado Corradi Paolo De Bernardin Mara Marincioni Pubblicità PUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicità di Maggioli Editore S.p.A. Sede via F. Albani, 21 - 20149 Milano tel. 02/48545811 fax 02/48517108 Sede operativa via del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN) tel. 0541/628439 • fax 0541/624887 Editrice Via Salaria, 229 • 00199 Roma Tel. 06/852741 • Fax 06/85274435 Internet: http://www.inarcassa.it Aut. del Tribunale di Roma n. 15088 del 10 maggio 1973 Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti e pensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva. La tiratura di questo numero è di 278.500 copie. TERZO DUEMILA DUEMILAUNDICI

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Editoriale

11 Il cantiere previdenziale non è chiuso/ PAOLA MURATORIO

Previdenza

13 Il processo di investimento in Inarcassa/ ALFREDO GRANATA

16 Dal bilancio consuntivo 201024 La comunicazione con gli iscritti

Professione

28 Il futuro dell’ingegnere tra tutela del cittadino e sviluppo del Paese/ LUISELLA GARLATI

32 Green economy e libera professione/ EMANUELE NICOSIA

36 Inarbay/ CINZIA PRESTIFILIPPO

38 La valutazione delle aziende/ SERGIO CLARELLI

Inserto

45 Le prestazioni di Inarcassa/ TIZIANO SUFFREDINI

Professione

56 Smart Grids: energia a misura urbana/ SALVATORE TORIELLO

58 Il nuovo Regolamento attuativo del Codice dei contratti pubblici/ ALESSANDRO MASSARI

64 La voce dei sindacati

Attività organi collegiali

66 A CURA DI NICOLA CACCAVALE

Spazio aperto

68 A CURA DI MAURO DI MARTINO

Argomenti

70 Itinerari/ A CURA DI PAOLO CAGGIANO

74 Emilio Rosetti/ GIULIA TORRI

Aggiornamento informatico

76 Stampanti/ A CURA DI MARCO AGLIATA

Terza pagina

80 A tavola ... nel segno di Leonardo da Vinci/ VITTORIO CAMERINI

86 Mercedes Sosa. Todo cambia/ PAOLO DE BERNARDIN

T r i m e s t r a l edella Cassa Nazionale

di Previdenza ed AssistenzaIngegneri ed Architetti

Liberi Professionisti

i rna C ASSA

Anno 39ottobre-dicembre

2011

i rna C ASSA

Direttore responsabileIng. Tiziano SuffrediniDirettore di redazioneArch. Emanuele NicosiaComitato di redazioneArch. Paolo CaggianoArch. Vittorio CameriniIng. Riccardo CapelloIng. Sergio ClarelliArch. Antonio CrobeArch. Giuseppe DragoArch. Giampaolo DusiArch. Maria Pia Irene FiorentinoArch. Angelo Raffaele GalliPer InarcommunityIng. Aristide CroceArch. Luca PregliascoArch. Cinzia PrestifilippoArch. Silvia VitaliCoordinamento redazionale e segreteria di redazioneTiziana Bacchettae-mail: [email protected]

Direzione e amministrazioneVia Salaria, 229 • 00199 RomaLa collaborazione a Inarcassa, su argomenti di naturaprevidenziale o che interessano la libera professione, è apertaa tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto.Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autoree non impegnano l'Editrice e la redazione.

Realizzazione, composizione e stampaMaggioli Editore • RiminiViale Vespucci, n. 12/nProgetto graficoGiuseppe MazzottiRedazioneMarco AgliataCorrado CorradiPaolo De BernardinMara MarincioniPubblicitàPUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicitàdi Maggioli Editore S.p.A.Sedevia F. Albani, 21 - 20149 Milanotel. 02/48545811fax 02/48517108Sede operativavia del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN)tel. 0541/628439 • fax 0541/624887

Editrice

Via Salaria, 229 • 00199 RomaTel. 06/852741 • Fax 06/85274435Internet: http://www.inarcassa.itAut. del Tribunale di Roman. 15088 del 10 maggio 1973

Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti epensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva.

La tiratura di questo numeroè di 278.500 copie.

TERZODUEMILADUEMILAUNDICI

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iIeoh Ming Pei

Le illustrazioni di questo numero sonotratte dal volume di Philip Jodidio e JanetAdams Strong, I. M. Pei. Complete Works,Rizzoli International Publications,New York 2008.

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IEOH MING PEI

Ieoh Ming Pei nasce, nel 1917, a Canton, in Cina. Nel 1935,all’età di diciassette anni, emigra negli Stati Uniti.

La sua formazione come architetto avviene prima all’Universitàdella Pennsylvania, poi al MIT (l’Istituto universitario di

tecnologia del Massachusetts) per concludersi, con un master,all’Harvard University di Cambridge. Dopo gli studi lavora,

dal 1948, per il costruttore newyorkese William Zeckendorf;questo incontro si rivelerà di fondamentale importanza

per l’ascesa professionale di Pei.Nel 1955 apre uno studio associato, ancora oggi uno dei più noti

degli Stati Uniti.Raggiunge subito fama internazionale attraverso la realizzazione

di numerose opere di grande impegno.Il primo progetto su larga scala è il centro commerciale di

Roosevelt Field a New York (1956), seguono: il Mile High Centera Denver (1956), il Center for Atmospheric Research a Boulder(1967), la Torre Wilmington nel Delaware (1971), l’Herbert F.Johnson Museum of Art Cornell University a New York (1973),

l’ampliamento della National Gallery di Washington (1978),la biblioteca John F. Kennedy a Boston (1979).

Progetta e realizza in tutto il mondo un grande numero di edificipubblici e commerciali di grande effetto, che spaziano dal

razionalismo al postmoderno.L’ampio raggio di azione ha permesso Ieoh Ming Pei di elaborare

di un linguaggio stilistico teso al rigore geometrico e allaperfezione dei dettagli esecutivi.

I suoi progetti su vasta scala sono fra i più importantidel loro tempo.

Tra le realizzazioni più note la Torre della Bank of China a HongKong (1982-90), la Grand Louvre a Parigi (1983-93), il Miho

Museum in Giappone (1991-97) il nuovo Deutsches HistorischesMuseum di Berlino (1996-2000), il Suzhou Museum in Cina

(2000-06), il Museum of Islamic Art nel Qatar (2000-08).L’attività di Pei ha dato vita a esiti architettonici molto differentitra loro, ma sempre caratterizzati da un’estrema raffinatezza eabilità progettuale consacrandolo come uno degli architetti

contemporanei più significativi e di maggiore successo.

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Sono tante le novità di cui parlare inquesto breve editoriale.Il cantiere previdenziale non è chiuso

Edito

rial

e

La madre di tutte le riforme della previdenza pubblica è quella approvata con il governo Dini nel 1995. Quellariforma sancì, infatti, il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo: una sorta di rivoluzione nellacultura previdenziale italiana. Si disse allora, e da allora si va ripetendo, che “la previdenza pubblica è inequilibrio”, lasciando intendere che l’edificio fu completato e il cantiere chiuso. E invece quel cantiere è sempreaperto, ed il tema delle modifiche alla normativa previdenziale è sempre attuale. Anche in queste settimane inquel cantiere si è notato un gran fervore che alimenta nuove ipotesi di innovazioni normative.

La domanda che allora mi pongo è: perché parlare di pensioni quando ormai da anni manca un’adeguatacrescita economica che ne assicuri la sostenibilità ed il rafforzamento? E potrei aggiungere: non sarebbe meglioimpegnarsi maggiormente per un rilancio dell’economia che fornisca risorse al sistema previdenziale piuttosto chelimare continuamente queste risorse per renderle sostenibili da un sistema economico stagnante?

Occorre pensare a trovare lavoro per i giovani (e le donne) che rappresentano l’esercito di chi ha difficoltà acostruirsi un futuro e che, solo per tentare di avviare una libera professione, subiscono, soprattutto architetti eingegneri, la beffa statistica di figurare come occupati solo per aver aperto una partita IVA.Di loro si occupano poco tutti perché prevale la difesa di chi una occupazione già la ha, fino al punto diarroccarsi in difesa delle pensioni di anzianità, che in un’ottica intergenerazionale non rappresentano certo unbrillante esempio di salvaguardia degli interessi del Paese.Basta ricordare che per oltre vent’anni (fino al 1992) le impiegate pubbliche con figli potevano lasciare il lavorodopo 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi. Persino ragazze poco più che trentenni potevano così maturare ildiritto ad una pensione solo di poco inferiore alla retribuzione percepita.

Oggi i professionisti di 30-35 anni sono considerati ancora “giovani” e, sebbene Inarcassa non abbia dovutosubire premature fughe dal lavoro, rimane vero che nel passato ottenevano pensioni con anzianità irrisorie.E’ evidente che gli “eccessi” di ieri corrisponderanno domani a “sacrifici”: pensioni più lontane e di importoinferiore.A maggior ragione, quindi, oggi è necessario puntare sul lavoro indirizzando risorse, in primo luogo pubbliche, alfinanziamento di programmi di investimento a sostegno del sistema paese in genere e dello sviluppo economico inparticolare.

Sconcerta che le manovre finanziarie dell’estate appena trascorsa siano andate nella direzione opposta.Tassazione al 20% sui rendimenti degli impieghi diversi dai titoli di Stato, controllo della COVIP negliinvestimenti, altre misure di contenimento e di riduzione hanno perseguito finalità molto diverse, spesso opposte,a quelle attese ed alle quali continuiamo a sollecitare risposte.

Non abbandoniamo il nostro obiettivo: facciamo in modo che i lavori nel cantiere comunque continuino, ma pertonificare lo sviluppo, non per adeguarci alla stagnazione.

Paola Muratorio

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Il processo di investimento in Inarcassadi Alfredo Granata

Diversificare per migliorare irendimenti senza comprometterela tenuta del portafoglioPr

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Come Cassa di previdenza e assistenza di pro-fessionisti, Inarcassa ha il compito primario diassicurare la copertura finanziaria per la ero-gazione ai propri associati delle pensioni edelle altre forme di assistenza previste. L’as-solvimento di questo compito istituzionalepostula una gestione del patrimonio orientataal perseguimento di due obiettivi principali:•la difesa del patrimonio della Cassa dall’ero-sione dell’inflazione;•una crescita sostenibile nel lungo periodo.Il perseguimento di questi due obiettivi, a suavolta, postula criteri di gestione ispirati allamassima prudenza e, quindi, alieni da tenta-zioni di mera speculazione.Sotto il profilo operativo, una gestione cosìimpostata è andata viepiù articolandosi inragione della moltiplicazione delle forme diinvestimento che l’ingegneria finanziaria haprodotto negli ultimi anni e della conseguen-te complessità dei mercati sui quali i relativititoli vengono scambiati. Stare al passo conquesta continua evoluzione costituisce talvol-ta la sfida più ardua che il gestore deve affron-tare.Negli anni Novanta, ad esempio, gli investi-menti della Cassa erano prevalentemente intitoli di Stato italiani e in immobili, impieghiconsiderati privi di rischio e con un rendimen-to del capitale adeguato. Da quegli anni, però,i mercati finanziari hanno subito profondetrasformazioni ed anche la sicurezza che eraofferta da quelle forme di investimento si èridotta imponendo una maggiore differenza-zione nell’impiego del patrimonio complessi-vo. Per questo motivo si cominciò con gradua-

lità, e sempre con criteri di massima prudenza,ad inserire nel portafoglio di Inarcassa anchetitoli azionari prevalentemente italiani. Inol-tre, contestualmente ad una maggiore artico-lazione dei tradizionali investimenti in obbli-gazioni ed azioni, fu inserita una nuova cate-goria denominata “Titoli alternativi” suddivisaal suo interno tra hedge fund, materie prime eprivate equity.Nel corso dell’ultimo decennio (in particolaredallo scoppio della “bolla internet”), i mercatifinanziari sono diventati sempre più comples-si e mutevoli ed imprevedibili modificando la

percezione di rischio degli investitori. Chi maiprima del 2000 poteva valutare un’aziendatelefonica più rischiosa di una azienda indu-striale? E chi prima del settembre 2001 potevaritenere più rischiosa una compagnia aerea diun’azienda operante sulla frontiera della tec-nologia? E ancora: chi prima del 2008 potevaimmaginare che una banca di grosse dimen-sioni internazionali potesse fallire? E infine:ancora oggi c’è chi è in grado di spiegareperchè è fallita Lehman e non Merryll Lynch oAIG che erano quanto meno nelle stesse con-dizioni finanziarie? E chi prima dello scorso

•National Gallery of Art,Washington D.C., 1968-78.

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quinquiennio poteva considerare la Cina unostato meritevole di una mole di investimentidiretti e di un credito finanziario superiorealla somma di tutti gli Stati del G7? E conclu-dendo questa già lunga eppure ampiamenteincompleta rassegna: qualcuno poteva maimettere in discussione i titoli sovrani di unPaese membro dell’Unione monetaria euro-pea?L’insieme di tali interrogativi e l’attuale corsaall’individuazione del prossimo evento chepossa modificare la percezione del rischio diuna determinata classe di investimenti la dicelunga su quanto sia diventato complesso (coldubbio che sia persino sterile) concentrarsisu una singola opportunità di investimento evalutarne lo specifico profilo rischio/rendi-mento. I più ormai convengono sulla oppor-tunità di impegnarsi piuttosto sulla formazio-ne di un portafoglio efficacemente diversifica-to ottimizzando il profilo rischio/rendimentodel portafoglio stesso nel suo complesso.Dovendo operare in un mondo siffatto, Inar-cassa è andata adottando nuovi e più opportu-ni criteri di gestione strategica del patrimonio.In primo luogo sono state ridefinite le classi diinvestimento che formano l’asset allocationcomplessiva. Al fine di affinare il monitoraggiodel patrimonio, per ciascuna classe è statoadottato un benchmark di riferimento sul qualerapportare rendimenti e rischiosità attesi. Idati così ottenuti per ciascuna classe vengonoquindi integrati tra loro in modo tale da poterottenere il profilo rischio/ rendimento dell’in-tero portafoglio. L’obiettivo finale è l’indivi-duazione del portafoglio ideale, ovvero l’esat-ta combinazione in termini di pesi percentualida assegnare a ciascuna classe di investimentoche massimizzi il rendimento atteso dell’inte-ro portafoglio per un dato livello di rischio, ominimizzi il rischio per un dato livello direndimento.

Sul piano della pratica operativa, alle classi diinvestimento tradizionali sono stati aggiuntiinvestimenti in titoli obbligazionari ed aziona-ri dei Paesi emergenti, nonché investimenti inobbligazioni ad alto rendimento. Infatti, inseguito al rallentamento dei Paesi più svilup-pati, alla esiguità dei tassi di rendimento deititoli a più basso rischio, e alla crisi di fiducianella quale sono incorsi i titoli di Stato anchedi Paesi europei, le opportunità offerte daititoli dei Paesi emergenti sono cresciute espo-nenzialmente. La forte crescita economica e ibuoni fondamentali di bilancio di alcuni diquesti Paesi hanno determinato un innalza-mento generale del rating del loro credito equindi un restringimento dello spread coititoli di debito dei Paesi occidentali.Le materie prime invece sono una classe diinvestimento adatta per proteggere il porta-foglio dall’inflazione. Nel lungo termine, in-fatti, i prezzi delle materie salgono in misuraanche maggiore a quella che comporterebbel’erosione del valore della moneta, per cuipossono offrireuna protezionedall’inflazionepiù affidabile diquella che puòessere attesa daaltre tipologiedi investimen-to.Una ulterioreclasse di inve-stimento re-centemente in-serita è il pri-vate equity,che compren-de impieghi dilungo periodoin partecipa-

zioni in aziende non quotate in borsa chepresentano un elevato potenziale di crescitaprospettando, di conseguenza, tassi di rendi-mento che possono essere anche molto eleva-ti.Un cenno particolare meritano i titoli cosid-detti “strutturati” dal momento che vengonoconsiderati tra le opportunità di impiego diInarcassa. Sono titoli che nel periodo piùrecente sono stati oggetto di critiche il piùdelle volte ingiustificate e di analisi il piùdelle volte approssimative. In realtà, un tito-lo strutturato altro non è che una combina-zione fra una obbligazione priva di cedola euno strumento finanziario la cui redditività èlegata ad un indice di mercato (inflazione,volatilità, materie prime, etc.). La rischiositàdi questi titoli, pertanto, non è né più némeno che la combinazione dei rischi legatialle due componenti che, prese singolar-mente, facevano già parte e a pieno titolo esenza particolari controindicazioni del nove-ro dei rischi e delle opportunità di un porta-

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Fig. 1 - Simulazione portafogli obbligazionari

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Fig. 2 - Simulazione portafogli azionari

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foglio composito quale quello di Inarcassa.Se, tuttavia, può darsi l’opportunità di com-prenderli nel portafoglio è perché questititoli possono consentire di seguire più pro-duttivamente e più tempestivamente l’evolu-zione dei mercati di cui si diceva in apertura.Fino a qualche anno fa non era semplice peruna istituzione previdenziale come la nostraaccedere a titoli rappresentativi di mercatiquali quelli, ad esempio, delle materie primeo delle commodity in quanto si trattava quasisempre di titoli con scarsa liquidità (volumibassi per l’esigenze della Cassa) e general-mente negoziati solo in USA con conseguenzefiscali penalizzanti. Proprio per risolvere que-sti inconvenienti gli intermediari finanziari –generalmente grandi banche internazionali –hanno creato questi titoli “strutturati” che,certo, implicano un grado di rischio, ma nonsuperiore a quello di una qualsiasi obbligazio-ne che possa aver emesso lo stesso interme-diario.Si torna così alla gestione del rischio come

principio guidaper le scelte di in-vestimento diInarcassa. Gestio-ne che si realizzaessenzialmentecon la continua ri-cerca del più op-portuno grado didiversificazionedegli impieghi, daricercare costan-temente, in fun-zione della conti-nua evoluzionedei mercati, tra loScilla di una di-versificazione ec-cessiva, che ridu-

ce la rischiosità a scapito del rendimento e,quindi, della crescita del patrimonio, ed ilCariddi di una diversificazione troppo scarsache talvolta promet-te consistenti ritor-ni, ma anche consi-stenti perdite nelcaso di congiunturedi mercato sfavore-voli.Per comprenderemeglio l’efficacaciadel processo di in-vestimento basatosulla diversificazio-ne del rischio, puòessere utile un con-fronto tra le tre si-mulazioni riportatedi seguito.La prima (fig. 1) èsul comparto obbli-gazionario e con-

fronta il rendimento a 10 anni (agosto 2001-agosto 2011) di un portafoglio composto al100% da titoli di Stato area Euro e un’altroportafoglio che comprenda anche obbligazio-ni di Paesi emergenti ed obbligazioni ad altorendimento per un totale pari al 20%.La seconda simulazione (fig. 2) confronta ilrendimento di un portafoglio al 100% investi-to nel mercato azionario americano (il princi-pale barometro dei mercati azionari mondiali)con un portafoglio comprendente anche un10% di azioni dei Paesi emergenti.L’ultima simulazione (fig. 3) invece confrontaun portafoglio tradizionale (50% obbligazioni e50% azioni) contro un portafoglio ben diversifi-cato (40% obbligazioni, 40% azioni, 20% alterna-tivi).In tutte le simulazioni si può notare come unamaggior diversificazione riesca a generare unmiglioramento del rendimento di lungo peri-odo senza però compromettere la tenuta delportafoglio.

Fig. 3 - Simulazione portafogli tradizionali e○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

portafogli diversificati

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enza Dal bilancio

consuntivo 2010

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Fig. 1 - Architetti e Ingegneri: modalità esercizio attività lavorativa (2010)

Fonte: Inarcassa

Dinamiche redditualie contributive degliiscritti all’Associazione

Gli iscritti

Nel 2010, il numero degli architetti e degliingegneri iscritti agli Albi professionali è au-mentato del 2,9% rispetto al 2009, raggiun-gendo le 373.845 unità , di cui 146.016 archi-tetti e 227.829 ingegneri; la suddivisione persesso conferma una prevalenza degli uominisulle donne che rappresentano il 22,5% deltotale, anche se, tra gli architetti, la percentua-le delle donne è maggiore e pari al 39,5% deltotale della categoria; nel complesso, inoltre,la componente femminile risulta mediamentein crescita del 5,3% annuo dal 2007 ad oggi,contro il 2,5% degli uomini.Le modalità di esercizio dell’attività lavorativadegli iscritti agli Albi sono praticamente inalte-

rate rispetto al 2009 (cfr. fig. 1): i liberi profes-sionisti iscritti ad Inarcassa (inclusi i pensiona-ti contribuenti) rappresentano il 58,1% fra gliarchitetti e il 30,9% fra gli ingegneri; i lavora-tori dipendenti che nel 2010 hanno svoltoanche l’attività professionale, rispettivamen-te, il 10% e il 10,7%; gli iscritti solo Alborappresentano il 31,9% fra gli architetti e il58,4% fra gli ingegneri.Continuano a evidenziarsi differenze, a livelloterritoriale, riguardo alla propensione ad eser-citare in modo esclusivo la libera professione;inclusi i pensionati contribuenti, nel Nord delPaese il 65,4% degli architetti e il 33,5% degliingegneri risulta iscritto alla Cassa contro il58,4% e il 29,9% del Centro, il 47,2% e il 29,2%del Sud.

Alla fine del 2010, i liberi professionisti iscrittiad Inarcassa hanno raggiunto le 155.208 uni-tà. L’incremento degli iscritti, è risultato parial 4,1%, in aumento rispetto al dato del 2009(3,6%), ma largamente inferiore alla media deldecennio 2000-2008 (6,3%). Gli architetti eingegneri iscritti a fine 2010 sono risultatipari, rispettivamente, a 84.913 e 70.295, con-fermando una maggiore crescita per gli inge-gneri (5,1%) rispetto agli architetti (3,3%).Come ormai si registra da diversi anni, ledonne hanno presentato il trend più dinami-co, con un tasso di crescita del 5,9% (4,7% e11% rispettivamente per architetti e ingegne-ri), rispetto al 3,5% degli uomini (2,4% e 4,4%rispettivamente per architetti e ingegneri). Ladistribuzione per area geografica indica una

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•Deutsches Historisches Museum,Berlino, Germania 1996-2003.

prevalenza di professionisti al Nord (48,4%); il21,3% risulta al Centro e il 30,2% al Sud (laquota residua, inferiore allo 0,1%, risulta re-sidente all’estero). Rispetto alla popolazioneresidente, gli architetti si concentrano al Cen-tro e al Nord dove, in entrambe le aree, ci sono1,6 architetti ogni mille abitanti; sono meno alSud dove c’è 1 architetto ogni mille abitanti;più uniforme la distribuzione degli ingegneri:ci sono 1,1 ingegneri ogni mille abitanti alNord e 1,2 al Centro e al Sud.Le nuove iscrizioni (intese come iscritti allaCassa per la prima volta) sono state 7.621, increscita del 3,4% rispetto al 2009. Il dato del2010 risulta in controtendenza rispetto allevariazioni negative registrate nei due anniprecedenti (–1% nel 2008 e –14.6% nel 2009).Una possibile spiegazione è data dagli effetti“indiretti” della crisi economica: la mancan-za di opportunità con riguardo al lavorodipendente potrebbe aver portato ad un au-mento, nel 2010, dei giovani liberi professio-nisti. Negli ultimi cinque anni, infatti, i datipubblicati dal MIUR evidenziano una costan-te crescita, anche se a ritmi decrescenti, delflusso di laureati in architettura e, viceversa,una flessione dei laureati in ingegneria, tor-nati sui livelli del 2004, successivamente,cioè, all’introduzione della laurea breve. Com-plessivamente, dal 2005, il numero di laure-ati in ingegneria e architettura si è ridotto inmedia ogni anno dello 0,6%. Le motivazionialla base di questo trend sono diverse, apartire dal calo “naturale”, registrato negliultimi anni, dei laureati del vecchio ordina-mento, che non viene compensato dall’au-mento dei laureati specialistici/magistrali. Aquesto si aggiungono poi altri fattori specifi-ci legati alla riforma del sistema universitariodi inizio decennio e, con riferimento peresempio agli ingegneri, all’istituzione nelloro Albo di tre distinti settori; uno dei rifles-

si è, ad esempio, che i laureati in ingegneriadell’informazione (pari nel 2009 al 20% deilaureati in ingegneria) non possono più svol-gere, con il nuovo ordinamento, la liberaprofessione nel settore civile – ambientale(hanno quindi meno interesse a iscriversiall’Albo professionale e a Inarcassa, nel casodi liberi professionisti, salvo quello di naturaprevidenziale).La composizione percentuale per fasce di etàevidenzia che il 46,5% degli architetti e quasiil 48,4% degli ingegneri presentano un’etàinferiore o pari a 40 anni; complessivamente,

gli iscritti con età inferiore o pari a 40 risul-tano, nel 2010, il 47,4% del totale, contro il49,2% del 2004 (cfr. fig. 2). Per gli ingegneri,la percentuale più elevata si colloca nellafascia di età 31-35 anni (19,2%), per gli archi-tetti in quella successiva, compresa fra 36 e40 anni (22,4%). Nelle fasce di età più elevategli iscritti evidenziano un trend via via decre-scente fino ai 65 anni. Nella fascia di etàsuperiore ai 55 anni si posiziona il 14,2%degli architetti e il 22,5% degli ingegneri (lapercentuale si riduce al 3,5% degli architettie al 6,5% degli Ingegneri considerando la

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Fig. 2 – Architetti e Ingegneri iscritti alla Cassa (2010)

Fonte: Inarcassa

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fascia di età oltre 65 anni, quasi interamentecostituita da pensionati contribuenti).Nel 2010, l’anzianità media dell’intero col-lettivo di iscritti è risultata pari a 12,3 anni(12,7 per gli architetti e 11,8 per gli inge-gneri). Le donne presentano un’anzianitàmedia notevolmente più bassa (9,1 annicontro 13,4 anni degli uomini); la categoriacon anzianità minore è quella delle donneingegnere (6,4 anni), seguita dalle colleghearchitetto (9,7 anni). Per quanto riguardagli uomini, gli Ingegneri hanno un’anzianitàmedia pari a 12,4 anni contro i 14,5 deicolleghi architetti.L’analisi della distribuzione in base all’etàdei neoiscritti (nel 2010), evidenzia chel’81,2% ha un’età inferiore o uguale ai 35anni. L’età media di ingresso di coloro chesi iscrivono per la prima volta (escludendola parte residuale relativa ai neoiscritti conetà superiore ai 35 anni) è pari a 29,1 anni

(1) Fino al 2009, le agevolazioni contributive (contributominimo ridotto a 1/3 ed aliquota contributiva soggettiva ridot-ta del 50%) spettano, ai professionisti che si iscrivono per laprima volta ad Inarcassa prima del compimento dei 35 anni,per un triennio in costanza di iscrizione. Dal 2010, leagevolazioni sono previste per 5 anni solari dalla prima iscri-

zione e, comunque, non oltre l’anno di compimento dei 35anni; le riduzioni sono previste anche in presenza di reiscrizionie si applicano fino al reddito inferiore od uguale al primoscaglione di reddito usato per i calcolo della pensione (art.22.4 dello Statuto).

e non varia in misura significativa in base altitolo e al sesso: l’età di ingresso è legger-mente inferiore per le femmine (28,7) ri-spetto ai maschi (29,3). Negli ultimi annil’età media di ingresso dei giovani fino a 35anni è risultata in diminuzione, passandoda 30,6 anni nel 2004 a 29,1 nel 2010. Ilconsistente afflusso di giovani contribuiscea mantenere bassa l’età media degli associa-ti, che è risultata pari a 43,8 anni (38,6 perle donne e 45,6 per gli uomini); essa costi-tuisce però, come esposto in precedenza,un onere latente (e crescente) per gli equi-libri finanziari della Cassa. Per quanto ri-guarda la distribuzione per area geografica,la percentuale di neoiscritti presenti al Suded Isole è maggiore di quella riferita altotale degli iscritti; ciò sembra riflettere uninsieme di cause, tra queste, la minore capa-cità del mercato meridionale di creare op-portunità di lavoro dipendente e un ecces-

so di offerta relativa, in particolare, di giova-ni laureati in architettura.Infine, nel 2010 si è verificata una forte cresci-ta del numero dei professionisti iscritti acontribuzione ridotta (1), aumentati rispettoal 2009 del 33%.L’ampliamento da 3 a 5 anni delle agevola-zioni previste per i giovani iscritti ha com-portato una riduzione del numero degliiscritti interi (-1,5% rispetto al 2009). E darilevare anche per il 2010 l’aumento delnumero di pensionati contribuenti, passatida 5.084 unità a 6.044, con un incrementodel 19% rispetto allo scorso anno. Tale in-cremento riflette il progressivo e previstoaumento del numero complessivo dei pen-sionati di vecchiaia e, in modo particolare,delle prestazioni previdenziali contributi-ve; all’interno dei pensionati contribuenti,l’80% circa svolge attività professionale inmodo continuativo.

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Fig. 3 - Monte Redditi e Monte Volume d’affari Iva (1990-2009)○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

(importi in milioni di euro correnti)

Fonte: Inarcassa

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Fig. 4 - Reddito professionale e Volume d’affari Iva medi (2000-2009)

Fonte: Inarcassa

Le società di ingegneria e gli iscrittisolo Albo

Nel 2010, il numero delle società di ingegneria èaumentato di 372 unità, passando da 4.480 di fine

2009 a 4.852, con un incremento dell’8,3%, leg-germente inferiore a quello del 2009, pari al 9,5%.In relazione alla distribuzione per forma giuri-dica, la stragrande maggioranza (pari ad oltreil 92%) è rappresentato da S.r.l., il 4,7% daS.p.A. e il 2,5% da consorzi e cooperative.

Nel 2010, gli ingegneri e gli architetti iscritti soloall’Albo con partita Iva (si tratta, in sostanza, dilavoratori dipendenti che svolgono attività pro-fessionale) sono risultati 36.303, in aumento del3,4% rispetto all’anno precedente: dopo la ridu-zione del 2009 (-3,5%), probabilmente ricondu-cibile agli effetti della crisi economica, nel 2010gli iscritti solo all’Albo sono tornati sui medesimilivelli del 2008. Rispetto al totale degli iscrittiall’Albo professionale, i professionisti iscritti soloAlbo con partita Iva (cfr. fig. 1) rappresentanouna quota del 10,4% (10,7% gli ingegneri e 10%gli architetti). La loro distribuzione per areageografica indica una prevalenza di professioni-sti al Sud con il 48,3%; il 32,4% risulta residenteal Nord e il 19,3% al Centro.

Le dinamiche reddituali

Nel 2009, la crisi economica ha determinatouna forte riduzione dei volumi d’affari e deiredditi. Per la prima volta dal 2000, da quandoesistono cioè dati aggregati comprensivi delle

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Fig. 5 - Reddito professionale medio: distribuzione per età (2007 e 2009)

Fonte: Inarcassa

società di ingegneria, si è ridotto il montevolume d’affari IVA complessivo di Inarcassa;la riduzione ha interessato tutte le tre tipologie:il monte fatturato degli iscritti a Inarcassa si èridotto del 4,9%, quello delle società di inge-gneria del 5,3% e quello degli iscritti Albo conpartita Iva del 9,1%. La riduzione più consi-stente registrata da questi ultimi è dovuta,oltre che al calo del fatturato medio, anche alladiminuzione del numero di iscritti solo all’Al-bo (-3,5% nel 2009). In termini di composizio-ne percentuale, il “peso” delle società di inge-gneria tra il 2006 e il 2009 è rimasto sostanzial-mente stabile, è cresciuto lievemente quellodegli iscritti a Inarcassa, che passa dal 68,9%del 2006 al 69,7% del 2009, mentre si è ridottoquello degli iscritti solo Albo, che passa dal9,2% del 2006 all’8,1% del 2009.Nonostante un numero di professionisti di-chiaranti in aumento del 4,3%, il monte reddi-ti e il monte volume d’affari degli iscritti aInarcassa hanno registrato una diminuzionein termini nominali per la prima volta dal 1993

(cfr. fig. 3). Il monte redditi è diminuito del3,6% e il monte volume d’affari del 4,9%.Il calo del monte redditi ha riguardato soprat-tutto gli architetti (-6,3%) e, in particolare, gliarchitetti maschi (-7,8%) piuttosto che gli inge-gneri (-1,4%); le stesse considerazioni valgonoper il monte volume d’affari: gli architetti regi-strano un calo del 7,3% (-8,0% gli architettimaschi), contro il 2,9% degli ingegneri.Il reddito professionale medio degli Ingegnerie architetti è diminuito, in termini nominali,del 7,6%, da 32.552 a 30.085 euro; si tratta delsecondo calo consecutivo, dopo la riduzionedell’1,5% del 2008.In analogia al 2008, il calo del reddito medio hariguardato maggiormente gli architetti (-9,7%)rispetto agli ingegneri (-6,1%): gli architettisono, infatti, maggiormente concentrati in set-tori (quali edilizia e costruzioni) fortementecolpiti dalla crisi. Il divario medio fra le duecategorie è dunque aumentato, raggiungendo i13.872 euro (era di 13.000 euro nel 2007).Anche il reddito mediano, ossia quel reddito al

di sotto del quale si colloca la metà della popo-lazione dei professionisti dichiaranti, si è con-tratto, risultando pari a 18.953 euro, in calo del5,7% rispetto ai 20.096 euro (del 2008). Per gliarchitetti, il reddito mediano è passato da 16.626a 15.538 euro (-6,5%); per gli ingegneri, èdiminuito da 25.574 a 24.404 euro (-4,6%).La riduzione del fatturato medio è stata dell’8,9%;è stata maggiore (di oltre 3 punti percentuali) pergli architetti rispetto agli ingegneri. Di conse-guenza, il rapporto tra volume d’affari e redditomedio (1,34) è tornato a scendere, dopo il lieveaumento dello scorso anno (cfr. fig. 4), testimo-niando, tra le altre cose, la grande attenzione allacompressione dei costi.Prendendo a riferimento i professionisti presentisia nel 2008 che nel 2009 (circa l’83% degli iscrittidichiaranti), il reddito medio degli ingegneri èrisultato in diminuzione del 2,9%, quello degliarchitetti in riduzione del 7,8%; la categoria chesembra aver risentito maggiormente della crisi èstata quella degli architetti con più di 60 anni, ilcui reddito è diminuito del 17,5%. Fanno ecce-

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Tab. 1 – Iscritti alla Cassa: distribuzione per classe di età e di reddito (2009)

Età Comp.Fino a 30 31-40 41-50 51 - 60 61 - 65 Oltre 65 Totale %

Freq.

Reddito Totalecumulate

(in euro correnti)

Non dichiarante 399 2.046 1.999 1.904 605 616 7.569 4,9 4,9764 3.204 2.221 1.599 667 1.141 9.596 6,2 11,1

-12.400 4986 18.487 9.842 4.902 1.679 2.291 42.187 27,4 38,52.401-26.500 4534 18.714 10.057 5.218 1.577 1.558 41.658 27,0 65,66.501-41.650 929 8.721 6.730 3.812 1.109 852 22.153 14,4 79,91.651-62.750 203 4.462 4.788 3.304 978 677 14.412 9,4 89,32.751-73.150 41 938 1.299 1.123 325 206 3.932 2,6 91,83.151-83.450 13 605 934 868 242 159 2.821 1,8 93,7ltre 83.450 37 1.370 3.070 3.464 1.157 670 9.768 6,3 100,0Totale 11.906 58.547 40.940 26.194 8.339 8.170 154.096 100,0Fonte: Inarcassa

Fig. 6 - Distribuzione regionale degli iscritti e dei redditi○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

(percentuale degli iscritti e, in parentesi, del monte redditi sul totale Inarcassa)

Fonte: Inarcassa

zione gli iscritti con meno di 35 anni, il cuireddito è invece aumentato del 7,9%.Se si allunga il confronto ai due anni di crisi(2008 e 2009), la contrazione del reddito medioaccusata dagli ingegneri e architetti liberi pro-fessionisti assume dimensioni ancora più rile-vanti, in particolare per gli Architetti (cfr. fig. 5).La distribuzione del reddito medio 2009 perclassi di età conferma il profilo crescente fino allaclasse di età 51-55 anni per gli ingegneri e fino allaclasse 56-60 anni per gli architetti. Per le età finoa 30 anni, il reddito medio 2009 risulta di impor-to piuttosto contenuto (12.089 euro per gli archi-tetti e 16.327 euro per gli Ingegneri), cresce finoa toccare un massimo di 57.618 euro per gliingegneri e di 37.475 euro per gli architetti,rispettivamente nelle fasce di età 51-55 e 56-60,evidenziando poi un andamento in costanteriduzione per entrambe le categorie.Confrontando il reddito medio per classi dietà del 2009 con quello del 2007, si rilevacome il reddito medio diminuisca per tutte leclassi di età considerate. La riduzione maggio-

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•Wilmington Tower, Delaware, 1963-61.

re è avvenuta per gli architetti, nella classe dietà 61-65 anni, il cui reddito medio è diminu-ito del 17,3% rispetto al 2007; per gli ingegne-ri, la contrazione maggiore è avvenuta nelleclassi fra 56 e 60 anni, con una diminuzionedel reddito medio del 9% rispetto al 2007.Dall’analisi per fasce di reddito, emerge che il4,9% degli iscritti non ha presentato la dichiara-zione (in diminuzione rispetto al 6% del 2008),poco più del 6% ha dichiarato un reddito pari azero (in aumento rispetto al 5,1% dello scorsoanno), il 27,4% ha dichiarato un reddito inferiorea 12.400 euro, il 41,4% ha redditi compresi fra12.401 e 41.650 euro, il 13,8% fra 41.651 e gli83.450 euro, il restante 6,3% ha dichiarato unreddito superiore agli 83.450 euro (cfr. tab. 1).La percentuale di iscritti che ha dichiarato unreddito nullo è maggiore per gli architetti cheper gli ingegneri (rispettivamente, il 5,3% e il4,5%) e subisce sensibili variazioni se analizza-ta a livello di macro-aree. Infatti, al Sud e nelleisole, il 7,3% degli iscritti ha dichiarato unreddito nullo, mentre al Centro la percentualesi riduce al 5,3% e al Nord al 3,2%.Sempre a livello di macro-aree, le Isole hannorisentito della crisi in maniera particolare, conuna diminuzione del reddito medio dell’11,1%(-12,4% in Sicilia e -8,3% in Sardegna). Vicinoalla media nazionale la riduzione al Nord (-7,9% nel Nord-Ovest e -7,2% nel Nord-Est),con le eccezioni delle regioni Trentino e Ligu-ria, che hanno registrato variazioni negativeminori (-3,6% e -3,9% rispettivamente). Lariduzione del reddito medio è stata più conte-nuta nelle regioni del Sud, in calo del 4,8%.La figura 6 presenta la distribuzione regionaledegli iscritti e dei redditi nel 2008 e nel 2009 eriassume tre tipologie di informazioni: la classedel reddito medio professionale (differenziatain base a 6 colori diversi), la percentuale diiscritti e del monte redditi di ciascuna regionesul totale Inarcassa. Dal confronto, è possibileevidenziare, visivamente, gli effetti della crisi

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economica: tra il 2008 e il 2009, la metà delleregioni è passata ad una classe di reddito infe-riore, pur mantenendo, nella maggior parte deicasi, la stessa percentuale di iscritti sul totale.

La contribuzione

Nel 2010 i contributi complessivamente accer-tati – costituiti dai contributi soggettivi e inte-grativi correnti e arretrati, dai contributi dimaternità e da quelli per le ricongiunzioniattive e i riscatti - sono stati 679.633.694 euro,in diminuzione del 2,1% rispetto al 2009.I contributi soggettivi e integrativi di naturacorrente rappresentano la quota principale,pari al 91,1%; nel 2010 hanno raggiunto i619.477.000 euro, registrando una riduzionedell’1% rispetto al 2009. Nel 2010 i contributisoggettivi, grazie all’aumento del contributominimo unitario, evidenziano una leggera cre-scita rispetto al 2009 (+1,9%), nonostante lariduzione del reddito medio; i contributi inte-grativi registrano, invece, una diminuzione del7,3% che riflette in linea di massima la riduzionedel volume d’affari medio dei liberi professioni-sti e delle società di ingegneria, oltre che lariduzione del contributo minimo unitario.Tra i contributi integrativi correnti (180,67 mi-lioni di euro), il 72,3%, pari a 130,7 milioni dieuro, è stato corrisposto dagli iscritti adInarcassa, mentre i restanti 49,96 milioni dieuro sono stati versati dagli iscritti solo Albo(12,44 milioni di euro, pari al 6,9% del totale deicontributi integrativi) e dalle società di ingegne-ria (37,52 milioni di euro, pari al 20,8%).I contributi integrativi del 2010 risultano in dimi-nuzione rispetto al 2009 per tutte le tre tipologiedi contribuenti. In particolare, la riduzione mag-giore è relativa agli iscritti solo Albo con partitaIva (-24,1% rispetto al 2009), a causa della flessionepiù consistente del volume d’affari Iva, mente ladiminuzione dei contributi integrativi dagli iscritti

ad Inarcassa (-5,8%) risulta in linea con quelladelle società di Ingegneria (-5,3%).I piani di riscatto in corso (ossia tutti quelli chehanno generato un’entrata per contributi dariscatto nel corso del 2010) sono 1.619, per unammontare corrispondente di contributi paria 12,3 milioni di euro, in aumento del 9,8%rispetto agli 11,2 milioni di euro del 2009.L’importo medio dei piani di riscatto in corsorisulta pari a circa 24.128 euro, per un’anzianitàmedia riscattata di quasi 5 anni.Nel 2010, i contributi per ricongiunzioni atti-ve sono stati pari a 29,3 milioni di euro (afronte di 28,4 milioni di euro nel 2009). Lericongiunzioni a titolo oneroso per il profes-sionista hanno riguardato 161 iscritti, con unimporto medio dell’onere di circa 32.233 euro,per un numero medio di anni ricongiunti paria 8,9; le ricongiunzioni senza oneri per ilprofessionista hanno riguardato 137 iscritti.

•Morton H. Meyerson Symphony Center,Dallas, Texas, 1981-89.

La gestione dei crediti contributiviA decorrere dal 10 maggio 2010, in attuazione del Nuovo Modello Organizzativo deliberato nel 2009 dalConsiglio di Amministrazione di Inarcassa, è stato effettuato il trasferimento organizzativo dell’Area GestioneCrediti Previdenziali (GCP) dalla Direzione Attività Istituzionali alla Direzione Amministrazione e Controllo,con la finalità di separare il ruolo proprio di accertamento del credito (DAI) da quello di recupero (DAC).Nel corso della seconda metà dell’anno si è proceduto ad un’attività di analisi dei processi direcupero crediti, al fine di individuare i possibili interventi migliorativi.Tra gli interventi di più immediata implementazione, si è proceduto a modificare il criterio di selezionedelle posizioni da affidare alle società esterne di recupero passando dal criterio dell’ultima annualitàscaduta (azioni annuali “parziali”, ciascuna volta al recupero dei soli crediti riferiti all’ultima annualitàcontabilmente chiusa), a quello dell’intera posizione contributiva dei professionisti morosi (negliimporti affidati sono inclusi non solo i debiti di ultima generazione ma anche debiti che hannocostituito in precedenza oggetto di recupero e che non hanno dato esito positivo).A ottobre 2010 l’affido alle società di recupero crediti ha riguardato n. 17.139 posizioni, per unvalore totale di circa 135.872.400 euro.Con il tradizionale recupero “parziale” del solo scaduto corrente, invece, a parità di posizioniavviate, l’ammontare sarebbe stato nell’intorno di 55.000.000 euro.Gli effetti delle innovazioni introdotte produrranno risultati significativi a partire dal 2011; tuttaviagià nel 2010 un primo risultato è stato ottenuto con la stabilizzazione nella crescita dei creditiscaduti al livello dell’anno precedente. Viceversa il livello dei crediti lordi scende da euro562.801.000 del 2009 a euro 534.971.000 del 2010, quale conseguenza di una politica diaccertamento sanzionatorio più contenuta nel corso dell’anno.

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Il call center

Nel 2010 l’attività del call center ha registratoun incremento dei contatti sia “inbound” (do-manda di informazioni in materia previden-ziale) sia “outbound” (richiamate o gestionedi campagne particolari). Nelle dimensioniquantitative, l’area del call center ha raggiuntoun valore pari a poco meno di 228.000 contattigestiti, pari a circa 18.000 contatti/mese, con-tro i 16.000 circa del 2009 (cfr. fig. 1).I contatti hanno riguardato informazioni inmateria previdenziale. Gli altri servizi finaliz-zati a migliorare il rapporto con gli Associatisono:• Inarcassa Risponde, che converte la segna-

La comunicazionecon gli iscritti

lazione effettuata con il sistema di web-mail(mediante il sito www.inarcassa.it) in una chia-mata in “back office”, dopo che l’operatrice siè documentata e ha preparato la risposta. Icontatti/mese sono stati poco più di 1.300 nel2010, contro i 1.200 del 2009;• Gestione del conguaglio telefonico: in casodi dichiarazione presentata in forte ritardo odi una sua rettifica, il team del Call Center, nelcorso della telefonata, calcola e comunical’importo, unitamente alle modalità di paga-mento da utilizzare. Tale attività ha prodottocirca 3.000 interventi nel 2010, eliminandopotenziali interventi sanzionatori sul ritardatopagamento.Il call center è stato anche quest’anno utilizza-

to per le attività di verifica e conferma degliappuntamenti fissati dagli associati per il nuo-vo servizio di Inarcassa in Città e per il Servi-zio “Pensione Pronta”, nato nel secondo se-mestre del 2010, per fornire assistenza telefo-nica alla compilazione guidata della moduli-stica per l’accesso ai trattamenti pensionisticidi inabilità, invalidità, reversibilità ed indiret-te, come meglio specificato nelle innovazionidell’anno.

Il sito internet

Il sito Internet si conferma un canale fonda-mentale per fornire informazioni. Da giugno2010 è stato messo in linea il nuovo sitodell’associazione, con un impianto grafico piùessenziale e una diversa tecnologia di suppor-to. Tale rinnovamento ha permesso una mi-gliore strutturazione dei contenuti e una piùrapida e intuitiva navigazione. Nel 2010, levisite al sito Internet sono state, in media, paria 86.303 al mese (71.823 nel 2009), con puntedi circa 140.000 ad ottobre e 132.000 a novem-bre. Gli accessi totali, effettuati da oltre 479.000visitatori, sono stati poco più di 1.000.000(+20% rispetto al 2009).Anche le adesioni al servizio telematico Inar-cassa ON line hanno registrato un ulterioreaumento, in linea con il trend di crescitaosservato negli anni più recenti (cfr. tab. 1): afine 2010, le adesioni sono risultate 144.399(circa 20.000 in più rispetto allo scorso anno),di cui circa 115.000 da parte di iscritti all’Asso-ciazione. Gli accessi effettuati nel corso del-

Prev

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za Cresce l’impegno diInarcassa nelle relazionicon gli associati

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Fig 1 - Contatti telefonici (2009 e 2010)

Fonte: Inarcassa

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l’anno sono stati circa 640.000 (+32% rispet-to al 2009), da parte di quasi 120.000 profes-sionisti.Escludendo le consultazioni Inar-box, nel 2010il rilascio automatico della certificazione di re-golarità contributiva risulta fra le funzioni piùutilizzate di Inarcassa ON line, insieme all’in-vio della dichiarazione telematica, alle simula-zioni del calcolo della pensione e alla consulta-zione dell’estratto conto; seguono la simulazio-ne del calcolo dell’onere di riscatto e il paga-mento dei contributi on line con InarcassaCard. In particolare, le dichiarazioni telemati-che riferite ai redditi e ai volumi d’affari realiz-zati nel 2009 sono state 99.061 (+19% rispettoalle 83.355 del 2009). A fine 2010, gli associatiin possesso di una Inarcassa Card attiva erano19.231, in luogo di 18.045 nel 2009.L’uso della carta per i versamenti on line deicontributi ha registrato un considerevole in-cremento nel 2010, con 28.142 versamenti(+20% rispetto ai 23.469 del 2009) per unimporto di 57.643.663 euro (+48% rispetto al2009). L’incremento è dovuto principalmenteai 17 milioni circa relativi al versamento delconguaglio 2008 da parte dei professionistiche hanno usufruito della possibilità di posti-cipare il versamento (dal 31/12/2009 al 30/04/2010), secondo quanto deliberato dal Consi-glio di Amministrazione a novembre 2009; iversamenti relativi al conguaglio 2009 sonostati invece circa 22,5 milioni.Con la terza linea di Inarcassa Card, dedicataai finanziamenti e nata a giugno del 2005, nel2010 sono stati erogati 510 prestiti (contro i663 nel 2009), per un totale di 2.890.000 euro(3.743.000 euro nel 2009). Infine, nel 2010sono state inviate tramite il servizio Inar-box,la casella di posta telematica dedicata alleinformative Inarcassa introdotta nel 2007,154.657 comunicazioni, con un risparmio disole spese postali di 92.794 euro.

Lo “sportello mobile”: il progettoInarcassa in città

Il 2010 è stato l’anno di sviluppo e di consoli-damento del progetto “Inarcassa in città” nellasua dimensione qualitativa (miglioramentodella relazione con l’associato nella gestionedelle casistiche complesse), quantitativa (mag-giori benefici rispetto ai volumi trattati) e diimmagine dell’Associazione (presenza dellastruttura sul territorio). In sintesi, nel corsodel 2010 sono stati ricevuti quasi 1.300 asso-ciati, contro gli oltre 700 del 2009 (il progettoè partito a marzo 2009). Le richieste sono stateselezionate, dirottando sul call center più del50% delle richieste pervenute, giudicate eva-

dibili mediante questa “leva”, senza impegna-re le risorse del progetto.Con riguardo al totale degli associati ricevuti,il 27% ha posto quesiti per i quali l’interventodei collaboratori è stato risolutivo, mentre peril 73% dei casi si è trattato di supporto alleprevisioni previdenziali, alle scelte che l’asso-ciato avrebbe potuto perseguire, alle azioni diapprofondimento sulla base delle simulazioni(riscatto, ricongiunzione, totalizzazione), pre-sentate e commentate nel corso degli incontricon l’interessato.L’esperienza del 2010 ha consentito di com-prendere meglio quale tipo di formato defi-nitivo attribuire a questa iniziativa, ormaimatura per uscire dalla logica progettuale e

•Grand Louvre, Parigi, Francia 1983-93.

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sperimentale; l’attenzione si è focalizzata sutre aspetti diversi:a) Territorio: E apparso necessario applicaremaggiore elasticità alle frequenze degli spo-stamenti (oggi bimestrali), in quanto le realtàgeografiche sono molto diverse tra loro evanno rapportate al bacino di utenza. A que-sto aspetto va aggiunto anche che, ad altrerealtà geografiche con platee di circa 5.000associati oggi trascurate, si deve assicurareuna presenza sul territorio, pur tenendo con-to del limite massimo di trasferte ipotizzatenella stesura iniziale del progetto (nei fatti,questo valore coincide con una media di unatrasferta a settimana);

b) Nodi periferici. Va riqualificato il ruolodel nodo periferico, che deve continuare asvolgere il ruolo di “prima assistenza” per gliassociati presso l’Ordine o il Sindacato dicategoria;c) Materia. E necessario limitare le tematicheche motivano la richiesta di incontro, indiriz-zandole quanto più possibile alla materia pre-stazionale (pensioni ed assistenza a chi è pros-simo al trattamento) e alle situazioni debitoriedi importo consistente e legate alle azioni direcupero forzoso.Le implementazioni avverranno nel corso del2011, in funzione degli impatti organizzativiche ne deriveranno.

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Tab. 1 - Inarcassa On line (2005-2010)

2005 2006 2007 2008 2009 2010Variaz. %

2010-2009Numero Utenti a fine annoUtenti collegati 55.683 71.513 89.795 106.811 124.217 144.399 16%Carte di credito attive 8.499 12.300 14.723 16.408 18.045 19.231 7%Numero di operazioniAccessi totali 150.999 231.593 328.673 457.160 485.034 639.215 32%Dich. On line 29.710 40.319 55.783 67.834 83.355 99.061 19%di cui rese da: professionisti 28.913 39.089 54.455 66.200 81.358 96.644 19% intermediari 473 434 519 537 512 449 -12% società 324 481 809 1.097 1.485 1.968 33%Rettifiche alla dichiarazione 1.988 2.633 2.562 3.003 4.561 13.643 199%Deleghe conferite a intermediari 1.112 975 991 902 832 790 -5%Simulazioni calcolo di pensione 28.175 40.719 48.802 57.706 68.919 85.895 25%Simulazioni calcolo riscatti - 24.977 23.268 28.399 28.275 34.430 22%Simulazioni calcolo PPC (1) - 7.418 9.106 12.904 15.252 20.665 35%Rilascio Regolarità contributiva(2) - - - - - 103.078Consultazioni Inar-box - - 150.253 170.432 105.023 203.468 94%Pagamenti effettuati on line 13.945 18.814 23.665 25.486 23.469 28.142 20%Importi pagati on line (milioni di €) 29.331 35.554 45.369 50.520 39.057 57.644 48%

(1) Prestazione Previdenziale Contributiva. (2) Dal 1° giugno 2010.Fonte: Inarcassa

Le innovazioni nella relazionecon l’associato

Nel 2010 si sono concretizzate due importantiiniziative progettuali, finalizzate alla semplifi-cazione della relazione con l’associato:a) il certificato di regolarità contributiva informa telematica;b) il servizio “Pensione Pronta”.

Il certificato di regolarità contributiva informa telematicaIl servizio è relativo agli obblighi previsti dallaL.166/2002, in base alla quale, al fine di ottene-re l’assegnazione di incarichi pubblici, le sta-

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zioni appaltanti (regioni, province, comuni,enti) devono preventivamente verificare laregolarità contributiva di chi è risultato affida-tario dell’incarico. Questa legge ha, infatti,integrato l’art. 17 della L. 109/94 (legge Merlo-ni) ed ha stabilito che all’atto dell’affidamentodell’incarico “deve essere dimostrata la rego-larità contributiva del soggetto affidatario” eprima del saldo degli onorari.I volumi gestiti dall’Associazione sono cresciutisensibilmente: si è passati dai 5.814 certificati diregolarità contributiva del 2006 ai 54.400 del2010, dei quali 26.900 rilasciati via web e 27.500rilasciati per le Stazioni appaltanti, per le Socie-tà e per tutti gli associati caratterizzati da irrego-larità contributiva e/o documentale.I certificati richiesti dalle società di ingegneria,per il 2010, sono stati pari a poco meno di 1.900.

Sono stati inoltre garantiti tempi massimi dievasione della certificazione di regolarità (pro-prio perché a questa domanda di certificazio-ne è legata l’assegnazione di un incarico), che,nella stesura della Carta dei Servizi, sono en-trati nel monitoraggio generale e sono statiposti pari a 7 giorni dalla data di ricezionedella domanda.

Pensione ProntaIl progetto ha lo scopo di eliminare i ritarditemporali causati da eventuali errori nellacompilazione della documentazione relativaalle fasi di preistruttoria per la liquidazionedei trattamenti pensionistici. La sua realizza-zione comporta la gestione della posizionedell’associato o dei suoi aventi causa (il pro-getto interessa i soli trattamenti “deboli” –

ovvero invalidità, inabilità, reversibilità ed in-dirette) attraverso un contatto telefonico, ope-rato dal call center, che “accompagna” l’inte-ressato nella compilazione del modello diautodichiarazione, fornendo tutte le informa-zioni al riguardo. Il risultato atteso è che si puòprocedere con maggiore celerità alla liquida-zione della pensione. Questo progetto, unita-mente all’avvio dei contatti con l’INPS per lasottoscrizione del protocollo relativo alle nuo-ve modalità per l’accertamento dei requisitimedico-sanitari, rappresenta una delle inizia-tive, in parte già intraprese, finalizzate allacompressione dei tempi di erogazione deitrattamenti pensionistici e al miglioramentodei servizi previdenziali. Il progetto, partitodal 1° giugno 2010, ha interessato, nel 2010,oltre 100 casi gestiti positivamente.

•Choate Rosemary Hall, Science Center, Wallingford, Connecticut 1985-89.

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Dal 7 al 9 settembre scorsi si è tenuto a Bari il56° Congresso Nazionale degli Ingegneri d’Ita-lia, ovviamente incentrato sulle novità cheverranno a breve apportate dalla riforma degliordinamenti professionali, prevista nella ma-novra finanziaria, e sulla necessità di cambia-mento ed evoluzione della professione perpermetterne la sopravvivenza nell’attuale pe-riodo di crisi economica, trovando possibil-mente formule che inseriscano la figura del-l’ingegnere nel rilancio dell’economia e dellacrescita del paese.La giornata conclusiva dei lavori ha visto svol-gersi un’interessante tavola rotonda, incentra-ta su tutte queste tematiche, coordinata daVincenzo Magistà, direttore responsabile diTelenorba, con la partecipazione di AntonioDamascelli, membro del Consiglio NazionaleForense, Antonio Dell’Aquila, preside dellaFacoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari,Gianfranco Dioguardi, Professore Ordinariodella Facoltà di Ingegneria del Politecnico diBari, Giacomo D’Arrigo, coordinatore ANCIGiovani, Michele Emiliano, Sindaco di Bari,Paola Muratorio, Presidente di INARCASSA,Giorgio Squinzi, Vicepresidente di Confindu-stria, Francesco Verbaro, Consigliere Giuridi-co del Ministro del Lavoro e delle PoliticheSociali.La tavola rotonda è preceduta dall’interventodi V. Garofalo, parlamentare pugliese, che fa ilpunto della situazione per quanto riguarda lariforma delle professioni. Dal suo interventosi evince che la prima stesura della riforma, adagosto, inseriva frettolosamente la riforma delleprofessioni, stravolgendo di fatto tutto il lavo-

ro portato avanti in precedenza dal ministroAlfano, che aveva già predisposto una bozza diriforma moderna ed adeguata ai tempi, dandoquasi l’impressione di voler addossare alleprofessioni la colpa di non collaborare allacrescita del PIL.Garofalo afferma che gli ingegneri devonodare prova di voler cambiare le cose in modogiusto, hanno l’obbligo di essere presenti, difar sentire la propria voce, visti i molteplicisettori in cui sono impegnati. Il D.L. 138 ora inapprovazione contiene i principi generali del-la riforma, che andrà varata entro 12 mesi: sìalle società interdisciplinari, ma tra professio-

nisti; viene affrontato il problema dei ribassieccessivi nelle gare, che dovranno essere in-centrate su qualità, innovazione tecnologica,tempi certi, non sul prezzo più basso. Si auspi-ca anche una semplificazione delle procedureburocratiche, per evitare tempi eccessivi traprogettazione ed esecuzione per ottenere leapprovazioni necessarie.Dopo di lui interviene Romeo La Pietra delcentro studi CNI, che fa notare come quantoprevisto nel provvedimento legislativo in fasedi approvazione sia già sostanzialmente con-tenuto nella bozza di riforma predisposta dalCNI.

Il futuro dell’ingegnere tra tuteladel cittadino e sviluppo del Paesedi Luisella Garlati

L’intervento di Paola Muratorioalla tavola rotonda nell’ambitodel 56° Congresso Nazionaledegli ingegneri a Bari

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L’art. 3 comma 5 del D.L. 138 individua iprincipi fondanti per la riforma delle profes-sioni: obbligo di tirocinio e aggiornamentodurante la vita professionale, reintroduzionedi tariffe minime, obbligo di assicurazioneprofessionale, liberalizzazione della pubblici-tà, distinzione tra organismi amministrativi edisciplinari negli Ordini.Tutti questi punti sono contenuti e sviluppa-ti nella bozza del CNI. Ovviamente occorro-no alcune precisazioni ed attenzioni, in par-ticolare liberalizzazione delle professioni nondeve significare deregolamentazione, cosìcome la libertà di pubblicità deve escluderela pubblicità denigrativa di altri o comparati-va, limitandosi all’esposizione e valorizzazio-ne delle proprie competenze ed esperienze.Per il tirocinio si suggerisce di poterlo svol-gere già nel corso degli studi universitari,almeno in parte, per limitare il ritardo nel-

l’ingresso nel mondo del lavoro.Vanno approfonditi anche questi argomenti:il regolamento per lo svolgimento dell’attivitàin forma societaria, prevedendo ad esempiol’obbligo di iscrizione in un settore specialedell’Albo, in modo da istituire parità tra socie-tà e professionisti singoli; le nuove tariffeprofessionali; la composizione del Consigliodi Disciplina, che deve restare interno agliOrdini. È opportuno riaffermare la necessitàdi iscrizione all’Albo Professionale, in quantoil provvedimento legislativo parla solo di esa-me di stato e non della successiva conseguen-te iscrizione.Il dibattito successivo a questi interventi èvivace e molto interessante, ricco di spunti e diprogetti.Il prof. Dioguardi, alla domanda: “Chi è, cosadovrà fare l’ingegnere di domani” ha rispostoche l’evoluzione della professione si deve con-

figurare come un Giano bifronte, da un latol’adeguamento alle alte tecnologie, dall’altrol’intelligenza a carattere umanistico, in mododa realizzare una felice sintesi e fornire inge-gneri capaci di intervenire nella gestione glo-bale delle imprese, guidandole verso nuoviorizzonti di crescita e di sviluppo.Il Preside della facoltà di Ingegneria di Bari,A. Dell’Aquila, ha affrontato il tema dellaformazione, bocciando l’attuale sistema del3+2, creato a suo tempo per dare rispostaalle richieste del mercato del lavoro, cherichiedeva laureati giovani da inserire nelciclo produttivo, non necessariamente superacculturati ma operativi in tempo breve. Ilrisultato è sotto gli occhi di tutti, la formazio-ne che si ottiene con il triennio e l’aggiuntadi un biennio di specializzazione è nettamen-te inferiore da quella dei precedenti 5 anni distudi razionalmente organizzati. Quasi nes-suno dei laureati triennali entra nel mondodel lavoro, la maggior parte prosegue neglistudi, anche a causa della crisi economicache ha creato grandi difficoltà per l’inseri-mento professionale, vanificando di fatto ilpercorso di laurea breve.Il Presidente Rolando approva calorosamen-te, affermando che questo è sempre stato ilpensiero del CNI ed è felice che tale conside-razione venga anche dal mondo accademico.Il moderatore chiede all’avv. Damascelli comesono organizzati gli avvocati. La risposta è cheanche il mondo forense si è trovato nellabufera; la riforma del sistema forense era già incorso di approvazione, ci si chiede che destinoavrà, anche alla luce delle modifiche introdot-te nel testo originario durante l’iter approvati-vo, che di fatto hanno modificato e svilito iltesto originario. Il mondo delle professioni hasempre agito per lo sviluppo del paese, vatutelato e rafforzato, è una colonna portantedella nostra società.

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L’intervento di Paola Muratorio affronta moltitemi scottanti: il numero degli ingegneri liberiprofessionisti è cresciuto nell’ultimo decen-nio in modo enorme, ma è cresciuto altrettan-to il monte lavoro? Purtroppo no, al numerosempre crescente di iscritti ad Inarcassa corri-sponde una crescita molto inferiore del volu-me d’affari globale, con una conseguente di-minuzione del reddito medio. L’effetto dellariduzione delle tariffe si è sentito: nel 2009 ilmonte lavoro è calato rispetto al 2008, nono-stante l’aumento degli iscritti. Il numero deiliberi professionisti è in continuo aumento acausa della difficoltà a trovare un’occupazio-ne, di fatto si tratta di un parcheggio in attesa

di cogliere qualche opportunità.Vi è poi il problema della ripartizione del reddi-to tra diverse categorie di iscritti: le donnehanno redditi molto inferiori agli uomini (red-dito annuo medio maschile attorno a € 52.000,femminile a € 21.000), così come i giovanirispetto agli iscritti più anziani, oltre a unadisuniformità territoriale, con redditi calantida nord a sud. Bisogna lavorare perchè tuttipossano avere pari opportunità.Occorre mettere in campo le risorse che abbia-mo per rinnovare l’Italia, ricordando l’impor-tanza che ha avuto l’ingegneria nei 150 anni distoria del nostro paese. Dobbiamo farci valere,lavorare alla crescita delle infrastrutture per

favorire la crescita del paese.Inarcassa ha intenzione di dare impulso aquesta rinascita anche con i propri fondi, chesono i fondi dei liberi professionisti, investen-doli per la riqualificazione e lo sviluppo delpaese, creando contemporaneamente occa-sioni di lavoro per i propri iscritti. Ma con latassazione delle rendite finanziarie si troveràpenalizzata se investirà nello sviluppo anzichéin titoli di stato, una palese ingiustizia checolpisce un ente che garantisce il primo pila-stro di previdenza, mentre è agevolato dalpunto di vista fiscale chi gestisce la previdenzacomplementare. Si chiede una revisione diquesta situazione anomala: Inarcassa vuole

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•Morton H. Meyerson Simphony Center,Dallas, Texas, 1981-89.

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investire per lo sviluppo e per questa sceltaviene tassata!La liberalizzazione nella nostra professione nonoccorre, siamo già ampiamente liberalizzati;tenendo conto che oltre la metà degli iscritti hameno di 40 anni si può dire che siamo una forzagiovane, dobbiamo lavorare appunto per i gio-vani e le donne, aiutare la crescita e lo sviluppo,sostenere la libera professione che è un valoreportante della nostra società. Occorre ancheaprire il dialogo con le altre professioni tecni-che, parlarsi e trovare indirizzi comuni per losviluppo professionale di tutti, senza isolarsi edividersi per antiche rivalità o puntigli.Giorgio Squinzi, del gruppo MAPEI e vicepre-sidente di Confindustria, parla del lavoro,della rimessa in moto del sistema infrastruttu-rale. La crescita nel nostro paese è ferma, stamancando, per vari motivi: la complicazionenormativo - burocratica elevatissima, il costodell’energia, pure molto elevato, l’inadegua-tezza di molte infrastrutture, la mancanza dimaterie prime. Ci resta la nostra intelligenza,la nostra creatività che sono elevatissime ri-spetto al resto del mondo.Occorre rimettersi in gioco, essere competitivinella concorrenza globale tra aree economiche;in questa partita il fattore vincente è l’efficienzadel contesto. Dobbiamo superare alcuni osta-coli: il clima di sfiducia tra pubblico e privato,mettere mano ad una semplificazione burocra-tica che ci avvicini agli standard degli altri paesiper non perdere competitività nel mercatomondiale.Il ruolo dell’ingegnere è fondamentale per lacostruzione del futuro, dobbiamo lavorare conattenzione a questi fondamentali obiettivi:• riforma delle professioni con apertura aigiovani;• attenzione alla formazione: non dobbiamoperdere l’assoluta eccellenza della preparazioneitaliana, abbandonando il 3+2, assolutamente

negativo, seguendo l’evoluzione delle tecnolo-gie. Oggi gli ingegneri vanno preparati non tantoper il “costruire” ma per il “risparmiare”;• Ordine degli Ingegneri forte e coeso, che simuova come una lobby attiva nei confrontidelle istituzioni, ponendosi come interlocuto-re costante nella formazione delle norme e deiprovvedimenti legislativi.Il Presidente Rolando interviene approvandoe afferma: “Dov’è il contrasto tra Confindu-stria e mondo delle professioni? C’è sinergiatotale, abbiamo aperto un dialogo che devecontinuare. Confindustria deve capire che iprofessionisti sono suoi alleati per lo svilup-po del paese, l’anello debole è semmai lapolitica.”Per parlare di politica viene chiamato in cau-sa il Sindaco di Bari, Michele Emiliano: “Chefa la politica? Viene messa sotto accusa, l’anel-lo debole è la politica. Come risponde unpolitico?”L’intervento di Emiliano è vigoroso e riscuotegrande consenso.Per prima cosa afferma che non dobbiamodistinguere la politica da noi stessi, la politicasiamo noi. Cita il suo esempio: era un magi-strato, poi, vedendo le cose malfatte nella suacittà è sceso in campo, rinunciando alla suacarriera in magistratura, per impegnarsi per lasua città. La politica va rinnovata entrandoci eportando il nuovo. Il gruppo che attualmenteamministra Bari è formato tutto da non politici,ci sono anche due ingegneri che hanno abban-donato la professione per l’impegno a rinnova-re la propria città.Per gli ingegneri si aprono occasioni di lavoroenormi. L’ingegnere ha l’autorevolezza del sa-pere, deve partecipare maggiormente alla co-struzione del bene comune, mettere in atto lacapacità progettuale ma anche l’attenzione nel-la segnalazione degli abusi: libertà non deveessere deregulation!

L’Italia è un paese piccolo ma molto considera-to nel mondo, anche per il valore dei suoipaesaggi e per la bellezza dei luoghi. Occorreche l’ingegnere ricrei un rapporto con la bellez-za, il suo lavoro non deve produrre, come inpassato è spesso avvenuto, “mostri”, basti pen-sare all’edilizia industriale che ha riempito lecampagne del nord-est, priva di qualsiasi pre-gio, allo sviluppo esagerato delle periferie urba-ne, con edifici tristi che hanno devastato ilpaesaggio. Intervenire con elementi di qualitàservirà anche per aumentare l’autorevolezzadella categoria.C’è poi il problema del costruito vetusto einadeguato: bisogna avere il coraggio di demo-lire per migliorare la qualità del costruito e lasua bellezza. Bisognerebbe dare incentivi inquesto senso; la vostra categoria deve interveni-re, voi avete in mano il software di questeoperazioni!Tirando le conclusioni di quanto emerso dalleparole dei partecipanti si scorgono spunti posi-tivi per il futuro della professione, anche se ledifficoltà del momento paiono insormontabili.La riforma delle professioni deve portare mag-giore snellezza nell’operare, maggior ricono-scimento della nostra professionalità, maggiorattenzione alla formazione, alla qualità, all’ag-giornamento.Si auspica una semplificazione normativa che ciconsenta di essere concorrenziali in campointernazionale.L’ingegnere deve sapersi porre come forzadi impulso per la ripresa, sfruttando le suecapacità tecniche ed organizzative, deve apri-re un dialogo con la politica, facendo valerele proprie competenze e la propria capacitànel “fare”, intervenendo all’atto della for-mazione dei provvedimenti legislativi chelo riguardano, crearsi maggior visibilità im-pegnandosi anche, se necessario, in primapersona nella gestione del pubblico.

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e Green economy e libera professionedi Emanuele Nicosia

Architetti ed ingegneri in primafila se l’efficienza energeticadiventa un mestiere

Con questo numero la redazione della rivistainizia un percorso per delineare le effettiveopportunità di lavoro che si prospettano pergli architetti e gli ingegneri liberi professioni-sti, in un momento storico in cui è forte lasensazione di una crisi economica che siriflette sul mondo delle professioni. Se l’ac-cesso alla professione legato al rispetto dinorme comunitarie, diventa sempre più com-plesso, soprattutto per le nuove generazionidi professionisti, è arrivato il momento diallargare gli orizzonti per sperimentare leopportunità offerte dall’edilizia sostenibile edalle tecnologie alimentate da fonti rinnova-bili di energia (TFER) e per verificare lapossibilità di costruire nuove figure profes-sionali impegnate nei settori suddetti. Oggiparliamo di queste prospettive con il prof.Maurizio Cellura, ingegnere esperto dellamateria e ordinario di Fisica tecnica Ambien-tale presso l’Università di Palermo, impegna-to in vari gruppi di ricerca nazionali ed inter-nazionali nei settori anzidetti.

Prof. Cellura, quale sarà il ruolo delleTFER nel prossimo futuro?L’esauribilità delle fonti fossili, unitamentealla problematica del cambiamento climaticolegata alle emissioni di gas serra, rende fon-damentale e urgente un rapido processo ditransizione dai sistemi energetici attuali asistemi tecnologici “low carbon”, alla lucedegli impegni internazionali assunti. A talimotivazioni di carattere energetico-ambien-tale vanno aggiunte le problematiche con-nesse alla dipendenza delle nazioni indu-

•Miho Museum, Misono,Shigaraki, Shiga, Giappone, 1991-97.

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strializzate da paesi produttori instabili sottoil profilo geopolitico e la questione economi-ca legata alle dinamiche speculative sul diffe-renziale tra costi e prezzi delle fonti fossiliche, di fatto, rallenta lo sviluppo e la pene-trazione sul mercato di fonti energetiche etecnologie rinnovabili alternative con mi-nor impatto sull’ambiente. Negli ultimi annile problematiche sopra esposte hanno rice-vuto attenzione sempre crescente da partedella Commissione Europea. Gli orientamentirelativi alla Politica Integrata di Prodotto (IPP) ealle Strategie Europee per la sicurezza dell’ap-provvigionamento energetico, hanno eviden-ziato che l’efficienza energetica e la gestionedella domanda di energia sono degli strumentifondamentali per migliorare la sicurezza del-l’approvvigionamento energetico, ridurre ladipendenza dalle importazioni e le emissioni digas a effetto serra.Nel World Energy Outlook (IEA, 2010) l’Inter-national Energy Agency formula delle proiezio-ni sui consumi energetici e sulle emissioni digas serra, introducendo scenari previsionalicon orizzonte temporale al 2035. Negli sce-nari sono previste azioni volte a raggiungerei target prefissati dai paesi del G-20 nell’Ac-cordo di Copenhagen (2009) per combattereil cambiamento climatico, primo fra tuttil’obiettivo non vincolante di limitare l’incre-mento di temperatura atmosferica mondialeentro i 2°C al di sopra dei livelli registrati inera pre-industriale. E seppure a scala mon-diale i combustibili fossili (carbone, petrolioe gas naturale) rimarranno le fonti prepon-deranti, varia il mix energetico complessivocon una crescita delle TFER.Con riferimento alle stesse, i due scenari disviluppo formulati dall’IEA ipotizzano che laproduzione di energia elettrica da TFER sitriplicherà a scala globale entro il 2035. Siprevede, in particolare, che il loro contribu-

to sul totale di energia primaria cresca dal 7%al 14% su scala mondiale e che nel bilancioenergetico europeo (UE27) il loro contribu-to raggiunga circa il 40%. Tali percentualiattese confermano il ruolo preponderanteche l’UE svolgerà nei prossimi anni nell’af-frontare la problematica dei cambiamenticlimatici.

Fonti rinnovabili, efficienza energetica,energie alternative, certificazione ener-getica, conversione dei processi produt-tivi delle aziende, possono davvero darenuova linfa al settore delle professioni?È ormai ampiamente condivisa l’opinioneche per ridurre le emissioni climalterantisono necessari interventi tecnologici imme-diati e che per il conseguimento degli obiet-tivi di mitigazione di lungo termine, le azioniintraprese nei prossimi 10-15 anni avrannoun ruolo determinante nel futuro assetto deimercati energetici e delle prospettive di mer-cato delle tecnologie emergenti. In tal sensoè indubbio il contributo preponderante cheverrà dato dalla generazione di energia contecnologie alimentate da fonti energetiche

rinnovabili (TFER) alla riduzione delle emis-sioni di gas serra (decarbonizzazione) a scalaeuropea. Per affrontare e vincere tale sfidaoccorrono figure professionali estremamen-te qualificate e specializzate, anche in rela-zione alla caratteristica tipica dei processi digenerazione dell’energia da fonti rinnovabi-li, che è rappresentata dalla variabilità diproduzione, rispetto alla quale è opportunotener conto delle seguenti strategie:• Gestione efficace della domanda di ener-gia, al fine di ridistribuire i carichi delle ore dipicco a periodi diversi e controllare i feno-meni di mismatch tra domanda e offerta.• Reti intelligenti o Smart Grid (SG), ingrado di gestire efficacemente la variabilità diproduzione delle TFER e i carichi di picco,tramite l’utilizzo di sistemi informatici e dicontrollo avanzati. In tal modo le SG posso-no accrescere l’affidabilità e la stabilità deisistemi infrastrutturali a supporto della ge-nerazione distribuita dell’energia.• Energy Storage. La realizzazione di tecno-logie di accumulo dell’energia prodotta du-rante periodi di basso carico consentirebbel’impiego della stessa nelle ore di picco.

•Creative Artists Agency,Beverly Hills, California, 1986-89.

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L’energy storage ridurrebbe l’impiego di sor-genti ausiliarie convenzionali di energia,nonché i fenomeni di mismatch, incremen-tando la flessibilità del sistema di generazio-ne in cui esso è integrato.• Incremento di affidabilità nella previsionedella produzione attesa di energia, anche ascala oraria, al fine fronteggiare eventualianomalie di funzionamento legate per esem-pio all’azione degli agenti atmosferici.Per tutti gli aspetti anzidetti vi è un’estremanecessità di figure professionali all’altezzadel compito e che siano in grado di lavorarein maniera realmente interdisciplinare, sen-za gelosie corporative, con un approcciointegrato. Approcci siffatti non rappresen-tano una novità di poco conto nel panora-ma professionale nazionale, ma rappresen-tano delle nuove opportunità per chi si

affaccia adesso sul mercato del lavoro. Allasfida si deve rispondere con maggiori quali-ficazione e professionalità, e quindi conmaggior merito, ovvero quanto chiedonocon forza le giovani generazioni di ingegne-ri e architetti.

Quali rischi e quali opportunità nel cam-po professionale possono derivare dallacrescita dall’edilizia sostenibile?Il tema dell’energy smart building ha acquisi-to negli ultimi anni un’importanza centralenelle agende della ricerca scientifica e tecno-logica dell’Unione Europea in considerazio-ne dell’incidenza energetica del ciclo di vitadegli edifici per uso residenziale e terziario.L’industria delle costruzioni impiega il 30%dell’occupazione industriale dell’Unione Eu-ropea, contribuendo a circa il 10% del Pro-

•Banck of Cina, Head Office,Beijing, Cina, 1994-2001.

dotto Interno Lordo, con 3 milioni di impre-se, il 95% delle quali Piccole e Medie Imprese(PMI). Complessivamente, sono 48,9 milionii lavoratori dell’Unione europea che dipen-dono, direttamente o indirettamente, dal-l’industria delle costruzioni. Nel settore del-le costruzioni, l’industria degli edifici (resi-denziali e non residenziali) è quella piùimportante: nel 2007 i lavori di costruzionee ristrutturazione degli edifici contavanoper l’80% dell’intero settore, per un contro-valore pari a € 1.200 miliardi del totale delsettore costruzioni (€ 1.519 miliardi) nei27 Stati membri dell’Unione. Oggi, il setto-re delle costruzioni genera un rilevante im-patto ambientale, essendo il responsabiledi notevoli consumi di energia primaria inEuropa (circa il 42%) e di emissioni di gasserra (circa il 35% delle emissioni totali diCO2 dell’UE e circa la metà delle emissionidi CO2 che non sono coperte da EmissionTrading System).Nel marzo 2007 il Consiglio europeo hafissato obiettivi chiari per il 2020:• aumentare l’efficienza energetica per con-seguire una riduzione del 20% del consumototale di energia (al di sotto dei livelli del2005);• raggiungere il 20% di contributo delleenergie rinnovabili al consumo totale di ener-gia (11,5% rispetto al 2005 il contributo);• centrare il 20% di riduzione di gas serra(GHG) rispetto alle emissioni del 1990 (14%rispetto alle emissioni del 2005).È evidente che obiettivi così ambiziosi nonpotranno essere centrati senza una massic-cia riduzione dei consumi energetici nelcomparto edile ed una generazione distri-buita di energia negli edifici, come prevedela recente direttiva 31/2010/UE sulla presta-zione energetica nell’edilizia.La vision enunciata dalla European Initiati-

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ve on Energy-Efficient Buildings prevedeche al 2050 la maggior parte degli edifici equartieri possa addirittura essere costituitada edifici ad energia netta zero e a zeroemissioni di CO2 equivalente. Un numerorilevante di edifici, in accordo agli ambiziosiprogrammi anzidetti, sarà quindi ad energiapositiva, con un surplus di energia prodottarispetto a quella consumata, integrando allostesso tempo le fonti di energia rinnovabili,le tecnologie pulite per la generazione di-stribuita e le reti intelligenti a livello distret-tuale.Per affrontare le sfide future e realizzare lavision strategica anzidetta, la UE ha elabora-to una “roadmap” promossa dalla EuropeanConstruction Technology Platform. Gli sce-nari che l’iniziativa prefigura fanno riferi-mento ad un approccio di tipo olistico, inquanto è necessario adottare una visioneintegrata che prenda in considerazione:

• l’intero ciclo di vita degli edifici: proget-tazione, costruzione, materie prime, gestio-ne e manutenzione degli immobili (consu-mo di elettricità, acqua ed energia termica,smaltimento rifiuti, manutenzione degliimpianti e delle strutture), dismissione ericiclo dei materiali;• tutti gli stakeholder coinvolti: professio-nisti, imprese edili, pubblica amministra-zione ed enti locali, imprese fornitrici ditecnologia, società di servizi e certificatori,utenti e clienti finali;• la dimensione energetico-ambientale,quella economica e quella sociale, con laconsapevolezza che solo approcciando con-giuntamente tutte e tre variabili sarà possi-bile proporre soluzioni che troverannoampio consenso e diffusione sul mercato.Con riferimento alla dimensione economi-ca, e in particolare alle PMI che costituisco-no la maggioranza delle imprese del setto-

re, l’obiettivo è la creazione di valore eprofitto attraverso un continuo stimolo al-l’innovazione, garantito da un lato attraver-so il supporto, anche finanziario, di pro-grammi collaborativi di ricerca e sviluppo edall’altro attraverso la qualificazione conti-nua della domanda basata su nuovi stan-dard energetico-ambientali di alto livello.Tali ambiziosi obiettivi pongono però unaserie di sfide metodologiche e tecnologicherispetto alle quali le PMI del settore, in Italiain generale e nel mezzogiorno d’Italia inparticolare, rischiano di farsi cogliere deltutto impreparate.I liberi professionisti, ancora una volta, seattrezzati culturalmente, possono giocareun ruolo fondamentale le supportare le PMIcon il fine di trasferire “expertise” e “know-how” alle stesse, al fine di rivitalizzare untessuto imprenditoriale, quello edile so-prattutto nel mezzogiorno d’Italia, attual-mente in crisi profonda, attrezzandolo perle future sfide che dovrà affrontare per ri-manere sul mercato e vincere la sfida del-l’eco-innovazione.

Bene ringraziamo il Prof. Maurizio Cellura,per la sua lucida disamina della questione,dalla quale si evince che con la green eco-nomy si prospettano potenzialità significa-tive di crescita professionale e occupazio-nale e questo non può che fare piacere adInarcassa che opera anche per una migliorequalità dell’attività dei liberi professionistiche si traduce in migliori redditi e quindi inmigliori trattamenti pensionistici.

Nel prossimo numero la redazione dellarivista di Inarcassa continuerà a trattare l’ar-gomento – green economy – esplorandospecificamente le potenzialità dei vari me-stieri legati all’efficienza energetica.

•Suzhou Museum,Suzhou, Cina, 2000-06.

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Nel maggio 2010 all’interno di Inarcommuni-ty venne avviato da Renzo Provedel “Dreamand Learn”, un progetto che intendeva “realiz-zare i sogni nel cassetto”: le buone idee veni-vano guidate lungo un percorso formativoaffinché potessero strutturarsi e concretizzar-si in servizi utili a tutti professionisti iscritti adInarcassa.A distanza di un anno, il progetto “Il Cassettoche vorrei” nato nell’ambito dell’incubatored’impresa ha generato Inarbay: non è un casoche il suo nome richiami subito il primo sito dicompravendite virtuali al mondo. Si trattainfatti di una piattaforma web per la compra-vendita di soluzioni che aumentano il valoredegli strumenti di lavoro, gli utenti potrannoscambiarsi ad esempio personalizzazioni per isoftware tecnici o dettagli esecutivi di proget-

Inarbaydi Cinzia Prestifilippo

tazione, che potranno essere fornite da altriutenti o da fornitori esterni. Questo modellogenera diversi vantaggi per i professionisti:• miglioramento degli strumenti di lavoro, adesempio i software di progettazione, guidatodalle esigenze dei professionisti e non daquelle dei fornitori (la cosiddetta User DrivenInnovation);• possibilità di acquistare solo ciò che serve,con risparmio di tempo e di costi: oggi perutilizzare un dettaglio esecutivo prodotto daun fornitore esterno bisogna acquistare tuttoil manuale che lo contiene;• possibilità di avviare collaborazioni con ifornitori: ad esempio Autodesk vorrebbe ap-poggiarsi ai professionisti per la formazionepresso i propri clienti;• sviluppo di rapporti di stima e fiducia tra

colleghi: scambiandosi soluzioni, e quindi in-formazioni, si instaura una conoscenza chepuò portare a consulenze e collaborazioni.Tutto questo potrà portare a un aumento diricavi per i professionisti, e alla possibilità ditrovare nuovi clienti e nuove commesse attra-verso canali oggi non disponibili.Il progetto, ideato e sviluppato da Lucia Alpa-go, ingegnere informatico, si struttura in di-versi moduli e secondo alcune delle idee sca-turite dal sondaggio su “Il Cassetto che vorrei”tenutosi su Inarcommunity; di seguito alcunidei risultati più interessanti.

La modalità più semplice per comprendere leorigini dell’idea è una visita al gruppo sulsocial network (http://inarcom.ning.com/group/ilcassettochevorrei), che tuttavia è ac-

Proposte innovative dallaCommunity di Inarcassa

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cessibile solo se siete iscritti a Inarcommunity.Attualmente, tra gli stakeholder coinvolti nelprogetto, vi sono la DEI per la creazione di unabanca dati di dettagli esecutivi, il Sole 24 Oreper le news e gli aggiornamenti professionalie l’Autodesk per la formazione gratuita rivoltaai professionisti su software di progettazioneavanzati; questi partner avranno il vantaggiodi ottenere in Inarcommunity un bacino diutenti difficilmente raggiungibili, dal momen-to che il mercato di architetti e ingegneri liberiprofessionisti è formato da micro-imprese estudi individuali, disperso geograficamenteed eterogeneo per età, attività, fatturato.Una prima parte del progetto è stata avviata aluglio attraverso la sperimentazione con Auto-desk dei primi corsi di formazione su RevitArchitecture: i partecipanti potranno diventa-re formatori presso aziende clienti di Autode-sk, con la possibilità di avviare collaborazioniprofessionali.Abbiamo quindi un primo concreto esempiosu cui Inarbay intende operare: personalizza-zione del software, nello specifico Revit Archi-tecture software BIM della casa Autodesk.Tale software, che abbandona il principio delCAD per il più evoluto BIM, si serve di unaserie di famiglie di oggetti più o meno com-plessi (finestre, porte, arredi, apparecchiaturespeciali, corpi illuminanti, etc.), si tratta dicomponenti personalizzati che semplificanola progettazione e riducono la necessità dioperazioni manuali ripetitive riducendo enor-

Termini esplicativiStakeholder: soggetti sostenitori nei con-fronti di un’iniziativa economica, sia essaun’azienda o un progetto.C.A.D. (Computer-Aided Design): I sistemidi Computer Aided Design hanno comeobiettivo la creazione di modelli, soprattut-to 3D, del manufatto in generale (sia que-sto architettonico, impiantistico..).B.I.M. (Building Information Modeling): èil processo di creazione e gestione delmodello d’informazioni di un edificio; isoftware basati su questo principio non silimitano al disegno di elementi grafici sem-plici (linee, polilinee, cerchi, archi, ecc.),ma consentono di progettare disegnando icomponenti tecnici dell’edificio (muri,strutture portanti, finestre, porte, ecc.). Ildisegno attraverso oggetti grafici che con-tengono anche dati del componente, comela geometria, la costituzione, la posizionespaziale, ecc., determina anche il modelloinformativo della costruzione, mettendo adisposizione una serie di informazioni utiliper verifiche dei costi, realizzazione diabachi, etc.Success fee: provvigione da pagare al me-diatore (in questo caso, InArBay), per tuttele transazioni portate a buon fine.Viral marketing: evoluzione del passaparo-la, è un tipo di marketing non convenziona-le che sfrutta la capacità comunicativa dipochi soggetti interessati per trasmettere ilmessaggio ad un numero elevato di utentifinali

memente le possibili-tà di errore. Questefamiglie possono es-sere create da produt-tori o da utenti, e sitrovano in rete gratui-ti o a pagamento. Ilvantaggio della propo-sta di Lucia Alpago, ap-plicabile anche allacollaborazione in fie-

ri con DEI e il Sole 24 Ore, sta nella possibilitàdi acquistare il singolo oggetto piuttosto chetutta una libreria (attualmente infatti le fami-glie di oggetti, come i dettagli esecutivi e gliaggiornamenti normativi, sono in vendita inabbonamento o all’interno di un pacchettocompleto), e consente di mettere in vendita ilproprio, con un prezzo stabilito tra le parti.Inarbay offre, in cambio di un success fee,l’assistenza personalizzata per l’accesso al sito,l’acquisto e il pagamento online, l’assistenzanell’installazione e ovviamente l’utilizzo deiprodotti/servizi acquistati. Si crea in tal modoil cosiddetto “Viral marketing” grazie alla espe-rienza di utilizzo degli utenti.In tutto questo, Inarcommunity diventa perl’esterno un importante bacino di potenzialiclienti, mentre dall’altra per gli utenti la stessaInarcommunity diventa l’interfaccia con i part-ner: i professionisti ottengono la forza nume-rica di contrattare servizi più calibrati sulladimensione degli studi e sulle effettive neces-sità dei liberi professionisti.Per il miglior successo dell’iniziativa è perciòauspicato un aumento degli iscritti al socialnetwork; così come per gran parte delle attivi-tà presenti nel professional network per inge-gneri e architetti liberi professionisti, il nume-ro degli iscritti è un elemento critico per losviluppo.Se non siete ancora iscritti ad Inarcommunity equesto articolo è riuscito a incuriosirvi, nondovete fare altro che utilizzare il link di iscrizio-

ne su Inarcassa On line (https://www.inarcassa.it/popso, link da cui da quest’anno si accede alladichiarazione annuale obbligatoria).

Si ringrazia l’ing. Lucia Alpago per aver forni-to il materiale utile alla stesura di questoarticolo.

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La valutazione delle aziendedi Sergio Clarelli

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1 Cfr. Clarelli S., Manuale di Estimo industriale, Il Sole24 Ore, 1999.

•Bank of China, Head Office,Beijing, Cina 1994-2001.

Valutare un’azienda – industriale,commerciale o artigianale – vuol direattribuire un valore al suo capitaleeconomico

Per determinare questo valore è di fondamen-tale importanza considerare sia le caratteristi-che proprie dell’azienda sia le condizioni dimercato generali.Il punto d’inizio dell’operazione di stima èrappresentato dal bilancio d’esercizio. In ge-nere, però, le poste contabili devono essereintegrate e/o rettificate, secondo le circostan-ze, per ottenere i valori correnti dei singolielementi patrimoniali.1

L’analisi dei documenti contabili da sola perònon è sufficiente per avere anche una cono-scenza delle prospettive di crescita dell’azien-da e della sua capacità di produrre redditoche, di fatto, influenzano in modo sostanzialeil suo valore.Pertanto, per valutare un’azienda, i valori con-tabili sono necessari, ma non sufficienti: ènecessario, infatti, analizzare il complesso deifattori esterni, di mercato e di settore, e deifattori interni, siano essi contingenti oppurestrutturali, che contribuiscono a creare o atogliere valore all’impresa. Il solo risultatod’esercizio non può perciò essere validamen-te assunto come misura attendibile delle per-formances aziendali.È indispensabile prendere in considerazio-ne le variazioni di valore nel tempo dovutealla capacità dell’azienda ovvero il meccani-smo di creazione di valore che, di fatto,assicura la sopravvivenza e il successo del-l’impresa a lungo termine. La misurazionedi tale valore, finalizzata ad una miglioregestione dell’impresa, può essere effettuataattraverso la valutazione periodica del-l’azienda.

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Le caratteristiche della valutazioneaziendale

La valutazione di un’azienda dovrebbe essereil più possibile:• razionale: deve derivare dall’applicazionedi un procedimento “logico, chiaro e convin-cente” e traducibile in una formula valutativaavente queste caratteristiche;• dimostrabile: i dati utilizzati devono poteressere controllabili;• neutrale: non deve essere influenzata damere scelte soggettive ed arbitrarie del valuta-tore;• stabile: deve evitare continue fluttuazioni divalore connesse a elementi contingenti o aprevisioni soggettive.

I metodi utilizzati per lavalutazione d’azienda

La disciplina estimativa offre diversi metodiper la valutazione di un’azienda.Innanzi tutto, potrebbe adottarsi il metodocomparativo diretto, largamente utilizzato inEstimo civile.Tale metodo consiste sostanzialmente dei se-guenti tre momenti operativi:• indagine intesa a reperire dati storici relativiad aziende dalle caratteristiche analoghe aquella oggetto di stima;• formazione di una scala dei prezzi in funzio-ne di parametri predefiniti;• inserimento del complesso aziendale davalutare nel gradino della scala dei prezzi che,per caratteristiche, è più vicino.È quindi possibile applicare la su descrittametodologia valutativa soltanto in presenza didati storici di confronto, relativi a prezzi ditrasferimento di aziende analoghe a quellaoggetto di stima.

Misurare il valore dell’azienda però non signi-fica determinarne il prezzo.Lo scopo della valutazione si sostanzia, infatti,nel determinare il valore oggettivo dell’azien-da, indipendentemente dal valore soggettivoche ad essa può essere attribuito in concomi-tanza, ad esempio, con operazioni di acquisi-zione o cessione.E il prezzo di cessione o di acquisizione puòessere molto diverso dal corrispondente va-lore di cessione o di acquisizione. Nella de-terminazione del prezzo concorrono, infatti,le volontà, gli scopi, gli obiettivi che animanole controparti, mentre nella valutazioned’azienda si definisce il valore oggettivo del-l’impresa, indipendentemente dalle contro-parti. Il prezzo di scambio sarà, invece, in-fluenzato dalla forza contrattuale delle con-troparti, le quali hanno motivazioni opposte,dalla loro abilità negoziale, dall’esistenza dialternative, dai reciproci interessi e vantaggiconseguibili e così via.La determinazione del valore oggettivo, an-corché diverso dal valore di scambio (prezzo),rimane in ogni caso il necessario presuppostologico-conoscitivo per la successiva definizio-ne del prezzo, nonché unico valore utilmenteconfrontabile con lo stesso.

Quando è necessario valutarel’azienda?

Spesso si rende necessario procedere alla va-lutazione dell’azienda.E precisamente in concomitanza con i trasferi-menti giuridici, totali o parziali, diretti o indi-retti, reali o ipotetici.

Oggetto diretto di trasferimento e di valutazioneè, infatti, il complesso dei mezzi coordinati del-l’impresa in esercizio, in sintesi il suo capitale.Trasferendo il complesso dei mezzi coordinaticostituenti l’azienda nel senso precisato, difatto, si trasferisce ad altri soggetti il controlloeconomico dell’intero sistema aziendale.Per un’appropriata valutazione occorre dun-que esaminare il sistema aziendale nella suacomplessità.Nella realtà aziendale, molteplici sono le ope-razioni che possono dar luogo a detto trasferi-mento.In particolare, bisogna determinare il valoredell’azienda nei seguenti casi:• cessioni totalio parziali• apporti• fusioni• aumento o di-minuzione delcapitale societa-rio• scissione• divisione, ecc.Nel caso di cessione della proprietà di tutto ilpacchetto azionario occorre determinare ilvalore di mercato relativo all’intero comples-so aziendale, mentre, in caso di cessione diuna sola parte del pacchetto azionario, occor-re determinare il valore complementare diquesta rispetto al resto.

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Per esempio il metodo comparativo diretto èvalidamente applicabile nel caso di piccoleaziende ubicate in zone con notevole presen-za di aziende similari e quindi con possibilitàdi avere dati di confronto. Ma, fatta eccezioneper questo caso particolare e inoltre al cresce-re delle dimensioni dell’azienda, diventa sem-pre più difficile costruire una scala dei prezzie poter quindi applicare il metodo testé de-scritto.Pertanto, la metodologia comparativa direttanon è tra quelle maggiormente utilizzate nelcampo dell’Estimo industriale.Ciò premesso, la valutazione di un’azienda, inparticolare industriale, commerciale o artigia-nale, viene generalmente eseguita con unodei metodi seguenti:• metodi reddituali: l’azienda è consideratacome un’unica entità economico-produttiva epertanto stimata nel suo complesso; il valoreottenuto tiene conto solo della capacità del-l’azienda di produrre reddito nel senso chenon viene presa in considerazione la sua situa-zione patrimoniale ma soltanto il valore attua-le dei futuri redditi;• metodi patrimoniali: viene eseguita unavalutazione analitica dei valori presenti nel-l’attivo e nel passivo aziendale rettificati edintegrati a valori correnti;• metodi finanziari: l’acquisizione dell’azien-da è considerata come investimento ed il suovalore è dato dal valore attuale netto delleentrate finanziarie nette generate dall’investi-mento;• metodi misti: la valutazione dell’azien-da viene effettuata tenendo conto sia delvalore del suo patrimonio rettificato edintegrato sia della sua capacità di produrrereddito;• metodi empirici: la stima viene esegui-ta in funzione di uno o più indicatoriempirici.

Comunque, ai fini della valutazione, ciascu-na azienda rappresenta una realtà del tuttoparticolare e con caratteristiche del tuttodiverse da altre. Pertanto, ogni volta dovran-no essere applicati metodi e criteri che neriflettano le peculiarità e che pongano atten-zione ora alla struttura patrimoniale ed al-l’insieme degli elementi materiali ed imma-teriali necessari alle attività operative, oraalla capacità di produrre utili oppure a quelladi generare flussi di cassa.È quindi evidente che ogni metodo consideraaspetti diversi che nel loro insieme colgonol’effettivo valore d’impresa.Dare maggior peso ad una metodologia divalutazione rispetto ad un’altra dipenderà dallecaratteristiche del settore e dell’azienda og-getto di valutazione, nonché dai fini specificidella misurazione del valore.

Metodologie di valutazionecorrispondenti alle varie fasidell’azienda

La valutazione dell’azienda dipende anchedalla fase in cui essa si trova.Infatti, durante la sua vita economica, un’azien-da può trovarsi in una delle seguenti tre fasi:• fase di avvio;• fase di normale funzionamento;• fase di decadenza.

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Ciò premesso, il criterio estimativo da adotta-re dipende proprio dalla fase in cui si troval’azienda.Esaminiamo quindi i tre casi separatamente.Nella fase di avvio l’azienda ha da poco affron-tato i costi per l’acquisizione di tutti i benimateriali e immateriali necessari. Ma, ciò nono-stante, l’azienda ancora non c’è, perché sussi-stono problemi di produzione, organizzativi ed’inserimento nel mercato. Si può pertantoaffermare che in questa fase il reddito aziendaleè aleatorio e di conseguenza non è possibileeseguire una valutazione sulla base della capita-lizzazione dei redditi netti, cioè non è applica-bile il metodo reddituale. Il metodo da appli-carsi sarà quindi quello patrimoniale nel sensoche dovranno determinarsi i valori correnti ditutti i beni, materiali e immateriali, che costitu-iscono l’attivo di bilancio.Nella fase di normale funzionamento, inve-ce, sussiste la complementarità tra i singolielementi del complesso aziendale, che do-vranno perciò essere valutati congiuntamen-te. Si potrà applicare quindi il metodo reddi-tuale attraverso la capitalizzazione dei redditinetti.Il valore dell’azienda, così ottenuto, sarà cer-tamente maggiore della somma dei valori at-tuali dei singoli elementi componenti e cioè ilvalore reddituale supera il valore patrimonia-le e la differenza, positiva, tra i due valorirappresenta l’avviamento dell’azienda. Mapotranno essere validamente adottati anche imetodi misti patrimoniali/reddituali.

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Nella fase di decadenza, che non corrispondenecessariamente alla fase ultima della vita del-l’azienda, il complesso aziendale è in perditae quindi il suo reddito è negativo.Le cause delle perdite possono essere distinte in:• generali: relative all’intera nazione• settoriali: inerenti il mercato dello specificosettore in cui opera l’azienda• aziendali: fattori negativi propri quali catti-va organizzazione, carenze del management,ridotta efficienza degli impianti, ecc..Per la valutazione dell’azienda in perdita sipossono applicare diverse procedure a secon-da che l’azienda sia convenientemente risana-bile oppure irrimediabilmente risanabile.Se la fase dell’azienda è terminale si adotta ilcriterio del valore di liquidazione nel sensoche si esegue un inventario di tutti i beni cheverranno poi venduti separatamente con l’in-tento di realizzare il massimo ricavo possibile.Se, invece, l’azienda è risanabile può valida-mente applicarsi il metodo misto della stimaautonoma dell’avviamento.

Il processo di valutazionedell’azienda

In conclusione, il processo di valutazionedell’azienda si può articolare nelle seguentifasi:• Definizione dell’ambito e del tipo di valu-tazione consistente nel precisare la tipologiadi valore da stimare, la data di riferimentodella valutazione, lo scopo della valutazione,la forma giuridica della società oggetto distima e la relativa proprietà;• Acquisizione ed esame dei dati informativiconsistente nell’esperire un’indagine rivoltasia verso l’esterno dell’azienda, perché è ne-cessario analizzare il particolare settore d’in-teresse dell’azienda attraverso la conoscenzadel mercato, della clientela, della concorren-za, della struttura industriale, sia verso il suointerno, assumendo informazioni circa la sto-

ria dell’azienda, i documenti contabili, dati sucrediti, magazzino, immobilizzazioni, debiti,prestiti, imposte, patrimonio netto, persona-le, ecc.;• Decisione sul metodo di stima da applicareconsistente nella scelta del metodo che me-glio si adegua alla realtà aziendale in valutazio-ne; l’approccio del valutatore è fondamentaleperché il suo equilibrio e la sua esperienzasono elementi assolutamente essenziali peruna corretta stima del valore aziendale;• Studio e stesura della relazione di valuta-zione consistente nella trattazione e indicazio-ne di aspetti quali: oggetto e finalità dellastima, documenti e fonti informative, periziedi terzi, data di valutazione, descrizione delsettore e dell’identità aziendale, criteri e me-todo scelto, sviluppo essenziale dei calcoli distima, eventuali limiti e vincoli delle parti,risultato finale della valutazione.

•Suzhou Museum,Suzhou, Cina 2000-06.

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Le prestazioni di Inarcassadi Tiziano Suffredini

La pensione da totalizzazione

Cos’è la totalizzazione?La totalizzazione consente all’assicurato di cumulare tutti icontributi versati presso più gestioni pensionistiche inperiodi non coincidenti, al fine di ottenere un’unica pen-sione.La totalizzazione è completamente gratuita e costituisce unaalternativa non onerosa alla ricongiunzione, ma meno redditiziaai fini del calcolo della pensione.La totalizzazione riguarda tutti e per intero i periodi assicurati-vi: non è possibile infatti la totalizzazione parziale sia per quantoriguarda le gestioni previdenziali sia per quanto riguarda iperiodi contributivi di una singola gestione.

RequisitiL’assicurato può chiedere la pensione con totalizzazione serisulta in possesso dei seguenti requisiti:1. non essere titolare di trattamento pensionistico in nessunadelle gestioni a cui è stato iscritto (la totalizzazione è stata estesaanche a coloro che hanno raggiunto i requisiti minimi per ildiritto a pensione in una delle gestioni previdenziali);2. poter vantare almeno tre anni di contribuzione presso ognigestione previdenziale. I periodi contributivi inferiori vengonoesclusi dal calcolo della pensione in totalizzazione.Il diritto alla totalizzazione è accertato dalla Gestione presso laquale è stata presentata la domanda, la quale promuoverà poi ilrelativo procedimento.

La domandaLa totalizzazione dei periodi assicurativi è conseguibile a doman-da dell’interessato da presentare all’ente previdenziale presso ilquale risulta iscritto o presso il quale risulta accreditata l’ultimacontribuzione a favore dell’assicurato.La domanda dovrà contenere le indicazioni relative a tutti gliEnti presso i quali il lavoratore è stato iscritto. Ciò in quanto

l’Ente previdenziale che riceve la domanda (c.d. “Ente istrutto-re”) dovrà poi avviare il procedimento contattando gli Entipresso i quali risultano accreditati i contributi previdenziali afavore dell’interessato.Una volta ricevuta la comunicazione da parte degli altri Entirelativa all’anzianità contributiva utile per il diritto e i periodi cuisi riferiscono tali contributi, l’Ente istruttore verificherà la sussi-stenza del diritto alla prestazione richiesta, sommando tutti iperiodi non coincidenti temporalmente.Infatti ai fini del calcolo dell’anzianità utile per il diritto alleprestazioni pensionistiche conseguibili attraverso la totalizzazione,la contribuzione accreditata per periodi coincidenti deve essereconteggiata una volta sola.

Come si calcolaLa misura del trattamento pensionistico in totalizzazione è deter-minata con un sistema di calcolo misto (parte contributivo e parteretributivo), ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 42/2006.Nel caso del professionista iscritto a Inarcassa, quanto più l’anzianitàcontributiva si avvicina ai 30 anni, tanto più la pensione si avvicinaa quella retributiva arrivando a coincidere al 29° anno.Unica eccezione è rappresentata dall’ipotesi che il professionistaabbia già raggiunto in una gestione i requisiti minimi per il dirittoad autonoma pensione: in tal caso la pro quota viene calcolata conil sistema di calcolo previsto dalla normativa in vigore presso lasingola gestione.Ciascuna gestione previdenziale provvede a calcolare la “proquota” di competenza sulla base dei propri periodi di iscrizione.

PagamentoLa pensione totalizzata costituisce un’unica pensione: le ge-stioni interessate, ciascuna per la parte di propria competenza,calcolano la misura del trattamento, in proporzione all’anzianitàcontributiva maturata dall’assicurato in ciascuna di esse (art. 4D.Lgs. 42/2006).Il pagamento della pensione da totalizzazione è effettuato

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dall’INPS (anche se la domanda è stata presentata ad altro Enteprevidenziale), ma l’onere rimane a carico delle singole Gestioniin relazione alle rispettive quote.

DecorrenzaLa decorrenza della pensione di vecchiaia e di anzianità a partiredal 2011 è differita di 18 mesi dalla maturazione dei requisiti (art.12 del D.L. 78/2010 convertito in legge n. 122/2010). Per coloroche maturano il diritto alla pensione di vecchiaia e di anzianitàentro l’anno 2010 è tuttavia confermata la decorrenza dal 1°giorno del mese successivo a quello della presentazione delladomanda di pensione. La pensione di inabilità decorre dal 1°giorno del mese successivo a quello di presentazione della doman-da. La pensione ai superstiti decorre dal 1° giorno del mesesuccessivo a quello del decesso del dante causa.

La pensione di inabilità

Requisiti per l’ottenimentoLa pensione di inabilità spetta all’iscritto qualora ricorrano leseguenti condizioni:• la capacità dell’iscritto all’esercizio della professione sia esclu-sa, a causa di malattia o infortunio sopravvenuti all’iscrizione(intervenuti dopo), in modo permanente e totale;• l’iscritto abbia compiuto almeno due anni di effettiva iscrizio-ne e contribuzione, anche non continuativi. Si prescindedall’anzianità minima quando l’inabilità è dovuta a infortunio.• la concessione della pensione è subordinata alla cancellazionedall’albo professionale ed è revocata in caso di nuova iscrizione.Nota bene1. L’inabilità pensionabile deve essere specifica, ossia deveriferirsi all’attività professionale di ingegnere o architetto: per-tanto, ai fini della domanda, eventuali certificati di invaliditàcivile generica non saranno ritenuti validi.2. La concessione della pensione di inabilità è subordinata allacancellazione dall’Albo professionale ed è revocata in caso dinuova iscrizione.

3. La pensione di inabilità spetta anche all’iscritto già fruitoredi trattamento pensionistico a carico di altro istitutoprevidenziale, qualora concorrano le seguenti condizioni:a) abbia compiuto almeno due anni di effettiva iscrizione econtribuzione anche non continuativi;b) l’evento che ha causato l’inabilità sopraggiunga successiva-mente alla iscrizione ad Inarcassa e prima del compimentodel sessantacinquesimo anno di età.

Modalità della richiesta di pensioneLa pensione deve essere richiesta con il modulo disponibile sulsito www.inarcassa.it che comprende anche:• La comunicazione delle modalità di pagamento;• La dichiarazione relativa alla posizione lavorativa e assicurati-

va;• La dichiarazione di diritto alle detrazioni di imposta;• Il consenso al trattamento dei dati personali.Alla domanda deve essere allegata una fotocopia di un docu-mento di identità in corso di validità.Se il professionista negli anni precedenti non ha presentato una opiù dichiarazioni dei redditi e volumi d’affari è tenuto a compilareanche il il modulo “dichiarazione delle annualità pregresse” (modP160).Il modulo va compilato a lettere maiuscole in ogni sua parte,stampato e inviato alla Cassa per posta o via fax al n. 0685274211oppure via PEC all’indirizzo [email protected].

Maturazione e decorrenza della pensioneLa maturazione del diritto alla pensione di inabilità coincidecon la data della presentazione della domanda.La pensione decorre dal primo giorno del mese successivo aquello di presentazione della domanda stessa.

Modalità di accertamento della condizioneinabilitanteIl nuovo regolamento per l’accertamento dell’invalidità einabilità approvato con decreto ministeriale del 28/10/2010

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demanda la verifica medico sanitaria ad una struttura pubblicacon la quale Inarcassa stipula apposita convenzione. A talproposito sono stati già avviati i contatti con l’Inps per definirele modalità operative.La procedura è un po’ lunga e complessa:• Inarcassa invia alla struttura pubblica territoriale gli attirelativi all’istanza, anche nelle more di eventualiregolarizzazioni della posizione presso Inarcassa;• la struttura pubblica esamina i documenti, visita l’istante ecompie tutti gli accertamenti che ritiene necessari e si pronun-cia, entro e non oltre 30 giorni dalla data di ricezione degli atti,sull’ammissibilità o meno dell’inabilità correlata con l’eserci-zio della professione. Eventuali accertamenti specialistici rite-nuti necessari dal medico incaricato dovranno essere svolti nelpiù breve tempo possibile, previa segnalazione a Inarcassa;• il giudizio della struttura pubblica viene sottoposto al vagliodel sanitario di fiducia di Inarcassa che esprime il suo parereentro 15 giorni e può richiedere alla struttura pubblica unsupplemento di visita o l’integrazione della stessa con parti-colari accertamenti specialistici, da svolgere entro 30 giornidal ricevimento della richiesta;• il sanitario di fiducia, previa approvazione della GiuntaEsecutiva, ha facoltà di sottoporre l’istante ad un controllosanitario presso la residenza dell’istante stesso, nei tempi e neimodi che deciderà, a suo insindacabile giudizio (oneri a caricodi Inarcassa);• in ogni fase l’istante può farsi assistere, a sue spese, da unmedico di sua fiducia;• qualora gli accertamenti sanitari abbiano dato esito negativone viene data documentata comunicazione entro 15 giornidalla ricezione da parte di Inarcassa del parere del medico difiducia. L’istante può richiedere che l’accertamento definitivovenga deferito a un collegio di tre medic entro 60 giorni dalricevimento della comunicazione di diniego. Se il collegiomedico non riconoscerà la sussistenza dell’inabilità le spesesaranno a carico dell’istante. Il parere del collegio medico èdefinitivo. Nel caso di mancato ricorso la richiesta di pensioneè respinta.

L’importo lordo annuo della pensionePer il calcolo della pensione si applicano le regole della pensionedi vecchiaia con le seguenti norme speciali:• il sistema di calcolo è esclusivamente retributivo;• gli anni di anzianità per il calcolo della pensione sono aumen-tati di 10, fino ad un massimo di 35 anni, salvo che l’iscrittodisponga di altri redditi imponibili o esenti da imposte, in misurasuperiore a € 25.450,00 (anno 2011 - rivalutati annualmentecon le regole di rivalutazione dei redditi e contributi); si consi-dera a tal fine la media dei tre anni precedenti la domanda dipensione;• successivamente alla concessione della pensione, quando iltitolare fruisca del beneficio dell’anzianità aggiuntiva precedente,deve dimostrare ogni tre anni l’entità del proprio reddito, conriferimento al triennio trascorso, pena la perdita del beneficiostesso;• la misura della pensione non può essere inferiore a quellaminima pari a € 10.149,00 per il 2011.La pensione, determinata con il calcolo illustrato, sarà oggetto dirivalutazione annuale in base ai coefficienti ISTAT a partire dall’an-no successivo a quello di pensionamento.Nota beneLa Giunta Esecutiva può disporre, entro 60 giorni dalla ricezionedella domanda, l’erogazione di un acconto pari a due terzi dellapensione minima (otto volte il contributo soggettivo minimo) invigore al momento della domanda di pensione; l’erogazione ditale acconto è subordinata al completamento della documentazio-ne richiesta per il rilascio; tale acconto dovrà essere restituitointegralmente con interessi legali qualora la pratica si concludacon il rigetto della domanda.

Revisione delle condizioni del pensionatoEntro dieci anni dalla concessione della pensione Inarcassa può,in qualsiasi momento, assoggettare a revisione la permanenzadelle condizioni di inabilità; l’erogazione della pensione èsospesa nei confronti del pensionato che non si presti allarevisione.

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La pensione di invalidità

Requisiti per l’ottenimentodella pensione di invaliditàLa pensione di invalidità spetta all’iscritto qualora ricorrano leseguenti condizioni:• la capacità dell’iscritto all’esercizio della professione sia ridottain modo continuativo a meno di un terzo, per infermità odifetto fisico o mentale a causa di malattia o infortunio sopravve-nuti all’iscrizione (intervenuti dopo), in modo permanente e totale;• l’iscritto abbia compiuto almeno cinque anni di effettiva iscrizio-ne e contribuzione, anche non continuativi. Si prescinde dall’anzia-nità minima quando l’invalidità è dovuta a infortunio;• sussiste il diritto a pensione quando l’infermità o i difetti fisici omentali invalidanti sono preesistenti all’iscrizione ad Inarcassa,purchè vi sia stato un successivo aggravamento o siano sopraggiun-te nuove infermità che abbiano provocato la riduzione a meno di unterzo della capacità lavorativa.Nota beneLa pensione di invalidità spetta anche all’iscritto già fruitore ditrattamento pensionistico a carico di altro istituto previdenziale,qualora concorrano le sequenti condizioni:a) abbia compiuto almeno due anni di effettiva iscrizione e contri-buzione anche non continuativi;b) l’evento invalidante sopraggiunga successivamente alla iscrizione adInarcassa e prima del compimento del sessantacinquesimo anno di età.

Modalità della richiesta di pensionePer le modalità della richiesta di pensione si veda “inabilità”, p. 46.

Maturazione e decorrenza della pensioneLa maturazione del diritto alla pensione di invalidità coincide conla data della presentazione della domanda.La pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quellodi presentazione della domanda stessa.

Modalità di accertamento della condizioneinvalidantePer le modalità di accertamento della condizione invalidante si veda p. 46.

L’importo lordo annuo della pensionePer il calcolo della pensione si applicano le regole della pensione diinabilità con la riduzione al 70%.La pensione, determinata con il calcolo illustrato, sarà oggetto dirivalutazione annuale in base ai coefficienti ISTAT a partire dall’an-no successivo a quello di pensionamento.

Revisione delle condizioni del pensionatoInarcassa accerta ogni tre anni, la persistenza dell’invalidità, tenutoanche conto dell’esercizio professionale eventualmente svolto dalpensionato, e conferma o revoca di conseguenza la pensione. Laconcessione della pensione diventa definitiva quando viene confer-mata per due volte. L’erogazione della pensione è sospesa neiconfronti del pensionato che non si presti alla revisione.Il pensionato di invalidità che abbia proseguito l’esercizio dellaprofessione e maturato il diritto alla pensione di vecchiaia o dianzianità può richiedere la liquidazione di quest’ultima insostituzione della pensione di invalidità.

Altri trattamenti pensionistici

Supplementi di pensioneTutti i pensionati, sia che percepiscano la pensione di vecchiaia,invalidità o la prestazione previdenziale, contributiva, hannodiritto, nel caso in cui continuino la propria attività, ai supple-menti di pensione calcolati su base quinquennale con il metodoillustrato per la prestazione previdenziale contributiva appli-cando a tutti i contributi la riduzione al 95%.

Pensione di reversibilitàLa prestazione spetta ai superstiti di un pensionato e viene calcolataapplicando un coefficiente riduttivo alla pensione originaria.Spetta al coniuge nella misura del 60% con l’aggiunta di un 20%per ogni altro superstite avente diritto (figli minorenni e mag-giorenni fino a 26 anni se studenti o senza limite di età se inabilial lavoro) fino al massimo del 100% della pensione diretta.In mancanza del coniuge la percentuale del 60% si applica alprimo degli aventi diritto.

Pensione indirettaLa prestazione spetta ai superstiti di un iscritto, sempre chequest’ultimo abbia maturato al momento del decesso alme-no due anni, anche non consecutivi, di effettiva iscrizione econtribuzione. Si prescinde dall’anzianità minima quandol’evento è causato da infortunio.La pensione viene calcolata con le stesse modalità dellapensione di reversibilità, la pensione minima è ridotta pro-porzionalmente in trentesimi in base all’anzianità, con unminimo non inferiore a 20/trentesimi.Nel caso di superstite di un pensionato di altro ente l’anzia-nità contributiva non deve essere inferiore a 5 anni e laprestazione viene calcolata come la prestazione contributi-va con i medesimi coefficienti riduttivi sopra citati.

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Energia da fonti rinnovabili non tradizionali in Italia

Fonte: Ministero Sviluppo economico Dipartimento Energia

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Smart Grids: energia a misura urbanadi Salvatore Toriello

Le “reti intelligenti” sono entrate nella politicaenergetica in tempi relativamente recenti e laloro importanza, persino tra gli addetti ailavori, è tuttora sottostimata.Basti invece pensare che, senza una rete intel-ligente, una delle grandi opzioni energetichedi oggi (la generazione distribuita e le fontirinnovabili) è destinata ad avere un impattomarginale sul sistema elettrico.Anche il loro contributo ad una maggioreefficienza energetica è tutt’altro che seconda-rio. Le reti intelligenti sono, infine, un’impor-tante occasione di investimento. Da alcunianni le politiche energetiche danno crescenteattenzione ai piccoli impianti di produzione dienergia elettrica o di cogenerazione: talemodalità di produzione è denominata “gene-razione distribuita”. I piccoli sistemi di produ-zione da fonti rinnovabili (ad es. il fotovoltai-co, i piccoli impianti idroelettrici o eolici, ipiccoli sistemi di waste-to-energy) avendo lacaratteristica di essere dispersi sul territorio,rientrano in questa modalità.Questi piccoli sistemi possono essere usaticon due modalità diverse: per soddisfare (par-zialmente o totalmente) i fabbisogni energeti-ci del possessore del sistema ovvero per pro-durre energia da immettere in rete totalmenteo parzialmente.La diffusione dell’approccio integrato “gene-razione distribuita-rinnovabili-smart grids”potrebbe avere anche rilevanti impatti nell’at-tività di tutte quelle piccole e medie impreseche da questo approccio potrebbero averenuovi orizzonti di lavoro in settori ad altoknow how.

Non più solo linee, interruttori,trasformatori, ma anche elettronica,informatica e comunicazionenella diffusione dell’energia elettrica

Nelle grandi democrazie industriali la crescitaeconomica e l’occupazione qualificata si pro-muovono in primo luogo attraverso program-mi di sviluppo delle reti in grado di coinvolge-re l’intero Paese. Così è stato, ad esempio, nelsettore delle telecomunicazioni, con la transi-zione dalle centrali elettromeccaniche a quel-le digitali, le reti in fibra ottica, la telefoniacellulare, la connessione in mobilità.Un analogo salto epocale può essere quello,in parte già avviato, delle smart grids, le retisulle quali viaggia l’energia elettrica. Questereti sono ancora sostanzialmente quelle ini-zialmente concepite per portare l’energiaelettrica dalle poche centrali nelle quali veni-va generata a tutte le possibili utilizzazionipubbliche, produttive, domestiche. Uno sche-ma assai vasto, ma concettualmente semplicein quanto fatto di cavi e contatori concepitiper un traffico unidirezionale.Oggi lo scenario ègià diverso e sem-pre più lo sarà infuturo.La produzione dienergia elettrica, untempo affidata esclu-sivamente a grandiimpianti, si va fram-mentando e diffon-dendo sul territorio,grazie anche ad in-centivi statali con-cessi in quanto sitratta di tecnologieche consentono di

ottenere energia “pulita”, ossia senza gas in-quinanti da disperdere nell’atmosfera. Stiamoparlando di pannelli fotovoltaici, di piccoligeneratori alimentati dal vento o dalle bio-masse. La quota di energia elettrica così pro-dotta comincia ad essere significativa, e sem-pre più lo sarà nel prossimo futuro fino aconsentire rilevanti risparmi in termini di im-portazione di idrocarburi e un determinantecontributo per il raggiungimento degli obiet-tivi di contenimento dei gas serra fissati daidiversi accordi internazionali ai quali l’Italiaha aderito.La condizione perché questo enorme poten-ziale possa svilupparsi, però, è la disponibilitàdi una rete elettrica e di apparati di governoche consentano di collegare questa produzio-ne di energia disseminata sul territorio aimilioni di utenze che l’energia consumano inquantità variabili secondo le ore del giorno, i

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giorni della settimana, le condizioni atmosfe-riche, le stagioni. Come si può facilmentecomprendere, si tratta di un sistema assai piùcomplesso di quello che finora doveva servirea trasportare energia dalle poche grandi cen-trali di generazione alle diverse utenze piccolee grandi. La generazione disseminata sul terri-torio postula, quindi, un sistema di distribu-zione che preveda non solo quanta energiaverrà richiesta di ora in ora, ma anche quantapotrà esserne offerta, come eccedenzadell’autoconsumo, dalla generazione disper-sa nelle migliaia di impianti fotovoltaici edeolici, e dunque in funzione delle prevedibilicondizioni meteorologiche. Lo scopo, infatti,è quello di poter calibrare la produzione dellegrandi centrali in modo che non si debbaprodurre energia in eccedenza che, non es-sendo immagazzinabile, va dispersa.E non basta. Entrando in scena le automobilielettriche, anche queste possono concorreread un sistema di produzione e consumo piùrazionale, efficiente, economico. Non si tratta

Ruolo strategico della rete come fattoreabilitante del nuovo scenario

Drivers esterni- Obiettivi Copenhagen, EU 20-20-20 e

Terzo Pacchetto Energia- Maggiore efficienza energetica- Incremento di produzione da fonti

rinnovabili- Liberalizzazione del mercato- Rinnovamento delle infrastrutture elet-

triche

Lo sviluppo delle Smart Grids è un ele-mento imprescindibile al fine di rag-giungere gli obiettivi fissati dall’UE, inparticolare:

- Al fine di poter garantire la connessionealla rete delle energie rinnovabili

- Al fine di ridurre le emissioni di CO2- Al fine di migliorare l’efficienza nella tra-

smissione e distribuzione dell’energia- Al fine di poter soddisfare i bisogni emer-

genti dei consumatori. Come ad esem-pio la promozione della domanda attivao la diffusione

solo di ricaricare le batterie di notte, quandol’auto non serve e l’energia costa meno, maanche di utilizzare le batterie per immagazzi-nare energia per poi cederla di giorno, se equando l’auto non ne ha bisogno, quando ilvalore dell’energia è maggiore.Per realizzare un siffatto sistema che consentaun utilizzo più efficiente ed economico dellevarie forme di generazione di energia elettricanon si parte da zero. In Italia sono già installatimilioni di contatori elettronici che permetto-no un dialogo costante tra utenti e fornitori,nonché una differenzazione tariffaria che pre-mia i consumi nei giorni e nelle ore di minorerichiesta. E tuttavia, questi sono solo i primipassi di un progetto la realizzazione del quale,aldilà delle sue finalità primarie, consentireb-be all’intero sistema Paese un salto di qualitàin termini di efficienza, di economicità, dispecializzazioni, di ricerca applicata, di atti-vità tecnologicamente evolute. Ecco perché,concludendo, un piano di investimenti nellereti intelligenti si presenta come un compo-

nente indispensabile di qualsiasi politica disostegno alla crescita economica, quantitativae qualitativa, del Paese nel suo complesso.

Le Smart Grids sono state oggetto di un impor-tante incontro – dibattito presso la Fondazio-ne Ugo La Malfa nell’ambito del “ProgettoEnergia”.Hanno partecipato esponenti dei MinisteriSviluppo Economico e Politiche Comunitarie,Utilità, aziende elettriche e Università.

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Il nuovo Regolamento attuativodel Codice dei contratti pubblicidi Alessandro Massari

Gli affidamenti di servizi tecnicisotto soglia e i problemi dicoordinamento con il D.L. 70/2011Pr

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1. Profili introduttivi

L’entrata in vigore del nuovo Regolamento diesecuzione ed attuazione del Codice dei con-tratti pubblici, approvato con d.P.R. 5 ottobre2010 n. 207, avvenuta l’8 giugno 2011, porta acompimento la complessa fase di riforma esistemazione della disciplina della contrattuali-stica pubblica, avviata col recepimento delledirettive comunitarie di terza generazione me-diante il d.lgs. 163/2006.Il nuovo Regolamento ha visto la luce dopo uniter decisamente sofferto – che ricorda peraltrol’altrettanto faticoso iter del d.P.R. 554/1999per il quale si sono attesi circa cinque annidall’approvazione della legge quadro 109/1994– che testimonia la non agevole individuazionea livello politico-istituzionale di un momento disintesi di interessi ed istanze dialetticamentecontrapposti in un settore – quello degli appaltipubblici – che muove una massa finanziariapari a circa il 16% del PIL, e si caratterizza per lapeculiare dinamicità e criticità del quadro nor-mativo interno, connotato da dimensioni ora-mai elefantiache, ipertrofiche, da un esasperatolivello di dettaglio e procedimentalizzazione ditutte le fasi realizzative delle commesse pubbli-che, ed insieme ancora da ampi spazi di incer-tezza interpretativa ed applicativa a danno delbuon funzionamento del sistema economiconel suo complesso.Il nuovo Regolamento si segnala, da un lato, perun consolidamento ed un’ottimizzazione del-l’impianto normativo già introdotto dal d.P.R.554/1999 per il settore dei lavori pubblici, men-tre introduce significative innovazioni nei com-

parti dei servizi e delle forniture, rispetto aiquali si conferma l’impostazione “lavorocentri-ca” già seguita dal Codice dei contratti pubblici.Come si legge nella Relazione illustrativa, inve-ro, “Il Regolamento segue l’orientamento gene-rale del Codice volto a garantire i maggiorivincoli che caratterizzano tradizionalmente lanormativa sui lavori, nel rispetto delle differen-ze di questi settori. Il Regolamento, nell’attuarei rinvii operati allo stesso dal Codice, introducealcuni profili di rilevante innovatività nella di-sciplina del settore dei servizi e delle forniturein ordine alle varie fasi in cui si articola laprocedura di affidamento, oltre a chiarire edettagliare le modalità applicative di alcuniistituti”.Tra le novità di rilievo nel comparto dei lavoripubblici si segnala la nuova disciplina dellaverifica e validazione dei progetti, nonché larimodulazione dei requisiti e dei limiti di ribas-so nelle gare di progettazione. Innovazionirilevanti si evidenziano anche nella qualificazio-ne dei soggetti esecutori, con l’introduzione dinuove categorie e classifiche, e mediante ilrafforzamento dei poteri sanzionatori dell’Au-torità nei confronti delle SOA e delle imprese.Ulteriori innovazioni si registrano nella fase diverifica delle offerte anomale e nella disciplinadelle varianti. Le nuove disposizioni regola-mentari definiscono inoltre con ulteriore detta-glio i compiti e le responsabilità dei RUP.Per la prima volta nell’ordinamento, inoltre, ilRegolamento generale introduce una discipli-na di dettaglio anche per i comparti dei servizie delle forniture, sia relativamente alla faseprocedimentale, sia con riguardo alla successi-

va fase esecutiva. Di rilievo si presenta anche laregolamentazione puntuale dell’asta e del mer-cato elettronico, così come di particolare inte-resse si evidenzia quella delle procedure ineconomia e del cottimo fiduciario, sostitutivadel regime introdotto dal d.P.R. 384/2001. Ladisciplina della fase esecutiva, che vede l’esten-sione con adattamenti degli istituti e delle figu-re già note nel settore dei lavori, porta a defini-tivo compimento il processo di “Merlonizzazio-ne” di tali comparti, già avviato dal Codice perla fase di affidamento.All’analisi del nuovo Regolamento è dedicata larecente monografia a cura di Alessandro Massa-ri, Maurizio Greco, Daniela Albonetti e AlbertoCostantini, giunta alla sua seconda edizione peri tipi di Maggioli.

2. L’affidamento dei servizi tecnicinel nuovo Regolamento

La parte III del DPR 207/2010 (artt. da 252 a270) è interamente dedicata all’affidamento deiservizi di ingegneria.Per gli affidamenti di importo pari o superiorealla soglia di 100.000 euro è necessario rispet-tare la procedura ad evidenza pubblica di cuiall’art. 91, c.1, Dlgs. 163/2006 e la disciplina didettaglio contenute nel Regolamento agli artt.261-266. Inoltre, per importi pari o superiorialle soglie comunitarie di 193.000 euro, la pro-cedura deve soddisfare le disposizioni stabiliteper le procedure c.d. sopra soglia (parte II,titolo I del Codice).Merita di essere segnalata in tale contesto l’im-

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portante determinazione dell’Autorità di vigi-lanza sui contratti pubblici del 27 luglio 2010 n.5 recante “Linee guida per l’affidamento deiservizi attinenti all’architettura e all’ingegne-ria”, che contiene utili indicazioni operativesull’applicazione della disciplina codicistica.Di particolare interesse per i professionisti è ladisciplina procedimentale per gli incarichi diimporto inferiore alla soglia di 100.000 euro.Come noto, l’art. 91, c.2, del Codice prevedel’esperimento di una procedura negoziata traalmeno cinque professionisti: “Gli incarichi diprogettazione, di coordinamento della sicurez-za in fase di progettazione, di direzione deilavori, di coordinamento della sicurezza in fasedi esecuzione e di collaudo nel rispetto diquanto disposto all’articolo 120, comma 2-bis,di importo inferiore alla soglia di cui al comma1 possono essere affidati dalle stazioni appal-tanti, a cura del responsabile del procedimen-

to, ai soggetti di cui al comma 1, lettere d), e),f), f-bis), g) e h) dell’articolo 90, nel rispetto deiprincipi di non discriminazione, parità di tratta-mento, proporzionalità e trasparenza, e secon-do la procedura prevista dall’articolo 57, com-ma 6; l’invito è rivolto ad almeno cinque sogget-ti, se sussistono in tale numero aspiranti ido-nei”.L’art. 267 del Regolamento, che attua la normaprimaria contenuta sopra richiamata, stabilisceche i soggetti da invitare, nel rispetto deiprincipi di non discriminazione, parità di tratta-mento, proporzionalità e trasparenza, sono in-dividuati tramite elenchi di operatori economi-ci ovvero sulla base di indagini di mercato,assicurando altresì il rispetto del criterio dellarotazione.L’avviso per l’istituzione dell’elenco di operato-ri economici è pubblicato con le modalità di cuiall’articolo 124, comma 5, del codice, e dunque

alla stregua di un bando di gara sotto soglia perservizi e forniture (siti internet e GURI). Nell’av-viso le stazioni appaltanti indicano le classi e lecategorie, individuate sulla base delle elenca-zioni contenute nelle tariffe professionali, non-ché le fasce di importo in cui si intende suddi-videre l’elenco; le stazioni appaltanti richiedo-no ai soggetti interessati i curricula, redattisecondo l’allegato N al Regolamento; nell’avvi-so, in rapporto all’importo della classe e catego-ria dell’elenco, nonché alla natura e alla com-plessità delle attività da svolgere, può essererichiesto un requisito minimo relativo alla som-ma di tutti i lavori, appartenenti ad ognunadelle classi e categorie di lavori in cui si intendesuddividere l’elenco. Tale documentazione èpredisposta secondo l’allegato O al Regolamen-to, indicando il soggetto che ha svolto il servizioe la natura delle prestazioni effettuate. Sonovalutabili i servizi di cui all’articolo 263, comma2 (quelli iniziati, ultimati e approvati nel decen-nio o nel quinquennio antecedente la data dipubblicazione del bando, ovvero la parte di essiultimata e approvata nello stesso periodo per ilcaso di servizi iniziati in epoca precedente. Nonrileva al riguardo la mancata realizzazione deilavori ad essa relativi).Con l’avviso di istituzione dell’elenco, ai sog-getti che intendono essere iscritti all’elencostesso è richiesto di fornire il nominativo delprofessionista o dei professionisti che svolge-ranno i servizi con la specificazione delle rispet-tive qualifiche professionali nonché con l’indi-cazione del professionista incaricato dell’inte-grazione delle prestazioni specialistiche.Gli operatori economici sono tenuti ad infor-mare tempestivamente le stazioni appaltantirispetto alle eventuali variazioni intervenutenel possesso dei requisiti. Gli elenchi sonosempre aperti all’iscrizione degli operatori eco-nomici dotati dei requisiti richiesti dalla stazio-ne appaltante e sono periodicamente aggiorna-

•Doutsches Historisches Museum,Berlino, Germania, 1996-2003.

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ti dalle stesse, con cadenza almeno annuale.La modalità alternativa per la scelta dei profes-sionisti da invitare alla procedura negoziata ècostituita dall’indagine di mercato, svolta tutta-via previo avviso pubblicato sui siti informaticidi cui all’articolo 66, comma 7, del codice,nell’albo della stazione appaltante, nonché even-tualmente sul profilo del committente, oveistituito, per un periodo non inferiore a quindi-ci giorni.L’avviso deve indicare i requisiti minimi chedevono essere posseduti dai soggetti per pote-re essere invitati a presentare offerta; i requisitisono indicati con riferimento alla specificità delservizio da affidare; nell’avviso, in rapportoall’importo della classe e categoria del servizioda affidare, nonché alla natura e alla complessi-tà delle attività da svolgere, può essere richiestoun requisito minimo relativo alla somma di tuttii lavori, appartenenti ad ognuna delle classi ecategorie di lavori cui si riferisce il servizio daaffidare.Per l’affidamento del servizio specifico, la sele-zione, dall’elenco o tramite l’indagine di merca-to, tra gli operatori economici in possesso deirequisiti, dei cinque o più soggetti cui rivolgerel’invito, può essere effettuata dalle stazioni ap-paltanti attraverso modalità di scelta, quale adesempio il sorteggio.Gli operatori economici selezionati sono invita-ti a presentare le offerte oggetto della negozia-zione mediante una lettera di invito contenentegli elementi essenziali costituenti l’oggetto del-la prestazione, il relativo importo presunto, iltermine per la ricezione delle offerte, il tempomassimo per l’espletamento dell’incarico e ognialtro ulteriore elemento ritenuto utile, nonchéi criteri di valutazione delle offerte; alla letteradi invito può essere allegata una nota illustrati-va delle prestazioni.La scelta dell’affidatario è resa nota mediante lapubblicazione dell’esito della selezione sui siti

informatici di cui all’articolo 66, comma 7, delcodice entro un termine non superiore a quelloindicato nell’articolo 65, comma 1, del codice(48 giorni dall’aggiudicazione).

3. La questione dell’affidamento deiservizi di importo c.d.“ultrasottosoglia” dopoil D.L. 70/2011

Il comma 10 dell’art. 267 del Regolamentostabilisce che “I servizi di cui all’articolo 252 ilcui corrispettivo complessivo stimato, determi-nato secondo quanto stabilito dall’articolo 262,sia inferiore a 20.000 euro possono essereaffidati secondo quanto previsto dall’articolo125, comma 11, del codice, nel rispetto dell’ar-ticolo 125, comma 10, primo periodo”.La disposizione è stata modificata dal D.L. 70/2011, convertito con L. 106/2011, sopprimen-do il rinvio al secondo periodo del comma 11dell’art. 125 (affidamento c.d. diretto).

3.1. L’innalzamento della sogliagenerale per i cottimi fiduciaridiretti di beni e servizi

La L. 106/2011, ha previsto, in sede di conversio-ne del D.L. 70/2011, la nuova lettera m-bis) alcomma 2 del D.L. 70/2011, a tenore della quale:“all’articolo 125, comma 11, primo e secondoperiodo, le parole: «ventimila euro» sono sostitu-ite dalle seguenti: «quarantamila euro».Viene dunque innalzata la soglia dei c.d. “affida-menti diretti” a cottimo fiduciario, ciò che pareconfigurarsi quale meccanismo parzialmente“compensativo” rispetto al ben più generosoinnalzamento della soglia di un milione di europer la procedura negoziata senza bando per ilsettore dei lavori.Sulla concreta applicazione di quest’ultimadisposizione si dovrà tenere necessariamen-te conto della giurisprudenza amministrativae di quella contabile, che hanno già ridimen-sionato la potenziale semplificazione sottesaagli affidamenti c.d. “ultrasottosoglia” dei

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•Laura Spelman Rockefeller Halls,Princeton, New Jersey, 1971-73.

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previgenti 20.000 euro.Invero, da un lato, la Corte dei Conti, nelcontesto della teorica sul c.d. “danno alla con-correnza” ha avuto occasione di ribadire che inossequio ai principi comunitari ed interni “nonè più consentito omettere un minimo di con-fronto concorrenziale per qualsiasi proceduracontrattuale ad oggetto pubblico…. Un simileconfronto, del resto, è ancor più necessariooggi che i basilari principi in materia diconcorrenza e libera prestazione dei servizi, dicui agli artt. 81 e ss. e 49 e ss. del Trattato CE,si impongono al rispetto degli Stati membri,indipendentemente dall’ammontare delle com-messe pubbliche… In questa ottica, è evidenteche ogni accertamento di ‘convenienza’ dellaP.A. deve necessariamente avvenire in un siste-ma di negoziazione concorrenziale” (Corte deiconti, sez. giurisd. Abruzzo, sentenza n. 23 del20 gennaio 2011, già riportata supra sub par. 4).E’ dunque sempre opportuno far precederel’affidamento “diretto” almeno da una congruaindagine di mercato, preferibilmente tramite

l’acquisizioni di preventivi o tramite la consul-tazione di cataloghi elettronici, sia nel rispettodell’art. 89, c.1, del Codice (“Al fine di stabilireil prezzo base nei bandi o inviti, di valutare laconvenienza o meno dell’aggiudicazione, non-ché al fine di stabilire se l’offerta è o menoanormalmente bassa, laddove non si applicail criterio di cui all’articolo 86, comma 1, lestazioni appaltanti tengono conto del migliorprezzo di mercato, ove rilevabile”) sia dell’art.336, c.1, del Regolamento (“L’accertamentodella congruità dei prezzi offerti dagli operato-ri economici invitati è effettuato attraversoelementi di riscontro dei prezzi correnti risul-tanti dalle indagini di mercato”).E’ in ogni caso il regolamento interno dell’ammi-nistrazione la sede più idonea a definire le pun-tuali regole procedimentali congrue per garanti-re l’effettività dei principi generali, nella loro piùopportuna e proporzionata declinazione.Dall’altro, sono note le prime pronunce dei Tar(Toscana e Lazio, sopra richiamate) che affer-mano l’applicazione delle norme sulle comuni-

cazioni dell’aggiudicazione e sul rispetto dellostand-still anche ai cottimi fiduciari, attesa la loronatura di norme di principio, come tali applica-bili ex art. 125, c.14 del Codice, anche ai cottimifiduciari. Anche per tali procedure, peraltro, sipotrà fare applicazione dell’art. 11, c.9, del Codi-ce che consente l’esecuzione anticipata per ra-gioni di urgenza nelle procedure ove non sussi-ste l’obbligo di pubblicazione del bando di gara.Infine, particolare attenzione deve porsi al prin-cipio del divieto di artificioso frazionamento,richiamato dal comma 13 dell’art. 125 (“Nessu-na prestazione di beni, servizi, lavori, ivi com-prese le prestazioni di manutenzione, periodi-ca o non periodica, che non ricade nell’ambitodi applicazione del presente articolo, può essereartificiosamente frazionata allo scopo di sotto-porla alla disciplina delle acquisizioni in eco-nomia”). La questione del frazionamento artifi-cioso è invero una delle criticità “storiche” sotte-se al sistema in economia ed acquisisce oraulteriore pregnanza alla luce dell’innalzamentodella soglia. Come si è già avuto modo di illustra-re nei paragrafi precedenti, il frazionamento diun fabbisogno che ha natura ricorrente, struttu-rale e programmabile, e non connesso ad ogget-tive esigenze di natura tecnico-organizzativa, puòconfigurare, alla luce della più recente giurispru-denza contabile, uno dei primi indici sintomaticidel c.d. “danno alla concorrenza”.

3.2. Il problema di coordinamentotra art. 125, c.11 del Codice eart. 267, c.10 del Regolamento

La legge di conversione, nel disporre l’innalza-mento della soglia di legittimazione del cottimofiduciario “diretto” non ha tuttavia coordinatole norme del Codice con quelle del nuovoRegolamento, aprendo una questione interpre-tativa di non poco momento.

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•National Gallery of Art,Washington D.C., 1968-78.

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Il comma 10 dell’art. 267 del DPR 207/2010stabilice infatti che: “I servizi di cui all’articolo252 il cui corrispettivo complessivo stimato,determinato secondo quanto stabilito dall’ar-ticolo 262, sia inferiore a 20.000 euro possonoessere affidati secondo quanto previsto dal-l’articolo 125, comma 11, del codice, nel ri-spetto dell’articolo 125, comma 10, primo pe-riodo”.Secondo parte della dottrina 1 “la specialitàdella norma (che non si inquadra esattamentenei servizi in economia di cui all’articolo 125del Codice), il suo carattere derogatorio rispet-to agli affidamento ordinari di servizi tecnicie la mancata modifica esplicita del limite diimporto all’articolo 267, comma 10, (rimastoad euro 20.000, malgrado il legislatore siaintervenuto modificando in altra parte lo stes-so comma 10), ad una prima lettura fannoritenere che l’affidamento diretto di servizitecnici di cui all’articolo 252 sia possibile soloper corrispettivi di importo inferiore a 20.000euro (e tale limite non sia “automaticamente”ampliato a 40.000 euro)”.Il Servizio Studi del Senato ha invece osservatocome: «La Camera dei deputati (em. 4.171)ha inserito una lettera m-bis) volta ad eleva-re da 20.000 a 40.000 euro la soglia oltre laquale è prevista, dall’articolo 125, comma11, del Codice, la procedura negoziata percottimo fiduciario e al di sotto della quale èconsentito l’affidamento diretto di servizi oforniture da parte del responsabile del proce-dimento; conseguentemente viene modifica-to l’articolo 267 del regolamento nella partein cui rinvia, per i servizi di architettura eingegneria, alle norme recate dal comma 11dell’articolo 125».La posizione del Servizio Studi del Senato parefondarsi sulla natura di fonte secondaria delDPR 207/2010 – che si atteggia quale regola-mento di mera esecuzione ed attuazione del

Codice dei contratti pubblici (a differenza delprevigente regolamento delegificante DPR 554/1999). Pertanto, in presenza del rilevato difettodi coordinamento, le disposizioni dello stessoDPR 207/2010 dovrebbero essere dinamica-mente adeguate alle nuove norme primariecontenute nel Codice, pena il rischio di paraliz-zarne l’effettività, e quindi, nel nostro caso, conrelativa modifica implicita delle soglie da 20.000euro a 40.000 euro previste nelle disposizioniregolamentari sopra richiamate.In attesa di pronunce della giurisprudenza odell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici,la prima tesi restrittiva pare condivisibile, ancheavuto riguardo alla particolare rigidità dellagiurisprudenza contabile in tema di danno allaconcorrenza.Sempre con riguardo all’affidamento dei servizitecnici di cui al comma 10 dell’art. 267, vaosservato come la legge di conversione abbiasoppresso il richiamo al “secondo periodo”dell’art. 125, comma 11, del Codice (a tenoredel quale “Per servizi o forniture inferiori aquarantamila euro, è consentito l’affidamen-to diretto da parte del responsabile del proce-dimento”).Secondo attenta dottrina 2 il riferimento all’in-tero comma 11 (e non più al solo secondoperiodo) porta a ritenere che, a differenzadelle forniture e dei servizi diversi dai “servizitecnici” (prima fino a 20.000 euro, ora fino a40.000 euro, sono affidati direttamente senzaalcun richiamo ai principi di trasparenza, rota-zione, parità di trattamento), per i soli “servizitecnici” si debbano comunque rispettare, an-che in caso di affidamento diretto, i principi ditrasparenza, rotazione, parità di trattamento(citati al primo periodo del comma 11). Sen-nonché, il predetto primo periodo riguardaanche l’affidamento di servizi e forniture diimporto superiore a 40.000 euro (già 20.000euro) subordinandolo alla consultazione di

almeno 5 soggetti”.Il Servizio Studi del Senato sul punto ha rileva-to come: «La Camera dei deputati (em. 4.175)ha inserito la lettera b-bis) che modifica l’ar-ticolo 267, comma 10, del Regolamento, rela-tivamente ai servizi di architettura e di inge-gneria; il testo vigente prevede che si applichi-no le disposizioni di cui all’articolo 125,comma 11, secondo periodo: affidamentodiretto da parte del responsabile del procedi-mento; la modifica propone di sopprimere ilriferimento al secondo periodo, consentendocosì anche l’applicazione del primo periododel medesimo articolo 125: affidamento me-diante cottimo fiduciario, nel rispetto deiprincipi di trasparenza, rotazione, parità ditrattamento, previa consultazione di almenocinque operatori economici, se sussistono intale numero soggetti idonei, individuati sul-la base di indagini di mercato ovvero tramiteelenchi di operatori economici predispostidalla stazione appaltante».In realtà la modifica operata in sede di conver-sione mediante la soppressione del riferimen-to al secondo periodo del comma 11, non parepoi così rilevante sul piano giuridico-formale,atteso che non vi è comunque nessun “obbli-go” ordinamentale di affidare “direttamente”servizi di importo inferiore a 40.000 euro.Trattasi sempre di procedura discrezionalecomunque soggetta, se non ai principi richia-mati dal primo periodo del comma 11, aiprincipi generali della L.241/1990 e all’obbli-go di motivazione, anche alla luce della recen-te produzione giurisprudenziale amministra-tiva e contabile sopra richiamata. Nulla vieta-va, anche prima della novella, di adottare in viadi autovincolo lo schema del confronto con-correnziale o della c.d. gara informale perimporti inferiori a 40.000 euro, facendo appli-cazione della disposizione sulla consultazio-ne di almeno cinque operatori economici.

1 Bosetti e Gatti, Prime annotazioni alla legge di conver-sione del decreto legge 13 maggio 2011 n. 70, - Principalinovità di interesse tecnico, in http://www.bosettiegatti.com/novita/Maxiemendamento_novita.pdf2 Bosetti e Gatti, cit.

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e La voce dei sindacati

Infatti, la Commissione degli Esperti degliStudi di Settore presso l’Agenzia delle Entra-te, nel suo documento del 31 marzo 2011,così si esprime: “Con specifico riferimento alsettore delle professioni, per sopperire aduna rigidità del modello di sistema, basatofondamentalmente sul numero di presta-zioni rese nel corso dell’esercizio, è statoinoltre confermato un meccanismo di adat-tamento delle risultanze, derivanti dall’ap-plicazione dello studio, al fine di cogliere ilfenomeno dei ritardati o mancati pagamen-ti da parte dei clienti, più accentuato in unperiodo di crisi. Un’analisi aggiuntiva an-drà predisposta per verificare eventuali ri-duzioni del livello delle tariffe applicate nel2010.” Il testo evidenzia un “rigidità del mo-

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Pietro Berna – Componente Comitato Nazio-nale INARSIND e della Commissione Tecnicadegli Esperti degli Studi di Settore: “Conside-razioni sulla fiscalità che grava sugli iscritti di

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Inarcassa”

Il dettato costituzionale all’articolo 53 preve-de che: “Tutti sono tenuti a concorrere allespese pubbliche in ragione della loro capaci-tà contributiva. Il sistema tributario è infor-mato a criteri di progressività. Sul principiodell’equità fiscale credo che tutti concordi-no: ad uguale capacità contributiva deve cor-rispondere uguale concorso alle spese pub-bliche. Dall’art. 4 della Costituzione traiamoche la scelta di essere un libero professioni-sta è esercizio di un diritto costituzionale;traiamo dall’art. 3 che quella scelta persona-le non può costituire una disuguaglianza difronte alla legge. Ne segue che la capacitàcontributiva prevista dall’art. 53 non possadipendere dalle scelte del cittadino conformiai principi sanciti dall’art. 4. In altre parole,la scelta di essere liberi professionisti, fattada ogni iscritto ad Inarcassa, non può costi-tuire una discriminazione, tanto meno inriferimento all’obbligo della fiscalità. Questala teoria. In pratica, abbiamo gli Studi diSettore. Questi, introdotti come strumentodi gestione di equità fiscale fra i contribuenti,nella loro applicazione alla nostra categoriadi lavoratori, non riescono ancora a rispetta-re in modo soddisfacente la loro funzione.

dello di sistema” e conclude che “un’analisiaggiuntiva andrà predisposta”. Gli attuali Stu-di di Settore hanno ancora bisogno di unamanutenzione perché non definiscono inmodo soddisfacente l’effettiva capacità con-tributiva del libero professionista. Un siste-ma fiscale, “basato fondamentalmente sulnumero di prestazioni rese” è assai lontanodalla realtà dell’esercizio della professione.Tutto ciò appare apodittico quando si legga-no i dati del paragrafo 2.2 del bilancio con-suntivo 2010 di Inarcassa, per rilevare comeil sistema fiscale applicato, basato sul nume-ro delle prestazioni effettuate, non abbiaalcun riferimento oggettivo con la dinamicareddituale dell’iscritto Inarcassa. Occorre-rebbe una forte divulgazione di questi dati,

•IBM Office Building, Purchase, New York 1977-84.

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•Texas Commerce Tower, Houston, Texas 1978-82.

formulata in modo diverso: da una parte i datidisaggregati (dati regionali e, meglio ancora sepossibile, dati provinciali), dall’altra una notaillustrativa di questi in funzione dell’obiettivodi una chiarezza fiscale. Un’azione sinergicatra Inarcassa e l’organizzazione sindacale. Unaltro aspetto è quello del rapporto tra redditie volumi d’affari degli iscritti. Risulta che ilreddito (volume d’affari diminuito dei costi)professionale sia pari a circa il 60% del volumed’affari. Ne segue che l’aliquota dell’attualeritenuta d’acconto sul ricavo equivalga all’ali-quota del 33,33% sul reddito. Ciò implica cheil pareggio tra ritenute d’acconto subite eimposta dovuta si abbia per redditi professio-nali di oltre 55.000 euro. Il reddito mediano,nel 2010, degli ingegneri iscritti è pari a €24.404,00 e degli architetti iscritti è pari a €15.538,00. Si evidenzia l’enorme distanza davalori superiori a € 55.000,00, che interessa-no meno del 30% (dati reddituali 2009) degliiscritti. In altre parole tutto ciò significa cheoltre il 70% di chi risulti congruo e coerente,non solo paga le imposte dovute, ma anticipauna cospicua e significativa somma di dena-ro, essendo stato assoggettato ad una ritenu-ta ben superiore a quanto dovuto ai sensidell’art. 53 della Costituzione. Per brevità,accennerò solo due questioni tra le molteche si possono porre: è una gara fra egualiquando alla stessa richiesta d’offerta è rivoltaa chi non è soggetto ed a chi è soggetto allaritenuta d’acconto? E, ugualmente, è libero ilmercato in cui la stazione appaltante agisceanche come operatore concorrente sullo stes-so mercato? Ecco perché, forse, oltre cheunire le proprie azioni con gli Ordini, sareb-be opportuno e conveniente, per i suoi iscrit-ti, che Inarcassa coordinasse le proprie ini-ziative anche con i sindacati.

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Bruno Gabbiani, Presidente ALA-Assoarchi-

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tetti: “È tempo di azioni di sistema”

Sono ormai rinnovati i vertici di gran partedelle componenti del sistema delle profes-

Per originaria posizione ideologica, noi rite-niamo che se nelle situazioni di vera emer-genza, come quella odierna, sono ammesseanche azioni di sostegno diretto ai professio-nisti, questi provvedimenti debbano rimane-re eccezioni straordinarie, che caso mai stan-no a dimostrare che veri interventi strutturalinon sono stati effettuati o non sono risultatiefficaci.In ogni caso gli interventi straordinari sonodestinati a coprire un breve arco di tempo ea pervenire all’esaurimento dei fondi dispo-nibili. Di conseguenza sono necessarie azio-ni sul quadro di riferimento nel quale leprofessioni si trovano ad operare e quindi suisistemi legislativi e regolamentari, che cosìfortemente influenzano l’esercizio profes-sionale.Con queste considerazioni, richiamiamo l’at-tenzione di CNA, CNI e Inarcassa, sullanecessità di fare sistema anche con le Orga-nizzazioni sindacali quale la nostra, chesono le parti sociali riconosciute dei liberiprofessionisti, per far ascoltare le nostrecategorie, sia dal Governo centrale, sia dalleRegioni.Vi sono temi urgenti che non possono essereancora elusi: un’efficace semplificazione deiprocedimenti amministrativi, che permetta aarchitetti e ingegneri di ritornare a svolgere illoro mestiere; una nuova, condivisa, traspa-rente regolamentazione dei concorsi e dellegare di progettazione, che consenta ai miglioridi emergere, senza obbligare tutti ad operare,per competere, investimenti insostenibili;norme che vietino di remunerare i progettipubblici al di sotto di costi standard predefiniti.Su questi temi e su altri altrettanto importanti,ALA è disponibile ad agire congiuntamente.

sioni di architetto e ingegnere, degli Ordiniprovinciali, al Comitato dei delegati diInarcassa, che per prima si è presentata al-l’appuntamento, con la conferma di PaolaMuratorio, poi il CNA, con l’elezione diLeopoldo Freyrie e anche il CNI sarà alleelezioni quanto prima.Ora gli organismi e i rispettivi organigrammisono al completo e pertanto è tempo di darcorso alle azioni di sistema necessarie perconsentire agli studi di superare la fase con-giunturale, che è in aggravamento da oltre dueanni e per fronteggiare la quale ben pochesono state fino ad ora le iniziative veramenteefficaci.

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Attività organi collegialia cura di Nicola Caccavale

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Il Consigliodi Amministrazione

Riunioni del 6 e 21 luglio 2011

Polizze sanitarie: il CDA autorizza la pubbli-cazione del bando di gara tra compagnie assicu-rative al fine di affidare le seguenti coperturesanitarie:“Grandi interventi chirurgici e Gravi eventimorbosi” (premio a carico di Inarcassa per tuttigli associati), con possibilità di estensione aifamiliari (facoltativa ed a carico degli interessati);“Polizza integrativa iscritti” (facoltativa ed acarico degli interessati);“Piano sanitario per i dirigenti Inarcassa”(premio parzialmente a carico di Inarcassa),con possibilità di estensione ai familiari (facol-tativa ed a carico degli interessati);“Piano sanitario per i dipendenti Inarcassa”(premio a carico di Inarcassa), con possibilità diestensione ai familiari (facoltativa ed a caricodegli interessati).

Patrimonio: Il Consiglio di Amministrazione,in relazione all’immobile di Inarcassa da conce-dere in locazione ad uso ufficio pubblico sito inBari Lungomare Nazario Sauro n.39, delibera diaccettare la proposta dell’Agenzia del Demanioper adibirlo a sede della propria Filiale dellaPuglia e della Basilicata, subordinandone l’effi-cacia al parere della Commissione di Congruitàdi Inarcassa.

Concorsi: Il CDA, vista la richiesta dell’Arch.Leopoldo Freyrie Presidente del ConsiglioNazionale degli Architetti pianificatori,paesaggisti e conservatori, considerati gli obiet-tivi, delibera di concedere un contributo dieuro 10.000 per l’organizzazione del Concor-so internazionale di progettazione del parcourbano di piazza d’Armi a L’Aquila.

Fondo Inarcassa RE: Il CDA, viste le dimis-sioni dell’Ing. Marco Senese da componen-te del Comitato Consultivo del FondoInarcassa RE, delibera di nominare insostituzio l’Arch. Fabrizio Fusco, a far datadal 1° agosto 2011.

Valorizzazione: Il Consiglio di Ammini-strazione, in merito all’immobile in Bari alLungomare Nazario Sauro n.39, delibera diautorizzare la commessa per la riqualifica-zione edile ed impiantistica dell’immobile adestinazione uffici pubblici per un importo

totale di euro 2.691.208; di autorizzare l’av-vio della procedura per la individuazionedelle imprese cui affidare il censimento diamianto, l’eventuale smaltimento e l’esecu-zione dei lavori edili ed impiantistici.Il CDA, in merito all’immobile in Milano alCorso di Porta Vigentina n. 52-54, delibera laconversione in residenziale-commerciale confinalità di dismissione.

Fondazione: il CDA, vista l’approvazionedel Comitato Nazionale dei Delegati del 24giugno 2011 del progetto esecutivo dellaFondazione per il sostegno alla libera pro-fessione di architetto ed ingegnere, delibe-ra di procedere alla costituzione della Fon-dazione in partecipazione, stabilendo didestinare al Fondo di dotazione della Fon-dazione euro 150.000 e al Fondo di gestio-ne della Fondazione euro 185.000. Infine,delibera di nominare l’Arch. Andrea Tomasie l’Ing. Mauro di Martino componenti del

•Choate Rosemary Hall Science Center,Wallingford, Connecticut 1985-89.

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Consiglio direttivo della Fondazione di com-petenza del CDA di Inarcassa.

3. nei casi di omessa domanda di iscrizione, laelevazione della percentuale dal 40% al 60% dicui all’art. 8.3, si applica dopo un ritardo di 4anni successivi a quello di possesso dei requi-siti su tutti i contributi dovuti e non corrispostirelativi agli anni sanzionati;4. gli interessi richiamati negli artt. 36 e 37 bissono quelli indicati all’art. 37.5;5. in caso di mancato rispetto del piano dirateazione e omesso versamento di alme-no tre rate, l’accertamento con adesionedecade come previsto per il ravvedimentooperoso;6. l’omesso versamento dei contributi di cuiall’art.37 quater ha come oggetto sia i contri-buti soggettivi che quelli integrativi e si appli-ca a tutti i provvedimenti di iscrizione ritardatao d’ufficio notificati in data successiva allaapprovazione ministeriale.

Rateazione: il CDA delibera per le istanze dirateazione connesse all’accertamento con ade-sione o al ravvedimento operoso, oltre quelledi cui alla precedente deliberazione n.17548del 22 luglio 2010, di aggiungere le seguenticondizioni:1. la rateazione può essere concessa nei limitidell’importo oggetto di accertamento conadesione o di ravvedimento operoso;2. nel caso di mancato rispetto del piano dirateazione con omesso versamento di almenotre rate, il ravvedimento operoso o l’accerta-mento con adesione decadono e dovrà proce-dersi d’ufficio al recupero forzoso dell’interodebito con l’applicazione della sanzione inmisura intera.

Sostegno alla professione: il CDA delibera diincrementare le somme stanziate a Budget per

il 2011 alla voce “finanziamenti ” dagli attualieuro 167.000,00 ad euro 300.000,00.In particolare, per i prestiti d’onore ai giovaniiscritti da euro 40.000 a euro 70.000; per iprestiti d’onore alle madri di figli in etàprescolare da euro 17.000 a euro 30.000; peri finanziamenti 3% da euro 110.000 a euro200.000.

La Giunta Esecutiva

Prestazioni previdenziali

Nel periodo luglio-agosto 2011 la Giunta Ese-cutiva ha liquidato, in favore dei professionistie dei superstiti interessati, 12 pensioni diinabilità, 20 pensioni di invalidità, 13 pensioniai superstiti, 110 pensioni di vecchiaia, 39pensioni di reversibilità, 24 pensioni dianzianità, 214 prestazioni previdenziali con-tributive per un onere complessivo mensilepari a euro 370.962,71.Inoltre ha liquidato 17 pensioni da totaliz-zazione di cui 7 di vecchiaia, 8 di anzianità,1 di reversibilità e 1 di inabilità, per unonere complessivo mensile pari a euro14.514,86.

Iscrizioni e indennità di maternità

Sempre nel periodo sono stati iscritti aInarcassa 2.244 nuovi professionisti e sonostate liquidate 326 indennità di maternitàper l’importo complessivo pari a euro2.033.945,1.

Muove i primi passi la “FondazioneArchitetti ed Ingegneri liberiprofessionisti iscritti ad Inarcassa”

Il Consiglio Direttivo della Fondazione eleggePresidente l’Arch. Andrea Tomasi.Si completa con questo passo l’organigram-ma composto anche da:

• Ing. Flaminio Benetti• Arch. Felice De Luca• Ing. Marco Senese• Ing. Mauro di Martino

Nella prima riunione sono state delineate leprime ipotesi di lavoro finalizzate al sostegnodella nostra professione.

Sanzioni: il CDA fornisce chiarimenti inter-pretativi su alcune norme della riforma delsistema sanzionatorio varata dal ComitatoNazionale dei Delegati nel maggio 2010 edapprovata dai Ministeri vigilanti con decretointerministeriale del 20 maggio 2011.Delibera doversi ritenere che:1. l’istituto dell’accertamento con adesione èimmediatamente applicabile su tutte le san-zioni comminate con i provvedimenti notifica-ti successivamente alla data di approvazioneministeriale – incluse quelle relative ad anniprecedenti il 2011;2. le sanzioni sono cumulabili tra loro e, al finedella quantificazione, si sommano; fa eccezio-ne la sanzione di cui all’art. 36.5 che non èdovuta ove siano comminabili le sanzioni dicui all’art. 8 o di cui all’art. 37;

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La borsa di studiouniversitaria

Ho qualche domanda da farle relativamentealla mia situazione contributiva in Inarcassa.Sono iscritta alla GS di INPS da 01/11/2002 eTitolare di Borsa di Dottorato prima e diAssegno di ricerca poi presso l’Università de-gli Studi di Cagliari; sono in possesso di P. IVAdal 19/06/2009, ho presentato la dichiarazio-ne 2009 e versato il contributo integrativo al31/08/2010 come “non iscritta” ad Inarcassa.Il 31/12/2010 è terminato l’assegno di ricercadell’Università; avendo svolto nel 2010 ancheattività professionale ho versato i contributialla GS-INPS sul reddito da attività svolta, oltreai contributi per attività di collaborazione ver-sati dall’Università.Dal 1/03/2011 sono titolare di Borsa di StudioUniversitaria (legge 398 del 30.11.1989). Laborsa non dà luogo a trattamenti previdenzialia differenza dell’assegno di ricerca.Nel 2011 sto svolgendo attività professionalee entro il 31 agosto p.v. verserò a Inarcassa ilcontributo integrativo relativo al volume diaffari 2010 come “non iscritta”.I miei dubbi riguardano l’iscrizione obbligato-ria ad Inarcassa: poiché l’Università dal 31/12/2010 non paga più contributi per me,ritengo siano venuti meno i requisiti perl’esclusione dai ruoli previdenziali di Inar-cassa. Quando avrei dovuto iscrivermi adInarcassa e sono ancora in tempo per farlosenza penali? Devo iscrivermi in modo re-

Spazio apertoa cura di Mauro di Martino

troattivo? Gli importi a me corrisposti duran-te l’anno 2011 dall’università, per i quali nonemetto fattura di prestazione professionale,sono da considerarsi nel volume d’affari del-l’attività professionale e quindi soggetti acontribuzione? Essendo a conoscenza che ledue posizioni contributive GS-INPS e Inar-cassa non sono ricongiungibili esiste un mi-nimo (anche temporale) di contribuzionesoggettiva per vedere riconosciuta una pen-sione da Inarcassa?

Lettera firmata○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Dal 01/01/2011 ha i requisiti per l’iscrizione aInarcassa e per statuto ha tempo sino all’ago-sto 2012 per l’iscrizione che sarà comunqueretroattiva dal 01/01/2011.Consiglio di farlo subito per entrare a regimee non avere l’anno prossimo arretrati per il2011.Il contributo integrativo è dovuto su tutti icorrispettivi che rientrano nel volume di af-fari dichiarato ai fini dell’IVA. Ne consegueche in assenza di fatturazione e di volume diaffari professionale non è dovuta la relativamaggiorazione percentuale del 4% .La pensione Inarcassa si ha a 65 anni con

•Dallas City Hall,Dallas, Texas, 1966-77.

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almeno 5 anni di contributi anche non conti-nuativi (calcolo contributivo) o a 65 anni conalmeno 30 anni (calcolo con l’applicazionedelle quote di cui all’art. 25 dello Statuto). Lapensione della GS Inps si ha a 65 anni conalmeno cinque anni di versamenti anche noncontinuativi (calcolo contributivo)

Le societàdi professionisti

Le scrivo per porre un quesito circa gli obbli-ghi previdenziali dei soci di società di profes-sionisti. Nell’ipotesi di costituire una societàdi professionisti nella forma di società coope-rative di cui al capo I del titolo VI del libroquinto del codice civile (art. 90 codice degliappalti) nella quale uno dei soci fosse undottore in scienze naturali (con partita IVA masenza un albo di riferimento), quest’ultimosarebbe obbligato a versare i contributi adInarcassa considerando che attualmente èiscritto alla gestione separata INPS? Se si,sarebbe obbligato a conservare tutte e due leposizioni previdenziali o Inarcassa divente-rebbe l’unico riferimento?

Un iscritto○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Sono Società di Professionisti le società costi-tuite esclusivamente tra professionisti iscrittinegli appositi albi professionali. La presenzaanche di un solo socio non iscritto all’albo,quindi, fa venir meno il requisito soggettivoche qualifica tale forma di società e l’obbligodi iscrizione a Inarcassa. Peraltro, la legge n.62 del 18/04/2005 ha ammesso a decorreredal 12 maggio 2005, all’interno della catego-ria delle Società di Ingegneria anche le socie-tà cooperative a compagine sociale mista –composte cioè anche da soci non esclusiva-mente iscritti all’albo. In sintesi la cooperati-va con soci tutti iscritti all’albo costituisceuna Società di Professionisti – se tale requisi-to manca ci troviamo di fronte ad una unSocietà di Ingegneria tenuta ad adempiereagli obblighi di dichiarazione e pagamento

•Bank of China,Hong Kong, 1982-89

del contributo integrativo in forma diretta.Anche in questo caso il socio non iscrittoall’albo non potrebbe avere una posizioneprevidenziale presso l’Associazione.

Iscrizione e versamentodei contributi

Sono un collega ingegnere dipendente assun-to a tempo indeterminato e contestualmenteesercito la libera professione con P.Iva. Vorreisapere se mi è permesso versare i contributiprevidenziali all’Inarcassa anzichè alla Gestio-ne separata dell’Inps (quale forma è più cor-retta in sostanza).Faccio presente di essere già iscritto a Inarcas-sa alla quale ho sempre versato il contributointegrativo. L’Inps mi sta sollecitando l’iscrizione alla SuaGestione Separata.

Ing E. Risconi

○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Chi ha un rapporto di lavoro dipendente nonpuò iscriversi alla Cassa e deve iscriversi allagestione separata Inps.Essendo titolare di partita Iva deve comun-que versare alla Cassa il contributo integra-tivo (ora il 4%) che continuerà ad esporresulle fatture a carico del committente.Deve inoltre rendere annualmente la dichia-razione dei suoi dati fiscali entro il 31 ottobredell’anno successivo (ora si fa solo per viatelematica e occorre che per tempo si iscriva alServizio Inarcassa On Line) mentre entro il 31agosto deve versare il contributo integrativo.Se non l’ha già fatto deve comunicare allaCassa il suo status di lavoratore dipendente.

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Itineraria cura di Paolo Caggiano

La città di Rodi, nel periodo che va dal 1912 al 1943, ha subito la dominazione italiana, diventando suo possedimento ed in questi anni moltoè stato costruito. Tra gli architetti che lavorarono a costruire Rodi moderna ebbe un ruolo di grande rilevanza Florestano di Fausto, architetto,ingegnere e politico romano (Rocca Canterano 1890 - Roma 1965), che fu consulente tecnico del Ministero degli Affari Esteri e progettò, insiemea Bernabiti e Petracco, la maggior parte degli edifici presenti sull’isola. Prescelto nel 1923 dal Governatore delle isole dell’Egeo Mario Lago, vennenominato Capo dell’Ufficio di Edilità della città di Rodi, per la realizzazione del grande progettodi ‘plasmare’ la città dei Cavalieri, nel suadente disegno di assimilazione della cultura greco–ottomana a quella italiana. L’ambiente di Rodi, da “sogno d’Oriente”, era già a quei tempiconsiderato particolarmente attrattivo a scopi turistici e il Governatore Lago voleva ulteriormen-te accentuare questa prerogativa. Rodi necessitava di un’architettura coloniale quale espressionedella politica imperialista, in verità nel periodo del suo governo il colonialismo è da “operetta”,dai connotati aggraziati, non preoccupato di cancellare gli stili dell’architettura ottomanapresente. L’architettura realizzata dagli italiani sembra refrattaria alla retorica, allo storicismoaccademico, alla fascistazione sfacciata, al razionalismo; l’impronta principale degli edificicostruiti da Di Fausto è l’allineamento alla multi etnicità del luogo ed al folklore edilizio locale,rivisitato e trascritto con una rilettura Decò. Ciò che è riconoscibile in tutte queste architetturenon è il razionalismo, bensì la mediterraneità, unificante comune denominatore, in cui sonoconfluite la pretesa italiana del primato razionalista, il novecentismo balneare, il latinismo, ilclassicismo semplificato. In sintesi potremmo definire questa non l’architettura colonialeitaliana, ma piuttosto “all’italiana”, come l’ha definita il Prof. Carlo Cresti, approssimativa, dallafaccia non brutale, un colonialismo colonizzato. Rodi ha assunto un sapore particolare, che gliè stato dato dalla sommatoria delle architetture costruite nel periodo di dominazione italiana equi di seguito ne illustriamo una sintesi.

Le architetture coloniali diFlorestano di Fausto sull’isola di Rodi

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APalazzo del Governo1926-27(oggi Prefettura)

Costituito da volumi di pro-porzioni differenti legati daun portico che percorre l’in-tero perimetro della costru-zione.Ognuna delle facciate segueun disegno ed uno stile in-dividuali; il fronte occiden-tale mostra uno stile cavalle-resco, con l’impiego di ar-chi Tudor; l’altro lato, di ispi-razione fortemente vene-ziana, rivestito in mattonibicolori disposti a losanghee bucato da trifore e finestrelanceolate, riprende la fac-ciata di Palazzo Ducale.

L’edificio in muratura into-nacata si articola attorno adun vasto cortile interno sulquale si affacciano 72 nego-zi protetti da un porticato.Il prospetto sulla strada ècaratterizzato da un impo-nente corpo d’ingressocentrale sovrastato da cu-pola semisferica su tambu-ro ottagonale, in cui si apreun arco ogivale. Al centrodel cortile risalta la pesche-ria, costruzione a piantaesagonale aperta su tutti ilati da archi rialzati.

BMercato nuovo1925-26

CComando dellaMarina1926(oggi ufficio arruolamen-to dell’Aeronautica)

Leggiadra costruzione costi-tuita da due volumi accosta-ti, di cui quello principale,leggermente più alto, è ca-ratterizzato da facciate ric-camente decorate, concluseda merlature triangolari.L’intonaco dell’alto zoccoloè lavorato con incisioni imi-tanti un tessuto vimineo,mentre il piano superiore èbordato da un motivo deco-rativo ad intreccio entro ilquale si apre un finestratocon finti poggioli. Le fine-stre sono sovrastate da fasti-gio ad arco inflesso.

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DAlbergo delle Rose1925-27con l’Arch. Platania(oggi Casinò di Rodi)

Esuberanza decorativa, mer-lature bizantine, frontonineobarocchi interpretati inchiave Decò, cupolette ne-omoresche. La costruzioneè impostata su uno schemalongitudinale e si sviluppasu quattro piani, costituen-do un ingente volume arti-colato in corpi diversamen-te proporzionati L’edificioha subito notevoli rimaneg-giamenti, per primo la “ri-pulitura” operata dal Go-vernatore De Vecchi e poi larecente trasformazione inCasinò.

Ricostruisce, sulla base del-le incisioni del Rottiers,l’ipotetica forma dell’anti-ca chiesa conventuale deicavalieri distrutta nel 1856dai turchi.La caratteristica del tetto acarena ricorda le chiese delVeneto, come il Duomo diAquileja.Sul fianco destro è presen-te un chiostro a basse arca-te e comprende un campa-nile quadrato di esplicitamatrice veneziana. È riadat-tata internamente al cultoortodosso.

ECattedrale diS.Giovanni deiCavalieri1924-25

FPosta1927-28

Episodio unico di monu-mentalismo greve, l’eccezio-ne che conferma la regola; ilprospetto presenta un im-paginato simmetrico ed èscandito da un ordine dilesene giganti, fuori scala emedaglioni di esageratagrandezza.La costruzione a due pianisorge in posizione sovra-stante alla strada.Le finestre al piano terrasono coronate da tre cuneisormontati da frontoni trian-golari dal carattere marcata-mente plastico.

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GScuola maschile1924-25con Ing. Buscaglione

Lo stabile si svolge su untracciato planimetrico ele-mentare costituito da unrettangolo allungato.La costruzione in muraturaa tre piani rivolge alla piazzail fronte rappresentativo, checon lo zoccolo in bugnatogentile e i massicci frontonitriangolari spezzati delle fi-nestre al piano primo, riani-ma in tono pacato le formedel Seicento romano.Il retro disadorno è mossosolo dall’aggetto semicirco-lare del corpo scale.

Il Ginnasio turco vienemutato per assumere lanuova destinazione me-diante una trasformazionedella facciata, che gli fa as-sumere il severo caratteredi una architettura romanatardo rinascimentale. Allostabile, costituito da uncorpo longitudinale a duepiani, è conferita dignitàrappresentativa da un ri-salto mediano che ospita ilportale d’ingresso. L’attua-le aspetto è frutto del pro-getto di “purificazione” diPetracco.

HPalazzo di Giustizia1924con l’Arch. Petracco(oggi Capitaneria di Porto)

ICircolo Italia1925-26(dal 1938 circolo delle For-ze Armate)

L’edificio preesistente, co-stituito da un corpo princi-pale con torre angolare allaquale si collega perpendi-colarmente un’ala minore,è sottoposto ad un vistosomaquillage stilistico ed al-l’aggiunta dell’ampio porti-co ad arcate ogivali cuspida-te sul fronte. L’intonacobianco e liscio è impreziosi-to dalle profilature intaglia-te e dalle ricche campiture,nello stile delle dimore diLindo, a incorniciare le fine-stre al piano primo.

Le immagini fotografiche provengono in parte dal sito web www.artefascista.it e sono di Luca Sirtori, altre sono state riprese dall’autore. Il fotomontaggio a pag.68 è di Marco Lupi. Bibliografia: S. Martinoli - E. Perotti, Architettura coloniale italiana nel Dodecaneso 1912-1943, Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, 1999;M.C. Migliaccio, Architetture per il turismo nelle terre d’Oltremare nel ventennio fascista Storia del Turismo annale 2006-2008 a cura di Nunzia Berrino, FrancoAngeli, n.7, 2008; M.C. Migliaccio, Architetti e ingegneri italiani dal levante al Magreb, a cura di Ezio Godoli e Milva Giacomelli, Maschietto Editore, 2005.

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enti Emilio Rosetti

di Giulia Torri

Emilio Rosetti rappresenta a pieno l’Ottocen-to, il secolo lungo, il secolo delle invenzioni,della scienza e della tecnica. Ne rappresenta lospirito, l’attivismo, il rapporto con “l’altro” e ildiverso.La sua cultura umanistico-tecnica comprende-va (ed anticipava) una forma di globalizzazioneche, nella seconda metà dell’Ottocento, eraancora pressoché sconosciuta. Un modello diglobalizzazione molto moderno ed avanzato,con, alle spalle, un mondo in cui il viaggiare,pur iniziando a diffondersi, comunque stupi-va e incuriosiva notevolmente la comunità, inbuona parte stanziale e sedentaria.Fondatore della Facoltà di Ingegneria pressol’Università di Buenos Aires e della SocietàScientifica Argentina, tra i primi soci dellaSocietà Geografica Italiana, autore di numero-se opere pubbliche, cattedratico in diversematerie scientifiche, geografo e storico, que-st’ingegnere aveva, però, anche un’altra pecu-liarità: quella di portarsi sempre dietro – viag-giando ininterrottamente (per passione e perprofessione) durante tutta la sua vita – uninsieme di taccuini che teneva a portata dimano e su cui annotava tutto, anche le propriememorie cucite a riflessioni bizzarre, raccontidi fatti a volte surreali, cronache di episodiminimi o massimi. Un sorprendente diario divita e di viaggio, un succedersi di esperienzesegrete legate al senso dell’avventura umana.Come Amleto, che, nel suo taccuino, prende-va nota, quando voleva esserne sicuro, diquello che non viveva “nel libro e nel volume”del suo cervello.Emilio viaggia, per passione e per professione,

sulla traccia di itinerari lunghi, nel loro insieme,all’incirca 480.000 km, affrontati su treno, nave,diligenze, muli, etc. Visitando – durante la suavita (1839-1908) – tutta l’Italia, quasi tutta l’Eu-ropa (spingendosi fino a Capo Nord), buonaparte del Continente Americano, il Medio Orien-te, il Nord Africa (con particolare attenzioneall’Egitto, che visita nel 1871, indagando eassaporando Alessandria, Il Cairo, Suez ed iloro suggestivi dintorni, con “quel non so ched’orientale che spira da tutti i pori”).Leggere oggi le memorie dell’ingegner Rosettiè, per noi, un po’ come mettersi in viaggio, neltempo e nello spazio, raccogliendo una foltamesse di informazioni relative non solo aluoghi e città, ma anche a popolazioni, usanze,economia, paesaggio, sistemazioni urbanisti-che, flora e fauna, eventi e fenomeni naturali,innovazioni tecnologiche, etc. Un testo ric-chissimo, il cui contenuto è qualcosa che cisfugge e ci supera di continuo, tanto è estesonello spazio e nel tempo.Rosetti, da gelido ingegnere, si trasforma in unodi quei pochi viaggiatori che osservano conamore, che descrivono con esattezza scrupolo-sa, che sono in una volta sola scienziati efilosofi, l’ideale per i nostri odierni viaggiatoriseduti in poltrona. Con lui si percorre unapasseggiata nel tempo, un incredibile percorsoattraverso luoghi esistenti e viventi, in un’over-dose di informazioni per coloro che desidera-no conoscere e capire il mondo di allora ecalvinianamente confrontarlo, attraverso docu-menti di ogni genere, con quello di oggi.Le sue memorie descrivono un viaggio stermi-nato, nel mondo della seconda metà dell’Ot-

tocento, che affronta temi ispidi ed urtanti etemi di una dolcezza straniante. Sono l’operadi un narratore dell’altrove, uno scrittore daesportazione su cui il viaggio ha assunto laforza di un imprint, di un marchio a fuoco. Isuoi non sono livre de merveilles, non devonostupire i lettori increduli: sono invece concre-te memorie scritte con uno stile limpido, acu-to e catturante. Quasi un romanzo, in unexcursus denso di passioni, caratterizzato tut-tavia da una percezione della realtà sempreattenta al particolare, da uno stampo che oggichiameremmo, a pieno titolo, giornalistico.Rosetti incarna perfettamente l’istinto del se-colo (“in quest’età l’uomo nasce viaggiatore”,afferma Cristoforo Negri nel 1867) e lo zeitgeistdel periodo positivista, è uomo del suo tem-po, protagonista concreto e infaticabile dellegrandi trasformazioni che caratterizzano laseconda metà dell’Ottocento. E quello cheemerge dai suoi racconti è non solo la suasingolare figura, ma l’affresco di un mondo:leggerli è un po’ come mettersi in viaggio, neltempo e nello spazio (d’altronde, il raccontodi viaggio è stato definito “una sua fase ulterio-re, un viaggio nella scrittura fatto di parole cheraccontano una storia vissuta”).Mai la letteratura di testimonianza, capace dimettere in prospettiva momenti che sembra-no non avere alcuna relazione fra loro, haincontrato tanta creatività, è andata tanto con-tro la carestia delle idee. Rosetti è colto,esotico, sportivo: a differenza dei coevi mer-canti, carovanieri e navigatori armati, non tra-sportava merci. Non era poi un esploratore,un etnologo, un antropologo: ma trasportava

Arte mito e tecnica in un ingegneregiramondo dell’Ottocento

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la cosa più importante, la cultura unita allacompetenza tecnica. Da uomo latino, con l’an-tichità nel sangue, ci conduce dritti verso ilrimpianto di ciò che già lui stava per perderee a un sentimento coniugato al futuro più cheal passato, una sorta di saudade. Ha le virtùdel laico: il rigore critico, il dubbio metodico,la moderazione, la tolleranza, il rispetto delleidee altrui. Ma anche l’ironia, col desiderio diordinare e rendere fruibile una straordinariastratificazione di pensieri, idee, fantasie.È un fiume in piena per un iperviaggio, unalunga ricerca di luoghi remoti, in cui lo spazio dastabile si fa man mano animato. È la metafora delviaggio moderno, quello alla conquista dellospazio e dell’avventura, in cui la nostra percezio-ne del mondo vuol essere una fantasia che coin-cide con la realtà. Quello in cui la nostra percezio-ne non riguarda tanto il mondo, quanto il model-lo di mondo creato dal nostro cervello, un’imma-gine che compone tutti i segnali ricevuti con unaquantità indefinita di esperienze passate. Espe-rienze moderne e vivacissime, tra realtà e visione,prima che il viaggio fosse ucciso.Una condizione molto lontana dalla nostra,che non tratteniamo mai, e ancor più raramen-te elaboriamo, l’interezza del flusso continuo(o valanga) di informazioni ricevute e spessovissute nel disordine.Rosetti ha annotato tutto, sentendo l’urgenzadella scrittura, in un poderoso manoscritto, checontiene quel pizzico di follia che apre sempreprospettive nuove. Un manoscritto non abban-donato in una bottiglia (né riemerso dalle sab-bie roventi del deserto) che emoziona e scaldail cuore. Fa venire in mente Rabelais e il viaggiodi Pantagruel tra le parole ghiacciate. Un manoscritto ritrovato e che è stato pubbli-cato per merito della Fondazione Italia-Argen-tina Emilio Rosetti, attribuendogli un signifi-cato più completo, che evidenziasse a fondo ilclima culturale, politico, sociale e geografico

in cui Rosetti si muoveva ed agiva. Si son volutifar rivivere quegli anni, facendo viaggiare an-che il lettore e portandolo a far parte e adessere tutt’uno con il filo del discorso che illibro andava, pagina dopo pagina e viaggiodopo viaggio, tessendo. Si sono voluti colla-zionare momenti, documenti d’epoca, imma-gini (di fatto: anche sentimenti), per consenti-re di comprendere ed interpretare, conosceree giudicare, da storici e da documentalisti.Una passeggiata nel tempo, un incredibilepercorso lungo luoghi esistenti e viventi, inun’overdose di informazioni per coloro che

desiderano conoscere e capire il mondo diallora. O che desiderano, semplicemente,avere il piacere di smarrirsi aiutati da un auto-re che vuol descrivere e raccontare, ma essereal tempo stesso un disturbo per il mondo e ilcreatore di un mondo possibile.

“I VIAGGI E LE MEMORIE DI EMILIOROSETTI. Società, luoghi e tecniche delXIX secolo”, elaborazione, integrazione ecommento di Giulia Torri; EdizioniPolistampa, Firenze, 2010; ISBN: 978-88-596-0751-9.

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a cura di Marco Agliata

La stampante giusta

Il continuo utilizzo del computer sia in ambitodi lavoro che domestico ha ormai da temporeso evidente l’importanza di una serie discelte legate ad alcune periferiche e tra queste,in particolare, alla stampante che rappresentacertamente una delle apparecchiature più uti-lizzate e alla quale si legano molte funzioni chevanno ben oltre la semplice stampa di file.Altri elementi essenziali ai fini della sceltasono anche, oltre alle caratteristiche tecnicheche andrebbero realmente misurate sulle pro-prie effettive necessità, i costi di gestione (car-tucce e toner), facilità d’uso e affidabilità.Tutto questo sembra davvero scontato ma èmolto frequente ritrovarsi di fronte a situazio-ni in cui, spingendosi oltre i limiti della ragio-nevolezza, si finisce per acquistare qualcosa diassolutamente inadeguato quando non terri-bilmente costoso anche in termini di uso cor-rente. Gli esempi non mancano: in molti casii costi dei toner delle stampanti laser a coloririsultano superiori all’acquisto di una nuovastampante, è chiaro quindi che la definizionedelle caratteristiche e delle modalità di stampadiventano degli aspetti di notevole rilevanzada valutare prima dell’acquisto.

Le tecniche di stampa

Le due grandi famiglie di stampanti risulta-no, ad oggi, quelle a getto d’inchiostro equelle laser; nel primo caso si tratta di unatecnologia che prevede la nebulizzazione di

inchiostro attraverso ugelli microscopici.Questa modalità ha permesso di avere, al suoprimo inizio, stampanti a basso costo in gra-do di garantire una discreta qualità nellarestituzione del colore. Ad oggi, con impor-tanti progressi compiuti sia nella crescitatecnologica delle componenti delle stam-panti che nella produzione degli inchiostrirelativi, è possibile affermare che la qualità distampa raggiunta è più che adatta anche perun uso professionale.Nell’ambito delle stampanti a getto di inchio-stro è, inoltre, importante ricordare l’utilizzodi questa tecnologia nel rapido sviluppo delleperiferiche multifunzione che rappresentano,

ad oggi, una scelta verso la quale si stannodirigendo moltissimi utenti non solo domesti-ci.L’altra famiglia di stampanti è quella caratte-rizzata dalla tecnologia laser e ora anche a LED(in funzione della fonte di luce utilizzata ossiaun laser a rapido movimento o una serie diLED) che vengono utilizzate per trasmetterel’immagine su un tamburo ruotante dove,dopo l’attrazione del toner avverrà, con ilcalore, il trasferimento su carta. Dopo una fasedi avvio in cui le stampanti laser avevano delledimensioni ragguardevoli e costi impegnativi,sono ora disponibili modelli molto più com-patti e anche meno costosi.

•Museum of Islamic Art, Doha, Qatar 2000-08.

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Il getto d’inchiostro

La miscelazione dei colori nelle stampanti agetto d’inchiostro risulta ancora oggi miglioredi quelle laser perché è possibile usare inchio-stri speciali per stampe fotografiche che, abbi-nati a carta adeguata, riescono a fornire deirisultati di alta qualità anche utilizzando mac-chine di costo contenuto. Ecco quindi unaprima indicazione che nasce direttamente dairisultati d’uso: per i soggetti o società cheoperano in settori in cui la qualità dell’imma-gine è essenziale (grafica, design, progetti erestituzioni fotografiche di immagini e proget-ti) una stampante a getto di inchiostro risultaessere la scelta migliore (nel rapporto qualità-prezzo). Come si è detto la scelta della stam-pante deve essere affiancata, in sede operati-va, anche dalla scelta della carta più adatta o dialtri tipi di supporti (altra opzione aggiuntivadelle stampanti a getto d’inchiostro) qualitessuti, fogli di grandi dimensioni e ancheDVD o CD predisposti; solo una corretta pia-nificazione anche di questi elementi consenti-rà di ottenere i risultati voluti senza esserecostretti a impegnare risorse eccessive. A tuttoquesto si aggiunge una condizione di costi diacquisto e di gestione più contenuti rispettoalle stampanti laser.Restano, però, una serie di problemi per lestampanti a getto d’inchiostro che spesso spin-gono l’utente verso la scelta di una stampantelaser: la velocità di stampa e la qualità dellacarta. Negli ultimi modelli di stampanti a gettod’inchiostro la velocità di stampa è certamenteaumentata fino a diventare competitiva con lelaser anche se bisogna fare attenzione ai datidichiarati dal produttore che spesso non ri-

spondono a quello che effettivamente si otter-rà (sarebbe utile, in questo senso, cercare idati basati sul Test ISO/IEC/24734). Il secondoproblema è legato alla qualità di stampa delgetto d’inchiostro su carta comune che conti-nua a dare problemi di resa non adeguata; ilrimedio può essere quello di scegliere il tipodi inchiostro in funzione del tipo di resa che sivuole: nel caso di stampa di molte pagine ditesto è meglio utilizzare modelli che funziona-no con inchiostro a base di pigmenti (e non abase di coloranti), per quanto riguarda laricerca della qualità per stampe di immagini efotografie (oltre alla scelta della carta) è neces-sario lavorare sul pannello delle impostazionidi stampa selezionando i livelli di qualità alta.Anche la gestione della carta costituisce unproblema da non sottovalutare nellaottimizzazione del lavoro e nel controllo deicosti: la maggior parte delle stampanti agetto d’inchiostro non ha grandi capacità diimmagazzinamento della carta quindi se que-sto elemento assume importanza per l’uso acui destinare la macchina è bene considerarequesto aspetto prima dell’acquisto e sceglie-re modelli con cassetti porta carta capienti(sono disponibili anche modelli con cassettiin grado di stampare in automatico fronteretro).

Laser e LED

Sia le stampanti laser dal loro primo apparireche quelle LED più recenti sono state apprez-zate soprattutto per la qualità di stampa deitesti sia in bianco e nero (decisamente miglio-re degli altri modelli presenti allora sul merca-

to) che a colori confermando senza dubbi chenel caso di stampa di grandi quantità di testoe limitate copie di immagini, le stampanti lasero a LED restano certamente le migliori. Inquesto caso la scelta della carta è menoproblematica perchè è sufficiente sceglierefogli compatibili con la stampa laser (superfi-cie liscia e con buona tenuta al calore per lafusione di stampa già descritta). Non servonoricerche di mercato complesse perché qualsi-asi carta da ufficio (con grammatura possibil-mente pari o superiore a 80) può andare bene.Questo tipo di stampanti possono gestire an-che supporti di stampa con maggiori spessorio fogli di grandi dimensioni ma non sonoutilizzabili per supporti di stampa realizzati inmateriali in qualche modo sensibili al calore.In linea di massima la velocità di stampa dellelaser o LED è superiore (anche di molto) aquelle a getto di inchiostro tenendo presenteche sulla velocità di stampa di immagini efotografie (considerando quanto già detto sullaqualità) ci sono buoni modelli di stampanti agetto di inchiostro che registrano prestazioniconsiderevoli anche in termini di velocità.Fermo restando che quello della velocità è undato che va verificato con attenzione perché lecifre fornite dalle case produttrici risultanonotevolmente superiori a quelle effettive equindi oggetto di ulteriori verifiche che l’uten-te deve effettuare autonomamente.Un’altra caratteristica non secondaria dellestampanti laser o a LED è quella legata allacapacità di produrre volumi di stampa impor-tanti (soprattutto testi) - in queste situazionequeste macchine hanno bisogno di essereaffiancate da contenitori della carta adeguati atali quantità; anche in questo caso si tratta di

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un elemento che va considerato prima dell’ac-quisto per essere certi di scegliere oltre allamacchina anche le relative dotazioni adeguateal proprio lavoro (come la funzione di stampafronte-retro).I problemi per le stampanti laser o a LED dicosto contenuto arrivano dalla qualità di stam-pa delle immagini e delle fotografie perchése si tratta di semplici grafici o diagrammi lastampa è al livello delle migliori getto diinchiostro ma quando si passa alla comples-sità delle foto per avere immagini di buonaqualità (anche superiore al getto di inchio-stro) è necessario ricorrere a macchine didimensioni, peso e costi (inclusi quelli digestione) alla portata di laboratori professio-nali o, comunque, di soggetti o enti chesviluppano importanti volumi di copie gior-nalmente.

I costi di gestione

In tutti i casi analizzati i costi di gestione di unastampante sono soprattutto legati al costodelle cartucce (stampanti a getto di inchio-stro) o dei toner (laser o LED). Si può arrivareanche all’eccesso già segnalato che i soli tonerdi una stampante laser a colori siano piùcostosi della stampante stessa (modelli me-dio-piccoli) ma comunque si tratta di unavalutazione importante e che deve essere ese-guita (purtroppo solo con l’esperienza diret-ta) in base al costo del singolo toner o cartuc-cia ma anche in relazione alla effettiva capacitàdi stampa dell’apparecchio.Normalmente un giusto costo di stampa acolori dovrebbe attualmente aggirarsi intorno

agli 8 centesimi per pagina come costo massi-mo.Nella valutazione dei costi di gestione è neces-sario considerare una serie di elementi che silegano anche alle caratteristiche delle macchi-ne; uno di questi riguarda l’esistenza in com-mercio di modelli di stampanti a getto diinchiostro con un’unica cartuccia per il biancoe nero e per i vari colori, scelta da evitare inmodo tassativo perché causa di costi elevati diricambio cartuccia che deve essere sostituitaogni volta che si esaurisce un solo colore (incaso, con gli altri serbatoi semipieni). Per lestampanti a getto di inchiostro è fondamenta-le scegliere modelli con cartucce per i coloriseparati.Nel caso delle stampanti laser, prima dell’ac-quisto è bene fare alcune verifiche dirette suicosti dei toner utilizzati perché al momentodel primo cambio si possono fare spiacevolisorprese legate a un rapporto qualità stam-pante-costo toner inadeguato (quello che portaal paradosso che rende più economico com-prarsi a volte una nuova stampante).

Le stampanti multifunzione

In tempi recenti il mercato ha determinatouna proliferazione importante di una nuovagenerazione di stampanti: le multifunzioni; sitratta di macchine che riuniscono in un soloapparato le funzioni di stampante, scanner,fotocopiatrice e fax. La corretta valutazioneprima di una scelta di questo tipo è semprelegata all’uso cui la macchina è destinata. Nelcaso delle stampanti multifunzioni si intuisceche sono destinate a utenti che hanno la

necessità di lavorare in quantità quasi equiva-lente sulle varie opzioni potendo così contaresu pari livelli di uso della stampante e delloscanner e accontentandosi di una qualità dilivello medio.Qualora ci si trovi nelle condizioni di pro-grammare un acquisto per una specifica atti-vità (stampa testi, stampa foto o immagini)alla quale la macchina sarà destinata, allora èmeglio disporre di strumenti dedicati e ri-spondenti alle diverse specificità richiestema nel caso di un uso non continuo deisingoli apparati (e in condizioni di spaziolimitato come a casa o piccoli studi o comemacchina di riserva) la multifunzione puòrappresentare una valida alternativa o essereutilizzata a supporto di altre macchine giàesistenti.

Conclusioni

Soprattutto nei casi in cui la qualità e la pre-sentazione del lavoro prodotto assumononotevole importanza, sarebbe opportuno de-dicare una piccola quantità di tempo alla valu-tazione della stampante da acquistare e allaorganizzazione del suo utilizzo. Da quantodetto risulta chiaro che la scelta non deveessere ridotta al tipo di stampante (getto diinchiostro o laser o LED) ma deve spingersi auna serie di elementi (carta, inchiostri, acces-sori) che alla fine contribuiscono in modorilevante al risultato finale.Per le valutazioni necessarie a raggiungere ilmiglior risultato non sono necessari particola-ri livelli di competenza specifica ma soltantouna giusta dose di attenzione.

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A tavola ...nel segno diLeonardo da Vincidi Vittorio Camerini

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«Soleva [...] andar la mattina abuon’ora a montar sul ponte, per-ché il cenacolo è alquanto da terraalto; soleva, dico, dal nascentesole sino a l’imbrunita sera nonlevarsi mai il pennello di mano,ma scordatosi il mangiare e il bere,di continovo dipingere. Se ne sa-rebbe poi stato dui, tre e quattrodì che non v’avrebbe messa manoe tuttavia dimorava talora una odue ore del giorno e solamentecontemplava, considerava ed esa-minando tra sé, le sue figure giudi-cava. L’ho anco veduto secondoche il capriccio o ghiribizzo lotoccava, partirsi da mezzo giorno,quando il sole è in lione, da Cortevecchia ove quel stupendo cavallodi terra componeva, e venirsenedritto a le Grazie ed asceso sulponte pigliar il pennello ed una odue pennellate dar ad una di quel-le figure, e di solito partirsi e andaraltrove. »Corre l’anno 1497, quando Mat-teo di Bandello ci descrive Leo-nardo da Vinci all’ opera: nel refet-torio di Santa Maria delle Grazie laraffigurazione de “L’ ultima cena”sta prendendo forma.In una strabiliante piramide visi-va, dietro una lunga tavola ordina-tamente imbandita, gli apostoli siagitano alla notizia che uno di lorotradirà Gesù.

stezza dei particolari: la tovagliaporta ancora i segni della piegatu-ra e tra i ricami leggeri che ornanole sue estremità, i piatti brillanocome specchi, mentre il vino neibicchieri risplende tra ombre eriflessi colorati; due nodi strettifermano la caduta del lino ai latidel tavolo, sul quale sono sapien-temente distribuiti i pani e i vassoidi portata.Quanta perizia nelle mani di ungenio, che tra i tanti approfonditi

•Leonardo da Vinci: “L’ultima cena”, 1498,Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.

Solo e sicuro del suo destino, alcentro della scena Cristo allarga lebraccia e dal suo gesto si sprigionaun tumulto, una sorta di eco on-deggiante che allontanandosi inve-ste i commensali e genera stati d’ani-mo più forti ed espressivi negliapostoli vicini, più moderati e in-creduli in quelli seduti lontano.In primo piano il pennello di Leo-nardo apparecchia una mensasobria e accurata, mirabile per larealistica definizione e la compo-

interessi, rivela anche la solidaconoscenza dell’arte di imbandirela tavola !Ma nulla è per caso, e ripercorren-do una insolita “biografia culina-ria” di Leonardo ne scopriamo uncurioso ritratto.Leonardo da Vinci nasce il 15 Apri-le 1452 a Vinci di Firenze, da unadonna di nome Caterina e da SerPietro Notaio; trascorsi pochi mesiSer Pietro sposa una sedicennefiorentina e Donna Caterina un

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pasticcere di Vinci, Accatabriga diPietro del Vacca.Leonardo vivrà in entrambe le case:in quella materna, accanto al pa-trigno pasticcere, affinerà una vo-cazione alla gastronomia, mentrea Firenze presso il padre notaioverrà indirizzato allo studio deiprincipi dell’arte nella più presti-giosa bottega fiorentina, quella delVerrocchio.Il maestro fiorentino mette allaprova il giovane Leonardo, intuen-done le doti e il talento, e gli fadipingere uno dei due angeli delBattesimo di Cristo per il mona-stero di san Salvi, come ci raccontail Vasari: “[Per] Andrea del Verroc-chio [...che stava] faccendo unatavola dove San Giovanni battez-zava Cristo, Lionardo lavorò unAngelo, che teneva alcune vesti; ebenché fosse giovanetto, lo con-

dusse di tal maniera che moltomeglio de le figure d’Andrea staval’Angelo di Lionardo. Il che fucagione ch’Andrea mai più nonvolle toccar colori, sdegnatosi cheun fanciullo ne sapesse più di lui.”Leonardo continua però ad esse-re attratto dal mondo della cucinae di sera serve presso “Le tre luma-che”, una trattoria a Ponte Vec-chio.In seguito ad un misterioso avve-lenamento, i tre cuochi proprieta-ri della trattoria muoiono e Leo-nardo, abbandonata la bottega delVerrocchio, li sostituisce a tempopieno.Sarà stato lui a toglierli di mezzo?Forse no... ma a pensare male nonsi sbaglia mai!

Questo passaggio della vita delgrande pittore diventa importan-te se si da credito alla trascrizionefatta nel 1931 da Pasquale Pisapiadegli scritti di gastronomia cheegli attribuisce a Leonardo; scrittiche egli sostiene di avere rinvenu-to presso l’Hermitage di Leningra-do dove pervennero nel 1835 conil nome di “Codex Romanoff”.Premesso che l’ Hermitage affer-ma di non possedere i documentioriginali e che gli studiosi dellamateria confermano che quantotrascritto da Pisapia corrispondealla logica leonardesca, è il caso diaddentrarsi in questo straordina-rio giacimento di informazioni,consuetudini e ritualità, mischia-te al genio inventivo di Leonardo,

“a ponte tra realtà storica, mito eaffabulazione”.Si può valutare che solo il cinquan-ta per cento dell’ intero corpo discritti di Leonardo sia giunto sino anoi, e parimenti solo un terzo dellesue opere: questo lascia presagireche ci sia ancora molto da scoprire,come testimonia la vicenda delCodice Madrid, rinvenuto solo ne-gli anni ’50 presso la BibliotecaNazionale di Madrid, dopo trecen-to anni di oblio seguito ad unaerronea catalogazione.Nel 1478, dopo l’esperienza dellatrattoria delle tre Lumache, sem-bra che Leonardo con l’amico San-dro Botticelli, condividano in pro-prio una nuova trattoria, “Le trerane di Sandro e Leonardo”.

Leonardo cisuggerisce...“Si come una giornata benespesa dà lieto dormire, cosìuna vita bene usata dà lietomorire”.“ Si come ferro s’arrugginiscesanza esercizio, e l’acqua siputrefà o nel freddo siaddiaccia, così lo ‘ngegnosanza esercizio si guasta”. “Il mezzo più efficace per ot-tener fama è far credere almondo d’essere già famoso”.“Quello che è essenziale èperfetto”.

•Leonardo da Vinci, 1498, “L’ ultima cena”, dettaglio,Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.

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In cucina Leonardo pare moltoattento a quanto può accontenta-re gli occhi dei commensali piut-tosto che il loro palato ed i suoipiatti sono assimilabili alla tavo-lozza di un pittore : gli improbabi-li abbinamenti di gusto privilegia-no la composizione e la disposi-zione più che il sapore ed il conte-nuto.Il locale non ha successo e devechiudere, poiché il bel mondo fio-rentino non apprezza la zampa dirana servita dagli chef su una fo-glia di tarassaco, e tantomeno la

provocazione del menù scritto dadestra a sinistra.Leonardo non si arrende; è il1482 quando, accompagnato dal-l’amico musicista Atalante Miglio-rotti, si presenta alla corte Sfor-zesca di Milano con una lettera dipresentazione autografa per Lu-dovico il Moro: “ Io non ho rivalinel costruire ponti, fortificazionie catapulte; e anche altri segretiarnesi che non ardisco descrive-re su questa pagina. La mia pittu-ra e la mia scultura reggono ilconfronto con quelle di qualun-

Il cibo dipinto che svanisce dalla mensaL’ ultima cena viene dipinta tra il 1495 ed il 1498.Matteo di Bandello, scrittore e Vescovo vissuto tra Roma e Milanoattorno al 1500, racconta che dopo un anno di studi preparatoriper il cenacolo, Leonardo chiede al Priore di Santa Maria delleGrazie di procurargli un tavolo lungo da mettere dall’altra partedella sala vuota, con vivande e vino che ogni giorno il maestro ei suoi allievi sistemano e risistemano prima di iniziare gli schizzi.Due anni e sei mesi; a dispetto delle centinaia di studi cheLeonardo ha fatto per le pietanze più diverse, il maestro porrà sullamensa portate frugali: pane, puré di rape e anguilla a fettine.Negli ultimi tre mesi Leonardo si dedica alla pittura dei commen-sali, ma giunto al termine dell’opera si accorge che le pietanzedipinte in precedenza si stanno staccando dal supporto.Come scrive il Vasari nel 1566, “non si scorge più se non unamacchia abbagliata”.Perché accade tutto questo?Come è noto, non ci troviamo innanzi ad un affresco, in quantoLeonardo, conscio dei suoi lunghi tempi di esecuzione e dellefrequenti correzioni in vista del risultato finale, non “affresca”.La tecnica dell’affresco si caratterizza infatti per la velocità diesecuzione richiesta, in quanto la pittura viene stesa su uno stratodi intonaco ancora fresco dove, a seguito del fenomeno di carbo-natazione, il pigmento della pittura diventa parte dell’intonacostesso.Leonardo ama dipingere su muro come su di una tavola e i recentirestauri hanno permesso di appurare che l’artista usa una temperagrassa a base di olio di lino e di uovo stesa su un duplice strato diintonaco.Purtroppo la tecnica impiegata e l’utilizzo di materiali organici benpresto determina il grande degrado, tanto che due anni dopo laconclusione dell’opera, Luigi XII, re di Francia, vedendo il dipintocommenta: “.... Deve essere molto vecchio!”.Quando poi gli dicono che si tratta di un’ opera di Leonardo, sirifiuta di crederlo.

que altro artista. Eccello nel for-mulare indovinelli e nell’inven-tare nodi. E faccio delle torte chenon hanno uguali”.Il Duca riceve Leonardo nella sala

delle udienze e rimane a tal puntoaffascinato dall’eclettismo del gio-vane, che lo nomina “Consiglierealle fortificazioni e Gran Maestrodi Corte per le feste ed i banchet-

•Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci, 1478, “Il battesimo di Cristo”,Firenze, Galleria degli Uffizi.

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•Leonardo da Vinci, 1498,

“L’ultima cena”, dettaglio, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.

I misteri del Codex Romanoff“Questa è l’opera che io, Pasquale Pisapia, ho copiato a mano dalmanoscritto originale di Leonardo da Vinci, custodito all’Hermitagedi Leningrado”.Sono queste le poche righe che introducono la trascrizione delCodice Romanoff, fatta da Pasquale Pisapia nel 1931.Ma come giunse all’Hermitage il manoscritto di Leonardo? Perchéi responsabili dell’Hermitage ne hanno negato l’esistenza? E chiera Pasquale Pisapia?Per ora non ci sono risposte a queste domande, e tantomeno sihanno elementi che portino all’ autenticazione dell’originale dellatrascrizione, seppure alcuni critici siano propensi a ritenere chepossa trattarsi di un manoscritto Leonardesco.La teoria più accreditata è che, se autentico, il Codex possa esseregiunto in Russia al seguito della Madonna Litta o della Madonnadel Fiore, opere attribuite a Leonardo, acquistate dallo Zar Ales-sandro II e oggi custodite all’Hermitage.

ti”; incarico che si protrarrà peroltre trenta anni.Eccolo nuovamente occuparsi digastronomia, ritualità della tavo-la, di Galateo, di scenografia, ditecnica innovativa nell’inventarestrumenti utili all’attività quotidia-na in cucina.La testimonianza più disillusa èquella di Sabba da Castiglione,ambasciatore di Firenze a Milano,che riferisce nel suo rapporto men-sile alla Signoria, su quello che ilgenio di Leonardo sta macchinan-do al castello sforzesco: “La cucinadi Mastro Leonardo è una bolgia...ora al posto dei venti cuochi untempo impegnati ai fornelli ci sonopiù di duecento persone che gi-ronzolano, e nessuno di quelliche ho visto cucina, si occupanotutti di queste grandi macchine

che affollano mura e pavimenti...”.Nel Codex Atlanticus custoditonella biblioteca Ambrosiana, nellacollezione William Thompson ein un manoscritto custodito nellaBibliotheque Nationale di Parigi,compaiono appunti e disegni dimacchine da cucina; si tratta di unarrostitore, di uno scaldabagno avapore, di un tritamanzo gigante-sco, di un affettapane eolico; di untrita-aglio e diversi macinapepe,uno schiaccianoci azionato da trecavalli e un cavatappi per mancini,o l’affetta-uovo a vento.Per finire si racconta di un affetta-crescioni gigante, che purtroppoalla prima dimostrazione provocala morte di sei garzoni e tre giardi-nieri, e che in seguito il Moroutilizzerà con successo in guerra!In questi anni alla corte Sforzesca,

Leonardo avrebbe compilato gliscritti del Codice Romanoff e gliappunti trascritti dal Pisapia sonodensi di annotazioni: “[...] neppu-re capisco l’abitudine del mio Si-gnore di pulire il suo coltello so-pra le camicie dei suoi ospiti ...perché non lo fa sopra la tovagliacome fanno gli altri membri dellacorte?”.Pare che da queste osservazioni ilmaestro concepisca l’idea del “to-vagliolo”, in modo da soppiantarel’abitudine dei commensali di stro-finare le mani su pelli di coniglioappese agli angoli della mensa.Tante le considerazioni sulle abi-

tudini ed il corretto comporta-mento da tenere a tavola. “L’ospi-te non dovrà mettere la sua gambasopra la tavola e non dovrà mor-dicchiare la frutta per poi rimet-terla nella fruttiera. [...]Nessun ospite metterà spiacevolibocconi mezzo masticati nel piat-to del vicino senza prima chieder-gli il permesso e non metterà ledita nel naso durante la conversa-zione. [...]Non prenderà dalla tavola le coseper poi metterle nella borsa damangiare successivamente, e sepoi il commensale stesse per vo-mitare, meglio sarebbe che ab-

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bandonasse la tavola e lo stessodovrà fare se dovesse essergli ur-gente orinare!”.Leonardo era scontatamente unsommo artista prima di essere uncuoco ed era più interessato al risul-tato estetico che a quello del gusto.A questo proposito, sconfinandonell’affabulazione, si annovera unepisodio clamoroso.Nel 1493, in occasione delle noz-ze tra Ludovico il Moro e BeatriceD’Este, Leonardo viene incaricato

•Leonardo da Vinci,

Disegno di uno strumento per sollevare le acque,Codice Atlantico 26r.

•Leonardo da Vinci, 1498,“L’ultima cena”, dettaglio, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.

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di preparare le scenografie per ifesteggiamenti.Travolto da un inaudito desideriodi sontuosità, il maestro pensache l’intera festa si debba svolgeredentro una torta: una copia dipalazzo Sforza grande duecentopiedi, di cui resta uno schizzo nelCodex Atlaniticus, realizzata contorte sovrapposte nel cortile; sitratta di pezzi di polenta con uvapassa e nocciole, ricoperti da mar-zapane colorato.

Gli ospiti avrebbero oltrepassa-to porte dolci, si sarebbero ac-comodati su sedili dolci pressotavoli dolci e avrebbero mangia-to dolci.Leonardo non considera però qua-le ghiotto potenziale si celi in que-sta creazione, per topi e uccelli;puntualmente la notte preceden-te il banchetto nuziale gli animaliarrivano a devastare l’opera.Gli uomini di Ludovico si impe-gnano in un imponente tiro albersaglio, ma all’alba il panoramaè desolante: il cortile è un cimite-ro di torte distrutte, una poltigliadiffusa invade la corte, mentreimmersi fino alla vita i servi arran-cano per togliere i topi morti.Una catastrofe culinaria che ob-bligherà allo svolgimento del ban-chetto nello spiazzo antistante ilpalazzo.Ludovico, incantato dal folle ge-nio di Leonardo, è benevolo, non

lo caccia e lo spinge a candidarsiper la realizzazione di quella chesarà la rappresentazione de “L’ul-tima cena”.Leonardo impiega due anni enove mesi a comporre gli schizzipreparatori, che si concretizza-no dopo mille prove in un capo-lavoro assoluto, complici i det-tagli raffinatissimi della tavola ele portate frugali.Tra mito, leggenda e scienza, unacosa è indubbia: nelle sue mirabiliopere pittoriche, nei suoi scritti,nelle sue invenzioni Leonardo ciha regalato tanto cibo per l’animae per l’intelletto.Un ultimo dolce boccone è questasua massima: “Acquista cosa nellatua gioventù, che ristori il dannodella tua vecchiezza. E se tu inten-di la vecchiezza aver per suo cibola sapienza, adoprati in tal modoin gioventù, che a tal vecchiezzanon manchi il nutrimento”.

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Mercedes SosaTodo cambia di Paolo De Bernardin

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In una delle sequenze più curio-se e suggestive del regista NanniMoretti nel suo ultimo film “Ha-bemus papam” i cardinali, riunitinel conclave per l’elezione delnuovo papa, si lasciano andarecon lievi passi di danza su unritmo di chacarera mentre con lemani segnano il tempo sulle notedi una splendida e gloriosa can-zone del cileno Julio Numhau-ser, portata al successo in tutto ilmondo dalla immensa voce del-l’argentina Mercedes Sosa, “Todocambia”. E subito “tutto cambia”è diventato di stretta attualitàanche nelle vicende politiche delnostro paese in uno slogan presoin prestito da molti.Era il 1984 quando la “Pacha-mama” (questo era il nomignolocon cui tutta l’America Latinal’aveva designata mutuando iltermine dalla lingua quechua colquale veniva venerata la MadreTerra) interpretò questa canzo-ne inserendola in un suo discocapitale come “Sera posible elsur?”. Non si trattava comunquedel solo nomignolo che le erastato affibbiato. Per gli argentiniMercedes era “La Negra” (per isuoi bellissimi e lunghi capellineri) e quando il governo delpaese decretò tre giorni di luttonazionale per la sua morte all’età

•Sopra e di seguito alcune immagini diMercedes Sosa.

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di 74 anni, il 4 ottobre del 2009,senza che nessuno lo avesse sta-bilito o organizzato, avvenne unfatto che ha dello straordinario.Il minuto di silenzio chiesto intutti gli stadi del paese nella do-menica del campionato di calciofu clamorosamente interrotto daicori dei tifosi che, uniti dall’amo-re per l’artista scomparsa, recita-vano come un mantra o una pre-ghiera “La Negra resterà con noi”.Oggi, a due anni di distanza dallasua scomparsa ci sono ancoramolti, almeno in Italia, che nonconoscono l’arte di questa stra-ordinaria interprete popolare ilcui ricordo resterà indelebile gra-zie al luminoso senso morale delsuo insegnamento. Da pochi mesiè stata stampata anche in Italiadall’editore Giulio Perrone l’uni-ca biografia (e anche unica auto-biografia), “La Negra”, curata daRodolfo Branceli, poeta, narrato-re, drammaturgo e giornalista,legato a Mercedes Sosa da unagrande e lunga amicizia, noto peri suoi importanti reportages sul-l’America Latina nonché vincito-re del premio Pléyade per l’inter-vista a Gabriel Garcia Marquez.Tra i vari nomignoli con cui eradesignata c’era anche quello diGrande Madre di Tucumán, lacittà nella cui periferia di SanMiguel aveva visto la luce il 9luglio 1935, pochi giorni dopoche il Paese intero e il mondovenivano privati del più grandecantore popolare del Tango ar-gentino, quel Carlos Gardel scom-

parso il 24 giugno in un inciden-te aereo a Medellin, in Colombia.Quello stesso 9 luglio anniversa-rio dell’Indipendenza dell’Argen-tina dalla Spagna avvenuta pro-prio a Tucumán nel 1816. Infattisuo padre avrebbe voluto chia-marla Julia Argentina per cele-brare quella data ma sua madrevoleva fortemente un altro nome,Marta Mercedes.“Mia madre – così apre la suaautobiografia – raccontava spes-so che papà aveva dimenticatoil mio nome proprio nel momen-to in cui era andato a registrar-mi all’anagrafe. E invece cheMarta mi registrò come HaydéeMercedes. Mia madre voleva cheil mio primo nome fosse Marta.Senz’acca. Ovviamente in casacomandava mio padre ma allafine si faceva sempre quello chediceva mia madre. E quindi tut-ti da sempre mi chiamavanoMarta. Alla fine dentro casa lecose sono come le vogliono lemadri e all’esterno sono come levuole la gente. In casa mia restosempre e comunque la Marta.Per la gente invece sono semprela Negra.”Sin dalla prima infanzia Merce-des si appassionò di balli e dicanzoni popolari. E amava canta-re. Al punto tale da suscitare l’in-teresse della sua maestra di musi-ca che voleva spingerla a prende-re una strada seria nello studiodel canto lirico. La passione perla tradizione popolare era trop-po forte e lei conosceva talmente

bene i balli folklorici che nellaprima adolescenza si dilettava ainsegnarli agli altri. Aveva un pic-colo gruppo di amiche da cuinon si separava mai e con lorodecise di iscriversi, di nascostodai genitori, ad un concorso ca-noro indetto da una stazione ra-dio di Tucumán. A casa non sape-vano nulla, per questo Mercedessi presentò con lo pseudonimodi Gladys Osorio. Per la eccellen-te qualità della sua voce non ebberivali presentando un repertorioche includeva anche le canzonidel mito Atahualpa Yupanqui.Vinse il concorso ed ebbe in pre-mio un contratto per cantare duemesi alla radio. Naturalmente acasa fu bufera quando lo scopri-rono e non tanto per le bugiedette quanto per le idee intornoall’ambiente radiofonico giudica-to sconveniente e inadatto ad unaragazza di buona famiglia. Benpresto tutto si appianò e arrivò ilfatidico primo appuntamentocanoro settimanale che le feceguadagnare 200 pesos, vale a direl’equivalente della busta pagamensile di papà. Con il successoradiofonico trovò lavoro in uncirco equestre e nel parco di di-vertimenti della città, luogo cheera solito ospitare grandi artistidella capitale e così nella provin-cia tucumana il nome di Merce-des Sosa divenne ben presto fa-moso.Alla fine degli anni Cinquanta delNovecento iniziava nel nord del-l’Argentina, soprattutto nella

provincia nordovest di Mendoza,un movimento artistico legato allavalorizzazione del patrimoniomusicale popolare (Movimientodel Nuevo Cancionero) lontanodai canoni commerciali. Tra i fon-datori c’erano Armando TéjadaGómez, Tito Francia e ManuelOscar Mátus il cui fascino stregòla Negra la quale, nel giro di unmese, decise di sposarlo. ConMátus Mercedes sposò anche tut-to il movimento che segnava ilpunto di svolta della canzonepopolare argentina. Trasferitasia Mendoza in un primo tempo,quindi a Buenos Aires per la na-scita del primo figlio, Fabián,Mercedes ebbe subito un’attivitàfrenetica frequentando ambientiintellettuali e artistici in Argenti-na e Uruguay. Firmò l’11 febbra-io 1963, il Manifesto del NuevoCancionero dividendosi tra Mon-tevideo, Buenos Aires e Mendozae cantando in università e festi-val. Celebre rimase la sua presen-tazione “ufficiale” all’intero pae-se nel Festival di Cosquin, nel1965, riuscendo a conquistaretutti con la sua apparizione. Eragià popolare presso i giovani e glistudenti quando debuttò disco-graficamente con l’etichetta ElGrillo, di proprietà di suo marito,con l’album Canciones con fon-damento (1965) cui fece seguitoun contratto con la Rca Victor, lostesso anno, e la pubblicazionede La voz de la Zafra.Una crisi sentimentale portò pre-sto la Negra alla separazione da

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Mátus. Gettatasi a capofitto nellavoro cambiò casa discografica epassò alla Polygram con la qualerimase tutta la carriera incidendouna quarantina di album. Il so-stegno della nuova etichetta fudeterminante come pure l’appor-to di Francisco “Pocho” Mazzitel-li, il suo nuovo amore, un impie-gato dell’agenzia di spettacoloper la quale lavorava. Con luistudiò canto e allargò le sue co-noscenze musicali, dalla clas-sica al jazz. Con un managemente una casa discografica forti le sispalancò la strada internazionalein una tournée che, nell’apriledel 1967, la condusse per la pri-ma volta fuori dall’Argentina. Usa,Portogallo, Italia, Polonia, Russiae molti paesi balcanici furono leprime tappe di una felice carrieraall’estero che proseguirà fino agliultimi anni di vita. Fondamentalefu anche in quel periodo l’incon-tro con il celebre compositoredella “Misa Criolla” (la Messacreola che la Sosa inciderà allesoglie del nuovo millennio vin-cendo il Grammy Award comedisco dell’anno 2000), Ariel Ra-mirez che le propose di parteci-pare, come voce solista, al suoprogetto “Mujeres Argentinas”.Alle soglie degli anni SettantaMercedes era ormai un’artistaaffermata che registrava dischi disuccesso, collaborava con i piùimportanti poeti ed intellettualidell’America Latina, partecipavaa show televisivi, lavorava ancheal cinema col regista Leopoldo

Torre Nilsson (El santo de laespada, sulla vita del generaleJosé de San Martín), ricevendopremi e riconoscimenti. Con ildisco “Para cantarle a mi gente”e lo spettacolo “Mujeres Argenti-nas” Mercedes Sosa lasciò il se-gno per una decisiva svolta dellacanzone popolare. L’Argentinaviveva difficili momenti a causadella dittatura militare e le canzo-ni della Negra, a causa del forteimpatto sociale dei loro testi, nonvenivano trasmesse alla radionazionale controllata dal gover-no. La vicinanza geografica con ilCile, che nel 1970 aveva elettodemocraticamente il presidente

marxista Salvador Allende (allacerimonia di insediamento erapresente anche lei con suo mari-to), e la conoscenza diretta con lagrande esponente del Canzonie-re popolare cileno, Violeta Parraindussero Mercedes ad incidereun album di canzoni nel 1971,Homenaje a Violeta Parra, cheincludeva quella che sarebbe di-ventata anche una sua emblema-tica canzone in tutti i concerti,Gracias a la vida.I lunghi periodi di sofferenza su-bìta nel corso degli anni hannosempre costretto Mercedes Sosaa soppesare e misurare ogni pa-rola di quella canzone. Assistere

ad un suo concerto voleva direconfrontarsi con forti emozionisia personali dell’artista che ditutto un intero popolo che accor-reva a sostenerla e che in lei tro-vava voce. Per anni la Sosa erastata definita “la voce di chi nonha voce” e tutto ciò era palpabilein ogni sala di concerto. In unadelle ultime esibizioni romaneall’Auditorium Pio di Via dellaConciliazione per ben tre voltel’esecuzione di quella canzone fuinterrotta dall’artista a causa delgroppo in gola che la attanaglia-va. Con la voce rotta dal piantocercava di chiedere scusa al pub-blico spiegando, tra le lacrime,

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che quando interpretava Graciasa la vida provava un peso inso-stenibile per quelle parole. “Sodavvero cosa significhi ringra-ziare la vita per i doni che ci hafatto e che continua a fare ognigiorno”. Fu allora che accaddequalcosa di straordinario in sala.Il pubblico, che già era commos-so di fronte a lei e agitava unpiccolo fazzoletto bianco (lo stes-so gesto muto delle madri deidesaparecidos a Plaza de Mayo),si alzò tutto in piedi e lentamen-te, come in una lenta processio-ne di dolore e di amore, lasciò ilproprio posto per raccogliersi aisuoi piedi, intorno al palco, sven-tolando i fazzoletti bianchi e sin-ghiozzando con lei.Con i lavori dei primi anni Settan-ta (“Hasta la victoria” denso dicanzoni sociali e politiche, “Can-tata Sudamericana”, su musicadi Ariel Ramirez e “Traigo unpueblo en mi voz”, fotografia so-nora di un difficile periodo) Mer-cedes Sosa divenne per il poteremilitare un personaggio moltoscomodo. Troppo condizionan-te era la sua presa sul pubblico etroppo forte era il potere chel’artista esercitava nei confrontidella gente che la adorava. Nellasua voce risuonava l’intero eco diun’America Latina prostrata e fe-rita. Le sue erano parole di prote-sta che giungevano dai versi dipoeti come i cileni Victor Jara(ucciso poi dai soldati di Pino-chet) e Pablo Neruda (al secoloIgnacio Villa). Durante tutto il

difficile decennio dei SettantaMercedes continuò a girare ilmondo in lungo e in largo por-tando a tutti la sua voce ferma evibrante che gridava la protestacontro il regime militare. Nono-stante il clima oppressivo delpaese, la Negra continuò la suamarcia di artista impegnata e nel1977 rese omaggio ad un mostrosacro della canzone popolarecome Atahualpa Yupanqui. Nel1978 la vita le sferrò un colpoferale con la perdita improvvisadi Poncho Mazzutelli, suo com-pagno col quale aveva diviso trion-fali successi in tutto il mondo. Imilitari però non sopportavanopiù il suo personaggio e il suocarisma. La censura in Argentinasi inasprì e, durante un suo con-certo a La Plata, il 23 ottobre1978, la polizia fece irruzionenella sala e la arrestò con tutto ilpubblico. Dal quotidiano argen-tino Cronica: “La cantante popo-lare tucumana, Mercedes Sosa, èstata arrestata dalla polizia diLa Plata, all’alba di venerdì, al-cuni attimi prima di finire lasua performance nell’AlmacénSan José, in Diagonal 74 e via 6.Una volta arrestata, è stata por-tata in una camionetta al com-missariato, dove, insieme ai suoiaccompagnatori, è stata detenu-ta, secondo fonti non ufficiali,per sedici ore. Anche le personepresenti allo spettacolo, circa tre-cento, sono state condotte incommissariato per poter proce-dere alla loro identificazione.

La polizia non ha rilasciato in-formazioni ufficiali ma si ritie-ne che l’operazione sia stata ne-cessaria visto che il repertoriodell’artista includeva canzoni diprotesta. Poco prima di mezzo-giorno del sabato, la situazionevedeva Mercedes Sosa detenutain isolamento a disposizione delgiudice federale de La Plata…”In realtà si trattò solo di un’azio-ne dimostrativa dei militari chenon impedì all’artista la pubbli-cazione di “Serenata para la tier-ra de uno”, altro punto fermodella sua lunga discografia. Or-mai il governo dittatoriale la co-stringeva a non esibirsi più inpubblico per cui Mercedes presela seria decisione di abbandona-re il paese diretta prima in Spa-gna, dove soggiornò inizialmen-te quindi a Parigi e di nuovo aMadrid.Buttatasi a capofitto nel lavoroMercedes Sosa divenne negli anniOttanta una delle star internazio-nali più acclamate in tutto il mon-do. Artisti di forte levatura la vo-levano ospite nei loro show e siprestavano a collaborare con leiin incisioni di altissimo valore.Dopo tre anni di esilio trascorsiin giro per il mondo con centina-ia di concerti e dopo aver inciso ilsuo primo disco fuori dal suopaese (sul finire del 1981 regi-strò a Parigi “A quién doy” chepresentò al teatro Bobino nelgennaio 1982) Mercedes Sosafece il suo atteso rientro in patriapresentandosi dal 18 al 28 feb-

braio al Teatro dell’Opera di Bue-nos Aires accompagnata da deci-ne di artisti folk arrivati da tutto ilpaese. È ancora lei che parla nellasua biografia: “Fu il momentopiù terribile e commovente dopol’insopportabile esilio. Lo spet-tacolo dell’82 all’Opera, fu unevento artistico ma anche uma-no, politico. Ritornavo a canta-re in Argentina dopo un incubo.Avevo passato molte notti inson-ni, piene di lacrime, al pensieroche non sarei potuta tornare acantare tra la mia gente. Teme-vo che mi si bloccasse la voce perla forte emozione, mi era succes-so anche a Londra duranteun’esibizione, non potevo trat-tenere il pianto perché l’emozio-ne a volte è una tenaglia che tistringe la gola. All’Opera era tut-to così terribilmente meraviglio-so che sarebbe potuta accaderela stessa cosa. Stavo per aprirebocca per ringraziare ma mi fre-nai. Dissi soltanto: Mi chiamoMercedes Sosa. Sono argentina.Se avessi continuato sarei cadu-ta fulminata di sicuro. Dallepersone arrivava un’energia tal-mente forte che mi sentivo inon-data d’amore. Per questo nonalzavo lo sguardo da terra. Pen-savo: se guardo le persone restosenza voce, completamentemuta”.Per poter afferrare pienamente ilvalore morale ed artistico di Mer-cedes Sosa bisognerebbe ascolta-re il parere dei tanti, tantissimi,dei milioni di persone che hanno

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assistito in tutto il mondo ai suoiconcerti. Una vita passata prati-camente sui palcoscenici delmondo a raccontare le storie de-gli umili, a cantare un paese perriempire di speranza il cuore del-la gente. E tutto questo impegnoe valore artistico fu reso ufficialee premiato in moltissimi paesi.Riempiva gli stadi di tutto il con-tinente latino americano, dalBrasile al Paraguay, dall’Argenti-na all’Uruguay, dalla Colombiaall’Ecuador, dal Cile al Messico.Alla Carnegie Hall di New Yorknel 1987 venne applaudita per15 minuti. Ricevette la Medagliadell’Ordine del Cavaliere delleArti e delle Lettere in Francia nel1989, la Gran Croce Ufficiale del-l’Ordine al Merito della Repub-

blica Federale tedesca nel 1992.Si esibì di fronte al Papa nellaSala Nervi nel 1994. Ricevette ilpremio come migliore interpre-te sudamericana della decadenel 1995. Lo stesso anno ebbe ilDiploma d’Onore per i creatoridella Musica in Bolivia, il granpremio dell’Unesco e il premioUnifem delle Nazioni Unite. Nel1996 il Brasile le consegnò laMedaglia Simöes Lopes Neto egli Usa il Diploma di massimadistinzione dell’OEA e del CI-DEM; in Germania gli fu asse-gnato il premio CIM-Unesco e il9 dicembre nel Congresso dellaNazione Argentina venne nomi-nata Personalidad de la CulturaNacional. Nel 1997 in Brasile levenne assegnato il titolo di Gran

Maestra dell’Ordine NazionaleCruzeiro do Sul.Dietro la facciata dell’artista disuccesso, ricca e famosa in tuttoil mondo, si celava però la soli-tudine della donna colpita dauna forte depressione che la por-tò a mesi e mesi di infermità equasi alla morte. “Stavo sul let-to, buttata come uno straccio.Arrivare al soggiorno e con ungirello era un’impresa. Pensa-vo di avere un cancro all’esofa-go, perché vomitavo tutto. Nonce la facevo più. Capii che desi-deravo morire ma non ero ingrado di farlo da sola. Iniziavoad aver bisogno della morte,che tanto avevo odiato. Eroquasi cieca e ci sono voluti mesie mesi di agonia per capire e

vedere uno spiraglio di luce”.Che lentamente arrivò, conl’amore del figlio Fabián e lavoglia di riprendersi la musicache si stava allontanando dallasua vita. E nacque così l’albumdel risveglio, Al despertar. Unfelice connubio di canto e poe-sia che vinse il Premio Gardelcome disco dell’anno, il Discod’Oro e il disco di Platino. La vitacontinuò come prima, tra centi-naia di concerti e tante onorifi-cenze. Nel 1999 divenne Amba-sciatrice dell’Unicef per l’Ameri-ca Latina e lo stesso anno rice-vette la laurea Honoris Causadell’Università Nazionale di Tu-cumán. Nel 2000 fu eletta Presi-dente Onorario della Federazio-ne Universitaria d’Argentina e ri-cevette il Diploma del Ministerodell’Educazione in Cile ed un’al-tra laurea ad honorem dell’Uni-versità di Cuyo. Anche l’Universi-tà di Haifa la premiò, l’anno dopo,per Merito all’Impegno Umanita-rio. Sessanta paesi in tutto ilmondo l’hanno onorata e centi-naia di migliaia di spettatori sonoaccorsi ai suoi concerti ma lei,Mercedes Sosa, è rimasta semprela tenera e grande Madre di Tucu-man. “È una paesana – afferma-va Atahualpa Yupanqui – perchéha il paese dentro. E appena ini-zia a cantare il paese fluisce nel-la sua voce e si illumina!Il grande poeta andaluso RafaelAlberti disse della Negra: Merce-des è come un’ostia che vienericevuta sia dai credenti più

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fedeli che dagli atei più convin-ti. Una volta mi confessò: SaiRafael, invece di cantare in giroper il mondo e prendere aereimi piacerebbe vivere in una casae avere una merceria. In unamerceria si vendono le cose perricamare, per lavorare a maglia.Non c’è più nessuno che ricamao lavora a maglia? Che pensieriassurdi per una donna dellasua grandezza. Le risposi di get-to: Mercedes, non devi metteresu una merceria, ma una merce-deria. Una fabbrica di Merce-des. Che questo mondo ne hatanto bisogno, cazzo!”E lo splendido volume di Rodol-fo Braceli si conclude così: “Il 4ottobre Mercedes Sosa muore, a74 anni, a Buenos Aires. Il PotereEsecutivo dichiara tre giorni dilutto nazionale. I suoi resti ven-gono conservati all’interno delCongresso della Nazione Argen-tina e le sue ceneri cosparse aBuenos Aires, Tucumán e Men-doza. Il funerale viene ricordatocome uno dei più affollati nellastoria del paese”.León Gieco, considerato il BobDylan argentino, ha recitato nel-la sua onoranza funebre: “Consottile precisione Mercedes Sosaha sviluppato un’opera che la-scerà per sempre il segno in tuttoil continente latino americano.È stata una donna che ha saputocolmare ogni essenza, un’arti-sta che ha dato profumo allacanzone in un aroma perfettointegrando in ogni nota una stil-

dei passi perduti (ndr: il Salonedei Passi Perduti è la sala delCongresso argentino dove è stataesposta la salma). Comunque, conMercedes Sosa sarà quello deipassi guadagnati”.

prendendo lei come esempio.Mattone su mattone, con amore,si costruisce una casa, ogni gior-no. Questa è la sua eredità: nonaccettare mai che il suo ricordopossa essere considerato il luogo

la di terra. Diede ascolto a tutti,si unì con tutti, cantò con tuttied emozionò tutti. Ascoltare, vin-colarsi, cantare, dare emozioni.Verbi inusuali, tutti lontanissi-mi dalla vita politica dei nostrigiorni. Come nessun altro Mer-cedes ha saputo darci il signifi-cato di Nazione che ci carica diresponsabilità e ci obbliga a pen-sare all’infelicità di un paeseche non riesce a realizzarsi pie-namente. La sua opera invece ciriesce. La fierezza della sceltadel suo repertorio, il rigore arti-stico del suo canto, la chiarezzadella sua voce di velluto, l’essen-za di cedimenti alle linee com-merciali, la sua temeraria sicu-rezza in sala d’incisione, i suoiocchi chiusi durante l’esecuzio-ne dal vivo e la sua bocca d’orosotto narici d’aquila incastona-te tra gli splendidi capelli neri.Padrona di casa e signora diogni luogo. Regina della canzo-ne. Sarà impossibile pensare al-l’Argentina senza le capitali ver-sioni delle sue canzoni. Oggi chela signora Mercedes Sosa non c’èpiù ci rendiamo veramente con-to di quel nome con cui tutti lachiamavamo, la Pachamama.Che grande verità. Era lei che ciproteggeva e ci dava tutto. EraMadre Terra e Dea. Il suo sguar-do, la sua presenza ci condan-nano al confronto come in unaimmensa sfida. Potrebbero sem-brare parole troppo grandi que-ste, forse lo sono, ma più grandesarà la costruzione di un luogo

DISCOGRAFIA

Canciones con fondamento (ElGrillo, 1965).La voz de la Zafra (Rca Victor, 1965).Romance de la muerte de JuanLavalle (PolyGram, 1965).Yo no canto por cantar (Poly-Gram, 1966).Hermano (PolyGram, 1967).Para cantarle a mi gente (Poly-Gram, 1967).Mujeres argentinas (PolyGram,1969).Navidad con Mercedes Sosa (Poly-Gram, 1970).El Santo de la espada (PolyGram,1970).El grito de la tierra (PolyGram,1971).Homenaje a Violeta Parra (Poly-Gram, 1971).Hasta la victoria (PolyGram,1972).Cantata sudamericana (Poly-Gram, 1972).Traigo un pueblo en mi voz (Poly-Gram, 1973).Mercedes Sosa interpreta aAtahualpa Yupanqui (Polygram,1977).Serenata para la tierra de uno(Polygram, 1979).La mamancy (Polygram, 1979).

A quien doy? (Polygram, 1982).Mercedes Sosa en Argentina(Polygram, 1982).Como un pajaro libre (Polygram,1982).Mercedes Sosa (Polygram, 1982).Sera possible el Sur? (Polygram, 1984).Corazon americano (Polygram, 1984).Vengo a ofrecer mi coraçon (Poly-gram, 1985).Mercedes Sosa ’86 (Polygram,1986).Mercedes Sosa Ao vivo no Brasil(PolyGram, 1986).Mercedes Sosa ’87 (Polygram,1987).Mercedes Sosa en vivo en Europa(Polygram, 1989).De mì (Polygram, 1990).Sino (Polygram, 1993).Gestos de amor (Polygram, 1993).Mercedes Sosa 30 Años (Poly-Gram, 1993).Escondido en mi pais (Polygram,1996).Alta fidelidad (Polygram, 1997).Al despertar (Polygram, 1998).Misa Criolla (Polygram, 1999).Acustico (Polygram, 2002).Corazon libre (Polygram, 2005).Cantora 1 (Polygram, 2009).Cantora 2 (Polygram, 2009).