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Editoriale 11 Le prossime sfide/ TIZIANO SUFFREDINI Previdenza 15 Budget 2011 18 Il sistema delle Casse professionali 20 Le dinamiche di Inarcassa 24 Il piano strategico 2011-2013 26 Inarcassa al Saie/ TIZIANO SUFFREDINI Professione 28 “Avanti ... ma c’è posto?”/ TIZIANO SUFFREDINI 31 Regolamento per l’accertamento dell’inabilità e dell’invalidità/ FABRIZIO FIORE 33 Inarcommunity. La professione in rete/ CINZIA PRESTIFILIPPO 35 Inarcommunity: un concorso per il logo/ SILVIA VITALI 39 La voce degli associati Inserto 43 Inarcassa On line/ TIZIANO SUFFREDINI Professione 56 disOrdini/ EMANUELE NICOSIA 62 A proposito di estimo/ SERGIO CLARELLI 66 Quando si dice mettere ordine/ ANGELO RAFFAELE GALLI 68 La voce dei sindacati Attività organi collegiali 70 A CURA DI TIZIANA BACCHETTA Dizionario previdenziale 72 L’abc della Previdenza/ A CURA DI CLAUDIO GUANETTI Spazio aperto 73 A CURA DI MAURO DI MARTINO Aggiornamento informatico 76 I nuovi monitor/ A CURA DI MARCO AGLIATA Terza pagina 79 Dino Gavina. Lampi di design/ VITTORIO CAMERINI 82 I maestri del ritratto/ CORRADO CORRADI 88 Laurie Anderson/ PAOLO DE BERNARDIN T r i m e s t r a l e della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti i r na C A SS A Anno 38 ottobre/dicembre 2010 i r na C A SS A Direttore responsabile Ing. Tiziano Suffredini Direttore di redazione Arch. Emanuele Nicosia Comitato di redazione Arch. Paolo Caggiano Arch. Vittorio Camerini Ing. Riccardo Capello Ing. Sergio Clarelli Arch. Antonio Crobe Arch. Giuseppe Drago Arch. Giampaolo Dusi Arch. Maria Pia Irene Fiorentino Arch. Angelo Raffaele Galli Per Inarcommunity Ing. Aristide Croce Arch. Luca Pregliasco Arch. Cinzia Prestifilippo Arch. Silvia Vitali Coordinamento redazionale e segreteria di redazione Tiziana Bacchetta e-mail: [email protected] Direzione e amministrazione Via Salaria, 229 • 00199 Roma La collaborazione a Inarcassa, su argomenti di natura previdenziale o che interessano la libera professione, è aperta a tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto. Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autore e non impegnano l'Editrice e la redazione. Realizzazione, composizione e stampa Maggioli Editore • Rimini Viale Vespucci, n. 12/n Progetto grafico Giuseppe Mazzotti Redazione Marco Agliata Corrado Corradi Paolo De Bernardin Mara Marincioni Pubblicità PUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicità di Maggioli Editore S.p.A. Sede via F. Albani, 21 - 20149 Milano tel. 02/48545811 fax 02/48517108 Sede operativa via del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN) tel. 0541/628439 • fax 0541/624887 Editrice Via Salaria, 229 • 00199 Roma Tel. 06/852741 • Fax 06/85274435 Internet: http://www.inarcassa.it Aut. del Tribunale di Roma n. 15088 del 10 maggio 1973 Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti e pensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva. La tiratura di questo numero è di 278.500 copie. i 4 . 2010

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Editoriale

11 Le prossime sfide/ TIZIANO SUFFREDINI

Previdenza

15 Budget 201118 Il sistema delle Casse professionali20 Le dinamiche di Inarcassa24 Il piano strategico 2011-201326 Inarcassa al Saie/ TIZIANO SUFFREDINI

Professione

28 “Avanti ... ma c’è posto?”/ TIZIANO SUFFREDINI

31 Regolamento per l’accertamento dell’inabilità e dell’invalidità/ FABRIZIO FIORE

33 Inarcommunity. La professione in rete/ CINZIA PRESTIFILIPPO

35 Inarcommunity: un concorso per il logo/ SILVIA VITALI

39 La voce degli associati

Inserto

43 Inarcassa On line/ TIZIANO SUFFREDINI

Professione

56 disOrdini/ EMANUELE NICOSIA

62 A proposito di estimo/ SERGIO CLARELLI

66 Quando si dice mettere ordine/ ANGELO RAFFAELE GALLI

68 La voce dei sindacati

Attività organi collegiali

70 A CURA DI TIZIANA BACCHETTA

Dizionario previdenziale

72 L’abc della Previdenza/ A CURA DI CLAUDIO GUANETTI

Spazio aperto

73 A CURA DI MAURO DI MARTINO

Aggiornamento informatico

76 I nuovi monitor/ A CURA DI MARCO AGLIATA

Terza pagina

79 Dino Gavina. Lampi di design/ VITTORIO CAMERINI

82 I maestri del ritratto/ CORRADO CORRADI

88 Laurie Anderson/ PAOLO DE BERNARDIN

T r i m e s t r a l edella Cassa Nazionale

di Previdenza ed AssistenzaIngegneri ed Architetti

Liberi Professionisti

i rna C ASSA

Anno 38ottobre/dicembre

2010

i rna C ASSA

Direttore responsabileIng. Tiziano SuffrediniDirettore di redazioneArch. Emanuele NicosiaComitato di redazioneArch. Paolo CaggianoArch. Vittorio CameriniIng. Riccardo CapelloIng. Sergio ClarelliArch. Antonio CrobeArch. Giuseppe DragoArch. Giampaolo DusiArch. Maria Pia Irene FiorentinoArch. Angelo Raffaele GalliPer InarcommunityIng. Aristide CroceArch. Luca PregliascoArch. Cinzia PrestifilippoArch. Silvia VitaliCoordinamento redazionale e segreteria di redazioneTiziana Bacchettae-mail: [email protected]

Direzione e amministrazioneVia Salaria, 229 • 00199 RomaLa collaborazione a Inarcassa, su argomenti di naturaprevidenziale o che interessano la libera professione, è apertaa tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto.Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autoree non impegnano l'Editrice e la redazione.

Realizzazione, composizione e stampaMaggioli Editore • RiminiViale Vespucci, n. 12/nProgetto graficoGiuseppe MazzottiRedazioneMarco AgliataCorrado CorradiPaolo De BernardinMara MarincioniPubblicitàPUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicitàdi Maggioli Editore S.p.A.Sedevia F. Albani, 21 - 20149 Milanotel. 02/48545811fax 02/48517108Sede operativavia del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN)tel. 0541/628439 • fax 0541/624887

Editrice

Via Salaria, 229 • 00199 RomaTel. 06/852741 • Fax 06/85274435Internet: http://www.inarcassa.itAut. del Tribunale di Roman. 15088 del 10 maggio 1973

Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti epensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva.

La tiratura di questo numeroè di 278.500 copie.

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iAlvaro Siza Vieira

Le illustrazioni di questo numero sonotratte dai seguenti volumi: Maddalenad’Alfonso e Marco Introini, Alvaro Siza:due Musei, Electa, Milano 2009; KennethFramton, Alvaro Siza. Tutte le opere,Electa, Milano 1999.

In copertina: Museo d’arte contempora-nea Serralves a Porto.

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ALVARO SIZA VIEIRAAlvaro Siza Vieira nasce nel 1933 nella città di Matosinhos inPortogallo. Dopo aver frequentato la Scuola di Belle Arti di

Porto, si laurea in architettura nel 1955. Collabora conFernando Tavora fino al 1958 e successivamente apreil suo studio professionale a Porto, dove tuttora svolge

la sua attività.Tra le prime opere meritano di essere citate: le quattro case

unifamiliari a Matosinhos(1954-57), il ristorante Boa Nova (1958-63) e la piscina

pubblica (1962-63) costruiti a Leca de Palmeira.Determinante il suo contributo nel campo dell’edilizia

popolare attraverso la realizzazione del quartiere di Quintada Malagueira a Evora (1977-97), una delle sue opere più

felici. Dalla metà degli anni settanta Siza lavora a più ripresea Berlino dove elabora una serie di progetti, tra i quali il

risanamento del quartiere di Kreuzberg e la costruzione delcomplesso residenziale di Schlesisches Tor (1980-84).

Invitato a partecipare ai più importanti concorsiinternazionali degli anni ottanta e novanta Siza realizza

prestigiose opere, oltre che in Portogallo, in Italia, in Francia,in Germania, in Spagna, in Olanda e in Brasile. Tra le opere

più significative di questo periodo: la Facoltà di architettura eil Museo della Fondazione Serralves a Porto, la Bibliotecadell’università di Aveiro, il Padiglione portoghese all’Expo

’98 di Lisbona, gli insediamenti residenziali a L’Aja, leResidenze della Giudecca a Venezia, la fabbrica Vitra a Wielam Rhein, il Rettorato dell’università di Alicante e il Museo

d’arte contemporanea a Santiago di Compostela. Tra lerealizzazioni più recenti è universalmente noto il Museo di

Iberê Camargo a Porto Alegre, in Brasile.L’architetto portoghese, accanto alla poderosa mole di

progetti di architettura, affianca altre attività quali laprogettazione di mobili e oggetti, la scultura e una

significativa attività critica e teorica.Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi ericonoscimenti, tra i quali il Premio Mies van der Rohe,

il Pritzker Prize e il Praemium Imperiale.L’opera di Alvaro Siza si colloca tra le più significative

espressioni del panorama architettonico internazionalecontemporaneo. La profonda coerenza nel suo lavoro e il

successo che la sua architettura riscuote sono il frutto di unalunga e laboriosa carriera vissuta con ammirevole equilibrio

tra ragione e fantasia.

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Sono tante le novità di cui parlare inquesto breve editoriale.Le prossime sfide

Edito

rial

e

Con questo numero mi viene affidata la Direzione del trimestrale “Inarcassa”.Dirigere una rivista è una sfida, se la rivista poi è “Inarcassa” oltre che avvincente la sfida è anchedi grande soddisfazione, per questo voglio innanzitutto porgere i miei ringraziamenti al Consigliodi Amministrazione che mi ha voluto in questo ruolo e mi ha affiancato un Comitato di Redazioneformato da colleghi capaci ed entusiasti di partecipare con me a questa avventura.Insieme iniziamo il nostro lavoro consapevoli che scrivere di previdenza non è facile e che ancorapiù difficile è farsi leggere e riuscire a divulgare la cultura previdenziale. Il compito non cispaventa, il nostro impegno sarà totale!Applicare una riforma previdenziale è sempre una sfida. Se poi la riforma è quella necessaria agarantire la sostenibilità di lungo periodo al sistema pensionistico degli ingegneri ed architettiliberi professionisti la sfida diventa immensa: in gioco è una vecchiaia serena per gli oltre 16.500pensionati, per i quasi 157.000 associati e per quelli che ancora verranno!Cercare e trovare modi efficaci per sostenere la nostra professione in un momento di profondacrisi economica è una altra sfida fondamentale. Il Comitato Nazionale dei Delegati, da sempreparticolarmente attento a questa problematica, ha deliberato gli indirizzi, già recepiti dalConsiglio di Amministrazione nel bilancio preventivo 2011, per promuovere e sviluppare le nostreprofessioni. È evidente che non può esserci previdenza senza lavoro!Quello che ci aspetta è un quinquennio di sfide che dovremo saper affrontare tutti insieme,lasciandoci alle spalle le passate contrapposizioni e sfruttando le capacità e le idee di ognuno.La modernizzazione dello statuto e dei regolamenti che lo accompagnano è solo il primo,necessario, obiettivo.Altre sfide ci attendono …

Tiziano Suffredini

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enza

Il Consiglio di Amministrazione, immediata-mente dopo il suo insediamento coerente-mente con le scadenze statutarie, si è trovatoad affrontare il suo primo impegno istituzio-nale con la predisposizione della proposta diBilancio Preventivo per l’anno 2011.Nell’affrontare questo adempimento ha rite-nuto opportuno dare da subito concretezza aquegli impegni che furono condivisi con lamaggioranza del Comitato Nazionale dei De-legati e, d’altro canto, recepire anche quelleistanze che, ancorché avanzate da chi fu oppo-sitore, hanno trovato comunque una ampiaaccoglienza nei Delegati. Ci pare di poter affer-mare che questo rappresenti una sintesi delleattese e delle intenzioni che furono definitecome i principali indirizzi di cambiamento cuila Cassa si sarebbe dovuta ispirare per divenire,nel futuro più prossimo, quell’Inarcassa attesadalla maggioranza dei nostri associati.Atteso che, conformemente alle nostre normedi riferimento, è a tutti evidente la struttura“autorizzativa formale” che permea il docu-mento, è sembrato utile compiere un oppor-tuno passo in avanti introducendo una visionepluriennale definita nel Bilancio Preventivoda elementi qualitativi.È però importante che si consideri come talevisione pluriennale sia in effetti la risultante diun processo tecnico interno di cui la Cassa sista dotando, assolutamente robusto e fondatosu presupposti teorici allo stato dell’arte, am-piamente collaudati in contesti pubblici e pri-vati, ma che realizzeranno una forte innova-zione nel nostro mondo: ci si riferisce allametodologia nota come Balanced Scorecard.

In sintesi il Consiglio con questo Bilanciosottopone all’approvazione del CND le LINEESTRATEGICHE che saranno perseguite nelprossimo triennio e ciò in quanto è inevitabileche molte azioni abbraccino più bilanci dallafase dello sviluppo a quella della completafase di entrata in esercizio.Le LINEE STRATEGICHE, nelle quali ricono-scersi e riconoscere le aree di miglioramentodella Cassa, vengono poi perseguite attraver-so l’individuazione di specifici OBIETTIVI, aloro volta declinati in LINEE OPERATIVE.Ovviamente il collegamento economico è daricercarsi in quella parte delle risorse di pro-getto impegnate nell’anno oggetto di appro-vazione del Bilancio Preventivo 2011, che perdefinizione è il primo del triennio osservato,non dimenticando che la maggior parte dellerisorse economiche che saranno assorbitenell’anno sono relative alle attività ordinarie.Conclusa questa doverosa premessa, l’azionedi governo che il Consiglio propone all’atten-zione del CND e che dovrà costituire l’impe-gno di tutti i Delegati, sia pure nelle diverseresponsabilità in funzione dei ruoli che cia-scuno riscopre, è indirizzata su 5 direttriciprincipali:1. Migliorare l’attuale livello di servizio all’as-sociato;2. Assicurare adeguatezza delle prestazioni esolidarietà;3. Assicurare una gestione ottimale del patri-monio;4. Operare per un Welfare innovativo e inte-grato;5. Garantire una Governance efficiente/efficace.

Come può osservarsi nell’estrema sintesi del-l’indirizzo di governo per impostare il pianodi azione degli organi sono facilmente rintrac-ciabili:a) L’obiettiva debolezza del nostro livello direlazioni con gli iscritti che, tra i vari processiistituzionali, è quello rimasto più carente nel-la qualità percepita da parte dei nostri iscrittiunitamente all’ulteriore sforzo, sempre ne-cessario, per una maggiore tempestività nel-l’evasione delle pratiche e comunque per unariduzione dei tempi di evasione stessi, rintrac-ciabile nell’obiettivo 1);b) La difesa dell’impianto previdenziale qualepatrimonio della Cassa attraverso la conserva-

Budget 2011a cura della Direzione Amministrazione e Controlloe dell’Ufficio Studi e Ricerche

•Museo d’arte contemporaneaSerralves a Porto, 1991-99,particolare interno.

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zione dei valori della solidarietà intergenera-zionale e della adeguatezza pensionistica, ov-viamente a condizione di salvaguardare l’equi-librio di lungo periodo. Questo obiettivo è unobiettivo in costante monitoraggio che vedetutti gli organi coinvolti per l’alta strategicità,coincidendo con il fine stesso della Cassa,obiettivo 2);c) La complessa situazione economica chenon sembra aver del tutto terminato i suoieffetti e che comunque ha modificato alcunifondamentali nelle economie occidentali siritrova nell’obiettivo 3), che riflette anche lacontinua ricerca dell’efficienza interna, testi-moniata dal continuo miglioramento degliidonei indicatori;d) È diffusa la consapevolezza che non sia piùil tempo di considerare la previdenza comeun’area di servizio silente per quarant’anniper poi essere attiva solo al termine della vitalavorativa o al momento della sciagura “irre-parabile”; in questo senso Inarcassa puòassumere un ruolo più attivo – che in parte giàassolve – per presentarsi come un “unico polo”previdenziale e assitenziale. Questa è la missio-ne da perseguire attraverso l’obiettivo 4);e) L’ultima esigenza rappresentata è quelladi passare ad una fase 2 della governancedella Cassa, l’obiettivo 5).Dal punto di vista dei risultati di esercizio, èquesto il primo bilancio che beneficia degliinterventi della Riforma per la sostenibilità,deliberata dal Comitato Nazionale dei Dele-gati a metà del 2008 e approvata dal Ministe-ro del Lavoro e delle Politiche Sociali conDecreto Interministeriale del 5 marzo 2010,anche se gli effetti della Riforma sarannoancora contenuti perché limitati all’aumentodella contribuzione minima soggettiva.Purtroppo l’incremento delle entrate contri-butive legato alla Riforma e all’aumento degliiscritti è contrastato dalla caduta dei redditi

degli associati, che soprattutto nel 2010 haavuto un effetto significativo. Maggiore diquanto stimato nel budget, ma inferiore diquanto si fosse paventato nei peggiori scena-ri ed accaduto in altre professioni.Lo Scenario economico, ma anche quelloprevidenziale, che fa da sfondo a questoBilancio di previsione 2011, continua, infat-ti, ad essere condizionato dalla crisi che haavuto inizio ormai oltre tre anni fa sul merca-to immobiliare e che poi, come sappiamo, siè allargata ai mercati finanziari internazionalicausando, nel 2009, una recessione a livellomondiale.Dopo il drammatico crollo delle quotazioniregistrato nel 2008, i mercati finanziari sonoin cauta ripresa da metà dello scorso anno,grazie anche a tassi di interesse – a breve e apiù lunga scadenza – ai minimi storici. Dopola flessione dei rendimenti registrata nel 2008,anche Inarcassa ha quindi tratto beneficio

del successivo recupero delle quotazioni re-alizzando un significativo recupero nel 2009poi proseguito in questo 2010. Sono statisuperati, quindi, i momenti difficili legati alladrammatica crisi finanziaria internazionale;la nuova Asset Allocation, deliberata dal Co-mitato Nazionale dei Delegati nella riunionedel 14-15 ottobre, disegna uno scenario incui la redditività obiettivo del patrimonioinvestito della Cassa è fissata al 6,54% nelperiodo.Questo si traduce in un aumento della reddi-tività del patrimonio investito, i cui riflessicontabili sono come di consueto intercettaticompatibilmente al rispetto delle poste iscri-vibili conformemente ai Principi Contabili edintegralmente considerate nel calcolo delrendimento gestionale.In questo quadro, il PIL del nostro Paese haaccusato nel 2009 un fortissimo shock, conun calo del 5% che è andato a sommarsi a

•Abitazioni e uffici Ceramiche Terrein,Maastricht, 1990, veduta.

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quello dell’1,3% dell’anno precedente. Glieffetti del quadro economico interno sul-l’attività professionale di Ingegneri e Archi-tetti sono stati accentuati, come accennatoin precedenza, dal crollo degli investimenti;secondo nostre stime, dopo la flessionedell’1,5% accusata lo scorso anno, la cadutadel reddito medio dei nostri associati do-vrebbe attestarsi nel 2009 attorno al 9%. Lanostra categoria ha risentito in misura ac-centuata della crisi proprio perché è partitadal settore immobiliare; al suo interno quel-la più colpita è stata la categoria degli Archi-tetti la cui attività professionale ruota inlarga maggioranza attorno al settore del-l’edilizia. Per il 2010 abbiamo previsto unmodesto rimbalzo del reddito medio, inlinea con un’inflazione che dovrebbe atte-starsi attorno all’1,6%; il ritorno ai livelli direddito pre-crisi, già di per sé non partico-larmente elevati, è rimandato.Dal lato, quindi, delle Entrate contributive,la caduta prevista del reddito medio nel

2009 dovrebbe quindi determinare una fles-sione del 2,6% dei contributi totali nel Pre-consuntivo 2010; i dati di Previsione del2011, invece, evidenziano un aumento del16,7%, a seguito anche della presenza delconguaglio relativo all’anno precedente (pri-mo anno di aumento dell’aliquota contribu-tiva soggettiva previsto dalla Riforma). Aqueste dinamiche contribuisce anche il favo-revole andamento degli iscritti, che dovreb-bero arrivare intorno a 156.800 unità nel2010 e a 162.800 nel 2011. Le Uscite perprestazioni istituzionali sono stimate in cre-scita del 7,3% nel 2010 e del 13% nel 2011per effetto di un costante aumento dellepensioni, in linea con le previsioni dei nostribilanci tecnici. Le uscite sono destinate adaumentare in misura sempre maggiore già inquesto decennio; bene ha fatto quindi ilprecedente Comitato ad intervenire sul qua-dro normativo – aumentando le entrate con-tributive e, in parte, contenendo le uscite –perché altrimenti la situazione dei conti del-

la Cassa sarebbe diventata drammaticamentepreoccupante, nello spazio di poco più di undecennio.In sintesi, il bilancio di previsione 2011 sichiude con un avanzo economico pari a 504milioni di euro, derivanti per circa 400 mi-lioni di euro dalla gestione previdenzialeche beneficia dei primi effetti della riformain ragione dell’aumento dei minimi, di 1,5punti percentuali del contributo soggettivo,mentre gli effetti dell’aumento del contribu-to integrativo dal 2% al 4% decorrerannodall’esercizio 2012. La gestione del patrimo-nio contribuisce invece per circa 100 milionidi euro.Questi risultati positivi, raggiunti in unoscenario complessivo poco favorevole, sonoimportanti, come accennato in precedenzaanche ai fini dell’equilibrio di lungo periododei conti della Cassa. Al riguardo, il nuovoBilancio Tecnico al 31/12/2009 ha valutatogli effetti del quadro normativo post Riformasui conti finanziari della Cassa. In linea conquanto previsto dal Decreto Interministeria-le 29/11/2007 e dalle successive circolariesplicative, il bilancio tecnico sviluppa leproiezioni su un orizzonte temporale di 50anni, coprendo il periodo 2010-2059. Sullabase delle ipotesi adottate, il nuovo bilanciogarantisce un periodo di positività del saldoprevidenziale fino al 2034, del saldo totalefino al 2041 e del patrimonio fino al 2057.Prendendo a riferimento il Saldo totale delleentrate e delle uscite, la stabilità della gestio-ne è, quindi, garantita su un orizzonte supe-riore di due anni al limite minimo dei 30indicato dalla normativa vigente. I prossimianni saranno incentrati su una costante veri-fica della “tenuta” della Riforma, che dovràtener conto degli aspetti legati alla sostenibi-lità finanziaria ma anche di quelli relativiall’adeguatezza delle prestazioni.

•Museo d’arte Ibere Camargoa Porto Alegre, 1998-2006,particolare esterno.

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enza Il sistema delle Casse professionali

a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche

Il sistema delle Casse è stato interessato, neglianni più recenti, da alcuni grandi temi e daimportanti cambiamenti destinati a produrreeffetti, di natura finanziaria, già a partire dalPreconsuntivo 2010 e dal Bilancio Preventivo2011. Il riferimento è, in particolare:i) alla sostenibilità finanziaria delle Casse, davalutare alla luce delle recenti disposizioninormative (e chiarimenti del Ministero delLavoro) e dei risultati dei nuovi Bilanci Tecni-ci, predisposti in base alle Riforme statutarieper la sostenibilità deliberate dalle singoleCasse;ii) alla peggiore crisi immobiliare, economicae finanziaria degli ultimi settant’anni e all’im-patto sui redditi della libera professione, lacui flessione incide, in modo negativo, sulleentrate contributive dell’anno in corso e del2011.Ai due punti precedenti, va aggiunta la mano-vra correttiva dei conti pubblici, varata direcente dal Governo (legge n. 122 del 30/7/2010 di conversione del decreto-legge n. 78del 31/5/2010) e che contiene alcune misurepenalizzanti per le Casse professionali.

La manovra correttiva e il sistemadelle Casse

La versione iniziale del provvedimento conte-neva diverse misure che restringevano il cam-po d’azione delle Casse, in contrasto con l’au-tonomia gestionale conferita loro all’atto dellaprivatizzazione: si trattava, per lo più, di misu-re volte al contenimento di alcune voci di

spesa (consulenze, convegni, mostre, missio-ni, formazione, ecc.) per le “amministrazionipubbliche inserite nel conto economico con-solidato della pubblica amministrazione,come individuate dall’ISTAT (ai sensi del com-ma 3 dell’art. 1 della legge 31 dicembre 2009n. 196)”, fra cui figurano anche le Casseprivatizzate. Questa inclusione, già contesta-ta in passato dalle Casse per la natura giuridi-ca privata attribuita loro dalla normativa diriferimento, vede l’Associazione di categoriafortemente contraria e decisa, al riguardo, apresentare un nuovo ricorso nel caso in cui

non vengano risolte le problematiche conse-guenti.Le obiezioni manifestate dalle Casse alla ma-novra sono state comunque in gran parte ac-colte e il passaggio in Parlamento ne ha ridi-mensionato di gran lunga la portata; sonotuttavia rimaste nella versione definitiva dellamanovra alcune misure che, oltre ad esserecontestate dalle Casse sul piano giuridico, pre-sentano anche margini di incertezza nella loroconcreta applicazione.La manovra riconosce in via ufficiale che l’atti-vità previdenziale e assistenziale svolta dalle

•Padiglione del Portogallo all’Expo ’98,Lisbona 1995-98, particolare esterno.

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Casse non rientra nell’esercizio di attività com-merciale; viene modificato l’art. 74 del d.P.R.917/1986 “Testo unico delle imposte sui red-diti” (che riguarda lo Stato e gli Enti pubblici),includendo tra le attività che non costituisco-no esercizio di attività commerciale anche “leattività previdenziali e assistenziali da parte diEnti privati di previdenza obbligatoria” (com-ma 11, art. 38). Si tratta di un riconoscimentoufficiale, che, nei fatti, non ha riflessi di naturafinanziaria o gestionale sulla Cassa.La manovra correttiva contiene anche alcunemisure in campo previdenziale, che, tuttavia,riguardano solo marginalmente il sistema pre-videnziale delle Casse; in particolare, interes-sa alle Casse la disciplina delle “finestre”relative alle pensioni da totalizzazione (chetocca, trasversalmente, tutti gli Enti previ-denziali) e l’istituzione del “Casellario del-l’assistenza” presso l’INPS, in relazione al-

l’invio dei dati. L’impatto su Inarcassa, tutta-via, è di modesta entità (l’onere per le pen-sioni da totalizzazione è del 2% circa dell’in-tera spesa per pensioni).

Sostenibilità finanziaria eadeguatezza delle prestazioni:le riforme di Inarcassa e delle altreCasse professionali

Negli anni più recenti, anche per effetto dellaspinta di un quadro normativo più stringente,le Casse hanno adottato una serie di Riforme,con l’obiettivo di garantire la sostenibilità fi-nanziaria di lungo periodo dei propri sistemipensionistici. I prossimi anni, a partire dal2011, saranno incentrati su una valutazionedella “tenuta” delle Riforme, che coinvolgerài due aspetti strettamente complementari tra

loro della sostenibilità finanziaria e dell’ade-guatezza delle prestazioni.La redazione dei nuovi Bilanci Tecnici al 31dicembre 2009 da parte delle singole Cassesarà un’occasione di “verifica” importante perla tenuta dei loro conti dopo i correttivi intro-dotti; sarà soprattutto l’occasione per verifica-re l’impatto della recente crisi economica efinanziaria sui conti delle Casse.Per valutare gli effetti di lungo periodo suiconti finanziari di Inarcassa, in termini disostenibilità, è stato redatto il Bilancio Tecni-co al 31/12/2009, come previsto dallo Statutoe dalla normativa vigente. In linea con quan-to previsto dal Decreto Interministeriale 29/11/2007 e dalle successive circolari esplicati-ve, il Bilancio Tecnico sviluppa le proiezionisu un orizzonte temporale di 50 anni (co-prendo il periodo 2010-2059) ed è statoredatto in due versioni: Bilancio Tecnico“specifico”, elaborato in base alle ipotesidemografiche ed economico-finanziarie per-sonalizzate della Cassa; Bilancio Tecnico“standard”, predisposto in linea con quantodisposto dal Decreto, con le ipotesi adottatea livello nazionale per l’intero sistema pen-sionistico pubblico. La relazione è stata com-pletata dall’analisi dei vari indicatori previstidagli artt. 4 e 5 del Decreto (tassi di sostitu-zione, rapporto tra riserva legale e patrimo-nio netto, congruità aliquota contributivavigente). Sulla base delle ipotesi adottate, ilnuovo Bilancio Tecnico garantisce un perio-do di positività del saldo previdenziale fino al2034, del saldo totale fino al 2041 e delpatrimonio fino al 2057. Prendendo a riferi-mento, come appare ragionevole in assenzadi indicazioni ufficiali da parte del Ministero,il Saldo totale delle entrate e delle uscite, lastabilità della gestione è, quindi, garantita suun orizzonte superiore ai 30 anni, limiteminimo richiesto dalla normativa vigente.

•Museo d’arte contemporaneaSerralves a Porto, 1991-99,veduta.

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enza Le dinamiche di Inarcassa

a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche

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Dinamiche reddituali e del volume d’affari, 2005-2010

Fonte: Inarcassa; stime per il 2009 e previsioni per il 2010.

La dinamica degli iscritti e deiredditi

A fine 2009, il numero di Ingegneri e Architettiliberi professionisti iscritti alla Cassa (inclusi ipensionati contribuenti) ha raggiunto le 149.101unità, in aumento del 3,6% sull’anno preceden-te. A fine 2010, i liberi professionisti iscrittidovrebbero raggiungere le 156.865 unità, increscita del 5,2% sul 2009. Per il 2011, il flussoin entrata e in uscita dovrebbe determinare unaumento degli iscritti inferiore a quello fattoregistrare nel 2010, portando il dato di fineanno a 162.765 (+3,8% rispetto a fine 2010).A livello aggregato gli iscritti a contribuzioneridotta aumentano nel 2010 in misura ben piùsignificativa (+37,5%); questa variazione riflet-te l’ampliamento da 3 a 5 anni delle agevolazio-ni previste per i giovani iscritti contenuto nellarecente Riforma della Cassa.L’incremento a due cifre dei pensionati contri-buenti (intorno al 19% in entrambi gli anni dellaprevisione) riflette il progressivo e previstoaumento del numero complessivo dei pensio-nati di vecchiaia e, in modo particolare, delleprestazioni previdenziali contributive; di que-sti, quasi l’80% svolge attività professionale inmodo continuativo.I redditi professionali dichiarati dagli iscrittisono l’altra variabile che influenza, in misuradeterminante, la dinamica della contribuzionedi questo Bilancio di Previsione 2011.Le previsioni sui redditi del 2009 e le stime peril 2010 sono pesantemente condizionate – moltopiù dei redditi 2008 – dal deterioramento delquadro economico, più in particolare, dallanetta contrazione degli investimenti nel settore

delle costruzioni e dal calo del reddito disponi-bile (e, quindi, della domanda di servizi) dellefamiglie. La riduzione dei redditi degli iscrittialla Cassa dovrebbe essere risultata particolar-mente consistente per gli Architetti, il cui fattu-rato, come è noto, è in larga parte legato alsettore dell’edilizia, che ben più di altri haaccusato, a partire dalla metà del 2007, la cadu-ta della produzione (e dei consumi).Le stime per il 2009 sono di un reddito profes-sionale medio in calo del -9% rispetto al 2008(contro il -1,5% fatto registrare nel 2008 e il+2,6% nel 2007); in termini reali la contrazio-ne del 2009 arriva al -9,7%.Per il 2010, è stato, invece, ipotizzato un redditoprofessionale medio in crescita dell’1,6% ri-spetto al 2009, che in termini reali dovrebbemantenersi costante sui livelli 2009.In previsione si stima che il volume d’affari IVAevolva in linea con il reddito professionale e ilrapporto tra i due aggregati si mantenga costan-

te rispetto al 2008.Le dinamiche congiunte dell’importo del red-dito medio e del numero dei professionistidichiaranti determinano una riduzione delmonte redditi pari al -5,4% (-6,1% in terminireali) nel 2009 e un aumento del 6,8% nel 2010.Si tratta della prima volta che interviene unariduzione del “monte reddito” complessivo (edel volume d’affari); anche questo è un indica-tore degli effetti che la crisi economica haprodotto sull’intera categoria dei liberi profes-sionisti iscritti a Inarcassa.

La contribuzione

L’interazione tra dinamica degli iscritti e deiredditi, da un lato, e riforma statutaria, dall’al-tro produce nel 2010 una diminuzione del -2,6% dei contributi complessivi. Per il 2011, siprevede, invece, un incremento dei contributi

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totali di 112,7 milioni, pari al 16,7%.Tenuto conto delle previsioni descritte in pre-cedenza, in termini di iscritti e redditi, i contri-buti soggettivi correnti del 2010 sono stimati inaumento dello 0,2% rispetto al 2009 (+3,9%nel 2009). Questa stima è determinata:• dall’aumento della contribuzione minimadel 9,1%, legato alla dinamica degli iscritti pre-vista nel 2010 (+5,2%) e all’aumento del con-tributo minimo unitario (+12,9%) impostodalla Riforma;• dalla diminuzione del -5,2% del conguaglioper le dichiarazioni relative all’anno fiscale 2009,dovuta alla contrazione stimata del redditomedio del -9% nominale (-9,7% in termini rea-li), che è stata in parte attenuata dall’aumentodei professionisti iscritti.Per il 2011, invece, i contributi soggettivi cor-renti sono stimati in aumento del 15,8% rispet-to al 2010. La stima è determinata:• da un aumento della contribuzione minimadel 19,4% dovuto all’incremento del 3,8% delnumero di iscritti previsto per il 2011 e all’incre-mento del 14,3% del contributo minimo unita-rio imposto dalla Riforma;• dall’aumento del 13,4% del conguaglio per ledichiarazioni relative all’anno fiscale 2010, le-gato all’incremento del reddito medio dell’1,6%,alla modifica dell’aliquota contributiva stabilitadalla Riforma (che passa dal 10% all’11%) eall’aumento dei professionisti iscritti nel 2010.I contributi soggettivi degli anni precedentidovrebbero risultare in significativa flessionenell’anno in corso; non sono stati, infatti, residisponibili, sin qui, i dati sui redditi e volumed’affari 2008 da parte dell’Anagrafe Tributariache sta procedendo ad una verifica generalizzatadelle convenzioni in essere. Si è dunque stimatoper il 2010 un ridimensionamento di questaattività di allineamento con importi che scendo-no a 8 milioni di euro (-29,4% rispetto al 2009) e,per converso, un forte rimbalzo nel 2011 (25milioni di euro, +212,5% rispetto al 2010).

Il contributo assistenziale, introdotto dallaRiforma per la sostenibilità e riscosso per laprima volta nel 2010, è stimato pari a 7,9 milionidi euro. Tale importo deriva dalla stima degliiscritti a contribuzione intera (che versano uncontributo assistenziale unitario pari a 60 euro)e di quelli a contribuzione ridotta (che contri-buiscono con un importo unitario di 20 euro).Per il 2011, la stima di 21,4 milioni di euro delcontributo assistenziale deriva, invece, per unaparte dall’applicazione dell’aliquota dello 0,5%sui redditi professionali relativi all’anno 2010,per la restante parte dall’applicazione del con-tributo assistenziale minimo unitario fissatodalla Riforma e pari a 65 euro.I contributi integrativi correnti sono stimati nel2010 pari a 129,9 milioni di euro (-6,4% rispettoal 2009); di questi, il 36,5% deriva dalla stimadella contribuzione minima (in diminuzionedel -2,3% rispetto al 2009, a causa della riduzio-ne di 12 euro del contributo integrativo mini-mo unitario), mentre la restante parte, pari a82,5 milioni (-8,6% rispetto al 2009), provienedalla stima del conguaglio per le dichiarazionirelative all’anno 2009. La riduzione del congua-

glio è legata alla contrazione, stimata per il2009, del volume d’affari complessivo. Nel 2011,i contributi integrativi correnti sono attesi inaumento del 4,5% (da 129,9 a 135,8 milioni dieuro). La previsione riflette, per quanto riguar-da la contribuzione integrativa minima, l’ade-guamento Istat del contributo minimo unitarioe l’aumento previsto dei liberi professionistiiscritti nel 2011; con riguardo al conguaglio, lacrescita del monte volume d’affari prevista peril 2010, già spiegata in precedenza.In analogia a quanto spiegato in precedenzarelativamente alla contribuzione soggettiva pre-gressa, anche i contributi integrativi degli anniprecedenti sono stimati in forte calo nel 2010 (-88,9% rispetto al 2009) e in aumento nel 2011(+700%, da 500 mila euro a 4 milioni).Anche il mercato delle Società di Ingegneria harisentito della contrazione dell’attività produt-tiva intervenuta a livello nazionale. Nel primosemestre del 2010, in base ai dati OICE, ilnumero delle gare per i servizi di ingegneria edi architettura si è ridotto rispetto al primosemestre del 2009, collocandosi al valore piùbasso rilevato dal 2000, con un aumento dei

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La dinamica degli iscritti, 2000 – 2011

Fonte: Inarcassa; stime per il 2010 e previsioni per il 2011.

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ribassi nell’aggiudicazione delle gare. I dati difine settembre confermano sostanzialmente ivalori previsti (40 milioni di euro) per il 2010;per il 2011, in base alle previsioni sul mercatodegli appalti pubblici per i servizi di ingegneriaed architettura, si stima una contribuzione inte-grativa pari a 42 milioni di euro.Il contributo di maternità è stato stimato,come in passato, in base alla copertura del-l’onere delle indennità di maternità erogate alleprofessioniste, che viene assicurata, in parte,attraverso un costo in misura unitaria fissa acarico del bilancio dello Stato (proporzionale alnumero di indennità erogate) e, in parte, attra-verso un contributo unitario a carico di tutti iprofessionisti iscritti alla Cassa. Il numero delleindennità di maternità è stato definito in funzio-ne del tasso di natalità rilevato storicamente.Per il 2010, il contributo unitario risulta presso-ché stabile rispetto al 2009 (67 euro a fronte dei66 del 2009); i contributi totali di maternità acarico degli iscritti sono stimati in crescita del5,2% rispetto al 2009. Per il 2011 è previsto cheil contributo unitario aumenti a 71 euro; diconseguenza, anche i contributi totali di mater-nità sono stimati in aumento (13,8%).L’andamento delle ricongiunzioni attive effetti-vamente notificate è atteso in flessione rispettoal 2009; nel corso del primo semestre 2010,infatti, sono stati definiti provvedimenti ammi-nistrativi di notifica dell’onere per 184 associa-ti, contro i quasi 500 provvedimenti per l’intero2009. Anche l’onere medio è in netta flessione:poco meno di 16.500 euro, contro circa 19.800euro del 2009.Le domande di ricongiunzione presentate nelprimo semestre del 2010 sono risultate, invece,in aumento: a metà anno, sono già pervenute,infatti, 927 domande (nell’intero 2009 sonostate 1.317); l’incremento, però, va valutatotenendo in considerazione che l’accettazionedell’onere da parte del professionista avvienesolitamente nell’ultima parte dell’anno.

Il volume finanziario dei contributi trasferiti,pari a circa 7 milioni nel primo semestre 2010,risulta stabile rispetto agli 8 milioni del seme-stre corrispondente del 2009.Le previsioni per il 2010 e 2011 sono di un valorecomplessivo, tra piani notificati e contributi tra-sferiti, pari a poco più di 18 milioni di euro,inclusi gli interessi previsti dalla normativa.Anche i riscatti hanno lo stesso tipo di anda-mento, caratterizzato da volumi in flessio-ne, anche se meno marcati: da 565 provve-dimenti notificati nel 2009 (già in flessionerispetto al 2008) si è passati a 200 nel primosemestre del 2010, con un onere medio cheoscilla – tra il 2008 ed il 2010 – su valorivicini ai 25.000 euro; anche per la stima diquesto istituto, rilevante sarà l’andamentodegli ultimi mesi dell’anno. Per il 2010 ed il2011, si è ipotizzato un valore sostanzial-mente stabile rispetto agli anni precedenti(11 e 12 milioni di euro, rispettivamente,nel 2010 e 2011).

Le prestazioni

A fine 2009, al netto dei trattamenti integrativi,sono state erogate 14.755 pensioni, in aumentodell’ 11,8% rispetto alle 13.196 dell’anno prece-dente; questa dinamica è spiegata principal-mente dagli incrementi registrati dalle pensionidi anzianità (+27,9%), di invalidità (+9,4%),ma soprattutto, dal forte aumento delle pensio-ni da totalizzazione (+90,4%) e delle pensionicontributive (+256,9%).Per il 2010 e 2011 si è ipotizzato un aumentodelle pensioni da totalizzazione e delle pensio-ni contributive; il totale delle pensioni erogatedovrebbe, di conseguenza, portarsi a 16.572 afine 2010 (+12,3%) e a 18.387 a fine 2011(+11,0%).L’onere totale stimato per le pensioni nel 2010(al netto dei trattamenti integrativi) dovrebbecrescere dell’8,4% rispetto al 2009 (+22,5 mi-lioni di euro), per effetto congiunto dei dueseguenti fattori:

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I contributi, 2009-2011 (in milioni di euro)

(1) Include i contributi di maternità e gli oneri a carico dello Stato.(2) Include le ricongiunzioni attive e i riscatti.

Fonte: Inarcassa; stime per il 2010 e previsioni per il 2011.

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• il numero di pensioni, stimato in crescita del12,3% per il 2010 (+ 1.817 unità);• l’onere medio di pensione, stimato in dimi-nuzione del 3,5% rispetto all’anno precedente;quest’ultimo è influenzato positivamente dallarivalutazione dei trattamenti all’indice Istat(+0,7%) e negativamente dal maggior pesoche assumono le nuove pensioni da totalizza-zione e le prestazioni previdenziali contributivedi importo piuttosto modesto.Per il 2011, viene confermato questo trend, conuna spesa per pensioni in aumento del 9,8%(+28,5 milioni di euro). La stima è dovuta a unaumento delle pensioni (dell’11,0%), in rela-zione ai soggetti che maturano il diritto allapensione.Le prestazioni di tipo retributivo (13.266 unitànel 2009), sono stimate in aumento sia per il2010 (+5,1%) e sia per il 2011 (+4,6%). Anchegli oneri totali e medi annui sono stimati inaumento rispetto al 2009, rispettivamente del7,5% e del 2,4%.Per quanto riguarda le totalizzazioni (pari a

297 a fine 2009), si prevedono 445 prestazio-ni a fine 2010 e 530 a fine 2011; la spesaaumenta da 5 milioni di euro del 2009 a 6,8e 8,1 milioni di euro stimati, rispettivamente,nel 2010 e 2011. L’onere medio annuo perquesta tipologia di prestazioni si riduce del10% nel 2010 e rimane sostanzialmente sta-bile nel 2011.Nel 2009 sono state corrisposte 1.192 presta-zioni previdenziali contributive; i beneficiarisono risultati per oltre il 75% di età superioreai 65 anni e con un’anzianità contributivapiuttosto contenuta (circa 10 anni). Le stimeper fine 2010 e fine 2011 prevedono un ulterio-re aumento di queste prestazioni, rispettiva-mente, a 2.190 unità nel 2010 e a 3.274 unità nel2011 ed un corrispondente aumento di spesa(dai 1.829.000 euro nel 2009 ai 4.390.000 euronel 2011). L’onere medio annuo delle presta-zioni previdenziali contributive resta di im-porto piuttosto modesto: 1.330 euro circa.I trattamenti integrativi, di importo medioassai modesto, continuano a diminuire in ter-

mini numerici, passando dai 2.084 nel 2009 ai1.896 nel 2011; in termini di onere totale, siriducono dai 653.000 euro nel 2009 ai 570.000euro nel 2011.Le altre prestazioni non previdenziali erogateda Inarcassa sono riconducibili alle prestazionidi natura assistenziale (indennità di maternità,sussidi agli iscritti, polizza sanitaria a favore diiscritti e pensionati e altre attività assistenziali,sviluppo della professione), alla restituzionedei contributi e alle ricongiunzioni passive.L’onere totale per le indennità di maternità èprevisto in crescita del 3,8% nel 2010 e del 3,3%nel 2011, in considerazione dell’aumento delnumero delle indennità (da 2.257 nel 2009 a2.350 nel 2011) e dell’importo medio (pari acirca 6.300 euro sia nel 2010 sia nel 2011).La spesa per le attività assistenziali (polizzasanitaria e altre attività) è stimata in aumentodel 5,4% nel 2010 e del 170,3% nel 2011; inquesto anno, infatti, le attività assistenziali tro-veranno pieno sviluppo in seguito alle risorsederivanti dal contributo dello 0,5% introdottodalla Riforma.L’onere sostenuto a favore delle misure per lapromozione e lo sviluppo della professione èstimato in 640 e 677 mila euro, rispettivamente,nel 2010 e 2011 (finanziamento in conto inte-ressi di aiuti economici, social network “Inar-community, studi di settore, Organismo per ilsostegno alla professione, ecc.).Riguardo alla restituzione dei contributi, a lugliodel 2008 è scaduto il termine per esercitare, daparte di tutti coloro che avessero compiuto 65anni e non fossero in possesso dei trenta anni dianzianità previdenziale, il diritto a richiedere larestituzione della contribuzione versata. I rim-borsi agli iscritti sono stimati per il 2010 pari a210.000 euro, -65,5% rispetto al 2009.Le ricongiunzioni passive hanno ormai un trendmolto contenuto. La contribuzione trasferitacomporta una previsione sul 2010 pari a 650.000euro, valore ipotizzato stabile anche per il 2011.

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Le prestazioni, 2009-2011 (in milioni di euro)

Nota: Ai dati delle prestazioni previdenziali e assistenziali vanno aggiunti i rimborsi agli iscritti e le ricongiunzionipassive, per un totale di circa 1 milione di euro.

Fonte: Inarcassa; stime per il 2010 e previsioni per il 2011.

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enza Il piano strategico 2011-2013

a cura della Direzione Amministrazione e Controllo

L’attuazione del Piano Strategico troverà unapiù compiuta definizione nei diversi Bilanci diprevisione, sotto forma di progetti specifici icui obiettivi operativi sono declinati nella ta-bella di seguito indicata, che schematizza icontenuti fondamentali del Piano 2011-13.È stato quindi proposto un modello di evolu-zione di Inarcassa nel quale l’Associazioneriesca a proporsi non solo come soggettocapace di erogare servizi previdenziali ade-guati e sostenibili, ma sia capace anche disviluppare un sistema di welfare innovativo,nel quale si integrino prestazioni previdenzia-li e assistenziali in senso stretto e di sostegnoalla professione.La consapevolezza di una professione ancorain costante sviluppo in termini demografici,

ma con una produzione aggregata in condi-zioni di stabilità e saturazione, porta a consi-derare per l’Associazione anche un ruolo disostegno alla professione da affiancarsi a quel-lo previdenziale e assistenziale, che resta co-munque l’obiettivo primario.Alla base di questa visione vi è la consapevolez-za della centralità dell’iscritto e della necessi-tà di migliorare la comunicazione e di avvici-nare maggiormente Inarcassa ai suoi associati.

Da questa visione strategica derivano le 5 lineeguida del Piano Strategico 2011-13.

1. il miglioramento dell’attuale livello diservizio all’associato:l’Associazione ha raggiunto, nel tempo,

un livello di servizio che deriva dall’impie-go ottimale delle risorse interne, dallariorganizzazione dei processi e da unmutamento culturale nell’approccio al-l’associato, che nel corso del prossimoquinquennio verrà orientato verso unamaggiore focalizzazione sulle necessitàrilevanti dell’iscritto (attraverso una mi-gliore comprensione delle sue esigenze),un più stretto rapporto tra Inarcassa eassociato (attraverso un miglior impiegodei canali di comunicazione) e, infine, unmiglioramento del livello di servizio (at-traverso l’evoluzione del concetto di front-end e l’impiego delle tecnologie di reteper l’erogazione di servizi innovativi e/opiù facilmente fruibili).

Linee strategicheMigliorare l’attuale livello di servizio all’associato

Assicurare adeguatezza delle prestazioni e solidarietà

Gestione ottimale del patrimonio

Welfare innovativo e integrato

Governance efficiente/efficace

Obiettivi

Rispetto dei tempi di erogazione dei serviziAumento della qualità resa/percepitaGaranzia di pensioni adeguateRedditività coerente con il bilancio tecnicoAumento del capitale disponibile per gli investimentiEfficaciaEfficienzaMiglioramento del livello di qualità e sostenibilità del patrimonio immobiliareContenimento dei costi di gestioneImpiego ottimizzato delle risorse derivanti dal contributo dello 0,5% da destinaread attività assistenzialiAmpliamento servizi di sostegno alla professioneMessa a regime organismo indipendenteModernizzazione dello statutoRevisione dei regolamentimenti

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Il piano strategico 2011-2013

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2. l’adeguatezza di prestazioni e solida-rietà:l’Associazione ha varato un’importante Ri-forma che, assicurando sostenibilità, hasalvaguardato il principio dell’adeguatezzadi prestazioni e di equità inter-generazio-nale, con la conferma del sistema retributi-vo e la tutela del principio della solidarietà;proseguirà nel corso del prossimo manda-to lo sforzo per salvaguardare i principi disolidarietà e adeguatezza. Il Bilancio Tecni-co attuariale costituirà lo strumento di co-stante verifica e di proposizione.

3. la gestione ottimale del patrimonio:parte importante per il raggiungimentodelle finalità strategiche viene svolto dallagestione ottimale del patrimonio. La ge-stione del patrimonio deve essere al servi-zio del binomio sostenibilità-adeguatezza,e si sostanzia non solo in principi di gestio-

ne prudente, efficace ed efficiente del pa-trimonio mobiliare e immobiliare, ma an-che in tutte le iniziative di contenimentodei costi e dei crediti.

4. un sistema di welfare innovativo e inte-grato:nel prossimo quinquennio verrà rafforzatol’impegno sui temi del sostegno alla pro-fessione e dell’assistenza, per dare una piùpiena attuazione al dettato statutario cheprevede un ruolo specifico dell’Associazio-ne anche nel campo dell’assistenza. In que-sto modo, Inarcassa andrà sempre più con-figurandosi come un “unico polo” previ-denziale e assistenziale per i propri iscritti,coprendo le diverse esigenze di protezionesociale della categoria di riferimento, conun sistema di welfare “sostenibile e solida-le”. Le risorse derivanti dal contributo del-lo 0,5%, deliberato dalla recente Riforma di

Inarcassa, andranno impiegate per svilup-pare prestazioni assistenziali (assistenzasanitaria, Long Term Care, inabilità tempo-ranea, ecc.) e per realizzare un welfare towork che accompagni l’associato durantetutto l’arco della sua vita attiva, assumendoun ruolo attivo nella difesa della professio-ne e del reddito.

5. il sistema di governance:Il capitolo delle Riforme è un punto fonda-mentale del Piano Strategico 2011-2013. Alsuo interno, la modernizzazione dello Sta-tuto e dei Regolamenti rappresenta unaspetto centrale del programma; l’operati-vità di Inarcassa sul territorio costituiscel’elemento essenziale per diffondere lacultura previdenziale e per consentire alComitato Nazionale dei Delegati di diven-tare bacino di raccolta e confronto delleesigenze territoriali.

•Museo d’arte Ibere Camargo a Porto Alegre,1998-2006, particolari esterni.

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Lo stand

Per la prima volta, ospite degli Ordini degliIngegneri delle Province di Piacenza, Modenae Ravenna, Inarcassa è stata presente al SaloneInternazionale dell’Edilizia – il SAIE – che si ètenuto presso la Fiera di Bologna dal 27 al 30di ottobre.La presenza, allo stand A259 del padiglione25, non è sfuggita ai moltissimi professionistiche abitualmente frequentano l’importantemanifestazione fieristica e che hanno approfit-tato dell’occasione per esporre ai funzionaridella Cassa numerosi quesiti relativi alle loroposizioni previdenziali e alle modifiche recen-temente introdotte nello Statuto.Il successo dell’iniziativa è andato ben oltreogni rosea previsione! Moltissimi i commentipositivi e quasi unanime l’incitazione a ripete-re anche nei prossimi anni e nelle prossimefiere l’esperienza. Qualcuno dei presenti haanche osservato che se la presenza fosse stataadeguatamente pubblicizzata molti colleghiavrebbero raggiunto lo stand portandosi die-tro “le carte” e magari avrebbero potuto risol-vere con maggiore semplicità il loro problemaed evitare le lunghe telefonate e le intermina-bili corrispondenze.Insomma dopo “Inarcassa in città” perché nonpensare anche ad “Inarcassa in fiera” come adun appuntamento istituzionale?

La tavola rotonda

Nell’ambito della manifestazione fieristica, il

giorno 28 si è tenuto un convegno dal titolo“L’Ingegnere e l’evoluzione della profes-sione”, alla tavola rotonda hanno partecipatoil Presidente del CNI Ing. Giovanni Rolando, ilPresidente del CNA Arch. Massimo Gallione,il Presidente dell’Assemblea dei Presidenti degliOrdini degli ingegneri Ing. Giuseppe Di Nata-le, il Preside della facoltà di ingegneria diBologna Prof. Ing. Pier Paolo Diotallevi e ilPresidente di Inarcassa Arch. Paola Muratorio.Gli argomenti trattati sono stati numerosi emolto interessanti; le sempre maggiori affinitàtra le professioni degli ingegneri e degli archi-tetti che potrebbero indirizzare i due ordiniprofessionali a sempre maggiori sinergie. Ilgrande, eccessivo numero delle facoltà di in-gegneria ed architettura presenti sul territorionazionale ed il conseguente enorme numerodi laureati che ogni anni vengono immessi sul

mercato del lavoro sempre più asfittico e privodi prospettive, la libera professione che inmolti casi per i giovani diventa solamenteun’altra forma di precariato e di lavoro subor-dinato sottopagato e privo di ogni possibilitàdi crescita, l’urgente necessità di fermare lafolle corsa ai ribassi selvaggi e di tornare ad unmercato regolato da tariffe professionali mini-me in grado di garantire corrispettivi dignitosida un lato e standard di qualità adeguati dal-l’altro, la incapacità del sistema Italia di assor-bire nuovi laureati che anzi si ritrovano esclusianche da quelle minimali forme di precariatoa cui si erano dovuti abituare per sopravvivere.Al dibattito hanno assistito numerosi profes-sionisti, soprattutto giovani, che in molti casihanno manifestato con interventi molto lucidied efficaci i loro disagi.

Inarcassa al Saiedi Tiziano Suffredini

Un’esperienza molto positiva ….da ripetere con qualchemiglioramento

•Saie 2010: Stand Inarcassa.Foto gentilmente fornita dall’ing. Mario Sbrozzi.

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“Avanti ... ma c’è posto?di Tiziano SuffrediniPr

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Le Università – in Italia sono attualmentepresenti 23 Facoltà di Architettura e 50 Facol-tà di Ingegneria – continuano ad iscrivere elaureare studenti sbandierando statistichedove si mette bene in risalto che il 95% deilaureati in ingegneria (qualcosa di meno inarchitettura) a tre anni dalla laurea hannotrovato un lavoro.Niente – o molto poco – si dice sulla qualitàdi questo lavoro e sul fatto che per molti deineolaureati “lavoro” significa solamentel’iscrizione all’Ordine professionale, l’aper-tura di una partita IVA e l’iscrizione ad Inar-cassa. Dopo questi primi passi indispensabilicomincia una fase di attesa, spesso snervan-te, che molto assomiglia al precariato giàpresente in altri settori del mondo del lavo-ro; attesa di un cliente, attesa di una oppor-tunità per mettere a frutto gli insegnamenti,spesso carenti, ricevuti nella facoltà sottocasa. Attesa di raggiungere un reddito mini-mo che permetta di programmare un futurofatto, se non di un mutuo per la casa, almenodi una compagna ed un figlio tutti ospiti nellacasa dei genitori.Per molti iniziare l’attività libero-professio-nale non coincide neppure con l’apertura diuno studio, questi iniziano sbrigando qual-che pratica per parenti o amici di famiglia,utilizzando il computer che era servito per glistudi, con programmi che hanno la licenzaper studenti o peggio non hanno nessunalicenza e nessuna garanzia di funzionamentoe rispondenza alle normative vigenti. Inizia-no e subito si scontrano con i meccanismicomplessi e farraginosi degli Uffici Tecnici

Tante difficoltà e pocheillusioni per chi inizia la liberaprofessione

dei Comuni o degli Uffici del Genio Civile,delle Autorità di Bacino, delle ComunitàMontane, delle Provincie, degli Ispettoratidel Lavoro, delle Aziende Sanitarie Locali echissà quanti altri …Per altri l’attività comincia con qualche lavo-ro affidatogli da colleghi più anziani chenecessitano momentaneamente di manodo-pera (meglio se a basso costo). Anche inquesto caso le illusioni durano poco: orariimpossibili prima delle scadenze, nessuncontatto con i clienti (non si sa mai …)

onorari – ma si dovrebbero chiamare salari –molto bassi e al lordo di CNPAIA, IVA edIRPEF e comunque al primo sentore di dimi-nuzione del lavoro … … tutti a casa.Uno scenario troppo pessimistico? Forse!Ma quali sono le reali possibilità per ungiovane che dopo la laurea decida di inizia-re la libera professione di ingegnere o archi-tetto? Quali sono le opportunità di lavoro equali i costi da sostenere? Proviamo, senzatroppe pretese, ad analizzare le une e glialtri.

•Centro Galego di arte contemporanea,Santiago de Compostela, 1988-93,particolare esterno.

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Opportunità di lavoro

Il primo risultato concreto, a valle della cate-na di montaggio che dentro le universitàproduce laureati in Architettura e in Inge-gneria a getto continuo, è che circa 10.000neo-laureati in Ingegneria o Architettura ognianno si iscrivono ad Inarcassa nella speranzadi poter trovare lavoro come liberi professio-nisti. Nei primi mesi del 2011 è stata superatala soglia dei 160.000 associati con un trend dicrescita che solo dal 2009 sembra manifesta-re un leggero rallentamento. Per avere untermine di paragone basti ricordare che nel1995, solo 16 anni fa, gli associati ad Inarcas-sa non arrivavano a 50.000 unità.Se da una parte è vero che le nuove normenel settore dell’edilizia hanno richiesto mol-te nuove professionalità (basta ricordare i

coordinatori per la sicurezza, i progettistitermotecnici, i progettisti acustici ed i pro-gettisti statici anche nelle costruzioni inmuratura) è anche vero che la mancanza diobbligatorietà delle tariffe professionali mi-nime hanno abbassato oltre ogni limite didignità l’importo degli onorari rendendosempre più risibile il margine che rimane,tolte le spese, al professionista.Allargando poi l’orizzonte dobbiamo osser-vare che nel settore dell’edilizia, quello cheinteressa maggiormente i nuovi iscritti, ope-rano anche gli ingegneri e gli architetti chefanno libera professione come secondo lavo-ro (i professionisti iscritti alla gestione sepa-rata INPS), operano poi i geometri e i peritiedili, operano, anche se marginalmente, iperiti agrari e gli agronomi. Insomma se sisommano tutti questi professionisti si sfiora

l’enorme numero di mezzo milione! Comedire che ogni 120 italiani (neonati e ultraot-tantenni compresi) c’è un tecnico diplomatoo laureato che ha necessità di lavoro peraprire o mantenere aperto il proprio studio!E nel conteggio non sono stati compresi idipendenti che progettano e dirigono lavoriper conto delle amministrazioni pubbliche!Come se non bastasse sui giornali che sioccupano di economia si legge che nel 2010gli investimenti per lavori pubblici sono di-minuiti del 20% rispetto al già asfittico annoprecedente; che nell’edilizia privata la dimi-nuzione è stata ben maggiore e pari al 34% eancora che l’industria negli ultimi tempi hacominciato ad espellere dal mondo del lavo-ro giovani assunti con contratti a terminesolo qualche anno prima.Sul fronte delle opportunità si può dunqueconcludere che la torta a disposizione degliingegneri e degli architetti si è rimpiccolita inmaniera consistente e nello stesso tempo ècresciuto a dismisura il numero delle fetteche si devono ricavare. Cosa succede inveceper i costi di esercizio?

I costi

Sul fronte dei costi, le sorprese che aspettanoi giovani non sono poche.Vediamo le principali fonti di spesa:• Costi per l’iscrizione all’Ordine professio-nale e ad Inarcassa. Queste spese godono diregimi agevolati nei primi anni di iscrizione(che finiscono presto) ma incidono comun-que non poco nel capitolo delle spese gene-rali;• Costo per il commercialista. Da non trascu-rare anche nel caso di regimi forfettari;• Costo per una assicurazione professiona-le. Il più grosso errore sarebbe quello di non

•Complesso residenziale Bonjour Tristesse,Berlino 1980-84, veduta.

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assicurarsi; con norme complesse e vincoliurbanistici rigidi l’errore è sempre dietrol’angolo, e il cliente, per quanto amico, nonè certo disponibile a chiudere un occhiosull’argomento. Anche in questo caso per igiovani sono disponibili agevolazioni;• Costi per l’affitto e le spese condominiali;• I costi di elettricità, telefono, fax ed inter-net;• I costi per l’acquisto degli arredi per l’uffi-cio, dei computer, stampanti, plotter, scan-ner ma anche della macchina fotografica, delfax, di qualche strumento di misura o di unGPS per chi voglia fare qualche lavoro topo-grafico;• I costi per l’acquisto e la manutenzione diprogrammi indispensabili all’esercizio dellaprofessione: programmi di analisi strutturaleper edifici intelaiati e in muratura, program-mi per il progetto e la verifica di muri disostegno o paratie, per il progetto e la verifi-ca di pali o micropali, programmi di disegnoo di modellazione, di rendering e fotomon-taggio e ancora mancano i programmi per icomputi metrici per la contabilità di cantiereper i calcoli termici ed acustici e chissà quantialtri.• I costi di aggiornamento che oggi sembra-no lievitare a ritmi impensabili solo fino aqualche hanno fa. I corsi di aggiornamentoproliferano e sembrano l’affare del momen-to; non c’è Facoltà, Ordine Professionale oAssociazione pronta a fornire, al costo chevaria da un centinaio a qualche migliaio dieuro un corso indispensabile per poter com-prendere le nuove norme che sono semprepiù complesse (e spesso confuse).Sommando tutte le voci e facendo moltaattenzione a non fare spese superflue, siarriva con facilità a cifre che si aggiranointorno a 30.000-40.000 euro per il primoanno e a non meno di 10.000 - 15.000 euro

per gli anni successivi.Come si vede dal confronto tra le esigueopportunità di lavoro (e quindi di guadagni)e le certezze di importanti spese, il bilancioche ne deriva è sconfortante. Esercitare lalibera professione di ingegnere ed architettonon è garanzia di lavoro e guadagno e, amaggior ragione, iniziare una tale attivitàpuò essere un errore irreversibile.

Le alternative

Ci sono strategie alternative alla libera pro-fessione o per esercitarla in maniera diversa?Difficile dirlo ma forse tre suggerimenti po-tranno avviare una riflessione sul tema.

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Primo: valutare la possibilità di lavoro al-l’estero. Ancora oggi i professionisti italianihanno un buon mercato lontano dall’Italia;Australia, Nuova Zelanda, ma anche Canada,Stati Uniti e Medio Oriente apprezzano lecapacità e l’estro dei nostri professionisti.Secondo: Per chi non sente lo spirito d’av-ventura e decide di rimanere è importanteevitare lo studio-faccio-tutto-io e puntare de-cisamente sullo studio-insieme-di-specialistidandosi delle regole precise su come lavora-re e dividersi gli utili.Terzo: Guardare cosa succede nelle altrenazioni europee e come funzionano gli studiprofessionali da quelle parti.Copiare le cose migliori in questo caso non èun reato!

•Quartiere residenziale di Malagueira,1977-97, veduta.

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Regolamento per l’accertamentodell’inabilità e dell’invaliditàdi Fabrizio Fiore

Le indagini effettuate lo scorso anno sui tempidi erogazione dei trattamenti “sensibili” – econ particolare riferimento a quelli legati al-l’invalidità e all’inabilità – hanno portato adidentificare una serie di aspetti tra i quali, conpercentuali tutt’altro che trascurabili, quellilegati alle prestazioni prodotte dai sanitariincaricati dell’accertamento sanitario dell’as-sociato.L’organizzazione precedente a quella recente-mente approvata prevedeva infatti l’utilizzodel Medico Referente Provinciale, scelto nel-l’ambito della terna designata da ciascun Ordi-ne Provinciale dei Medici, il cui giudizio venivasottoposto al vaglio del Sanitario di Fiduciadell’Associazione.Anche se il precedente articolato prevedevaun tempo massimo pari a trenta giorni perl’espletamento della visita, nei fatti sostanzialile verifiche effettuate hanno portato a consta-tare che tale livello di servizio veniva moltofrequentemente disatteso, costringendo lastruttura a numerosi solleciti e alla revisioneperiodica dei medici che non garantivano per-formance affidabili.Ne è conseguentemente derivata l’esigenzadi potersi dotare di un servizio con livelli diefficienza maggiori di quelli sino a quelmomento raccolti e, in particolare, valutarecon molta attenzione i risultati che la Cassadei Ragionieri stava ottenendo, dopo avereavviato una convenzione con l’INPS perl’utilizzo della sua struttura sanitaria pro-vinciale.Dopo un primo periodo di rodaggio, la Cassasuddetta ha confermato un parere più che

positivo per l’efficienza del servizio dell’INPS,tenendo altresì in considerazione che i tempidi erogazione degli accertamenti medico-sani-tari includono anche la trasmissione dellacertificazione in originale, che era spesso ulte-riore fonte di forti ritardi.La Direzione Attività Istituzionali ha conse-guentemente rappresentato al Consiglio diAmministrazione l’opportunità di avviare leazioni preliminari, finalizzate alla stesura esuccessiva formalizzazione di un protocollodi intesa con l’INPS con l’obiettivo di:

1. avvalersi della struttura pubblica dell’Istitu-to per gli accertamenti medico sanitari previstiper l’accesso al trattamento di inabilità o diinvalidità;

2. formalizzare con esso un accordo che pre-vedesse, oltre ai servizi di cui al punto 1.,anche un “tempo massimo di evasione” dellevisite mediche, ovvero che entro tempi certivenisse effettuata la visita ed inviata all’Asso-ciazione la documentazione medica a soste-gno;

3. stabilire un costo stabile e certo, ai finidi preventivare con sicurezza le spese an-nuali;

4. definire – qualora possibile – un’interfacciainformatica attraverso la quale, e sullo stessostile della procedura oggi vigente in tema diTotalizzazione, fosse possibile consultare lostato di avanzamento della visita, la documen-tazione medica presentata, gli eventuali ed

ulteriori accertamenti richiesti all’associato.

Le attività conseguenziali all’approvazionedell’Organo consiliare hanno necessariamen-te interessato – oltre ai contatti con l’INPS,nell’ambito del Coordinamento GeneraleMedico Legale – anche la revisione integraledel Regolamento, che doveva essere modifica-to in tutti i passaggi relativi alla struttura dellaterna del medici, per renderlo coerente conl’obiettivo che l’Associazione intendeva rag-giungere, rappresentato da una struttura pub-blica garante di livelli di servizio efficienti, acosto contenuto e gestiti attraverso le miglioritecniche.Le modifiche regolamentari sono state pre-sentate e discusse nella riunione del ComitatoNazionale dei Delegati del 25 e 26 marzo2010, che le ha deliberate ed inviate ai Ministe-ri Vigilanti i quali, il 28 ottobre, le hannoapprovate.Il testo del regolamento è riportato per interonell’inserto centrale di questo numero dellarivista.Sono in fase di predisposizione tutte le inizia-tive necessarie per diffondere l’informazionedella nuova modalità di accertamento sanita-rio, attraverso i canali abitualmente utilizzati(Comunicazione agli Ordini, E – Teca per laconsultazione ai Delegati, sito – sia nelle se-zioni riguardanti le “news”, sia in quelle speci-fiche dello Statuto – CD per i neoiscritti, ecc.),nonché le attività interne procedurali, che ciconsentiranno, non appena perfezionato ilprotocollo con l’INPS, di dare l’avvio al nuovosistema.

Approvate le nuove regolecon l’obiettivo di migliorarel’efficienzaPr

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InarcommunityLa professione in retedi Cinzia Prestifilippo

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La Comunità digitale degli architetti e degliingegneri liberi professionisti, oramai notacome Inarcommunity, è destinata a prosegui-re il suo cammino improntato sul “co-design”,così come stabilito dalla deliberazione appro-vata durante il Comitato Nazionale Delegatidello scorso ottobre.L’idea di Inarcommunity acquistava concre-tezza a seguito della deliberazione del Comita-to nazionale dei Delegati del 19 e 20 febbraio2009 circa l’utilizzo dei fondi destinati al so-stegno della professione: insieme ai prestitid’onore per i giovani iscritti e i finanziamentiin conto interessi, veniva disposta la creazionedi un “social network” con la finalità di fornireservizi, conoscenza ed opportunità agli iscrittiad Inarcassa.La sua nascita è dovuta agli intendimenti ini-ziali della Presidenza definiti con RenzoProvedel, esperto nel settore dell’innovazio-ne creativa, affinché si realizzasse un prodottocapace di promuovere il ruolo di ingegneri earchitetti innescando un processo diinterazione basato sul web, mezzo di comuni-cazione universale e indispensabile in qualsi-asi contesto; alla radice di tali input stava lavolontà di “aumentare la visibilità del profes-sionista, creargli nuove opportunità dibusiness attraverso una migliore conoscenzadella domanda di lavoro, dalle gare agliappalti e concorsi, e infine far crescere il suoknow how professionale grazie all’innova-zione e allo scambio di conoscenze tra colle-ghi generate dall’interazione via web…” (Pa-ola Muratorio). I risultati attesi dal primosocial network per architetti e ingegneri liberi

Sempre più numerosi gli ingegnerie gli architetti che vogliono farenetworking

professionisti andavano in realtà ben oltrel’immagine oramai consolidata di questi stru-menti, che recentemente hanno invaso la retecon finalità sociali, relazionali e partecipative:la “nostra” Comunità digitale si doveva costi-tuire anche “con lo scopo di studiare nuovestrade per lo sviluppo professionale…. ideenecessarie a risvegliare lo spirito di corpo e lavoglia di fare rete di una categoria abituataa lavorare in solitudine, ognuno entro lemura del proprio studio mentre la concorren-za globale deve spingere verso l’aggregazio-ne, verso la messa in comune dell’enormepatrimonio di saperi che caratterizza la no-stra categoria, e verso la consapevolezza cheuniti si riesce a tutelare meglio la professione…” (Mauro di Martino).Inarcommunity, sviluppata sulla PiattaformaNING, inizia a raccogliere i suoi primi milleiscritti il 23 luglio 2009, grazie a un e-mail conla quale il vice Presidente Mauro di Martinoinvitava tutti i liberi professionisti a farne par-te; il grande numero di richieste pervenutenelle prime 48 ore ha portato a riconoscere acirca 2.500 tra ingegneri ed architetti liberiprofessionisti la possibilità di essere i pionieridel nuovo e innovativo servizio on line diInarcassa. Da quel momento, sull’onda del-l’entusiasmo generale, se da una parte si cre-avano gruppi istituzionali quali i Tavoli diCreatività, la Redazione e la Web-TV, dall’altranascevano gruppi fondati dall’iniziativa spon-tanea dei professionisti: alcuni membri diInarcommunity, infatti, si sono ritrovati sutemi specifici, hanno manifestato il desideriodi aggregazione e hanno deciso di unire le

proprie competenze per una collaborazionefattiva (“Progetto Pilota”, “Archingstudio”),oppure che qualche collega decidesse di costi-tuire un gruppo dove poter discutere dell’uti-lizzo di determinati programmi e dove mette-re a servizio di tutti la propria conoscenza,invitando i componenti del gruppo a farealtrettanto (“Photoshop Tips & Tricks”, “Linuxe sistemi aperti”).L’imprinting della co-progettazione pervade-va profondamente Inarcommunity e con que-sto spirito si sono attivati alcuni servizi pensatiper ingegneri e architetti, come il “Broker”; loscopo è quello di offrire la possibilità di mi-gliorare l’offerta nei confronti dei clienti fina-li: ciascuno può essere committente (quandocerca nella Comunità professionale soluzionie collaborazioni professionali) ma nello stes-so tempo anche solutore (quando vuole offri-re le proprie capacità professionali, i propriservizi, ai committenti che ne fanno richiesta).Il primo utilizzo del servizio di Broker è statala gestione del Concorso per l’ideazione dellogo di Inarcommunity, bando indetto dalGruppo Redazione, aperto a tutti gli iscritti diInarcassa che risultassero membri effettivi delSocial Network alla data di pubblicazione delbando stesso; grazie al nuovo logo e al suomotto - Close to People, Open to Innovation,Inarcommunity compie un passo importanteper la sua evoluzione: il passaggio dalla condi-zione iniziale di Social Network verso quella diincubatore di servizi per la Comunità digitaleformata da architetti e ingegneri liberi profes-sionisti.È in questo contesto che parte un’altra impor-

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tante iniziativa, finalizzata alla creazione diservizi innovativi attraverso la modalità di co-design tra liberi professionisti e attori esterni:con il progetto “Dream & Learn” si vuole“inventare, progettare e realizzare servizi adalto valore aggiunto per creare opportunitàdi sviluppo dei ricavi per l’intera comunitàdi liberi professionisti” (Renzo Provedel); iprogettisti vengono assistiti e formati attraver-so un programma articolato di azioni mirate asviluppare il proprio “sogno nel cassetto” chediventerà così un servizio utile e proficuo perl’intera Comunità.Dal momento in cui, il 24 marzo 2010, laPresidente inviava una lettera a tutti gli asso-ciati invitandoli ad aderire a Inarcommunity,la Comunità digitale si è organizzata per l’oc-casione attivando una serie di “servizi” diorientamento ai nuovi iscritti: il meccanismodi navigazione non è sempre immediato, per-ciò è stato creato il servizio di help desk,disponibile sulla home page, e inoltre alcunimembri “esperti” si mettono a disposizioneper dare accoglienza ai nuovi iscritti. L’accesso

avviene utilizzando una mail e una password,così come per ogni altro servizio online; almomento dell’iscrizione, tra i dati anagraficiobbligatori compare anche il proprio numerodi matricola Inarcassa (indispensabile per ga-rantire l’adesione dei soli iscritti Inarcassa).L’apertura di Inarcommunity ai 150.000 iscrit-ti di Inarcassa ha reso necessaria la pubblica-zione e la gestione di un insieme di regole, chein rete viene comunemente denominata“netiquette” e che fa la sua comparsa suInarcommunity nel luglio 2010.Il rapporto sull’attività di Inarcommunity al 26ottobre 2010 trasmesso dalla Presidenza diInarcassa riferisce che a quella data gli iscrittisono circa cinquemila; gli architetti e gli inge-gneri che compongono la Comunità digitaleappartengono a 225 città italiane, ricoprendotutto il territorio nazionale, e hanno creato 86forum e 156 gruppi.Questa fotografia non riesce certo a catturarel’essenza di Inarcommunity né tantomeno ipassi della sua metamorfosi: la stessa Rivista diInarcassa le ha riservato sempre uno spazio

cercando ogni volta di coglierne le sue innu-merevoli sfaccettature, nella speranza di riu-scire in un “fermo immagine” che la definisseuna volta per tutte. E invece questo strumentoè stato sempre in evoluzione e sta acquistandocomplessità, richiedendo un impegno istitu-zionale ancora maggiore: è con questo spiritoche il 23 settembre 2010 il Consiglio di Ammi-nistrazione ha individuato all’interno del Co-mitato di Redazione del periodico di Inarcassaalcuni componenti il cui compito sarà quellodi supportare la governance e lo sviluppo diInarcommunity, in continuità con lo scopooriginario e i risultati finora ottenuti graziesoprattutto ai professionisti che finora hannoprofuso il loro impegno e che vorranno anco-ra collaborare alla sua crescita. Si tratta diproseguire lungo un percorso innovativo, ba-sato sulla continua evoluzione che caratteriz-za da tempo la nostra stessa professione, trac-ciato dall’analisi delle esigenze dei suoi utentie indirizzato verso la creazione di servizi chesiano di supporto all’attività degli architetti edegli ingegneri liberi professionisti.

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Fin dai primi mesi di vita chi ha frequentatoInarcommunity ha avuto l’opportunità di con-frontarsi attivamente sulle problematiche e leaspettative della professione. Il dibattito si èsvolto attraverso i tavoli di creatività dislocatinel territorio nazionale (Milano, Bologna, Sa-lerno, Treviso, Prato, Roma) e attraverso fo-rum, gruppi di lavoro e blog virtuali.Da subito si è discusso delle difficoltà profes-sionali incontrate e delle carenze managerialied imprenditoriali riconosciute da gran partedei colleghi partecipanti che, unite alla crisicontingente e alla mancanza di rappresentati-vità nel mondo politico, mettono in ginocchiouna categoria di professionisti e tecnici alta-mente preparati e competenti.In questa prima fase la community ha avutol’opportunità di interrogarsi sui propri biso-gni e fare proposte su servizi/soluzioni: doveper soluzione è da intendersi un contenutotecnico, una particolare competenza oppurela disponibilità a realizzare insieme un proget-to o a partecipare ad una gara. Da tali presup-posti è nato il Broker, strumento utile a farincontrare chi cerca soluzioni con chi offresoluzioni.La vision che ha dato il via alla sperimentazio-ne della Community di architetti e ingegneriliberi professionisti non poteva che essereimprontata su una co-progettazione di formee contenuti che ha coinvolto i primi utenti“volontari” alla partecipazione, discostandosidalla fruizione passiva di internet, tipica di unportale alla quale siamo solitamente abituati;fin dai tavoli di creatività fondamentale è ilcontributo attivo di ognuno nell’individuazio-

Inarcommunity: un concorso per il logodi Silvia Vitali

Dal confronto alla consapevolezzadell’appartenenza

ne di servizi utili all’intera collettività: i 150.000iscritti ad Inarcassa.Conclusa la fase di co-progettazione, Inar-community è oggi una realtà che comincia adare risultati a chi si è messo in gioco, creandoscambi, connessioni e collaborazioni a distan-za; un vero e proprio service che mette incomunicazione i liberi professionisti architettie ingegneri, i quali, grazie alle difficoltà edesperienze maturate ciascuno nel proprio set-tore di competenza, hanno oggi l’opportunitàdi far nascere nuove modalità lavorative eoperative, individuando insieme nuove com-messe e nuovi campi di applicazione e ricerca.È un percorso innovativo che muove dallaconsapevolezza che il nostro mondo profes-sionale è in continua evoluzione; a noi lascelta se limitarci a guardare il cambiamentooppure, con il nostro apporto di idee, compe-tenze ed esperienze, offrire un contributo intermini di attività e proposte operative, am-pliando così a 360 gradi il nostro punto diosservazione e favorendo le sinergie e la cre-scita professionale.Questi e molti altri sono i presupposti chespingono i colleghi a frequentare la communi-ty nei tempi più o meno risicati che l’attivitàprofessionale concede. C’è chi è entrato seria-mente e professionalmente e chi ha avuto unapproccio più ludico e distensivo; il meccani-smo di navigazione non è sempre immediatoma dopo le prime ore di navigazione e l’aiutodi colleghi “esperti” tutti imparano ad orien-tarsi e ad indirizzare il proprio interesse. Sefunziona è perché ci avete creduto.Ed è grazie alla partecipazione dei più “donati-

vi” che in Inarcommunity prende forma la con-sapevolezza dell’appartenenza, l’esigenza didarsi un logo, un simbolo, un’identità.Il primo utilizzo del broker è stata proprio lagestione del “Concorso per l’ideazione del logodi Inarcommunity” la nuova comunità di inge-gneri ed architetti italiani liberi professionisti.“Il tema del logo potrà essere una frase, unsegno, un’immagine o loro combinazioni as-sociative, è libero e deve poter esprimere l’ori-ginale visione creativa e prospettica, da partedel proponente, degli obiettivi attesi dallapartecipazione al Network Inarcommunity.[….]Il logo dovrà essere a colori, avere requisiti dipraticità ed originalità, flessibilità nell’utiliz-zo ed essere suscettibile di riduzione o di in-grandimento, di uso verticale od orizzontale,sia in positivo sia in negativo, e di riproducibi-lità anche in bianco e nero senza perdere, conciò, forza comunicativa. Il logo dovrà altresìessere utilizzabile su tutti i media (televisione,stampa, internet, ecc.). Il logo dovrà mantene-re la propria caratterizzazione di visibilità,riconoscibilità e di valori estetici su qualsiasiscala, da grande a piccola e prevedere l’appli-cabilità di abbinamento ad altri loghi/mar-chi”.Questa è stata la richiesta contenuta nel bandoindetto dal Gruppo Redazione, aperto a tutti gliiscritti di Inarcassa, che risultassero membrieffettivi del Social Network alla data di pubbli-cazione del bando stesso. Ciascun concorrentepoteva partecipare in forma singola o in gruppoe presentare una o, al massimo, due proposte dilogo da inviare in forma distinta.

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Ciascuna proposta grafica è stata presentatautilizzando l’applicativo Broker previa la com-pilazione di una scheda obbligatoria (condi-zioni di sottomissione, titolo e descrizione dellogo, budget proposto, esperienza del team,ecc.). In questo modo ogni concorrente hapotuto consegnare, in maniera del tutto ano-nima, gli elaborati richiesti: una sintetica rela-zione, il file del logo/marchio, una proposta diutilizzo come banner internet, carta intestatao T-shirt.La giuria del concorso, era composta da 10

gato gruppo “Progetto pilota”.Presidente nominato dalla giuria: Silvia Vitali.Supervisore e garante dell’anonimato: RenzoProvedel.Totale: 18 giurati, 1 presidente, 1 garante (duegiurati hanno chiesto di non partecipare allavotazione per motivi personali).Il concorso ha avuto un successo imprevedibi-le grazie alla folta e qualificata partecipazionedei concorrenti tutti meritevoli di una citazio-ne per l’ideazione, l’elaborazione grafica e perle motivazioni delle loro proposte.Al termine della scadenza fissata l’applicativoBroker ha fornito alla Giuria in maniera anoni-ma le 12 proposte pervenute (PDS proposte disoluzione) che sono state valutate secondo icriteri prestabiliti, tramite una scheda di vota-zione compilata da ogni singolo giurato; ilgarante dell’anonimato ha rivelato solo allafine i nominativi della classifica formulata.Le relazioni descrittive consegnate e gli elabo-rati grafici d’alto livello, oggi consultabili al-l’interno del network, colpiscono per l’acco-rato senso di appartenenza che trasmettono.Il logo vincitore è stato realizzato da FedericaBenatti, architetto di Bologna ed è stato accol-to dalla comunità con grande entusiasmo tan-to da avere subito stampato le prime maglietteed essere ormai diventato il simbolo ricono-sciuto di Inarcommunity.

Intervista a caldoL’autrice del logo vincitore “Inarcommunity -Close to people, Open to innovation” è statainformata della sua vittoria durante un incon-tro della community a Bologna; colta di sor-presa, ha risposto a caldo alle domande diCarmine Vitale raccontando il senso di appar-tenenza che ha provato in prima personavivendo e lavorando quotidianamente con ipropri colleghi in un mondo che in realtà nonè solo virtuale. Il video dell’intervista, realizza-

membri del grup-po Redazione,Gruppo banditore,e da 8 membri pro-posti in rappresen-tanza dei gruppipiù attivi allora pre-senti nel network;ogni candidato giu-rato doveva infattiavere una delega daparte di un grup-po.La giuria seleziona-ta è stata così com-posta:Membri dal grup-po redazione: 1.Alpago Lucia, 2.Brusacà Giuseppe,3. Dimonte Giusep-pe, 4. FranchettiRosada Filippo, 5.Gallerani Roberto,Tagliavini Riccar-do, 7. Vegliante Pa-olo, 8. Viglino Mau-rizio, 9. Vitale Car-mine, 10. Zampa-glione Antonio.

Membri aggiuntivi dai gruppi esterni:1. Bianco Paola, delegato gruppo “Collaudienergetici”, 2. Bove Luigi, delegato gruppo“CTU doveri e diritti”, 3. Coppola Emilio,delegato gruppo “Spazio ludico”, 4. FenaroliGiuseppe, delegato gruppo “Photoshop TipsAnd Tricks”, 5. Ghiglione Laura, delegato grup-po “Haiti, Cile, Cina, Turchia: Emergenza”, 6.Palmieri Luigi, delegato gruppo “Osservatorioleg. prof. per arch. ed ing. liberi professioni-sti”, 7. Sogus Silvano, amministratore gruppo“Suk di Inarcom”, 8. Verruso Pellegrino, dele-

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to da Riccardo Tagliavini, è consultabile all’in-terno del network.

Federica, hai vinto il concorso per il logo,qual’è il suo significato?“Un logo deve rappresentare l’identità di unacomunità e ogni comunità ha bisogno di unasua casa, di un qualche cosa in cui ogni perso-na si possa riflettere, trovare il proprio posto.Volevo che fosse un’immagine semplice, im-mediatamente riconoscibile anche dai bambi-ni, composto da forme geometriche pure.Io sono innamorata del pentagono come for-ma, perché rappresenta l’uomo, la vita, lanatura, e simboleggia la nostra proporzione.Mi piace giocare con le forme e vedere comequeste possono essere utilizzate per comuni-care tanti significati; l’interpretazione vienedata da chi le osserva, non è la forma che ti dicecosa è.

…e il colore? Come mai l’arancio?L’arancio è un colore che in tante culturerappresenta l’energia vitale, la creatività e lagioia di vivere elementi di cui noi tutti abbia-

mo bisogno; è il co-lore del calore, del-l’energia del sole,in tutte le varie sfu-mature della gior-nata.

Gli architetti so-no il pentagono,e gli ingegnerisono la cravatta?Il pentagono sonoarchitetti e inge-gneri uniti insiemeperché solo dallasovrapposizionedelle due lettere“A” ed “I” tu ottie-ni quella identità dicasa. Noi ci occu-piamo di progetta-zione, di migliora-mento di qualitàdella vita, di innovazione, di tecnologie, ditante cose ed Inarcassa ci unisce per racconta-

re Inarcommunity, gli architetti ed ingegneridevono stare uniti, insieme, ed essere letticontemporaneamente, non prima l’uno e poil’altro.

Perché proiettati su un altro piano?Perché da l’idea dell’ombra, di qualcosa dinaturale che può variare a seconda del puntodi vista. La luce viene da dietro e il riconosci-mento del simbolo avviene in controluce; vo-levo che raccontasse un mondo che ancoradeve essere scoperto, un’essenza leggibile frale righe e fra le forme.Volevo che desse l’idea di un’entità dinamica,viva e naturale, come la matrice di un qualcosain divenire, che potesse evocare tante identità.Il logo va violentato ed usato, ognuno puòfarci quello che vuole e rappresentarselo comegli pare, l’ombra cambia in ogni istante e a

PROFILO DELLA VINCITRICE

Federica Benatti è un architetto attivo ed eclettico. È dottore di ricerca in tecnologiadell’architettura, specializzata in progettazione partecipata e in architettura Feng-shui.Si occupa di progettazione integrata, di riuso e recupero edilizio, di allestimenti fieristici emuseali, di grafica e design. Nel 2009 ha aperto un co-working per sperimentare nuovi modelliorganizzativi più sostenibili per la libera professione e per sviluppare ricerche e progettiinnovativi con gruppi di lavoro multidisciplinari.È consigliere dell’Ordine degli Architetti di Bologna dove si occupa di iniziative di carattereculturale per la divulgazione dei valori dell’architettura moderna e contemporanea, diprogetti di rete con le istituzioni del territorio e progetti di carattere formativo per l’avvioalla professione dei giovani iscritti.È attiva anche sul fronte dell’associazionismo e del volontariato, offrendo gratuitamente leproprie competenze professionali ad associazioni del territorio che si occupano di valorizza-zione del patrimonio architettonico e paesaggistico locale e di qualità della vita nell’ambienteurbano e ospedaliero.

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volte non c’è; quella C potrebbe anche nonesserci… perché la Comunità si può anchespegnere se non c’è una sorgente, un qualcu-no che sa come utilizzarla.

Descrizione del logo vincitore “InArCom-munity - Close to people, Open to Innova-tion”Il logo sintetizza le iniziali delle parole checompongono InArCommunity, ovvero “Inge-gneri”, “Architetti” e “Community”: I, A,C.La sintesi avviene senza utilizzare un font matrasformando e re-interpretando la geometriabase del pentagono, considerata la forma purache simboleggia l’uomo.I pentagoni sono simmetrici per esprimere lacomplementarietà delle figure professionaliiscritte ad Inarcommunity: quello superiorerappresenta il mondo dell’architettura (ca-setta arancione) mentre quello inferiore ilmondo dell’ingegneria (mano di un robot inmetallo).La visione d’insieme che ne risulta fa emergereil vuoto centrale bianco che può essere ricono-sciuto come una “I” o come un omino con lacravatta. Grazie al vuoto il pentagono superiorediventa una “A” e quello inferiore una “C”.In questa composizione ogni professionistapuò riconoscere nelle forme pure utilizzateun elemento che appartiene alla propria areadi competenza tecnica o settore culturale.Il motto associato “Close to People, Open toInnovation” gioca con gli aggettivi aperto/chiuso. Nonostante l’apparente opposizionedelle due posizioni, la traduzione in inglesepermette di aggiungere un livello di letturapiù significativo che descrive i valori base cheInarcommunity veicola:• L’essere vicino alle persone (e capace di faravvicinare le persone…)• L’essere aperto all’innovazione (e promoto-re dell’open innovation…).

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Ancora sulla pensione di anzianità

Avere il proprio indirizzo di posta elettronicainserito in molte mailing list è spesso fonte diposta indesiderata che va ad intasare la pro-pria casella. Spesso ma non sempre, in questocaso mi sono state recapitate nel giro di qual-che ora tre lettere che riporto integralmentecon solo qualche ritocco per migliorare laleggibilità.

Scrive l’ing. Veneri P. di Verona

“Uno Statuto iniquo”

Premesso che l’Inarcassa corrisponde agli iscrittidue tipi di pensioni: una di vecchiaia (65 anni dietà con 30 anni di contributi), ed una di anzia-nità, per adeguare lo statuto di INARCASSA alrecente Decreto interministeriale del 5 marzo2010, il Comitato Nazionale dei Delegati hadeciso, il 26 marzo 2010,quanto segue:Art. 26 – Pensione di anzianità26.1 – A partire dal 1° Luglio 2010, in confor-mità alla Legge 247/2007, la pensione di anzia-nità è corrisposta a coloro che sommando glianni dell’età con gli anni del periodo di iscri-zione e contribuzione ad Inarcassa, raggiun-gono una quota pari a 96 (novantasei).A partire dal 1° gennaio 2011 ... quota pari a 97(novantasette) ecc.26.2 – La corresponsione della pensione èincompatibile con l’iscrizione all’Albo profes-sionale, ... ecc.

La voce degli associati

26.3 – La pensione è determinata con applica-zione dei commi dal primo al quinto dell’art.25,...L’ art. 25 riguarda la pensione di vecchiaia cheal comma 25.1 dice: “La pensione di vecchiaiaè corrisposta su domanda a coloro che abbia-no compiuto almeno 65 anni di età dopoalmeno 30 anni di iscrizione e contribuzionead Inarcassa...”.Il sottoscritto, avendo insegnato fino al 1984 ematurato una pensione minima (800 € almese), e quindi non potendo attuare la totaliz-zazione dei due periodi di insegnamento e dilibera professione, poiché, in data 10 Settem-

bre 2010, ha maturato 70 anni di età e 26 dicontribuzione, (cioè raggiunta quota 96), ri-tiene di aver diritto alla pensione di anzianità.L’Inarcassa, ha già precisato, verbalmente,che,non avendo il sottoscritto maturato 35 anni dicontribuzione, (ma ne ho maturati ben 40 diiscrizione e di libera professione) non sussisteil diritto di richiedere la pensione di anzianità.Il sottoscritto ritiene illegittima una normativache sia riduttiva rispetto alla norma nazionale,approvata con il Decreto sopracitato. Infatticon il requisito dei 35 anni di contribuzione,la somma di 70 anni di età e 35 di contributiporta alla quota di 105 e, in tal caso, si avrebbe

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•Museo d’arte contemporanea Serralves,Porto, 1991-99, veduta.

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diritto di chiedere la pensione di vecchiaia.Lo Statuto, fatto ad hoc, dice, espressamente,che possono ricevere la pensione di anzianitàcoloro che abbiano 58 anni di età e 35 anni dicontribuzione, la cui somma è pari a 93, quin-di inferiore ai minimi di legge (che prescrivequota 96) usufruendo, inoltre del computoretributivo e di 5 anni di riscatto della laurea,quindi viene tolto il periodo di iscrizione,perchè costoro ne hanno in realtà solo 30 annidi iscrizione.Quindi si toglie il diritto alla pensione a coloroche hanno meno di 30 anni di contribuzio-ne, (prima erano 25, ma i diritti acquisitinon valgono per l’Inarcassa) ma 70 di età,perciò con minori aspettative di vita, perlasciarla a coloro che possono andare inpensione a 58 anni, alla faccia della riformanazionale.Chiedo, cortesemente, l’attenzione del Sigg.riDelegati e la pubblicazione sul notiziario, per

informare i colleghi di questa iniquità, ed illoro supporto per modificare una normativacosì discriminante.

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Osserva l’ing. Giuseppe De Salvo di Cosenza

Egr. Ing. Veneri,prima di parlare di “statuto iniquo” facciamoun po’ di chiarezza e due conti: Lei oggi ha 70anni ed è in pensione dal 1984, cioè daquando lei aveva 44 anni, e quindi non conuna pensione minima o sociale ma con unapensione di Anzianità, erogata dall’INPDAP odall’INPS.Ne desumo che Lei abbia riscattato i 5 anniuniversitari e versato contributi per 19 anni esei mesi e che da 26 anni percepisce unapensione di anzianità e sempre da 26 anni hapotuto tranquillamente continuare l’attività,iscriversi ad Inarcassa ed avere la possibilitàdi maturare un’altra pensione.Un collega di sua pari età da sempre iscrittoad Inarcassa sarebbe andato in pensione dianzianità a 58 anni, ma avrebbe dovuto con-temporaneamente cessare l’attività, perchélo statuto di Inarcassa prevede l’obbligo di

•Abitazioni sociali De Punkt en De Komma,l’Aia, 1983-88, particolare esterno.

•Biblioteca dell’Università Aveiro,

1988-95, veduta.

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cancellazione dall’Ordine Professionale.Quindi questo collega ad oggi avrebbe per-cepito 14 annualità di pensione in meno egià da 12 anni avrebbe dovuto cessare l’at-tività e cancellarsi dall’Ordine degli Inge-gneri.Tornando al Suo caso Lei a 70 anni percepi-sce già da 26 anni una Pensione di Anzianitàe con le sue alchimie di calcolo vorrebbeconvincerci che Le spetta una seconda Pen-sione di Anzianità!!!Lei ha avuto una lunghissima Anzianità, oraha la possibilità di aggiungere a questa lapensione contributiva prevista dallo statutoe maturata per gli aggiuntivi 26 anni.Addirittura, fra quattro anni e a norma diquello statuto che Lei definisce iniquo, potràmaturare la pensione (retributiva) di vec-chiaia di Inarcassa.Ritengo che Lei dovrebbe ritenersi più chesoddisfatto e, mi permetta, anche un tantinofortunato, previdenzialmente parlando.Le auguro cordialmente di godersi lunga-

mente e serenamente entrambe le pensioni,ma per cortesia non parli di iniquità a quan-tomeno non ne parli a noi da sempre iscrittiad Inarcassa!!!Cordiali saluti

Anche l’ing Giovanni Quarato di Foggiaha qualcosa da osservare sull’argomento

Carissimo collega,tu sei stato proprio fortunato: ricevi unapensione, sia pur modesta, da 26 anni e, adoggi, avrai già recuperato tutti i contributiversati sia con la prima contribuzione sia conquella ad Inarcassa.

Ora ti lamenti perchè devi contribuire perancora altri 4 anni ad Inarcassa e ti confronticon chi ha “sposato” Inarcassa sin dall’ini-zio della propria attività senza avere le spal-le coperte dello stipendio fisso o dalla pen-sione.Trovo che la vera iniquità sia quella di per-mettere la doppia attività (dipendente e libe-ro professionista) e di aver permesso di anda-re in pensione a 44 anni!Le tue motivazioni non sono, a mio avviso,valide al punto di prendere in considerazio-ne la possibilità di modificare lo statuto.Buona professione.Cordiali saluti

Che altro aggiungere ...?

•Rettorato dell’Università,Alicante, 1995-98,particolare esterno.

•Padiglione del Portogallo all’Expo ’98,

Lisbona, 1995-98, veduta.

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In ambito di comunicazione ed informazione, internet si èconfermata negli ultimi anni il canale preferenziale di contattofra Inarcassa e gli associati. Sono più di 140.000 gli utentiregistrati a Inarcassa ON line, che accedono in modalità protettae riservata ai propri dati previdenziali e ai servizi interattivi, comel’invio telematico della dichiarazione annuale (circa 100.000dich. on line nel 2010).È proprio la consistenza di questi numeri che ha indotto Inarcassaa deliberare in Comitato Nazionale dei Delegati la modificastatutaria (di prossima approvazione ministeriale) che, già dalprossimo anno, rende obbligatorio l’invio telematico delladichiarazione dei redditi e dei volumi d’affari, mettendodefinitivamente da parte i modelli cartacei.Il 2011 sarà quindi un anno di svolta per Inarcassa on line: sonoin programma modalità di accesso facilitate e nuovi serviziinterattivi che saranno oggetto nei prossimi mesi di un’ampiacampagna di comunicazione.Ma Inarcassa ON line, come sanno molti dei nostri associati, ègià uno strumento indispensabile, non solo per la conoscenzacompleta e diretta dei propri dati previdenziali, ma per l’accessoesclusivo a servizi finanziari di sostegno alla professione come iprestiti d’onore per i giovani, i finanziamenti in conto interessiper gli over 35 e la Inarcassa Card, con cui si possono versare icontributi on line anche a rimborso rateale.Il servizio è aperto a tutti – iscritti, non iscritti e pensionati – ecomprende anche una sezione dedicata alle società di Ingegneriae alle Società di professionisti, attraverso la quale il rappresentantelegale può inviare la dichiarazione annuale dei volumi d’affari.Per accedere basta effettuare la registrazione on line sul sitoInarcassa: i professionisti scegliendo la scheda “registrazioneprofessionisti”, i rappresentanti legali delle società scegliendo lascheda “registrazione società”.

Inarcassa ON line: alla scoperta di un supportoindispensabile per il professionistadi Tiziano Suffredini

Nel 2011 Dichiarazione telematica obbligatoria

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Offriamo qui di seguito un sintetico vademecum dei servizidisponibili, rimandando per gli approfondimenti alle pagine delsito www.inarcassa.it.

Estratti conto

Il bilancio di tutta la vita previdenziale dell’associato è raccolta inquesta sezione; qui sono visibili e stampabili per ogni anno imovimenti contabili e saldi del:• Contributo Soggettivo• Contributo Integrativo• Penali• Contributo di maternità• Ricongiunzioni• Riscatti

Posizione personale

Questa sezione racchiude tutta la carriera del professionista intermini di:• Anagrafica• Dichiarazioni dei redditi Irpef comunicati ad Inarcassa

Il sito di

Per entrare nel sito della Cassa di Previdenza ed Assistenza pergli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti è sufficientedigitare su qualsiasi motore di ricerca la parola Inarcassa ilprimo indirizzo dell’elenco sarà www.inarcassa.it.Un click e apparirà la pagina di benvenuto…

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• Dichiarazioni dei volumi di affari ai fini IVA• Numeri di partita IVA e relative date di inizio e fine• Date di iscrizione e cancellazione ad Inarcassa• Date di iscrizione e cancellazione dall’albo professionale• Anagrafica per la pensione• Scadenziario storico.Attingendo a queste due sezioni è possibile ricostruire tutta lastoria previdenziale in Inarcassa dalla prima iscrizione fino almomento della consultazione; sono disponibili e stampabilil’anzianità in Inarcassa, i dati anagrafici, le iscrizioni e cancellazioni,le ricongiunzioni, le dichiarazioni annuali rese ad Inarcassa suidati reddituali e sul volume d’affari. Una vita professionale rac-chiusa e condensata in qualche decina di numeri.

Simulazione del calcolo della pensione

Tutti gli utenti registrati di Inarcassa ON line iscritti alla Cassa, ecioè tutti i professionisti che stiano maturando anzianità contri-butiva presso l’Ente (esclusi quindi non iscritti e pensionati)possono farsi un’idea dell’importo annuo lordo di pensione cheandranno a percepire quando ne avranno maturato il diritto, inbase a dati che essi stessi potranno presumere o stimare, come ladata di pensionamento e i redditi professionali per gli anni futuri.Il calcolo si può eseguire, apportando modifiche ai dati, tutte levolte che lo si desidera.

Simulazione del calcolo della prestazioneprevidenziale contributiva

La Prestazione Previdenziale Contributiva (PPC) spetta ai profes-sionisti che abbiano compiuto 65 anni di età senza avere maturatoi requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia, a condizione chenon fruiscano già di pensione di invalidità o inabilità, e chepossano vantare almeno 5 anni di iscrizione e contribuzione a

Inarcassa (anche non consecutivi, compresi i periodi riscattati e/o quelli ricongiunti da altri Enti).L’applicazione on line è studiata in modo da dare un’indi-cazione dell’importo annuo lordo della prestazione che siandrà a percepire quando si avrà maturato il diritto, in basealla situazione previdenziale e contributiva presente negliarchivi di Inarcassa e alla data, anche futura, di richiestadella prestazione, che il professionista stesso potrà ipotiz-zare. Anche questo servizio è destinato agli utenti registratidi Inarcassa ON line iscritti alla Cassa, esclusi quindi noniscritti e pensionati.

Simulazione del calcolo dell’onere di riscatto

La facoltà di riscatto, disciplinata dall’art. 45 dello Statuto e daapposito Regolamento, consente di incrementare l’anzianità diiscrizione e contribuzione utile ai fini della pensione e comportail pagamento di un contributo destinato a garantire la riservamatematica del periodo riscattato.L’applicazione on line è studiata in modo da dare un’indicazionedell’onere dovuto, in base a dati che il professionista stessopotrà definire o stimare, come gli anni da riscattare, la data cuiriferire il calcolo e i redditi professionali per gli anni futuri.Il servizio è destinato agli utenti registrati di Inarcassa ON lineiscritti alla Cassa, sempre esclusi quindi non iscritti e pensionati.

Variazione della residenza e dell’indirizzodi posta elettronica

Utilizzando Inarcassa ON line è particolarmente semplicemodificare l’indirizzo della propria residenza (attenzione deveessere quello dichiarato al comune!) e i numeri telefonici ol’indirizzo di posta elettronica a cui far pervenire le comunica-zioni di Inarcassa.

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Dichiarazione telematica

Analogamente alle dichiarazioni fiscali, anche le dichiarazioni adInarcassa e i relativi allegati possono essere compilati ed inviati pervia telematica.L’uso dello strumento telematico, che dal 2011 sarà obbligato-rio, presenta numerosi vantaggi – si pensi solamente al rischio dismarrimento da parte delle Poste, al costo della raccomandata edal tempo necessario ad approntarla e spedirla e ai possibili erroridei lettori ottici che devono leggere la dichiarazione – tanto cheormai la forma telematica ha sostituito la forma cartacea anche invirtù della scadenza al 31 ottobre in luogo della scadenza al 31agosto riservata alla forma cartacea.Il servizio, disponibile anche a pensionati e società, per i suoiinnegabili vantaggi, è destinato in breve tempo a diventare l’unicopossibile.Oltre alla dichiarazione è possibile compilare ed inviare:• L’eventuale rettifica alla dichiarazione• Il modulo relativo alle prestazioni effettuate nei rapporti dicollaborazione• Il modulo relativo alle prestazioni ricevute nei rapporti dicollaborazione• La delega al consulente fiscale.

Pagamento dei contributi on line tramiteInarcassa Card

I versamenti dei contributi previdenziali possono essere effettuativia internet con l’innovativa carta di credito InarcassaCard, realiz-zata esclusivamente per gli iscritti Inarcassa.InarcassaCard, a differenza delle carte tradizionali, è dotata di trelinee di credito: la prima, ordinaria, per consentire il pagamentodegli acquisti presso gli esercizi commerciali convenzionati coni circuiti Visa o Mastercard (in alternativa a scelta); la seconda,esclusiva, è dedicata al versamento via Internet dei contributi

dovuti a Inarcassa in modo sicuro e senza spese; la terza infine,dedicata ai prestiti personali, permette di trasformare in con-tanti, in parte o per intero, l’importo del plafond assegnato,con accredito della somma richiesta direttamente sul proprioconto corrente.Su tutte le linee di credito la carta permette il rimborso ratealedei pagamenti effettuati, con tassi particolarmente agevolatisulla linea riservata ai versamenti a Inarcassa. Chi è interessato adaverla, la richieda on line.

Inar-box

Inar-box è una “casella postale” in consultazione riservata epersonale di ciascun professionista, che consente ad Inarcassa direcapitare in formato elettronico, esclusivamente agli utenti delservizio telematico, la corrispondenza sinora spedita per posta. Unmessaggio e-mail avviserà il professionista ogni volta che vienerecapitata una nuova comunicazione. Il servizio Inar-box al mo-mento riguarda soltanto le comunicazioni di routine che Inarcassainvia attualmente per posta ordinaria. È esclusa la corrispondenzache, per procedura, deve essere inviata via lettera raccomandata equella relativa alle pratiche avviate singolarmente dai professioni-sti presso gli uffici.

Rilascio del certificato di regolarità contributiva

In base alla normativa vigente (Legge n. 166/02 - art. 90 d.lgs. n.163/2006 comma 7) essere in regola con gli obblighi previdenzialicostituisce una condizione necessaria per l’affidamento di incari-chi professionali, questa norma rende particolarmente importan-te ottenere la relativa certificazione in tempi molto rapidi.Proprio a questo scopo, Inarcassa On line mette ora a disposizio-ne dei professionisti registrati un nuovo servizio che consente,in condizioni di regolarità, il rilascio automatico della certifica-zione ai sensi della Legge n. 166/02.

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L’applicazione procede alla verifica dei requisiti previsti per ilrilascio del certificato, sulla base dei dati presenti sull’estrattoconto previdenziale al momento della richiesta on line. In casodi esito positivo, il certificato verrà generato automaticamente ereso disponibile in formato stampabile (pdf) nella casella Inarbox del richiedente. Il tutto in qualche minuto.

Prestiti d’onore per i giovani

Nell’ambito nel budget annuale stanziato per interventi a soste-gno della professione (art. 3.5 dello Statuto), già dal 2009Inarcassa destina parte dei fondi disponibili all’indizione di unbando annuale di “Finanziamento in conto interessi-prestitod’onore”, per sostenere l’accesso e l’esercizio dell’attività profes-sionale dei giovani associati sotto i 35 anni, con l’obiettivo difavorire il loro ricorso al finanziamento.Oggetto del bando è il finanziamento in conto interessi, tramiteconvenzione con l’Istituto Tesoriere Banca Popolare di Sondrio,con capitale fino a 15.000 euro per professionista da restituire inmax 5 anni (per il bando 2011), dove Inarcassa prende in caricoil 75% della quota degli interessi.La richiesta può essere inoltrata esclusivamente tramite InarcassaON line, specificando le finalità del finanziamento in un breveprogetto di utilizzazione, che può prevedere le spese di impiantodello studio professionale e quelle di acquisizione di strumentiinformatici.Il contributo sugli interessi è previsto esclusivamente in regimedi iscrizione ad Inarcassa; pertanto qualora, per qualsiasi ragio-ne, intervenga la cancellazione dai ruoli dell’Associazione dettocontributo viene meno e il professionista dovrà provvedere alloro pagamento integrale a decorrere dalla prima rata nonancora corrisposta, a meno dell’immediato rimborso del creditoresiduo. (Si rimanda per il dettaglio dei requisiti necessari e dellecondizioni economiche in essere alla pagine dedicate all’assi-stenza sul sito www.inarcassa.it).

Finanziamenti ON line agevolati

Sempre nell’ambito degli interventi per il sostegno alla professio-ne e nel limite del budget stanziato annualmente, sono disponibiliper gli associati “Finanziamenti in conto interessi” finalizzati all’alle-stimento o al potenziamento dello studio e allo svolgimento diincarichi professionali, con un tasso nominale annuo agevolato. IFinanziamenti in conto interessi - erogati tramite convenzione conl’Istituto Tesoriere Banca Popolare di Sondrio - sono diretti a tuttigli associati con almeno due anni di iscrizione, che possono usufru-ire di un abbattimento del 2%, preso in carico da Inarcassa, sul tettodi interesse. Come per i prestiti d’onore, le richieste possono essereinoltrate esclusivamente attraverso il servizio Inarcassa ON line. (Sirimanda per il dettaglio dei requisiti necessari e delle condizionieconomiche in essere alla pagine dedicate all’assistenza sul sitowww.inarcassa.it).

Conto corrente on line Banca Popolare di Sondrio

Tutti gli utenti di Inarcassa on line possono aprire un contocorrente “on line” con Banca Popolare di Sondrio a condizionivantaggiose e con la possibilità di interazione in tempo reale.Diventare clienti di Banca Popolare di Sondrio è semplice econveniente. Le principali condizioni economiche sono attual-mente:

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Come ottenere i codici di accesso

Per accedere al servizio Inarcassa ON line è necessaria la combinazione di 2 codici di accessoche vengono forniti, per sicurezza, in modo distinto:

Il codice PINPer ottenere il codice Pin, si deve compilare il modulo di registrazione on line: i professionisti scegliendo la scheda “registrazioneprofessionisti”, i rappresentanti legali delle società scegliendo la scheda “registrazione società”.All’invio dei dati, si ottiene la conferma della validità della registrazione.Inarcassa invierà per posta prioritaria un plico contenente un modulo di adesione ad Inarcassa ON line, sul quale è riportato,insieme alle generalità del richiedente, il Codice PIN, che è necessario custodire con la massima cura.Al fine di garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati che verranno visualizzati o scambiati in via telematica, è necessario che vengarestituito debitamente compilato e firmato il modulo di adesione, tramite la busta di ritorno già affrancata e acclusa, in cui vengonodefinite tutte le caratteristiche del servizio e le modalità secondo cui esso verrà erogato.Nella busta è necessario inserire anche la copia del documento di identità.

La passwordAppena Inarcassa avrà ricevuto il modulo di adesione firmato, comunicherà (per e-mail, sms o posta prioritaria) di aver registratol’adesione e di aver attivato il servizio.A quel punto il professionista (o il rappresentante legale della società) può collegarsi nuovamente ad Inarcassa ON line e richiederela Password che verrà generata automaticamente e visualizzata direttamente a video.Anche in questo caso è importante stampare e conservare la Password, perchè essa verrà visualizzata una sola volta.Appena ottenuta la Password, si potrà accedere ad Inarcassa ON line, digitando i due codici nella maschera d’accesso.

• nessuna spesa di gestioneinoltre, sono gratis:• le operazioni bancarie• la carta e i prelievi Bancomat da qualsiasi sportello (finoa 50 prelievi annui)• il pagamento di MAV, RAV e UTENZE• versamento contante a mezzo MAVIl servizio permette di accedere ad innumerevoli informazioni

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sulla propria situazione contabile, controllare i movimenti delproprio conto corrente con relativi dettagli anche attraversodiversi criteri di ricerca, attivare numerose funzioni dispositive(bonifici, giroconti, ricariche cellulari), operare con funzionidi trading on line sulla Borsa Italiana disponendo anche dinotizie finanziarie secondo tre linee informative. Al conto online possono essere collegati altri strumenti finanziari (cartabancomat, Inarcassa Card, mutui).

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Regolamento per l’accertamento dell’inabilità e dell’invalidità

Nel seguito il testo integrale del Regolamento per l’accertamentodell’inabilità e dell’invalidità, approvato dai Ministeri vigilanti

Art. 1.1 - II professionista in possesso dei requisiti previsti dagliarticoli 27 e 28 dello Statuto di Inarcassa, per fruire del trattamen-to pensionistico di cui ai citati articoli deve allegare alla relativadomanda – a pena di inammissibilità – un certificato medicorecante l’indicazione della eziopatogenesi e della anamnesi,l’indicazione della data in cui è insorta la condizione di inabilitào di invalidità e la sussistenza alla data di presentazione delladomanda:– dell’incapacità permanente e totale all’esercizio della professio-ne, ove venga richiesta la pensione di inabilità;– della riduzione in modo continuativo, a meno di un terzo, dellacapacità all’esercizio della professione, ove venga richiesta lapensione d’invalidità.Il richiedente deve inoltre comunicare, se ritenuto necessario, illuogo diverso dalla residenza dove potrà essere reperibile ai finidell’accertamento di cui all’art. 2, comma 1.1.2 - Prima della liquidazione della pensione di inabilità o diinvalidità dovrà essere presentata la seguente documentazione,anche autocertificata tramite dichiarazione sostitutiva di attonotorio:• certificazione relativa al possesso di partita IVA;• certificazione di iscrizione all’Albo professionale completa ditutti i periodi d’iscrizione;• dichiarazione di non essere soggetto ad altre forme di previden-za obbligatoria per i periodi d’iscrizione a Inarcassa e di nonessere titolare di altro trattamento pensionistico a carico di altroIstituto, ovvero, in caso affermativo, dichiarazione relativa alladecorrenza del trattamento stesso.Art. 2 - L’accertamento tecnico-sanitario dello stato di inabilità edello stato di invalidità viene demandato ad una struttura pubbli-ca o ad un ente pubblico di dimensione nazionale con il qualel’Associazione stipula una apposita convenzione. Il costo di tutti

gli accertamenti svolti in tale fase è interamente a carico di Inarcassasecondo quanto previsto da apposita convenzione. La convenzioneregola gli accertamenti tecnico sanitari relativamente a:a) domande di pensione di inabilità o di invalidità;b) revisione delle pensioni in corso di erogazione.2.2 - Nel caso che il richiedente risieda, o per motivi connessi allesue condizioni di salute, dimori anche temporaneamente in unostato della U.E., gli accertamenti di cui al comma 1 del presentearticolo potranno, in alternativa, essere affidati ad una strutturasanitaria pubblica o privata del paese ospitante. I documentirelativi all’accertamento sanitario dovranno pervenire ad Inarcassain una delle lingue ufficiali della U.E.2.3 - Nel caso che il richiedente risieda, o per motivi connessi allesue condizioni di salute, dimori in uno stato al di fuori della U.E.gli accertamenti di cui al comma 1 del presente articolo potranno,in alternativa, essere affidati ad una struttura sanitaria pubblica oprivata riconosciuta dall’ambasciata di Italia presso il paese ospi-tante. I documenti relativi all’accertamento sanitario dovrannopervenire ad Inarcassa esclusivamente in italiano, inglese, france-se o spagnolo.Art. 3.1 - Alla struttura pubblica saranno inviati, entro trentagiorni, gli atti relativi all’istanza di pensionamento come definitaall’art. 1, comma 1, anche nelle more di eventuali regolarizzazionidella posizione del richiedente presso Inarcassa.3.2 - La struttura pubblica esamina gli atti, sottopone a visitamedica l’Istante e compiuti tutti gli accertamenti ritenuti stretta-mente necessari, si pronuncia, entro e non oltre trenta giorni dalladata di ricezione degli atti, sull’inabilità o invalidità all’esercizioprofessionale con apposito referto medico-legale. Eventuali ac-certamenti specialistici ritenuti necessari ad insindacabile giudi-zio del medico incaricato da parte della struttura pubblica, previasegnalazione a Inarcassa, dovranno essere completati nel più

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accertata, in qualsiasi momento, entro dieci anni dalla concessio-ne della pensione.Art. 9.1 - La revisione delle condizioni psicofisiche del pensiona-to d’invalidità, ad esclusione delle pensioni dichiarate nonrevisionabili, è disposta ogni tre anni dalla data della primaliquidazione della pensione.9.2 - La pensione di invalidità è definitiva quando la riduzione inmodo continuativo a meno di un terzo della capacità di eserciziodella professione è stata confermata altre due volte, dopo laprima concessione.Art. 10 - L’erogazione della pensione è sospesa nei confronti delpensionato di inabilità o di invalidità che non si presti allarevisione.Art. 11 - Le revisioni sono effettuate con la procedura di cui agliarticoli 3, 4, 5, 6.Art. 12.1 - La Giunta Esecutiva dispone, entro 60 giorni dallaricezione della domanda, l’erogazione di un acconto pari a dueterzi di otto volte il contributo soggettivo minimo in vigore almomento della domanda di pensione.12.2 - L’erogazione dell’acconto è subordinata alla presentazio-ne dell’intera documentazione di cui all’art. 1, comma 3.12.3 - L’ acconto percepito dovrà essere integralmente restituitocon interessi legali qualora la pratica si concluda con la reiezionedella domanda di pensione di inabilità o di invalidità.Art. 13.1 - La maturazione del diritto alla pensione di inabilità odi invalidità coincide con la data di presentazione della domandao, in caso di infortunio, con la data di quest’ultimo.13.2 - Una diversa data di maturazione del diritto a pensionedovuta all’insorgenza della inabilità o della invalidità di gradopensionabile, può essere dimostrata su base documentale daparte dell’istante.Art. 14 - Eventuale contenzioso sull’applicazione dell’art. 13,comma 2, dovrà essere risolto con la procedura Collegiale di cuiall’art. 6.Art. 15 - Alle domande in corso di istruttoria si applica il presenteregolamento se più favorevole.

breve tempo possibile.3.3 - Il giudizio della struttura pubblica, completo di verbalemedico e della documentazione redatta dalla struttura stessaviene sottoposto al vaglio del Sanitario di Fiducia di Inarcassanominato dal Consiglio di Amministrazione.3.4 - Il Sanitario di Fiducia entro 15 giorni può richiedere alla stessastruttura che ha effettuato l’accertamento tecnico-sanitario, laddovene ricorrano gli estremi, un supplemento di visita o l’integrazionedella stessa con particolari accertamenti specialistici.3.5 - Detta visita, gli accertamenti eventualmente richiesti e lacomunicazione dei risultati dovranno essere espletati entro trentagiorni dal ricevimento della richiesta.Art. 4 - Il Sanitario di Fiducia, previa approvazione della GiuntaEsecutiva, ha facoltà di sottoporre l’Istante ad un controllo sanita-rio che sarà effettuato presso il luogo di residenza dell’Istantestesso, nei tempi e nei modi che deciderà il Sanitario di Fiducia, asuo insindacabile giudizio, con oneri a carico di Inarcassa.Art. 5 - In ogni fase procedurale l’Istante può farsi assistere, a suespese, da un Medico di sua fiducia.Art. 6.1 - Documentata comunicazione dell’esito negativo degliaccertamenti sanitari viene inviata all’Istante entro 15 giorni dalricevimento del parere del Sanitario di Fiducia. L’Istante, entrosessanta giorni dal ricevimento della comunicazione stessa, puòrichiedere che l’accertamento definitivo venga deferito ad uncollegio composto da tre medici, dei quali due sono designati dalleparti ed il terzo, specializzato in Medicina Legale e delle Assicura-zioni è nominato dai primi due.6.2 - Qualora si proceda alla costituzione di collegio medico chenon dia luogo a riconoscimento dell’inabilità o dell’invalidità, irelativi oneri sono a carico dell’Istante.6.3 - Il parere del Collegio medico è definitivo.Art. 7 - Qualora gli accertamenti sanitari abbiano dato esitonegativo ed in caso di mancato ricorso al Collegio Medico o digiudizio negativo espresso dal Collegio stesso, la domanda dipensione è respinta d’ufficio.Art. 8 - La permanenza delle condizioni d’inabilità può essere

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e disOrdinidi Emanuele Nicosia

Ingegneri, architetti e il rispettodelle regole

Con questo articolo – ed altri che seguiranno– vorremmo esplorare alcune delle questionipiù critiche che interessano la nostra profes-sione. Per farlo oggi parliamo di “disOrdini” elo facciamo con l’autore del libro, nonchécollega ingegnere, Alessandro Maria Calì chesi è preso la briga di scrivere un libro dal titolodisOrdini appunto (www.navarraeditore.it)sull’operato degli Ordini professionali in ge-nerale, ed in particolare con riferimento alrispetto delle norme deontologiche che sonoalla base del nostro esercizio professionale. Iltema dell’efficienza degli Ordini professionaliin genere, e sull’operato di questi nell’applica-zione delle norme deontologiche, è un temadavvero scottante in una realtà complessa edifficile come quella italiana. E allora provia-mo ad entrare subito in argomento e passiamoalle presentazioni.

Ing. Alessandro Maria Calì, si presenti.Sono nato e vivo a Palermo, 42 anni, esperien-ze di lavoro all’estero, dottorato di ricerca alNavale di Napoli, libero professionista da 15anni, sposato con una figlia. Dal 2005 al 2009presidente dell’Ordine degli ingegneri di Pa-lermo “disOrdini” è il mio primo libro, Navar-ra editore Palermo.

Quale è stato il ruolo del Presidente di unOrdine importante ed autorevole comequello di Palermo che conta più di 5000iscritti, in una realtà complessa e difficilecome quella siciliana’?Sono stato eletto nel 2005 all’età di 36 anniallora più giovane presidente di un grande

Ordine professionale (dal 2009 la più giovaneè la collega di Verona, Ilaria Segale). Da subitocon i colleghi del Consiglio mi sono confron-tato con problematiche spinose a partire daquella della mancanza di lavoro. Nel corso delmandato ci siamo adoperati promuovendonumerose iniziative tra le quali mi piace ricor-dare i corsi di formazione e aggiornamentoseguiti da oltre mille colleghi e i convegni susvariati temi tra cui quello del ciclo dei rifiutiche ha messo a nudo il malaffare che si celavadietro la gara per i nuovi termovalorizzatori darealizzare in Sicilia, poi annullata. L’esperien-za purtroppo è terminata quattro mesi primadella conclusione naturale del mandato con lemie dimissioni in seguito ad una mozione di

sfiducia presentata da 8 dei 15 consiglieri.

Esiste oggi una consapevolezza diversacon riferimento ai principi etici cui ispi-rare la propria attività professionale?Nelle nuove generazioni esiste una consape-volezza ben diversa rispetto a qualche decen-nio orsono, quando la parola mafia si potevapronunciare solo sottovoce, ma, non vorreisembrare scoraggiante, le nuove generazioninon sono quelle che muovono le leve delpotere e di recente si sono scoperti alcuni casidi professionisti-boss, oltre che di professioni-sti al servizio dei boss. Di contro esiste unaquinta colonna di professionisti che si ispira-no unicamente a valori di correttezza e pren-

•Sopra e a fianco:presentazione del libro pressola sede di Addiopizzo di Palermo.

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dono le distanze dal malaffare in tutte le suesfaccettature, ma purtroppo questa ancoranon è la regola che vale per tutti.A fronte della lezione che i ragazzi dell’associa-zione “Addiopizzo” di Palermo ci hanno forni-to nel settore del racket delle estorsioni, pur-troppo come svelo nel libro, ci sono anchecentinaia di professionisti condannati da untribunale per collusione con le organizzazionicriminali e gli Ordini delle relative professioni(architetti, avvocati, ingegneri, commerciali-sti, medici, ecc.) continuano a far finta diniente nascondendosi dietro il paravento delgarantismo. Anch’io sono garantista, ma nonpossiamo trasformare il garantismo in impu-nità. Se dopo anni di indagini delle Forzedell’Ordine e dopo anni di dibattimenti eudienze i Giudici arrivano ad una sentenza dicondanna, ci deve pur essere qualcosa di de-plorevole nel comportamento del professio-nista condannato. Qualcuno risponde che gliOrdini non sono in condizione di fare delleindagini proprie. Invero basta leggere gli atti

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processuali per scoprire che il professionistasi è macchiato di gravi colpe deontologiche,quasi sempre ha lucrato indebitamente d’intesacon esponenti delle organizzazioni criminali,indipendentemente da fatti che possono confi-gurarsi come reati penali o meno. A me nonpiace lavorare in una città nella quale mi devoconfrontare con dei professionisti collusi. Pen-so che ancora peggio sia per i più giovani chenon trovano lavoro, specialmente nel mezzo-giorno d’Italia, anche perchè l’economia è asfit-tica a causa dei loro traffici e delle loro conni-venze con alcuni pezzi di burocrazia malata.

Cos’è oggi la “specchiata moralità” postain evidenza nelle norme deontologiche cheregolano il nostro esercizio professionale?Si tratta di tutte quelle condotte ispirate avalori di correttezza e lealtà che non consento-no di poter approfittare del patrimonio diconoscenze del professionista a dispetto dellacommittenza e aggiungerei, senza timore dismentita, è anche la presa di distanza assoluta,

senza se e senza ma, dagli appartenenti allemafie e ai loro traffici sia diretti che di riciclag-gio. Confidustria in Sicilia, con un’iniziativaliberamente decisa al proprio interno ha tra-dotto la specchiata moralità in un principio diassoluta incompatibilità con relazioni perico-lose, per potersi associare. Nel nostro casoinvece il legislatore ha sancito da più di 70anni che la specchiata moralità fosse un pre-requisito per essere iscritto all’albo o in man-canza del quale si deve essere radiati.Ripeto si deve non si può. Questa norma è neifatti purtroppo largamente disattesa dagli Or-dini professionali, cioè dagli organi che hannoper legge il compito di vigilare sul rispettodelle norme deontologiche dei propri iscritti,in quanto continuano ad essere iscritti edesercitare la loro professione architetti, inge-gneri, commercialisti, ecc. per i quali si è giàaccertato che hanno commesso degli atti con-trari alla specchiata condotta morale.

Sino a che punto il professionista=collettobianco è essenziale nel meccanismo cri-minale?Il white collar crime è una specificità di crimi-ne che fu ben codificata da Edwin Sutherlandnegli Stati Uniti fin dal 1939. Con un’operamonumentale egli svelò che i crimini più peri-colosi per la società non fossero quelli deibassi ceti sociali bensì quelli commessi daicolletti bianchi. Dalle nostre parti la consape-volezza della portata di questo crimine è mol-to più recente ma non sfugge più a nessuno lasua centralità perchè siamo di fronte ad unanuova forma di criminalità organizzata, comeè stata definita dal procuratore aggiunto diPalermo Ingroia in una recente intervista, lamafia finanziaria e non più quella solo omi-cida che si faceva strada con il sangue. Quandoassistiamo ad un versamento di sangue inseguito ad un efferato delitto, la condanna

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dell’opinione pubblica è unanime. Di frontead alcuni crimini commessi dai colletti bian-chi, come ad esempio la corruzione, o il rici-claggio del denaro sporco, molti invece tendo-no a parlare di soggetti disonesti piuttosto chedi criminali, con ciò volendo quasi compren-dere se non addirittura giustificare tali con-dotte. Nei molteplici meccanismi criminalisono certamente almeno due i settori nei qualisi deve giocoforza avere a che fare con i profes-sionisti intellettuali: quello delle opere pub-bliche, che con i subappalti e le fornitureconsentono ampi profitti, e quello del riciclag-gio degli enormi proventi che ruotano attornoalle organizzazioni criminali. Sia nel primoche nel secondo caso senza i professionistinon si conclude niente. Ma è ovvio che questecondotte sono le più attente a mimetizzarsi oa camuffarsi per sfuggire alla legge.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri harecentemente confermato la cancellazio-ne dall’albo di un noto professionistaiscritto all’Ordine degli ingegneri di Pa-lermo che è salito sulla ribalta nazionalein quanto definito socio occulto del capo-mafia Bernardo Provenzano, stiamo par-lando dell’ing. Aiello, tale decisione èstata presa prima che la sentenza fossepassata in giudicato. Riflessioni e riper-cussioni.Nel caso dell’ing. Aiello il Consiglio dell’Ordi-ne da me presieduto, ha assunto un’iniziativache ha sancito, senza fare indagini, ma dallasola lettura degli atti processuali, un principioche può essere così sintetizzato: chiunqueintrattiene rapporti d’affari con persone con-dannate per mafia con sentenza passata ingiudicato non è di specchiata condotta moralee come tale non può continuare ad essereiscritto all’Albo. La nostra decisione presa al-l’unanimità è stata confermata anch’essa al-

l’unanimità dal Consiglio Nazio-nale degli Ingegneri, che ha cre-ato il precedente dal quale tuttigli Ordini del Paese ora possonopartire per tutti quei casi, e sonocentinaia, di professionisti col-lusi. Dopo questo caso nessunOrdine potrà più dire “se la sen-tenza non è definitiva noi nonpossiamo fare niente”.Se voglia-mo dimostrare a chi dice che gliOrdini sono inutili che si sba-glia, allora dobbiamo fare inmodo che esercitino con mag-giore efficacia il ruolo di magi-stratura interna. Se continuia-mo a non radiare nessuno allorail rischio è che vincano i fautoridell’abolizione sic et semplici-ter degli Ordini.Io sono per una riforma chemetta al passo con i tempi gliOrdini che sono organismi rego-lati da norme vetuste e pensatequando gli iscritti erano in unnumero significativamente infe-riore ai due milioni che è labarriera abbattuta dagli iscritti a Ordini e col-legi professionali oggi. Nel libro l’ultima parteè dedicata a delle proposte concrete che pos-sano rendere automatiche certe decisioni scot-tanti e che purtroppo vanno prese se vogliamodifendere principi cardine come quello dellagiustizia.

Cosa fanno gli Ordini professionali, ecosa potrebbero fare per dare maggioritutele ai propri iscritti?Nel campo dell’etica e della deontologia gliOrdini sostanzialmente si occupano di proble-matiche di lieve entità, mentre nel campo deicrimini più gravi si limitano ad applicare i

provvedimenti automatici previsti dalla legge.In particolare la sospensione dall’eserciziodell’attività che è collegata a provvedimentirestrittivi della libertà disposti dall’autoritàgiudiziaria. Se un professionista viene arresta-to l’Ordine lo sospende, quando poi, general-mente dopo qualche mese, cessa la custodiacautelare allora cessa anche il provvedimentodi sospensione. Nel frattempo si imbastisco-no i processi, passano numerosi anni, a voltedecenni, e fino a che non sono conclusi i tregradi di giudizio l’Ordine non fa niente. Inquesti anni invece si potrebbe aprire un pro-cedimento disciplinare ed entrare nel meritodelle condotte indipendentemente dai prov-

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troppi non si iscrivono più all’Ordine se noncostretti.Dobbiamo quindi partire dalle loro esigenze,che sono molteplici, e dare loro risposte con-crete. Tra le risposte più urgenti che i profes-sionisti attendono citerei la necessità di esserecostantemente aggiornati su temi d’attualità esu modifiche tecniche e legislative, corsi diformazione e aggiornamento professionale,difendere la dignità della professione che oggiè mortificata, e poi, ma non certo meno impor-tante, favorire l’incontro tra domanda e offer-ta di lavoro. Ci sono migliaia e migliaia digiovani ingegneri e architetti disoccupati quan-do non sottoccupati nei call-center o in altreattività non professionali. Dobbiamo fare sìche gli Ordini si occupino di placement, favo-rendo l’inserimento o il re-inserimento nelmondo del lavoro. Come faccio notare nellibro purtroppo però il sistema elettorale del-le votazioni per i Consigli degli Ordini haostacolato il fisiologico ricambio della classedirigente, allontanando sempre più iscrittidall’istituzione. Occorre non modificare lalegge che vieta più di due mandati e che saràefficace a partire dal 2013 così da inserire neiConsigli nuove energie di giovani volenterosicon nuove idee e nuovo vigore al governodella categoria. Occorre poi fare una riflessio-ne sui troppi presidenti e consiglieri, dipen-denti della pubblica amministrazione e quindidistanti anni luce dalle quotidiane problema-tiche cui vanno incontro i liberi professionisti.

Quali iniziative o proposte concrete an-che eclatanti, secondo te dovrebbero pren-dere gli Ordini per diventare vera inter-faccia per gli iscritti, soprattutto giovani?Si devono mettere attorno ad un tavolo irappresentanti di CNI e CNA e i rappresentantidei presidi delle facoltà, i vertici di Inarcassa ,per fare un’analisi seria sul numero e la qualità

vedimenti dei magistrati. In tali casi si puòformulare un proprio giudizio in autonomiaabbandonando la prudenza che rischia diessere letta da chi è all’esterno degli Ordinicome una mera protezione della casta.Per quanto riguarda poi la sfera più politicaforse è arrivato il momento che gli Ordinicomincino a fare un’autocritica serena sucosa è stato fatto su due temi importantissi-mi: la liberalizzazione delle tariffe e il nume-ro dei professionisti che è aumentato a di-smisura. Ingegneri ed architetti, anche senon tutti si iscrivono all’Albo, sono la catego-ria professionale più numerosa nel nostroPaese: più dei medici, più degli avvocati, piùdei commercialisti. Solo negli ultimi quindicianni i laureati sono più che raddoppiati. Eproprio per la loro numerosità sono la cate-goria che ha maggiormente sofferto dell’abo-lizione dei minimi tariffari, scatenando unalotta fratricida al massimo ribasso. Special-mente per gli incarichi sulla sicurezza e per lefasce di età più giovani.Oramai sono passati più di 4 anni dalla libe-ralizzazione delle tariffe e il risultato si èstabilizzato al ribasso, senza nessun ritornosignificativo per la collettività. Per le impresedel settore delle costruzioni invece una leggevieta i ribassi per gli oneri della sicurezza.Stessa cosa non accade per gli incarichi diingegneri e architetti, per loro infatti le parcel-le si sono ridotte in modo significativo. Allostesso tempo non abbiamo assistito a tali ri-bassi per gli onorari di altre categorie come adesempio i notai. Perché? Per essi, meno di5.000 in Italia, le tariffe non sono cambiate.Allora forse dovremmo emulare i tassisti chehanno dimostrato che basta bloccare Romaper uno o due giorni per convincere il gover-no a fare marcia indietro? I vertici di ingegnerie architetti invece hanno digerito la cosa ehanno continuato ad andare avanti come se

nulla fosse.C’è poi il tema dell’affidamento degli incarichia gara che si basa esclusivamente sul fatturatoe sull’esperienza pregressa del professionista:ebbene occorre riformare anche questa leggese veramente vogliamo che i giovani abbianoqualche possibilità di esprimersi nel lavoro alpari dei loro colleghi più anziani che lavoranoin grandi studi o nelle società di ingegneria.

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All’estero ad un giovane si chiede cosa sai fare,non che fatturato hai conseguito.E moltissimi ingegneri ed architetti negli ulti-mi anni sono costretti a prendere la via del-l’emigrazione nel mondo. Vogliamo veramen-te continuare a incoraggiare le loro partenze?Ritengo quindi che sulle politiche adottatenegli ultimi due o tre decenni si debba fareuna riflessione collettiva.Non possiamo più nascondere il fatto che in

•Leonardo Vitale, primo pentitoche parla dei professionistivicino alla mafia.

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dei professionisti dell’area tecnica e sulle azio-ni per consentire a tutti di trovare un’occupa-zione adeguata al ciclo di studi.Non si può più rimandare un’azione concerta-ta su scala nazionale su questo tema.Gli effetti della riforma della laurea, special-mente d’ingegneria, insieme con il numerodei laureati sempre crescente, hanno snatura-to la figura del tecnico ricercatore che avevauna preparazione ad ampio spettro e che inmomenti di crisi facilmente cambiava settoredel mondo produttivo. Sugli esami di stato perl’accesso alla professione dobbiamo fare unariflessione sui criteri di selezione e dare a tuttii giovani le stesse opportunità. Non è accetta-bile che le probabilità di superare gli esamicambino a seconda della sessione o della seded’esame. Abbiamo assistito a numerosi casi di

pendolari degli esami. Per fareun paragone è come se per sele-zionare gli atleti da mandarealle olimpiadi invece di prende-re i migliori, la selezione avve-nisse per provenienza geografi-ca o altro titolo di benemeren-za. Un’iniziativa che assumereise fossi nei panni dei responsa-bili del CNI o del CNA sarebbequella di creare un’agenzia chemetta in piedi una banca datinazionale unica che accolga ineolaureati e li accompagni nel-l’inserimento nel mondo dellavoro anche con una primaesperienza di pochi mesi. Nonoccorrono né grandi cifre négrandi sforzi organizzativi perfar funzionare una tale agenzia.La mia prima esperienza di lavo-ro è stata per sei mesi alla Com-missione Europea a Bruxelles. Èstata una straordinaria esperien-

za che mi ha consentito di entrare nel mondodel lavoro da una delle porte principali. Ebbe-ne questo è il modello da adottare con Entipubblici e privati che in tal modo conoscereb-bero per alcuni mesi cosa sanno fare i neolau-reati e dopo decidere se assumerli o comun-que presentarli a soggetti che sono in cerca dinuove leve da assumere.

Cosa può fare Inarcassa che rappresentaoltre 150.000 liberi professionisti per dareun contributo sui temi affrontati nel suolibro?Inarcassa ha tra i suoi compiti statutari quellodi intraprendere tutte le azioni necessarie agarantire la sostenibilità dei trattamenti pen-sionistici. Tra questi senza dubbio ci dovrebbeessere il favorire l’inserimento nel mondo del

lavoro dei neolaureati e l’aumento del redditomedio degli iscritti, e quindi in definitiva puòdare un contributo affinché gli onorari ritorni-no ad essere dignitosi e non più frutto di unaconcorrenza troppo spesso selvaggia se nonaddirittura sleale. Per essere concreti Inarcas-sa potrebbe promuovere o dar vita diretta-mente all’agenzia nazionale di placement dicui ho parlato in precedenza. Potrebbe anchepiù in generale incentivare altre azioni tese afar comprendere che non è accettabile che cisiano così tanti disoccupati o sottoccupati eche i ribassi negli incarichi che riguardano ilavori pubblici siano accettabili. Potrebbe pro-muovere infine azioni di divulgazione capilla-re nel territorio del decalogo già sottoscrittoda alcuni Enti su proposta delle associazioni“Addiopizzo” e “Libero Futuro”, per favoriregli automatismi nei provvedimenti che riguar-dano professionisti indagati o condannati perreati gravissimi.

ConclusioniBene ingegnere Calì, intanto la ringrazio, peravermi dato la possibilità di prendere in visio-ne la sua opera prima “disOrdini”, che sonocerto contribuirà ad alimentare il dibattito e lepolemiche sull’effettivo ruolo dei nostri Ordi-ni professionali sia per quanto riguarda i temiche attengono all’etica che a quelli che riguar-dano il nostro esercizio professionale.Temi caldi e di grande attualità per l’EnteInarcassa che recentemente per dare maggiorepeso a questi, attraverso il suo Comitato nazio-nale dei delegati, ha deliberato di dotarsi di unorganismo di rappresentanza, sviluppo, e so-stegno dell’attività libero professionale dell’in-gegnere e dell’architetto, con finalità tutte an-cora da definire, ma con la ferma convinzioneche è arrivato il momento di non delegare adaltri quel ruolo di rappresentanza necessarioper ridare dignità alla nostra professione.

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I beni strumentali, come noto, rappresentanoi beni utilizzati dall’Impresa per la produzionee la gestione.Prendendo a riferimento ad esempio un’azien-da industriale, i beni strumentali sono rappre-sentati da: terreni, fabbricati industriali, fab-bricati civili, macchinari, impianti, attrezza-ture, mobili, macchine d’ufficio, mezzi per lamovimentazione interna, automezzi, ecc.

mento, costi di ricerca e sviluppo, spese dipubblicità, ecc.Infatti, la diminuzione di valore nel tempoattiene principal-mente ai beni ma-teriali perché il va-lore di molti beniimmateriali con ilpassare del tem-po anziché dimi-nuire aumenta:un marchio, adesempio, se cor-rettamente utiliz-zato, si valorizzadi continuo.Pertanto, in sostanza, per un bene immateria-le l’ammortamento scatta se esso è impiegatoin modo non adeguato oppure se ha comun-que una sua vita utile.Al termine della loro vita utile i beni strumen-tali avranno un valore, denominato valore di

recupero, di gran lunga inferiore a quelloiniziale.Generalmente, le cause della diminuzione divalore di un bene nel tempo sono le seguenti:• deperimento fisico dovuto sia all’uso siaall’effetto di fenomeni naturali (corrosioni,ossidazioni, ecc.);• deperimento funzionale dovuto alla pro-gressiva diminuzione di capacità del bene diassolvere le sue funzioni;• obsolescenza tecnologica dovuta all’immis-sione sul mercato di un nuovo bene, simile alprecedente, ma capace di dispiegare maggio-re utilità o potenzialità;• obsolescenza di mercato dovuta ad un ab-bassamento della domanda da parte dei con-sumatori.

A proposito di estimodi Sergio Clarelli

Essi hanno un’utilità che si protrae per più cicliproduttivi nel corso di vari esercizi e per questomotivo rappresentano costi pluriennali.Nel corso del tempo, tutti i beni strumentalitendono a subire un degrado o deprezza-mento 1.Questo non vale invece, in linea generale, peri beni immateriali, vale a dire per: marchi,diritti di brevetto o di utilizzazione delleopere dell’ingegno, avviamento, concessioni,licenze, costi di primo impianto o amplia-

Il deprezzamento o degrado

Il deprezzamento o degrado di un bene vienedeterminato in Estimo ogni qualvolta occorrestimare il valore del costo di riproduzionedeprezzato, vale a dire il valore del costo che

1 Cfr. Clarelli S., Manuale di Estimo industriale, Il Sole 24Ore, 1999.

La valutazione del degrado deibeni strumentali

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sarebbe necessario sopportare all’attualità perriprodurre un bene simile a quello di stima,dedotto l’eventuale deprezzamento che almomento della stima stessa esso avrà subìtoper effetto essenzialmente dell’uso e dell’ob-solescenza.Inoltre, il deprezzamento annuo dovrebbecoincidere con la quota di ammortamentoannua necessaria a reintegrare la diminuzionedi valore che annualmente si verifica.

deprezzamento costante nel tempo.Nel caso di ammortamento a quote crescenti,invece, il bene presenta una riduzione di valo-re via via crescente con il passare del tempo.Nel caso di ammortamento a quote decre-scenti, il bene presenta una riduzione di valo-re via via decrescente con il passare del tempo.L’unico fattore produttivo che generalmentenon è soggetto a deprezzamento nel tempo èil suolo.Infatti, per le aree il valore del costo di ripro-

duzione va inteso quale valore di mer-cato.

Per il calcolo degli ammortamentisi adotta di regola il me-

todo delle quotecostanti, vale adire che il costodelle immobiliz-

zazioni materiali vieneripartito in eguale misura per gli anni di

vita utili delle immobilizzazioni stesse. Se, adesempio, la vita utile di un bene è di 10 anni,in ogni esercizio viene effettuato un ammor-tamento nella misura del 10% del suo valore

(si considera quindi in genere un valorefinale nullo).Meno diffusi sono gli altri metodi, a quotecrescenti e a quote decrescenti.In ogni modo, quale che sia il metodo adotta-to, l’ammortamento deve essere posto in rela-zione con la durata della vita utile del bene, laquale può essere inferiore alla durata fisicadello stesso.Le quote di ammortamento, opportunamenteaccumulate, dovranno risultare, alla fine delciclo di vita utile del bene, equivalenti al costodi riproduzione dello stesso, a meno del suoeventuale valore residuo.Le suddette quote devono generalmente co-prire il deprezzamento per: vetustà, deperi-mento da esercizio, obsolescenza tecnologicae funzionale del bene.

Il deprezzamento degli edificiindustriali

In Estimo industriale, con particolare riferi-mento agli edifici industriali, occorre spesso

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L’ammortamento dei benistrumentali

I beni strumentali, come detto, hanno un’uti-lità che si protrae per più cicli produttivi nelcorso di vari esercizi.L’ammortamento di un bene economico rap-presenta pertanto la diminuzione del suo va-lore con il passare del tempo.Esso può essere effettuato secondo tre proce-dimenti:• a quote costanti• a quote crescenti.• a quote decrescenti.L’ammortamento a quote costanti è dettoanche civilistico perché è attuato secondo lenorme del Codice Civile.Per questo tipo di ammortamento, si ha un

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determinare il valore del costo di riproduzio-ne deprezzato. Potrà altresì valutarsi il valoredel costo di sostituzione inteso come il costoche sarebbe necessario sopportare all’attuali-tà per edifici rispondenti ai nuovi sviluppiintervenuti e di utilità pari a quelli di stima.Anche in questo caso, il valore a nuovo dovràessere rettificato per tener conto del deprez-zamento. Generalmente, si determina il costodi sostituzione quando la riproduzione delbene risulta fisicamente e/o tecnologicamentenon possibile.Il deprezzamento degli edifici industriali devetener conto principalmente della vetustà maanche dell’obsolescenza tecnologica e funzio-nale.In genere, il deprezzamento di un edificioindustriale non è costante nel tempo ed èmaggiore nella fase intermedia della sua vitautile.Il deprezzamento per vetustà è collegato alladurata della vita utile dell’edificio.Se gli edifici sono stati realizzati in tempidifferenti e con materiali eterogenei, il de-prezzamento conseguente sarà non del tuttoomogeneo.Il deprezzamento per vetustà degli edifici in-dustriali può determi-narsi secondo le indica-zioni dell’Unione Euro-pea degli Esperti Con-tabili (U.E.E.C.) in fun-

zione dell’età in anni dell’edificio, in percen-tuale della sua vita utile.In pratica il deprezzamento degli edifici indu-striali non segue una legge costante nel tempo.Infatti, per essi possono essere individuate trefasi di vita utile, e precisamente:• Prima fase: essa va fino ad un terzo della vitautile dell’immobile; il deprezzamento segueun andamento esponenziale che rispecchia leindicazioni dell’U.E.E.C.;• Seconda fase: inizia all’incirca ad un terzodella vita utile e termina circa a metà dellastessa; durante questa fase sono presenti effet-ti marcati della vetustà e del decadimentoreddituale; la riduzione del valore dell’immo-bile segue un andamento all’incirca lineare; inquesta fase, i costi di manutenzione e gestionecrescono notevolmente;• Terza fase: inizia all’incirca a metà della vitautile del fabbricato; la riduzione di valore neltempo è più graduale rispetto alle fasi prece-denti; l’edificio continua ad avere una sua vitautile e inoltre ha un suo valore residuo cherimane nel tempo.Evidentemente, quanto detto vale in condizio-ni ordinarie di manutenzione. Nel caso dimanutenzione extra-ordinaria, in positivo o in

negativo, i suddetti valori del deprezza-mento potranno aumentare o diminuiredi qualche punto percentuale.Ai fini della determinazione del costo diriproduzione o di sostituzione deprezza-to, al deprezzamento per vetustà, comedetto, dovrebbe aggiungersi il deprezza-

mento per obsole-scenza.Questo ultimo de-p r e z z a m e n t operò ha un pesomaggiore per gliedifici civili e nonper quelli indu-

striali per i quali l’obsolescenza non provocaeffetti particolari.Pertanto per gli edifici industriali è general-mente sufficiente considerare unicamente ildeprezzamento per vetustà.

Il deprezzamento dei macchinari edegli impianti industriali

Il deprezzamento dei macchinari e degli im-pianti industriali essenzialmente dipende dal-la vita utile e dalla vita residua ed è dovuto aldeperimento fisico per effetto dell’uso e del-l’obsolescenza.Gli effetti dell’obsolescenza sono ben più evi-denti rispetto a quelli relativi ai fabbricati.Per quanto concerne l’andamento della ridu-zione di valore nel tempo, si possono distin-guere per questi beni quattro fasi:• Prima fase, con una durata pari circa a 1/3della vita utile, con un valore residuo finale del75-80% di quello iniziale;• Seconda Fase con una durata pari an-ch’essa a circa 1/3 della vita utile, con allafine un valore residuo del 20-30% di quelloiniziale;• Terza Fase, fino al termine della vita utile, altermine della quale il valore residuo è circa10-20% di quello iniziale;• Quarta Fase, al di là della vita utile, in cui ilbene può avere un valore di recupero dipen-dente dall’entità dei materiali pregiati recupe-rabili.Il deprezzamento è inoltre certamente in-fluenzato da un livello di manutenzione su-per ordinario o sub ordinario. Infine puòaversi un’obsolescenza molto rilevante nelcaso di introduzione sul mercato di tecnolo-gie assolutamente nuove che escludono im-mediatamente dal mercato il bene oggetto divalutazione.

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Il deprezzamento deibeni immateriali

Il patrimonio di un’aziendaindustriale, come detto,comprende beni materiali e beni immate-riali o risorse intangibili (intangible assets).Gli intangibili sono finalizzati in genere afar acquisire all’azienda un vantaggio com-petitivo sul mercato rispetto alle impreseconcorrenti.Non tutti i fattori immateriali però sonosuscettibili di valutazione autonoma.Infatti la stima è eseguibile soltanto quandol’intangibile possiede le seguenti caratteri-stiche:• è oggetto di un significativo flusso diinvestimenti (rappresenta un centro di co-sto per l’azienda);• la sua presenza nel patrimonio aziendaleorigina uno specifico flusso di reddito (be-nefici economici differenziali);• può essere trasferito a terzi.Gli intagible assets che presentano i requi-siti testé indicati sono i veri e propri beniimmateriali, tutti gli altri fattori immateria-li, invece, sovrapponibili ed inscindibili equindi non trasferibili in modo autonomovanno a formare l’avviamento aziendale oGoodwill.Considerando in particolare i metodi esti-mativi di costo, come visto, il costo di ripro-duzione rappresenta l’insieme delle spese

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che l’azienda dovrebbe soste-nere, al momento della sti-ma, per riprodurre un beneimmateriale identico a quellooggetto di stima.

Il costo di sostituzione o costo di rimpiaz-zo, s’identifica, invece, con il costo cheoccorre sostenere per dotarsi di un intangi-bile che presenti la stessa utilità di quellooggetto di valutazione.Qualora necessario poi, come detto, occor-re definire, in entrambi i casi, un valoreadeguato del deprezzamento da applicareai suddetti costi a nuovo per tenere contodel degrado del bene.La rettifica per degrado vieneconsiderata generalmentein funzione della vita re-sidua e utile del bene.Si considerano due ti-pologie esemplificati-ve di beni immateria-

li: il Know-how e il software.Il Know-how aziendale rappresenta l’insie-me delle conoscenze tecniche non brevetta-te e non divulgate che assicurano un vantag-gio competitivo a seguito di un loro utilizzonel processo di produzione o nel commer-cio di un bene oppure nel trasferimento aterzi con cessione o licenza.Ciò premesso, per ciò che attiene al numerodi anni di vita utile della tecnologia, occorreconsiderare il tempo strettamente necessa-rio affinché tale tecnologia sia apportatricedi un differenziale positivo.In genere, questo accade fino a quando latecnologia stessa non venga imitata da di-retti concorrenti o divenga a sua volta obso-leta.Inoltre, con riferimento ai prodotti software,occorre considerare che il degrado da appli-care al costo di riproduzione a nuovo è al-quanto elevato a causa del notevole grado diobsolescenza cui essi sono soggetti.È importante infine considerare che attual-

mente la valutazione del software èanche orientata verso altri indicatoriquali: accordi prestazionali, affida-bilità, facilità di interazione tra uten-

te e applicazioni, ecc.

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e Quando si dice mettere ordinedi Angelo Raffaele Galli

Sarà capitato anche a voi… no, no non dovetesubito pensare zum zum zum zum…zum…… dicevo: sarà capitato anche a voi doverrimettere ordine fra le carte che, nono-stante la rivoluzione informatica ci riem-piono gli uffici. Fra depliants, promo-zioni e riviste pronte per il cassonetto,mi ha colpito il titolo del primo numerodi “Archiworld Magazine” del novembre2007 a firma dell’allora Presidente delCNA, il compianto Raffaele Sirica: “Toc-ca agli architetti rifare il mondo” (ovvia-mente calcoli strutturali, contabilità eimpianti agli ingegneri! aggiungo io).Nell’articolo, come era nel carattere delPresidente, sempre generoso e dispostoa spendersi per la nostra attività, si parladi “ventata nuova che impegna le Istitu-zioni del mondo a provvedere alle emer-genze del pianeta” e che “anche in Italia,dopo anni di forte impegno degli Ordi-ni, gli architetti potranno guardare confiducia al futuro”. E intravede nel Con-gresso mondiale degli architetti che sisarebbe tenuto nell’anno successivo aTorino: “Un’occasione unica e irripeti-bile per diffondere compiutamente, trale istituzioni del Paese, tra i cittadini e leimprese, lo straordinario messaggio diun’architettura per tutti. E per innescareanche nel nostro Paese, quel processovirtuoso (…) molla per la nostra econo-mia, e fonte principale di occupazione e svi-luppo”.Finalmente in questi ultimi giorni i professio-nisti (genericamente rappresentati sugli orga-

ni di stampa), udite udite, stanno per diven-tare “soggetti generali dello sviluppo”, nondirettamente però, attraverso le loro Casse di

Evviva! Solo che Inarcassa, la nostra Cassa,non è la Cassa di tutti i professionisti. È innan-zitutto ed unicamente la Cassa di Previdenza

ed Assistenza degli Ingegneri ed Archi-tetti che esercitano esclusivamente lalibera professione?Di coloro cioè che non hanno lo stipen-dio a fine mese, che non sono benrappresentati dalle organizzazioni sin-dacali, che non sono tutelati in caso dimalattia, ecc. Perché al Governo, maanche e soprattutto altrove, nessunopare prenderci in considerazione se nonquando occorrono le nostre risorse fi-nanziarie? Cosa possiamo fare per esse-re considerati una categoria peculiare eche tale vuole essere trattata? Perchénon riusciamo a correggere un difettodi comunicazione con chi pretende dirappresentarci ma che non ha, non vuo-le avere e non vuol dare una precisaconnotazione al mondo di chi esercitaesclusivamente la libera professione?Siamo disposti a dare quando occorre,ma vorremmo, ogni tanto, anche noiricevere qualcosa di equo e sacrosanto asostegno della nostra attività.È proprio vero quello che scrive SergioRomano in un suo recente articolo: ”Perun curioso paradosso l’Italia è ormai ilPaese in cui la persona di cui non si parlaè molto spesso quella che fa più seria-

mente il suo lavoro”.Spesso mi sono chiesto: ma che ci stiamo a farenoi nel Cup (Comitato Unitario delle Profes-sioni)? Che c’entriamo noi tecnici che eserci-

Previdenza e per far fronte al mega piano(350.000.000 di euro) per l’ housing sociale.In più le si vorrebbe anche coinvolgere per larealizzazione di scuole nel Mezzogiorno.

•Museo d’arte contemporaneaSerralves a Porto, 1991-99,particolare esterno; a fianco vedute.

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tiamo esclusivamente la libera professione,che da un giorno all’altro non sappiamo se

potremo rialzare la serranda, con i notai, ifarmacisti, ecc. Agli altri sicuramente può esse-

re conveniente mischiarsi a noi per tutelare iloro interessi. Facciamo massa!Ultimamente, stando sempre agli organi distampa, la presidentessa del Cup, che sicura-mente non fa l’architetto o l’ingegnere liberoprofessionista esclusivista, ha detto che “capi-sce e conosce le nostre difficoltà (!) ma chefinora non abbiamo motivo a battere i piediessendo in linea con i tempi e riponendofiducia in una tempistica rapida”. Infatti paresia imminente da parte dello stesso Cup (dicui fanno parte il CNI ed il CNA che rappresen-tano anche noi “esclusivisti”, ma non solo,purtroppo) il “Rapporto annuale sulle profes-sioni ordinistiche” dal quale qualcuno si au-spica possa essere intrapresa una discussionesulla riforma della legge quadro sugli Ordini.Et Voilà!A noi “esclusivisti” interessano anche le tariffeminime, le procedure concorsuali, ecc. maper goderne abbiamo bisogno di sopravviverein un quadro normativo ben definito che indi-vidui e risolva una volta per tutte i conflitti diinteresse di chi, a più titoli, gravita sì nelnostro ambito professionale ma che, allo stes-so tempo, svolge anche l’attività di funziona-rio della pubblica amministrazione. Sono sem-pre più convinto che è giunto il momento diribadire le ragioni di chi esercita esclusiva-mente la libera professione con forza, deter-minazione e costanza in tutte le sedi istitu-zionali (Governo, Consigli nazionali, Ordini,Sindacati). Rimbocchiamoci le maniche per-ché solo noi potremmo dare voce, e soprat-tutto sostanza, ad un progetto fattibile edefficace di riqualificazione e differenziazionedella libera professione svolta in manieraesclusiva.

Quando si dice mettere ordine!Zum zum zum zum…zumZum zum zum zum…zum

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e La voce dei sindacati

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Bruno Gabbiani, Presidente ALA –Assoarchitetti: “Al rinnovo il contratto di

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lavoro degli studi professionali”

È partito il confronto tra le Associazioni ade-renti a Confprofessioni e CGIL, CISL, UIL,per il rinnovo del contratto di lavoro deidipendenti degli studi professionali. In que-st’occasione l’obiettivo è tuttavia anche ditrasformare l’accordo da “contratto dei di-pendenti”, in “contratto degli studi” com-prendendo pertanto e per la prima volta,anche altre figure che frequentano gli studi,quali collaboratori coordinati professionali,stagisti e simili.Si tratta d’estendere a questi alcune delletutele contrattuali già previste dal contrattovigente e in particolare l’iscrizione alla Cadi-prof, con vantaggi per i collaboratori deglistudi e per la corrispondente loro fidelizza-zione.Nel caso degli studi dell’Area Territorio eAmbiente, tra i quali i più numerosi sonoquelli d’architettura e ingegneria, il contrat-to viene discusso nel corso della più gravecrisi del settore degli ultimi cinquant’anni,ed è pertanto quanto mai importante che inesso si trovi uno strumento utile per la so-pravvivenza e il rilancio degli studi.La contingenza particolare dovrà far tenerein considerazione la necessità di prevedere lamassima elasticità possibile nella gestionedei singoli rapporti, un ampio ricorso al part-time e all’orario flessibile, dovrà anche pre-vedere incentivi per mantenere in forza le

risorse umane, che sono il vero capitale deglistudi.Peraltro molti temi dovranno esseredemandati all’attivazione di una contratta-zione locale normativa di secondo grado (senon regionale almeno per macro – aree ter-ritoriali) per consentire di rendere più ade-renti i rapporti di lavoro alle situazioni dellediverse parti del Paese, che sono sempre piùdifferenziate tra loro, sotto il profilo econo-mico e sociale.Rimane inoltre sul tavolo il tema dei rapportilibero – professionali (cioè delle reti che sisono costituite tra studi e singoli iscritti aglialbi, che sono liberi professionisti a volte conmono – committenza). Questi rapporti, checostituiscono la gran parte delle forme dicollaborazione e quindi dei mezzi di produ-zione dell’attività di progettazione in Italia,dovranno trovare una forma di regolazioneseparata, ma che non per questo è menourgente. Un tema sul quale saranno propriole professioni del Territorio a proporsi comeprotagoniste.

La Giunta Nazionale ALA - Assoarchitetti

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Salvo Garofalo – Presidente Inarsind: “Il

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viaggio in Cina di Inarsind”

Dopo 22.000 km lo possiamo affermare concertezza: il viaggio in Cina organizzato daInarsind questa estate ha centrato in pieno

gli obiettivi prefissati. Un gruppo di 30 perso-ne, provenienti da tutta Italia molte dellequali “sconosciute” l’una all’altra, in 12 gior-ni è riuscito a formare una “simpatica com-pagnia”, coniugando vacanza, cultura, ami-cizia e professione e tutto questo senza par-lare di questioni professionali, della crisi,delle tasse sebbene fra i partecipanti ci fosse-ro la Presidente di Inarcassa, Arch. PaolaMuratorio, una componente del CdA diInarcassa, Ing. Silvia Fagioli, il Presidente diConfedertecnica Ing. Francesco Galluccio, laVicepresidente di Federarchitetti Arch. Lore-dana Regazzoni e il sottoscritto Presidente diInarsind.L’idea del viaggio è nata dalla voglia di visita-re l’Expo di Shangai, l’esposizione dei recordsia per dimensioni che per numero di visita-tori attesi.Un’occasione unica per noi liberi professio-nisti che di grandi costruzioni ormai in Italiane vediamo ben poche. Ma si poteva andaresolo a Shangai senza dare uno sguardo a unpaese ancora in bilico fra passato e futuro ela cui cultura è soggetta a tumultuosi cam-biamenti? Abbiamo ritenuto di no per cuiabbiamo aggiunto Pechino che rappresentauna sintesi dell’architettura cinese, Xi’an,con il suo esercito di terracotta e Guilin lazona paesaggistica più bella della Cina.Un mix di storia antica, di paesaggi tipici e diun futuro avveniristico che ci ha consentitodi osservare realtà completamente diversealmeno per quanto riguarda la storia, l’urba-nistica, l’architettura e gli aspetti ingegneri-stici e tecnologici.

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Tralasciando le ovvie considerazioni turisti-che quello che ha “appassionato” i parteci-panti è stato il tour parallelo sull’architetturamoderna in Cina che ha giustamente carat-terizzato un viaggio destinato ad architetti edingegneri.In quest’ottica, dopo la visita in veste dipasseggeri del Terminal 3 dell’Aeroporto diPechino, un vero e proprio gioiello in vetroe acciaio progettato da Norman Foster, laprima opera che abbiamo visitato, senzapassare neanche dall’albergo, è stato il Te-atro Nazionale di Pechino concepito dalfrancese Paul Andreu che occupa ben150.000 mq coperti con una forma ad uovoil cui guscio è composto da circa 22.000piastre di titanio.Le visite dedicate all’architettura sono pro-seguite con il Villaggio Olimpico di Pechinoe il suo avveniristico Stadio nazionale, pro-gettato da Herzog & de Meuron, Ai Weiweie, per la parte strutturale, da ArupSport.

Lo stadio, per la sua caratteristica forma, èstato soprannominato Bird’s Nest (Nido d’uc-cello) e per la sua costruzione sono stateutilizzate circa 45.000 tonnellate d’acciaio.All’interno del villaggio lo stadio fronteggiaun’altra opera eccezionale: il Water Cubeovvero il Beijing National Aquatics Centerprogettato dagli studi australiani PTW e dal-l’onnipresente consorzio ARUP.Stupendo l’effetto degli oltre 3.000 cuscinet-ti d’aria che formano delle bolle azzurre cherichiamano la molecola dell’acqua realizzatein ETFE.Arrivati a Shangai siamo rimasti impressiona-ti dalla grandiosa visione dell’Expo con i suoi129 stupendi e singolari padiglioni.In particolare tutti hanno apprezzato i padi-glioni inglese, cinese e italiano, di cui perso-nalmente ho gradito più l’allestimento inter-no e la visione “notturna”. Infatti al buio ilpadiglione italiano riusciva a creare una se-quenza di luci e ombre provenienti dalle

•Pechino,Villaggio Olimpico.

facciate realizzate con un impasto cementiziodi nuovissima concezione che rendeva “tra-sparenti” i grandi pannelli dell’involucro cre-ando un effetto unico ed originale.Per avere una visione a 360 gradi di Shangaisiamo saliti al 53° piano della Jin Mao Tower,disegnata dagli statunitensi Skidmore, Owin-gs and Merrill.La costruzione alta 421 metri ha 88 piani esi trova nel distretto del Pudong dove fral’altro è ubicata l’Expo e lo Shanghai WorldFinancial Center, il più alto grattacielo ditutta la Cina: alto ben 492 metri è statoprogettato da Kohn Pedersen Fox e sopran-nominato il “cavatappi”. Ma il distretto delPudong meritava un approfondimento percui abbiamo organizzato un workshop pres-so il Museo dell’urbanistica tenuto da unprofessore del Politecnico di Shangai.L’idea del nuovo distretto è nata nel 1990 perpromuovere il processo di riforma e aperturaeconomica della Cina e oggi, con circa 5milioni di abitanti, il Pudong è il distretto piùpopoloso dei 22 in cui è suddivisa Shangai.Il collega cinese ha tenuto a precisare che erastata fatta una programmazione trentennaleed oggi, dopo due decenni, avevano già rea-lizzato oltre il 70% degli interventi previsti epertanto erano “in anticipo” di due annirispetto al programma. Già oggi il Pudong èuna zona pressoché autonoma con residen-ze, infrastrutture, un terziario in forte svilup-po, industria leggera e pesante e una propriacentrale nucleare in corso di costruzione.In conclusione l’esperienza è stata piacevoleed interessante, con costi veramente ridotti esoprattutto “adeguata” alle esigenze del grup-po con variazioni “decise democraticamen-te” anche durante il corso del tour, che han-no reso il nostro viaggio unico e perfetta-mente in sintonia con il nuovo motto delSindacato “Uniti si può”.

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Attività Organi Collegialia cura di Tiziana Bacchetta

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Comitato Nazionale deiDelegati

Adunanza del 25 e 26 giugno 2010

Nel Comitato nazionale dei delegati che si ètenuto nei giorni 25 e 26 giugno, dopo lecomunicazioni del Presidente, si sono tenutele elezioni del Consiglio di Amministrazione edei Revisori dei Conti di competenza diInarcassa. Per gli esiti delle votazioni e relativiapprofondimenti si rimanda ad altro articolosul n. 3/2010 della rivista (pag. 15 e seg.).

Adunanza del 14 e 15 ottobre 2010

Nella riunione del 14 e 15 ottobre il Comitatonazionale dei delegati, ai sensi dell’articolo 13comma 1 lettera a, ha:• Approvato i criteri generali cui deve unifor-marsi l’Amministrazione di Inarcassa per indi-viduare le classi di investimento e ripartirne ilrischio. Il CND, in accordo con la propostapresentata dal C.d.A., ha approvato l’opzioneche prevede di investire nella classe monetariail 2,0%, nella classe obbligazionaria il 41,5%,nella classe azionaria il 20,0%, nella classedegli alternativi l’11,5% nella classe immobi-liare il 25,0%. Con detta ripartizione il rendi-mento nominale atteso è pari al 6,54% con unavolatilità del 7,31%.• Individuate le attività per la promozione elo sviluppo dell’esercizio della libera profes-

sione per gli associati ad Inarcassa ai sensidell’articolo 3 del regolamento di attuazionedell’articolo 3.5 dello Statuto.

Il Consiglio diAmministrazione

Con il secondo semestre del 2010 inizia l’atti-vità del nuovo Consiglio di amministrazione,eletto dal Comitato Nazionale dei Delegati,che ha confermato a pieni voti la lista dell’arch.Paola Muratorio.Nel consiglio del mese di luglio viene confer-mata Presidente l’arch. Paola Muratorio, dele-

gato provinciale di Imperia e viene eletto VicePresidente l’Arch. Giuseppe Santoro, già con-sigliere di amministrazione e delegato provin-ciale di Siracusa.Sono inoltre eletti consiglieri: Arch. Gianfran-co Agostinetto, Ing. Nicola Caccavale, Ing.Umberto Capoccia, Ing. Silvia Fagioli; Ing.Franco Fietta, Arch. Filippo Franchetti Rosada,Ing. Claudio Guanetti, Arch. Enrico Rudella,Ing. Goffredo Tomassi.Nella stessa seduta si designano quali compo-nenti la Giunta Esecutiva l’Ing. Nicola Cacca-vale, l’Ing. Franco Fietta e l’Ing. Claudio Gua-netti oltre ai membri componenti di diritto aisensi di Statuto. Il Consiglio delibera di nomi-nare Segretario del Consiglio di Amministra-zione e della Giunta Esecutiva il Dott. Paolo

•Museo d’arte contemporaneaIberê Camargo a Porto Alegre, 1998-2006,veduta; a fianco particolare esterno.

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Rossi, dipendente di Inarcassa.Ulteriori agevolazioni per gli under 35.La riforma previdenziale di Inarcassa prevedel’estensione da tre a cinque anni dei contributiridotti per gli iscritti under 35 anni di età.Il Consiglio, nella riunione del 22 luglio 2010ha chiarito che l’applicazione della riduzionecontributiva di cui agli artt. 22 e 23 dello Statutoè da applicarsi a tutti coloro per i quali il primoquinquennio di iscrizione non sia superato alladata di entrata in vigore delle modifiche statutarie(2010), fermo restando il rispetto del limitedell’età e delle condizioni previste dai suddettiarticoli.Nella successiva riunione del 23 settembre ilCdA ha valutato che l’introduzione della nuovanormativa statutaria ha creato difficoltà e disa-gio negli associati che, con la seconda rata delcontributo minimo, hanno ricevuto una richie-sta di pagamento all’incirca triplicato rispetto

alla prima rata; il CdA decide di differire alladata del 31.12.2011 il termine per il pagamentodell’importo risultante quale differenza tra ilcontributo minimo dovuto in misura intera equello determinato in misura ridotta per l’anno2010. Tale differimento si applica agli iscrittiche abbiano compiuto i 35 anni di età alla datadel 31 dicembre 2009 e che siano in possessodei seguenti ulteriori requisiti: a) abbianousufruito della riduzione contributiva per l’an-no 2009; b) si trovino in costanza di iscrizionealla data odierna; c) non abbiano usufruitodella agevolazione per l’intero triennio previ-sto dalla precedente norma.

Nomina Commissioni 2010/2015

In relazione al rinnovo degli Organi Collegiali2010-1015, il Consiglio di Amministrazione

provvede inoltre alla nomina del Direttore Re-sponsabile e del Comitato di Redazione delperiodico “Inarcassa” designando l’Ing. TizianoSuffredini Direttore Responsabile del periodi-co Inarcassa, l’Arch. Emanuele Nicosia Diret-tore di redazione e, quali componenti il Comi-tato di Redazione: l’Ing. Capello Riccardo,l’Arch. Camerini Vittorio, l’Arch. CaggianoPaolo, l’Arch. Crobe Antonio, l’Ing. ClarelliSergio, l’Arch. Drago Giuseppe, l’Arch. DusiGiampaolo, l’Arch. Fiorentino Maria Pia Irene,l’Arch Galli Angelo Raffaele. Viene inoltre no-minato l’Ing. Caccavale Nicola, Responsabiledel Consiglio di Amministrazione del Comita-to di Redazione.Specificatamente per Inarcommunity vengo-no nominati: l’Ing. Croce Aristide, l’Arch.Pregliasco Luca, l’Arch. Prestifilippo Cinzia,l’Arch. Vitali Silvia e, quale Responsabile delConsiglio di Amministrazione, l’Ing. FiettaFranco.Infine, sulle base del Regolamento di Contabi-lità di Inarcassa, artt. 67 e 69, che prevedel’istituzione di una commissione nominata dalConsiglio di Amministrazione, incaricata distabilire la congruità dei canoni di locazione edei relativi aggiornamenti e di esprimere pare-re motivato sul prezzo di acquisto o di venditadegli immobili, delibera di nominare la relati-va Commissione per il parere di Congruitànelle persone di: Arch. Costabile Pasquale,Arch. De Luca Giovanni, Arch. Galvani Giaco-mo, Arch. Gorra Luigi, Arch. Leon GerardoAntonio, Arch. Petecca Erminio, Arch. RicciutiCesare, Arch. Scollo Salvatore, Arch. SirottiMassimiliano, Arch. Senzalari Cesare, Ing. DiFazio Alberto, Ing. Ferraro Gioacchino, Ing.Piras Massimiliano, Ing. Rota Sandro, Ing.Tipaldi Pasquale, Ing. Zocca Mario.

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L’abc della Previdenzaa cura di Claudio Guanetti

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•Rettorato dell’Università,Alicante, 1995-98, veduta.

Una conclusione possibile di questa rubricasarebbe stata l’assenza di questa pagina, siaper carenza di vocaboli con le ultime letteredell’alfabeto, sia per la sua permanenza, chealla lunga avrà finito per stancare qualcuno,ammesso che abbia mai potuto interessare ilettori.Quella scelta, così, non poteva che essere unachiusura un po’ diversa, agevole, meno rigo-rosa, che desse comunque l’idea delcompletamento di un lavoro, giusto per nonfarsi mancare niente. Una specie di piccolobilancio statistico e critico delle ragioni chehanno dato le mosse a questa rassegna, unvero e proprio glossario dei vocaboli in usonel dizionario previdenziale e assistenziale.Aperta con la pubblicazione del n. 1/2007, laredazione del nostro abc della Previdenza ha“occupato” 15 numeri della rivista ispezionan-do dal basso in alto i contenuti lessicali deltessuto previdenziale, nello stretto intornoche attiene al mondo della libera professionedi ingegnere e architetto, naturalmente.Volevamo dare un contributo esplicito ai let-tori che si affacciano alle tematiche, per i più“lontane” e ostiche per certi versi, riguardantila pensione e le forme di assistenza cheInarcassa fornisce ai propri associati. Un tenta-tivo messo in campo per migliorare la funzio-ne divulgativa del nostro organo di stampa,per avvicinare gli associati ancora poco avvezzialle regole di base, alle modalità di calcolo e aimeccanismi statutari e regolamentari chesovrintendono la gestione del nostro ordina-mento pensionistico. La finestra attraversocui guardare più in dettaglio gli aspetti dei

singoli argomenti che interessano da vicino,con la comodità di raccoglierli, per utilizzarlial momento opportuno.Un piccolo tassello da inserire nel ventagliodegli strumenti della comunicazione che oggiabbiamo a disposizione, per facilitare la cono-scenza di una materia che risulta essere semprepiù all’attenzione degli associati, evidentemen-te in quanto divenuta, via via, indispensabilenegli anni, anche per la nostra categoria.

Welfare state, lo chiamano così gli anglosasso-ni e lo declinano nelle diverse formeapplicative; noi abbiamo inventariato il siste-ma previdenziale e assistenziale di categoria,che rientra a pieno titolo tra le tutele di prote-zione sociale nel nostro paese. Inarcassa ga-rantisce oggi il welfare state di ingegneri e

architetti liberi professionisti attraverso oltre16.500 prestazioni previdenziali, circa 2.300indennità di maternità all’anno e altre formedi prestazioni assistenziali, quali copertureassicurative, sussidi e attività di sviluppo allaprofessione a tutti gli ingegneri e architettiliberi professionisti italiani.

Zoom, potremmo chiamarlo; un approfondi-mento didascalico, quello che è stato fatto, permetter a fuoco gli aspetti principali di una funzio-ne sociale che la nostra Associazione è chiamataad assolvere, attraverso le prestazioni istituziona-li, cercando di implementare nel tempo i prodot-ti offerti, soprattutto sul versante assistenziale,aiutando in particolar modo i colleghi che hannopiù bisogno. E siamo certi che il mercato offriràancora nuove opportunità.

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a cura di Mauro di Martino

Una testimonianzaLa fine di quest’anno avrò cento anni eposso ancora porgerle i miei complimenti eringraziamenti, al Comitato nazionale per ilnuovo look del Bollettino, con le graditenotizie.Però mi permetto di notare molto spazioper il “Cinema”, in una platea, ove l’ambien-te del paesino italiano, sarebbe più oppor-tuno.Inoltre la prego di inoltrare i miei compli-menti a l’arch. Marc Mimram per le sueillustrazioni e commento, per la sua laureaall’ENSBA a Parigi nel 1980- laureato dallastessa scuola nel 1939, con lode e con il 1°premio al concorso Daubourg nel 1935,senza mai fallire e per confermare la presen-za della cultura italiana all’estero e la spon-sorizzazione del “made in Italy”.Auguri e cordiali saluti

Un iscritto○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Non pubblichiamo il nome del collega cheha scritto in via riservata alla Presidenza.Complimenti. I suoi commenti sono prezio-si, anche se la nostra platea è vasta e con inostri articoli cerchiamo di venire incon-tro alle preferenze degli iscritti.Ci piacerebbe conoscere un po’ più dellasua vita professionale e credo che “rag-giunto il secolo” sia preziosa una sua testi-monianza.

Le modifiche statutarieScrivo in riferimento alle modifiche statutarieapprovate dal Comitato Nazionale dei Delega-ti, per poter esprimere le mie opinioni non deltutto positive in merito a certe decisioni prese,notevolmente aggravate dalla attuale crisi eco-nomica.È verissimo e nobile l’intento di voler assicura-re ai propri iscritti, in gran parte giovani, lacertezza di un futuro previdenziale (comescritto all’inizio dell’articolo nel n. 4. 2008della rivista), ma è altrettanto vero che non sipossono trascurare i diritti di chi, come ilsottoscritto, sta versando dai primi anni ’80 i

contributi e con notevoli sacrifici sta riscattan-do gli anni di laurea. Soprattutto in questoperiodo di grande crisi economica, dove nonsi riesce a vedere nessun segnale di ripresa.Cosa comporta l’approvazione delle modifi-che così come definite per chi ha più di 30 annidi contributi e meno di 55 anni di età ed unaprospettiva di reddito ZERO per i prossimianni?A conti fatti si ha che si deve lavorare di più epercepire una pensione inferiore, in quanto,come detto sopra, con prospettiva di redditozero per i prossimi anni, questi ultimi 11 anniche ci separano dai 65 anni, incidono moltosull’abbassare la media dei redditi (simulazio-ne effettuata sul sito Inarcassa).Ritengo che sarebbe stato più opportuno ren-

•Facoltà di Architettura,Università di Porto, 1986-96,particolare esterno.

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dere meno restrittiva la limitazione dei 55anni di età e 30 di contributi per poter usufru-ire dei precedenti (ancora attuali) traguardiper la pensione di anzianità. Questo non vuoldire automaticamente andare in pensione a58 anni, ma vorrebbe dire un grande “salva-gente” psicologico che allontanerebbe la realepreoccupazione di vedersi ridotta notevol-mente la propria pensione pur lavorando 7anni in più.Visto che i Ministeri competenti a tutt’ogginon hanno ancora approvato tali modifiche,spero e mi auguro che possano essere ancoraintrodotti dei coefficienti correttivi per nonpenalizzare chi da tanti anni svolge la profes-sione di ingegnere e che in questo periodo èfortemente colpita dalla crisi economica.Alla luce di quanto realmente sta succedendoin Italia sotto l’aspetto economico, invito gliorgani competenti di Inarcassa a rivalutare lasituazione e ad inserire coefficienti correttivi.Sperando che ciò avvenga.

Ing.Roberto Franceschini○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

La lettera non è recente, mentre dal 5 marzo2010 è intervenuta l’approvazione ministe-riale e le modifiche statutarie decorronodal 1° gennaio 2010.La sostenibilità di Inarcassa necessita di uncontinuo monitoraggio delle future usciteper prestazioni anche in relazione alla riser-

va matematica che ciascun iscritto costruiscecon la propria contribuzione.Andare in pensione sei/sette anni prima si-gnifica percepire, rispetto all’iscritto che vain pensione di vecchiaia a 65° anni, altret-tanti ratei di pensione in più.Non possiamo permettercelo e perciò il cor-rettivo che riduce l’importo della pensione dianzianità per equipararlo, in termini di co-sto per la prestazione, alla pensione di vec-chiaia.Il “salvagente psicologico” rimane per risol-vere situazioni di necessità che possono ob-bligare l’iscritto a interrompere anticipata-mente l’attività lavorativa.

A che servono i ricorsiGentile Direttore,La lettura del suo Trimestrale è stata sempreper me fonte di apprendimento e di godimen-to, tant’è che, più volte stimolato dagli argo-menti trattati, ho rinunciato a fatica a scriverLeper manifestare la mia opinione, ben com-prendendo che lo spazio della rivista riservatoai lettori è, soprattutto, destinato ai loro que-siti previdenziali.Le scrivo ora, per la prima volta, perché hoanch’io qualche quesito da porLe in merito auna vicenda che da alcuni anni mi oppone aInarcassa e per la quale ho inoltrato tre ricorsi.

Di recente mi è stato comunicato il terzorigetto, da parte del dirigente dell’Ufficio At-tività Istituzionali e allo stesso, peraltro, hoindirizzato qualche osservazione in proposi-to. Non è mia intenzione entrare nel meritodei ricorsi (si tratta solo di mere faccendesanzionatorie); a Lei chiedo soltanto la Suafranca opinione rispetto alle seguenti do-mande: 1) chi è parte interessata (contropar-te amministrativa) nella questione, il Consi-glio di amministrazione di Inarcassa puòanche essere il destinatario del ricorso? 2)Chi decide sul ricorso, il Consiglio di ammi-nistrazione di Inarcassa può esimersi dalcomunicarne direttamente l’esito al ricorrente?E può delegarne la comunicazione all’Ufficio(Attività istituzionali) che è, quanto meno, lacontroparte tecnica? 3) Se la pratica sanzionato-ria è automaticamente attivata dalla manchevo-lezza commessa e non sono accettate (per legge,per statuto, per regolamento) a discolpa ragioni,giustificazioni, argomentazioni del ricorrente,ma nemmeno errori, manchevolezze, interpre-tazioni discutibili dell’Ufficio sanzionante; sedunque non è presa in alcuna considerazionenessuna delle affermazioni, delle circostanze,delle dichiarazioni, delle interpretazioni, dellelamentazioni del ricorrente (egli in pratica hasolo obblighi, sempre e comunque, anche quan-do è indotto in eventuale manchevolezza perragioni oggettive non dipendenti dalla sua volon-tà), a cosa serve l’istituto del ricorso?Questi i quesiti Direttore. Gli stessi posti neiricorsi e nella corrispondenza con gli uffici, conil Direttore Generale e con il Presidente diInarcassa.

Un iscritto○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Questa lettera è stata indirizzata all’Ing. Garla-ti Direttore Responsabile.Colgo l’occasione per ringraziare la collega Lu-isella per la grande passione e professionalitàdedicate nel trascorso quinquennio alla nostra

•Alvaro Siza Office,Porto, 1993-97, veduta.

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Rivista: complimenti. Al nuovo Direttore, ing.Tiziano Suffredini e a tutto il nuovo Comitato diRedazione un augurio e uno sprone a far sempremeglio. Il ricorso al Consiglio di amministra-zione è previsto dallo Statuto come possibileprimo grado di contenzioso che da la possibi-lità alla Cassa di verificare l’operato deipropri uffici e al Consiglio di amministrazio-ne di valutare circostanze oggettive di fatto edi diritto che possano aver influito sul prov-vedimento adottato. È una sorta di riesamecon la finalità di poter assumere in autotutelaeventuali diverse determinazioni. Ragioni, giu-stificazioni, argomentazioni vengono valutatecon attenzione e talvolta accolte.Trovo infine logico e corretto che siano gli Ufficia comunicare l’esito dell’istanza.

Ci sarà una pensioneanche per noi?

Egregio direttore, sono un giovane ingegnereinformatico, libero professionista non per scel-ta ma perché “costretto” dalle esigenze delmercato del lavoro che mi vogliono fiscalmen-te libero professionista e dipendente per ognialtro aspetto.Per questa mia “libera professione” sono iscrit-to ad Inarcassa e ricevo con una certa regolarità

•Stabilimento Vitra International,Weil am Rhein, 1991-94,particolare esterno.

la rivista da lei diretta che leggo, anche se certonon con l’attenzione che merita, nel tentativo diformarmi una cultura previdenziale.Chi, come me è cresciuto a “Pane e canzoni diGuccini” non può non ricordare “L’avvelenata”quando dice “Mio padre in fondo aveva ancheragione a dir che la pensione è davvero impor-tante, mia madre non aveva poi sbagliato adir che un laureato conta più d’ un cantante”.Dalla seconda parte del verso ho tratto inse-gnamento quando invece di andare a suonarenella cantina insieme ai miei amici passavo leserate a studiare Analisi I e Fisica I; qualchedubbio che se sia valsa la pena ora mi rima-ne… . Oggi vorrei capire se anche la primaparte del verso ha ancora un senso. Ho semprepiù il sospetto che noi giovani oggi paghiamocon i nostri contributi le pensioni a colleghiche ben pochi contributi hanno versato e chequando arriverà il momento di andare noi inpensione … la cassa sarà vuota.In altre parole la domanda è: ci sarà unapensione anche per noi?

Mail ricevuta dall’ing. G. Di Giuseppe○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Caro giovane collega, approfitto dell’ospitalitàdell’amico ing. Mauro Di Martino che curaquesta rubrica e che ringrazio per le parole diaffetto con cui mi stimola a ben fare nel ruolo didirettore responsabile della rivista, per rispon-

derti e rispondere a molti altri giovani chespesso mi rivolgono con diverse parole la stessadomanda: “Noi che raggiungeremo l’età dellapensione tra 30 anni o 40 anni, possiamo spera-re in un trattamento pensionistico dignitoso?”Credo di poter rispondere che i giovani di oggidevono avere più che una speranza! Il principa-le obiettivo che la governance di Inarcassa si èdato negli ultimi anni è stato quello di garantirela sostenibilità a lungo termine. Per questo èstata predisposta ed approvata una riforma cheha comportato sacrifici agli iscritti con l’au-mento dei contributi soggettivi ed integrativima anche eliminato privilegi evidenti con l’ab-battimento delle pensioni di anzianità in fun-zione dell’età.Ancora oggi la riforma trova molti critici so-prattutto tra coloro che, già in pensione, sivedono aumentati i contributi senza analoghiincrementi nell’importo della pensione.Per queste persone è facile teorizzare il passag-gio al sistema contributivo: paghiamo menocontributi oggi e la pensione sarà proporzionaleai contributi versati. Altre Casse lo hanno fattoe oggi cominciano a valutarne gli effetti negati-vi. Le pensioni erogate sono irrisorie! Addirittu-ra inferiori alle pensioni sociali erogate dal-l’INPS. Di recente anche il ministro del welfareè intervenuto su un noto quotidiano nazionaledichiarando che non possiamo solo parlare disostenibilità ma è necessario valutare anche ladignitosità dei trattamenti pensionistici. Pro-prio in questa direzione Inarcassa si è orientatafin dal 2005 quando si è affrontato per la primavolta il problema.Tutto fatto? No!Molto è stato fatto, il bilancio tecnico elaboratodagli uffici di Inarcassa sulla base dei parame-tri imposti dal ministero ci dice che i nostri contisono in regola per i prossimi 30 anni. Questo erail primo obiettivo ma altro dovrà essere fatto.Certo è che “… la pensione è davvero importan-te” ed è importante costruirsela da giovani.

Ing. T. Suffredini

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ico I nuovi monitor

a cura di Marco Agliata

La grande diffusione dei monitor Lcd (liquidcrystal dispay) cui abbiamo assistito in questiultimi anni è legata a ragioni oggettive che noninteressano soltanto l’ingombro limitato diquesto tipo di schermi, ma si estendono aconcreti motivi di ordine tecnico ed economi-co.Il precedente sistema CRT (cathode ray tube)era basato su una tecnologia di emissioni dielettroni all’interno di un tubo a vuoto spintoche venivano raggruppati in un fascio (raggicatodici) a causa di una differenza di potenzia-le elettrico e guidati da campi elettrici arriva-vano a colpire un punto della superficie inter-na dello schermo (anodo) rivestito da unmateriale fluorescente che, stimolato daglielettroni, emetteva la luce percepita all’ester-no. Il risultato finale, che per tanti anni ci haaccompagnato nelle nostre case e in tanteapplicazioni della vita ordinaria, era un appa-recchio con peso e ingombro di notevoleentità ed una qualità dell’immagine saldamen-te legata ai costi.I nuovi schermi Lcd hanno una tecnologiabasata sulle proprietà ottiche dei cristalli liqui-di interposti tra superfici vetrose alimentateelettricamente per stimolare i vari punti (pixel)dello schermo facendo passare o interrom-pendo il passaggio della luce. Questa tecnolo-gia ha consentito la realizzazione di schermicon alcune importanti caratteristiche relativequali la profondità (3-4 centimetri), la maggio-re grandezza degli schermi, la qualità dell’im-magine e la maggiore luminosità, migliori pro-tezioni per le emissioni e minor consumo dielettricità.

Il complesso di questi elementi ha determina-to una rapida diffusione degli schermi a cri-stalli liquidi le cui vendite già nel 2008, in tuttoil mondo, hanno superato quelle dei prece-denti schermi a tubo catodico basandosi so-prattutto sul grande impulso proveniente dal-l’acquisto di nuovi apparecchi TV costruiti suquesta tecnologia.Tra le caratteristiche già indicate dei nuovischermi Lcd rientra anche quella del bassoconsumo di energia elettrica che ha consenti-to di poter alimentare questi schermi anchemediante batterie di limitata potenza, cosache ha permesso la produzione di computerportatili in grado di essere utilizzati anche perdiverse ore (8-9) senza bisogno di ricariche.

Di fatto, gli schermi a cristalli liquidi hannopermesso la realizzazione di sistemi e appa-recchi che sono ora presenti in tanti settori(sicurezza, sanità, comunicazione) nei quali ilpermanere degli schermi a tubo catodico nonavrebbe permesso il raggiungimento dei risul-tati oggi considerati abituali.Nel campo degli schermi Lcd, la continuaevoluzione ha portato, tra le altre cose, ad unarisoluzione dell’immagine che oggi si trovanormalmente a 1.920 x 1080 pixel (Full Hd)sia per gli apparecchi TV che per gli schermidei computer, con degli evidenti benefici intermini di qualità dell’immagine a fronte diulteriori miglioramenti nella riduzione deiconsumi di energia.

•Museo d’arte contemporaneaIberê Camargo a Porto Alegre, 1998-2006,veduta.

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La nuova sfida verde

Con una tecnologia così recente e in continuaevoluzione è chiaro che la partita tra le caseproduttrici si gioca principalmente sul vantag-gio di cui potranno disporre le società ingrado di generare nuovi sistemi o tecnologieavanzati e sul contemporaneo miglioramentodelle prestazioni complessive.Anche in questo campo la maggiore sensibilitàambientale degli utenti sta costringendo i pro-duttori ad affiancare le migliorie tecnologichea quelle legate alla sostenibilità dei prodotticon un’accresciuta attenzione all’intero ciclodi vita del bene.Una delle novità tecnologiche più recenti èlegata all’utilizzo della tecnologia a Led neglischermi; si tratta di un’applicazione del prin-cipio del Led (Light Emitting Diode) sullatrasmissione luminosa attraverso le proprietàdi alcuni materiali semiconduttori per pro-durre fotoni originati dalla ricombinazione dicoppie di elettrone e lacuna e che vengonoemessi come luce percepita dall’osservatore.Questa tecnologia, attualmente in rapida dif-fusione, consente di ottenere ulteriori rispar-mi di energia ma la caratterizzazione “verde” èlegata a diversi fattori che devono garantire lacompletezza del processo di sostenibilità:• modalità di produzione – il prodotto, imateriali, la tecnologia e lo stesso processoproduttivo nel suo insieme devono esseregestiti con l’azzeramento dell’inquinamento edei fattori di alterazione ambientale;• modalità d’uso – ergonomia, i livelli diinquinamento attivi e passivi durante il funzio-

namento, la sicurezza dei fruitori e la tuteladella salute;• modalità di gestione – i consumi di energia,la manutenzione, la riparazione dei compo-nenti;• i sistemi di smaltimento – assenza di mate-riali inquinanti, facilità di smontaggio e livellodi riciclabilità dei prodotti.Quelli indicati sono gli elementi indispensabi-li per far rientrare qualunque oggetto o manu-fatto in una condizione di sostenibilità e cor-rispondono ai criteri di base dei percorsi dicertificazione di prodotto o di processo chesono quelli che consentono all’utente di co-noscere le caratteristiche dell’oggetto facen-do riferimento al tipo di certificazione asse-gnata. Alcuni di questi elementi sono già staticodificati separatamente da norme specifichedi settore come nel caso dell’ergonomia deimonitor disciplinata dalla norma Tco’03 chestabilisce che il monitor, per avere una visionecorretta, sia collocato a una distanza di 45-55centimetri dall’utilizzatore e con il centro po-sto poco al di sotto degli occhi della personaseduta di fronte.Sempre restando nell’ambito dei monitor unaltro elemento importante in senso ambienta-le è costituito dal fatto che i nuovi monitor aLed sono privi di mercurio e quindi in grado digarantire anche dei processi di smaltimentocon livelli di compatibilità più alta.Anche con questi monitor sarebbe importanteadottare delle attenzioni in grado di migliora-re sia il livello dei consumi che la stessa duratadell’apparecchio attuando alcuni piccoli ac-corgimenti che riguardano corretta gestione

del computer anche in sede di riposo (infunzione della tecnologia di riferimento). Nonlasciare un display con tecnologia Tn (TwistedNematic) in stand by con un’immagine nerache in questo caso consuma di più di quellabianca e quindi non attivare lo screen saver(per la tecnologica Ips – In plane switching èesattamente il contrario), non spegnere e ac-cendere frequentemente il computer (mag-giore consumo dell’alimentatore a causa deicontrolli dei circuiti che vengono effettuatiogni volta che si riparte) e poi, quando ilcomputer non viene usato per un po’ è possi-bile ridurre ulteriormente i consumi portan-do su off l’interruttore del display che, sedotato di alimentatore autonomo, continua aconsumare circa mezzo watt anche a compu-ter spento. Ai fini della facilità d’uso e dellastanchezza visiva è molto importante la tipolo-gia e la qualità delle protezioni antiriflesso deifiltri esterni, che possono attutire i disturbivisivi delle altre luci presenti nell’ambiente dilavoro e ridurre sensibilmente l’affaticamentodella vista determinato da una prolungataattività di lavoro davanti al monitor.

Le informazioni tecniche

Nell’acquisto di un monitor oltre alle caratte-ristiche complessive e a una valutazione sullaprestazione complessiva ai fini ambientali cisono una serie di elementi che contribuisconoa individuare le qualità di un modello e chesono molto importanti in termini prevalente-mente tecnici.

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In ogni caso prima dell’acquisto è assoluta-mente importante conoscere le condizioni digaranzia e riparazione della macchina in casodi guasti o imperfezioni che potrebbero rive-larsi successivamente.Una delle situazioni di questo tipo potrebbeessere determinata da un display con dei pixelguasti o non funzionanti; in questa ultimaipotesi potrebbe essere sufficiente solo unintervento di rivitalizzazione dei pixel stessiche potrebbero essere semplicemente blocca-ti. In questo senso la norma di riferimento perla definizione del numero consentito dei pixelguasti è la ISO 9241-307 del 2008, che indivi-dua il numero massimo dei pixel guasti accet-tabili per ciascuna delle classi definite e sullabase della risoluzione del monitor (1.920 x1.080 pixel equivalgono a 2.073.600 pixelcomplessivi), per cui la nuova normativa Iso9241-307 porta all’ammissibilità del numerodi pixel guasti per milione di pixel attraversouna formula in cui si deve moltiplicare il totaledei pixel del monitor per la classe di apparte-nenza (le classi sono 4), dividere il tutto per1.000.000 e arrotondare per difetto; facendole relative operazioni si nota che il numeromassimo consentito varia da 2 a 50.

Conclusioni

Superando la suggestione che qualunque cosaabbia una etichetta “verde” sia effettivamentee scrupolosamente realizzata secondo i criteririchiesti, prima dell’acquisto di un monitorper il quale si ricercano anche delle caratteri-

stiche di compatibilità ambientale è bene do-cumentarsi sulle certificazioni di settore chepossono garantire, in modo oggettivo, le effet-tive prestazioni in questo ambito.Nella scelta del prodotto vale anche un’altraconsiderazione che è legata al binomio quali-tà-compatibilità e che vede quasi sempre coin-cidere un livello di qualità e prestazioni tecni-che elevate ad un altrettanto elevato livello dicompatibilità e attenzione alle caratteristiche“verdi” dell’apparecchiatura.Le esigenze di un mercato in continua evolu-zione hanno portato molti produttori a cerca-re di vendere anche un’immagine di qualitàambientale per i propri prodotti, ma spesso lasostanza non corrisponde a quanto dichiaratoquindi una maggiore attenzione da parte del-l’utente-acquirente potrà contribuire a evitarescelte affrettate. Considerando il fatto che leriviste specializzate (se si volesse ricorrereanche a un supporto puntuale costituito dalleprove comparative su pubblicazione del setto-re) si occupano quasi esclusivamente delleprestazioni di natura tecnica, chi fosse interes-sato ad avere delle valutazioni rivolte ancheverso i livelli di compatibilità potrebbe nontrovare supporto adeguato.Questo vuol dire che l’operazione di valuta-zione andrebbe condotta in modo autonomoe allora sarà importante considerare queglielementi che potrebbero qualificare in questosenso un prodotto: in primo luogo i materialie le componenti di cui è costituito (evitaremetalli inquinanti come piombo e mercurio),qualità dei filtri di protezione dello schermo,livelli di consumo, termini di manutenzione,

condizioni di riciclabilità e prezzo finale. Èpossibile che non tutti siano perfettamente ingrado di condurre un’analisi puntuale e soste-nuta da conoscenze di dettaglio, ma certa-mente il solo fatto di aver cominciato a pensa-re al problema, di aver posto domande circo-stanziate al venditore e di essere consapevoliche questo tipo di attenzione porterà semprepiù a disporre di prodotti di qualità comples-siva più alta, potrà costituire un contributoimportante alla diffusione di una nuova atten-zione a questo tipo di problematiche.Gli elementi che sono alla base di questaattenzione alle problematiche ambientalimolto spesso aiutano l’utente ad affrontarecon maggiore consapevolezza non solo le of-ferte di mercato ma anche un modo comples-sivo di gestire il proprio lavoro, il proprioufficio e la gestione di molte attività cui sareb-be utile prestare un nuovo sguardo arricchitodalla consapevolezza che la tematica ambien-tale, soprattutto in un momento di grandecrisi economica e culturale potrebbe costitui-re un punto di partenza per un nuovo modellodi sviluppo.Per chi lavora tutti i giorni con i luoghi dell’abi-tare e della vita delle persone questo aspettopotrebbe rappresentare un ulteriore stimoloper qualificare la propria attività e il propriolavoro, dirigendosi verso processi progettualipiù attenti e sensibili alle risposte dei fruitori,alla compatibilità dei materiali, al consumo dimaterie prime e a un nuovo equilibrio deiluoghi di relazione che, soprattutto in questoperiodo, hanno una profonda necessità didare spazio alla qualità.

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Dino GavinaLampi di designdi Vittorio Camerini

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Con lui i nuovi canoni dell’este-tica coniugata alla funzione pas-sano dalla sperimentazione con-cettuale alla realizzazione su sca-la industriale dell’arredo-operad’arte. “ Le Grand Confort” di Le Cor-busier nasceva con 22 punti disaldatura a mano ed era produ-cibile solo artigianalmente, quin-di inadeguato ad un mercato mo-derno.Gavina intuì che molto del desi-gn anteguerra non aveva avuto asupporto le tecniche innovativee la sinergia di una mentalitàindustriale e si propose di risco-prire nel passato ciò che era me-ritevole di divenire contempo-raneo. L’intuizione era quella di

Al MAMBo, Museo d’Arte Moder-na di Bologna si è appena con-clusa la mostra e la serie di in-contri dedicati a Dino Gavina,geniale e provocatore “domato-re di designers” come egli stessoamava definirsi.

realizzare, con componenti ri-petitivi assemblati e costi seriali,oggetti di design economica-mente sostenibili.Un esempio su tutti è la sediaTOMASA, presente nel dipinto

di Paolo Uccello e riconvertitada Gavina al processo industria-le.Nel 1954, alla X Triennale diMilano, con Lucio Fontana, Ga-vina incontra Piergiacomo Ca-

•Sede bolognese della Gavina SpA;in alto: Dino Gavina;a destra: il sacco Alato e Margherita.

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stiglioni e con lui ed il fratelloAchille nasce un sodalizio basa-to su scrupolosi criteri di seriali-tà e di originalità che si esplica-no in prodotti storici quali lapoltrona S. LUCA (1960).

Nel 1957, alla XITriennale di Mi-lano, conosceKazuhide Taka-hama, progetti-sta del padiglio-ne giapponese.Dal loro incon-tro nascerà unaamicizia duratu-ra (Takahama sitrasferirà a Bo-logna) che nel1973, quandoGavina fonda laSirrah, darà mo-do a Takahamadi disegnare la

serie “SAORI” ispirata ai cele-berrimi “tagli” di Lucio Fontanae prima ancora mobili comeTULU (1968) e KAZUKI (1969).Nel 1965 incontra Sebastian Mat-ta e mette in produzione il SAC-

CO ALATO eMARGARITA iltrono di Matta.Nel 1969 è a NewYork, da MarcelBreuer per pro-porgli di riporta-re in produzionepezzi da lui dise-gnati nel 1924/25all’interno diBauhaus, in tubodi acciaio curva-to. Raggiunge loscopo con invi-diabile lungimi-ranza e soddisfa-zione di Breuer

stesso. Nascono CESCA e WAS-SYLY.Affermava Dino Gavina neglianni ’80: “veramente moderno èciò che ha la dignità di diventareantico”. Oggi le sue produzionisfidano l‘eternità.Sempre nel ’69 ripropone IL GIAR-DINO FUTURISTA di GiacomoBalla con il Centro Duchamp, dalui fondato in omaggio al grandeartista ed avendo a fianco ManRay, con il quale poi realizzerà lospecchio a psiche LES GRANDTRANS-PARENTS.Basti pensare al suo sodali-zio con Carlo Scarpa che di-segna quel capolavoro che èla sede bolognese della GA-VINA S .P .A .Eterno è pureil tavolo DO-GE, in acciaioe cristallo cheSCARPA vider e a l i z z a t oper merito diGavina stes-so. Con TobiaScarpa dise-gnò il divanoBASTIANO e lapo l t ronc inaPIGRECO.Nel 1971 ma-g ico è l ’ in -con t ro conMereth Op-penheim, mu-sa di Man Ray,che nel perio-do surrealista

ha disegnato il Tavolino TRAC-CIA con i piedi di bronzo atrampoliere che Gavina mettein produzione, seguito da LETEMOIN, occhio scultura diMan Ray.Per comprendere il genio diDino Gavina pensiamo che nel1960 ha fondato la FLOS, aven-do Carlo e Tobia Scarpa ed iFratelli Castiglioni accanto a lui,per disegnare lampade storiche,quali TACCIA e ARCO, lampadache ha fatto la storia della luce.Nel 1974 incontra Enzo Mari cheporta in mostra “PROPOSTA PERUN’AUTOPROGETTAZIONE”,ovvero Kit di montaggio per re-alizzare arredi in proprio ed il

•Lampada Arco;in alto: sedia Wassyly;a destra: tavolo Traccia.

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tavolo”PROGETTO 1123 x B”,fatto solo di listoni di legno pre-tagliati da assemblare.Luigi Caccia Dominioni incon-tra Gavina negli anni ’80 e conlui perfeziona, insieme ad AlanIrving, Virgilio Vercelloni,Manlio Brusatin il “PARADISOTERRESTRE”, proposta rivoltaall’arredo urbano come giardi-no semantico moderno.Questo incontro introdurrà lariqualificazione della Piazza S.Stefano a Bologna, come nuo-vo segno urbanistico nel luogocrocevia della cristianità e l’ar-redo di mille Piazze nel mondo.Nel 2007 e nel 2008 gli vieneassegnato il “Compasso d’Oro”alla carriera, per avere portatoa Bologna l’epicentro di unarivoluzione culturale nel cam-po del mobile.In questo 2010 il MAMBo gli hadedicato la mostra “Lampi didesign”.Personalmente ho scoperto lamodernità del suo pensierocontrocorrente molto tempoprima di incontrarlo: sfoglian-do un numero del 1955 dellaRivista del Teatro Comunale diBologna, sulla quale apparivala pubblicità della Gavina Pol-trone, disegnata da Nando Cu-niberti, con un ironico divanoantropomorfo, accompagnatodalla didascalia: “Da che mon-do è mondo gli uomini di tuttele razze e di tutte le civiltà ama-no sedere comodamente”.Mi lusinga molto il poter dire

oggi che Dino Gavina è statoper me un amico assiduo e de-dicato, soprattutto perché mi èstato a fianco in molti deglieventi culturali che ho proget-tato e condotto.Primo fra tutti la “Biennale in-ternazionale della ceramica diFaenza” di cui Gavina fu attentoosservatore ed anima di vivacidibattiti con artisti contempo-ranei (Matta, Pablo Echaureen,

Enrico Baj, per citarne alcuni),poi “La Mostrabella” a Bologna“Abitare il Tempo” a Verona, ecc.Gavina rifuggiva dal banale e rin-correva i grandi dell’ultimo se-colo da Breuer , a Marcel Du-champ, a Man Ray, ecc. per sti-molare e cogliere la loro geniali-tà, rendendo concrete le formeideali attraverso nuove tecnolo-gie costruttive.A Gavina va riconosciuto di aver

traghettato il design al di là delrazionalismo facendolo diventa-re una esperienza di cultura in-dustriale di valore europeo.L’arch. Roberto Fregna dice: –Gavina è uno di quegli uominiche coltivano il bello senza sepa-ratezze tra l’arte e la produzioneindustriale, tra cultura e mercatoed ha compreso l’enorme poten-ziale etico, didattico, che è conte-nuto nelle “opere” –.

•Pubblicità della Gavina Poltrone: “Da che mondo è mondogli uomini di tutte le razze e di tutte le civiltàamano sedere comodamente”.

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•Vittorio Corcos, “Sogni” 1896,olio su tela 160x135 cm, Roma,Galleria Nazionale di Arte Moderna.

Il volto dell’Ottocentovisto dai grandi artistidell’epoca, da Canova aGemito, da Boldini aModigliani. La mostra aPadova, palazzoZabarella, aperta fino al27 febbraio.

I maestri del ritrattoa cura di Corrado Corradi

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Il ritratto vive nell’Ottocento lasua grande stagione. Bistrattato erelegato un tempo nelle accade-mie ottocentesche agli ultimi gra-dini di un’ideale scala gerarchi-ca, viene ora rivalutato e posto inauge.L’arrivo in Italia delle armate fran-cesi e del generale Bonaparte pro-voca una rivoluzione sociale, po-litica, civile.

Il primo console è effigiato dalCanova in un busto che lo sculto-re realizza recandosi nel Castellodi Saint-Cloud per sole cinquesedute.“Tutto era nuovo, uomini, nomi,linguaggio, vestiti, emblemi. (...)Era la resurrezione di un popolo

dalla morte politica di tre secoli(...). Le voci di patria, di libertà, digloria, voci per sì lungo tempo,per secoli, sconosciute, ferivanol’orecchio e il cuore d’una nazio-ne sensibile al primo svegliarsi diun lungo sopore”.(Lo scrive Giuseppe Pecchio nel1830 nella Vita di Ugo Foscolo).Canova ricerca non in vani acces-sori di complemento, ma esclusi-vamente nell’intensità dellosguardo il valore intellettuale e laleggendaria audacia del primoconsole.Andrea Appiani ingrandiva, ri-traendo certe forme a mo’ delCorreggio, specialmente gli oc-chi.Il pennello di Molteni ricerca piùl’insieme, quello di Hayez studiapiù le singole parti. I ritratti diXayez parlano, come quello delledue sorelle Carolina e BiancaGabrini.Gli occhi, primo specchio del-l’anima.Poi c’è un mutamento: ormai sicura assai meno la somiglianza eil carattere dei ritrattati che nonl’abbondanza e la ricchezza de-gli accessori. È una vera scenache si dispone attorno al ritratto:drappi, tavoli, caminiere, sedie,doppieri, tappeti, velluti...Il Molteni fu uno dei primi a

introdurre questa specie di ari-stocrazia nei ritratti, per cui sivedevano tutti i personaggi da luidipinti nuotare in un mare diricchezze fra gli ori e le sete.I suoi ritratti avevano così alcunche di splendido, di attraente,che seduceva l’occhio e che ap-pagava soprattutto la vanità deicommittenti.Una curiosità è costituita dall’ef-fige impietosa per realismo dellacontessa Anastasia Spini, ritrattacon in mano la sua presa di tabac-co: una delle immagini più popo-lari e vere della pittura del XIXsecolo, che per anticonvenziona-lità di posa sembra il primo ritrat-to dell’0ttocento.Alessandro Manzoni è effigiatouna volta da Giuseppe Molteni eun’altra da Hayez, cui Manzoniconcede incredibilmente quindi-ci sedute, recandosi ogni voltanello studio del pittore.Questa febbre del ritratto provo-ca un caustico elzeviro diOpprandino Arrivabene (amico ecorrispondente di Giuseppe Ver-di) che nel 1840 scrive: “V’è almondo una classe di uomini chepassano gran parte della loro vitaseduti a farsi copiare”.Giovanni Fattori ritrae la primamog1ie, Settimia Vannucci, di-pinto assai amato dalla critica

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novecentesca: Ojetti, Carrà, Sof-fici, Ragghianti, Maltese.Mentre Boldini, giunto in granfama a Parigi, è attratto dallo stu-dio attento, ma da lui sempredissimulato, dalla istantanea fo-tografica.Telemaco Signorini riconoscenegli Scritti d’arte del 1874 chela pittura di macchia “nacque nel1855 da tre artisti e non dei peg-giori in Italia, coadiuvata dallafotografia”.Balla, che era figlio di un fotogra-fo torinese, non nascose mai lasua ispirazione fotografica.E Michetti, pittore di grande ta-lento, intimo di d’Annunzio, giun-se a dire, riferendosi a una foto-grafia: “Guardate, non è più belladella pittura? È la divina realtà”.(Dal prologo del Catalogo, cura-to da Francesco Leone).

I sogni di Elena

Il dipinto “Sogni” di Vittorio Corcosè il ritratto di un’intera epoca.Una giovane donna, Elena, vesti-ta con sobria eleganza, siede suuna panchina. Ha le labbra car-nose e rosee, la capigliatura ar-ruffata, i grandi occhi un po’ se-gnati. Tiene le gambe accavallatee il mento posato sulla mano,provocante nella spregiudicatanonscialance. Elena fa parte diquelle creature che avevano “unnon so che di vago e di interroga-tivo che turbava”, nature inquie-te, fanciulle che avevano in sé

“qualcosa del fantasma e del fio-re” (d’Annunzio).Non sappiamo se quell’espres-sione un poco languida e stanca,e quell’aria di sfida sia il frutto diun’intensa vita sentimentale o diuna fantasia riscaldata dalle pagi-ne dei molti romanzi letti, a esem-pio quelli di Prevost o di Bourget,autori di cui si leggono i nomisulle copertine gialle dei libri editida Flammarion, posati sulla pan-china accanto al cappello di pa-glia e all’ombrellino.Ma tutti sono concordi nel rite-nere che il ritrattodi Elena, “Sogni”, siail ritratto di un’inte-ra epoca.Nell’introduzionedel catalogo, Fran-cesco Leone raccon-ta che a Castiglion-cello, Vittorio Cor-cos aveva una resi-denza estiva dovetrascorreva partedell’anno. E propriolí, a Castiglioncello,Corcos dipinge ilsuo capolavoro:l’immagine che dasé sola riassume tut-to il valore de Il vol-to dell’Ottocento: ecioè, la figura em-blematica della don-na moderna.Corcos interpretòun’epoca in quel ri-tratto. Dal volto diElena Vecchi traspi-

ra una consapevole voluttà, dallelabbra e in special modo da queigrandi occhi misteriosi e cerchiati,si intuiscono “i caldi desideri e itorbidi pensieri”.Disinibita nella posa e anche unpo’ sprezzante, Elena è la tradu-zione visiva del mondo dannun-ziano.

Il Verdi di Gemito

Fa parte della Mostra questo bu-sto di Giuseppe Verdi, che ha una

sua storia. Il Maestro si trovava aNapoli per l’esecuzione del DonCarlos (era il 1873) quando l’ami-co Domenico Morelli lo mise alcorrente del “caso Gemito”. Ilgiovane scultore era angosciatodal problema incombente delservizio militare: se non gli fosseriuscito di trovare il denaro suffi-ciente per compensare chi loavrebbe sostituito durante “la fer-ma” (l’obbligo di leva) sarebbestato costretto a partire, inter-rompendo così agli inizi la suapromettente carriera.

•Vincenzo Gemito, “Busto di Giuseppe Verdi” post 1873,bronzo, 42x63 cm, Milano, Casa di Riposo dei MusicistiFondazione Giuseppe Verdi.

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•Francesco Hayez, “Ritratto delle signoreCarolina Grassi e Bianca Bignami”, sorelle Gabrini, 1985,olio su tela 93x71,5 cm, collezione privata.

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Verdi accettò di versare subito 2mila lire e si dichiarò a disposi-zione dello scultore. Vi fu l’in-contro tra i due, Gemito si mise

all’opera e in soli quattro giorniottenne un risultato straordina-rio. A Napoli per lungo temponon si parlò d’altro. Scrive Di

Giacomo che lo scultore “... fucolpito dall’aspetto del Maestro,la creta si infiammò sotto le suemani, e palpitò sotto quei pollici

impazienti”. Questo fu il momen-to creativo che diede forme, alritratto in creta, poi, tradotto inbronzo. L’opera fu ospitata daprima a Villa Verdi, a Sant’Agatadi Busseto; in seguito, alla Casadi riposo per musicisti, creata dalMaestro alla periferia di Milano.

Le sorelle Gabrini

I volti delle due donne, Carolinae Bianca Gabrini, ritratte da Fran-cesco Hayez, dialogano diretta-mente con lo spettatore, rivelan-do con ogni particolarità dellefisionomie i tratti del carattere edelle psicologie.In questo caso, questo dialogo di-remmo di affetti o di anime, è resocon un’intensità straordinaria esoprattutto attraverso gli occhi.La forza penetrante dei due sguar-di – uno esaltato dalla posizionefrontale, l’altro caratterizzato dalleggero ruotare di tre quarti delvolto – riesce a catturare l’atten-zione di chi guarda senza piùmollare la presa, sollecitando unaforte adesione sentimentale.La più distante ha come un velodi tristezza calato davanti agli oc-chi, l’altra, più vicina, è animatada un guizzo nella pupilla mobi-le, quanto la sorella appare fissae quasi ierastica.Grancesco Hayez racconta nellesue memorie che frequentava laCasa di Francesca Traversi, doveascoltò ripetutamente GiudittaPasta e la Taglioni, cantanti che

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acquistarono ben presto grandecelebrità.La padrona di casa serviva essastessa i suoi famosi risotti.

Modigliani,la fama postuma

Protagonista della tela è una gio-vane donna con caschetto di ca-pelli neri, che accentua l’ovaledel suo viso e insieme ne esalta,con lo sfondo e l’abito ugual-mente scuri, l’incarnato colorocra. La tinta del vestito suggeri-sce di collocare la realizzazionedell’opera in inverno.Il nuovo stile di Modigliani (1916)allunga i volti stilizzandoli.L’incomprensione circonda sem-pre l’opera di Modigliani e soltan-to dopo la sua morte cominciò evenire meno facendone uno deicasi più celebri di fama postuma.La mancanza di denaro e un tor-mento interiore lo spinsero aconsumare in grande quantitàhashish e alcol, contribuendo allafama di maudit, d’artista male-detto, che non lo avrebbe piùabbandonato.Il 23 gennaio 1920 perde cono-scenza e muore il giorno dopoall’ospedale de la Charité. Aveva36 anni.

Notizie e immagini sono trattedal catalogo Marsilio: “DaCanova a Modigliani, il voltodell’Ottocento”.

•Amedeo Modigliani, “Ritratto di Hanka Zborowska” 1917,olio su tela 55x38 cm,Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

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La sua voce è una radionella notte che sisdoppia in canto eracconto di fantasia e diironia. I suoi spettacolisono sedute di analisi esociologia, conferenze diarchitettura sonora eportali di sogni daattraversare. Con Laurie/Alice Anderson si entranel Paese delleMeraviglie dellatecnologia dove ognimodernità è funzionalead un percorso a ritrosonel tempo e nello spazioemotivo di unaextraterrestre.

Laura Phillips Anderson, nata aChicago (ma con antenati scan-dinavi) il 5 giugno 1947, è iltipico prodotto dell’Avanguar-dia newyorkese. Crebbe nella pe-riferia di Chicago con quattrosorelle e tre fratelli. Figlia di unaviolinista studiò violino profes-

Laurie Andersondi Paolo De Bernardin

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sionalmente entrando subito nel-l’Orchestra Sinfonica Giovaniledella sua città ma abbandonòpresto l’idea di fare esclusivamen-te la strumentista e si buttò acapo fitto sui libri. Suoi interessierano principalmente la scienzae la storia dell’arte. Dopo unaprima laurea a Chicago si trasferìa New York per studiare sculturaalla Columbia University. Abban-donò però ben presto il mondodella scultura per dedicarsi allarappresentazione visiva della pa-rola scolpita sul palcoscenico.Con la nuova laurea in storia del-l’arte alla Columbia si stabilì defi-nitivamente a New York comeinsegnante specializzata in archi-tettura egiziana e assira.La sua prima performance artisti-ca ebbe luogo nel 1972. Col tito-lo di Automotive faceva suonarea mo’ di sinfonia i clacson diautomobili al Town Green diRochester, nel Vermont. L’annodopo con ORange faceva raccon-tare storie da dieci megafoni di-versi in un grande stadio. Nel1973 sconvolse il pubblico deiteatri off con una dirompenterappresentazione audio-visualedi 12 ore all’Accademia di Musicadi Brooklyn, The life and times ofJosef Stalin, un’opera di RobertWilson che conteneva già tutti gli

elementi canonici della sua futu-ra arte basata sul racconto, sul-l’uso della parola, sulla voce reci-tante e sul canto mescolato alsuono delle tastiere elettronichee del violino. Mise a frutto la suaesperienza incidendo il suo pri-mo disco, un singolo a ritmo direggae dedicato all’artista ChrisBurden che usava spararsi nelbraccio e rotolarsi su pezzi divetro! Il disco “It’s not the bulletthat kills you, it’s the hole”, perla Holly Solomon Gallery, unagalleria d’arte newyorkese, inedizione super limitata allegavain ogni copia un paio di guanti di

carta disegnati dalla stessa An-derson. Al 45 giri fece seguito larealizzazione di Fourteen Ameri-cans, il suo primo esperimentovideo su pellicola. Nel 1974 in-ventò uno spettacolo di strada(Duets on ice) agli angoli di NewYork in cui raccontava a modosuo, come in un musical minima-lissimo, il Moby Dick di HermanMelville. Suonava il violino in-dossando scarponi con grossipattini piantati su due blocchi dighiaccio il cui scioglimento de-terminava la fine dello spettacolo(rappresentato anche a Genovanel 1975).

•Sopra e di seguitoalcune immagini di Laurie Anderson.

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Subito notata dalla critica feceparlare il New York Times di“mistero, melodramma e hu-mour” (Ken Johnson). Per TimeOut era “un’intossicazione daaccumulo di parole e immaginiche ti fa assorbire il messaggio”(Sarah Kenton). Per Interview era“l’artista che fa svanire ognibarriera tra le persone facendoimmaginare a ciascuno di esse-re qualcun altro” (Germano Ce-lant).

Uno degli incontri determinantidella sua vita fu quello con uninfluente personaggio dell’avan-guardia poetica americana, JohnGiorno, uno dei grandi fautoridella poesia e della comunicazio-ne orale. I due, insieme con Wil-liam Seward Burroughs, fonda-

mentale poeta della Beat Gene-ration autore de “Il pasto nudo”e genio del cut-up (particolaretecnica del taglio di un testo consuccessivo rimescolamento dellefrasi, inventata dal dadaista Tri-stan Tzara) e considerato unodegli artisti più creativi del XXsecolo, diedero vita ad un trioche portò nel 1981 in giro per ilmondo lo spettacolo “Red night”,prodotto dal National Endow-ment for the Arts e dal New YorkState Council on the Arts, la cuitestimonianza sonora è rimastain un doppio album intitolato“You’re the guy i want to sharemy money with”. La maggior par-te degli interventi della Ander-son proveniva dal corpus di unasuccessiva opera, capitale perfor-mance, intitolata United States

(registrata in un box di 5 albumsdalla rappresentazione newyorke-se del febbraio 1983) alla qualeLaurie lavorava da sempre.Quella che appariva a molti comel’artista più amata dall’intelli-ghentia newyorkese e quello chesembrava un discorso relegatoesclusivamente ad una élite cul-turale ebbe un clamoroso colpod’ala con una canzone, un singo-lo che fece presto il giro del mon-do svettando su tutte le classifi-che. Si trattava di “O Superman”,uno dei brani inclusi nello spet-tacolo United States che ripren-deva un’aria dall’opera “Le Cid”(1885) di Jules Massenet (O Sou-verain, O Juge, O père). Con laforza di un ostinato iniziale basa-to su interminabile loop (“ha haha ha ha”) e con l’aiuto di unvocoder e l’eco di un sassofono,il brano catturò l’attenzione ditutti (in Inghilterra fu votato daigiornali inglesi come disco del-l’anno!). Il successo della piccolaetichetta One Ten Records di BobGeorge, direttore dell’Archivio diMusica Contemporanea di NewYork ricco di 2 milioni di registra-zioni, rimbalzò immediatamentesulla scrivania del direttore arti-stico della Warner Bros che lacontrattualizzò immediatamentefavorendo la circolazione di unmateriale elitario ad un vastopubblico in tutto il mondo. Au-mentarono le tournées e i con-certi in ogni dove e le collabora-zioni con musicisti legati al mon-do del pop come Brian Eno e

Peter Gabriel, Arto Lindsay eAdrian Belew fino ai recenti An-tony Hegarty e Lou Reed (diven-tato poi suo marito) e con registidi cinema del calibro di JonathanDemme e Wim Wenders.Dopo album che sono delle veree proprie pietre miliari nell’artedel racconto in musica (Big Scien-ce, Mister Heartbreak, Strangeangels, Bright red, Life on a stringe il recentissimo Homeland) Lau-rie Anderson è alla continua ri-cerca dell’evoluzione del suo lin-guaggio. Elettronica, computers,cd rom, Web rappresentano perlei il pane quotidiano per unacomunicazione sempre più di-retta e in sintonia con la sua sen-sibilità artistica. Dopo la monu-mentale opera United States del1984 (sette ore di spettacolo sul-l’identità americana) la Andersonrealizza spettacoli peculiari e ca-pitali come “Empty places”, nel1990 e “The Nerve Bible, nel 1995e il grande affresco allegorico suMelville, “Songs and stories ofMoby Dick”, nel 1999. Nei suoiconcerti si sforza con ogni mezzodi parlare la lingua del paese chevisita. Passata di recente anche inItalia per presentare la sua ultimainvenzione sonora (“Homeland”e il personaggio di Fenway Ber-gamot) ha nuovamente ribaditoil concetto della sua arte. “Comeartista io lavoro con una quan-tità enorme di tecnologie, le piùdisparate, e con vari media maprincipalmente resto una cheracconta delle storie. Narro sto-

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rie perché amo le storie. Sonofatte di illusioni. Possono esserecostruite e puoi trovare un casi-no di gente che crede in quelloche racconto, magari inventan-do di sana pianta un grave peri-colo o parlando di un killer cheha delle armi nascoste e che tivuole uccidere. Con una storiapuoi far scoppiare una guerra. Equesta è la magia che possiededavvero una storia. E se la storiaè riuscita, puoi ripeterla con lasemplice aggiunta di un detta-glio, magari di una nube tossicasu una città americana o conun’invasione di extraterrestri.Cambi dei nomi e dei luoghi e lastessa storia ricomincia fino afar scoppiare un’altra guerraperché tutti hanno dimenticatoche la prima non era una storiavera. Il punto non è mai se fosseo no una storia vera. L’impor-tante è che sia una buona storia.Una vera storia che possa terro-rizzare. Paurosa, convincente ebella!”.Laurie si esprime con una calmaassoluta. La sua voce è esile masempre ferma. Gli occhi piccolipossiedono una luce intensa eserena e la conversazione con leinon coglie mai il senso della noia.Le chiedo come riesca a filtraretutta quella montagna di tecno-logia attraverso dinamiche appa-rentemente opposte che vanno acercare una sensibilità persinonel freddo della Rete.“È come uno storyboard cinema-tografico. Non devi pensare al

risultato dei 35 millimetri ma alpiccolo disegno fatto a matita. Èlì che sta l’anima e l’arte. A NewYork oggi puoi conseguire la lau-rea della Rete frequentando laScuola di Arti Visuali. Ai giovanistudenti viene insegnato di ri-pensare il teatro in un piccoloschermo ed è così che trovano lastrada dell’emozione attraversola tecnologia. E’ vero che ci sonooggi degli artisti che immagina-no subito cose grandiose. Io in-segno il contrario e cioè a lavo-rare sulla piccola animazionemultidimensionale, seguendo leorme di un genio della letteratu-

ra come Thomas Pynchon. Lascrittura de L’Arcobaleno dellagravità è grafica e visuale e il miosogno è proprio quello di realiz-zare una mia opera basata suquel volume. Nonostante la suasalingeriana ritrosia a farsi ve-dere sono riuscita ad entrare incontatto con lui. Mi ha scrittolettere buffissime”.Sembra un piccolo ET, un extra-terrestre senza tempo, il voltoangelico di Laurie Anderson. Icapelli sempre all’aria sfalciati daun bizzarro rasoio e gli occhi ser-pentini che traducono l’eternagiovinezza dei suoi sessantaquat-

tro anni. Potrebbe vivere sullaluna o su un’altra galassia. Forseper questo ha accolto l’invito dellaNasa ad essere la prima e unicaartista americana ufficialmenteresidente da loro. “È stato sor-prendente ed interessante allostesso tempo. Ho lavorato alloro fianco e mi sono resa contodelle potenzialità delle nuovetecnologie che usano. Loro cre-ano tute per il movimento suMarte ed io rubo l’idea per ap-plicare lo stesso concetto in unqualsiasi luogo della terra. Conla Nasa ho realizzato una per-formance musicale (The end ofthe moon) che è un po’ il com-pendio di quella esperienza che,a volte, non mi fa sentire nem-meno l’idea di appartenere allaTerra. Sarà che il governo delmio Paese è perennemente inguerra con qualcuno, per unmotivo o per l’altro. Ero incaz-zata quando vedevo in TV leviolenze militari in Iraq, le tor-ture e la complicità. Sono coseche ti fanno pensare di andarvia dal pianeta ed espatriare inun’altra galassia. È così che ènato il progetto Homeland, cheha messo insieme le mille espe-rienze fatte intorno al globo.Ho registrato tutto e mi sonoritrovata in studio con 100milafiles musicali, collaborazionieterogenee con musicisti jazz,suonatori e cantanti Mongoli,musicisti pop. E così ho presouna traccia di viola suonata inSvezia oltre un anno fa e una di

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chitarra di qualche mese dopoa Città del Messico. Come inuna sorta di incubo artisticoestremamente complesso e sul-lo stile di un musicista ecletticocome John Zorn, dove nulla erasuonato insieme contempora-neamente, ho tirato fuori que-sta specie di follia sonora ed èstato partorito l’ultimo lavoro.L’extraterrestre Laurie Andersonconosce alla perfezione la coniu-gazione del racconto multime-diale. Mescolando minimalismo,elettronica, sperimentazione ru-moristica, immagini e ombre,gestualità e vocalismo sperimen-tale, riesce a creare una sorta dimusical del futuro nel quale è leil’unica protagonista che fa diven-tare se stessa un evento sonoro,grazie anche alla miriade di stru-menti elettronici inventati e mo-dificati dalla sua mente geniale. Avolte è persino difficile parlarecon lei e capirla per il semplicefatto che il suo racconto torna adessere spettacolo. Parla a nomedei suoi personaggi e dei suoialterego, modula e modifica lavoce al punto tale che, se non siavessero davanti i suoi occhi e lasi sentisse solo al telefono, cree-rebbe più che imbarazzo. Staiparlando con lei o con qualcunaltro? E’ solo un altro o ne sonodieci in più? E’ questo in fondo ilsuo potere, il potere narrativodell’artista. Aver nella sua lungacarriera solcato il palcoscenicocon artisti del calibro di PhilipGlass, John Cage, Patti Smith, Bill

Laswell, Frank Zappa, Arto Lind-say, Peter Gordon, Adrian Belew,David Sylvian, Jean-Michel Jarre,Bobby McFerrin, Nona Hendryx,David Van Tieghem, Nile Rod-gers, Ryuichi Sakamoto, PhoebeSnow, Hector Zazou, DaveStewart e William Burroughs le èservito per costruirsi un perso-naggio di spessore incredibile. Ilsuo ultimo alterego, come evi-denzia il capitale “Another day inAmerica”, punto focale di “Ho-meland” porta il nome di FenwayBergamot. Con un semplice con-gegno che abbassa il microfonodi due ottave, la voce di Lauriediventa grave e autoritaria e ildialogo tra i due (ovviamente in-terpretati sempre da lei) si fa spet-tacolo. È il fulcro del nuovo lavo-ro “Homeland”, un monologo incui Bergamot, con baffoni e so-pracciglia folte rappresenta l’au-torità, una sorta di Dio dallo spi-rito di Kierkegaard che riesaminail mondo e l’America attraversoconnessioni cerebrali ed emozio-nali e sempre dentro il raccontopiù variegato possibile passandodagli Uccelli di Aristofane al Ma-nifesto Comunista di Marx attra-verso pagine e personaggi diHerman Melville.Nel 2004 Laurie Anderson ha col-laborato con la coreografa TrishaBrown e con la regista polaccaAgnieszka Wojtowicz-Vosloo suun progetto multimediale, “OZlozony/O Composite” per il Pa-ris Opera Ballet.Dopo aver impreziosito la ceri-

monia di apertura dei GiochiOlimpici di Atene nel 2004, Lau-rie Anderson ha ricevuto l’inca-rico dal comitato olimpico cana-dese per una nuova produzioneper i Giochi Olimpici di Vancou-ver di un anno fa. Lo spettacolo,intitolato Delusion (passato direcente anche a Firenze e Roma)si compone di vari quadri realiz-zati mediante video-installazio-ni, musica, monologhi, mario-nette elettroniche e violini, cherappresentano al meglio il suoeclettico talento di narratrice distorie. È l’Inganno il tema cen-trale dello spettacolo mescolatoal piacere del linguaggio e allosgomento che il mondo sia fattointeramente di parole. Dai sognialla morte, ai cani, alla luna, alleincongruenze del vocabolario,alla politica, ai giochi del com-puter e delle password, lo spet-tacolo è una furba e complessameditazione sulle parole e lecose, a metà tra canto e prosa,uno sguardo critico sulla societàamericana contemporanea.

“Delusion” È uno show moltointenso fatto di venti piccoli rac-conti di immagini e musica chesi trasformano in un vero e pro-prio film tridimensionale. I so-gni non posso essere immaginatisu un palcoscenico come fosserodei rettangoli, l’occhio dello spet-tatore deve vagare continuamen-te e liberamente senza focaliz-zarsi su un punto preciso. Lospettacolo provoca reazioni

estremamente diverse. Dopo laprima a Brooklyn ho parlato pertre ore con i miei amici e sem-brava che ognuno avesse assisti-to ad uno spettacolo diverso. Mihanno dato l’impressione che ioavessi realizzato dodici esibizio-ni contemporaneamente. In ef-fetti lo show musicalmente sibasa su improvvisazioni (con ilviolinista Eyvind Kang e il fiati-sta Colin Stetson) ed ogni sera cisono effettivi cambiamenti. Sefosse sempre lo stesso io mi an-noierei a morte. L’aver lavoratocon John Zorn e Lou Reed alFestival Jazz di Montreux e diMontreal mi ha aiutato moltis-simo nell’improvvisazione”.

Nel suo lavoro sembra esserci uninterscambio continuo tra sognoe realtà.

“Sì è vero. Credo però che il 90%delle realizzazioni d’arte sianofatte della stessa pasta. E’ unasorta di visione differente delmondo reale ma anche il modoin cui si legano insieme le cosenei tuoi sogni. Io sogno spessissi-mo e annoto spesso le cose fanta-stiche che abitano i miei sogni. Avolte mi chiedono come gestiscoil mio tempo reale, libero daisogni, ma per me la stessa vita èun tempo libero. In ogni momen-to faccio quello che mi sento difare. Oggi mi sento di dipingeree mi siedo a dipingere. Faccio lecose che mi piacciono senza pen-sare al giudizio altrui. Statisti-

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Con la tecnologia divento unmoderno deejay che filtra e amal-gama ogni passaggio. In fondobasta aprire occhi ed orecchie epuoi catturare una storia, perchéviviamo in un’epoca fatta solo distorie e lo spazio intorno è fattoper essere riempito di storie”.○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Discografia

You’re the guy I want to sharemy money with (Giorno PoetrySystem, 1981).Big science (Warner Bros.,1982)United States live Boxset (War-ner Bros., 1984).Mister Heartbreak (WarnerBros., 1984).Home of the brave – soundtrack(Warner Bros., 1986).Strange angels (Warner Bros.,1989).Bright red (Warner Bros., 1994)The ugly one with the jewels(solo parole) (Warner Bros.,1995).Talk normal – The Laurie An-derson Anthology (Nonesuch,2000).Life on a string (Nonesuch,2001).Live at Town Hall, New YorkCity (Nonesuch, 2002).Homeland (Nonesuch, 2010).

Sito web ufficiale

www.laurieanderson.com

Terz

a pa

gina

camente oggi in America si lavo-ra nove ore al giorno, un’ora inpiù di venti anni fa. Io ho semprecercato una via diversa a tuttoquesto. È un po’ il discorso checerco di fare in questo spettaco-lo. “Delusion” inizia così, conl’immagine dell’andare da unprogetto all’altro, dal dire cosasia una carota al raccontare lastoria del mio asino che un gior-no muore. Puoi raccontare unastoria in 140 battute, più omeno. È sempre possibile aggi-rare la tecnologia.È facile darla colpa ai difetti o a qualcos’al-tro. Come faceva l’Inquisizionespagnola che se la prendevacon i libri. Non è mai colpa dellibro o della matita. Sono sol-tanto cose. Non è colpa del no-stro computer se non abbiamopiù amici. Dipende da noi. Puoisempre alzarti ed uscire. Nessu-no ti lega a forza a quella sedia.Non devi mai essere l’impiegatodi te stesso. Molti artisti lo sono.Si comportano esattamentecome impiegati e il loro studio èil loro ufficio. È proprio folletutto questo. È vero che oggi ilsuccesso di un artista è determi-nato dal prezzo col quale Chri-stie batte una sua opera ma iopenso che il denaro limiti unpo’ troppo la gente nel realizza-re il meglio della loro vita. “De-lusion” non è altro che la storiadi un amore che delude la tuavita. Può essere all’interno del-la tua famiglia, del mondo, deicani. Anche la morte può essere

una delusione. Ed è successopersonalmente a me con la per-dita di mia madre. È morta dueanni fa mentre lavoravo a que-sto progetto e non avevo nessu-na intenzione di parlarne nel-l’opera. Nonostante ciò, allaprima esecuzione di Vancouvermolta gente si è accorta che eroentrata in quel discorso senzanemmeno citarlo. È stato moltostrano e sono rimasta molto col-pita”.

E dopo tutti questi anni di palco-scenico e di arte visuale e sonoracome si definirebbe, come si de-scriverebbe Laurie Anderson?

“Sono semplicemente un’artista,una spia che si guarda in giro ecattura quello che c’è da pescarenel gran lago delle emozioni. Infondo, la tecnologia è un museomoderno in cui entrare. Io sonosolo una che racconta delle sto-rie e uso la tecnologia per farlo,

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