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A A l l e e s s s s @ @ n n d d r r i i a a I I . . P P . . A A . . S S . . V V . . I I . . Numero 2-3 - Anno VI - Ottobre 2009 Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL P P e e r r i i o o d d i i c c o o d d i i n n f f o o r r m m a a z z i i o o n n e e d d e e l l l l a a p p r r o o f f e e s s s s i i o o n n e e i i n n f f e e r r m m i i e e r r i i s s t t i i c c a a Foto D.M.

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Numero 2-3 - Anno VI - Ottobre 2009Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

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Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di informazionedegli iscritti al collegio della provincia di Alessandria, ci aspettiamoquindi un grosso contributo da tutti Voi che quotidianamente viveteesperienze di lavoro interessantissime, scrivetele ed inviatele alla re-dazione, saranno pubblicate sui prossimi numeri; condividere espe-rienze è un grosso arricchimento professionale per tutti noi!!!

Il comitato di redazione

Direttore ResponsabileAntonio Agosti

RedazioneNadia CermelliFranco Piccio

Progetto Grafico e StampaLitocoop Srl

Via Calcinara 13 - Tel. 0131 861586Tortona (AL)

DirittiTutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione,anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore.

CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 30 OTTOBRE 2009

Aless@ndria I.P.A.S.V.I.Periodico d’informazione della professione infermieristica

Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 2-3 - Anno VI - OTTOBRE 2009Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

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IL NUOVO CODICERESPONSABILITA’ E CODICE DEONTOLOGICO

NUOVE OPPORTUNITA’ DI ESERCIZIOLIBERO-PROFESSIONALE, SISTEMI DI PROTEZIONEE TUTELA PER L’INFERMIERE

PREVIDENZA OBBLIGATORIAE COMPLEMENTARE ENPAPI

FONDOSANITA’

15LA DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA

17INTERVISTA CON L’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNI-TA’ DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA MARIA GRA-ZIA MORANDO, SUL PIANO PROVINCIALE PER LA PRE-VENZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

19CORSO DI FORMAZIONE SU: QUALI STRUMENTI E METODI OPERATIVI PER GESTIRE IL MIGLIORAMENTO

16CONVEGNO “GOVERNO DEL SISTEMA DI FORMAZIONE CONTINUA IN SANITA’ DELLA REGIONE PIEMONTE: RUOLO E FUNZIONIDEGLI ORGANISMI INCARICATI

18L’ANGOLO DELLE EMOZIONI

21CORSO DI FORMAZIONE SU: L’APPRENDIMENTOATTRAVERSO LA METODOLOGIA DEL PROBLEMBASED LEARNING NEI PERCORSI FORMATIVI PER LE PROFESSIONI SANITARIE

NORME EDITORIALILa redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermie-ri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire ilproprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI;è un periodico di aggiornamento professionale, informazione infermie-ristica e giuridico-legislativa, pertanto gli articoli che si intendono pub-blicare dovranno rispondere ai seguenti criteri:Articolo a carattere scientifico: dovrà essere fornito integralmente, conabstract e bibliografiaArticolo Informativo: di carattere professionale, aggiornamento(es. commento a eventi formativi, normativa ECM ect.), giuridico-legisla-tivo.Risposta a Quesiti: come “lettera al…” oppure ” l’infermiere …. ri-sponde”; risposte a quesiti posti dai lettori di Aless@ndriaIPASVI dove,diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infer-mieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quantodi loro competenza (università, dirigenza infermieristica, libera profes-sione, normativa extracomunitari, ricerca infermieristica ecc), rispondo-no ai colleghi.All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della dispo-nibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione.Sarà inoltre possibile inserire comunicazioni ( sia da singoli iscritti, cheda associazioni, enti etc.) relative a eventi formativi, ( congressi, conve-gni, eventi ECM specifici a tematiche di natura professionale).Gli articoli dovranno pervenire alla redazione di Alessa@ndriaIPASVI insupporto informatizzato (C.D., floppy) al seguente indirizzo:Collegio Provinciale IPASVI,Via Buonarroti n. 1215100 Alessandria oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dalgruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo esse-re stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile.

Sede del Collegio IPASVI,Via Buonarroti, 12 - ALESSANDRIATel. 0131 218113 - Fax 0131 240208E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it

Si è svolta ad Alessandria il 21 settem-bre la giornata di studio sulla respon-sabilità e il nuovo Codice Deontologi-co.Alla luce della nuova normativa infer-mieristica e la trasformazione dellaprofessione ha reso necessario rive-dere i contenuti della responsabilità elo sviluppo di un nuovo codice deonto-logico.All’incontro hanno partecipato autore-voli relatori, la professoressa Loreda-na SASSO Professore Associato MED45 Università di Genova e il professorDaniele RODRIGUEZ Ordinario diMedicina Legale Università di Padova,che hanno attivamente contribuito allastesura del nostro nuovo CodiceDeontologico.All’incontro oltre al Direttore Generaledell’ASLAL, il Direttore Sanitario dell’A-zienda Ospedaliera, erano presenti idirigenti infermieristici della Provincia, icoordinatori del Corso di Laurea infer-mieristica e un folto pubblico di colle-ghi e consiglieri del collegio.Un arco temporale compreso fra il1999 e il 2009: dieci anni di vicende, difatti, di risultati raggiunti e di crescitaprofessionale. Un periodo storico nelquale si racchiude il passato recente,il presente e il futuro della professioneinfermieristica. Nel febbraio del 1999veniva promulgata la legge n. 42 che,abrogando il mansionario, ha indicatonel Codice Deontologico, presentato ecelebrato nel corso del XII Congressodella Federazione nazionale dei Colle-gi Ipasvi, uno degli elementi che, con il

profilo e gli ordinamenti didattici, hadefinito il campo proprio di attività del-l’infermiere. Dieci anni dopo, e preci-samente il 17 gennaio, il Consiglio na-zionale della Federazione nazionaledei Collegi Ipasvi ha approvato il nuo-vo Codice Dentologico degli infermieriitaliani entrato in vigore a seguito delXV Congresso nazionale, tenutosi loscorso febbraio a Firenze, dove il do-cumento è stato presentato ufficial-mente e celebrato. Il testo nasce sulla base di una capil-lare e profonda riflessione che hacoinvolto l’intero corpo professionale.Il nuovo documento procede in quel

percorso di crescita e sviluppo del no-stro ruolo fin dall’articolo 1 dove siesplica che l’infermiere non è più un

operatore sanitario bensì il professio-nista sanitario responsabile dell’assi-stenza infermieristica. Il nuovo Codice,inoltre, sancisce l’atto infermieristico,inteso come il complesso delle attività,delle responsabilità, delle prerogative,delle competenze e dei saperi dell’in-fermiere nell’esercizio della sua attivitàprofessionale in tutti gli ambiti e in tut-te le situazioni. Il testo, attraverso i 51articoli di cui si compone, traccia limpi-damente il percorso presente e futurodella nostra professione ridisegnandoun’assistenza sempre più vicina ai cit-tadini, orientata alla tutela dell’autono-mia e della libertà di scelta della per-sona assistita. Diversi i punti rilevanti edi interesse attuale. L’articolo 37, peresempio, recita che l’infermiere, quan-do l’assistito non è in grado di manife-stare la propria volontà, tiene conto diquanto da lui chiaramente espresso inprecedenza e documentato, mentrel’articolo 38 spiega che l’infermierenon attua e non partecipa a interventifinalizzati a provocare la morte, anchese la richiesta proviene dall’assistito.Altra importante novità è rappresenta-ta dall’articolo 8 dove si chiarisce chequalora vi fosse e persistesse una ri-chiesta di attività in contrasto con iprincipi etici della professione e con ipropri valori, l’infermiere si avvale del-la clausola di coscienza, facendosigarante delle prestazioni necessarieper l’incolumità e la vita dell’assistito”.

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Il nuovo codiceResponsabilità e Codice Deontologico

Alessandro CataldoResponsabile FormazioneTesoriere Collegio IPASVIAlessandria

Il saluto del Direttore Generaledell’ASL AL Zanetta con il presi-dente Bellinceri

Il saluto del Direttore Sanitario Azienda Ospedaliera con il Presidente Bellinceri

Alcune note di sintesi delle relazioni:

L’Etica sanitariaL’etica [1] sanitaria, inizia il suo percor-so , intorno agli anni 80’. In quegli annii nuovi sviluppi della medicina, dellabiologia, della tecnologia, le mutatecondizioni di morte, di nascita, di curadegli esseri umani il crescente plurali-smo culturale, ponevano in modo ur-gente richiesta di soluzioni. Inizia cosìun particolare processo di specializza-zione dell’etica “pratica”, che si articolain una miriade di settori nuovi: eticasanitaria, etica clinica, etica ambienta-le, etica animale, bio-etica… .[1] L’etica è la scienza che studia eanalizza le riflessioni sui problemi chesi pongono gli esseri umani quando

agiscono e cercano regole e principida seguire nelle diverse dimensionidella vita . In particolare l’etica entra inazione nelle situazioni in cui gli esseriumani incontrano difficoltà nel campodelle decisioni e delle scelte, che ri-guardano loro stessi, o gli altri.Si delinea così quello che viene defini-to il “bisogno di etica” nel mondo dellasalute e delle professioni sanitarie. Ta-le bisogno è la manifestazione dell’ac-cresciuta complessità delle scelte eti-che nei contesti clinico-assistenziali esi nutre del confronto continuo tra ciòche lo sviluppo tecnologico e scientifi-co rendono possibile e ciò che il ri-spetto della persona, e dei propri va-lori, consente di attuare.Etica della responsabilitàIntorno agli anni 90’ si fa strada un al-tro concetto che determinerà ulterioricambiamenti nelle visioni etiche: ilconcetto di “etica della responsabilità”.In particolare la consapevolezza che ilcittadino è portatore di proprie specifi-che libertà e responsabilità nelle scelteche riguardano la propria salute: pre-venzione, scelta di stili di vita, determi-nazione degli approcci terapeutici eassistenziali, concezione di salute,malattia, morte.Etica sanitaria - codici deontologiciIl problema della difesa e promozione

della salute si connette così , dal puntodi vista etico, con il quadro dei valori diriferimento dei diversi protagonisti del-la salute: operatori sanitari e cittadini.La necessità e l’urgenza di un dialogocontinuo tra orientamenti diversi giu-stifica l’ampia riflessione etica pro-mossa e stimolata dagli enti regolatoridelle professioni sanitarie, anche, at-traverso la revisione dei propri codicideontologici..I codici deontologici, così come la re-golamentazione giuridica, si aggior-nano nel tempo, recependo le evolu-zioni, le sfide e le nuove istanze dellasocietà e della giurisprudenza.Il codice deontologico dell’infermiereIl nuovo Codice Deontologico degli in-fermieri italiani [1] rappresenta la ri-sposta al percorso etico/giuridico svol-to, negli ultimi 10 anni dalla professio-ne e dalla società [2].[1] Approvato dal Comitato Centraledella Federazione Nazionale CollegiIPASVI con Delibera 1/09/2009 e dalConsiglio Nazionale Collegi IPASVI inRoma 17/01/09.[2] Il Codice Deontologico precedenterisale al 1999, anno in cui la promul-gazione della Legge 42 definiva l’auto-nomia della professione infermieristi-ca dal “mansionario” e identificava nelCodice,nella formazione di base econtinua, nel DM 739/94 i pilastri fon-danti la responsabilità infermieristica.Un Codice Nuovo che ha radiciprofonde in valori antichi letti ed inter-pretati alle luce di nuovi scenari….Un Codice Nuovo che cerca di tradur-re le “Evidenze Etiche” contemporaneein ragionamenti, pensieri, da cui deri-vino azioni, comportamenti pubblica-mente espressi e professionalmentecondivisi.Un Codice Nuovo che accoglie e si fagarante di alcuni concetti fondamen-tali del moderno dibattito etico• Il concetto di responsabilità parte-cipata-condivisa• La centralità dell’autonomia delcittadino• Il diritto alla sicurezza e qualitàdelle cure• Il rapporto di cura: cambiamento delconcetto dell’autonomia del curan-te/cittadino• La responsabilità degli operatori sa-nitari oltre che il livello della qualitàdelle prestazioni riguarda anche la

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I partecipanti

I relatori prof. Sasso e prof. Rodriguez

prevenzione dei rischi/errori/danni• Necessità di protocolli assistenziali elinee guida … ma anche una riflessio-ne etica che dia significato e collante aqueste prassi• Formazione, organizzazione, com-petenza, etica, non sono aspetti se-parati ma strettamente collegati fra lo-roCodice Deontologico IPASVIApprovato dal Comitato centrale dellaFederazione Nazionale Collegi IPASVI con deliberazione n. 1/09 del10.01.2009 e dal Consiglio nazionaledella Federazione Nazionale CollegiIPASVI nella seduta svoltasi in Roma indata 17.01.09 si compone di VI Capito-li, 51 articoli più le Disposizioni finali.Definizioni e termini“Specifici” sta per “propri”, interni allaprofessione in quanto patrimoniocompetenze ed esperienze infermieri-stiche. “Autonomi” sta per “di decisione pro-pria” rispetto ad altre figure professio-nali.Persona è “il cittadino” inteso comedetentore di diritti e protagonista delleattività di promozione e tutela del suostato di salute in costante cambia-mento. Assistito è “la persona” bisognosa diaiuto con cui l’infermiere attiva la rela-zione professionale. Il codice deontologico dell’infermiereCapo I• La responsabilità dell’infermiereconsiste nel curare e prendersi curadella persona, nel rispetto della vita,della salute della libertà e dignitàdell’individuo… (art. 3)• L’infermiere presta assistenza…tenedo conto dei valori etici, reli-giosi e culturali della persona (art. 4)• Il rispetto dei principi etici dellaprofessione e dei diritti fondamentalidell’uomo è condizione essenzialeper … (art. 5), …

Il codice deontologico dell’infermiereCapo II• orienta la sua azione al bene del-l’assistito (art.7 )

L’infermiere… nel caso di conflittietici si impegna a trovare soluzioniattraverso il dialogo. Qualora la ri-chiesta di attività fosse in contrastocon i principi etici della professione o

con i propri valori si avvale dellaclausola di coscienza (art. 8)

Difesa dei valori propri e della pro-fessione• Il concetto di “clausola di coscien-za” nell’ambito sanitario è stato de-finito dal Comitato Nazionale diBioetica (CNB) nel 2004, in un pro-nunciamento sulla legittimità per l’o-peratore sanitario di ricorrere all’o-biezione di coscienza in caso di ri-chiesta di prescrizione e sommini-strazione della cosiddetta pillola delgiorno dopo. In quella circostanza ilCNB individuò nel concetto di “clau-sola di coscienza” un principio guidaal quale ispirare il comportamentoetico degli operatori sanitari in queicasi dove l’obiezione di coscienzapropriamente detta non sia contem-plata per legge. Nell’ordinamentogiuridico dello Stato, l’obiezione dicoscienza è prevista solo in relazio-ne all’interruzione volontaria di gra-vidanza, legge 194/78, alla speri-mentazione animale, legge 413/93e alla procreazione medicalmenteassistita, legge 40/04

Il codice deontologico dell’infermiereCapo III• L’infermiere contribuisce a rendereeque le scelte allocative,anche at-traverso l’uso ottimale delle risorsedisponibili (art. 10)• L’infermiere fonda il proprio opera-to su conoscenze validate… ricer-ca…evoluzione delle conoscen-ze…assume responsabilità in baseal proprio livello di competenze…attiva e presta consulenza (art. 11-12-13),• L’infermiere ….promuove il ricorsoalla consulenza etica al fine di con-tribuire alla rif lessione bioetica(art.16)

Il codice deontologico dell’infermiereCapo IV• L’infermiere ascolta, informa, coin-volge l’assistito al fine di… facilitar-lo nell’esprimere le proprie scelte(art. 20)• L’infermiere, rispettando le indica-zioni espresse dall’assistito, favori-sce i rapporti con la comunità…(art.21),• L’infermiere, aiuta e sostiene l’as-

sistito nelle scelte….(art.24) …rispet-ta la consapevole ed esplicita vo-lontà dell’assistito di non essereinformato purchè… (art. 25)• L’infermiere concorre a promuove-re le migliori condizioni di sicurez-za…partecipa alla gestione del ri-schio clinico (art.29)

Il codice deontologico dell’infermiereCapo V• L’infermiere …collabora con i col-leghi… tutela la dignità propria edei colleghi… agisce con lealtà neiconfronti dei colleghi e degli altrioperatori…(art.41-42-44-45 )

Il codice deontologico dell’infermiereCapo VI• L’ infermiere…contribuisce adorientare le politiche del sistema sa-nitario…(art.47) • di fronte a carenze o disserviziprovvede a darne comunicazione airesponsabili…(art.48)• …compensa le carenze e i disser-vizi che possono eccezionalmenteverificarsi… rifiuta la compensazio-ne quando sia abituale…(art. 49) • …segnala al proprio Collegio si-tuazioni… che pregiudichino la qua-lità delle cure o il decoro dell’eserci-zio professionale (art.51)

La libertà umana non è qualcosache si possiede, una volta per sem-pre, la libertà umana è qualcosa chesi realizza e si negozia, si costruiscee si pratica in tempi differenti ed indifferenti circostanze …nelle diversefasi della vita… con vari gradi disuccesso

(Westcott, 1992)

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Il prof. Rodriguez

RESPONSABILITÀ [1]: Attitudine a ri-spondere del proprio operato profes-sionale, in caso di errore od omissio-ne, davanti ad un giudicante.Valutazione a posteriori da parte di unsoggetto esternoRESPONSABILITÀ [2]: Impegno a rea-lizzare una condotta professionalecorretta nell’interesse di salute dell’as-sistito.Valutazione prima e durante la pre-stazione d’opera da parte dello stessosoggetto agenteRESPONSABILITÀ [1] = OTTICA “NE-GATIVA”RESPONSABILITÀ [2] = OTTICA “PO-SITIVA”RESPONSABILITÀ [1] = GIURIDICARESPONSABILITÀ [2] = CLINICALE DUE RESPONSABILITÀ SONO AL-TERNATIVE:SE VI È L’UNA NON VI PUÒ ESSEREL’ALTRALE DUE RESPONSABILITÀ SCATURI-SCONO COMUNQUE DALLE MEDESI-ME FONTI FONTI DI RIFERIMENTO DELLA RE-SPONSABILITÀEvidenze scientifiche e competenzaprofessionaleLeggi - Codice di deontologia - Nor-me etiche

IL MANCATO RISPETTO = RESPON-SABILITÀ GIURIDICAIL RISPETTO = RESPONSABILITÀ CLI-NICAUN “PUNTO DI INCONTRO”UN CONCETTO GIURIDICO: LA POSI-ZIONE DI GARANZIALA POSIZIONE DI GARANZIALa posizione di garanzia è l’obbligo diattivarsi - che incombe su chiunquesvolga un’attività che comprenda lagestione di pericoli - per evitare la ve-rificazione di tali pericoli e garantire iterzi.LA POSIZIONE DI GARANZIAIl professionista sanitario viene ad as-sumere una posizione di garanzia tipi-ca nei confronti del paziente affidatoalle sue cure, posizione che consistenell’obbligo di farsi carico di tutte leimplicazioni rischiose connesse sia al-le condizioni patologiche sia al tratta-mento praticato, in base alle evidenzescientifiche ed alle risorse tecniche del-la categoria professionale cui l’opera-tore appartiene.

LA POSIZIONE DI GARANZIANon di qualsiasi ipotetico, teorico, pos-sibile rischio il medico che ha in cura ilpaziente deve farsi carico, ma solo deirischi che sono prevedibili e prevenibili (= evitabili), ponendo in essere i tratta-menti preventivi indicati dalle evidenzescientifiche2. IL CODICE DEONTOLOGICORICHIAMO DEL CODICE DEONTOLO-GICO IN DUE LEGGI

Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professionisanitarieArt. 1 Definizione delle professioni sa-

nitarie.2. Il campo proprio di attività e di re-sponsabilità delle professioni sanitariedi cui all’art. 6, comma 3, del decretolegislativo 30 dicembre 1992, n. 502, esuccessive modificazioni e integrazio-ni, è determinato dai contenuti dei de-creti ministeriali istitutivi dei relativi pro-fili professionali e degli ordinamentididattici dei rispettivi corsi di diplomauniversitario e di formazione post-ba-se nonché degli specifici codici deon-tologici, fatte salve le competenze pre-viste per le professioni mediche e perle altre professioni del ruolo sanitarioper l’accesso alle quali è richiesto ilpossesso del diploma di laurea, nel ri-spetto reciproco delle specifiche com-petenze professionali.MINOR INSISTENZA SU “RESPONSA-BILITÀ” CARATTERIZZANTE IL TESTODEL 1999

Legge 10 agosto 2000, n. 251 Disci-plina delle professioni sanitarie in-fermieristiche, tecniche, della riabili-tazione, della prevenzione nonchédella professione ostetrica.Art. 1. Professioni sanitarie infermieri-stiche e professione sanitaria ostetri-ca. 1. Gli operatori delle professioni sani-tarie dell’area delle scienze infermieri-stiche e della professione sanitaria

ostetrica svolgono con autonomia pro-fessionale attività dirette alla preven-zione, alla cura e salvaguardia dellasalute individuale e collettiva, esple-tando le funzioni individuate dalle nor-me istitutive dei relativi profili profes-sionali nonché dagli specifici codicideontologici ed utilizzando metodolo-gie di pianificazione per obiettivi del-l’assistenza. PRIMA VERSIONE DOPO LEGGE 251“AUTONOMIA” CITATA CON DISCRE-ZIONEArticolo 2. L’assistenza infermieristica è servizioalla persona, alla famiglia e alla col-lettività. Si realizza attraverso interventispecifici, autonomi e complementari dinatura intellettuale, tecnico-scientifica,gestionale, relazionale ed educativa.LA FUNZIONE PEDAGOGICAENUNCIATI IN FORMA POSITIVAMAI: NON … È VIETATO …MA NEANCHE MAI: L’INFERMIEREDEVE …ENUNCIATI TESTIMONIANO L’IMPE-

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GNO VERSO LA PERSONAFORMA: ESSENZIALECONTENUTO:NON RIPETIZIONI NORME DI LEGGEQUINDI: SOSTANZIALE COINCIDEN-ZAMA VI SONO DUE ECCEZIONIUNA NORMA DI LEGGE “IMPERFET-TA”Legge 28 marzo 2001, n. 145“Ratifica ed esecuzione della Conven-zione del Consiglio d’Europa per laprotezione dei diritti dell’uomo e delladignità dell’essere umano riguardo al-l’applicazione della biologia e dellamedicina: Convenzione sui diritti del-l’uomo e sulla biomedicina, fatta aOviedo il 4 aprile 1997, nonché delProtocollo addizionale del 12 gennaio1998, n. 168, sul divieto di clonazionedi esseri umani”.Articolo 9 (Volontà espresse preceden-temente). Saranno prese in considera-zione le volontà precedentementeespresse nei confronti dell’interventomedico da parte del paziente che, almomento dell’intervento, non è in gra-do di esprimere la propria volontà.UNA NORMA DI LEGGE “IMPERFET-TA”: LA RISPOSTA DEL CODICEDEONTOLOGICO DELL’INFERMIEREArticolo 37. L’infermiere, quando l’assistito non èin grado di manifestare la propriavolontà, tiene conto di quanto da luichiaramente espresso in preceden-za e documentato.MA VI SONO DUE ECCEZIONILEGGE E PECULIARITÀ DELL’IMPEGNOPROFESSIONALE Articolo 28. L’infermiere rispetta il segreto pro-fessionale non solo per obbligo giu-ridico, ma per intima convinzione ecome espressione concreta del rap-porto di fiducia con l’assistito.ASPETTI SPECIFICII. L’AUTONOMIA DELLA PERSONAArticolo 3.La responsabilità dell’infermiere con-

siste nell’assistere, nel curare e nelprendersi cura della persona nel ri-spetto della vita, della salute, della li-bertà e della dignità dell’individuo.Articolo 4. L’infermiere presta assistenza secon-do principi di equità e giustizia, tenen-do conto dei valori etici, religiosi e cul-turali, nonché del genere e delle con-

dizioni sociali della persona.Articolo 7.L’infermiere orienta la sua azione albene dell’assistito di cui attiva le risor-se sostenendolo nel raggiungimentodella maggiore autonomia possibile,in particolare, quando vi sia disabilità,svantaggio, fragilità.Articolo 20. L’infermiere ascolta, informa, coinvol-ge l’assistito e valuta con lui i bisogniassistenziali, anche al fine di esplicita-re il livello di assistenza garantito e fa-ci l i tarlo nell ’esprimere le propriescelte. Articolo 21. L’infermiere, rispettando le indicazioniespresse dall’assistito, ne favorisce irapporti con la comunità e le personeper lui significative, coinvolgendole nelpiano di assistenza. Tiene conto delladimensione interculturale e dei biso-gni assistenziali ad essa correlati.Articolo 24. L’infermiere aiuta e sostiene l’assistitonelle scelte, fornendo informazioni dinatura assistenziale in relazione aiprogetti diagnostico-terapeutici e ade-guando la comunicazione alla sua ca-pacità di comprendere.Articolo 25. L’infermiere rispetta la consapevole edesplicita volontà dell’assistito di nonessere informato sul suo stato di salu-te, purché la mancata informazionenon sia di pericolo per sé o per gli al-tri.Articolo 31. L’infermiere si adopera affinché siapresa in considerazione l’opinione delminore rispetto alle scelte assistenzia-li, diagnostico-terapeutiche e speri-mentali, tenuto conto dell’età e del suogrado di maturità.Articolo 32. L’infermiere si impegna a promuoverela tutela degli assistiti che si trovano incondizioni che ne limitano lo sviluppoo l’espressione, quando la famiglia e ilcontesto non siano adeguati ai loro bi-sogni.Articolo 36. L’infermiere tutela la volontà dell’assi-stito di porre dei limiti agli interventiche non siano proporzionati alla suacondizione clinica e coerenti con laconcezione da lui espressa della qua-lità di vita.Articolo 37.

L’infermiere, quando l’assistito non è ingrado di manifestare la propria vo-lontà, tiene conto di quanto da luichiaramente espresso in precedenzae documentato.II. I RAPPORTI INTER-PROFESSIONALIArticolo 41. L’infermiere collabora con i colleghi egli altri operatori di cui riconosce e va-lorizza lo specifico apporto all’internodell’équipe.Articolo 14.L’infermiere riconosce che l’interazionefra professionisti e l’integrazione inter-professionale sono modalità fonda-mentali per far fronte ai bisogni del-l’assistito.Articolo 22. L’infermiere conosce il progetto dia-gnostico-terapeutico per le influenzeche questo ha sul percorso assisten-ziale e sulla relazione con l’assistito.Articolo 23. L’infermiere riconosce il valore del-l’informazione integrata multi-profes-sionale e si adopera affinché l’assistitodisponga di tutte le informazioni ne-cessarie ai suoi bisogni di vita.Articolo 27. L’infermiere garantisce la continuitàassistenziale anche contribuendo allarealizzazione di una rete di rapporti in-ter-professionali e di una efficace ge-stione degli strumenti informativi.Articolo 29. L’infermiere concorre a promuovere lemigliori condizioni di sicurezza dell’as-sistito e dei familiari e lo sviluppo dellacultura dell’imparare dall’errore. Parte-cipa alle iniziative per la gestione delrischio clinico.Articolo 50. L’infermiere, a tutela della salute dellapersona, segnala al proprio Collegioprofessionale le situazioni che posso-no configurare l’esercizio abusivo del-la professione infermieristica.Articolo 8.L’infermiere, nel caso di conflitti de-terminati da diverse visioni etiche, siimpegna a trovare la soluzione attra-verso il dialogo. Qualora vi fosse epersistesse una richiesta di attività incontrasto con i principi etici dellaprofessione e con i propri valori, siavvale della clausola di coscienza,facendosi garante delle prestazioninecessarie per l’incolumità e la vitadell’assistito.

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Si è svolta ad Alessandria il 9 ottobrela giornata di studio sulla libera pro-fessione.L’incontro ha visto la partecipazione dioltre ottanta infermieri che hanno avu-to la possibilità di approfondire e co-noscere come la professione si è mo-dificata nel corso di questi ultimi anni.Sono infatti cambiate le regole e si so-no trasformate le opportunità lavorati-ve, anche nel campo della libera pro-fessione.

La giornata ha avuto inizio con la rela-zione del presidente, Salvatore Bellin-ceri, il quale ha inquadrato i cambia-menti organizzativi intrapresi dallaprofessione.Giovanni Valerio, libero professionistaInfermiere di Palermo, ha delineato leopportunità e i vincoli, che i colleghi li-beri professionisti possono incontrarenel loro lavoro quotidiano.Ha inoltre illustrato le responsabilitàcivili e penali degli infermieri liberiprofessionisti e quali possono esserei percorsi per dotarsi di forme di tute-la attraverso l’uso di polizze assicu-rative.Mario Schiavon, presidente dell’EN-PAPI di Roma, ha evidenziato e sot-tolineato quale azioni l’ente di previ-

denza ha effettuato ed ha in pro-gramma di sviluppare per il futuro.Il caposervizio previdenza dell’ENPAPIdr. Sandro Tranquilli, ci ha fatto unapanoramica sul significato della previ-

denza obbligatoria e previdenza com-plementare per gli infermieri e di co-me questi temi si sono sviluppati inquesti ultimi anni così turbolenti.Cosa fare per garantirsi un futuro conmaggiori garanzie attraverso la previ-denza complementare, è stata la rela-zione della dottoressa Sara Di Stefanodell’ ENPAPI di Roma che ha presenta-to il fondo sanità ed ha simulato alcunipossibili scenari futuri.Il collega Antonio Genova, di Torino hadelineato gli aspetti più significativi egli sviluppi della libera professione inPiemonte.Infine Roberto Terranova libero profes-sionista Collegio Ipasvi Alessandria,ha tracciato l’attività attualmente svoltadai liberi professionisti nella nostra

provincia evidenziando le opportunitàe difficoltà che i professionisti incontra-no nell’intraprendere un cosi impor-tante percorso.La giornata si è conclusa con momenti

di dibattito e confronto, aspetti fonda-mentali per stimolare gli organi delcollegio ad intraprendere azioni, insie-me ai liberi professionisti, che sianosempre più vicine alle esigenze degliinfermieri, attraverso lo stimolo di ini-ziative comuni, per far sentire il colle-gio sempre di più la “casa” di tutti iprofessionisti.Tra le proposte emerse la più signifi-cativa è stata la necessità di istituireuno sportello della libera professione,che faccia da punto di riferimento pertutti i colleghi che vogliono intrapren-dere un cosi importante e affascinantepercorso professionale. Al corso sono stati attribuiti 7 creditiECM.Ecco la sintesi di alcune relazioni:

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Nuove opportunità di eserciziolibero-professionale, sistemi

di protezione e tutela per l’infermiere(dipendente pubblico, privato

e libero professionista)

Alessandro CataldoResponsabile FormazioneTesoriere Collegio IPASVIAlessandria

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Mario Schiavon – Presidente ENPAPI

Il Presidente Dr. Salvatore Bellinceri Gli infermieri in sala

Sara Di Stefano - Sandro Tranquilli - Salvatore Bellinceri

I relatori: il consigliere TerranovaLa platea attenta

La segreteria organizzativa. Gli addetti alla segreteria: le consigliere Poggio, Belli-naso, RepettoI relatori: Genova

I relatori: Genova - Tofanini - Valerio

PREMESSAIl diritto ad ottenere trattamenti pen-sionistici al raggiungimento dei re-quisiti stabiliti dalla normativa traediretto fondamento dalla nostra Co-stituzione che, all’articolo 38, affer-ma: “I lavoratori hanno diritto chesiano preveduti ed assicurati mezziadeguati alle loro esigenze di vita incaso di infortunio, malattia, invali-dità e vecchiaia, disoccupazione in-volontaria”.Le assicurazioni sociali, pertantonon sono altro che forme di tutelaobbligatoria, volte alla tutela dei ri-schi che riducono o annullano lacapacità lavorativa individuale. InItalia, la loro origine, può essere fat-ta risalire al 1898, con la legge n. 80del 17 marzo che istituiva, per la pri-ma volta, l’assicurazione obbligato-ria contro gli infortuni sul lavoro.Oggi, dopo quasi un secolo di svi-luppo, i sistemi di protezione socialeprevedono una pluralità di tratta-menti pensionistici volti alla tuteladell’invalidità permanente o tempo-ranea, della morte, della vecchiaiadei superstiti (pensione indiretta, direversibilità).All’interno del panorama normativoitaliano, il sistema previdenzialepuò essere classificato sulla basedella tipologia di tutela assicurata:- obbligatoria- complementare- integrativaLa tutela previdenzialeobbligatoriaÈ esercitata da Enti sia di diritto pub-blico che di diritto privato.La previdenza pubblica eroga trat-tamenti pensionistici prevalente-mente ai lavoratori dipendenti, at-traverso Enti pubblici come l’INPS(che tutela anche i lavoratori dome-

stici, gli autonomi, i parasubordinatied i dirigenti delle aziende indu-striali, oltre ad erogare le pensioniinternazionali e gestire dei fondispeciali), l’INPDAP, rivolto ai dipen-denti del pubblico impiego, l’EN-PALS, rivolto ai lavoratori dello spet-tacolo, e seppur concettualmentedifferente, l’INAIL che persegue unapluralità di obiettivi quali ridurre ilfenomeno infortunistico, assicurare ilavoratori che svolgono attività a ri-schio, garantire il reinserimento nel-la vita lavorativa degli infortunati sullavoro.Nell’ambito della previdenza priva-ta, si individuano tutti gli Enti che ge-stiscono forme di previdenza riser-vate alle professioni regolamentate,per l’esercizio delle quali è previstal’iscrizione ad Albi o Ordini profes-sionali.Tali istituzioni sono identificate infunzione della normativa di riferi-mento, ossia il decreto legislativo 30giugno 1994, n. 509, che ha priva-tizzato, con decorrenza 01/01/1995,gli Enti preesistenti (tra cui la Cassadel notariato, la Cassa italiana diprevidenza ed assistenza dei geo-metri liberi professionisti, la Cassanazionale previdenza e assistenzaforense ecc.) ed il decreto legislativo10 febbraio 1996, n. 103, che haconsentito l’istituzione di Enti cheesercitassero la funzione di tutelaprevidenziale obbligatoria in favoredelle categorie professionali che neerano sprovviste.I sistemi di gestioneLe modalità di calcolo delle presta-zioni si distinguono in funzione delmetodo adottato: retributivo, contri-butivo e misto.Il calcolo retributivo delle pensioni sieffettua sulla base di tre elementi: la

base pensionabile, l’anzianità con-tributiva e le aliquote di rendimentoapplicate, per ogni anno di anzia-nità maturata, al valore medio rica-vato da un certo numero di retribu-zioni opportunamente rivalutate.Tale sistema viene applicato per tut-ti coloro che, al 31 dicembre 1995,avevano un’anzianità pari o supe-riore a 18 anni.Il sistema di calcolo contributivo, in-vece, si applica ai lavoratori assuntiper la prima volta dopo il 31 dicem-bre 1995 e privi di anzianità contri-butiva a tale data, nonché per de-terminare la quota di pensione rela-tiva alle anzianità acquisite dal 1°gennaio 1996 nei confronti dei lavo-ratori che al 31 dicembre 1995 pote-vano far valere una anzianità contri-butiva inferiore a 18 anni. In que-st’ultimo caso si parla di sistemamisto, così definito perché è unacombinazione dei due sistemi pre-cedentemente descritti.Tale sistema agisce come retributi-vo per le anzianità fino al 31 dicem-bre 1995, nel rispetto del principiodel pro-rata, e come contributivoper le anzianità successive.Il calcolo contributivo consiste nellacreazione di una accumulazione fi-nanziaria, detta “montante”, costi-tuita dal versamento dei contributiannui del lavoratore e dei rendi-menti ad essi attribuiti per legge.Questo montante è trasformato, al-l’atto del pensionamento, in unapensione mediante coefficienti at-tuariali che tengono conto, tra l’al-tro, della durata media di vita delpensionando e del suo nucleo fami-liare.La previdenza complementare.È disciplinata, attualmente, dai de-creti legislativi 21 aprile 1993, n. 124

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Previdenza obbligatoriae complementare ENPAPI

dottor Sandro Tranquilli

e 5 dicembre 2005, n. 252.La necessità di mantenere un ade-guato livello di protezione socialeha indotto il legislatore ad introdur-re, nel sistema pensionistico, fondipensionistici complementari da af-fiancare al sistema assicurativo dibase, al fine di garantire più elevatilivelli di copertura previdenziale ailavoratori.La previdenza complementare offreal lavoratore la possibilità di costi-tuirsi una pensione che, aggiunta aquella di base, gli consenta di man-tenere, anche dopo il pensiona-mento, il tenore di vita conseguitodurante la vita lavorativa, nel rispet-to delle disposizioni contenute nel-l’art. 38 della Costituzione.L’adesione ad un fondo pensione oa un piano individuale pensionisticoè libera. I contributi che il lavoratoreversa nella forma pensionistica pre-scelta vengono accantonati e inve-stiti nei mercati finanziari. Al terminedell’attività lavorativa ogni lavorato-re avrà accumulato un capitale chesarà convertito in una rendita vitali-zia (pensione complementare).I destinatari del trattamento in que-stione sono i lavoratori dipendenti,privati e pubblici, i soci lavoratori edi lavoratori dipendenti di societàcooperative di produzione e lavoro,i lavoratori autonomi e liberi profes-sionisti, le casalinghe e tutti coloroche svolgono lavori non retribuiti inrelazione a responsabilità familiari.Per i lavoratori dipendenti la formadi previdenza complementare è so-lo a “contribuzione definita”, (l’im-porto dei contributi da versare vienestabilito nel momento in cui il lavo-ratore si iscrive al fondo pensione).L’ammontare della pensione dipen-de poi da quanto l’interessato avràversato, maggiorato del rendimentoottenuto dagli investimenti effettuati.Per i lavoratori autonomi e liberiprofessionisti è anche ammessa l’a-desione a forme di previdenzacomplementare a “prestazione defi-nita”, in cui l’importo della pensioneè predeterminato in relazione alreddito conseguito o alla pensionedi base.Il programma di previdenza com-plementare può essere realizzatomediante adesione ad un fondo

pensione “chiuso o negoziale”, adun fondo “aperto”, oppure mediantestipula di contratti di assicurazionesulla vita con finalità pensionistiche(PIP).I fondi pensione “chiusi o negoziali”sono quell i ist i tuit i per singolaazienda o per gruppi di aziende(fondi aziendali o di gruppo), percategorie di lavoratori o compartodi riferimento (fondi di categoria ocomparto) o anche per raggruppa-menti territoriali (fondi territoriali).Tali fondi sono costituiti attraversoun contratto collettivo nazionale, unaccordo o un regolamento azien-dale, ovvero tramite accordo tra la-voratori promosso dai sindacati oassociazioni rappresentative di ca-tegoria. Tali Fondi non gestisconodirettamente i versamenti dei contri-buti ma lo fanno attraverso societàdi gestione del risparmio, compa-gnie di assicurazione, banche e Sim(società di intermediazione mobilia-re).I fondi “aperti”, invece, sono istituiti egestiti direttamente da banche, so-cietà di assicurazioni, società di ge-stione del risparmio, società di in-termediazione mobiliare.Infine, i contratti di assicurazionesulla vita con finalità pensionistica(PIP) possono essere stipulati conimprese di assicurazione.La gestione della previdenza com-plementare è affidata a soggettiparticolarmente qualificati nel cam-po degli investimenti mobiliari e del-la gestione delle risorse, quali:- Imprese di assicurazione- Società di intermediazione mobi-liare, più comunemente note comeSIM- Istituti di credito- Società di gestione dei fondi co-muni.Il finanziamento delle prestazioni,nel caso della previdenza comple-mentare è direttamente a carico dellavoratore destinatario della presta-zione e, in caso di rapporto di lavo-ro dipendente, in parte anche a ca-rico del datore di lavoro. Per i neoassunti è previsto che i contratti e gliaccordi di lavoro dispongano la de-stinazione al fondo pensione dell’in-tera disponibilità relativa al T.F.R.Tali fondi garantiscono:

- la pensione di vecchiaia, che siottiene con almeno 5 anni di parte-cipazione al fondo e al compimentodell’età pensionabile stabilita per laprevidenza obbligatoria. Nel casodei liberi professionisti 65 anni indi-pendentemente dal sesso;- la pensione di anzianità, che siottiene con almeno 15 anni di parte-cipazione al fondo ed un età di nonpiù di dieci anni inferiore a quellaprevista per il pensionamento divecchiaia nell'ordinamento obbliga-torio di appartenenza. E’ inoltre ne-cessario aver cessato l’attività lavo-rativa;- anticipazioni sulla posizione indi-viduale maturata, a condizione chesi possa far valere la partecipazionenel fondo per almeno 8 anni. Le an-ticipazioni vengono concesse persostenere spese sanitarie (terapie einterventi straordinari riconosciutidalle strutture pubbliche), acquistodella prima casa per sé o per i figlie ristrutturazioni, ecc.Al momento del pensionamento,inoltre, il lavoratore può optare perla liquidazione in unica soluzione diuna quota del capitale maturatoche non può superare il 50% dellaposizione individuale maturata.L’altro 50% deve essere riscosso inrate periodiche. Qualora però l’im-porto complessivo della rendita ma-turata fosse inferiore all’assegnosociale è possibile richiedere la li-quidazione dell’intero importo inunica soluzione.

L’ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZAE ASSISTENZA DELLA PROFESSIO-NE INFERMIERISTICA (ENPAPI)

L’Ente Nazionale di Previdenza e As-sistenza della Professione Infermie-ristica, la cui denominazione origi-naria era Cassa Nazionale di Previ-denza ed Assistenza in favore diIP.AS.VI., è stata istituita, come Fon-dazione di diritto privato ai sensidell’art. 3 del richiamato decreto le-gislativo 10 febbraio 1996, n. 103,con decreto interministeriale del 24marzo 1998, con il quale sono statiapprovati lo Statuto ed il Regola-mento di Previdenza.L’Ente assicura la copertura previ-denziale obbligatoria, svolgendo

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una funzione di protezione sociale,attraverso l’erogazione di prestazio-ni previdenziali agli infermieri chesvolgano attività libero professiona-le, contestualmente o meno ad altraattività di tipo subordinato.Le Prestazioni previdenzialiL’Ente riconosce ai propri iscritti i se-guenti trattamenti pensionistici:- la pensione di vecchiaia,- l’assegno di invalidità,- la pensione di inabilità,- la pensione ai superstiti.La pensione di vecchiaiaIl diritto alla pensione di vecchiaia siconsegue nel momento in cui si ve-rificano, alternativamente, le se-guenti condizioni:- siano stati versati 5 anni di contri-buzione effettiva e sia compiuto il65° anno di età,- siano stati versati almeno 40 dicontribuzione effettiva, purché sianostati compiuti 57 anni di età.L’importo della pensione annua èdeterminato secondo il sistemacontributivo, moltiplicando il mon-tante individuale dei contributi sog-gettivi versati (determinato appli-cando annualmente un tasso di ca-pitalizzazione sulla base della va-riazione media quinquennale delPIL) per il coefficiente legale di tra-sformazione.La pensione decorre dal primo gior-no del mese successivo a quellodella domanda, con erogazionedegli arretrati dal momento di ma-turazione del diritto.Assegno di invaliditàIl diritto all’assegno di invalidità ma-tura nel momento in cui si realizza-no le seguenti condizioni:� la capacità lavorativa dell’iscrittosia ridotta a meno di un terzo, inmodo continuativo, per infermità odifetto fisico o mentale, sopravvenu-ti dopo l’iscrizione,� 5 anni di contribuzione effettiva(ossia, siano stati versati contributiper complessivi 60 mesi), di cui al-meno 3 nei cinque anni precedentila domanda.L’assegno, che decorre dal primogiorno del mese successivo a quel-lo della domanda, è determinato inbase ai contributi versati ed all’etàdell’assicurato, secondo lo stessosistema che determina l’importo

della pensione di vecchiaia, ovveromoltiplicando il montante individua-le dei contributi soggettivi versatiper il coefficiente di trasformazione.L’accertamento del grado di invali-dità è effettuato da una Commissio-ne Medica.Pensione di inabilitàIl diritto alla pensione di inabilitàmatura nel momento in cui si realiz-zano le seguenti condizioni:� la capacità lavorativa dell’iscrittosia esclusa, in modo permanente etotale, per malattia o infortunio, so-pravvenuti dopo l’iscrizione,� 5 anni di contribuzione effettiva(ossia siano stati versati contributiper complessivi 60 mesi), di cui al-meno 3 nei cinque anni precedentila domanda,� cessazione dell’attività professio-nale e cancellazione dal CollegioProvinciale IPASVI.La pensione di inabilità decorre dalprimo giorno del mese successivo aquello in cui l’iscritto, avendone con-seguito il diritto, ne fa domanda.Nel caso in cui la cancellazione dalCollegio IP.AS.VI. avvenga successi-vamente alla presentazione delladomanda, la pensione decorre dalprimo giorno del mese successivo aquello dell’avvenuta cancellazione,e se ne perde il diritto quando:� cessa lo stato di inabilità che neha precedentemente conferito il di-ritto,� il richiedente rifiuti di sottoporsialla visita medica disposta dall’Ente.L’importo è determinato in base aicontributi versati ed all’età dell’assi-curato, secondo lo stesso sistemache determina l’importo della pen-sione di vecchiaia, ovvero moltipli-cando il montante individuale deicontributi soggettivi versati per ilcoefficiente di trasformazione.L’accertamento del grado di invali-dità è effettuato da una Commissio-ne Medica.Pensione ai superstitiLa pensione ai superstiti, o di rever-sibilità, può essere erogata nel casodi morte del pensionato o dell’iscrit-to, per il quale, al momento dellamorte siano stati versati contributiper complessivi 60 mesi, di cui al-meno tre nei cinque anni precedentila domanda.

La pensione ai superstiti può essereerogata, con le percentuali di segui-to specificate, a seconda del gradodi parentela con il defunto:� al coniuge (60%),� al figlio unico se manca il coniu-ge ( 70%),� a ciascun figlio se ha diritto allapensione anche il coniuge ( 20%),� a ciascuno dei figli se manca ilconiuge (40%),� a ciascun genitore (15%),� a ciascuno dei fratelli o sorelle(15%),in ogni caso la somma delle quotenon può superare il 100% della pen-sione che sarebbe spettata all’iscrit-to.L’indennità di maternitàL’indennità di maternità spetta a tut-te le professioniste iscritte all’Ente edè corrisposta per i periodo di gravi-danza e puerperio, comprendenti idue mesi antecedenti la data pre-sunta del parto ed i tre mesi succes-sivi.Esistono diverse tipologie di inden-nità di maternità:a) maternità,b) interruzione di gravidanza dopo ilsesto mese,c) adozione o affidamento, a condi-zione che il bambino non abbia su-perato il sesto anno di età,d) aborto verificatosi non prima delterzo mese di gravidanza.E’ esonerata dal versamento delcontributo di maternità, con esclu-sione dal beneficio della correspon-sione dell’indennità di cui al D.Lgs.26 marzo 2001, n. 151, su istanzadocumentata dell’interessato, l’i-scritta che svolga contemporanea-mente attività di lavoro dipendente,con contratto a tempo pieno.In caso di contemporaneo svolgi-mento di attività di lavoro dipenden-te con contratto a tempo parziale, alfine di assicurare la piena tuteladella prole e della famiglia, è ero-gata all’iscritta la differenza tra l’in-dennità percepita e quella che sa-rebbe stata erogata dall’Ente.La domanda può essere presentataa partire dal compimento del sestomese di gravidanza, e, comunque,non oltre i 180 giorni successivi alladata del parto o dell’evento.Nei casi a), b), c), l’indennità è pari

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all’80% dei cinque dodicesimi delreddito percepito e denunciato ai fi-ni fiscali nel secondo anno antece-dente la data dell’evento. Nel solocaso d), aborto non prima del terzomese di gravidanza, l’80% è daconsiderarsi su un dodicesimo anzi-ché su cinque.In caso di reddito pari a zero, omolto basso, viene in ogni caso cor-risposta un’indennità minima.Le prestazioni assistenzialiENPAPI, nel quadro delle attivitàcondotte a favore dei suoi iscritti eseguendo le prescrizione del Rego-lamento di Previdenza, garantisceuna serie di prestazioni ulteriori ri-spetto a quelle propriamente previ-denziali, previste dalla normativaesistente. Infatti, le prestazioni diassistenza si distinguono in tre tipo-logie: il primo tutela gli assistiti incaso di malattia, il secondo provve-de a garantire gli assistiti in caso diuna condizione di bisogno econo-mico, il terzo provvede a sostenerela famiglia dell’assistito in eventualispese funebri. Ciascuna di questeprestazioni è sottoposta ad unaprecisa regolamentazione, salvo al-cuni requisiti di accesso comuni.L’erogazione di ognuna di questeforme previdenziali, di competenzadel Consiglio di Amministrazione,avviene sulla base dei fondi dispo-nibili per ciascuna delle singoleprestazioni ad ognuna delle qualinon si può accedere se già si bene-ficia di un’altra. In particolare, gli in-terventi assistenziali in caso di statodi bisogno sono erogati dall’Ente afronte della dimostrata presenza diun particolare disagio economicoche può esser causato da un mol-teplicità di possibil i evenienze:eventi straordinari (caso fortuito oforza maggiore), malattia, infortuni,decesso dell’iscritto, ecc. Possonoaccedere al servizio tutti gli iscrittiche siano in regola con gli adempi-menti contributivi, i titolari di pensio-ne erogata dall’Ente, coloro chehanno avuto riconosciuto l’assegnodi invalidità. Inoltre, ma solo nei li-miti dei versamenti effettuati, pos-sono beneficiare di questa formaprevidenziale coloro che al mo-mento della richiesta non sono piùiscritti all’Ente ma lo sono stati per

almeno 36 mesi, nonché gli appar-tenenti al nucleo familiare dell’assi-stito.L’indennità di malattia è destinataad ovviare ai mancati guadagni diquel libero professionista che, colpi-to da gravi patologie, deve forzata-mente sospendere la propria attivitàper un periodo pari ad almeno 45giorni. La misura dell’indennità, subase giornaliera, è proporzionata airedditi dichiarati nell’anno prece-dente quello della richiesta di inter-vento.La terza prestazione assistenziale èil contributo per spese funebri, chepuò essere erogato dall’Ente in casodi decesso dell’iscritto, se pensiona-to o di un componente il suo nucleofamiliare. Attraverso tale prestazio-ne l’Ente ha inteso predisporre unsistema di ausilio per gli assicuratied i loro familiari più stretti, per af-frontare le spese che si accompa-gnano ad eventi di simile gravitàmateriale ed emotiva.Possono usufruire di questo tipo dicontributo gli iscritti, i pensionati, gliaventi diritto alla pensione indirettao di reversibilità, i loro parenti entroil terzo grado ed affini entro il se-condo, nonché il coniuge ed il con-vivente more uxorio.Le borse di studioSi rivolgono a tutti gli studenti meri-tevoli che hanno concluso il loropercorso nelle scuole secondarie enelle Università e che, ovviamente,hanno un qualche rapporto, ancheindiretto, con l’Ente di previdenza.Il bando di concorso prevede 5 dif-ferenti tipologie di borse di studio:− borse di studio per i figli di iscrittiall’Ente o di pensionati con tratta-mento a carico di ENPAPI che ab-biano conseguito il diploma di ma-turità;− borse di studio per i figli di iscrittiall’Ente o di pensionati con tratta-mento a carico di ENPAPI che ab-biano conseguito la laurea trienna-le;− borse di studio per i figli di iscrittiall’Ente o di pensionati con tratta-mento a carico di ENPAPI che ab-biano conseguito la laurea speciali-stica;− borse di studio per gli iscritti al-l’Ente che risultino iscritti ad un Ma-

ster di I livello o di II livello in infer-mieristica o che abbiano conseguitoil titolo nel periodo oggetto del ban-do di concorso;− borse di studio per gli iscritti al-l’Ente che abbiano conseguito laLaurea Specialistica in Scienze infer-mieristiche.I ContributiA fronte del riconoscimento di taliprestazioni, ai sensi del Regola-mento di Previdenza, ciascun iscrittoha l’obbligo di versare all’Ente, an-nualmente, la seguente contribuzio-ne:� contributo soggettivo (Art. 3 Reg.Prev), pari al 10% del reddito profes-sionale netto di lavoro autonomo. E’comunque dovuto un contributo mi-nimo di € 550,00; E’ possibile versa-re annualmente un contributo sog-gettivo in percentuale pari al 12%,14%, 16%, 18% e 20%.� contributo integrativo (Art. 4Reg.Prev.) rappresentato da unmaggiorazione percentuale del 2%da applicarsi su tutti i corrispettivilordi che concorrono a formare ilreddito imponibile dell’attività auto-noma di libera professione. E’ previ-sto un contributo minimo di €120,00;� contributo di maternità , pari ad €75,00 annui (val ido per l ’anno2008).Riduzione del 50% del contributominimo soggettivo nel caso di:� età inferiore ai 26 anni,� contestuale svolgimento di atti-vità di lavoro dipendente (orario in-feriore o pari alla metà del tempopieno);� inattività per almeno 6 mesi del-l’anno solare:Riduzione del 50% del contributosoggettivo dovuto nel caso di:� compimento del 65° anno di età.Esonero parziale dal versamentodella contribuzione minima sogget-tiva ed integrativa nel caso di:� contestuale lavoro dipendentecon orario superiore alla metà deltempo pieno.Esonero totale dal versamento dellacontribuzione minima soggettiva edintegrativa e dal versamento delcontributo di maternità nel caso di:� contestuale lavoro dipendentecon contratto a tempo pieno.

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Il Fondo pensione complementare a capitalizzazioneper gli esercenti le professioni sanitarie, in breve Fon-doSanità, è nato con lo scopo di erogare trattamentipensionistici complementari del sistema previdenzialeobbligatorio.Destinatari del Fondo sono, attualmente, i medici e gliodontoiatri iscritti all’ENPAM, i farmacisti iscritti all’EN-PAF e gli Infermieri, gli assistenti sanitari, le vigilatricid’infanzia iscritti ad ENPAPI nonché gli Infermieri, gliassistenti sanitari, le vigilatrici d’infanzia iscritti all’Al-bo dei Collegi IP.AS.VI. che esercitano la professionesul territorio nazionale.FondoSanità è un fondo pensione negoziale (istituitoin forza di accordi e destinato agli appartenenti di unsingolo ambito/comparto: gli esercenti le professionisanitarie i cui Enti Previdenziali di categoria ne hannodeliberato l’adesione), che opera in regime di contri-buzione definita (l’importo della pensione comple-mentare non è definito a priori ma dipende dalla con-tribuzione versata e dai relativi rendimenti).La partecipazione al fondo è libera e volontaria.L’interessato che, dopo aver visionato lo Statuto e laNota informativa del fondo, intenda iscriversi, devecompilare il modulo di adesione indicando la quota dicontribuzione che intende versare e la linea di investi-mento prescelta.FondoSanità mette a disposizione 3 linee di investi-mento (comparti):- SCUDO: portafoglio orientato verso un’attività a bas-so rischio e di pronta liquidabilità.• Grado di rischio: basso• Orizzonte temporale: breve/medio periodo (fino a 10anni)- PROGRESSIONE: composizione bilanciata in titoli didebito e di capitale• Grado di rischio: medio• Orizzonte temporale: medio/lungo periodo (oltre 5anni)- ESPANSIONE: portafoglio orientato verso titoli di ca-pitale• Grado di rischio: medio/alto• Orizzonte temporale: medio/lungo periodo (oltre 10anni).I contributi versati, incrementati dai rendimenti accu-mulati, formano il montante contributivo individualedal quale dipenderà l’importo della pensione comple-mentare che si percepirà in futuro.La pensione complementare si ottiene nel momentoin cui matura il diritto a pensione nel sistema obbli-gatorio di primo livello a condizione che la partecipa-zione al fondo sia di almeno 5 anni.Le prestazioni pensionistiche possono essere erogatein capitale (prestazione in un’unica soluzione erogabi-

le fino ad un massimo del 50% del montante finaleaccumulato) ed in rendita (prestazione periodica).È possibile, inoltre, chiedere anticipazioni nei seguenticasi e con i seguenti limiti:- spese sanitarie: in qualunque momento può essererichiesta un’anticipazione del 75% del montante inquel momento accumulato per far fronte a spese sa-nitarie a seguito di gravissime situazioni relative a sé,al coniuge ed ai figli per terapie e interventi straordi-nari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;- acquisto e ristrutturazione della prima casa: dopo8 anni di iscrizione può essere richiesta un’anticipa-zione pari al 75% del montante in quel momento ac-cumulato per l’acquisito della prima casa di abitazio-ne per sé o per i figli. Stessa anticipazione può essereconcessa nel caso di ristrutturazione della prima casadi abitazione ma solo nei casi prestabiliti;- per altre esigenze: dopo 8 anni di iscrizione può es-sere richiesta un’anticipazione pari al 30% del mon-tante in quel momento accumulato per altre esigenzeper le quali il Fondo non è tenuto a verificarne le moti-vazioni.La normativa prevede inoltre che chi aderisce ad unfondo complementare possa:- riscattare la propria posizione: recuperare in un’uni-ca soluzione le somme versate nel caso in cui ci si tro-vasse in alcune situazioni predeterminate quali inoc-cupazione prolungata o invalidità permanente;- trasferire la posizione ad altro fondo: in caso di per-dita dei requisiti di iscrizione ovvero in base a decisio-ne volontaria dopo 2 anni di iscrizione al fondo.Sono state, infine, introdotte agevolazioni fiscali sia perquanto riguarda i contributi versati che per le presta-zioni erogate:- i contributi versati al fondo pensione sono deducibilifino ad un importo annuo massimo di € 5.164,57;- i rendimenti maturati sono assoggettati ad un’impo-sta sostitutiva con aliquota all’11% (i prodotti finanziaridiversi da quelli con finalità previdenziale sono tassatial 12,5%);- sia la rendita che il capitale, per la parte non tassa-ta in fase di accumulo, sono tassati al 15%.

Recapiti utili

Sito internet del fondo: www.fondosanita.itIndirizzo e-mail: [email protected]: 06/ 48294333/337Fax: 06/ 48294284Sede legale: 00185 ROMA,

PIAZZA DELLA REPUBBLICA 68

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FondoSanitàDott.ssa Sara Di Stefano

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I mutamenti legislativi intercorsi nellaprofessione infermieristica negli ulti-mi anni, hanno sicuramente apertouna nuova epoca, quella della “re-sponsabilità”, riconoscendo al pro-fessionista infermiere il ruolo e laspecificità relativa al processo di as-sistenza. L’infermiere infatti: “è il professionistasanitario responsabile dell’assisten-za infermieristica (art.1)”. “L’assisten-za infermieristica è servizio alla per-sona, alla famiglia e alla collettività.Si realizza attraverso interventi spe-cifici, autonomi e complementari dinatura intellettuale, tecnico-scientifi-ca, gestionale, relazionale ed edu-cativa (art.2)”. Per poter pianificare leproprie attività e quelle del persona-le di supporto, coinvolto in modosempre più significativo nelle cure,l’infermiere ha necessità di disporredi strumenti che gli permettano dimisurare il grado di dipendenza delpaziente, di poter documentare,controllare e verificare l’efficacia del-l’intervento assistenziale. Quando siparla di documentazione infermieri-stica l’attenzione si rivolge principal-mente verso la cartella infermieristi-ca. In realtà il suo significato è piùampio e abbraccia tutto ciò che do-cumenta l’attività sanitaria, sia auto-noma che collegata ad altri profes-sionisti della salute, così come i pro-tocolli e le linee guida basati su evi-denza, le schede di rilevazione deiparametri, le schede di terapia, de-gli esami diagnostici… La “Cartella Infermieristica è solouno strumento per l’assistenza”.Per questo motivo vi è la necessità diimplementare all’interno dell’unitàoperativa, un modello di cartella in-fermieristica che risponda all’esigen-za dell’infermiere di pianificare l’as-sistenza. Ma che cos’è la “documen-tazione infermieristica”? Citiamo al-cune definizioni che posso contribui-re a definirne la specificità, i conte-nuti e la responsabilità.

• La cartella infermieristica è “la rap-presentazione in forma scritta degliatti com- piuti dagli infermieri in rela-zione a una persona, dei rilievi effet-tuati sulla medesima, delle informa-zioni raccolte, nonché dei dati di ca-rattere progettuale, inerenti la piani-ficazione dell’intervento assistenzialedi competenza infermieristica e delleconnesse valutazioni”.• “La documentazione infermieristicaè lo strumento, cartaceo o informa-tizzato che documenta la pianifica-zione dell’assistenza elaborata, edattuata dall’infermiere per ogni per-sona assistita”.• “La cartella infermieristica è lo stru-mento per rendere visibile, osserva-bile, misurabile ed evidente il pro-cesso di assistenza infermieristica el’applicazione del contenuto specifi-co del profilo professionale dell’in-fermiere”.• “Strumento operativo progettato egestito dall’infermiere. Raccoglieinformazioni utili riguardanti ognipaziente/cliente in maniera indivi-dualizzata ed è indispensabile perl’elaborazione di un piano di assi-stenza che tenga conto del contestosociale, culturale e assistenziale incui si sviluppa, garantendo la qua-lità delle prestazioni”. Le definizioni fin qui descritte, defini-scono la cartella infermieristica, co-me uno STRUMENTO necessario perpianif icare l ’assistenza, non unesclusivo riferimento alle prescrizionimediche, non una semplice regi-strazione di ciò che è stato… fatto,… osservato… somministrato….eseguito… ma il percorso decisio-nale seguito per raggiungere quelleconclusioni. Oggi l’evoluzione del-l’assistenza, il riconoscimento di unamaggiore centralità della personanel percorso di cura e l’affermazionedel nursing come disciplina autono-ma fa sì che sempre più l’infermieresia consapevole del ragionamentodiagnostico che lo porta ad identifi-

care i problemi della persona o aformulare le diagnosi infermieristi-che, ad ipotizzarne un percorso di ri-soluzione e, quindi, ad avvertire lanecessità di uno strumento nuovo epiù completo.Di fatto una documentazione ade-guata, agevola e consente: • La personalizzazione dell’assisten-za • L’integrazione fra i membri dell’e-quipe assistenziale • La completezza delle informazionirelative alla persona• La raccolta omogenea dei dati ne-cessari per la pianificazione dell’as-sistenza • Pianificazione scritta dell’assisten-za da erogare • La valutazione degli interventi assi-stenziali, in un’ottica di qualità dellecure • La documentazione, a fini giuridici,degli atti assistenziali • Una base per future ricerche infer-mieristiche • Miglioramento continuo della qua-lità assistenzialeDalla documentazione analizzata,tutti gli autori sono concordi nell’af-fermare che non esiste una cartellainfermieristica unica e funzionale perogni realtà lavorativa e che deve ne-cessariamente essere costruita al-l’interno dell’equipe di lavoro, inquanto con tale strumento operativol’infermiere: • identifica il bisogno di assistenza; • formula la diagnosi di bisogno; • verifica il fabbisogno di informa-zioni per la valutazione del bisognoassistenziale;• progetta l’intervento assistenziale.La compilazione della documenta-zione infermieristica deve attenersiad alcune regole generali: • utilizzare inchiostro indelebile • descrivere in tempi brevi e con sin-tetica precisione i problemi identifi-cati, per non tralasciare informazioniutili e aggiornarli quotidianamente

CPSE ET Mosciatiello P. PaoloASL AL PO di Ovada La documentazione

infermieristica

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• riportare tutto ciò che viene attuatosulla persona assistita, corredando-lo di data, ora e firma; • correggere gli errori tracciandouna linea sulla parola sbagliata inmodo che restino leggibili, evitandocancellature con l’uso di “bianchetti”.La parola che sostituisce quella eli-minata va scritta a seguire; • L’utilizzo di simboli o abbreviazionidevono essere concordati con tuttal’equipe infermieristica e riportatinella legenda; • La grafia deve essere comprensi-bile;• Precisare se la fonte delle informa-

zioni dei dati raccolti è diversa dallapersona assistita (parenti, accompa-gnatori). • Usare una terminologia corretta • Alla dimissione del paziente, laCartella Infermieristica (cartella, sche-da di terapia, ed eventuali fogli alle-gati utilizzati) deve essere allegata al-la Cartella Clinica per la archiviazio-ne. La documentazione infermieristi-ca se ben compilata può diventareuna fonte per valutare la qualità del-l’assistenza infermieristica erogata.La qualità per essere espressa, valu-tata, confrontata, modificata, devepoter essere misurata. Per farlo è ne-

cessario disporre di dati attendibili, lacui provenienza può essere ricondot-ta a fonti diverse e differentementecaratterizzate. Tra queste, la docu-mentazione infermieristica assumeun peso indiscutibilmente significati-vo, a condizione che gli strumentiinformativi che la rappresentano ven-gano correttamente impiegati. L’im-portanza della cartella come stru-mento è anche per dare visibilità al-l’assistenza infermieristica e, conse-guentemente, porre in essere le con-dizioni idonee a favorirne la valuta-zione e il miglioramento continuodell’assistenza erogata e percepita.

Il giorno 24 settembre si è svolta unagiornata di studio rivolta ai compo-nenti della Conferenza regionaleECM e della Commissione Tecnicoscientifica ECM, ai Direttori GeneraliASR ai rappresentanti di Coordina-menti Interaziendali per l’ECM, aiCoordinatori dei gruppi di lavoro c/oAReSS.Questi i contenuti più significativi del-l’incontro

Dr V Demicheli: ha introdotto lagiornata ribadendo l’impegno dellaRegione a rendere sempre più effi-ciente l’attuale sistema di formazio-ne continua

Dr Bertetto: ha delineato le future li-nee di sviluppo; ha riconosciuto che oggi esiste unacerta disparità di investimento, mira-to alla valorizzazione del personale,tra le aziende sanitarie della regio-ne; la cifra che è stata risparmiatadalle aziende sanitarie grazie all’ac-creditamento regionale è stata rein-vestita in formazione dalle aziendesanitarie stesse oppure si è trattatosolo di un risparmio? La regione cer-cherà di verificare.

Ha precisato che verranno definiti irequisiti dei provider: i requisiti mini-mi e standard, le procedure e le li-nee guidaGli impegni AReSS per anno 2010:verrà definita la piattaforma FAD e fi-nirà la sperimentazione, si conclu-derà la sperimentazione della FSC,verranno studiati i criteri di accredi-tamento dei provider, si definirà ildossier formativo professionale per iformatori

Dr Presutti (Coordinatore GruppoRegionale per la Formazione Conti-nua) ha presentato il documentoprogrammatico per il governo del si-stema regionale 2009-2010 (ne hoavuto una copia: chi fosse interessa-to può chiedere al nostro collegio eal prossimo coordinamento portere-mo fotocopia)Nel pomeriggio hanno relazionato iresponsabili dei gruppi di lavoroECM (tutti molto numerosi: fino a 14componenti):

Gruppo1: accreditamento providere certificazione del processo for-mativo; questo gruppo si è costi-tuito il 1 luglio 2009. Entro l’11/12 si

prefigge la stesura di un “Manualedi accreditamento provider per l’e-ducazione continua in medicinadella Regione Piemonte” (almenouna bozza); da gennaio a giugno2010 la sperimentazione in alme-no 5 azienda sanitarie campione;fine 2010 emissione del documen-toGruppo 2: definizione delle compe-tenze per la formazione (requisiti deiformatori e compensi)Gruppo 3: FAD; definizione dellearee tematiche; avvio della speri-mentazione in quelle aziende che sisono candidateGruppo 4: FSC; il coordinatore è il DrAlastraGruppo 5: ricerca ed intervento; de-finizione del percorso di accredita-mento per i progetti di ricerca (requi-siti della ricerca, degli attori, dei cre-diti, ecc)Gruppo 6: monitoraggio dei datidelle attività formative e controllodella qualità delle stesseGruppo 7: regolamento costo do-cenzeGruppo 8: due sottogruppi dei qualiuno si occupa dell’analisi dei bisognie l’altro dei dossier formativi.

Convegno “Governo del sistema di formazionecontinua in Sanità della Regione Piemonte:ruolo e funzioni degli organismi incaricati

Secondo l'indagine nazionale dell'I-STAT del febbraio 2007 sono sei milio-ni e 743 mila le donne tra i 16 ed i 70anni che dichiarano di essere state vit-time di violenza fisica o sessuale nelcorso della vita. La quasi totalità deicasi di violenza non sono denunciati esempre l'ISTAT segnala che le percen-tuali di donne che in Piemonte si sonodichiarate vittime di violenze sono piùalte della media nazionale.Nasce la consapevolezza che percontrastare efficacemente tale feno-meno è necessario intervenire inte-grando gli interventi repressivi con po-litiche ed azioni coordinate in ambitosociale, sanitario, informativo ed edu-cativo.La provincia di Alessandria ha pro-mosso un progetto volto a sostenereazioni concrete che servano ad inter-venire e sostenere le iniziative per laprevenzione ed il contrasto della vio-lenza contro le donne.Nello specifico le azioni principali pre-viste nel progetto sono:contribuire alla creazione di un siste-ma di raccolta dati condiviso sul fe-nomeno della violenza contro le don-ne, finalizzato ad avere dei dati con-frontabili ed utili a definire il fenomenoa livello locale e a confrontarsi con ilterritorio regionale;migliorare l’accoglienza in emergen-za delle donne vittime di violenzapresso i pronti soccorso e DEA, attra-verso l’adozione di un protocollo con-diviso per l’accoglienza delle donnevittime di violenza;avviare un centro di ascolto rivolto alledonne vittime di violenze e maltratta-menti;migliorare la capacità di accoglienzadelle vittime da parte delle forze del-l’ordine;innalzare il livello di attenzione gene-rale sulla violenza contro le donne, inparticolare nell’ambito del volontaria-to;

promuovere un cambiamento di men-talità che porti al rifiuto della violenzanei più giovani.In tale direzione, sabato 18 aprile, invia Santa Maria di Castello 14 ad Ales-sandria, il Presidente della Provincia diAlessandria, e l’Assessore Provincialealle Pari Opportunità, hanno inaugu-rato, presso la sede dell’AssociazioneMe.Dea di contrasto alla violenza sulledonne, il Centro di Ascolto contro laviolenza alle donne.Con quest’inaugurazione, per la primavolta, le donne vittime di violenze e/omaltrattamenti avranno un punto di ri-ferimento sorto per effetto del PianoRegionale di contrasto alla violenza edi sostegno alle vittime e dell’analogoPiano Provinciale.Il Presidente della Provincia, sottolineaquanto l’Amministrazione Provincialeritenga “non negoziabili” alcuni princi-pi quali il rispetto della persona, il con-trasto alla violenza in qualsiasi formasi manifesti e la tutela di donne e deiminori che sono, da sempre, mag-giormente esposti a tali rischi.Abbiamo intervistato su queste temati-che l’Assessore Provinciale alle PariOpportunità, Maria Grazia Morando.La Provincia di Alessandria ha mes-so in campo molti interventi nel set-tore delle Pari Opportunità, nel corsodegli ultimi cinque anni, ed, in parti-colare, nel campo della violenzacontro le donne. E’ una risposta fi-glia del boom mediatico di questi ul-timi tempi?Sono molto orgogliosa di poter direche le cose non stanno così e che ilnostro impegno è frutto di una sensi-bilità vera nei confronti di questo pro-blema. Del resto i dati statistici sonoagghiaccianti: secondo l’indagine na-zionale dell’ISTAT, resa nota nel feb-braio 2007 (ultimi dati ufficiali disponi-bili nel nostro Paese), sono 6 milioni e743 mila le donne tra 16 e 70 anni chedichiarano di essere state vittime di

violenza fisica o sessuale nel corsodella vita. E non dobbiamo dimentica-re che la quasi totalità dei casi di vio-lenza non viene denunciata e che l’I-STAT segnala come, in Piemonte, talipercentuali sono più alte della medianazionale. Sulla base di questi dati, lanostra è stata la prima Regione italia-na ad aver avviato un’azione di con-trasto capillare ed ha promosso ana-loghe azioni nelle 8 province piemon-tesi tanto che, il 26 novembre 2008, èstato approvato, dalla giunta provin-ciale, il Piano Provinciale di prevenzio-ne e contrasto alla violenza sulle don-ne.Quali azioni concrete prevede il Pia-no Provinciale di Prevenzione e con-trasto alla violenza sulle donne?Il Piano provinciale, grazie alla siner-gia tra Istituzioni ed Associazioni, haraggiunto importanti risultati. Abbiamoripetuto per il secondo anno gli inter-venti nelle scuole, 540 il numero di ra-gazzi e ragazze degli istituti superioricoinvolti a cui sono stati proposti ele-menti di cultura di genere, diritti umanie dei minori, riflessioni sulla violenzadi genere e sulla violenza domestica.Uno dei primi obiettivi conseguiti è sta-ta la sottoscrizione del primo protocol-lo integrato, tra l’ASL-AL e l’AziendaOspedaliera di Alessandria, che defi-nisce le linee guida d’intervento per lapresa in carico di donne che subisco-no maltrattamenti e violenza sessuale.Altra importante realizzazione, sulfronte della formazione, lo svolgimen-to, nel dicembre 2008, di un corso de-stinato agli operatori sanitari e socio-assistenziali, seguito, a gennaio efebbraio 2009, da un secondo mo-mento formativo, gestito con la colla-borazione della Casa delle Donne diBologna, che ha visto la partecipazio-ne di circa 25 volontarie provenientida tutto il territorio provinciale che so-no state formate appositamente perconoscere, affrontare ed intervenire

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Intervista con l’assessore alle Pari Opportunitàdella Provincia di Alessandria,

Maria Grazia Morando, sul piano provinciale perla prevenzione della violenza contro le donne

A cura diMalvasi Concetta

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sulla violenza di genere e che ha per-messo l’avvio del servizio di aiuto allevittime e la creazione del centro diascolto. E’stato organizzato un semi-nario di approfondimento, organizzatoin collaborazione con l’AssociazioneItaliana Avvocati di Famiglia Piemonte,e destinato principalmente agli avvo-cati dedicato all’approfondimento de-gli aspetti processuali, degli strumentie degli aggiornamenti legislativi sul te-ma dei maltrattamenti. Come è gestito il centro di ascolto?L’Associazione di Promozione SocialeMe.Dea, che gestisce questo servizio,può contare sul supporto professiona-le di un nutrito gruppo di socie specia-lizzate e competenti avvocate, educa-trici, figure. Il centro offre uno "spazio"in cui è possibile, per la donna, espri-mere i propri vissuti, raccontare e leg-gere, dal suo punto di vista, l’espe-rienza di violenza subita, ricostruire sti-ma e fiducia in se stessa e tracciare,insieme all’operatrice, una strategia

efficace di uscita dalla violenza nel piùassoluto rispetto dell'anonimato.Il Centro è presso la sede dell’Associa-zione me.dea in Via Santa Maria diCastello 14 ad Alessandria, si può par-lare con una operatrice nel seguenteorario:Lunedì dalle ore 10.00 alle ore 14.00Mercoledì dalle ore 13.00 alle ore16.00Giovedì dalle ore 15.30 alle ore 18.30Tel./Fax: 0131/[email protected] Ritieni che dia risposta ad un effetti-vo bisogno del nostro territorio?I numeri ci dicono, forte e chiaro, chela violenza che fa paura non sempre èquella che fa notizia: a volte è quellache neppure si conosce, quella cheavviene fra le mura di casa. La capa-cità di ascolto e accoglienza sono de-cisive, quanto il favorire la presa di co-scienza della violenza subita e l’im-portanza del denunciare il fatto all’au-torità giudiziaria. Oltre mille donne, nel

2007 e 2008, hanno subito violenza esono state segnalate dai pronto soc-corso della Provincia di Alessandria.Analizzando i dati relativi al 2008 nelloro complesso, emerge un aumentodel fenomeno, rispetto all’anno prece-dente, tra le donne italiane ed una di-minuzione per quelle provenienti daiPaesi stranieri (ridotte a 26 rispetto alle40 del 2007). Per quanto riguarda,nello specifico, le donne italiane si rile-va, innanzitutto, oltre all’aumento delfenomeno rispetto all’anno preceden-te (66.98% nel 2007 e 73.67% nel2008) che l’età media è sempre di 39anni (età minima 3 anni ed età massi-ma 91 anni) mentre risultano in au-mento le denunce relative a minorenni(35 anziché 30 del 2007). Allargandolo sguardo alle “circostanze” della vio-lenza nei casi segnalati, si evince chela maggior parte delle donne ha subi-to percosse, traumi o violenze sessualida aggressori di cui non sono in gra-do di specificare l’identità.

L’angolo delle emozioni

DONNA

Non faccio rumorementre preparo ancora per te...mi sono svegliatati avevo accantonon volevo disturbartinon volevo incitare ancora la tua rabbia....dopo ti sei alzatomi hai messo a tacere con uno sguardo...comesempremi hai ricordato chi seimi hai ricordato chi sono...ti preparo il caffè...forte...nero...come piace a tenon voglio farti arrabbiare proprio oggiosservo il silenzio imposto al mio corpo...non voglio farti arrabbiare proprio oggi...è sparitaquell'ansia di darsi con un sorrisoè sparito dietro il tuo sguardo malevolo

è sparita affogata tra le lacrime.....sono sola, mi hai costretto ad essere solaè tutto andato in pezzidietro la mia debolezzasotto la tua prepotenza...ma ogginon voglio farti arrabbiareoggi non voglio che il mio corpo gridia lungo l'ho ascoltato e..... rinnegatoa lungo ho permesso al tuo di spaccarlocome fosse un pezzo di legno....il tuo bottino di guerra....questo ero per teuna guerra personale con tutte le donne chetornavano dal passato...le stagioni passavano e non mi rendevo contodelle foglie che si aprivano in fiori...maora non voglio più pensarciil cuore ha resistito all'ultimo palpito...stanotte...verranno giorni di soleaprendo quella porta.

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Obiettivi

Il livello di complessità del sistema sanitario, fasì che il cambiamento sia ormai divenuto unacomponente fondamentale dell’azione lavorati-va. Questo corso vuole stimolare i partecipantia farsi agenti del cambiamento attraverso l’usodi strumenti e metodi che aiutino a guidare egestire il cambiamento nelle organizzazionisanitarie.In particolare, il corso si propone di far rifletteresu:- quali sono i ruoli e le responsabilità nel

creare contesti a cultura condivisa nelle or-ganizzazioni;

- come sviluppare e cambiare la cultura diun’organizzazione;

- come pianificare, comunicare e gestire ilproprio tempo per favorire il miglioramentonelle organizzazioni sanitarie.

PROGRAMMA:

� L’analisi delle criticità: perché cambiare l’or-ganizzazioneInquadramento metodologico

� Come migliorare il proprio lavoro: quali stru-menti

� Metodi di gestione del tempo� I piani individuali e di gruppo� Come si costruisce un progetto di migliora-

mento� Come si applica un progetto di migliora-

mento� Come si valuta un progetto di miglioramento

Metodo

• Lezioni plenarie con partecipazione attiva• Lavori a piccoli gruppi• Simulazioni strutturate• Lavori di progettazione

DOCENTI

Alessandro Dr. CataldoConsigliere Collegio IPASVIAlessandria

Marco Dr. VenturiniSociologo SanitarioEsperto di processi e dinamiche digruppoMantova

PrivacyCon l’iscrizione il partecipante autorizza il Collegio IPASVIal trattamento dei propri dati personali (DLG 196/2003).Il titolare del trattamento dati è il Collegio IPASVI diAlessandria.

IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA

Corso di formazione su:Quali strumenti e metodi operativi

per gestire il miglioramento

Alessandria 6/7/19/20/21novembre 2009

38 crediti

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SCHEDA DI ISCRIZIONE

Cognome................................................................................................................................................

Nome......................................................................................................................................................

Qualifica .................................................................................................................................................

Ente di appartenenza .............................................................................................................................

Indirizzo ..................................................................................................................................................

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C.F. .........................................................................................................................................................

Città ....................................................................................................... Cap ........................................

Telefono............................................................................... Fax ...........................................................

Indirizzo e-mail: ......................................................................................................................................

data ........................................................................................................................................................

firma ......................................................................................................................................................

Restituire il presente modulo, debitamente compilato, alla segreteria Collegio IPASVIVia Buonarroti , 16 – Alessandria

Tel. 0131218113 fax 0131240208e-mail: [email protected]

INFORMAZIONI GENERALI E ISCRIZIONI

Segreteria e iscrizioni: Collegio IPASVI

Via Buonarroti , 16 – Alessandria - Tel. 0131218113 fax 0131240208 - e-mail: [email protected]

� Le iscrizioni si riceveranno fino alla copertura del numero massimo di posti disponibili.

Quota di partecipazione 100.00 euroLa quota in caso di disdetta o mancata partecipazione non verrà restituita

Per conoscere il programma dei corsi visitate il nostro sito web

http://www.ipasvialessandria.it

DESTINATARI

InfermieriAssistenti Sanitarie

Infermiere Pediatrico (V.I.)

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IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA

Corso di formazione su: l’Apprendimento attraversola metodologia del Problem Based Learning (PBL)nei percorsi formativi per le professioni sanitarie

Alessandria 9/10/11dicembre 2009

Obiettivi

Alla fine del corso i partecipanti dovranno essere ingrado di:� Analizzare il contesto formativo al fine di definire

le caratteristiche della riprogettazione organiz-zativa della didattica nella formazione dei pro-fessionisti della salute

� Utilizzare modelli formativi per l’apprendimentodell’adulto nell’ambito sanitario

� Utilizzare modelli di analisi del bisogno formati-vo per le professioni sanitarie

� Sperimentare metodologie didattiche attive e in-novative di apprendimento del campo intellettivodella competenza professionale Introdurre epianificare un sistema di valutazione nel proces-so formativo

Analisi

� Analisi organizzativa� Analisi dei bisogni formativi� Analisi dei core curriculum dei percorsi formativi� Analisi delle competenze professionali� Analisi delle caratteristiche del cambiamento

PROGRAMMA:

� Inquadramento metodologico� Le fasi del metodo� La costruzione dei casi per PBL� Simulazione del PBL sulla base dei casi costruiti� Sperimentazione delle metodologie didattiche

attive e innovative in situazioni di apprendimentoprotetto con supervisione degli esperti

� Introduzione alle metodologie di valutazione delcampo intellettivo

Metodologie formative

• Lezioni plenarie con partecipazione attiva deglistudenti

• Lavori a piccoli gruppi con supervisione continuadei docenti

• Simulazioni strutturate con supervisione• Lavori di progettazione di gruppo con supervisio-

ne

DOCENTI

Loredana Prof. SASSOProfessore Associato MED 45 Università di GenovaAnnamaria dr.ssa BagnascoA.O. San MartinoCorso Laurea InfermieristicaUniversità di GenovaRoberta dr.ssa CentanaroA.O. San MartinoCorso Laurea InfermieristicaUniversità di Genova

PrivacyCon l’iscrizione il partecipante autorizza il Collegio IPASVIal trattamento dei propri dati personali (DLG 196/2003).Il titolare del trattamento dati è il Collegio IPASVI diAlessandria.

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SCHEDA DI ISCRIZIONE

Cognome................................................................................................................................................

Nome......................................................................................................................................................

Qualifica .................................................................................................................................................

Ente di appartenenza .............................................................................................................................

Indirizzo ..................................................................................................................................................

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C.F. .........................................................................................................................................................

Città ....................................................................................................... Cap ........................................

Telefono............................................................................... Fax ...........................................................

Indirizzo e-mail: ......................................................................................................................................

data ........................................................................................................................................................

firma ......................................................................................................................................................

Restituire il presente modulo, debitamente compilato, alla segreteria Collegio IPASVIVia Buonarroti , 16 – Alessandria

Tel. 0131218113 fax 0131240208e-mail: [email protected]

INFORMAZIONI GENERALI E ISCRIZIONI

Segreteria e iscrizioni: Collegio IPASVI

Via Buonarroti , 16 – Alessandria - Tel. 0131218113 fax 0131240208 - e-mail: [email protected]

� Le iscrizioni si riceveranno fino alla copertura del numero massimo di posti disponibili.

Quota di partecipazione 100.00 euroLa quota in caso di disdetta o mancata partecipazione non verrà restituita

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http://www.ipasvialessandria.it

DESTINATARIInfermieri - Assistenti Sanitarie

Infermiere Pediatrico (V.I.)(che si occupano o intendono acquisire competenze

nel campo della formazione e della didattica)

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Nel mese di dicembre verrà pubblicato il rapporto

della ricerca:

“La professioneinfermieristicanella Provinciadi Alessandria.

Studio sull’identitàdell’infermiere”