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A A l l e e s s s s @ @ n n d d r r i i a a I I . . P P . . A A . . S S . . V V . . I I . . Numero 3 - Anno V - Ottobre 2008 Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL Periodico d’informazione della professione infermieristica

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Numero 3 - Anno V - Ottobre 2008Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

Periodico d’informazionedella professione infermieristica

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Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di infor-mazione degli iscritti al collegio della provincia di Alessandria,ci aspettiamo quindi un grosso contributo da tutti Voi che quo-tidianamente vivete esperienze di lavoro interessantissime,scrivetele ed inviatele alla redazione, saranno pubblicate suiprossimi numeri; condividere esperienze è un grosso arricchi-mento professionale per tutti noi!!!

Il comitato di redazione

Direttore ResponsabileAntonio Agosti

RedazioneNadia CermelliAntonella Coppi

Franco PiccioM. Rosa Toso

Progetto Grafico e StampaLitocoop Srl

Via Calcinara 13 - Tel. 0131 861586Tortona (AL)

DirittiTutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione,anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore.

Foto in copertina: Davide Maruffo

Aless@ndria I.P.A.S.V.I.Periodico d’informazione della professione infermieristica

Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 3 - Anno V - OTTOBRE 2008Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

SS OO MM MM AA RR II OO3

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LAVORO A TURNI E DISAGIOBIOPSICOSOCIALE SUGLI INFERMIERI ECC.

TRIAGE PEDIATRICOVALUTAZIONE INFERMIERISTICADEL PAZIENTE (TRIAGE)

“L’ANGOLO DELLE EMOZIONI”

PROGETTO DI MIGLIORAMENTO PERL’INSERIMENTO DI UN NUOVOOPERATORE IN UNA UNITA’ OPERATIVA

12SINTESI DELLA TESI DI MASTER:“OMOSESSUALITA’ E DIRITTI”

15CORSO: PROFILO PROFESSIONALEDEONTOLOGIA E SISTEMIQUALITA’ IN SANITA’

14INIZIATO IL PRIMO CORSO DILAUREA IN SCIENZE INFERMIERISTICHE A TORTONA

NORME EDITORIALILa redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermie-ri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire ilproprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI;è un periodico di aggiornamento professionale, informazione infermie-ristica e giuridico-legislativa, pertanto gli articoli che si intendono pub-blicare dovranno rispondere ai seguenti criteri:Articolo a carattere scientifico: dovrà essere fornito integralmente, conabstract e bibliografiaArticolo Informativo: di carattere professionale, aggiornamento(es. commento a eventi formativi, normativa ECM ect.), giuridico-legisla-tivo.Risposta a Quesiti: come “lettera al…” oppure ” l’infermiere …. ri-sponde”; risposte a quesiti posti dai lettori di Aless@ndriaIPASVI dove,diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infer-mieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quantodi loro competenza (università, dirigenza infermieristica, libera profes-sione, normativa extracomunitari, ricerca infermieristica ecc), rispondo-no ai colleghi.All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della dispo-nibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione.Sarà inoltre possibile inserire comunicazioni ( sia da singoli iscritti, cheda associazioni, enti etc.) relative a eventi formativi, ( congressi, conve-gni, eventi ECM specifici a tematiche di natura professionale).Gli articoli dovranno pervenire alla redazione di Alessa@ndriaIPASVI insupporto informatizzato (C.D., floppy) al seguente indirizzo:Collegio Provinciale IPASVI,Via Buonarroti n. 1215100 Alessandria oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dalgruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo esse-re stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile.

Sede del Collegio IPASVI,Via Buonarroti, 12, ALESSANDRIATel. 0131 218113 - Fax 0131 240208E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it

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INTRODUZIONEAll’infermiere ed agli altri operatori sani-tari è spesso richiesto di garantire la con-tinuità delle prestazioni assistenziali, at-traverso l’espletamento di orari di servizioche comportano la presenza sul posto dilavoro per l’intera giornata.Questa particolare attività è nota con ilnome di “turno”, ed è ormai divenuta unfattore essenziale dell’esercizio professio-nale infermieristico. Ma il turno o il lavoro a turni, come è ge-neralmente definito in letteratura, se daun lato costituisce una sorta di divisa conla quale viene identificato chi agisce inambito sanitario, dall’altro determina og-gettive condizioni di disagio; tant’è veroche la legislazione lo ha fatto oggetto dispecifiche leggi e decreti.L’obiettivo dello studio multicentrico nelleaziende ospedaliere San Martino di Ge-nova, SS.Antonio e Biagio di Alessandria,San Giovanni Bosco di Torino è di effet-tuare un’analisi preliminare sul disagiobiopsicosociale nel personale infermieri-stico turnista, al fine di ricavare ulterioriapprofondimenti e poter esaminare pos-sibili interventi e/o strategie organizzati-ve.Le variabili prese in considerazione sono:l’influenza del lavoro a turni sul rapportodi coppia, l’intensità dell’influenza del rit-mo sonno – veglia, disagi biopsicosociali.

POPOLAZIONEIl questionario è stato somministrato a n.783 infermieri che lavorano su tre turni(mattino, pomeriggio e notte) nei seguentiservizi:medicina generale, medicina geriatria,oncologia, ematologia, cardiologia, neu-rologia, pneumologia, chirurgia generaleoncologica, ortopedia, otorinolaringoia-tria, oculistica chirurgia maxillo-facciale(gli ultimi tre reparti citati, nella realtà la-vorativa in cui presto la mia opera vienedefinita unità polispecialistica), urologia,ginecologia, chirurgia vascolare, cardio-chirurgia, neurochirurgia, unità corona-ria, rianimazione, medicina d’urgenza,

pronto soccorso e dipartimento di emer-genza ed accettazione, malattie infettive.

Criteri di inclusione:Tutti gli infermieri, maschi, femmine inservizio presso le strutture semplici ecomplesse (presenti in tutte tre le realtà)dove si lavora su tre turni (mattino, pome-riggio, notte).

MATERIALI E METODILo studio consiste in una indagine de-scrittiva quantitativa – qualitativa. Sono stati distribuiti 1011 questionari nellestrutture operative rispondenti ai criteri diinclusione del protocollo di ricerca. La di-stribuzione ha richiesto 30 giorni e si èsvolta al momento del cambio turno percercare di coinvolgere maggiormente ilpersonale; la raccolta del questionario siè conclusa in 60 giorni per dar modo atutto il personale turnista di rispondere alquestionario anonimo.Dopo una attenta valutazione degli stru-menti proposti in letteratura si è optato

per l’utilizzo del questionario semistruttu-rato a risposta chiusa, con scale di valu-tazione tipo Likert a cinque intervalli, trattoda un questionario validato dallo studiodel dott. Costa e modificato dal dott. Snai-dero, in quanto più specifico all’analisidell’obiettivo della ricerca quantitativa-qualitativa, descrittiva.PRESENTAZIONE DEI RISULTATII questionari compilati sono 783 e sono ri-sultati completi, quindi ritenuti validi perl’analisi statistica. I questionari anonimi so-no stati numerati in numero progressivo,successivamente i dati sono stati inseriti ecodificati sul foglio informatico excell. Nellacostruzione dello strumento di raccolta si èreso necessario per la lettura di cinque do-mande l’inserimento della scala di valuta-zione di Likert da 1 a 5. L’analisi dei dati el’elaborazione statistica sono state condot-te con l’utilizzo del programma SPSS ver-sione 12.0.I primi 3 item descrivono il campione e so-no di ordine statistico; i dati possono esse-re riassunti nelle seguenti tabelle 1 – 2 – 3.

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A cura di:Dott.ssa Bolgeo Tatiana (Al)Dott.ssa Rossi Cristina (Ge)Dott.ssa Tesio Mara (To)

Lavoro a turni e disagio biopsicosocialesugli infermieri, studio multicentrico nelle aziendeospedaliere San Martino di Genova, SS. Antonio eBiagio di Alessandria e San Giovanni Bosco di Trino

Tabella 1.- Torino - Descrizione del campione

Tabella 2 - Alessandria - Descrizione del campione

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La distribuzione per età rivela la pre-senza di quattro fasce: i più giovani, co-loro che hanno tra i 20 e 30 anni, i qua-rantenni, i cinquantenni e gli ultracin-quantenni. La classe mediana dell’etàper tutti e tre i campioni è di 31- 40 anni.Di seguito verranno riportati i dati di trevariabili ritenute fondamentali per l’ana-

lisi dello studio.I risultati emersi dall’analisi sulla “variabi-le influenza del lavoro a turni” sul rap-porto di coppia indicano rispettivamente:- Genova 44,6% ha risposto che il lavoroa turni influisce negativamente sul rap-porto di coppia e il 49,% risponde chenon influisce;

- Torino il 52,9% ha risposto che il lavoroa turni influisce negativamente sul rap-porto di coppia, il 35,5 % risponde chenon influisce;- Alessandria 34,7% ha risposto che illavoro a turni influisce negativamentesul rapporto di coppia, il 58,9% rispondeche non influisce.

Tabella 3 - Genova - Descrizione del campione

In riferimento alla domanda n. 21, chedescrive la distribuzione in percentua-le delle patologie dichiarate dagli in-fermieri oggetto di studio delle treaziende, rileva:- Torino 21 infermieri risultano avereinsonnia (30%) ,14 infermieri lamenta-no stress (19%);- Genova 61 infermieri risultano avereinsonnia (43,1%), 28 infermieri lamen-tano stress (19,2%);- Alessandria 46% degli infermieri ri-sulta avere insonnia ed il 19% lamen-tano stress.

torino

genova

alessandria

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per quanto riguarda l’intensita del rit-mo sonno – veglia:- Torino vi è in generale (76,7%) di di-sturbi del ritmo sonno-veglia con in-

tensità “abbastanza” nel 47,6%;- Genova vi è in generale (80,6%) didisturbi del ritmo sonno-veglia con in-tensità “abbastanza” del 36,9%;

- Alessandria vi è in generale (69,7%)di disturbi del ritmo sonno-veglia, conintensità “abbastanza” del 32,0% e“più che abbastanza” 32,7%.

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Dalla correlazione fra ritmo sonnoveglia si/no e sesso, si evidenziache- Torino l’87,2% delle persone chehanno risposto sono femmine- Genova 69,7% delle persone chehanno risposto sono femmine- Alessandria il 75,5% delle personeche hanno risposto sono femmine.Il test del chi-quadrato delle treaziende conferma che le due varia-bili confrontate sono significativa-mente associate (p value < 0.05).Quanto sopra emerso sembrerebbeessere giustificato dai problemi le-gati al sonno, dalla difficoltà di recu-perare sia prima che dopo il turno.Dal confronto tra problemi di salute?Si/no e sesso:- Torino 89,7% delle risposte si sonofemmine- Genova 73,4% delle risposte si so-no femmine- Alessandria 78,3 delle risposte sisono femmine.Anche in questo quadro il test delchi-quadrato indica che le due va-riabili confrontate sono associate (pvalue< 0.05) solo per Genova e To-rino; per Alessandria non esiste as-sociazione significativa.

DISCUSSIONE

Su un campione di 783 infermieri539 sono di sesso femminile.Dopo una lettura e analisi delle va-riabili osservate, lo studio multicen-trico ha evidenziato l’influenza ne-gativa del lavoro a turni nel rappor-to di coppia solo nella realtà di Tori-no.Per quanto riguarda i problemi disalute si evince che le patologie piùfrequenti sono i disturbi del sonno,sindromi psiconevrotiche, disturbigastrointestinali.Per quanto riguarda il campo d’in-dagine influenza ritmo sonno-vegliala caratteristica del campione pre-valentemente femminile con etàcompresa tra i 31 40 anni segnalanotevole difficoltà di recupero siaprima che dopo il turno anche in re-lazione ai maggiori carichi domesti-ci e familiari.In seguito ad una irregolarità dei rit-mi biologici il sonno subisce varia-zioni quantitative e qualitative in re-

lazione ai diversi turni.

CONCLUSIONI

Dai dati raccolti nelle tre realtà ana-lizzate si ipotizzano alcune conside-razioni sul lavoro a turni: può in-fluenzare negativamente il ritmosonno veglia; si associa soprattuttoa patologie quali insonnia, stress,disturbi gastrointestinali e osteoarti-colari; può influenzare negativa-mente il rapporto di coppia.Lo studio multicentrico confermaquanto emerge dalla letteratura,cioè che il lavoro a turni causa unadesincronizzazione delle funzionipsico – biologiche e delle attività so-ciali con riflessi negativi sulla perfor-mance lavorativa, sulle condizioni disalute e sulla vita di relazione.Appare evidente come nell’organiz-zazione del lavoro a turni in ospe-dale si debbano tenere in conside-razione non soltanto le necessitàassistenziali erogate agli utenti, maanche i condizionamenti di caratterefisiologico, psicologico e sociale de-gli infermieri.La studio multicentrico rimane aper-to per ripetizione e confronto con idati precedenti.

9. BIBLIOGRAFIA

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sonno: confronto fra diverse catego-rie di turnisti: G. Ital Med Erg 2003;25:3 Suppl. • Kawacchi I., Colditz G. A., Stamp-fer M.J., Willet W.C., Manson J.E.,Speizer F.E., Hennekens C.H., Pro-spective study of shift work and riskof coronary heart disease in wo-men. MEDLINE 1995; 92 (11): 3178-82.• Ruggiero J.S., Pezzino M.J.. Nurse-s’ Peceptions of the Advantages andDisadvantages of Their Shift andWork Schedules; Clinical Issues,Vol.36 N.10 2006, Lippincott WilliamsAnd Williams, Inc.• Schernhammer E.S., Laden F.,Speizer F.E., Willet W.C., Hunter D.J.,Kawachi I., Colditz G.A., MEDLINE2001; 93 (20): 1563-8.• Skipper J.K.Jr., Jung F.D., CoffeyL.C.. Nurses and shift work: effectson physical healt and mental de-pression. Journal of Advanced Nur-sing 1990; 15(7): 835-42 CINAHL.• Snaidero D., Cavaliere B., Il lavoroper turni dell’infermiere. Come gesti-re i problemi organizzativi; CarocciFaber, 2003 Roma.• Venuta M., Barzaghi L., CavalieriC., Gamberoni T., Guaraldi G P., Ef-fetti dei turni lavorativi sulla qualitàdel sonno e sulla salute psicologicain un campione di infermieri . G-Ital-Med-Lav-Ergon 1999; 21(3):221-5.• Wilson J.L.. The impact of shift pat-terns on healthcare. Journal of nur-sing management 2002; 10,211-219.• Yamasaki F., Schwartz J.E., GerberL., Pikering W.K., Impact of shiftwork and race/ethnicity on the diur-nal rhythm of blood pressare andcatecholamines. MEDLINE 1988;32(3) : 417-23.

Note Dott.ssa Tatiana Bolgeo Laurea Ma-gistrale in scienze infermieristicheed ostetrica CPSI Azienda SanitariaOspedaliera SS Antonio e Biagio,Alessandria.Dott.ssa Cristina Rossi Laurea magi-strale in scienze infermieristiche edostetriche CPSE Azienda OspedalieraUniversitaria San Martino, Genova.Dott.ssa Mara Tesio Laurea Magi-strale in scienze infermieristiche edostetriche CPSE, Azienda SanitariaLocale Torino 2.

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Il triage, quale primo momento di accoglienza delle persone chegiungono in Pronto Soccorso è una funzione Infermieristica voltaalla definizione delle priorità assistenziali attraverso la valutazio-ne dei sintomi denunciati e dei segni vitali rilevati in modo tale dagarantire la presa in carico degli utenti e definire l’ordine di ac-cesso alla visita medica, sulla base di protocolli approvati dal di-rettore del DEA. La funzione di triage non riduce i tempi di attesadi tutti gli utenti, ma li ridistribuisce a favore di chi ha necessità diinterventi più urgenti.Tale valutazione viene svolta da personale infermieristico ade-guatamente formato, che opera secondo protocolli prestabiliti dalDirigente di Servizio. (delibera della Giunta Regionale del 23 mar-zo 2005)Gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere con il triage sono:1. assicurare immediata assistenza al malato che giunge inemergenza;2. indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice dipriorità;3. identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;4. smistare i pazienti non urgenti;5. ridurre lo stato d’ansia;6. migliorare la qualità delle prestazioni professionali del perso-nale in Pronto Soccorso;7. valutare periodicamente le condizioni del paziente in attesa;8. fornire informazioni sanitarie ai pazienti ed ai loro familiari

Il tempo dedicato ad ogni paziente non dovrebbe superare i 5minuti: considerato l’alto impegno emotivo è consigliabile cheogni operatore svolga tale attività non più di 4-5 ore consecutive.

La prima valutazione in assoluto dell’inf. di triage è la VALUTA-ZIONE ALLA PORTA.Essa richiede intuito ed esperienza. L’inf. già osservando la mo-dalità di accesso, la facies e l’andatura del piccolo p.te può conun A B C D rapido (valutazione della coscienza, della pervietàdelle vie aeree,dei caratteri del circolo e del respiro, dell’esameneurologico) identificare una situazione di pericolo.

A B C D

A. vie aeree: Ostruzione totale o parziale, rumori respiratori ano-mali (stridori, sibili ecc), scialorrea, tosse ad accessi o abbaiante,impossibilità a parlare B. respiro: tachipnea, bradipnea, periodi di apnea, alitamentodelle pinne nasali, utilizzo muscoli respiratori accessoriC. circolo: colorito (cianosi, pallore intenso, ittero) e segni cutaneialterati (cute fredda,marezzata, sanguinamento incontrollabile)D. deficit neurologici o alterazioni dello stato di coscienza: con-vulsioni in atto, diminuita capacità di interagire con l’ambiente, ir-ritabilità insolita, diminuita risposta agli stimoli

Lo stato di coscienza è valutabile con il metodo A.V.P.U.

- Alert = Paziente cosciente- Verbal = risponde allo stimolo verbale- Pain = risponde solo allo stimolo doloroso- Unresponsive = non risponde a nessuno stimolo

La seconda valutazione del triage è quella SOGGETTIVA che vie-ne effettuata con lo strumento dell’intervista; l’inf. di triage interro-ga il b.no o, se questi troppo piccolo, l’accompagnatore per de-terminare:- il sintomo principale- circostanze, natura, gravità, insorgenza e la progressione deisintomi - caratteristiche del dolore- Storia medica passata - Eventuali terapie in atto.

La terza valutazione del triage è quella OGGETTIVA che si com-pone dell’esame fisico e della documentazione e consiste in datiosservati (come appare il b.no), dati misurati (es. parametri vitali)e dati ricercati (es. fisico mirato).L’esame fisico comincia sempre con una valutazione di A B C Dpiù completa di quella “alla porta”, segue un esame distrettualein riferimento al sintomo principale ed alla storia dell’evento, ter-mina con il rilievo dei parametri vitali, frequenza card., freq. resp.,temp. corporea, press. art., saturazione O2.L’infermiera deve pertanto rilevare:- l’aspetto sofferente del bambino- il modo di camminare ed interagire- deve considerare il mancato riposo notturno- il rifiuto del cibo Già a questo punto l’infermiera di triage può, seguendo i proto-colli previsti, intervenire ad esempio per correggere una tempe-ratura troppo elevata o alleviare il dolore (es. otalgia) con un anti-dolorifico per permettere al b.no di tollerare meglio l’attesa allavisita medica.Prima di passare alla DECISIONE DEL CODICE COLORE ricordia-mo brevemente tali codici:

Codice rosso: pericolo di vita; viene assegnato ai pazienti piùgravi con compromissione di almeno una funzione vitale e/o al-terazione di uno o più parametri vitali. Assistenza immediata.Codice giallo: potenziale pericolo di vita; viene assegnato ai pa-zienti con funzioni vitali non gravemente compromesse ma su-scettibili di peggioramento o con indicatori di sofferenza forte-mente attivati. Attesa inferiore ai 20 min.Codice verde: viene assegnato ai pazienti con funzioni vitali sta-bili, ma con sintomatologia rilevante ad insorgenza acuta, chenecessita di inquadramento. Attesa inferiore ai 90 min.

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TRIAGE PEDIATRICO

VALUTAZIONE INFERMIERISTICADEL PAZIENTE (TRIAGE)

A cura di:Laura Fisichella

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Codice bianco: viene assegnato ai pazienti con funzioni e para-metri vitali normali, con sintomatologia non rilevante ad insor-genza non acuta, che potrebbe essere valutata in percorsi alter-nativi. I pazienti vengono comunque assistiti, ma solo dopo che ilpersonale ha risolto i casi più urgenti.

L’ultimo stadio è la DECISIONE DEL CODICE COLORE.Ogni Pronto Soccorso deve disporre di protocolli di triage, ela-borati da un gruppo interdisciplinare (medici ed infermieri esper-ti), approvati dal responsabile medico ed infermieristico del servi-zio e del dipartimento ed adeguatamente diffusi e condivisi datutte le professionalità coinvolte. Il sistema di protocolli deve esse-re articolato per sintomi principali e deve prevedere criteri di valu-tazione per le situazioni sintomatologiche che con maggior fre-quenza si presentano in Pronto Soccorso. Ogni struttura dovrà garantire una periodica revisione dei proto-colli di triage prevedendo intervalli temporali non superiori ai 3anni.

Una volta assegnato il codice colore l’infermiera addetta al triagecontrolla con attenzione i pazienti in attesa, ripete il rilievo dei pa-rametri e rivaluta e se necessario modifica il colore assegnato.• Codice rosso: nessuna rivalutazione in quanto l’assistenza èimmediata• Codice giallo: rivalutazione ogni 10 min• Codice verde: rivalutazione ogni 60 min.• Codice bianco: rivalutazione su richiesta del paziente o a 120minuti

URGENZE IN PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO

VOMITI E DOLORE ADDOMINALE: E’ la principale causa di in-gressi in Pronto Soccorso in età pediatrica anche perché i genitorisono spesso spaventati dalla possibilità di ADDOME ACUTO.Tra i b.ni che giungono in pronto soccorso con dolori addominalisolo una minima parte risulta affetta da appendicite acuta men-tre una buona parte viene dimessa con la diagnosi di colica ad-dominale.Conoscere l’età del p.te è di fondamentale importanza in quantoalcune patologie si presentano generalmente in base all’età. Adesempio l’invaginazione intestinale si presenta al di sotto dell’an-no di età mentre l’appendicite acuta in genere dopo i due anni.Una facies sofferente, uno stato di agitazione, una posizione acanna di fucile ci informano della possibile gravità della situazio-ne.Alcuni elementi, inoltre, possono essere considerati discriminanti;ad esempio un vomito biliare può suggerire la diagnosi di ostru-zione intestinale; una diarrea associata a febbre ad un enterite;una difesa addominale con vomito in assenza di diarrea ci puòfar presupporre ad un addome acuto. Naturalmente l’inf. non de-ve formulare diagnosi ma essere a conoscenza di queste discri-minanti può aiutarci per l’attribuzione del codice colore.Altro aspetto importante da considerare in caso di vomito è la DI-SIDRATAZIONE:1. I b.ni con disidratazione LIEVE presentano solitamente mucosesecche e diminuzione della diuresi2. Nei b.ni con disidr. MODERATA si notano infossamento dei bul-bi oculari,diminuzione del turgore cutaneo, perpnea, ipotensioneortostatica e tachicardia

3. La disidratazione GRAVE è accompagnata inoltre da diminu-zione dello stato di vigilanza, apatia e diuresi estremamente ri-dotta.Nei b.ni più grandi vanno valutati i segni ortostatici:Quando il p.te si mette a sedere o in piedi da supino, sono daconsiderarsi significativi un calo di pressione sanguigna di 15-20mmHg e un aumento del polso pari a 20 battiti/min. Queste alte-razioni si possono osservare anche in p.ti senza ipovolemia.I b.ni possono di solito compensare le perdite di liquidi mediantela capacità dei loro vasi periferici di restringersi, ridistribuendo co-sì il flusso ematico a livello centrale. Una volta compensato loshock, le funzioni degli organi vitali vengono così mantenute, conriduzione della pressione centrale, del volume di eiezio-ne,dell’escrezione urinaria, e aumento della frequenza cardiacae delle resistenze vascolari sistemiche. Può risultare compromes-sa la perfusione a livello periferico (cute e muscolatura) e dell’ap-parato renale ed intestinale.Una riduzione della perfusione cutanea può indurre una diminu-zione della temperatura cutanea, un prolungamento del tempodi riempimento capillare (> 2 secondi) e un aspetto pallido, ciano-tico o a chiazze. La scarsa perfusione a livello del S.N.C. porta alungo andare a compromissione dell’attività mentale e scarsareattività.Nel b.no l’idratazione viene valutata sia a livello clinico che crono-logico. Il numero dei pannolini usati ed il loro grado di imbibizio-ne, il numero di scariche e vomiti, nell’arco delle 6-8 ore prece-denti, forniscono un’eccellente misura di idratazione. Ai b.ni piùgrandi si può chiedere con quale frequenza vanno al bagno equanti liquidi essi assumano.Nell’ambito degli INTERVENTI delegati all’infermiera di triage è difondamentale importanza l’esecuzione di uno stick urinario e gli-cemico, esami che possono escludere una patologia nefro-urolo-gica ed una chetoacidosi diabetica, cause non rare di dolore ad-dominale acuto.

SITUAZIONI A RISCHIO:CODICE ROSSO• parametri vitali critici• stato saporoso e difficoltà a rispondere agli stimoli• severo di stress respiratorio• grave disidratazioneCODICE GIALLO• sintomi di discreta disidratazione• mancato riposo notturno e crisi di pianto prolungate• severo dolore addominale• addome molto disteso o rigido• ematuria• porpora (petecchie ed ecchimosi distribuite sulla cute e sangui-namento mucoso – epistassi, gengivorragia, enterorragia, ema-turia)• vomito ematico, biliare o a fondi di caffè• ittero grave • pallore evidente• anamnesi di importante trauma addominale

DISPNEA: E’ causata prevalentemente da affezioni delle vie aereeche determinano turbe della ventilazione e/o della perfusione. Sele infezioni riguardano le vie aeree inferiori (bronchiolite, polmoni-te, asma) si ha una dispnea espiratoria; se riguardano le vie ae-

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ree superiori si ha una dispnea inspiratoria con stridore e tosseabbaiante (laringiti). La difficoltà respiratoria si può inoltre averead esempio per ostruzioni meccaniche (inalazione corpo estra-neo); per aumento fabbisogno di ossigeno (attività fisica, febbre);per acidosi metabolica (diabete mellito, ingestione di farmaci).La difficoltà respiratoria è riconoscibile nel b.no in quanto si mani-festa con RIENTRAMENTI che sono dapprima giugulari, poi inter-costali ed infine addominali. Nel b.no piccolo si ha inoltre piantolamentoso, alitamento delle pinne nasali, sonnolenza e progres-siva comparsa di pallore e cianosi dapprima periorale poi alleestremità degli arti ed infine a tutto il corpo.In caso di SO2 < 94 somministrare immediatamente O2!

SITUAZIONI A RISCHIO:CODICE ROSSO• cianosi FR neonato: 30/40 min• FR < 15/min o > 60/min lattante: 25/30

1 anno: 25• SaO2 < 90 6 anni : 20• Apnea 12 anni : 18• Importante compromissione della coscienza• Compromissione di altra funzione vitale es. tachicardia

CODICE GIALLO• Stridore a riposo gemito• Lieve alitamento delle pinne nasali• SaO2 < 94• FR > 40• Compromissione dello stato generale del b.no

TRAUMA CRANICO: I fattori anamnestici maggiormente predittiviper lesione intracranica sono la perdita di coscienza, l’alterazionedella coscienza ed i segni neurologici focali.L’approccio ad un bambino con trauma cranico con evidenti se-gni di lesione endocranica sta nella valutazione e stabilizzazionedelle funzioni vitali, immobilizzazione del rachide cervicale, assi-curare un accesso venoso ed il più rapidamente possibile ese-guire una TAC.Il trauma cranico MINORE ha un’obbiettività neurologica negativa,non segni di frattura e un normale stato di coscienza. In questocaso è sufficiente l’osservazione clinica in ospedale o al propriodomicilio in caso di genitori affidabili.Se le condizioni del b.no e la dinamica del trauma lo consentonosi invia al domicilio con un prospetto di “informazione ai genitori”: È opportuno che i genitori seguano molto attentamente il b.noper alcuni giorni e che lo riconducano presso il P.S. se si verificas-sero una o più delle seguenti circostanze:• Qualunque variazione o peggioramento del b.no (irrequietezzae/o sonnolenza eccessive, difficoltà nel camminare ecc.)• Disturbi oculari (strabismo, pupille diseguali)• Crisi convulsive• Vomito ripetuto specie se insorge dopo le 24 ore successive altrauma• Cefalea persistente o pianto inconsolabilePer fortuna la maggior parte di traumi cranici dei bambini sonorappresentati dai traumi cranici minori, senza conseguenze per ilb.no. Il trauma cranico è un evento frequente nei b.ni piccoli perla loro irrequietezza ed a volte per distrazione dei genitori (cadutadal fasciatoio, dal letto, dal divano o ancora dal passeggino ).

SITUAZIONI A RISCHIO:CODICE ROSSO• Alterazioni funzioni vitali• Perdita di coscienza > 15-20 sec. (perdite di c. < sarebbero daimputarsi a sincope reattiva al trauma e non espressione di sof-ferenza cerebrale)• Amnesia post-traumatica cefalea ingravescente• Segni di frattura della base o della volta – emotimpa-no,ecchimosi retroauricolare, depressione della volta cranica pal-pabile)• Convulsioni in atto• Vomito incoercibile

CODICE GIALLO• Dinamica importante in assenza di sintomatologia• Sincope reattiva al trauma• B.no asintomatico ma < 2 anni

DIFFICOLTA’ TRIAGE PEDIATRICO

1. ANSIA DEI GENITORIBisogna prendere in considerazione l’ansia e l’agitazione di chiaccompagna il b.no in P.S.Quasi tutti abbiamo figli e sappiamo bene la preoccupazioneche si ha verso il proprio figlio facendoci dimenticare, a volte, laconcezione di urgenza.E’ logico che per noi nostro figlio è più importante degli altri e,anche se non gravissimo, vorremmo che fosse visitato con ce-lerità.Il concetto di gravità e d’urgenza del genitore è basato solo sulpiano EMOZIONALE. Esso dipende da una serie di variabili cul-turali, emotive, esistenziali che hanno poco a che fare con glialgoritmi decisionali delle urgenze pediatriche.Ecco che vengono spiegate alcune “lamentele” che vi possonoessere in P.S. e che possono essere evitate o diminuite ese-guendo un lavoro di educazione sanitaria verso i genitori spen-dendo due parole in più per spiegazioni e per tranquillizzarli.

2. DIFFICOLTA’ A DESCRIVERE I SINTOMIAltro problema è la difficoltà ad intuire subito tutti i sintomi inquanto spesso il b.no è troppo piccolo per parlare e manifestaagitazione e crisi di pianto.Il b.no è un mondo a sé, non può e non deve essere considera-to un piccolo adulto, va conosciuto, studiato. Le patologie, i se-gni ed i sintomi devono essere analizzati e valutati in manieradiversa.La mancanza di comunicazione e di risposta da parte del pic-colo, nei confronti della sintomatologia, fa si che questa debbaessere immediatamente colta, interpretata e valutata dal per-sonale che opera assistenza.Le doti di “ colpo d’occhio” personali e l’intuito che ogni opera-tore professionale ha come proprio bagaglio culturale, non siimparano con le tecniche formative tradizionali, ma vanno vis-sute ed interiorizzate spesso sul campo, con formatori che san-no insegnarti a coglier ogni più piccola sfumatura sul compor-tamento del b.no.

3. SCARSA O ASSENTE COLLABORAZIONEScarsa collaborazione a volte anche per manovre elementari ed

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innocue quali ad esempio la misurazionedei parametri vitali.Il b.no piange, scalciae se non si ha un minimo di esperienza ri-sulta difficoltosa o errata (come potrà es-sere la FC o la SaO2 di un bambino chepiange disperato?)

BIBLIOGRAFIA :• Convegno nazionale “Il Pronto Soccorsopediatrico e l’emergenza”Numana (AN)- 2000/2004• “Competenze specialistiche di triage diPronto Soccorso”Alessandria, 26/29 settembre 2005

• Linee guida del Ministero della Saluteper Sistemi di Emergenza – Urgenza: pia-no 2007/2008• Decreto Giunta Regione Piemonte 23marzo 2005• Manuale di Nursing Pediatrico –ba-don/Cesaro –Casa Editrice Ambrosiana

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“L’angolo delle emozioni”Un ricordo dal passato: ero da poco di-plomata infermiera, ero al mio primo ve-ro lavoro...non avevo ancora imparato aprendere il giusto distacco dalla soffe-renza, non avevo ancora appreso comecurare senza soffrire.La persona che mi ha risvegliato questoricordo era giovane, era arrivata nellanostra corsia per caso, si trovava nellanostra cittadina per visitare alcuni pa-renti e si sentì male.....ricovero in ospe-dale...via via la situazione apparivasempre più complicata.Sono passati quasi trenta anni e nonfaccio più l'infermiera ma Lei la ricordomolto bene e ancora oggi rammento ilmio smarrimento e l'ansia che mi pren-deva ogni volta che le stavo vicino.

ANGOSCIA

L'ultima stanza della corsial'ultima stanza in fondo a destrala stanza dei casi complicatila stanza dei casi terribilila stanza degli infetti la stanza dei morentiea voltela stanza dei privilegiati.In quella stanzadove c'è sempre qualcuno che ci creaqualche problemache ci induce a laceranti conflittic'è leilei e la sua disperazionelei e la sua rabbia.Ha occhi bellissimigrandi......neri.....luminosi....occhi da donna mediterranea che con-serva nei trattila discendenza araba....peròricordoocchi tormentatisi

occhi belli grandi luminosied intensamente tormentati.Nessuno ha il coraggio di parlarlenessuno ha il coraggiodi stringerla al pettoè arrivata da pocolei vede il nostro andare e venirelei sente la nostra distrazione consape-volelei intuiscelei capisceci scruta e cerca di metterci in contraddi-zione.Lei cerca la nostra crisisenza dirlo chiaramente.Lei ci sfida.Sono giovanelavoro da pocoed ho ancora molto da imparare...lei mi angosciami stritola il cuore.....i suoi occhi spalancati, torturati, tormen-tati, disperati.E' la prima volta, per me, è così giovaneha solo qualche anno più di meavrebbe una lunga vitachissà cosa gli riserverebbe la vitama ora è quiil suo cancro le sta mangiando le ossail suo cancro le sta mangiando ogni or-ganometastasi ovunque.Nessuno ha il coraggio di dirglielo.C'è fuga dalla sua camera,lei è giovanechissà cosa avrebbe voluto dalla vita......come tutti una esistenzaserena, bella, allegra e a volte .....qual-che scampolo di tristezza...CHISSA'.....Lei non invecchierà.Qualche giovane allievaancora più giovane di memi dice che non vuole vederlaio trattengo le lacrime

ogni volta che entro nella sua cameraogni volta che devo medicarlache devo farle un prelievo.Sono giovanemi fa soffrire la sua disperazionemi fa soffrire il suo travaglio.Sono arrabbiata.L'altro giorno mi hanno detto che volevabuttarsi dalla finestra“sono il diavolo....”mi dice“....e voi avete paura del diavolo...”Mutaascolto le sue frasi sconnessemutaascolto il suo pianto.Ma non riesco a tenderle la manofermaascoltoferma non interrompoferma non faccio un passo verso di lei.Il giovane psichiatrarompe il nostro distaccolui ha il coraggio di parlarle.Lui si ferma spesso con leie torna ogni giornoCon lui lei comincia a dialogare.Devo alzare un muro, devo difendermida questo dolore.Starò via per un po' di giornila vado a salutareeriesco ad abbracciarla frenando le lacri-me.L'imminente distacco me la fa sentire vi-cina.SI, lei è come me. Giovane con un futurodavantiNO, lei non è come me.....il futuro si per-de in pochi giorni ancora di vita.Tornonon c'è piùNON VOGLIO SAPERE.

Concetta Malvasi

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Non esiste il “progetto perfetto” ma unapianificazione coerente con l’organizza-zione nella quale siamo inseriti, con glispecifici bisogni del singolo cittadino, conle competenze e le risorse di cui dispo-niamo.Una delle criticità principali presente nel-la realtà in cui lavoro è sicuramente l’in-serimento del nuovo personale infermie-ristico. Non esistendo un “protocollo” diinserimento, questo è abbandonato a séstesso, in balia dell’iniziativa delle singolepersone. Anche con questa metodologia si riescea far assorbire il nuovo arrivato nell’orga-nizzazione, ma non permette l’otteni-mento del massimo beneficio per en-trambe le parti; spesso l’effetto che pro-duce è il mantenimento degli equilibripreesistenti.Laddove si vuole che le risorse umanesiano valorizzate sin dall’inizio e che ilnuovo personale rappresenti un’occasio-ne di crescita globale per l’azienda, è ne-cessario presidiare attentamente il pro-cesso dell’ingresso nelle sue varie tappe.Una gestione accurata della risorsaumana comprende un inserimento benpianificato,guidato e valutato.L’inserimento del personale neoassuntoviene visto come un momento integranteed essenziale nel Sistema di Qualità.

OBIETTIVO:

Un buon ed efficiente “inserimento”:- pone l’operatore nuovo assunto nellemigliori condizioni per l’assolvimento del-le funzioni affidategli- migliora, anche all’inizio, la qualità dellavoro effettuato- diminuisce la possibilità di errori o diinfortuni- razionalizza meglio il tempo- evita che l’operatore riceva da varie fon-ti informazioni inesatte, incomplete o di-storte- permette di valutare agevolmente findal primo periodo le capacità del neoas-sunto ed eventualmente di supportarlo,in caso di necessità, per gli obiettivi piùcomplessi. Nel caso di prova negativa si

è in possesso di tutti gli elementi neces-sari per interrompere il rapporto di lavo-ro.- Permette al neoassunto di acquisire lapiena consapevolezza della propria pro-fessionalità e del contributo che essa puòdare all’organizzazione dell’unità operati-va.- Fornisce ai colleghi l’occasione per unripensamento collettivo delle proprie mo-dalità operative, che devono essere po-ste nella veste migliore per essere tra-smesse e per non deludere le aspettativedel neoassunto. Se l’inserimento è accu-ratamente presidiato, il nuovo operatorediventa una risorsa in quanto consente aicomponenti dell’unità di confrontarsi congli ultimi sviluppi teorici o con diverse mo-dalità operative; al tempo stesso può for-nire l’occasione di ripensare al significatodelle attività svolte abitualmente nell’u-nità, indicando anche delle soluzioni fino-ra impensate a problemi difficili.- Quando l’infermiere neoassunto inizia alavorare, possiede il più delle volte delleconoscenze prevalentemente teoriche,ha una sua sensibilità e delle aspettative.Spesso si nota, all’inizio della nuovaesperienza, cose che sfuggono agli infer-mieri più esperti dell’unità, ormai cristal-lizzati in operazioni diventate di routine:per l’organizzazione è fondamentale faretesoro delle sue osservazioni. Se il nuovoinfermiere ha dei rilievi da fare che ilcoordinatore e l’infermiere tutor ritengonomotivate, è importante che tali rilievi ven-gano fatti conoscere al gruppo di lavoro,modificando eventualmente le procedu-re. In tal modo il neoassunto acquisiscesicurezza, si sente accolto e non si perce-pisce come “l’ultima ruota del carro”. Inaltri termini, il neoassunto deve subire unprocesso di socializzazione per entrare afar parte dell’organizzazione, ma a suavolta contribuisce a “personalizzarla”.

RISORSE personali :

• coordinatore e tutorIl coordinatore per l’attuazione del pro-gramma di inserimento sarà coadiuvatoda un tutor, operatore con comprovate

capacità, esperto e disponibile a ricoprirequesto ruolo.Durante il periodo d’inserimento gli ope-ratori coinvolti, il coordinatore, tutor eneoassunto dovranno fare un excursussulle nozioni/informazioni riprendendo ipunti poco chiari.Eventuali lacune verranno integrate conulteriore periodo di osservazione.Gli operatori coinvolti dovranno stendereuna relazione scritta, da essi condivisa,riportante eventuali problematiche incon-trate durante il periodo di inserimento edeventuali suggerimenti per il migliora-mento di detto progetto.La valutazione del periodo di prova ha loscopo di verificare come il nuovo assuntosi inserisce, quali sono le sue idoneitàprofessionali, quali i suoi punti forti e de-boli, quali problemi si pongono nel suoinserimento nel nuovo ambiente.Valutare il nuovo assunto vuol dire fargliconoscere con frequenza che cosa ci siaspetta da lui; stabilire insieme obiettiviraggiungibili; controllare insieme il rag-giungimento e gli eventuali ostacoli chel’hanno impedito e, se possibile, rimuo-verli.Compiti del coordinatore e del tutor sono:- Fornire al nuovo assunto le informazioniutili per conoscere meglio l’ambiente el’unità operativa dove è stato assegnato;- gli obiettivi da raggiungere nel periododi prova- le persone con cui dovrà collaborare- i regolamenti e le procedure- i suoi diritti e doveri- informazioni sui servizi, sulla sicurezza,sui benefici aziendali, sui regolamenti in-terni

RISORSE materiali:

• scheda informativa• job description• materiale informativo• schede di valutazione • procedure e protocolliIl successo di un programma di orienta-mento del personale è legato ad unachiara precisazione sulle responsabilitàper la sua impostazione ed attuazione.

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Progetto di miglioramento per l’inserimentodi un nuovo operatore in una unità operativa

A cura di:Laura Fisichella

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La mia tesi affronta il tema dei diritti dei gay.Parte da una premessa terminologica per af-frontare poi i seguenti argomenti:LA BIOLOGIA DELL’«OMOSESSUALITA’»STORIA DELL’«OMOSESSUALITA’»LE DIVERSE CONCEZIONI DELL’«OMOSES-SUALITA’»ORIENTAMENTO SESSUALE ED IDENTITA’CRISTIANESIMO ED «OMOSESSUALITÀ’»UN PENSIERO LAICO SULL’«OMOSESSUALITA’»Ho iniziato questo lavoro con una premessaterminologica di “omosessualità” spiegandoda quando questo termine è stato creato si-no alla definizione di “gay” introdotto dal mo-vimento di liberazione “omosessuale” negli

USA a fine anni ‘60 che rifiutando i terminiusati sino ad allora, decise appunto di auto-definirsi “gay”.Nei capitoli successivi ho cercato di analizza-re in maniera sintetica cosa avviene nelmondo animale (Biologia della “omosessua-lità”), cosa è avvenuto nella storia e quali so-no state nel tempo le diverse interpretazionidel concetto di “omosessualità” da parte de-gli studiosi del settore e della società nel suocomplesso.Ho in seguito riflettuto su cosa la chiesa pro-pone (e ha proposto negli anni) e su un pen-siero laico attuale che argomenti la nonesclusione dei gay da una serie di diritti che

vanno dal riconoscimento delle coppie di fat-to (o matrimonio civile) alla possibilità di poteraccedere all’adozione ed alla procreazioneassistita per le coppie lesbiche o alla mater-nità surrogata per gli uomini gay.Approfondendo l’argomento nella sua tota-lità, ho verificato ancora una volta quello chepenso e che cioè le persone non possono enon devono essere discriminate in generaleperchè fanno parte di una minoranza ed inquesto contesto in base al loro orientamentosessuale.Le differenze di genere e l’evoluzione dellapercezione non sono più così rigide come inpassato e si deve prendere atto che l’orienta-

PROCEDURA: AZIONI

1) incontro informativo/formativo del neoassuntoFornire le informazioni utili per conoscerrmeglio l’ambiente, l’Unità Operativa doveè stato assegnato, gli obiettivi da rag-giungere nel periodo di prova, le personecon cui dovrà collaborare, i regolamenti ele procedure, i suoi diritti e doveri.2) job description delle attività che dovràessere in grado di svolgere al termine delperiodo di prova con firma del neoassun-to e del tutor al raggiungimento dellestesse3) lettura ed attuazione di protocolli eprocedure dell’U.O.4) discussione su scheda di valutazionefirmata dal neoassunto, coordinatore etutor in cui saranno specificate:• osservazioni su periodo di affianca-mento• obiettivi non raggiunti o raggiunti par-zialmente (elenco motivazioni)• difficoltà riscontrate dal nuovo assunto• difficoltà riscontrate dal tutor• osservazioni del coordinatore• suggerimenti riguardo al progetto di in-serimento• valutazione globale

COMPLICANZE

- In caso di parere negativo nei primi 3mesi il nuovo assunto può essere inserito

in altra U.O. dove potrebbe essere “piùportato”- Nel caso di parere assolutamente ne-gativo (dopo i 6 mesi) si è in possesso ditutti gli elementi necessari per interrom-pere il rapporto di lavoro

ECCEZIONI

Impossibilità di applicare il protocollo diinserimento ad esempio per gravi caren-ze di personale

Successivamente all’inserimento moltoimportante è la futura “formazione” delnuovo operatore.La formazione è una leva strategicaespressione di un modello aziendale chepone al centro il cittadino con i suoi biso-gni e le sue aspettative.E’ un modello aziendale che riconosce lacentralità dei professionisti per i quali laformazione è un’opportunità di continuosviluppo, orientato ad una costante ricer-ca per il miglioramento e l’innovazionesia in campo tecnico/scientifico, che ge-stionale, che culturale.Le opportunità formative utili a soddisfarei bisogni di formazioni si riconduconoprincipalmente a:• formazione organizzata all’interno del-l’Azienda: corsi interni, incontri di studioecc.• formazione fruita all’esterno dell’Azien-da di interesse dell’U.O.

Oltre alla formazione già programmata alivello aziendale ogni operatore, comeprevedono i contratti di lavoro, può farerichiesta di partecipare, utilizzando unaquota del proprio debito orario, a iniziati-ve di formazione esterne all’Azienda, dalui individuate come utili per lo sviluppodella propria professionalità: master,perfezionamenti ecc.Le “competenze professionali” che glioperatori devono raggiungere nel perio-do della loro vita lavorativa si devono ca-ratterizzare in comportamenti professio-nali supportati da formazione certificata,così come specificatamente previsto dal-la norma in vigore.Lo sviluppo degli ambiti di autonomia eresponsabilità delineate nelle job de-scription sono possibili solo se si attive-ranno corsi di formazione ad hoc.Allo stesso tempo deve essere attivato unsistema di valutazione permanente che,oltre a verificare le competenze profes-sionali attese, verifichi le competenze ef-fettivamente possedute dal singolo pro-fessionista.Bibliografia: - sito ufficiale “Azienda osp. di Bolo-gna.Policlinico S.Orsola-Malpighi- “La dir igenza infermierist ica” diC..Calamandrei ed. Mc. Graw-Hill- Corso di Formazione Coordinator “Stru-menti e Metodologie del Nursing Moder-no. Definizione di standard misurabili dalcittadino IPASVI Alessandria

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Malvasi Concettamaster di secondo livelloin “Etica pratica e bioetica”Facoltà di Filosofia“La Sapienza” di Roma

Sintesi della tesi di master:

“OMOSESSUALITÀ E DIRITTI”

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mento sessuale assume e può assumere va-rie direzioni. Bisogna riconoscere nuovi modidi intendere sia la sessualità che la famigliae chi si muove in una prospettiva laica devepromuovere le nuove libertà, proponendo re-gole che permettano la coesistenza di perso-ne che seguono orientamenti diversi.La famiglia è il luogo degli affetti che si mani-festano in modi diversi da quelli tradizionaliper cui ci possono essere diverse forme giu-ridiche di unione tra persone di sesso diversoo dello stesso sesso.Inoltre, come dice Simone Pollo (1)“[...] la stessa pretesa di individuare un’unicaforma di famiglia come naturale appare vel-leitaria. Storicamente gli esseri umani hannosperimentato diverse forme di relazioni fami-liari e di condotta sessuale e selezionare unadi queste ed attribuire ad essa il carattere dinaturale non sembra legittimo [...]” (2)Una società pluralista e laica deve garantiregli interessi di tutti, una società liberale devegarantire l’accesso ai diritti di tutti coloro chene fanno parte. Io penso che questa sia lavera tolleranza, accettare il diverso da noi ri-conoscendo anche la nostra diversità nelrapporto con gli altri e includere nelle nostreragioni anche le ragioni dell’altro,“[...] la sofferenza di un altro essere è similealla mia ed essa è importante per lui quantola mia lo è per me, allora la mia ragione mirivela qualcosa che è innegabilmente ve-ro.[...]” da Peter Singer (3)“scritti su una vitaetica”Per anni i gay sono stati isolati ed hanno vis-suto nella solitudine e nel senso di colpaperchè il loro orientamento sessuale non erariconosciuto come tale e come fatto da ac-cettare, per anni hanno avuto paura anchedi confessare a loro stessi il fatto di compren-dere che la loro scelta sessuale non era“conforme” alle scelte sessuali della maggiorparte della popolazione.Ora ci sono posti nel mondo, soprattutto nel-le grandi città, dove i gay hanno creato delleproprie comunità, dove si esprimono, esconoallo scoperto, si identificano come tali senzanessun tipo di paura perchè la liberazionegay ha trasformato un problema personalevissuto con colpa in un movimento sociale,politico e culturale.Così come ci sono posti nel mondo dove an-cora oggi gli “omosessuali” subiscono con-danne severissime, anche se non ho eviden-ziato ciò che succede nel mondo islamico mipreme chiarire che degli 83 paesi al mondoin cui, secondo Amnesty International,l’“omosessualità” è considerata un reato pe-nale, 26 sono musulmani e i sette che puni-

scono l’“omosessualità” con la condanna amorte -Bangladesh e Libia sono consideratimoderati perché puniscono i gay “solo” con –rispettivamente – sette e cinque anni di car-cere- lo fanno tutti in nome della Shari’a, cioèl’interpretazione ortodossa della giurispru-denza islamica, anche se i teologi discutonoancora se l’“omosessualità” sia esplicitamen-te condannata nel Corano.Un dossier sui “crimini dell’odio” curato sem-pre da Amnesty International, qualche annofa, fa qualche esempio: “Secondo alcune in-terpretazioni della legge islamica, la penaper una relazione sessuale al di fuori del ma-trimonio, compresi i rapporti omosessuali,può comportare fino a 100 frustate per unapersona non sposata e la morte per una per-sona sposata. In Afghanistan almeno sei uo-mini sono stati giustiziati, in due diverse oc-casioni, nel 1998 e nel 1999, dopo essere sta-ti riconosciuti colpevoli di sodomia dalla cortetalebana. Anche in Cecenia il codice crimina-le basato sulla Shari’a prevede la pena dimorte per gli atti omosessuali”. Condanna severissima, ma tolleranza bene-vola per l’“omosessualità” discreta favoritadalla segregazione sessuale: in una confe-renza pan-araba sulla sessualità tenutasi aOxford nel 2000, un ricercatore venuto dalGolfo arabo diceva: «In prigione il sesso“omosessuale” è la norma. E l’Arabia sauditaè solo una grande prigione».D’altronde la pratica “omosessuale” era ed ètanto diffusa nell’Islam che per decenni e de-cenni gli omosessuali di tutto il mondo si so-no recati per safari sessuali a Marrakesh, co-me André Gide si recava in Algeria, senzache fosse lanciata nessuna caccia alle stre-ghe. E in oriente, nella cultura Buddhista co-me viene considerata l’“omosessualità”? IlBuddhismo, tollerante per natura, nei 2500anni della sua lunga storia, non ha maiespresso anatemi di condanna verso i lorocostumi. Nei paesi di lunga tradizionebuddhista non esistono leggi specifiche con-tro l’“i gay” mentre in Sry Lanka ed in Myan-mar invece è stata introdotta una legge, du-rante il periodo coloniale inglese portata daimissionari cristiani, contro la pratica della“omosessualità”. In Cina dove sino al 1784l’“omosessualità” era tollerata, cominciaronole persecuzioni dopo l’arrivo della cultura oc-cidentale.Il Dalai Lama, massima autorità del Buddi-smo Tibetano ha preso posizione contro ipregiudizi verso gli “omosessuali”, ma con-temporaneamente ha adottato una visionedelle religione contraria al sesso senza fina-lità procreativa:

- “L’“omosessualità”, sia che sia tra uomini otra donne, non è sconveniente di per sé.Quello che è sconveniente è l’uso di organigià ritenuti inappropriati per il contatto ses-suale. [...] (Il sesso non vaginale) è “sbagliatoe contrario all’etica buddista”.- È una parte di ciò che noi buddisti chiamia-mo cattiva condotta sessuale. Gli organi ses-suali furono creati per la riproduzione tra l’e-lemento maschile e l’elemento femminile - etutto ciò che devia da questo non è accetta-bile da un punto di vista buddista”. (4)Ma ha anche affermato che comunque, dal“punto di vista della società,” le relazioni“omosessuali” possono essere di “beneficioreciproco, gradevoli e inoffensive”, pur nonchiarendo come una relazione “omosessua-le” possa trascendere appunto dal sesso insé e quindi da quanto detto sopra a riguardodell’”uso sconveniente degli organi”.In generale nel mondo occidentale bisognasottolinearlo, l’atteggiamento della societànei confronti dei gay è cambiato, loro sonotollerati, a volte come fatto di costume, maesiste ancora in molti settori una omofo-bia...latente che è pronta ad esplodere.Il fatto che “ci siano” i gay (e che questo nonè assolutamente un fatto patologico ma na-turale scelta di vita e di orientamento sessua-le) dimostra che chiunque può vivere feliceanche senza famiglia normata e senza statoper formare coppie stabili. Chiunque può vi-vere felice “pur non essendo eterosessuale”e questa è la vera minaccia che mette in di-scussione i ruoli tradizionali dell’uomo, delladonna, della famiglia e della società nel suocomplesso e dimostra ancora una volta chesi può vivere la propria sessualità disgiun-gendola dalla procreazione.A questo punto è importante ricordare ciòche in questo contesto Castañeda, nel suo li-bro “comprendere l’“omosessualità”“, dice in-troducendo un’idea che trovo illuminante: ilprocesso di esplorazione alla cui conclusionel’“omosessuale” si identifica come tale impli-ca anche un “lutto per l’eterosessualità”.“Tutti i bambini crescono con l’idea che ungiorno si sposeranno e formeranno una fa-miglia: è quello che gli ripetono incessante-mente i genitori, la scuola, la cultura e la so-cietà in generale”. Quando si rendono contoche tutto ciò non avverrà, devono in un certosenso “riprogrammarsi” e spostare le loroaspettative, il che può comportare un proces-so lento e doloroso, che avviene per tappe eche - nel migliore dei casi - si conclude inun’accettazione piena dell’“omosessualità”,anche se, osserva Castañeda, ci sarannosempre dei momenti e delle occasioni nella

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vita di ogni gay in cui questo “lutto” tornerà aemergere. L’importante è esserne coscienti, accettare ecomprendere la natura di questo fatto. Solocon la progressiva estensione dei diritti civiliquesto stato di cose potrà cambiare.“[…] iniziative come i PACS faciliteranno mol-to le cose per la popolazione “omosessuale”.La vita quotidiana, la relazione di coppia, ilfuturo saranno molto più semplici e gli omo-sessuali saranno liberati da una grandequantità di paure, di dubbi e di sofferenzeinutili […]” da Marina Castaneda (5) “com-prendere l’“omosessualità”” Leggendo i varitesti che mi sono serviti per affrontare questatesi, mi sono anche chiesta come mai unpaese come il nostro, all’inizio tollerante neiconfronti dei gay, oggi rimane indietro nel ri-conoscimento di una serie di diritti che in altripaesi sono ormai stati concessi.Penso che il ruolo della chiesa cattolica siastato determinante sia, nel non far crescereuna coscienza gay sia, nel bloccare qualsia-si iniziativa che riconosca i diritti delle coppiedi fatto (in questo caso le coppie gay o lesbi-che) perché minerebbe alla base il concettodi famiglia tradizionale paternalistica (inci-dendo anche sulla supremazia del “ma-schio” sulla “donna”) e nello stesso tempo ilconcetto di sacralità della vita: che ci è datada Dio e che non può essere creata in pro-vetta, ecco l‘ottica “del pendio scivoloso”:adesso riconosciamo il diritto dei gay a vivereinsieme, domani gli riconosceremo il diritto difare figli. E come si può riconoscere questodiritto? Ovviamente con le pratiche di pro-creazione assistita o con la maternità surro-gata.Che la chiesa persegua i suoi obiettivi, qualiquelli di non approvare le coppie di fatto, laPMA di tipo eterologo in rispetto del valoreetico della sacralità della vita, della famigliatradizionale o del bene del nascituro può es-sere accettabile, anche se come afferma Si-mone Pollo“[…] l’argomento che fa leva sul bene del na-scituro non appare coerente. L’applicazionedi questo argomento si traduce nel fatto che,per tutelare qualcuno gli si nega l’esistenzastessa […]” (6)e sempre Simone Pollo scrive nel dizionariodi Bioetica alla voce “famiglia”“[…]se dal punto di vista morale ad essere

prioritari sono i diritti mirati e le preferenzedelle persone coinvolte nelle diverse situazio-ni, allora ad essi si fa riferimento per indivi-duare le diverse responsabilità sollevate dal-le nuove forme di PMA piuttosto che all’a-stratta protezione di una forma di famiglia

che si presume naturale[…]” (7)Ma che la chiesa si intrometta nell’autono-mia dello stato laico non può essere accetta-to: in un contesto laico che prenda in consi-derazione il benessere di tutti gli individui edella società nel suo complesso e la respon-sabilità personale, questi diritti devono esse-re riconosciuti dallo stato per affermare inmodo più franco la propria laicità, cioè il suocarattere di ente che non sceglie, e non devescegliere, un’etica e una visione del mondopiuttosto che un’altra, ma solo garantire lamassima libertà possibile ai cittadini, singolio gruppi, di operare e praticare le loro sceltesu queste materie.In uno stato laico, liberale, è l’autodetermi-nazione dei singoli che conta: dare ai cittadi-ni l’opportunità di compiere determinatescelte, scelte individuali e responsabili che ri-guardano i diritti fondamentali degli individuiè un dovere civile.Concludendo: 1 Le unioni di fatto di coppie gay o lesbichesono ormai una realtà e quindi bisogna darloro una collocazione giuridica come ricono-scimento del diritto individuale a vivere lapropria vita affettiva secondo il proprio stile divita o possibilità di potersi sposare civilmenteper chi lo volesse.2 Consentire l’accesso alle tecniche di ripro-duzione assistita alle coppie gay comeestensione del diritto alla libertà procreativain funzione di una scelta responsabile ed au-tonoma

“.....Il rispetto per la libertà altrui ci porta adaffermare che l’etica laica, pur assumendoforme assai variegate, costituisce un orienta-mento diffuso, cui informa i propri comporta-menti un numero ampio e crescente di citta-dini. Essa non rappresenta un corpus mono-litico basato su un sistema di dogmi, bensìuna linea di tendenza che riesce ad indivi-duare un ampio fascio di sensibilità morali(comprese quelle di ispirazione religiosa cherispettino l’autonomia individuale), che pon-gono al centro dell’esistenza alcuni valorichiave, quali il rispetto della libertà indivi-duale e dell’autodeterminazione, l’attenzionealla qualità della vita ed alla diminuzionedella sofferenza” (8)1 Simone Pollo, docente presso Università laSapienza di Roma2 Dizionario di Bioetica, editore Laterza, Bari2007-voce: famiglia di Simone Pollo3 Singer Peter "Scritti per una vita etica" NetEdizioni Il Saggiatore Milano 2004 4 Buddismo e Omosessualità: 2500 anni ditolleranza, articolo comparso sul Mattino diPadova il 26.03.075 Castaneda Marina "Comprenderel'“omosessualità” Armando Edizioni Roma20066 Simone Pollo scrive nel dizionario di Bioeti-ca alla voce “fecondazione assistita”7 Simone Pollo scrive nel dizionario di Bioeti-ca alla voce “famiglia”8 Nuovo manifesto di bioetica laica – Torinonovembre 2007

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INIZIATO IL PRIMO CORSO DI LAUREAIN SCIENZE INFERMIERISTICHE A TORTONA

a cura di: Dr.ssa Tosca VendraminDirettore Corso di Laurea in Infermieristica sede di Tortona

Il giorno 5 giugno nella sala Polifunzionale del Comune di Tortona, alla pre-senza del Sindaco, il Segretario comunale, il Presidente del Corso di Laureaprof. Gian Carlo Avanzi ed il Coordinatore Teorico-Pratico dott.ssa Tosca Ven-dramin, è stato presentato il nuovo Corso di Laurea in Infermieristica con sedea Tortona, presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “AmedeoAvogadro”, Novara. Tale avvenimento ha suscitato un notevole interesse, perchi si occupa del settore, infatti molti i professionisti presenti; questo eventosarà motivo di crescita professionale sia per quanto riguarda gli studenti cheper i colleghi infermieri già operanti nelle strutture con il continuo confrontoprofessionale a vari livelli.Il corso è ufficialmente partito con l’anno accademico 2008-2009, il giorno 6ottobre con 40 studenti iscritti.Anche in questa occasione gli studenti presenti hanno ricevuto il saluto uffi-ciale dalle maggiori autorità.Il coordinatore del Corso facendo parte anche del Consiglio direttivo auspicaagli studenti, futuri professionisti, un buon lavoro.Ricorda inoltre a tutti i colleghi che per informazioni o per collaborazione pos-sono rivolgersi a questo indirizzo: Corso di Laurea in Infermieristica, Via Milaz-zo 1 - Tortona - Tel. 0131 1858051.

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CONTENUTI• Quale qualità necessaria e quale responsabilità emerge dal profilo professionale• Qualità, prestazioni e prestazioni di qualità• Deontologia, qualità e qualità deontologica• Accreditamento Istituzionale• Accreditamento all’Eccellenza• Qualità totale• Qualità percepita• Gli strumenti della qualità• PRUO – EBM• Linee guida e protocolli• Presentazioni di esperienze e ricerche effettuate sulla qualità in sanità• Sviluppo operativo di un piano qualità

DOCENTI:Dr. Alessandro Cataldo Consigliere Coordinatore Commissione Formazione Collegio IPASVI AL

Dottorando in Valutazione dei Processi Educativi e Formativi Università di Genova Facoltà di Scienze della FormazioneDirigente ASL 3 Genova

Dr. Marco Venturini Sociologo esperto sistemi qualità

Iscrizioni presso:Collegio IPASVI Via Buonarroti, 16 – Alessandria

Collegio IPASVI Via Buonarroti , 16 – Alessandria Tel. 0131218113 fax 0131240208 e-mail: [email protected] di partecipazione: Euro 100,00 da versare sul c.c.p. n. 24796146 intestato a

Collegio Ipasvi Alessandria causale: Corso Profilo II edizione

METODOLOGIA- lezioni frontali- discussioni- lavori a piccoli gruppi- role playing

DESTINATARIInfermieri Professionali

Assistenti SanitarieVigilatrici d’Infanzia

CORSO

Profilo professionale, Deontologiae Sistemi Qualità in sanità

Alessandria 16-17-18 dicembre 2008

32 crediti

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COLLEGIO Provinciale I.P.A.S.V.I. Via Buonarroti 16 15100 Alessandria - Tel 0131.218113 – fax 0131.240208 – email [email protected]

SCHEDA DʼISCRIZIONE CORSO: (barrare il/i corso/i scelto/i)Profilo professionale, deontologia e sistemi qualità in sanità (II EDIZIONE 3-4-5 DICEMBRE 2008)

DA COMPILARE ED INVIARE PER POSTA O VIA FAX o email

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Firma……………………………………………… ………………………………………….…….…...............................................

Il versamento della quota di iscrizione al corso dovrà essere versata sul c.c.p. n. 24796146 intestato a CollegioProvinciale IPASVI CAUSALE: ISCRIZIONE CORSO ….N.B TUTTI I CAMPI CON LʼASTERISCO* SONO OBBLIGATORI. LA MANCANZA O INESATTEZZA DI UNO SOLO DIQUESTI,COMPROMETTERAʼ LʼINVIO DELLʼATTESTATO DI PARTECIPAZIONE CON I CREDITI ECM

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