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Invest in Your Global Vision

MANAGE INNOVATIONBECOME A SPONSOR 2010

[email protected]

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BIOTECNOLOGIEIN ITALIA 2009

Prospettivastrategica efinanziariaRapporto Blossom & Company - Assobiotec

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI BLOSSOM ASSOCIATI S.R.L. (2009)

Il Rapporto Biotecnologie in Italia, prospettiva strategicae finanziaria è di proprietà di Blossom Associati S.r.l.

Blossom Associati S.r.l. pubblica con cadenza annualeil Rapporto Biotecnologie in Italia, e lo rende disponibilegratuitamente online in formato PDF sui siti di proprietàBlossom Associati S.r.l. www.blossomcompany.com ewww.blossomassociati.com per sole finalità conoscitive.

I diritti di divulgazione, utilizzo dei dati e delle informazioni,traduzioni, memorizzazioni elettroniche, riproduzionee di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo(compresi presentazioni e copie fotostatiche) sono riservati.

Blossom Associati S.r.l. si riserva di trasmetterel’autorizzazione alla riproduzione e alla divulgazione parzialedei contenuti del Rapporto a seguito di specifica richiestascritta che dovrà pervenire preventivamente all’[email protected].

La società si riserva ogni diritto di tutelare i propri elaboratinelle sedi più opportune.

Anna AlbinatiMassimo BorieroMaria Adelaide BottaroFederica BottazziMauro BrunelliSteven BurrillGianluca CarenzoAurora CasaleMaria Grazia ChimentiAlessandra Maria De LucaSergio DompéFerdinando FioreRita Nunzia FucciRoberto GradnikMarian JonesCorrado MaggiKatia MaggiAlessandra ManciaLuca MartignoniAndrea MesuttiStefano MilaniFrancesca MondelloAlberto OnettiAlessandra PiazzinoAlessia PisoniMarco RenoldiDeryck RhodesAlessandro SidoliAndrea StoffellaMarco TalaiaUmberto VattaniLeonardo VingianiAntonella Zucchella

BIOTECNOLOGIE IN ITALIA 2009Si ringraziano tutte le organizzazioniche hanno collaborato allarealizzazione del Report 2009:AIFAAssobiotecBlossom & CompanyBurrill & CompanyCamera di Commercio Svizzera in ItaliaCCIAA VareseCIBIE (Centre for International Businessand the International Economy)CrESITUniversità dell’Insubria di VareseFarmindustriaICEMittel Corporate FinanceSullivan & Worchester LLPTraverso & PartnersUniversità degli Studi di Pavia,Facoltà di Economia

Biotecnologie in Italia 2009Prospettiva strategica e finanziariaRapporto Blossom & Company - Assobiotecè disponibile gratuitamente online in formatoPDF sul sito di Blossom Associati S.r.l.www.blossomcompany.com

Biotecnologie in Italia - Prospettiva strategica e finanziaria1° Numero - Anno 2009 - Rivista annuale

Dir. Resp.: Dott.ssa Federica BottazziEditore: Blossom Associati srlSede Redazione: Foro Buonaparte, 46 - Milano - ItaliaStampatore: Tecnografica srlNum. Reg. Tribunale: in corso di registrazione presso il Tribunale di Milano

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3Blossom & Company 2009

Introduzione di Blossom & CompanyCari amici e clienti,nel 2009 si registra un chiaro segnale di consolidamento e crescitadelle imprese innovative in Italia.

L’Italia si sta configurando, non a torto, come area con forte potenzialedi sviluppo dove si registra un crescente consolidamento di realtàinnovative che investono su specifiche nicchie in ambito Scienzedella Vita, Ambiente e Agro-alimentare.Il Rapporto rileva una incisiva crescita del numero di impreseinnovative, fattore che trascina al rialzo i principali indicatori delsettore. 260 sono le società che investono in Ricerca e Sviluppobiotecnologica, di cui ben 40 accreditate da Blossom & Companynel corso dell’ultimo anno; oltre 15,3 miliardi il giro d’affari complessivo(+18% rispetto all’anno precedente), di cui 5,4 miliardi derivantidalla vendita di prodotti e tecnologie innovative (+ 24% il saggiodi crescita registrato nell’ultimo anno); 1,5 miliardi di investimentiin Ricerca e Sviluppo biotecnologica (+15% nel corso dell’ultimoanno), con circa 41.000 addetti impiegati complessivamente in Italiadalle 260 società, di cui 8.847 per Ricerca e Sviluppo, datosignificativo per il forte incremento registrato rispetto all’annoprecedente (+36%).

Le società evidenziano una patrimonializzazione complessiva insignificativa crescita del 33%, un EBIT in continuo miglioramento(+84% rispetto all’anno precedente), accompagnato da unasignificativa crescita delle passività finanziarie (+30% rispetto all’annoprecedente) attestatesi a 2,6 miliardi di euro.

Segnali che riflettono il paradosso del settore biotecnologicoitaliano: se da un lato la forte propensione all’autofinanziamentoha rallentato la crescita di molte aziende start up negli anni passati,dall’altro le strutture patrimoniali, che caratterizzano queste imprese,diventano ad oggi uno dei punti di forza a tal punto che le societàche hanno un business model solido o pianificano di strutturarsipossono trovare maggiori opportunità in questa fase nonostantela forte pressione connessa alla crisi finanziaria internazionale.

Stefano MilaniPresidente e

Amministratore Delegato

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L’Italia si è da sempre caratterizzata per una forte concentrazionedi imprese con una lunga tradizione nel settore Scienze della Vitae per la presenza di centri di ricerca ospedaliera, che sono i luoghidove i ricercatori scoprono o sperimentano nuove terapie e metodidiagnostici o migliorano strumenti di analisi.In Italia si rilevano aree territoriali, il più delle volte non conosciuteai non addetti ai lavori (ad esempio l’area del Trentino), dove vi èun forte fermento per lo sviluppo di nuove imprese e sostegno perl’accesso a finanziamenti seed e pre-seed necessari per l’avviodi nuovi iniziative imprenditoriali fortemente orientate alla Ricercae Sviluppo. Nonostante i dati dimostrino la presenza di una forteconcentrazione di fattori per lo sviluppo del sistema biotecnologicoe Scienze della Vita, l’Italia registra una carenza nell’esportazionedi esempi di successo riconosciuti a livello mondiale come italiani,nonostante sia riconosciuta dalla community internazionale per italenti che esporta e per una visione globale della ricerca accademicae industriale.

A dimostrazione di quanto sostenuto basti verificare l’attività disperimentazione clinica svolta in Italia. L’Osservatorio Nazionalesulle Sperimentazioni Cliniche dei medicinali (OsSC), rileva come nel2007 il numero assoluto di sperimentazioni si è confermato ai livellidel 2006, attestandosi a 750 unità.Gli studi di Fase I e II continuano a rappresentare una quota rilevantedel totale della ricerca clinica e nel 2007 hanno raggiunto il 42,6% deltotale. Parallelamente, gli studi di Fase III, che nell’ultimo anno rappresentanoil 44,5% del totale, confermano l’andamento iniziato nel 2005.Seguendo il trend di crescita degli anni precedenti la quota dipartecipazione dell’Italia a studi internazionali nel 2007 è salita al75,3%. Le principali categorie terapeutiche oggetto della ricercaclinica italiana sono quelle dei farmaci antineoplastici eimmunomodulatori (34,1%), seguita dai farmaci per il sistema nervoso(11,7%) e dagli antimicrobici generali per uso sistemico (9,8%).Nonostante in Italia siano censiti 578 Promotori (360 profit e 218no profit), con almeno una sperimentazione approvata, i primi 50concentrano oltre il 60% degli studi clinici. La tipologia di strutturecoinvolte in Italia vede le strutture ospedaliere capillarmente diffusesul territorio con una partecipazione del 78,1% degli studi, gli IRCCSal 52,5%, le Università al 30% e i Policlinici Universitari al 27,9%.

Blossom & Company costantemente effettua screening sugli investitoriinternazionali Europei rilevando, nel corso degli ultimi anni, un crescenteinteresse verso l’Italia per possibili operazioni da parte di banche,corporate venture, financial institutions, investitori indipendenti, privateequity, fondi dei fondi e fondazioni no profit. L’82% del campionedi 166 investitori internazionali, che investono nei settori innovativi,si dichiara specializzato nelle biotecnologie e per il 55% fortementeinteressato a valutare opportunità di investimento sul mercatobiotecnologico italiano ciò nonostante si rilevi, ad oggi, un esiguo numerodi operazioni che vedono direttamente coinvolte le imprese italiane.Le nazioni che registrano la maggiore presenza di investitoripotenzialmente interessati alle opportunità di investimento in businessbiotecnologici localizzati in Italia sono UK (27%), Svizzera e Germania(15%), seguiti da Francia (13%), Svezia, Irlanda e Olanda (7%).

Dove sono quindi gli investitori italiani? Per quel che riguarda l’attivitàdi Private Equity e Venture Capital in Italia, si conferma uno scarsosviluppo e una scarsa internazionalizzazione dei principali operatoriitaliani, nonostante l’elevata potenzialità. Nel confronto internazionale,quindi, l’Italia si conferma con un numero ristretto di operatori specializzati(seppur maggiormente indirizzati verso operazioni later stage).20

00

561

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Sperimentazioni cliniche per anno

Fonte: AIFA, Luglio 2008

4936

1981

- 19

85

1986

- 19

90

1991

- 19

95

1996

- 20

00

2001

- 20

04

2005

- 20

08

prim

a de

l 198

0

Fonte: Blossom & Company (2009)

Numero di società biotecnologiche in Italia:evoluzione temporale

4

Fonte: Blossom & Company (2009)

Ripartizione delle aziende biotecnologichein Italia per ambiti di applicazione

Health 73%

Bioinfo 4%

Environmental 9%

Agrifood 14%

71101

140

211

260

611567 579

626659

769 750

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5Blossom & Company 2009

Fra questi Principia, fondo chiuso di diritto italiano,gestito da Quantica SGR, la cui finalità è l’investimentoin imprese non quotate ad elevato contenutotecnologico nella fase iniziale del ciclo di vita.Attualmente Quantica vede nel proprio portafoglioKee Square, Pharmeste, GreenFluff, Dialectica eNewCorTec.

Genextra, holding che investe in start up in attivitàdi ricerca farmacologica e biotecnologica finalizzatealla prevenzione, diagnosi terapia e prognosi dimalattie correlata al settore antiaging. AttualmenteGenextra vede nel proprio portafoglio DAC, Congenia,Tethis, Intercept Pharmaceuticals.

Eporgen Venture è una società di Venture Capitalnata nel 2004 con lo scopo di investire in giovaniimprese biotecnologiche. La società è statafondata da investitori privati e attualmente vedenel proprio portafoglio le società Noto Pharm,Bionucleon, Biopaint, Genovax, Narvalus, SpiderBiotech, Target Heart e Apavadis.

Z-Cube, società di Corporate Venture che fa capoal Gruppo farmaceutico Zambon, focalizzata sulleScienze della Vita e sulla biofarmaceutica. La società,specializzata in investimenti early-stage, vede nelproprio portafoglio PharmEste, SuppreMol GmbHe ProtAffin Biotechnologie AG che ha sviluppatouna tecnologia per la realizzazione di farmacianti-infiammatori.

Imprese biotech italiane quotate (fino al 2008)

Scheda: Blossom & Company (2009)

Società Anno Quotaz. BorsaMolmed 2008 Italia - MTA-Milano

(MLM, segmentoStandard, classe 1)

Diasorin 2007 Italia - MTA-Milano(DIA, Star)

Cosmo 2007 Svizzera - SWX ZurigoBioXell 2006 Svizzera - SWX ZurigoNewron 2006 Svizzera - SWX ZurigoGentium 2005 USA - Nasdaq

American Stock ExchangeCell 2004 Italia - MTA-MilanoTherapeutics (CTIC, segmento

Standard, classe 1)USA - NasdaqAmerican Stock Exchange

NicOx 1999 Francia - Euronext Paris

Al fianco si rileva l’avvio di alcuni operatori specializzatiquali TT Venture, fondo dedicato al trasferimentotecnologico nelle aree Agroalimentare, Scienze dellaVita, Nuovi Materiali e Fonti Rinnovabili, gestito daState Street Global Investments, che ha raccoltosottoscrizioni per 60 milioni di euro, e si proponedi arrivare, entro maggio 2009, fino a 150 milioni.Gli interventi del fondo coprono le diverse fasi deltrasferimento tecnologico (seed capital, venture capital,private equity, ecc.).

Registriamo, inoltre, il primo fondo di Venture Capitalpubblico-privato, Fondo Next, focalizzato verso lapromozione di nuove imprese tecnologiche e spin offuniversitari. Next ha una dimensione di 37 milionidi euro. Nonostante la situazione di ritardo o scarsainternazionalizzazione registrata dagli operatori diventure capital e private equity italiani, risulta degnadi nota la presenza di alcuni importanti operatorino profit che promuovono la ricerca in ambitobiomedico in Italia (Fondazione Telethon il cuiPresidente onorario è Renato Dulbecco Premio Nobel,AIRC, AISM, Fondazione Giovanni Armenise-Harvard).Un altro esempio è la Fondazione Filarete chevede la partecipazione dell’Università degli Studidi Milano, della Fondazione Cariplo e dell’istitutodi credito Intesa San Paolo. Filarete è l’acceleratorededicato alle start up e agli spin off che operanonell’ambito delle bioscienze. Toscana Innovazione,ha raccolto 45 milioni di euro, destinato alfinanziamento di progetti ad alto contenuto tecnologicoed alta valenza innovativa, capaci di tradursi inprogetti imprenditoriali tali da attrarre, in seguito,coinvestimenti da parte di grandi fondi internazionalio imprese interessate. Tra i sottoscrittori anche laFondazione Monte dei Paschi di Siena.

Che uno dei problemi fondamentali delle impresedel settore in Italia, tanto nella fase di costituzioneche in quella di sviluppo, sia costituito dal reperimentodelle risorse finanziarie necessarie ad alimentare ilprocesso corporate non costituisce certo una novità.La novità rappresentata da Blossom & Company ècostituita dal convincimento che i principi e i metodidella pianificazione strategica applicati alle societàinnovative in Italia possano consentire alle impresedi individuare una visione più avanzata per i propriproblemi finanziari e per una duratura sostenibilitàdel business. Serve quindi crescere (imprese, advisor,investitori e istituzioni) per valorizzare il potenzialeespresso dal sistema Italia al di fuori di logichetroppo spesso autoreferenziali e di chiusura versoiniezioni di innovazione corporate.

Blossom & Company ha dimostrato che il proprioapproccio alla pianificazione strategica può aiutarele imprese nell’identificazione delle fonti difinanziamento che meglio corrispondono alle loroesigenze, nonché a stabili relazioni appropriate coni finanziatori, quali che ne siano le caratteristichespecifiche. Blossom & Company ritiene che le impreseinnovative italiane che investono in Ricerca e Sviluppoe i BioEntrepreneurs debbano essere posti nellecondizioni di presentare i propri progetti di businesssecondo criteri corrispondenti a quelli adottati daipotenziali investitori rendendo quindi chiaro il rapportoesistente tra successo scientifico e successo finanziario.Ciò non è affatto facile e scontato.

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Le ultime analisi Blossom & Company rilevano chead oggi sette società valutano la quotazione entroi prossimi cinque anni. Gli screening effettuati sulleaziende italiane per valutare i target più interessantinel settore dimostrano ancora una volta che l’Italiain termini complessivi è ancora un’industry piùda Venture Capital che da borsa, in quanto lesocietà devono crescere e strutturarsi, creare unnetwork, sviluppare la ricerca e solo quando lapipeline avrà raggiunto un livello tale da poterprevedere un cash flow a due/tre anni allora potrannopensare alla quotazione.

Nel 2009 i parchi scientifici e tecnologici italiani,attivi nella ricerca innovativa nelle aree dellaScienze della Vita, con forte vocazione allo sviluppoe sostegno di start up, costituiscono un importantepatrimonio di competenze scientifiche, tecnologichee organizzative. Secondo le ultime analisi Blossom& Company, in Italia si registra la presenza di setteparchi rispondenti ai nostri criteri di selezione eaccreditamento, tra cui il Parco Tecnologico Padano(vedi scheda dettaglio sezione Sponsor 2009),l’Area Science Park, il Bioindustry Park del Canavese,il Science Park Raf, il TLS Science Park e l’InsubriasBiopark di Gerenzano.

Il Report Blossom & Company - Assobiotec unisce,quindi, l’analisi economica, scientifica e finanziariadel sistema italiano ad una robusta indagine qualitativarealizzata presso l’intero campione di imprese presentiin Italia, dimostrando come il valore generato vadaricercato in un sistema capillarmente presente sututto il territorio. Nonostante i dati dimostrino lapresenza di una forte concentrazione di fattori perlo sviluppo del sistema biotecnologico e Scienzadella Vita, l’Italia registra una carenza nell’esportazionedi esempi di successo riconosciuti a livello mondialecome “italiani”, nonostante il paese sia noto allacomunità internazionale per i talenti che esporta eper una visione globale della ricerca.

Blossom & Company è una delle più giovani eprestigiose società di consulenza strategicaspecializzata in healthcare e biotech (healthcare,agrofood, environmental e bioinfo). Ci rivolgiamoprincipalmente all’élite di BioEntrepreneurs e diimprese italiane e internazionali che investono inRicerca, Sviluppo, Innovazione e che intendonofondare la propria strategia su un forte networkinternazionale e su una visione globale dell’impresa.

Proiettatevi mentalmente di qui a un decennio echiedetevi come sarà riconosciuto il sistemaitaliano nelle aree Scienza della Vita, Ambiente,Agro-alimentare e Informatica. Come sarannoorganizzate e gestite l’élite di aziende leader italianedi domani, che cosa faranno i manager, i ricercatorie gli analisti per lo sviluppo delle imprese, che cosacambierà in Italia nel modo di gestire i talenti, diallocare le risorse, di sviluppare strategie e di crearericerca e valore.

Dal proprio punto di osservazione privilegiato,Blossom & Company crede nello sviluppointernazionale e nei fondamentali scientifici,patrimoniali e finanziari dell’élite di imprese cheinvestono in Ricerca e Sviluppo in Italia. Proprio perquesta ragione abbiamo unito le migliori organizzazioninazionali per redigere annualmente il Rapporto“Biotechnology in Italy - The Financial Perspective”distribuito globalmente e presentato in occasionedelle principali conferenze nazionali e internazionali.

Ci rivolgiamo e ringraziamo quindi tutte quelle societàdel settore, tutti i BioEntrepreneurs e tutte le giovanisocietà italiane ad alta intensità di Ricerca e Sviluppo,che approcciano i mercati internazionali con solidavisione strategica, robusti modelli di businessproiettandosi verso un futuro ottimistico.

Ringraziamo quindi gli azionisti, i manager, gliscienziati e tutti gli addetti delle imprese, parchiscientifici e istituzioni che con il loro sostegno hannopermesso la realizzazione di questo rapporto.

Ringraziamo i nostri clienti con i quali molti successisono già stati conseguiti e con i quali affronteremonuove sfide nel 2009.

Vi rimandiamo quindi al Rapporto Biotecnologiein Italia 2010 per la valutazione delle principalioperazioni svoltesi in Italia nel corso dell’anno.

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7Blossom & Company 2009

Investe e si rafforza il biotech italiano

Crescita sostenuta, nuove imprese e tanta capacità di innovare. Sono queste leprincipali caratteristiche delle biotecnologie italiane, come rivela la quintaedizione del Rapporto Blossom & Company - Assobiotec “Biotecnologie in Italia -Prospettiva strategica e finanziaria”.Caratteristiche per certi versi sorprendenti, data la giovane età del comparto.Grazie ad esse l’Italia è riuscita a vincere una sfida solo pochi anni fa impensabile:apparire finalmente sul radar screen delle grandi compagnie biofarmaceutiche ebiotecnologiche e dei venture capital.

Dietro questo fenomeno ci sono fatti tangibili: realtà imprenditoriali che nasconoad un ritmo progressivo, aziende che maturano e si rafforzano, ma, soprattutto,forti investimenti in ricerca e sviluppo, che anche quest’anno appaiono in crescitasignificativa (+15%). Questo impegno e questi investimenti si riflettono concretamentein una corposa pipeline, capace di sorprendere gli stessi addetti ai lavori per laricchezza e il valore. In Italia vi sono infatti ben 209 prodotti in sviluppo pre-clinicoe clinico: il numero totale sale però a 258 se si considerano i 49 progetti in fasedi ricerca precoce (“discovery”), che rappresentano una interessante promessa peril settore per i prossimi anni. I 209 prodotti in sviluppo pre-clinico e clinico sonoil frutto dell’impegno in ricerca di 48 imprese: di questi prodotti, 73 si trovano nellafase di sviluppo pre-clinico mentre 136 sono già in fase clinica (26 sono in Fase I,55 in Fase II, 55 in Fase III). Quaranta hanno inoltre ottenuto la “orphan drugdesignation” (7 dall’EMEA, 2 dall’FDA e 31 sia dall’EMEA che dalla FDA): si trattain prevalenza di prodotti che trovano applicazione terapeutica nell’area oncologicae che si trovano già in fasi di sviluppo clinico molto avanzate. Nel complesso, gliinvestimenti in ricerca sono fortemente orientati nelle aree degli antineoplastici edegli immunomodulatori, e, in percentuale minore, del sistema nervoso centrale,della dermatologia e del cardiovascolare.

Questi numeri riflettono un aspetto davvero sorprendente, che risulta quasi incontrotendenza rispetto allo scenario internazionale: infatti nel nostro Paese l’ultimotriennio, 2006-2008, è stato il più fecondo per le imprese, che hanno visto lamaggior parte dei loro prodotti entrare nella fase di sviluppo attuale. Un elemento,questo, che è un forte indice della capacità di innovare del biotech italiano, che purein un contesto internazionale caratterizzato da forti ombre e contrazioni di investimenti,ha saputo spiccare un salto in avanti proiettandosi verso il futuro con fiducia.

Va rilevato inoltre che le attività di Ricerca e Sviluppo nell’area salute, oltre all’ambitoterapeutico, hanno generato una pipeline in ambito diagnostico e tecnologico.Sono infatti 14 i prodotti diagnostici in fase di sviluppo, relativi all’area oncologica(71%), ematologica (21%), genito-urinaria / degli ormoni sessuali (7%). Vi sonopoi 63 tecnologie innovative in fase di studio, che prevedono l’impiego di metodologiebiotecnologiche in ambiti di applicazione molto diversi tra loro, con prevalenza dellearee relative allo screening farmacologico (nel 35% dei casi) e al miglioramentodi preparazioni farmacologiche (nel 13% dei casi).

Cresce pertanto l’impegno in ricerca, e si moltiplicano, in questo scenario, gli accordiche legano le realtà di impresa italiane a partner internazionali. A ciò si aggiungel’irrobustimento della capitalizzazione delle imprese, strettamente legato alrafforzamento della capacità di produrre valore e di investire in ricerca, che spingele imprese italiane verso i mercati. Al punto che, delle tre realtà d’impresa chenel 2008 hanno traguardato la quotazione sui mercati internazionali, una è tuttaitaliana: MolMed.

Con questo portafoglio di potenzialità l’Italia prosegue il proprio percorso dimaturazione che genererà certamente ulteriore innovazione e crescita economica,potenziando il nostro ruolo di player a livello internazionale. Possiamo quindiguardare con fiducia al futuro: il biotech italiano è finalmente una solida realtà.

Roberto GradnikPresidente Assobiotec

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Il settore del farmaco in Italia

Sergio DompéPresidente Farmindustria

Anni Investimenti R&S Addetti R&SMilioni % su vendite % su totale Unità % su totale % su totaledi euro in farmacia imprese addetti imprese

2002 883 8,0 9,0 5.360 7,4 8,32007 1.170 10,1 10,4 6.250 8,7 8,5Var % +32,5% +16,6%

Nell’ultimo biennio si è verificata una difficile congiunturaeconomica a livello internazionale, che ha coinvolto anche ilsettore farmaceutico, con un calo significativo dell’occupazione.In Italia, tuttavia, il comparto ha manifestato nel corso del 2008significativi segni di vitalità dal punto di vista industriale,confermando un ruolo importante in Europa e nel mondo.

Oltre che per il benessere dei cittadini, la farmaceutica ha,infatti, un ruolo fondamentale come settore industriale, per lacrescita economica e scientifica del Paese. L’Italia è uno deimaggiori Paesi produttori, terza in Europa per numero di addetti(dopo Germania e Francia) e quinta nel mondo (USA e Giapponeai primi due posti).

Da un punto di vista della domanda, l’Italia è il sesto mercatotra le Economie Avanzate, con una spesa di 16,7 miliardi di euroa prezzi ex factory, rispetto ad un totale mondiale di 519,5 miliardi(pari ad una quota del 3,2%).

Con 230 imprese produttrici di specialità farmaceutiche e 100di materie prime, l’industria si è caratterizzata nel 2007 per:> circa 70 mila addetti, più del 90% laureato o diplomato, tra

i più qualificati nel panorama industriale;> 6.250 addetti alla R&S, l’8,7% degli addetti totali (1,1% nella

media dell’industria);> 22,6 miliardi di euro di produzione, il 53% rivolto all’export;> 11,9 miliardi di euro di export totale, di cui 9,5 di medicinali,

che registrano un saldo estero positivo ormai da dieci anni(1.229 milioni nel 2007);

> 1.075 milioni di euro di investimenti in impianti ad altatecnologia;

> 1.170 milioni di euro di spese R&S, il 14% dell’industriamanifatturiera e, rispetto alle vendite interne, oltre 10 voltela media delle imprese;

> 1 miliardo di euro di investimenti in Ricerca e produzione in tre anni, già “attivati” nell’ambito degli Accordi di Programma;

> circa 3,5 miliardi di euro di tasse e contributi generatidirettamente, che ammontano a oltre il 20% della spesafarmaceutica pubblica.

Attività di Ricerca e Sviluppo dell’industria farmaceutica in Italia

Le imprese del farmaco si distinguono per impegno nella Ricercae Innovazione, elevati livelli di investimenti materiali e immateriali,elevato livello di tecnologia, qualità dell’occupazione e propensioneall’export, caratteristiche tipiche di un settore avanzato, chepermettono di generare una maggiore quota di valore aggiuntorispetto alla media dell’industria.

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9Blossom & Company 2009

La farmaceutica è, tra i grandi settori industriali, quello con ipiù alti livelli di produttività.Caratteristica che dipende dalla spinta all’innovazione, dall’elevatolivello di investimenti in impianti sempre più avanzati ed efficientie dalla qualità delle Risorse Umane, un vantaggio competitivoper le imprese che operano in Italia con:

> una propensione alla formazione continua di circa 2,5 voltequella della media, sia in termini di imprese sia di addetticoinvolti;

> assunzioni a tempo indeterminato nel biennio 2006/2007 piùche nella media dell’economia, con ampi spazi per i giovani;

> un ambito, in termini di sicurezza sul lavoro, dove i risultatinon sono mai sufficienti, il numero di infortuni per milionidi ore lavorate nella farmaceutica è inferiore del 64% rispettoalla media dell’industria ed è in calo negli ultimi anni.

La Ricerca in Italia

La farmaceutica è un’industria che nasce dalla Scienza, alla qualeè legata in modo indissolubile.Ha la più alta intensità di Ricerca tra i settori industriali e leaziende di punta vi investono oltre il 15% del loro fatturato.Tra le prime 20 imprese per spese in Ricerca nel mondo, 7 sonofarmaceutiche, il gruppo più numeroso tra i comparti.

Capacità progettuali molto diffuse, riconosciute anche dai pianidi investimento presentati da aziende grandi, medie e piccole,confermano la leadership nella Ricerca e grande vocazioneproduttiva sono le caratteristiche che fanno dell’industriafarmaceutica uno dei grandi settori del made in Italy, tra i piùavanzati e al centro dell’Economia della Conoscenza.

Dal 2000 gli studi clinici in Italia sono aumentati del 33,7%,con una crescente concentrazione nelle fasi 1 e 2 che, dal 28,6%del totale nel 2000, sono arrivate a una quota di oltre il 40% del2007. Più che raddoppiate le sperimentazioni di fase 4: si èpassati dalle 43 del 2000 alle 92 del 2007.

L’impegno delle imprese del farmaco per le malattie rare

Dalla ricerca farmaceutica biotecnologica e dall’ingegneria geneticaarrivano i maggiori contributi per il trattamento delle malattie rare(la cui maggioranza è di origine genetica). E parte considerevoledei farmaci orfani è costituita proprio da farmaci biotech.Si tratta di patologie che colpiscono non più di 5 persone su10 mila.L’OMS ne censisce oltre 6 mila (gran parte delle quali riguarda ibambini), che interessano più di 25 milioni di persone in Europae oltre un milione in Italia.

Le malattie rare, per la loro complessità, sia sotto il profiloterapeutico (in media servono 3-5 anni per arrivare alla diagnosi),sia sotto quello etico, richiedono un approccio nuovo in gradodi riunire le competenze pubbliche e private, in una logica disolidarietà rispettosa del principio di sussidiarietà.

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In tale direzione si inserisce il Progetto di Innovazione Industriale(Industria 2015), promosso dal Ministero dello Sviluppo Economicoallo scopo di favorire la creazione di partnership tra imprese private,capitali, Università, Centri di Ricerca per realizzare programmiindustriali capaci di incidere sulla competitività globale nelle nuovetecnologie per la vita, scegliendo come area di intervento le MalattieRare e Neglette.

Tale progetto si aggiunge agli altri strumenti, tra cui: gli accordi diprogramma per promuovere gli investimenti in produzione, Ricercae Sviluppo in Italia; il Fondo per la promozione della ricerca e dellaformazione avanzata nel campo delle biotecnologie; il credito d’impostaalla Ricerca che ha visto crescere il tetto a 50 milioni di euro.

Farmindustria ha scelto di partecipare alla creazione della rete per lemalattie rare e ha voluto quindi impegnarsi su questo delicato settore.Per questo ha siglato:

> il Protocollo di Intesa con UNIAMO per promuovere l’adozionein Italia di strumenti legislativi per favorire lo sviluppo di farmaciorfani, grazie anche ai finanziamenti destinati alla Ricerca, e permigliorare gli aspetti assistenziali e sociali di queste patologie;

> l’accordo con Telethon per stimolare la collaborazione delle Impreseper lo sviluppo clinico di farmaci per patologie rare; individuaregli strumenti legislativi più efficaci per incrementare la ricerca el’innovazione anche nel campo delle malattie rare (defiscalizzazione)e ottimizzare il percorso dalla individuazione della terapia allaregistrazione della cura presso le Autorità regolatorie.

Nell’ottica della creazione della rete di informazione e formazione,l’Associazione ha collaborato con UNIAMO per la realizzazione dellaseconda edizione della Guida delle Associazioni per le malattie rareche rappresenta uno strumento informativo per i pazienti, le famigliee tutti gli operatori sanitari per aiutare nella conoscenza di un’areacosì complessa e multidisciplinare.

Nel 2008 Farmindustria ha inoltre deciso di sostenere la PrimaGiornata Europea delle Malattie Rare (29 febbraio), che è alla suaseconda edizione nel 2009.

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11Blossom & Company 2009

Stefano Milani, Federica BottazziBlossom & Company

Nel 2009 si registra un’incisiva crescita nel numero di impreseinnovative, fattore che certamente trascina al rialzo i principaliindicatori del settore. Al termine del periodo oggetto dell’indagine,risultano essere 260 le società che investono in Ricerca e Sviluppobiotecnologico, di cui ben 40 accreditate da Blossom & Companynel corso dell’ultimo anno; il giro d’affari complessivo ammontaa oltre 15,3 miliardi di euro (+18% rispetto all’anno precedente),di cui 5,4 derivanti dalla vendita di prodotti e tecnologie innovativi(+ 24% il saggio di crescita registrato nell’ultimo anno); gliinvestimenti in Ricerca e Sviluppo biotecnologico ammontano a1,5 miliardi di euro (+15% nel corso dell’ultimo anno).

Gli addetti impiegati complessivamente in Italia dalle 260società sono circa 41.000, di cui 8.847 per Ricerca e Sviluppo,un dato significativo per il forte incremento registrato rispettoall’anno precedente (+36%). Le società evidenziano unapatrimonializzazione complessiva in significativa crescita del 33%,un EBIT in continuo miglioramento (+84% rispetto all’annoprecedente), accompagnato da una significativa esigenza finanziaria(+30% di passività finanziarie rispetto all’anno precedente)attestatasi a 2,6 miliardi di euro.

Tutti questi segnali riflettono il paradosso del settorebiotecnologico italiano: infatti, se da un lato la forte propensioneall’autofinanziamento ha rallentato la crescita di molte aziendestart-up negli anni passati, dall’altro le strutture patrimoniali checaratterizzano queste imprese diventano ad oggi uno dei puntidi forza, a tal punto che le società che hanno un business modelsolido, o che pianificano di strutturarsi, possono trovaremaggiori opportunità in questa fase nonostante la forte pressioneconnessa alla crisi finanziaria internazionale.

Principali grandezze delle imprese biotecnologiche accreditate(valori in milioni di euro, dati al 31 dicembre 2008)

Biotecnologie in Italia 2009

4936

1981

- 19

85

1986

- 19

90

1991

- 19

95

1996

- 20

00

2001

- 20

04

2005

- 20

08

prim

a de

l 198

0

Fonte: Blossom & Company (2009)

Numero di società biotecnologiche in Italia:evoluzione temporale

71101

140

211

260

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

Var. %2005 2006 2007 2007/2006 2008 (E)

Valore dellaProduzione 11.975 12.872 15.229 18% 16.370

Valore dellevendite biotech 4.215 4.328 5.370 24% 6.353

Investimentifisso lordi 2.573 2.491 2.660 7% 2.575

InvestimentiR&S biotech 1.207 1.310 1.506 15% 1.635

Esportazionitotali 1.796 2.317 3.046 31% 2.947

Numero diaddetti (unità) 35.341 37.087 40.956 10% 41.775

AddettiR&S (unità) 6.202 6.487 8.847 36% 9.254

Addetti R&S /addetti totali 18% 17% 22% 23% 22%

Investimenti fissi /valore produzione 21% 19% 17% 16%

Invest. R&S biotech /valore produzione 10% 10% 10% 10%

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Il Valore della Produzione realizzata in Italia è stato pari a 15,3miliardi di euro, valore in crescita del 18% rispetto al periodoprecedente. Incrementi maggiori si registrano sul fronte dellevendite di prodotti, progetti e tecnologie biotecnologiche innovativeregistrando una crescita del 24% (attestandosi in valore a 5,4miliardi di euro), con una previsione di crescita (+18%) confermataanche per il 2008, nonostante la brusca frenata rilevata nel corsodei mesi di ottobre e novembre.

Nonostante la rilevanza del dato, che già oggi posiziona l’Italiatra i principali paesi europei, si vuole sottolineare come il Valoredella Produzione non sia certamente l’indicatore principale perla valutazione del potenziale di sviluppo e delle opportunità dicrescita del comparto. L’analisi degli investimenti e della pipelinepermette di determinare le potenzialità future del business che,in considerazione dell’estrema volatilità del settore, possono subireforti scostamenti di anno in anno.

Incrementi interessanti si registrano, quindi, anche sul frontedegli investimenti in Ricerca e Sviluppo innovativo su piattaformebiotecnologiche, pari a 1,5 miliardi di euro (+15% rispetto aldato 2006), con una previsione di ulteriore crescita (+8,5%)prevista per il 2008. Si tratta di segnali che riflettono la fortepropensione alla Ricerca e Sviluppo dell’élite di imprese accreditatenel nostro Rapporto.

Nel 2009, nonostante la forte pressione esercitata dalla crisifinanziaria internazionale, si prevede, avendo registrato nuovipiani di investimento per ulteriori 1,7 miliardi di euro, una ulterioreconferma del trend di crescita degli investimenti in prodotti,progetti e tecnologie biotecnologiche.

A completamento dei dati presentati, è sicuramente utilefornire le dimensioni economiche complessive degli investimentiin Ricerca e Sviluppo, non limitandosi quindi alla sola attivitàbiotecnologica: nel 2007 le 260 imprese accreditate daBlossom & Company hanno realizzato oltre 2.659 milionidi euro in investimenti in Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione.Tale dato risente certamente in modo significativo del valoredegli investimenti relativi alle imprese di derivazione farmaceuticae, in particolare, delle 60 aziende farmaceutiche locali eglobali che in larga parte investono in sperimentazioni clinicheanche in Italia.

Il 2007 è stato ancora un anno di forte consolidamento dellamarginalità operativa. Il dato si attesta a 1,4 miliardi di euro,in crescita del 59% rispetto all’anno precedente.Si tratta di un segnale che riflette la tendenza ad un rafforzamentodella maturità strutturale delle imprese innovative accreditate.Negli ultimi tre anni si registra una crescita costante del rapportoEBITDA/Valore Produzione dal 3% nel 2005 al 9% nel 2007.

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13Blossom & Company 2009

Le 260 imprese accreditate presentano una capitalizzazionecomplessiva pari a 4,5 miliardi di euro, in significativa crescita, ariprova di un trend ormai costante che sottolinea l’indirizzo strategicodi una crescita strutturale in Italia (+33%) delle imprese innovative.

L’analisi dimensionale rileva, inoltre, una forte diversificazione inrelazione alla maturità e sostenibilità del business delle aziendebiotech. Infatti, se da un lato la presenza di redditività operativaa livello complessivo sembrerebbe indicare che il settore abbiasuperato la fase di primo sviluppo, dall’altro è opportuno considerarein modo distinto le tre “anime” che idealmente compongonol’intero campione delle imprese biotecnologiche innovative italianeaccreditate nel corso della nostra analisi.

In particolare, l’analisi dell’EBIT (dato che assorbe gli ammortamentirelativi agli investimenti posti in essere dalle imprese) evidenzia undato complessivo superiore a 622 milioni di euro, così segmentato:

> le imprese di piccole dimensioni, a fronte di investimenticomplessivi per 195 milioni di euro, rilevano un EBITcomplessivo negativo di -62 milioni di euro (nel corso del2006 il dato si è attestato a -69 milioni di euro);

> le imprese di medie dimensioni, a fronte di investimenticomplessivi per oltre 1.146 milioni di euro, mostrano un EBITcomplessivo negativo di -71 milioni di euro (nel corso del2006 il dato si è attestato a -65 milioni di euro);

> le imprese di grande dimensione, a fronte di investimenticomplessivi di poco superiori a 1.318 milioni di euro,rilevano un EBIT positivo superiore ai 755 milioni di euro(nel corso del 2006 il dato si è attestato +474 milioni di euro).

1.000,00

800,00

600,00

400,00

200,00

– 200,00

Fonte: Blossom & Company (2009)

Matrice Blossom di sviluppo del sistema biotech italiano (MdSB) - Valori in mio E

100,00 200,00 300,00 400,00 500,00 600,00 700,00 800,00

E B

I T

INVESTIMENTI R&S

Local Companies

Start up

Spin outindustriale

Spin offaccademico

Global Companies

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14

Significativo è il dato delle 20 Subsidiaries di aziende estere(di cui sei quotate a New York e una a Francoforte), le qualicomplessivamente investono in Italia più di 422 milioni di euro(28% del dato complessivo nazionale, in crescita rispetto aldato rilevato nel corso del 2006) in Ricerca e Sperimentazioneclinica relativa a progetti, prodotti e tecnologie innovativi diderivazione biotecnologica), registrando viceversa un EBIT positivocomplessivo di poco superiore a 498 milioni di euro.

La dimensione complessiva degli addetti dedicati ad attivitàdi Ricerca e Sviluppo è pari a 8.847 unità, il 22% degli addetticomplessivamente censiti.

Tale dato, sulla base dell’approccio metodologico fornito dal nostroRapporto, può essere ulteriormente scomposto in due sottocategorie:

> il 67% (pari a 5.922 risorse dedicate ad attività di Ricercae Sviluppo) è riconducibile alle 60 aziende farmaceutichee aziende globali;

> il restante 33% (pari a 2.925 unità) è riconducibile alle 200aziende start-up, spin-off accademici e spin-off industriali.

Un’analisi più approfondita dei dati rileva che il 70% del totalecomplessivo degli addetti in R&S è riconducibile alle grandiimprese, mentre il 15% è ascrivibile alle medie imprese e il 15%è riferibile alle piccole imprese. Questi dati dimostrano l’estremaimportanza che le piccole e medie imprese attribuiscono all’impiegodi personale in attività di Ricerca e Sviluppo. Se le grandi realtàimpegnano generalmente il 18% dei propri addetti complessiviin R&S, le piccole e medie imprese risultano invece essereestremamente più focalizzate, arrivando a dedicare il 70% degliaddetti complessivi alla Ricerca e Sviluppo.

Se si estende l’analisi agli addetti complessivi delle 260 impreseaccreditate da Blossom & Company in questo Report (di cui60 farmaceutiche locali e globali) il dato si attesta a 40.956unità e comprende l’insieme delle aziende Food Biotech (3,7%),Environmental Biotech (0,5%), bioinformatiche (0,1%) e infineHealthcare Biotech, derivanti da aziende farmaceuticheglobali e locali (84,5% pari a oltre 34.500 unità), ed HealthcareBiotech, derivanti da aziende start up e spin off (11,3% pari aoltre 4.600 unità).

I dati utilizzati (numero degli addetti dichiarati dalle imprese siaattraverso l’analisi qualitativa, sia attraverso l’analisi delle noteintegrative) tendono, comunque, a sottostimare la dimensionedel settore, che – è presumibile – comprende, soprattutto nelcaso delle realtà aziendali di dimensioni meno grandi, un numerorilevante di professionisti, relazioni e collaborazioni esterne chedetermina un rilevante bacino di indotto a monte dell’industriabiotecnologica.

158

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Numero di società biotecnologiche:dettaglio evoluzione temporale (2001-2008)

Fonte: Blossom & Company (2009)

169189

211225

245 255 260

2008

Piccola 73%

Grande 14%

Media 13%

Ripartizione delle imprese biotecnologicheitaliane per dimensione

Fonte: Blossom & Company (2009)

Fonte: Blossom & Company (2009)

Ripartizione delle aziende biotecnologichein Italia per ambiti di applicazione

Health 73%

Bioinfo 4%

Environmental 9%

Agrifood 14%

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15Blossom & Company 2009

Il settore biotecnologico in Italia presenta in prevalenza unosviluppo recente: delle 260 aziende, oltre il 50% sono statecostituite o si sono insediate in Italia negli ultimi dieci anni.La particolare intensità di sviluppo che il settore ha conosciuto,soprattutto a partire dall’inizio del nuovo millennio, si rileva anchedalla costante crescita nel numero delle imprese accreditate daBlossom & Company (40 nel corso dell’ultimo anno) derivantidai settori farmaceutico, alimentare, ambientale e informaticoche con crescente intensità investono in progetti, prodotti, tecnologiee, più in generale, in piattaforme biotecnologiche.

A fianco di queste, si trovano un gruppo di imprese che vantanolunga storia e tradizione nella Ricerca e Sviluppo: 71 societàsono state fondate prima dell’inizio degli anni Novanta, 36 dellequali anteriormente al 1980. Si tratta di imprese che hannonel tempo consolidato posizioni, in prevalenza sul mercatonazionale, attraverso lo sviluppo di progetti, prodotti e tecnologieche, seppur riconosciuti a livello internazionale, raramente vengonopercepiti come successi italiani.

In termini di numerosità, il settore in Italia è composto in viaprevalente da piccole imprese. Ben 190 delle 260 impreseaccreditate Blossom & Company (pari al 73%) sono infatti impresecon meno di 50 dipendenti e con un fatturato inferiore a 10milioni di euro. Per quanto concerne le rimanenti, 34 (pari al13%) sono aziende di media dimensione (ossia che occupanomeno di 250 dipendenti e con un fatturato annuo non superiorea 50 milioni di euro), mentre 36 (il 14%) sono grandi impresecon oltre 250 dipendenti e oltre 50 milioni di euro di fatturato.

Tra le 260 imprese presenti in Italia si rileva che ben 190 (73%)operano nell’area della cura della salute (le cosiddette HealthCareCompanies o Red Biotech Companies), 36 nell’areadell’applicazione delle tecnologie biotecnologiche in ambitoagricolo, zootecnico e veterinario (Food), 23 nell’area industrialee ambientale (Environmental) e 11 sono orientate alla Ricercae Sviluppo in ambito bioinformatico.

Va segnalato, inoltre, come tra le 260 imprese vi sia unanetta prevalenza di aziende start-up (57% pari a 147 imprese)sviluppatesi grazie alla forte cultura imprenditoriale tipica deicomparti produttivi italiani. A queste vanno affiancati 37spin-off accademici.

La nostra attività di advisory per società biotecnologiche efarmaceutiche rileva quanto sia essenziale, soprattutto in questoperiodo, strutturare business model competitivi sulla scenainternazionale basati sui tre assi di sviluppo principali:

> un concetto di business che non pone limiti al potenzialedi crescita e creazione di valore;

> un forte network internazionale e una visione globale;

> opzioni strategiche di uscita con evidenza del plusvalorefinanziario generato.

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

Ripartizione del Valore della Produzioneper ambiti di applicazione

Agrifood 10,72%

Health 88,04%

Environmental 0,92% Bioinfo 0,32%

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

Ripartizione degli investimenti in R&S in attivitàbiotecnologiche per ambiti di applicazione

Health 94,83%

Bioinfo 0,10%

Agrifood 4,79%Environmental 0,29%

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Innovazione biotecnologicaper la cura della salute 2009Stefano Milani, Federica BottazziBlossom & Company

Posizionamento competitivoUn quadro d’insieme del contesto italiano

Il 2008 conferma il posizionamento competitivodel comparto Life Sciences italiano sulla scacchierainternazionale e contestualmente una cronicadebolezza delle piccole e medie imprese italianenel creare capital gain e attrarre capitali dainvestitori internazionali.

Al termine del periodo sono 190 le società cheinvestono in Ricerca e Sviluppo biotecnologicoesclusivamente nel comparto Healthcare (o curadella salute), di cui ben 26 accreditate daBlossom & Company nel corso dell’ultimo anno;quasi 14,5 miliardi di euro il giro d’affaricomplessivo (+18% rispetto all’anno precedente),di cui oltre 5,1 miliardi derivante dalla venditadi prodotti e tecnologie innovative (+ 24% ilsaggio di crescita registrato nell’ultimo anno),con una previsione di crescita confermata ancheper il 2008 nonostante la brusca frenata rilevatanel corso degli ultimi mesi dell’anno; 1,3 miliardidi euro gli investimenti in Ricerca e Sviluppobiotecnologico (+17% nel corso dell’ultimo anno),e oltre 39.000 gli addetti impiegaticomplessivamente in Italia dalle 190 società,di cui 7.684 per Ricerca e Sviluppo, datosignificativo per il forte incremento registratorispetto all’anno precedente (+26%).

Le società evidenziano una patrimonializzazionecomplessiva in significativo aumento del 36%,un EBIT in continua crescita (+78% rispettoall’anno precedente), accompagnato da unsignificativo aumento delle passività finanziarie(+51% rispetto all’anno precedente) attestatesia quasi 2,6 miliardi di euro.

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17Blossom & Company 2009

2003

Trend fatturato Biotech Helthcare

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

L’analisi dei modelli di business delle 190 imprese cheinvestono in Ricerca e Sviluppo biotecnologica nel compartoScienza della Vita, così come accreditate da Blossom & Company,ci consente di classificare ben 33 imprese come “Global”:si tratta in prevalenza di imprese di grande dimensione chepresentano un forte orientamento commerciale verso uno deiprincipali mercati mondiali, l’Italia, ma che contestualmente hannoun enorme potenziale per l’attività di Ricerca, Sviluppo eSperimentazione clinica. Tra gli altri, citiamo il caso di NovartisVaccines, insediatasi in Toscana a seguito dell’acquisizione da partedi Chiron (ex Sclavo).

Il macro-segmento di aziende farmaceutiche con maggiororientamento locale è composto da 26 imprese, che in linea coni propri piani strategici, stanno investendo in Ricerca e Sviluppoal fine di ampliare la propria pipeline con prodotti innovativi checonsentano, tra l’altro, un ampliamento del periodo di coperturabrevettuale.

A seguire si rilevano 21 spin-off universitari, 14 spin-out industriali,che evidenziano un business model fortemente correlato conle aziende multinazionali da cui la proprietà e il managementin larga parte deriva. Per finire ricordiamo le 96 start-up.

Il Valore della Produzione realizzato in Italia (relativamenteal solo comparto Healthcare o cura della salute) è stato pari aquasi 14,5 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al periodoprecedente. Incrementi maggiori si registrano sul fronte dellevendite di prodotti, progetti e tecnologie biotecnologiche innovativeche registrano una crescita del 24% (attestandosi in valorea 5,1 miliardi di euro).

La scomposizione del Valore della Produzione biotecnologicaitaliana rileva come il 64% deriva dall’attività riconducibile alle33 società “Multinazionali”, il 30% deriva dalle 26 aziendefarmaceutiche il cui core business è prevalentemente locale, ilrestante 6% del valore generato deriva invece dal Valore dellaProduzione biotecnologica generato dalle 131 imprese classificatecome start-up, spin-out (MBO, LBO, MBI) e spin-off accademici.

A complemento dei dati descritti riteniamo sia utile fornire ledimensioni economiche complessive dell’aggregato all’internodel quale si colloca il fatturato biotech sopra descritto. In terminidi fatturato complessivo (non enucleando quindi la componentederivante dall’attività biotech), nel 2007 le 190 imprese presein esame hanno realizzato oltre quasi 14,5 miliardi di euro.

fino

al 1

970

27

Numero di societàbiotecnologiche in Italia:evoluzione temporale

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

3.67

3.90

5

2004

3.99

9.14

2

2005

3.99

4.93

3

2006

4.13

5.23

2

2007

5.13

7.77

9

1971

- 19

75

28

1976

- 19

80

35

1981

- 19

85

42

1986

- 19

90

61

1991

- 19

95

78

1996

- 20

00

10620

01 -

2004

155

2005

- 20

08

190

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L’analisi dell’evoluzione storica del fatturato, dopo una flessionedel Valore della Produzione biotecnologica rilevata nel corso del2005, evidenzia anche nel corso del 2008 un consolidamentodel trend positivo che si va potenziando con una forte ripresa(+24%) nel corso del 2007.

Tale crescita del Valore della Produzione, derivante da prodotti,progetti e tecnologie biotecnologiche, è stata trascinataprincipalmente dalle 33 imprese “multinazionali” (+24%),a seguire le società farmaceutiche “locali” con una crescitadel 10% si attestano a quasi 4,4 miliardi di euro, mentre lestart-up, gli spin-out e spin-off universitari con una crescita dipoco superiore al 10% rispetto all’anno precedente si attestanoa 0,9 miliardi di euro.

L’analisi dimensionale rileva inoltre una forte crescita nel corsodell’ultimo anno del fatturato delle 64 imprese di grandi e mediedimensioni (+19%). Le 126 aziende di piccole dimensioni,invece, dopo un assestamento rilevato nel corso dell’anno2005/2006 assestano una crescita del +14% nell’ultimo anno.

Incrementi interessanti si registrano quindi anche sul fronte degliinvestimenti in Ricerca e Sviluppo innovativa su piattaformebiotecnologiche pari a euro 1,3 miliardi di euro (+17% rispettoal dato 2006) e una previsione di ulteriore crescita prevista peril 2008. Segnali che riflettono la forte propensione alla Ricercae Sviluppo dell’élite di imprese “Healthcare” italiane accreditatenel nostro Rapporto.

A completamento dei dati presentati, è sicuramente utilefornire le dimensioni economiche complessive degli investimentiin Ricerca e Sviluppo (non limitandosi quindi alla sola attivitàbiotecnologica): nel 2007 le 190 imprese Healthcare accreditateda Blossom & Company hanno realizzato in Italia oltre 2.476milioni di euro in investimenti in Ricerca, Sviluppo e sperimentazionicliniche. Tale dato risente certamente in modo significativodel valore degli investimenti relativi alle imprese di derivazionefarmaceutica e, in particolare, delle 60 aziende farmaceutichelocali e multinazionali che in larga parte investono in sperimentazionicliniche anche in Italia (esclusa Fase I).

Il 2007 è stato ancora un anno di forte consolidamento dellamarginalità operativa. Il dato si attesta a 1.349 milioni di euro,in decisiva crescita del 60% rispetto all’anno precedente.Segnale che riflette la tendenza ad una crescente maturitàstrutturale delle imprese innovative accreditate.Negli ultimi tre anni si registra inoltre una crescita costantedel rapporto EBITDA / Valore Produzione che passa dal 3,3%nel 2005 al 9,3% nel corso del 2007.

Le 260 imprese accreditate presentano una capitalizzazionecomplessiva pari a 4.129 milioni di euro, in significativa crescita,a riprova di un trend ormai costante che sottolinea l’indirizzostrategico di una crescita strutturale anche per le società cheinvestono in Ricerca e Sviluppo innovativa in Italia (+36%).

Distribuzione degli addetti Ricerca e Sviluppoper classi dimensionali

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

Grande 79%

Piccola6%

Media 15%

fino

al 1

940

5

Numero di società di grandi dimensioniaccreditate in Italia: evoluzione temporale

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

1940

- 19

60

11

1960

- 19

70

16

1971

- 19

75

17

1976

- 19

80

18

1981

- 19

85

22

1986

- 19

90

24

1991

- 19

95

28

1996

- 20

00

34

2001

- 20

04

34

2005

- 20

08

34

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19Blossom & Company 2009

L’analisi dimensionale rileva, inoltre, una forte diversificazionein relazione alla maturità e sostenibilità del business dellesocietà Healthcare che investono in attività di Ricerca e Sviluppoinnovativa in Italia. Infatti, se da un lato la presenza di redditivitàoperativa a livello complessivo sembrerebbe indicare che ilsettore abbia superato la fase di primo sviluppo, dall’altro èopportuno considerare in modo distinto le tre “anime” cheidealmente compongono l’intero campione delle impresebiotecnologiche innovative italiane accreditate nel corsodella nostra analisi.

In particolare rileviamo come l’analisi dell’EBIT (dato che assorbegli ammortamenti relativi agli investimenti posti in essere dalleimprese) evidenzia un dato complessivo superiore a 610 milionidi euro, di cui le imprese di piccole dimensione rilevano unEBIT complessivo negativo di -57 milioni di euro, le impresedi medie dimensione rilevano un EBIT complessivo negativodi -72 milioni di euro, mentre le imprese di grandi dimensioneregistrano un EBIT complessivo positivo pari a oltre +739milioni di euro.

La dimensione complessiva degli addetti dedicati ad attivitàdi Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione clinica è pari a 7.684unità (il 19% degli addetti complessivamente censiti nelcomparto Healthcare).

Tale dato, sulla base dell’approccio metodologico fornito dalpresente Rapporto, può essere ulteriormente scomposto in duesottocategorie:

> il 77% (pari a 5.914 risorse dedicate ad attività di Ricercae Sviluppo) è riconducibile alle 59 aziende farmaceutichee aziende globali;

> il restante 33% (pari a 1.769 unità) è riconducibile alle 131aziende start-up, spin-off accademici e spin-off industriali.

Da un’analisi più approfondita dei dati emerge che il 79% deltotale complessivo degli addetti in Ricerca, Sviluppo eSperimentazione è riconducibile alle grandi imprese, mentreil 15% è riconducibile alle 30 medie imprese e il restante 6%è riferibile alle 126 imprese di piccole dimensioni che, d’altrocanto, rilevano un’incidenza di addetti specializzati in Ricercae Sviluppo nettamente superiore rispetto alle altre due categorie(29% degli addetti complessivi rispetto al 19% accertato nellemedie e grandi imprese).

Se si estende l’analisi agli addetti complessivi delle 190imprese accreditate da Blossom & Company nel presente Report(di cui 59 farmaceutiche locali e globali) il dato si attesta a39.214 unità.

fino

al 1

940

2

Numero di società di medie dimensioniaccreditate in Italia: evoluzione temporale

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

1940

- 19

60

6

1960

- 19

70

9

1971

- 19

75

9

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80

12

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- 19

85

14

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21

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00

25

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29

2005

- 20

08

30

fino

al 1

940

1

Numero di società di piccole dimensioniaccreditate in Italia: evoluzione temporale

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

1940

- 19

60

2

1960

- 19

70

2

1971

- 19

75

2

1976

- 19

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5

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6

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1996

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00

47

2001

- 20

04

92

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- 20

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126

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Il settore biotecnologico in Italia presenta in prevalenza unosviluppo recente: delle 190 imprese accreditate da Blossom &Company nell’élite delle imprese innovative biotecnologicheitaliane, con oltre il 44% delle imprese costituite o insediatesi inItalia dal 2000 in avanti. La particolare intensità di sviluppo cheil settore ha conosciuto a partire dall’inizio del nuovo millenniosi rileva anche dalla costante crescita nel numero delle impreseaccreditate da Blossom & Company, una crescita che fondacomunque le proprie radici su una struttura del settore farmaceuticoche, fin dall’inizio del Novecento, ha visto svilupparsi impresetuttora presenti sui mercati locali e internazionali.

A fianco di queste, si trovano un gruppo di imprese che vantanolunga storia e tradizione nella Ricerca e Sviluppo: 8 societàsono state fondate prima dell’inizio degli anni Quaranta, 46 dellequali tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta. Si tratta di impreseche hanno nel tempo consolidato posizioni prevalentementesul mercato nazionale attraverso lo sviluppo di progetti, prodottie tecnologie che, seppur riconosciuti a livello internazionale,raramente vengono percepiti come successi italiani.

20

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The art ofbusinessinnovationdiffers fromcountryto country

blossomcompany.com

St rategic Advisor y in Heal thcare & B iotechCorporate Finance

Center for B ioEnt repreneurs

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22

Sperimentazione biotecnologica

Pipeline TerapeuticiLa Ricerca & Sviluppo svolta in Italia nell’ambito delle appli-cazioni farmaceutiche sta producendo una significativa“pipeline” di prodotti in diverse fasi di sviluppo.

In Italia vi sono infatti nel complesso 209 prodotti in sviluppopre-clinico e clinico, frutto della ricerca di 48 imprese. Di questi,73 si trovano nella fase di sviluppo pre-clinico mentre 136sono già in fase clinica (Fase I-II-III). Nello specifico, 26 sonoin Fase I, 55 in Fase II, 55 in Fase III.

La ricerca italiana vanta inoltre 49 progetti in fase di ricercaprecoce (qui di seguito denominata “discovery”), che rappre-sentano una interessante promessa per il settore nei prossimianni. Con questi ultimi, il numero totale di prodotti e/o progettisale a 258: la maggior parte di essi è entrato nella fase disviluppo attuale nel corso degli ultimi tre anni (2006-2008).

Per quanto concerne i prodotti in “discovery”, il maggiornumero di essi trova applicazione nelle aree degli antineoplasticie immunomodulatori (31%) e del sistema nervoso centrale(18%), seguiti dalle aree gastrointestinale e muscolo-scheletrico(entrambi con l’8% dei progetti).

Tenendo in considerazione l’intera attività di Ricerca & Sviluppo(comprensiva pertanto anche delle molecole in “discovery”),l’analisi rileva un forte orientamento degli investimenti com-plessivi nell’area degli antineoplastici e immunomodulatori(36%), del sistema nervoso centrale (14%), della dermatologia(7%) e del cardiovascolare (6%).

I dati esposti appaiono ancora più rilevanti se si tiene contoche sono stati presi in considerazione esclusivamente prodottie progetti frutto di attività di Ricerca e Sviluppo italiana,includendo quella condotta da centri di ricerca di impresemultinazionali presenti sul territorio nazionale. In quest’ultimocaso sono stati rilevati i prodotti/progetti per i quali ci sia statoun impegno prevalente sul territorio nazionale.

I dati complessivi evidenziano la capacità di investire in ricercadel comparto biotecnologico italiano, che registra da alcunianni una sempre maggiore capacità di produrre valore, comemostra l’alto numero dei prodotti in sviluppo (209).

Per quanto riguarda la classificazione dei prodotti in sviluppo,si evidenziano 14 aree terapeutiche, tra cui spiccano, per massacritica, quella degli antineoplastici e immunomodulatori (38%),del sistema nervoso centrale (12%) e delle aree dermatologicae cardiovascolare (entrambe al 7%).

Se esaminiamo i prodotti indicati sopra per tipologia, emergeuna forte predominanza dei cosiddetti farmaci a basso pesomolecolare (small molecules, complessivamente pari al 48%),seguite da proteine terapeutiche e anticorpi monoclonali(entrambi 12%), e quindi peptidi (7%).

Nel complesso i farmaci biotecnologici, o biofarmaceutici,rappresentano circa il 30% del totale dei prodotti in svilupposecondo la definizione che include: proteine ricombinantiterapeutiche, prodotti basati su anticorpi monoclonali usati"in vivo" a scopo medicale, medicinali basati sulle tecnologiedegli acidi nucleici e della terapia cellulare.

Combinando l’analisi dei prodotti per tecnologie e area tera-peutica si evidenzia un forte impiego di “small molecules” incampo oncologico (14% del totale) e in campo neurologico(11%), seguite dall’uso di anticorpi monoclonali ancora unavolta in campo oncologico (7%).

Ripartizionedel numerodi prodottie progettiper fasedi sviluppo

Fonte:Blossom & CompanyAssobiotec (2009)

Discovery 49Preclinica 73Fase I 26Fase II 55Fase III 55TOTALE 258

Classificazione del numero di prodottie progetti per area terapeutica (*)

Ripartizione del numero di prodotti e progettiper tecnologia applicata

Fonte: Blossom & Company - Assobiotec (2009)

PiccolemolecoleProteinericombinantiAnticorpimonoclonaliPeptidiProdottinaturaliTerapia cellulareTerapia genicaVacciniAltro

48%

12%

12%

7%

5%

3%

11% 1%1%

Fonte: Blossom & Company - Assobiotec (2009)

V

P

R

S

J

H

G

B

M

A

C

D

N

L10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

DiscoveryPreclinicaClinica

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23Blossom & Company 2009

I prodotti e progetti citati derivano prevalentemente da ricercapropria (64%), mentre i casi di in-licensing rappresentano unaquota inferiore (15%), così come le cessioni registrate da casamadre o gli accordi di co-sviluppo (10%).Tale andamento viene confermato per ognuna delle diversearee terapeutiche considerate, se analizzate singolarmente.

Pipeline DiagnosticiI dati ottenuti per l’anno 2008 sono da considerarsi parziali inquanto si riferiscono alle attività di Ricerca & Sviluppo condottenel nostro paese da alcune start-up italiane (5) che hannorisposto al nostro sondaggio.

La pipeline complessiva che ne risulta conta 14 prodottidiagnostici in fase di sviluppo che rientrano nell’area oncologica(71%), ematologica (21%) e genito-urinaria e degli ormonisessuali (7%).

Tra le tecnologie utilizzate, si evidenzia una forte predominanzadell’uso di peptidi (57%) e di anticorpi (14%), mentre nelcomplesso più del 70% dei progetti presenta almeno unbrevetto concesso.

Tali prodotti originano prevalentemente da attività in-licencing(57%) e da ricerca propria (43%).

Non risultano infatti progetti in co-sviluppo.

Pipeline TecnologieSono 63 le tecnologie innovative in studio in Italia che preve-dono l’impiego di metodologie biotecnologiche, fruttodell’attività di 26 aziende, per la maggior parte italiane.

Gli ambiti di applicazione appaiono molto diversi tra loro, male aree dello screening farmacologico (nel 35% dei casi) e delmiglioramento di preparazioni farmacologiche (nel 13% deicasi) sono prevalenti.

Le tecnologie allo studio derivano prevalentemente da ricercainterna delle singole aziende (84% dei casi), da progetti dicollaborazione (10% ), e solo in minima parte da acquisizioni“in-licensing” (6%).

Si registra inoltre che circa la metà delle tecnologie in sviluppoè ormai protetta da brevetto: un dato in linea con la crescenteconsapevolezza che il settore italiano sta sviluppando circal’imprescindibilità di tale strumento ai fini della valorizzazionee tutela dei risultati della ricerca proprietaria.

In termini assoluti il maggior numero di progetti tecnologiciè stato avviato nell’ultimo triennio (2005-2008).

Da un’analisi più approfondita è possibile rilevare una certaciclicità nell’andamento del numero di progetti avviati ognianno.

Il grado di innovatività del sistema italiano si attesta su valoridi notevole interesse. Infatti, il 76% dei prodotti e progettiesaminati rientra nella categoria First in Class, mentre il 20%dei casi si classifica come Me too Better, o come Me too, nelrestante 3%.

Dei 209 prodotti in sviluppo, ben 40 hanno ottenuto la “orphandrug designation” (2 dalla FDA, 7 dall’EMEA e 31 sia dall’EMEAsia dalla FDA): si tratta in prevalenza di prodotti che hannoapplicazione terapeutica in ambito oncologico e che si trovanogià in fasi di sviluppo clinico molto avanzate. Tali prodottiderivano dalle attività di Ricerca e Sviluppo di 15 aziende, dicui circa un terzo sono italiane.

Nel complesso il 90% dei progetti e prodotti in studio in Italiapresenta almeno un brevetto concesso. In particolare, siregistrano i maggiori tassi di copertura brevettuale nellearee degli antiparassitari, del sistema respiratorio e degliorgani di senso.

Le attività di Ricerca e Sviluppo nell’area salute, oltre alla“pipeline” dei prodotti terapeutici, stanno generando ancheuna “pipeline” in ambito diagnostico e tecnologico.

(*) Aree Terapeutiche

A, Gastrointestinale e metabolismo; B, Sangue ed organi emopoietici;C, Cardiovascolare; D, Dermatologico; G, Genito-urinario e ormoni sessuali;H, Ormoni (esclusi quelli sessuali); J, Antimicrobici per uso sistemico;L, Antineoplastici e immunomodulatori; M, Muscolo-scheletrico;N, Nervoso centrale; P, Antiparassitari; R, Respiratorio; S, Organi di senso;V, Altro.

Classificazione del numero di prodottie progetti per origine e area terapeutica (*)

Fonte: Blossom & Company - Assobiotec (2009)

V

P

R

S

J

H

G

B

M

A

C

D

N

L10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Ricerca propriaIn-licensingCessione dallacasa madreCo-sviluppo

Classificazione del numero di nuovi progettiavviati per anno

Fonte: Blossom & Company - Assobiotec (2009)

20

15

10

5

<2000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

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Le tabelle che seguono sono state tratte dal 7° RapportoNazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinalipubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco a luglio 2008.Il Rapporto è disponibile in formato PDF sul sito webdell’OsSC http://oss-sper-clin.agenziafarmaco.itI dati in esso contenuti si riferiscono al periodo 1° gennaio2000 - 31 dicembre 2007. Rielaborazione e sintesi predisposteda Blossom & Company.

L’Osservatorio Nazionale sulle Sperimentazioni Cliniche deimedicinali (OsSC), rileva come nel 2007 il numero assolutodi sperimentazioni si è attestato a 750 unità. Gli studi di FaseI e II rappresentano una quota rilevante del totale della ricercaclinica: nel 2007 hanno raggiunto il 42,6% del totale.Parallelamente, gli studi di Fase III, che nell’ultimo annorappresentano il 44,5% del totale, confermano l’andamentoiniziato nel 2005. Le sperimentazioni multicentriche sonostabili intorno al 80% del totale.Seguendo il trend di crescita degli anni precedenti la quotadi partecipazione dell’Italia a studi internazionali nel 2007è salita al 75,3%.Le principali categorie terapeutiche oggetto della ricercaclinica italiana sono quelle dei farmaci antineoplastici eimmunomodulatori (34,1%), seguite dai farmaci per ilsistema nervoso (11,7%) e dagli antimicrobici generali peruso sistemico (9,8%).Nel 2007 la quota di sperimentazione no profit, sostenuteda Promotori indipendenti non a fini industriali (Aziende

Ospedaliere, ASL, Associazioni Scientifiche, IRCCS,Università, etc.), ha superato il 35% del totale.La ricerca no profit in Italia è fortemente orientata ai farmaciantineoplastici e immunomodulatori concentrando in questecategorie oltre la metà delle proprie risorse (53,5%).Le aziende farmaceutiche (Promotori Profit) diversificanoin misura maggiore le proprie ricerche e convergonoprincipalmente sui gruppi terapeutici degli antineoplasticie immunomodulatori (26,0%), dei farmaci per il sistemanervoso (13,0%) e degli antimicrobici generali per usosistemico (11,1%).Nonostante in Italia siano censiti 578 Promotori (360 profit e218 no profit) con almeno una sperimentazione approvata, iprimi 50 concentrano oltre il 60% degli studi clinici.La tipologia di strutture coinvolte in Italia vede le struttureospedaliere capillarmente diffuse sul territorio con unapartecipazione del 78,1% degli studi, gli IRCCS al 52,5%, leUniversità al 30% e i Policlinici Universitari al 27,9%.L’Emilia Romagna e la Liguria registrano il numero mediodi sperimentazioni per struttura più alto, rispettivamente 52e 48, nonostante la Lombardia (58,9%) continui ad essere laRegione più coinvolta in studi clinici.Le strutture maggiormente impegnate in studi clinici sonol’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico S. OrsolaMalpighi di Bologna (16,4%), l’Istituto San Raffaele di Milano(14,4%), l’Istituto Policlinico San Matteo di Pavia (12,2%) e ilPoliclinico Universitario Gemelli di Roma (11,6%).

Sperimentazione Clinica in Italia

Sperimentazioni per anno e fase - SC totali: 5.122

Fase I Fase II Fase III Fase IV Bioeq/Biod TotaleAnno

SC % SC % SC % SC % SC % SC %

2000 5 0,9 156 27,8 345 61,5 43 7,7 12 2,1 561 100,02001 5 0,8 203 33,2 329 53,8 55 9,0 19 3,1 611 100,02002 11 1,9 214 37,7 290 51,1 40 7,1 12 2,1 567 100,02003 11 1,9 202 34,9 312 53,9 47 8,1 7 1,2 579 100,02004 10 1,6 222 35,5 327 52,2 55 8,8 12 1,9 626 100,02005 21 3,2 230 34,9 325 49,3 76 11,5 7 1,1 659 100,02006 28 3,6 297 38,6 351 45,6 76 9,9 17 2,2 769 100,02007 32 4,3 287 38,3 334 44,5 92 12,3 5 0,7 750 100,0Totale 123 2,4 1.811 35,4 2.613 51,0 484 9,4 91 1,8 5.122 100,0

Sperimentazioni per tipologia della struttura partecipantee fase - SC totali: 4.999 (esclusa Fase I)

%Tipologia SC

Fase II Fase III Fase IV Bioeq/Biod Totale

Strutturaospedaliera 3.905 32,8 57,6 9,0 0,6 100,0

IRCCS pubblicoo privato 2.675 35,8 54,9 8,5 0,9 100,0

Università 1.501 25,4 63,4 9,8 1,4 100,0

Policlinicouniversitario 1.396 25,5 63,9 9,6 1,0 100,0

ASL 1.003 25,9 65,0 8,3 0,8 100,0

Casa di cura 245 27,8 66,5 4,1 1,6 100,0

Altro* 48 27,1 60,4 12,5 0,0 100,0

* Enti di ricerca, Ospedale militare

Sperimentazioni per area terapeutica

OncologiaCardiologia/Mal. vascolari

Immunologia e mal. infettiveNeurologia

GastroenterologiaEndocrinologia

Malattie app. respiratorioEmatologia

Nefrologia/UrologiaPsichiatria/Psicologia

OftalmologiaMal. app. muscolo-scheletrico

Dermatologia/Chir. plasticaReumatologia

Ginecologia e ostetriciaAnestesiologia

Sistema genito-urinarioAltro

SC

1.389

551

470

426

329

279

217

192

184

133

133

132

116

110

82

73

72

111

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In questa sezione cercheremo di fornire un quadrodel comparto biotech in Italia. Tale analisi siconcentra sulla morfologia del settorebiotecnologico, illustrando le specificità dellostesso in termini di caratteristiche dimensionali,modelli di governance e strutture patrimoniali.Inoltre, abbiamo riproposto l’analisi, introdottanello scorso Rapporto, sui trend di sviluppodel fatturato delle imprese del comparto basatasulla matrice delle dinamiche evolutive.

Tale strumento consente di individuare le direttricidi sviluppo del settore sia nel breve che nel lungotermine e si presta pertanto ad integrare sotto ilprofilo interpretativo i dati proposti nella parteintroduttiva del report.

Il profilo dimensionale delle imprese biotech

Il settore biotech italiano risulta composto inprevalenza da imprese di piccole dimensioni.

Il 73% del campione (190 imprese su 260) ècomposto da società di piccole dimensioni,caratterizzate da un fatturato non superiore ai 10milioni di euro e da meno di 50 addetti. Leimprese di medie dimensioni sono circa il 13%del campione (34 su 260). Le grandi imprese(oltre 250 addetti e fatturato superiore a 50milioni di euro) sono invece 36 e costituisconoil 14% della popolazione. È opportuno segnalaree precisare che i totali includono 38 subsidiariesdi multinazionali estere presenti sul territorioitaliano, che sono in prevalenza unità di grandidimensioni. Di queste, difatti il 53% sono grandiimprese e il 29% di media dimensione, mentresolo il 18% sono unità di piccola dimensione.

Analizzando la distribuzione del fatturato pertipologia dimensionale, si nota come quasi il 90%del fatturato biotech complessivo del 2007 originidalle 36 grandi imprese individuate.Le stesse impiegano oltre l'80% degli addetticomplessivamente occupati nel settore.

Alle imprese di medie dimensioni corrispondel’11% sia del fatturato biotech che dei dipendenti,mentre le società di piccole dimensioni generanosolo il 2% del fatturato biotech complessivo,impiegando il 5% degli addetti.

25Blossom & Company 2009

Questi dati, come detto, includono anche le filialidi aziende multinazionali, dalle quali originanoquasi l’80% del fatturato e il 45% degli addettitotali del settore.

Le aziende biotech in Italia: struttura,caratteristiche e dinamiche di evoluzioneAlberto Onetti, Alessia Pisoni, Marco TalaiaCrESIT – Università dell’Insubria di Varese

START UP PICCOLE MEDIE SUBSIDIARIES GRANDIFatturatobiotech 0,55 0,70 17,2 110,8 129,2(mio euro)Addetti 14 10 130 467 960Anni <5 5<y<20 10<y<50 2<y<100 5<y<100

Le imprese biotech in Italia: valori medi per tipologia di impresa (2007)

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

Passando ad analizzare le caratteristiche delleimprese che compongono il settore biotech italiano,è interessante analizzare separatamente le aziendedi recente costituzione (start up e spin off).

Le imprese neo-costituite fatturano in media 550mila euro contro i circa 700 mila euro mediamentefatturati dalle piccole imprese di meno recentecostituzione. Per quanto riguarda il dato relativoai dipendenti, le start up impiegano mediamenteun numero di addetti superiore al 40% rispettoalle piccole imprese. Tali dati segnalano una piùmarcata propensione all’investimento da partedelle start up.

Dall’analisi dei dati emerge inoltre come lemedie imprese presentino un fatturato medio(17,2 milioni) più di 30 volte superiore a quellodelle piccole imprese e occupino in media130 dipendenti ciascuna. Per quanto riguardala maturità operativa delle imprese di mediedimensioni, queste presentano un'età mediache va dai 10 ai 50 anni di attività. Le grandiimprese fatturano mediamente circa 130 milionidi euro e impiegano quasi mille dipendenti.Va segnalato come le grandi imprese cheimpiegano la maggior quota di addetti sianole big pharma: oltre il 50% dei dipendenticomplessivamente impiegati dalle grandi impreselavorano per case farmaceutiche.

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26

Relativamente alle filiali di aziende multinazionali (gruppo formatoda 38 imprese) occorre precisare come questo gruppo presentiuna prevalenza numerica di grandi imprese: vi sono 20 grandiimprese, 11 medie e 7 piccole. Ciò spiega l’elevato fatturatomedio (111 milioni di euro) di questa categoria, così come larelativa numerosità degli addetti (467 dipendenti per impresa).Inoltre, occorre precisare come la quasi totalità delle subsidiaries(35 su 38 filiali operanti nel biotech) siano red biotech companies.

Il profilo dimensionale delle imprese red biotech

Focalizzando l'analisi sulle imprese red, è possibile delineare iprofili medi delle aziende del comparto. Tali aziende sono statecategorizzate in base al business model adottato, distinguendole imprese tra pure biotech e pharma biotech. Le imprese redpresenti in Italia sono 190, di cui 138 risultano essere purebiotech, mentre 52 sono pharma biotech (di cui 27 biotechoriented e 25 pharma oriented).

Dalla lettura dei dati riportati in tabella si evince come il fatturatomedio e il numero medio di dipendenti vari in modo significativoa seconda del business model che caratterizza le diverse impreseappartenenti al settore red.

BIOTECH BIOTECH PHARMAPURE ORIENTED ORIENTED

Fatturatocomplessivo 15,0 124,1 315,0(mio euro)Fatturato biotech(mio euro) 10,0 87,5 57,8

Addetti 65 147 863Anni 2<y<20 5<y<20 8<y<100

Differenze tra i modelli di business delle imprese red biotech (2007)

Fonte: Blossom & Company – CrESIT 2009

Per quanto riguarda i dati di fatturato medio, notiamo come questipresentino un’ampia variabilità, notevolmente più pronunciatase si prende in considerazione il dato del fatturato complessivo.Con riferimento alle aziende pure biotech, si tratta in genere diaziende di recente costituzione (con una ampia aliquota di startup), con una dimensione aziendale medio-piccola: tali aziendeoccupano in media intorno ai 65 addetti e generano un fatturatocompreso tra 10 e 20 milioni. Tali imprese presentano unaforte focalizzazione sul biotech (da cui in media derivano il 75%del proprio fatturato).

Passando ad analizzare le pharma biotech, il profilo cambiadecisamente a seconda che si consideri il segmento delle biotechoriented o quello delle pharma oriented. Le prime sono impresedi dimensione medio-grande presenti sul mercato da 5/15 anni.Tali imprese occupano in media 150 addetti e realizzano oltre120 milioni di euro di fatturato, con un focus prevalente sul biotech(da cui deriva mediamente il 70% del valore della produzione).

Le pharma oriented sono invece grandi imprese farmaceutiche,facenti spesso parte di gruppi internazionali, caratterizzati dafatturati importanti e da una ampia base occupazionale (occupanoin media quasi 900 dipendenti). Per queste imprese il biotechnon rappresenta il core business della propria attività, in quantoincide in media per un 15%-20% sul fatturato complessivo.

Profilo dimensionale delle impresebiotech italiane

190 73%

GrandeMediaPiccola

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

36 14%

34 13%

Profilo dimensionale delle subsidiariespresenti in Italia

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

7 18%

GrandeMediaPiccola

20 53%

11 29%

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27Blossom & Company 2009

Spin off

Un aspetto importante per valutare l’evoluzione e la dinamicità delsettore biotech è la nascita di nuovi spin off. Gli spin off infattifavoriscono il trasferimento di conoscenza dalle università al mondoimprenditoriale, a prescindere dal fatto che essi siano accompagnatidalla fuoriuscita o meno del personale accademico. Gli spin offcensiti quest’anno sono 44, di cui 7 di gemmazione corporate e 37universitari. L’anno precedente ne risultavano 26. Il fatto che moltispin off originino dalle università rappresenta una proxy dell’eccellenzascientifica delle stesse, capaci di formare ricercatori di alto profiloin grado di intraprendere progetti imprenditoriali autonomi.

Analizzando il fatturato biotech medio degli spin off emerge comequesto risulti più alto di quello mediamente espresso dalle startup e dalle imprese di dimensione piccola: gli spin off hannoun fatturato derivante da attività e processi biotech intorno agli800 mila euro, superiore di circa il 14% a quello delle impresedi piccole dimensioni e di circa un 45% a quello delle start up.

Anche il numero medio degli addetti risulta più elevato, in quantogli spin off sono formati in media da 21 addetti, contro i 14 dellestart up e i 10 delle imprese di piccole dimensioni. Questo datorisente in modo significativo della presenza di 7 spin off corporatenella popolazione, i quali presentano una dimensione mediamaggiore rispetto agli spin off universitari. Se guardiamo ai solispin off accademici il fatturato medio risulta pari a 245 mila euro,mentre il numero di addetti scende a 5.

Società incubate

Delle 260 imprese della popolazione, 95 risultano situate all’internodi parchi o incubatori, spesso patrocinati o promossi da entiterritoriali. Tra queste 86 risultano essere imprese di piccoledimensioni, 7 di medie dimensioni e 2 di grandi dimensioni.Il 50% degli spin off di cui si è parlato in precedenza sono insediatipresso parchi o incubatori. La seguente tabella rappresenta ilposizionamento delle imprese all’interno dei parchi principali.

Nei primi 6 parchi censiti (BioIndustry Park Canavese, Area SciencePark Trieste, Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna, ParcoTecnologico Padano, Parco Scientifico Biomedico San Raffaele eInsubrias BioPark) sono collocate il 66% delle imprese incubate.

BioIndustry Park Canavese 18%Area Science Park Trieste 16%Parco Scientifico e tecnologico della Sardegna Polaris 15%Parco Tecnologico Padano 7%Parco Scientifico Biomedico San Raffaele 6%Insubrias BioPark 4%Environment Park Torino 3%Polo Scientifico di Sesto Fiorentino 3%Toscana Life Sciences 3%Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia VEGA 3%Incubatore dell’Università di Torino 3%Incubatore Firenze Ovest 3%Bresso Bioscience Park 2%IFOM-IEO 2%Tecnopolis Valenzano 2%Altri 8%

Le imprese incubate in Italia (2008)

Fonte: Blossom & Company – CrESIT 2009

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

Ripartizione del fatturato biotech per tipologiadi azienda (dati in milioni di euro)

133 2%

GrandeMediaPiccola

4.651 87%

587 11%

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

Ripartizione degli addetti complessiviper tipologia di azienda

1.960 5%

GrandeMediaPiccola

34.582 84%

4.414 11%

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28

La struttura patrimoniale delle imprese biotech

Di seguito proponiamo l’analisi della struttura patrimoniale delleimprese biotech italiane.L’obiettivo è quello di ricavare alcune indicazioni di massima circail grado di patrimonializzazione, il livello di indebitamento e latipologia di investimenti effettuati. L’analisi è stata condottafacendo riferimento al diverso profilo dimensionale delle impresedel settore, e per quanto riguarda il segmento red biotech, anchein relazione al business model adottato da quest’ultime.

Dall’analisi dei dati risulta confermata la solida patrimonializzazione(32%) che connota il comparto, anche se in calo di 3 puntipercentuali rispetto all’anno precedente. La posizione debitoriadel settore risulta ampiamente sostenibile dal momento che ilnet gearing si attesta su valori minori dell’unità (0,6). Sul versantedegli assets rileviamo un aumento dell’attivo fisso, che porta ilmargine di struttura dall’1,2 dell’anno precedente allo 0,88.L’attivo circolante continua a rappresentare la parte prevalentedella struttura dell’attivo (57%).

Passiamo ora a verificare se esistono differenze nella strutturapatrimoniale delle diverse categorie dimensionali delle impreseche compongono il comparto.

Per quanto concerne le imprese di grandi dimensioni, il profilopatrimoniale non presenta marcate differenze rispetto all’annoprecedente (dati 2006). Il dato più significativo è rappresentatodall’aumento delle immobilizzazioni, che passano dal 28% al37%. Sul lato del passivo la struttura rimane pressoché invariata,con uno diminuzione di 4 punti percentuali delle passività a brevetermine. Il debt/equity è pari a 0,6 ed esprime una contenutaesposizione finanziaria, mentre il margine di struttura risulta dipoco inferiore all’unità.

Le imprese di medie dimensioni sono le uniche a non mostrareun aumento delle immobilizzazioni.

L’attivo fisso è calato di 4 punti percentuali passando dal 34%del 2008 al 30% del 2009, con una netta prevalenza dei capitalecircolante (70%). Dal lato del passivo le imprese di mediedimensioni mostrano una capitalizzazione del 30%, con undebt/equity di 0,7, anche per questo gruppo ampiamente contenuto.Il margine di struttura, pari a 1, è facilmente desumibile anchedall’osservazione della figura.

Le imprese di piccole dimensioni mostrano l’aumento più sensibiledelle immobilizzazioni, passando dal 30% del 2008 al 47%del 2009. Questo aumento può essere dovuto ad una più correttarilevazione in bilancio degli intangibile assets, che avrebbeportato negli anni passati a sottostimare il valore dell’attivo fisso.Sul lato del passivo si nota una netta prevalenza delle passivitàa medio-lungo termine rispetto al breve (47% versus 14%).Il margine di struttura (0,9) è di poco inferiore all’unità, mentreil net gearing (pari a 0,4) risulta essere il più basso dei tre gruppi,anche in considerazione della maggiore patrimonializzazione diquesta categoria di imprese (equity ratio pari al 43%).

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

Gli spin off biotech in ItaliaSpin off corporate Spin off universitari

37

7

SPIN

OFF

0,80

Fatturato medio per categoria

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

0,55

0,70

STAR

T UP

PICC

OLE

SPIN

OFF

21

Numero medio di addetti

Fonte: Blossom & Company - CrESIT (2009)

14

10

STAR

T UP

PICC

OLE

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29Blossom & Company 2009

Anche dall’analisi di quest’anno emerge l’immagine di un settoreche presenta buoni livelli di capitalizzazione e una modestaesposizione debitoria. Riteniamo essere questi due requisitifondamentali per lo sviluppo futuro del settore, in quantorappresentano le condizioni indispensabili per l’accesso al mercatodel private equity. In un settore in cui i forti investimenti in Ricercae Sviluppo uniti allo scenario temporale medio-lungo causanoun’alta volatilità dei rendimenti, risulta indispensabile il controllodel rischio finanziario, allo scopo di rendere “appetibili” gliinvestimenti e poter affrontare anche con capitale di debitoeventuali difficoltà economico-finanziarie.

I trend di sviluppo del settore biotech in italia

Anche per quest’anno abbiamo riproposto l’analisi sul trend disviluppo del comparto. Quest’anno l’analisi si è arricchita delconfronto effettuato tra il posizionamento delle imprese rilevatoper il 2007 e quello rilevato per il 2008. Ciò ci consente diidentificare accanto alle direttrici strutturali di evoluzione delcomparto anche i suoi sviluppi più recenti.

Tale dato risulta molto importante per settori nuovi ed emergenti,quale il biotech, ove i tassi di crescita sono forti e le dinamicheevolutive estremamente volatili.

Il tool di analisi utilizzato è la matrice delle dinamiche evolutiveche confronta i tassi di sviluppo delle imprese biotech sia su baseannuale che triennale. La matrice sintetizza le dinamiche di sviluppodel fatturato del settore life science.Nello specifico sono tracciati i trend storici di sviluppo delle impresedel comparto sotto due prospettive temporali:

> quella di breve termine, rappresentata dalla variazionedel fatturato nell’ultimo anno;

> quella di medio termine, caratterizzata dal tasso mediodi crescita nel triennio 2007-2004.

Sulla matrice ogni impresa del comparto è identificata da unpunto, che rappresenta l’intersezione tra il dato relativo alla crescitamedia del fatturato nel triennio con quello dell’ultimo anno.La matrice è composta da quattro quadranti in cui possiamoidealmente suddividere l’universo biotech italiano.

> Quadrante A: le imprese qui posizionate sono quelle chemostrano un trend positivo di crescita sia nell’ultimo annoche nel triennio in esame. Sono imprese che mostrano un trenddi crescita costante e costituiscono la backbone del settore biotech.

> Quadrante B: le imprese qui posizionate sono state capacidi crescere nel triennio, ma mostrano una contrazionenell’ultimo anno. Tale contrazione potrebbe essere imputataa fenomeni congiunturali (e in tale caso ci sarebbe da attendersiuno spostamento verso l’alto del posizionamento nel tempo)ovvero essere un segnale di una possibile crisi. In questo casosi assisterebbe ad uno shift verso il quadrante C.

> Quadrante C: le imprese qui collocate mostrano inveceuna contrazione del fatturato sia nell’ultimo anno che neltriennio considerato. Per queste imprese è difficile ipotizzareun cambio di rotta, a meno di una forte rimodulazione delproprio business model.

37%

63%

32%

42%

26%

Passività MLTPassività BTAttivo circolantePatrimonio nettoImmobilizzazioni

La struttura patrimoniale delle grandiimprese biotech (2007)

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

30%

70%

30%

44%

26%

Passività MLTPassività BTAttivo circolantePatrimonio nettoImmobilizzazioni

La struttura patrimoniale delle medieimprese biotech (2007)

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

47%

53%

43%

43%

14%

Passività MLTPassività BTAttivo circolantePatrimonio nettoImmobilizzazioni

La struttura patrimoniale delle piccoleimprese biotech (2007)

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

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Trend di crescita del fatturato (2008)

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

> Quadrante D: le imprese qui situate sonoimprese che mostrano un fatturato in crescitadopo un triennio negativo. Così come per leimprese situate nel quadrante B è necessariocapire se tale crescita è da considerarsi unfenomeno strutturale (e in tale caso determinareun progressivo spostamento verso il quadrante A)o una situazione non mantenibile nel lungoperiodo (con movimenti di convergenza versoil quadrante C).

All’interno della matrice sono rappresentati condue linee tratteggiate i valori medi di crescitariferiti al comparto. Nello specifico il fatturatodelle imprese biotech risulta essere cresciuto neltriennio 2007-2004 in media del 10,45%, mentrenell'anno 2007 (l'ultimo esercizio in esame) risultaessere cresciuto in media del 15,08%. Utilizzandoquesti valori proxy, è possibile individuare situazionidi over e under performance.

Pertanto, riprendendo la classificazione introdottanel Rapporto 2008, le imprese che si collocanoa destra e al di sopra delle linee tratteggiatesono definibili come overperformer, in quantomediamente crescono di più della media delsettore, sia su base storica che sull'ultimo esercizio.Le imprese che si collocano a sinistra e al di sottodelle linee tratteggiate sono invece definibilicome underperformer, in quanto espressione dicontrazioni più marcate della media delle impresedel campione. Il grado di tale definizione è datodalla distanza di tali imprese dagli assi cartesiani.

Le imprese che si posizionano in prossimitàdel punto di intersezione delle due rettetratteggiate sono definibili invece come neutral,in quanto esprimono performance in linea conla media del settore.

Dall’analisi matriciale è innanzitutto possibilenotare come le dinamiche evolutive del settorebiotech italiano poco si discostino da quelleindividuate lo scorso anno. Anche quest’anno èpossibile osservare una marcata dispersione delleimprese nei 4 quadranti, tipica dei settori emergentiad alto tasso di innovazione. In particolare:

> La maggior parte delle aziende biotech siposiziona intorno alla media del comparto,quindi intorno ai due segmenti disegnatidall’intersezione degli assi e le due rettetratteggiate che esprimono la crescita mediadel fatturato su base annuale e triennale.Tali imprese sono definibili come “stayers”,e presentano dinamiche evolutive in lineacon la media del settore.

> Nella parte alta del quadrante A – al di soprae a destra delle linee mediane – ci sonoaziende che overperformano rispetto alla mediadel settore. Queste imprese, definibili come“rumping up”, presentano trend di crescitasuperiori alla media.

> Le imprese posizionate nel quadrante B, la quasitotalità delle quali è concentrata vicino agli assi,hanno registrato un trend positivo di crescitanel triennio 2007-2004, con una flessionedel fatturato nell’ultimo anno. Abbiamo definitoqueste imprese come “slowing down” persegnalare un rallentamento in atto: un’analisiqualitativa può aiutare a comprendere se lacontrazione registrata rappresenti un momentocongiunturale o se esprima invece l’inizio diuna crisi di carattere più strutturale.

> Nel quadrante C si posizionano le imprese chehanno registrato un trend di crescita negativosia nel triennio che nel 2007. Occorre distingueretra le imprese rappresentate dai punti vicinoagli assi e quelle più lontane verso l’angoloin basso a sinistra. Le prime, dal momentoche hanno registrato una contrazione limitatadel fatturato, hanno spazi di ripresa. Le seconde– individuate come “tumbling down” – essendocaratterizzate da trend significativi didiminuzione del fatturato, sono a nostro avvisodestinate ad uscire dal settore.

> Nell’ultimo quadrante si trovano invece leimprese che abbiamo definito come “improving”:si tratta di aziende che, pur avendo registratoun trend negativo di crescita del fatturato neltriennio, hanno mostrato una crescita di fatturatonel 2007. Tale dinamica positiva potrebbepreludere ad una ripresa e ad un progressivospostamento verso il quadrante A.

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31Blossom & Company 2009

Possiamo esprimere un giudizio positivo in merito all’evoluzionetemporale del fatturato, e affermare – dati alla mano – che ilcomparto mostra segni di miglioramento.

Va segnalato come la matrice delle dinamiche evolutive siastata costruita escludendo dal campione le imprese start up.Tale decisione è dovuta a due ragioni fondamentali.In primo luogo per imprese di costituzione recente il fatturatotende ad essere una variabile non significativa, soprattutto insettori ad alta intensità di innovazione ed investimenti quali ilbiotech, dove la fase di introduzione è molto prolungata.Inoltre, le imprese che vivono l'early stage manifestanofisiologicamente un’elevata volatilità di risultati, cosa che nonconsente di condurre un’analisi basata sulle variazioni espressedal fatturato. A queste imprese, che restano di estrema rilevanzaper comprendere le prospettive di sviluppo del comparto, abbiamodedicato l’analisi sulle entrate ed uscite dal settore, riportata nelparagrafo successivo.

Un’altra limitazione di cui soffre l’analisi matriciale è individuabilenel fatto di essere fondata sul fatturato e non sugli investimentie sulla pipeline. La peculiarità delle imprese che appartengonoa questo settore è difatti quella di effettuare notevoli investimentinelle fasi iniziali di attività o studio/sperimentazione di un nuovoprodotto. Tali investimenti raramente hanno un ritorno immediatoin termini di fatturato. Quindi un'analisi essenzialmente basatasull'evoluzione del fatturato può sottostimare le potenzialitàevolutive del comparto e non rilevarne le effettive dinamiche disviluppo di un settore con una storia tutto sommato recente euna pipeline precedentemente espressa.

I cambiamenti nella popolazione di riferimento:imprese neo-costituite e imprese uscenti

Analizziamo ora le dinamiche evolutive dell’universo biotech italiano.Nel biennio 2007-2008, successivamente cioè alla raccoltadei dati del report 2008, sono state costituite 12 nuove imprese,di cui la metà sono spin off universitari. Un’altra notazione importanteè data dal fatto che ben 4 imprese tra le 12 neo-costituite hannosede in un parco. Per quanto riguarda la specializzazione, 8 dellesuddette imprese operano nel campo red, 2 nel campo green e2 nel campo grey/white. La tabella seguente sintetizza tale dato.

La Lombardia è la regione che quest’anno mostra il maggiornumero di imprese neo-costituite (7), seguita da Toscana (2),Piemonte, Lazio e Friuli Venezia Giulia (1).

Per quanto riguarda invece le imprese uscenti, esse sono 2 erisultano essere in liquidazione.

Entrambe queste imprese sono start up che non sono riuscite asopravvivere alla fase iniziale. Il biotech è un settore che richiedeingenti investimenti, i cui flussi di cassa sono posticipati neltempo (la pipeline dei prodotti biotech è in genere di 11-13 anni)e pertanto insufficienti nel breve termine a coprire i costi aziendali.

Ripartizione per modello di business delleimprese neo-costituite

Fonte: Blossom & Company - CrESIT 2009

RedGreenGrey/Green

8

2

2

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Perché le biotecnologiesono importanti

Una delle più grandi difficoltà che incontro quandomi capita di parlare di biotech è riuscire atrasmettere l’idea di quanto le biotecnologie sianorilevanti oggi in Italia e quanto lo siano inprospettiva per lo sviluppo del nostro Paese.

Questa difficoltà deriva sostanzialmente da dueordini di ragioni.

In primo luogo, le biotecnologie sono un compartoemergente e come tale non risultano “anagrafate”nelle basi dati di più comune utilizzo i cui criteridi classificazione si fondano sulle categoriemerceologiche tradizionali. Se chiedete ad unabanca di indicare il numero di imprese biotechche ha nel proprio portafoglio clienti o ad unacamera di commercio quante aziendebiotecnologiche sono presenti sul suo territorio,non riceverete risposta, se non limitatamentead alcuni casi oggetto di conoscenza personale.

Ciò costituisce un grande ostacolo in quantoimpedisce di “quantificare” la rilevanza del settorenei diversi tavoli di discussione. Di qui la rilevanzadel Rapporto Blossom&Company-Assobiotecche annualmente censisce il comparto dellebiotecnologie. L’elenco certificato di impresebiotech contenuto in questo Rapporto puòcostituire la base per introdurre un “codicesettoriale” per le biotecnologie che venga recepitodalle basi dati di principale utilizzo. Ciòrappresenterebbe un passo importante verso ilriconoscimento della rilevanza di un compartoche già oggi rappresenta oltre l’1% del PIL e lo0,2% del totale della occupazione e che ha grandipotenzialità di crescita.

Seconda difficoltà che si ha nel cogliere la rilevanzadelle biotecnologie è costituita dal fatto che ilbiotech non costituisce un settore nel sensotradizionale del termine quanto piuttosto una“piattaforma tecnologica” che trova applicazionein una pluralità di settori. Si parla, non a caso,di red, green, grey or white biotech, bioinformaticsper segnalare le diverse ramificazioni settorialiin cui le biotecnologie risultano presenti.

Questa dispersione settoriale costituisce uno deimotivi alla base della difficoltà di inquadrare ilbiotech come un aggregato unitario: in altrilavori (Onetti e Zucchella 2008, Cotta Ramusinoe Onetti 2007) abbiamo utilizzato il termine“meta-settore” per sottolineare appunto il fattoche le biotecnologie costituiscano un compartoche parzialmente si sovrappone con diversiimportanti comparti industriali (la sanità, ilfarmaceutico, la chimica, l’agricoltura, il software,la tutela dell’ambiente e le clean technologies,etc.) e con i quali presenta stretti e densi legami.

Alberto Onetti, Direttore CrESIT

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33Blossom & Company 2009

Il fatto di stare all’intersezione con diversi settoriespone il settore ad un elemento di rischiorappresentato dalla circostanza che le biotecnologierisultino “fagocitate” dai rispettivi comparti diapplicazione: in questa prospettiva, il green biotechpotrebbe risultare assorbito dal settore dellaagricoltura e zootecnia, il red dalla sanità e dalfarmaceutico. Questa potenziale frammentazione,a parte i problemi statistici di classificazionedel settore, risulterebbe nociva alle stessebiotecnologie, in quanto le imprese biotecnologiche,al di là dei diversi ambiti industriali di applicazione,condividono problematiche e specificità managerialied operative, relative alla loro natura di aziendahigh tech, che richiedono di essere affrontatein modo congiunto e professionale.

La loro attrazione da parte dei settori diapplicazione non gioverebbe né a questi ultiminé al biotech. Le aziende biotech hanno dellecomplessità sotto il profilo delle tecnologie adottate,degli investimenti richiesti e delle problematichemanageriali che necessitano linee di interventoed azioni di sostegno specifiche che possonoessere più efficacemente gestite a livellounitario (come comparto biotecnologico) piuttostoche da parte dei singoli settori di applicazioneche si trovano a gestire problematiche più ampiee differenziate.

L’importanza del biotech per il nostro Paese vaoltre i numeri che oggi rappresenta, per quantoquesti siano tutt’altro che trascurabili.

Questo, ritengo, sia un messaggio che meritiun approfondimento.

Da un lato il biotech è importante perché è uncomparto emergente. A differenza di molti ambitiindustriali in cui l’Italia è attiva, il biotech presentasignificative possibilità di sviluppo.

Quindi, i numeri del biotech in Italia (le 260imprese, i 39.000 addetti, i 15 miliardi di valoredella produzione) sono valori destinati a crescere.

E’ più che evidente come, a livello di politicaindustriale nazionale, gli investimenti dovrebberoessere indirizzati verso i settori con prospettivedi sviluppo e non verso quelli in declino.

Dall’altro, la rilevanza del biotech va oltre ledimensioni che oggi rappresenta o che potrebbeavere domani. Sarebbe un errore pensare albiotech come qualcosa limitato all’1% del Pil.

Proprio la sua caratteristica di piattaformatecnologica o di meta-settore fa sì che il biotechrappresenti un volano di innovazione ericonversione per i settori e le industrie in cuitrova applicazione. Stiamo parlando sia di settorifondamentali e tradizionali per il nostro paese(quali la sanità, il farmaceutico, la chimica,l’agricoltura), che hanno un peso sostanziale sulprodotto interno lordo nazionale (circa il 16%) esull’occupazione (oltre il 9%), sia di settoriemergenti (quali il software, le IT, la protezionedell’ambiente, le cosiddette clean o greentechnologies) che rappresentano i nuovi ambitiove si dovrebbero in prospettiva concentrare lacrescita economica e i nuovi posti di lavoro.

Il biotech fornisce a questi settori soluzionitecnologiche che possono offrire occasioni diriconversione e nuovo sviluppo (nel caso dei primi)ovvero opportunità di crescita e di lavoro (perquelli emergenti).

Il biotech rappresenta quindi una leva o un volanodi sviluppo economico e di innovazione per ilsistema Italia i cui benefici possono ricadere sumolti settori importanti: sarebbe un’occasionepersa non mettere questa leva nelle condizioni diagire e produrre valore.

Il biotech come “meta-settore”: gli ambiti industriali di ricaduta

Biotech 1% Pil

Sanità7% Pil

Pharma2% Pil Chimica

4% Pil

Agricoltura3% Pil

Software/IT1% Pil

Clean/GreenTech

Fonte: CrESIT 2009

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Il rapporto di collaborazione che l’ICE ha avviatonel 2007 con Blossom & Company, Assobiotec,Farmindustria e CrESIT consente per il quintoanno consecutivo di realizzare il Rapporto sulleBiotecnologie in Italia, pubblicazione di riferimentoper chi desideri avere un quadro approfonditodel settore.

E’ questo un comparto di straordinario interesseche ha conosciuto negli anni un forte sviluppo eche continua a consolidarsi grazie all’interazionefra istituzioni locali, camere di commercio edassociazioni imprenditoriali, all’attività di ricercasvolta da università, parchi scientifici ed incubatori.

Per questo motivo il comparto è da considerareun vero e proprio esempio di best practice poichéalimenta un circolo virtuoso capace di dare vitaa bio-cluster di rilevanza internazionale altamentespecializzati e competitivi – quali ad esempioquelli lombardo, piemontese e sardo – nonostantele dimensioni siano ancora ridotte rispetto aisuper-cluster americani e nordeuropei.

Tali eccellenze costituiscono per noi una levaessenziale per l’internazionalizzazione delle impreseche operano in un settore tecnologico avanzato,dato anche il quadro di generale deterioramentodella congiuntura economica e finanziariainternazionale. Diventa pertanto ancora piùimportante sostenere quei settori, come quellodelle biotecnologie, capaci di produrre innovazionee contribuire al successo del Made in Italy.

AmbasciatoreUmberto VattaniICE

L’ICE ha negli anni aumentato il proprio impegnoper valorizzare a livello internazionale le specificitàdel biotech, accompagnando le aziende italianein ogni fase della loro proiezione sui mercatiinternazionali: da quella conoscitiva, all’ingressosui mercati esteri fino al processo di consolidamento.

Le attività vengono pianificate di concerto conFederchimica-Assobiotec e con tutti i membridel Comitato per le Biotecnologie, la Biosicurezzae le Scienze della Vita presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri, secondo una comune strategia.

Il programma promozionale dell’ICE, che segue ledirettive del Ministero dello Sviluppo Economico,fornisce informazioni preziose per imprese chevogliono sviluppare partnership e alleanze strategiche.

L’Istituto provvede a dare assistenza nel campodella tutela dei diritti della proprietà intellettualegrazie ai 14 desk anticontraffazione attivi in Cina,India, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Stati Uniti,Corea del Sud e Turchia.

L’intervento promozionale dell’Istituto concorre cosìallo sviluppo di un vero e proprio networkinternazionale per il trasferimento di tecnologietra i centri di ricerca e le aziende, finalizzato allacreazione di prodotti e servizi innovativi. Le reti dieccellenza in tal modo create alimentano i progettidi cooperazione internazionale in cui la competitivitàdelle imprese, da obiettivo a sé stante, diventaun mezzo per soddisfare i bisogni della società.

Il ruolo dell’ICE nella promozione del biotech italiano,quale fattore di innovazione e competitività a livello internazionaleIl ruolo dell’ICE nella promozione del biotech italiano,quale fattore di innovazione e competitività a livello internazionale

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35Blossom & Company 2009

Antonella Zucchella, CIBIE, Università di PaviaMarian Jones, CIER, Università di Glasgow

Il sistema biotech scozzeseguarda verso l’Italia

Dal 2009 il CIBIE Centre for International Business and theInternational Economy presso l’Università degli Studi di Pavia,nell’ambito del Report Blossom & Company, intende presentareun’analisi dei più interessanti cluster biotech internazionali.

Quest’anno abbiamo selezionato la Scozia, non tanto per ladimensione quanto per l’estremo interesse che il sistema scozzesedelle biotecnologie guarda verso l’Italia, vista come realtà dicrescente spessore, così come emerso anche in occasionedell’annuale convegno sui Business Models for Biotech svoltosilo scorso anno a Varese.

La Gran Bretagna costituisce da tempo uno dei cluster piùimportanti nella biotecnologia.

Un’indagine realizzata nel 2007 da UK Life Science MarketingStrategy rivela che il settore biotech britannico vale oltre 130milioni di dollari (assets aziendali) ed è cresciuto del 13% circaall’anno dal 2001. A confronto, il settore pharma ammonta a643 miliardi di dollari, ma ha avuto un tasso di crescita del 7%per anno, un dato più che apprezzabile, ma quasi di metà inferioreal settore biotech.

La biotecnologia si trova concentrata soprattutto nelle aree diCambridge ed Oxford, a ridosso di grandi centri di ricerca di notorietàinternazionale. Il cluster scozzese ha avuto un avvio più recente,ma conosce da qualche anno ritmi di sviluppo molto significativi.Il comparto delle scienze della vita nel suo insieme consiste dicirca 600 istituzioni (pubbliche e private, di cui circa il 10%accademiche) e oltre 30.000 addetti. Nel 2007 sono nate in Scozia20 nuove imprese nel settore, e la notevole incidenza di spin outdimostra una buona e crescente maturità delle imprese esistenti.

Le ragioni di interesse al caso scozzese sono molteplici: inparticolare, da una prospettiva italiana, il caso scozzese evidenziala fattibilità e sostenibilità di un modello di sviluppo europeodella biotecnologia, anche in regioni meno avvantaggiate e contradizione nel comparto meno consolidate.

Il modello scozzese non è solo fatto di numeri e di ambiti diricerca, ma anche di interessanti architetture istituzionali, finalizzateallo sviluppo a lungo termine del cluster.

L’associazione scozzese delle Life Sciences si è dimostrataparticolarmente proattiva ed incline a sperimentare nuovi modellidi sostegno al settore.

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In particolare nel 2005 ha preso il via un piano ambizioso cheè consistito nei seguenti passaggi:

> promozione del brand Life Sciences Scotland;

> costituzione della Life Science Alliance (LSA), un forum traimprese, istituzioni pubbliche e finanziarie attive nel settorein Scozia. Il monitoraggio dei trend e delle opportunità disviluppo, unitamente alla forte promozione di collaborazionitra imprese e tra queste e le istituzioni sono gli obiettivi-chiavedi LSA;

> la LSA si affianca all’Industry Advsory Group (IAG) formatoda esponenti delle aziende del comparto,

> elaborazione di un documento strategico “Achieving criticalmass: 2020 vision” destinato a rappresentare la roadmapa lungo termine del settore in Scozia.

Il cluster scozzese, come già dimostrano i casi di successo almondo è regionalmente concentrato ma distribuito su una pluralitàdi piattaforme locali, a ridosso delle principali città e centri diricerca scozzesi (Edimburgo, Glasgow e Dundee).

In tal modo diviene possibile la crescita bilanciata di un clustervariegato, con diverse specializzazioni di ricerca e una pluralitàdi istituzioni pubbliche e private di sostegno. Inoltre vienericonosciuto come uno dei maggiori punti di forza del caso scozzesel’ampia disponibilità di personale qualificato, grazie ai corsi dilaurea e dottorato delle Università scozzesi. Inoltre il sistemascozzese della ricerca, rappresentato da 57 università e centri diricerca con circa 17.000 ricercatori, attrae circa 410 milioni disterline all’anno di finanziamenti pubblici e privati, che alimentanole attività di ricerca nei laboratori delle istituzioni.

Anche il private equity è ben sviluppato e capace di sostenerei percorsi di crescita aziendale nelle diverse fasi della loro vita.Nel 2005 il 20% delle operazioni di IPO europee è stata realizzatain Scozia. Alcuni casi noti sono ProStrakan, IDMoS e Optos.Cyclacel, costituita nel 1996 è la prima e al momento unicaoperazione di spin out che ha raccolto oltre 100 milioni di dollari.

In sintesi il modello scozzese può essere considerato un puntodi riferimento importante per l’Europa, per le seguenti caratteristiche:

> sviluppo di una piattaforma multi-localizzata e multi-specializzata;

> presenza di un’infrastruttura di sostegno importante, fattadi ben 20 parchi scientifici per sviluppare attività di R&D eper localizzare pin off e incubare nuove imprese, unitamentead una infrastruttura finanziaria capace di attivare importantirisorse finanziarie sia pubbliche che private;

> ampia disponibilità di capitale umano qualificato e di fornitorinecessari al settore;

> sperimentazione di soluzioni istituzionali innovative, attraversoforme di coordinamento e cooperazione tra imprese e traimprese ed istituzioni pubbliche e private, “reali” e finanziarie;

> promozione integrata di un brand Life Sciences Scotland, cheha acquisito forte visibilità internazionale, con benefici in terminidi attrazione di fondi e di location di imprese estere;

> condivisone di una vision strategica a lungo termine e dellemodalità per perseguirla.

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37Blossom & Company 2009

Per tutte queste ragioni, la biotecnologia scozzese può rappresentareun interessante parametro di riferimento per l’Italia, dove si stannoaffermando bacini regionali (Lombardia, Toscana,….) articolatiin una pluralità di micro-cluster. In particolare, le interessantiarchitetture istituzionali scozzesi finalizzate alla promozionedell’intero sistema e al suo sostegno, con azioni molto incisivesia di marketing territoriale che di fund raising, sono un benchmarkimportante per il sistema Italia.

D’altro canto, anche il sistema scozzese della biotecnologia guardacon interesse all’Italia, vista come realtà di crescente spessore.

Da qualche tempo il cluster scozzese biotech si è molto orientatoalle collaborazioni internazionali, come dimostrano i casi recentidi Korea Health Industry Development Institute che ha investito18 milioni di sterline a Glasgow e dell’ azienda USA InvernessMedical Innovations che ha investito 6 milioni di sterline inR&D e progetta di investirne 55 nell’area di Stirling in attivitàdi produzione e commercializzazione. Analogamente, un numeroormai significativo di realtà scozzesi nel settore Scienza della Vitasta realizzando investimenti all’estero.

La cintura biotech scozzese: cinque città, venti parchi scientifici

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Venture capital, opportunitàper le start up italianeAndrea Mesutti, Sullivan & Worcester LLP - Boston, Massachusetts USA

Il primo fondo di Venture Capital è stato organizzato immediatamentedopo la fine della Seconda Guerra Mondiale da George Doriot, gia’Preside di Harvard Business School. Il suo fondo, ARDC, investì70.000 dollari in Digital Equiptment Corporation che nel 1968 feceingresso in borsa. All’epoca della quotazione le azioni di Digital inmano a ARDC valevano oltre 355 milioni di dollari.

Attualmente il trend delle operazioni di Venture Capital americanerisente della crisi finanziaria globale. Tuttavia, i volumi di investimentoed il numero di deals effettuati certamente non ha eguali al mondo.L’anno 2008 si e’ chiuso con 3808 operazioni concluse e oltre 28miliardi di dollari investiti. La maggior parte di esse e’ stata fattanell’area di Silicon Valley con un ammontare di investimenti effettuatidi poco superiore al 1 miliardo di dollari, rappresentanti circa il 36%del dato totale a livello nazionale. Immediatamente dopo la SiliconValley si colloca la Costa Est degli Stati Uniti con il Massachusetts e,più in genere, le regioni del New England, dove i Venture Capitalisthanno investito oltre 700 milioni di dollari per una quota di mercatoa livello nazionale del 13.5% circa. In termini di taglio di investimento,circa il 29% del totale degli investimenti effettuati a livello nazionalesi colloca nella fascia seed-early stage, di cui quasi il 50% nelle areegeografiche precedentemente menzionate. Sul lato industry, biotecnologiee software sono praticamente a pari merito, con oltre un miliardo didollari di investimenti e con una quota di mercato del 19% per settore.Piu’ nel dettaglio, nel mercato biotecnologie, il New England ha attiratocirca il 23% degli investimenti effettuati con oltre 220 milioni di dollariinvestiti, immediatamente dopo alla Silicon Valley che precede conuna quota di circa il 30% degli investimenti effettuati1.

I numeri del mercato del Venture Capital Americano non devonocomunque fare intendere che gli Stati Uniti siano “l’eldorado” delVenture Capital o il paradiso della start-up. A discapito dei numeri,certamente significativi, organizzare una operazione di Venture Capitalé un’iniziativa impegnativa che richiede risorse, tempo ed energie e,soprattutto, professionalità in quanto il settore e’ decisamentecompetitivo e gli stessi Venture Capitalist sono oltre modo selettivinelle loro scelte di investimento. Cosa vuole dire, quindi, organizzareun’operazione di Venture Capital negli Stati Uniti d’America, sopratuttoper una società’ o imprenditori stranieri?

In primo luogo vuol dire comprendere bene l’economia dell’operazione.Una volta che il Venture Capitalist decide di investire sottoporrà aifondatori della società il Term Sheet, vale a dire il documento cheriassume sinteticamente, ma nel dettaglio, gli estremi economici egiuridici dell’operazione. Di fondamentale importanza, non solo perl’imminente ingresso del socio investitore, ma anche per lo sviluppofuturo della società, e’ quella parte del term sheet chiamata CapitalizationTable (anche cap table); vale a dire lo schema economico (ma consostanziali conseguenze giuridiche) che mostra come il capitale socialedella start-up verrà suddiviso fra il fondatore/i e l’investitore/i.

I Venture Capitalist raramente effettuano investimenti sottoscrivendoazioni ordinarie (c.d. common stocks).

1 I dati sopra riportati sono stati elaborati da PriceWaterHouse Cooper e NVCA(National Venture Capital Association) e possono essere reperiti al sito:https://www.pwcmoneytree.com/MTPublic/ns/index.jsp

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39Blossom & Company 2009

Essi generalmente sottoscrivono c.d. preferred stock che attribuisconoloro particolari vantaggi fra i quali, liquidation preference rights,particolari diritti di voto in assemblea ovvero nel Consiglio diAmministrazione, diritti di partecipazione agli utili più vantaggiosirispetto a quelli in capo ai fondatori ovvero diritti ad essere preferitiagli altri soci nel rimborso del capitale immesso nella società in casodi suo fallimento.Nelle operazioni di Venture Capital generalmente e’sempre riservato al management della società’ il c.d. option pool,vale a dire quelle azioni riservate ai dipendenti della società e loroattribuite a seguito dell’esercizio del dei diritti di opzione in precedenzaconcessi (percentuale che si aggira intorno al 15%).

Tutto quanto appena accennato (preferred stock, option pool, dirittidell’investitore, percentuale di rimborso del capital riservate all’investitorein caso di exit etc.) e’ tradotto e sintetizzato nei numeri della Cap Table.In altri termini in un sistema di check and balance fra il founder, ilVenture Capitalist e il management. L’importanza di comprendere dasubito la valenza ed il funzionamento della Cap Table e’ direttamentecorrelata al successo del business della società e dell’imprenditore stesso.

I ragionamenti e le negoziazioni sulla Cap Table vanno comunqueeffettuati sulla base della valuation della società’. I Venture Capitalistinveste in società che non hanno generalmente revenues (o ne hannomolto poche). I Ventures investono in idee, magari tutelate da unbrevetto. Pertanto, quando l’investitore dice di sottoscrivere azioni perun valore di 2 milioni di dollari pari a 33% della società a cosa si riferisce?

Alla c.d. pre-money valuation. In altri termini a quanto varrebbe lasocietà in assenza dell’intervento finanziario. Come calcolare quindiil valore della società’ pre-financing? Capitalization Table e valutazionedella societa’ prima e dopo il finanziamento sono alcuni, ma non gliunici, importanti aspetti di un’operazione di Venture Capital.Questi concetti devono essere infatti coordinati con un sistema dicorporate governance efficiente che, da un lato, lasci libero l’imprenditorenel fare business, ma dall’altro, permetta al Venture Capitalist dicontrollare l’investimento. Inoltre devono essere immaginate le variestrategie di exit che il Venture Capitalist intende riservarsi quandoriterrà’ il suo investimento ormai maturo.

Tutto quanto accennato è racchiuso nel c.d. investment package chein linea generale, oltre al term sheet, e’ composto dallo Stock PurchaseAgreement, dal Certificate of Incorporation, dall’Investor RightAgreement, dal Right of First Refusal and Co-sale Agreement e infinedal Voting Agreement (negli Stati Uniti la prassi e’ di suddividerequanto potrebbe essere racchiuso in un patto parasociale ed accordodi investimento in più documenti). Oltre agli aspetti legali e di businessvanno altresì verificati gli aspetti fiscali dell’operazione in particolarese i founders non sono cittadini americani o residenti permanentinegli Stati Uniti, ovvero se è necessario trasferire un brevetto industrialeda una persona fisica ad una società.

I dati all’inizio accennati danno un’idea della grandezza del mercatoAmericano del Venture Capital, ancorchè ad oggi in lieve flessione acausa della congiuntura economica internazionale. Ciò non toglie chele operazioni in questo ambito comportano peculiarità’ di caratteregiuridico, fiscale, di valutazione economica e di strategia che rendonodifficile la loro gestione e buona realizzazione in assenza di teamspecializzato che supporti i fondatori in tutte le sue fasi: dalla ricercadel “corretto” Venture Capitalist, alla strutturazione degli aspettieconomici, alla preparazione della necessaria documentazione legale,fino all’immaginazione ed attuazione dei possibili scenari di sviluppodella società post-financing e post-Venture Capitalist.

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Un anno difficile per l’industria Biotech

Il Burrill Small Cap Biotech Index e il Burrill MidCap Biotech Index sono scesi rispettivamente al29 per cento (un calo del 43 per cento nel 2008)e al 22 per cento (un calo del 31 per cento nel2008) nell’ultimo trimestre dell’anno. Questedrammatiche flessioni di valore si sono avutepersino avendo preso in considerazione laperformance relativamente positiva che questesocietà hanno avuto nell’ultimo mese dell’anno,con un aumento del Burrill Small Cap BiotechIndex pari a quasi l’otto per cento e del Burrill MidCap Biotech Index pari all’1,6 per cento.

Fino ad ora, le società biotech più mature e quelle“blue chip” hanno superato abbastanza bene questodifficile periodo e continueranno a farlo in quantodispongono di ingente liquidità, afflussi di redditoda prodotti, robuste pipeline e importanti partnerfarmaceutici. Gli investitori hanno considerato questesocietà a larga capitalizzazione (large cap) come deiparadisi sicuri, motivo per il quale il calo del 10 percento del Burrill Biotech Select Index nel corso del2008 può essere visto in luce positiva se si tieneconto del fatto che nello stesso periodo di 12 mesiil Dow è sceso del 35 per cento e il NASDAQ del42 per cento. La performance dei vari indici biotechriflette due realtà: la prima, che gli investitori hannoancora fiducia nelle “blue chip”; la seconda, cheessi si tengono ben alla larga dalle più rischiosesocietà biotecnologiche emergenti [vedere Tabella 1].

In periodi di incertezza e recessione, le grandisocietà farmaceutiche sono state considerate dasempre paradisi sicuri, ma normative più rigide,l'imminente scadenza brevettale di farmaciblockbuster e l'assenza nella pipeline di nuovifarmaci di questa portata, come pure la maggiorepressione verso prezzi più bassi e la più intensacompetizione da parte dei generici, hanno portatogli investitori a spostarsi verso il comparto biotech.Un segnale di questa mutata percezione è statol’andamento nel 2008 del Amex PharmaceuticalIndex che è calato di quasi il 20 per cento.

Nel 2009, la situazione finanziaria mondiale saràestremamente impegnativa. In tutto il mondo,la situazione dei mercati dei capitali continueràad essere “turbolenta” nella prima metà del 2009,sebbene all'inizio di gennaio, in concomitanza conla JP Morgan Healthcare Conference, ci sarà in“rialzo” delle sorti del comparto.

G. Steven Burrill, CEO, Burrill & Company - San Francisco, California USA

Il comparto Biotech è stato caratterizzato daprofondi cambiamenti. Dopo oltre 40 anni diaccesso relativamente facile a capitali a bassocosto, le “regole del gioco” sono cambiate e lacostante ristrutturazione dei mercati dei capitalirende più difficile e costoso l’accesso ai medesimi.

Il comparto biotech ha chiuso i propri bilanci in unanno che ha visto un calo del 9,4 per cento delBurrill Biotech Select Index, un indice azionarioprice-weighted riguardante 20 “blue chip” biotech,le società biotecnologiche a maggiore capitalizzazionein Borsa. In tempi normali, un risultato di questotipo sarebbe stato considerato una performancescadente, ma gli eventi occorsi nei mercati finanziarinegli ultimi quattro mesi del 2008 hanno fatto diquesto dato un risultato aziendale assolutamentenormale. L’anno in questione verrà ricordato permolto tempo non soltanto per le selvagge oscillazioninell’indice Dow e in altri principali indici finanziariglobali – in passato l'industria ha già sperimentatonumerosi tracolli di mercato ed è comunquesopravvissuta – ma anche per il modo in cui hainciso e continuerà ad incidere nell'immediato futurosull’afflusso di capitali così necessari nel settore.

Nel corso degli ultimi quaranta e più anni, le risorsefinanziarie sono state il cordone ombelicaledell’industria... l’implosione di istituti finanziari hareciso questo cordone e, di conseguenza, ha lasciatomolte società biotecnologiche globali pubbliche eprivate emergenti in condizioni di “terapia intensiva”.Nell’ultimo trimestre dell’anno, il modello di questesocietà si è andato modificando in maniera evidente.In risposta alla congiuntura economica, le societàhanno iniziato a contrarsi per conservare liquiditàed estendere il proprio periodo di credito -sfortunatamente, il costo del personale è rimasta laspesa maggiore e, in conseguenza della negativasituazione dei mercati dei capitali, molti programmisono stati “congelati”, in attesa di un miglioramentodella situazione, ed elementi chiave del managemente dei settori ricerca e vendite sono stati licenziati.

Una testimonianza ancora più drammatica dellarisposta dell’industria alla crisi finanziaria è stato ilfatto che tra le 600 società biotecnologiche globaliquotate presenti nel Burrill Report2, quasi il 60 percento ha visto la propria capitalizzazione di mercatoscendere molto al di sotto dei 100 milioni di dollari.Inoltre, il Burrill Report ha identificato più di 100società nordamericane pubbliche e privateimpegnate nei comparti biotech/life sciences/pharmache hanno annunciato una ristrutturazione aziendalenel quarto trimestre del 2008.

2 Il Burrill Report, una rivista bimensile per abbonati, fornisce dettagliate informazioni relative al mercato riguardo ai più recenti sviluppie ai trend globali del comparto Scienze della Vita. La rivista pubblica inoltre con cadenza mensile aggiornamenti statistici e finanziamentidi venture capital e operazioni finanziarie globali.

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41Blossom & Company 2009

Nella seconda metà dell'anno, i mercati dei capitalisi stabilizzeranno e le società biotech ne trarrannobeneficio. L’élite di imprese Biotech continuerà amantenere il proprio slancio, con ritorni finanziari

in linea con le previsioni degli analisti. Per la finedell'anno, il Burrill Biotech Select Index darà ancorauna volta risultati migliori rispetto ai mercati ingenere ed al DJIA e al Nasdaq.

12/31 9/30 11/28 12/31 variaz. % variaz. % variaz. % Indice 2007 2008 2008 2008 Mese Trimestre AnnoBurrill Biotech Select 331,52 331,93 274,83 300,33 9,28% – 9,52% – 9,41%Burrill Large Cap Biotech 437,71 437,48 350,70 379,70 8,27% – 13,21% – 13,25%Burrill Mid-Cap 201,89 178,93 137,20 139,39 1,60% – 22,10% – 30,96%Burrill Small Cap 137,6 110,29 72,61 78,35 7,91% – 28,96% – 43,06%Burrill Genomics 104,29 84,99 57,29 59,69 4,19% – 29,77% – 42,77%Burrill AgBio 198,83 154,12 134,73 127,72 – 5,20% – 17,13% – 35,76%Burrill Industrial 158,66 139,88 110,26 106,12 – 3,75% – 24,13% – 33,11%Burrill Diagnostic 159,43 171,38 129,83 138,30 6,52% – 19,30% – 13,25%Burrill Nutraceutical 593,04 503,82 337,29 369,24 9,47% – 26,71% – 37,74%NASDAQ 2652,28 2082,33 1535,57 1577,03 2,70% – 24,27% – 40,54%DJIA 13264,82 10850,74 8829,04 8776,39 – 0,60% – 19,12% – 33,84%Russell 2000 766,03 679,58 473,14 499,95 5,67% – 26,43% – 34,73%Amex Biotech 786,5 784,06 595,98 647,15 8,59% – 17,46% – 17,72%Amex Pharma 338,52 292,48 254,95 272,84 7,02% – 6,71% – 19,40%

Tabella 1: Indici per il comparto Biotech USA

Finanziamenti del comparto Biotech

Finanziamenti e accordi di partnering hanno portatocomplessivamente alle società statunitensi 30 miliardidi dollari nel 2008, con oltre 10 miliardi di dollariottenuti attraverso finanziamenti e 20 miliardi didollari in capitale derivante dagli accordi di partnering.La flessione del 32 per cento dei finanziamentiottenuti nel 2008 in confronto al 2007 è stato dicerto lo specchio delle condizioni di mercato e dellepiù basse valutazioni delle società pubbliche ingenerale. Per trovare un valore dei finanziamentiottenuto dall’industria inferiore a quello attuale sideve ritornare addirittura al 1998.

In termini di IPO nel comparto Biotech, il 2008 èstato uno degli anni peggiori nella storia dell’industriabiotecnologica, con una sola IPO completata -Bioheart - per un controvalore di circa 6 milioni didollari. Ad eccezione delle operazioni di venturecapital, che si sono mantenute ad un buon livellonel corso dell'anno, generando 1 miliardo di dollariin ciascun trimestre, le altre forme di finanziamentosono risultate in calo rispetto alle cifre comparativedel 2007 [vedere Tabella 2].

Straordinario incremento delle operazionidi partnering nel quarto trimestre 2008

La contrazione dei finanziamenti è statacontrobilanciata da imponenti operazioni dipartnering concluse nel quarto trimestre del 2008per un totale di 10 miliardi di dollari.

A questo totale hanno contribuito alcune operazioniper un valore totale ipotizzato di due miliardi didollari concluse nel trimestre, tra cui un'alleanzastrategica a livello mondiale per un valore totaleipotizzato di 1,4 miliardi di dollari tra ArchemixCorp. e GlaxoSmithKline, riguardante terapiecon aptameri per il trattamento di malattieinfiammatorie, quali l'artrite reumatoide e le malattieinfiammatorie intestinali.

Archemix riceverà 27,5 milioni di dollari inpagamenti upfront da GSK, compresi investimentiin equity per 6,5 milioni di dollari. Archemix potràinoltre avere la possibilità di conseguire fino a 200milioni di incassi a fronte dei risultati conseguiti(milestone payments) nei settori sviluppo,regolamentazione e vendite per ciascuna dellesette terapie con aptameri eventualmente scopertee sviluppate nell'ambito dell'alleanza. OsirisTherapeutics potrebbe ricevere fino a 1,25 miliardidi dollari in base ad un accordo stretto con GenzymeCorp. per sviluppo e vendita di trattamenti a basedi cellule staminali.

Secondo l'accordo, Genzyme ha corrisposto a Osiris130 milioni di dollari sotto forma di pagamentiupfront per i diritti riguardanti i trattamenti Prochymale Chondrogen che la società sta sviluppando.Prochymal si trova attualmente in fase avanzata distudio come possibile trattamento per la malattiaacuta da rigetto (Graft Versus Host Disease), uneffetto indesiderato del trapianto di midollo osseo.Il farmaco è in fase avanzata di sviluppo anche peril trattamento del morbo di Crohn.

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Quale futuro per l'industria?

L’ampio universo di piccole imprese pubbliche e diimprese private americane ed europee in cerca dinuovo capitale per finanziare le proprie attivitàdovranno affrontare un anno estremamenteimpegnativo nel tentativo di trovare soluzioni perestendere il proprio periodo di credito ed economizzarei fondi di cui dispongono. Molte imprese sarannocostrette ad aggregarsi per sopravvivere e a focalizzarsisul programma più importante di una di loroche offra le maggiori opportunità in termini dicreazione di valore e di attrazione di finanziamenti.In tal senso, si tratterà di un'unione non del tipo1+1= 2 (aggregazione) o 1+1= 3 (sinergia),ma piuttosto del tipo 1+1= 0,5.

Ci saranno operazioni di reverse merger, moltedelle quali avverranno con incorporazioni in societàdi comodo (shell company) pubbliche o in aziendedecotte ("burnout"), che hanno visto il fallimentodel proprio prodotto, ma che dispongono ancoradei contanti che l'azienda che partecipaall'incorporazione ritiene essere il veicolo idoneoper aumentare le alternative di finanziamento efornire un accesso alla liquidità per gli investitoridi venture capital/private equity.

Se non si ristruttureranno, le aziende biotech sarannoacquisite a prezzi d'occasione. Le farmaceutiche e lebiotech di grandi dimensioni sfrutteranno certamenteal meglio la fragile congiuntura economica globaleper acquistare asset a prezzi scontati. Queste societàpotranno permettersi di attendere tranquillamentel'occasione giusta per acquistare aziende biotecha prezzi paragonabili a quelli degli anni '90.

Con la ripresa dell’attività affaristica ad inizio 2010,vedremo un'industria molto diversa da quellaattualmente esistente. Nel 2009 l'industria siconsoliderà ed il numero di aziende pubblichefunzionanti verrà ridotto attraverso fusioni e acquisizionie bancarotte. Si assisterà anche a numeroseacquisizioni “insigni” di aziende biotech da parte digrandi farmaceutiche; fra queste, il completamentodell'acquisizione di Genentech da parte di Roche.

Sia le grandi farmaceutiche che le grandi biotechcompeteranno per l’acquisizione di aziende conpipeline di prodotti in fase avanzata di sviluppo,nonché per importanti "conquiste" in ambitotecnologico. Per quanto riguarda le tecnologie, nelfuturo scenario entreranno nuovi attori, come legrandi aziende di strumenti e dispositivi medici.

Altri immaginabili eventi significativi sono i seguenti:> La conclusione di accordi di partnering resterà

un’operazione molto diffusa, anche se, piuttostoche al modello usuale dei pagamenti upfront e diquelli milestone, si assisterà ad un aumento diimprese spin-out e di società di nuova costituzione(“newco”) sviluppate attorno a piattaformetecnologiche e franchising di prodotti. L'attenzionesarà concentrata sulla conclusione di partnershipper prodotti in fase avanzata di sviluppo.

> Si assisterà al boom del cleantech nelle produzioniagricole ad uso non alimentare. Nel 2009, il presidenteObama incoraggerà grandi investimenti nel settoredell’energia solare, dell’energia eolica e dei biocarburantidi futura generazione. Le aziende cleantechattrarranno finanziamenti per importi da record.

> Anche nel settore Ag/Animal Health si assisterà adun aumento dell’interesse e ad un incremento deifinanziamenti - stimolati dalla crisi alimentare mondiale.

> A livello internazionale, Cina, India e altre economiecontinueranno ad elargire finanziamenti alle aziendebiotech. La natura globale delle biotech eserciteràsugli USA una forte pressione a mantenere ilpredominio nel settore e si assisterà con sempremaggiore evidenza ad altre nazioni cheassumeranno una posizione di primato in alcunisettori tecnologici e di business.

> I cluster Biotech verranno ridefiniti non i terminigeografici, ma in termini di segmenti aziendali piùvirtuali, costruiti a livello globale intorno a malattie,percorsi, mercati e singoli segmenti dell'industria.Parallelamente, i modelli di business adottaticontinueranno a svilupparsi in modo più virtuale.

In generale, per l'industria sarà un anno moltodifficile. Le società si andranno ristrutturando erifocalizzando nel tentativo di adattarsi al profondocambiamento in atto nell'industria.

[Prospettive e analisi dettagliata dei risultati dell'industria nel 2008 e proiezioni per il 2009 e oltre sonopubblicate in "Biotech 2009 - Life Sciences: Navigating the Sea Change" - 23° rapporto annuale sul compartoScienza della Vita, disponibile a gennaio. Dettagli nel sito: www.burrillandco.com/resources]

Table 2: US Biotech Financings 2008

2005 2006 2007 Q1 ’08 Q2 ’08 Q3 ’08 Q4 ’08 Total PUBLICIPO $ 819 $ 920 $ 2,041 $ 6 $ 0 $ 0 $ 0 $ 6Followons $ 4,194 $ 5,766 $ 6,311 $ 701 $ 312 $ 693 $ 20 $ 1726PIPEs $ 2,376 $ 2,027 $ 1,618 $ 370 $ 203 $ 308 $ 197 $ 1078Debt $ 5,565 $ 13,978 $ 6,749 $ 1,622 $ 360 $ 408 $ 434 $ 2824 PRIVATEVC $ 3,518 $ 4,236 $ 4,425 $ 837 $ 1,007 $ 1085 $ 1246 $ 4175Other $ 1,114 $ 425 $ 611 $ 20 $ 226 $ 20 $ 28 $ 294

Total Financing $ 17,586 $ 27,352 $ 21,975 $ 3,556 $ 2,108 $ 2,514 $ 1,925 $ 10,103Partnering $ 17,268 $ 19,796 $ 22,365 $ 3,091 $ 4,141 $ 2,962 $ 9,829 $ 20,023Total $ 34,854 $ 47,148 $ 44,340 $ 6,647 $ 6,249 $ 5,476 $ 11,754 $ 30,126

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43Blossom & Company 2009

L’Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’associazioneEuropea dei Venture Capitalist (EVCA), è un“fading country”. Testualmente un paese che stasvanendo o, più romanticamente, si sta scolorendo.

Il rapporto di EVCA, condotto in collaborazionecon la KPMG, ha come obiettivo quello di effettuareun’analisi comparativa dei diversi contesti fiscalie legali nei principali paesi europei.

I cluster che sono stati individuati vanno dai paesileader come Francia, Irlanda, Belgio e Gran Bretagna,ai paesi riformatori di successo come Grecia, Spagnae Portogallo, fino ai paesi dell’Europa centrale edell’Est Europa caratterizzati da una sostanzialeassenza di investitori istituzionali ma con l’eccezionedell’Ungheria e della Polonia dove sono state adottatedelle efficaci politiche di incentivazione alle nuoveiniziative imprenditoriali.

L’Italia in questa classifica, la cui prima edizione risaleal 2003, è passata dal 5° al 18° negli ultimi 4 anni.Il nostro paese in effetti non è mai stato un territoriomolto favorevole per gli investitori istituzionali inquanto ricco di vincoli e limitazioni sia fiscali chedi normativa societaria. Il nostro quadro normativoha spesso scoraggiato l’afflusso di capitali dall’esteroma, in particolare, ha penalizzato le piccole medieaziende soprattutto nel confronto con quelle dei paesiconsiderati “leader”. Rispetto a questi paesi l’Italianon presenta alcun schema di incentivazione fiscalea supporto delle aziende giovani ed innovative, enon è assolutamente prevista alcuna aliquota specificaper le piccole-medie imprese. Inoltre, per quantoriguarda la ricerca, nonostante siano stati fattisignificativi passi avanti nell’adozione di specificisgravi fiscali per le aziende che investono in Ricerca& Sviluppo, ed in particolare per quelle che collaboranocon le Università e gli enti pubblici di ricerca,tuttora non sono previste agevolazioni o incentivi peri cosiddetti “trasferimenti di tecnologia” o per lacreazione o lo spin-out di nuove imprese innovative.

In gran parte dell’Europa invece non solo si adottanomisure fiscali decisamente più incentivanti rispettoalle nostre ma, in alcuni casi come la Francia,l’Irlanda e la Gran Bretagna o la Spagna, si è fattoun ulteriore passo avanti cercando di far cresceree far sviluppare le aziende insegnando ai nuoviimprenditori come “si fa impresa”.

Un’impresa infatti nasce, si sviluppa, cresce,possibilmente si internazionalizza e ad ogni tappadel suo ciclo di vita conosce differenti “compagni diviaggio”. Nei suoi primi anni di vita i Business Angelse le Università permettono ad un’idea imprenditorialedi prendere corpo. Tuttavia prima che questeiniziative arrivino ad una dimensione che possaessere ritenuta interessante da investitori piùtradizionali (come i Private Equity funds) la nostraazienda innovativa si viene a trovare in mezzo aquella che viene chiamata la “Valley of Death”che ostacola il cosiddetto trasferimento tecnologicoo, più semplicemente, non permette ad una buonaidea imprenditoriale di diventare vera impresa.

C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa (Warren Buffett)

C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa (Warren Buffett)

Mauro Brunelli, Andrea StoffellaMittel Corporate Finance

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Ma l’Irlanda è forse il caso di maggior prestigio nelsupporto alle aziende portatrici di innovazione.In Gran Bretagna possiamo citare il caso dellaGreater London Enterprise (“GLE”), una societàcostituita dalle 33 municipalità dell’area di Londraa supporto delle imprese innovative che staallargando i propri orizzonti fuori dai confini nazionali.In Francia è opportuno invece segnalare il casodell’associazione creata attorno all’École Centralede Paris: un’organizzazione vagamente lobbisticain quanto riservata agli ex studenti della scuolama, tuttavia, efficace nel promuovere nuova impresa.

I modelli di cosiddetto Investment Readinesspossono essere quindi molto diversi tra loro; altriesempi si trovano in Spagna, grazie all’iniziativadella Catalonia Development Agency o in Germaniaattraverso la BANDacademy (Business AngelsNetzwerk Deutschland).

In Italia non è stato ancora adottato alcun modellodi questo tipo ma sono stati fatti, comunque,notevoli sforzi sul fronte dell’offerta di fondi graziea varie iniziative di “early stage” in alcune regionicome Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna,Toscana e Sardegna o Fondazioni Bancarie.

Le prime tre regioni, nel 2007, hanno inoltre avviatoun progetto di collaborazione reciproca per la ricercae il trasferimento tecnologico. Un esempio disuccesso già in atto in Italia è certamente quellodel Parco Tecnologico Padano con l’IncubatoreAlimenta che sostiene i bioentrepreneurs el’attività di start up delle imprese affiancandoadvisor specializzati in grado di valutare lasostenibilità del progetto fin dalle prime fasi disviluppo e definendone un percorso finanziario.

Infine AIFI, l’associazione italiana del Private Equitye del Venture Capital, ha recentemente, attraversol’intervento del suo Presidente, proposto lacostituzione di fondo di fondi per l’alta tecnologiaa livello nazionale che possa mutuare il modellodel fondo di fondi high tech per il mezzogiorno3

per sviluppare gli investimenti sull’intero territorionazionale. E se questo fondo di fondi avesse anchela forza di imporre l’istituzione di un modello diInvestment Readiness da coordinare a livellonazionale, anche l’Italia potrebbe riallinearsi alresto dell’Europa evoluta.

Parafrasando infine il titolo di questo articoloposso garantire che Mittel, insieme a Blossom& Company, provano tuttora ad aiutare chi cercadi piantare alberi, confidando anche noi, ungiorno, di poter stare all’ombra di potenti LifeScience Companies italiane.

L’idea imprenditoriale che supera l’ostacolo dei primianni di vita (la fase di start-up) ha crescenti necessitàfinanziarie ed i fondi che possono coprire talifabbisogni hanno criteri di selezione dell’investimentomolto meno “tecnologici” ma soprattutto “finanziari”:se un nuovo investitore che cerca di ottenereprofitto dal proprio investimento non si convinceche l’iniziativa potrà crescere e diventare redditizia,non impegnerà alcuna risorsa.

Per assicurare quindi un vero e proprio mercatoall’offerta di fondi per le nuove imprese, è anchenecessario sviluppare il lato della domanda di fondie quindi aiutare le nuove imprese ad attrarregli investitori. In altri termini è necessario che leNuove Imprese siano “pronte per gli investitori”(“Investment readiness”).

Per un imprenditore che cerca nuova finanza e/ocapitale di rischio, essere pronti per l’interventodi un investitore significa avere la capacità dicapire le specifiche necessità dell’investitore edessere in grado di rispondere a tali necessitàpresentando una struttura appropriata e fornendole informazioni rilevanti che possano trasmetterela necessaria credibilità e fiducia.

In alcuni paesi europei sono stati avviati deglispecifici programmi “istituzionali” per la formazionedei nuovi imprenditori in quelle attività che spessosono considerate secondarie ma che invece sirivelano di vitale importanza per la decisione diinvestire da parte degli investitori. Solo a titoloesemplificativo, la redazione di un business plano la modalità di presentazione delle informazionidisponibili sono attività che se svolte con scarsaefficacia possono determinare la continuazione ola fine di un’impresa.

In Irlanda l’Ireland Development Agency (“IDA”) sioccupa specificatamente di affiancamento dellepiccole e media aziende alle quali viene assegnatoun “Development Adviser” che lavora con la societàfino a che gli obiettivi strategici non vengono raggiunti.Altri specialisti vengono incaricati per assistere lasocietà nel business plan, nel team building e nelleregole di selezione e assunzione del personale.

Enterprise Ireland, l’agenzia governativa incaricataallo sviluppo delle nuove iniziative imprenditoriali,è l’ente principale addetto a supportare tutti quegliimprenditori che si considerano una High PotentialStart Up (“HPSU”) mettendo a disposizione unteam di persone. Nel caso questi imprenditori nonrientrino nei criteri stabiliti dalla Enterprise Ireland,i governi regionali, in collaborazione con IDAhanno costituito dei centri di supporto (CountyEnterprise Board – “CEBs”) per tutte le altre piccolee medie aziende che necessitano di supporto.

3 Fondo High Tech per il Mezzogiorno promosso dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, Ministero dell’Economia e delle Finanzee Ministero per lo sviluppo e la coesione sociale.

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45Blossom & Company 2009

Federica BottazziManaging Director Blossom & Company

Blossom VentureCapital Screening 2009

L’attività di advisory svolta da Blossom & Company pressol’élite di imprese innovative in Italia, unita alle nostre analisidi settore, rileva segnali che riflettono il paradosso del settorebiotecnologico italiano. Se da un lato la forte propensioneall’autofinanziamento ha rallentato la crescita di molte aziendestart up negli anni passati, dall’altro le strutture patrimoniali checaratterizzano queste imprese diventano ad oggi uno dei puntidi forza a tal punto che le società, che hanno un business modelsolido o pianificano di strutturarsi, possono trovare maggioriopportunità in questa fase nonostante la forte pressione connessaalla crisi finanziaria internazionale. Blossom & Company rilevaad oggi che le società italiane quotabili nell’arco di cinque annisono sette, numero che riflette il fermento nel settore in Italia,nonostante la profonda crisi finanziaria mondiale.

Le forme di finanziamento prevalenti delle società in Italiaconfermano, per la totalità delle imprese, il forte contributo finanziarioderivante da apporti di capitale dei soci (81% delle imprese).Le banche intervengono nelle operazioni per un 32% dei casi,quasi esclusivamente a favore delle medie e grandi imprese.Un ruolo centrale viene svolto dai programmi co-finanziati dalsettore pubblico (che operano prevalentemente in qualità di seede pre-seed capital, figura pressoché assente sul mercato nazionale)intervenendo nel 53% delle operazioni a sostegno delle aziendedi minori dimensioni e più esposte al rischio d’impresa conprogrammi in prevalenza nazionali e regionali. Solo marginalmentesi vede l’intervento di programmi comunitari. I Venture Capital,prevalentemente esteri, sono intervenuti con operazioni sul capitaledelle imprese accreditate per il 13% dei casi, a conferma dellaquasi totale assenza di questa tipologia di operatori sulla scenanazionale. Rileviamo che il dato registrato lo scorso anno vedevala presenza di questi operatori nel 20% dei casi. Infine risultanopressoché assenti dal mercato nazionale i Business Angels che,come rilevato dalla nostra analisi, sono intervenuti in Italia nel3% dei casi. Un dato che certamente non stupisce gli analisti perla totale assenza di tali operatori sul mercato italiano.

Apporti di capitale dei soci 81%Programmi cofinanziati dal settore pubblico 53%Banche 32%Venture Capital / Private Equity 13%Business Angels 3%

Le fonti di finanziamento delle imprese biotecnologiche in Italia(dati percentuali sul campione)

Fonte: Blossom & Company 2009

I capitali, sia che provengano da operazioni di Venture Capital,da fondi pubblici, da Private Equity, da fondazioni no profit,sia dal circolante generato da un business model sostenibile,sono e rimangono la vera fonte di sostentamento della ricerca edell’innovazione. Infatti l’accesso ai capitali può sviluppare odistruggere un progetto, una tecnologia, un’impresa.

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In assenza di venture capital italiano, ma più in generale dicapitale ad alto rischio, le chiavi del decollo delle biotecnologiein Italia sono rappresentate, oltre che dagli aiuti pubblici e dauna crescente apertura verso gli operatori internazionali, dallepartnership tra start-up e società farmaceutiche.

Queste, infatti, così come i venture capital, approfittando deltracollo delle quotazioni, sono alla ricerca di business model solidie quotabili in due/tre anni, oltre che di aziende biotech quotate,valutate a multipli inferiori rispetto a numerose start-up.

Gli screening effettuati sulle aziende italiane, per valutare i targetpiù interessanti nel settore, confermano ancora una volta chel’Italia è un’industry più da Venture Capital e Private Equity cheda borsa, in quanto le società devono crescere e strutturare econsolidare il proprio business model, creare un network internazionalee una visione globale, sviluppare la ricerca e solo quando la pipelineavrà raggiunto un livello tale da poter prevedere un cash flow adue/tre anni, solo allora potranno pensare alla quotazione.

Tipologie di intervento prese in esame nell’ambito di attività di advisory Blossom & Company

Early stage financing Investimento nelle prime fasi di vita dell’impresa, suddivisibile tra:> seed financing, quando riguarda la fase di sperimentazione

dell’idea innovativa, in cui è ancora da dimostrare la validitàtecnica del prodotto/servizio;

> start up financing, realizzato nella fase di avvio dell’attività,quando non si conosce ancora la validità commerciale delprodotto/servizio.

Expansion financing o Investimento volto a supportare lo sviluppo e la crescita dell’azienda;development capital lo sviluppo di un’attività di business può essere perseguito attraverso

la diversificazione (crescita interna), l’acquisizione di aziende orami d’azienda (crescita esterna) o la collaborazione con altreaziende (networking e clustering).

Bridge financing Finanziamento ponte, relativo ad una fase avanzata di sviluppoaziendale, caratterizzata dal consolidamento della maggioranza,che rileva le posizioni di minoranza che intendono disinvestiree può sfociare nella quotazione.

Replacement capital Investimento finalizzato alla ristrutturazione della base azionaria,in cui l’investitore istituzionale si sostituisce a uno o più socinon più interessati a proseguire l’attività.

Cluster venture Operazione di investimento finalizzata al raggruppamento di piùsocietà indipendenti.

Turnaround Investimenti per sostenere la ristrutturazione delle imprese in crisi.MBO, LBO, MBI Operazioni volte alla totale sostituzione degli azionisti di un’impresa,

da parte del management interno (management buy-out),da parte di dirigenti esterni (management buy-in) e sfruttandola leva finanziaria (leveraged buy-out)

Scheda: Blossom & Company (2009)

Che uno dei problemi fondamentali delle imprese del settore inItalia, tanto nella fase di costituzione che in quella di sviluppo, siacostituito dal reperimento delle risorse finanziarie necessarie adalimentare il processo corporate non costituisce certo una novità.La novità rappresentata da Blossom & Company si basa sulconvincimento che i principi e i metodi della pianificazione strategica,applicati alle società innovative, possano consentire alle impresedi individuare una visione più avanzata per i propri problemi finanziari.

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47Blossom & Company 2009

Blossom & Company ritiene che il proprioapproccio alla pianificazione strategica possa aiutarele imprese nell’identificazione delle fonti difinanziamento che meglio corrispondono alleloro esigenze, nonché a stabile relazioni appropriatecon i finanziatori, quali che ne siano lecaratteristiche specifiche.

Blossom & Company ritiene che le impreseinnovative italiane, che investono in Ricerca eSviluppo e i BioEntrepreneurs, debbano esserein grado di presentare i propri progetti di businesssecondo criteri corrispondenti a quelli adottati daipotenziali investitori, rendendo chiaro il rapportoesistente tra successo scientifico e successofinanziario. Ciò non è affatto facile.

In questo contesto la preliminare attività diadvisory e il successivo reperimento di risorsefinanziarie attraverso merchant bank, VC o PE,come stadio intermedio prima della quotazione,sono sicuramente il passaggio necessario perfornire quell’accelerazione necessaria.In questo settore più che in altri, ci voglionoVC e Advisor specializzati, gli unici con un knowhow appropriato per la gestione del rischio e lacapacità manageriale di indirizzo. Una societàbiotecnologica con pipeline prevalentemente inFase 1 o 2, chiusa verso iniezioni di capitali,know-how e network, o venduta al retail è viceversaun rischio troppo elevato per qualsiasi operatore.

L’investimento da parte di Venture Capitalistconsente di traghettare le aziende nell’arco diun periodo che varia tra i 18 e i 24 mesi finoad arrivare al compimento di una ‘milestone’ben definita che successivamente aiuta ad ottenereun altro round di investimento, garantendo unplusvalore per l’investitore. Si tratta quindi diinvestimenti relativamente piccoli, ma ripetutinel tempo. L’elevato rischio caratteristico delsettore e l’alto tasso di fallimento dei progettirende difficile pianificare il ritorno degliinvestimenti; da qui la necessità di parcellizzazionedegli investimenti.

L’ideale per l’élite di imprese innovative italianecon una eccellente pipeline, ancorché in fasepreliminare, è trovare il network di VC, advisore investitori specializzati che credono e affiancanolo sviluppo del progetto, apportando competenze,network e flussi di capitali necessari per accelerarela fase di sviluppo della pipeline.

La nostra attività di advisory svolta presso l’élitedi imprese innovative, unita alla profondaconoscenza delle dinamiche del settore, confermache le migliori imprese innovative perseguono eraggiungono una coerenza tra competenzedistintive interne e l’ambiente competitivo esternoin termini di esigenze inespresse sui diversi mercati(nice-to-have, need-to-have, essential-to-survive).

Distribuzione geografica investitori Europei Specializzati

Fonte: Blossom & Company (2009)

Austria1%

Danimarca1%

Gran Brettagna27%

Svizzera15%

Svezia7%

Germania15%

Paesi Bassi7%

Irlanda7%

Francia13%

Belgio7%

Type of Financing - Investitori Europei Specializzati

Fonte: Blossom & Company (2009)

Shareholders loans17%

Investment inThird party found

4%

Minority Equity42%

Debt6%

Majority Equity15%

Mezzanine12%

Other4%

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Le valutazioni empiriche espresse su un ampio campioneinternazionale, comunque ci inducono a confermare che il credocomunemente espresso dalla comunità scientifica non sempretrova riscontro nei criteri adottati dai potenziali investitori nelvalutare i profili di profittabilità, sostenibilità e di rischiosità dellevarie opportunità sottoposte alla loro attenzione: “l’innovazione diper sé raramente, infatti, è fonte di vantaggio competitivo sostenibile”.

Blossom & Company costantemente effettua screening sugliinvestitori internazionali europei rilevando, nel corso degli ultimianni, un crescente interesse verso l’Italia per possibili operazionida parte di banche, corporate venture, financial institutions,investitori indipendenti, private equity, fondi dei fondi, e fondazionino profit. L’82% del campione di 166 investitori selezionati sidichiara specializzato nelle biotecnologie e per il 55% fortementeinteressato a valutare opportunità di investimento sul mercatobiotecnologico italiano. Nonostante i dati dimostrino la presenzadi una forte concentrazione di fattori per lo sviluppo del sistemabiotecnologico e Scienze della Vita, l’Italia registra una carenzanell’esportazione di esempi di successo riconosciuti a livellomondiale come italiani, nonostante il paese sia noto dallacommunity internazionale per i talenti che esporta e per unavisione globale della ricerca accademica e industriale.

Le nazioni che rilevano la maggiore presenza di investitoripotenzialmente interessati alle opportunità di investimento inbusiness biotecnologici localizzati in Italia sono UK (27%),Svizzera e Germania (15%) seguiti da Francia (13%), Svezia,Irlanda e Olanda (7%).

L’investimento classico, seppur registri una forte flessione nelcorso dell’ultimo anno, rimane il finanziamento dell’equity (57%),con una forte preferenza verso una partecipazione di minoranza(42%), possibilmente in sindacato con altri investitori istituzionalilocali. Altri VC sono disposti anche ad altre forme di finanziamento,tra cui il debito a lungo (6%), shareholders loans (17%) emezzanino (12%), quest’ultima forma di finanziamentoprevalentemente vista come ponte pre-IPO.

Il 47% del campione di 166 investitori selezionato si dichiaraspecializzato anche per le nanotecnologie e di questi il 58%fortemente interessato a valutare opportunità di investimentosul mercato italiano; il 40% del campione in ambitoagroalimentare e per il 53% interessato a valutare opportunitàdi investimento sul mercato italiano; il 46% del campione inambito ambiente e per il 63% interessato a valutare opportunitàdi investimento sul mercato italiano; il 76% del campione sulsettore energia e per il 59% interessato a valutare opportunitàdi investimento sul mercato italiano.

Una nota di attenzione va rilevata per il settore medicale doveben il 90% del campione investe, con il 45% interessato a valutareopportunità di investimento derivanti dal mercato italiano.

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49Blossom & Company 2009

Metodologia Blossom & Company

L’analisi della struttura del settore biotecnologico per la cura della salute(Healthcare Biotech) mantiene anche per il 2009 la classificazione delle aziendeHealthcare sulla base dell’analisi dei modelli di business adottati:

> “Born Biotech” o “Core Biotech”: aziende il cui core business è orientatoprevalentemente all’attività di Ricerca e Sviluppo con un orientamento marginaleverso la dalla commercializzazione dei prodotti biologici e delle tecnologie utilizzateper svilupparli. Le Born Biotech companies possono essere distinte tra product,drug agent e platform biotech, ma sono accomunate dal fatto che la quotadegli investimenti su progetti, prodotti, piattaforme o tecnologie biotecnologiche(InvB) rispetto al totale degli investimenti (Inv) supera il 70% (InvB/Inv>70%);

> “Pharma Biotech” o “Product Biotech” sono imprese che coprono l’interacatena del valore del settore farmaceutico, occupandosi di R&S, produzionee commercializzazione di prodotti biotecnologici e tradizionali. Hanno comeriferimento il mercato finale, coprendo sia il segmento primary care4 che ilsegmento secondary care5. Tali imprese hanno saputo reinvestire i ritorniprovenienti dalla cessione dei diritti di sfruttamento dei ritrovati per integrarsiverticalmente, potendo così raggiungere direttamente il mercato finale, indispensabileper garantirsi un flusso di cassa stabile per sostenere i processi di R&S.

Per le aziende Pharma Biotech è stata prevista un’ulteriore segmentazione sulla basedel rapporto tra la quota degli investimenti su piattaforme o tecnologie biotecnologiche(InvB) rispetto al totale degli investimenti (Inv). Nel dettaglio se il rapporto InvB/Invè superiore al 40% degli investimenti si tratta di aziende “Biotech oriented”, mentrese il rapporto InvB/Inv varia dal 2% al 40% si tratta di aziende Pharma oriented.

Risultano quindi escluse dall’elenco delle imprese adottato dalla metodologiaBlossom & Company sia le aziende che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo basatasu tecnologie tradizionali, sia le aziende il cui core business è orientato verso laproduzione o commercializzazione di prodotti biotecnologici. La nostra ricerca, comegià accennato, non intende rilevare le aziende che si occupano di servizi, consulenzafinanziaria legale regolatoria e produzioni di biomedicali in senso generico.

Alcune considerazioni aggiuntive possono aiutare a qualificare la metodologia applicata.

Parchi scientifici e incubatori. In questa edizione abbiamo introdotto una novitàdi rilievo andando a selezionare alcuni parchi scientifici e tecnologici che, sullabase di un criterio selettivo e indipendente, rispondono ai seguenti prerequisiti:

> forte propensione nel sostenere lo start up di imprese sostenendone sia lo sviluppomanageriale sia lo sviluppo di un know-how tecnico scientifico e regolatorio dirilevanza internazionale;

> forte propensione nel sostenere, gestire e promuovere a livello internazionaleil trasferimento tecnologico;

> forte propensione nel sostenere e promuovere a livello nazionale e internazionaleconnessioni con big pharma, società biotecnologiche, società di servizi professionalie manageriali, investitori, università, centri di ricerca, ospedali e clinicheorientati alla ricerca e sperimentazione;

> presenza di strutture, tecnologie e di ricercatori e personale altamente qualificato.

Università. Sono stati analizzati e identificati i principali atenei con una fortepropensione alla valorizzazione del proprio know-how che negli anni sono statiin grado di sostenere e realizzare con successo lo spin-off di almeno una o piùaziende biotecnologiche rispondenti ai requisiti di cui sopra e che partecipanoal capitale delle stesse.

4 Segmento del mercato farmaceutico che riguarda i prodotti direttamente acquistabili ed utilizzabili dai pazienti.Comprende i farmaci più comuni, come pillole, soluzioni orali, etc.5 Segmento del mercato farmaceutico che comprende quei prodotti per la cui somministrazione è necessarial’intermediazione di ospedali e personale medico specializzato.

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Ricerca clinica. Ai fini dell’individuazione dei centri e delle strutture di ricerca,si è preso atto dei dati e delle informazioni predisposte dall’Aifa.

Società di servizi. Il rapporto 2009 non prende in esame le complementaryproduct/service suppliers che offrono prodotti e servizi a minor valore aggiunto eche si distinguono tra service biotech e commodities biotech. Le service biotechsono imprese che mettono a disposizione competenze informative e danno assistenzaper le attività delle imprese biotecnologiche, impegnate nei processi di R&S.I principali servizi forniti riguardano la raccolta di informazioni da database pubblicio privati, l’implementazione di sistemi informatici per la gestione dei dati, il supportoper le attività di laboratorio e il marketing. Le commodities biotech si occupano dellaproduzione e della vendita dei prodotti utilizzati nei processi di R&S. Per quanto riguardail posizionamento sulla catena del valore, entrambi si occupano dell’intero ventagliodi attività, implementando modelli di business a basso profilo di rendimento/rischiocon un apporto marginale in termini di innovazione e valore economico così profondamentedifferente dai modelli di business tipici delle aziende biotecnologiche che abbiamointeso accreditare nell’ambito dell’analisi Blossom & Company.

L’utilizzo della presente metodologia non consente di valorizzare l'intero indottoderivante dal settore, che, come è facilmente intuibile, è estremamente più estesorispetto al sistema propriamente biotecnologico.

Dati e criteri di segmentazione dimensionale

La selezione del numero di imprese fa riferimento all’anno 2008.

I dati e le analisi riportate nel Rapporto fanno riferimento all’anno indicato nellerelative tabelle.

Per la classificazione dimensionale delle imprese si è fatto riferimento alla definizionecomunitaria di impresa, entrata in vigore il 1° gennaio 2005 ed introdotta dallaraccomandazione 361 del 2003, che sostituisce la 96/280/CE con un testoaggiornato. Al riguardo, è considerata:

> piccola impresa, un’impresa che occupa meno di 50 dipendenti ed ha un fatturatooppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro (si considerail dato più favorevole);

> media impresa, un’impresa che occupa meno di 250 dipendenti e ha un fatturatoannuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure ha un totale di bilancio annuonon superiore a 43 milioni di euro;

> grande impresa, un’impresa che occupa più di 250 dipendenti; e ha un fatturatoannuo superiore a 50 milioni di euro, oppure ha un totale di bilancio annuosuperiore a 43 milioni di euro (si considera il dato meno favorevole).

Gli ambiti di ricerca: criteri di segmentazione

Le aziende analizzate nel presente report sono state classificate per ambito:

Cura della salute o healthcare (in alcuni casi è stata adottata ancora la terminologiaRed Biotech), in cui le nuove tecnologie vengono adattate agli ambiti medico-farmaceutici, per:

> Strumenti diagnostici che, agendo a livello genetico e proteico, possono verificareimmediatamente e con estrema precisione l’origine di una possibile patologia;non vengono modificate soltanto le tecniche, ma anche il processo di diagnosistesso, che viene semplificato in maniera tale che i test possono essere effettuatida chiunque in qualunque momento.

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51Blossom & Company 2009

> Prodotti terapeutici che consentono non sono il miglioramento dei trattamentiodierni ma anche lo sviluppo di trattamenti che altrimenti non sarebbero possibili.

> Medicine rigenerative, che utilizzano le naturali capacità del corpo umano dimantenersi e ripararsi; una su tutte, le cellule staminali.

> Vaccini, cioè sostanze organiche in grado di consentire all’organismo di individuaree in seguito combattere le malattie infettive.

Le Environmental Biotech (in alcuni casi è stata adottata ancora la terminologiaWhite Biotech) che si interessano delle applicazioni ai processi industriali e disalvaguardia dell’ambiente, oggi in forte crescita. Le biotecnologie sono utilizzateper ridurre l’impatto ambientale di determinati processi produttivi, per monitorarel’inquinamento ambientale e per identificare elementi inquinanti.

Agrofood biotechnology (in alcuni casi è stata adottata ancora la terminologiaGreen Biotech), in campo agricolo, le biotecnologie sono utilizzate per modificarele caratteristiche genetiche dei vegetali con lo scopo di ottenere prodotti conspecifiche caratteristiche: tolleranza agli erbicidi, protezione da insetti o batteri,protezione da condizioni ambientali avverse. In campo alimentare, vengono utilizzateper aumentare la qualità e il valore nutrizionale dei prodotti agricoli e animali eper migliorare il processo di trasformazione degli alimenti. Un ulteriore campo diapplicazione in via di sviluppo, riguarda il miglioramento del livello di sicurezzadei prodotti alimentari per evitare il problema più significativo, che è quello dellacontaminazione microbica: in questo ambito le biotecnologie vengono utilizzateper combattere le infezioni lungo tutto il processo produttivo, per ridurre la possibilitàdi reazioni allergiche e per identificare possibili microorganismi dannosi, tossineo agenti patogeni.

Platform biotech sono imprese che si occupano di sviluppare e commercializzaretecnologie di supporto alle fase di R&S, sia software che hardware, distinguibili intecnologie di prodotto e tecnologie di processo.Le prime, platform di prodotto, incidono direttamente sulle caratteristiche intrinsechedel farmaco, come l’efficacia e la sicurezza, e sulle caratteristiche estrinseche,cioè di servizio allo stesso. Le imprese che forniscono questo tipo di tecnologiepossono essere distinte tra:

> x-omics platform, che sviluppano e commercializzano strumenti tecnologicidi supporto alla ricerca di base;

> bioinformatics, che implementano sistemi sia hardware che software perla generazione, l’integrazione e la gestione dei dati, risultato dei processo didrug discovery.

In generale, il time to market, cioè il tempo che intercorre tra l’ideazione di unprodotto e la sua effettiva commercializzazione, che caratterizza le platform sidifferenzia notevolmente da quello tipico delle imprese orientate allo sviluppo dinuovi farmaci Born Biotech o Pharma Biotech. Infatti, nel caso di queste biotechsia il TMT che il tasso di fallimento sono inferiori; inoltre, il profilo rischio/rendimentoè molto più simile a quelle delle imprese dell’ICT.

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Il processo diaccreditamento delle imprese biotecnologicheAccreditamento Blossom & Company 2009

Il nostro metodo si basa essenzialmentesull'applicazione di un’unica definizione di“Settore Biotecnologico” nell’ambito dell’interostudio. Blossom & Company, infatti, ha intesoinvestire nella definizione di un'unica metodologiautile a garantire una valida comparazione deirisultati in ambito nazionale e internazionale.

Analizzando infatti i principali studi nazionali einternazionali abbiamo rilevato che i differentimetodi adottati portano troppo spesso ad analisinon comparabili tra loro e talvolta fuorvianti invirtù degli obiettivi che le stesse si pongono.Proprio per limitare al minimo le eventualidifferenze rilevate abbiamo voluto studiare conparticolare attenzione tutte le principalimetodologie adottate nell'ambito dei diversi studiinternazionali al fine di trarre il meglio da ciascunametodologia.

Proprio grazie a questa opera di analisi ecollaborazione Blossom & Company è oggi il puntodi riferimento nazionale e internazionale in gradodi fornire e presentare tutti i key data del compartoitaliano sulla base di specifiche esigenze.Infatti laddove si rilevi la necessità di modificarealcuni criteri di analisi, ampliare o modificare gliobiettivi di analisi siamo in grado di riclassificaree rianalizzare i dati fornendo tutti i key datadel comparto nazionale, ma tenendo fede alprincipio di fondo che vede alla base l’adozionedi un’unica base dati certa e accreditata.

A questo fine per determinare il campione diimprese biotecnologiche italiane accreditateBlossom & Company ha adottato un criterioselettivo di analisi che prevede per ciascunaimpresa l’adozione dei seguenti prerequisiti:

> l’entità giuridica presa in esame deve essereun’azienda il cui fine è la creazione di valoree la generazione di profitto (for profit);

> le società analizzate svolgono sul territorioitaliano attività di Ricerca e Sviluppo (anchese non in via esclusiva o prevalente);

> le attività di Ricerca e Sviluppo riguardanotecnologie e prodotti innovativi basatisu piattaforme di tipo biotecnologico tenendoa mente che per la definizione di biotecnologiaadottiamo quella proposta dalla Convezionesulla Diversità Biologica.

Per garantire la maggiore esaustività possibiledell’analisi e conseguentemente essere in gradodi includere il maggior numero di aziende possibiliche rispondono ai requisiti sopra espressi, è statasvolta una estesa e approfondita analisi su tuttoil territorio nazionale, adottando l’approccio diseguito descritto.

a) Identificazione delle aziende.L’identificazione di un primo insieme di azienderispondenti ai requisiti minimi si è basatasu un’approfondita analisi svolta azienda perazienda acquisendo informazioni direttamentedalle imprese, nell'ambito di banche dati ufficialinazionali/regionali, siti web di ministeri, enti,università, incubatori, parchi scientifici, aziendeetc. La ricerca è stata successivamente finalizzataattraverso l’analisi delle visure camerali e deidocumenti di bilancio. Per finire si è utilizzatauna verifica finale attraverso contatti diretti.

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53Blossom & Company 2009

b) Selezione delle aziende.La selezione delle aziende è certamente la fasepiù complessa in quanto richiede particolareattenzione nella valutazione della rispondenzaai requisiti metodologici espressi. La selezionedelle aziende è stata realizzata attraverso unaprima fase di raccolta delle informazioni rilevabilidai bilanci delle singole aziende, acquisizionedi ulteriori informazioni relative alle singole realtàtramite questionari qualitativi e inserimento delleinformazioni essenziali all’interno di un databasepredisposto e di proprietà di Blossom & Company.Ciascuna azienda è stata successivamenteanalizzata, per una prima valutazione diinserimento o esclusione, sulla base dellarispondenza ai requisiti definiti da un ComitatoScientifico e Finanziario composto darappresentanti di Blossom & Company e relativipartners. Al fine di garantire la totale indipendenzae professionalità nel lavoro di ricerca, la selezionefinale per l'approvazione definitiva rimanecomunque in capo a Blossom & Companyche, sulla base di tutte le informazioni recepite,attesta l’appartenenza o meno di ciascunaazienda al settore.

c) Raccolta dati.La raccolta dati di bilancio è stata predispostadal CrESIT sulla base delle indicazioni concordatecon Blossom & Company. La raccolta dati è statarealizzata attraverso l’acquisizione dei bilanci edelle visure camerali delle aziende selezionate edi tutti i principali documenti relativi al settore,in linea con le metodologie di analisi predisposte.Le evidenze numeriche riportate nel Rapportoderivano da una rielaborazione effettuata daBlossom & Company e dal CrESIT su dati einformazioni provenienti dalle seguenti fonti:

> Bilanci e Note integrative depositati in Cameradi Commercio, relativi agli anni 2007, 2006,2005, 2004, 2003 e 2002;

> Visure camerali (sia ordinarie sia dell’assettodella compagine sociale) effettuate nel periodonovembre 2008 - gennaio 2009.

L’invio e la raccolta delle informazioni qualitative,attraverso un questionario specificatamentepredisposto, è stata gestita da Blossom & Company,Assobiotec e Farmindustria.

Le aziende hanno risposto in modo completoed esaustivo al questionario inviato, con un tassodi risposta che supera abbondantemente il 10%ottenuto dalle migliori surveys internazionali(Harzing, 1997). Nel dettaglio infatti il tassodi risposta si è attestato intorno al 65%.

Il processo di raccolta di tutte le informazioniè stato ultimato in data 31 dicembre 2008.

L’applicazione rigorosa della metodologiapredisposta, unitamente all’indipendenza eprofessionalità di Blossom & Company nellavalutazione dei singoli casi, ha portatoall’esclusione di molte aziende, entità o attoriche risultano invece inclusi in numerosi studie data base. Ovviamente, vista la rilevanza dellavoro, non possiamo escludere a priori di averscartato delle aziende che viceversa avrebberopotuto rientrate a pieno titolo nell’elenco.

Si invitano tutte le imprese che ritengono disoddisfare i requisiti indicati a fornire tutte leinformazioni per la prossima edizione 2010richiedendo a Blossom & [email protected] la scheda di analisi.

Le aziende, che viceversa non ritenessero di soddisfarei requisiti definiti nella presente metodologia mache sono risultate incluse tra le imprese accreditate,possono richiedere la cancellazione dall’elencotrasmettendo l’informazione e la motivazione aBlossom & Company.

Il processo di accreditamento 2010inizia il 1° settembre 2009 e termina il30 novembre 2009.

Per l’accreditamento del 2009 si prega richiederela scheda a Blossom & Company e trasmetterladebitamente compilata a Blossom & Companyal seguente indirizzo: [email protected]

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IMPRESEBIOTECNOLOGICHERISPONDENTII REQUISITI DIACCREDITAMENTOBLOSSOM &COMPANY (2009)

72 BRISTOL MYERS SQUIBB73 BSA AMBIENTE74 CAGE CHEMICALS75 CBM76 CCS AOSTA77 CEINGE BIOTECHNOLOGIES AVANZATE78 CELGENE79 CELL THERAPEUTICS EUROPE INC.80 CENTRO BIOTECNOLOGIE AVANZATE81 CHARLES RIVER LABORATORIES82 CHIESI FARMACEUTICI83 CLONIT84 COGEP85 COLOSSEUM COMBINATORIAL CHEMISTRY

CENTER FOR TECHNOLOGY86 CONGENIA87 COSMO88 COSTANTINO89 CREABILIS THERAPEUTICS90 CTG PHARMA91 CUTECH92 CYANINE TECHNOLOGIES93 DAC94 DALTON BIOTECNOLOGIE95 DEGENE96 DEGUSSA TEXTURANT SYSTEMS ITALIA97 DIASORIN98 DIATECH99 DIATHEVA

100 DIESSE DIAGNOSTICA SENESE101 DOMPE' FARMACEUTICI102 ECOBIOSERVICES AND RESEARCHES103 ECOTECHSYSTEMS104 ELI LILLY ITALIA105 EOS106 EPPENDORF107 ERATECH108 ESAOTE109 ESPIKEM110 ETNA BIOTECH111 EURAND112 EUROCLONE113 EUROSPITAL114 EXENIA GROUP115 EXPERTEAM DI DE BORTOLI116 EXPLORA117 EXTERNAUTICS118 FATRO119 FERTIREV120 FIDIA ADVANCED BIOPOLYMERS121 FLAMMA122 FOTOSINTETICA & MICROBIOLOGICA123 GENALTA124 GENEDIA125 GENESPIN126 GENEXTRA127 GENOVAX128 GENTIUM129 GENZYME130 GILEAD SCIENCES ITALIA131 GIO.ECO132 GNOSIS133 GREENLAB134 GRIFOLS ITALIA135 GUYA BIOSCIENCE136 HMG BIOTECH137 HO.p.e.138 IDRABEL139 IM3D140 INBIOS141 INCURA

1 AB ANALITICA2 ABBOTT3 ABICH4 ABIOGEN PHARMA5 ACTYGEA6 ADALTIS ITALIA7 ADAMANTIO8 ADIENNE PHARMA&BIOTECH9 ADRIACELL

10 ADVANCED ANALYTICAL TECHNOLOGIES11 AETHIA12 AGRIFUTUR13 AGRITEST14 AGROBIOS15 AGROLABO16 ALFA WASSERMANN17 ALIFAX18 ALPHAGENICS DIACO BIOTECHNOLOGIES19 ALSO BIOTECH20 AMBIOTEC21 AMGEN DOMPE'22 ANALISI & CONTROLLI23 ANALLERGO24 ANIDRAL25 APAVADIS BIOTECHNOLOGIES26 APULIABIOTECH27 ARETA INTERNATIONAL28 ASTRA ZENECA29 AVANTGARDE30 AXXAM31 BCS BIOTECH32 BGT ITALIA33 BIO & GEO34 BIO DEC35 BIO FLAG36 BIO HI-TECH37 BIO3 RESEARCH38 BIOAESIS39 BIOALLERGY INTERNATIONAL40 BIOANALISI CENTRO SUD41 BIOANALISI TRENTINA42 BIOANSWERS43 BIODIVERSITY44 BIOFARMA45 BIOFIN LABORATORIES46 BIOFUTURA47 BIOGEN-DOMPE'48 BIOGENETICS49 BIO-KER50 BIOMAN51 BIOMAT52 BIONUCLEON53 BIOPAINT54 BIO-RAD LABORATORIES55 BIOREP56 BIOSEARCH AMBIENTE57 BIOSENSOR TECHNOLOGIES58 BIOSILAB59 BIOSISTEMA60 BIOSPHERE61 BIOSTRANDS62 BIOSYNTH RESEARCH LABORATORIES63 BIOTECGEN64 BIOTECK65 BIOTEST ITALIA66 BIOTRACK67 BIOXELL68 BMR GENOMICS69 BOEHRINGER INGELHEIM ITALIA70 BOUTY71 BRACCO IMAGING

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55Blossom & Company 2009

Requisiti accreditamento Blossom & Company (2009)> l’entità giuridica presa in esame deve essere

un’azienda il cui fine è la creazione di valoree la generazione di profitto (for profit);

> le società analizzate svolgono sul territorioitaliano attività di Ricerca e Sviluppo(anche se non in via esclusiva o prevalente);

> le attività di Ricerca e Sviluppo riguardano tecnologiee prodotti innovativi basati su piattaforme di tipobiotecnologico tenendo a mente che per la definizionedi biotecnologia adottiamo quella proposta dallaConvezione sulla Diversità Biologica.

Pur essendo stato compilato con la massima cura,si dichiara che l’elenco sopra riportato non è esaustivoe potrebbe contenere omissioni od errori in merito ai qualinon viene assunta responsabilità alcuna.Si prega di segnalare a [email protected] richiesta di rettifica, integrazione, cancellazione,affinchè possano essere adottate le più opportune iniziative.

142 INDENA143 INNOVATE BIOTECHNOLOGY144 INVENTO145 INVITROGEN146 IPSEN147 IRBM P.ANGELETTI148 ISAGRO149 ISB150 ISTA151 ISTITUTO DI RICERCHE BIOMEDICHE

ANTOINE MARXER RBM152 ISTITUTO GANASSINI153 ITALFARMACO154 JANSSEN CILAG155 KEDRION156 KERYOS157 L MOLTENI & C DEI F.LLI ALITTI158 LAY LINE GENOMICS159 LEA BIOTECH160 LEAF BIOSCIENCE161 LIFELINELAB162 LORENZ BIOTECH163 MAC PHARMA164 MASTELLI165 MAVI SUD166 MBS167 MEDESTEA BIOTECH168 MEDITEKNOLOGY169 MENARINI BIOTECH170 MERCK SERONO171 MERISTEMA172 MILLIPORE173 MOLECULAR BIOTECHNOLOGY174 MOLECULAR STAMPING175 MOLMED176 N.T.I. (NATURAL TECHNOLOGIES ITALIA)177 NANOVECTOR178 NARVALUS179 NAXOSPHARMA180 NEED PHARMACEUTICALS181 NEMO LAB182 NERVIANO MEDICAL SCIENCES183 NEUROSCIENZE PHARMANESS184 NEURO-ZONE185 NEWRON PHARMACEUTICALS186 NEXA187 NEXTERA188 NGB GENETICS189 NICOX RESEARCH INSTITUTE190 NIKEM RESEARCH191 NOBIL BIO RICERCHE192 NOTOPHARM193 NOVARTIS FARMA194 NOVO NORDISK FARMACEUTICI195 NURAGING BIOTECH196 NUTRISEARCH197 NYCOMED ITALIA198 OFFICINA ERBORISTICA ANTICO MULINO

DELL’ABBAZIA DI CHIARAVALLE199 PHARMESTE200 PHILOGEN201 PHYTOENGINEERING ITALIA202 PHYTOREMEDIAL203 PIONEER HI-BRED ITALIA204 PLANTECHNO205 POLIMED206 POLYMEKON207 PORTO CONTE RICERCHE208 PRIGEN209 PRIMM210 PRION DIAGNOSTICA

211 PROBIOTICAL212 PROGETTO NATURA213 PROTEIOS214 PROTEOGEN BIO215 PROTEOTECH216 PROTERA217 QUARTA & PARTNERS218 RE.D.D.219 RECORDATI INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA220 ROCHE221 ROTTAPHARM222 S.A.F.AN. BIOINFORMATICS223 SACACE BIOTECHNOLOGIES224 SANOFI PASTEUR MSD225 SB TECHNOLOGY226 SCHERING-PLOUGH227 SEKMED228 SERVIER ITALIA229 SHAR.DNA230 SIENABIOTECH231 SIGEA232 SIGMA TAU233 SILICON BIOSYSTEMS234 SORIN235 SPA - SOCIETA' PRODOTTI ANTIBIOTICI236 SPIDER BIOTECH237 STEMGEN238 STILMAS239 SYNBIOTEC240 TAKEDA ITALIA FARMACEUTICI241 TALENT242 TARGET HEART BIOTEC243 TECAN ITALIA244 TECHNOBIOCHIP245 TECNA246 TECNOBIOMEDICA247 TECNOGEN248 TECTRONIK249 TIB MOLBIOL250 TISSUELAB251 TOP (TRANSGENIC OPERATIVE PRODUCTS)252 TOSCANA BIOMARKERS253 TRANSACTIVA254 UFPEPTIDES255 VETOGENE256 VIVABIOCELL257 WETWARE CONCEPTS258 WEZEN BIOPHARMACEUTICALS259 WYETH LEDERLE260 XEPTAGEN

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The art ofmanagementinnovationdiffers fromindustryto industry

blossomcompany.com

St rategic Advisor y in Heal thcare & B iotechCorporate Finance

Center for B ioEnt repreneurs

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BIOTECNOLOGIEIN ITALIA 2009

Sponsors

Benvenuti nella sezione dedicata alle principali realtàche investono per affermare e consolidare la propriavisione e presenza globale nei settori healthcare e biotech.

Dal 2009 intendiamo introdurre una sezione dedicataa poche e qualificate società, istituzioni, advisor einvestitori che credono nel potenziale espressodall’attività di Ricerca e Sviluppo in ambito healthcaree biotech svolta in Italia e che sono qualificate perrivestire un ruolo attivo per lo sviluppo del comparto.

Parliamo di società leader del settore quali AmgenDompé e Genzyme. A lato troviamo il principale parcotecnologico italiano in ambito agrofood: si tratta delParco Tecnologico Padano con l’incubatore Alimenta,che seleziona e supporta in forma continuativa societàinnovative interessate ad affermarsi sulla scena nazionalee internazionale, con il quale abbiamo avviato unaccordo per l’erogazione di servizi professionali.

Parliamo quindi di importanti istituzioni quali laCamera di Commercio Svizzera in Italia con la qualeabbiamo instaurato un accordo per l’erogazione diservizi professionali rivolti alle aziende svizzereinteressate ad operare sul mercato italiano el’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata di Israele,con il quale abbiamo instaurato nel corso dell’announ’intensa attività di promozione per la cooperazionetra aziende italiane e israeliane.

Per ultimo intendiamo esprimere il nostro benvenutoa Traverso & Partners, studio di dottori commercialistie revisori dei conti, oltre a Mittel Corporate Finance.Con essi Blossom & Company ha instaurato unrapporto di collaborazione per le attività di advisorye fund rising nel settore Life Sciences.

Federica BottazziManaging Director

[email protected]

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La Camera segue con grande interesse il settoreche riveste un’importanza crescente, se vogliamoanche simbolica, per Italia e Svizzera.La strategia delle aziende biotech per il reperimentodei finanziamenti è stato il tema di un convegnoorganizzato dalla Camera di Commercio Svizzerain Italia – Swiss Business Hub Italy in collaborazionecon le due Associazioni di settore Assobiotec eSwiss Biotech Association poco più di un anno fa.L’iniziativa ha esaminato il settore delle biotecnologie,area di estrema potenzialità, ponendo a confrontola realtà elvetica e quella italiana, focalizzandol’attenzione sul tema degli investimenti e dellestrategie per l’attrazione dei capitali.Se ne è parlato alla presenza di autorevoli speakersvizzeri e italiani e le Borse di Zurigo e di Milano,alla presenza di oltre 150 imprenditori.

Il biotech investe settori dove la ricerca svolge unruolo determinante e dove perciò si favorisconoposizionamenti strategici difendibili a livello globale,con dinamiche di crescita fortissime, creandoopportunità per giovani ricercatori, forti potenzialidi sinergia tra strumenti finanziari innovativi etecnologie avanzate e con possibilità dicollaborazione per piccole società e grandi gruppi.

Come Camera di Commercio Svizzera in Italia ciidentifichiamo pienamente in queste tematiche esiamo lieti che la presentazione del Rapporto Annualesul Biotech italiano si svolga qui al Centro Svizzero.Ci auguriamo che questo sforzo di comunicazioneche indubbiamente coinvolge personalità di altissimolivello porti a un’intensificazione della collaborazionetra gli operatori dei due Paesi.

ALESSANDRA MODENESE KAUFFMANNSegretario generale

La Camera di Commercio Svizzera in Italiae il settore Biotech

Chi è la CameraLa Camera di Commercio Svizzera in Italia (CCSI) è attivadal 1919, per favorire lo sviluppo dei rapporti commerciali,industriali ed economici tra Svizzera ed Italia, rivolgendoattenzione particolare alla Piccola e Media Impresa.La CCSI sviluppa la sua attività su un articolato network direlazioni con i principali operatori istituzionali del mondocommerciale ed economico italiano ed elvetico.Riconosciuta dalla Confederazione, è CertificataQualità Totale (TQM – Total Quality Management) dalSECO (Segretariato di Stato dell’Economia Svizzero).La CCSI è inoltre fortemente integrata nel sistema italianoe ufficialmente riconosciuta dal Ministero dello SviluppoEconomico.

La CommunityEventi e convegni, business lunch, incontri con personaggidi rilievo del mondo economico e finanziario sono soloalcune delle attività dedicate agli Associati, attività incostante rinnovamento, caratterizzate da contenuti di attualitàe temi di elevato interesse.

I Servizi di CCSI• Servizi legali• Arbitrato• Recupero crediti• Rapporti informativi• Servizi amministrativi• Recupero IVA• Rappresentanza fiscale• Rappresentanza sociale• Attivazione procedura per deducibilità costi relativi

a operazioni intercorse con aziende di Paesi a regimefiscale privilegiato (Svizzera)D.Lgs. 231/2001

• Servizi informativi e consulenziali:> Assistenza per l’insediamento e lo sviluppo di imprese in Italia e in Svizzera> Scouting di investitori finanziari ed industriali

• Meeting facilities

SPAZIO EVENTI

Per ulteriori informazioni sulle opportunità e sui servizi: www.ccsi.it [email protected]

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