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Introduzione I profondi legami storici tra l’Etiopia e l’Italia hanno da sempre facilitato contatti e collaborazioni tra aziende italiane ed etiopi in diversi settori: costruzioni, tessile e abbigliamento, pelle e prodotti della pelle, agricoltura e agro-industria. La combinazione di imprese di natura familiare e il modello del “distretto industriale” di aziende di piccole e medie dimensioni rendono da sempre l’Italia un partner ideale per l’Etiopia. La crescente esigenza del sistema economico italiano di delocalizzare la produzione in economie con ampia disponibilita’ di terreni e manodopera a basso costo, specie in settori industriali quali tessile e pelle, rendono la partnership con l’Etiopia una reale opportunita’ di business per le imprese italiane nel breve e medio termine. Per competere con Cina, India ed altri Paesi in forte espansione come la Turchia, qui fortemente impegnata nel settore tessile, le nostre imprese devono contare sulla qualita’ dei prodotti offerti, peraltro ampiamente riconosciuta nel mercato etiopico. Attualmente l’Etiopia ha un grande potenziale di sviluppo nel settore agricolo, agro-industriale e della meccanizzazione agricola, nel tessile, nell’industria della pelle, nel settore energetico. Gli importanti programmi di incentivo agli investimenti e di sviluppo infrastrutturale promossi dalle Autorita’ locali hanno migliorato l’ambiente economico, creando diverse opportunita’ che le imprese italiane non hanno ancora sfruttato appieno. Per il prossimo quinquennio il Governo etiopico prevede una sostenuta crescita della produzione e produttivita’ e agricola ed un sostanziale sviluppo dell’industria, trend che dovrebbe preparare la “rivoluzione industriale” da attuarsi nel quinquennio successivo. In tale prospettiva ci si attende che nasceranno molte nuove opportunita’ per gli investitori esteri. Mi auguro che la ricchezza dei legami culturali, economici e familiari, testimoniata dalla presenza di circa 200 imprenditori italiani residenti in Etiopia, possa avere un’espressione concreta nella crescita dell’interscambio commerciale, ma anche in un deciso aumento del numero di investitori italiani di successo nel Paese. Desidero infine ringraziare l’Italian Business Community Association per aver partecipato alla realizzazione di questa Guida con contributi finanziari ed aggiornate informazioni sulla normativa sugli investimenti. L’Ambasciatore d’Italia Renzo Rosso 1

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Introduzione

I profondi legami storici tra l’Etiopia e l’Italia hanno da sempre facilitato contatti e collaborazioni tra aziende italiane ed etiopi in diversi settori: costruzioni, tessile e abbigliamento, pelle e prodotti della pelle, agricoltura e agro-industria.

La combinazione di imprese di natura familiare e il modello del “distretto industriale” di aziende di piccole e medie dimensioni rendono da sempre l’Italia un partner ideale per l’Etiopia. La crescente esigenza del sistema economico italiano di delocalizzare la produzione in economie con ampia disponibilita’ di terreni e manodopera a basso costo, specie in settori industriali quali tessile e pelle, rendono la partnership con l’Etiopia una reale opportunita’ di business per le imprese italiane nel breve e medio termine. Per competere con Cina, India ed altri Paesi in forte espansione come la Turchia, qui fortemente impegnata nel settore tessile, le nostre imprese devono contare sulla qualita’ dei prodotti offerti, peraltro ampiamente riconosciuta nel mercato etiopico.

Attualmente l’Etiopia ha un grande potenziale di sviluppo nel settore agricolo, agro-industriale e della meccanizzazione agricola, nel tessile, nell’industria della pelle, nel settore energetico. Gli importanti programmi di incentivo agli investimenti e di sviluppo infrastrutturale promossi dalle Autorita’ locali hanno migliorato l’ambiente economico, creando diverse opportunita’ che le imprese italiane non hanno ancora sfruttato appieno. Per il prossimo quinquennio il Governo etiopico prevede una sostenuta crescita della produzione e produttivita’ e agricola ed un sostanziale sviluppo dell’industria, trend che dovrebbe preparare la “rivoluzione industriale” da attuarsi nel quinquennio successivo. In tale prospettiva ci si attende che nasceranno molte nuove opportunita’ per gli investitori esteri.

Mi auguro che la ricchezza dei legami culturali, economici e familiari, testimoniata dalla presenza di circa 200 imprenditori italiani residenti in Etiopia, possa avere un’espressione concreta nella crescita dell’interscambio commerciale, ma anche in un deciso aumento del numero di investitori italiani di successo nel Paese.

Desidero infine ringraziare l’Italian Business Community Association per aver partecipato alla realizzazione di questa Guida con contributi finanziari ed aggiornate informazioni sulla normativa sugli investimenti.

L’Ambasciatore d’Italia Renzo Rosso

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SOMMARIO INFORMAZIONI GENERALI 3 Dati sul Paese 3 Principali dati macroeconomici 3 Grado di apertura del Paese al commercio internazionale e agli investimenti esteri 5 Interscambio con l’Italia 7 SETTORITARGET 9 1) Settore agricolo 9 2) Settore dello zucchero 12 3) Settore energetico 13 Settore elettrico 13 Biocarburanti 14 4) Settore della pelle 16 5) Settore tessile 18 6) Settore del Turismo 20 7) Settore minerario 21 8) Privatizzazioni 22 INVESTIMENTI: DALL’ESTERO QUADRO NORMATIVO 26 Capitale minimo richiesto 26 Settori riservati 26 Permesso di investimento 26 Apertura di filiale 27 Trasferimento di tecnologie 27 Prestiti e utilizzo di valuta straniera 27 Rimessa di fondi 27 Regime dei terreni 28 REGIME FISCALE IN ETIOPIA 29 Esenzione di imposta sul reddito 29 Sistema fiscale in Etiopia 30 Esenzioni dal pagamento di dazi doganali 32 Personale espatriato 32 Garanzie e protezione degli investimenti stranieri 32 L’ITALIA IN ETIOPIA 34 Ufficio commerciale dell’Ambasciata d’Italia 34 I.B.C.A. (Italian Business Community Association) 34

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INFORMAZIONI GENERALI Dati sul Paese Superficie 1.133.882 Km

2 . L’Etiopia e’ una Repubblica federale suddivisa in 13 regioni autonome, le principali

citta’ sono: Addis Abeba, Dire Dawa, Gondar, Makalle’, Harar, Jimma Capitale Addis Abeba (3.000.000 abitanti circa), sede di oltre 180 rappresentanze diplomatiche, nonche’ sede dell’United Nations Economic Commission for Africa e dell’Unione Africana, conta una delle piu’ numerose comunita’ internazionali del mondo. Popolazione 74 milioni di abitanti (censimento 2009). Densita’ di popolazione 68 abitanti per Kmq. Lingua La lingua ufficiale e’ l’amarico. L’inglese e’ compreso e parlato dalla maggior parte della popolazione. Moneta L’unità monetaria dell’Etiopia è il Birr etiopico, suddiviso in 100 centesimi. Attualmente, un Euro vale circa 22,37 Birr e un dollaro circa 16 Birr (Banca d’Italia al 13/02/09). Principali dati macroeconomici Dal 2004 al 2008, il Paese ha registrato un tasso di crescita medio dell’11% annuo, ben al di sopra della media del 5,8% dell’Africa sub-sahariana, tuttavia gli effetti della crisi economica del Paese hanno causato un rallentamento della crescita che si stima essere stata dell’8,7% nel 2009 secondo l’Economist Intelligence Unit, o 7%, secondo i dati FMI. Si prevede inoltre una crescita del 7,7 % nel 2010, secondo il FMI (7% secondo l’Economist Intelligence Unit) ed intorno all’8% nel 2011 (Economist Intelligence Unit e Fondo Monetario Internazionale).

Nel corso del 2008 e del 2009 il Paese e’ stato impegnato in un programma di rientro da alti tassi di inflazione e carenza di riserve valutarie. Il programma di aggiustamento macroeconomico, che si e’ basato su una stretta disciplina fiscale e monetaria, e’ stato sostenuto da un esborso finanziario di emergenza pari a circa 52,3 milioni di dollari da parte del Fondo Monetario, nel gennaio 2009 (finalizzato a consentire al Paese di assorbire gli effetti delle perturbazioni macroeconomiche temporanee associate alla crisi), affiancato dalla stipula, nel mese di luglio 2009, di un accordo da 240 milioni di dollari, nell’ambito dello strumento Exogenous Shock Facility (ESP), per consentire all’Etiopia di affrontare gli effetti della recessione sulla bilancia dei pagamenti.

I primi risultati del programma sono stati molto efficaci ed hanno consentito al paese di ridurre drasticamente l’inflazione attualmente stimata al 7% su base annuale, mentre la non food inflation e’ stimata al 20% (Fondo Monetario Internazionale). Negli ultimi mesi tuttavia si e’ assistito ad una

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ripresa delle tendenze inflazionistiche che il Governo ha cercato di bloccare imponendo prezzi fissi sulla vendita di 18 beni tra cui si trovano sia beni primari che beni non primari, ma di consumo diffuso. Le recenti spinte inflazionistiche sono in parte dovute alla svalutazione del 20% del tasso di cambio della moneta locale (birr) contro le principali valute straniere (USD, euro, sterlina, yen) decisa dalle Autorita’ monetarie il 1 settembre scorso. Le riserve estere, alimentate anche dall’aumento degli aiuti da parte dei donatori, sono progressivamente salite a 1,5 milioni di dollari alla fine dell’anno fiscale 2008/09 (8 luglio – 7 luglio), equivalenti a 1,8 mesi di importazioni, e sono aumentate ulteriormente nell’anno fiscale appena conclusosi, alla fine del quale le riserve erano pari a 1,9 milioni di dollari, equivalenti a 2,1 mesi di importazioni. Il Governo ha elaborato un piano strategico per la crescita del Paese relativo al periodo 2011-2015 denominato Growth and Transformation Plan (GTP). Nelle attese delle autorita’ etiopiche il GTP dovrebbe garantire il raggiungimento della sicurezza alimentare e degli obiettivi del Millennio, in particolare nei settori della sanita’ e dell’istruzione, alla fine del prossimo quinquennio. Il Piano sarebbe inoltre consistente con l’obiettivo di fare dell’Etiopia un middle-income country per il 2025. Il documento individua sette strategie prioritarie (“pillars”), la prima delle quali e’ assicurare al Paese un tasso di crescita tra il l’11% ed il 14.9% per tutto il periodo di riferimento. Tale trend dovrebbe essere sostenuto principalmente dalla crescita della produzione agricola, da politiche di sostituzione delle importazioni, da investimenti nelle infrastrutture, nei sistemi di irrigazione, nelle reti di diffusione dell’acqua potabile e nella sanita’. L’agricoltura dovrebbe continuare ad essere il motore dello sviluppo economico nei prossimi cinque anni, periodi in cui il settore industriale dovrebbe crescere molto velocemente per divine esso stesso il settore principale dell’economia nel quinquennio successivo. A fine giugno 2010 il Parlamento ha approvato per l’anno fiscale 2010-2011 un budget pari a 77.3 miliardi di Birr (il maggiore che il Paese abbia mai avuto) che servira’ in buona parte a finanziare investimenti nel settore delle infrastrutture e dell’energia. Il 47 % del budget (0.9% in meno dell’anno fiscale appena trascorso) dovrebbe finanziare i programmi di lotta alla poverta’ (istruzione, sanita’, strade, investimenti nel settore agricolo e nelle reti di approvvigionamento idrico). Il 31.3% dovrebbe essere allocato per i sussidi regionali (31.7 nel 2009-2010). Si prevede che le entrate fiscali aumentino del 28% in termini nominali raggiungendo i 41 milioni di Birr, mentre le non-tax revenues (dividendi delle imprese pubbliche) dovrebbero diminuire del 30% e i grants del 10%. Tenuto conto di tutto cio’ le entrate totali dovrebbero aumentare del 9%. Le maggiori spese, a fronte di piu’ limitati aumenti attesi nelle entrate dovrebbero risultare in un deficit di 13 miliardi di Birr, pari al 3.4% del PIL (contro il 2.1.% dell’anno fiscale 2009-2010). L’economia etiope e’ basata in modo predominante sull’agricoltura, compreso l’allevamento. Il caffe’ rappresenta la principale coltura commerciale, anche se la sua quota sui ricavi da esportazione, attualmente pari al 35%, e’ andata diminuendo negli ultimi anni (era pari al 65%), sia a causa della depressione delle quotazioni internazionali sia per la robusta crescita sperimentata dalle esportazioni di altre categorie merceologiche come fiori recisi, semi oleaginosi, pellami e oro. Altre importanti esportazioni agricole sono costituite da pelli e cuoio, legumi, oleaginose ed il tradizionale kat, sostanza psicotropa il cui consumo e’ legalmente diffuso in alcuni paesi del medio-oriente. Il settore dei servizi, che rappresenta circa un ulteriore 40% del PIL ha manifestato, negli ultimi anni, a partire dalla fine della dittatura militare, una crescita consistente, guidata dai servizi turistici, dalle telecomunicazioni e dai trasporti e dai servizi finanziari ed assicurativi. Il settore manifatturiero risulta caratterizzato da industria leggera di piccola scala e artigianato locale e da imprese agroalimentari che hanno vissuto una dinamica di rapida espansione negli ultimi anni. Il settore minerario rappresenta soltanto lo 0,5% del PIL ed e’ principalmente incentrato sull’estrazione e sulla vendita di oro.

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Grado di apertura del Paese al commercio internazionale e agli investimenti esteri L’economia nazionale rimane caratterizzata da un grado relativamente modesto di apertura al commercio internazionale pari complessivamente a poco piu’ del 35% secondo il FMI nel 2009.

15.1

35.5

13.9

36.6

12.7

32.1

11.5

31.0

10.5

28.6

11.5

33.0

0

10

20

30

40

50

60

2005 2006 2007 2008 2009 2010 (*)

Etiopia: esportazioni ed importazioni in percentuale del PIL

Esportazioni di merci e servizi Importazioni di merci e servizi

(*)stime

Fonte: FMI – Sub-Saharan Africa Regional Economic Outlook – Aprile 2010 L’Etiopia mostra un costante disavanzo nella bilancia delle partite correnti in quanto l’avanzo delle partite invisibili, determinato dai flussi di traferimenti per aiuti allo sviluppo da parte dei paesi donatori e dalle rimesse degli emigranti, non e’ in grado di compensare il netto disavanzo della bilancia commerciale. La recente ampia svalutazione del cambio dovrebbe causare una riduzione del disavanzo. Secondo il Fondo Monetario, nel 2009 il deficit e’ rimasto stabile rispetto all’anno precedente e pari al 5,6% del PIL. Alla riduzione delle importazioni, indotta dagli effetti della crisi economica sulla domanda interna e dal deprezzamento del birr, ha corrisposto la riduzione delle entrate derivanti da turismo e rimesse degli emigranti.

ETIOPIA: SALDO PARTITE CORRENTI IN % DEL PIL

-10.0

-8.0

-6.0

-4.0

-2.0

0.0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010(*)

2011(**)

(*) stime (**) previsioni Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010

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Secondo i dati della Banca Mondiale il debito totale estero pubblico del paese, alla fine del primo trimestre 2010, e’ stato pari a 5,4 miliardi di dollari, rispetto a 5 miliardi della fine del 2009. Nell’analisi di sostenibilita’ del debito, l’Etiopia viene classificata nell’ambito dei paesi a rischio moderato, anche se tale rischio e’ aumentato a partire dal 2008, in particolare a causa del rapido incremento dei livelli di indebitamento da parte delle imprese pubbliche. Le statistiche di commercio estero di fonte FMI-DOTS, aggiornate al mese di aprile 2010, mostrano che, dopo aver registrato un deficit di 5,8 miliardi di dollari nel 2009, nei primi quattro mesi del 2010, le esportazioni sono aumentate dell’8,3% rispetto allo stesso periodo del 2009 e le importazioni sono aumentate ad un tasso superiore del 27,5%, con un conseguente peggioramento del deficit commerciale che e’ stato pari a 2,3 miliardi di dollari, rispetto a 1,7 miliardi di dollari del periodo gennaio-aprile 2009. Le esportazioni etiopi sono costituite principalmente da prodotti agricoli, tra cui caffé, chat (una droga leggera che nel Corno d’Africa circola legalmente) e fiori recisi, prodotti zootecnici (bestiame, cuoio e pellame), semi oleosi, cereali e legumi, spezie e oro. Dopo aver conquistato, nel 2009, la prima posizione tra i mercati di sbocco delle esportazioni etiopi, nei primi quattro mesi del 2010, la Cina ha consolidato tale preminenza, registrando un incremento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello stesso periodo le vendite estere etiopi verso il Belgio sono quasi triplicate, consentendo al paese europeo di collocarsi in seconda posizione tra i paesi clienti, superando l’Arabia Saudita. Seguono Svizzera, Germania e Stati Uniti. L’Italia si e’ collocata in undicesima posizione tra i paesi di destinazione, con un valore delle esportazioni etiopi verso il nostro paese pari a 13,6 milioni di dollari, in flessione del 39% rispetto ai primi quattro mesi del 2009. Notevole e’ risultata anche la contrazione registrata nei confronti dei Paesi Bassi (-53,2%). Nei primi quattro mesi del 2010, la Cina e’ balzata a rappresentare il 15,6% del valore totale delle esportazioni etiopi, rispetto al 12,7% della fine del 2009, seguita dal Belgio con l’8,8%. L’Italia ha rappresentato un’incidenza del 2,5% del totale, rispetto al 3,6% della fine del 2009. Le importazioni dell’Etiopia sono costituite principalmente da materie prime e prodotti intermedi, quali petrolio, ferro, cemento ed alluminio, prodotti chimici e fertilizzanti, macchinari, attrezzature e veicoli industriali, prodotti medico-farmaceutici ma anche prodotti tessili, cereali ed altri prodotti di largo consumo. Nei primi quattro mesi del 2010, la Cina si e’ confermata il primo paese fornitore di merci dell’Etiopia, con un valore di circa 480 milioni di dollari, in aumento del 35,5% rispetto al periodo gennaio-aprile 2009, seguita dall’Arabia Saudita, tradizionale fornitrice di petrolio, le cui vendite sul mercato sono aumentate del 20,5% rispetto ai primi quattro mesi del 2009, che ha preceduto, nell’ordine, India, Stati Uniti e Canada, paese le cui vendite sono aumentate in misura esponenziale consentendo di collocarsi al quinto posto della graduatoria. L’Italia in sesta posizione e’ risultata primo paese europeo fornitore di merci dell’Etiopia, con vendite, espresse in dollari correnti, in lieve incremento del 4,5% rispetto al loro valore dello stesso periodo del 2009.

Nei primi quattro mesi del 2010, la quota di mercato della Cina sulle importazioni di merci dell’Etiopia e’ lievemente diminuita al 16,9%, rispetto al 18,7% della fine del 2009. La quota di mercato dell’Italia si e’ contratta al 2,3%, rispetto al 3,2% del 2009. Secondo i dati del World Investment Report dell’UNCTAD, nel 2009 si e’ registrata una lieve flessione dei flussi di investimenti diretti in entrata in Etiopia, rispetto all’anno precedente, per un valore di 94 milioni di dollari, rispetto ai 109 milioni del 2008, livello peraltro molto lontano dal massimo storico di 545 milioni di dollari toccato nel 2006, in contrasto con l’incremento registrato dai flussi verso l’Africa sub-sahariana, ancorche’ - questi ultimi - concentrati in Nigeria, Angola e Sud Africa. Lo stock totale di investimenti diretti esteri accumulato dall’Etiopia fino al 2009 e’ pari a 3,8 miliardi di dollari,

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superato soltanto da Tanzania e Uganda tra i paesi dell’Africa orientale.

Tuttavia, i dati del governo differiscono notevolmente con quelli dell’UNCTAD e del Fondo Monetario (International Financial Statistics) e segnalano che esiste un problema di qualita’ delle statistiche sugli IDE in Etiopia.

I settori della floricoltura e del pellame sono quelli che, negli ultimi anni, hanno attratto il maggior numero di iniziative produttive. Arabia Saudita, Stati Uniti, Corea del Sud e Cina, negli ultimi anni, hanno aumentato notevolmente la propria presenza produttiva nel paese. Interscambio con l’Italia L’Etiopia è legata all’Italia da relazioni politiche, economiche e culturali che ormai hanno superato il secolo di storia e la presenza italiana qui è molto apprezzata. L’Etiopia rappresenta un vastissimo mercato potenziale per i prodotti italiani che sono conosciuti per il loro alto livello di qualità. I dati ISTAT di interscambio mercantile dell’Italia con l’Etiopia, espressi in euro, mostrano, nei primi sei mesi del 2010, un incremento del 3,3% per le esportazioni italiane, a fronte di una flessione del 19,6% per le importazioni, consentendo un’espansione del saldo positivo a 48,6 milioni di euro, rispetto a 41,8 milioni di euro del primo semestre 2009. In rapporto al totale dell’interscambio (esportazioni + importazioni), il saldo (normalizzato) ha raggiunto, nei primi sei mesi del 2010, il valore piu’ elevato, pari al 56%, che segnala un elevato grado di dipendenza commerciale dell’Etiopia nei confronti dell’Italia.

Italia: bilancia commerciale con l’Etiopia (valori in migliaia di Euro e variazioni in percentuale)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 2010 gen-giu gen-giu

Valori Esportazioni 117.465 98.297 85.989 89.761 146.722 154.283 179.595 182.965 151.781 65.492 67.670Importazioni 51.828 49.943 38.428 32.904 47.115 49.484 63.351 60.637 43.934 23.724 19.066Saldo 65.638 48.354 47.561 56.857 99.607 104.799 116.244 122.329 107.846 41.768 48.604Saldo normalizzato (%)

38,8 32,6 38,2 46,4 51,4 51,4 47,8 50,2 55,1 46,8 56,0

Variazioni sull'anno precedente Esportazioni 1,0 -16,3 -12,5 4,4 63,5 5,2 16,4 1,9 -17,0 -28,0 3,3Importazioni 31,6 -3,6 -23,1 -14,4 43,2 5,0 28,0 -4,3 -27,5 -18,8 -19,6

Saldi (variazioni assolute)

-11.246 -17.284 -793 9.296 42.751 5.192 11.445 6.085 -14.482 -19.948 6.836

Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT

Nei primi sei mesi del 2010, sono state le altre macchine per impieghi speciali a rappresentare la principale voce merceologica delle esportazioni italiane in Etiopia, per un valore di oltre 13,8 milioni di euro, seguita dalle vendite di parti e accessori per autoveicoli e di macchinari meccanici ad impiego generico. In quarta e quinta posizione della graduatoria dei principali prodotti venduti dall’Italia sul mercato etiope si sono collocate le vendite di elementi da costruzione in metallo e di altri prodotti in

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metallo che hanno mostrato incrementi molto elevati rispetto al periodo gennaio-giugno 2009. Dal lato delle importazioni, sono stati i prodotti delle colture permanenti (caffe’), nei primi sei mesi del 2010, a rappresentare la principale voce delle importazioni italiane dall’Etiopia, per un valore di oltre 7 milioni di euro ed una flessione dell’8%, rispetto allo stesso periodo del 2009. La seconda categoria merceologica per importanza e’ stata rappresentata dai prodotti in cuoio, per un valore superiore a 5 milioni di euro ed una contrazione del 39% rispetto ai primi sei mesi del 2009. Altre macchine per impieghi speciali, prodotti di colture non permanenti, calzature e prodotti tessili hanno rappresentato le altre principali voci merceologiche degli acquisti italiani dall’Etiopia nel periodo gennaio-giugno 2010. La presenza del “Made in Italy” in Etiopia, diffusa in pressoché tutti i settori, dai beni strumentali ai prodotti intermedi fino ai generi di consumo, sta risentendo in modo sensibile della competitivita’ dei prodotti provenienti dai paesi asiatici. Al prodotto italiano viene da sempre riconosciuta una grande qualità, anche se risulta sempre meno concorrenziale, dal momento che esso si colloca su fasce di prezzo e segmenti di domanda caratterizzati da volumi relativamente limitati di commercializzazione.

Dal punto di vista eminentemente commerciale, esistono spazi di potenziale penetrazione dell’offerta italiana sul mercato soprattutto nell’ambito delle attrezzature e dei materiali da costruzione e nell’ambito delle macchine movimento terra, grazie agli sforzi di ammodernamento ed espansione infrastrutturale in corso nel paese, degli impianti, delle attrezzature e dei servizi per il settore energetico, convenzionale e rinnovabile (eolico, solare, geotermico e da biomasse), per il settore delle telecomunicazioni (reti fisse e cellulari), dei mezzi di trasporto e delle attrezzature per il settore aeronautico, ferroviario e stradale, del turismo (attrezzature, arredamento e servizi) e di impianti ed attrezzature per la filiera agro-alimentare.

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SETTORI TARGET

L’Etiopia e’ caratterizzata da abbondanza di manodopera a basso costo, un ampio mercato interno e numerosi bacini fluviali che offrono un enorme potenziale per l’irrigazione e la produzione di energia idroelettrica. Importanti opportunita’ per potenziali investitori stranieri sono presenti nei seguenti settori: 1. Settore agricolo 2. Settore dello zucchero 3. Settore energetico 4. Settore della pelle 5. Settore tessile 6. Settore del turismo 7. Estrazione mineraria 8. Privatizzazioni 1. Settore agricolo L’agricoltura è il più importante settore dell’economia etiopica, alla quale contribuisce per il 46% del PIL, l’85% dell’occupazione nel Paese, il 45% delle entrate nazionali e l’85% dei guadagni dall’export. Nonostante questo ruolo decisivo giocato dai prodotti agricoli, l’Etiopia rimane fortemente dipendente dalle importazioni di alimenti trasformati o semi-trasformati, poiche’ il tradizionale sistema di piccolissimi produttori e di mercato informale non è né in grado di supplire alla crescente domanda interna né di sfruttare l’enorme potenziale esportativo. In questo contesto il Governo etiopico nel Growth and Transformation Plan (GTP), attribuisce all’agricoltura il ruolo di motore dell’economia e mira a risolvere le carenze strutturali del settore e ad aumentare la produttività attraverso un forte coinvolgimento di investitori stranieri per i quali si prevedono importanti incentivi fiscali (v. www. ethioinvest.org). Dell’area totale dell’Etiopia il 45% è costituito da terreni arabili, pari a circa 52 milioni di ettari (15 quelli attualmente coltivati), terreni che, come nella maggior parte dei Paesi africani, sono di esclusiva proprietà statale e possono essere assegnati in concessione anche per periodi lunghi ed a costi estremamente contenuti (v. www. ethioinvest.org). Il basso costo delle materie prime e della forza lavoro, così come la straordinaria ricchezza delle colture e climatica - che permette raccolti durante tutto l’arco dell’anno - rappresentano rilevanti vantaggi competitivi. L’Etiopia, con un’altitudine tra i 148 e 4.620 metri, presenta 18 maggiori aree e 49 sotto-zone agro-ecologiche, ognuna con il proprio potenziale biologico, che fanno del Paese uno dei maggiori centri mondiali di biodiversità con un enorme potenziale nella produzione di alimenti biologici a basso costo. Dal punto di vista geografico l’Etiopia si colloca in una posizione strategica di prossimità all’Europa ed al crescente mercato mediorientale. Inoltre sia il mercato interno sia quello regionale africano (COMESA) presentano un enorme potenziale, a fronte della crescita esponenziale della domanda alla quale vanno incontro. D’altra parte il Paese deve far fronte all’assenza di un accesso diretto al mare e alla carenza di infrastrutture. In questo senso, tuttavia, il Governo si sta impegnando con grandi investimenti sia nella rete stradale che in quella ferroviaria, e attraverso accordi per l’utilizzo dei porti

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di Gibuti, Somaliland e Kenya. Il principale prodotto agricolo etiopico è il caffè, del quale l’Etiopia è la quinta produttrice mondiale e la prima in Africa, oltre ad esserne la seconda produttrice biologica mondiale. L’Etiopia è inoltre il luogo di nascita del caffè, esclusivamente di qualità “Arabica”, e del quale presenta la maggiore diversità genetica al mondo. Si segnalano anche notevoli opportunità nel mercato dei cereali: teff -cereale dalle notevoli proprietà nutraceutiche, fondamentale nella dieta locale, privo di glutine e dunque interessante per la preparazione di alimenti per celiaci-, mais, grano, orzo, sorgo e riso. Tale settore è risultato già fortemente redditizio per investitori indiani ed arabi. L’Etiopia è, inoltre, una delle maggiori produttrici ed esportatrici mondiali di semi oleosi. Le principali colture sono il sesamo, il niger e il seme di lino, per i quali l’Etiopia figura tra i primi sei produttori al mondo. L’agricoltura ha le potenzialita’ per offrire prodotti di altissima qualita’, per i quali la domanda dei mercati internazionali e’ molto elevata. I fertili terreni degli altopiani etiopi sono ben al di sopra degli standard internazionali e sopratutto di quelli africani. Lo scarso utilizzo di fertilizzanti o prodotti chimici ed il rispetto delle condizioni ambientali originarie, permette di orientare la produzione verso il settore del biologico, che oggi rappresenta una quota di mercato interessante. Si e’ riscontrato un crescente interesse per collaborazioni commerciali, eventualmente affiancate da assistenza tecnica. Sono molte le aziende agricole in espansione, soprattutto quelle di trasformazione e conservazione dei prodotti, che necessitano di investimenti finanziari e assistenza tecnologica. Le imprese italiane possono partecipare in joint venture con una quota minoritaria, o a volte anche maggioritaria, all’espansione dell’azienda e contribuire al miglioramento del processo produttivo, favorendo il raggiungimento di standard internazionali di qualità. Il settore agricolo offre, inoltre, grandi opportunità per imprese che possono organizzarsi in consorzi e stabilire localmente l’intera filiera di produzione. Per quanto riguarda il packaging, il mercato e’ sottodimensionato e prevalentemente dominato da macchinari di bassa qualità, soprattutto cinesi. Il Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (CAADP) rappresenta la visione e la strategia della NEPAD e dell’Unione Africana per lo sviluppo dell’agricoltura in Africa. Il programma ha l’obiettivo di sostenere i Paesi Africani nel perseguimento di una crescita economica trainata dallo sviluppo agricolo che favorisca la sicurezza alimentare e nutritiva e la crescita nelle esportazioni attraverso una migliore pianificazione strategica e incrementi di investimenti nel settore. L’Etiopia, uno dei Paesi aderenti al Programma CAADP, ha appena completato il Business Investment Plan, in cui si evidenziano opportunità e necessità per lo sviluppo agricolo sostenibile e la commercializzazione, soprattutto per alcuni prodotti agricoli e animali. In tale contesto, il trasferimento di buone pratiche, la formazione nell’uso di tecnologie adeguate per la trasformazione dei prodotti in derivati, la diffusione di modelli produttivi consortili e il rafforzamento delle capacità nel creare network rappresentano aree di collaborazione in crescente richiesta. Dove investire: Trasformazioni agro-industriali: per esportare prodotti ad alto valore aggiunto, puntando sulla disponibilita’ di mano d’opera e di materia prima a basso costo (caffè, tè, pellame, latte, carne, cereali, semi oleosi, fieno greco, leguminose, spezie). Sementi: sfruttando le qualità degli altopiani etiopici, quali la grande varietà biologica e la possibilità

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di fare fino a tre raccolti annuali, beneficiando inoltre dello status di OGM-free. Vite da vino: la quale fu introdotta con successo proprio dagli italiani. Colture ortofrutticole: fruendo delle diverse zone agro-climatiche del Paese con un’ampia varieta’ di frutta vantaggiosamente coltivabile (mango, papaia, avocado, ananas, limoni, pere, susine, mele etc.) Floricoltura: la cui industria è emersa come uno dei sotto-settori a più alto sviluppo nel Paese durante gli ultimi anni. Apicoltura: l’Etiopia e’ il piu’ grande produttore africano di miele ed il quarto maggiore produttore di cera d’api al mondo con ancora notevoli margini di sviluppo commerciale. Fornitura di macchine agricole: vi sono ampi margini di sviluppo sia per l’esportazione, sia per l’assemblaggio sul posto, sia attraverso formule innovative di leasing. Agevolazioni: La Cooperazione italiana potrebbe inoltre favorire gli investitori italiani con l’attivazione dell’articolo 7 della legge 49/87. Esso prevede l’erogazione di credito agevolato da parte della Cooperazione per finanziare parte del capitale di rischio di imprese italiane in joint venture con imprese locali, in settori e progetti collegati all’agricoltura, all’allevamento ed al trattamento di prodotti derivati. Con l’Italia sono stati inoltre stipulati accordi bilaterali per gli investimenti e trattati contro la doppia tassazione.

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2. Settore dello zucchero Il settore dello zucchero, gia’ indicato come prioritario nel piano quinquennale di crescita 2006-2010 (nell’anno 2009-2010 ha assorbito il 45,3% delle risorse destinate allo sviluppo dell’industria), continua ad essere considerato strategico dal Governo. Secondo le previsioni del Growth and Transformation Plan 2011-2015 la produzione nazionale di zucchero dovrebbe piu’ che raddoppiare nel prossimo quinquennio, permettendo al Paese, ancora oggi importatore netto di zucchero, di soddisfare la domanda locale ed iniziare le esportazioni. Il GTP prevede la costruzione di 8 nuove fabbriche di zucchero governative dislocate in diverse parti del Paese (regione Amara, Southern Region, Oromia, Tigrai). Il potenziamento del settore dovrebbe portare ad una sostenuta produzione per l’esportazione (oltre alla produzione di etanolo ed energia) gia’ nei prossimi anni. Si sottolinea a tal proposito che il costo di produzione del bene in Etiopia e’ molto basso e rende competitivo lo zucchero etiopico anche rispetto allo zucchero prodotto in Brasile. Dall’altra parte iniziano a nascere anche iniziative private come Hibir Sugar Share company, societa’ costituita da tre ingegneri che hanno lavorato per lungo tempo nelle fabbriche statali. Essi avrebbero versato il capitale iniziale dell’azienda e starebbero preparando una campagna di raccolta di fondi attraverso l’emissione di titoli azionari per la costruzione di una nuova fabbrica di zucchero nei pressi del lago Tana. Le fabbriche private tuttavia non sono ancora operative e quindi produzione e distribuzione sono ancora oggi completamente controllate dal Governo. Il programma di rilancio del settore ha previsto nel quinquennio trascorso lavori di ammodernamento ed espansione delle tre fabbriche esistenti (Metahara, Wonji e Fincha) e la costruzione del nuovo stabilimento di Tendhao. Tali commesse sono state finanziate dall’Export Import Bank of India ed affidate ad imprese della stessa nazionalita’. I lavori dovrebbero terminare entro il 2011 e gli impianti dovrebbero aumentare progressivamente la produzione fino funzionare pieno regime nel giro di circa 5 anni. Recentemente la Ethiopian Sugar Development Agency (ESDA) e’ stata trasformata nella Sugar Corporation, che ha conservato lo stesso mandato dell’ESDA (dalla supervisione sul settore all’implementazione dei programmi di sviluppo della produzione) con la differenza che il nuovo capo, Abay Tsehay, ha rango di Ministro, a differenza del suo predecessore, Belay Dechassa che aveva il titolo di Direttore Generale. La nuova configurazione sembra sottolineare l’importanza crescente conferita da queste Autorita’ al settore. Le nuove fabbriche saranno anche attrezzate per la produzione di etanolo (v. sezione dedicata al settore energetico).

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3. Settore Energetico Settore elettrico

L’incremento della capacita’ produttiva nel settore dell’energia elettrica e’ una delle top priorities del Governo etiopico. L’accesso alla rete elettrica e’ ancora molto insoddisfacente. Si stima che nelle aree rurali, dove risiede l’84% dei quasi 80 milioni di abitanti del Paese, meno del 5% delle persone abbia accesso all’energia elettrica, mentre nelle citta’ questo dato salirebbe al 25-30%. Infine, il consumo annuo pro capite di elettricità in Etiopia è stato nel 2009 di 100 kWh, contro i 478 kWh della media dell’Africa Sub Sahariana.

La sostenuta crescita economica degli ultimi anni ha provocato un aumento della domanda di energia elettrica sia per consumo domestico che, soprattutto, per impieghi produttivi. Dati dell’Ethiopian Electric Power Cororation (EEPCo) indicano una variazione di tale domanda da un tasso del 5/6% all’anno nel periodo 1995-2001, al 15% tra il 2002 ed il 2006, fino ad un incremento del 25% annuale nel 2008/2009. Il perseguimento degli ambiziosi obiettivi di crescita fissati nel nuovo piano quinquennale di sviluppo per il periodo 2011-2015 comportera’ un ulteriore, sostenuto, aumento della domanda di energia elettrica.

L’EEPCO ha dunque elaborato un piano di sviluppo della rete elettrica che si pone come obiettivo l’installazione di 15.000MW di potenza nell’arco di dieci anni. Il piano delinea un portafoglio energetico composto da idroelettrico, con una quota predominante superiore al 90%, e da eolico e geotermico per la parte restante. Questi ultimi due contributi indicano il tentativo del governo di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, pur in un contesto in cui il costo di produzione dell’idroelettrico rimane di gran lunga il più competitivo. L’eolico permetterebbe infatti di ottenere energia per i picchi di consumo nei periodi di siccità in cui il contributo dell’idroelettrico cala, mentre il geotermico, se sfruttato in modo sostenibile, sarebbe in grado di produrre energia in modo continuo limitando la variabilità delle altre rinnovabili.

Lo sfruttamento dell’energia solare e’ limitato al fotovoltaico per uso domestico ed al momento non e’ nei piani del Governo la realizzazione di impianti solari di taglia rilevante. La Banca Mondiale sostiene un progetto per lo sviluppo dell’utilizzo dell’energia solare denominato “Lighting Africa”. Per l’Etiopia e’ in preparazione un programma di finanziamento attraverso la Development Bank of Ethiopia di cui potranno usufruire imprenditori privati interessati a sviluppare il progetto in Etiopia (www.lightingafrica.org).

Nello sviluppo delle energie rinnovabili, per la realizzazione di centrali di grandi dimensioni, il Giappone e la Germania (KfW) hanno mostrato interesse per il settore geotermico e Norvegia e Germania (GTZ) per il settore eolico. Francia (AFD) e Germania (GTZ), sono già attivi rispettivamente nel settore eolico e in quello delle microapplicazioni “off grid” per solare e “mini grid” per idroelettrico.

Alla costruzione di impianti per la produzione di energia si affiancano i progetti per la realizzazione di linee di trasmissione sul territorio nazionale, quelli per l’elettrificazione rurale, e quelli per rendere più efficienti i consumi in aree urbane. Questi interventi, gia’ attivi, presentano ampi potenziali di sviluppo. La Banca Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo sono tra i maggiori finanziatori in questo settore.

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Sono in fase di realizzazione gli elettrodotti che allacceranno la rete etiopica con Gibuti e con il Sudan. Si prevede di poter esportare inizialmente un massimo di 200MW in ciascuno dei due Paesi. Contribuiscono in maniera consistente a questi progetti la Banca Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo, ma anche l’Unione Europea attraverso l’EU-Africa Infrastructure Trust Fund e l’Agenzia Francese di Sviluppo. Sono inoltre in corso i preparativi per l’assegnazione del progetto per l’interconnessione tra Etiopia e Kenya che consentirà l’esportazione di un massimo di 900 o 1000 MW in Kenya e da lì, in parte, in Tanzania ed Uganda. Sono interessati al finanziamento di quest’opera la Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo, la Banca Europea degli Investimenti, l’Agenzia Francese di Sviluppo AFD.

Infine e’ in discussione un progetto di legge per la liberalizzazione del settore dell’energia elettrica, oggi interamente gestito dall’azienda governativa EEPCo. L’obiettivo e’ attrarre investimenti stranieri e creare opportunità per produttori indipendenti con meccanismi di concessione e tariffe garantite di fornitura alla rete nazionale. Le autorità mirano anche ad aprire all’Etiopia le opportunità di finanziamento derivanti dal commercio dei permessi di emissione di gas ad effetto serra.

Per ogni informazione su Calls for expression of interest e su ogni altro progetto promosso dalla EEPCo v. www.eepco.gov.it Biocarburanti Per ridurre la dipendenza dai prodotti petroliferi e promuovere uno sviluppo sostenibile il Governo ha finora incentivato la produzione di biocarburanti. L’obiettivo di continuare su questa strada e’ chiaramente statuito anche nel GTP:

- Aumentare la produzione di etanolo a 194.9 milioni di litri all’anno coordinando le attivita’ produttive delle fabbriche di produzione di zucchero pubbliche e private;

- Aumentare la produzione di biodiesel fino a 1.6 milioni di litri attraverso l’attrazione di investitori privati nel settore.

Dei tre zuccherifici statali attualmente operanti soltanto uno, la Fichaa Sugar Factory, e’ in grado di produrre etanolo. Al momento essa produce 8 milioni di litri all’anno di biocarbuirante, ma a piena capacita’, quando i lavori di espansione saranno ultimati, dovrebbe essere in grado di produrne 18 milioni di litri l’anno. Anche nei progetti di espansione di Wonjii e Metahara sono previste distillerie di etanolo che dovrebbero avere rispettivamente una capacita’ pari a 20,5 milioni di litri e 36,5 milioni di litri annui. La nuova fabbrica di Tendhao, la cui entrata in funzione e’ prevista a breve ma il cui funzionamento a pieno regime e’ previsto nel 2013, dovrebbe avere una capacita’ produttiva di 50,6 milioni di etanolo. Alla fine del prossimo quinquennio le quattro fabbriche sopra indicate dovrebbero essere in grado di produrre a pieno regime circa 125 milioni di litri di etanolo l’anno. Gli ambiziosi piani di espansione dell’industria dello zucchero contenuti nel Growth and Transformation Palm, in particolare la costruzione delle 8 nuove fabbriche previste, dovrebbero porre le basi per un ulteriore e cospicuo aumento della produzione di etanolo negli anni successivi. Anche le fabbriche di zucchero private prevedono la costruzione di distillerie di etanolo (ad es. la Hibir sugar Factory, sopra menzionata, e la Habesha Sugar Factory, costituita da imprenditori di nazionalita’ pakistana). Al momento il Ministero dell’Energia ha stabilito di commercializzare nella sola Addis Abeba una miscela di benzene al 95% ed etanolo al 5%, ma ci si attende a breve un aumento della percentuale di biocarburante al 10% ed un successivo incremento al 20% man mano che le fabbriche di zucchero aumenteranno la loro produzione.

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Secondo i dati diramati dalle Autorità etiopiche, nel Paese esistono 23,4 milioni di ettari di terre (di cui oltre la meta' nella regione dell'Oromia) disponibili, per la coltivazione di jatropa, ricino e palma da olio. La jatropa, una pianta diffusa anche in India e Indonesia, utilizzata per la produzione di sapone, cera, trattamento del cuoio, puo' crescere anche in clima secco con rese valutate da alcuni esperti in 1000 litri per ettaro in regimi inferiori ai 200 mm di pioggia annua. Le rese salirebbero a 5mila litri in condizioni di maggiore (ma non eccessiva) piovosita' e con l'utilizzo di fertilizzanti. Secondo il National Biofuel center della Petroleum Conservation Research Association indiana, su 10 milioni di ettari con una resa di 1,5 tonnellate per ettaro sarebbe possibile produrre l'equivalente di 10 milioni di tonnellate di petrolio. Attorno ai programmi del Governo etiope si e’ registrato un forte interesse da parte di investitori privati. Tra questi anche un’azienda italiana, la FRI-EL Green Power, che ha rilevato, nel 2008, una azienda governativa per avviare (con un investimento di 32 milioni USD) la coltivazione di una piantagione di Jatropha e palma da olio per la produzione di bio-carburante.  

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4. Settore della pelle Il Governo di Addis Abeba ha deciso di premere l'acceleratore sullo sviluppo della filiera del cuoio che si basa su una millenaria tradizione artigianale (risale ai tempi dei faraoni) e piu' concretamente su un'attivita' di allevamento di consistenti dimensioni: 41 milioni di bovini (la piu’ grande popolazione bovina in Africa e la decima al mondo), 25 milioni di ovini e 23 milioni di caprini. Nel mese di febbraio del 2009 e' entrata in vigore una legge che ha aumentato i dazi su pelli grezze e semilavorati del 150% con l'obiettivo frenare l'esportazione e di privilegiare l'impiego locale per la fabbricazione di prodotti finiti. La decisione e' frutto delle forti pressioni dell'associazione di categoria, la Ethiopian Leather Industries Association (Elia). Ora, per il Paese, si apre una sfida importante. Perche' la scelta effettuata non si trasformi in un boomerang (negli ultimi mesi il flusso di esportazione di pelli grezze e' diminuito) occorre un salto di qualita' nell'industria calzaturiera e dei prodotti in cuoio (guanti, valige, vestiti, accessori) che richiede importazione di tecnologia, formazione di manodopera e di quadri tecnici, organizzazione e controllo della qualita' dell'intera filiera a partire dalla materia prima. In questo contesto la vera novita' consiste nel ruolo assunto dalla Cina, che finora ha visto l'Etiopia soprattutto come un mercato di sbocco. Ormai e' il principale fornitore di prodotti finiti sul mercato locale (la produzione calzaturiera etiope e' ben lontana dal soddisfare il fabbisogno interno). Ma ora, dietro richiesta del Governo di Addis Abeba e nel contesto della nuova politica cinese di 'alleanza per lo sviluppo' dei Paesi africani, e' stato siglato un accordo che prevede un supporto di Pechino allo sviluppo dell'industria di trasformazione locale che si e' gia' tradotta nella crescente presenza in Etiopia di aziende di proprieta' cinese che producono calzature, guanti, cinture, borse, abiti. Accordi analoghi per lo sviluppo dell'industria locale sono stati conclusi anche con India e Giappone. Obiettivo a lungo termine del Governo etiope e della Ethiopian Leather Industries Association e' non solo quello di mettere l'industria calzaturiera e di trasformazione del Paese nelle condizioni di soddisfare la domanda interna ma anche di sviluppare le esportazioni, tenendo conto che gia' oggi alcuni calzaturifici e industrie etiopi di prodotti in pelle esportano in direzione dei Paesi africani contigui, Europa, Nordamerica e Giappone. L'insieme dei cambiamenti introdotti recentemente dovrebbe tradursi in un volume di esportazioni per la filiera pelle/cuoio del Paese per l'anno fiscale 2010-2011 pari a circa 300 milioni di USD. Dopo il caffe', infatti, le pelli sono la seconda voce dell'export etiope. Il Segretario Generale dell' Ethiopian Leather Industries Association (ELIA), nel corso di diversi incontri con l'Ambasciata d'Italia ad Addis Abeba, ha sottolineato che anche l'Italia puo' fornire un importante contributo a questa sfida sotto almeno tre aspetti: - la fornitura di tecnologie, tenuto conto che gia' oggi il nostro Paese e' il principale fornitore di macchinari e di additivi dell'industria etiope di lavorazione del cuoio e delle pelli - il potenziamento del Leather and Leather Products Technology Institute sostenuto dalla cooperazione economica italiana e dall'Unido (Nazioni Unite) - Una maggiore presenza produttiva in Etiopia dei calzaturifici italiani. Attualmente la capacita' produttiva dell'industria calzaturiera etiope (filiera del cuoio), concentrata soprattutto ad Addis Abeba, si avvia verso le 20mila paia di scarpe al giorno (non superava le 5mila paia nel 2002), ma anche con questi numeri e' largamente insufficiente per fare fronte a un mercato di 80 milioni di persone su cui si vendono annualmente 15 milioni di paia di scarpe in cuoio all'anno, in aggiunta a 27 milioni di paia in materiali diversi. Nel Paese sono attive anche una ventina di concerie industriali, quasi tutte con una capacita' giornaliera superiore ai 3 mila pezzi al giorno. Una quindicina di queste operano in modo integrato e sono abbastanza flessibili e attrezzate per soddisfare la maggior parte delle specifiche richieste dai clienti. Sono concentrate soprattutto nella regione di Oromia, a sud della capitale e in quella di Amhara, a Nord. Tra i prodotti "premium" del Paese due tipologie di pelli ovine internazionalmente conosciute

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come "Selallie Genuine" e "Bati Genuine", dal nome delle province di provenienza, con caratteristiche di elasticita' e morbidezza particolarmente adatte alla produzione di guanti. I flussi di import export avvengono soprattutto attraverso il porto di Gibuti ma, per pelli finite e prodotti in pelle, e' in crescita l'utilizzo del cargo aereo. Le esportazioni di semilavorati e pelli grezze (principalmente ovine) verso l'Italia, e' sceso da oltre 39 milioni di dollari nel 2006/2007 a poco meno di 30 milioni 2008-09. Non ci sono state significative diminuzioni dei flussi verso altri Paesi europei mentre sono aumentate quelle in direzione dell'Asia: Cina (oltre 10 milioni di dollari), India (oltre 6 milioni). Indonesia, Giappone, Malaysia, Singapore e Tailandia. Le industrie straniere che delocalizzano in Etiopia per esportare prodotti finiti godono di diversi benefici previsti da un'apposita nomativa (Export Trade Duty Incentive Scheme). Consistono nell'esenzione (o successivo rimborso) per i dazi e altre tasse relative all'importazione di materie prime, macchinari, semilavorati, carburanti, prodotti accessori (ad esempio: confezionamento). Nel caso dei rimborsi, i flussi in uscita ed entrata vengono registrati su un apposito libro (Voucher Book) rilasciato dalle Dogane. Possono utilizzare magazzini e capannoni industriali in regime di porto franco (bonded Manufacturing Warehouses) e i loro dipendenti e tecnici stranieri sono esentati dalla imposizione locale sui redditi. Da rilevare che la normativa si applica non soltanto al settore del cuoio ma anche al comparto tessile/abbigliamento e all'industria di trasformazione alimentare. Un vantaggio aggiuntivo e' dato dalla vasta rete di accordi commerciali preferenziali che favoriscono la vendita di prodotti etiopi sui mercati europei, in Usa e su alcuni mercati asiatici. Contatti utili: Ethiopian Investment Agency: www.ethioinvest.org Ethiopian Leather Industries Association: www.elia.org.et Progetto di Assistenza Tecnica per lo sviluppo dell’Industria del Cuoio e dei Prodotti in Cuoio – Cooperazione Italiana - UNIDO Questo progetto, iniziato nel maggio 2009 e della durata complessiva di due anni, si iscrive nel più ampio contesto degli interventi a favore dello sviluppo del settore privato in Etiopia, finanziati dalla Cooperazione Italiana nel corso degli ultimi dieci anni. Il progetto, del valore di 2,7 milioni di euro, e’ realizzato dall’UNIDO con il monitoraggio della Cooperazione italiana. L’obiettivo principale del progetto e’ il miglioramento delle capacità tecniche e manageriali di tutti gli attori del settore della lavorazione della pelle in Etiopia in modo da creare condizioni favorevoli per l’incremento delle esportazioni. La componente principale del progetto è riferita all’assistenza tecnica al reparto conciario e di manifattura delle calzature e degli altri accessori in pelle. Il rafforzamento di questi settori prevede anche il coinvolgimento di potenziali investitori stranieri, invitati a visitare le imprese etiopi, beneficiarie del progetto, con l’obiettivo di individuare eventuali aree di miglioramento. Contatti utili: Ufficio della Cooperazione Italiana ad Addis Abeba tel. 00251 11 1239600; [email protected]; dott. Michele Boario [email protected]

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5. Settore tessile

Grazie all'appartenenza a diverse organizzazioni economiche africane, quali ad esempio il Common Market for Eastern and Southern Africa (COMESA), e ad accordi internazionali come l'African Growth Opportunity Act (AGOA) con gli Stati Uniti e la politica commerciale europea Everything but arms, l'Etiopia gode di un sistema di tariffe preferenziali (c.d. Generalised System of Preference, GSP) e eliminazione dei dazi sulle esportazioni verso i paesi firmatari dell'accordo, su tutti Giappone, Canada, Svizzera e Norvegia. Ma finora l’Etiopia ha usufruito in misura molto limitata di questi vantaggi rispetto ad altri paesi africani. A partire dal prossimo anno però, per avere accesso ai benefici del sistema AGOA, gli esportatori di abbigliamento africano non potranno utilizzare prodotti realizzati con tessuti provenienti da aree esterne. E questo rappresenta un forte incentivo per sviluppare e modernizzare la filiera tessile etiope.

L’ obiettivo è di posizionare l’Etiopia tra i nuovi player dello scenario tessile mondiale in quanto il territorio etiope è particolarmente adatto alla produzione di cotone di ottima qualità che attualmente avviene su scala limitata ma con un enorme potenziale di crescita. Il Governo di Addis Abeba ha deciso, nel contesto del suo Growth and Transformation Plan (GTP), di puntare sui vantaggi competitivi dell’Etiopia nel settore tessile, con particolare riguardo alla filiera cotoniera, offrendo agli investitori stranieri consistenti agevolazioni fiscali e di altro tipo. Attualmente l’Etiopia è ancora un produttore marginale, ma il potenziale del Paese è vastissimo: secondo valutazioni del Governo locale (corroborate, almeno parte, dagli esperti della Banca Mondiale) è addirittura comparabile a quello del Pakistan. Cinque fattori chiave aiutano a spiegare prospettive di crescita così ottimistiche: il costo della manodopera, tra i più bassi del mondo, inferiore anche a quello di Cina, India e Pakistan, si associa a dimensioni considerevoli del mercato interno (76 mln abitanti). Sul piano economico si assiste inoltre a un ritmo di crescita annua nell'ordine del 10%, che va a sostenere politiche commerciali espansionistiche come quella di accedere, in esenzione di dazi e contingenti, al mercato europeo e statunitense. Inoltre vi è il mercato africano, in fortissima crescita, dove, grazie a una serie di accordi doganali con i Paesi dell’Africa subsahariana e Australe, i prodotti etiopi possono trovare vaste aree di sbocco e una domanda ricettiva e in forte crescita. Tuttavia, a fronte di dati tanto incoraggianti vi sono ancora punti di debolezza del settore quali la produttività del lavoro, che nel settore industriale risulta piuttosto bassa soprattutto per carenza di formazione. I vantaggi competitivi consentono all’Etiopia di posizionarsi anche e soprattutto nel segmento dei prodotti low cost, e di questo si sono accorte per prime alcune imprese turche che hanno iniziato a investire nel Paese. Ma il premier Zenawi guarda anche alla Cina e all’India da cui si attende un apporto di investimenti e tecnologie. L’obiettivo: sostituire le importazioni low cost da questi Paesi con una produzione in loco da parte degli stessi soggetti. Il mercato locale presenta caratteristiche interessanti: nonostante la popolazione etiopica registri un tasso di crescita demografica superiore al 2,7%, la disponibilità di spesa aumenta grazie al sostenuto tasso di crescita economica registrato negli ultimi anni. Tuttavia il consumo procapite di fibre tessili è ancora molto basso: non supera 1 kg pro capite mentre la media africana è pari a 3,2 Kg e quella mondiale a 8,7 Kg. L’industrializzazione del settore tessile e dell’abbigliamento è un fenomeno relativamente recente, ma in Etiopia l’intero comparto vanta una tradizione plurisecolare basata però sull’utilizzo filati e sistemi

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di tintura artigianali, sull’impiego di telai a mano e su sartorie e botteghe artigiane. Ancora oggi, si calcola che la sola attività di tessitura artigianale occupi oltre 480mila persone. Da questo solido retroterra sta emergendo un crescente numero di piccole aziende produttrici di abiti e accessori in tessuto che su rivolge anche e soprattutto ai mercati esteri, con l’impiego in prevalenza di materiali artigianali e di un design che, sia pure ispirato alla tradizione, si rivolge in realtà a un pubblico evoluto. Sul piano internazionale le esportazioni del settore, principalmente dirette in Europa e in Africa, nel 2009 sono scese a 8,9 milioni di dollari, dopo aver raggiunto un picco di 18,5 milioni nel 2007.

Cotone: una grande potenziale agricolo da valorizzare Il cotone prodotto in Etiopia (prevalentemente fibre da 27-28 mm) ha qualità analoghe a quello egiziano e viene prodotto in altipiani fino a 1.000 metri di altezza, con rese talora elevate che però sono dipendenti dagli andamenti climatici. Le superfici coltivate sono ancora limitate: circa 42mila mila ettari, solo in parte irrigati, per una produzione annua di meno di 20 mila tonnellate di fibra con un’occupazione complessiva valutata in 4.200 persone. Sono sia piantagioni di Stato (12.500 ettari) sia piantagioni commerciali private (18.500 ettari), sia piccoli appezzamenti individuali (11.500 ettari). Le possibilità del Paese però, sono elevatissime. Secondo dati del Ministero dell’agricoltura, le aree adatte alla coltivazione del cotone, ammonterebbero a più di 2,5 milioni di ettari di cui 1,7 milioni in distretti (le mappe del ministero ne identificano una quarantina) con rese potenzialmente molto elevate, e anche con buone disponibilità idriche. I nodi da risolvere per il decollo della produzione risiedono, secondo un’analisi di filiera condotta dalla Banca Mondiale consistono in uno sviluppo e in una distribuzione più equa dei benefici dell’irrigazione, nell’introduzione di un maggiore numero di varietà e in generale in maggiori investimenti i ricerca e formazione (quadri e manodopera). Poco competitivi i costi anche per le fasi a valle di sgranatura/ginnatura su base industriale effettuate da undici aziende di stato, che hanno una capacità produttiva annua superiore a 200mila tonnellate annue a fronte di una produzione annua (semi) di 85mila tonnellate. Inoltre il Governo si trova di fronte a scelte difficili nel campo della materia prima: di fronte all’aumento delle quotazioni mondiali, che nell’ultimo anno sono raddoppiate, crescono le pressioni dei produttori locali (ETGMA: Ethiopian Textile Garment Manufacturers Association)per porre dei limiti all’export di cotone (come già è avvenuto per le pelli) mentre i coltivatori (ECPGEA: Ethiopian Cottone Producers, Ginners and Exporters Association) chiedono di continuare a vendere liberamente sul mercato mondiale.

Abbigliamento: c’è spazio per una forte crescita

Nel settore abbigliamento l’Etiopia è tuttora una forte importatrice di prodotti low cost dai Paesi asiatici. Ma il Growth and Transformation Plan (GTP), prevede di avviare una massiccia politica di sostituzione delle importazioni, con la crescita di nuovi produttori locali. Nel settore, attualmente, operano su base industriale 25 fabbriche di abbigliamento di cui 6 statali e le restanti 19 private. Si aggiungono 3 fabbriche di biancheria da casa. Molte utilizzano tessuti importati in fibre artificiali. I costi di produzione sono estremamente bassi nonostante l’ostacolo di un sistema fiscale che impone un'accisa del 10% (non rimborsabile) sui tessuti acquistati, che svantaggia i produttori non integrati.

La filiera tessile e dell’abbigliamento rientra tra quelle attività considerate prioritarie dalle Autorità per lo sviluppo del Paese. Per chi investe nel settore sono previste esenzioni fiscali sui profitti che vanno da 1 a 5 anni. L’investitore ha la possibilità di trasferire all’estero profitti e dividendi in valuta straniera. Il capitale minimo richiesto è stato recentemente ridotto a 100.000 dollari, per chi investe in modo autonomo senza partner locali e a 60.000 dollari per le joint ventures. Sono inoltre previsti rimborsi per le tasse sulle esportazioni e procedure doganali semplificate. Infine, il Ministero del Commercio ha annunciato che intende organizzare incontri periodici con gli esportatori del settore per comprenderne le esigenze e facilitare il superamento dei principali ostacoli che incontrano nello sviluppo delle rispettive attività.

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6. Settore del turismo

L’offerta turistica del Paese e’ caratterizzata da attrattive naturali, storiche, culturali, archeologiche ed antropologiche. I flussi turistici sono cresciuti costantemente negli ultimi anni (in media del 15% ogni anno). Circa il 30% dei turisti proviene da paesi africani, il 27% da Paesi europei, il 22% dall’America, il resto da Medio Oriente, Asia ed Oceania. I turisti europei in Etiopia sono soprattutto di nazionalita’ britannica, tedesca ed italiana. Sebbene la disponibilita’ di camere d’albergo, il numero delle agenzie di viaggio e di operatori turistici siano aumentati negli ultimi anni, si registra ancora una generale carenza di infrastrutture turistiche. Le Autorita’ etiopiche vedono con favore investimenti esteri per l’espansione delle infrastrutture nelle destinazioni turistiche piu’ importanti, che includono la rotta storica del nord, la Rift Valley, il Parco Nazionale dell’Omo, Harar e le montagne settentrionali. Il turismo e’ un settore ad alto potenziale di sviluppo, anche se attualmente e’ in una fase ancora iniziale. Si puo’ pensare alla realizzazione di partnership con gli operatori turistici locali ed assistenza nella creazione di tour operators rivolti ai viaggiatori italiani. La procedura per l’apertura in loco di un’agenzia di viaggi non presenta grandi difficolta’, essendo necessario un investimento minimo (due macchine con autista, ufficio e staff qualificato). Investimenti nel settore alberghiero possono risultare molto redditizi, dato il basso livello medio dell’offerta da una parte, ma solo ancora per qualche tempo, vista la rapida crescita del numero degli alberghi di buon livello soprattutto ad Addis Abeba negli ultimi anni. Infatti ad Addis Abeba si registra una forte domanda di alberghi a quattro o cinque stelle. Nei principali siti turistici del nord, la domanda e’ maggiormente orientata ad alberghi di tre stelle, di piccole e medie (20-30 stanze) dimensioni. Citta’ come Gondar e Bahar Dar oltre ad offrire attrazioni turistiche, sono anche importanti centri di affari.

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7. Settore minerario

Studi geologici hanno evidenziato la presenza di un ambiente geologicamente favorevole per la presenza di una grande varieta’ di risorse minerarie. Esplorazioni iniziali hanno confermato l’esistenza di depositi di oro, platino, tantalio, soda e fosforite. Nonostante queste scoperte lo sviluppo minerario rimane limitato, contribuendo solo all’1% dell’economia nazionale. Sono state prese misure per migliorare la situazione, compresa la creazione di un ambiente favorevole all’investimento privato, locale ed estero. Mentre non esistono restrizioni per gli investitori privati nello sfruttamento di ogni tipo di risorsa mineraria, il potenziale più significativo è rappresentato dai depositi di oro e metalli rari, petrolio, metalli preziosi e non, minerali industriali, marmo e granito. Le licenze per la ricerca e l’esplorazione mineraria sono state rilasciate a compagnie minerarie estere provenienti da Stati Uniti, Canada e Arabia Saudita. Le attivita’ di esplorazione di eventuali giacimenti petroliferi sono in corso nel 70% del Paese e riguardano oltre 20 societa’ straniere: tra queste, la malese Petronas (tra le prime 10 al mondo) ha ottenuto diritti esclusivi di estrazione dal Ministero dello Sfruttamento Risorse Naturali della durata di 25 anni per un ammontare di almeno 15 milioni di USD di capitale investito; essa ha poi assegnato in subappalto alcune aree a ditte cinesi e, recentemente anche alla Weather Ford di Dubai. Una compagnia saudita ha acquistato, attraverso il programma di privatizzazione, la principale miniera d’oro nel Paese. Recentemente sono state concesse anche ad un’azienda indiana e ad una canadese (Epsilon Company), licenze per indagini ed esplorazioni per ricerche su petrolio e gas. L’sttivita’ di ricerca del petrolio e’ localizzata in quattro maggiori bacini sedimentari: Ogaden, Gambella, Blue Nile, Southern Rift Valley.

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8. Privatizzazioni

Il processo di privatizzazione che rientra tra le priorita’ di Governo, ha subito negli ultimi anni una significativa accelerazione grazie ad una nuova regolamentazione che ha reso piu’ elastiche le condizioni di accesso alle imprese pubbliche (contratti di joint ventures, leasing e management) e migliorato i termini di valutazione delle aziende (per quelle in attivo viene calcolato il giro d’affari e il capitale, per quelle in passivo soltanto il capitale). Ad oggi sono ancora numerose le imprese pubbliche sotto il controllo della Privatisation and Public Enterprise Supervising Authority (PPESA) che attendono di essere gestite, cedute in leasing e/o vendute parzialmente o totalmente a partner stranieri e/o investitori locali. Le aziende operano nel settore agricolo, agro-industriale, tessile e della pelle, dei trasporti, costruzioni, turismo, estrattivo e manifatturiero. La SACE ha varato nel 2006 il Programma Africa allo scopo di intensificare il proprio supporto a favore della proiezione delle imprese nel continente ed ha all’uopo aperto un proprio ufficio di rappresentanza a Johannesburg.L’Etiopia si colloca nella categoria massima di rischio paese OCSE, la settima, e nei suoi confronti la SACE mantiene un atteggiamento di apertura con condizioni rispetto ad operazioni con controparti sovrane ed apertura senza restrizioni alle transazioni con controparti bancarie e private meritevoli di credito, entro un plafond-paese limitato a 10 milioni di euro e una durata massima di cinque anni. Al 31 marzo 2010 le garanzie deliberate da SACE in Etiopia erano pari a circa 230.000 euro, livello molto esiguo. Sono altresi’ disponibili per le imprese italiane, desiderose di attivare strategie di proiezione commerciale o produttiva nel paese, gli strumenti di agevolazione finanziaria offerti dalla Simest, in particolare gli incentivi per la costituzione di imprese miste all’estero ex L. 100/90, l’utilizzo dei fondi di venture capital, il finanziamento dei crediti all’esportazione (DL 143/98), il finanziamento dei programmi di penetrazione commerciale (Legge 394/81), il finanziamento degli studi di fattibilita’ e dei programmi di assistenza tecnica (DM 146/00).

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Lista delle imprese in corso di privatizzazione nel periodo 2009- 2015.

Enterprise 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 2014/2015 Abobo Agricultural Dev't

Enterprise Tender

Agricultural Mechanization Service

Enterprise Tender

Arsi Agriculture Dev't Enterprise

Lole Agricultural Dev't Tender Garadila Agricultural

Dev't Tender

Temela Agricultural Dev't Tender

Goffer Agricultural Dev't Tender Arba Gugu Agricultural

Dev't Tender

Awassa Agricultural Dev't Enterprise

Bilito Seraro Agricultural Dev't Tender

Bale Agricultural Dev't Enterprise

Herero Agricultural Dev't Tender Hunte Agricultural Dev't Tender Robe Agricultural Dev't Tender

Sinana Agricultural Dev't Tender Coffee Plantation and

Dev't Enterprise

Limu Coffee Plantation J-Venture Bebeka Coffee Plantation J- Venture

Tepi Coffee Plantation J- Venture Coffee Processing and Warehouse Enterprise Tender

Coffee Technology Dev't & Engineering Ent. Tender

Ethiopian fruit & vegetable Marketing Sh.

Co. Tender

Horticulture Dev't Enterprise (head office)

Gojeb Agricultural Dev't Tender Natural Gum Prod. & Marketing Enterprise Tender

Upper Awash Agro-Industry Enterprise Tender

Rubber Plantation National Nucleus Project Tender

Assela Malt Factory Tender Awash Winery Sh. Co. Tender Bedele Brewery Sh.Co Tender Harar Brewery Sh. Co. Tender Meta Brewery Sh.Co J- Venture

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Enterprise 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 2014/2015 National Alcohol &

Liquor Factory Auction

Adami Tulu Pesticide Processing Sh. Co. J- Venture

Awash Melkassa Aluminium & Sulfate

Acid J-Venture

Caustic Soda Sh. Co. J-Venture Awash Construction Sh.

Co. Tender

Batu Construction Sh. Co Tender Blue Nile Construction

Sh. Co. Tender

Bricks Product Production Sh. Co. Tender

Building Material & Supplies Enterprise Tender

Ethiopian Marble Industry Tender

Residential Houses Construction Enterprise Tender

Tabor Ceramies Tender Dire Dawa Food Complex Sh. Co. Tender

Hamaressa Edible Oil Sh. Co. Tender

Kokeb Flour and Pasta Factory Tender

Nazarth Edible Oil Factory Tender

Tigray Flour And Edible Oil Sh. Co. Tender

Ethiopia Hotel Enterprise Tender Ethiopian Tourist and

Trading Enterprise Tender

Ras Hotel Enterprise Addis Ababa Ras Hotel Tender

Adama Ras Hotel Tender Kereyu Lodge Tender

Wabishebelle Hotels Enterprise Restitution

Langano Resort Hotel Tender Wondo Genet Resort

Hotel Tender

Ambessa Shoe Sh. Co. Joint Venture

Kality Metal Products Factory Tender

Ethiopian Mineral Development Sh. Co. J-Venture

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Enterprise 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 2014/2015 Adola Gold Dev't Tender

Ethiopian Pharmaceutical Manifacturing Sh. Co. Tender

Artistic Printing Enterprise Tender

Bole Printing Enterprise Tender Commercial Printing

Enterprise Tender

Arba Minch Textile Sh. Co. Tender

Awassa Textile Sh.Co. Tender

Bahir Dar Textile Sh. Co. *M Contract

Combolcha Textile Sh. Co. *M

Contract

Bekelcha Transport Sh. Co. Tender

Comet Transport Sh. Co. Shebelle Transport Sh.

Co. Tender

Walia Inner City Bus Service Enterprise Tender

Woyra Transport Sh. Co. Tender

Merchandise Wholesale &Import Trade Enterp. Tender

Ethiopian Pulp and Paper

Factory JV/Tender

* Management Contract Per ulteriori informazioni, contattare l’EPA , Ethiopian Privatization Agency, Addis Abeba. (00251-11) 552-18-34/551-00-14/5505139 Fax: (00251-11)551-39-55 www.investethiopia.org oppure consultare: www.ethiomarket.com/epa/

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INVESTIMENTI DALL’ESTERO: QUADRO NORMATIVO Gli Investimenti in Etiopia sono disciplinati dalla Legge n.280 del 2002 e successivi emendamenti (Investment-Amendment-Proclamation no.373/2003) e dal Regolamento n.84 del 2003. Capitale minimo richiesto

100.000 USD per investimenti senza un partner locale; 60.000 USD nel caso di investimento in joint venture con un partner locale; 50.000 USD e 25.000 USD, rispettivamente per investimenti, autonomi o con partner locale, ed

in alcuni precisati settori di consulenza (ingegneria, architettura, contabilita’ e revisione contabile, studi di progetti o servizi di consulenza d’affari e di gestione o editoria);

nessun capitale minimo è invece richiesto per attivita’ imprenditoriali i cui profitti o dividendi siano reinvestiti nel progetto o la cui produzione sia per almeno il 75% destinata all’esportazione.

Settori riservati al Governo:

energia elettrica (fornitura e trasmissione); servizio postale (con l’eccezione dei corrieri); servizio di trasporto aereo con velivoli che abbiano posti per piu’ di venti passeggeri. settore bancario

Settori riservati ad investimenti congiunti con il Governo:

bellico; telecomunicazioni.

Alcuni settori sono riservati ai cosiddetti “Domestic investors”, cioe’ cittadini etiopici o stranieri permanentemente residenti nel Paese. La lista, contenuta nel Regolamento n. 84 del 2003, comprende 18 settori di attivita’, tra cui il commercio all’ingrosso e al minuto, l’importazione, l’esportazione di caffe’ crudo e di altri generi agricoli, le costruzioni, l’attivita’ alberghiera (ad esclusione di hotel di alta categoria) e turistica (agenzia di viaggio, noleggio autoveicoli). Altri settori -precisamente, l’attivita’ bancaria, assicurativa e i servizi di microcredito e risparmio, i servizi di trasporto aereo (fino a 20 passeggeri), l’attivita’ di broadcasting e i servizi di shipping e forwarding agency - sono invece riservati esclusivamente ai cittadini etiopici. Permesso di investimento Il permesso di investimento viene rilasciato dalla Agenzia Etiopica per gli Investimenti (EIA – Ethiopian Investment Agency), organo responsabile per la promozione, coordinamento e facilitazioni degli investimenti stranieri in Etiopia, offrendo in particolare i seguenti servizi:

assistenza ad operatori commerciali ed investitori; rilascio del permesso di investimento e del permesso di lavoro, registrazione di licenze e

certificati per le attivita’ commerciali; promozione degli investimenti esteri diretti, inclusa la registrazione degli accordi per il

trasferimento di tecnologia, e di joint ventures orientate all’esportazione; monitoraggio del processo esecutivo dei progetti d’investimento autorizzati; negoziazione e, dietro approvazione del Governo, firma accordi sulla promozione e protezione

degli investimenti con altri paesi; consulenza al Governo sulle misure politiche necessarie a creare un clima favorevole agli

investimenti; eventuali facilitazioni per l’acquisto di terreni da parte degli investitori.

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Per ottenere il permesso d’investimento gli operatori devono presentare all’EIA la documentazione richiesta (secondo gli art. 13, 14, 15 Proclamation 373/2003) a seconda che si tratti di “domestic investors”, di investitori stranieri o di investitori che chiedono l’autorizzazione per espandere/ampliare un’azienda gia’ esistente. La Commissione Etiopica per gli Investimenti provvedera’ ad esaminare la richiesta del permesso d’investimento e lo rilascera’ dietro pagamento di una tassa, salvo il caso in cui la richiesta venga ritenuta inaccettabile. Il permesso viene rinnovato annualmente presentando domanda all’EIC almeno un mese prima della scadenza. L’EIA puo’ sospendere o revocare il permesso nei seguenti casi:

l’operatore ha ottenuto il permesso in maniera disonesta o fornendo false informazioni; l’operatore ha trasferito il permesso ad altra persona senza l’autorizzazione della autorita’

etiopiche competenti; l’azienda ha abusato o illegalmente trasferito ad altra persona i benefici accordati; l’investitore ha mancato senza giusta causa di rinnovare il permesso; l’operatore si e’ impegnato in attivita’ commerciali senza aver ottenuto una regolare licenza.

Apertura di filiale Per l’apertura di filiali da parte di un’impresa straniera, occorre presentare all’Ethiopian Investment Agency la seguente documentazione: - l’apposito formulario compilato da un agente; - una fotocopia di un documento che attesti la personalita’ giuridica dell’ente (ad esempio la

Visura camerale); - il verbale dell’organo societario deputato nello statuto a tale decisioni in cui si attesti che e’ stato

deciso di aprire la filiale in Etiopia, debitamente tradotto in inglese e autenticato da notaio (legalizzato all’Ambasciata di Etiopia in Roma);

- una fotocopia della delega del legale rappresentante della societa’, con una copia del suo documento di identita’; - una copia del documento di associazione con la filiale etiope. Per aziende che vogliono aprire soltanto uffici di collegamento, devono presentare la loro richiesta solamente al Ministero dell’Industria e del Commercio. Trasferimento di tecnologie L’operatore che intenda trasferire in Etiopia delle tecnologie necessarie all’investimento dovra’ richiedere l’approvazione e la registrazione all’EIA. Un accordo di trasferimento di tecnologia non registrato e approvato dall’EIA non avra’ alcun valore legale. Prestiti e utilizzo di valuta straniera Un investitore straniero che ottiene un prestito dall’estero deve registrarlo alla National Bank of Ethiopia sulla base delle direttive vigenti. Agli operatori stranieri e’ consentito di aprire in banche locali autorizzate conti bancari in valute estere in accordo con le direttive della Banca Nazionale d’Etiopia. Rimessa di fondi A seguito di un progetto di investimento approvato dalle autorita’ etiopiche, ogni operatore straniero ha il diritto di fare le seguenti rimesse in valuta straniera convertibile da:

profitti e dividendi provenienti dall’investimento;

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pagamenti in conto capitale e interessi relativi a prestiti esteri; pagamenti relativi ad accordi di trasferimento di tecnologia; ricavi provenienti dalla vendita o liquidazione di un’impresa; ricavi provenienti dal trasferimento di quote o della parziale proprieta’ di un’impresa a un

investitore nazionale. Regime dei terreni Il possesso del terreno non conferisce diritto di proprieta’. I terreni sono di esclusiva proprieta’ statale e vengono concessi in affitto per lunghi periodi, con canoni abbastanza elevati nell’area della capitale. Le rispettive Autorita’ regionali provvedono all’assegnazione dei terreni.

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REGIME FISCALE IN ETIOPIA Grazie all’entrata in vigore dell’Accordo per evitare la doppia imposizione fiscale tra Etiopia e Italia, l’investitore italiano potra’ pagare una sola volta le tasse in Italia o in Etiopia. Ovviamente, se su una certa entrata ha pagato le tasse in Etiopia, sulla stessa cifra gli verra’ richiesta in Italia soltanto la differenza (qualora l’aliquota applicata in Italia sia piu’ elevata di quella etiopica). Anche per i dipendenti (residenti in Etiopia oltre 183 giorni in modo continuativo e senza interruzioni) di ditte italiane che hanno investito in Etiopia, lo stato italiano non potra’ chiedere imposte che sono state gia’ versate all’erario etiopico. In alcune specifiche circostanze, l’investitore straniero gode nel Paese di specifiche esenzioni, come indicato nel paragrafo seguente. Esenzione di imposta sul reddito L’esenzione dall’imposta sul reddito (leggi i profitti dell’attivita’, non include altre tasse dirette o indirette) si ottiene nei seguenti casi:

un investitore impegnato in attivita’ industriali avra’ un’esenzione totale di 5 anni se esporta almeno il 50% del proprio prodotto o se re-investe nella propria attivita’ il 75% della produzione. Il Consiglio dei Ministri puo’, in presenza di speciali circostanze, concedere l’esenzione totale per un periodo di 7 anni;

un investitore, impegnato nelle attivita’ sopra indicate, avra’ un’esenzione totale per un periodo di 2 anni che puo’ essere esteso dalle autorita’ etiopiche fino a 5 anni, in presenza di speciali circostanze, se esporta una quota maggiore al 50% del suo prodotto;

un anno addizionale puo’ essere concesso dalle autorita’ competenti etiopiche se l’operatore straniero investe in regioni sottosviluppate come Gambella, Benshangul-Gumuz, Sud Omo e Afar. Due anni addizionali sono invece concessi quando un investitore, che opera nel settore manifatturiero e agro-alimentare, oltre ad esportare piu’ del 50%, aumenta il valore della propria produzione del 25%.

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No. Aree di Investimento con requisiti per imposizione fiscale sui profitti

Condizioni sull’imposizione fiscale sul profitto

Anni di esenzione dalla tassa sui profitti

Anni di esenzione dalla tassa sui profitti se l’investimento e’ stato fatto in parte in regioni sottosviluppate

1 Un investitore impegnato in attivita’ industriale (manifattura o agro-industria)

a) Se almeno 50% della produzione e’ destinata all’esportazione b) Se almeno il 75% della produzione verra’ re-investito per la produzione di articoli di esportazione c) Se il progetto viene valutato sotto un particolare aspetto dal Comitato per gli Investimenti d) Se meno del 50% della produzione e’ destinata all’esportazione e) Se la produzione e’ destinata al mercato locale f) Se la summenzionata produzione (d) viene considerata dal Comitato per gli Investimenti come particolare

5

5

Non oltre 7 anni

2

2

5

6

6 Non oltre 8 anni

3

3

6

2 Espansione o promozione dei progetti di cui sopra

Se l’espansione o la promozione incrementa il valore della produzione esistente del 25% e se il 50% di tale produzione dovra’ essere esportato

2

3

Per ottenere le suddette esenzioni, gli investitori possono rivolgersi all’Ethiopian Investment Agency. Sistema fiscale in Etiopia Secondo la Tax Proclamation n.286 del 2002, il regime di tassazione diretta prevede le seguenti aliquote:

Tasse sui redditi di lavoro dipendente: Salari in Birr

Aliquota

1-150 Esente 151-650 10% 651-1.400 15% 1.401-2.350 20%

2.351-3.550 25% 3.551-5.000 30% Oltre 5.000 35%

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Sono esenti dal pagamento d’imposta sui salari le seguenti voci:

- costo assistenza sanitaria per il personale; - il trasporto assicurato agli impiegati per contratto (benche’ l’autorita’ fiscale ha il potere di

determinare forfettariamente il costo del trasporto locale); - costi assicurativi; - rimborso di spese di viaggio da e per i Paesi di origine (se sono stranieri), se garantito

dall’impresa per contratto; - i contributi pensionistici pagati dall’impiegato per un ammontare che non superi il 15% del

suo salario mensile.

Tasse su entrate derivanti dagli affitti di immobili : Base imponibile In Birr

Aliquota

1-1.800 Esente 1.801-7.800 10% 7.801-16.800 15%

16.801-28.200 20%

28.201-42.600 25%

42.601-60.000 30%

Oltre 60.000 35%

Tasse su entrate derivanti da attivita’ imprenditoriali:

1. per individui In Birr

Aliquota

1-1.800 Esente 1.801-7.800 10% 7.801-16.800 15% 16.801-28.200 20% 28.201-42.600 25% 42.601-60.000 30% Oltre 60.000 35% 2. per le societa’: aliquota: 30% del reddito annuo soggetto a tassazione. Modalita’ di pagamento: Entro 4 mesi dopo la chiusura dell’anno fiscale etiopico (6 luglio), quindi ai primi giorni di novembre

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per le ditte locali. Per le ditte la cui contabilita’ segue il calendario gregoriano, la scadenza e’ il 30 aprile. Imposta sul valore aggiunto (VAT) Aliquota 15% IVA sul prezzo della merce 3/23 Turnover annuale minimo per la registrazione 500.000 birr Esenzione dal pagamento di dazi doganali Ad un operatore e’ permesso importare, senza incorrere nel pagamento di dazi doganali, materiali ed equipaggiamenti necessari alla costruzione dell’impresa o per l’espansione di un’impresa esistente. Gli investitori stranieri possono importare senza dover pagare dazi doganali: • ambulanze per i propri impiegati; • bus per le agenzie di tour operator. Inoltre, ad un investitore che ha ottenuto un precedente “customs duty exemption privilege” sara’ permesso di importare capitali necessari per la sua impresa, senza che vi siano apposti dazi doganali. Tuttavia il Federal Investment Board puo’ impedire l’importazione di capitali e materiali per costruzione esenti da dazi doganali qualora esso ritenga che i suddetti abbiano localmente prezzi competitivi e buoni standard qualitativi. Il Regolamento n. 84 riporta una lista di aree di investimento che non sono soggette ad esenzione del dazio doganale. Alcuni settori non beneficiano dell’esenzione doganale – anche in caso di investimento estero diretto: hotel e-o strutture ricreative che non abbiano standard internazionali (che non siano parte di catena internazionale); importazione e commercio al dettaglio per il mercato interno; servizi di manutenzione; trasporto su strada; servizio di noleggio di autovetture; servizi postali e corrieri espressi; attivita’ immobiliare; servizi di consulenza; agenzie di pubblicita’; servizi televisivi e radio; teatri e cinema; servizi di lavanderia; agenzie di viaggio; lotterie e giochi analoghi. Per chi non gode di esenzione, il regime di tassazione doganale varia da 0 al 35%. Per approfondimenti sull’applicazione delle tariffe si puo’ consultare il sito internet: http://www.ethiomarket.com/ecua/. Per ottenere l’esenzione dal pagamento della dogana gli interessati devono ottenere il riconoscimento di tale diritto dal Duty Free Department del Ministy of Revenue. Ente esecutore e’ la Customs Authority. Personale espatriato Le due normative che disciplinano la materia degli investimenti in Etiopia prevedono la possibilita’ per qualsiasi investitore di assumere personale espatriato sia a livello dirigenziale che di qualifiche inferiori. In quest’ultimo caso vi e’ da parte dell’operatore straniero l’impegno di sostituirlo con personale locale entro un periodo di tempo predefinito. Garanzie e protezione degli investimenti stranieri Secondo quanto disposto dalle normative etiopiche nessun investimento puo’ essere espropriato o nazionalizzato salvo che per motivi di pubblico interesse e solo in conformita’ con le disposizioni della Legge. Queste ultime prevedono inoltre che, in caso di espropriazione o nazionalizzazione di un investimento per pubblico interesse, sara’ pagato dalle autorita’ etiopiche un adeguato indennizzo (esportabile) corrispondente al prevalente valore di mercato.

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Nel dicembre 1994, Italia e Etiopia hanno firmato un Accordo sulla Protezione e Promozione degli Investimenti (entrato in vigore l’8 maggio 1997). L’accordo persegue lo scopo di migliorare la cooperazione economica tra i due Paesi. Esso assicura che gli investimenti non vengano in alcun modo colpiti da misure ingiustificate o discriminatorie, con l’impegno delle due Parti alla creazione e al mantenimento sul proprio territorio di un quadro legale che garantisca agli investitori continuita’ di trattamento. I due Paesi si impegnano a non interferire con i progetti di investimento, a non imporre tasse discriminatorie, a non limitare l’approvvigionamento di materie prime e a non creare ostacoli al funzionamento dei progetti di investimento tramite esproprio o misure analoghe. L’Accordo contiene la clausola della nazione piu’ favorita, nonche’ misure per il risarcimento di eventuali danni e perdite subiti da cittadini o societa’, a causa di una guerra o di uno stato di emergenza nazionale o guerra civile, negli investimenti effettuati sul territorio dei due Paesi. L’Accordo, inoltre, contiene alcune garanzie in materia di nazionalizzazioni ed espropri, prevedendo che gli investimenti effettuati da investitori dei due Paesi non saranno nazionalizzati, espropriati, sequestrati o sottoposti a misure aventi effetto analogo se non per fini d’interesse pubblico, per motivi di interesse nazionale, e contro un immediato, pieno ed effettivo risarcimento, su basi non discriminatorie ed in conformita’ alle procedure di legge. Si prevede anche la garanzia del rimpatrio all’estero dei capitali, dei profitti e del reddito, in qualsiasi valuta convertibile e indica gli strumenti per la soluzione delle controversie relative agli investimenti. Inoltre, con lo scambio degli strumenti di ratifica il 9 agosto 2005, e’ entrata in vigore la Convenzione per evitare la doppia imposizione in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, firmata nel 1997, con Protocollo Aggiuntivo e relativo scambio di Note fatto a Roma il 26 ottobre e l’11 novembre 1999.

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L’ITALIA IN ETIOPIA Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia L’Ufficio commerciale dell’Ambasciata d’Italia in Addis Abeba fornisce agli operatori dei due Paesi assistenza ed informazioni economiche e commerciali sull’Etiopia e sull’Italia.

Embassy of Italy Commercial Office

P.O. Box 1105 Addis Abeba, Etiopia

Telefono 00251-11-1235717-1235686-1235687 Fax: 00251-11-1235689

e-mail: [email protected] I.B.C.A. (Italian Business Community Association) La comunita’ imprenditoriale italiana residente stabilmente in Etiopia e’ riunita nell’IBCA (Italian Business Community Association). L’Associazione e’ operativa dal 1991 ed e’ sorta per iniziativa di imprenditori italiani che risiedono ed operano in Etiopia. l’Associazione e’ aperta agli operatori che intrattengono od intendano intrattenere relazioni d’affari con controparti italiane o etiopiche. In particolare, tra gli scopi sociali dell’Associazione, si citano: • promuovere l’interscambio commerciale e tecnologico tra i due Paesi; • fornire informazioni e servizi volti ad agevolare i rapporti tra gli imprenditori di entrambi i Paesi; • promuovere gli investimenti italiani in Etiopia • esplorare e reperire prospettive e possibilita’ di espansione e sviluppo dell’attivita’ dell’Associazione, dei suoi membri e di potenziali investitori dall’Italia; • fornire attivita’ di coordinamento tra gruppi di lavoro e tra missioni bilaterali; • organizzare seminari, convegni, fiere ed altre manifestazioni di carattere promozionale per l’imprenditoria italiana. L’associazione raccoglie per lo piu’ imprese di italiani residenti in Etiopia, ma ne sono membri anche ditte etiopiche e italiane che hanno investito nel Paese.

Italian Business Community Association P.O. Box 18675

Addis Abeba, Etiopia Telefono 00251-11-1559470

Fax 00251-11-1551152 e-mail: [email protected]

Web Site: www.ibcaethiopia.com IBCA - ASSOCIAZIONE IMPRENDITORI D’ETIOPIA

ELENCO SOCI

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N. DITTA RESPONSABILE ATTIVITA’ ANNO

INIZIO ATTIVITA’

1 A. CAPPELLI & Co. (Ethiopia) PLC

Dr. MELLONI Giuseppe Sig..ra VIOLETTIS Elena Sig. MELLONI Maurizio

Import,-export, commercio all’ingrosso e al dettaglio

1972

2 ALL TOUR OPERATIONS

Sig. DONIKIAN Paul Agenzia viaggi, affitto macchine 1991

3 ALFA DOORS PLC Arch. IACONA Paolo Arredamento, porte interne in legno, porte e finestre in legno e alluminio

2007

4 AMA IL PROSSIMO BUSINESS PLC

Sig. DONATIVO Pietro

Ristorante, Pizzeria, Pasticceria 2008

5 AMAN IMPORT & EXPORT ENTERPRISE

Sig.ra BERTO Maria Import-export 1995

6 A.M.C.E. AUTOMOTIVE MANUFACTURING COMPANY OF ETHIOPIA SH. CO.

Dott. BLEZGER Wolfang

Metalmeccanica, import, commercio al dettaglio ed all’ingrosso

1972

7 A. MEUCCI Pvt. Ltd. Co.

Sig.ra MEUCCI Anna Maria

Import, commercio pezzi di ricambi dettaglio/ingrosso

1938

8 ANBO Pvt. Ltd. Co. Sig.ra BOGGIONE Angela

Officina metal-meccanica e servizio tecnico-industriale, torneria

1964

9 ARADA BOOKS PUBLISHING PLC

Sig. CHIARI Gian Paolo Sig.ra BATISTONI Milena

Editoria 2004

10 ARAM SARAFIAN Sig. HRAIR Varjabedian

Import e commercio al dettaglio di materiale industriale e di costruzione

1944

11 ASFA Pvt. Ltd. Co. Sig. ASTUTI Renato Import generi alimentari, commercio all’ingrosso

1993

12 AURO SILVIANI GENERAL IMPORTER

Sig. SILVIANI Auro

Import di pezzi di ricambio nuovi ed usati, mezzi di trasporto usati

1993

13 AUTO DIESEL Sig. GULIZIA Giovanni

Officina meccanica, trasporti 1968

14 BERAL Ato BERHANE Tewolde

Allevamento bovini da latte, supermercato

1990

15 BIG SUPPLIER SRL Sig. TAMMARO TOMMASO

Industria alimentare, commercio all’ingrosso

2005

16 BLUE TOPS Snack Bar –Restaurant

Sig. ANTENEH Techane

Ristorazione 1992

17 BONIFICA SPA Sig. MINISOLA Giovanni

Societa’ di Ingegneria civile, Settore trasporti, Edilizia, Idraulica, Ambiente

1960

18 CA.VI.MA. MECHANICAL ENGINEERING PLC

Sig.ra COLMANET Maria Rosa Sig. COLMANET Vittorio

Officina torneria e rettifiche 1995

19 DELMA PLC Sig. DEL GAUDIO Mario

Officina torneria e rettifica 1999

20 ELECTROCOMMERCI Sig. GABRESI Import-export, commercio al

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AL SpA Roberto Sig.ra DONISI Loriana

dettaglio ed all’ingrosso, officina elettromeccanica, cancelleria

1960

21 ELECTROLIGHT Pvt. Ltd. Co.

Sig. RAO Lorenzo Sig. RAO Antonio

Officina eletromeccanica, Import e commercio materiale elettrico, assistenza tecnica sui prodotti importati

1973

22 ELMI OLINDO & Co. Pvt. Ltd. Co.

Ing. ELMI Pier Paolo, Ing. ELMI Giancarlo, Ing. ELMI Alberto

Impresa di costruzioni 1945

23 ETHIO-ITALY PLC Sig. SPINA Gioacchino

Tessile ed abbigliamento 2003

24 ETHIO-FISHERY PLC Sig. ANSELMO Case Industria della pesca, Export di prodotti agricoli, Industria tessile

2006

25 FALCON TRAVEL AGENCY

Sig.ra Z.GEDAMO Bella

Biglietteria aerei, tour, affitto macchine

2004

26 FRATELLI NARDELLI Sig. NARDELLI Paolo Sig. NARDELLI Franco

Industria manufatti cemento 1973

27 GACMAS PLC Sig. CASALI Gianni Assemblaggio e vendita macchinari agricoli e macchinari da costruzione., import, commercio al dettaglio e all’ingrosso,, manutenzione e riparazione macchinari agricoli.

1996

28 G.A.R.R.C.O. Pvt. Ltd. Co.

Sig.ra CARDINI Renata

Import, commercio al dettaglio motociclette e macchine per turismo

1971

29 GATTOCEL ITALIA SPA

Sig. DELLA GATTA Giovanni

Industria produzione materiale da costruzione

1958

30 GEOM. ANTONIO CARNEVALE – GENERAL CONTRACTOR

Geom. CARNEVALE Antonio

Costruzioni 1977

31 GEOM. LUIGI VARNERO Pvt. Ltd. Co.

Ing. VARNERO Alberto

Costruzioni 1958

32 IACCARINO BUILDING CONTRACTOR

Sig. FERRARI Luigi Costruzioni 1972

33 IRON MADE PLC Sig. CICORIA Giuliano

Torneria, metalmeccanica, refrigerazione, costruzione celle frigorifere

1999

34 ITALIAN MACHINE TOOLS PLC

Sig.ra GRAZIOSI Roxana

General import, import di macchinari agricoli ed industriali

1996

35 JOLLY di SALEK ALBERTO

Sig. SALEK Alberto Import-export, commercio al dett./ingrosso

1956

36 L’ARCA INVESTMENT PLC

Sig. PEZONE Raffaele Sig.ra BERTO Maria

Floricoltura, agricoltura, import & export

2005

37 LEONARDO SUPERMARKETS, UNITED TRADING & INDUSTRIAL MODJO FARM CENTER

Sig. CAPOGROSSO Leonardo

Import prodotti alimentari, export prod. Agricoli, allevamento bovini da latte e suini, supermercato

1975

38 MAFER Pvt. Ltd. Co. Sig. MAROLI Impresa di costruzioni, import,

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Fabrizio commission agent 1997 39 CAVA Ethiopian

Construction Plc

Sig. GIACHERO Davide

Affitto macchinari da costruzione 2005

40 MISAC GENERAL CONTRACTORS PLC

Geom. MOLINARI Gianfranco

Costruzioni, falegnameria, lavori in ferro

1958

41 NATURE & CULTURE PLC

Sig. RIZZOTTI Silvio Ospitalita’ turistica 2005

42 NOVIS Pvt. Ltd. Co. Sig. FREZZA Adalberto

Import-export, commercio al dettaglio/ingrosso

1950

43 OCFA Metal Manufacturing Pvt. Ltd. Co.

Dott. CROCE Umberto

Metalmeccanica 1968

44 PASTICCERIA/GELATERIA da ROBY

Sig. ZAPPIA Angelo Pasticceria/gelateria 1994

45 PASQUA GIUSEPPE Pvt. Ltd. Co.

Sig.ra PASQUA Sonia Import-export, carpenteria in ferro, alluminio, attrezzi agricoli, infissi in alluminio

1965

46 RIFT VALLEY WATER TECHNOLOGY PLC

Sig. SANTILLI Silvano

Elettromeccanica, impianti di potabilizzazione e trattamento acque, import-export, vendita dettaglio ed ingrosso e relative manutenzioni

2004

47 ROCKON CONSTRUCTION

Sig. FERRARESI Stefano

Costruzioni (general contractor) 2000

48 ROSSETTO ANDREA IMPORT & EXPORT ENT.

Sig. ROSSETTO Andrea

Import-export, commercio al dett./ingrosso

1995

49 SETS General Trading PLC

Sig.ra Tsehay Feleke Sig.ra Zadigua Tsehay

Import-export, commercio all’ingrosso, Contrattori particolari, strutture in alluminio e materiale impermeabile all’acqua

1985

50 TANA ENGINEERING Pvt. Ltd. Co.

Sig.ra DEL GAUDIO Setti Severina

Metalmeccanica, rappresentanze commerciali, macchinari agricoli, manutenzione trattori e macchine per movimento terra

1950

51 UNIVERSAL PLASTIC FACTORY Pvt. Ltd. Co.

Sig. AMARA Sebastiano Sig. AMARA Gabriele

Industria materie plastiche 1995

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VILLAGGIO GLOBALE GENERAL BUSINESS PLC

Sig. FERRETTI Federico

Lodge & Tour 2006

I = Soci Italiani o di origine italiana S = Soci Stranieri

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Pubblicazione e stesura della guida: Maria Letizia Santangelo – Responsabile dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia in Addis Abeba Revisione della normativa sugli investimenti: Stefania Bertelli – Manager IBCA Ambasciata d’Italia Addis Abeba, Ufficio Commerciale, febbraio 2011