1 - Fame e poverta

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Progetto grafico, contenuti e produzione a cura di Fiori di Zucca & Luca Caratozzolo

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Introduzione

Hai mai avuto fame per un giorno intero?

Ti sarà capitato, qualche volta, di non poter mangiare per qualche ora o per un’intera giornata; forse hai dovuto subire un intervento chirurgico, o fare degli esami…Ricordi come ti sei sentito? Probabilmente infastidito, forse arrabbiato, comunque a disagio.

La Fame e lapovertà estrema

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Io sono Andrea

Hai mai avuto fameper un giorno intero?

Immagina che significa aver fameper una settimanaintera, o un mese.

Io sono Filo

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Adesso prova a pensare a come ti sentiresti se tutti i giorni della tua vita fossero così, se ogni tua giornata iniziasse con la fame, e se ogni ora che passa fosse un ulteriore, peggiore confronto, con questa sensazione.

So che, anche se ci provi, non riuscirai mai ad immaginarlo davvero…

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Adesso facciamo un passo avanti:pensa a chi vive questo disagio dal primo giorno della sua vita fino all’ultimo che gli è consentito di vivere; pensa a ragazzi come te che non sopravvivono fino alla tua età e che, se ci arrivano, non hanno mai mangiato a sazietà un solo giorno della loro vita.

La vita di questi ragazzi è talmente compenetrata con la condizione di “fame” che nella loro mente non esiste nemmeno un possibile confronto con la condizione opposta; non hanno proprio idea di che cosa voglia dire NON avere fame.

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Nel Nord del Mondo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia specializzata dell’ONU per la salute, è stata fondata nel 1946 ed ha sede a Ginevra. Il suo obiettivo, così come precisato nella relativa Costituzione, è il rag-giungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possi-bile di salute, definita come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto comeassenza di malattia o di infermità.

Fame esovrappeso

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L’OMS si occupa quindi del problema della fame in quanto causa di gravi malattie; ma sarebbe più corretto dire che l’OMS si occupa dell’alimentazione come causa di patologie, più o meno gravi.

E’ per questo, quindi che cominciamo questa sezione parlando di noi, del nostro mondo, di un Nord che poco ha a che fare con la fame, ma molto con i problemi dell’alimentazione.

Secondo dati dell’OMS, nel mondo ci sono circa 1 milardo e 500 milioni di persone sovrappeso, di cui circa 500 milioni di obesi; di questi, 155 milioni sono bambini!

Il 44,2% degli adulti americani è obeso, ed i dati sui Paesi Occidentali sono in continuo aumento.

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Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che ci sono nel mondo molte più persone sovrappeso (1,5 miliardi) che non denutrite (907 milioni)!Il sovrappeso è causa di una lunghis-sima serie di patologie, che provocano, numeri alla mano, quasi 30 milioni di morti ogni anno, più dei quasi 19 milio-ni dovuti alla fame.

Le maggiori patologie causate dal sovrap-peso sono: malattie metaboliche come il diabete, cardiologiche e circolatorie, propensione alla sterilità maschile e fem-minile, malattie neurologiche e psichiatri-che, malattie dell’apparato scheletrico e muscolare.

Inoltre, l’eccesso di peso provoca un sensibile calo della qualità della vita nei soggetti che ne soffrono, che vedono compromessa la possibilità di un nor-male stile di vita.

Per controllare e curare il sovrappeso, solo i Paesi dell’UE spendono, ogni anno,circa 129 miliardi di Euro, che sarebbero sufficienti per intervenire seriamente, dall’altro lato della barricata, sui proble-mi di fame del resto del mondo.

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Nonostante la situazione dei Paesi svi-luppati non si avvicini nemmeno lonta-namente a quella dei PVS, anche negliUSA ed in Europa si sono raggiunti nel 2010 dati allarmanti riguardo alle percentuali di poveri.Parliamo del 15,1% per gli Stati Uniti, del 16,5% dell’Unione Europea, e di più del 22% per il nostro Paese.Questa situazione è causata dalla grave crisi internazionale della quale avrai ormai sentito diffusamente par-lare, e con la quale dovremo probabil-mente convivere ancora per anni.

PovertàNel Nord del Mondo

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Vogliamo invitarti però a riflettere sul fatto che, nonostante tutto, la qualità della nostra vita, oggi, è ancora molto alta, se pensi che un cittadino della Repubblica Democratica del Congo vive con 328 dollari l’anno, men-tre in media un Americano dispone di 48.442 dollari, un Tedesco 39.211 ed un italiano in media 32.928!

Speriamo inoltre che questa crisi, nonostante provochi effetti negativi, soprattutto riguar-do alle difficoltà lavorative, insegni a tutti noi a vivere comperando e sprecando meno, ad avere più rispetto per ogni persona che vive sulla superficie della Terra, e per le risorse esauribili e non che essa ci offre.

un dollaro al giorno

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Nel Sud del Mondo

Secondo recentissime statistiche della FAO, sono 870 milioni le persone denutrite nel mondo.

La maggioranza delle persone che sof-frono la fame vive nei Paesi in Via di Sviluppo e rappresenta in media il 15% della loro popolazione complessiva, mentre i restanti 16 milioni vivono nei Paesi sviluppati.

Fame e povertànel sud del mondo

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Negli ultimi venti anni però, il nume-ro totale delle persone che soffrono la fame è diminuito considerevolmente, passando dal 18,6% della popolazione mondiale al 12,5%.

In Asia il numero delle persone che sof-frono la fame negli è diminuito di quasi il 30%, ed anche in America Latina e nei Caraibi si sono fatti passi avanti.

L’Africa è la sola regione dove, nello stesso periodo, il numero delle persone che soffrono la fame è cresciuto, pas-sando da 175 a 239 milioni di persone, con un incremento maggiore negli ultimi quattro anni.

Per avere un quadro più chiaro, ti diamoqueste poche, ma illuminanti informazioni:

Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno perfame o cause ad essa correlate. I dati sono mi-gliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa, ma sono ancora gravissimi. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d’età.

Oggi, il 10% dei bambini che vivono in Paesi in Via di Sviluppo muore prima di aver compiuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato è mi-gliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa, ma si parla ancora della morte di un bambino sotto i 5 anni ogni 5 minuti.

Carestia e guerre causano solo il 10% dei deces-si per fame, benché queste siano le cause di cui si sente più spesso parlare.

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La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei fami-liari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all’estrema povertà e alla carenza di lavoro e di reddito.

Nel caso in cui non si giunga alla mor-te, la malnutrizione cronica causa comunque indebolimento della vista, stato permanente di affaticamen-to, bassa capacità di concentrarsi e lavorare, crescita stentata ed estre-ma suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari.

Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa

100 volte il numero di persone che effettivamentene muoiono ogni anno.

Spesso le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti pro-dotti commestibili e diventare auto-sufficienti. Queste risorse potrebbero essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l’accesso all’ac-qua. Minimi miglioramenti delle tecni-che agricole e dei sistemi di conserva-zione dei cibi apporterebbero, con una spesa molto bassa, un ulteriore aiuto.

Numerosi esperti in questo campo sono convinti che il modo migliore per alleviare la fame nel mondo sia l’istruzione. Le persone istruite riescono più facilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame.

800 milioni di persone

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Per quanto riguarda la povertà, cominciamo dicen-do che, nel mondo, 1 miliardo e 200 milioni di persone vivono – o sarebbe meglio dire “soprav-vivono” – con meno di un dollaro al giorno, cioè con molto meno di quello che ognuno di noi investe giornalmente nel caffè!

Se scorriamo rapidamente gli indici di povertà dei PVS del mondo troviamo dei dati a dir poco allarmanti; in percentuale abbiamo:

- 6,01% della popolazione in Perù- 14,7 % in Namibia- 28,6 % in India- 54,8 % in Angola- 65,8 % in Burkina Faso- 72,3 % in Etiopia

Le cause della povertà nei PVS sono molte, di-verse e diversamente distribuite, ma possiamo

citarne alcune che potremmo definire molto ricor-renti: la dipendenza excoloniale dai Paesi ricchi, la frequenza di guerre, carestie e conseguenti epidemie, il mancato sviluppo di un sistema eco-nomico indipendente ed autonomo, l’esposizione debitoria, l’instabilità politica…

sotto la soglia di povertà

Una persona ogni cinque

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Tutte queste cause sono, oltre che strettamente legate tra loro, spesso incentivanti una dell’altra. Potremmo definirla una classica situazione da “Cane che si morde la coda”. Spesso infatti l’insta-bilità politica è causa di mancato sviluppo econo-mico, che a sua volta è alla radice della mancata occupazione, dei redditi bassi… e così via via fino alla soglia di povertà estrema.

E’ ormai storicamente dimostrato che la povertà estrema del Sud del mondo sia risultato diretto della grande ricchezza del Nord dello stesso; è ora di cambiare direzione, di capire che c’è spazio, cibo, disponibilità di risorse per tutti, sarebbe sufficiente solo distribuirle in modo più equo, e questo è proprio uno degli 8 Obiettivi del Millennio.

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Il confronto

Oggi, una persona adulta che svolge una vita normale, lavorando e facendo una normale attività fisica, ha bisogno in media di 2.550 calorie al giorno.Alcuni studi effettuati da agenzie spe-cializzate in nutrizione hanno calcolatoche, se si sommassero tutte le risorse alimentari disponibili sulla Terra, e se poi esse venissero suddivise tra tutti gli abitanti del pianeta, ad ognuno di noi toccherebbero in media 2.800 calorie!

Le differenze tra il Nord e il Sud del mondo

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Questa ipotetica distribuzione del nu-trimento è molto lontana dalla cruda realtà che invece ci circonda.

Dai un’occhiata a questi dati, e rifletti suquanta ingiustizia ci sia, oggi, nella distri-buzione degli alimenti e nelle modalitàalimentari mondiali.

Il 35% della popolazione mondiale vive oggi con meno di 2000 cal. al giorno, il 70% ne consuma in media più di 3000. Nei Paesi industrializzati consumiamo quindi in media ogni giorno il 25% in più delle calorie che ci sono necessarie.

Il Nord ospita il 23% della popolazione, che con-suma però l’84% del Prodotto Lordo Mondiale. Questo significa che il 77% delle persone al mondo vive con il 16% delle risorse disponibili.

Il regime alimentare dei PVS è basato per più del 70% su cereali, nel Nord del mondo i cereali ricoprono meno del 30% della dieta, ed inoltre mangiamo troppa carne, e troppi grassi.

In molti paesi del mondo la dieta è basata quasi esclusivamente su un unico nutriente: riso (In-dia e Cina), mais (Messico), cereali tra cui miglio e tuberi tra cui manioca (Africa). Questo causa gravi stati di denutrizione e malnutrizione, che a loro volta provocano patologie e, a volte, la morte.

La malnutrizione è una condizione in cui, quin-di, anche se si assume la giusta quantità di ca-lorie, NON si assumono i corretti nutrienti. Nel caso dei PVS la malnutrizione è spesso legata alla denutrizione, che invece riguarda la scarsezza di cibo, oltre che la poca varietà. Le patologie lega-te alla malnutrizione sono pellagra, rachitismo, scorbuto, cecità, gozzo e anemia.

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Uno dei nutrienti che manca alle popolazioni dei PVS è anche l’acqua; tra il 70% e l’80% delle popolazioni di Africa, Asia e America Latina non ha acqua a sufficienza, né per bere, né per lavarsi, né per utilizzo agricolo, e questo provoca disidra-tazione, cattive condizioni igienicosanitarie,siccità e carestie.

Il Nord del mondo soffre invece della situazione opposta, cioè di ipernutrizione, cioè di un consu-mo eccessivo di nutrienti, spesso con un eccesso di grassi, amidi e zuccheri. Proprio per questo molti di noi soffrono di malattie metaboliche (diabete), calcolosi, malattie cardiovascolari.

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Ora che sappiamo molto di più sul primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio proviamo a guardare il Mondo dall’alto e vedere come le ricchezze siano ancora distribuite in maniera

poco equa...

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Per analizzare le differenze tra i vari stati nel mondo vi facciamo vedere una car-tina dove i paesi sono colorati in maniera differente a seconda del proprio indice che misura la diseguaglianza nella distribuzione del reddito, il coefficiente di Gini (di un noto statistico italiano).

Si tratta di un semplice numero che varia da 0 a 1.

ZERO indica l’eguaglianza assoluta, cioè tutti percepiscono lo stesso reddito (oppure tutti mangiano un pollo… usando La statistica del noto poeta italiano Trilussa).

UNO rappresenta la concentrazione assoluta, ovvero una sola persona percepisce tutto il reddito del Paese (oppure mangia tutti i polli… lasciando alla fame tutti gli altri senza pollo).

Quindi maggiore è il coefficiente di Gini e maggiore è la diseguaglianza a livello di redditi.

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Nel nostro mondo le ricchezze sono spessodivise in maniera squilibrata, molti nonhanno niente mentre poche persone hannomolto di più del necessario...

Si, ma conoscere questo grave problema del nostro Mondo può aiutarci a far si che le cose cambino, cominciando dal non sprecare più il

cibo e le ricchezze che abbiamo a disposizione!

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Progetto: Education au développement:stratégies territoriales por un défi global

Il contenuto di questo e-book è di esclusiva responsabilità dell’autoree non riflette in alcun modo il parere dell’Unione Europea

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Progetto grafico, contenuti e produzione a cura di

Fotografie di:Adelaide Di Nunzio, Valerio Acampora, Luca Caratozzolo e Michele Catalano