Introduzione allo studio della storia - 8

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La storia oggi si deve pensare la storia senza fideismo, avendo chiara coscienza della pericolosità delle strutture di senso, per l’inclinazione a generare ferrei schemi normativi si deve essere consapevoli che senza limpidi riferimenti allo svolgimento storico e senza la capacità di comprenderne il senso si può tutt'al più conservare l'esistente, non certo promuoverne e governarne il mutamento. E’ un tratto costitutivo della nostra cultura e antropologia. Riguarda il soggetto (individuale e collettivo), il suo costituirsi e pensarsi come soggetto, il disporre di un’idea della storia come vicenda coerente, leggibile e, in qualche misura, prevedibile. giovedì 22 novembre 12

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Uso pubblico e abuso della storia

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La storia oggi

si deve pensare la storia senza fideismo, avendo chiara coscienza della pericolosità delle strutture di senso, per l’inclinazione a generare ferrei schemi normativi

si deve essere consapevoli che senza limpidi riferimenti allo svolgimento storico e senza la capacità di comprenderne il senso si può tutt'al più conservare l'esistente, non certo promuoverne e governarne il mutamento.

E’ un tratto costitutivo della nostra cultura e antropologia. Riguarda il soggetto (individuale e collettivo), il suo costituirsi e pensarsi come soggetto, il disporre di un’idea della storia come vicenda coerente, leggibile e, in qualche misura, prevedibile.

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La storia oggi

Potere pensare il passato e il futuro come articolazioni di un continuum logico non è qualcosa di cui si possa fare a meno. Ma una premessa indispensabile per il costituirsi di un rapporto tra soggetto e realtà.

Senza una idea della storia come unità di senso - senza una nuova filosofia della storia - ci si può tutt'al più contrapporre episodicamente a quanto non si accetta, provocando crisi locali e ponendo ostacoli contingenti. Ma non si può mettere in moto alcun processo di trasformazione, nel quale occorre sapere da dove si viene e dove - e perché - si intende andare: e, soprattutto, chi si è e che cosa si vuole.

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La storia è spesso un racconto finalizzato a legittimare un ordine gerarchico fra centri di potere o fra ceti, a spiegare perché chi ha vinto, o chi vince, o chi vincerà

aveva, ha, avrà dalla sua un percorso causale e temporale con radici lontane e prospettive future.

Delimita le appartenenze, legittima i gruppi di potere e le scelte politiche, individua nessi di casualità e di derivazione dell'attualità da ciò che l'ha preceduta,

ritrova o inventa radici e tradizioni al fine di ricostruire l'identità

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Uso pubblico della storiaEspressione coniata nel 1986 da Jünger Habermas che distingueva tra lavoro scientifico dello storico e il dibattito pubblico sui mezzi di comunicazione. In seguito la divulgazione storica connessa al dibattito politico assume un valore tendenzialmente negativo.

Nicola Gallerano (1993) sostenne che l´uso pubblico della storia non è una pratica da rifiutare pregiudizialmente -> non esiste opposizione di principio tra divulgazione e attività scientifica Propone la distinzione:

1. Uso pubblico della storia

2.Abuso politico della storia specialmente per la "storia politica"

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Uso pubblico della storia

LA STORIA COINCIDE COL SUO USO PUBBLICO, nel senso che è sempre RACCONTATA e serve nella misura in cui è ACQUISITA. Rapporto elettivo costante ma non lineare tra lo storico e il potere.

NESSUNA STRATEGIA POLITICA E' POSSIBILE SENZA UNA BASE STORICA Sforzo di CONTROLLO COSTANTE da parte del potere politico nei confronti della storia e di suo USO ai propri fini:

• Monumenti * Toponomastica• Cerimonie pubbliche * Finanziamento alla ricerca• Definizione delle materie di insegnamento e dei programmi• Chiusura/apertura degli archivi• Commissioni parlamentari

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Chi “scrive” la storia?

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Chi “scrive(va)” la storia?

• Storici accademici: Monografie - articoli scientifici - Manuali• Storici accademici-Storici dilettanti: Libri divulgativi• Giornalisti: Documentari-reportage• Registi - Produttori: Serie televisive-film

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Chi “scrive” la storia?• Storici accademici: Monografie - articoli scientifici - Manuali• Storici accademici-Storici dilettanti: Libri divulgativi• Giornalisti: Documentari-reportage• Registi - Produttori: Serie televisive-film

• Persone singole: Blog, siti, podcast • Enti (Musei, Biblioteche): Siti, mostre virtuali, manifestazioni (revival), mondi virtuali• Ditte: siti, mostre, giochi, mondi virtuali• Tutti: piattaforme collaborative

MUTAMENTO DIGITALE

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La storia e il pubblico

Raphael Samuel, The History Workshop Movement (1966) -> vuole fare uscire la storia dal “ghetto” accademico e porre lo studio della storia in relazione con i problemi del presente, la politica e le ideologie contemporanee. Storici impegnati ad analizzare le problematiche sociali e politiche e capaci di diffondere le loro idee e le loro analisi anche presso la gente comune.

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A cosa serve la storia?

Roy Rosenzweig e David Thelen, The Presence of the Past: Popular uses of History in American life, 1998 http://chnm.gmu.edu/survey/ -> inchiesta su quanto e come gli Americani capiscono del loro passato. Lo studio della storia non è cosa confinata nel passato perché quello che conta è l’uso della storia nel presente (the availability of usable pasts rather the the pastness of history) -> quale tipo di mediazione ed autorità professionale gli storici pubblici devono fornire in rapporto ad un uso pubblico e popolare della storia da parte della gente comune?

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Storia e pubblico

Fare storia significa serve anche a indagare sulle tensioni tra memorie individuali e collettive (gruppo, famiglia, comunità, città, nazione) in prospettiva storica

Oggi, con la rete, si costruiscono molteplici luoghi collettivi di memoria e di ricostruzione di identità. Si creano spazi di identità comuni per le minoranze che non avrebbero la possibilità di raggrupparsi [..]. Solo spostandosi nel virtuale, approdando nel web stesso e nei siti, tali identità marginali, dimenticate, sorpassate dalla storia, riescono a riprendere vita e consistenza

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