Introduzione allo studio della storia - 4

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Storicismo Metà del XIX: reazione al positivismo da parte degli umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati) Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture. Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla scienza del mondo naturale I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va analizzata sui fatti concreti giovedì 1 novembre 12

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Storicismo, Idealismo, Nazionalismo

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StoricismoMetà del XIX: reazione al positivismo da parte degli umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati)

Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture.

Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla scienza del mondo naturale

I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va analizzata sui fatti concreti

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Storicismo

Sostiene il primato della storia unico orizzonte a cui fare riferimento per spiegare i fatti; il piano temporale è l'unico piano dell'essere esistente: la storia diventa l'assoluto

Le azioni umane tendono a dei fini, sono giudicate da dei valori, sono giudicate dalla storia.

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Wilhelm von Humboldt(Il compito dello storico 1821, ed. it. 1980)

lo svolgimento della storia è l'esterna espressione di idee eterne che guidano il corso della storia e che trovano concreta espressione nell'opera di individualità determinate (singole personalità - istituzioni, nazioni, popoli);

la comprensione del fatto storico richiede una specifica capacità di superare le apparenze che celano la verità profonda degli accadimenti

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel (+1831)

«Ho visto lo spirito del mondo a cavallo»

Napoleone a Jena 1806

Concezione eliodromica della storia: lo spirito del mondo nel suo percorso ha seguito il corso del sole, da est a ovest.

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Idealismo-StoricismoLa storia è manifestazione dello Spirito, processo razionale e progressivo, anche se non lineare ma dialettico.

Si deve comprenderne il fine: (la progressiva realizzazione della libertà) e i mezzi (gli individui e i popoli).

La guerra regola i rapporti tra Stati ed è inevitabile: permette di capire quale popolo ha ragione, cioè in quale popolo o persona si incarna di volta in volta lo Spirito del mondo. A differenza della maggior parte degli individui, che si limitano a conservare il costume del proprio popolo, alcuni individui lo trasformano e lo fanno progredire, realizzando un fine ad essi estraneo, perché con le loro passioni non sono che strumenti della ragione: si tratta degli individui cosmico-storici.

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Il concetto di Nazione1765 nell'Encyclopedie compare un articolo non firmato dal titolo "Nation": «Nome collettivo che si adopera per esprimere una quantità considerevole di persone che abita una determinata estensione territoriale, racchiusa in frontiere stabilite e che obbedisce allo stesso governo».

1766 Luigi XV : «I diritti e gli interessi della nazione, di cui si osa fare corpo separato dal monarca, sono necessariamente uniti ai miei e si trovano solo nelle mie mani».

Espressa una relazione dualistica tra la nazione e il re. Appare per la prima volta l'immagine di una nazione che, nella concezione assolutistica, era un riflesso senza autonomia del corpo fisico del re ma che si presenta anche come una realtà che può rivendicare volontà e vita proprie.

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Il concetto di Nazione1791: la costituzione francese consacra, come fondamenti del diritto pubblico dell'Europa contemporanea, la sovranità nazionale ed il governo rappresentativo.

Nasce un nuovo soggetto: il popolo di Francia, ma nasce anche l'esigenza di capire cosa si intendesse per popolo.

Da un punto di vista popolare-rivoluzionario l'elemento accomunante della nazione non poteva essere né l'etnia, né la lingua, né l'affinità, sebbene queste potessero indicare una qualche appartenenza collettiva-> spinta universalistica

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Liberalismo e Nazionalismo

Ottocento = Idea dello Stato-Nazione. La nazione esiste se:

un popolo può essere associato a uno Stato esistente

possiede un notevole passato, una letteratura nazionale scritta -> basi delle rivendicazioni nazionali italiana e tedesca, una capacità di conquista, prova del suo successo evolutivo.

La nazione si pone come gradino dell'evoluzione. Il progresso di una nazione prevedeva l'assimilazione delle comunità più piccole: i popoli, le lingue e le culture minori potevano partecipare al progresso solo se accettavano uno stato di subordinazione o se abbandonavano la competizione.

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Il mito dellaNazione e il Medioevo

Sulla spinta universalistica prevale il legame tra etnia/lingua

La nazione (IL POPOLO) esiste praticamente da sempre ma la si può riconoscere nei periodi "originari".

Il medioevo diventa il periodo originario per eccellenza.

Le comunità nazionali diventano sempre più consapevoli della propria identità e quindi della propria differenza rispetto alle altre. Il medioevo si presta bene allo scopo di rinsaldare tale identità. Le sue vestigia vengono interpretate in questa funzione. Alcuni lo ammirano come epoca nobiliare e cattolica e altri come monarchica e popolare: tutti comunque in quanto nazionale.

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Il mito della Nazione

Ascolto di Historycast n° 24 http://historycast.org/archivio/24.htm

Storia come processo di affermazione della nazione e di progresso dell'umanità

Soffermati sull’arida spondaVòlti i guardi al varcato TicinoTutti assorti nel novo destinoCerti in cor dell’antica virtù

Han giurato: non fia che quest’ondaScorra più tra due rive straniereNon fia loco ove sorgan barriereTra l’Italia e l’Italia, mai più! [..]

Quello ancora una gente risortaPotrà scindere in volghi spregiatiE a ritroso degli anni e dei fatiRisospingerla ai prischi dolor

Una gente che libera tuttaO fia serva tra l’Alpe ed il mareUna d’arme, di lingua, d’altareDi memorie, di sangue e di cor. [..]

Manzoni 1821

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Il mito della NazioneJohann Gottlieb Fichte

Discorsi alla

nazione tedesca (1808)

Fibula GotaNorimberga

Fichte definiva l'identità tedesca tramite la lingua e la differenze con le altre popolazioni dell'Europa centrale, come gli Slavi, che non avevano identità politica o etnica chiara. Gli altri popoli germanici si erano “romanizzati” perdendo qualsiasi fisionomia propria, come i Franchi (lingua neolatina). Solo i Tedeschi “erano rimasti nelle sedi originarie del popolo di provenienza” e avevano mantenuto la lingua originaria: riconoscibili e superiori.

Archeologi e storici si impegnarono duramente per definire le peculiarità di ogni popolo; Goti, Longobardi, Vandali vennero identificati unendo idati delle fonti (romane) con le caratteristiche dei ritrovamenti archeologici, la forma delle fibule, le decorazioni sulle fibbie e le else, il profilo delle lance e degli elmi e così via.

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MGHMonumenta Germaniae Historica: la più grande e importante raccolta di documenti medievali di tutti i tempi, fondata sull'idea di trascrivere le fonti storiche sulla Germania e sui popoli germanici dalla caduta dell'impero romano fino al XV secolo.

Post Concilio di Vienna: geografia dei Monumenta ampia e arbitraria. Comprese le popolazioni germaniche dell'area del Sacro Romano Impero e ccolonizzate o governate da popoli di lingua tedesca (Franchi, Longobardi, Vandali e Burgundi). Ostrogoti, Visigoti, Anglosassoni furono invece considerati popoli migrati

Strumento nato da un'idea di popolo e di nazione che oggi non più ha alcuna base scientifica.

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Visione del PRIMO dei tre mini documentari sugli MGH

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NazionalsocialismoRiunificazione di tutti i territori germanofili: Alsazia, Lorena, Svizzera tedesca, Liechtenstein, Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Alto Adige, e regioni a prevalenza etnica tedesca in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania e Lettonia

"focolare unico"per tutti i popoli di lingua germanica, "Pangermanesimo" : "Ein Völk, Ein Reich, Ein Führer !"

Plurilinguismo e presenza di più etnie indeboliscono la nazione

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NazionalsocialismoLe grandi nazioni crescono con il potere militare, che si sviluppa da culture civilizzate e razionali, che a loro volta crescono da razze dotate di buona salute, aggressività, intelligenza e coraggio. Le nazioni più deboli sono quelle la cui razza è impura e che quindi non riescono difendere i loro confini.

Le razze schiave sono ritenute meno meritevoli di esistere rispetto alle razze dominanti che necessitano di "spazio vitale"

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Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)

Srebrenica

Luglio 1995

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Milosevic a Kosovo Polje (28 giugno 1989)Nel seicentesimo anniversario della omonima battaglia

Quello che è stato certo attraverso i secoli fino ai nostri giorni è che la discordia si abbatté sul Kosovo seicento anni fa. Se perdemmo la battaglia, non deve essere stato solamente il risultato della superiorità sociale e del vantaggio militare dell'Impero Ottomano, ma anche della tragica divisione nella leadership dello Stato serbo a quel tempo. [..] Nella memoria del popolo serbo, questa disunione fu decisiva nel causare la perdita della battaglia e nell'arrecare il destino che che gravò sulla Serbia per ben sei secoli.[..]

In Serbia non hanno mai vissuto solamente i serbi. Oggi, più che nel passato, pure componenti di altri popoli e nazionalità ci vivono. [..] Io sono assolutamente convinto che questo è un vantaggio.[..]

Perciò è un obbligo per il popolo rimuovere le divisioni, così da potersi proteggere dalle sconfitte, dai fallimenti, e dalla sfiducia nel futuro. Sei secoli dopo, adesso, noi veniamo nuovamente impegnati in battaglie [..]. Non sono battaglie armate, benché queste non si possano mai escludere.

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Nazionalismi oggi

Barcellona 11 settembre 2012

diada : giornata dell’orgoglio nazionale catalano

I sostenitori di Alba Dorata, il partito nazional

socialista greco (Afp)9 maggio 2012

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Indipendentismocatalano

11 settembre 1714, caduta di Barcellona a mano delle truppe borboniche, cui segue nel 1716 la soppressione delle istituzioni autonome catalaneXIX secolo: risorge l’interesse per la cultura propria catalana, in

parallelo alla riscoperta un po’ ovunque in Europa della mitologia e delle culture nazionali e anche allo sviluppo economico della regione. Barcellona e la Catalogna fioriscono economicamente, culturalmente e architettonicamente

Pompeu Fabra (1868-1948): linguista della lingua catalana, nel medioevo lingua di un’ampia regione (Catalogna e sud della Francia).

XX secolo: 2 proclamazioni di indipendenza fino al regime di Franco e alla guerra civile

Quote crescenti di autonomia dal 1978

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Indipendentismocatalano

Rapido processo di modernizzazione: forte élite borghese• Lingua e cultura peculiari ma ben diffuse e non troppo distanti dall’idioma nazionale• La borghesia non solo non ostacola il movimento nazionalista, ma è interessata a permearlo di sé e ad assumere un ruolo guida• L'orientamento è generalmente moderato, autonomistico, ma non separatistico; l'identità è soprattutto affermata positivamente, in nome di qualità e caratteristiche proprie, non solo e non tanto in chiave di contrapposizione radicale al nemico.

MA IN TEMPI DI CRISI...

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Nazional(social)ismogrecoAlba Dorata: piccola formazione politica che non avrebbe una grande forza di aggregazione, ma che oggi risulta favorita dall’aggravamento della crisi economica e politica greca

Afferma la superiorità culturale della nazione greca

Si oppone al marxismo, alla globalizzazione e al multiculturalismo

Nostalgia per il regime dittatoriale di Ioannis Metaxas (1936-1941) e allarisposta negativa all'ultimatum italiano durante la seconda guerra mondiale (Okhi, cioè "No")

Vicinanza con Georgios Papadopoulos, il capo del regime dei colonnelli (1966-1974)

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Karl MarxLa storia dell’umanità è la storia della lotta di classe.

“Uomini liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi, oppressori ed oppressi, in opposizione costante, condussero una guerra, [..] che sempre finì con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società, o con la distruzione delle due classi in lotta.

Roma antica: patrizi, cavalieri, plebei e schiavi;Medioevo: signori, vassalli, padroni e serviStato moderno: la borghesia schiaccia la nobiltà e crea “nuove condizioni d’oppressione” Realtà contemporanea: la società si divide in due grandi campi opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato.

da K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista (1847)

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