Introduzione ai Cavalieri di Malta O.S.J. · croce di Cristo. La spada al servizio della...

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Sovereign order of St. John of Jerusalem Knights of Malta Introduzione ai Cavalieri di Malta O.S.J.

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Sovereign order of

St. John of Jerusalem

Knights of Malta

Introduzione ai

Cavalieri di Malta

O.S.J.

Sovrano ordine di San Giovanni di Gerusalemme

Cavalieri di Malta – OSJ

Fondato nel 1099 da frà Gerardo de’ Sasso

Monaco amalfitano, Rettore dell’Ospizio Cristiano

annesso alla Chiesa di Santa Maria Latina in Gerusalemme

Nel 1113 Papa Pasquale II lo riconosce come

“Ordine religioso indipendente”

Nel 1120, sotto il I° “Maestro” Raimondo du PUY,

l’Oridne Ospitaliero

assume anche il carattere di

Ordine di cavalleria.

Le sedi dell’Ordine Gerosolomitano:

1099 – 1192 ad Acri

1292 – 1310 a Cipro

1310 – 1522 a Rodi

1530 – 1798 a Malta

1798 – 1799 a Barletta e Trieste

1799 – 1908 a San Pietroburgo

1908 – 1936 a Nuova York

1936 – 1976 a Schickshinny, Pennsylvania

1976 a MALTA

Saluti dal Principe Gran Maestro

S.A.R. Don Thorbjorn I°

Paternò Castello Guttadauro d’Ayerbe d’Aragona di Carcaci d’Emmanuel

Sovrano Principe di Valencia e Sardegna

74° Gran Maestro

Protettore e Capo di Nome e d’Arme O.S.J. Malta

S.A.R. il Principe Protettore e 74° Gran Maestro ritiene che:

[…] lo scopo principale per l’Ordine dei Cavalieri di Malta è

quello di continuare a seguire il cammino del suo straordinario

fondatore, il Beato Frà Gerardo; questo permetterà di arrivare a

ritrovare l’antico splendore dell’Ordine. Le imprese dei Cavalieri

rappresentano una delle pagine più fulgide di esempio, di coraggio e

devozione della storia, evocando le antiche gesta. Invito tutti coloro

abbiano un animo nobile, ad intraprendere in Nostra compagnia un

viaggio nella storia lungo mille anni circa.

Benvenuto dal coordinatore Priorati d’Italia OSJ

Cari Confratelli e Consorelle,

Cari Amici e care Amiche,

L’ingresso di nuovi Cavalieri è sempre un giorno molto

importante per il nostro amato Ordine perché attraverso il rito

dell’investitura, ricevono un nuovo Battesimo di rinascita, purificati

dall’acqua e dal fuoco delle candele con pronunciamento delle

promesse sugli speroni e sulla spada.

La spada non come mezzo di offesa, ma come simbolo della

croce di Cristo. La spada al servizio della Cristianità, dei poveri, dei

malati.

Quanta emozione per questa solenne investitura, che dobbiamo

guardare anche con gli occhi del cuore per vedere i veri e reali valori.

Per questo, cari Confratelli, Vi invito a riscoprire giorno dopo giorno

i vostri voti di Cavaliere, a studiare con profondità lo statuto

dell’Ordine e le sue finalità.

Non dobbiamo mai dimenticarci che la nostra ereditarietà deriva

dalla continuità dell’Ordine attraverso il ramo russo-ortodosso e non

abbiamo niente in comune con l’Ordine della chiesa cattolica detto

S.M.O.M.

L’O.S.J. è un corpo cavalleresco ed un ordine capitolare, con sede

a Malta, i cui scopi sono quelli di propagare i principi della cavalleria

a difesa della Civiltà Cristiana e rendersi servitori dei poveri e dei

malati, secondo quanto l’Ordine ha praticato sin dalla sua origine a

Gerusalemme… Chi non si riconosce in queste parole non può

riconoscersi nell’Ordine.

Diffondere i principi cavallereschi a difesa della Civiltà Cristiana

non deve portarci lontano. Non serve andare in Terra Santa perché

purtroppo oggi questi principi li dobbiamo difendere qui, nella nostra

terra, nelle nostre città. In questa nostra civiltà secolarizzata dove i

valori quali la vita, l’amore si sono persi, dove i simboli di una

cultura come la croce vengono combattuti noi dobbiamo essere un

fulgido esempio di perfetti Cavalieri.

In questi tempi bui, dove crisi economiche e di valori imperano,

non mancano di certo i poveri e i malati e il nostro dovere è quello di

servirli. Questo è essere Cavaliere, questo è quello che abbiamo

giurato.

Ed è da qui che partiremo, quello che vi chiedo è di mettervi in

gioco continuamente, perché c’è tanto da fare.

Il nostro è un Ordine, quindi la scala gerarchica è piramidale,

dobbiamo onorare sempre i nostri superiori ma dobbiamo anche

essere propositivi ed attivi, avere gli occhi sul mondo, guardare il

mondo per aiutare il mondo.

In questo giorno felice Vi auguro di essere sempre fedeli ai vostri

Voti Cavallereschi e di poter contare in ogni momento su di Voi.

Un caro abbraccio in San Giovanni, nostro Patrono.

Pro fide pro utilitate hominum

Balì di Gran Croce

Ivanoe Giorgio Colombo

Coordinatore Priorati d’Italia OSJ

Introduzione agli Ordini Cavallereschi

Ordini Cavallereschi

Con tale nome si indicavano nel Medioevo le associazioni

religiose e militari i cui membri, stretti da voti religiosi, si

dedicavano alla guerra per la conquista del Santo Sepolcro, per la

custodia e la difesa di quello, per la protezione dei cristiani e dei

pellegrini nei Luoghi Santi, per la cura dei malati e dei feriti nelle

spedizioni militari di Terrasanta, per la liberazione dei cristiani

caduti in schiavitù.

Fu poi dato lo stesso nome alle corporazioni istituite dai sovrani

per ricompensare i cittadini benemeriti per servizi resi al principe e

allo stato.

Classificazione degli Ordini Cavallereschi

Una prima suddivisione degli Ordini si è avuta nel secolo XVI,

per opera del Sansovino, nel suo libro “Dell’Origine dei Cavalieri”,

pubblicato nel 1566.

Nel tempo i vari studiosi continuarono a classificare gli Ordini

cavallereschi come segue:

Ordini Statuali o di merito

Questi Ordini, chiamati anche di merito, formano il patrimonio

araldico di uno Stato. Essi sorgono, per lo più, nel secolo scorso con

lo scopo di premiare le benemerenze civili e militari dei cittadini e

traggono il loro fondamento giuridico nella sovranità dello Stato che

li ha istituiti. Nel caso di una nazione retta da una monarchia, gli

Ordini Cavallereschi si chiamano Statuali o di Corona, ma in questo

caso il Re ne dispone unicamente in qualità di Capo dello Stato non

come patrimonio araldico della sua Dinastia.

Ordini Equestri Pontifici

Sono gli Ordini Cavallereschi conferiti direttamente dal Pontefice

con Lettere Apostoliche.

L’Ordine Pontificio Piano era altresì Ordine Cavalleresco

nobiliare attivo o nobilitante, in quanto conferiva la nobiltà ereditaria

ai Cavalieri di Gran Croce e la nobiltà personale ai Commendatori.

Gli Ordini Pontifici sono altresì Ordini di merito, in quanto

servono a premiare le benemerenze acquisite per servizi resi alla

chiesa ed alle opere cattoliche.

Si dividono infine in Ordini di collazione diretta, cioè conferiti

direttamente dal Pontefice, quali l’Ordine Supremo del Cristo,

l’Ordine della Milizia Aurata, l’Ordine di San Gregorio Magno e

l’Ordine di San Silvestro Papa e in Ordini di sub collazione o

semindipendenti quali l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di

Gerusalemme e l’Ordine di Santa Maria Teutonica (Cavalieri

Teutonici), in quanto concessi per delegazione apostolica e quindi

posti sotto la protezione della Santa Sede.

Ordini Dinastici

Rientrano in tale categoria gli Ordini Cavallereschi che

appartengono al patrimonio araldico di una Dinastia Sovrana.

Se la Dinastia è regnante, gli Ordini si chiameranno dinastici

statuali, in quanto messi a disposizione dello Stato per conferire

onori e per premiare particolari benemerenze.

Se la Dinastia non è più regnante, gli Ordini si chiameranno

dinastici non nazionali, in quanto la persona del Capo della Real

Casa conserva il jus collationis dei suoi Ordini Cavallereschi. Infatti

tali Ordini traggono origine, per la massima parte, da Bolle

Apostoliche di Approvazione.

Ordini Sovrani

In questa categoria rientra il Sovrano Ordine di San Giovanni di

Gerusalemme, Cavalieri di Malta OSJ, di derivazione russo-

americana e il Sovrano militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni

di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta (SMOM), in quanto

mantiene la sua natura di ente sovrano.

La posizione giuridica dell’Ordine di San Giovanni contiene due

soggetti: la regola religiosa e l’ordine cavalleresco che è unito alla

prima. Il Principe Protettore, detentore del fons honorum, è il Capo

Supremo del’Ordine Cavalleresco, e assieme al Sovrano Consiglio

appare come organo portatore di detta sovranità.

Nel Caso dello S.M.O.M., essendo un ordine ex novo di natura

vaticana, il capo supremo è il Sommo Pontefice.

La Storia dell’Ordine dalla caduta

di Malta ad oggi

Napoleone e l’abbandono di Malta

Il conflitto delle nazionalità dei cavalieri fra i loro paesi e

l’Ordine scoppiò nel 1798, quando ci fu lo sbarco di Bonaparte a

Malta. Non ci furono tradimenti né in un caso né in un altro.

Solamente in ciò che concerne la nazionalità nazionale e quella

dell’Ordine, i Cavalieri si trovarono lacerati fra due attrazioni uguali.

Si è voluto vedere nello sbarco di Bonaparte un colpo portato

gratuitamente all’ideale aristocratico dell’Ordine. Questo è poco

probabile. La presa dell’Ordine era una necessità strategica. Il 6

giugno 1798, due vascelli della squadra di Bruey arrivarono a

Marsaxlokk e chiesero di fare l’acquata – il permesso fu accordato.

Poi apparve la flotta intera, accerchiando l’isola. Si capì il pericolo e

la popolazione perse la testa, essendo confusa e divisa

sull’atteggiamento da adottare. Bonaparte fece chiedere il diritto per

le sue navi di entrare nel porto per rifornirsi. Gli statuti non

ammettevano che quattro navi alla volta, ma Bonaparte non poteva

perdere tanto tempo perché ci sarebbero volute delle settimane.

Di fronte alle esigenze di Bonaparte, la resistenza si riorganizzò

all’ultimo minuto e nel disordine più totale. Hompesch dichiarò che

avrebbe ammesso l’entrata di quattro navi, come prevedevano i

regolamenti marittimi e che, se fosse entrata avrebbe fatto sparare

sulla quinta. L’aristocrazia maltese temeva per i suoi beni, la

popolazione non voleva battersi, il clero temeva il saccheggio delle

chiese. Hompesch diede degli ordini incoerenti e la congregazione

della Guerra dei contro ordini. Presi fra due lealtà, i francesi

reagirono in diversi modi. Erano 260 a Malta, contro i 362 membri

dell’Ordine. La popolazione, a causa di un eccesso di terrore,

massacrò quattro cavalieri; Mantazel, Vallin, de Lorme e d’Andelare,

l’amico di Dolomieu che si trovava su una delle navi insieme ai dotti

che Bonaparte aveva portato con sé. Hompesch, folle di paura, non

sapeva dove sbattere la testa, perse il suo sangue freddo e domandò

una tregua; inseguito, due ore più tardi, capitolò. Sembra che temesse

il massacro dell’Ordine dalla popolazione.

Bonaparte aveva messo le mani sul tesoro e sui forti intatti, ma

constatò che il tesoro era misero e i forti indifendibili.

Saccheggiarono molto,ma sempre meno senza dubbio di quanto si

racconta a Malta sotto l’influenza della propaganda anti-francese

diffusa da subito dagli inglesi e dai preti maltesi che furono a capo

della rivoluzione contro i francesi. Questi ultimi, nell’interesse del

popolo maltese, diffusero nell’isola gli ideali della rivoluzione:

“libertà, uguaglianza, fratellanza”. Questo fatto minò il potere che i

preti maltesi esercitavano sul popolo dell’isola e vedevano per questo

i francesi, come una minaccia per la loro dominazione. Al termine

della capitolazione, l’Ordine cedette il dominio dell’isola alla

Francia, e i Cavalieri dovevano ricevere delle indennità o delle

pensioni. Il Gran Maestro poteva ritirarsi con la sua scorta e i

cavalieri che non era francesi. I francesi potevano rientrare in

Francia: i loro salvacondotti furono firmati da Vaubois e anche da

Desaix. Alcuni, per ragioni di età, di salute o di preferenza, restarono

a La Valletta.

Hompesch, accompagnato da una ventina di persone, tra cui

cavalieri, servi d’armi, paggi e servitori, si imbarcò la notte

successiva per Trieste. 53 Cavalieri, fra i più giovani, si unirono

all’armata egiziana e fecero la campagna sotto il Direttorio, il

Consolato e l’Impero.

Una leggenda narra che i tesori saccheggiati a Malta fossero stati

imbarcati sulla nave francese “Oriente” e che fossero affondati con

l’imbarcazione durante la battaglia di d’Aboukir. Infatti, sarebbero

stati scaricati più avanti. Bisogna infatti notare che questi tesori

accatastati sopra l’attrezzatura militare, imbarcata a Toulon,

sarebbero dovuti essere scaricati per primi. Furono effettivamente

venduti in Egitto, dove sono state ritrovate delle tracce. A Malta era

la fine di un’epoca gloriosa, pittoresca e molto nobile. 360 anni di un

governo eccezionale che, un po’ per azzardo, si era mantenuto contro

venti e maree attraverso un mondo in evoluzione.

Con la partenza da Malta, un aspetto della vita dell’Ordine si

estinse. Nel corso degli anni che seguirono la perdita dell’isola, si

assistette a un tentativo di assoggettamento, a fini puramente politici,

di ciò che restava dell’Ordine. Hompesch, per la sua incompetenza

più che per la sua vigliaccheria, ne era stato l’affossatore. La

maggior parte dei Cavalieri che lasciarono Malta, raggiunsero il loro

Protettore a San Pietroburgo. Il 10 settembre 1798, lo zar promulgò

un ukase ai termini del quale “prevedeva sotto la sua alta protezione

tutti i corpi dell’Ordine ben intenzionati”. Dichiarò San Pietroburgo

“capoluogo delle assemblee dell’Ordine” e ingiunse a “tutti i

Cavalieri presenti in questa città di prendere tutte le disposizioni

necessarie per amministrare in maniera utile ed efficace questo

nobile Istituto”.

Nel frattempo, Hompesch si rivolse direttamente a Paolo

I,pregandolo di lasciarlo giustificare davanti a lui: sembrava dunque

riconoscere allo zar un’autorità superiore alla sua.

L’Ordine in Russia

Il 27 ottobre 1798, i membri del grande priorato di Russia e tutti

gli altri numerosi Cavalieri delle altre lingue, che avevano trovato

rifugio a San Pietroburgo, elessero lo zar Gran Maestro dell’Ordine

in rimpiazzo del decaduto Hompesch. Il 13 novembre 1798 lo zar

accettò il titolo che esaudiva i suoi più cari desideri. Il balivo, il

Conte Litta, divenne il suo tenente-Generale.

A Trieste, dove si era rifugiato, Hompesch, deluso da Bonaparte,

scrisse due lettere di dimissioni: una all’imperatore Russo e l’altra

all’imperatore d’Austria, suo alleato. Ed è in questa circostanza che

abdicò rimettendo i suoi poteri nelle mani dello zar: “A S.M.

l’imperatore Paolo I di Russia”.

Il 5 settembre 1800 la Francia perde Malta per mano degli inglesi

che si stabilirono nell’isola dopo aver aiutato la rivolta dei maltesi

contro i francesi. La rivolta dei maltesi fu, in grande parte, portata

avanti dai loro preti,che volevano continuare a dominare il popolo e

utilizzarono come scusa, il saccheggio di qualche chiesa da parte

delle truppe francesi per far insorgere la popolazione. Da subito gli

inglesi furono più che scaltri: dissero che si sarebbero stabiliti

provvisoriamente nell’isola per proteggere i maltesi dai francesi; ma

non se ne andarono se non dopo l’indipendenza dell’isola nel 1964. Il

lungo soggiorno degli inglesi a Malta, fu permesso grazie alla loro

intesa con i preti maltesi. Tutta la flotta navale inglese aveva base a

Malta e questo gli assicurò la dominazione nel Mediterraneo dallo

stretto di Gibilterra a Cipro.

L’11 marzo 1801 il 70° Gran Maestro Paolo I veniva assassinato.

Il 22 giugno 1801 il Consiglio supremo dell’Ordine di San

Pietroburgo (dove si trovava più della metà dei membri dell’Ordine)

decise, come conferma Boisgelin nei suoi scritti, di domandare

eccezionalmente al Papa di scegliere un Gran Maestro fra una lista di

Candidati che gli sarebbe stata inviata. Ma l’Ordine fu molto preciso

nel sottolineare il fatto che quella fosse una decisione unica e che

non derogava i diritto e i privilegi riservati all’Ordine.

Una volta che il Papa aveva espresso la sua scelta, doveva

sottometterla per il consenso e il piacere dell’Ordine.

La lista dei candidati presentata al Papa era la seguente:

i cavalieri Masini, Pignatelli e Bonelli del Priorato di Sicilia:

il conte Colloredo e il conte Kollowrath di Boemia;

i cavalieri Rodrigo Mansel Gorjao e Carvalho Pinto del Portogallo;

il cavaliere Gian Battista Tommasi della Toscana;

il cavaliere Bartolomeo Ruspoli di Roma;

il cavaliere Taufriken di Baviera;

il cavaliere Morawitzky di Russia;

il cavaliere Pfurdt Plumberg e il barone Rinch di Germania;

il barone Flachslanden di Francia.

Lo scisma dell’Ordine e la nascita dello S.M.O.M.

Il Papa decise di nominare “motu proprio” il sensale Bartolomeo

Ruspoli come Grande Maestro, senza sottomettere la sua scelta per

l’approvazione del Supremo Consiglio dell’Ordine. Sapendo bene

che il Papa non aveva il diritto di farlo, il sensale Ruspoli

saggiamente rifiutò l’offerta. Il Papa, al momento di rimettere questa

questione, come di diritto, nelle mani del Supremo Consiglio

dell’Ordine, cercò nuovamente a “motu proprio” di nominare il

sensale Caracciolo di San Eramo come Grande Maestro. Anche lui,

sapendo bene che il Papa agiva contro le regole dell’Ordine,

saggiamente declinò l’offerta. Il Papa mancò un’altra volta di

rimettere la questione al Supremo Consiglio dell’Ordine a San

Pietroburgo e volle nominare “motu proprio” il commendatore

Romagnosi come Gran Maestro. Anche il terzo saggiamente rifiutò

l’offerta del Papa.

Finalmente, il Papa trovò che il sensale Gian Battista Tommasi

era disposto a ricevere questo titolo e lo nominò “motu proprio”

Gran Maestro.

È da notare che questo nuovo Ordinato solamente dalla lingua

italiana, accettava solamente cavalieri cattolici, in contrasto con la

nuova costituzione di Paolo I, inoltre all’inizio questo ordine si

chiamò Pontificio Ordine di Malta, a giustificazione e chiarimento

che si tratta di un ordine nato ex-novo, mentre l’ordine originario

rimase in Russia sino al 1917.

Il balivo Tommasi, Gran Maestro di questo nuovo ordine del

Papa, portò la sede di quest’ultimo da Messina a Catania, dove

risiedeva e non tardò a morire di dispiacere, poco tempo dopo,

perché naturalmente le cose non andavano affatto bene come aveva

sperato. Dunque, dopo la morte di Tommasi nel 1805 non venne

eletto alcun Gran Maestro per numerosi anni. Il 28 marzo 1879, Papa

leone XIII stabilì un altro Gran Maestro e l’ordine si fissò

definitivamente a Roma in Via Condotti.

Continuità dell’Ordine di Russia

Nel frattempo, il vero Ordine Sovrano di San Giovanni di

Gerusalemme, detto dei Cavalieri di Malta, continuò a esistere grazie

ai cavalieri ereditari che godevano ancora della protezione dello zar

Alessandro I di Russia. La proclamazione di un decreto dello zar, nel

1801, firmato da lui stesso e controfirmato dal Gran Cancelliere

“Magnus Cancellarius Comes de Phalen”, dichiarava quanto segue:

Volendo donare all’Ordine Sovrano di San Giovanni di

Gerusalemme, una testimonianza del NOSTRO affetto, e della

NOSTRA protezione IMPERIALE e che gli apporteremo tutte le

NOSTRE cure, gli onori, i privilegi e le proprietà.

“In questo progetto NOI ordiniamo al NOSTRO Feld-Maréchal

Général sensale conte Nicola di Soltykoff di continuare a esercitare

le funzione e l’autorità di tenente del Gran maestro del detto Ordine,

di convocare una Seduta del Sacro Consiglio per far sapere che la

NOSTRA intenzione è questa, e che questa residenza IMPERIALE

sia ancora considerata come il Capoluogo dell’Ordine Sovrano di

San Giovanni di Gerusalemme, fino a che le circostanze gli

permetteranno di donarGLI un Gran Maestro secondo i suoi Statuti

e le sue forme antiche”.

Un’altra prova che il vero Ordine ha continuato a esistere fu il

fatto che nel 1806 il re Gustavo IV di Svezia offre all’Ordine

Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme, sotto la protezione dello

zar di Russia, come l’unico e vero Ordine di Malta.

A.M. Perrot scrive nel suo libro “Collezioni storiche degli Ordini

civili e militari”: “Ai nostri giorni l’Ordine è sotto la protezione

dell’impero russo, e si trova governato da un tenente assistito da un

consiglio di stato”.

Nel 1822, l’Austria offre all’Ordine, avendo la sua sede in Russia,

l’isola nel Quarnero o l’isola d’Elba, in cambio di ricevere il titolo di

Gran Maestro per l’imperatore di Habsourg. Nel 1823, il governo

greco offre all’Ordine l’isola di Rodi, a condizione che i Cavalieri si

uniscano a essi contro la Turchia. Naturalmente questo era

impensabile.

Nel 1831 il famoso scrittore inglese William Sutherland dedica il

suo libro “The Achievements of the Knights of Malta” così:

“A sua Maestà Imperiale Nicola I (1825 – 1855), imperatore e

Autocrate di tutte le Russie, sotto il quale i predecessori immediati

dei Cavalieri di Malta troveranno rifugio, quando tutti gli altri

monarchi della Cristianità gli rifiuteranno l’asilo, ed è lui che

tuttavia gli concede la Sua protezione e permette allo stendardo di

questo anziano e illustre ordine di fluttuare ancora, gli dedico

umilmente quest’opera come autore”.

Nel 1834, C. de Magy, nel suo libro “Raccolta storica degli

Ordini dei Cavalieri” dimostra chiaramente che l’Ordine Sovrano di

San Giovanni di Gerusalemme esiste e funziona in Russia e non a

Roma. Nel 1848 l’editore nazionale del Belgio, Loumyer, fa la stessa

dichiarazione di quella emessa in seguito nel “Burkes Peerage”. Nel

1858, “Burkes Peerage” cita nella loro pubblicazione autoritaria

“The Book of Knighthood and Decoration of Honour”:

“Riferimento all’Ordine di San Giovanni-Russia: I due grandi

priorati Russi, preservano ancora l’antica costituzione dell’Ordine,

sotto la protezione dell’Imperatore che ne é a capo. Il Gran Priorato

di Polonia, stabilito nel 1776, era stato per lungo tempo legato agli

inglesi e alla Baviera, le quali erano composte da 20 commende.

Oggi è unito al priorato di Russia che a sua volta è diviso in due

grandi priorati che sono costituiti da cavalieri russi cattolici e

ortodossi. Questi ultimi contano 98 commende, mentre prima ne

avevano 393 e 32 cavalieri della gran croce”.

Nel 1897, le opere “Dizionario enciclopedico degli ordini dei

Cavalieri” e “Malta nel passato e oggi” di M.L. della Biere, fanno

riferimento all’Ordine Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme che

esiste e funziona in Russa (e non a Roma).

Nel 1915, Robert R. McCormick, nel suo libro intitolato “With

the Russian Army” (The Macmillian Company, New York) al

capitolo X, con il “Corpo della Guardia” scrive come segue:

“I soldati della guardia imperiale sono gli eletti di tutto l’impero

russo. La maggior parte ha frequentato al scuola del “Corpo dei

Paggi” che sono degli studenti dei Cavalieri di Malta”.

L’ammissione a questa scuola di elite è ristretta: 1) ai figli dei

cavalieri di Malta, 2) ai figli dei generali e dei tenenti generali, 3) ai

figli delle famiglie di cui i titoli di nobiltà risalgono a più di 100

anni.

Nel marzo 1917 la rivoluzione scoppia in Russia e il Duma

effettivamente assume il potere l’11 marzo 1917. Il 15 marzo 1917 lo

zar Nicola abdica.

Maurice Paleologo scrive: “Domenica di Pasqua, il 15 aprile

1917: Siamo andati alla chiesa ortodossa; la Famiglia Imperiale era

agli arresti domiciliari e non ebbe alcuna funzione il Priorato di

Malta. Tutto questo dimostra chiaramente che l’Ordine Sovrano di

San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta, continuò la sua

esistenza malgrado tutte le peripezie e malgrado l’intervento del

Papa che costruì un nuovo Ordine, che, fino ai giorni nostri tenta di

falsificare la storia volendo assumere erroneamente la continuità

dell’Ordine.

Certe storie che vogliono sposare la causa del nuovo ordine che

il papa creò, pretendono che lo zar, Alessandro I sopprimesse

l’Ordine. Al contrario, sono i membri del nuovo ordine del Papa che

tentano di sopprimere il vero Ordine per usurpargli i poteri.

Nessuno poteva e aveva il diritto di sopprimere il vero Ordine che,

fortunatamente era ancora attivo tutt’oggi e riprende le sue forze

grazie a dei nuovi membri di qualità che si uniscono per contribuire

allo sforzo collettivo”.

Parigi, Francia, 1955,il Barone di Taube, nel suo libro intitolato

“L’imperatore Paolo I di Russia, Gran Maestro dell’Ordine di Malta

e del suo gran priorato russo dell’Ordine di San Giovanni di

Gerusalemme” scrive il seguente fatto storico:

“Ugualmente falsa è la frottola diffusa a questo proposito, in

Russia, che racconta la pretesa soppressione del gran priorato di

Russia da parte di Alessandro I nel 1817. Si spiega facilmente per l

fatto che, precisamente a quest’epoca, l’Imperatore vietò la

ricezione delle insegne d’Italia e dell’Ordine e il loro trasporto in

Russia senza un’autorizzazione dello Zar. Questa misura fu presa

dal Gabinetto dei Ministri e sancita dall’Imperatore sulla richiesta

dei capi militari di tre giovani militari ufficiali Lazaroff, che avevano

ricevuto direttamente dall’Italia, delle Croci di Malta ed erano

sospettati di averle ricevute direttamente grazie a delle importanti

somme versate alla cassa del gran magistero.”

Nascita di nuovi Ordini dalla costola dell’Originale

Dall’Ordine originario, staccatisi per vari motivi, si riconoscono

fra essi.

1) L’Ordine strettamente cattolico del Papa, lo S.M.O.M.: il

Gran Maestro di quest’ordine deve essere celibe e non ha

l’autorizzazione di rivestire questo titolo senza

l’autorizzazione preliminare del Papa, dunque la sua sovranità

è discutibile. La nazionalità di quest’ordine è trasferita a un

sovrano straniero: il Papa;

2) Il venerabile Ordine di San Giovanni, che è l’Ordine

Protestante Anglicano (nel 1887 questo Ordine inglese crea

anche il “St. John’s Ambulance Brigade” che somiglia alla

Croce Rossa, ma i suoi membri e le sue ambulanze sfoggiano

la croce maltese a otto punte): la Regina Elisabetta II porta

attualmente il titolo di Capo Sovrano di quest’Ordine e suo

zio, il duca di Gloucester, è il Gran Priore. Così in questo

caso, la nazionalità di quest’ordine è trasferita al sovrano

nazionale. Da notare che questo ordine non conferisce il titolo

di “Cavaliere” ai suoi membri;

3) L’Ordine Evangelico di San Giovanni (Evangelische

Johanniter Orden), o “Johanniter Orden”, di ceppo tedesco:

quest’Ordine si è ricostituito a Bonn, il suo maestro è il

principe Wilhelm Karl de Hohenzollern. L’Ordine è separato

dallo Stato. Il precedente maestro era il principe Oskar di

Prussia, padre del maestro attuale: quando morì nel 1958, lo

S.M.O.M. inviò al suo funerale due membri in uniforme.

Quello che ha permesso all’Ordine Sovrano di San Giovanni di

Gerusalemme, Cavalieri di Malta, di sopravvivere attraverso tutti

questi secoli, malgrado anche i recenti tentativi dei reietti dell’Ordine

di sopprimerlo, fu la flessibilità di adattarsi alle esigenze nuove,

cambiando la sua Costituzione e i suoi Statuti secondo i tempi che

correvano.

L’innegabile tatto storico è che quando il Protettore dell’ordine,

lo Zar Paolo I, accettò la sua elezione di 70° Gran Maestro, la

costituzione dell’Ordine confermava che:

“Questo fatto è molto importante perché differenzia il vero

Ordine di San Giovanni di Gerusalemme dagli altri Ordini che sono

di natura sia puramente cattolici che protestanti. Non si può

distorcere la storia per accomodare le pretese di un ordine reietto.

Questi ordini reietti hanno certamente il diritto di esistere in quanto

ordini nuovi, sia sotto il Papa, sia sotto la Regina d’Inghilterra, sia

come Ordine dinastico, ma non hanno certamente il diritto di potersi

considerare i diretti discendenti dell’Ordine di San Giovanni di

Gerusalemme, di cui il Beato Gerardo fu il fondatore”. Quindi

l’Ordine continuò la sua esistenza, dopo la morte di Paolo I, sottola

protezione di suo figlio Alessandro I e poi l’intermediario dei diversi

cavalieri ereditari in Europa.

L’Ordine si trasferisce in USA

Nel 1908, poco prima della rivoluzione russa, dei Cavalieri

ereditari dell’Ordine si rifugiarono negli Stati Uniti d’America e

organizzarono delle riunioni, poiché avevano il bisogno di

organizzarsi e di risvegliare l’Ordine a partire nel loro paese

d’adozione. Il colonnello Charles Louis Thourot Pichel, membro

della Società della Storia di Francia, scrisse nel suo libro la storia

dell’Ordine Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di

Malta, e di come queste riunioni negli Stati Uniti d’America si

organizzarono tra il 1890 e il 1929 al Waldorf-Astoria, nella 5ₐ e

34ₐstrada, a New York. Qualche altra riunione si svolse anche al

Murray Hill Hotel, sempre a New York e anche a Norfolk, nello stato

americano della Virginia.

Dopo il 1929, le riunioni ebbero luogo nell’ufficio di Lieut,

Grande Maestro dell’Ordine, e il Colonnello William Sohier Brynt, a

Murray Hill, a New York. Nel 1945 le riunioni dell’Ordine si

svolsero al convento dell’Ordine, nello Stato della Pennsylvania,

sempre negli Stati Uniti.

La famiglia Lamb

I rapporti delle riunioni indicano che William Lamb fu colui che

ispirò e che contribuii in primo luogo a mettere la sede dell’Ordine

negli Stati Uniti. William Lamb era il figlio di William Wilson Lamb

che nacque a Norfolk, nello stato della Virginia, il 7 settembre 1835.

William Lamb era il discendente diretto del generale Ivan Lamb di

Russia che fu nominato Grande Preservatore dell’Ordine dei

Cavalieri di Malta dello Zar Paolo I. Questa nomina fu fatta,

evidentemente, per garantire la preservazione dell’Ordine dopo la

morte dell’Imperatore.

Il generale William Lamb, durante il suo soggiorno alla Corte di

San Pietroburgo, fu onorato ricevendo il rango di Commendatore

militare per essersi distinto valorosamente nell’armata russa. Il suo

discendente, William Lamb, fece i suoi studi all’Università di Saint

Lawrence e si diplomò in diritto. William Lamb, in seguito entrò

nell’Armata confederale degli Stati Uniti con il grado di capitano e

fu promosso al grado di colonnello. Il 15 gennaio 1861 fu seriamente

ferito e dovette servirsi delle stampelle per 7 anni. Dopo la guerra il

colonnello Lamb fu nominato console della Germania e viceconsole

della Svezia e della Norvegia a Norfolk, in Virginia. In seguito fu

eletto Sindaco di Norfolk tre volte di seguito, dal 1880 al 1886. Morì

il 22 marzo 1909 e fu sostituito dal suo unico figlio, Henry Whiting

Lamb.

Il colonnello Lamb era esperto nella diplomazia: si assicurò

l’assistenza di molti membri del corpo diplomatico di diverse

nazionalità per fissare l’Ordine Sovrano di San Giovanni di

Gerusalemme negli Stati Uniti. Dal 1880 Lamb strinse contatti con

personalità importanti al fine di realizzare il suo piano. Nel 1890 il

colonnella era già riuscito a riunire un centinaio di persone. A una

delle Sedute, tenute regolarmente, che si svolse il 10 gennaio 1908,

alcuni estratti del colonnello Lamb furono iscritti nel resoconto dei

quell’incontro:

“…siamo riuniti insieme dopo aver fatto una chiamata

internazionale con e fra i membri ereditari che rappresentano le

diverse lingue dell?Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

attraverso l’Europa, al fine di stabilire un grande priorato negli

Stati Uniti e di perpetuare la continuità legale dell’Ordine…”

“…Voi sapete bene che questa seduta è il frutto di molti annidi

consultazioni, di deliberazioni, di previsioni e di preparazioni… noi

continuiamo con alcune delle modifiche apportate all’Ordine

Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme… modifiche eseguite sotto

il 70° Gran Maestro, Sua Altezza Imperiale Paolo I, Imperatore di

tutte le Russie… sappiamo bene che il nostro Ordine permette

l’ammissione di individui qualificati di tutte le denominazioni

cristiane… prima di concludere le mie osservazioni, tengo a

ringraziare tutti i membri e gli associati che dal 1880 fino al 1890

hanno dedicato tanto tempo, sforzi e viaggi e hanno organizzato i

contatti, le riunioni, gli accordi, ecc.” “.. in Europa e in America.

Questi pionieri del nostro movimento meritano i nostri

ringraziamenti e un posto permanente nella nostra memoria, nel

nostro Ordine e nelle nostre preghiere.”

“Le seguenti persone sono fra i numeri di quelli a cui dobbiamo

dimostrare la nostra gratitudine: James A. Harden–Hickey, Barone

dell’Impero Romano, e il suo amico il conte della Boissiere; il

Barone Rosen, ambasciatore della Russia negli Stati Uniti;

Charlemagne Tower, ministro degli Stati Uniti in Austria e

Ungheria, e ambasciatore verso la Russia e la Germania; il conte

Alessandro Boutourlin; il conte Alfredo di Choiseul-Gouffier; il

principe Michel Khilkov; Ethelbert Watts, console generale degli

Stati Uniti a San Pietroburgo; l’ammiraglio Paul de Ligny; Clifton

Rhodes Breckinridge, ministro degli Stati Uniti in Russia; il principe

Pierre Troubetzkoy; il conte Dimitri Boutourlin; il barone L.

Hengelmuller von Hengervar; Ambasciatore dell’Austria-Ungheria

negli Stati Uniti; il conte Alexandre Narishkin; il Gran Duca

Lexandre; Peter Jansen, banchiere russo e allevatore di pecore nel

Nebraska; il generale serbo Rdomir; Nikolas Pashitch, primo

Ministro della Serbia; il principe Geroges Radziwill e il principe

Pierre Volkonsky.”

La vera ereditarietà dell’Ordine in USA

L’Ordine fu costituito negli Stati Uniti in virtù dell’autorità dei

Cavalieri qualificati e dei cavalieri ereditari, i cui antenati avevano

ricevuto il diritto ereditario conferito dal 70° Gran Maestro

dell’Ordine e da altri. Questo dimostra la linea storica che fece la

continuità del nostro Ordine Sovrano di San Giovanni di

Gerusalemme.

Nel 1913 Sua Altezza Imperiale, il Gran Duca Alessandro di

Russia fu eletto 71° Gran Maestro dell’Ordine (Gran maestro

dell’Ordine dal 1913 al 1933).

Nel suo discorso di accettazione del titolo di 71° Gran Maestro, il

Gran Duca Alessandro fece l’elogio ai Cavalieri responsabili della

continuità e della conservazione dell’Ordine, seguente la costituzione

promulgata dal suo antenato e predecessore, il 70° Gran Maestro,

Sua Altezza Imperiale lo Zar Paolo I, Imperatore di tutte le Russie. Il

Gran Duca Alessandro era anche un Gran Priore dell’ordine e restò

Gran Maestro fino alla sua morte nel 1933.

Sua Eccellenza il Dr. EH von Zeppelin fu eletto tenente Gran

Maestro dal 1956 al 1960; Graf von Zeppelin è un discendente di no

dei membri distinti dell’Ordine, Johann Carl, conte von Zeppelin,

ministro diplomatico di Wurttemberg, alla corte imperiale russa a

San Pietroburgo nel 1800.

Il colonnello Paolo de Granier di Cassagnac seguì al posto del

Tenente Gran Maestro nel 1960. Fu deposto da questo rango nel

1961, questo fu confermato il 24 febbraio 1962 da una corte di

giustizia del Consiglio Supremo dell’ordine, in vista del suo

comportamento che poteva nuocere l’Ordine.

Nel 1962 il conte Felix von Luckner fu eletto Tenente Gran

Maestro fino al 1966.

La Real Casa d’Aragona, che da sempre aveva dato all’Ordine

eminentissimi Gran Maestri, aveva nel frattempo, attraverso la

persona di Don Francesco Mario Paternò Castello confermato la sua

protezione all’ordine dal 1960.

Nel 1964 la lingua di Malta fu creata in accordo con i trattati

d’Amiens, capitolo X paragrafo 3, e fece la sua nascita il Priorato di

Malta.

Solo nel 1966 fu nominato un nuovo Gran Maestro nella persona

del Principe Crolian William Edelen de Burgh.

Da sottolineare, fra l’altro, che, sotto la cancelleria del col. Pichel,

Charles Habib Malik (già Presidente dell’Assemblea Generale

dell’ONU, Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, della

Commissione per i diritti umani e ministro degli Esteri del Libano)

divenne Cavaliere e successivamente Segretario di Stato dell’Ordine.

Grazie al suo impegno, al Sovrano Ordine di San Giovanni di

Gerusalemme Cavalieri di Malta – il 3 febbraio 1961 venne

accordato lo status di Membro osservatore all’Assemblea delle

Nazioni Unite a New York. L’Ordine, a giusto titolo, rinunciò a tale

riconoscimento in quanto stato sovrano, pretendendo di vedersi

riconosciuto lo status di membro Effettivo dell’Assemblea.

La Famiglia Reale Paternò Castello

In attesa di poter nuovamente far sventolare la bandiera

dell’ordine su un territorio sul quale esercitare la propria sovranità, e

contemporaneamente alla elezione avvenuta nel 1976 del 73° Gran

Maestro S.A.R. il Principe Don Roberto II Paternò Castello di

Carcaci Ayerbe-Aragona (1ottobre), la sede dell’Ordine è stata

riportata a Malta.

Don Roberto II Paternò Castello è l’erede di quella Casa Reale

Ayerbe-Aragona a cui fanno riferimento, fra gli altri, i documenti dei

Borboni del 1835 e 1859, a dimostrazione delle ragioni giuridiche

originarie del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme –

Cavalieri di Malta che impediscono mistificazioni e alterazioni della

verità storica.

Nel 1976, al momento della successione del Principe Don

Roberto II Paternò Castelle come Gran Maestro, il colonnello Pichel

accetto il ruolo di Grande Cancelliere Emerito dell’Ordine, a vita,

che gli fu offerto per coronare tutti gli anni di lavoro e la devozione

che aveva impiegato per l’avanzamento dell’Ordine, morì nel

novembre del 1982.

Il nuovo Gran Cancelliere dell’Ordine fu il conte Thorbjiorn

Wiklund di Svezia.

Nel 1976 la sede dell’Ordine tornò ad essere di nuovo a Malta e

questa novità fu accolta con grande gioia da tutti i Cavalieri poiché

era a Malta che l’ordine aveva vissuto gli anni più gloriosi della sua

storia. Malta è il gioiello dell’ordine e tutti i visitatori che vi si

recano sono abbagliati da tutti i palazzi, le locande e la cattedrale

splendente di meravigliose sculture, tappezzerie e quadri dipinti da

famosi pittori che furono membri dell’Ordine, come Michelangelo

Merisi detto il Caravaggio, Leonello Spada, Mattia Preti e altri.

L’attuale capitale di Malta, fu interamente costruita dall’ordine dopo

la vittoria dei Cavalieri durante il grande assedio dell’isola del 1565,

contro i Turchi e fu chiamata “Valletta” in onore del Gran Maestro

Jean Perisot de La Vallette. Inoltre, la capitale è rimasta tale e quale

a come i Cavalieri l’avevano costruita fino ai giorni nostri, cosa che

accresce l’ammirazione per i Cavalieri di Malta da parte dei

visitatori.

Il 9 ottobre 1991 il Conte Don Thorbjorn Willund morì.

Il 1° gennaio 2001 in Beirut S.A.R. il Principe Don Roberto II

Paternò Castello dei Duchi di Carcaci e dei Principi d’Emmanuel

ratifica la nuova Costituzione, iniziando una campagna

internazionale di azioni legali volte a chiarire la situazione

dell’Ordine.

L’Ordine OSJ Malta sotto la guida di S.A.R. il Principe Don

Roberto II riprende il posto che gli spetta, siglando trattati bilaterali

di reciproco rinascimento con gli altri Stati Sovrani che ne hanno

riconfermato l’indipendenza e sovranità.

Tutto ciò senza dimenticare di rafforzare la propria struttura,

estendendo la presenza in ambito mondiale, in Europa, America,

Australia, con particolare riguardo ai territori meridionali nei quali

l’Ordine ha le sue originali radici, e rivisitando i valori e gli obiettivi

originali alla luce dei cambiamenti intervenuti sul piano storico,

culturale e sociale.

Il 20 dicembre 2006 S.A.R. il Principe Don Roberto II, per

ragioni di salute, dichiarò e nominò con Decreto Reale suo

successore dell’ordine OSJ Malta il figlio S.A.R. il Principe Don

Thorbjiorn I Paternò Castello dei Duchi di Carcaci e dei Principi

d’Emmanuel; nella qualità di 74° Principe Gran maestro, Protettore e

Capo di Nome e d’Arme del Sovereign Order of St. John of

Jerusalem – Knights of Malta, avente sede legale in La Valletta,

Malta.

A testimonianza di tale evento era presente S.A.R. il Principe Don

Francesco Nicola Roberto Paternò Castello di Carcaci Sovrano e

Capo di Nome e d’Arme della Real Casa d’Aragona, di Maiorca e di

Sicilia; il quale confermò la volontà solennemente espressa dal

padre, che deve rimanere e rimarrà irrevocabile in ogni suo termine

ed aspetto, con tutti i diritti contemplati negli atti siglati, valevole a

tutti gli effetti di legge sui pubblici proclami, dichiarandolo

assolutamente conforme alle sue volontà e sottoscrivendolo come

testimone.

In quest’ottica anche la costituzione del nuovo Governo, a

sostituzione delle strutture esistenti e ormai purtroppo non più al

passo con i tempi, ha fra i suoi compiti istituzionali, accanto a quelli

propri di ogni Stato Sovrano, quello di richiamare “all’Ordine” i vari

rami esistenti che non abbiano i legittimi presupposti, recuperando

quanti hanno smarrito la retta via e vogliano rivedere la loro

posizione (o convocandoli in giudizio affinché venga impedito, a chi

non ha titolo, di sfruttare per fini diversi la storia, il nome e i simboli

dell’Ordine).

NATURA GIURIDICA OSJ

Dieci secoli di vicende

nel diritto internazionale

Dall’anno 1048 allorché il Venerabile Gerardo partì da Amalfi

con altri confratelli per recarsi in Terra Santa a portare soccorso ai

pellegrini, l’Ordine ha conquistato, anche sotto l’aspetto giuridico,

un ruolo di protagonista nel panorama internazionale. Queste le tappe

fondamentali:

Anno 1104: Baldovino I, re di Gerusalemme, riconobbe l’Ordine

ospedaliero come organizzazione internazionale.

Anno 1113: con la Sua Bolla “Piae Postulatio” il Papa Pasquale II

diede anche la sua approvazione ufficiale all’Ordine, il quale assunse

così la denominazione di Ordine Ospitaliero di San Giovanni di

Gerusalemme.

Anno 1530: l’imperatore Carlo V, con la sua Bolla del 24 marzo,

donò ai Cavalieri le isole melitensi di malta, Gozo e il feudo di

Tripoli, ponendole sotto la sovranità dell’Ordine. La sovranità

dell’Ordine fu in seguito riconosciuta da tutte le corti europee,

compresa quella pontificia.

Anno 1794: l’Ordine addivenne ad una alleanza ed al reciproco

riconoscimento con gli Stati Unti d’America, e successivamente,

siglò con le maggiori potenze europee (comprendenti la Gran

Bretagna che occupava le isole melitensi) un Trattato nel quale si

riconobbe, fra l’altro,lo “status quo ante” sulle isole maltesi:

l’indipendenza e sovranità su di esse da parte dell’Ordine (si veda

l’articolo X, paragrafi 1, 2, 3, 6, 7, e l’articolo XXI), sulla base di

alcune condizioni: perpetua neutralità, indipendenza, sovranità,

riconoscimento della lingua maltese ed elezione del successivo Gran

Maestro al ritorno dei Cavalieri di Malta dopo il ritiro delle forze

inglesi secondo i desideri dello Zar Alessandro I.

Anno 1797: l’Ordine era riconosciuto “in perpetuo” come

sovrano anche dall’impero russo con documento a firma di Sua

Maestà Imperiale lo Zar Paolo I e sua Altezza il Principe Sovrano

Gran maestro dell’Ordine, Emanuele principe Rohan de Polduc,

ratificato il 26 agosto 1797 a Malta e il 29 novembre 1797 a San

Pietroburgo.

Anno 1799: la nomina dello Zar ricevette l’approvazione dei Gran

Priore e del Capo della Chiesa Cattolica, Papa Pio VI (Bolla

“Pastoralium nobis”).

Anno 1859: Francesco II re delle Due Sicilie riconobbe,

attraverso la documentazione dell’Archivio Reale, con riferimento

alla Famiglia Paternò e alla consanguinea Famiglia Paternò Castello

Ayerbe Aragona, il “Cristianissimo ordine di San Giovanni

Gerosolomitano, detto di Malta, sino da prima del 1400”.

Anno 1961: il 3 febbraio 1961 al Sovrano ordine di San Giovanni

Gerusalemme Cavalieri di Malta venne accordato lo status di

Membro Osservatore all’Assemblea delle Nazioni Unite a New

York. L’Ordine, a giusto titolo, rinunciò a tale riconoscimento in

quanto stato Sovrano, pretendendo di vedersi riconosciuto lo status di

Membro Effettivo dell’Assemblea.

Caratteri distintivi dell’Ordine:

principi di sovranità e indipendenza

Gli ordini cavallereschi sono basati sull’esistenza di un potere

sovrano: lo Stato sovrano, il Sovrano in carica o in esilio, il Sommo

Pontefice. Sovranità significa rifiuto di ogni autorità diversa dalla

propria, nel rispetto delle regole della Comunità internazionale.

La sovranità e l’indipendenza dell’Ordine possono oramai

considerarsi un fatto acquisito sul piano del diritto internazionale.

Infatti, a prescindere dai numerosissimi rinascimenti intervenuti

in tal senso nel corso della storia, l’OSJ , nonostante l’attuale

mancanza di un territorio su cui la sovranità possa essere esercitata,

può basare la propria qualificazione di Ente di diritto internazionale

anche alla luce dei seguenti principi:

1) Il Protocollo di Buenos Aires del 1967 (art.13) sancisce che

un riconoscimento implica accettazione da parte dello Stato

che lo accorda, della qualità di Stato allo Stato accordata rio.

2) La qualità di Stato non viene meno a seguito di modificazioni

della sua consistenza territoriale.

3) Il riconoscimento concesso da uno Stato comporta

l’opponibilità nei suoi confronti.

4) L’apertura di una rappresentanza diplomatica comporta

riconoscimento implicito “de jure”.

In tal senso l’Ordine, nel corso dei secoli e anche ai giorni nostri,

ha ricevuto e riceve riconoscimenti e stipula conseguentemente

trattati ed accordi a carattere diplomatico internazionale in

posizione di parità con Stati sovrani facenti parte della comunità

internazionale.

La guida dell’Ordine:

Il Sovrano come fons honorum

Il termine latino fons honorum è un’espressione che si riferisce al

legittimo diritto che ha un capo di Stato, in virtù della sua posizione

ufficiale, di insignire di titoli nobiliari o ordini cavallereschi o di

merito altre persone. Nessuna persona od organizzazione, tranne che

il capo di uno stato, può essere fons honorum.

Un Sovrano, in quanto fons honorum, è titolare del diritto di

esercitare il jus honorum allorché non si sia verificata la debellatio

(ossia la volontaria rinuncia, alle proprie prerogative) e ciò anche in

ipotesi che lo stesso abbia abbandonato volontariamente o per

costrizione il suolo Patrio.

Sebbene privato del proprio territorio, infatti, il Sovrano, secondo

le norme di diritto internazionale, nonché alla luce della costante

conforme interpretazione data dalla giurisprudenza italiana, mantiene

intatto il proprio jus honorum.

Tale circostanza è rilevante nelle vicende dell’OSJ e dei Sovrani

che si sono avvicendati alla sua guida in qualità di Protettori o Gran

Maestri, in quanto entrambi qualificabili come entri sovrani di diritto

internazionale, sebbene gli stessi nel corso della storia abbiano

perduto, nel mutare degli ordinamenti internazionali, il dominio sui

propri territori.

La dinastia del sovrano e la

trasmissione delle prerogative

Il Sovrano, infatti, sebbene spodestato, conserva per sé e per i

propri discendenti un ben preciso diritto, basato sull’ereditarietà, che

in concreto si identifica nella preterizione al trono perduto, ciò che lo

legittima a conferire i titoli nobiliari, onorificenze e distinzioni

cavalleresche appartenenti al patrimonio araldico della dinastia. La

dinastia del Sovrano spodestato ne perpetua, pertanto, prerogative e

spettanze, ed ai successori, con il nome di principi pretendenti, spetta

il trattamento di Altezza Reale.

Le sentenze susseguitesi negli anni in Italia hanno difatti

riconosciuto ai pretendenti al trono la prerogativa di conceder titoli

nobiliari e cavallereschi degli ordini di pertinenza della propria

casata.

Tali prerogative sono altresì state riconosciute a tutti i

discendenti, maschie e femmine, con la possibilità di annotare, nei

registri dello stato civile,il titolo come parte del cognome.

La giurisprudenza italiana ha definitivamente statuito in maniera

pressoché conforme che i discendenti di qualsivoglia dinastia non

debellata siano titolari di quella fons honorum che consente loro di

esercitare il jus honorum spettante al primo Sovrano della Casata di

appartenenza.

La legge n. 178 del 3.3 1951

Gli Ordini non nazionali

L’istituto giuridico degli Ordini non nazionali è previsto

dall’articolo 7 della legge 3 marzo 1951, n.178, “Istituzione

dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e disciplina del

conferimento e dell’uso delle onorificenze” che vieta ai cittadini

italiani di “usare nel territorio delle Repubblica onorificenze o

distinzioni cavalleresche loro conferite in Ordini non nazionali o da

Stati esteri, se non sono autorizzati con decreto del Presidente delle

Repubblica, su proposta del Ministro per gli Affari Esteri”, mentre il

successivo art. 8 sancisce che: “Salvo quanto è disposto dall’art. 7, è

vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni

cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti,

associazioni o privati”, irrogando delle sanzioni per la violazione di

tale divieto.

A tal proposito, la dottrina e la giurisprudenza consolidata hanno

sostanzialmente definito l’Ordine non nazionale come una entità

giuridica non riferibile agli ordinamenti giuridici statuali esistenti,

bensì appartenente al patrimonio araldico e familiare delle dinastie di

ex regnanti (eccettuate quelle debellate) stranieri o aventi personalità

giuridica internazionale, il cui titolare esercita la fons honorum in

quanto posto a capo della casa dinastica ex regnante, quale

discendente diretto del sovrano spodestato.

La non nazionalità dell’Ordine può essere , peraltro, desunta da

elementi quali la nazionalità dei suoi esponenti, la sede e l’eventuale

riconoscimento da parte di Stati esteri, ovvero dello stesso Stato

(estero) di appartenenza dell’Ordine ma, secondo la Suprema Corte

di Cassazione, il tale riconoscimento giuridico non potrebbe

prescindere anche dall’esame del carattere e della organizzazione,

nonché lo scopo e l’attualità dell’Ordine in rapporto alla sua storia e

alla sua tradizione. Se in base ai criteri sopra indicati un Ordine può

essere definito come Ordine “non nazionale”, esso rientrerà

nell’ambito della disciplina di cui all’art. 7, altrimenti esso sarà da

considerarsi come un ente od un’associazione privata e ricadrà nella

previsione dell’art. 8.

Il riconoscimento delle prerogative

degli Ordini non nazionali

L’art. 7 della legge 178 del 1951, prevede un’autorizzazione

rilasciata con decreto del Presidente della Repubblica per l’utilizzo

delle onorificenze di un Ordine non nazionale in Italia.

Il Ministero degli Esteri esercita una funzione propositiva ai fini

del rilascio della predetta autorizzazione. Su tale argomento il

Ministero degli Affari Esteri con una apposita nota (n.022/363 del 29

luglio 1999), ha riconosciuto come autorizzabile l’uso delle

onorificenze conferite da ordini dinastici non nazionali nei quali il

Gran Magistero è ereditario in una famiglia ex sovrana, sebbene a

condizione che tali ordini siano sorti e costituiti quando la famiglia

ex sovrana era regnante e che vi sia stata una ininterrotta titolarità nel

capo della famiglia e che manchi una soppressione da parte del capo

della famiglia medesima. Sotto tale ultimo profilo sono considerate

irrilevanti le soppressioni effettuate da altri soggetti giuridici, ance

statuali, che non avevano il potere di sopprimere l’Ordine, proprio

perché questo era patrimonio della famiglia allora regnante, ma solo

quello di disconoscerlo.

Parimenti il Ministero ha riconosciuto come autorizzabile l’uso di

onorificenze conferite da Ordini sovrani, nei quali la sovranità deriva

o da antichi possedimento con carattere di sovranità o dall’avvenuto

riconoscimento da parte di Sovrani o di Pontefici, qualora vi sia la

prova della già esistente sovranità territoriale o quando tale sovranità

sia stata riconosciuta da Re, imperatori o Sovrani Pontefici, e che

possano dimostrare una continuità conforme al proprio ordinamento.

Anche in tal caso le eventuali soppressioni da parte di ordinamenti

diversi non avrebbero rilevanza.

Il Gran Maestro

Il Gran Maestro del Sovrano Ordine OSJ è il Capo di Nome e

d’Arme della Real Casa Paternò Castello Guttadauro di Valencia

d’Ayerbe d’Aragona di Carcaci e d’Emmanuel.

Nato nel 1976 a Monldal in Svezia, all’età di 31 anni è diventato

Gran Maestro del Sovrano ordine OSJ, la successione è stata voluta

dal padre il Principe Reale Don Roberto II, accettata dal fratello

primogenito il Principe Reale Don Francesco I, già Capo della Real

Casa d’Aragona.

Già una volta tra tutte le linee della Casa Paternò, è stata scelta

una linea cadetta e segnatamente quella Paternò Castello e

Guttadauro, Principi d’Emmanuel. Ricordiamo che la scelta venne

fatta mediante una actio familiare in Palermo il 14 giugno 1853, alla

quale intervennero tutti i Capi dei vari reami Paternò e sono noti i

precedenti per cui una famiglia principesca e reale regola

autonomamente le proprie leggi di successione.

Nel Patto di Famiglia, steso per rogito del notaio Gioacchino

Accardi, è detto che Don Mario fu scelto come rappresentante delle

regali pretensioni della Casa, perché era “il solo in cui il sangue reale

aragonese circolava due volte”: come Paternò e come Guttadauro.

Va precisato che in Aragona non vigeva la Legge Salica, per cui

essa si effettuava anche per linea femminile, e lo stesso vale per la

Sicilia (CT. Galluppi, Stato presente della Nobiltà messinese, Milano

1881, pagg. 1 – 23) come si evince dalle Costituzioni in aliquibus del

Re Federico II, che ammette la successione per linea femminile

(Costitutiones Regni Siciliae, liber 3 tit. 26).

Che nel Regno delle Due Sicilie vigesse la Legge salica è

indiscutibile in linea generale, ma per ciò che riguarda la Sicilia,

l’applicazione della legge salica, era soggetta a tradizionali

limitazioni, anche sotto la dinastia borbonica.

La controprova è data dal parere espresso dalla Real

Commissione dei Titoli di Nobiltà (2.2.1860) e dallo stesso decreto

di Francesco II delle Due Sicilie (16.9.1860), entrambi favorevoli

alla trasmissione per linea femminile del titolo di Principe

d’Emmanuel.

Ugualmente il Principe Reale Don Roberto II ha voluto dividere il

patrimonio nobiliare, araldico, cavalleresco insito con tutti i più ampi

principi e prerogative a entrambi i suoi figli.

Quattro sentenze riguardanti la dinastia Paternuense hanno

conferma la consanguineità con la casa d’Aragona-Maiorca-Sicilia e

la legittimità della Fons honorum.

Costitutzione del Sovrano Ordine di San Giovanni

di Gerusalemme Cavalieri di Malta – O.S.J. (promulgata il 17 giugno 2008)

Art. 1

Il Sovrano ordine di San Giovanni di Gerusalemme è un Ordine

Cavalleresco internazionale, non nazionale ed ecumenico, in

continuità diretta dall’Ordine originale degli Ospitalieri di San

Giovanni Fondato in Terra Santa nel 1048.

Questo Ordine diviene ecumenico e aperto ad ogni disciplina di

vita religiosa da quando S.A.R. lo Zar Paolo I, imperatore di tutte le

Russie, fu eletto e accettò orgogliosamente di esserne il Gran

Maestro nel 1789.

L’Ordine si dedica a cause umanitarie, allo sviluppo di scuole e di

servizi a favore delle persone bisognose, alla costituzione di centri

medici e vuole ampliare i contatti fra i popoli di tutte le Confessioni

Monoteistiche riconosciute nel mondo.

L’Ordine non interferisce in politica.

Art. 2

L’Ordine è di collazione della Real Casa Paternò Castello, è

ereditario e vive e potrà rimanere in vita, esclusivamente sotto la

protezione di S.A.R. Don Thorbjorn Francesco Giuseppe Nicola

Roberto Paternò Castello Guttaduro di Valencia d’Ayerbe d’Aragona

di Carcaci dei Principi d’Emmanuel che continuerà a portare avanti

principi di sovranità, extra territorialità e fon honorum che sono state

onorate e convalidate da numerosi Trattati, Atti, Bolle, Editti e Ukase

(come i Trattati di Amiens del 1802) nel continuo esercizio dei suoi

antichi diritti, privilegi e prerogative.

Art. 3

L’Ordine è e sarà protetto vita natural durante da S.A.R. Don

Thorbjorn I e successivamente dai suoi eredi sia maschili che

femminili, se per qualsiasi causa o ragione l’Ordine o chi per Esso

dovesse allontanarsi dalla Protezione di S.A.R. Don Thorbjorn I,

esso dovrà ritenersi sciolto o nullo.

Art. 4

La Costituzione dell’Ordine potrà essere cambiata in qualsiasi

momento solo ed esclusivamente da S.A.R. Don Thorbjiorn I. Ogni

carica dell’Ordine dovrà essere proclamata e/o confermata dal

Principe Protettore e solo Egli potrà revocarla in qualsiasi momento.

Art. 5

I principali obiettivi dell’Ordine sono la promozione della carità e

la difesa dei Diritti Umani da tutti i dogmi contrari.

Art. 6

L’Ordine è sotto la celeste protezione di San Giovanni, il cui

genetliaco ricorre il ventiquattro (24) giugno ed è celebrato come il

Giorno del santo Patrono dell’Ordine.

Art. 7

L’Ordine può scegliere di avere anche dei Protettori religiosi.

Art. 8

L’Ordine può riconoscere Diritti Ereditari dei membri e

proteggere la proprietà privata nella forma di titoli nobiliari e di

blasoni individuali.

Art. 9

Il Motto dell’Ordine è “Pro Fide, pro utilitate Hominum” .

Art. 10

L’organo esecutivo dell’Ordine per le attività diplomatiche e

legislative è il Governo dell’Ordine, al quale sono conferite piene

funzioni legislative riguardo all’amministrazione dell’Ordine e alle

sue relazioni con gli organi governativi esterni.

Art. 11

Il Governo è costituito dai seguenti membri eletti dal Principe

Protettore:

- Primo Ministro

- Gran Maestro

- Governatore (quando eletto)

- E da un numero di Ministri a seconda della situazione

specifica. Ogni Ministro proposto deve essere prima

approvato dal Principe Protettore, dal Gran Maestro o dal

Governatore se non nominato da uno di loro.

Il Primo Ministro e i Ministri stanno in carico fino a che non

vengano revocati o non danno le dimissioni.

La revoca deve essere votata dalla maggioranza del Governo, dal

Gran Maestro o dal Governatore.

Art. 12

Il Governo ha le funzioni legislative. Leggi, codici e decreti

emanati dal Governo devono essere ratificati entro 30 giorni dal

Principe Protettore; se non vengono ratificati sono automaticamente

nulli.

I contratti fra i membri, saranno conclusi secondo le leggi e i

Codici dell’Ordine, inclusi, ma non limiti a quelli che riguardano

associazioni, società, donazioni, successioni, matrimoni, divorzi e

separazioni.

A questo riguardo i membri possono sempre risolvere le proprie

questioni di comune accordo per iscritto. In caso di un eventuale

disaccordo fra le parti contraenti, e se non espressamente indicato il

contrario, non possono adire alla magistratura ordinaria dello stato

sul cui territorio hanno avuto origine i contratti, risolvendo la

controversia con un arbitrato vincolante.

L’arbitrato sarà condotto da un gruppo di tre arbitri, membri

dell’Ordine, di cui due saranno nominati da ciascuna delle rispettive

parti e il terzo arbitro (con funzioni di Presidente) sarà nominato dal

Principe, dal Gran Maestro, dal suo Luogotenente ad interim o dal

Governatore. La sentenza arbitrale obbligherà le parti contraenti.

Art. 13

L’Organo esecutivo dell’Ordine per le attività umanitarie è il

Consiglio Supremo. Il Consiglio Supremo deve rispettare le Leggi e i

Decreti emanati dal Governo dell’Ordine.

Art. 14

Il Consiglio Supremo sarà costituito dal Principe Protettore, dal

Gran Maestro, dal suo Luogotenente (se eletto), dal Governatore (se

eletto), dal Gran Cancelliere e da un minimo di dieci (10) membri

scelti.

Tutti devono restare in carica solo fino all’età di settantacinque

(75) anni; però un Decreto speciale del Principe e Gran Maestro può

prorogare le cariche a vita.

I membri scelti devono essere Gran Croce o Cavalieri di Giustizia

più anziani e, se possibile, provenienti da diverse aree geografiche.

Tutti i membri del Consiglio Supremo, mentre sono in carica,

manterranno il titolo di Senatore del Sovrano Ordine di San

Giovanni.

Art. 15

Il principe è di diritto Presidente del Consiglio Supremo. In sua

assenza, presiederanno al Consiglio Supremo il Gran Maestro, il suo

Luogotenente o il Governatore.

Art. 16

Tutti i membri del Consiglio Supremo eserciteranno il proprio

voto deliberativo, salvo il Principe Protettore ed il Gran Maestro che

potranno esercitare due voti deliberativi quando è presente, o i due

voti deliberativi saranno ancora esercitati per suo conto se tramite

delega consegnata al Presidente del Consiglio Supremo.

Art. 17

Le assemblee del Consiglio Supremo devono essere convocate e

tenute in conformità con gli ordini Permanenti dei Consigli Supremi.

Il quorum sarà del cinquanta per cento (50%) più uno.

Art. 18

Il Consiglio Supremo, fra le sue assemblee, delegherà parte dei

suoi poteri e funzioni esecutive al Gran Cancelliere, in consultazione

con il Principe Protettore, il Gran Maestro e il Governatore.

Art. 19

Le deliberazioni del Consiglio Supremo sono consultive e la

decisione finale spetta al Principe protettore in consultazione con il

Gran Maestro, il suo Luogotenente, il Governatore e il Gran

Cancelliere.

Art. 20

I Convegni del Gran Priore di solito avranno luogo ogni anno e

normalmente prima di ogni riunione del Consiglio Supremo. Tutte le

deliberazioni sono trattate come consultive, le opinioni generali

saranno prese seriamente, ma eventuali raccomandazioni non sono

vincolanti se non approvate dal Principe, dal Gran Maestro o dal

Governatore, possibilmente in consultazione con il Gran Cancelliere.

Gli Ufficiali Superiori dell’Ordine

Art. 21

Il Principe Protettore è il capo costituzionale ereditario

dell’ordine. È investito di tutti gli antichi diritti, privilegi e

prerogative tradizionalmente dovuti o inerenti alla sovranità della sua

carica, e li può esercitare in Consiglio.

Quando la discendenza ereditaria arriva ad una fine o la

successione è impossibile, viene eletto dal Consiglio supremo.

Quando eletto, può mantenere e esercitare la carica ad vitam a meno

che non decida di ritirarsi prima o sia permanentemente impedito da

incapacità ad adempiere ai suoi doveri, come certificato dal

Governatore.

Art. 22

Un Luogotenente e/o un Governatore possono essere eletti dal

Principe Protettore e dal Gran Maestro per assisterlo.

Nell’interregno che si presenta fra la morte o le dimissioni del

Gran Maestro è lasciata vacanze, il Luogotenente o il Governatore

agiranno per suo conto.

Un Luogotenente ad interim nominato rimarrà fino a che non sarà

eletto un successore del Principe e Gran Maestro. Dopo di che viene

a cessare la carica del Luogotenente ad interim.

Art. 23

Il Gran Cancelliere è il Direttore Generale dell’Ordine. È

responsabile di implementare le decisioni di politica del Governo e

del Consiglio Supremo, e anche di certificare e registrare le attività

dell’Ordine. Il Gran Cancelliere resterà in carica per un periodo di

tempo indeterminato a discrezione del Principe Protettore e del Gran

Maestro o del Governatore dell’Ordine.

Art. 24

Ad alcuni membri anziani del Consiglio Supremo dell’Ordine può

essere concesso il privilegio di rimanere nel Consiglio Supremo. La

loro posizione sarà di Membro Onorario a Vita. Questi Membri

Onorari a Vita Possono essere rimossi per violazione delle regole o

se sono pregiudizievoli alla funzione del Consiglio supremo. Questi

Membri Onorari a Vita non avranno diritto di voto nel Consiglio

Supremo, ma parteciperanno alle deliberazioni con funzione

consultiva. I Membri Onorari a Vita manterranno a vita il titolo di

Senatore del Sovrano Ordine di San Giovanni.

Art. 25

Il Principe Protettore e il Gran Maestro hanno la facoltà di

nominare un Governatore dell’Ordine. Quando eletto, i suoi poteri

sono indicati nel decreto della sua nomina.

Art. 26

Il principe Protettore, il Gran Maestro o il Governatore hanno

facoltà di nominare un Segretario Generale di Stato. Quando eletto, i

suoi poteri di ispezione, controllo e supervisione sono indicati in uno

specifico decreto ed eventualmente nelle successive modifiche.

Art.27

La lingua ufficiale dell’Ordine è l’inglese. Comunque, tutte le

leggi e i decreti degli organi giurisdizionali possono essere compilati

e enunciati nella lingua più adatta. In caso di conflitto, il Principe e

Gran Maestro o il Governatore emanerà la versione finale e

definitiva di detto documento.

I Gradi dell’Ordine

Art. 28

I gradi cavallereschi per i gentiluomini, in ordine ascendente di

anzianità, sono:

1. Cavaliere (di Grazia o Giustizia)

2. Cavaliere Commendatore (di Grazia o Giustizia)

3. Cavaliere Gran Ufficiale (di Grazia o Giustizia)

4. Cavaliere Comm. di Gran Croce (di Grazia o Giustizia)

5. Balì di Gran Croce (di Grazia o Giustizia)

Art. 29

I gradi cavallereschi per le gentildonne, in ordine ascendente di

anzianità, sono:

1. Dama (di Grazia o Giustizia)

2. Dama Commendatore (di Grazia o Giustizia)

3. Dama Gran Ufficiale (di Grazia o Giustizia)

4. Dama Comm. di Gran Croce (di Grazia o Giustizia)

Art. 30

I gradi cavallereschi dell’Ordine sono concessi nella categoria di

giustizia a quei postulanti che possono dare prova di nobiltà; o nella

categoria di grazia a coloro che non possono fornire tale prova ma

che, con il servizio, hanno dimostrato il proprio merito e dedizione ai

suoi ideali.

L’Ordine può anche rilasciare a persone meritevoli di qualsiasi

fede uno speciale Certificato di merito, che è riservato ai non

membri.

Art. 31

I gradi di pre-accollata per i gentiluomini sono:

1. Paggio

2. Donato

3. Scudiero

Art. 32

I gradi di pre-accollata per le gentildonne sono:

1. Dama di Onore

2. Damigella

3. Sorella Servente

Art. 33

I gradi ecclesiastici dell’Ordine, in ordine ascendente di anzianità

sono:

1. Ufficiale religioso

2. Superiore religioso

3. Superiore religioso capo

Art. 34

L’Onorificenza Balì di Gran Croce è solitamente riservata ai Gran

Maestri, Luogotenente Gran Maestro, Governatore, Gran Cancelliere

e ad altri Grandi Ufficiali dell’Ordine.

Talvolta può essere conferita ad altri il cui servizio e devozione

agli interessi dell’Ordine meritano un riconoscimento eccezionale,

come per esempio i dieci anni come membro del Consiglio Supremo.

Solo un numero limitato viene elevato al titolo di Balì a

discrezione del Principe e Gran Maestro, del Luogotenente Gran

Maestro o del Governatore e possono essere proposti dal Gran

Cancelliere.

L’ammissione all’Ordine

Art. 35

La condizione di membro dell’Ordine è ristretta ai seguaci

professi di qualsiasi nazionalità, il cui merito, reputazione e prova di

sincere intenzioni sono accettabili sia al Priorato che al Gran Priorato

che hanno giurisdizione; e che sono preparati a onorare e a sostenere

gli alti ideali dell’Ordine e a contribuire alla sua salvaguardia,

crescita e splendore.

Art. 36

L’età minima per l’ammissione ai gradi cavallereschi è di 21 anni.

Gli Scudieri e le Damigelle devono aver raggiunto l’età di 18 anni; i

Paggi e le Damigelle di Onore devono aver raggiunto l’età di 15

anni.

Art. 37

Le domande di ammissione all’Ordine devono essere dirette in

prima istanza al Priore che ha giurisdizione e devono esser

accompagnate dalla documentazione che può essere prescritta di

volta in volta. Il Consiglio del Priorato esaminerà i documenti e

provvederà al colloquio con il candidato. Se soddisfatto, la

documentazione sarà trasmessa alla Segreteria Generale tramite il

relativo (eventuale) Gran Priorato.

Art. 38

L’ammissione all’Ordine sarà con investitura dopo un periodo di

prova di postulanza. Tutte le investiture devono essere autorizzate

dal Principe e Gran Maestro o dal Governatore o dal Gran

Cancelliere prima di essere fatte.

Art. 39

L’uniforme ufficiale dell’Ordine per i Cavalieri sarà una veste

nera con croce maltese bianca al centro del petto, e un mantello nero

con un croce maltese bianca sulla spalla sinistra/zona del petto, la

croce deve essere di circa 10’’ in larghezza, le vesti e le cappe

devono essere indossati solo nelle funzioni ufficiali.

L’abito per le Dame sarà un abito lungo nero con davanti dei

passanti bianchi (campione disponibile); in futuro potrebbe essere

modificato o cambiato.

Art. 40

I prescritti diritti di cancelleria (diritti di passaggio) devono essere

pagati prima dell’investitura e sono dovuti solo al Tesoriere di Stato.

Art. 41

Tutti i membri dell’Ordine sono obbligati a fare un’oblazione

annuale alla sede centrale dell’Ordine e a contribuire alle opere di

carità del proprio Priorato.

L’investitura dei membri

Art. 42

L’ammissione formale all’ordine, il conferimento dell’accollata, o

la nomina a un grado, onore o carica più alti, saranno celebrati in

conformità con i riti e le cerimonie tradizioni nei tempi e luoghi che

possono essere considerati desiderabili e convenienti. In queste

occasioni, e in tali altre congregazioni come può essere decretato di

quando in quando, saranno indossati il mantello e l’emblema

dell’Ordine.

I membri clericali dell’Ordine

Art. 43

Secondo la tradizione, i postulanti in Ordini religiosi e coloro che

sono Ministri di Religione, non ricevono l’accollata, né portano un

grado cavalleresco. Hanno il titolo di Ufficiali Religiosi dell’Ordine,

a meno che non vogliano essere solo Cavalieri.

Le promozioni

Art. 44

La promozione all’interno dei ranghi della pre-accollata e dalla

pre-accollata ai ranghi cavallereschi è subordinata al fatto che il

membro abbia raggiunto l’età richiesta ed abbia servito l’ordine in

maniera esemplare.

Art. 45

Le promozioni al grado cavalleresco più alto sono concesse al

completamento del numero richiesto degli anni di servizio esemplare

nell’Ordine o in riconoscimento di un sostanziale contributo al suo

lavoro.

I Gran Priorati – I priorati – Le Commende

Art. 46

L’ordine è organizzato in Gran Priorati, Priorati, Commende che

sono autonomi in tutte le questioni salvo quello definito da questo

Statuto e riservato al Governo, al Consiglio Supremo o attribuite al

Governatore.

Art. 47

Un Ufficiale Superiore delegato è nominato dal Principe e Gran

maestro o dal Governatore per fare da tramite fra i Gran Priori e il

Gran Maestro, il Luogotenente Gran maestro, Gran Cancelliere o il

Governatore. Deve soprintendere l’andamento regolare dei Priorati

assegnatigli. La designazione della sua carica sarà definita a seconda

dei casi.

Art. 48

Spetterà al Consiglio Supremo in consultazione con il Convegno

dei Priori stabilire le opere di carità che devono essere intraprese

dalla Cancelleria. L’input dell’Assemblea dei Priori sarà sempre

tenuto in considerazione per formare un’agenda realistica.

Art. 49

Il Principe e Gran Maestro, il Luogotenente Gran Maestro e il

Governatore possono autorizzare la creazione di Priorati e

Commende a seconda delle necessità e delle richieste dell’Ordine.

Normalmente un Priorato comprenderà non meno di dieci (10)

confratelli sotto la giurisdizione di un Priore; e una Commenda,

normalmente, comprenderà non meno di cinque (5) confratelli sotto

la giurisdizione di un Commendatore.

Art. 50

Salvo per la prima nomina formalizzata con decreto del Principe e

Gran Maestro o del Governatore quando viene autorizzato un nuovo

Priorato, i Priori sono eletti dai membri del Priorato e restano in

carica per un periodo di tre (3) anni. Sono eleggibili per rielezione,

ma devono ritirarsi al raggiungimento dell’età di settantacinque (75)

anni. L’elezione di un Priore deve essere convalidata dal Principe e

Gran Maestro o dal Governatore.

Art. 51

Associato al Priore nell’amministrazione del Priorato sarà il

Consiglio del Priorato, costituito dagli Ufficiali del Priorato e da tali

altri membri come può essere stabilito. La riunione del Consiglio del

Priorato sarà convocata e condotta in conformità con gli Ordini

Permanenti del Consiglio del Priorato.

Art. 52

Il Priore è di diritto Presidente del Consiglio del Priorato.

Art. 53

Un Priore può essere elevato al grado di Gran Priore, e con

Decreto del Principe e Gran Maestro o del Governatore, può essere

nominato responsabile dei Priorati.

Art. 54

Gli Ufficiali del Priorato saranno:

1. Il vice-Priore, che deve presiedere e agire in assenza del

Priore.

2. Il Primo-Segretario, che sarà responsabile delle questioni

finanziarie.

3. L’Elemosiniere, che sarà responsabile delle questioni

finanziarie.

4. Il Cerimoniere, che sarà responsabile di tutte le cerimonie e di

tutte le questioni relative alle insegne e uniformi dell’Ordine.

5. L’Ospitaliere, che sarà responsabile del servizio ospedaliero.

6. Il Superiore Religioso Capo (di solito un Superiore Religioso

da ognuna delle principali confessioni) sarà responsabile delle

cerimonie religiose.

Art. 55

Gli Ufficiali del Priorato e i membri ordinari del Consiglio del

Priorato saranno eletti per un periodo di tre (3) anni. Sono eleggibili

per rielezione, ma devono ritirarsi al raggiungimento dei

settantacinque (75) anni d’età.

Art. 56

Il Priore assieme agli Ufficiali del Priorato devono conservare

corrette registrazioni di tutti i loro atti e transazioni e saranno

responsabili di preparare i conti annuali relativamente a tutti i soldi

ricevuti e sborsati dal Priorato. Queste registrazioni e documenti

sono a disposizione del Segretario Generale dell’Ordine.

Art. 57

Spetterà al Consiglio del Priorato, in consultazione con i membri

del Priorato, stabilire le opere di carità che devono essere intraprese

dal Priorato.

Art. 58

Le Commende possono essere costituite per rispondere alle

necessità dei membri entro una zona definita di un Priorato esistente,

in tal caso la nomina del Commendatore spetta al Priore che ha

giurisdizione, soggetta alla conferma del Principe e Gran Maestro,

del Luogotenente Gran Maestro o del Governatore.

I membri in Gremio religionis

Art. 59

I postulanti, che per motivi di residenza, politici o di altro tipo,

non sono assegnati a un Priorato o ad una Commenda, sono accolti in

gremio religionis e dipendono direttamente dalla Gran Cancelleria.

La disciplina dei membri

Art. 60

I membri, le cui azioni, contegno o comportamento sono avvilenti

per la dignità dell’Ordine o incompatibili con il loro status

cavalleresco o religioso, possono essere chiamati a comparire davanti

ad una Corte di Onore convocata dal Principe e Gran maestro, dal

Luogotenente Gran Maestro, dal Governatore o dal Gran Cancelliere.

Con decreto, per gravi casi particolari, un membro può essere

rimosso dalla sua carica ed espulso.

Art. 61

Questa Costituzione è promulgata da Sua Altezza Reale il

Principe Protettore, Capo di Nome e d’Arme ereditario Don

Thorbjorn Francesco Giuseppe Nicola Roberto Paternò Castello

Guttadauro di Valencia d’Ayerbe d’Aragona di Carcaci dei Principi

d’Emmanuel e annulla e sostituisce la precedente.

Sua Altezza Reale il Principe Protettore, Capo di Nome e d’Arme

ereditario Don Thorbjorn Francesco Giuseppe Nicola Roberto

Paternò Castello Guttadauro di Valencia D’Ayerbe d’Aragona di

Carcaci dei Principi d’Emmanuel.

Depositata in data 17 giugno 2008 davanti al Notaio Borelli in

Lugano (Svizzera)

SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA

Santa Chiesa (1803)

S.M.O.M.

Riportiamo una breve storia dell’Ordine del Vaticano per rendere

ancora più chiaro che il nostro Ordine non ha niente a che vedere con

lo S.M.O.M. e per far capire che lo stesso non può vantare alcuna

ereditarietà dall’ordine di San Giovanni originario.

Nel corso del 1801, lo Zar Alessandro I, tramite il Re di Napoli

Ferdinando IV (1759 – 1825), chiese al Papa di nominare un nuovo

Gran Maestro, sperando così di allontanare l’Ordine dalla Russia e

ristabilire la calma tra la sua nobiltà.

Pio VII (1800 – 1823) sotto numerose pressioni di potenze

europee, in modo furbesco accolse la proposta dello Zar e, ignorando

di proposito lo Statuto originale dell’ordine, sovrano e indipendente,

nominò nel settembre 1802 quale Gran Maestro il Gran Balì

Bartolomeo Ruspoli, ma questi il 2 dicembre ricusò la nomina perché

non statutaria.

In sua vece fu nominato con Bolla Pontificia del 9 febbraio 1803

Giovanni Battista Tommasi di Cortona (Arezzo), il quale il 27

giugno 1802 si autoproclamò Gran maestro del nuovo Ordine “di

Malta di istituzione pontificia” nella Chiesa del Priorato di Messina,

ove pose la nuova sede del nuovo Ordine.

Da notare che aderirono solo i cavalieri italiani rimasti in Italia e

che nel nuovo Ordine si accettavano solo i cavalieri di fede cattolica.

Dopo qualche anno, su invito del Governo Borbonico, il Tommasi

spostò la sede a Catania, nel Convento di Nuovaluce, resosi libero

dai Frati Agostiniani Scalzi e la sede Gran magistrale di Piazza S.

Filippo, oggi Piazza Mazzini, nel palazzo ad angolo di Via della

Lettera, lato di ponente, messo a disposizione dal Duca di Carcaci.

Qui gli ambasciatori dello Zar Alessandro I, il 23 giugno 1804,

vennero a deporre le insegne e i documenti appartenuti al defunto

padre Gran Maestro Paolo I, ma lo stesso rimase Protettore

dell’Ordine in Russia.

Il Gran Maestro Tommasi sollecitò inutilmente la restituzione

dell’isola di Malta all’Ordine, ma gli Inglesi respinsero sempre tale

richiesta, talché si spense con tanto dolore il 13 giugno 1805 all’età

di 74 anni e fu sepolto nella Cattedrale di Catania.

Morto Giovanni Tommasi, il nuovo Ordine “di Malta” di

ispirazione vaticana venne retto dal 1805 al 1871 da Luogotenenti.

Nella qualità di Luogotenente del Gran Magistero venne eletto dal

Papa con breve del 5 ottobre 1805 il Balì Caracciolo di S. Erasmo, il

quale si proclamò abusivamente Gran maestro tanto che il Consiglio

dell’Ordine non ritenne di ratificare l’elezione. In sua sostituzione

venne eletto il Balì Guevara Sardo (1804 – 1814), il quale morì il 24

aprile 1814 e fu sepolto nella Chiesa di Nuovaluce a Catania.

Suoi successori nella qualità di luogotenenti nella sede di Catania

furono il Balì Andrea di Giovanni Centelles, che morì a Catania il 10

giugno 1821 e successivamente il Balì d’Armenia Antonio Busca,

eletto dal Consiglio riunito nel giugno del 1821. Egli rimase a

Catania fino al 1826, anno in cui il governo borbonico lo costrinse a

lasciare la città etnea.

Nel 1827 la sede dell’Ordine venne stabilita da Papa leone XII

(1823 – 1829) a Ferrara, negli Stati Pontifici, finché nel 1831

Gregorio XVI (1831 – 1846) ne autorizzò la sistemazione definitiva

a Roma, in Via Condotti, dove si trova attualmente.

Carlo Candida successe ad Antonio Busca Milanese morto nel

1834 e fu nominato dal Papa Gregorio XVI.

Nel 1816 era stato ricostituito il Gran Priorato di Roma e nel 1839

vennero ricostituiti i Gran Priorati di Lombardia e Venezia e quello

delle Due Sicilie.

Nel 1879, dopo sette Luogotenenti, il Papa Leone XIII (1878 –

1903) con sua Bolla del 29 marzo restaura il Gran Magistero ed

elegge quale Gran Maestro frà Giovanni Battista Ceschi di Santa

Croce.

La nuova istituzione vaticana che si riallaccia storicamente

all’Ordine Gerosolomitano di Malta, posta sotto la giurisdizione

della Santa Chiesa, ha avuto la sua definitiva costituzione il 12

giugno 1888, con la denominazione di “Sovrano Militare Ordine di

Malta” confermata dalla sentenza del Tribunale Cardinalizio del 24

gennaio 1953, pubblicata negli “Acta Apostolicae Sedis” n.15 del 30

novembre 1953.

L’insegna dello S.M.O.M. è costituita da una croce detta di Malta

ad otto punte, smaltata di bianco, accantonata da quattro gigli di ore e

sormontata da corona anch’essa d’oro.

La Carta Costituzionale del Sovrano Militare Ordine di Malta

approvata con breve del 21 novembre 1956 dal Papa Pio XII e

promulgata con Decreto Magistrale dell’8 dicembre 1956 dal

Luogotenente del Gran Maestro frà Ernesto Paternò Castello di

Carcaci, statuiva la posizione giuridica dell’Ordine e i regolamenti.

Tali regolamenti prevedevano la suddivisione dei membri in tre

Classi. La prima Classe comprendeva i Cavalieri di Giustizia e i

Cappellani Conventuali professi che pronunziano i tre voti di

povertà, castità e obbedienza in forma solenne e perpetua o in forma

semplice e temporanea.

I Cavalieri di Giustizia debbono possedere i requisiti nobiliari,

cioè debbono fornire la prova della nobiltà dei quattro avi delle loro

famiglie.

La seconda Classe comprendeva i Cavalieri che pronunziano la

promessa d’obbedienza ai Superiori nella piena osservanza della fede

di Dio e dei precetti della Chiesa cattolica e debbono possedere i

requisiti nobiliari, come i Cavalieri di Giustizia, dei quattro quarti di

nobiltà.

La terza Classe comprendeva coloro che non pronunziano voti

religiosi né la promessa.

Essi si distinguono in:

a) Cavalieri e Dame d’Onore e Devozione che debbono provare

la nobiltà;

b) Cappellani conventuali “ad honorem”;

c) Cavalieri e Dame di Grazia e devozione;

d) Cappellani Magistrali;

e) Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale;

f) Cavalieri e Dame di Grazia per merito;

g) Donati di Devozione, i quali vengono nominati per

benemerenze acquisite.

Con la nuova “Carta Costituzionale” approvata con Breve del 24

giugno 1961 dal Pontefice Giovanni XXIII, veniva confermata la

suddivisione dei membri dell’Ordine prevista nella precedente carta

del 1956, con la sola differenza che veniva abolita nella terza Classe

la categoria dei Cavalieri e Dame di Grazia per merito.

I Cavalieri dell’Ordine, di tutti i ceti, sono distinti in quattro

gradi:

- Cavaliere;

- Commendatore;

- Cavaliere di Gran Croce;

- Balì.

I Cavalieri di qualunque classe, ad eccezione dei Donati, possono

essere insigniti della Gran Croce, i soli Cavalieri professi insigniti

della Gran Croce possono ottenere il grado di Balì ed il titolo di

Eccellenza. I soli Cavalieri di Onore e Devozione possono ottenere il

titolo di Balì di Gran Croce.

IL CORPO DEI PAGGI

Nel centro di S. Pietroburgo, vicino alla biblioteca pubblica, si

trova Palazzo Voronstov, un magnifico palazzo creato a metà del

XVIII secolo dall’architetto italiano Rastrelli che, insieme al

connazionale Guarenghi hanno creato i più bei monumenti di San

Pietroburgo. Era la sede del “CORPO DEI PAGGI IMPERIALI”

(Pajesky Corpus).

Questa istituzione è stata unica nel suo genere sia come scuola

più esclusiva al mondo che scuola militare, per la formazione dei

sottoufficiali e ufficiali della Brigata imperiale ed in seguito

dell’esercito russo.

La scuola del Corpo dei Paggi è un simbolo che incarna il lontano

sogno russo, il grande desiderio mancato a questo grande stato, quel

fiore spirituale del cristianesimo e della civiltà occidentale: la

Cavalleria religiosa!

La Russia ha conosciuto un alto livello militare, i suoi guerrieri

sono stati ispirati da un ardore simile a quello dei migliori crociati

dell’Occidente, ma non hanno mai avuto il concetto romantico del

Cavaliere e della Cavalleria, tanto cantati dai menestrelli e trovadori

dell’Occidente. In uno dei suoi più grandi romanzi, I demoni,

Dostoevskij deplora questa lacuna spirituale nell’anima del suo

popolo, in particolare l’assenza nel folklore russo del culto

cavalleresco della Dama.

Era d’uso, alla corte dei Romanoff, selezionare giovani scelti fra

la nobiltà per formarli quali futuri fedeli cortigiani; questi giovani

erano conosciuti come “Noviki” (Novizi).

Nel 1697 lo zar Pietro I, dopo aver visitato la Francia e la

Germania, convinto sempre più di una “occidentalizzazione” della

cultura russa, tranne naturalmente la Chiesa Ortodossa, rivolse la sua

attenzione alla società del “Noviki”: furono elaborati progetti e corsi

di studi per la nuova formazione dove i giovani aderirono con favore

anche se, sotto l’apparenza delle belle maniere e dei bei vestiti di

corte, molti rimasero incivili e grossolani. Alla morte dello Zar la

Scuola dei Paggi tornò ad esistere semplicemente come una parte

esteriore della corte.

Le cose cambiarono di nuovo con l’ascesa al trono di Elisabetta,

figlia di Pietro il Grande: la nuova zarina, desiderosa di emulare i

fasti della corte Versailles, tra i tanti cambiamenti si interesso anche

al Corpo dei Paggi; la scuola divenne un oggetto speciale per la

Zarina che volle curarla personalmente, e assegnò loro un

bell’edificio come sede, nominando lo storico e membro

dell’Accademia delle Scienze, Miller, consigliere generale e

responsabile della loro educazione, la scuola diventerà la “Scuola di

Corte dei Paggi” (20 ottobre 1759).

Con l’avvento di Catherina II, la scuola continua nel suo impegno

educativo e formativo, l’accademico Miller e il grande pedagogo

Betzky sono incaricati di ridisegnare il programma educativo dei

giovani scolari. Nel 1785 viene formalmente istituita con il nome di

“Corpo dei Paggi”, ma ancora non si provvede all’addestramento

militare.

Il periodo più importante del “Corpo dei paggi” si ha con l’ascesa

al trono dell’imperatore Paolo I, in particolare nel momento in cui

assume la dignità di Gran Maestro del Sovrano Ordine di San

Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta. Tutta la politica del

nuovo zar è dettata dalla sua paura e odio verso la Rivoluzione

francese, alla quale egli cerca di opporre una cristianità unita. Dà

inizio a iniziative concrete per promuovere l’Unione tra l’Oriente e le

Chiese occidentali, che, si spera, possa accogliere anche le fedi

Protestanti.

La Croce Maltese diventa il simbolo della nuova crociata, i

Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme – i portatori della sua

ideologia. L’Ordine diventa quindi ecumenico – aperto a tutti

cristiani, per aumentare il numero dei Cavalieri di Malta occidentali

che nel frattempo, dopo l’abbandono dell’isola di Malta, si sono

rifugiati in Russia.

Lo Zar crea 118 nuovi Commendatori, e permette la creazione di

Commendatori Ereditari tra i più nobili del suo impero e il 15

dicembre 1797, stabilisce le regole per l’educazione e ISTRUZIONE

MILITARE dei discendenti di questi Cavalieri.

La Scuola impone di iniziare all’età di 15 anni con il grado di

Allievo Ufficiale e all’età di 22 anni si dovrà raggiungere il grado di

Commendatore; è d’obbligo indossare la Croce Bianca Maltese.

Parallelamente a queste misure, l’imperatore decreta la

conversione del Corpo dei Paggi IN SCUOLA MILITARE, nomina

un nuovo direttore e presta molta attenzione al programma educativo.

La scuola era frequentata dalla nobiltà ereditaria russa, gli allievi

dovevano essere figli o almeno nipoti di generali o alti ufficiali

dell’esercito.

Purtroppo Paolo I non poté vedere i frutti del suo lavoro,

nell’ottobre del 1801 morì assassinato da una congiura di palazzo.

Alessandro, figlio maggiore dell’imperatore ed erede al trono, era

certamente coinvolto in questo complotto, anche se aveva avuto

rassicurazioni da parte dei congiurati che suo padre sarebbe stato

fatto abdicare senza subire violenza. Il rimorso della congiura rimase

sempre inalterato nella memoria di Alessandro.

Il giovane Zar, che segretamente ammirava Napoleone, contro il

quale aveva pensato di continuare la guerra di suo padre, limitò i

poteri del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, anche

se il conte Carlo Litta, Cavaliere di origine italiana, in qualità di

Ammiraglio della flotta Russa riportò importanti vittorie navali.

Tuttavia il 10 ottobre 1802, lo zar Alessandro promosse

l’organizzazione formale del Corpo dei paggi come scuola militare di

corte, assegnandola al Sovrano Ordine di San Giovanni di

Gerusalemme. La scuola venne quindi trasferita nella sede

dell’Ordine.

Rimasero intatte l’annessa chiesa cattolica e le cappelle ortodosse

del palazzo, splendidamente decorate con le croci di malta; il ritratto

a grandezza naturale dello Zar Paolo I nelle vesti di Gran Maestro

dell’Ordine appeso in una delle sale principali del palazzo, la

leggenda racconta che a mezzanotte, questo ritratto prendeva vita e

l’Imperatore girava per le stanze.

Inconfondibile segno di stretta connessione del Corpo dei paggi e

l’Ordine di San Giovanni è la lapide di marmo nella sala principale

con incise le nove regole capitali del Cavalierato di San Giovanni:

1. Crederai sempre all’insegnamento della Santa Chiesa e

rispetterai tutti i suoi comandamenti;

2. Sarai sempre difensore della Chiesa;

3. Sarai sempre difensore dei deboli e degli oppressi;

4. Amerai il tuo paese di nascita;

5. Non indietreggerai mai davanti al nemico;

6. Condurrai una guerra incessante e senza compromessi contro

gli infedeli;

7. Dirai sempre la verità e rimarrai fedele alla tua parola;

8. Sarai sempre generoso e caritatevole;

9. Sarai sempre campione del Bene e della Giustizia contro il

male e l’iniquità.

Al fine di ricordare l’origine monastica della loro scuola, i paggi

indossavano prima dei pasti un cordone rosso verde al posto della

cintura militare, venivano recitate preghiere e cantati inni religiosi.

Il corso di formazione dei Paggi era costituito da due sezioni; il

“generale” per i cadetti e lo “speciale” per gli ufficiali.

Il primo raggruppava ragazzi a partire dai 10 – 11 anni, dopo un

corso di 7 anni potevano unirsi agli allievi della classe “speciale”.

I diplomati della Scuola avevano il privilegio di entrare in

qualsiasi reggimento di loro scelta. Indossavano, sul lato sinistro

della loro divisa, la Croce Bianca maltese. Questa croce, smaltata

bianca, era un omaggio alla volontà dell’imperatore Paolo di

perpetuare il Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme in

Russia.

È comunque sbagliato pensare che l’Ordine di San Giovanni fosse

solo un caro ricordo: infatti, nessuno degli imperatori succeduti a

Paolo I hanno in alcun modo rinunciato a sostenere l’Ordine:

Alessandro II portava apertamente la Gran Croce dell’Ordine; il 6

dicembre 1916 lo zar Nicola conferì il Cavalierato di San Giovanni

di Gerusalemme a due nobili francesi.

È altrettanto significativo che, nel giorno del Giubileo del 1902

l’imperatore Nicola II conferì al Granduca Michael Alexandrovitch

(allora erede al trono) il titolo onorario di membro del Corpo dei

Paggi. L’appartenenza al Corpo era molto di più di una scuola

militare, era un grande onore indossare la croce di malta, perché si

diventava Cavalieri dell’antico Ordine.

In conclusione, per essere ammessi alla Scuola non bastava la

nobile discendenza, bisognava sostenere duri esami di ammissione

con test di matematica e la conoscenza di almeno due lingue

straniere. Aspetto e condotta erano ugualmente determinanti. Questa

rigidità di selezione era tenuta allo stesso modo sia in guerra che in

pace. Normalmente solo 40 candidati venivano ammessi ogni anno,

durante la prima guerra mondiale il numero aumentò a 160, mentre

l’esercito chiamava fino a 17 milioni di giovani!

Nel corso della sua esistenza, il Corpo dei Paggi ha prodotto una

lunga fila di generali e statisti, nella austera Sala di San Giorgio

adiacente alla cappella ortodossa, si potevano leggere i nomi di oltre

80 Paggi caduti in battaglia e 103 decorati con la più alta

onorificenza russa al valore militare: la Croce di San Giorgio.

Sono cifre impressionanti, considerando che durante tutto il corso

della sua storia come una scuola militare dal 102 , solo 4000 cadetti

erano stati promossi al rango di Commendatori.

LA BIANCA CROCE OTTAGONA

La bianca Croce a otto punte è stata sin dall’inizio il simbolo

dell’Ordine, mutuata dalla croce ottagona della bandiera di Amalfi,

allora potente repubblica marinara. Si narra che i mercanti amalfitani

all’inizio abbiano aiutato il Beato Gerardo nelle sua idea di aprire

l’Ospedale di Gerusalemme, da qui la derivazione della Croce.

Il colore della Croce è il bianco per rappresentare la purezza. È

portata sul lato sinistro, il lato del cuore, per indicare l’amore. Le

quattro braccia della Croce simboleggiano le virtù Cardinali:

Prudenza, Giustizia, Fortezza,Temperanza. Le quattro virtù hanno la

funzione di “cardine” della fede, per questo sono dette “cardinali”;

tutte le altre si raggruppano attorno ad esse.

“Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche.

Essa insegna infatti la temperanze e la prudenza, la giustizia e la

fortezza.” (Sap 8,7)

Le otto punte rappresentano le Beatitudini, le più alte virtù per

l’Ordine. Le beatitudini svelano la meta dell’esistenza umana, il fine

ultimo cui tendono le azioni umane: Dio ci chiama alla sua

beatitudine. Tale vocazione è rivolta a ciascuno personalmente, ma

anche all’insieme della Chiesa, popolo nuovo di coloro che hanno

accolto la promessa e di essa vivono nella fede (1719). (Dal

Catechismo della Chiesa Cattolica)

ESSERE CAVALIERE DI SAN GIOVANNI OGGI

Come si fa ad essere un buon cavaliere al giorno d’oggi?

Un argomento importante è il sapere, non si può stare nel mondo

senza la conoscenza, per questo i nostri sforzi sono e saranno sempre

più rivolti a darvi ogni mezzo e strumento per acquisire conoscenza,

l’ignoranza ci porta ad un appiattimento intellettuale, ad un

abbrutimento di valori, ad una vita semplicemente carnale.

Non siamo Cavalieri OSJ per caso, il caso non esiste, esiste un

progetto per ognuno di noi sin dalla nascita. Ci vengono donati dei

talenti e ci viene lasciata anche la libertà di come spenderli. Noi

abbiamo deciso di spenderli bene ma il cammino che ci aspetta è

veramente difficile.

Ognuno di noi deve capire che siamo Cavalieri per nostra scelta.

Nessuno ce lo ha imposto, è un nostro desiderio senza obblighi e

costrizioni. La nostra scelta va al di là delle convenzioni.

Essere Cavaliere di San Giovanni, quindi, è una grande scelta, noi

scegliamo di diventare cavalieri ma poi dobbiamo dimostrare che lo

siamo, che lo meritiamo, dobbiamo conquistarci i meriti, dobbiamo

essere sempre impegnati alla ricerca del fine ultimo, alla ricerca del

nostro Graal.

Parsifal, puro di cuore, riesce a trovare e vedere il Graal, ma per

paura non pone le domande adatte e quindi perde la possibilità di

diventarne il degno custode. Queste leggende ci portano a quello che

deve essere un Cavaliere di Malta OSJ.

Non basta avere un cuore puro, bisogna anche avere la

conoscenza. Questa conoscenza non si apprende in pochi giorni, è un

cammino che può durare anche tutta la vita, un cammino per la via

Cavalleresca, la parte esoterica dell’Ordine.

Lc 14, 1-11

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi

dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.

Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse

loro una parabola:

“Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo

posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e

colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora

dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.

Invece, quando sei invitato, và a metterti all’ultimo posto, perché

venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti.

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà

esaltato.”

E sì, questo brano evangelico fa proprio pensare a noi. Siamo

veramente così? Che ne dite?

Cari Confratelli dobbiamo capire che più si è in alto e più si è

servitori.

I gruppi, le antipatie, le ripicche, le rivalse, il sentimento di

sentirsi superiori, l’avidità di trarre profitti nell’ordine possono darci

un’illusione ma non è così che si comporta un cavaliere.

Dobbiamo invece provare a diventare una cosa sola, un corpo

unico, tanti mattoni per una sola costruzione: l’Ordine. Se non

riusciamo in questo perdiamo solo tempo.

Dopo la conoscenza quindi un’altra virtù importante per un

cavaliere è l’umiltà o servizio.

Gesù ha lavato i piedi a tutti gli apostoli nell’ultima cena, Cristo

Re umile servo.

È questa l’immagine che deve essere sempre impressa nel nostro

cuore.

I titoli, gli incarichi non devono servire ad alimentare la nostra

Superbia, ma a metterci al servizio dell’Ordine e dei Confratelli.

Allora apprezzeremo chi organizza gli eventi, non ci lamenteremo

se un piatto è insipido o l’albergo non è come piace a noi.

Tutti servi di tutti, questo è l’Ordine.

Cari Confratelli, all’interno dell’Ordine siamo tutti uguali, tutti

sullo stesso piano, quando indossiamo il sacro mantello lasciamo

fuori il nostro IO alla vita profana.

Possiamo essere re, ministri, nababbi come creso, ma col

mantello siamo tutti cavalieri di San Giovanni e il nostro dovere è

solo quello di obbedire a Cristo, al Principe Gran maestro e ai

superiori dell’Ordine.

Chi non comprende o non accetta questo sarà soggetto a soffrire e

a malincuore a ritirarsi in disparte.

Ma un cavaliere da solo non è un cavaliere, non basta avere un

diploma appeso al muro, egli è nato per viere insieme agli altri

confratelli.

Conoscenza e umiltà sono gli ingredienti per diventare un buon

cavaliere.

Pro fide – Pro utilitate hominum

VOTO DEL CAVALIERE

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.

Sulla vera Fede Cristiana, possa essermi da testimone

che io faccio voto e che dedico me stesso quale servo di Cristo

e dei poveri, la prima qualifica di un vero cavaliere.

Come membro di questo corpo religioso, io prometto:

di essere fedele e leale agli ideali del Sovrano Ordine

di San Giovanni di Gerusalemme;

di fare tutto il possibile per contribuire alla sua gloria,

protezione, prosperità, sostegno e utilità; di combattere

ogni cosa dannosa al suo benessere; di non agire mai

contrariamente alla sua dignità, ma di

comportarmi sempre da vero Cavaliere di Cristo,

vale a dire, del buon cristiano e da persona d’onore.

Credendo che Cristo mi concederà un impegno speciale del suo

favore, io, dunque, in tutta umiltà, carità e rispetto acconsento di

associarmi con ogni cristiano sincero e timoroso di Dio di qualsiasi

confessione, affinché con la preghiera e con le opere proti alla

salvezza del mondo cristiano, aiutando a promuovere una unità

cristiana duratura.

Io porterò sulla mia persona la rinomata croce cristiana maltese

dalle otto punte, perché mi rammenti del mio voto religioso,

d’imprimere sempre nel mio cuore la croce di Gesù Cristo

adorna delle virtù che le accompagna.

Quanto è Vero Dio

Amen

STRUTTURA DELL’ORDINE

Sede mondiale

La sede mondiale è a Malta. È presieduta dal Gran Maestro che è

l’unico che detiene il potere nell’Ordine e sull’Ordine.

Gran Priorato d’Italia

Su incarico della sede mondiale viene nominato il Gran Priore

d’Italia che ha il potere giurisdizionale sul territorio (o lingua)

d’Italia. Egli agisce per conto del Gran maestro nella sua autonomia

attribuitagli per il bene dell’Ordine.

Priorati

I Priorati sono governati dai Priori. Essi sono i diretti

collaboratori del Gran Priore d’Italia. Un Priore, in linea gerarchica,

ha gli stessi incarichi e gli stessi poteri del G.P. d’Italia a riguardo

del suo territorio. Il Priore è tenuto ad ubbidire e a ragguagliare solo

il Gran Priore d’Italia.

Commende

La Commenda è la parte viva dell’Ordine. Senza la Commenda

l’Ordine non può esistere. La Commenda è il braccio secolare sul

territorio.

Lo scopo della Commenda è di tradurre in modo pratico le

emanazioni del Gran Maestro Internazionale e del Gran Priore

d’Italia, attraverso e per mezzo del suo Priore.

La Commenda è retta da un Commendatore che è il capo

indiscusso per il suo territorio. Egli deve periodicamente riferire al

Priore sulla sua attività, sulla sua vita.

Il Priore guida saggiamente il Capo Commenda nell’attuazione

della volontà dell’Ordine.

NORME GENERALI

E DI COMPORTAMENTO

PREMESSA

Un Cavaliere di Malta OSJ deve essere un esempio per la

comunità, egli è scelto tra i cristiani di specchiata condotta morale e

si impegna, mediante giuramento, a propagare i principi della

cavalleria a difesa della Civiltà Cristiana, si rende servitore dei

poveri e degli ammalati, secondo quanto l’Ordine ha praticato sin

dalla sua origine a Gerusalemme, mantenendo fede al suo motto “Pro

fide – Pro hutilitate hominum”.

L’Ordine non è una associazione creata per difendere interessi di

categoria, di gruppi o personali, ma è un Soggetto di diritto

internazionale, riconosciuto dagli Stati Sovrani per la sua natura

religioso-cavalleresca, riconosciuto ed approvato dal Sommo

Pontefice Pasquale II con Bolla “Piae Postulatio” del 15 febbraio

1113.

I suoi primi Statuti furono approvati dal Sommo Pontefice

Innocenzo II nell’anno 1130.

La vita e le attività dell’Ordine vengono disciplinate secondo le

norme fissate dalla Carta Costituzionale promulgata il 17.06.2008 da

S.A.R. il Principe Gran Maestro.

Pertanto, l’adesione all’Ordine implica che ciascun Membro

abbia, in ogni circostanza, atteggiamenti coerenti con gli ideali ed i

valori umani e di fede professati.

I Cavalieri e le Dame devono armonizzare nobile semplicità con

sincera affabilità, senza indulgere ad atteggiamenti inclini né alla

trascuratezza né all’eccessivo formalismo.

Al fine di creare, per quanto è possibile, uniformità di stile in

tutto l’Ordine, sono richiamati in questa sede alcuni principi generali

e norme di comportamento a cui fare riferimento nelle diverse

circostanze nelle quali Cavalieri e Dame sono riuniti per vivere e

testimoniare il senso della loro appartenenza al Sovrano Ordine di

San Giovanni di Gerusalemme, l’Ordine Ereditario.

È infatti opportuno che nelle Cerimonie e negli incontri ufficiali

(ricevimenti conviviali o altre manifestazioni), ai quali si partecipa

come singoli o in gruppo, si osservi uno stile di condotta sobrio ed

improntato ad atteggiamenti appropriati alla circostanza ed alla

dignità dell’Ordine.

Il comportamento dei membri dell’Ordine che partecipano a

Cerimonie e manifestazioni, influisce sull’immagine dell’Ordine

stesso, per la visibilità che ad esso ne deriva.

Da ciò la necessità di precisare norme e regole di comportamento

adeguate.

Di seguito vengono richiamate alcune di queste norme che

rientrano nel più ampio contesto del Cerimoniale, che costituisce

l’insieme delle regole e delle consuetudini di comportamento da

seguire nella partecipazione a manifestazioni pubbliche e nei rapporti

di rappresentanza nonché dei ruoli e dei compiti di chi è preposto

all’organizzazione ed alla gestione della manifestazione.

Giova ricordare che mentre il galateo focalizza il comportamento

della singola persona nella vita di relazione, presentando l’immagine

della propria identità privata, il Cerimoniale colloca tale immagine in

un contesto pubblico ufficiale – come appartenente (e quindi

rappresentante) di una Istituzione – e ne regola il comportamento,

affinché la dignità dell’Istituzione di appartenenza sia correttamente

preservata nel contesto della manifestazione e nei rapporti

intercorrenti con le altre istituzioni presenti all’evento.

Ci si soffermerà anche su alcuni aspetti formali, ricordando che in

tutte le fasi in cui si articola una cerimonia e negli incontri ufficiali

connessi (ricevimento, incontri conviviali, ecc.) sia come singole

persone, sia come gruppo, è necessario mantenere sempre un

contegno dignitoso e corretto evitando atteggiamenti non consoni

all’occasione ed all’ambiente, soprattutto se si indossano il mantello

e le insegne dell’Ordine.

LA PARTECIPAZIONE ALLE CERIMONIE RELIGIOSE

La processione

La processione apre qualsiasi attività dell’Ordine, ci si appresta

ad essa in silenzio.

Nella processione i Gradi più alti chiudono la stessa, precedute, in

ordine decrescente di importanza verso l’inizio dagli altri

partecipanti. Nelle cerimonie religiose dell’Ordine la partecipazione

è limitata ai membri (cavalieri, dame e sacerdoti).

I familiari e gli ospiti non partecipano alla processione, ma si

posizionano direttamente in chiesa, nei banchi ad essi riservati dai

cerimonieri.

Nelle processioni dell’ordine, il Gran Maestro dell’Ordine , o chi

per esso, chiuderà la processione, nel caso di presenza di sacerdoti,

saranno questi ultimi a chiudere il corteo.

Davanti al clero si posizioneranno gli altri membri dell’ordine in

ordine decrescente di importanza, andando verso l’inizio della

processione.

Nella processione la formazione e le posizioni saranno gestite dal

cerimoniere, rispettando il grado, la funzione e, possibilmente,

l’ordine di altezza.

I Cavalieri e le Dame indosseranno il mantello e le insegne.

Per la formazione della processione tutti i partecipanti dovranno

trovarsi nel luogo stabilito con un congruo anticipo.

È anche opportuno che i familiari ed ospiti non si soffermino nel

luogo della formazione del corteo per la processione, né sostino sul

sagrato in attesa dell’inizio della cerimonia, ma prendano al più

presto posto in Chiesa ordinatamente.

All’ingresso della chiesa saranno presenti solo il cerimoniere con

i suoi aiutanti addetti al ricevimento degli ospiti per accompagnarli ai

posti loro riservati,

Durante la processione si manterrà una debita distanza dal

Cavaliere o dalla Dama che precede, rimanendo, altresì, allineati con

la persona al proprio fianco ed a quella che precede.

Inoltre, si dovrà assumere un atteggiamento dignitoso, evitando

cenni di saluto, conversazioni, ecc.

La disposizione dei posti in chiesa nelle cerimonie religiose

dell’Ordine

Sarà compito del cerimoniere, incaricato dalla gestione della

cerimonia, regolarsi in base alle strutture e situazioni esistenti,

conformandosi all’impostazione delle presenti note e criteri, per

quanto applicabili, sottoponendo preventivante al Gran Cerimoniere

e Gran Cancelliere le varianti che propone di adottare secondo le

circostanze. È opportuno, per una migliore comprensione del

presente testo, fare riferimento alla configurazione interna della

chiesa, affinché ogni partecipante abbia una precisa indicazione della

sua collocazione, secondo il ruolo che ricopre.

Le indicazioni di destra/sinistra, che verranno qui di seguito

utilizzate, sono riferite alla destra ed alla sinistra dell’altare visto

entrando in chiesa.

Sul lato sinistro di fianco all’altare si collocherà il Gran Maestro,

affiancato dalle due più alte cariche dell’Ordine presenti.

I primi banchi della chiesa sul lato sinistro sono, riservati ai

dignitari presenti, quelli retrostanti ai Cavalieri in ordine gerarchico.

Nella cerimonia di investitura i Postulanti prenderanno posto nei

banchi di destra, nei banchi di dietro siederanno i Cavalieri che

passeranno di grado, poi i parente e amici. Gi altri invitti

occuperanno le file dietro su entrambi i lati della navata centrale.

La Veglia d’Armi

La veglia d’armi è il momento più significativo per i Cavalieri e

le Dame investendi/e, in quanto, con la sottoscrizione della

Promessa, essi assumeranno l’impegno solenne di essere fedeli

Cavalieri OSJ, di essere paladini della civiltà cristiana e di avere un

comportamento esemplare.

Si tratta di una cerimonia dal carattere intimo, che ha lo scopo di

favorire il raccoglimento interiore e la riflessione sul profondo

significato della scelta di vita derivante dall’entrare a far parte

dell’Ordine.

Il cerimoniere e i suoi aiutanti avranno il compito di istruire i

Postulanti alla verità dell’Ordine secondo la consuetudine.

La Cerimonia di Investitura

La cerimonia dell’investitura rappresenta l’evento solenne,

solitamente presenziato dal Gran Maestro o da altri Dignitari della

sede mondiale, che si caratterizza per l’antico e solenne rito della

Spada e della Vestizione.

I neo-Cavalieri e Dame confermano pubblicamente la scelta di

vita e l’impegno di servizio assunti entrando a far parte dell’Ordine,

ricevendo pubblicamente le Insegne dell’Ordine stesso.

Il rito religioso della cerimonia di investitura, detta Cena di Gala,

ha carattere ufficiale ed è anche occasione di incontro con Autorità

pubbliche.

Pertanto, ci si atterrà al Protocollo in vigore nella propria

Nazione.

GLI INVITI

Ad appartenenti all’Ordine

Nell’ambito della propria Commenda o del Priorato.

La partecipazione a tutte le cerimonie ed incontri della

Commenda (Priorato) è, di massima, aperta a tutti i membri che la

compongono, salvo restrizioni dovute a problemi logistici o di

opportunità decise dal Capo Commenda (Priore).

È necessario per ovvie ragioni organizzative, segnalare smepre la

propria partecipazione.

Tra Commende e Priorati diversi

Qualora si desiderasse invitare Confratelli/Consorelle o Dignitari

di altre Commende o Priorati a manifestazioni è necessario chiedere

l’autorizzazione al proprio Priore e trasmettere gli inviti tramite il

Priorato di appartenenza.

Alla Cerimonia di Investitura e alla Festa di San Giovanni

Le cerimonie di investitura e della veglia d’armi sono aperte alla

partecipazione di tutti i membri dell’Ordine.

La Segreteria Magistrale – con apposita circolare – diramerà gli

inviti a tutti gli appartenenti all’Ordine.

Il Capo Commenda e il Priore di competenza si metteranno a

disposizione della Gran Cancelleria per l’organizzazione dell’evento.

Ai non appartenenti all’Ordine

Ogni appartenente all’Ordine che abbia intenzione di invitare

persone estranee ad esso a Cerimonie, ricevimenti o incontri

dell’Ordine, deve preventivamente segnalarlo al proprio Capo

Commenda (Priore), indicando il nominativo e le motivazioni

dell’invito, al fine di ottenere l’autorizzazione preventiva.

Non è consentito invitare a titolo personale Alte Cariche

dell’Ordine né Autorità civili e militari, in quanto la partecipazione

di Ospiti di tale livello deve essere preventivamente verificata e

concordata con la Segreteria Magistrale, la quale, per le Alte Cariche

dell’Ordine e per le Autorità civili e militari deve valutare che gli

inviti siano opportuni e compatibili con le regole del Protocollo.

È buona norma non estendere inviti a persone estranee all’Ordine

al solo fine di ricambiare cortesie personali.

I RAPPORTI TRA APPARTENENTI ALL’ORDINE

Il rispetto dei ruoli gerarchici implica un doveroso riguardo verso

le persone che li ricoprono, per consentire un corretto e ordinato

governo dell’Ordine.

Infatti, ogni livello di autorità ha proprie competenze e

responsabilità, che variano con il livello gerarchico. Ciò implica che

ogni iniziativa, prima di essere attuata, deve ottenere l’autorizzazione

dall’autorità competente immediatamente superiore.

Per qualsiasi tipo di necessità o nulla osta, quindi, ogni membro

dell’Ordine deve sempre rivolgersi al proprio superiore diretto,

evitando in tal modo di far pervenire richieste direttamente alle

autorità di livello più elevato, scavalcando quelle di grado

immediatamente superiore.

A queste ultime, infatti, compete l’eventuale inoltro delle

petizioni alle autorità cui è attribuita la competenza a decidere in

merito.

L’osservanza delle gerarchie, delle regole dell’Ordine e del

protocollo, che fa parte dell’impegno di obbedienza sottoscritto in

occasione dell’investitura, non rappresenta una imposizione di tipo

burocratico o militare, ma è richiesta dal rispetto delle diverse

responsabilità e competenze, per una ordinata gestione delle attività

dell’Ordine.

INSEGNE, UNIFORMI, TENUTA ED USO DELLE

DECORAZIONI

Insegne e uniformi

L’insegna dell’Ordine, secondo l’antica tradizione, è costituita

dalla Croce ottagonale in smalto bianco, filettata d’oro e sormontata

da una Corona reale.

Le insegne dell’ordine si portano in relazione al grado di

appartenenza:

I Cavalieri portano la decorazione al collo, pendente da un nastro

di colore rosso.

I Commendatori sempre al collo ma di misura più grande e

sormontata da un trofeo con scudetto portante la Croce piana

d’argento in campo rosso.

I Grand’Ufficiali sempre al collo ma di misura più grande e

sormontata da un trofeo d’armi con scudetto portante la Croce piana

d’argento, appuntata sul lato sinistro del petto.

I Cavalieri di Gran Croce portano la medesima decorazione oltre

alla fascia di seta rossa, con l’insegna appesa e un pendente sul

fianco sinistro e, inoltre, la placca d’oro appuntata al petto.

I Balì e i Balì di Gran Croce – oltre alla decorazione di Gran

Croce – portano anche il Gran Collare, formato da un Rosario in oro,

i cui grani sono sostituiti da piccole Croci ottagonali in oro, alternate

da piccole Corone reali entro un cerchio , in oro per il grado di Balì

di Gran Croce, ed inargento per il grado di Balì. Dal collare pende

l’insegna dell’Ordine sormontata da un trofeo d’armi.

Le Dame portano la medesima insegna dei Cavalieri, sormontata

dalla Corona reale che, invece di essere portata la collo, viene appesa

ad una farfalla di seta rossa, appuntata sul lato sinistro del petto.

L’Ordine può assegnare conferimenti “al merito” e può anche

coniare medaglie speciali o commemorative.

L’uniforme dell’OSJ – secondo l’antica tradizione gerosolimitana

mai mutata nel corso dei secoli – consiste in un Mantello di seta di

colore nero, foderato di seta rossa, con la Croce ottagonale di Malta

in feltro bianco sulla spalla sinistra.

I membro possono, facoltativamente, indossare anche la Sottana,

anch’essa di seta nera, ma con la Croce ottagonale in feltro bianco

posta al centro del petto.

Nelle cerimonie dell’Ordine, comunque, il mantello è

obbligatorio per tutti i Membri, mentre le uniformi militari (descritte

in apposito regolamento) sono facoltative.

TENUTA

Il termine tenuta indica l’abito da indossare nelle diverse

circostanze.

Per i Cavalieri e i Signori Ospiti

Il Frac (con gilet e cravattino bianco) è l’abito da sera proprio per

le serate di gala, i ricevimenti e i pranzi ufficiali. La prescrizione del

frac è indicata negli inviti con la dicitura “cravatta bianca”.

Con il frac vengono portate le Decorazioni solo quando

esplicitamente prescritte nell’invito (con la formula Decorazioni).

Le Decorazioni sono invece d’obbligo (e non è necessario

specificarlo) quando si partecipa a pranzi e ricevimenti ufficiali.

Nei suddetti casi, come precisato, l’uso delle Decorazioni è

implicito nell’uso del frac e non viene pertanto prescritto nell’invito.

Con il frac le decorazioni possono essere portate in due modi:

1. “en brochette”, cioè passate, senza nastrino, in una catenella;

2. “su sbarretta” di metallo munita di spillo da appuntare sul

risvolto della giacca, con i nastrini affiancati, senza

sovrapporre i bordi.

Si indossa nel formato regolamentare una sola Decorazione da

collo (Cavaliere o Commendatore) o una sola Fascia da Cavaliere di

Gran Croce. Possono invece essere portate più Placche, fino a tre.

Esse si applicano sul lato sinistro del petto, al di sotto delle

Decorazioni, in ordine di importanza, da destra a sinistra e dall’alto

in basso.

La fascia si porta, di norma, sotto il panciotto della marsina, salvo

che sia presente un Capo di Stato, nel qual caso è indossata sopra il

panciotto.

La Decorazione da collo (Cavaliere o Commendatore) si porta

sotto il nodo del cravattino.

Lo smoking è l’abito proprio delle serate, pranzi e ricevimenti in

cui venga prescritto tassativamente l’uso dello smoking. La

prescrizione dello smoking negli inviti è indicata con la dicitura

“cravatta nera”.

Con lo smoking non si possono portare collari, placche, fasce e

decorazioni , ma una sola mignon nel taschino, che di norma è quella

dell’onorificenza più importante.

Nel caso di inviti a ricorrenze, feste o cerimonie di Stati esteri o

di altri Ordini riconosciuti, si porterà la rosetta relativa alla più alta

onorificenza eventualmente ricevuta dallo Stato o dall’Ordine

ospitante.

È consentito che i Cavalieri investendi e promuovendi

mantengano, durante il convivio che generalmente segue la

cerimonia di investitura, la Decorazione da collo.

Analogamente le Dame investende e promuovendo mantengano,

nella medesima circostanza, la decorazione corrispondente al proprio

grado.

Per le Dame e le Signore Ospiti

L’abito da visita (o abito scuro) è l’abito appropriato per la

partecipazione a colazioni e ricevimenti ove non sia prescritto

formalmente l’uso dello smoking e del frac. Di norma si usa al

mattino ed è la tenuta prescritta ogni volta che si indossa il mantello.

Con l’abito da visita si porta una sola rosetta all’occhiello, non è

ammesso fregiarsi di Collari o di Decorazioni in formato miniatura.

Qualora le Dame indossino un abito nero lungo, le Decorazioni da

portare potranno essere quelle riportate nel paragrafo “per i civili –

frac”.

Con l’abito nero corto o da sera, si seguano le indicazioni

contenute nel paragrafo “per i Cavalieri e i Signori Ospiti –

smoking”.

Ove si indossi un abito diverso, le Dame devono portare, sl lato

sinistro dell’abito, soltanto la rosetta dell’Ordine.

Per i Militari

Di norma, nelle cerimonie dell’ordine, i militari indosseranno

l’uniforme di gala (con piccole Decorazioni).

Se per i civili è prescritto il frac, i militari indosseranno

l’uniforme da società (con piccole Decorazioni), mentre se è

prescritto lo smoking, verrà indossata l’uniforme da sera (con

nastrini).

Se invece per i civili è prescritto l’abito da cerimonia (o abito

scuro), i militari dovranno indossare l’uniforme da cerimonia (con

nastrini ridotti).

In tutte le altre circostanze deve essere sempre indossata

l’uniforme ordinaria (con nastrini).

Collari, placche e fasce vengono portati in tutti i casi in cui sono

prescritte le insegne metalliche normali o ridotte.

Altri Abiti

È vivamente sconsigliato portare abiti diversi da quelli su

menzionati, anche se purtroppo accade spesso. Abiti sportivi, jeans,

giacche e camice a quadri dei più svariati colori sono da evitare nelle

occasioni dell’Ordine.

È preferibile l’abito nero con camicia bianca, sono tollerati l’abito

blu o grigio possibilmente in tinta unita.

USO DELLE DECORAZIONI

L’uso delle decorazioni è regolato da un protocollo internazionale

che non consente interpretazioni arbitrarie o personali, né deroghe.

Il mancato rispetto di detto protocollo discredita la persona ma

soprattutto l’immagine dell’istituzione alla quale appartiene.

Pertanto, è dovere dei Cerimonieri correggere eventuali abusi in

materia.

Il tipo di decorazione da portare è strettamente correlato al tipo di

abito (tenuta) che si indossa, come indicato nei precedenti paragrafi.

Coloro che sono stati insigniti di onorificenze di Ordini

riconosciuti, sia nazionali che esteri, possono fregiarsene dando la

precedenza alle onorificenze del proprio Stato.

Di ogni Ordine si indossa una sola insegna e cioè quella del grado

più elevato.

Circa la precedenza fra le insegne degli Ordini del proprio Stato e

quelle dei vari Stati esteri, di norma si segue il criterio cronologico di

istituzione.

In uno Stato straniero, le onorificenze della Nazione Ospite

seguono quelle dello Stato ospitante.

In occasione di ricevimenti o ricorrenze di Stati stranieri, hanno la

precedenza le insegne dell’onorificenza dello Stato che si intende

onorare.

Analogamente, nelle cerimonie del nostro Ordine si porteranno le

insegne del S. OSJ con precedenza sulle altre.

PRECEDENZE

Le precedenze tra i Membri che ricoprono particolari cariche

nell’Ordine sono le seguenti:

- Gran maestro

- Dignitari della sede mondiale

- Gran Priore d’Italia

- Dignitari del Priorato

- Priore

- Capo Commenda

- Cavalieri e Dame

A parità di carica e grado, la precedenza segue l’anzianità di nomina

nella carica.

USO DEGLI APPELLATIVI E DELLE DECORAZIONI

Quando ci si rivolge – in occasione di cerimonie e di incontri

ufficiali – a coloro che occupano un incarico di Governo nell’Ordine,

agli Ecclesiastici ed a Personalità insignite di particolari onorificenze

è opportuno, al di là del rapporto di personale amicizia, astenersi dal

rivolgersi ai Superiori, ai Dignitari dell’Ordine, agli Ecclesiastici ed

alle altre Autorità presenti con appellativi eccessivamente familiari.

USO DEGLI STEMMI DELL’ORDINE

Tutti gli stemmi dell’Ordine hanno un preciso riferimento, con

identificazione dei livelli della struttura operativa cui si riferiscono.

È tassativamente vietato l’uso degli stemmi dell’Ordine al di fuori

degli scopi istituzionali dello stesso e quindi nessun appartenente

all’Ordine può fare uso personale di detti stemmi.

Carta intestata

Lo stemma dell’Ordine può essere usato sugli atti e sulla carta

intestata dei Dignitari dell’Ordine, per altri motivi salvo espresso

consenso della Segreteria Magistrale.

Biglietti da visita

È consentito ai Membri dell’Ordine di apporre sul proprio

biglietto da visita la Croce dell’Ordine nell’angolo alto a sinistra,

preferibilmente a secco (oppure in colore rosso), riportando grado,

titolo professionale, nome e cognome, incarico:

ESEMPIO:

Biglietto semplice

Cavaliere di Gran Croce

Prof. Dott. Franco Bianchi

Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

Cavalieri di Malta – OSJ

Biglietto con incarico

Cavaliere di Gran Croce

Prof. Dott. Franco Bianchi

Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme

Cavalieri di Malta – OSJ

Priore della Svizzera

Pubblicazioni

L’uso dell’intestazione dell’Ordine, degli stemmi e delle insegne

su pubblicazioni di qualsiasi genere è subordinata alla preventiva

autorizzazione scritta della Segreteria Magistrale a seconda delle

circostanze e della casistica.

Rapporti con i Media e Manifestazioni esterne

Nessun appartenente all’Ordine può organizzare, partecipare ad

incontri, eventi, rilasciare interviste, dichiarazioni, articoli o

documentazione fotografica inerenti all’ordine senza aver avuto

autorizzazione preventiva scritta da parte della Segreteria Magistrale.