Introduzione agli studi storici - seconda parte

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Uso pubblico della storia Espressione coniata nel 1986 da Jünger Habermas che distingueva tra lavoro scientifico dello storico e il dibattito pubblico sui mezzi di comunicazione. In seguito la divulgazione storica connessa al dibattito politico assume un valore tendenzialmente negativo. Nicola Gallerano (1993) sostenne che l´uso pubblico della storia non è una pratica da rifiutare pregiudizialmente -> non esiste opposizione di principio tra divulgazione e attività scientifica Propone la distinzione: 1. Uso pubblico della storia 2.Abuso politico della storia specialmente per la "storia politica" mercoledì 14 dicembre 2011

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Seconda parte (di tre) del corso di Introduzione agli studi storici

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Uso pubblico della storia

Espressione coniata nel 1986 da Jünger Habermas che distingueva tra lavoro scientifico dello storico e il dibattito pubblico sui mezzi di comunicazione. In seguito la divulgazione storica connessa al dibattito politico assume un valore tendenzialmente negativo.

Nicola Gallerano (1993) sostenne che l´uso pubblico della storia non è una pratica da rifiutare pregiudizialmente -> non esiste opposizione di principio tra divulgazione e attività scientifica Propone la distinzione:

1. Uso pubblico della storia

2. Abuso politico della storia specialmente per la "storia politica"

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Uso pubblico della storia

LA STORIA COINCIDE COL SUO USO PUBBLICO, nel senso che è sempre RACCONTATA e serve nella misura in cui è ACQUISITA. Rapporto elettivo costante ma non lineare tra lo storico e il potere. NESSUNA STRATEGIA POLITICA E' POSSIBILE SENZA UNA BASE STORICA Sforzo di CONTROLLO COSTANTE da parte del potere politico nei confronti della storia e di suo USO ai propri fini:

1. Monumenti2. Toponomastica3. Cerimonie pubbliche4. Forme di propaganda5. Definizione delle materie di insegnamento e dei programmi6. Scelte di finanziamento alla ricerca7. Chiusura/apertura degli archivi8. Commissioni parlamentari

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Dove va la storia?

Le filosofie della storia: se a partire da Agostino la storia ha avuto una DIREZIONE è a partire dal Settecento (Illuminismo) e poi soprattutto con l'Ottocento (positivismo e storicismo) che si sviluppano in maniera potente le filosofie della storia, ossia di quella parte della filosofia che si occupa del significato della storia e di un suo possibile fine teleologico. Ci si chiede se esista un disegno, uno scopo, un obiettivo o un principio guida nel processo della storia umana.

August Compte (1798-1857)

Il positivismo

Storicismo - Idealismo

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Dove va la storia?

August Comte crede che lo studio della sociologia avrebbe portato l'umanità ad uno stato di benessere, dato dalla comprensione e dalla conseguente capacità di controllo del comportamento umano. Comte mise a punto una teoria sull'evoluzione della società nella storia, che è anche evoluzione del pensiero, delle facoltà dell'uomo e della sua organizzazione di vita: con la legge dei tre stadi Comte prefigurava l'avvento dell'era positiva in cui la scienza avrebbe avuto un posto centrale nella vita degli uomini:

Stato teologico -> infanzia dell'umanità; nella quale la ricerca delle causa dei fenomeni viene attribuita ad esseri soprannaturaliStato metafisico -> gli agenti soprannaturali sono rimpiazzati da forze astratte: la «Natura» di Spinoza, il «Dio geometra» di Cartesio, la «Materia» di Diderot, la «Ragione» dell'Illuminismo.Stato positivo: «lo stato virile della nostra intelligenza», comporta lo sviluppo della filosofia positiva. Il ricorso ai fatti, alla sperimentazione, alla prova della realtà, è ciò che ci permette di uscire dai discorsi speculativi e dalla ricerca dell'assoluto, accettando i limiti connaturati alla ragione e quindi la relatività della conoscenza. È il primo principio del positivismo.

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PositivismoConvinzione che sia possibile raggiungere una piena conoscenza sui fatti reali

esclusivamente dall'osservazione propria alle scienze sperimentali.

Corollari

Laicismo, insofferenza verso la dimensione metafisica e spirituale;

Estensione del metodo sperimentale a tutti i campi del sapere (morale, psicologia, sociologia)

La scienza può risolvere tutti i problemi umani e sociali: fede nel progresso e nell’evoluzione

La ricerca scientifica serve a scoprire leggi generali e a spiegare e prevedere gli eventi (meccanicismo - esplicazionismo)

Punti chiave

Fiducia nella ragione, nella scienza e concezione deterministica dell'agire umano: al primo posto si trova la scienza e il suo metodo;

La razionalità scientifica è unico paradigma, criterio e modello del sapere;

La scienza è l' unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l’unico valido;

Il ricorso a cause o principi che non siano accessibili al metodo della scienza non dà origine a conoscenza: la metafisica è dunque priva di valore.

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Storicismo

Metà del XIX: reazione al positivismo da parte degli umanisti (storici, filosofi, politici, filologi, letterati)

Sostiene il primato della storia unica realtà dell’uomo, unico orizzonte a cui fare riferimento per spiegare i fatti; il piano temporale è l'unico piano dell'essere esistente: la storia diventa l'assoluto

Natura e storia sono differenti: la natura è uniforme e ripetibile; la storia è frutto dell’individualità e delle diverse culture.

Le scienze umane non sono meno vere delle scienze naturali: gli oggetti e gli strumenti della conoscenza storica hanno un carattere specifico che li distingue da quelli della conoscenza naturale. Si deve trovare le regole di una scienza oggettiva per la storia, diversa dalla scienza del mondo naturale

I protagonisti della storia sono gli uomini concreti e la storia va analizzata sui fatti concreti

Le azioni umane tendono a dei fini, sono giudicate da dei valori, sono giudicate dalla storia.

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Idealismo-Storicismo

G. W. F. Hegel (+ 1831) La storia è manifestazione dello Spirito, processo razionale e progressivo, anche se non lineare ma dialettico. Pertanto è possibile una filosofia della storia che ne comprenda il fine (la progressiva realizzazione della libertà) e i mezzi (gli individui e i popoli). La guerra regola i rapporti tra Stati ed è inevitabile. Essa permette di capire quale popolo ha ragione, cioè in quale popolo si incarna di volta in volta lo Spirito del mondo. Protagonista della storia è lo Spirito del mondo, che si incarna di volta in volta in un popolo diverso, come Volksgeist. A differenza della maggior parte degli individui, che si limitano a conservare il costume del proprio popolo, alcuni individui lo trasformano e lo fanno progredire, realizzando un fine ad essi estraneo, perché con le loro passioni non sono che strumenti della ragione: si tratta degli individui cosmico-storici. H. ha una concezione eliodromica della storia, perché lo spirito del mondo nel suo percorso ha seguito il corso del sole, da est a ovest.

K.W. von Humboldt (Il compito dello storico 1821, ed. it. 1980): lo svolgimento della storia è l'esterna espressione di idee eterne che guidano il corso della storia; le idee trovano concreta espressione nell'opera di individualità determinate (singole personalità - istituzioni, nazioni, popoli); la comprensione del fatto storico richiede una specifica capacità di superare le apparenze che celano la verità profonda degli accadimenti.

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La storia e i “monumenti”

Tesoro di Priamo indossatoda Sophia Schliemann1873

MGH ScriptoresDiplomataLegesEpistolaeAntiquitates

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Fonti spazzatura?

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Nazionalismo

Johann Gottlieb Fichte

Discorsi alla nazione tedesca (1808)

Soffermati sull’arida spondaVòlti i guardi al varcato TicinoTutti assorti nel novo destinoCerti in cor dell’antica virtù

Han giurato: non fia che quest’ondaScorra più tra due rive straniereNon fia loco ove sorgan barriereTra l’Italia e l’Italia, mai più! [..]

Quello ancora una gente risortaPotrà scindere in volghi spregiatiE a ritroso degli anni e dei fatiRisospingerla ai prischi dolor

Una gente che libera tuttaO fia serva tra l’Alpe ed il mareUna d’arme, di lingua, d’altareDi memorie, di sangue e di cor. [..]

Manzoni 1821Fibula GotaNorimberga

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Nazione e Medioevo

La nazione esiste praticamente da sempre ed la si può riconoscere nei periodi "originari". Il medioevo diventa il periodo originario per eccellenza. Le comunità nazionali diventano sempre più consapevoli della propria identità e quindi della propria differenza rispetto alle altre. Il medioevo si presta bene allo scopo di rinsaldare tale identità. Le sue vestigia vengono interpretate in questa funzione. Alcuni lo ammirano come epoca nobiliare e cattolica e altri come monarchica e popolare: tutti comunque in quanto nazionale.

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Medioevo immaginario

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Medioevo ricostruito

casa di Horace Walpole a Strawberry Hill (1748)

castello di Neuschwanstein 1869

Palazzo Mediceo, Pisa, 1879

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L’invenzione della tradizione

Le tradizioni si “inventano”con la ripetizione periodica di

un eventoribadendo e diffondendo

“leggende”rielaborando grumi di verità

reinterpretata ideologicamente

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Crisi del positivismo:

Le lotte sociali

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Dove va la storia?

La storia dell’umanità non è stata che l’istoria della lotta di classe. Uomini liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi, oppressori ed oppressi, in opposizione costante, condussero una guerra, ora aperta, ora dissimulata; una guerra che sempre finì con una trasformazione rivoluzionaria dell’intera società, o con la distruzione delle due classi in lotta. Nelle prime epoche storiche noi incontriamo quasi dappertutto una divisione gerarchica della società, una scala graduata di posizioni sociali. Nella Roma antica, noi vediamo patrizi, cavalieri, plebei e schiavi; nel medio evo, signori, vassalli, padroni e servi, ed in ciascuna di queste classi delle gradazioni speciali. La moderna società borghese, elevata sulle rovine della feudalità, non abolì gli antagonismi di classe. Essa non fece che sostituire delle nuove classi, delle nuove condizioni d’oppressione, delle nuove forme di lotta. Tuttavia il carattere distintivo dell’epoca nostra, dell’era della borghesia, è di avere semplificato gli antagonismi di classe. Oggi dì più la società si divide in due grandi campi opposti, in due classi nemiche: la Borghesia ed il Proletariato.

K. Marx e F. Engels, Manifesto del Partito Comunista (1847)

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Crisi del positivismodittature

campi di sterminio

campi di lavoro

pulizia etnica

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Crisi del Positivismo

La teoria della relatività 1905

Albert Einstein sconvolge alcuni pilastri della scienza tradizionale, come la distinzione fra materia ed energia e il carattere "assoluto" dei concetti di spazio e di tempo. Nella fisica di Newton il tempo era qualcosa di assoluto, qualcosa che scorreva per conto suo nell’universo, indipendentemente da noi, da quello che facciamo, da come ci muoviamo. Secondo Einstein invece non è così, il tempo assoluto non esiste, e anche il concetto di simultaneità è relativo, dipende da chi osserva gli eventi.

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Crisi del PositivismoIl principio di indeterminazione di Heisenberg

Lo sperimentatore non è in grado di definire né la posizione dell’elettrone prima di compiere il salto di orbita né il punto di arrivo di quest’ultimo dopo aver compiuto il salto; può, più semplicemente, osservare esclusivamente gli “effetti”. Alla luce di ciò Heisenberg, ai fini del rispetto dei parametri tradizionali del principio di osservabilità, principio a cui egli non intende rinunciare, si rende conto del fatto che è necessario cambiare il calcolo numerico a cui finora si è fatto riferimento. Anziché quantificare con un numero ben definito la posizione iniziale e quella finale dell’elettrone, Heisenberg sceglie quella che lui stesso ha definito una “famiglia di numeri” paragonabile, sotto certi aspetti, al noto concetto di insieme.

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La meccanica quantistica

La meccanica quantistica o fisica quantistica è un complesso di teorie fisiche formulate nella prima metà del ventesimo secolo che descrivono il comportamento della materia a livello microscopico, a scale di lunghezza inferiori o dell'ordine di quelle dell'atomo o ad energie nella scala delle interazioni nucleari, dove cadono le ipotesi alla base della meccanica classica. La peculiarità della meccanica quantistica è il fatto che in essa le particelle vengono descritte tramite onde di probabilità. L'indeterminazione quantistica permette di prevedere solo la probabilità di misurare determinati valori all'atto dell'esperimento; questo conferisce un carattere prettamente probabilistico alla teoria.

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Idealismo-Storicismo

Benedetto Croce (+ 1952) -> storicismo assoluto, la realtà si risolve essenzialmente nella storia, non avendo le cosiddette scienze naturali alcun valore autenticamente conoscitivo; e nella storiografia, quale atto di comprensione della storia, risiede la comprensione più compiuta ed esauriente di ogni aspetto della realtà e dell'attività umana.

La storia non è una sequela capricciosa di eventi, ma l'attuazione della Ragione. La conoscenza storica ci illumina a proposito delle genesi dei fatti, è una comprensione dei fatti che li giustifica con il suo dispiegarsi. Lo storico, partendo dalle fonti, deve superare ogni forma di emotività nei confronti dell'oggetto studiato e presentarlo in forma di conoscenza. In questo modo la storia perde la sua passionalità e diviene visione logica della realtà. Lo storico non giudica e non fa riferimento al bene o al male. La storia ha anche un preciso orizzonte gnoseologico, poiché in primo luogo è conoscenza, e conoscenza contemporanea, ovvero la storia non è passata, ma viva in quanto il suo studio è motivato da interessi del presente. Essa è un cammino progressivo, ma questa non deve essere una certezza su cui adagiarsi: questa consapevolezza deve essere confermata da un impegno costante degli uomini, e i risultati non sono mai scontati né prevedibili. La storia diviene, allora, anche storia di libertà, dei modi in cui l'uomo promuove e realizza al meglio la propria esistenza.

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Critiche allo storicismo

Il corso della storia umana è fortemente influenzato dal sorgere della conoscenza umana -> è impossibile individuare una verità unica ed esauriente

le fonti sono parziali

la memoria è intenzionale

la conservazione della memoria è sia casuale che causata

l’interpretazione è soggettiva

non esiste un "tempo" comune di riferimento

Tutto questo ci impedisce di predire, mediante metodi razionali o scientifici, lo sviluppo futuro della conoscenza scientifica e a maggior ragione il corso futuro della storia umana

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