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LA CHIRURGIA DELLE VALVOLE CARDIACHE INDICE Introduzione La struttura e funzione delle valvole cardiache Le malattie delle valvole cardiache La correzione delle disfunzioni valvolari Preparazione all'intervento La degenza postoperatoria Ritorno a casa Segnali d'allarme Farmaci

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LA CHIRURGIA DELLE VALVOLE CARDIACHE

INDICE

Introduzione

La struttura e funzione delle valvole cardiache

Le malattie delle valvole cardiache

La correzione delle disfunzioni valvolari

Preparazione all'intervento

La degenza postoperatoria

Ritorno a casa

Segnali d'allarme

Farmaci

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INTRODUZIONE

Oggigiorno gli interventi chirurgici eseguiti per ripristinare il corretto funzionamento delle

valvole del cuore sono comunemente eseguiti in molti Centri, allo scopo di migliorare la salute

e la capacita’ d’esercizio dei Pazienti valvulopatici.

Abbiamo preparato questa pagina informativa per aiutare i Pazienti che necessitano o che

hanno gia’ avuto questo tipo di intervento a capire ed imparare il piu’ possibile su questo

argomento, e su cosa aspettarsi durante e dopo la degenza in ospedale.

Il chirurgo che eseguira’ l’intervento o il cardiologo che Vi seguira’ nel periodo postoperatorio

sono le prime persone a cui rivolgersi per eventuali dubbi o domande, e per avere dettagli

sull’intervento e sul periodo di convalescenza. Il testo ed i disegni potranno aiutarVi a meglio

capire e discutere il Vostro caso con i medici che Vi cureranno.

LA STRUTTURA E FUNZIONE DELLE VALVOLE CARDIACHE

Il cuore e’ una pompa, che spinge il sangue agli organi ed ai tessuti di tutto il corpo. E’ dotato

di quattro camere, due atri (destro e sinistro), a parete sottile e che funzionano come serbatoi,

e due ventricoli (destro e sinistro), a parete piu’ spessa e che eseguono la maggior parte del

lavoro di pompa.

Le due camere destre servono a pompare il sangue ai polmoni, dove viene ossigenato per

poi tornare alla parte sinistra del cuore che lo pompa in tutto il corpo. Le camere sinistre

(soprattutto il ventricolo) sono piu’ spesse e forti di quelle destre.

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Nel cuore ci sono quattro valvole, il cui compito e’ quello di far si’ che il sangue proceda in

un’unica direzione durante la contrazione ed il rilasciamento delle camere cardiache. Le

valvole sono costituite da membrane sottili ma molto resistenti, che si aprono e chiudono ad

ogni ciclo cardico. Il cuore batte circa 100.000 volte al giorno, e quindi le valvole si devono

aprire, richiudere e resistere alla pressione del sangue alcune centinaia di milioni di volte

durante la vita di ogni persona.

Questo diagramma mostra le quattro camere del cuore e la posizione delle valvole. Le frecce

indicano la direzione del sangue.

Il sangue venoso, che dopo aver circolato nel corpo ha ceduto ossigeno e si e’ caricato di

anidride carbonica, ritorna nell’atrio destro. Da qui, attraverso la valvola tricuspide passa nel

ventricolo destro che lo pompa nell’arteria polmonare (attraverso la valvola polmonare) e

quindi ai polmoni. Dopo essersi riossigenato e liberato dell’anidride carbonica nei polmoni il

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sangue giunge nell’atrio sinistro, attraversa la valvola mitrale e giunge nel ventricolo sinistro.

Infine viene pompato attraverso la valvola aortica nell’arteria aorta che, attraverso le sue

diramazioni, lo distribuisce a tutto il corpo

LE MALATTIE DELLE VALVOLE CARDIACHE

Puo’ accadere che una o piu’ valvole del cuore non funzionino come dovrebbero; questo puo’

essere dovuto a diverse cause.

Una valvola puo’ essere strutturalmente anormale fin dalla nascita, e necessitare di

riparazione subito (in caso di malformazione grave). Un difetto valvolare minore invece puo’

passare misconosciuto per molto tempo, ma infine provocare nella valvola un indebolimento

tale da richiedere la sostituzione o riparazione della valvola piu’ avanti negli anni.

Malattie come la febbre reumatica, o infezioni batteriche possono colpire le valvole causando

cicatrici o la distruzione totale delle valvole stesse (come ad esempio nell’endocardite

batterica acuta). Lo stesso processo di invecchiamento puo’ causare indurimento e

calcificazione dei foglietti valvolari, o anche la loro rottura, a causa dell’enorme numero di

volte che una valvola deve aprirsi e chiudersi durante il ciclo vitale.

Le valvole aortica e mitralica sono le piu’ frequentemente colpite dai processi degenerativi,

mentre la valvola tricuspide puo’ essere danneggiata da un anormale aumento di pressione

causato dalla disfunzione di altre valvole. Piu’ raramente, anche la valvola polmonare puo’

degenerare, anche se in genere questo accade in conseguenza di una anomalia gia’

presente alla nascita.

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Quando una valvola si inspessisce ed indurisce a causa di qualche malattia, la valvola cessa

di aprirsi in modo corretto ed il sangue fatica a passare. Questo fenomeno prende il nome di

STENOSI. Quando invece una valvola si indebolisce ed i suoi foglietti vengono stirati,

potrebbe non chiudersi piu’ correttamente ed il sangue che l’ha attraversata tende a ritornare

indietro. Questo fenomeno viene definito INSUFFICIENZA o RIGURGITO valvolare.

Tutti i tipi di disfunzione valvolare aumentano di molto il carico lavorativo del cuore, che tende

a dilatarsi per compensare. Quando il cuore non riesce piu’ a funzionare correttamente

subentra lo scompenso cardiaco, ed infine un danno irreversibile al muscolo cardiaco.

LA CORREZIONE DELLE DISFUNZIONI VALVOLARI.

Alcune persone con valvole malate possono vivere una vita quasi normale, sotto attenta

supervisione medica. Altre, con disfunzioni piu’ gravi, hanno bisogno di essere operate. In

alcuni casi il chirurgo riesce a riparare una valvola danneggiata, in altri casi la valvola deve

essere sostituita. Ogni caso e’ differente dagli altri, e le opzioni piu’ adatte devono essere

discusse tra il paziente ed il chirurgo che dovra’ effettuare l’intervento.

1. INTERVENTI DI RIPARAZIONE VALVOLARE

La stenosi valvolare si crea quando le cuspidi o foglietti valvolari si inspessiscono e si

fondono tra loro negli angoli in cui si toccano (commissure). Separando col bisturi le due parti

fuse tra di loro si puo’ ridurre la stenosi e permettere ai foglietti di muoversi piu’ liberamente.

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L’insufficienza (o rigurgito) valvolare puo’ essere causata

dall’indebolimento o allungamento dei foglietti valvolari o delle corde tendinee, cioe’ i filamenti

che ne determinano la liberta’ di movimento. Il bordo dei lembi che normalmente devono

combaciare viene spostato, la valvola non chiude piu’ correttamente ed il sangue sfugge

all’indietro. Il rigurgito stesso del sangue fa ulteriormente progredire la disfunzione valvolare

causandone la dilatazione; diventa quindi necessario restaurare chirurgicamente i corretti

rapporti tra le diverse componenti della valvola. Per far questo puo’ essere necessario

asportare il tessuto in eccesso, oppure accorciare le corde tendinee, oppure ancora stringere

l’anello valvolare rinforzandolo con anelli di supporto.

Questa figura mostra una valvola riparata dopo asportazione della parte centrale del lembo

posteriore e con anello di rinforzo che sta per essere suturato all'annulus valvolare.

2. INTERVENTI DI SOSTITUZIONE VALVOLARE

Quando una valvola e’ talmente danneggiata da non essere riparabile, e’ necessario

sostituirla. La vecchia valvola viene quindi rimossa e la nuova valvola artificiale viene

saldamente ancorata al suo posto con una serie di punti di sutura.

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Vi sono diversi tipi di valvole a disposizione del chirurgo, anche se principalmente tutte

possono essere classificate in due grandi categorie: valvole biologiche (fatte di tessuti

naturali) e valvole meccaniche (fatte di materiali artificiali).

Alcune valvole biologiche vengono confezionate usando valvole cardiache di animali trattate

con sostanze chimiche particolari. Sono montate su di un supporto coperto con una stoffa

speciale che viene usata per passarvi

punti di sutura. Altre valvole sono prive del supporto e vengono suturate direttamente ai

tessuti del paziente (valvole stentless), altre ancora sono prelevate da cadavere umano,

congelate e conservate a bassissima temperatura (homograft); quando devono essere

impiantate vengono scongelate, modellate secondo il metodo di impianto scelto ed infine

suturate direttamente sui tessuti del paziente.

Una valvola biologica ha il vantaggio di essere molto simile alla valvola naturale, e questo fa

si’ che vengano ben tollerate nel corpo umano, senza bisogno di particolari terapie; lo

svantaggio e’ che in genere la loro durata nel tempo e’ limitata, poiche’ si tratta di tessuti

biologici non vitali.

Le valvole meccaniche sono costruite con materiali particolarmente duri e resistenti (carbonio,

leghe metalliche speciali), circondati da un anello di stoffa che viene usato per passare i punti

di sutura.

Nel corso degli anni sono stati progettati molti tipi di valvole, da quelle a ‘palla ingabbiata’ a

quelle a disco oscillante ed infine a quelle a doppio semidisco (bi-leaflet). Al giorno d’oggi le

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valvole a palla vengono impiegate molto raramente.

Il vantaggio delle valvole meccaniche e’ la loro durata (praticamente illimitata), dovuta alla

durezza dei materiale che le compongono. Lo svantaggio principale e’ dato dalla necessita’ di

assumere per tutta la vita una terapia anticoagulante, poiche’ i materiali artificiali causano la

tendenza del sangue a formare dei coaguli che porterebbero al blocco della protesi valvolare.

L’effetto della terapia anticoagulante deve essere controllato con regolarita’ tramite un esame

del sangue.

Molti fattori devono essere presi in considerazione nella scelta del tipo di valvola piu’ adatto

ad un particolare paziente: l’eta’ ed il sesso del paziente, il tipo di malattia che ha causato la

disfunzione valvolare, le dimensioni della valvola da sostituire e la capacita’ del paziente di

seguire con attenzione la terapia anticoagulante, nonche’ i desideri del paziente stesso.

PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO

Una corretta e completa informazione riguardante le fasi dell’intervento ed il periodo

postoperatorio e’ importante per ridurre l’ansieta’ ed il timore che naturalmente si associano

all’idea di un intervento chirurgico al cuore.

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Le spiegazioni date dai medici e la possibilita’ del paziente di fare domande e di esprimere le

proprie incertezze sono considerate parti fondamentali della preparazione preoperatoria.

Tratteremo qui in linea generale gli eventi che caratterizzanno l’intervento e la degenza

postoperatoria. Poiche’ vi possono essere delle differenze tra diversi Ospedali, e’ comunque

necessario ottenere informazioni specifiche riguardo il Vostro caso dai membri della equipe

che si prendera’ cura di Voi.

1. PRIMA DELL’INTERVENTO

RICOVERO: Avviene generalmente il giorno prima dell’intervento (o dell’eventuale

coronarografia che a sua volta precede di uno o due giorni l’intervento), allo scopo di eseguire

gli esami di routine, la preparazione fisica (depilazione, doccia disinfettante), e di dare le

ultime istruzioni e spiegazioni.

VISITA: sarete visitati dal chirurgo e dall’anestesista che Vi spiegheranno i dettagli

dell’intervento e dei momenti precedenti e seguenti (fase di risveglio e Terapia Intensiva).

Questo e’ il momento buono per fare domande ed esprimere eventuali dubbi o richieste di

chiarimenti.

PREPARAZIONE: verrete istruiti su come eseguire gli esercizi di fisioterapia respiratoria: Vi

verra’ consegnato uno strumento di plastica contenente tre palline colorate ed un boccaglio

(spirometro): aspirando con forza dal boccaglio le palline si alzeranno e daranno un’idea della

Vostra forza inspiratoria. Verranno poi eseguiti dei prelievi di sangue, un elettrocardiogramma

ed una radiografia del torace. Potrebbero anche venire eseguiti degli altri test (tipo

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ecocardiogramma, o prove di funzionalita’ respiratoria, o altro, se necessario).

Il Centro Trasfusionale preparera’ delle sacche di sangue che verranno utilizzate solo se

necessario.

2. L’INTERVENTO

Prima di essere trasportati in Sala Operatoria, Vi verra’ richiesto di togliere anelli, gioielli,

occhiali, protesi dentarie, lenti a contatto e di consegnarli ai Vostri familiari. Vi verranno

somministrati dei farmaci (pre-anestesia) che aiuteranno a diminuire l'ansieta’; la zona del

torace sara’ lavata e spugnata con una soluzione disinfettante.

Verrete quindi trasportati in Sala Operatoria su un lettino a rotelle. A questo punto verra’

inserito un catetere in una vena del braccio, attraverso cui verra’ somministrata l’anestesia.

Probabilmente, dopo il risveglio non vi ricorderete di queste fasi, in quanto i farmaci anestetici

producono una amnesia (cioe’ una perdita dei ricordi) delle fasi che circondano l’intervento

stesso.

L’intervento durera’ 3-4 ore, a seconda della complessita’ dello stesso. Alla fine, il chirurgo

andra’ a dare notizie ai familiari nella sala d’attesa.

3. DOPO L’INTERVENTO

Immediatamente dopo la fine dell’operazione verrete trasferiti nel reparto di Terapia Intensiva

e collegati agli apparecchi per il monitoraggio delle funzioni vitali e ad un respiratore

meccanico. Personale infermieristico e medico sara’ presente continuamente e Vi assistera’

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nelle fasi del risveglio e dello svezzamento dal respiratore.

Generalmente familiari e parenti non sono ammessi nel reparto di Terapia Intensiva.

Eccezioni vengono fatte solo per i familiari di pazienti la cui degenza in Terapia Intensiva si

prolunghi oltre le normali 24-48 ore.

Il risveglio avverra’ dopo circa 2-6 ore dalla fine dell’intervento (il tempo varia da persona a

persona). E’ possibile avere l’impressione di sentire e vedere ma di non riuscire a muoversi,

questa e’ una cosa normale nelle prime fasi del risveglio, e sara’ presto seguita dalla ripresa

della capacita’ motoria.

Subito dopo il risveglio Vi renderete conto che non potrete parlare, questo per la presenza del

tubo endotracheale che Vi vollega al respiratore. Il personale sara’ in grado di comunicare e

di comprendere comunque le Vostre richieste e necessita’. Non appena avrete riacquistato la

piena capacita’ motoria, verrete incoraggiati a respirare autonomamente, e quando la Vostra

capacita’ di respirare di nuovo da soli sara’ giudicata adeguata, il ventilatore sara’ scollegato

ed il tubo endotracheale sara’ rimosso.

Il reparto di Terapia Intensiva e’ sempre in attivita’, le luci sono sempre accese ed e’ facile

perdere la nozione del tempo e non riuscire a riposare bene; e’ comunque una fase di breve

durata.

Dopo il risveglio Vi renderete conto di essere collegati a numerosi fili, tubicini e cateteri, che

sono utilizzati per il monitoraggio, per le infusioni dei farmaci e per il drenaggio dell’incisione

chirurgica. Nella zona dell’incisione avvertirete un senso di fastidio attutito, e’ anche normale

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avvertire del dolore alla schiena (da stiramento delle giunzioni costovertebrali). Un sondino

nasogastrico evitera’ allo stomaco di riempirsi di succhi gastrici e di aria e Vi proteggera’ da

nausea e vomito. La sensazione di sete che proverete nelle prime ore e’ in parte dovuta

all’anestesia e Vi verra’ permesso di inumidire le labbra, ma non di bere (per evitare di inalare

liquido in trachea in seguito alla parziale, temporanea inefficienza dei riflessi faringei). Un

catetere vescicale provvedera’ a drenare l’urina, e la sensazione di stimolo del bisogno di

urinare e’ data dalla sua presenza.

Vi verra’ riconsegnato lo spirometro e sarete incoraggiati ad usarlo con regolarita’ fino a

riacquistare la forza inspiratoria che avevate prima dell’intervento.

Entro 24 ore dalla fine dell’intervento, parecchi fili e tubicini saranno rimossi, verrete stimolati

a muovervi, ad esercitare il respiro ed anche ad alzarvi in piedi. Questo precedera’ di poco la

rimozione dei drenaggi ed il Vostro trasferimento in reparto di degenza.

LA DEGENZA POSTOPERATORIA

1. DOLORE POSTOPERATORIO

L’incisione chirurgica causera’ una dolenzia sorda e diffusa allo sterno ed alla colonna

vertebrale, che si acutizzera’ con i colpi di tosse e con gli esercizi respiratori. Il dolore non e’

in genere forte, e comunque Vi verranno somministrati farmaci antidolorifici secondo il

bisogno individuale. La maggior parte dei pazienti tende ad assumere una postura

‘racchiusa’, come per proteggere l’incisione, ed a respirare superficialmente. E’ invece

importante, per favorire la corretta ripresa della funzione respiratoria, mantenere una postura

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eretta e respirare a fondo.

2. FISIOTERAPIA RESPIRATORIA

Dopo tutti gli interventi di cardiochirurgia, vi e’ una tendenza alla raccolta di fluido attorno ai

polmoni e ad un aumento temporaneo delle secrezioni bronchiali. Gli esercizi di fisioterapia

respiratoria rappresentano una tappa fondamentale del processo di guarigione, e la

collaborazione attiva del paziente e’ molto importante.

Respiri profondi e colpi di tosse efficaci sono il modo migliore per ri-espandere i polmoni e

ridurre l’accumulo di liquidi, anche con l’aiuto di farmaci eventualmente somministrati via

aerosol.

3. MOBILIZZAZIONE

La mobilizzazione precoce e’ molto importante per il recupero del tono muscolare. Gia’ alcune

ore dopo l’estubazione verrete stimolati a muovervi nel letto e a sedervi diritti. Il giorno dopo

l’intervento verrete aiutati ad alzarvi in piedi. Il programma di esercizio fisico tendera’ ad

aumentare giornalmente, anche in considerazione della capacita’ di recupero di ogni singola

persona, fino alla completa indipendenza.

4. ALIMENTAZIONE

In genere ricomincerete a bere il giorno dopo l’intervento. La progressione ad una dieta

semisolida e poi solida e’ rapida. Il cibo nei primi giorni sara’ carente in sale.

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L’appetito sara’ generalmente scarso per alcuni giorni, per il resto la scelta del cibo sara’

lasciata al paziente. Un apporto nutritizio adeguato e’ comunque molto importante per una

rapida e completa guarigione.

5. ALTRI ASPETTI DELLA DEGENZA POSTOPERATORIA.

A molti pazienti verranno fatte indossare calze elastiche, che aiuteranno a prevenire gonfiore

alle gambe e stasi circolatoria. La medicazione alle ferite chirurgiche verra’ cambiata

quotidianamente, e a partire dalla terza

o quarta giornata le ferite saranno lasciate esposte all’aria. I tubi di drenaggio verranno sfilati

dopo due giorni dall’intervento ed i fili di pacemaker temporanei verranno rimossi il giorno

precedente la dimissione. Queste piccole procedure in genere non causano alcun dolore. Vi

potranno essere alcuni punti di sutura esterni che potranno essere rimossi dopo una decina di

giorni dalla dimissione dal Vostro medico curante.

Dopo 4 o 5 giorni potrete fare la prima doccia con l’aiuto del personale infermieristico.

Ogni giorno vi sentirete piu’ in forze e in migliori condizioni generali, anche se sono possibili

alcune giornate ‘no’ (che sono assolutamente normali e non devono destare

preoccupazione).

La degenza media postoperatoria varia tra 7 e 10 giorni.

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RITORNO A CASA

E’ normale sentirsi un po’ preoccupati al pensiero di ritornare a casa e abbandonare il senso

di sicurezza che l’ospedale da’ (questo vale anche per i familiari).

Anche per questo motivo a molti pazienti viene consigliato un periodo di riabilitazione in un

Centro specializzato, dove continuerete la guarigione fino a riacquistare la tranquillita’ e la

sicurezza di movimento.

Alla dimissione potrete andare a casa in automobile, guidata da un amico o da un parente.

Una volta a casa, e’ importante cercare di rientrare subito nella normale routine quotidiana,

soprattutto evitando di rimanere tutto il giorno in pigiama o peggio ancora a letto. Il recupero

delle forze e’ direttamente proporzionale al livello di attivita’ fisica cui Vi sottoporrete. E’

normale desiderare di fare un sonnellino nel pomeriggio. Tenete presente che il processo di

guarigione potra’ richiedere fino a due mesi per completarsi, e durante questo periodo

l’organismo utilizza a questo scopo la maggior parte delle enegie disponibili. Cercate di

arrivare alla sera stanchi, questo vi aiutera’ a riacquistare un normale ciclo di sonno e veglia.

Controllate il peso regolarmente, in genere noterete una perdita di peso fino a circa tre

settimane dopo l’intervento. Un aumento di peso superiore a due chili in pochi giorni potrebbe

indicare un accumulo di liquidi nell’organismo e deve essere riportato al vostro medico

curante.

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1. COSE DA FARE E DA EVITARE

Non guidate per circa sei settimane dopo l’intervento, per permettere allo sterno di risaldarsi;

durante questo periodo fatevi accompagnare durante i viaggi da un guidatore.

Salire e scendere le scale e’ un ottimo esercizio, attenzione a non cadere, fatevi

accompagnare all’inizio se non e’ presente un corrimano. Non spingete, tirate o sollevate

oggetti pesanti o mobili. Le visite di parenti ed amici non rappresentano un problema, e’

saggia cosa evitare luoghi pubblici affollati per un certo periodo per evitare spintoni o contagi

di malattie stagionali.

2. VISITE DI CONTROLLO

Alla dimissione Vi verra’ detto quando presentarvi per una visita di controllo e quali esami

portare. Nel frattempo, dopo qualche giorno dal vostro ritorno a casa, e’ opportuno che

contattiate il Vostro medico curante per informarlo dell’intervento e delle Vostre condizioni.

3. DIETA ED ESERCIZIO FISICO

Una nutrizione corretta e’ molto importante per la vostra guarigione. Evitate l’eccesso di sale i

cibi grassi e date la preferenza ad alimenti leggeri e nutrienti.

Anche l’esercizio, iniziando dal semplice passeggiare, favorisce il recupero ed aiuta a

mantenere il peso e la pressione sotto controllo. Nell’arco di 4-6 settimane dovreste essere in

grado di camminare per 3-5 chilometri al giorno a passo sostenuto. L’attivita’ sessuale non e’

controindicata durante la convalescenza, facendo attenzione a non fare sforzi intensi con gli

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arti superiori e a non applicare pressione sul torace.

4. RITORNO AL LAVORO E GUIDA

In media il periodo di convalescenza dopo l’intervento dura da 4 a 6 settimane, tempo

necessario per il consolidamento della frattura dello sterno.

Pazienti con un lavoro che non coinvolge sforzi con gli arti superiori possono ritornare al

lavoro, con impegno progressivamente crescente, circa 4 settimane dopo l’intervento.

Chi deve utilizzare gli arti superiori per lavori pesanti puo’ necessitare fino a tre mesi per il

completo recupero di solidita’ dello sterno. Il Vostro medico vi consigliera’ sul tempo di

recupero opportuno.

Lo stesso vale per la guida, in genere si raccomanda di attendere almeno sei settimane.

SEGNALI D’ALLARME

Anche se raramente, vi possono essere delle complicanze legate all’intervento ed alle valvole

anche dopo il ritorno a casa.

I seguenti segni e sintomi richiedono di avvisare immediatamente il vostro medico, il

cardiologo o l’ospedale dove siete stati operati (o un pronto soccorso vicino a casa):

1. Dolore acuto al torace o senso di oppressione di durate superiore ad un paio di minuti.

2. Improvvisa, severa difficolta’ di respiro.

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3. Cecita’ temporanea ad un occhio o sensazione di una tenda grigia davanti ad un

occhio.

4. Debolezza, insensibilita’ o incapacita’ a muovere un arto o a parlare correttamente.

5. Aumento di peso rapido ed ingiustificato, gonfiore marcato alle caviglie.

6. Febbre persistente, brividi, sudorazione fredda, colorito bluastro delle labbra e/o delle

estremita’.

7. Perdite di coscienza anche se di breve durata.

8. Palpitazioni, sensazioni di tachicardia improvvisa, scomparsa del normale ticchettio di

apertura e chiusura di una eventuale protesi valvolare meccanica.

In presenza di uno o piu’ di questi segni e sintomi chiamate il vostro medico senza esitazione,

e senza preoccuparvi di disturbare. E’ utile portare con Voi il numero telefonico dell’ospedale

dove siete stati operati o, se questo e’ distante, il numero di altri centri cardiochirurgici piu’

vicini, ed il numero del vostro medico curante. Assicuratevi che questi numeri siano noti

anche ai Vostri familiari ed eventualmente colleghi.

FARMACI

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Assumete solo i farmaci prescritti; questi possono essere diversi da quelli che assumevate

prima dell’intervento. Anche farmaci generici, come l’aspirina, non devono essere assunti se

non prescritti da un medico.

1. ANTICOAGULANTI

La maggior parte dei pazienti che hanno subito un intervento di riparazione o sostituzione

valvolare vengono istruiti ad assumere farmaci anticoagulanti, alcuni per un breve periodo

(circa 3 mesi), altri per tutta la vita.

Questi farmaci servono ad evitare che il sangue, in contatto con la struttura della protesi

valvolare, tenga a coagulare, bloccandone il funzionamento. Il dosaggio di questi farmaci e’

molto critico, e deve essere monitorato con frequenza e scrupolosita’ tramite un esame del

sangue. Una dose eccessiva di farmaco anticoagulante predispone al rischio di emorragie,

mentre una dose insufficiente non protegge dalla possibilita’ che il sangue coaguli a contatto

con le valvole artificiali.

Nei primi giorni il dosaggio di questo farmaco viene monitorato con un esame del sangue

eseguito quotidianamente; dopo la dimissione la frequenza dei controlli puo’ essere

gradualmente diradata, fino ad arrivare ad un prelievo ogni 3-4 settimane se i valori

precedenti si sono mostrati abbastanza stabili. E’ molto importante seguire le

raccomandazioni scrupolosamente, ed assumere la dose di anticoagulante piu’ o meno alla

stessa ora tutti i giorni. Improvvisi cambiamenti nel tipo di dieta o nei farmaci che si assumono

possono provocare variazioni della attivita’ dei farmaci anticoagulanti tali da richiedere un

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cambiamento di dosaggio.

2. ANTIBIOTICI

Ricordatevi di avvisare i dentisti o altri medici che devono eseguire piccole procedure su di

Voi della Vostra condizione di portatore di protesi valvolare cardiaca. E’ di fondamentale

importanza che prima e dopo qualsiasi procedura in grado di causare sanguinamento (anche

la semplice rimozione del tartaro) al Paziente venga somministrata una dose di antibiotico.

Infatti queste procedure possono causare il passaggio di batteri nel sangue e da qui il loro

annidamento nella protesi causandone l’infezione. Questa infezione, chiamata endocardite, e’

molto grave e richiede la sostituzione della valvola infetta. Inoltre il dentista (o altro

specialista) deve anche essere informato del fatto che assumete farmaci anticoagulanti, cosi’

da potersi preparare ad affrontare una eventuale emorragia.

IN CONCLUSIONE

Vivere con una valvola cardiaca malata e’ molto limitante. La maggior parte dei pazienti

operati di riparazione o sostituzione valvolare godono di una qualita’ di vita molto migliore

rispetto a prima dell’intervento.

Dopo l’intervento, Vi potete aspettare di notare miglioramenti fino a circa sei mesi

dall’operazione. In alcuni casi questo processo di continuo miglioramento dura fino ad un

anno. Ricordatevi che la qualita’ della vita dipendera’ molto anche dalla vostra capacita’ di

seguire le raccomandazioni del medico, di aderire scrupolosamente alle terapie indicatevi ed

al tempo dedicato all’esercizio fisico.

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Ogni 6 mesi od un anno e’ opportuno sottoporsi ad un controllo cardiologico completo, come

consigliatovi dallo specialista; la dieta deve essere nutriente, leggera e varia: se fumate,

smettete: abbiate pronto un piano per affrontare eventuali emergenze.

Per ulteriori informazioni, contattate il Vostro medico curante, il Vostro cardiologo di

riferimento o il cardiochirurgo che Vi ha operato.