Intervista a Lorena Cecchini di ISPRA TV

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Master in La scienza nella pratica giornalistica SAPIENZA Università di Roma Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Master in La scienza nella pratica giornalistica A.A. 2013/2014 La scienza in video al tempo della rete Masterizzando Paola Vaccaro Docente guida Correlatore Prof. Pietro Greco Dr. Mario Tozzi Direttore Prof. Isabella Saggio Pag. 1

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Master in La scienza nella pratica giornalistica

SAPIENZA Università di Roma

Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Master in

La scienza nella pratica giornalistica

A.A. 2013/2014

La scienza in video al tempo della rete

Masterizzando Paola Vaccaro

Docente guida Correlatore Prof. Pietro Greco Dr. Mario Tozzi

Direttore Prof. Isabella Saggio

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Paola Vaccaro

Capitolo IV: La TV par tecipata all’ISPRA

ISPRA TV è la web tv dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale.

Nata in via sperimentale nel 2009 come canale YouTube, è ora una piattaforma istituzionale ad hoc, su cui vengono caricati video visibili su PC e su tutti i dispositivi mobili di ultima generazione.

Gli obiettivi sono: informare, far conoscere, destare interesse sui temi ambientali e sugli aspetti connessi: cultura, società, integrazione, idee, pensieri, progetti, reti.

Finora sono stati inseriti più di 300 video (interviste, servizi di approfondimento e documentari) realizzati interamente dalla redazione, composta da giornalisti e film maker specializzati nella divulgazione scientifica.

Nel tempo, sono stati inventati e progettati canali e contenitori innovativi, con un’attenzione particolare alla dimensione creativa, emotiva e di partecipazione attiva del pubblico.

Gli ultimi nati sono: GAIA, acronimo di Green Artist in Action, uno

spazio in cui ricerca, ambiente, istituzioni, arte, cultura, espressività si ritrovano in un mix inedito. Interviste ad artisti che realizzano le loro opere usando materiale di riciclo o altro per lanciare un messaggio a favore del rispetto e della tutela dell’Ambiente;

ISPR@ tiVà, uno spazio aperto alla partecipazione degli utenti, che possono inviare alla redazione video e

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fotografie su specifiche tematiche ambientali, di volta in volta indicate. Una forma di citizen journalism, in linea con le direttive europee in materia di e-participation. Con un’attenzione particolare alle nuove generazioni, studenti di scuole e Università;

“Network”, uno spazio aperto al Crossing TV, alla rete con altre attività istituzionali che vorranno condividere link, contenuti e progetti video;

“NOI”, uno spazio che ospita video dedicati alle attività dell’ISPRA: ricerche, progetti, studi, eventi, brevi spot, interviste che guidano alla scoperta del lavoro quotidiano e scientifico dell’Istituto.

I canali Ricerca – VideoSpot – Ispra Young contengono rispettivamente: storie e attività di scienza e ricerca che si distinguono per eccellenza a livello nazionale ed europeo; l’ambiente raccontato attraverso spot realizzati in un linguaggio efficace, diretto e creativo; video mirati a sollecitare l’interesse e il rispetto dell’ambiente per un pubblico prevalentemente giovanile.

Il Magazine è lo spazio news, con articoli e approfondimenti su iniziative ed eventi ambientali.

L’esperienza di Ispra Tv è un ottimo esempio di come il modo di comunicare non solo stia cambiando, ma di come questo cambiamento sia fondamentale e necessario per ottenere risultati soddisfacenti e una partecipazione attiva di tutti i pubblici coinvolti. Occorre rivalutare i media classici, non eliminandoli, ma semmai fornendoli di un’elevata dose di innovazione e integrandoli con le nuove risorse e le nuove opportunità

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che il mondo di internet e le più recenti tecnologie mettono a disposizione [Sacchi, 2014].

Lorena Cecchini, Responsabile della Redazione di IspraTV, ci racconta la sua esperienza.

Nel trattare di temi ambientali, quali sono i vantaggi di una web TV rispetto a un canale televisivo classico, e quali gli svantaggi?

Non mi risulta che in Italia ci sia un canale televisivo ad hoc di informazione esclusivamente rivolta ai temi ambientali. Invece per quanto riguarda il web, sarà un caso, ma facendo una ricerca Google con le parole “canale televisivo ambientale”, come primo risultato mi appare: “Ispra tv la prima web tv istituzionale dedicata all’ambiente…”.

Credo che la discussione ormai in atto da anni su media e contenuti stia trovando, proprio grazie al mezzo che l’ha generata - la rete internet - una soluzione esplicativa. Non voglio risponderle banalmente, citandole la troppo abusata e interpretata espressione del più famoso sociologo canadese, ovvero, dirle che “il medium è il messaggio”, e che dottrinalmente ogni medium andrebbe studiato in base ai criteri strutturali attraverso i quali organizza la comunicazione; e neanche usare l’arroganza di confutare quanto studiosi della c o mu n i c a z i o n e h a n n o s a g g i a m e n t e s a p u t o “diagnosticare” in materia. Però, nella mia esperienza pratica di addetta alla comunicazione e di giornalista, e dal mio personale punto di osservazione come cittadina, credo che oggi la differenza la faccia il fatto che siamo di

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fronte a un “grande medium” che è la tecnologia smart, che opera una sorta di convergenza tecnologica tra il mondo della rete e quello tele-visivo. Quindi, in sintesi, parlare di web tv o di televisione, nel contesto delineato, (del mezzo) non ha alcun significato. Piuttosto rimane importante parlare di contenuti.

Avete notato un’evoluzione nel tempo del pubblico dei vostri canali? Avete dei dati sull’andamento nel tempo delle visualizzazioni? Sulle fasce d’età del pubblico?

L’uso di un media piuttosto che un altro ha a che fare generalmente anche con i gusti, le abitudini, le esigenze e le competenze delle varie tipologie di utenti. Nel nostro format abbiamo cercato di inserire canali differenziati tra loro, pur riconducibili comunque al settore della ricerca e dell’ambiente proprio per cercare di coinvolgere pubblici diversi da quelli dei soliti addetti ai lavori, che trovano forse più spazio di informazione sul portale istituzionale dell’Ente. Questo interesse al coinvolgimento di nuovi possibili bacini di utenza ci ha spinto a individuare delle alternative nell’offerta dei contenuti, rispetto a un primo momento in cui è nata l’iniziativa. Operazione che sottolinea la volontà di interagire con un pubblico sempre più ampio, ma anche di dar voce a chiunque possa fornire un contributo, un richiamo, un messaggio di cultura ambientale e sostenibile in senso lato. Sotto questi auspici è nato infatti il canale GAIA, acronimo di Green Artist in Action, uno spazio in cui Ricerca, Ambiente, Istituzioni, Arte, Cultura, talenti e nuovi punti di vista culturali possono

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trovare espressione, attirare interesse e circolarità nell’informazione, una sorta di mainstream alternativo e anche una sfida, in senso benevolo, all’informazione-comunicazione istituzionale che a volte risulta un po’ algida. Quindi sì, in riferimento alla sua domanda sull’evoluzione numerica in positivo del pubblico la risposta è affermativa, e c’è stato anche un avvicinamento in particolare di ambienti e relativi pubblici giovanili di cui può trovare tracce significative in alcuni servizi sul canale dedicato, Ispra Young. I dati forniti dagli strumenti di media analysis confermano l’evoluzione positiva in termini di visualizzazioni complessive e di cui da quest’anno si è provveduto a lasciare testimonianza nei Report Ufficiali ambientali dell’Ispra nel capitolo dedicato alla comunicazione ambientale.

Il vostro canale tiVà accoglie video realizzati dagli utenti stessi. Quanto è utile l’interattività nell’ambito della divulgazione scientifica?

Più che utile, direi è fondamentalmente necessaria per meritare l’appellativo di “tv partecipata”.

Web tv, social network, blog e tutte le forme in cui si declina il cosiddetto web 2.0 hanno determinato una rivoluzione nel mondo e nel modo della comunicazione con i cittadini, non più fruitori passivi di media e destinatari di informazioni, ma soggetti pronti all’interazione e spesso fornitori essi stessi di contenuti. La partecipazione dei cittadini alla conoscenza scientifica e alle scelte consapevoli che questa imprescindibilmente accompagna, comporta un lavoro di comunicazione a 360° dove la dimensione offline e quella online si integrano

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a vicenda. Non basta aprire tanti siti e piattaforme per la partecipazione aspettando che accada il miracolo della conoscenza, come in un rito propiziatorio. Occorre prima lavorare offline e creare un prodotto da offrire serio, veritiero, utile e comprensibile, e quindi strutturare una strategia di comunicazione che abbia come primo obiettivo il patto di fiducia tra istituzioni e cittadini, quella che gli anglosassoni chiamano “trust”. Solo se le istituzioni riescono ad aprirsi al mondo esterno con un approccio comunicativo alla pari con il cittadino - senza la presunzione di qualsivoglia “potere”, dialogando in modo aperto e costruttivo, rivoluzionando anche le regole della loro comunicazione interna, troppo spesso farraginosa - il patto risulta rafforzato e i cittadini si sentono seguiti e accolti. Questa è la premessa imprescindibile per l’ascolto e la partecipazione.

Cosa avete in cantiere per il futuro? Pensate che il vostro progetto presenti dei margini di miglioramento?

Per fare questo lavoro occorre molta convinzione e passione. Si tratta di un lavoro gratificante, ma non facile, perché comporta una mediazione in tanti sensi, e una responsabilità intellettuale. Occorrono idee chiare e sane dal punto di vista umano e professionale, e volontà di porle in essere. Noi crediamo in questa attività, che amiamo, perché crediamo nell’utilità dell’informazione, della conoscenza in funzione della democrazia, solidarietà e progresso e nei valori che li determinano. È su queste basi che vogliamo migliorare, per dare una ancor maggiore attendibilità e utilità alla nostra attività e

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a quella della Pubblica Amministrazione, che presenta spesso qualche scivolone. Quello dell’attendibilità delle fonti è un problema aperto ancora oggi e, per noi, un’altra sfida da cogliere ogni giorno e gestire appropriatamente.

Giornalisti e comunicatori che come noi di ISPRA TV lavorano nelle istituzioni, hanno due chiavi preziose per svolgere la loro funzione di gate keeping ed agenda setting: il rapporto costante con il mondo scientifico e tecnico e la possibilità di accedere a sistemi di monitoraggio e controllo certificati. Noi ce la mettiamo tutta perché l’utente sia portato a fare una scelta di contenuti “seri” e certificati da parte di un Ente che ha credibilità scientifica, e siamo ben coscienti che tutto si fonda sulla plausibilità conquistata sul campo con quello che si fa e si dice. Se si è credibili, si attireranno cittadini credibili, che esprimeranno opinioni in modo democratico e civile e, aspetto importante, critiche e input costruttivi. Viceversa caos, pessimismo, disorganizzazione, inettitudine, regressione culturale, avrebbero la meglio.

Avete valutato la possibilità di sfruttare l’interattività per realizzare un documentario sulla salute dell’ambiente italiano? A quando un “Italy in a day” sull’ambiente?

Il documentario è un prodotto che ci interessa molto e chiaramente è anche qualcosa di molto impegnativo per i mezzi e le risorse che possediamo, anche se nel 2013 la collega Chiara Bolognini ed io abbiamo tentato con molta fatica (anche fisica), caparbia e passione di

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realizzarne uno per conto del nostro Dipartimento Tutela acque interne e marine, patrocinato dal MIBAC – Direzione Generale per il Cinema, che ci ha anche offerto l’invito, colto al volo, di presentarlo al pubblico presso la loro Sede. Il docureportage si intitola “SUperGIU’ l’ACQUA” e descrive un viaggio itinerante nel nostro meraviglioso Paese alla scoperta di una delle risorse primarie dell’uomo, l’acqua, appunto. È stata una bellissima esperienza di approccio non solo con l’ambiente Italia, ma anche con la gente, dal semplice cittadino agli amministratori locali, ai tecnici e ricercatori. È stato un prodotto apprezzato soprattutto per la semplicità di fruibilità, nonostante si trattino anche temi complessi legati alla gestione della risorsa acqua e anche perché, a detta di molti, fornisce un’idea immediata di un’Italia seria che lavora e crede nei valori che contraddistinguono un Paese di gente capace, onesta e dignitosa.

Per quanto riguarda un “Italy in a day” sull’ambiente siamo in attesa di una proposta da parte di Gabriele Salvatores… Scherzi a parte, continueremo a procedere per step come abbiamo fatto finora; dopotutto c i m u ov i a m o a l l ’ i n t e r n o d i u n a P u b b l i c a Amministrazione, in un contesto in cui la mancata applicazione della legge 150 continua a produrre forti disagi e dove parole come “revisione della spesa” pesano anche sulla nostra attività.

C’è comunque l'idea di realizzare un film su temi ambientali, raccogliendo video inviati dai cittadini, attraverso un concorso lanciato dall’Agenzia Europea per l’ambiente, Ispra e le agenzie per l'ambiente europee che

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vorranno partecipare. L’intento è quello di costruire un film documentario con una selezione dei materiali ottenuti. Un film ispirato al famoso “La vita in un giorno” di Ridley Scott.

E qui mi fermo, citandole Bertrand Russel nella sua celebre frase: “Se non c'è entusiasmo non si riesce a far niente. Se c’è troppo entusiasmo si corre il pericolo di diventare fanatici.”

Nel nostro lavoro, come nella vita in genere, serve equilibrio e misura, ne siamo del tutto consapevoli.

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