Lorena V. Pajalunga - New Italian Books

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Lorena V. PajalungaSwami Pragya Chaksu Saraswati

GIOCAYOGA®

Illustrazioni di Lorenzo TerraneraPoesie di Marisa BrecciaroliFotografie di Davide Ippolito

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INDICE

GIOCAYOGA 9“Una scuola per la vita”

di J. Krishamurti 12Il gioco, sale della vita 16Gli scopi del gioco 16Le motivazioni del gioco 17Il gioco come mediatore dello sviluppo 21

YAMA E NIYAMA - IL RISPETTOPER SÉ E PER L’ALTRO 23Il cerchio e il suo valore simbolico 25Il telegiornale delle buone notizie 26Il bastone parlante 28

A che scopo giochiamo? 31Fase di riscaldamento 31Il gioco del pittore 32Il gioco del batterista rock 34Il ludobus 36

Giochi per favorire l’attenzione 39Il gioco della bomba 40

FORMARE IL GRUPPO… 43Il gioco dell’”io mi chiamo” 44Il gioco degli squali ballerini 46L’autolavaggio 48Lo Zanzarone e l’antidoto dell’abbraccio 50

ALLA RICERCA DI UNACONSAPEVOLEZZA PIÙ SOTTILE 53

Il gioco dello specchio 54Il gioco dello scultore 56

Il gioco del mahout, piccoloconduttore di elefanti 58

Il gioco dello “stop” 59

Ashtanga yoga spiegato ai bambini 60Proposta per i ragazzi:

il disegno del proprio albero. 62

Asana, le posizioni dello yoga 63

GLI ASANA PRINCIPALI 67Vrikshasana 68

Le posizioni che hannoil nome di un animale 69

Matsya-asana - la posizione del pesce 69Bhujanga-asana - la posizione del cobra 69Salabha-asana - La posizione della locusta 70Sarpa-asana - La posizione del serpente 70Kurma-asana - La posizione della tartaruga 70Marjari-asana - La posizione del gatto 71Kaka-asana - La posizione del corvo 71Vyaghra-asana - La posizione della tigre 72Ustra-asana - La posizione del cammello 72Gomukha-asana - La posizione della mucca 73Shashanka-asana - La posizione della lepre 73Simha-asana - La posizione del leone 74Baddha Kona-asana - La posizione della farfalla 74Garuda-asana - La posizione dell’aquila 74

Saluto al sole 75

La serie Rishikesh 80Shava-asana - La posizione del cadavere 80Sarvanga-asana - La candela 80Hala-asana - La posizione dell’aratro 81

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Matsya-asana - La posizione del pesce 81Pashimottana-asana 81La posizione della pinza 81Bhujanga-asana - La posizione del cobra 82Shalabha-asana - La posizione della locusta 82Dhanura-asana - La posizione dell’arco 82Ardha-Matsyendra-asana 83La posizione parziale dello Yogi Matsyendra 83Sirsha-asana - La posizione sulla testa 83Shava-asana - La posizione del cadavere 83Piccole storie per i bambini più piccoli 84

La storia dell’albero triste 84

Posizioni dello yoga da sperimentare 85Vriksha-asana - Albero 85Taglialegna 85Utkata-asana - Sedia 86Sarvanga-asana - Candela 86Dhanur-asana - Cavallo a dondolo 87Dhanur-asana - Arco 87Akarnadhanur-asana - Freccia 87

La storia del piccolo sassolino 88

Posizioni da sperimentare 89Tada-asana - Montagna 89Nataraja-asana - Fulmine 89Garuda-asana - La posizione dell’aquila 90Marjari-asana - La posizione del gatto 90Sassolino che rotola 90Svana-asana - Cane 91Vyaghra-asana - La posizione della tigre 91Simha-asana - La posizione del leone 92Shashanka-asana - Foglia 92Shava-asana - Il corpo che galleggia 92Supta Vajara-asana - Diamante 93Padma-asana - Posizione del loto 93

Lo yoga a coppie 94

PRANAYAMA, il controllocosciente del respiro 97

Per i bambini più piccoli:i giochi del respiro 98

Nadi Sodhana pranayama 99

PRATYAHARA, Il ritiro dei sensi 100Le mudra dell’ascolto 100Meditazione sul cuore 100

DHARANA, la concentrazione 102Trataka - La concentrazione

su un solo punto 102

DHYANA, La meditazione 104Proposte per una pratica

più interiorizzante 104La meditazione camminata 104La meditazione dei sassolini

di Thich Nath Hanh 106La meditazione della stellina 111La meditazione dell’abbraccio 112

GAYATRI MANTRA, il mantra danzato 113

YOGA NIDRA 117

MOMENTO DI CONDIVISIONE FINALE 121Il gioco del passaggio dell’energia 121

Glossario 123

Ringraziamenti 125

Bibliografia 126

Note sull’autrice 127

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IL GIOCO, SALE DELLA VITA

Gli scopi del gioco

regola del “come se”, come nei giochidi finzione (“Facciamo che io ero lamamma e tu eri il papà”), oppure puòtrattarsi di sistemi di regole, ossia diconvenzioni che “governano” il gio-co (non è vero che un alfiere si puòmuovere solo in diagonale su unascacchiera, piuttosto è vero che nelgioco degli scacchi, per convenzio-ne, concediamo all’alfiere solo que-sta direzione di intervento).

La regola base del “come se” per-mette di distinguere nettamente le

Il gioco “nutre” e dà sapore a ognietà della vita. E questo è particolar-mente vero se abbiamo giocatobene, e tanto, nell’infanzia.

Il gioco, anche quando è svolto inmodo apparentemente solitario, in-troduce il bambino e la bambina inuna dimensione culturale e sociale,contribuendo a strutturarne la per-sonalità.

Permette di tradurre in azione, inpensiero, in simbolo il mondo ester-no e il mondo interiore, il significatodelle cose e i segni della cultura incui un bambino o una bambina cre-scono, le tendenze, le paure, i desi-deri irrealizzabili o gli affetti genera-lizzati, così come li definisce Vy-gotskij.

Il gioco è sempre orientato da unpreciso scopo. In nessun altro mo-mento della vita “reale” i bambini,indipendentemente dal sesso, sonocosì prevedibili come nel gioco,quando accettano determinate rego-le per auto delimitazione e auto de-terminazione interiore.

Lo scopo che governa il gioco puòessere più o meno esplicito e consa-pevole, ma viene sempre perseguitocreando una situazione fondata suregole: può trattarsi della semplice

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attività di gioco da quelle della vitareale, e questo vale sia nell’attivitàludica vera e propria, sia nell’attivi-tà ludiforme, che, pur avendo finali-

tà didattiche, viene proposta e ac-colta come se fosse un gioco, congli stessi tratti di lievità, attività, gra-tuità.

Le motivazioni del gioco

Il gioco risponde a precise motiva-zioni, a esigenze di carattere dinami-co, tensioni che sono alla base delcomportamento proprio e altrui,motivazioni base che sostengono,espandono, esaltano le potenzialitàdell’essere umano, in tutte le etàdella vita:

• la comunicazione: il gioco, l’ascoltoattivo e il racconto sono dei potentimediatori per dare cifra educativa ailinguaggi verbali e non verbali (gesti,sonorità, immagini). I linguaggi appre-si e usati sono molteplici, così comei contesti significativi, ossia i micro-sistemi fatti di storie di microscambicon importanti figure di riferimentoe di interazioni con gli altri, con glioggetti e con un ambiente fisico esociale connotato storicamente eculturalmente e contrassegnato daconfini e regole propri. Il gioco, inquanto comunicazione, è strumen-to di socializzazione e di apprendi-mento, costituisce un terreno fertileper coltivare la dimensione cogniti-va, estetica, etico-sociale, esistenzia-le del soggetto in età evolutiva;

• la socialità: il gioco conferisce unaspetto educativo all’incontro, al-l’esigenza di avere rapporti socialipositivi e di misurarsi con la diversi-tà (di genere, di età, di appartenenzaculturale e religiosa, di dotazione per-sonale). Come vedremo, l’osservazio-ne del gioco infantile ci permette diregistrare una serie di risposte socialisempre più mature e collaborative.Le forme di gioco solitario (fatto in-dipendentemente dagli altri bambi-ni, anche se questi stanno lì accan-to) e i comportamenti da spettatore(la semplice osservazione degli altriche giocano) diminuiscono progres-sivamente; il gioco parallelo (il gio-care accanto agli altri, semmai lostesso gioco) si intensifica; inizianopoi a manifestarsi il gioco collabora-tivo e collettivamente organizzato(dove un “progetto di gioco” si co-struisce tramite il contributo ideati-vo ed esecutivo di più bambini) e poiil gioco di squadra;

• il movimento: il gioco permette diimparare a controllare, mantenere ecambiare attivamente la propria po-

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sizione e a espandere la propria cor-poreità e il proprio sé nello spazio. Ilmovimento soddisfa motivazioni co-gnitivo-motorie: di locomozione (lo spo-stamento attivo con o senza attrez-zi); di equilibrio (il movimento e la ca-pacità di reggersi con stabilità); di rit-mo (la combinazione di azioni e ritmiuditivi, visivi, tattili, oppure con oscil-lazioni periodiche di attrezzi ecc.); diautoaffermazione e competizione (la con-ferma o il superamento dei propriprecedenti risultati o di quelli di al-tri, la lotta per l’affermazione, ecc.);

• l’autoaffermazione: il gioco consentedi avere conferme e successo, po-tenziando la capacità di emergereattivamente e di eccellere anche difronte a eventuali ostacoli. La soddi-sfazione dei desideri comporta un cer-to grado di difficoltà, ma viene perse-guita in un clima di fiducia nelle pro-prie possibilità e di incoraggiamento,in cui lo sforzo viene approvato e pre-miato. L’intensità della motivazione in-dividuale è in funzione della probabi-lità soggettiva di successo (tanto neigiochi individuali che in quelli di squa-dra). Una forte motivazione all’auto-affermazione porta l’individuo e il grup-po a cimentarsi con compiti né trop-po facili né troppo difficili, quindi pos-sibili e realizzabili. Per rafforzare la mo-tivazione, nel proporre attività di gio-co e ludiformi – in ambito scolastico,ma anche familiare – bisogna tenere

conto dei risultati che un ragazzo o unasquadra riescono a ottenere (il livelloattuale), per indicare un livello succes-sivo che può essere raggiunto con ildebito aiuto (il livello potenziale);

• la costruzione: il gioco risponde al-l’esigenza di progettare ed eseguireconcretamente qualcosa. La costru-zione avviene attraverso moltepliciprocedimenti: per contiguità, giustap-posizione, incastro, manipolazione,movimento ecc. I due momenti delprogettare e dell’eseguire concreta-mente in età infantile tendono a inte-grarsi in un unico processo. Il più del-le volte, il bambino o la bambinaenunciano verbalmente l’oggetto cheintendono disegnare o costruire; al-tre volte le suggestioni dei materialidisponibili e l’immaginazione trasfor-mano il “progetto” iniziale. In altricasi, soprattutto nella scuola prima-ria, l’imitazione e il realismo infantilehanno il sopravvento. Va comunquesottolineato che la disponibilità di ma-teriali, strumenti, modelli, ambienti e,più in generale, i condizionamenticulturali influiscono in maniera deter-minante, integrandosi con le differentiattitudini e personalità;

• l’esplorazione: il gioco permette diraccogliere e organizzare informazio-ni e di orientarsi nel “mondo”. I com-portamenti esplorativi vengono sti-molati da situazioni incongrue, con-

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flittuali, problematiche, o comunquedifferenti (sul piano percettivo e mo-torio) rispetto alle situazioni abituali.Spesso la soluzione di un problemane apre di nuovi o fa emergere l’esi-genza di ulteriori analisi. La richiestadei “perché” e la conseguente produ-zione di “soluzioni” da parte del bam-bino, anche molto piccolo, corrispon-de al reale piacere provato nello sta-bilire connessioni tra oggetti ed eventisecondo rapporti causali e nell’inte-ragire attivamente con l’ambiente.Nel chiedere all’adulto di raccontaremolte volte la stessa storia rimanen-do fedele alla trama, il bambino nonsolo può esprimere il bisogno di “spe-rimentarsi” di fronte a una determi-nata situazione o paura, ma può an-che dimostrare di possedere struttu-re coerenti e schemi relativamentestabili su cui ancorare la motivazioneesplorativa della novità e del cambia-mento;

• l’avventura: il gioco risponde all’esi-genza di esperire la novità o di perse-guire elevate prestazioni, provando ilpiacere della partecipazione attiva an-che nella tensione emotiva e accet-tando condizioni di conflitto, rischioo azzardo che richiedono impegno esforzo. Nei giochi avventurosi, le strut-ture del reale vengono assimilate adambiti lontani, a contenuti fantastici,mitologici, fiabeschi. Inoltre, il carat-tere ludico e reversibile che contraddi-

stingue il gioco permette di modifica-re a piacere il livello di rischio reale ofantastico, ponendo al riparo da gros-se frustrazioni in caso di scacco. In-fatti, qualora la situazione si rivelasseeccessivamente pericolosa, è semprepossibile il ritorno su un altro piano direaltà. I giochi avventurosi nell’ado-lescenza si colorano anche di parti-colari aspetti di critica e di sfida deitabù sociali;

• la fantasia e l’immaginazione: il gio-co conferisce cifra educativa all’esi-genza di configurare e trasfigurare og-getti, relazioni, eventi. Da un puntodi vista fenomenologico, possiamodire che la fantasia si manifesta inquelle situazioni di dormiveglia o direlativa quiete in cui il soggetto è as-sorto, ma anche quando il soggetto,pur svolgendo un’attività (cammina-re, guidare l’auto, leggere), se neestrania in parte per fantasticare. Daun punto di vista psicoanalitico, ciòche determinerà le caratteristichepsicologiche di un individuo è la na-tura delle sue fantasie inconsce, in-sieme alla loro relazione con la real-tà esterna. Secondo l’approccio sto-rico, culturale e cognitivista di Vy-gotskij, l’immaginazione è la combi-nazione in forme nuove di elementiprovenienti dall’esperienza, elementiche acquistano una nuova configu-razione propriamente mentale, cheattraverso il gioco può confrontarsi

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e agire come una nuova forza attivae innovativa sulla realtà esterna (esulla sua rappresentazione mentale).Il gioco, quindi, funge da mediatorein un duplice viaggio: da un lato ilconfronto-scontro dell’immaginazio-ne con la realtà, dall’altro il passag-gio dall’immaginazione all’azione lu-dica dell’individuo sulla realtà. Nelviaggio di andata possiamo definirel’immaginazione un “gioco senzaazione” (o anche un “gioco menta-le”), mentre nel viaggio di ritorno (dovele combinazioni mentali agiscononella realtà) il gioco può essere defi-nito “immaginazione in azione”.Sono idonei alle attività di fantasiaquei contesti che permettono espe-rienze di separazione, silenzio, iso-lamento, inattività o attività mono-tona; mentre sono sicuramente adat-ti a nutrire l’immaginazione e la cre-atività i contesti ricchi di sollecita-zioni culturali e sociali, che fornisco-no dati percettivi reali su cui inne-stare giochi di ruolo, drammatizza-zioni, travestimenti e che attivanogiochi mentali e progetti di comuni-cazione-espressione per analogia eper contrasto. Ovviamente, possia-mo pensare a strutture flessibili,

aperte e democratiche, che lascianospazio per “mettere in circolo” l’im-maginazione sotto forma di progettie processi di gioco. Queste motiva-zioni alla base dell’attività ludicasono, molto frequentemente, depri-vate e impoverite da un uso non se-lettivo del medium televisivo, da for-me ferree (o assenti) di controllo,orientamento e repressione da par-te dell’adulto e, in generale, da con-testi di vita quotidiana intessuti di si-lenzio/rumore (chiusi all’ascolto/comuni-cazione), di solitudine (poveri di possi-bilità di scambio relazionale con coeta-nei e non), di immobilità/fissità (preclusial movimento), di autoritarismo-dipenden-za e/o di permissivismo-abbandono (ca-renti di coerenze e di spazi per esercitarel’autoaffermazione e l’autonomia), di gio-chi altamente strutturati e di una vita quo-tidiana sotto-vuoto e sotto l’ombrello tele-visivo (incapaci di promuovere la co-struzione), di eccesso e/o carenza di regolee confini (incapaci di permettere-pro-vocare l’esplorazione), di eccesso e/o ca-renza di impegno-sforzo-sfida (incapaci diattivare-provocare il piacere dell’av-ventura), di stereotipia (incapaci di la-sciare spazio alla fantasia e all’imma-ginazione).

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IL CERCHIO E IL SUO VALORE SIMBOLICOLe mie lezioni di Giocayoga cominciano sempre in cerchio, perché laforma del cerchio ci rimanda all’archetipo del codice dei segnali ma-terni.

La simbologia del cerchio è presente in tutte le culture che conser-vano un’impronta patriarcale. Non è casuale che, presso gli indianid’America, la “Nazione pellerossa” ritenesse che la propria forza na-scesse dalla consapevolezza di appartenere a un cerchio sacro:

“Avete osservato che tutto ciò che un indiano fa è un circolo e tutto cercadi essere rotondo?Nei tempi andati, quando eravamo un popolo forte e felice, tutto il nostropotere ci veniva dal cerchio sacro e finchè quel cerchio non fu spezzato, ilpopolo fiorì.L’albero fiorente era il centro vivente del cerchio e il circolo dei quattroquadrati lo nutriva: l’est dava pace e luce, il sud dava calore, l’ovest davala pioggia ed il nord, col suo vento forte e potente, dava forza e resistenza.Questo sapere ci veniva dal mondo dell’aldilà, con la nostra religione.Tutto ciò che il potere del mondo fa, lo fa in un circolo.Il cielo è rotondo e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla ecosì sono le stelle Il vento quando è più potente gira in turbini.Gli uccelli, fanno i loro nidi circolari perché la loro religione è la stessanostra.Il sole sorge e tramonta sempre in circolo.La luna fa lo stesso e tutte e due sono rotondi.Perfino le stagioni formano un grande circolo nel loro mutamento e sem-pre ritornano al punto di prima.La vita dell’uomo è un circolo dall’ infanzia all’infanzia.E la stessa cosa accade con ogni cosa dove un potere si muove”.

— NEIHARDT, JOHNN GNEISENAU, ARCOBALENO FIAMMEGGIANTE, 1962

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Occorrente:Fantasia.

Finalità:Questo gioco, da

praticare in unambiente silen-zioso e sereno,

favorisce l’atten-zione e l’ascolto,

nel contempoagevola e miglio-ra la capacità diesprimersi anchenei bambini più

timidi.

IL TELEGIORNALE DELLE BUONE NOTIZIE

Perché, per una volta, non trasformiamo il telegiornale in unafonte di notizie positive?

In questo gioco tutti i bambini, dopo aver pensato a unabella notizia da condividere con i compagni, si preparano e siacconciano per andare in onda.

Regola importante: è consentito comunicare solo una bellanotizia per volta.

In uno specchio immaginario si sistemano i capelli, la cra-vatta o il rossetto, e quando tutti saranno pronti, la telecamerasi accende.

Un bambino alla volta, rivolgendosi al gruppo, dirà: “Buon-giorno, io mi chiamo Matteo, e la bella notizia che vi voglioraccontare oggi è la seguente…”.

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Il telegiornale delle buone notizie

Quante notizie arrivano dal mondo,sì, ogni giorno, dai telegiornali!Tzunami, incendi, cupe alluvioni...rapine, guerre, frodi, aggressioni,scippi e perfino tetre uccisioni.Possibile ci siano soltantotutte queste disgrazie e cattiverie?Sembra che, quasi quasi, il mondo stessosia giunto alla soglia del finire!Allora è proprio orache arrivi sul canaleun bel telegiornalefatto con la famosa‘mezza bottiglia piena’.Quante buone notizie ci attendonose noi sappiamo guardare per bene!Mamme e papà che vanno a lavorare,mamme che stanno in casa a cucinare,nonne che accompagnano i bambininei verdi parchi a loro più vicini;e c’è il sole che sorge ogni mattina,anche quando è del tutto nascostodalla gran nuvola a lui più vicina.C’è la mamma che, dopo una sgridata,ti accoglie fra le braccia,perché ti ha perdonata...c’è il tuo respiro che va su e giùsprintoso e regolare,e le tue salde gambeche continuano ad andare...forse c’è anche un bel cagnolino che ti se-gue, vicino,ovunque vuoi andare...

o c’è un fratellinocon cui sai far la pace,dopo uno sgambettinoo un’occhiata mordace.E allora, perché no?Facciamolo anche noiun buon telegiornalesenza notizie amare,che si possa gustarecome un buon cioccolato!Ognuno pensi a una notizia sola,bella e gustosa come un gelato;poi vada a prepararsiper essere ripreso in Ti Vu:eccolo allo specchio a sistemarsila cravatta o il rossetto e i capelli...Ecco che arriva la macchina da presa,è già qui, avviata...Inizia la ripresa:comincia la sfilatadelle buone notizie;ognuno esordirà con il ‘Buongiorno’e poi con il suo nome:“Buongiorno! Il mio nome è Giovannie la notizia bellache vi racconteròoggi è la seguente:se l’ambiente è serenoe hai l’occorrente(un po’ di fantasia e d’attenzione)anche la timidezza spariràe tutti ascolteranno con il cuore,perché, anche se batte,non fa proprio rumore!”.

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IL CERCHIO E IL SUO VALORE SIMBOLICO

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GIOCHI PER FAVORIRE L’ATTENZIONE

stessi, si immedesimino nel ruolo eriescano proprio attraverso questemodalità a superare talune momen-tanee difficoltà, come ad esempioquella di praticare a coppie, con uncompagno dell’altro sesso.

Nella fase adolescenziale questospecifico momento appare comeuno scoglio insormontabile. È per-tanto necessario affrontarlo conmolta disponibilità e pazienza affin-ché si possa concretizzare questasimbiosi e non si abbia, invece, una

classe divisa a metà,dove ragazzi e ra-

gazze sembranoseparati da unabarriera che, no-nostante sia invisi-

bile, è di fatto diffi-cile da superare.

Lo scopo dei giochi proposti in que-sta fase, e che comunque precedonosempre gli asana, è quello di “attira-re” l’attenzione dei ragazzi, che, du-rante il periodo scolastico, arrivanoalla lezione di yoga dopo la pausadella mensa o durante l’intervallo. Imessaggi più sottili che ricevono, aldi là della comunicazione verbale,sono rispetto, collaborazione re-ciproca, aiuto... insomma, il giocoriesce se tutti “stanno al gioco”.

È piacevole notare come, conestrema facilità epiù rapidamentedi quanto nonavvenga per gliadulti, i ragazziriescano a mante-nere un ascoltoprivilegiato di se

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IL GIOCO DELLA BOMBA

Il principio del gioco è semplice, ma allo stesso tempo moltodivertente: i bambini sono disposti in ordine sparso e ballano.

L’attenzione deve essere mantenuta sulle due sfere, che ini-zialmente l’insegnante lancia simultaneamente e in modo ca-suale ai giocatori.

Lo scopo del gioco, pena la squalifica, è quello di non far maicadere a terra le palle “bomba” mentre vengono lanciate ai com-pagni.

A volte la musica si arresta del tutto casualmente e tutti sidevono immediatamente fermare… e osservare gli altri.

L’insegnante, che funge da giudice, eliminerà dal gioco chi facadere la sfera, ma anche chi la lancia al compagno in mododeliberatamente scorretto.

Questo gioco fa sì che i ragazzi abbiano un momento di di-vertimento sempre supportato da quei messaggi di collabora-zione e aiuto reciproco così importanti all’interno di una classe.

Mediante la tipologia del gioco, il messaggio viene sperimen-tato e compreso senza utilizzare modalità legate alla verbalizza-zione, che spesso può annoiare e distrarre.

Occorrente:Due piccole

sfere.

Musicaconsigliata:Molti brani

musicali hannocome soggettouna bomba, adesempio alcuni

di Venditti,De Andrè oPiero Pelù.

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Il gioco della bomba

le due palline di certo afferrare:ognuno con le mani proveràse stesso e i compagni a salvare…chi non riesce e la fa cadere,dovrà uscir dal gioco là per là,come un calciatore della serie Aquando commette una scorrettezza.

La palla bomba non può restar fermae quindi deve esser rilanciatasubito dopo che è stata afferrata,ma guai tirarla male al compagnoper farlo uscire prima dal tuo gioco:sarebbe troppo ingiusto il guadagno!perciò chi tira male al compagnoè lui squalificato dal suo gioco!

Così tu scoprirai con piacereche è meglio viver tutti e aiutare,piuttosto che da soli, sì, salvarsi,ma tristi come un contrabbandiere,lasciando che agli altritocchi, nero, il morire...

Come quando arrivavauna tremenda Guerra,veniva da aiutarsi sulla terra,e l’Aiuto arrivavaagli uomini inseguiti, minacciatida armi, prigionia e bombe a mano,così ora facciamo un buon gioco:il Gioco che chiamiamo dell’Aiuto,e dalle palle-bombe ci salviamo…:

tutti siamo disposti nello spazioin modo libero e giocoso di danza:la musica ci porta con baldanzain un’aria felice di topazio…

all’improvviso ecco arrivare,da chissà dove, due palline in aria!

Ma quelle due palline sono bombeche – per star salvi – non devono atterrare:guai se – cadendo – arrivassero a terra:uno scoppio sarebbe assicurato!Quindi tutti dovranno tentare

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GIOCHI PER FAVORIRE L’ATTENZIONE

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GLI ASANA PRINCIPALI

Questo paragrafo non può riportare la descrizione completa ditutte le posizioni dello yoga, vuole tuttavia essere un mezzoche, all’insegna della tradizione, avvicini i bambini alla prati-ca con leggerezza e piacevolezza…

La mia speranza è che i bambini, da soli, sfogliando que-ste pagine, siano affascinati dalle posizioni e dalla possibili-tà di giocare con esse.

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VRIKSHASANA

Vriksha significa albero.Molto tempo fa tutti gli uomini erano buoni e onesti. In quei

giorni un albero magico che esaudiva tutti i desideri (Kalpa Vriksha)cresceva sulla terra.

Gli uomini non avevano desiderio di possesso, perché pote-vano avere facilmente tutto ciò di cui avevano bisogno.

Ma con il trascorrere degli anni gli uomini divennero disonestie deboli: l’albero magico fu così spostato nel giardino di Indra, incielo. Non pensate che tutti gli alberi provvedano ai nostri biso-gni? Essi ci donano fiori, frutti, legno... diventano la casa di moltianimali e uccelli. Inoltre, grazie alle radici, essi proteggono il ter-reno dalle erosioni e dalle possibili frane.

Come gli alberi, gli asana dello yoga ci procurano molti bene-fici. Salute, forza, flessibilità e concentrazione sono i frutti di unapratica regolare.

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Le posizioni che hanno il nome di un animale

MATSYA-ASANA - La posizione del pesceDalla posizione di Shava-asana (disteso sulla schie-na con le braccia discoste dal tronco) punto i go-miti lungo i fianchi, arcuando il dorso mentre in-spiro, e simultaneamente porto la parte alta dellatesta a contatto del pavimento. I piedi rimangonouniti, le dita estese, le mani sono unite in preghie-ra nella zona del cuore,

Nella variante avanzata, le gambe sono nellaposizione del loto, Padmasana.

Questa posizione è anche la controposizioneclassica di Sarvanga-asana, la candela. Apporta varibenefici: riporta in equilibrio il tratto cervicale eagisce positivamente a livello polmonare, in casodi asma o bronchiti. Come tutte le posizioni diapertura del torace, favorisce il contatto con lanostra parte emozionale, lo “spazio del cuore”: laconsapevolezza e la presa di coscienza di questoaspetto del nostro essere ci rendono più sensibilie aperti al mondo. In questo senso la pratica delloyoga è la via della trasformazione che ci porta araggiungere l’amore universale.

BHUJANGA-ASANA - La posizione del cobraDalla posizione prona, tenendo le gambe tese e ipiedi uniti, porto le mani sotto le spalle. Un’inspi-razione completa mi aiuterà, insieme alla spinta del-le mani contro il pavimento, a sollevarmi, senzastaccare l’ombelico da terra. Il petto viene portatoin avanti, la testa quindi rovesciata all’indietro.

La posizione del cobra ha effetti benefici sullacolonna vertebrale, che si fortifica, e sugli organiaddominali, stimola inoltre l’appetito.