INTERNO - ITA cor - poderelecceta.com · il treno natura strade e monumenti ... acuto della...

44
val d’orcia www.terresiena.it

Transcript of INTERNO - ITA cor - poderelecceta.com · il treno natura strade e monumenti ... acuto della...

val d’orc iaPROVINCIA DI SIENA

COMUNI DICASTIGLIONE D’ORCIAMONTALCINOPIENZARADICOFANISAN QUIRICO D’ORCIA

APT SIENA Via dei Termini 6 – 53100 Sienatel. +39 42209 - fax +39 0577 [email protected]

APT CHIANCIANO TERME VAL DI CHIANA Via Sabatini 7 - 53042 Chianciano Terme tel. +39 0578 671122 - fax +39 0578 [email protected]

In collaborazione conVAL D’ORCIA S.r.l. Via Dante Alighieri 33 - 53027 San Quirico d’Orciatel. e fax +39 0577 [email protected]

www.

terre

siena

.it

VALDORCIA_COP 30-07-2009 18:22 Pagina 1

120.000/2007

Terre di Siena

VALSORCIA_COP_F 30-07-2009 18:19 Pagina 3

val d’orc ia

LE AGENZIE PER IL TURISMO DELLA PROVINCIA DI SIENA E I COMUNI DICASTIGLIONE D’ORCIAMONTALCINOPIENZARADICOFANISAN QUIRICO D’ORCIATI DANNO IL BENVENUTO NELLE TERRE DI SIENA

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:36 Pagina 1

Val d’Orc ia

Terre di Siena

Pienza, Piazza Pio II

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:36 Pagina 2

terra di vento e di deserto

in viaggio nella val d’orcia

il parco della val d’orcia / i sentieri

l’itinerario delle acque

il parco dei mulini / le acque medievali di vivo d’orcia

i sapori e i profumi della val d’orcia / i grandi vini

il treno natura

strade e monumenti della fede

pio II e la sua città ideale / rocche, castelli, fortezze

per città e per musei

eventi

il festival della val d’orcia / il teatro povero di monticchiello

per saperne di più

6

10

12

16

18

20

22

24

26

28

34

36

38

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:36 Pagina 3

toscana i ta l ia

Val d’Orc iaca s t i g l i one d ’o rc i amon ta l c i nop ienzarad i co fan isan qu i r i co d ’o rc i a

f i renzesiena

Terre di Siena

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:36 Pagina 4

5

Siena

San Gimignano

ChiusdinoMonticiano

Colle di Val d’Elsa

Radicondoli

Casole d’Elsa

Castellina in Chianti

Radda in Chianti

Gaiole in Chianti

Castelnuovo Berardenga

Murlo

Poggibonsi

Sovicille

Buonconvento

Monteroni d’Arbia

Rapolano Terme

Monteriggioni

San Giovanni d’Asso

Montepulciano

ChiusiSarteano

San Casciano dei Bagni

Cetona

Piancastagnaio

Chianciano Terme

Asciano

Trequanda

Sinalunga

Torrita di Siena

Radicofani

Abbadia San Salvatore

Montalcino

Pienza

San Quirico d’Orcia

Castiglione d’Orcia

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 5

terra di vento e di deserto

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 6

… Pausa di privilegio alla mia traversata – sosta che l'animo in accelerazioni di slanci desidera

smanioso e quasi ingordo – è la terra orciana, quella più alta, oltre San Quirico,

fino a Montepulciano, a Pienza.

Visione che appare come un fondale della memoria o un luogo del sogno su cui un oscuro senso

esaltato percepisce il brivido d'una misteriosa ventilazione.

Lassù, infatti, il vento è una specie di respiro misterioso del pianeta. Vi soffia la brezza che la mattina

corre in direzione del mare e che a sera ritorna, più calda, verso terra.

Da quell'oasi che si apre accogliente al mio esodo, intuisco l'ozio dei vegliardi, ascolto l'ascesa del fragore

sordo e chioccio degli uccelli verso il canto, il silenzio, il grido di felicità

che colma il giorno, l'operosità della valle che rimbalza e si risponde in opere artigiane, in mugli

di motori spinti al solco delle arature.

7

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 7

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 8

E ancora… un silenzio "non silenzioso", in quanto voce e linguaggio della natura, dell'universo.

Anzi, di più: un discorso continuo, sempre in atto, che, in verità, a volte noi interrompiamo con un dire

frammentario e provvisorio.

Così, nella mia nicchia di solitudine, mentre il giorno umano e non umano sfugge dalla terra, dall'incavo

dei suoi piccoli monti e si eclissa tra le pieghe dei suoi aridi dossi,

l'animo elabora anche una nostalgia dei propri simili, del contatto con il mondo degli uomini:

perché è nella separatezza che viene rivalutata la totalità.

Il cuore, da una condizione di malinconia, deborda, allora, ad una “carità” universale che nasce dal senso

acuto della fragilità umana, della vita, della bellezza.

E tutto ciò è attesa, promessa.

Mario Luzi

da ‘Terra di vento e di deserto’ in Mi guarda Siena

9

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 9

in v iaggio nel la val d’orc ia

10

Pochi paesaggi del Senese sono più noti delle dolci colline della Val d’Orcia, traversate dalla Via Cassia,sorvegliate da borghi e poderose rocche medievali.I paesaggi, la natura e i vigneti, la storia danno a questa terra un fascino straordinario.

Pienza

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 10

11

Nel cuore della Terra di Siena c’è un paesaggio perfetto,essenziale. Lo compongono colline, calanchi, il corso sinuoso del fiume, icipressi che coronano isolati le alture o che seguono, in ordinati filari, l’andamento delle strade.Sui colli, borghi e monumenti isolati di straordinario fascinosorvegliano boschi di querce, oliveti, i vigneti dove si producono il Brunello e gli altri grandi vini di questa parte di Toscana. A occidente chiude il paesaggio il Monte Amiata, il più alto vulcano spento d’Italia. Ma l’emozione arriva primadi tutto dai colli. Oggi la Val d’Orcia è tutelata da un Parco al tempo stessoartistico, naturale e culturale. Aiutano a scoprirla i sentieri, le guide e i dépliant, i musei. Prima di tutto, però, la più bella valle della Toscana èun’emozione.Quella che si prova a Radicofani quando si arriva da Viterboe da Roma; sul valico della Foce se si proviene da Chianciano e da Chiusi; alla Rocca a Tentennano quando si torna alla luce dopo aver traversato le scure forestedell’Amiata.Vasta, ondulata, accogliente, la valle sembra spalancarsidavanti al viaggiatore come un unico, accogliente sorriso. Arrivando da nord, cioè da Siena e Firenze, la transizione dalleCrete alla Val d’Orcia è più sfumata. Il paesaggio resta aspro, le colline si fanno più alte e imponenti, l’ampio gretodell’Ombrone lascia lo spazio a una valle più stretta e piùsinuosa. Si diradano gli affioramenti cretosi e i calanchi.I borghi che coronano i colli diventano delle piccole città ricchedi monumenti e di storia.E’ l’approccio duro, severo, notato da Mario Luzi e da molti altriviaggiatori. Per questa via sono arrivati in Val d’Orcia pellegrini, papi,condottieri, mercanti. Tra loro Carlo Magno, l’arcivescovo Sigeric,i Medici diretti alle acque di Bagno Vignoni.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 11

I l Parco de l la Va l d ’Orc ia“Benvenuti nel Parco” annunciano al visitatore i cartelli – spesso piazzati di fronte a eccezionali panorami – che lo accolgono sui confini della valle. Come l’aria, il vino o il paesaggio, però anche il Parco in Val d’Orcia è speciale.Concepito in molti incontri informali tra uomini di cultura venuti da fuori e la gente e gli amministratori locali (spesso alla Taverna di Bronzoneprima degli spettacoli del Teatro Povero di Monticchiello), il Parco è diventato negli anni una solida realtà.Progettato dalle Istituzioni locali con un team di grande valore che comprendeva esperti scientifici come Vieri Quilici, Alberto Asor Rosa, Paolo Leon, Paolo Urbani e Giorgio Pizziolo, il Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia comprende i territori comunali di Castiglioned’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia. Punta a tutelare il paesaggio, ma anche a promuoverelo sviluppo del lavoro e della vita dell’uomo.Riconosciuto dalla Regione Toscana come ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) il Parco ricerca, incentiva e promuovetutte le attività economiche compatibili con la tutela dell’ambiente. Oltre alle iniziative per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, hannoassunto un ruolo importante, negli ultimi anni, quelle per la produzione dei prodotti agricoli tradizionali e tipici.Il progetto e le iniziative del Parco nascono da una riflessione precisa. In Val d’Orcia il paesaggio non è stato solamente creato dalla natura, ma è stato plasmato nei secoli (e continua a trasformarsi anche oggi) a seguito degli interventi dell’uomo. Lo scopo – ma qualcuno preferisce parlare di utopia – del Parco è di fare della cultura e della storia le risorse primarie di sviluppo, tutelare laVal d’Orcia senza trasformarla in museo. Enea Silvio Piccolomini, il Papa dell’armonia, sarebbe stato d’accordo.

12

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 12

13

Per offrire accoglienza lungo la Cassia sono sorti ospizi,locande, infine alberghi. Per sorvegliarla sono nate le fortezze di Radicofani e Tentennano.Così la strada ha plasmato la valle. Ma la Val d’Orcia non si fa attraversare impunemente. Chi vi è nato ama ferocemente la sua terra, e non potrebberesistere altrove. Enea Silvio Piccolomini, anche dopo essere stato incoronatoPapa, tornò sempre nella sua Pienza natìa per trovare l’armonia che tanto amava. Chi la visita, anche se per poche ore, viene sedotto, s’innamora. E sa di dover ritornare.Si è innamorata Iris Origo, sbarcata a poco più di vent’anninella tenuta della Foce, autrice del best-seller ‘Guerra in Val d’Orcia’ e protagonista, per sessant’anni, del lavoro per “far rinverdire e biondeggiare di grano” la valle.E’ stato sedotto il regista Anthony Minghella, che ha ambientato tra Pienza e il monastero Sant’Anna in Camprena il suo capolavoro ‘Il paziente inglese’, una sagadedicata alla vita, al viaggio, all’amore, al dolore. Prima di tutto la Val d’Orcia è natura.Il fiume che le ha dato il nome è poco più di un torrentello per buona parte dell’anno, si prosciuga o quasi con la caluradell’estate, diventa con le piogge dell’autunno un fiume impetuoso che sembra voler travolgere ogni cosa.Nasce sui colli tra Radicofani e Sarteano, scende al centro diun’ampia conca coltivata. Poi piega progressivamente a occidente, sfiora i colli di Pienza,San Quirico, Montalcino e Castiglione. Schiva l’Amiatasprofondando in una forra selvaggia, prosegue tra le collinedell’alta Maremma. Infine si getta nell’Ombrone. L’acqua, naturalmente, non è solo quella dell’Orcia e dei suoiaffluenti. A Bagno Vignoni come a Bagni San Filippo,le acque termali che salgono dal cuore del vulcano tornanoalla luce con prepotenza, formano concrezioni di rara bellezza, offrono benessere e salute, da millenni, a un pubblico che arriva anche da molto lontano.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 13

La Val d’Orcia non è fatta per essere attraversata di corsa. Viottoli, carrarecce, sentieri invitano il visitatore a muoversi lentamente, ad assaporare ciò che vede, a sostare di fronte ai panorami e ai monumenti ma anche davanti ai dettagli del paesaggio: casali, cipressi isolati,calanchi. Che ci si sposti a piedi, in bicicletta o a cavallo, che si viaggi con un gruppo di amici o ci si affidi a un’agenzia specializzata, le antiche vie della Val d’Orcia offrono una grande varietà di itinerari. Rivolgendosi al Parco della Val d’Orcia si può avere a disposizione una guida per escursioni a piedi e in bicicletta (tel. 0577898303).Non c’è bisogno di essere dei camminatori o dei cicloturisti provetti. Anche chi sta percorrendo il Senese in automobile può posteggiare perqualche ora e incamminarsi – bastano uno zainetto, un paio di solide scarpe, una giacca a vento in caso di pioggia e un cappello per proteggersi dal sole - su uno dei tanti percorsi segnati. Scoperta da trekker e biker inglesi e tedeschi, la ragnatela di strade bianche e sentieri che percorre la valle consente di scegliere tra decine di itinerari diversi. Gli amanti del vino possono salire a Montalcino attraversando i vigneti del Brunello.Chi preferisce i panorami può seguire il crinale tra Radicofani e Contignano, di fronte all’Amiata. Il sentiero delle gole dell’Orcia offre ambienti e flora mediterranei. Il sentiero che percorre da Bagno Vignoni le gole dell’Orcia conduce a Ripa d’Orcia, ricostruzione novecentesca di un fortilizio che appartenne ai Salimbeni e ai Piccolomini. Ripa e il suo panorama sull’Amiata si possono raggiungere anche da San Quirico, per una strada sterrata che tocca il borgo e la torre di Vignoni. Salendo da Castiglione d’Orcia al Vivo ci si immerge nelle foreste del vulcano. Tra Monticchiello e Pienza, o intorno a Sant’Anna in Camprena, si gode dei profili ondulati dei colli che sembrano accavallarsi all’infinito.Grazie alla sua posizione la Val d’Orcia è anche un crocevia di itinerari di lunga percorrenza. Qui passano i sentieri della Provincia di Siena checollegano il capoluogo con l’Amiata e Pienza con Montepulciano, ma anche il ramo del Sentiero Italia che conduce da Firenze a Roma.

I sent ie r i14

Terrapille, vicino Pienza Abbazia di S. Antimo

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 14

15

Poi c’è la terra, quella straordinaria di Siena, che forma le colline, i ripidi valloni, i calanchi. Che è diventata sinonimo, in tutto il mondo, delle mille possibili sfumature del giallo, del rosso, dell’ocra. La colorano la ginestra, la rosa selvatica, il biancospino.Accanto al grano spiccano le distese purpuree dei papaveri.Osservando da vicino, con calma, si scoprono colori e formedelle orchidee selvatiche, qui presenti con decine di speciediverse. Un altro grande protagonista è il cipresso, che zigzagacon i suoi filari sui ripidi fianchi dei colli. I pittori e i fotografi lo amano follemente, i pubblicitari lo scelgonocome simbolo dell’eleganza della regione, i viaggiatori di tuttoil mondo sanno bene – non appena lo vedono – di esserefinalmente arrivati in Toscana. Chissà se qualcuno resteràdeluso scoprendo, come insegnano i botanici, che il cipressoproviene dall’Asia centrale, è stato portato in Europa da Etruschie Fenici, si è diffuso grazie alle ville e ai giardini di Roma. E quella della Val d’Orcia è una natura da vivere. Strade sterrate, carrarecce e sentieri permettono agli appassionatidella “vacanza lenta” – le camminate, le gite a cavallo, le escursioni in mountain-bike – di entrare nel cuore della valle,scoprendone i più piccoli dettagli e apprezzando, lontani dalla civiltà e dal traffico, la straordinaria armonia dell’insieme. Molte specie di rapaci planano sulle colline della Val d’Orcia nelle loro battute di caccia. Accanto al nibbio bruno, all’albanella minore e al lodolaio,diffusi in gran parte della Penisola, è presente il lanario, unodei più rari falconiformi europei. E l’elegantissimo biancone, una piccola aquila che si nutre di serpenti e costruisce i suoi nidi sugli alberi. Sui campi, sui terreni incolti, lungo le rive del fiume si possonoosservare uccelli rari come il passero solitario, l’averla capirossae l’occhione. Non occorre essere appassionati di birdwatching per emozionarsi davanti ai caprioli (qui presenti con una delle massime densità in Italia) che escono dal folto del bosco. O agli aculei dell’istrice che tappezzano all’improvviso il sentiero.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 15

La natura vulcanica del Monte Amiata si mostra nelle sorgenti termali di Bagno Vignoni e di Bagni San Filippo, rispettivamente in territorio di San Quirico d’Orcia e di Castiglione d’Orcia. Resa celebre da ospiti illustri come Lorenzo il Magnifico e Santa Caterina da Siena, Bagno Vignoni è stata utilizzata fin dal tempo dei Romani.L’acqua sale da una profondità di 1000 metri e sgorga a una temperatura di 52°, raccogliendosi nella magnifica vasca di 49 metri di lunghezza per 29 di larghezza (la “piazza d’acqua”) che forma il centro del borgo. Per la ricchezza di solfato di magnesio e solfato di calcio, serve a curare le malattie delle ossa, delle mucose e della pelle. Anche Bagni San Filippo è conosciuta fin dall'antichità.Si ritiene, che l'origine del centro termale sia etrusca, ed è documentata l'esistenza di un insediamento romano di epoca imperiale. Un impulso dell'attività termale si ebbe alla fine del Settecento, dopo che le prime analisi scientifiche delle acque ne avevano confermatol’utilità contro le malattie cutanee, reumatiche, artritiche e respiratorie. Nell’Ottocento fu costruito un nuovo impianto termale e sorsero i primi alberghi.A poca distanza dalle Terme si visitano le rocce del Fosso Bianco, dove la cascata di acqua calcarea ha dato vita ad uno spettacoloemozionante, conosciuto come “la balena bianca”, e la Grotta San Filippo, scavata in un grande blocco di travertino, dove si rifugiò nel 1267San Filippo Benizi, per sfuggire all'elezione a Papa e vivere in eremitaggio.

16

l ’ i t inerar io del le acque

Bagni San Filippo

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 16

17

Bagno Vignoni

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 17

18I l parco de i mul in iIl Parco dei Mulini di Bagno Vignoni nasce con l’intento di salvaguardare e valorizzare quello che può considerarsi come uno dei principali polimolitori del senese. Composto da quattro mulini, rappresentava un potenziale enorme in un’area, quale la Val d’Orcia, particolarmente vocata alla cerealicoltura, ma allo stesso tempo caratterizzata, per i suoi substrati argillosi a bassa permeabilità e per il profilo basso collinare, da scarsità idrica. Lo sfruttamento della sorgente termale, dalla portata costante, permetteva invece di macinare anche d’estate, quando la gran parte dei mulini era inoperosa per la bassa portata dei fiumi. Un polo molitorio attivo fino al secondo dopoguerra ma che con l’abbandono è andato soggetto ad un rapidissimo degrado.La tecnica molitoria dei mulini di Bagno Vignoni, comune a tutta l’Europa meridionale, è quella del mulino a ruota orizzontale, detto localmente a ritrecine: una tecnologia relativamente semplice, con le ruote motrici situate in un locale interrato e collegate alle macine tramite un alberoverticale; le ruote vengono azionate da un getto d’acqua ad alta pressione generato da una vasca di accumulo posta ad un livello superiore. Dal punto di vista tipologico i mulini di Bagno Vignoni si distinguono però per la particolare morfologia, con ambienti scavati nella stessa rupe ditravertino formata dai depositi carbonatici dell’acqua termale. Non vi sono al momento notizie precise sulla costruzione dei mulini ma si può ipotizzare, con sufficiente certezza, che la realizzazione di un’operacosì ingente e complessa sia dovuta alla iniziativa di famiglie feudali; forse gli stessi Tignosi, signori di Rocca a Tentennano e Bagno Vignoni tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. Di proprietà della Repubblica di Siena fino alla sua caduta (1559), passano nel 1676 alla famiglia ChigiZondadari, nella persona del cardinale Flavio, nipote di papa Alessandro VII. É in questo periodo che si apportano migliorie e ristrutturazioni ai fabbricati ed agli impianti (tra cui la costruzione ex novo della fabbrica ad uso delle docce, adibita ad usi termali). Il resto è storia recente: cessata l’attività intorno alla metà del ‘900, nel 1999, con l’acquisizione da parte del Comune di San Quirico d’Orcia, si sonoavviate, anche grazie ad un contributo della Unione Europea, le opere di restauro.

Mulino

Giovanni Comi

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 18

19Le acque medieva l i d i V ivo d ’Orc iaStagliata contro uno di quei profili dell'Amiata che piacevano tanto al Sassetta, rigogliosa di piante antiche e mormorante di acque la cui memoria si perde nei secoli, Vivo d'Orcia è la splendida frazione di Castiglion d'Orcia incastonata in una valle fuori del tempo. Sotto il castello scorre il fiume Vivo, le cui sorgenti sgorgano in località Ermicciolo. Lungo il torrente, a partire dal Medioevo,furono costruiti mulini, cartiere, ferriere e, negli anni '20 del secolo scorso, una prima centrale elettrica che sfruttava l'energia idrica. Tracce di questi antichi edifici sono tuttora visibili, coperte dai rampicanti, in uno dei paesaggi più belli ed evocativi della zona.In località Ermicciolo è possibile visitare, in occasione della Festa delle Acque che si tiene ogni 22 marzo, la sorgente del Vivo, cheerompe dalle rocce.La passeggiata che va dall'Ermicciolo all'Eremo, lungo il percorso del fiume, è una delle più gradevoli in assoluto dell'Amiata: ci si può fermare a osservare le cascatelle e la diga in mezzo ai boschi, oltre alle grotte che servirono da rifugio ai partigiani durantel'ultima guerra e ai siti archeologici in cui sono stati ritrovati reperti del mesolitico e di epoca etrusca; né è impossibile avvistarviqualche raro esemplare di picchio verde, il cui verso a volte echeggia tra le piante secolari. La Valle del Vivo è uno dei pochi luoghi al mondo in cui ci si può convincere di vivere ancora nel Medioevo.

Amiata, Cascata

Paolo Conti

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 19

20

Montalcino è ricordata fin dal Quattrocento per i suoi vini rossi.L’inventore del Brunello è però Ferruccio Biondi Santi, che decise per primo di abbandonare il Canaiolo, il Ciliegiolo e il Colorinoper concentrarsi sul Sangiovese. La sua bottiglia datata 1888 è probabilmente la prima in assoluto della storia.Rispettivamente nel 1966 e 1980, il Brunello è stato tra i primi vini italiani a fregiarsi dei titoli DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG(Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Perché il Brunello venga messo in commercio è necessario un invecchiamento di cinque anni (sei per il tipo Riserva), due dei quali, come minimo, in botti di rovere. Il Rosso di Montalcino può essere invece venduto dopo un anno.Completano il quadro il Moscadello di Montalcino e il Sant’Antimo, una denominazione che comprende vini bianchi e rossi molto diversi tra loro.Negli anni Novanta l’elenco dei vini DOC della Toscana si è arricchito con l’Orcia DOC, che viene prodotto nei territori di Abbadia San Salvatore,Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Chianciano Terme, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Casciano dei Bagni, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Sarteano, Torrita di Siena e Trequanda. Oltre all’Orcia Rosso si possono degustare l’Orcia Novello, l’Orcia Bianco e l’Orcia Vinsanto,che può essere messo in commercio dopo tre anni di invecchiamento.

I g rand i v in i

Cantina

i sapor i e i profumi del la val d’orc ia

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 20

21

Le Terre di Siena sono celebri anche grazie ai sapori. Accanto al vino – il Brunello, il Rosso di Montalcino, l’Orcia DOC – i visitatori della Val d’Orcia assaggiano, acquistano e rendonocelebri in patria olio, miele, formaggi e salumi. L’elenco include prodotti tradizionali della Toscana, altri che hanno subito influenze culturali dall’esterno, altri di cui si erano perse le tracce e che sono ricomparsi da poco.E’ quest’ultimo il caso dello zafferano, la profumatissima speziache si ricava dagli stigmi di crochi soggetti a decenni di selezione e di incroci. Elogiato per le sue virtù curative da Plinio il Vecchio e Galeno,lo zafferano è stato coltivato in Val d’Orcia nel Medioevo,quando veniva esportato soprattutto in Germania. Nel Cinquecento la produzione si è interrotta, per riprenderepochi anni fa. Oggi una buona parte dello zafferano italianoarriva nuovamente dalla Val d’Orcia. Una bella storia di incontri e commistioni culturali racconta anche il pecorino (o cacio) di Pienza, che ha raggiunto da tempo una notorietà internazionale. Il ritrovamento di grandi bollitori in coccio ha dimostrato agli archeologi che questo formaggio era prodotto già dallaPreistoria. Negli anni Sessanta l’abbandono di numerosi poderi e l’arrivo di decine di pastori sardi con le proprie greggi haportato a una parziale trasformazione del prodotto. Oggi il pecorino di Pienza si può acquistare in tutta Italia.A renderlo inconfondibile, come molti secoli fa, è la presenza sui pascoli di un unico e profumato mix di erbeche include la santoreggia, il timo serpillo, l’elicriso el’assenzio. La varietà e i profumi della flora hanno un ruolo importanteanche per la qualità del miele, prodotto in Val d’Orcia da aziende di rilevanza nazionale. Disponibile nelle varietà millefiori, di castagno, di girasole, di erba medica e di fiori di montagna, anche il miele risente in maniera positiva dell’integro ambiente naturale della valle.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 21

22

Anche il treno è uno strumento prezioso per esplorare la Val d’Orcia.Abbandonata dai convogli ordinari nel 1994, la linea ferroviaria che collega Siena con la stazione di Monte Antico e Grosseto, passando Asciano,Torrenieri e la valle dell’Asso, è oggi percorsa dalla primavera all’autunno dal Treno Natura.I treni consentono di osservare colli e boschi, sostano in tutte le stazioni, permettono di visitare borghi e monumenti isolati.Gli escursionisti a piedi o in bici possono percorrere i loro itinerari e prendere un altro treno in una stazione diversa.A volte le feste, le sagre gastronomiche, i concerti di gruppi corali e di bande danno al viaggio il carattere di uno spettacolo itinerante. Di solito vengono utilizzate delle “littorine” degli anni Cinquanta. In qualche caso, però, il convoglio è composto dai vecchi vagoni “centoporte”di terza classe, con i sedili in legno, ed è trainato da sbuffanti locomotive a vapore dei primi anni del Novecento. Il lento incedere della vaporiera ben s’intona all’armonia della Val d’Orcia.

I l t reno natura

Treno a vapore

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 22

23

Se si parla di salumi, l’attenzione dei visitatori della valle si concentra sulla cinta senese, un maiale snello, rustico e perfettamente adattato alla vita nei boschi, da cui si ricavano carni e prosciutti saporiti. Selezionata dagli Etruschi e apprezzata dai Romani, la cinta era presente in tutte le fattorie della Val d’Orcia fino al primo Novecento. Sostituito quasi ovunque da animali più produttivi in termini di peso, ha rischiato l’estinzione. Oggi è in velocissima ripresa. Il quadro si completa con l’olio d’oliva, un altro pilastro dell’agricoltura toscana. Prodotto in Val d’Orcia come in altre parti del Senese, l’olio extravergine DOP (a Denominazione di Origine Protetta)“Terre di Siena” deriva da olive di varietà moraiolo, frantoio e leccino, ha un odore fruttato e un gusto amaro eleggermente piccante. Bellissimi oliveti caratterizzano il paesaggio dei cinque Comuni della valle. L’acquisto e la degustazione – come per gli altri prodotti – sono possibili ovunque.

Valle dell’Orcia e Ripa d’Orcia

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 23

24

La Val d’Orcia, come tutta la Toscana, è celebre in tutto il mondo come simbolo di civiltà laica. Anche le più piccole comunità sono gelose della loroindipendenza, le questioni della politica locale si discutono animatamente in ogni dove. Tra i colli e i cipressi della Val d’Orcia, però, passa una dellepiù importanti “vie della fede” d’Europa. Intorno a essa, nel Medioevo, sono sorte chiese e abbazie di straordinario fascino. “Nell'anno 990 Sigeric fu consacrato arcivescovo. Nello stesso anno si recò a Roma” raccontano le Cronache Anglosassoni, il principaledocumento sulla storia britannica dell’alto Medioevo. Come migliaia di pellegrini anonimi, il prelato viaggiò per 80 giorni all’andata e altrettantial ritorno, si spostò a cavallo (o a dorso di mulo) al ritmo lento imposto dai chierici e dai servitori che si spostavano a piedi. A Roma si fermòper tre giorni: visitò 23 tra chiese e basiliche, ricevette da papa Giovanni XV la benedizione solenne. Poi riprese la strada di Canterbury.

Spedaletto

strade e monumenti del la fede

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 24

Montalcino 25

E’ stato il diario di Sigerico a tramandarci l'itinerario della Via Francigena. Uno scarno elenco di città, giornate di viaggio e mansiones, maanche un ritratto dell’Europa medievale. Dalle rive della Manica la strada percorreva le pianure delle Fiandre, toccava Reims e Besançon, scavalcava il Giura e le Alpi. Traversava il Po a Piacenza, l’Appennino alla Cisa, l’Arno a Fucecchio.Proseguiva verso sud fino a Siena, traversava la Val d’Orcia con tappe a Torrenieri, San Quirico, le Briccole e a Sce. Peitr in Pail, un sitosconosciuto lungo la valle del Paglia. Infine puntava verso Viterbo, Sutri e Roma. Senza prendere in considerazione la Francigena e i suoi illustri percorritori non è possibile capire la fioritura di monumenti religiosi in Val d’Orcia. E’ stato Carlo Magno, secondo una tradizione non confermata dagli storici, a ricevere tra il 774 e il 781 da papa Adriano I le reliquie di San Sebastiano e Sant’Antimo e a fondare in loro onore uno dei più importanti monasteri della Toscana. Anche se il re dei Franchi (e futuro imperatore) non si è fermato in Val d’Orcia, è certo che l’abbazia di Sant’Antimo era già officiata nell’814. Le sue forme che ricordano quelle delle grandi chiese romaniche di Francia sono un’altra testimonianza dell’influsso esercitato dalla strada su queste colline. Prima di Carlo Magno, un altro sovrano venuto dal nord – il re longobardo Rachis – aveva fondato l’Abbaziadel Santissimo Salvatore del Monte Amiata, che governò per secoli buona parte del Senese e plasmò il territorio circostante fondandocastelli come la Rocca di Radicofani e molte chiese minori. Al monastero di Monte Oliveto Maggiore, è invece legata la vicenda dell’abbazia di Sant’Anna in Camprena, nata tra il 1324 e il 1334 sulle colline a nord di Pienza e resa celebre nel 1996 dalle immagini de “Il paziente inglese”. La sua nascita è legata al senese Bernardo Tolomei, che fondò Monte Oliveto. Anche il pittore degli affreschiquattrocenteschi del refettorio, Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, è lo stesso che ha decorato il chiostro grande di Monte Oliveto.

Montalcino

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 25

26

Nel castello medievale di Corsignano nasce, nell’ottobre del 1405, Enea Silvio della nobile famiglia Piccolomini; la famiglia, a lungoprotagonista della vita politica ed economica di Siena, era stata costretta a rifugiarsi in Val d’Orcia nella metà del ‘300, per motivi politici.Di ingegno vivacissimo e versatile e amante dei viaggi, il giovane Enea prende presto la via dei circoli umanistici delle città italiane, da Siena a Firenze, Padova, Ferrara e Milano e poi dei luoghi del grande dialogo europeo: il concilio di Basilea, la corte imperiale e quellaromana. Diventa esperto di studi classici e giuridici, poeta e letterato, fine diplomatico e squisito oratore: un vero uomo del Rinascimento.A 40 anni, dopo una vita movimentata ed intensamente vissuta, inizia una rapida carriera ecclesiastica, che lo porterà a diventare vescovo di Trieste, poi di Siena, cardinale e infine, nel 1458, papa col nome di Pio II.Il nuovo pontefice è un entusiasta della bellezza della natura e dei segni dell’antichità ed è animato dalla speranza di scoprire forme nuovee perfette per far rinascere la sapienza antica. L’utopia umanistica della rinascita della civiltà classica, di una nuova armonia fra natura e storia, sembra sul punto di attuarsi.Pio II, rimasto innamorato dei luoghi natii, degli ampi spazi della Val d’Orcia e dell’Amiata, che descrive poeticamente nei “Commentarii”,vuole che Corsignano divenga un laboratorio per dare forme costruite all’utopia della città ideale.E all’improvviso, generata “da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza” (come dirà Giovanni Pascoli) nasce Pienza, la città di Pio:sognata dal papa, ispirata dal Leon Battista Alberti, progettata e realizzata dal Rossellino nel volgere di appena tre anni, dal 1459 al 1462.

Pio I I e la sua c i t tà idea le

Carlo Prezzolini

Pienza, Piazza Pio II

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 26

27

Qual è il panorama più vasto? Dalla Rocca a Tentennano appare la Torre del Mangia, dalla torre di Radicòfani appaiono il lago di Bolsena e il Trasimeno. Dagli spalti merlati di Montalcino le colline della Maremma sembrano accavallarsi all’infinito verso il mare. E’ la posizionestrategica della Val d’Orcia a spiegare l’abbondanza e l’imponenza delle sue rocche. Qui correva il confine tra la Grosseto aldobrandesca e laRepubblica di Siena, poi quello tra la Toscana medicea e l’Umbria e la Tuscia assoggettate al Papato. La necessità di controllare la Francigenaspiega l’importanza di Radicòfani e del suo signore Ghino di Tacco, citato da Boccaccio e da Dante. Restaurata negli anni Novanta, la Rocca di Radicofani è sorta prima del Mille, ed è stata arricchita nel Cinquecento con i poderosi bastioni di San Rocco, San Giovanni e San Pietro. La pineta che la circonda ingentilisce la visione della fortezza da lontano. Nulla rende meno severa, invece, la Rocca a Tentennano cheincombe su Castiglione e Rocca d’Orcia, su Bagno Vignoni e sulla forra scavata nei millenni dal fiume. A sua volta costruito prima del Mille, il castello fu una delle ultime roccheforti di Siena nello scontro con la Firenze medicea, conclusosi nel 1559 con la resa della città del Palioalla sua più potente vicina. Da qui Caterina da Siena, che ha abitato per alcuni anni nel borgo di Rocca d’Orcia, scriveva le sue lettere ai potenti del mondo. Dal terrazzo sommitale, oltre a un vastissimo panorama appaiono decine di fortilizi minori. Ben poco resta del castellodi Corsignano al posto del quale Enea Silvio Piccolomini fece sorgere la “città ideale” di Pienza. Monticchiello, baluardo orientale della valle,conserva la cinta muraria con la porta, le torri e la rocca. Conserva tutta la sua importanza la Rocca trecentesca di Montalcino, tappa obbligata per i visitatori della Val d’Orcia. Il panorama dalle mura, specie al tramonto, emoziona anche il viaggiatore più smaliziato.

Rocche, cas te l l i e fo r tezze

Radicofani

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 27

per c i ttà e per museiAutentico scrigno di natura e paesaggi, la Val d’Orcia accoglie alcuni dei centri storici più interessanti del Senese e dell’intera Toscana.

Dalle strade, dalle piazze, dalle chiese, lo sguardo spazia verso i grandi orizzonti dei colli. Castelli, borghi, torri, chiese e monasteri isolati completano il quadro di una terra affasciante.

28Pienza, Pieve di Corsignano

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 28

29

CASTIGLIONE D’ORCIACastiglione d’Orcia segna il confine tra la Val d’Orcia e le foreste del Monte Amiata. Antico possedimento degli Aldobrandeschi, è stata contesa nel Trecento tra i Salimbeni e Siena. Centro del borgo è la piazza dedicata al pittore e scultore Lorenzo di Pietro detto Il Vecchietta, che ha al centro un pozzo in travertino del 1618 e sulla quale si affaccia il Palazzo Comunale.Notevoli le chiese di Santa Maria Maddalena, e dei Santi Stefano e Degna. Dominano il centro i resti della Rocca Aldobrandesca e la magnificaRocca a Tentennano. Nella frazione di Rocca d'Orcia si trovano la Pieve di San Simeone (secolo XIII), e le chiese della Compagnia di San Sebastiano e della Madonna del Palazzo, oggi trasformata in abitazione. La piazza ha al centro una cisterna.Tra le frazioni del Comune troviamo Vivo d’Orcia, meta di villeggiatura al margine delle faggete dell’Amiata. A poca distanza dal centro è l’Eremo del Vivo (o “Contea”), un palazzo di forme tardorinascimentali progettato da Antonio da Sangallo il Giovane.Dalle sorgenti dell’acquedotto del Vivo, che rifornisce Siena e la Val di Chiana, una salita tra faggi e castagni porta alla chiesetta dell’Ermicciolo e ai caratteristici “seccatoi” o meglio, secondo alcuni esperti, il primo nucleo abitativo di Vivo d’Orcia.Da visitare inoltre il centro storico di Campiglia d’Orcia che ha mantenuto i caratteri medievali con suggestivi vicoli, strette scalinate di collegamentoe percorsi coperti. Nelle vicinanze del borgo sono visibili i resti della torre di Campigliola.

Rocca di Tentennano

Imponente torre medievale con una terrazza dalla quale si puòammirare il panorama mozzafiatosulla Val d’Orcia.Sede anche di esposizioni.

Sala d’arte San GiovanniVia San Giovanni 10

E’ ubicata nell’antica sededell’omonima confraternita econserva i dipinti eseguiti da alcuni dei maggiori esponenti della Scuola Senese dei secoli XIV e XV.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 29

Museo Civico e Diocesano d’ArteSacraEx convento di S. Agostino - Via RicasolI

Complesso museale che riunisce le raccolte civica, diocesana e archeologica. Importanti dipinti sutavola e sculture lignee dipinte.

MONTALCINOA renderla celebre il Brunello, uno dei migliori vini rossi del mondo.Ma Montalcino è anche una magnifica città d’arte, che domina dall’alto del suo colle i 3000 ettari di vigneti (1500 dei quali a Brunello) che le hanno dato fama e ricchezza.A cavallo tra i bacini dell’Ombrone e dell’Orcia, il centro è sorvegliato dalla Rocca costruita nel 1361 per suggellare l’entrata di Montalcino neipossedimenti di Siena. Dalle mura ci si affaccia sull’Amiata, le Crete fino a Siena, la Val d’Orcia e le colline maremmane che, come ha scritto Mario Luzi, iniziano qui la loro “galoppata verso il mare”.Insieme alla Rocca, simboleggia Montalcino la snella torre del Palazzo Comunale, eretto tra il Due e il Trecento.Ai suoi piedi sono la Piazza del Popolo e la Loggia gotica. Nel centro storico meritano una visita anche le chiese di Sant’Agostino e Sant’Egidio(XIV secolo) e il Museo Civico e Diocesano che conserva pitture e sculture dal ‘300 al ‘900 e terrecotte robbiane.Delle tortuose strade tra i vigneti portano a Torrenieri, Sant’Angelo in Colle e Poggio alle Mura. Da Castelnuovo dell’Abate si raggiungel’abbazia di Sant’Antimo, uno dei capolavori del romanico in Italia.

FortezzaPiazzale della Fortezza

Poderoso esempio di architetturamilitare del 1300.Si può accedere agli spalti pergodere il panorama.Sede di concerti e manifestazioniall’aperto.

Museo del VetroCastello di Poggio alle Mura

Raccolta di strumenti e vetri preziosidall’epoca romana ai nostri giorni.

30

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 30

31

PIENZALa “città ideale” di Pio II, oggi dichiarata dall’UNESCO “patrimonio mondiale dell’umanità”, ha preso il posto del castello di Corsignano, che ha sorvegliato per secoli i confini tra i possedimenti di Siena, Firenze e Orvieto.Nel 1458 Enea Silvio Piccolomini decise di trasformare il borgo natìo nella città-simbolo del Rinascimento italiano. In tre anni,tra il 1459 e il 1462, la nuova Pienza vide nascere la luminosa Cattedrale dell’Assunta, che conserva all’interno opere dei maggioriartisti senesi del tempo, e alla quale si affianca l’imponente Palazzo Piccolomini, la cui loggia offre un celebre panorama sulla Val d’Orcia, il palazzo Comunale e il Palazzo Vescovile. Risalgono al Medioevo la chiesa di San Francesco (secolo XIII), le mura e l’austera pieve di Corsignano, ricordata per la prima volta nel 714.Verso sud una strada a saliscendi tra i colli porta al borgo fortificato di Monticchiello, che conserva vari edifici medievali, la rocca con lunghitratti delle mura e la chiesa duecentesca dei Santi Leonardo e Cristoforo con interessanti resti di affreschi. Gli spettacoli del “Teatro Povero”, messi in scena dal 1967, sono diventati un appuntamento culturale internazionale.

TE.PO.TRA.TOSMuseo del Teatro PopolareTradizionale ToscanoMonticchiello

In un vecchio granaio, unallestimento scenico interamentededicato al teatro povero e le altreforme di spettacolo, espressione ditradizione contadina e mezzadrile.

Museo Palazzo PiccolominiPiazza Pio II, 2

Elegante testimonianzarinascimentale fatta costruire dalpapa Pio II.Dal cortile si accede al bellissimogiardino pensile.

Museo DiocesanoCorso Rossellino 30

Raccoglie opere di scuola senesetra cui tavole trecentesche digrande rilievo. Si può ammirare il prezioso pivialedonato da Pio II alla Cattedrale.

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:37 Pagina 31

RADICOFANISul confine meridionale della Val d’Orcia veglia una delle più imponenti fortezze della Toscana, che ha controllato persecoli il confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Anche se il sito è stato utilizzato da Etruschi e Romani, la fortezza è sorta poco prima del Mille, è stata più volte modificata, ed è statarafforzata nel Cinquecento con dei bastioni capaci di resistere alleartiglierie. La Torre, ricostruita nel Novecento, offre uno straordinariopanorama sulla Val d’Orcia, l’Amiata, l’Appennino e i laghi Trasimenoe di Bolsena. Le chiese di San Pietro (secolo XIII) e Sant’Agataconservano una notevole raccolta di terrecotte robbiane e statue lignee. Il severo Palazzo Pretorio ospita oggi il Comune. Sulla vecchia Via Cassia è il Palazzo della Posta, una villa mediceatrasformata in dogana e in albergo che ha ospitato molti viaggiatoriillustri. Una strada che serpeggia tra i calanchi porta al borgomedievale di Contignano.

Rocca di Radicofani

Grande complesso fortificato, realizzatoin più fasi a partiredal 1154.

32Radicofani

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 32

SAN QUIRICO D’ORCIASul confine settentrionale della valle, San Quirico d’Orcia si èsviluppata intorno al villaggio medievale di Osenna, è entrata nel1256 nei possedimenti di Siena e conserva la sua struttura urbanisticamedievale. Nel centro, chiuso da una cinta di mura, si visitano la Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta con i suoi magnifici portaliromanico-gotici, la chiesa della Misericordia, il Palazzo Pretorio, il Palazzo Chigi e Santa Maria di Vitaleta. Gli Horti Leonini, dei giardiniall’italiana sistemati intorno al 1540 da Diomede Leoni, ospitanoesposizioni di scultura contemporanea. Completano l’itinerario la chiesa di Santa Maria Assunta, il giardino delle Rose e l’anticoospedale della Scala. Proseguendo verso sud sulla Cassia si raggiungeBagno Vignoni, la stazione termale nata nel Medioevo e celebre perla sua “piazza d’acqua”. Sul pendio che digrada verso il fiumetroviamo il parco dei Mulini, interessante testimonianza di costruzionie tecniche di utilizzo delle acque che risalgono al Medioevo.

Palazzo Chigi

Eretto da Carlo Fontana per ilcardinale Flavio Chigi a partiredal 1679, è ricco di dipinti dipittori romani.Salvato dai recenti restauri, èsede di esposizioni.

33San Quirico d’Orcia, la Collegiata

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 33

event i

34

Tutto l’anno la Val d’Orcia ospita un ricco calendario di eventi.La grande cultura del teatro, della musica, dell’arte si affianca agli appuntamenti

dedicati al cibo e al vino

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 34

35IInnccoonnttrrii iinn TTeerrrraa ddii SSiieennaafestival di musica da cameraluglio

FFeessttiivvaall IInntteerrnnaazziioonnaallee ddii MMoonnttaallcciinnoo ee FFeessttiivvaall ddeellllaa VVaall dd’’OOrrcciiaaluglio – agosto

GGrraann FFoonnddoo ddeell BBrruunneelllloo ee ddeellllaa VVaall dd’’OOrrcciiaasettembre

CCAASSTTIIGGLLIIOONNEE DD’’OORRCCIIAA

IIll MMaaggggiioo30 aprile

SSaaggrraa ddeell CCrroossttiinnooprima domenica d’agosto

RRooccccaa eessttaattee aa RRooccccaa dd’’OOrrcciiaaagosto

SSaaggrraa ddeell FFuunnggoo aa VViivvoo dd’’OOrrcciiaaottobre

SSaaggrraa ddeell MMaarrrroonnee aa CCaammppiigglliiaadd’’OOrrcciiaaultima domenica di ottobre

MMOONNTTAALLCCIINNOO

JJaazzzz && WWiinneeluglio

TToorrnneeoo ddii aappeerrttuurraa ddeellllee ccaacccceeseconda domenica di agosto

SSeettttiimmaannaa ddeell MMiieelleesettembre

SSaaggrraa ddeell GGaalllleettttoo aa CCaammiigglliiaannooprima domenica di ottobre

SSaaggrraa ddeell TToorrddooultima domenica di ottobre

PPIIEENNZZAA

TTeeaattrroo PPoovveerroo ddii MMoonnttiicccchhiieellllooluglio – agosto

FFiieerraa ddeell CCaacciiooprima domenica di settembre

RRAADDIICCOOFFAANNII

MMeerrccaattiinnoo ddeellll’’uussaattooprima domenica del meseda aprile a settembre

FFeessttaa mmeeddiieevvaalleeagosto

SSaaggrraa ddeell RRaavviioolloo aa CCoonnttiiggnnaannooagosto

SSAANN QQUUIIRRIICCOO DD’’OORRCCIIAA

AArrttee aa PPaallaazzzzoorraasssseeggnnaa ddii AArrttee CCoonntteemmppoorraanneeaa aaPPaallaazzzzoo CChhiiggiiaprile - dicembre

FFeessttaa ddeell BBaarrbbaarroossssaaterzo sabato e domenica di giugno

FFoorrmmee nneell vveerrddeemmoossttrraa iinntteerrnnaazziioonnaallee ddii ssccuullttuurraanneeggllii HHoorrttii LLeeoonniinniiagosto - novembre

FFeessttaa ddeellll’’oolliioodicembre

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 35

36

I Comuni del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, nel segno di una sempre più stretta collaborazione, proseguononell’ambizioso progetto teso alla riscoperta ed alla valorizzazione del territorio valdorciano al fine, non solo di promuovere uno sviluppocompatibile con un territorio che è giunto a noi pressoché intatto, ma anche allo scopo di ricercare quella coscienza di appartenenza,presupposto per l’affermazione di una identità socio-culturale collettiva.Da questa premessa nacque nel 1996 il “Festival della Val d’Orcia - Festival Internazionale di Montalcino”(quest’ultima manifestazione già affermata dal 1980). E’ un itinerario culturale che ogni estate, tra luglio e agosto, si articola in eventi spettacolari nel contesto di luoghi valdorciani noti o da riscoprire, quasi un filo di Arianna che porta coloro che desiderano seguirloin piazze, castelli, chiese in un armonico ma composito e multimediale intreccio, fatto di musica, teatro, danza e rassegne di cinema d’autore. In questo angolo non solo di terra e di cielo ma anche di arte, cultura e storia, quindi, la pluriennale ed importanteesperienza del teatro a Montalcino, le stupende estati musicali ed artistiche a Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia si fondono in un unicum spettacolare, intessendo un prezioso dialogo con esperienze nazionali ed internazionali.

I l fes t iva l de l la Va l d ’Orc ia

Monticchiello

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 36

Un isolamento pressoché totale sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista fisico (dovuto quest’ultimo alla mancanza dei mezzipubblici di comunicazione e alla rete stradale, costituita ancora da strade bianche) e un progressivo, costante spopolamento, dovuto all’abbandono delle campagne da parte dei mezzadri i cui effetti si ripercuotono immediatamente sulla realtà del borgo che vivegrazie alla economia agricola, sono le coordinate che inquadrano le scenario dell’epoca – siamo a metà degli anni ’60 – in cui nascel’esperienza del “teatro povero”. Che presenta il suo primo spettacolo nel 1967 dopo un periodo di riflessione sul da farsi in relazione alladifficile situazione demografica che si va configurando.Il teatro nasce dunque in questo clima. Non certo con l’intenzione o la speranza di cambiare i destini del paese, ma col preciso scopo disottoporre all’attenzione del pubblico e delle Istituzioni un problema che diventerà - di lì a poco – ‘patrimonio nazionale’ e che si aggraverànel corso degli anni. Ecco allora che la sostanza degli spettacoli presentati ogni estate in piazza (scritti e realizzati dalla comunità, attraverso un processo creativo abbastanza complesso e che Giorgio Strehler definisce subito “autodramma”) trova ragione in quanto dettoed ha come punti di riferimento da un lato la memoria della civiltà contadina cólta nei significati più profondi della sua sapienza e dall’altro le difficili problematiche del presente.Nel corso degli anni poi, persistendo le condizioni che rendono sempre più difficile la sopravvivenza significativa del borgo (ma il problemanon è oramai solo ‘patrimonio locale’), il nodo della drammaturgia del “teatro povero” si orienta pian piano a considerare il rapporto che c’è fra una civiltà che si organizza intorno alle convenienze ed ai grandi numeri ed i piccoli centri che lentamente, ma inesorabilmente perdono ogni significato fino a diventare, spesso senza che se ne colgano a pieno gli effetti devastanti per il tessutosociale dell’intero paese, solo luoghi da visitare. Senza più anima, senza identità, senza vita; se non quella occasionale, disattenta ed effimera costituita da flussi di turismo frettoloso in cerca di ‘pace’ e/o di ‘piccoli mondi da scoprire’.

Andrea Cresti, Regista del Teatro Povero di Monticchiello

I l teat ro povero d i Mont i cch ie l lo37

Vitaleta

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 37

per saperne di p iù

38

Contatti e indirizzi delle “porte giuste” a cui bussare per avere suggerimenti e indicazioni utili prima di partire e durante il viaggio

nel cuore della Val d’Orcia.

Fiume Orcia

Sant’Anna in Camprena, affreschi

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 38

SAN QUIRICO D'ORCIAInformazioni TuristichePiazza Chigi, 2Tel. 0577 899724Fax 0577 899721www.comunesanquirico.itufficioturistico@comunesanquirico.it

Informazioni TuristicheBagno VignoniTel. 0577 [email protected]

Informazioni TuristicheAPT SienaPiazza del Campo 56Tel. 0577 280551Fax 0577 [email protected]

Informazioni TuristicheAPT Chianciano TermeVal di ChianaPiazza Italia 67Tel. 0578 671122-23Fax 0578 [email protected]

Informazioni TuristicheAPT AmiataVia Adua 25 Tel. 0577 775811Fax 0577 [email protected]

Val d’Orcia S.r.l.Via Dante Alighieri 33San Quirico d’OrciaTel. e Fax 0577 [email protected]

CASTIGLIONE D'ORCIAInformazioni TuristicheVia San Giovanni, 8Tel. e Fax 0577 888986

Informazioni TuristichePro LocoVia Fiume, 9Campiglia d'OrciaTel. 0577 872722

MONTALCINOInformazioni TuristicheCosta del Municipio 8Tel. e Fax 0577 [email protected]

PIENZAInformazioni TuristicheCorso Rossellino, 30Tel. e Fax 0578 749905 [email protected]

RADICOFANIInformazioni TuristicheVia Renato Magi, 57Tel. 0578 55684

Informazioni TuristichePro LocoPiazza della Torre, 3ContignanoTel. 0578 52062

39

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 39

Realizzato daAPT Siena

APT Chianciano Terme Val di ChianaAPT Amiata

Val d’Orcia S.r.l.Comuni di:

Castiglione d’OrciaMontalcino

PienzaRadicofani

San Quirico d’Orcia

Progetto editorialeAgenzie per il turismo:

SienaChianciano Terme Val di Chiana

Amiata

Coordinamento editorialeAPT Siena, Luigina Benci

TestiStefano Ardito Si ringraziano:

Giovanni Comi, Paolo Conti, Andrea Cresti, Carlo Prezzolini Il testo ‘Terra di vento e di deserto’ di Mario Luzi è tratto da:

Mi guarda Siena, ed. Provincia di Siena

FotoStefano Ardito, Umberto Bindi, Bruno Bruchi, Enrico Caracciolo, Mario Sturaro

Bruno Bruchi (foto di copertina)

SSttaammppaaNidiaci Grafiche, San Gimignano

Terre di Siena

Abbazia di Sant’Antimo

VALDORCIA_INT 30-07-2009 18:38 Pagina 40

120.000/2007

Terre di Siena

VALSORCIA_COP_F 30-07-2009 18:19 Pagina 3

val d’orc iaPROVINCIA DI SIENA

COMUNI DICASTIGLIONE D’ORCIAMONTALCINOPIENZARADICOFANISAN QUIRICO D’ORCIA

APT SIENA Via dei Termini 6 – 53100 Sienatel. +39 42209 - fax +39 0577 [email protected]

APT CHIANCIANO TERME VAL DI CHIANA Via Sabatini 7 - 53042 Chianciano Terme tel. +39 0578 671122 - fax +39 0578 [email protected]

In collaborazione conVAL D’ORCIA S.r.l. Via Dante Alighieri 33 - 53027 San Quirico d’Orciatel. e fax +39 0577 [email protected]

www.

terre

siena

.it

VALSORCIA_COP_F 30-07-2009 18:19 Pagina 1