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    07/04/12 JORGE LUIS BORGES FANTASMI E SOGNI DEL MAESTRO 'HO SOLO PAURA DI NON MORI

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    ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984

    JORGE LUIS BORGES FANTASMI E SOGNIDEL MAESTRO 'HO SOLO PAURA DI NON

    MORIRE'29 marzo 2012 pagina 48 - 49 sezione: CULTURA

    Oltre venticinque anni dopo la sua scomparsa, torna a risuonare la voce di Jorge Luis Borges.

    Grazie al sito del quotidiano Libration che l' ha messa in linea, dagli archivi dell' Institut National

    de l' Audiovisuel riemersa una vecchia intervista dello scrittore argentino realizzata alla fine degli

    anni Sessanta dalla televisione francese. Intitolato Borges, i giorni e le notti, il documentario di un'

    ora, nel quale si esprimono anche la madre e la moglie dello scrittore, venne girato da Andr Camp

    e Jos-Maria Berzosa a Buenos Aires, dove il celebre autore di Finzioni fu intervistato tra i libri

    della Biblioteca Nazionale e in altri luoghi della citt. Esprimendosi in un francese perfetto, Borges

    parla del suo lavoro e delle sue letture, si lamenta dell' eccesso d' informazione e, dopo aver

    ricordato la sua concezione elitaria della democrazia, rievoca gli anni infausti del peronismo,

    quando sua madre e sua sorella furono incarcerate. Lo scrittore ribadisce anche il suo amore per la

    novella e per la poesia minore, che esige la perfezione per esistere, spiegando inoltre che

    Bouvard e Pcuchet di Flaubert, Cos muore la carne di Butler e Don Quichotte di Cervantes vanno

    annoverati trai maggiori romanzi di tutti i tempi. Insomma, l' intervista riproposta dal sito del

    quotidiano francese una preziosissima testimonianza che aiutaa conoscere meglio uno dei pigrandi scrittori del XX secolo. Non ho una mentalit rigorosa e non sono un erudito, ma solo uno

    che si limita a leggere i libri che gli piacciono. Mi piace molto scrivere, ma ci non significa che le

    cose che scrivo valgano qualcosa. Significa solo che, se non scrivessi,o meglio se non

    immaginassi le cose che potrei scrivere, allora mi sentirei un traditore del mio destino. L'

    INFORMAZIONE Oggi c' troppa informazione. Penso che si stesse meglio nel Medioevo,

    quando c' erano pochi libri, che per almeno venivano letti. Oggi tutti s' interessano di storia

    contemporanea. Si legge ci che accade in Cina ma non si sa nulla del passato di quel paese.

    Tutti leggono i giornali, ma come se leggessero solo l' ultimo capitolo di un lunghissimo romanzo.

    Parliamo in continuazione della Cina, dell' India, della Francia, della Svezia, dell' Inghilterra, dell'

    America, ma la maggior parte delle persone ne ignorano la storia. LA POLITICA Credo ancoraalla democrazia, ma sono una persona all' antica e un conservatore, quindi penso che sia meglio

    dirigere le masse. L' Argentina stava meglio quando era governata da un piccolo gruppo di

    persone che forse Credo ancora nella democrazia, ma sono una persona all' antica e un

    conservatore imbrogliavano un po' quando facevano politica, ma consentivano al paese di

    crescere. Non so se le masse siano capaci di pensare la politica o di avere un qualunque altro

    pensiero. La maggior parte delle persone sono ignoranti in filosofia, letteratura, pittura, musica. Io

    ho qualche conoscenza in letteratura, ma su tutto il resto sono ignorante come gli altri. Perch mai

    le persone dovrebbero avere conoscenze in politica, che una materia ancora pi difficile? Perch

    possiamo ignorare l' algebra e invece dovremmo sapere per chi votare alle elezioni? Tutto ci non

    mi sembra ragionevole. Ma forse la penso in questo modo solo perch la politica mi annoia

    profondamente. Posso interessarmi del tempo, dello spazio, dell' io, dell' identit o dell' eternit.

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    Tutto ci m' interessa perch si tratta di problemi irrisolvibili, mentre per quanto riguarda le

    soluzioni immediate non ho niente da dire. Anche sul piano letterario. LA BIBLIOTECA Nel 1955

    mi hanno nominato direttore della biblioteca di Buenos Aires. Ne fui stupito perch non avevo mai

    pensato a quell' onore. Ma al contempo pensavo che di tutti quei libri io potevo leggere solo i titoli.

    Allora ho scritto una poesia per nul la lacrimevole su Dio che, facendo prova di una magnifica

    ironia, mi aveva dato al contempo i libri e il tedio. Pensavo agli 800.000 volumi della biblioteca e

    alla mia impossibilit di leggerli. LA LETTERATURA FANTASTICA Quando si parla di

    letteratura fantastica, si fa l' errore di pensare che letteratura fantastica significhi letteraturaarbitraria. Ma non cos, perch la letteratura fantastica corrisponde a simboli e inquietudini che

    sono fondamentali. Quando scrivo un racconto fantastico non ho l' impressione di muovermi nell'

    universo dell' arbitrio. Ho invece l' impressione di scrivere qualcosa di essenziale, come se stessi

    scrivendo qualcosa di personale. Anzi qualcosa di ancora pi essenziale. Quando invento una

    storia, so che se tale storia mi obbliga a scriverla perch essa corrisponde a qualcosa di

    profondo e forse d' inconscio. IL LABIRINTO Il labirinto mi ha sempre attirato. Quando parlo del

    labirinto penso naturalmente alle "carceri d' invenzione" di Piranesi che sono dei veri labirinti.

    Penso ai labirinti onirici di Quincey, talvolta penso anche Kafka. Il caso di Kafka strano, perch

    egli evita sempre la parola labirinto. Tuttavia, anche se la parola non figura nei suoi libri, il labirinto

    pur sempre l. A proposito del labirinto, non bisogna pensare solo alle stampe del passato, ai

    ricordi della mitologia greca,a Dedalo,a Joyce,a Quincey, ai Paradisi artificiali di Baudelaire.

    Occorre anche pensare che il labirinto il simbolo pi evidente, pi inevitabile della perplessit.

    Per tutta la vita, non ho mai smesso di essere perplesso davanti all' universo. Allora nel labirinto ho

    trovato il simbolo della mia perplessit, specie di fronte a quello che per me il problema filosofico

    fondamentale, vale a dire il problema del tempo e dell' identit personale. Se lo risolvessimo,

    sapremmo tutto. Ma sarebbe un peccato, perch ci significherebbe la morte della metafisica e

    della filosofia. Non ho scelto il labirinto per il suo carattere pittoresco o perch sia bello immaginare

    la pianta di un labirinto. L' ho scelto perch per me una necessit. LA MORTE Ho paura di una

    sola cosa: l' eventualit di non morire. Il calcolo delle probabilit ci dice naturalmente che siamodestinatia morire. Ma potrebbe anche essere che nella nostra epoca sia nata una generazione di

    immortali. Noi quindi potremmo essere non so se dire degli eletti o dei dannati. In ogni caso, non

    vedo la mia morte come un avvenimento drammatico, piuttosto come una speranza. Come il

    personaggio di Stevenson, anch' io ho un tesoro nascosto, la morte. Se qui le cose non vanno

    troppo bene, andranno meglio altrove. O forse sarebbe anche meglio che altrove non ci fosse

    proprio nulla. Mi ritroverei annientato. Il che sarebbe perfetto. Il labirinto mi ha sempre attirato, mi

    riferisco a quelli onirici di Piranesi, Quincey e Kafka "Oggi c' troppa informazione: penso che si

    stesse meglio nel Medioevo quando c' erano pochi libri che per venivano letti"

    - FABIO GAMBARO

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