INSONNIA Febbraio 2013

16
insonnia mensile di confronto e ironia Insonnia n° 47 Febbraio 2013 - Editore Associazione Culturale Insonnia P.zza Vitt. Emanuele II n°1 12035 Racconigi - Direttore responsabile Spessa Andrea - Stampa La Grafica Nuova Torino - Aut. Trib. Saluzzo n. 07/09 dell'8.10.2009 - Iscr. al R.O.C. 18858 dell'11.11.2009 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, CB-NO/ CUNEO n° 0321/2010 - n° 4/2010 - www.insonniaracconigi.it I tedeschi credono nella ferrea disci- plina, gli inglesi amano le competi- zioni, i francesi seguono le mode, gli italiani sono indisciplinati e aggirano le regole. Luoghi comuni certo ma un po’ di ve- rità è innegabile, anche nei modi di dire. Qualcuno rappresenta gli stereotipi ti- picamente nazionali più di altri, addi- rittura ne fa un punto di forza per ottenere consensi, dal cinema alla po- litica. Lo stereotipo in fondo piace, ci si identifica volentieri, è un neo che at- trae. Ma non a tutti piace, anzi qualcuno vorrebbe staccarsi dall’essere identifi- cato come un luogo comune e preferi- rebbe essere riconosciuto per valori più positivi. Alcuni provano fastidio nell’essere compresi nello stereotipo collettivo e vogliono dimostrare che gli italiani non sono burattini. Che hanno avviato un processo di cambia- mento, almeno alcuni di loro. Cambiamento vuole anche dire pro- porre l’abbandono delle vecchie abi- tudini che ci caratterizzano, che ci hanno portato ad essere il paese dei Pulcinella e degli Arlecchini. Qualcuno, invece, resiste nel proporre il concetto del farla franca, del furbetto, dell’aggirare la norma; strizza l’occhio facendo capire che ci sono due modi per risolvere un problema e se starai con lui molte cose si aggiusteranno. Questa proposta continua ad avere so- stenitori purtroppo. Vogliamo seriamente allontanarci dagli stereotipi che ci contraddistin- guono e modernizzare la nostra società o restare legati al vecchio modo di es- sere italiani che, ahinoi, non è solo un modo di dire? Vogliamo diventare una nazione moderna? E’ una possibilità perché le cose possano andare meglio. E’ con questo spirito che dovremo av- vicinarci al voto e non con la sfiducia che comunque tutto è inutile. GIA’ SOPPRESSO L’EX SALONE SOCIALE SOMS? di Bruna Paschetta In Italia, in Piemonte e in partico- lare nella provincia di Cuneo sta succedendo una cosa particolare. Un intero settore ed il suo indotto sono in crisi. Questa parabola di- scendente si è innescata circa due Borgo San Domenico pag. 13 ILVA pag. 5 Birra pag. 4 segue pag.3 MURELLO, Via Racconigi 22 Tel. 0172.98.126 - Fax. 0172.98.132 e-mail: [email protected] TRENI pag. 6 CAMPAGNA SOTTOSCRIZIONI 2013 insonnia Il debole deve diventare forte di Flavio Degioanni anni fa ed ha raggiunto un punto di non ritorno a dir poco drammatico. Stiamo parlando del settore socio- assistenziale, ovvero di tutti i ser- vizi alle persone svantaggiate come segue pag.2 Se è naturale, occupandosi della SOMS e del suo Salone Sociale, evocarne il significato in termini di esperienze personali per chi è nel- l’età di mezzo, come ha fatto Mel- chiorre Cavallo nel numero scorso di INSONNIA: figuriamoci per chi è più che ‘over’ come la sotto- scritta. E’ certamente vero che le esigenze e le tendenze attuali di svago, individuali e collettive, sono cambiate; sotto questo aspetto, la ‘soppressione’ di quel luogo sociale non ci dovrebbe mancare. Neanche dal punto di vista architettonico, ci mancherebbe: il preesistente in- gresso in v.Levis, di fianco alla piz- zeria, è stato praticamente inglobato nella recente e parziale ri- strutturazione. Ma considerando la storia vista dal basso, dalla parte della gente che ha vissuto e fatto questa nostra città, si deve tenere conto che, fin dai secoli scorsi, sono state, dapprima, le Confraternite re- ligiose alle quali poi, tra Ottocento e Novecento si sono affiancate le Società di mutuo soccorso, a rap- presentare concretamente lo ‘stato sociale’ di allora. In quelle organiz- zazioni si soccorrevano gli anziani soli, gli orfani, gli ammalati cronici, gli invalidi da lavoro, le maestranze dei setifici licenziate in massa per calamità naturali. In particolare, le Società operaie istituivano le prime biblioteche pubbliche e le scuole di alfabetizzazione per adulti. ELEZIONI POLITICHE 2013 All’interno la presentazione di alcuni candidati presenti sul nostro territorio e le risposte ai nostri quesiti. segue pag.7 La situazione di crisi del settore socioassistenziale

description

Mensile di confronto e ironia

Transcript of INSONNIA Febbraio 2013

Page 1: INSONNIA Febbraio 2013

insonniamensile di confronto e ironia

Insonnia n° 47 Febbraio 2013 - Editore Associazione Culturale Insonnia P.zza Vitt. Emanuele II n°1 12035 Racconigi - Direttore responsabile Spessa Andrea - Stampa LaGrafica Nuova Torino - Aut. Trib. Saluzzo n. 07/09 dell'8.10.2009 - Iscr. al R.O.C. 18858 dell'11.11.2009 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, CB-NO/ CUNEO n° 0321/2010 - n° 4/2010 - www.insonniaracconigi.it

I tedeschi credono nella ferrea disci-plina, gli inglesi amano le competi-zioni, i francesi seguono le mode, gliitaliani sono indisciplinati e aggiranole regole.Luoghi comuni certo ma un po’ di ve-rità è innegabile, anche nei modi didire. Qualcuno rappresenta gli stereotipi ti-picamente nazionali più di altri, addi-rittura ne fa un punto di forza perottenere consensi, dal cinema alla po-litica. Lo stereotipo in fondo piace, cisi identifica volentieri, è un neo che at-trae.Ma non a tutti piace, anzi qualcunovorrebbe staccarsi dall’essere identifi-cato come un luogo comune e preferi-rebbe essere riconosciuto per valoripiù positivi. Alcuni provano fastidionell’essere compresi nello stereotipocollettivo e vogliono dimostrare chegli italiani non sono burattini. Chehanno avviato un processo di cambia-mento, almeno alcuni di loro.Cambiamento vuole anche dire pro-porre l’abbandono delle vecchie abi-tudini che ci caratterizzano, che cihanno portato ad essere il paese deiPulcinella e degli Arlecchini.Qualcuno, invece, resiste nel proporreil concetto del farla franca, del furbetto,dell’aggirare la norma; strizza l’occhiofacendo capire che ci sono due modiper risolvere un problema e se staraicon lui molte cose si aggiusteranno.Questa proposta continua ad avere so-stenitori purtroppo.Vogliamo seriamente allontanarcidagli stereotipi che ci contraddistin-guono e modernizzare la nostra societào restare legati al vecchio modo di es-sere italiani che, ahinoi, non è solo unmodo di dire? Vogliamo diventare unanazione moderna? E’ una possibilitàperché le cose possano andare meglio.E’ con questo spirito che dovremo av-vicinarci al voto e non con la sfiduciache comunque tutto è inutile.

GIA’ SOPPRESSOL’EX SALONE SOCIALE SOMS?di Bruna Paschetta

In Italia, in Piemonte e in partico-lare nella provincia di Cuneo stasuccedendo una cosa particolare.

Un intero settore ed il suo indottosono in crisi. Questa parabola di-scendente si è innescata circa due

Borgo SanDomenicopag. 13

ILVApag. 5

Birrapag. 4

segue pag.3

MURELLO, Via Racconigi 22Tel. 0172.98.126 - Fax. 0172.98.132 e-mail: [email protected]

TRENIpag. 6

CAMPAGNA SOTTOSCRIZIONI 2013insonnia

Il debole deve diventare fortedi Flavio Degioanni

anni fa ed ha raggiunto un punto dinon ritorno a dir poco drammatico.Stiamo parlando del settore socio-

assistenziale, ovvero di tutti i ser-vizi alle persone svantaggiate come

segue pag.2

Se è naturale, occupandosi dellaSOMS e del suo Salone Sociale,evocarne il significato in termini diesperienze personali per chi è nel-l’età di mezzo, come ha fatto Mel-chiorre Cavallo nel numero scorsodi INSONNIA: figuriamoci per chiè più che ‘over’ come la sotto-scritta. E’ certamente vero che leesigenze e le tendenze attuali disvago, individuali e collettive, sonocambiate; sotto questo aspetto, la‘soppressione’ di quel luogo socialenon ci dovrebbe mancare. Neanchedal punto di vista architettonico, cimancherebbe: il preesistente in-gresso in v.Levis, di fianco alla piz-zeria, è stato praticamenteinglobato nella recente e parziale ri-strutturazione. Ma considerando lastoria vista dal basso, dalla partedella gente che ha vissuto e fattoquesta nostra città, si deve tenereconto che, fin dai secoli scorsi, sonostate, dapprima, le Confraternite re-ligiose alle quali poi, tra Ottocentoe Novecento si sono affiancate leSocietà di mutuo soccorso, a rap-presentare concretamente lo ‘statosociale’ di allora. In quelle organiz-zazioni si soccorrevano gli anzianisoli, gli orfani, gli ammalati cronici,gli invalidi da lavoro, le maestranzedei setifici licenziate in massa percalamità naturali. In particolare, leSocietà operaie istituivano le primebiblioteche pubbliche e le scuole dialfabetizzazione per adulti.

ELEZIONI POLITICHE 2013All’interno la presentazione di alcuni candidati presenti sul nostroterritorio e le risposte ai nostri quesiti.

segue pag.7

La situazione di crisi del settore socioassistenziale

Page 2: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 2013

La macchina scivola nel buiodella serata invernale. L’abitacologarantisce un confortevole tepore,la musica di sottofondo e la voceun po’ metallica del navigatoreimpostato su una sperduta fra-zione vicina a Cuneo.“Sono veramente pazzo a andarea cena da questa qui!”- pensa Al-fonso - “Mi ha detto di chiamarsiFrancesca, che abita in mezzo aiboschi e che è felice di preparamiuna cenetta con i fiocchi…Troppa grazia sant’Antonio!”Francesca gli era comparsa sulPC, un giorno che lui stava per-dendo un po’ di tempo su Face-book: Una richiesta di amiciziada Francesca - aveva letto constupore.Lo stupore era aumentato ve-dendo le foto del profilo: era pureuna gran bella donna!Amicizia accettata, ci manche-rebbe. Poi una serie cauta di contatti persondare il terreno e scoprire perquale misteriosa congiunzioneastrale una donna così aveva de-ciso di contattarlo.Scoprì ben presto che non erastata folgorata dalla sua avve-nenza (per quanto la foto del pro-filo fosse stata scelta con lamassima cura…), ma incuriositada un suo scritto in cui parlava dicucina vegetariana.Dopo un nutrito scambio di ri-cette la donna misteriosa presel’iniziativa e lo invitò a sperimen-tarne alcune di persona: “Ti va divenire a cena da me: il bosco èuno splendore con tutta questaneve…”. Ed eccolo, il nostro Al-fonso che parcheggia l’auto difronte ad una graziosa casetta ve-ramente persa nella campagna.

Lei è già sulla porta e la luce sem-bra accompagnarla da dietro,gialla e calda.La cena è molto piacevole, il vinoscorre veloce in gola e scioglie leparole. Nella stanza, intorno aloro, il profumo di chissà qualeincenso, una serie nutrita di bud-dha seduti ovunque ed un ca-gnetto molto discreto che dormesul divano.“Il resto della casa te lo mostrodopo cena”- aveva detto lei e a luisembrò una buonissima idea.Ora Alfonso è davvero felice diessere andato a quella cena e stacominciando a pensare che forseci scapperà qualcosina in più diuna bella chiacchierata: più laguarda e più si accorge di quantosia bella. Ora sa esattamente per-ché ha accettato la sua amicizia suFB: altro che ricette vegetariane!Questo pensiero etilico e baldan-zoso fu l’ultimo prima di addor-mentarsi.In quel sonno profondo sognò diuna stanza buia e di lui che nonriusciva neppure a muoversi,come costretto a rannicchiarsi. Inpreda all’angoscia gridò conl’anima tra i denti, in quel sogno,ed il grido lo svegliò.Aperse gli occhi in una stanzabuia, intorno a sé le sbarre freddedi una gabbia in cui non potevamuoversi.Chiamò Francesca, più e piùvolte, finché lei entrò alla luce diuna torcia: i riflessi del fuoco ac-cendevano l’inferno nei suoiocchi. Con un sorriso di ghiaccio indicòun enorme paiolo appeso ad unacatena: “Non sempre, ma ognitanto mi piace proprio mangiarecarne…”.

La casa nel boscodi Luciano Fico

2

centri diurni e residenziali per disa-bili e anziani, interventi territorialie progetti finanziati da comuni,consorzi assistenziali e ASL erogatida centinaia di cooperative sociali.I numeri sono imponenti, le per-sone che ci lavorano sono migliaiasolo in provincia, il fatturato senzaindotto è di centinaia di milioni dieuro. Dunque come ha fatto un set-tore così fondamentale ad entrare incrisi? Per spiegarlo basta prenderecome esempio una realtà territorialedi Racconigi. Questa realtà è unamedia cooperativa sociale che haun fatturato di 5 milioni di euro e200 soci lavoratori, una ONLUScon un bilancio trasparente più chepositivo, insomma una azienda vir-tuosa, che cresce ogni anno e ridi-stribuisce i propri profitti sottoforma di progetti per il sociale, cul-tura e formazione ai lavoratori.Succede che questa cooperativa purfacendo il proprio dovere e pa-gando i fornitori entro i 30 giorni,vada in difficoltà. Paradossalmentequesto accade perché a non fare ilproprio dovere è lo Stato. Infatti laRegione Piemonte inizia a pagaremeno e in ritardo le ASL, che a lorovolta non riescono a rispettare i ter-mini di legge verso i consorzi e lecooperative. Si pensi che gli obbli-ghi per i pagamenti che la norma-tiva indica erano 90 giorni,diventati 60 il 1 Gennaio 2013, e loStato che dovrebbe dare il buonesempio nel far rispettare le leggitutt’ora paga anche con 700 giornidi ritardo. Questa nostra coopera-tiva dunque, si ritrova ad avere 4milioni di euro di credito da rice-vere dalla sanità, ed è facile imma-ginare che su un bilancio di 5milioni annui si ritrovi in crisi fi-nanziaria. Per tentare di sopravvi-vere allora si rivolge alle banche,che dovrebbero salvare il sistemaanticipando i crediti, visto che aloro volta sono state salvate dal tra-collo finanziario, in diverse occa-sioni attraverso ingenti gettiti diliquidità dalla Banca Centrale Eu-ropea. Ma le banche è risaputo chenon fanno gli interessi degli altri,

bensì i loro, e non investono dovenon sono sicuri di ricavare. Quindiin definitiva succede la seguentecosa: in primis vengono tagliati tre-dicesime e stipendi dei lavoratoridelle cooperative (cosa già suc-cessa), perché come sempre chipaga per primo sono i più deboli.Poi iniziano a non essere garantiti iservizi alle persone. Visto che lecooperative non hanno più liquiditànon riescono a pagare la benzinadei mezzi per trasportare gli utentipiuttosto che gli alimenti dei pastidegli stessi (cosa che sta già succe-dendo). In questo secondo caso a ri-metterci saranno i disabili stessi,ovvero l’altro anello debole.Insomma, una piccola storia di pro-vincia potrebbe insegnarci che inun paese democratico e cultural-mente elevato, se così si vuole de-finire, il debole dovrebbe esseretutelato ed aiutato e dovrebbe averepari dignità e diritti di tutti gli altricittadini. Purtroppo in Italia sta suc-cedendo l’opposto e il debole saràdestinato a soffrire, stringere i dentied eventualmente a soccombere.Questo potrà succedere, a menoche per disperazione si invertano leparti, e tutti deboli, utenti, famigliaridegli utenti e operatori sociali sirendano conto che i numeri pos-sono fare la forza. Se questo prin-cipio venisse compreso e applicatoqualcosa potrebbe succedere per-ché il debole per una volta divente-rebbe effettivamente forte. Il primo passo verso questo cam-biamento di rotta fortunatamente ègià avvenuto poiché le parti incausa si sono riunite nella sentitamanifestazione dello scorso 2 feb-braio a Cuneo dove più di 2000persone hanno sfilato per difenderei propri diritti. La voce dei deboli siè fatta sentire, rumorosa e unanime.Adesso non resta che continuare te-nendo la guardia alta e non dimen-ticando che questa è una battagliaculturale che ogni cittadino do-vrebbe sostenere perché nella vitapuò capitare a chiunque di passareda uno stato di forza a uno di debo-lezza e naturalmente viceversa.

Il debole deve diventare fortesegue dalla prima

Page 3: INSONNIA Febbraio 2013

Se si vuole, quindi, veramente colti-vare e valorizzare la storia e la me-moria della Società Operaia diMutuo Soccorso, fondata in Racco-nigi nel 1851, allora è necessario, amio avviso, lasciarne una traccia fi-sica e fruibile anche per il presente.Le esigenze attuali di aggregazionesono certamente più mirate e finaliz-zate ad aspetti e problematiche menocontingenti forse: sono comunquesostegno e contributo formativi siaper l’individuo sia per le istituzionipubbliche.Ma gli Amministratori Comunaligiustamente sottolineano che occor-rono soldi, molti soldi per recuperarel’ex Salone Sociale SOMS comespazio aggregativo. Intanto, si puòanche far notare che, fin dagli ultimidecenni, e ancora attualmente, parec-chi soci SOMS e non pochi ammi-nistratori di quello stesso organismo,sono stati Consiglieri comunali: anessuno di loro è venuto in mente diaffrontarlo allora, questo problema,quando non ci si trovava ancora inqueste situazioni economiche? Perché non chiedere l’intervento diqualche Fondazione bancaria, diquelle stesse istituzioni finanziarieche, dal passato ad ora, hanno co-struito la loro fortuna proprio sul tes-suto sociale ed economico della città?L’Amministrazione comunale rassi-

cura: al posto del Salone SocialeSOMS, la città avrà, come luogo diaggregazione pubblica, una metà dal-l’Ala Comunale di prossima ristrut-turazione. Ben venga anche ilrecupero di questa struttura, ma nonavrà la stessa funzione, perché deter-minate attività culturali, quali il pro-getto della Scuola corale (presentatonel programma elettorale della mag-gioranza) o gli eventuali laboratoriteatrali, richiedono un certo isola-mento rispetto all’ambiente circo-stante, ciò che non potrannoconsentire le arcate seppur chiuse davetrate.Si obietta ancora: l’ex Salone So-ciale, seppur ristrutturato, non con-terrà più di 200 persone. E quantevolte si sono viste più di 200 personerichiamate da qualche iniziativa nondi solo svago? Per finire, e magari saltando di paloin frasca (mica tanto, però) perché lanostra città potrebbe avere metà AlaComunale, quella a sud, ristrutturatacome luogo sociale SOPRAT-TUTTO perché l’altra metà è statodeciso che ospiterà una struttura cosìspecialistica come il “Polo per la co-noscenza e la promozione delle es-senze officinali?Si dovrebbe trattare di ‘uno spaziodidattico, sperimentale e di analisisensoriale, tipo quello realizzato

3insonnia Febbraio 2013

GIA’ SOPPRESSO L’EX SALONE SOCIALE SOMS?segue dalla prima

La scomparsa di Alessandro Mantelli“Godiamo di ottima salute”Un uomo che sapeva vivere la sua vitaa cura di Guido Piovano

presso l’UESS(Universitè Europè-enne des Saveurs edes Senteurs ) a For-calquier, in Francia;(…) progetto cheprevede la realizza-zione di un laborato-rio attrezzatotecnologicamente,per la formazione esperimentazionedelle tecniche di tra-sformazione e di uti-lizzo deiPRODOTTI LO-CALI per ottenerecosmetici, profumi,essenze alimentari’.Mi domando: nonsarebbe il caso diprecisare che For-calquier è una citta-dina dell’AltaProvenza, dove ilterritorio circostanteè un susseguirsi di coltivazioni di la-vanda e di altre essenze officinali,mentre il territorio racconigese è ca-ratterizzato da qualche campo dimenta, ma soprattutto da monocul-tura di mais e di pioppeti, e che taliproduzioni già si promuovono da sé,sotto forma di allevamenti bovini esuini di ottima qualità?

Sta per nascere un’altra piccola, eprovinciale, ‘cattedrale nel deserto’?

La fotografia allegata all’articolosulla SOMS del mese scorso mi èparso implorasse “ABBATTETEMI; proporrei quest’altra , modesta madignitosa, della facciata ovest in v.Costa.

Ricordiamo Mantelli attraversole parole dell’amico CorradoGrappeggia, da venticinque anniparrucchiere in Racconigi.

Come ha conosciuto Mantelli?Ho avuto il piacere di conoscerlonel 1987, quando mi chiamaronoal Neuro in qualità di barbiere.Alessandro era al reparto Marro.E’ nato tra noi un rapporto diamicizia che è durato fino allasua morte. Quando poi dal Neuroè passato alla Comunità “Mon-viso” di via Priotti ha cominciatoa frequentare il mio negozio divia S. Giovanni, dove passavacon buona frequenza.Avevo la sua piena fiducia, forseperché lo avevo avvicinato“come persona” fin dai tempi delNeuro.

Com’era stare con Mantelli?Alessandro era molto attento aitemi dell’arte e della musica e suquesto terreno ci incontravamo.Parlavamo di Ligabue, si fu-mava; qui in quegli anni era una“tuberia” di fumo. Aveva un ba-gaglio culturale non indifferente,

forse perché proveniva da una fa-miglia altolocata; palava volen-tieri dei Savoia di cui conoscevabene l’albero genealogico.

Come ama ricordalo?Aveva modi ottocenteschi, in-sieme ad una galanteria di altri

tempi. A casa mia salutava miamoglie con un: “Signora, i mieiossequi”. In strada, “Signore,buon giorno”. Con AlessandroMantelli, secondo me, se n’è an-data l’ultima maschera di Racco-nigi. Al funerale mi hacommosso vedere molte personecon gli occhi lucidi. Alessandroera, a suo modo, un personaggio.

Che carattere aveva Mantelli?Era un grande ottimista, una dellesue frasi preferite a fronte di un“Come va?” scambiato perstrada, era “Godiamo di ottimasalute”. Aveva però molte paure:“Ho incontrato i carabinieri, nonmi hanno detto niente” e ancoranascondendo la sigaretta cheaveva appena chiesto con grandecortesia e senza insistenza “Perfavore, non dica niente”. La siga-retta, più del caffè, era ormai di-ventata una ragione di vita.

Ci dica qualcosa dei diversi pe-riodi della sua vita.Degli anni del Neuro preferivanon parlare; se interrogato, rife-riva solo di cose positive, né diquel periodo era uso lamentarsi.Non si sentiva abbandonato dallafamiglia, adorava la cognata cheveniva a trovarlo ogni settimana.Sono certo che oggi uno come luivivrebbe tranquillamente in casa

Mio fratello Bruno

E' l'alba, la notte è tra-scorsa:il giorno.Torna la notte, e nelsognomio fratello Brunoparla, che piacere.E' mattina, piango comeun bambino.Bruno non c'è più.

Alessandro Mantelli

propria.Ha invece davvero soffertoquando se n’è andato RenatoDalmasso, amico intimo, già conlui al Neuro e poi alla Comunità.Quello del teatro di VincenzoGamna è stato un bel periodo perlui, ma ha preferito chiudere de-finitivamente quella esperienzaquando il medico gli ha detto diridurre il suo impegno.

Come lo ricorderà?Alessandro aveva un grande pre-gio: sapeva vivere la vita per quelche era. Per me è stato un piacereaverlo conosciuto e frequentato emi dà tristezza pensare che dallavita abbia avuto molto meno diquanto meritasse.

Page 4: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 20134

Il cielo è grigio, la temperatura sullozero o poco più, piccoli cumuli di neveai bordi della strada, il paesaggio è de-cisamente nordico e allora cosa c'è dimeglio che visitare un birrificio?Già, forse ancora pochi lo sanno, manella nostra città, zona Via dei Cor-netti, abbiamo un piccolo laboratoriodove dal mese di novembre è entrata inproduzione la “Birra”: Diego Caula (40 anni), Dario Bonetto (39 anni) eRoberto Morosini (45 anni) sono ipadri fondatori della birra POINTMADNESS.“Dobbiamo fare qualcosa” e due annifa, dopo aver prodotto birra amato-riale soprattutto per uso personale,facendo tesoro delle esperienze accu-mulate nelle sperimentazioni prece-denti, sono partiti a “tutta birra”!

Diego: La mia è una vecchia passionecoltivata insieme a Dario, amico dasempre, a livello amatoriale dal 2005in poi: ci si trovava qui, a casa mia e sifacevano varie esperienze, avendosempre come modello la birra inglese.Due anni fa, mentre eravamo al mare equindi con un po' di tempo per parlare,ci siamo detti: ma dai facciamo qual-cosa di nuovo!Nel frattempo sono passati deglianni...Almeno per un anno abbiamo giratoper affittare un capannone, ma ci chie-devano cifre astronomiche, dovevamopoi provvedere all'acquisto dei macchi-nari il cui costo non è indifferente...… e alla fine vi siete allocati sottocasa...Dario: Sì, è stata la scelta più econo-mica, certo abbiamo dovuto abbatteremuri, piastrellare, applicare vernici la-

vabili, insomma adeguare i locali allenorme di legge.Rimarrete a lungo qui?Speriamo il meno possibile perché vor-rebbe dire che abbiamo fatto centro enecessitiamo di un locale più grande!Questa è la vostra unica attività?Diego: Ho chiuso con la mia attività emi occupo a tempo pieno del birrificio,sia come organizzazione che comeproduzione.Dario: Lavoro, alla ciaburna di piazzacastello e mi occupo, insieme a Diego,della produzione della birra. Roberto,si occuperà dell'ambito commerciale,marketing, vendita, organizzazionefiere.Che tipo di società avete scelto?Abbiamo costituito una cooperativaper cui siamo impegnati a reinvestiregli utili.Percepite uno stipendio?Diego: Per ora no, poi si vedrà.

Point Madness,la birra sotto casa!di Anna Simonetti

Che tipo di birra producete?Diego: I nostri modelli sono quelli in-glesi, anche perché a noi piace queltipo di birra.Produciamo vari tipi di birre: Novauna Bitter in due versioni (bionda eambrata); Redparrot una Irisch Ale(rossa); Knock I.P.A. (bionda doppiomalto) Dark Side una Staut ( Scura )e altre in arrivo. Le nostre birre sonotutte ad alta fermentazione, non filtratee non pastorizzate, assolutamente na-turali.Che prodotti usate?Diego: Malto d'orzo, acqua, luppoli,lieviti, zuccheri e aromi. Sono prodottiessenziali e genuini, mirati alla ricercadi uno stile, quello anglosassone. Cre-diamo molto nella semplicità dellecose, ma anche nell'estrema attenzionenel mescolare i nostri ingredienti peroffrire sempre una birra genuina.Usate prodotti biologici?Dove è possibile sì, vengono tutti daipaesi d'origine e sono di qualità: ci èparsa una scelta dovuta e necessaria.Quanti permessi e quanto tempoavete impiegato per averli?Le autorizzazioni del Comune sonostate veloci e, dobbiamo proprio dirlo,

non abbiamo perso tempo perché sial'ufficio tecnico che l'assessore cihanno aiutato tantissimo offrendo giu-ste e competenti informazioni.Dario: Anche i permessi e i controllidell'ASL sono stati fatti nei tempi pre-visti, ma ci sono tanti, troppi permessie fogli burocratici che allungano inu-tilmente i tempi di realizzazione deiprogetti d'impresa!Diego: ...e poi la normativa è farragi-nosa per cui ogni tanto si scopriva chemancava un atto, a volte abbiamo in-contrato scarsa conoscenza delle pro-cedure proprio perché sono tante e siaccavallano...Domani avremo l'ispezione dell'Agen-zia delle dogane per l'imbottiglia-mento... speriamo bene!Da quello che dite è un investimentoa lungo termine, visto che sono treanni che ci lavorate?Diego: Abbiamo investito una bellacifra, ma la maggior parte dei lavori, liabbiamo fatti noi...Dario: ... abbiamo montato, noi, quasitutte le macchine adattandole ai localie alle norme di legge.Avete chiesto dei finanziamenti e achi ?Diego: Abbiamo chiesto un finanzia-mento alla banca ottenuto in tempi re-lativamente brevi perché non moltocospicuo.Quando sarete sul mercato?Diego: La prima produzione è partita aNovembre e sarà pronta per febbraio;la procedura è lunga e dalla produzionealla vendita passano dai due ai sei mesi,dipende dal tipo di birra.Allora siete già sul mercato?Dario: Sì abbiamo fatto la Fiera delfreddo a Borgo S. Dalmazzo e la Fieradel marrone a CuneoCome è andata?Dario: Bene, la gente dopo averla as-saggiata tornava a prenderne altra:buon segno, è piaciuta e non ne ab-biamo riportata a casa. Come pensate di commercializ-zarla?Diego: Come abbiamo già detto, se neoccuperà Roberto, è positivo il fattoche si sta formando una rete commer-ciale di ditte e locali che si stanno av-vicinando al mondo delle birreartigianali.

DAL GIORNALE LUCEdi Umberto Allemani

Qualche tempo fa, parlando con ilmio amico Enzo, sono venuto a sa-pere l’origine del suo cognome cheè Vattanzi, Enzo Vattanzi.

Enzo mi ha spiegato che, all’iniziodel secolo, il cognome originale eraTanzi. Un suo parente, funzionarioall’azienda elettrica, aveva fatto ag-

giungere il Vat davanti al Tanzi. Questo signore era molto legato alsuo lavoro, tanto da esserne profon-damente influenzato: coerentementeinfatti aveva combattuto per la Re-sistenza, beveva sempre birra allaspina, non fumava ma usava ta-bacco da presa, era sempre stato fa-vorevole alla pena di morte … civorrebbe per tutti la sedia elettrica!In famiglia a Enzo, quando era bam-bino, davano la frutta (sempre pere)dicendo “am…pere”; prima di dor-mire gli leggevano le fiabe che co-minciavano immancabilmente allostesso modo “c’era una volt…”.Le vacanze le passavano a Massa,lì però ci andavano mal volentieri,ma avevano una casa che era stataacquistata prima della variazione delcognome, c’era anche della terra,alla quale erano molto attaccati.Successivamente quella terra gli era

stata tolta per costruire un circuitoautomobilistico, un corto circuito,che loro proprio non sopportavano.Recentemente quella casa l’hannovenduta perché senza terra proprionon potevano stare, anche per lenuove leggi, sapete … Da un po’ ditempo gli affari non gli vannotroppo bene, sono sempre in bol-letta e tutti lo sanno. Allora quandoproprio si sentono spenti e senzaforza, vanno qualche giorno in va-canza a Pila, in val d’Aosta, pressouna famiglia di loro amici francesi,i Duracel, i quali ancora oggi, dopoil pranzo invitano Enzo al riposinodicendogli “Vat a fare le chilo –watt!”Pare che ultimamente abbia tentatodi suicidarsi, buttandosi in un fiumeper lasciarsi portar via dalla cor-rente, come avrebbe sempre voluto.Il contatore

IL LAVORO CHE C’E’…IL LAVORO CHE NON C’E’

Inchiesta locale sul lavoro nell’epoca della crisi globale

L’Italia è una Repubblica Democratica, fondata sul

LAVORO (Art. 1 Costituzione)

Per tutti quelli che lo conoscono, e sono in molti, Umberto Allemani èun bravo pittore, apprezzato soprattutto per i suoi disegni a carboncini,bianco e nero, sapiente nella scelta dell’inquadratura, raffinato nellagamma dei grigi.E’ fra i pochi rimasti ad usare con abilità una tecnica che non sopportamolti ripensamenti ed è l’unico rimasto dei tre fratelli Allemani, tutti conla passione della pittura, ognuno con la propria tecnica, Ettore e Marioci hanno lasciati, Umberto continua a disegnare.Pochi però conoscono la verve umoristica di Umberto, apparentementepersona che non si lascia andare a scherzi, lui così signore, così compìto;per tanto, quando si è offerto di lasciarci pubblicare alcuni suoi scritti,abbiamo accolto questa partecipazione con sincero interesse convinti chei nostri lettori sapranno apprezzare questa prosa di un tempo, raffinatacome ora non se ne trova più molta in questo mondo cosi volgare ed ur-lante. Rodolfo Allasia

Page 5: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 5

A Taranto continua il dibattito e laprova di forza tra Governo e Magi-stratura. Da parecchi mesi la Pro-prietà dell’Azienda, Governo,Magistratura, Sindacati, Enti Localisono impegnati in una dura, com-plessa e logorante vicenda che do-vrebbe conciliare il diritto allasalute dei cittadini, rispetto e risa-namento dell’ambiente (territorio eanimali) con la legittima aspira-zione dei lavoratori di continuare aprodurre per essere in grado dimantenere il loro posto di lavoro.In questa complessa situazionesono a rischio migliaia di posti dilavoro. Sono direttamente interes-sati all’attività produttiva dell’Ilvadi Taranto i dodicimila dipendenti,più tutti i lavoratori degli altri sitidel Gruppo che necessitano dei se-milavorati (coils): Ilva di Genova,Novi Ligure e Racconigi. Ai dipen-denti del Gruppo vanno aggiunti icirca 22.000 lavoratori dell’indottodei siti produttivi italiani. La situa-zione sanitaria ed ambientale èsotto gli occhi di tutti: i dati rilevatisui tumori infantili e la mortalitànella zona di Taranto rispetto alresto della Puglia e della Nazionesono drammatici; altrettanto sonosconvolgenti i dati sull’inquina-mento ambientale nelle zone di in-fluenza dell’acciaieria di Taranto.Alcuni giornalisti della zona hannodefinito l’inquinamento causato dalsito industriale una “garrota” chestrangola lentamente persone, ani-mali, territorio di Taranto e della

coils tramite ferrovia che, per leslitters (linee di taglio), assicuranolavoro per due o tre giorni alla set-timana in quanto il piazzale con icoils “a magazzino” è vuoto. Il Gip Patrizia Todisco è ferma e

determinata contro il dissequestrodei prodotti finiti , delle lamiere,dei coills in quanto “corpo delreato” e non è disposta a far con-fluire nel bilancio aziendale il rica-vato della vendita. In questi ultimigiorni è stata chiesta dal MinistroClini la possibilità di dissequestrateil materiale soggetto a deteriora-mento affinché possa essere lavo-rato e/o venduto. Non rimane cheaspettare la decisione della Con-sulta sperando che con il buonsenso e la disponibilità di tutti sipossa risanare e bonificare il terri-torio, ammodernare gli impianti, inmodo da renderli non inquinanti.E’ altresì indispensabile tutelare egarantire il diritto alla salute dellapopolazione e dei dipendenti e chesi possa riprendere il lavoro nelmodo più completo per dare unasperanza a quella Terra e un futuroa tutti i lavoratori e alle loro fami-glie .

Ilva, aspettando la decisione della Corte Costituzionaledi Salvatore Mucaria

provincia jonica.Certamente questa situazione nonsi è creata in poco tempo; è il fruttodi tanti, troppi anni di inquinamentodove l’Ilva ha pensato solo alle pro-duzioni e lavorazioni industriali e afare utili senza curarsi troppo deidanni a persone, animali e territo-rio. Certamente i meno colpevoli,come spesso succede nel nostroPaese, sono i bambini, le donne, ilavoratori, le classi più deboli chepagano il prezzo più alto di questapolitica industriale, dei mancati e“distratti” controlli, del modo di ge-stire il bene comune di questa “po-litica” locale e nazionale che nonvede, non sa, non interviene inquanto non si è accorta di quantostava accadendo in questa parted’Italia.In questa drammatica situazione sa-nitaria ed ambientale, dall’estate2012, è intervenuta più volte laMagistratura che ha sequestrato ireparti delle produzioni “a caldo”causando il blocco e conseguentechiusura dei reparti stessi e il bloccodelle lavorazioni condizionando laripresa della produzione ad unaprofonda bonifica degli impianti,

causa dell’inquinamento. Successi-vamente il Governo ha emanatol’A.I.A. (Autorizzazione integrataambientale) che prevede un vasto eprofondo progetto di bonifica e rin-novamento tecnologico degli im-pianti. E’ nuovamente intervenutala Magistratura che con decreto haposto sotto sequestro i prodotti finitie semilavorati (coils) destinati adaltri siti produttivi, tra i quali Rac-conigi. Infine la Direzione dell’Ilvaha messo in atto la chiusura degliimpianti “a freddo”.A dirimere questo scontro tra Go-verno e Magistratura è stata chia-mata la Corte Costituzionale che il13 febbraio deciderà se i prodottisemilavorati e finiti accatastati neimagazzini e nei piazzali potrannoessere commercializzati e il rica-vato destinato alla bonifica, allamodernizzazione degli impianti eper pagare gli stipendi. Resta il fattoche la situazione finanziaria del-l’azienda è sempre più difficile, haperso commesse dagli Usa e rischiadi perdere altre importanti com-messe in Oriente . All’Ilva di Rac-conigi la produzione è calata; dacirca un mese arrivano forniture di

non si sarebbero più impoverite”.Attraverso lo studio dei documenti d’ar-chivio Leigh è riuscito a ricostruire leintricate vicende finanziare che hannoportato all’acquisizione di numeroseproprietà immobiliari a Londra a Parigie in Svizzera.Gli investimenti di Mussolini e gli altripossedimenti del papa in giro per ilmondo sono controllati da Paolo Men-nini che gestisce a Roma un’unità spe-ciale all’interno del Vaticano chiamataApsa (Amministrazione del Patrimoniodella Sede Apostolica).E io dico: noi “fedeli”, non abbiamomai niente da dire?!LINK all'articolo dell'Internazionale:http://www.internazionale.it/news/vati-cano/2013/01/22/la-ricchezza-immobi-liare-del-vaticano/ LINK all'articolo originale sul THEGUARDIAN:http://www.guardian.co.uk/world/2013/jan/21/vatican-secret-property-empire-mussolini?CMP=SOCNETTXT6965

LE TRE VIRTÚSi racconta che quando Dio Padre creòil mondo, affinché gli uomini prospe-rassero, decise di concedere loro duevirtù. E così fece.Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosidelle leggi.

LA RICCHEZZA IMMOBILIAREDEL VATICANOInternazionale, 22 gennaio 2013:“Pochi turisti sanno che il negozio diBulgari a New Bond street o la sededella banca Altium Capital all’incrociotra St James’s Square e Pall Mall hannoa che fare con il Vaticano”, scrive DavidLeigh sul Guardian. Ma questi edifici inalcuni dei quartieri più eleganti di Lon-dra fanno parte dell’incredibile ric-chezza immobiliare del Vaticano, che èin gran parte segreta.Leigh denuncia le proprietà immobiliaridel Vaticano nel Regno Unito, in Fran-cia e in Svizzera per un valore comples-

sivo di 680 milioni di euro, secondo lestime del Consiglio d’Europa. Ma so-prattutto mette in luce i collegamenti trala ricchezza dello stato pontificio e l’ere-dità di Benito Mussolini, che nel 1929avrebbe regalato un patrimonio allachiesa di Roma per ottenere il ricono-scimento del regime fascista dalle gerar-chie ecclesiastiche.Secondo lo storico dell’università diCambridge John Pollard, i soldi di Mus-solini furono molto importanti per lecasse pontificie. Pollard nel suo libroMoney and the Rise of the Modern Pa-pacy dice: “In quel momento le finanzepontificie sono state messe al sicuro,

Gli inglesi perseveranti e studiosi.I giapponesi lavoratori e pazienti.I francesi colti e raffinati.Gli spagnoli allegri e accoglienti.Quando arrivò agli italiani si rivolse al-l'Angelo che prendeva nota e gli disse:"Gli italiani saranno intelligenti, onestie del Popolo delle Libertà".Quando terminò con la creazione, l'An-gelo gli disse:"Signore, hai dato a tutti i popoli duevirtù, ma agli italiani tre... questo farà sìche prevarranno su tutti gli altri!""Per la miseria, e' vero!" disse il buonDio"Ma, mio buon Angelo, tu sai che levirtù divine non si possono più togliere.Allora, che gli italiani abbiano tre virtù:però, ogni persona non potrà averne piùdi due insieme!"E fu così che:L'italiano che è onesto e del Popolodelle Libertà, non può essere intelli-gente.L'italiano che è intelligente e del Popolodelle Libertà, non può essere onesto.E quello che è intelligente e onesto...non può essere del Popolo delle Libertà! Divulgate questo messaggio affinchéquando si andrà a votare, non siano introppi a perdere l’intelligenza o l’one-stà…

a cura di Guido Piovano

Page 6: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 20136

Dopo i numerosi articoli sui giornaliriguardanti i treni, ci è sembrato op-portuno riportare anche il punto divista dei “pendolari” che sono i primiutilizzatori del servizio vivendo quo-tidianamente la realtà del treno ehanno subito pesantemente il nuovoorario.La prima riflessione è che il trasportoferroviario è un servizio essenziale ecome tale deve essere garantito a tuttinella migliore maniera possibile,uscendo dalle dinamiche della reddi-tività o meno di tale servizio. Il tra-sporto su rotaie è e deve essere unarisposta ai tanti problemi di traffico edi inquinamento che oramai attana-gliano le nostre città. Deve essere unservizio efficiente che inviti ad usaresempre di più il treno a discapito del-l’auto.Il livello dei servizi sulla mobilitàdanno la misura di un paese modernoed avanzato o, di contro, vecchio edarretrato. In un momento di crisi come

quello attuale sipossono condivi-dere anche dei“tagli” ma è sempredifficile accettarlisui servizi piuttosto che sugli sprechi.Nel nostro caso poi i treni non hannosubito tagli, infatti continuano a tran-sitare nella nostra stazione con la soladifferenza che non fermano più. Nontroviamo logico arrivare quasi a di-menticare un paese di 10.000 abitanti,tralasciando la storia e le attrattive tu-ristiche e con un circondario di al-meno altrettanti abitanti. I pendolari diRacconigi, che da un sondaggio rea-lizzato dal Comitato Pendolari, risul-tano essere circa 600, hannoabbonamenti annuali, mensili, scola-stici ecc. e si sono visti di colpo di-mezzare i treni. Il costo però è rimastolo stesso anzi è aumentato ancora. Racconigi è l’unica stazione nellatratta Torino-Fossano ad aver subitotagli.La Regione, nascondendo negligenzee incapacità, invece di dare soluzioni,ha come unico intento, soprattuttodopo l’ultima riunione del 17 gennaio2013, quello di contrapporre le varieamministrazioni locali e leggendol’intervento del Sindaco Parodi di Ca-vallermaggiore sembra che la cosaabbia sortito l’effetto sperato. Per noisarebbe facile parlare di numeri di pas-seggeri, visto che siamo una delle sta-zioni più frequentate, o dimostrare chenon tutti i treni che fermano a Caval-lermaggiore fanno coincidenza con

l’Alba-Asti, ma non è questo che vo-gliamo fare. A noi interessa denun-ciare la Regione che hacompletamente dimenticato la nostrastazione nella prima stesura del fa-moso Servizio Ferroviario Metropoli-tano inserendola solo successivamentecon un treno ogni ora.Un’Amministrazione Regionale che siè presentata ai vari incontri con i nostriAmministratori Comunali (Racconigi,Cavallerleone, Caramagna, Cavaller-maggiore) e con il Comitato Pendolarisempre senza la presenza dell’Asses-sore ai Trasporti, assenza che repu-tiamo molto grave verso le Istituzionied i Cittadini che erano lì per seri pro-blemi di trasporto. E’ la prima voltache non veniamo ricevuti dall’Auto-rità politica, ignoriamo la figura del-l’Assessore Bonino, se non per la suafirma sui comunicati stampa di riu-nione a cui lei non era presente.Quello che noi pendolari racconigesichiediamo è il miglioramento del ser-vizio nella nostra stazione nelle fascependolari e non sono sufficienti le trefermate date dopo la nostra protesta. Racconigi continua ad essere l’unicocomune della Granda sulla tratta To-rino-Cuneo a non essere collegato di-rettamente con il capoluogo e proprionel momento in cui la politica scegliedi accorpare lì molti servizi.

Chi viaggia su Cuneo, prima aveva ildiretto che in 45 minuti arrivava, oggideve fare un cambio a Fossano, conattese che vanno fino a 28 minuti, edimpiega minimo 71 minuti.Questi pendolari non sono una“massa critica”, come ripete ad ogniincontro la Regione per bocca delResponsabile Vigna. Un esempio èquello che succede col treno che partealle 13,23 da Cuneo, l’unico che fermaanche da noi e che arriva a Torino allostesso orario degli altri. Con un po’ dibuona volontà ed impegno si possonoripristinare le fermate dei treni per e daSavona e dare alcune fermate suCuneo e il problema si può risolveresenza penalizzare nessuno. Ma in Re-gione evidentemente non sanno cosavuol dire alzarsi due ore prima al mat-tino per andare a scuola o al lavoro a40 km di distanza o perdere un trenoper una manciata di minuti, specie disera, e attendere un’ora a Porta Nuovaper tornare a casa dai propri cari. Le soluzioni secondo noi ci sono, orasta alla volontà della Regione di met-terle in pratica con l’aiuto dei loro tec-nici, solo così potremo forse parlare diun “Servizio di Trasporto Metropoli-tano” degno di questo nome.

Alcuni pendolari Racconigesi Racconigi, 28 Gennaio 2013

Le Regole del Porcellum Gli Erasmus e il (non)votodi Cecila Siccardi

Per avere seggi alla Camera dei de-putati è necessario che, su scala na-zionale, ciascuna lista superi il 4% seda sola, il 2% se collegata ad altre inuna coalizione in grado di raccoglierenon meno del 10% dei consensi to-tali. Alla coalizione che avrà ottenuto piùvoti sul territorio nazionale verrà as-segnato un premio di maggioranzache le consentirà di avere almeno340 seggi su 618 (55% dei seggi conesclusione del voto espresso al-l’estero, che vale complessivamente12 seggi, e del seggio Valdostano).

Al Senato, invece, la soglia è raddop-piata: il minimo dei voti da ottenereè pari all’8%, con le coali-zioni che devono superare il20%, mentre i partiti che lecompongono possono ac-contentarsi del 3%. Questo,però, su scala regionale.A questo proposito, a pa-lazzo Madama, i seggi ver-ranno ripartiti in modo taleper cui per la coalizione cheotterrà la maggioranza, inogni singola regione scatteràun premio di maggioranzaregionale, corrispondente anon meno del 55% dei seggiche la singola regione attri-buisce, con l’esclusione delMolise (2 seggi) e dei posti

riservati agli eletti all’estero (6).La quota minima del 55%, asse-gnerà quantomeno 13 seggi su 22 inPiemonte, 27 su 49 in Lombardia, 14su 24 in Veneto, 4 su 7 in Friuli-Ve-nezia Giulia, 5 su 8 in Liguria, 13 su22 in Emilia-Romagna, 10 su 18 inToscana, 4 su 7 in Umbria, 5 su 8nelle Marche, 16 su 28 nel Lazio, 4su 7 in Abruzzo, 16 su 29 in Campa-nia, 11 su 20 in Puglia, 4 su 7 in Ba-silicata, 6 su 10 in Calabria, 14 su 25in Sicilia, 5 su 8 in Sardegna.Discorso a parte per Val d’Aosta (1seggio) e Trentino-Alto Adige (6seggi su 7 uninominali), sottopostealla tutela delle minoranze linguisti-che.

Negli ultimi tempi si è molto sen-tito parlare della questione delvoto agli studenti Erasmus. Alcunierano già consapevoli che votarenon sarebbe stato possibile, dal-l'estero; altri, come me, sono com-pletamente caduti dalle nuvole,avendo dato per scontato che il re-stare mesi in un'altra università eu-ropea non potesse costituire unostacolo alla garanzia del propriodiritto di voto. Sembrava assurdo.E invece è proprio così: viene fuoriche un italiano, per votare dal-l'estero, debba essere iscritto al-l'AIRE (Associazione ItalianiResidenti all'Estero), ma per figu-rare in questa lista è necessario vi-vere nel paese ospitante per più di12 mesi. La borsa Erasmus mas-sima è proprio di 12 mesi, ma lamaggior parte sono da 6 o da 9. Siscopre che c'è un articolo di unalegge, approvata a fine 2012, in cuisono sancite le categorie di italianiresidenti all'estero che potrannovotare, ma non c'è menzione deglistudenti. Inoltre, la possibilità delvoto sarà data solo a coloro cheavranno sottoscritto l'iscrizione al-l'AIRE entro il 31 dicembre 2012.Fra dicembre e gennaio le voci ini-ziano a girare sul web con insi-stenza sempre crescente, se neinizia a parlare sempre di più

anche fra i politici, finché non ar-riva il 'no' della Cancellieri: i pro-blemi tecnici non sono superabili,25.000 giovani saranno esclusi dalvoto, a meno che, ovviamente, nondecidano di tornare, accollandosi lenon indifferenti spese. A questopunto interviene Alitalia, che offreagli studenti che decidano di tornarein patria a esercitare il proprio di-ritto di voto la possibilità di un volodi sola andata a 49 €, andata e ri-torno a 99 €. Non per tutti però que-ste tariffe sono proprioeconomiche; probabilmente molti,me compresa, decideranno di nontornare. Si parla di recarsi comunque alleambasciate in segno di protesta, odi organizzare un voto simbolicovia internet, per mostrare quantopoco il nostro parere conti per lostato italiano; ma resta il fatto chequesto problema non è certo nuovo.I problemi esistenti erano sicura-mente ben noti, ma il decreto di finedicembre che ignora gli Erasmuscome categoria di votanti all'esterofa ben capire la considerazione incui sono stati presi, per poi riempirela bocca dei politici in campagnaelettorale. Fa riflettere che di 25.000giovani studenti saranno probabil-mente pochi a votare: l'Italia è sem-pre più un paese per vecchi.

Page 7: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 7

Sono Melchiorre CAVALLO.Penso che i lettori di Insonnia miconoscano, anche perché sono (or-goglioso di essere) tra i fondatoridel giornale.Ho 50 anni e dalle superiori mi oc-cupo di politica. Sono sposato con Margherita e ab-biamo in dono Francesca.Per vivere faccio il consulente li-bero professionista. Mi occupo, inparticolare, di revisioni alle societàcooperative e, durante l’anno, ho lafortuna di vedere molte di questerealtà, piccole e grandi e questo miconsente di avere a disposizione uninteressante spaccato della vita eco-nomica e sociale del nostro territo-rio (lavoro prevalentemente inPiemonte e Valle d’Aosta).Sono credente e ho dedicato parec-chi anni all’animazione dei giovaniin parrocchia. E’ stata una benedi-zione, perché mi ha consentito diveder crescere persone molto bellee condividere con loro un tratto dicammino.Credo in un Dio che non ha mani,

ma che usa le nostre mani per agirenel mondo. Credo in un Dio chevuole la felicità di tutti gli uomini elascia a noi il compito di costruirla.Ho sempre inteso la politica comeservizio alla collettività. Fare poli-tica vuol dire mettere in gioco leidee, l’impegno, il tempo, la pas-sione, per migliorare la realtà che cicirconda. Non ho mai vissuto di po-litica e non ho ambizione di farlo.Sono stato, in passato, consiglierecomunale e assessore e da maggiosono assessore alle finanze e al tu-rismo.L’esperienza che sto vivendo con lagiunta e il gruppo consigliare misoddisfa molto, sia dal punto divista umano che da quello politico:c’è un clima di rispetto e di condi-visione, nessuno si presenta con laverità in tasca, tutti si mettono a di-sposizione. C’è molta voglia dicondividere quanto si fa con tutta lacittadinanza. Questa è la politicache mi piace e che rappresenta, perme, il giusto modo di intendere il“potere”.

Ho sempre militato nella sinistraperché credo che non ci possa es-sere sviluppo senza giustizia socialee che solo una società capace diguardare a chi vive peggio possadefinirsi civile.Credo che le istanze della sinistranon debbano solo essere sbandie-rate e testimoniate, ma trasformatein governo. Per questo ho scelto disostenere la candidatura di Brunettia livello locale e, a livello nazio-nale, ho scelto da alcuni anni diaderire al progetto di Sinistra Eco-logia e Libertà, un partito di sinistrache accetta di mettersi in gioco e dicercare le alleanze necessarie pergovernare, mantenendo le proprieistanze.Sogno un paese dove le leggi ser-vano ad elevare chi vive con più fa-tica e non a salvare qualchepolitico; un paese che possa tornarea guardare con rispetto a coloro chesi occupano della cosa pubblica,perché governato da gente rispetta-bile; un paese dove abbia semprepiù peso la maggioranza di brava

MELCHIORRE CAVALLO – Candidato alla Cameraper Sinistra Ecologia e Libertà

gente che si sveglia tutte le mattinee fa il suo dovere e sempre meno ilfurbo di turno; un paese che si vo-glia bene e che tuteli e valorizzi ilterritorio, per salvaguardare il fu-turo dei nostri figli; un paese dovenessuno si senta escluso. Un belpaese, insomma!Aderisco alla campagna "Riparte ilfuturo" di Libera e sottoscrivo i cin-que impegni in essa contenuti.

La corruzione è uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza.Il prossimo 24 e 25 febbraio verremo chiamati a eleggere inostri rappresentanti in Parlamento. È il momento di chiedere che la trasparenza diventi una condizione e non una concessione, esercitando il nostro diritto diconoscere. Per questo domandiamo adesso, a tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, di sottoscrivere 5 impegni stringenti contro la corruzione.Serviranno per potenziare la legge anticorruzione nei primi cento giorni di legislatura e per rendere trasparenti le candidature.

1) Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare ilrafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novem-bre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambioelettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attivitàparlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”

2) Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi pro-fessionali ricoperti

3) Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedi-menti penali e civili in corso e/o passati in giudicato

4) Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale

5) Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovveroriguardanti congiunti e familiari

La Pace deve diventare strategia Eu-ropea. Riduzione delle spese militari(no F35, no programma costruzionecacciabombardiere Joint Strike Fi-ghter) con l’obiettivo di creare fondiper il sociale, la cooperazione e la ri-strutturazione ecologica dell’econo-mia. Creare un esercito europeo conl’unico scopo, a livello di missioni, diinterposizione tra le forze in conflittoe sostegno alle popolazioni. Rafforza-mento delle iniziative diplomatiche diprevenzione dei conflitti.Creare un Piano Verde per il Lavoro.

L’unica grande opera pubblica devediventare la riqualificazione ambien-tale e la messa in sicurezza del territo-rio e degli edifici (in particolare lescuole) dal rischio sismico, la riquali-ficazione energetica, la salvaguardiadella ricchezza pubblica acqua, il po-tenziamento delle energie pulite e so-stenibili. Tutta questa economia verdecreerà spazi occupazionali, anche peri giovani. Agire sul precariato, che ha indebolitoanche la produttività. Chi fa un lavorostabile deve avere un contratto stabile.Per i disoccupati garantire un redditominimo di 600 euro mensili è sosteni-bile da un sistema nazionale rinnovato.Combattere il lavoro nero, anche attra-verso la reintroduzione degli indici dicongruità. Sgravi fiscali per le aziendeche creano lavoro stabile. Reintrodu-zione dell’Art.18. Rivedere le leggisull’agricoltura, favorendo le produ-zioni più compatibili e tutelando pro-dotti e filiere corte.Molta attenzione al mondo dellascuola. Non è possibile che l’Italia sia31° su 32 stati industrializzati perspesa scolastica e salute della scuolapubblica! Ridare la possibilità ai gio-vani di credere nello studio, abolire ilnumero chiuso, i baronati universitari.

Privilegiare assolutamente la scuolapubblica e tollerare la presenza diquella privata.Rivedere la gestione dei beni culturali.Abolizione del Ministero e creazionedi un “Ministero della Creatività” dovetrovi spazio l’innovazione e una ge-stione moderna del patrimonio e delleopportunità culturali in tutti i campidell’arte, a livello storico e di produ-zione contemporanea.Una nuova gestione della cultura, delpatrimonio artistico/paesaggistico e diquello enogastronomico può creare ul-teriore occupazione.Nel Piano Verde rilanciare la politicadei parchi (con la spending review gliaddetti scenderanno a 600 per tutto ilterritorio), una nuova normativa sullagestione dei rifiuti che renda obbliga-torie le buone pratiche e che tenda a“rifiuti zero”; una mobilità che privi-legi il trasporto su rotaia (anche permerci), il trasporto pubblico, l’alimen-tazione alternativa dei veicoli. Un definitivo abbandono dell’ incubonucleare e l’allontanamento dalla di-pendenza dai combustibili fossili. E’possibile ipotizzare un futuro esclusi-vamente rinnovabile: sostegno al so-lare termico e alla geotermia a bassoimpatto, liberalizzazione dello scam-

bio di energia rinnovabile tra produt-tore e consumatore, sostegno allo stoc-caggio di energie rinnovabili. Accantoal fotovoltaico incentivo all’eolico,sviluppando la possibilità di installa-zione in mare, diffusione del mini emicro eolico. Incentivare l’idroelet-trico su piccola scala…Rafforzare lo stato sociale, con una at-tenzione particolare al ruolo delladonna, che può diventare la chiave pervincere le sfide future (sostegno al la-voro femminile, ecc.); rafforzamentodella sanità pubblica privilegiando po-litiche di prevenzione…Le risorse devono essere reperite: lottaall’evasione fiscale attraverso un usosempre più residuale del contante, ob-bligo di bancomat, soppressione com-missioni incassi elettronici econnessione di tutte le banche dati(anche con accordi internazionali);tassa sui patrimoni finanziari consi-stenti; tassa sulle transazioni finanzia-rie colpendo gli investimenti “a breve”(speculativi); reintroduzione falso inbilancio; cessione dei patrimoni pub-blici inutilizzabili…E poi…diritti civili, la buona poli-tica… tutto nero su bianco.www.sinistraecologialiberta.it/kit2013/programma

SINISTRA ECOLOGIAE LIBERTA’

RIPARTE IL FUTURO: PETIZIONE – firmiamo per ottenere trasparenza e impegno contro la corruzione

Page 8: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 20138

Mantenere vive la sensibilità e letematiche che hanno contraddi-stinto l’esperienza della Costi-tuente dei Beni comuni alleamministrative della scorsa prima-vera a Cuneo, in una prospettiva dipiù ampio respiro. Questo il mo-tivo che mi ha spinto a candidarmial Senato nelle file di RivoluzioneCivile alle politiche del febbraioprossimo.Sono Gigi Garelli, ho 51 anni esono insegnante di Filosofia e Sto-ria allo scientifico “Peano” diCuneo, temporaneamente prestatoall’Istituto Storico della Resistenzaper progetti specifici di didattica inscuole e dintorni.Dopo anni di impegno nel sociale,in occasione delle scorse ammini-strative sono entrato nelle file dellaCostituente, soggetto politico cheè riuscito a mettere insieme il me-glio di diverse sensibilità, da quelladi partito a quella movimentista,costruendo una fruttuosa collabo-razione a partire dalla convergenzaattorno alla difesa dei Beni co-muni.Nelle scorse settimane il dibattitocirca un’eventuale partecipazione

alle prossime elezioni è stato oltre-modo vivace e non privo di mo-menti di tensione, inconsiderazione del percorso arti-colato che ha condotto alla defini-zione del progetto politico diRivoluzione Civile, ma alla fine inmolti hanno ritenuto di dover es-sere presenti, nonostante alcuneperplessità, pur senza coinvolgeredirettamente la Costituente per ri-spettare le diverse sensibilità pre-senti al suo interno.L’importante era far risuonare incampagna elettorale i temi propridella Costituente, sia in termine distile, sia in termine di contenuti.Lo stile, innanzitutto, improntato aun’autentica partecipazione. Laconsapevolezza - non solo teoricama sperimentata sul campo neimesi scorsi - è che la partecipa-zione non sia un dato, ma il fruttodi un processo di costruzione chepuò passare anche attraverso lacompetizione elettorale delle pros-sime politiche: progettare dibattiti,pensare iniziative di promozionedei temi più vicini alla nostra sen-sibilità, incontrare persone cui pro-porre una politica coltivata fuori

dalle stanze, già questo è costruireun modello politico alternativo. E poi ci sono i temi specifici, quelliche costituiscono l’ossatura di Ri-voluzione civile: lavoro, atten-zione all’ambiente, modellialternativi di sviluppo - sempreche questo termine si possa ancorausare - che investano sulle energiealternative, sulla valorizzazionedei territori nel rispetto delle lorospecificità, e che soprattutto sipongano in netta controtendenzacon i modelli delle grandi opere. Per quanto mi riguarda, credo siafondamentale che Rivoluzione Ci-vile porti in Parlamento una nuovasensibilità in materia di diritti dicittadinanza, specie per le personeimmigrate, che hanno visto pro-gressivamente regredire le politi-che che li riguardano. È un tema dicui si parla sempre meno, perchéporta pochi voti, e anzi, nella co-mune opinione sembra rischi difarne perdere molti, ma in questoperiodo di crisi sono stati propriogli immigrati a essere esposti inprima linea, subendo i colpi diun’economia asservita alla fi-nanza. Dopo un lento periodo di

GIGI GARELLI – Candidato al Senato per Rivoluzione Civile-Ingroia

miglioramento in cui sembrava le-gittimo sperare che l’equazioneimmigrato-disperato potesse pro-gressivamente perdere consi-stenza, la sovrapposizione tra i duetermini ha ricominciato a riaffac-ciarsi, con i numeri degli utenti dimense, dormitori, e centri diascolto in risalita. Sostenere Rivo-luzione Civile è ridare a questomondo una speranza di riscatto.

dal PDL, dall’UDC e - purtroppo- dal PD).Scopo della lista è far rinascereuna opposizione sui temi socialied ambientali, battersi per unareale democrazia e per la parteci-pazione contro le politiche deigrandi centri di potere economicie finanziari (banche, Confindu-stria…)In specifico:- Chiediamo una vera politica dipace (non a parole) con progres-siva riduzione delle spese mili-tari, ritiro delle truppe impegnatein vari teatri di guerra (a comin-ciare dall’Afganistan). NO allespese pazze per gli F35, bombar-dieri da attacco.- Pacchetto Treu e legge Biaginon hanno dato occupazione aigiovani. La soppressione di dirittisindacali, costati anni di impe-gno, e il peggioramento dellecondizioni degli occupati non hadato garanzie alle nuove genera-zioni. Occorre cancellare le milleforme di assunzione oggi esi-stenti, dare stabilità e certezze(anche con sgravi fiscali iniziali achi assume a tempo indetermi-nato). Il 30% (in realtà di più) digiovani disoccupati e le condi-zioni di precarietà eterna per unaintera generazione sono un atto diaccusa a chi ha sostenuto questepolitiche. L’opposizione a Berlu-sconi e Monti e l’impegno sui re-

ferendum per ripristinare l’art 18dello Statuto dei lavoratori e ilcontratto nazionale di lavorosono nettissime e dovranno es-sere continuati. Gravi le respon-sabilità del PD nell’avere votatoalcuni di questi provvedimenti.- Chiediamo l’applicazione deidue referendum votati nel 2011(acqua pubblica e rifiuto del nu-cleare), ignorati dai governi chesi sono succeduti, ricerca ed inve-stimento sulle energie alternative,applicazione dei protocolli inter-nazionali contro il riscaldamentoglobale. No al consumo di ter-ritorio (capannoni…) e recuperodell’esistente. Bonifica delle zoneindustriali inquinate (a comin-ciare dall’ILVA dove Riva è te-nuto ad investire quanto haguadagnato negli anni). No allegrandi opere inutili e costose(nostro capolista al Senato è ilsindaco di Venaus, in val di Susa)e rilancio del trasporto pubblicolocale sempre più penalizzato.Politica di riequilibrio ambientale(l’Italia continua a franare adogni temporale).- Salario minimo (come in Fran-cia) per gli occupati, salario so-ciale per i disoccupati. Rilanciodella sanità e della scuola pub-blica. Aumento delle pensioniminime (arrivando progressiva-mente a mille euro), riduzionedelle pensioni d’oro (tetto a 5.000

euro) e delle liquidazioni miliar-darie dei banchieri. Rilanciodella sanità pubblica, contro icontinui tagli operati dallagiunta regionale Cota. Investi-menti per la ricerca. Taglio distipendi e buonuscite a tutte lecaste (tetto di 5.000 euro perconsiglieri regionali e parlamen-tari). Patrimoniale sopra al mi-lione di euro (nel programmaCgil), indennità per portatori dihandicap, anziani non autosuffi-cienti. Reale parità uomo/donnanel lavoro e politica con i mi-granti, ormai parte importantedel nostro paese (oltre il 7%della popolazione). Riforma car-ceraria e scelte nette contro di-scriminazioni e omofobia.Politica della casa (affitti aprezzi sociali, facilitazioni per igiovani). Soprattutto una poli-tica per il lavoro. Va attuata unaconcreta e continua politica con-tro l’evasione fiscale, contribu-tiva e contro il lavoro “in nero “. - Questi provvedimenti permet-terebbero di aumentare stipendie pensioni, di rilanciare i con-sumi, di sviluppare politiche so-ciali (scuola, assistenza, sanità,trasporti…). E’ l’unica alterna-tiva contro la demagogia delladestra e il liberismo di Monti checi hanno portati alla recessioneed hanno aumentato povertà edisoccupazione.

RIVOLUZIONE CIVILE - INGROIA

Rivoluzione civile nasce dall’in-contro tra Italia dei Valori, Ri-fondazione comunista, Verdi,Comunisti italiani, ma soprat-tutto sulla proposta del movi-mento lanciato dai sindaci diNapoli e Palermo (De Magistris,Orlando) e dall’apporto di movi-menti, gruppi, associazioni, partiimportanti della “società civile”.Abbiamo candidati delle asso-ciazioni antimafia (La Torre), pa-cifiste (Lotti), ambientaliste, diEmergency, di settori operai esindacali (nostro capolista lo-cale, alla Camera, è un operaiodella FIAT di Pomigliano) che sisono opposti ai governi delle de-stre populiste (Berlusconi-Bossi)e liberiste (Monti, appoggiato

Page 9: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 9

Sono candidato per la prima voltaalla Camera dei Deputati e sonocapolista nella Circoscrizione Pie-monte II, che comprende anche laprovincia di Cuneo, dopo avervinto le primarie del Partito De-mocratico di fine dicembre nellanostra provincia.Ho 53 anni, sono sposato conFrancesca e abbiamo due figli Pie-tro e Giulia. Risiedo a Sant’Albano Stura, agri-coltore, mi sono da sempre occu-pato di questioni e problematichedel mio settore e della mia comu-nità e del mio territorio, in questosenso sono sempre stato “politica-mente impegnato”, sono inoltrestato Consigliere comunale e As-sessore nel mio comune tra il ’90e il ’95. Sono stato impegnato nell’anima-zione culturale giovanile e nell’as-sociazionismo cattolico.Ho rivestito ruoli dirigenziali inColdiretti e in Confcooperative alivello provinciale e regionale esono dal 2004 in Regione comeConsigliere e Assessore.Di fronte al prossimo appunta-mento elettorale dovremo tutti

chiederci in cosa l’Italia vor-remmo fosse cambiata tra cinqueanni alla fine del prossimo man-dato.Vogliamo un’Italia nelle cui Istitu-zioni e Pubblica Amministrazionetra cinque anni siano evidenti isegni di una forte sburocratizza-zione e semplificazione, nellaquale la strada dell’ammoderna-mento e dell’innovazione aves-sero cominciato a produrre fruttiper imprese e famiglie.E vogliamo che in questo pro-cesso di razionalizzazione e dimessa in efficienza, i servizi fon-damentali per cittadini e famigliequali sanità, assistenza, sicurezza,scuola e trasporti locali non sianooggetto di riduzione della spesama solamente di qualificazione.Per avviarsi su questa strada, lapolitica e le Istituzioni dovrannoinnanzi tutto essere capaci di unagrande riforma che le renda nuo-vamente pienamente meritevolidella fiducia dei cittadini, ridu-cendo i livelli istituzionali, sempli-ficando e chiarendone le funzioni,riducendo il numero dei politici eriducendone il costo, rendendo

evidente una rinnovata affidabilitàe credibilità con comportamentitrasparenti, sobri e coerenti.Non è un libro dei sogni, è unastrada percorribile, e la campagnadi Libera “Riparte il Futuro” va inquesta direzione, per chiedere tra-sparenza e impegno per combat-tere illegalità e corruzione, perquesto ho voluto sottoscriverla.Ho sottoscritto con convinzionequesta campagna, sottoscrivendoda candidato alle prossime ele-zioni politiche i 5 impegni perchécredo che la lotta alla corruzione el'affermazione dei principi di tra-sparenza, integrità, responsabilitàsiano premesse fondamentali peruno sviluppo vero e duraturo e lacostruzione di una società più giu-sta.In questa campagna elettoralestiamo sentendo le promesse piùpazzesche e sembra che le paroleperdano di senso, in troppi hannodetto tutto ed il contrario di tutto,diventerà fondamentale che ognicittadino valuti la credibilità e lacoerenza di ciascuno anche inbase alla storia passata . Il già Presidente del Parlamento

MINO TARICCO – Candidato alla Camera per il Partito Democratico

europeo Pat Cox nel suo discorsodi insediamento citò un verso diun poeta irlandese William ButlerYeats che recitava “ho steso da-vanti ai tuoi piedi i miei sogni,cammina leggero perché camminisui miei sogni”, credo dovremmotutti recuperare la delicatezza, il ri-spetto e la responsabilità che daquesta consapevolezza derivano.Buon voto a tutti.

2. LavoroIl lavoro rappresenta il puntocardine di tutto il programma.Occorre sollecitare le attivitàeconomiche e gli investimentiche danno lavoro, operando unridisegno profondo del sistemafiscale che alleggerisca il pesosul lavoro e sull’impresa, attin-gendo alla rendita dei grandi pa-trimoni finanziari edimmobiliari. Occorre, poi, con-trastare la precarietà rivedendole scelte operate da chi ha gover-nato nell’ultimo decennio espezzare il circolo vizioso trabassa produttività e compres-sione dei salari e dei diritti, aiu-tando le produzioni a competeresul piano della qualità e dell’in-novazione. È essenziale, inoltre,una legge sulla rappresentanza,che consenta l’esercizio effet-tivo della Democrazia per i la-voratori. È necessario, infine,puntare sul lavoro femminile egiovanile, soprattutto nel SudItalia, mettendo in pratica poli-tiche fiscali a sostegno di questecategorie. 3. Ambiente ed energie rinnova-biliL’ambiente non rappresenta unpunto a sé nel programma, ma siinterconnette agli altri. Le pro-poste principali sono: rilanciarel’edilizia attraverso il recuperodel costruito esistente, fermando

il consumo di territorio, ridarecentralità alla produzione conuna politica industriale “inte-gralmente ecologica”, indivi-duare grandi aree diinvestimento, di ricerca e inno-vazione verso cui orientare im-presa, industrie, agricoltura,servizi, puntando sulle qualità ele tipicità del territorio, sullamobilità sostenibile, sul rispar-mio e l’efficienza energetica,sulle tecnologie legate alla sa-lute, sulla cultura, sui beni di va-lore storico, sulla tradizione esull’agenda digitale. Salute,istruzione, sicurezza, ambiente,energia, patrimonio culturale edel paesaggio, infrastrutturedello sviluppo sostenibile, retedei servizi di welfare e forma-zione sono tutti Beni Comuni,che non possono essere di-sgiunti tra loro e che riguardanoil futuro dei nostri figli e chie-dono una presa in carico daparte di tutta la Comunità.4. GiovaniIl progetto del Pd non è retorica-mente “per i giovani” ma è “deigiovani”. I temi fondanti sono lalibertà di poter costruire il pro-prio progetto di vita e realizzarele proprie vocazioni e la valoriz-zazione del merito. Occorre in-trodurre misure più incisive nelcampo delle professioni, dellascuola e dell’università, del-

l’amministrazione pubblica edell’impresa privata, sconfig-gendo l’idea berlusconiana di li-bertà, fondata sulla difesa diprivilegi privati. Occorre, in-vece, liberare le energie dellacreatività e del merito indivi-duale contro le chiusure corpo-rative e familistiche dellasocietà italiana.5. Stato socialePer avere un Paese realmentesviluppato non si può prescin-dere dall’avere un sistema diwelfare pubblico e non affidatoal mercato. Occorre puntare suun sistema di sussidiarietà vera,ossia su un meccanismo diespansione della risposta ai bi-sogni fondamentali delle per-sone, che non faccia distinzionitra ricco e povero. È necessario,poi, investire sulle politiche perla famiglia, in particolare alleg-gerendo il carico di lavoro e dicura della famiglia che gravasulle donne, sostenendo una ri-forma del welfare e politiche diconciliazione e condivisione.6. Come reperire i fondi pertutto ciò?Occorre puntare su una mag-giore fedeltà fiscale, vendere unpo’ del patrimonio pubblico, in-staurare un circolo virtuoso cheporti i tassi di interesse a calare,tagliare le spese, come, ad esem-pio, quelle militari.

PARTITO DEMOCRATICO

1. Pace/Missioni all’estero/F-35La posizione del Pd è moltochiara: occorre rivedere gli im-pegni per gli F-35. Il Pd si im-pegna concretamente in questofrangente già da tempo, bastipensare che ha presentato unaMozione sulla riduzione e razio-nalizzazione delle spese militari,con particolare riferimento alprogramma per la produzione el’acquisto degli F-35, approvataalla Camera dei Deputati in data28 Marzo 2012. La propostaprevede, inoltre, che quei fondivengano investiti per un pianostraordinario di investimenti checonsenta a Regioni, Province eComuni di mettere in sicurezzascuole e ospedali, di avviarepiani di recupero ambientale eprogetti per la mobilità urbana.

Page 10: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 201310

Sono Niko Bissardella, ringrazioInsonnia per la possibilità che miha dato di presentare me e gliobiettivi del MoVimento 5 Stelle(M5S). Sono nato a Carmagnola nel1973 e risiedo a Racconigi. Sonoun perito meccanico e lavoropresso l’ILVA di Racconigi. Miinteresso di Storia Costituzionalee dell’analisi contemporaneadella Costituzione italiana ormaida tempo. Questo mi ha portato adedicarmi alla politica interna ita-liana e, negli ultimi due anni, aorientare la mia passione versoun attivismo innovativo. Durantele ultime elezioni amministrativecomunali di Racconigi sono statouno dei principali promotori dellalista M5S in quanto candidatosindaco. Seppur non eletto, hoavuto l’11,5% delle preferenzeespresse dai cittadini racconigesi.Non appena convocate, sarò at-tivo nelle consulte cittadine perl’urbanistica e per i lavori pub-blici. Attualmente sono promo-tore delle osservazioni del M5Sal Piano Regolatore Cittadino diRacconigi approvato nel 2011. Ho uno stile di vita orientato allabiosostenibilità e al rispetto deidiritti della cittadinanza oggimessi in discussione da una poli-tica ormai corrotta e priva di cre-dibilità. Mi ispiro alla sovranitàdi un popolo attivo e preparato apartecipare alla vita del suo Paeseattraverso un continuo dialogo

con chi lo rappresenta, in gradodi esprimersi in modo diretto edemocratico perché pienamenteconsapevole degli obiettivi edelle ispirazioni di chi deciderà divotare. Sono fermamente con-vinto che la politica non debbaessere una professione, se nonper due mandati in totale, pressoqualsiasi istituzione politica. Tuttii candidati del M5S, in caso dielezione hanno già dichiarato dirinunciare a metà dei compensiprevisti per l’eventuale attivitàparlamentare. Come già successoin Sicilia, Piemonte ed EmiliaRomagna, restituiremo allo Statoi rimborsi elettorali che spettereb-bero al M5S per la campagnaelettorale di queste elezioni. Chisostiene che la politica senzasoldi non esista, mente. Noistiamo realizzando per la quintavolta una campagna elettoralecon i contributi volontari dei cit-tadini a cui rendiconteremo pub-blicamente ogni singola spesasostenuta. Sono candidato alla Camera perla Circoscrizione Piemonte 2 delM5S. Spero di dare un contributoad un movimento di cittadini chevorrebbe dare spazio, informa-zione e formazione ad una so-cietà che guardi ad un autenticogarantismo del popolo e delloStato, ma non di una politica cor-rotta che negli anni ha portato lanazione ad un impoverimentoculturale, sociale ed economico,

mettendo in discussione il rap-porto privilegiato che uno Statodovrebbe avere con i propri citta-dini. Lo Stato ha perso credibi-lità. E’ normale, dunque, che ilpopolo non nutra più quella natu-rale fiducia per chi lo rappre-senta. Mancano metodi digoverno studiati per restituire aicittadini quella sovranità che laCostituzione conferisce a chiarelettere fin dai primi articoli.Senza trasparenza e rigore è im-possibile chiedere fiducia e par-tecipazione al cittadino che infattinon avverte quasi più la presenzadi uno Stato, ma solo di qualcosada cui proteggersi continua-mente.Un tuo chiarimento sulle di-chiarazioni di Grillo su CasaPound e l'abolizione dei sinda-cati?Casa Pound: il M5S ha regolemolto semplici per candidarsi. Lafedina penale pulita, nessuna tes-sera di partito, non più di duemandati politici pregressi e averfatto parte ad almeno una lista delM5S in precedenti tornate eletto-rali (solo per i candidati parla-mentari). Si evince quindi che ilM5S non ha colori politici néideologie: chiunque può farneparte salvo mantenere comporta-menti non violenti.Abolizione dei sindacati: leodierne istituzioni sindacali con-federali, secondo noi, sonospesso assimilabili alle attuali

NIKO BISSARDELLA – Candidato alla Camera peril MoVimento 5 Stelle

strutture partitiche. Come tali nehanno assorbito parecchi difetti.Riteniamo però utile segnalare leesperienze di collaborazionemolto produttive con FIOM e iCO.BAS.Aderisci alla campagna "Ri-parte il futuro" di Libera e sot-toscrivi i cinque impegni in essacontenuta?Il secondo, il terzo, il quarto e ilquinto punto presenti nella cam-pagna di Libera citano preroga-tive già richieste a tutti i candidatidel M5S per entrare in lista. Ilprimo punto è assolutamentecondivisibile, in quanto dichiaral’urgenza di considerare ognipromessa di scambio preeletto-rale un modo per corrompere ilvoto.

con i dettami costituzionali. Do-vrebbe essere obiettivo di unoStato emancipato, quello di in-terrompere il sanguinoso cir-cuito della guerra che costringecon le “missioni di pace” e inbase ad alleanze e partecipa-zioni ad organismi internazio-nali, a intervenire militarmentenelle controversie di altre na-zioni al solo scopo di ottenernedei vantaggi economici. Il M5Sè dichiaratamente contrario allemissioni all’estero.Inserimento lavorativo GiovaniI precari italiani, negli ultimidieci anni, sono aumentati diquasi un milione di unità. IlM5S propone dunque l’aboli-zione della legge Biagi che, nel-l’intento di rendere piùflessibile il mercato del lavoro,ha generato un deterioramentodello stesso, accompagnato daun forte senso di incertezza e in-stabilità sul futuro di due interegenerazioni: quella adulta equella dei giovani. Il M5S pro-pone una nuova legge che sem-

plifichi le tipologie contrattuali,e assegni alle agenzie interinalisolamente la ricerca e la sele-zione del personale da assumerea tempo indeterminato e conagevolazioni fiscali per leaziende. Ambiente ed Energie Rinnova-biliPer quel che riguarda l’energia,secondo il M5S è necessario unpiano energetico nazionale perun uso razionale delle risorse edelle materie prime in virtù diun risparmio e di un uso appro-priato delle fonti in modo damigliorare i vari processi tecno-logici, implementare lo svi-luppo delle fonti rinnovabili esostituire le materie prime ener-getiche di importazione.Stato SocialeUno dei primi obiettivi che ilM5S si propone è proprioquello di incrementare il fondoper la non autosufficienza inmodo da garantire la cura e l’as-sistenza dei diversamente abilianche dove non è possibile per

problemi economici regionali.Si intendono comunque tutelaretutte le fasce più deboli dellapopolazione italiana in modo darealizzare un’uguaglianza so-stanziale di cui parla la costitu-zione all’articolo 3.A questo punto dove prenderei soldi per realizzare tutto ciò? I soldi ci sono. Si dovrebberosolamente spostare dai capitolidi spesa ai quali sono destinati(quelli della TAV e grandi opereinutili o quelli per l’acquisto deicacciabombardieri F35 e arma-menti vari). Inoltre si dovrebbe,in un periodo di crisi, chiedereuno sforzo maggiore a chi ha dipiù; in Italia esistono circa120mila pensioni che vanno da10mila a 90mila euro mensili.Se ognuna di queste personepercepisse anche solo 6milaeuro al mese, potremmo soste-nere un reddito di cittadinanzaper i giovani in cerca di lavoroe per tutte le persone che il la-voro lo hanno perso.

MOVIMENTO 5STELLEPace/Missioni all'Estero/F35L’articolo 11 della Costituzionerecita “L’Italia ripudia la guerracome mezzo di risoluzione dellecontroversie internazionali (…)”.Di conseguenza, chiamare“missioni di pace” delle opera-zioni militari anche solo comesupporto logistico agli aereibombardieri di altri stati mem-bri della NATO mi pare illogicoe assolutamente non in linea

Page 11: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 11

Rieccoci qui. Dopo poco più di unanno di quasi silenzio e qualchelussuosissima vacanza dall’amicoBriatore. Eccolo nuovamente alla guida delcarrozzone e del suo circo, forse unpo’ traballante dopo l’ultima tre-menda tempesta, ma di nuovo instrada.Eccolo pronto all’ultimo viaggio,all’ultimo show nelle case degli ita-liani, quello decisivo.Uno, due… pronti e via. Su quelpalcoscenico della politica doveimpersona se stesso e i sogni dimolti italiani questa volta ha dovutosuperare se stesso. La strada è statanon lunga, forse un po’ tortuosa.Una prima prova, di resistenza, al-l’indomani delle dimissioni da pre-mier, per non far più parlare di sé edel suo operato. Cosa non certo fa-cile, visto quello che aveva combi-nato, ma fondamentale persopravvivere politicamente. Condi-zione messa sul tavolo di Monti ebase dell’accordo di sostegno alnuovo governo.Una seconda prova, questa volta diforza, per far capire ad Alfano e aquelli che l’avevano già dato inpensione che non aveva intenzionedi passare la mano. Semplicemente perché non poteva,in un momento in cui la sua aziendastava dando il giro e tanti, troppi,processi nei quali era imputato sta-

pronto a far sognare gli italiani. Diessere disposto a tutto per non mo-rire come politico e come impren-ditore. Di essere pronto a rischiaretutto ma soprattutto pronto a far ri-schiare tutti.Il resto è solo movimento di manidi un abilissimo Illusionista. Fattoper alimentare sogni e speranze diun paese stremato dalla crisi e incerca di speranza tra maghi, imbo-nitori, affaristi, comici e qualcheraro e vero politico. Tolgo l’Imu, ma non solo, vi rim-borso anche quella già pagata. Ta-glio tutte le tasse. Vi faccio faretutto quello che volete pur di farsoldi. Vi compro anche Balotelli.Cavolo, cosa volete, cosa preten-dete di più? Vi regalo, di nuovo, ilSogno Italiano!E pazienza se questo provocherà unnuovo dissesto delle casse delloStato, per la precisione il terzo (unrecord mondiale). Pazienza se i co-muni, senza Imu e trasferimenti, sa-ranno obbligati a tagliare tutti iservizi. Pazienza se all’indomanidelle elezioni, magari a causa diuna sciagurata legge elettorale vo-luta dall’Illusionista stesso, ci saràun caos tale che dopo un anno sarànecessario ripeterle.Tutto questo non importa. Perchél’unica cosa che conta è lo spetta-colo e l’interesse privato e sincerodel nostro Illusionista e del suocirco.E allora, signore e signori, accomo-datevi e che lo spettacolo abbia ini-zio!

manciate di sogni e promesse dalanciare a tutti come polvere ma-gica.E ammaliare gli spettatori con queinumeri da illusionista con i qualigià altre volte è riuscito a impres-sionare. Un maestro del generale.Senza rivali.E questa volta, a meno di ventigiorni dalle elezioni, sta dando ilmeglio di sé. Muove un braccio e lamano per catturare gli occhi, conl’altro tira fuori conigli e colombedal cilindro, godendo dello stuporedegli spettatori attoniti e avidi disorprese.Ed è proprio questa la strategia.Stupire. Di essere ancora lì, nono-stante tutto. Di essere di nuovo

vano arrivando a conclusione.Ha fatto in fretta. Gli è bastato ri-cordare a tutti che i soldi li metteancora lui. E quel “giovanotto” chevoleva il suo posto deve aver pen-sato che poteva essere un problemaper il suo portafoglio alimentare ditasca propria un sistema nel qualeviene pagato fino all’ultimo coordi-natore locale del partito. Senza con-tare gli extra.E poi l’ultima prova, quella più im-pegnativa ma anche più affasci-nante. Ricomparire sul palco, comed’incanto, lindo, immacolato, con

GREEN ECONOMYVotare chi sceglie un’economia sostenibile come futurodi Pino Tebano

Il presidente nazionale EcologistiDemocratici (EcoDem), FabrizioVigni, dichiara: ”E’ stato un graveerrore escludere dalle candidaturei senatori Francesco Ferrante eRoberto Della Seta, perché essinon sono solo, per la loro storia,due figure di rilievo dell’ambienta-lismo italiano, ma anche due par-lamentari che in questi anni hannosvolto un lavoro prezioso per affer-mare le ragioni dell’ambiente edella green economy. L’esclusionedi Della Seta e Ferrante dalle listeè una ferita profonda all’animaecologista del partito, ma primaancora una decisione che danneg-gia il Partito Democratico”.Sono d’accordo sul danno per lecompetenze perdute ma anchesulle prospettive di chi spera in uncambiamento radicale nelle politi-che energetiche ed industriali diquesto Paese orientate verso lagreen economy, per la transizioneenergetica o per la riconversioneindustriale.Nessuna agenda, agendina o blok-notes dei grandi partiti “classici”mette al centro l’ambiente, l’eco-

logia, le rinnovabili e l’efficienzaenergetica, i beni comuni e la sal-vaguardia del territorio.Sembra chiara la volontà di asse-condare le lobby del settore ener-getico, le grandi opere e i poterieconomici che gestiscono il settoreinfrastrutturale. Del milione epassa di addetti che lavorano neisettori green dell’economia sembrainteressi a pochi. Più importantespingere a consumare più gas,tanto i contratti fatti da Putin conBerlusconi non sono al consumo epaghiamo lo stock sia consuman-

dolo che no, più petrolio puntandoad esplorare giacimenti italiani, opiù carbone come Enel fa aumen-tando le centrali che lo utilizzano.Queste valutazioni dei governiMonti e Berlusconi hanno prodottouna virata decisa nelle scelte ener-getiche, abbattendo in modo repen-tino, per esempio gli incentivi alFotovoltaico, provocando crisi echiusure di molte piccole e medieaziende del settore.Anche nella nostra città ci sonoaziende, come G.I.P.E., che nonhanno retto per lo stop improvviso

al settore.GI.PE. aveva iniziato l’attività nelcampo dell’elettricità più di tren-t’anni fa e da poco meno di 10 anniaveva abbracciato l’idea che unanuova economia verde, basatasulla democraticità del sole e dellapossibilità di produrre elettricitàsenza usare combustibili fossili edinquinanti, fosse il futuro di unnuovo modello di sviluppo soste-nibile.Perché è successo? E’ presto detto:gli incentivi per la realizzazionedel fotovoltaico, dopo aver riem-pito le tasche d’investitori, anchestranieri, poco ambientalisti mamolto affaristi, con grandi impiantiche hanno deturpato le nostre terremigliori, hanno presentato il contodella sostenibilità e i nostri governinon sono stati all’altezza sulle de-cisioni da prendere.Allora cosa fare? Orecchie dritte edomande puntuali, quando possi-bile, per trovare chi possa rappre-sentare questo “mondo sostenibile”in modo convinto ed onesto epossa rappresentare queste istanzein Parlamento.

L’ULTIMO SHOWdi Luca Meinardi

Page 12: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 201312

Dalle origini agli Statutidi Mario Monassterolo

La nostra città compare per la primavolta come Raconese in una carta dipermuta di beni del 1034 conservatanegli archivi dell’abbazia di Nonan-tola presso Modena. Tuttavia, i repertipiù antichi che il territorio ci ha resti-tuito risalgono alla tarda Età delBronzo. Altri, di epoca romana impe-riale e tardo imperiale, non sono diconsistenza tale da farci intuire qualefosse la consistenza dell’insediamentoche sorgeva lungo la strada che colle-gava Pollentia (Pollenzo) a Julia Au-gusta Taurinorum (Torino) passando

per le attuali Cavallermaggiore, Rac-conigi e Carignano.È’ nell’alto medioevo, durante la do-minazione longobarda del Piemonte,che un capoclan di nome Raco o Ra-cone dà il proprio nome ad un fondoo centro abitato; alla stessa epoca(VIII secolo circa) risale la costru-zione della prima chiesa racconigese,San Dalmazzo, citata come parte diuna “curtis” in un documento nel1047, insieme con le quattro cappelledi San Michele, San Giovanni,Sant’Andrea e San Martino.La carta di permuta di beni del 1034colloca Racconigi nel Comitato tau-rinense della Marca di Torino. Per pa-rentele ed eredità, parte del territorioperviene così alla contessa Adelaide,figlia dell’ultimo marchese di Torino,Olderico Manfredi II: nel 1064, nel-l’atto di dotazione dell’abbazia diSanta Maria di Pinerolo, la contessainserisce anche (in Raconisio) un pro-prio possesso agricolo (manso) ed altribeni che erano appartenuti all’abbaziamodenese.Alla fine dell’XI secolo Racconigientra a far parte dei territori possedutidal nipote di Adelaide, Bonifacio del

Vasto: da questi, nella prima metà delXII passano al primogenito Man-fredo, dal quale ha origine la dinastiadei Marchesi di Saluzzo. Da questo momento i documenti sifanno sempre più consistenti: nel1122 e poi nel 1153 abbiamo notiziadi altre due chiese, di un mulino, di unforno e di una bottega conciaria. Nel1194 si ha la prima citazione del “ca-stello del marchese”: una possentestruttura militare, con fossato difen-sivo, ponte levatoio, quattro torri agliangoli ed un maschio all’interno dellacorte. Ancora oggi, osservando lastruttura della Residenza Reale, se nepuò riconoscere il perimetro graziealle due torri prospicienti il cortile edi due torrioni affacciati sul parco.Racconigi è parte del Marchesato diSaluzzo fino alla seconda metà delXIV secolo. Tra il 1186 ed il 1198 ot-tiene ordinamenti di tipo comunale.Nel 1266, agli albori della prima do-minazione angioina del Piemonte me-ridionale, si dota di mura. Nel 1318 siha la prima citazione della chiesa diSanta Maria Maggiore, nel 1331quella di San Giovanni Battista; nel1337 quella del primo Palazzo Comu-nale. Nel 1352 il consegnamento deibeni (catasto) porta alla denuncia di394 case, che fanno supporre una po-polazione di circa 2000 abitanti.

Il borgo passa ai Savoia dopo il 1363all’interno di complesse vicende po-litiche e militari. Nel 1413 entra a farparte del feudo che l’ultimo principedi Acaja e signore del Piemonte, Lu-dovico, istituisce a favore del propriofiglio illegittimo, anch’egli di nomeLudovico e noto come il bastardusAchajae: ha così origine il casato deiSavoia – Racconigi, signori del luogofino al 1605. Attorno al 1430 il borgo si dota di Sta-tuti. Conservati nell’Archivio Storicodel Comune, e noti come Codicedella catena, regolamentano in modominuzioso la vita quotidiana dei resi-denti e ci restituiscono la visione diuna comunità prevalentemente conta-dina ed artigiana, con un’economiaperlopiù di sussistenza.

"Prossimamente Mario Monasteroloterrà un corso di 6 incontri sulla sto-ria di Racconigi organizzato dall'As-sociazione giovanile Tocca a Noi.Per informazioni rivolgersi presso lasede dell'Associazione, via Fiume 22,tutti i giorni dalle 14,00 alle 18,00,oppure inviare una mail all'[email protected]"

Il Codice della Catena (fotografia Giuseppe Ambrogio)

A quasi un mese dal nostro ritorno èora di fare delle considerazioni sull’ul-timo voyage fatto in Burkina Faso dal1 al 13 gennaio 2013. L’impatto arri-vati sul posto, a quasi due anni di di-stanza dall’ultima volta, ci haparecchio riempito gli occhi; l’aero-porto molto modernizzato, le stradedella capitale più illuminate, qualcheauto abbastanza recente.Dormiamo in capitale nel solito centred’accueil quando al mattino usciamoin direzione Koudougou-Bobo, lastrada che porta in Mali e che vieneutilizzata per i grandi carichi di cotone.all’uscita dal centre ville la situazione,aimé, si ri-normalizza, ci ritroviamonei bambini che camminano scalzicon le latte di pomodori vuote legate atracolla che hanno un duplice uso, rac-cogliere offerte oppure cibo, a secondadi quello che trovano. Ci spiegaronoanni fa che la latta vuota di pomodoroè il loro segno di riconoscimento.Dopo due ore passate un po in silenzioun po con qualche battuta per smor-zare la tensione prima dell’arrivo nelcentro NONG TAABA la situazionedavanti ai nostri occhi cambia, quelbagliore del primo arrivo con le luci el’aeroporto più moderno è passata deltutto. La diga, crollata l’anno scorso,si è portata dietro il lavoro fatto damolte famiglie di piccoli orti che sa-rebbero serviti al loro sostentamento ealla vendita, in parte, di prodotti almercato della vicina KOUDOUGOU.La situazione sanitaria è drammatica,un numero sconsiderato di bambinigira in cerca di qualche arachide facil-mente a piedi nudi e con i vestiti cheaveva già indosso due anni fa. Siachiaro, non voglio fare pietismo, ma

non possiamo più stare a guardare. Su-bito il gruppo si divide in due squadre,si iniziano i lavori di idraulica ed elet-trica al fine di dare una risposta imme-diata alla carenza più importante,l’acqua. I ragazzi del centro si affian-cano a noi con discrezione, bastanopoche ore per rompere il ghiaccio e farvolare le solite battute tra noi e loro,per diventare subito un tutt’uno.I giorni volano velocissimi, il lavorofatto è stato molto. Le preoccupazionicondivise altrettante. Ogni volta è unritorno alle origini, ogni volta è unpugno nello stomaco e sui denti sapereche ci sono ancora persone che nonhanno accesso all’acqua pulita, chenon possono andare a scuola, che nonposso scegliere cosa mangiare, che siportano dietro sogni che noi diamo percose ormai della nostra quotidianità.Due considerazioni per chiudere: a chichiede al nostro ritorno se “il centrofunziona” o “ le cose che facciamoservono” vorrei davvero poter regalareuno spiraglio di tempo, qualche re-spiro, per vedere come il centro siacresciuto, l’orto è fantastico. Chiaroche di passi da fare ce ne sono ancoramolti, sarebbe “facile” ogni tantomandare qualche soldo in più presidall’entusiasmo e dal “tutto e subito”che tanto ci appartiene, ma noi sce-gliamo la strada del fornire degli stru-menti affinché loro possano fare ecrescere.La seconda e ultima vuole essere unringraziamento a tutti quelli che purnon essendo mai potuti venire hannolavorato di qui per realizzare, quasicon le loro mani, un pezzo di stradacon la popolazione di una piccolaparte di Africa sub-sahariana.

Reportage dal Burkina Faso. 1-13 gennaio 2013UN CAMPO DI LAVORO PER RIDARE SPERANZAa cura dell’associazione “Semi di baobab”

Il Calendario del Cambiamento 2013:FEBBRAIO

La pubblicità ha il chiaro compito di farci desiderare ciò che non pos-sediamo e di non apprezzare ciò che abbiamo. Crea falsi bisogni, in-soddisfazione e desideri, spingendoci spesso ad acquistare prodotticompletamente inutili o con caratteristiche non rispondenti alle nostrereali necessità.La pubblicità è in effetti uno del PILastri, assieme al credito a all’ob-solescenza, del consumismo che caratterizza la società contemporaneaed è il mezzo più comune per controllare l’informazione.Cosa possiamo fare individualmente: acquistare prodotti locali e senzasovrapprezzo pubblicitario, controllandone sempre la provenienza scar-tando prodotti che fanno centinaia di chilometri per arrivare nelle nostrecase.Cosa possiamo fare collettivamente: acquistare prodotti con i Gruppid’Acquisto Solidale (G.A.S.). Un gruppo d’acquisto è formato da un’in-sieme di persone che decidono d’incontrarsi per acquistare all’ingrossoe direttamente dai produttori, con ovvi vantaggi economici per l’uno eper l’altro, prodotti alimentari di uso comune, da ridistribuire tra loro.A Racconigi ne esiste uno molto attivo che si può contattare all’indi-rizzo mail [email protected]

www.benessereinternolordo.net

Page 13: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 13

C’era una volta una piccola città e inquella città un piccolo borgo….Così iniziano le favole!!! Questa chesto per raccontare parla di una cittàreale: Racconigi, la mia città e un pic-colo borgo: San Domenico, il mioborgo di bambino.Nato e vissuto alla ‘Cisitalia’ fino all’etàdi 8 anni, il borgo San Domenico era ilmio regno. La strada che dalla stazioneferroviaria porta alla Statale, a fiancodei giardinetti e della Chiesa di San Do-menico, era un brulicare di gente indaf-farata e di negozi, tantissimi negozi. La Chiesa che ogni mattina ci vedevasostare, accompagnati dal canto dei pic-coli fraticelli del Collegio Domenicano,per una breve preghiera prima di arri-vare a scuola e ogni anno alla festadella Madonna del Rosario sfilare inprocessione vestiti da paggetti.Adiacente alla Chiesa il teatro (ora pa-lestra) che ci ha visti prima piccolispettatori e poi, più grandi, attori prota-gonisti di tante rappresentazioni orga-nizzate dall’Oratorio.A lato della chiesa una minuscola por-ticina si apriva su un piccolo banco conscaffalature tutt’intorno. Era la droghe-ria della signora Fornasero dove si po-teva trovare di tutto. Ho ancora davantiagli occhi quelle due bustine che lamamma acquistava, una era color rossoe l’altra color blu, erano le bustine(Idrolitina) per far diventare l’acqua na-turale “viscì”. Puro divertimento ver-sare prima il contenuto della bustinarossa e poi quella blu ed essere velocis-simi a tappare in tempo la bottigliaprima che traboccassero le bollicine. Il“Tide” (detersivo per il bucato), primoprodotto a cui era abbinato un regalo-sorpresa per noi bambini e lo shampooDop in diversi colori, confezionato inbustine di plastica trasparente. Pochi passi più in là un sordo ronzio cifaceva sostare incuriositi, erano le ToteSandri, Margherita, Maria e Caterina(le zie di Antonella Marello), maglieri-ste che dietro ad una vetrina lavoravanoda mattino a sera tra matasse e roc-

chetti, sferruzzando su macchinari pernoi molto strani. Altri pochi passi ed ecco il negozietto(anche questo mini) del lattaio Gigi,marito e moglie simpaticissimi. Oltre allatte, in bella mostra a far gola a noibambini,vari tipi dicioccolatoe cara-m e l l e …Ma ciò chepiù ricordoè il pro-fumo e ilsapore dellatte fre-sco. Allorasi andava acomprareil latte conil “barachin” e il signor Gigi lo versavaattingendolo con un mestolo graduatodirettamente dal bidone che tutte lesere, dopo le diciassette, il “camion d’llait” depositava davanti al negoziodopo averlo prelevato appena muntodalle cascine. Di solito era compito miol’acquisto del latte, dopo le cinque dellasera, con mille raccomandazioni daparte di mamma Teresina e nonna Pie-rina (non attraversare di corsa la strada,non fermarti ai giardinetti, non rove-sciare il latte), raccomandazioni rimar-cate paternamente anche poi dal signorGigi. Ma la tentazione di esibirmi inesercizi da circo prendeva il soprav-vento e il “barachin” iniziava vortico-samente a volteggiare senza checadesse una sola goccia di latte… finoa quella sera, quando una gomitata diPiero Faule (non ho mai capito se fattaper invidia per la mia bravura o se in-vece casuale) pose fine al gioco, perchéarrivato a casa senza una goccia di latte,fui dispensato da quel compito fra ro-manzine e rimbrotti per il latte sprecato.La latteria del signor Gigi è legata a meanche per la mia prima raccolta di figu-rine, iniziata lì con le ‘figu’ degli ani-mali di tutto il mondo (ben

cinquecento!) figurine che si trovavanosulla carta del cioccolato.Infine loro: Pacellini all’angolo destroe Falco all’angolo sinistro. La tabaccheria, ma per noi Pacellini. Ilnegozio era posizionato ad angolo travia San Domenico e la Statale. Si po-teva entrare dai due lati, il bancone an-ch’esso ad angolo, le fotografie dellacittà in bella vista, gli scaffali pieni disigarette e le ‘burnie’ piene di ogni lec-

cornia: pasti-glie di ognitipo, forma ecolore, tira-m o l l e ,gomme ame-ricane. Dietroal banconelui, il signorPacellini conil suo grem-biule grigio,bonario, sor-ridente e pa-ziente nel

prepararci il pacchettino da cinque liredi varie pastiglie (valda, liquirizia, be-stie morte, fagioli dolci, ‘butun dapreive’, ecc).Di fronte il ‘Cafè Falco’, con il suo pic-colo dehor dove faceva bella mostra uncalciobalilla che ha visto noi piccinigiocare in punta di piedi per arrivarealle manopole. In quel cafè, nelle caldegiornate d’estate un ghiacciolino da 10lire, il sabato sera l’immancabile ap-puntamento con il sogno milionario:fare tredici con la schedina Totocalcio.La domenica pomeriggio mentre papàgiocava a carte nell’ampia sala con gliamici, io in cucina ascoltavo la radio-cronaca di una partita di calcio dallavoce roca di Nicolò Carosio, per poi ri-ferire ai giocatori di carte ogni goal se-gnato.Che dire poi di Beppe il ‘Pruchè’(bar-biere), nel suo piccolo negozio dove,oltre a tagliar capelli e radere barbe, sidilettava a suonare la chitarra e a volteabbandonava la capoccia di chi era se-duto davanti allo specchio per strimpel-lare note e cantare. Allora non c’eranoné orari né riposi settimanali e quel ne-gozio era anche un punto di incontroper appassionati di sport tra cui mio

padre. Lo seguivo volentieri in questoluogo e a volte capitava di trovarmi lìsemiaddormentato alle dieci di seradopo aver sfogliato riviste sportive confotografie in bianco nero di Bartali, diCoppi, di Magni, campioni del cicli-smo, della Juve e del Toro, e di aversbirciato di nascosto i calendarietti pro-fumati con le donnine semi nude .Dall’altra parte della via, il Mulino diMondino con la pesa per carri e ‘tama-gnun’ e, dove ora c’è il tabaccaio, un’al-tra pesa recintata per gli animali,coperta da una pensilina che nelle gior-nate piovose serviva anche come riparoai contadini che sostavano per unachiacchierata.A fianco della pensilina la panetteriaSabre con il forno a legna sempre ac-ceso da cui proveniva un buon profumodi pane fresco e nella vetrinetta face-vano bella vista le ‘trecce dolci’, lepaste di meliga e le brioches con mar-mellata. A volte il profumo si arricchivacon l’aroma dei peperoni che le mas-saie portavano a cuocere per il pranzodei giorni di festa.Lungo la Statale verso Torino, la ‘bute-garia’, forse così chiamato perché il lo-cale rispetto agli altri era grande espazioso, era della famiglia Alesso,dove, secondo i miei genitori si trovavail gorgonzola migliore di Racconigi, ilmerluzzo a bagno nel catino davantialla porta di ingresso e lo zucchero ven-duto nella carta blu, che all’occorrenzaveniva oliata e usata per curare bernoc-coli e lividi.Più lontano, all’angolo di Via Bessone,il negozio della ‘Suldana’, che per imiei genitori, dopo il trasloco dalla Ci-sitalia alla casa dei nonni, diventò abi-tudine per la spesa di ogni giorno e perme fu occasione per stringere amiciziafraterna con il figlio Beppe Suldanin(suonatore di fisa) e con Nini Demiche-lis, con i quali giocavamo da mattino asera nell’ampio cortile. Ma forse quisiamo già fuori borgo (Borgo San Laz-zaro) ed è un’altra storia…Bello era il Borgo di allora forse perchébello era essere piccoli ed il mondo eratutto lì: i giardinetti, la Chiesa con i Do-menicani, tutti quei piccoli negoziettidove trovavi tutto, simpatia, allegria,gioia di vivere e voglia di crescere.

Il Borgo di San Domenicodi Bruno Crippa

Dialogodi Zanza RinoProtagonisti:CV (Cittadino Volenteroso)AI (Amministratore Impegnato)

CV. Fino ad ora si sono riunite cinqueConsulte, se non sbaglioAI. Bene, come è andata?CV. Erano presenti quasi tutti i cittadinie gli amministratori coinvolti. Per quelche ne so io c’è stato un bel confronto,mi pare che ci sia interesse e voglia difare … purché ci si riunisca di nuovo presto,

di carne al fuoco ce ne è tanta … ma …AI. … ma?CV. Le consulte sono nove. E l’Am-ministrazione è entrata in carica amaggio del 2012.AI. Beh, sai, la partenza è sempre unpo’ complicata. C’era da fare il Rego-lamento …CV. Ma adesso c’èAI. C’erano le adesioni da raccogliere…CV. Ma adesso ci sonoAI. Bisognava fare le nomine, deci-dere le modalità delle convocazioni,

fare un incontro preliminare tra Am-ministrazione e cittadini membri delleconsulte …CV. Bene, tutto già fattoAI. Poi sono venuti Natale … Capo-danno … la BefanaCV. E già … adesso poi c’è Carnevale… la Quaresima … Pasqua … senzacontare le elezioniAI. Fai dell’ironia?CV. Me ne guardo bene AI. Sapessi quanto ho da fare tutti igiorni per portare avanti il lavorodell’Amministrazione!

CV. Non ne dubito. Ma hai preso unimpegno. I cittadini hanno risposto …in tanti. Loro sono pronti. E aspettano. AI. Adesso ci penso ... il tempo di si-stemare alcune questioniCV. Ti ho dedicato una piccola poesia:Ogni giorno c’è un problemaChe affronti senza temaOgni notte stai a pensare Soluzioni da trovare.Per fortuna il cittadinoTi può essere vicinoLo potresti consultareMa hai sempre tanto da fare

Gli zanzarini sono in-setti molesti. La loropuntura non è mortale eneppure dolorosa, ma èspesso irritante. Se nescacci uno ne arriva su-bito un altro. Tanto valefarci l’abitudine.

Page 14: INSONNIA Febbraio 2013

insonniaFebbraio 201314

sveglia non aspetta le quattro. Due bottiglie d’acqua, qualche panino e subito fuoriad aspettare il fatiscente furgoncino che per sette dollari li porterà al campo. Pomo-dori, porri, funghi, zucche, che importa? Non aspettano il sole per cominciare a fa-ticare, tanto lo sanno verrà e lo odieranno, lo sentiranno pesante sulle spalle e in unattimo dimenticheranno la bellezza dell’alba, le sfumature dei suoi colori. Pense-ranno solo al loro lavoro, essere veloci per guadagnare 7-9 dollari a cesta.Sguardi intorno, gli indiani e gli africani sono così veloci, fanno il triplo del tuo fat-turato nello stesso tempo, come è possibile? come fanno? Guardi le mani, ti soffermisui movimenti, cosa sbagliamo? Necessiti di maggiori impulsi nervosi.Termina la giornata e può capitare di accorgerti che in dodici ore hai guadagnato 90dollari, e sorridi quando invece in sole due ore ne hai messi da parte 42. Ti accogliecasa e gli altri ragazzi uguali a te:How are you?Good money today?Per poco tempo smetti di essere un numero o un nome sbagliato, sei di nuovo Luca,Dalila, Jona, Jenny… solo per un attimo, fino a quando dovrai aspettare il messaggionotturno che ti dice che cosa farai l’indomani, a che ora dovrai svegliarti, cosa dovrairaccogliere, allora diventerai una strada, un numero civico.Con il venerdì arriva la paga. Pellegrinaggi giovanili si dirigono nelle diverse casedei contractor, qui la magia moltiplica la disonestà e uccide la parola: arrotondamentiper difetto e ceste non contate. Hai qualcosa da dire? Non mi interessa, ho già chi ti sostituirà. Questa è Gatton, con le sue monotonie, i suoi giri loschi e il tuo sudore. Qui i bianchilavorano la terra e i neri li dirigono; qui imparo tutto ciò che non mi è stato mai in-segnato, mi alleno ad essere veloce, a barare sulle quantità; qui vivo sulla pelle il si-gnificato della parola sfruttamento; qui soffro l’eco del silenzio; qui colleziono icolori dell’alba e del tramonto; qui sfido i miei limiti; qui metto in gioco me stessae cerco di capire se aveva ragione la mia professoressa di latino quando disperataesclamava: «braccia rubate all’agricoltura!».

Nuove migrazioni?di Rodolfo Allasia

Più di 16.300 km ci dividono da casa, ma l'Australia è ormai la nuova realtà che noiviviamo.Per chi non ci conoscesse siamo Ettore e Selene, due ex compagni di liceo che si sonstufati di vivere nella loro "bolla di sapone" e han voluto provare a diventare indipen-denti. L'idea di lasciare tutte le nostre abitudini e le nostre certezze per immergerci in unpaese "tanto sognato" in cui avremmo dovuto ricominciare tutto da capo e impararel'arte del vivere ci ha presto affascinati. Il 24 dicembre, dopo lacrime e timori, siamo decollati da Milano Malpensa con desti-nazione Sydney.La meta l'abbiamo scelta per una serie di motivi, tra cui la formula del visto che quiviene rilasciato: il working Holliday visa. Quest'ultimo consente ai ragazzi dai 18 ai30 anni di immigrare in Australia come potenziali lavoratori. Inoltre abbiamo saputoche l' OZ, diminutivo di Australia, è uno dei pochi paesi, eccetto quelli emergenti, conun PIL in crescita.Ora siamo qui e possiamo confermare che questa nazione offre ancora molte possibi-lità; va detto però che il flusso dei giovani, e non solo, sta saturando le offerte di lavoro.Il governo australiano, tutt'altro che ingenuo, incentiva un’immigrazione specializzata.I cuochi, gli informatici, gli infermieri e gli elettricisti sono solo alcune delle professionirichieste. La seconda clausola del Whv ( working Holiday visa) permette il rinnovo del vistoper un altro anno solamente trascorrendo 88 giorni lavorativi nel settore agricolo, lad-dove serve manodopera. Eccoci qua, dopo 3 settimane vissute nella multietnica Sydney, un viaggio di 13 oreimmersi nelle praterie deserte e nei paesaggi tipici di questo paese ci conduce a Bri-sbane (circa 1.000 km di strada verso nord).Arrivati a Brisbane alle cinque del mattino, ancora un po' assonnati, prendiamo l'au-tobus per Gatton, il paesino dove tuttora lavoriamo. Viviamo in un appartamento equotidianamente ci passano a prendere con un van nel cuore della notte, per andare alavorare nei campi. Ci avevano detto che ci sarebbero stati italiani, ma non immaginavamo questo: tra unfilare e l'altro di pomodorini la voce inconfondibile di Giorgio, lo psicologo tirolese,poi Paolo, un economista, ed ecco che arriva Dalila, la letterata. Poi c'è Nino, il pizza-iolo, Pier il cuoco e Igor il carpentiere. Ognuno di loro con una storia diversa alle spalle econ tanta voglia di ricostruire il proprio spazio e tro-vare il proprio posto in una nazione che può ancordare questa opportunità.E' passato solo un mese dalla nostra partenza, maci stiamo rendendo conto di quanto un'esperienzasimile possa insegnare e farti crescere. Essere cata-pultati in un paese dove la lingua è diversa, le abi-tudini son altre e le nuove responsabilità son tantevuole anche dire cercarsi una casa da soli, fare unabuona spesa a poco prezzo e tanto altro.Insomma, questo viaggio insegna a cavarsela dasoli in tutto e per tutto e per il momento siamo sod-disfatti di come procede l'avventura. Se riusciremo a trovare il tempo, nelle prossime edi-zioni del giornale, vi proporremo nuovi aggiorna-menti. Dagli inviati speciali Ettore e Selene

E’ solo una sensazione, non c’è nulla di scientifico, ma capita che quandouno di noi si interessa ad un tema, improvvisamente scopre quante situazioniquotidiane possono collegarsi a quel tema. Così da quando un mio giovaneamico, figlio della mia compagna di vita, è partito per l’Australia, mi sembradi cogliere su giornali, radio TV, o dai racconti di gente che conosco, un saccodi situazioni simili a quella che si sta vivendo in casa nostra.Scopro che molte persone hanno un parente, un figlio di un amico, un cono-scente che da qualche mese o qualche anno ha intrapreso un‘esperienza come

questa. Sono io che noto di più queste situazioni o veramente ci sono molti più gio-vani di un tempo che partono per un’avventura tra lavoro ed esperienza toutcourt? In ogni caso, senza avere nulla di scientificamente statistico e conl’aiuto del mio giovane amico ho raccolto una serie di storie di un tipo d’emi-grazione particolare che però aiutano a far riflettere su altre immigrazioniche ci toccano da vicino come fenomeno sociale e vanno ad affiancarsi atutte quelle interviste cha Anna Simonetti ha raccolto in insonnia dentro aquella rubrica che chiamiamo “Il lavoro che c’è, il lavoro che non c’è”. Aparte l’esperienza firmata di Ettore e Selene, le altre restano nell’anonimatoper un minimo di privacy.

A come Avventura A come Australiadi Ettore Fico e Selene Pappalardi

La mia casa è il mondoUna sola cosa mi lega stabilmente al mondo, il mio nome, Lella. Per il resto nes-suna cinghia mi stringe la vita, solo una piccola casa ad Alassio, la mia dimora,o meglio un residenziale agglomerato di mattoni e cemento in cui trascorrerecentottanta giorni all’anno. Durante l’altra metà io vivo e posso felicemente direche la mia casa è il mondo. Non ho una famiglia, niente bambini da dover accudire, né marito a cui preparareil pranzo. Solo questo stabile che un giorno, nell’incredulità di mia madre, vorreivenisse giù, sbriciolandosi e lasciando dietro sé un sottile tramonto di polvere ericordi. Ma la vita è anche questo, è necessità, e non posso fare a meno di tornarequi e lavorare per poi ripartire. Il mio mondo si ferma per sei mesi. Shakero li-quidi, mixo suoni e poi riparto. La meta è sempre diversa, non voglio perderminulla, non voglio cadere in stereotipi e mode turistiche. Per questo viaggio sola.Non programmo niente, solo un volo se è necessario, poi il resto viene da sé,sempre. Quanti anni ho? Sei passaporti e uno zaino. Il mio tempo, la mia età si misuranoattraverso ciò che mi porto dietro: paesi, lingue, culture e profumi.Per ora sono in Australia, sarò qui ancora per un altro mese, poi se mi cercheraipotrai provare a rincorrermi in Thailandia, Malesia e infine Yemen, perché deipaesi arabi non posso fare a meno. Ho girato l’Europa, l’America del sud, l’Africadel nord, morsi di Asia e bocconi d’India, fino ad innamorarmi di quest’ultima,fino a contrarre il rarissimo e ancora incurabile “mal d’India”, che si manifestacon un’acuta nostalgia intestinale. Ma se stai pensando che abbia visto tutto, se credi che io sia sazia, ti sbagli. Hoancora molte terre da esplorare e diverse modalità da sperimentare. Poco fa unagiovane ragazza mi parlava di una bicicletta carica di bagagli, di una visuale di-versa di viaggio, di lentezza, di fatica e soddisfazione, proseguo per la mia stradaaspettando che arrivi il giorno in cui anche io capirò tutto questo, e se non dovessearrivare, se mai dovessi smettere di viaggiare, le foto e le carte geografiche delmio passato continueranno a farmi compagnia in quel vecchio agglomerato ce-mentificato che ringrazio perché ancora si ostina a stare in piedi.

Braccia rubate all’agricolturaTutto il mondo è paese.Il lavoro nei campi a cottimo resta una delle forme di sfruttamento più impietoseche il genere umano abbia mai creato e che ancora oggi continua a perpetuare senzadistinzione di lingua, colore o etnia.Prendi un piccolo paesino che sviluppa la propria economia sull’agricoltura, comprauna decina di case, arredale in stile minimalista, metti un annuncio su internet, pro-metti lavoro, alloggio e trasporto, e raccogli centinaia di giovani viaggiatori in cercadi soldi.Radunali in una stanza e con estrema professionalità spiega loro che il lavoro po-trebbe essere duro: tante ore sotto al sole, movimenti ripetitivi, muscoli doloranti,ma le possibilità di fare soldi buoni ci sono, se lavori bene. Siete pronti? Siete si-curi?Li hai convinti. Bastava poco, l’illusione dei soldi azzittisce i dubbi, sovrasta le pre-occupazioni.Ora vivono in case sovraffollate, economicamente sovrastimate. Ogni mattina la loro

Page 15: INSONNIA Febbraio 2013

insonnia Febbraio 2013 15

o della capretta disubbidiente, o dellapelle dell'orso. E' la sua storia di bimba,spesso malata, poi adolescente, poidonna; è la storia di una famiglia agiata,con le vacanze al mare e in montagna, po-polata dalle le figure di balie e istitutrici,di soggiorni in hotel lussuosi, della fameche la guerra ha portato con sé.C'è l'inconsapevolezza della giovinettaverso alcuni eventi, come l'attentato di viaRasella e i 320 morti delle fosse Ardea-tine, “che saranno poi 335”: solo la pacerestituirà il senso dell'orrore per l'efferatoeccidio!Il mondo della giovinetta, infatti, pianopiano si sgretola, non più viaggi in mac-china con autista o in treno in vagoni dilusso, il ritorno dall'ultima vacanza av-viene in un carro bestiame che lentamenteattraversa un paese devastato... fino all'in-verno del borotalco: tutta la famiglia, du-rante i bombardamenti notturni su Roma,spalma di borotalco, per proteggerli dal-l'umidità, pile di francobolli che potrannodiventare una risorsa nel dopo guerra.

I libri più venduti lo scorsomese a Racconigi, nelle libre-

rie Clerici e L’Angolo:

C. Sànchez “Entra nella miavita”, Garzanti - € 18,60

E. Olmi "L'apocalisse è un lietofine", Rizzoli - € 18.00

S. Tamaro “Ogni angelo è tre-mendo”, Bompiani - € 16.50

M. C. Fruttero "La mia vita conpapà", Mondadori - € 18.00J. Kinney “Diario di una

schiappa”, Il castoro - € 12,00J. Otsuka "Quando l'imperatore

era un dio", Bollati Boringhieri - € 13.0

A. Giménez Bartlett “Gli onori dicasa”, Sellerio - € 15,00

Rosetta Loy“La prima mano”Rizzoli Ed, 2009,pp. 188, € 17.00

di Carla Burzio Ferrara

Oltre le collineRegia di Cristian Mungiudi Pip Delbosco

... infine, arrivano gli “americani” e, conloro, la “cioccolata”: la fine della fame,l'inizio di una nuova vita, la pace!Buona lettura!

La prima mano è quella del padre, altremani stringerà nella sua vita Rosetta Loi,ma quella è la prima, forte e protettiva,che cura e salva e che stringerà, sola, negliultimi istanti di vita del padre. Alcune foto accompagnano la narrazionedi episodi dalla infanzia fino all'arrivodegli americani a Roma: è l'infanzia dellefavole raccontate dal padre la domenicamattina nel lettone, quella della rana chevoleva diventare grande come l'elefante,

IL SITO DEL COMUNE DI RACCONIGI : NOVITA’ A BREVEdi Pino Tebano

Il progetto, che ci è stato presen-tato il 26 gennaio, è certamenteuna novità volta a meglio rappre-sentare le attività istituzionali, lastoria e le opportunità turistichedella nostra città.Gli obbiettivi, declinati da LucaMeinardi come referente del pro-getto, sembrano essere di qualitàe si possono riassumere con treaggettivi: BELLO, per cittadini eturisti; FUNZIONALE, per in-formare e comunicare; CONDI-VISO, per le associazionipresenti sul territorio.Racconigiincentro parteciperàalla realizzazione dei contenutiper quanto riguarda la “Vetrinavirtuale delle attività commer-ciali” intervenendo anche nella

spesa per il nuovo sito.Possibile la diretta, sul sito, deiconsigli comunali e finestra Twit-ter per comunicati stampa, nelsettore trasparenza saranno pub-blicati i redditi dei consiglieri.Il sito sarà realizzato per il mo-mento “in economia” daBig&Low con sede a Savigliano,www.bigandlow.it, al prezzo ivacompresa di 4.500 euro più 1.000di gestione annua.Dovremmo iniziare a vederlo aiprimi di marzo.Non ci sono al momento nel pro-getto, ma crediamo debbano es-sere quanto prima implementati,aumentando il budget, attività in-terattive quali la protocollazioneon-line che permetterebbe di ac-corciare la distanza dai cittadini-

utenti, e l’interattività completaper tasse, domande, richieste.Altra attività da inserire, per oranon prevista, la possibilità di pre-notare un appuntamento con As-sessori, Sindaco e funzionari deivari settori amministrativi, senzadover necessariamente passare daun filtro, dialogando direttamentecon l’interessato e fissando l’in-contro, negli orari stabiliti, cono-scendo già l’oggetto dellaconversazione.Una curiosità: c’è la possibilità diverificare se il sito web del co-

mune soddisfi gli indicatori sullatrasparenza indicati nella “Bus-sola della trasparenza dei siti webdella pubblica amministrazione”.Consultando il sito www.magel-lanopa.it ed inserendo il nome delcomune si può vedere il risultatoattraverso una verifica diagno-stica del sito.Il nostro vecchio sito dava comeindicatori soddisfatti 2 su 42, ilvicino comune di Cavallermag-giore 42 su 42.Torneremo sull’argomento nonappena il nuovo sito sarà in rete.

Romania 2012. Un monastero incima ad una collina.Casupole di legno, fango, acqua at-tinta dal pozzo, lampade ad olio, inquesto luogo fuori del tempo in cuiogni gesto, ogni attività è scanditada riti religiosi, da preghiere, dacontinui richiami a Dio vive unacomunità di monache guidate da

un prete, il “padre”, unico uomopresente attorno cui ruota la vitadella piccola comunità di cui è ilcapo indiscusso.Ed è qui che arriva Alina per ritro-vare e portare via con sé Voichita,l’unica persona che abbia maiamato e da cui sia stata amata.Alina e Voichita sono cresciute in-sieme, inseparabili in un orfanotro-fio; poi la prima, affidata ad unafamiglia adottiva, è fuggita per an-dare in Germania mentre la se-conda è stata accolta nel monasterodove ha trovato pace e tranquillità.In questo ambiente così rigido echiuso, i dubbi e le incertezze diVoichita a seguire l’amica, ren-dono ben presto Alina un corpoestraneo che con la sua rabbia el’espressione forte, quasi isterica,dei suoi sentimenti verso l’amica,a cui da sempre è legata da unamore travolgente, rischia di met-tere a rischio l’armonia della co-munità.

Nel prete emerge ben presto, im-placabile, la volontà di estirpare ilmale, cioè Satana in persona, attra-verso un percorso che risulterà fa-tale sia alla vittima che alcarnefice.Prendendo spunto da un fatto av-venuto in uno sperduto conventodella Moldavia, in cui una ragazzaha trovato la morte durante unesorcismo, il regista rumeno Cri-stian Murgiu ha realizzato un filmintenso, di grande potenza, moltobello.Splendida è la fotografia sia negliesterni che negli interni, mentre lascenografia dove prevalgono i tonibianchi e neri, richiama a volte lapittura naif; bravissime infine ledue protagoniste premiate comemigliori attrici a Cannes 2012.Oltre le colline è un opera simbo-lica in cui si possono trovare moltispunti di riflessione : è una storiad’amore soffocata dalle regole edalle convenzioni del luogo in cui

si vive, è una storia di fede che puòessere motivo di pace o di dramma,è una parabola sul potere chiuso adogni dissenso e ad ogni novità, èancora un richiamo a come sacro eprofano si (con)fondano e si con-dizionino.Un film da vedere.

Page 16: INSONNIA Febbraio 2013

Insonnia Mensile di confronto e ironiaAut. Trib. Saluzzo n.07/09 del 08/10/2009

Direttore responsabile: Spessa AndreaRedazione e collaboratori: Rodolfo Allasia , CarlaBurzio, Giacomo Castagnotto, Giuseppe Cavaglieri,Melchiorre Cavallo, Marco Ferrara, Francesco Lisi,Giancarlo Meinardi, Anna Maria Olivero, SpiritoOlivero, Guido Piovano, Dominikka Raso, FabrizioRutigliano, Anna Simonetti, Pino Tebano, GiorgioTuninetti, , Luciano Fico, Luciano GalloP.zza Vitt. Emanuele II, n° 1 Sito: www.inson-niaracconigi.it Contatti: [email protected] Conto Corrente postale n°000003828255Stampa: La Grafica Nuova - Torinotiratura: 2000 copie

Dicembre 2012

FANTASMABaustelledi Giuseppe Cavaglieri

Finalmente è uscito l’album che più hoatteso negli ultimi mesi: “Fantasma”,firmato dai Baustelle che con questaopera discografica si consacrano aicone della musica italiana.La band ha deciso di proporre comepezzo di lancio il titolo più difficile peravvicinare la grande massa: “ La morte

(non esiste più)”. Il carattere élitariotipico della musica e della poetica deltrio di Montepulciano (da oggi dispo-nibile con 48 elementi sinfonici in più)c’è, ma non si vede: sapientemente na-scosto dal ritmo delle loro ballads stru-mentalmente allegre, stile “Cuore diTenebra” o “Gli spietati”, emerge soloquando si ascolta con attenzione ogniparola.Siamo di fronte a un citazionismo au-lico che evolve in un pop rock orche-strale denso di immagini e significati,lontano da tentazioni sanremesi e allostesso tempo capace di insinuarsi nellamemoria nazionalpopolare grazie ad unlinguaggio che, dietro tante metafore eimpalcature intellettuali, trasuda auten-tica emozione, nel pieno rispetto delconcetto wagneriano di “opera d'artetotale”. Si passa da Wagner a Ravel, daGuccini a Leopardi guidati dalla con-cetto artistico di De Andrè.L’album è un concept organizzatocome un film, con tanto di titoli di testae di coda, sul tempo e sul suo passareinesorabile. E’ raro di questi tempi im-

battersi in un disco così pensato, conun’idea centrale fortissima, nel qualeogni singolo dettaglio è stato pesato eponderato oltre misura per far parte diun congegno perfettamente sincroniz-zato. La scelta delle tracce è maniacale(anche perché 19 brani non sono facilida far entrare in un concept), i sei inter-mezzi musicali smorzano la tensionedelle parole di Bianconi e danno armo-nia all’unità della composizione. Nientedi nuovo per il suo stile, ma tutto am-plificato all’ennesima potenza, po-nendo le orchestrazioni al centro delprogetto.Le partiture orchestrali sono state scritteda Enrico Gabrielli, un musicista chegià con i “Calibro 35” persegue da anniun’operazione filologica sulle musicheda film, in quel caso i polizieschi deglianni Settanta.Musicalmente più marginale, rispetto alpassato, il ruolo di Claudio Brasini,vista la perdita d’importanza delle chi-tarre in un album concepito come uninsieme di moderni lieder, le composi-zioni tedesche del XIX secolo per soli

voce e pianoforte.Non è un album facile, va ascoltato conattenzione e possibilmente tutto d’unfiato, il citazionismo esasperato ne faun lavoro classico da ascoltare domani:è puro avanguardismo, non è per tutti.Se avreste pagato qualsiasi cifra per an-dare a sentire Ligabue a Campovolo al-lora questo album proprio non fa pervoi. Per quasi tutti gli altri invece rap-presenta una opportunità!

insonniaFebbraio 201316

I NUMERI DEL GIOCO D’AZZARDODott. Alberto ArnaudoResponsabile Servizio Dipendenze Patologiche sede di Cuneo

In principio era il Lotto, con tutto ilsuo corteo di sogni e speranze di for-tuna tra superstizione e improbabilicalcoli di combinazioni che strizza-vano l’occhio un po’ a tutti senzatroppe pretese. O, all’altro estremodella catena, le rutilanti fortune perse(molto più raramente guadagnate) aitavoli da gioco dei Casinò, che ri-guardavano pochi (s)fortunati decisa-mente fuori dalla portata della gentecomune. Poi piano piano il Lotto ha comin-ciato a moltiplicarsi diventando Su-perenalotto, e a figliare lotterie eGratta e Vinci vari, affiancato prima,e surclassato poi da un’infinità dicreature che ormai, con le potenzia-lità del mondo on line, non sembranoconoscere più alcun limite. L’Italia è divenuto il terzo Paese nelmondo dopo Giappone e RegnoUnito per volume di gioco, ed ilprimo per spesa: circa 1260 euro al-l’anno procapite (neonati compresi). Tra il 2003 e il 2010 il volume delgioco d’azzardo in Italia ha avuto unandamento crescente: solo dal 2007al 2011 si è passati da 42 a 76 mi-liardi. Nei primi dieci mesi del 2012la raccolta complessiva è stata di 70

miliardi di euro, in crescita del 13%sullo stesso periodo del 2011. Oltre il50% arriva dalle slot machine, il 15%dal poker online, il 12% dalle lotterie,sia le tradizionali che le istantanee(Gratta e vinci ecc).Ora, giocare, provare il brivido del-l’azzardo, non è un male in sé: ilLotto è vecchio di 500 anni, la Lotte-ria Italia (ormai in disarmo, e non acaso) è stata un’istituzione dell’Epi-fania per decenni, un giro a(video)poker, un gratta e vinci, unascommessa (legale) fanno parte delnostro modo di tentare la sfida al de-stino, e possono colorare una serata,un’occasione tra amici, soddisfare unimpulso improvviso. Purtroppo però non sempre, e soprat-tutto non per tutti, è facile in questocampo mantenere la misura delle

cose. E l’incredibile proliferare delleoccasioni di giocare d’azzardo avve-nuto negli ultimi anni, sospinto dapubblicità martellanti senza che ven-gano evidenziati adeguatamente i ri-schi che tale comportamento puòindurre, ha moltiplicato il numero dipersone che si lasciano tentare; traloro, sono sempre di più quelle chefiniscono per perdere il controllo, esviluppare una vera malattia: la di-pendenza da gioco d’azzardo! Unamalattia finita non a caso nel 2012 traquelle che il Servizio Sanitario pub-blico è chiamato a curare, purtropposenza risorse aggiuntive... Si calcola che in Italia l’incidenza delGioco d’Azzardo Patologico (GAP)tra gli adulti riguardi l’1-2 % dellapopolazione. Molte di queste situa-zioni sono gravemente compromessedal punto di vista sociale e finanzia-rio: fra il 2005 e il 2010 l’Ufficio An-tiracket e Antiusura del Ministerodell’Interno ha visto un aumento del165% delle istanze di accesso alfondo di solidarietà di vittime del-l’usura, e molti casi contano il GAPfra cause e concause.Sarebbero circa 800.000 i giocatorid’azzardo patologici in Italia e duemilioni i giocatori a rischio. Ormai da alcuni anni i Servizi per leDipendenze Patologiche hanno ini-ziato a prendere in carico queste si-tuazioni: nel 2011 in Italia sono

risultati in trattamento 4.687 soggetti,l’82% maschi. Circa la metà eranocasi nuovi. In Piemonte sono seguiteattualmente circa 950 persone, conuna media dei “soggetti a rischio” chenella nostra regione è più alta diquella nazionale (il 6,2% contro il5,4% nazionale). Nella nostra provincia, il Diparti-mento di Patologia delle Dipendenzedell’ASL CN1 offre assistenza nellesue sedi di Cuneo, Savigliano, Sa-luzzo e Mondovì, e nel 2012 ha avutoin carico complessivamente 91 per-sone (67 nel 2011). Sul sito dell’ASL CN1 è reperibile unquestionario per “misurare” il propriorapporto con il gioco d’azzardo, e sipossono trovare indirizzi e numeri te-lefonici degli ambulatori. A questo punto, il consiglio è uno: seci si accorge che il gioco d’azzardocessa di essere un gioco, e rischia didiventare una schiavitù devastante, èbene rivolgersi senza indugio per unavalutazione ed un eventuale pro-gramma di terapia a questi servizi.Ricordando che è assolutamente inu-tile illudersi: alla lunga il “banco”vince sempre! E anche se sappiamoche spesso non si gioca solo per gua-dagnare soldi, ma per ragioni moltopiù complesse e profonde, se non siriesce a smettere in tempo questofatto incontrovertibile può condurrea situazioni di autentica rovina.

Potatura e abbattimento di alberi malati.....attendiamo di fotografare le nuove piantu-mazioni nelle stesse posizioni.E quando saranno sostituiti i platani malati di cancro rosso abbattuti qualche anno fa?

Osservatorio viale monumentale

Ingresso via prato deicornetti....questo fortu-natamente è sfuggitoalla motosega???