INSERTO QUESTIONARIO SULL'ODONTOIATRIA E SPORTELLO …...2010, l’Istituto di Ricerca, che...

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"il F uori si accorga che il D entro è una sua parte" INSERTO QUESTIONARIO SULL'ODONTOIATRIA E SPORTELLO SALUTE Registrazione Tribunale di Milano n°608 del 10/10/2008 Anno 4° Febbraio 2011 N. 2

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"il Fuori si accorga che il Dentro è una sua parte"

INSERTO QUESTIONARIO SULL'ODONTOIATRIA E SPORTELLO SALUTE

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Antonino Bartolottaco-Vice Direttore

"H o vissuto 97 anni, ma alla fi ne l’unica le-

zione che mi porto dentro è che non bisogna mollare mai. Mai arrendersi: biso-gna essere curiosi, ambi-ziosi e prestare attenzione all’altro". In due parole: avere cuore e desiderare. Sono parole del-la mia Prof. di italiano, una volontaria che a quell’arzilla età veniva in un carcere a far-mi lezione e prepararmi per la maturità. È una frase che vale una vita.In questi giorni, studiando economia, mi trovo a leggere il Rapporto del CENSIS del 2010, l’Istituto di Ricerca, che fotografando l’Italia ha usato come chiave di lettura quello stesso “calo di deside-rio”. Mi è tornata alla mente quella frase e la mia Prof.. La spiegazione del Rappor-to individua la natura della crisi in un calo di deside-rio che si manifesta in ogni aspetto della vita. Abbiamo meno voglia di costruire, di crescere, di creare felicità. A questo fatto andrebbe attri-buita la responsabilità delle «evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa, comportamenti e at-teggiamenti spaesati, indif-ferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle infl uenze mediatiche, con-dannati al presente e sen-

za profondità di memoria e di futuro». Come mai, se siamo stati in grado di rag-giungere importanti obietti-vi nel passato (casa, lavoro, sviluppo …), adesso «siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto» e a un ci-clo storico pieno di interesse e voglia di fare ne segue un altro segnato dal suo annul-lamento?Potrebbe essere la piega del-le ciclicità, ma a me sembra che stiamo vivendo senza cuore, oltre che senza desi-derio. Senza energia. Sem-bra che si stia galleggiando in una situazione che ha spento la voglia di combat-tere. Credo che ci si sia illusi che il desiderio si sarebbe mantenuto in vita da solo o addirittura che sarebbe stato più vivo nella nuova situazione di benessere rag-giunto. L’ esperienza ci mostra, in-vece, che il desiderio può appiattirsi se non trova un oggetto all’altezza della sua esistenza. Ci troviamo allora così, “sazi e disperati”.Siamo di fronte ad una crisi sociale, ma soprattutto an-tropologica perché riguarda la concezione stessa della persona, della natura del suo desiderio, del rapporto stes-so con la realtà.Eppure, se guardiamo agli indicatori di economia, lon-

gevità, istruzione, non sia-mo stati mai così bene nella nostra storia. Ma non basta. Non sono i soldi e nemme-no la carriera a soddisfare i nostri desideri. Dovremmo andare a cercare le cose che ognuno di noi ha davvero a cuore. A me sembra che abbiamo perso la bussola perché sia-mo senza guida e senza una vera strada da seguire. Noi non abbiamo ereditato dalla generazione precedente la forza con cui hanno saputo cambiare la loro storia, quel-la stessa forza che cambia il cuore dell’uomo. Non abbia-mo avuto l’insegnamento a cercare, a darci una mossa, a reagire anche di fronte alle realtà più grandi. Non ci è stata trasmessa l’idea che ciascuno ha infi nite possibi-lità e se le deve giocare. Siamo dentro un moto di de-sideri ridotti, sull’argine del passato e senza prospettiva sul futuro. Siamo fi gli di genitori con-vinti che saremo precari a vita. Stiamo guardando il mare, eppure nessun impul-so ci induce a buttarci den-tro e nuotare.Mi chiedo, a cosa serve sco-raggiare un giovane dicen-dogli “tanto non ce la fai, non si può”, forse a evitargli la delusione? Molto meglio sarebbe dargli nella vita la compagnia di una speranza.

L'EDITORIALE

SIAMO SAZI E DISPERATI

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LA REDAZIONE anno 4°- febbraio 2011 n. 2

LA REDAZIONE anno 4°- febbraio 2011 n. 2anno 4°- febbraio 2011 n. 2anno 4°- febbraio 2011 n. 2anno 4°- febbraio 2011 n. 2anno 4°- febbraio 2011 n. 2

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Questo numero è stato chiuso in redazione il15/02/2011 alle ore 19:00

tiratura copie 12.000

HANNO COLLABORATO

Claudio Apruzzese / Antonino Bartolotta Daniela Bellinghieri / Amelia Beltramini

Isidoro Bossio / Massimo D’Odorico Roberto Danese / Paolo Danna

Eugenio Del Toma / Michele Di Lernia Mejri Fauzi / Angelo Ivan

Loris Laera / Gualtiero Leoni Maurizio Lucarelli / Settimo Manfrinato

Alessandra Mattei / Marcello Mazzeo Angelo Paoliello / Mirela Popovici

Rosario Romeo / Diego Sarcina Alberto Schiavone / Ada Shadow

Marina Signorelli / Antonio Sorice Andrea Tarantola

DIRETTORE RESPONSABILE Angelo Maj

VICE DIRETTORI antonino BartolottaViviana Brinkmann / matilde napoleone

SEGRETARIO Vincenzo micchiaVICE SEGRETARIO antonio sorice

ART DIRECTOR rocco squillaciotiVICE ART DIRECTOR

michele Petraroli / said KurtesiCAPO REDATTORE michele di lernia

VICE CAPO REDATTORE isidoro BossioREDATTORI

marcello mazzeo / danilo romano rosario romeo / alberto schiavone

renato Vallanzasca REDAZIONE AL FEMMINILE

ada shadow / mirela PopovicCORRETTORI TESTI

Vittorio Brevi / Gualtiero leoni FOTOGRAFIAantonio sorice

DISEGNATORE massimo fotiINVIATA ESTERNA Giulia cinali

INVIATO INTERNO massimo d'odoricoSUPERVISORE SCIENTIFICO

roberto daneseDIFFUSIONE marcello mazzeo

RESP. SISTEMI INFORMATICIGiuseppe mungari

LOGO design Kassahttp://design.kassa.it

CondoglianzeLa Redazione di Salute inGrata e tutto il Gruppo Salute, in rappresentan-za di tutta la popolazione detenuta nell’Istituto di Bollate, porge alla Sig.ra Anna Valentino le più sentite condoglianze per la perdita della cara madre.

Gli amici della Redazione“Salute inGrata” con il Gruppo Salute, si uniscono sentitamente al dolore

del nostro compagno Renato Vallanzasca, per l’improvvisa scomparsa della propria madre, esprimendo di cuore sentite condoglianze.

SOMMARIO2 L'EDITORIALESIAMO SAZI E DISPERATIAntonino Bartolotta4-5 UNITÀ CORONARICHEAmelia Beltramini6 I MALI DEL CUORERosario Romeo7 UN CUORE LIBERODaniela Bellinghieri8-9 RISCHIO CARDIOVASCOLAREClaudio Apruzzese10 CRONACA VERA Massimo D'Odorico11 LE SOFFERENZE DI UNA VITAMichele di Lernia12 IL PERICOLO PER LE NOSTRE ARTERIEEugenio Del Toma13 LA STRADA DEL RINNOVAMENTOAngelo Ivan17 SCEGLI E PERSONALIZZA LA TUA T-SHIRT- UN TAPPO PER LA SALUTE18-19 ALIMENTAZIONE Alessandra Mattei20-21 IL CREPACUOREAda Shadow22 ORDINAMENTO PENITENZIARIOIsidoro Bossio25 L 'INFARTO NEL PAZIENTE IN ETÀ GIOVANEPaolo Danna26-27 IL PROGETTO "HIV E CARCERE"Clps29 FIERA DELL'OFFICINA DI VIA BELGIOIOSOGualtiero Leoni

14 SALUTE E FINANZAIL COSTO DEI MEDICI DI FAMIGLIAAlberto Schiavone15 L'AREA SANITARIADOMANDE AL DIRIGENTE SANITARIOLa Redazione16 I REPARTIMALATTIE CARDIOVASCOLARIMaurizio LucarelliAngelo PaolielloDiego Sarcina17 INFO DALL’AREA SANITARIACERTIFICATI PER I LAVORATORI Settimo Manfrinato21 L'OCCHIO DELLA DONNAMirela Popovici22 CAMMEO STORICOLoris Laera 23 L'ASTROLOGO PASTICCIONEMichael- AVVISO SPORTELLO SALUTEAndrea Tarantola24 GLI AMICI DEGLI ANIMALIUNA FAVOLA D'AMOREMarcello Mazzeo28 SPORT E SALUTEPER VIVERE PIÙ A LUNGOAntonio Sorice30 LA SALUTE DELLO SPIRITOISLAM E PACEMejri Fauzi31 LA POSTA M.P.- POESIAGualtiero Leoni- PER RIDERE

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gestire le emergenzeUNITÀ CORONARICHE

La cultura del pronto intervento

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In Italia la cultura del pronto intervento co-ronarico ha 300 anni. Le prime unità mobili

sono nate a Venezia nel ’700: distribuite nei punti nevral-gici della città servivano a “ravvivare i sommersi” cioè a rianimare gli annegati. Consistevano in una sorta di soffi etto da camino, il man-tice, ed era usato “in ogni ge-nere di asfi ssie o sian morti apparenti” cioè quelle che oggi chiamiamo morti im-provvise coronariche. Oltre al mantice queste unità era-no dotate di una “cassetta di rianimazione”. Insomma,

già nel Settecento si tentava di tenere in vita chi stava per morire, con quali risultati non è dato sapere. Ma fi no negli anni ’50 del secolo scorso la cardiolo-gia non era neppure una branca autonoma: era un servizio della medicina in-terna. Quaranta anni fa il 60% dei soggetti che aveva un infarto ne moriva prima ancora di giungere in ospe-dale. E di quelli che arriva-vano in ospedale ne decede-va il 40%. Da allora molti i progressi. Fu introdotto il defi brillatore, che con una scarica elettrica convince le

cellule cardiache a riprende-re a pulsare insieme, invece di battere ognuna per conto suo come avviene nella fi -brillazione. Poi il monito-raggio elettrocardiografi co, detto Holter, cioè un elet-trocardiogramma continuo nelle 24 ore che registra come si comporta il cuore nella vita di ogni giorno. Si è aperta così la strada alla rianimazione cardiorespira-toria, che consente nel ria-nimare il paziente in arresto cardiaco facendo riprendere il cuore a battere e pompan-do ossigeno nei polmoni. Tutte queste pratiche han-

Dott.ssa Amelia BeltraminiCapo Redattore Focus

stent coronarico

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no giustificato l’intervento immediato salvavita. Ecco quindi nascere le prime uni-tà coronariche italiane, cioè reparti di letti monitorati che accolgono i pazienti con sintomi cardiologici acuti: quelle dell’Ospedale San Camillo di Roma e dell’O-spedale Niguarda Ca’Gran-da di Milano, seguiti poco dopo dall’Unità coronarica dell’Ospedale di Udine con la prima unità coronarica mobile. Oggi l’Italia ha una rete ca-pillare di 400 unità corona-riche pubbliche diffusa su tutto il territorio, e uno stu-dio condotto in collabora-zione con l’Istituto superio-re di sanità dimostra che nei pazienti ricoverati in unità coronarica la mortalità per infarto è scesa al 4% cioè 10 volte meno di quaranta anni fa. Ogni anno si verificano oltre 65 mila infarti gravi: nel 25-30% dei casi basta la terapia trombolitica, cioè la somministrazione di far-maci che sciolgono i trombi consentendo al sangue di irrorare il cuore. Su 20 mila i medici riescono a interve-nire con l’angioplastica di emergenza, cioè un pallon-cino che “stura” meccani-camente le arterie. In altre parole si salvano quasi tutti coloro che arrivano in ospe-dale in tempo.

STROKE UNITS

Analogo successo avrebbe una rete nazionale di stro-ke units, cioè di unità di emergenza che si occupino di chi viene colpito da ictus cerebrale e rischia la mor-te o forme di paralisi più o meno gravi. Un recente studio pubblicato sulla ri-vista scientifica americana

Jama (Journal of Ameri-can medical association) ha dimostrato che i pazien-ti ricoverati in una stroke unit hanno una probabilità minore di morire rispetto a quelli ricoverati in un re-parto neurologico non dedi-cato perchè qui si usa meno spesso la terapia tromboliti-ca. Ciò nonostante in Italia le stroke unit sono ancora molto rare. Ogni anno sono circa 160 mila gli italiani colpiti da ictus, e ci vorrebbero 8 let-ti ogni 100 mila abitanti. In altre parole circa 400 uni-tà intensive. E invece ce ne sono una settantina e per giunta concentrate al nord e al centro Italia. Al sud, tranne rarissime eccezioni, sono assenti. È ben vero che per loro fortuna gli abitanti del sud sembrano essere in qualche modo più protetti dal rischio di ictus. Uno stu-dio condotto da Giancarlo Logroscino del dipartimen-to di neurologia e psichiatria dell’università di Bari ha in-fatti rilevato che in Puglia,

grazie a uno stile di vita e a una dieta protettiva a base di olio d’oliva, frutta, ver-dura e altri cibi contenenti fibra, i casi di ictus registrati in un mese sono il 18% della popolazione contro i 24% di Vibo Valentia, i 25% dell’A-quila e i 31% della Valle d’A-osta. Questo giustifichereb-be quindi un minor numero di letti per 100 mila abitanti. Ma non l’assenza di reparti in ampie aree geografiche. Anche nel caso dell’ictus in-fatti si può ricorrere alla te-rapia trombolitica, come per sciogliere i trombi delle co-ronarie cardiache. E nei casi più complessi anche alla disostruzione meccanica, l’angioplastica dei vasi cere-brali ostruiti. La trombolisi per esempio potrebbe es-sere utilizzata nell’80% dei pazienti, cioè su 130 mila persone, e invece viene pra-ticata solo a 3 mila pazien-ti. Quanti sono i decessi e quante le paralisi evitabili? Con quale costo per famiglie e per la sanità stessa? Nes-suno per ora lo ha calcolato.

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Spesso abbiniamo il nostro stato d’ani-mo al nostro cuore, come se questo non

fosse solo un muscolo ma il centro del nostro umore; sicuramente conta molto la nostra cultura cattolica e anche la nostra letteratura lo conferma. Quante volte abbiamo sentito o detto “mi stai spezzando il cuore”, associando questa frase ad un dolore o ad una delu-sione, nondimeno diciamo (anche) “mi riempi il cuore di gioia”, quindi associamo anche la felicità. Per abi-tudine riteniamo il cuore il centro delle emozioni, delle delusioni e anche de-gli amori. Se siamo felici, il nostro cuore sta bene, se siamo tristi, il nostro cuore sta male. Questa peraltro non è la verità biologica; sappiamo che c’è la vita se il cuore batte e che, quando i nostri battiti aumentano, stiamo vivendo delle forti emozioni, per questo è sta-to facile attribuire a que-sto nostro vitale organo un collegamento diretto con la nostra esistenza. È an-che vero che, se ridiamo o piangiamo, i battiti cardiaci aumentano, per cui sicura-mente c’è un collegamento tra il nostro cervello e il nostro cuore, ma è solo una questione fi sica. Sappiamo che, qualsiasi disfunzione cardiaca, diagnosticata per tempo, può essere cura-ta con la cardiochirurgia,

quindi possiamo dire che non si muore più per i co-siddetti “mali del cuore”, laddove impariamo che le emozioni derivano diret-tamente dal cervello. I tra-pianti di cuore che vengono regolarmente effettuati nel mondo sono numerosi ed è dato certo che ai trapiantati non è stato riscontrata al-cuna delle sensazioni emo-tive dei donatori. Questo ci induce a capire che i così detti “mali del cuore” non possono essere curati dal cardiologo, ma hanno biso-gno dell’ aiuto dello psichia-tra. L’effettiva conseguenza di un “cuore malato” è la

depressione della quale io, in questo ultimo periodo di detenzione, sto soffrendo. A causa di stati emozionali negativi, dovuti soprattutto a vicende personali, sono in cura presso la psichiatra dell’Istituto e, dopo molti incontri e una cura farma-cologica adeguata, devo sinceramente ammettere d’ avere avuto dei grandi benefi ci dai colloqui e dai farmaci che mi sono stati prescritti. Per concludere, ritengo che tutto quello che abbiamo sempre pensato del “mal di cuore”, altro non è che una sofferenza del proprio essere.

Il centro delle nostre emozioniI MALI DEL CUORE

La sofferenza del proprio essere

Rosario RomeoRedattoreRosario RomeoRedattore

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L’idea di voler pen-sare al soggetto detenuto come in-dividuo capace e

libero di esternare le pro-prie emozioni, i propri stati d’animo, mi dà la possibilità di sperimentare una cono-scenza più ricca e costrutti-va all’interno di un contesto che, per defi nizione, acco-glie persone private della libertà. La mia esperienza all’interno di un carcere è abbastanza recente ma suffi ciente per permetter-mi di raccontare quelle che sono le corde del cuore che, se adeguatamente “tocca-te”, producono una musica degna di essere ascoltata. Ritengo importante e co-struttivo considerare “l’Al-tro” principalmente come persona che come reo, per-ché è da lì che ha senso il percorso di vita intrapreso da ognuno; questo mi per-mette di lavorare non solo con i limiti, con gli aspetti negativi della persona, in genere immediatamente osservabili, ma anche con le sue risorse che spesso occu-pano lo spazio del dietro le quinte; proprio da qui nasce il mio desiderio di poter la-vorare con i detenuti del 7° Reparto: anche loro hanno un cuore! Il carcere non è solo un luogo di “disperati” ma anche di persone con un forte bisogno di comu-nicare, di lasciarsi andare e di non sentirsi giudicati; accanto alla preoccupazio-

ne e all’impazienza per le relazioni di sintesi si legge anche il loro bisogno di av-vicinarsi agli affetti, di poter iniziare a sperimentare il reinserimento sociale e di imparare il valore del tempo e dell’attesa. L’analisi delle emozioni, positive e negati-ve, dei modi in cui le stesse si comunicano, è indispen-sabile per accedere ad una maggiore conoscenza di sé e comprensione dell’altro. Alcune persone sono taglia-te fuori non solo dalla loro

essenza, ma anche dalle loro emozioni e questo le rende veramente estranee a se stesse. Questa disconnes-sione incomincia ad accade-re quando si perde il corag-gio di vivere aperti alla vita, nella fragilità e senza difese preventive. Spesso accade che il non sentire sostegno nell'ambiente circostante, il timore di essere incompre-si, feriti, derisi conduce a reprimere e nascondere agli altri e - ciò che è più grave - anche a se stessi le proprie emozioni, le proprie sensa-zioni e i propri sentimenti.

Vale la pena precisare che vivere le proprie emozioni signifi ca esserne consapevo-li; questo non solo permet-te una crescita personale ma offre, per quanto riguarda la revisione critica del reato, la possibilità di avvicinarsi e comprendere la sofferenza causata ad altri. Spesso dai colloqui emerge la paura del futuro, la tristezza per ciò che si è perso, la rabbia per l’impotenza che si prova; ma emerge anche l’amore per i propri cari, la gioia di vederli ai colloqui anche se per un tempo limitato, di sentirli telefonicamente. È anche su questo che intendo lavorare, con l’obiettivo di aiutare coloro che, pervasi da uno stato di malinconia, a volte inconsapevole, si abbandonano a vivere pas-sivamente senza prendere iniziative, adattandosi agli avvenimenti esterni con la convinzione che non lo ri-guardino o che in essi non possa avervi un ruolo de-terminante. Chiunque fa un lavoro su sé stesso ha qual-cosa da insegnare agli altri. Ciò è possibile grazie alla presenza delle diverse fi gu-re di operatori nel Reparto, alla collaborazione della Polizia Penitenziaria e alla guida a livello dirigenziale, tutti motivati da una “spin-ta emozionale”, necessaria a svolgere al meglio la profes-sione, con rischi, successi, momenti diffi cili e insucces-si che questa comporta.

Dott.ssa Daniela BellinghieriEducatore

Un forte bisogno di comunicareUN CUORE LIBERO

Il timore di essere incompreso

Dott.ssa Daniela BellinghieriEducatoreDott.ssa Daniela Bellinghieri

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Dott. Claudio Apruzzese Medico Cardiologo

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Dott. Claudio Apruzzese Medico Cardiologo

Migliore prevenzioneRISCHIO CARDIOVASCOLARE

Sensibilizzazione e educazione sanitaria

Le malattie cardio-vascolari rappre-sentano la prima causa di morte e

invalidità precoce nei pa-esi industrializzati: nel 2009 sono decedute in Italia 235.000 persone in seguito ad eventi cardiova-scolari (prevalentemente infarto miocardico fatale, scompenso cardiaco, ictus cerebri). In pratica il 44% delle cause di morte totali sono imputabili a malattie cardiovascolari e di queste il 30% sono rappresentate dalla cardiopatia ischemi-ca. Inoltre la mortalità pre-ospedaliera rimane la com-ponente principale della mortalità cardiovascolare. Negli ultimi 2 decenni l’in-cidenza delle malattie car-diovascolari e la mortalità correlata è diminuita grazie alla conoscenza dei fattori di rischio cardiovascolare e alla conseguente miglio-re prevenzione primaria e secondaria, all’utilizzo di nuovi farmaci a allo svi-luppo di nuove strategie di rivascolarizzazione miocar-dica.I fattori di rischio cardio-vascolare sono specifi che condizioni che risultano statisticamente correlate ad una malattia cardiovasco-lare e che pertanto si ritiene possano concorrere alla sua patogenesi. Non sono per-tanto da considerare agen-ti causali, ma indicatori di probabilità di comparsa di

una malattia coronarica; la loro assenza non esclude la comparsa della malat-tia, ma la presenza di uno o più fattori di rischio ne aumenta notevolmente la possibilità di insorgenza. Il primo a parlare di fattori di rischio cardiovascolare fu il cardiologo statunitense Thomas Royle Dawber, che nel 1949 diede inizio al pri-mo studio osservazionale condotto sulla popolazione di una cittadina, Framing-ham, nel Massachusetts. Questo studio, confermato da numerosi altri, indivi-duò una serie di fattori che si correlavano all’insorgen-za di eventi cardiovascolari, fatali e non fatali, nei sog-getti osservati nel periodo in esame. I fattori di rischio interagiscono tra loro, in-tervenendo sulla patogenesi delle coronaropatie in ma-niera fattoriale e non sem-plicemente sommatoria, il che vuol dire che il rischio di morte per infarto mio-cardico aumenta notevol-mente in presenza di due, tre o più fattori di rischio. Per questo motivo, in anni più recenti è stato intro-dotto il concetto di rischio cardiovascolare globale che non tiene in considerazione la gravità del singolo fatto-re, bensì valuta la presen-za contemporanea di più fattori di rischio. In questo modo è stato possibile co-struire delle tabelle dette “carte di rischio cardiova-

scolare”, che attraverso un punteggio indicano la pro-babilità di andare incontro, entro 10 anni, ad un evento cardiovascolare in base alla concomitanza di più fattori di rischio. Dopo aver chia-rito cosa sono i fattori di rischio cardiovascolari ora vedremo quali sono.I fattori di rischio cardiova-scolare si dividono tradizio-nalmente in “modifi cabili” e “non modifi cabili”.I fattori modifi cabili sono:- età: 55 anni per gli uo-mini e 65 per le donne. Il rischio di malattie cardio-vascolari aumenta con l’età e, nei pazienti anziani, l’età diviene il fattore di rischio dominante.- sesso: gli studi fi nora con-dotti hanno fatto emergere un rischio maggiore negli uomini rispetto alle donne in pre-menopausa. Dopo la menopausa tuttavia, il ri-schio cardiovascolare nelle donne tende ad aumentare rapidamente. L’effetto pro-tettivo è esercitato, almeno in parte, dagli estrogeni che favoriscono livelli più eleva-ti di colesterolo HDL rispet-to agli uomini.- familiarità: il rischio di malattia coronarica è tanto maggiore quanto più diret-to il grado di parentela con un individuo già colpito, quanto più elevato è il nu-mero di parenti affetti, e quanto più precocemente si è manifestata la malat-tia in questi soggetti (pri-

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PrinciPali fattori di rischio correlati a mortalita nel mondo

'

0 1 2 3 4 5 6 7 milioni di morti

iPertensione arteriosa

fUmoiPercolesterolemiadenUtriZione

mal sess trasmissiBiliPoca frUtta e VerdUra

eleVato Bmi

inattiVita' fisica

alcolismo

definiZione e classificaZione in Base ai Valori Pressori (mmhg)

classeottimalenormalenormale altaipertensione di grado 1ipertensione di grado 2ipertensione di grado 3ipertensione sistolica isolata

sistolica diastolica< 120120-129130-139140-159160-179> 180_> 140_

< 8080-4085-89100-109160-179> 110_< 90

ma dei 55 anni nell’uomo e prima dei 65 anni nelle donne). In alcuni casi, la familiarità è dovuta alla trasmissione ereditaria di altri fattori di rischio qua-li diabete, ipertensione o ipercolesterolemia. Negli ultimi anni si parla di altri fattori di rischio, detti fattori di rischi emer-genti, per i quali è stato riconosciuto un rapporto statistico con l’insorgenza delle coronaropatie.- Omocisteina elevata- Alterazioni della coagu-lazione e della fibrinolisi- Incremento dei marcato-ri di infiammazione (PCR)- Sindrome metabolica (aumenta di 3-5 volte il rischio di avere eventi car-diovascolari)- MicroalbuminuriaSe consideriamo che nella popolazione italiana:- il 23% fuma (di cui la pre-valenza fra i giovani tra i 15 e i 24 anni è del 21,7%).- il 26% ha ipertensione arteriosa ma solo il 28% raggiunge con opportuni accorgimenti e/o il trat-tamento farmacologico i valori pressori desiderati (140/90).- un maschio su due è in so-vrappeso; uno su dieci è obeso.Dobbiamo di conseguen-za non solo migliorare e sviluppare le nostre co-noscenze sulla preven-zione cardiovascolare ma promuovere attività sul territorio per un’adeguata sensibilizzazione e edu-cazione sanitaria preva-lentemente della popola-zione, finalizzate ad una ulteriore riduzione degli eventi cardiovascolari e della invalidità e mortalità correlata.

stato Ponderale

sottopeso

normale

sovrappeso

obesita' di i grado

obesita' di ii grado

obesita' di iii grado

imc (Kg\m2) <18.5

18.5-24.9 25.0-30.0-

35.0-39.0>40

rischio cardiometaBolico

Basso

medio

aumentato

moderatamente elevato

severo

molto severo

Diabete o terapia ipoglicemizzante in atto (i pazienti diabetici hanno un rischio elevato per eventi coronarici equiva-

lente ai coronaropatici).Fumo: il tabacco provoca più decessi dell’alcool, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. L’OMS ha

definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute per la popolazione Europea”.

Sedentarietà: in Italia, in media, il 34% degli uomini e il 46% delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo

libero.Incremento ponderale / obesità addominale (102 cm per gli

uomini e 88 cm per le donne).

Ipercolesterolemia ipertensione arteriosa o terapia antipertensiva in corso È il fattore più

frequente.

I fattori modificabili sono quelli suscettibili di correzione mediante modifiche dell’alimentazione, del compor-

tamento, dello stile di vita, o mediante interventi farmacologici:

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Si può essere arrestati in vari modi che di-pendono dai motivi

e dal momento in cui vi si incorre. Si può incappare in un arresto in fl agranza di reato, con la “carne in boc-ca” (per citare un’espressio-ne del gergo del carcerato); a seguito d’indagini o per “chiamata” (qualcuno ti cita come corresponsabi-le di un reato, solitamente per benefi ciare di sconti di pena o per invidia per i tuoi “successi”). Chiaramente le emozioni conseguenti a questi momenti sono diver-se e sono determinate dalla tipologia dell’avvenimento. Un’altra variabile da consi-derare concerne il passato del protagonista poiché s’i-nuisce facilmente che inter-vengono percezioni diverse dal primo arresto, che non si scorda mai, ai successivi, mai auspicati ma qualche volta verifi cabili . Con queste premesse, pro-cediamo all’analisi caso per caso.L’arresto in fl agranza di re-ato è probabilmente il più semplice da descrivere. Quando si commette un reato, di solito si è consape-voli che qualcosa potrebbe

andare storto e, tranne in alcuni rari casi, il reato è commesso (per scelta) vo-lontariamente; non è mia intenzione entrare nei mec-canismi che determinano tale scelta ma soltanto con-siderarne le conseguenze. Quando si viene “bevuti” (arrestati), se non è la prima volta che accade, il pensiero (corre) ripercorre veloce l’i-ter burocratico che segue lo scattare delle manette; in-vece nel neofi ta subentra la paura dell’ignoto e dall’im-maginazione viene trasferi-ta con angoscia nella realtà la fi nzione, rappresentata nei fi lm. Occorre considerare che spesso l’arresto si compie in forma alquanto brutale, anche perché i tutori della legge non sanno che tipo di persona siete, se avete armi, se siete pericoloso. L’arresto a seguito d’indagi-ni è meno violento, ma può accadere di essere svegliati da qualcuno che, in tuta mi-metica nera, incappucciato, ti punta una pistola in pie-no viso e in questo modo la fi ne della libertà è segnata da una o più persone che, mostrandoti il mandato di cattura t’invitano a porgere

i polsi. Del tutto diversa la sensa-zione quando si è chiamati per “correo”: subito inter-viene la rabbia per il tradi-mento che il nostro amico ha messo in atto, seguita da un senso d’impotenza poi-ché ben sappiamo che po-che saranno le possibilità di difendersi dalle accuse. Particolare è il caso in cui ci si “consegna”: dopo aver superato tutti i gradi di giudizio ed essere sta-ti condannati in maniera defi nitiva, il mandato di cattura vi porterà senza revoca in carcere. Da qui la decisione di consegnarsi spontaneamente che vi con-sentirà, nella maggior parte dei casi, a poter scegliere l’Istituto che vi ospiterà. Il primo sentimento che in-terviene è quello della ras-segnazione: non si può più far nulla per modifi care la situazione quindi non resta che optare per la “riduzione del danno”…

Massimo D'OdoricoInviato Interno

CRONACA VERAL'arresto

Massimo D'OdoricoInviato Interno

UNA SERIE DI ARTICOLI CONSIDERERANNO GLI STATI D’ANIMO E LE EMOZIONI AVVERTITE DA TALUNI INADEMPIENTI NEI CONFRONTI DELLA LEGGE DURANTE IL LORO IRREGOLARE PERCORSO DI VITA.

DA QUESTO NUMERO

Dipinto di Francesco Saverio Altamura

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Alle sei del mattino squillò il telefono, dall’altra parte la

voce tremolante di mia madre: "Il papà...vieni,…fai presto!" Io immaginavo già cosa poteva essere acca-duto, me l'aspettavo; nono-stante l'amore infi nito ver-so mio padre, scongiuravo la fi ne delle sue sofferenze. Tutto ebbe inizio circa qua-rant'anni fa, quando, anco-ra bambino, mi ritrovai a stringere la mano di mio pa-dre accanto ad un letto d'o-spedale, mentre spaventato osservavo l'infi nità di fi li e cannule che entravano ed uscivano dal suo corpo, ter-minando la corsa in enormi macchinari. Lui mi guarda-va, non parlava, stringeva la mia piccola mano, men-tre dal suo viso sofferente scendeva una lacrima. Udii i medici parlare con mia madre: "Angina pectoris"fu il responso. Io ero troppo giovane per comprendere la gravità della diagnosi, ignoravo l'entità di quelle parole e non comprendevo le smorfi e di mio padre pro-vocate dal dolore al petto e dal formicolio agli arti. A casa sentivo spesso par-lare di coronografi a, elet-trocardiogramma, esami del sangue, ai quali spesso si doveva sottoporre; cre-scendo, vidi passare sotto i miei occhi innumerevoli pastiglie dalle forme e colo-ri più svariati; avevo ormai capito che servivano a farlo

stare meglio, e avevo anche ca-pito che peraltro lui proseguiva la sua vita sen-za rinunciare alle consuete abitudini: la buona tavola, le sigarette, il bar con gli amici…per lui sem-pre disponibili a festeggiare davanti ad un buon bicchiere di vino. "L'ab-biamo preso per i capelli”! Furono le parole del prima-rio dell'ospedale, il giorno in cui papà venne operato d'urgenza a causa di un’ ischemia coronarica. Gli fu-rono applicati ben quattro bypass, utilizzando la vena safena della gamba sinistra in sostituzione delle arterie coronariche. Uscendo dal Reparto di Terapia Intensi-va, il primario mi rassicu-rò che l’intervento avrebbe reso mio padre un uomo nuovo; egli avrebbe dovuto soltanto attenersi a rigide regole comportamentali e alimentari. Per mia madre e me, signifi cava uscire da un incubo fatto da cliniche, ospedali, visite specialisti-che, paure. Fu un’illusione che durò circa un anno: un mattino, mentre mio padre si accingeva ad andare con il suo nipotino al mercato, si accasciò in malo modo sul letto; vidi la sua smorfi a

e pensai inizialmente ad un problema di artrosi... poi mi accorsi che la sua boc-ca era deformata, il braccio e la gamba sinistra non si muovevano più. Il respon-so, accertato al pronto soc-corso, fu come un fulmine a ciel sereno: paresi, dovuta ad ictus cerebrale. Fu come spezzare le ali a una farfal-la! In quelle condizioni, pa-ralizzato a metà, dovendo contare unicamente sul no-stro aiuto, mio padre cadde in depressione. Nonostante la fi sioterapia e gli enormi sacrifi ci da parte sua, vidi regredire giornalmente le sue capacità; gli venne ap-plicato un pacemaker per alleviare la sofferenza in caso di infarto. Visse, se così si può dire, altri cin-que anni in quello stato angosciante, su una sedia a rotelle, privato di tutti i piaceri della vita, che tanto amava.

Michele di Lernia Capo Redattore

Storia vissutaLE SOFFERENZE DI UNA VITA

Una persona speciale

Michele Capo Redattore

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Tutti conoscono la cosiddetta dieta mediterranea: ov-vero quell’equili-

brio nutrizionale realizza-tosi casualmente, in alcuni Paesi rivieraschi del Medi-terraneo, tra i cibi locali e le necessità energetiche di gente obbligata, per soprav-vivenza, ad un intenso lavo-ro manuale. Pochi sanno, però, che gli studiosi ameri-cani a cui si deve la ricerca condotta in Italia e in altri sei Paesi, erano capitanati da un grande fisiologo (il Prof. Ancel Keys) e da un cardiologo (il Prof. Paul Withe) che nella sua quali-tà di cardiologo personale del Presidente Eisenhower riuscì a far finanziare un’im-presa impegnativa e costosa come fu quella del “Seven Country Study”).Dobbiamo, dunque, ai car-diologi le conferme statisti-che che hanno identificato

la gravità del pericolo per le nostre arterie (infarto, ictus, ecc.) di un’alimentazione troppo ricca di calorie e in particolare di grassi animali (tipica degli USA e del Nord Europa), rispetto alle tradi-zioni parche e salubri di ca-labresi, cilentani, iugoslavi e greci, basate su cereali, le-gumi, olio, verdure e frutta.Da quegli studi, avviati oltre 60 anni fa e protratti poi in altri Paesi, è scaturito l’invi-to dei cardiologi a rivalutare pasta e fagioli o qualunque altro accoppiamento di ce-reali e legumi, piuttosto che persistere in un eccessivo consumo di carni e grassi animali. Questa raccomandazione (riportata nelle Linee Guida o nelle “piramidi” che sim-boleggiano la frequenza e la quantità dei cibi da alterna-re nella dieta di chiunque) è gradita e di facile realiz-zazione per noi italiani. Ma

attenzione! I duecento o più grammi di pasta e il mezzo chilo di pane di un tempo (ovvero, ben più di 2.000 calorie dovute soprattutto ai carboidrati senza contare le annesse e utili proteine vegetali) erano il combusti-bile necessario per l’attività muscolare. Oggi, invece, in un’epoca di lavoro seden-tario e per qualcuno di re-strizione (dalla detenzione a quella non meno pericolosa per l’organismo, di 2 o 3 ore di auto o mezzi pubblici e di otto ore dietro un compu-ter o tra le carte di ufficio) è scomparsa l’attività fisica che giustificava delle por-zioni ormai inadatte per la popolazione, salvo forse canottieri o ciclisti profes-sionisti.Allora che fare? Semplice-mente, ridurre ma non abo-lire pasta e pane, limitando: carni e formaggi grassi, frit-ture e grassi da condimento, bevande zuccherate, vino e dolciumi. L’uomo, dovun-que viva, deve ricavare dai carboidrati almeno metà dell’energia che gli occorre per star bene (cioè senza carenze e senza scivolare nell’obesità). Perciò atten-ti alle porzioni! Purtroppo, non più di 60-80 grammi di pasta al pomodoro, rispetti-vamente per donne e uomi-ni adulti!

Prof. Eugenio Del Toma

Dietologo

La parola del DietologoIL PERICOLO PER LE NOSTRE ARTERIE

Attenti alle porzioni

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13

Migliore organizzazione del lavoroLA STRADA DEL RINNOVAMENTO

Un metodo positivo

Sono arrivato in que-sto Istituto nel mese di maggio 2010 dopo aver effettuato

un periodo di prova di tre mesi. La prima impressio-ne, arrivando alla II Casa di Reclusione di Milano- Bollate è stata quella di una forte volontà da parte della Direzione di voler cambia-re un sistema radicato da tempo. Provengo da un am-biente apatico, tipico degli altri Istituti, dove non esi-ste nessuna sinergia tra i detenuti, Agenti di Polizia Penitenziaria e le Istituzio-ni; prevalente è l’individua-lismo e tutto si svolge con ritmi e modalità definiti dal ruolo delle persone. Svolgo il mio lavoro nel Reparto Infermeria, dove esistono dei particolari meccanismi che riguardano il mio ope-rato, gestire l’afflusso dei detenuti per il Pronto Soc-corso e per le visite specia-listiche, inoltre mi occupo della sorveglianza di un esiguo numero di persone

ubicate in Infermeria. Ho notato che in questo Istitu-to si punta molto sul senso di responsabilizzazione, sulla gestione della collet-tività, sensibilizzando tutte le persone al senso di comu-nità, orientando gli sforzi al benessere di tutte le parti in causa. La strada di rinnovamen-to intrapresa dal nostro Direttore Dott.ssa Castel-lano, accettata e condivisa dal Comandante e da tutto il Corpo di Polizia Peni-tenziaria, punta molto sul mantenimento della digni-tà dei detenuti, una vera innovazione nel panorama carcerario italiano. Una problematica che spesso si ripropone al nostro Repar-to, è quella della volontà degli utenti di avere una celere risposta ai propri di-sagi ma questo spesso non è possibile visto l’esiguo nu-mero del personale medico impiegato, occorrerebbe che tutti fossero più sensi-bili anche alle esigenze dei

compagni, sarebbe oppor-tuno che chiunque acceda al Pronto Soccorso avesse il buon senso di agevolare il lavoro, cedendo il posto da-vanti a urgenze e patologie evidentemente più gravi, senza creare problemi con discussioni inutili e ripro-vevoli. Con l’ingresso del Sovrintendente Massimo Pazienza responsabile del Reparto si respira una nuo-va aria, nuove iniziative, possibilità di svago mag-giori per i detenuti, migliori le condizioni di vita e per il personale di Polizia Peni-tenziaria un’organizzazione del lavoro migliore. L’Isti-tuto ha figure istituzionali sicuramente capaci di com-prendere ed attuare i mi-glioramenti che personal-mente non sono in grado di individuare, ma molte sono le cose buone realizzate e la strada intrapresa darà indubbiamente dei buoni frutti.

Angelo IvanAgente Polizia Penitenziaria

carcere di Bollate

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SALUTE E FINANZA

I medici di famiglia nel 2009 hanno visita-to in media ogni loro assistito almeno sette

volte. Circa trenta contatti giornalieri con i pazienti, che sono stati soprattutto donne. Un’attività che ha generato una spesa media per l’assistenza pubblica di 382 euro l’anno per ogni paziente. A fare la radiogra-fi a dell’attività dei medici di famiglia con dati reali su costi e professionalità è il rapporto 2010 dell’Istituto di Ricerca della Società Ita-liana di Medicina Generale (S.I.M.G.). Le conseguenze delle varie visite a pazienti, secondo il rapporto, sono state nel 23,4% dei casi una prescrizione d’indagi-ne diagnostica, nel 14,1% la richiesta di una visita spe-cialistica e nel 72% la sola prescrizione di farmaci. A rivolgersi di più ai medici di famiglia sono stati i pazien-ti affetti da diabete (7,57 contatti/paziente), con car-diopatia ischemica (7,3) e infarto miocardico acuto (7,27), mentre frequentano meno gli studi dei medici i pazienti con insuffi cienze renali (3,46), tumori mali-gni (3,63) e angina pectoris (3,56). Il rapporto eviden-zia anche negli ambulatori dei medici di famiglia l’au-mento di tutte le malattie a maggior impatto sociale, croniche in prima linea. Tra queste il record spetta al “refl usso gastroesofageo”,

disturbo dell’esofago che complica le funzioni dige-stive, le cui diagnosi sono aumentate dal 2003 al 2010 di oltre il 120%. Seguono poi l’asma con il 75% e con un aumento intorno al 30% artrosi, ipertensione e iper-trofi a prostatica. Se poi ci si allarga alla gestione più ampia del paziente si ar-riva dal costo di 382 euro a punte di 573 euro per gli assistiti tra i 65 e 74 anni per arrivare ad una spesa minore, pari a 151 euro per i pazienti di età compresa tra i 15 e 25 anni. In pratica un anno di assistenza del me-dico di medicina generale costa, specialisti ed esami diagnostici compresi, il 12%

di un ricovero ordinario in ospedale, che vale in media poco più di 3000 euro per le donne e oltre 3600 euro per gli uomini. La nostra regione “Lombardia” ha un budget per la sanità di cir-ca 17 miliardi di euro l’anno (pari all’80% delle risorse totali), senza contare sulle centinaia di milioni di euro che vengono impegnati ogni anno sul territorio re-gionale per l’edilizia ospe-daliera. La nostra Regione ha sul territorio ventinove Aziende Ospedaliere oltre a quindici Aziende Sanita-rie Locali e un azienda di emergenza “Urgenze di Mi-lano” presso l’ospedale Cà Granda di Niguarda.

Alberto SchiavoneRedattoreAlberto Redattore

IL COSTO DEI MEDICI DI FAMIgLIA

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L'AREA SANITARIA

DOMANDE AL DIRIgENTE SANITARIODal Reparto Femminile

Dott. Roberto DaneseDirigente Sanitario

1. La visita ginecologica richiede lunghi tempi d’attesa; ogni quanto è prevista la presenza del medico spe-cializzato?Dalle statistiche aggiornate dello scorso anno non emerge il dato della prima do-manda. Nell’anno 2010 sono state effettua-te 70 visite ginecologiche su 32 detenute richiedenti (l’equivalente di circa due visite annuali per singola detenuta).

2. È prevista per il futuro un’inferme-ria anche per il Reparto Femminile?L’infermeria esiste, ma per disposizioni della Direzione non viene utilizzata ed è previsto un piano di emergenza per i rico-veri; in ogni caso il numero base di dete-nute fa pensare allo scarso utilizzo anche in considerazione dei continui rifi uti della sezione maschile ai ricoveri nell’attuale in-fermeria centrale.

3. Al Reparto Femminile il medico di reparto ha un orario stabilito di presenza? In caso negativo ha un tem-po minimo giornaliero per le visite? Mediamente il medico dedica al Reparto Femminile due ore al giorno per le visite giornaliere.

4. Chi, oltre al medico, è abilitato ad interventi di Pronto Soccorso (es. respirazione bocca a bocca)?Nessuno è autorizzato ad effettuare alcun tipo di intervento, in quanto non compe-tente per farlo.

5. È previsto un corso di Pronto Soc-corso?Non è previsto nessun corso di Pronto Soc-corso per i detenuti, sarebbe più idoneo pensare di poterlo effettuare con gli Agenti di Polizia Penitenziaria.

aminocentesi

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Quando il cuore non è più in grado di portare il sangue a tutto il corpo iniziano le malattie cardiovascola-

ri. I sintomi iniziali di queste malattie sono caratteristici: stanchezza, difficoltà di re-spiro, etc... Le cause possono essere tante. Prima di ogni cosa è consigliabile, ridurre gli sforzi, imparare ad autoregolarsi, eli-minare la cattiva alimentazione e il peso eccessivo, non ricorrendo a farmaci fai da te. È utile farsi consigliare da un dietologo e un cardiologo una dieta personalizzata e con cure adeguate supportate da esami cli-nici appropriati. In alcuni casi, gli effetti possono portare conflitti non risolti, il che causa una situazione di nervosismo, ansia e stati d’insoddisfazione. Di solito, le pato-logie cardiovascolari, evidenziano un sot-tofondo di ansia, preoccupazione e inquie-tudine da cui derivano cadute di tensione e variabilità di umore. Inoltre, le patologie tendono ad analizzare ogni particolare e a crearsi schemi mentali fissi che turbano l’e-quilibrio dell’individuo colpito. La malattia in sé, alla lunga, può logorare e stressare i soggetti colpiti con uno sforzo maggio-

re di ripresa. I profondi contrasti da cui è tormentato il soggetto interessato portano a una grande insicurezza e a un desiderio d’isolamento oltre che ad un pessimismo profondo che non consente di recuperare in tempi brevi un minimo di fiducia e di auto-stima. Inoltre, è difficile anche per coloro che stanno vicino, stabilire rapporti con gli altri a causa di un’introversione eccessiva e di una costante sensazione di distanza tra sé e il mondo circostante dovuto a continui accumuli di energia nervosa ed emotiva, poiché comportano reazioni a volte incon-trollate, assenza di spontaneità e costante tensione che si manifesta con atteggiamenti irritabili e scontrosi. Dal punto di vista psi-cologico, non sempre tali situazioni interne sono gestite al meglio dall’interessato. È utile quindi, aprirsi per riuscire nella sfida che, grazie alla forza di volontà di vivere una vita serena, rende possibile sconfigge-re il male anche più ostinato, quando sono risultati vani i tentativi di cure e risultano beffardi e inutili gli altri fattori esterni.

da sinistra Angelo Paoliello Diego Sarcina

Maurizio LucarelliReferenti Sportello Salute II Reparto

I REPARTI

MALATTIE CARDIOVASCOLARI

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QUESTIONARIO di GRADIMENTO sul SERVIZIO ODONTOIATRICO

e sulSERVIZIO DELLO SPORTELLO SALUTE

nella II CASA di RECLUSIONE di MILANO-BOLLATE

In collaborazione con l’ Associazione di Volontariato Penitenziario “Gli amici di Zaccheo”

e l’ Equipé Odontoiatrica dell’A.O. Luigi Sacco, Primario Dott.ssa Antonella Sparaco

Dicembre 2010

Elaborazione e analisi dei dati a cura diDott.ssa Scimone Ilaria

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Sommario

1. INTRODUZIONE 3

1.1 SPORTELLO SALUTE ED EQUIPE ODONTOIATRICA 3

2. INDAGINE 3

2.1 SCOPO DELL’INDAGINE 3

2.2 METODOLOGIA 3

2.3 ANALISI DEI DATI 4

2.3.1 SERVIZIO ODONTOIATRICO 4

2.3.2. SPORTELLO SALUTE 10

3. DISCUSSIONE 14

4. SEZIONE ALLEGATI

16W

4.1 ALLEGATO 1 16

4.2 ALLEGATO 2 16

2

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1. INTRODUZIONE

1.1 Sportello Salute ed Equipe OdontoiatricaL’associazione di volontariato penitenziario “Gli amici di Zaccheo”, dal 2008, promuove all’interno della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate il progetto “Sportello Salute”, che si prefigge diverse finalità all’interno del carcere.In particolare gli obiettivi del progetto sono i seguenti:• Raccogliere informazioni sullo stato di salute della popolazione detenuta maschile e femminile per migliorare ed estendere la prevenzione di malattie e fornire informazioni procedurali utili ed aggiornate.• Verificare periodicamente a mezzo di sondaggi le segnalazioni dei detenuti/e (carattere sanitario) e i miglioramenti del servizio (carattere operativo).• Ottimizzare le soluzioni alle problematiche insorte, segnalandole ai Referen-ti istituzionali, utilizzando spazi dedicati allo scopo e modulistica compilata da volontari esterni e detenuti.• Fungere da strumento di mediazione tra detenuti/e, Direzione Sanitaria, Di-rezione dell’Istituto e Polizia Penitenziaria.• Organizzare incontri cadenzati e programmati di Medici specialisti (odonto-iatra, ginecologo, ortopedico, dermatologo, etc.) nei singoli reparti dell’Istituto con i detenuti per attuare la prevenzione di malattie e diffondere la cultura della consapevolezza del proprio stato di salute agendo come protagonisti del proprio benessere e non solo subendo da utenti passivi.All’interno di questo progetto, la collaborazione con l’Equipe Odontoiatrica dell’A.O. Luigi Sacco e con il Primario Dott.ssa Antonella Sparaco si è rive-lata altamente positiva e proficua, e ha creato un clima lavorativo armonioso. L’Equipe Odontoiatrica si è distinta nel fornire risposte tempestive e professio-nalmente qualificate a tutti coloro, utenti e operatori, che a vario titolo hanno avuto modo di rapportarsi, svolgendo un lavoro eccellente in sinergia con le risorse presenti in Istituto.

2. INDAGINE2.1 Scopo dell’indagine L’associazione “Gli amici di Zaccheo”, in collaborazione con il Primario dell’E-quipé Odontoiatrica dell’ Azienda Ospedaliera L. Sacco di Milano, Dott.ssa Antonella Sparaco, ha elaborato un Questionario Qualità sul Servizio Odonto-iatrico e sullo Sportello Salute al fine di verificare la soddisfazione della popo-lazione detenuta rispetto ai servizi erogati.

2.2 MetodologiaIl questionario è stato distribuito nel mese di Dicembre 2010 ed è stato sommi-nistrato in forma anonima a 470 detenuti. Al termine dell’auto-compilazione i questionari sono stati ritirati e depositati in Area Trattamentale. In un primo momento sono stati trascritti i commenti presenti sul retro del foglio, successivamente i dati sono stati inseriti in un database e analizzati.Il numero di questionari compilati sui quali si basa l’analisi seguente è 328.

3

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2.3 Analisi dei Dati

2.3.1 Servizio Odontoiatrico

Prendendo in considerazione i dati relativi al Servizio Odontoiatrico, procediamo analizzando gli item somministrati.Il primo Item invita ad esprimere un parere circa l’ importanza all’interno della II Casa di Reclusione del servizio Odontoiatrico; i risultati sono i seguenti:

71%

4% 6% 2%

17% PER NIENTEPOCO

ABBASTANZA

MOLTO

SENZA RISPOSTA

Importanza del servizio odontoiatrico

Grafico O-1Se raggruppiamo le categorie “Molto” e “Abbastanza” e le categorie “Poco” e “Per niente”, notiamo come l’88% della popolazione detenuta in esame ritiene impor-tante il servizio di odontoiatria all’interno del carcere e soltanto l’8% sostiene il contrario.Prendendo in considerazione il secondo e il terzo item, notiamo come, sul totale dei questionari presi in esame, 166 detenuti hanno ricevuto la prima visita odontoiatri-ca, 151 non hanno mai usufruito del servizio.Dei 166 detenuti che hanno ricevuto la prima visita, 110 sono stati presi in cura, 50 non sono stati presi in cura dopo la prima visita.

SI

NO

SENZA RISPOSTA

46%

3%

51%

Ricevuto la prima visita odontoiatrica

Grafico O-24

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SINOSENZA RISPOSTA

Presi in cura dopo la prima visita

30%

4%

66%

Il 66% dei soggetti visitati una prima volta, ha ricevuto le cure successive alla prima visita, il 30% invece non è stato preso in cura.Nell’analisi che segue, prenderemo in considerazione i dati relativi a soggetti che almeno una volta hanno usufruito del servizio odontoiatrico e che hanno ricevuto anche solo la prima visita odontoiatrica, quindi coloro che sono venuti a contatto con il servizio di odontoiatria:

Grafico O-3

Sempre raggruppando le categorie “Molto” e “Abbastanza” e le categorie “Poco” e “Per niente”, notiamo che il 76% della popolazione in oggetto ritiene ospitale e di-sponibile il personale infermieristico, il 21% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto soddisfatta rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

29%

3%

47%

Grafico O-4

8%13%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Accoglienza/disponibilità personale infermieristico

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

30%

3%

43%

Grafico O-5

7%17%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Accoglienza/disponibilità personale medico

5

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Il 73% dellcampione ritiene ospitale e disponibile il personale infermieristico, il 24% aff erma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto soddisfatta, rispet-to all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

31%

3%

41%

Grafi co O-6

10%

15%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Competenza percepita del personale infermieristico

Il 72% della popolazione in oggetto percepisce come competente il personale infer-mieristico, il 25% aff erma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

35%

3%

37%

Grafi co O-7

8%

17%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Competenza percepita del personale medico

Il 72% della popolazione in oggetto percepisce come competente il personale medi-co, il 25% aff erma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto soddi-sfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

25%

3%

34%

Grafi co O-8

11%

27%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza del tempo dedicato

6

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Il 59% della popolazione in oggetto ritiene adeguato il tempo dedicato dal servizio odontoiatrico, il 38% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in og-getto abbastanza soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

25%

5%

40%

Grafico O-9

8%22%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza dell’ambulatorio

Il 65% della popolazione in oggetto ritiene adeguato l’ambulatorio, il 30% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto abbastanza soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

25%

7%

40%

Grafico O-10

10%18%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza degli strumenti utilizzati

Il 65% della popolazione in oggetto ritiene adeguati gli strumenti utilizzati, il 28% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto abbastanza soddi-sfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

25%5%

40%

Grafico O-11

8%22%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Idoneità della fascia oraria

7

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Il 60% della popolazione in oggetto ritiene adeguata la fascia oraria di ricevimento, il 36% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto abbastanza soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

18%

4%

43%

Grafico O-12

12%23%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Puntualità del personale medico

Il 61% della popolazione in oggetto ritiene il personale medico puntuale, il 35% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto abbastanza soddi-sfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

31%

5%

26%

Grafico O-13

16%

22%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Durata dei tempi d’attesa

Il 57% della popolazione in oggetto ritiene Molto/Abbastanza il tempo di attesa, il 38% afferma invece che la durata dei tempi d’attesa sia Poco/Per niente. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto non molto soddisfatta dell’item preso in consi-derazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

28%

4%

38%

Grafico O-14

8%22%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Soddisfazione generale del servizio

8

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Il 66% della popolazione in oggetto si ritiene soddisfatta del servizio erogato dall’E-quipé Odontoiatrica, il 30% afferma il contrario.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

22%

3%

37%

Grafico O-15

13%

25%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Ricevuto una risposta adeguata ai bisogni

Il 59% della popolazione in oggetto ritiene di aver ricevuto una risposta adeguata ai propri bisogni dal servizio erogato dall’Equipe Odontoiatrica, il 38% afferma il contrario.Ad un secondo livello di analisi, prendendo in considerazione la soddisfazione ge-nerale e complessiva del servizio odontoiatrico ricevuto, possiamo dividere il cam-pione tra chi si ritiene soddisfatto (66%) e chi invece non si ritiene tale, rispetto al sevizio ricevuto (30%), e andare a verificare quali sono gli item che risultano essere meno rispondenti alle esigenze della popolazione detenuta in esame.Tra i soggetti che hanno usufruito almeno una volta del servizio e che non si riten-gono soddisfatti, (quindi il 30% dei soggetti in esame), il 60% è stato preso in carico dopo la prima visita ed il 40% no. Per quanto concerne gli item relativi ai grafici O-4 O-5 O-6 O-7 O-9 e O-13 (cfr. allegato 2) la popolazione si divide equamente in relazione alla variabile Soddisfa-zione/Insoddisfazione con un 50% dei soggetti soddisfatti. Gli item che risultano essere meno soddisfacenti sono item relativo al grafico O-8, con un 80% dei soggetti che non ritiene adeguato il tempo dedicato alla persona, item O-10 O-11 ed O-12 con un 64% dei soggetti che non ritiene adeguati gli stru-menti, la fascia oraria e la puntualità del personale medico, ed infine (item O-15) solo un 10% ritiene di aver ricevuto una risposta adeguata ai propri bisogni.Tra i soggetti che hanno usufruito almeno una volta del servizio e che invece si ritengono soddisfatti (quindi il 66% dei soggetti in esame), il 75% è stato preso in carico dopo la prima visita ed il 25% no. Per tutti gli item in esame la popolazione in oggetto è concorde nel ritenersi sod-disfatta del servizio con un range tra l’80% e il 97% di risposte positive agli item.Un particolare riscontro positivo riguarda gli item relativi alla gentilezza e compe-tenza percepita del personale medico ed infermieristico e agli strumenti utilizzati. L’85 % dei soggetti ritiene inoltre di aver ricevuto una risposta adeguata ai propri bisogni. L’item O-13, relativo all’adeguatezza dei tempi d’attesa, risulta invece poco soddi-sfacente, più per la popolazione generalmente soddisfatta del servizio , rispetto alla popolazione che non si ritiene generalmente soddisfatta del servizio, infatti il 68% della popolazione generalmente soddisfatta del servizio ritiene questi tempi troppo lunghi.

9

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2.3.2. Sportello SalutePrendiamo ora in considerazione i dati relativi al servizio erogato dallo Sportello Salute, procediamo analizzando gli item somministrati:

Grafico S-1

Conoscenza del servizio svolto dallo Sportello Salute

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

22%

3%

37%

13%25%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Analizzando il grafico notiamo come il 73% del campione è a conoscenza del ser-vizio erogato dallo Sportello Salute, il 23% conosce poco o non conosce affatto le attività erogate dello Sportello. Dei 328 questionari presi in esame, 249 sogetti cui è stato somministrato il questionario hanno dichiarato di aver avuto un contatto diretto con lo Sportello Salute, 63 persone non hanno mai avuto un contatto con il servizio

Grafico S-2

Contatto diretto con lo Sportello Salute

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

19%5%

76%

Il 76% della popolazione detenuta in esame ha usufruito del servizio erogato dallo Sportello Salute.Dei 249 soggetti che hanno avuto un contatto diretto con lo Sportello Salute, 157 di questi (63%) ne hanno usufruito per il Servizio Odontoiatrico e 79 (32%) per altri servizi medici.

SI32%63%

Grafico S-3

5%

NOSENZA RISPOSTA

Usufruito dello Sportello Salute per il servizio Odontoiatrico

10

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Nell’analisi seguente, prenderemo in considerazione la fetta di campione che alme-no una volta ha avuto un contatto diretto con lo Sportello Salute, a prescindere dal servizio medico richiesto (76% del campione).

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

14%3%

47%

Grafico S-4

10%

26%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza dell’orario di apertura

Il 61% della popolazione in oggetto ritiene adeguato l’attuale orario di apertura, il 36% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto Abbastanza Soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

15%0%

45%

Grafico S-5

23%

17%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza dei tempi d’attesa dalla domandina alla chiamata

Il 60% della popolazione in oggetto ritiene adeguata la durata dei tempi d’attesa dalla domandina alla chiamata allo Sportello, il 40% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto Abbastanza Soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

25%

1%

56%

Grafico S-6

6% 12%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Qualità/chiarezza delle informazioni

11

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L’81% della popolazione in oggetto ritiene adeguata la qualità e la chiarezza delle informazioni ricevute, il 18% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto Soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCO

ABBASTANZA

21%

1%

55%

Grafico S-7

6%

17%

MOLTO

SENZA RISPOSTA

Facilità nel reperire le informazioni

Il 76% della popolazione in oggetto ritiene facile reperire le informazioni circa il servizio dello Sportello Salute, il 23% afferma il contrario. Possiamo ritenere la po-polazione in oggetto Soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

25%

56%

Grafico S-8

2%

Completezza delle informazioni ricevute

L’81% della popolazione in oggetto ritiene che le informazioni ricevute sono com-plete, il 17% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto Sod-disfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTE

POCOABBASTANZA

MOLTO

SENZA RISPOSTA

11%

6%

12

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PER NIENTEPOCOABBASTANZA

1% 2%

60%

Grafico S-9

4%

33%

MOLTOSENZA RISPOSTA

Gentilezza/disponibilità dei volontari

Il 93% della popolazione in oggetto ritiene gentili e disponibili i volontari che ope-rano all’interno dello Sportello, il 6% afferma il contrario. Possiamo ritenere la po-polazione in oggetto Molto Soddisfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZA

1% 3%

50%

Grafico S-10

5%

41%MOLTOSENZA RISPOSTA

Adeguatezza del tempo dedicato

44%

38%

Grafico S-11

1%

Soddisfazione generale

Il 91% della popolazione in oggetto ritiene adeguato il tempo dedicato dal servizio, l’8% afferma il contrario. Possiamo ritenere la popolazione in oggetto Molto Soddi-sfatta, rispetto all’item preso in considerazione.

PER NIENTEPOCOABBASTANZAMOLTOSENZA RISPOSTA

11%6%

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L’82% della popolazione in oggetto si ritiene Soddisfatta del servizio erogato dallo Sportello Salute, il 17% afferma il contrario.Ad un secondo livello di analisi, andiamo a verificare la soddisfazione ge-nerale e complessiva del servizio erogato dallo Sportello rispetto ai soggetti che ne hanno usufruito per il servizio odontoiatrico e quelli che ne hanno usufruito per un altro servizio medico.Prendendo in considerazione i soggetti che hanno usufruito dello Sportello Salute per l’odontoiatria, i soggetti Soddisfatti del servizio ricevuto rappre-sentano l'88% della popolazione in esame, il 12% si dice non soddisfatto. Tra i soggetti che hanno avuto un contatto con lo Sportello Salute e hanno usufruito di servizi diversi dall’odontoiatria, il 73% si ritiene Soddisfatto del servizio erogato.

3. Discussione

Il fine di questa indagine è volto a verificare il livello di soddisfazione e di gradimento rispetto ai servizi erogati dall’Equipe Odontoiatrica e dallo Sportello Salute all’interno della II Casa di Reclusione di Milano Bollate.A tale scopo, abbiamo somministrato un Questionario Qualità contenete alcuni aspetti, la cui valutazione da parte di chi usufruisce di tali servizi risulta a noi preziosa. Per quanto riguarda la valutazione del Servizio Odontoiatrico, notiamo come questo sia percepito dalla maggior parte della popolazione come in-dispensabile.La soddisfazione generale e complessiva del servizio è positiva, il 66% delle persone si ritiene soddisfatta del servizio ricevuto. Tale dato viene conferma-to nei diversi item; più della metà della popolazione in esame ha espresso un parere positivo rispetto agli aspetti valutati nel questionario. Soltanto l’item relativo alla durata dei tempi di attesa ha ricevuto una valutazione negativa. Questo dato trova riscontro anche nei commenti scritti sul retro del foglio di alcuni questionari (cfr. allegato 1). I commenti raccolti rappresentano l’8% del totale ma più della metà di questi si riferiscono ad un mal funziona-mento delle tempistiche necessarie alla cura, a partire dai giorni dedicati, dalla lungaggine delle pratiche burocratiche, alla durata dei tempi di attesa. Il problema dei tempi d’attesa e del tempo dedicato alla persona emerge an-che dall’analisi più approfondita che indaga quali sono gli item che hanno ricevuto giudizi negativi sia dai soggetti meno soddisfatti del servizio e sia da quelli che si sono detti soddisfatti. Una buona percentuale di risposte positive interessa gli item relativi all’acco-

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glienza e alla competenza percepita del personale medico ed infermieristico. In conclusione si può sostenere che più della metà dei soggetti, oltre ad espri-mere soddisfazione generale per il servizio, ritiene anche di aver ricevuto una risposta adeguata ai propri bisogni. Tornando al quesito di partenza più della metà della popolazione detenuta, alla quale è stato somministrato il questionario, sembra essere soddisfatta del Servizio Odontoiatrico erogato. Per quanto riguarda la valutazione del servizio dello Sportello Salute, si nota come questo sia molto conosciuto all’interno della realtà carceraria (73% dei soggetti) e come una buona parte della popolazione, a cui è stato sommini-strato il questionario (76%), abbia avuto un contatto diretto con esso.Non ci sono delle differenze significative rispetto alla soddisfazione generale tra chi ha usufruito dello Sportello Salute per il servizio odontoiatrico e chi invece ne ha usufruito per altri motivi; resta il fatto che la soddisfazione ge-nerale e complessiva del servizio è molto positiva, con l’82% dei soggetti che hanno espresso un parere positivo.Gli item che hanno ottenuto una percentuale di risposte positive inferiore rispetto agli altri, sono quelli relativi all’ attuale orario di apertura e alla durata dei tempi d’attesa (rispettivamente 61% e 60% di risposte positive), dato che conferma l’elemento di criticità già emerso nell’analisi relativa al Servizio Odontoiatrico e sostenuto dai commenti raccolti sul retro dei que-stionari (cfr. allegato 1).Gli item relativi alla facilità, chiarezza e completezza delle informazioni rice-vute si attestano ca. sull’80% di valutazioni positive; ma gli item che hanno in assoluto ottenuto una percentuale di valutazione positiva sono quelli re-lativi alla gentilezza dei volontari e al tempo che questi dedicano alle perso-ne che usufruiscono del servizio, con una percentuale che supera il 90% di risposte positive.In conclusione, sembra si possa affermare che la popolazione detenuta, alla quale è stato somministrato il questionario, sia Molto Soddisfatta del servi-zio ricevuto dallo Sportello Salute.Tornando all’obiettivo originario, per rispondere al quale è stata svolta que-sta indagine, si può affermare che, da quanto emerge dai dati analizzati, la popolazione detenuta sembra gradire ed esprimere giudizi positivi rispetto ai servizi erogati ed al lavoro svolto dal Servizio Odontoiatrico e dallo Spor-tello Salute.

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4. SEZIONE ALLEGATI

4.1 Allegato 1

4.2 Allegato 2

ITEM SOMMINISTRATISERVIZIO ODONTOIATRICOO1 Quanto ritiene importante il servizio di odontoiatria?O2 Ha già fatto la prima visita?O3 Se sì, è già stato preso in cura?O4 Accoglienza e disponibilità del personale infermieristicoO5 Accoglienza e disponibilità del personale medicoO6 Competenza percepita del personale infermieristicoO7 Competenza percepita del personale medicoO8 Adeguatezza del tempo dedicatoleO9 Adeguatezza dell’ambulatorioO10 Adeguatezza degli strumenti utilizzatiO11 Idoneità della fascia oraria di riferimentoO12 Puntualità del personale medicoO13 Durata dei tempi di attesaO14 Soddisfazione generale complessiva del servizio odontoiatrico ricevutoO15 Ritiene di aver ricevuto una risposta adeguata ai suoi bisogni?

SPORTELLO SALUTE

S1 è a conoscenza del servizio della Sportello Salute?S2 Ha avuto un contatto diretto con lo Sportello Salute?S3 Ne ha usufruito per il servizio odontoiatrico?S4 Ritiene adeguato l’attuale orario di apertura dello Sportello Salute?S5 Ritiene adeguata la durata dei tempi d’attesa che intercorrono dalla do-mandina alla chiamata allo Sportello Salute?S6 Ritiene adeguata la qualità e la chiarezza delle informazioni ricevute?S7 Ritiene facile reperire le informazioni?S8 Ritiene adeguata la completezza e competenza delle informazioni rice-vute?S9 Ritiene adeguata la gentilezza/disponibilità dei volontari?S10 Ritiene adeguato il tempo dedicatole dai volontari?S11 Soddisfazione generale e complessiva del servizio ricevuto dallo Spor-tello Salute

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DALL’AREA SANITARIA

CERTIFICATI PER I LAVORATORI

È passato oltre un anno dall’entrata in vigore delle norme che hanno attribuito all’INPS nuovi compiti per il riconoscimento di invalidità civile, handicap e di-sabilità e si registrano ancora gravissime ineffi cienze, che stanno provocando di-sagi a persone già drammaticamente colpite, costrette ad aspettare mesi prima

di vedere riconosciuti i loro diritti. L’INPS si era impegnato a non superare il periodo di 120 giorni per concludere l’iter amministrativo delle domande e aveva annunciato, con grande enfasi, l’utilizzo di una procedura informatica innovativa che avrebbe consentito di rendere più rapido lo scambio d’informazioni tra i diversi Enti coinvolti; da qui l’obbligo tassativo, per i Patronati, di presentare le domande soltanto per via telematica. La realtà di oggi sta dimostrando che l’Istituto non ha saputo raggiungere i suoi obiettivi; infatti, si sta procedendo a rilento, con gravi ricadute sul piano dei diritti, anche nel caso di persone affette da patologie oncologiche, particolarmente tutelate dalla Legge. I dati che lo stesso INPS fornisce confermano questa denuncia: su 1.821.842 domande pervenute all’Istituto nel corso del 2010, l’Istituto ne ha liquidate solo 459.000, pari a un quarto; un numero che comprende anche una quota di domande presentate negli ultimi mesi del 2009. I ritardi nel riconoscere i diritti stanno aumentando, l’Istituto non ha favorito la collaborazione con le ASL e le sue procedure informatiche, non sperimentate, hanno ostacolato il lavoro di tutela dei patronati. Le sedi territoriali dell’INPS non sanno fornire nessuna informazione. In presenza di handicap, pur in situazioni di gravità, le commissioni ASL non consegnano i “Verbali Provvisori”, impedendo alle lavoratrici e ai lavoratori di benefi ciare dei permessi previsti dalla Legge, senza possibilità di recuperarli.

A cura di Settimo ManfrinatoSegretario Sportello Salute

Tratto da "la Repubblica" di martedì 8 febbraio 2011

Scegli e personalizza la

tua T-shirtL'Associazione "Gli amici di Zaccheo" effettua il servizio stampa magliette. Si tratta di una iniziativa che permette alla popolazione detenuta di avere T-shirt a proprie spese in diversi modelli con riproduzioni stampate a colori da catalogo o personalizzate. Un incaricato provvederà a raccogliere periodicamente le richieste su apposita do-mandina autorizzata.

UN TAPPO PER LA SALUTEL’Associazione di volontariato “Gli amici di Zaccheo” desiderando incentivare la cultura del riciclaggio ecologico come iniziativa possibile a salvaguardia del pianeta, per noi oggi e domani per i nostri fi gli, invita tutta la popolazione detenuta e tutti gli operatori ad aderire all’iniziativa della raccolta dei tappi di plastica (acqua, bibite, shampoo, detersivi, ecc.). Un semplice gesto quotidiano può essere modello di sviluppo sostenibile a tutela del nostro benessere.Inoltre, per promuovere la continuità e incoraggiare tutti, l’Associazione premierà il Reparto che si sarà distinto nella produzione del quantitativo maggiore.Grazie mille per la vostra collaborazione!

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Le malattie cardio-vascolari, un grup-po di patologie a carico del cuore

e/o dei vasi sanguigni, tra le patologie cardiovascolari l’infarto e l’ictus sono quel-le che mietono più vittime. Alcuni fattori responsabili di questa malattia sono età, sesso maschile, predisposi-zione famigliare; altri sono dovuti allo stile di vita come sedentarietà, obesità, fumo, iperglicemia (elevata con-

centrazione degli zuccheri nel sangue), le cattive abi-tudini alimentari che por-tano all'aumento delle lipo-proteine LDL, proteine che trasportano e depositano il colesterolo e grassi nel san-gue, ed una riduzione delle HDL proteine che fungono da spazzini rimuovendo il colesterolo e i grassi in ec-cesso. Sulle tavole dei Paesi industrializzati il cibo non è mai stato così abbondante come in questi ultimi anni.

Nonostante ciò, l'aspetto qualitativo degli alimenti è spesso insuffi ciente, anzi a volte persino dannoso. Si tratta infatti di un cibo troppo elaborato, iperca-lorico, ricco di zuccheri semplici, poco saziante e povero di principi nutritivi come sali minerali e vita-mine. Tale paradosso è alla base del crescente tasso di obesità e dell’aumento di patologie cardiovascolari la cui causa è da ricercarsi

Infarto e IctusALIMENTAZIONE Fattori responsabili

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proprio nell’alimentazione e nello stile di vita troppo sedentario. La riduzione dei livelli di colesterolo LDL e dei grassi saturi prevalen-temente contenuti negli alimenti di origine animale è fra i principali obiettivi per attuare una corretta prevenzione e diminuire l’eventualità di patologie cardiovascolari. Ovviamen-te la semplice eliminazione degli alimenti contenenti elevate quantità di coleste-rolo e grassi saturi, non è sufficiente a prevenire tali patologie la dieta deve es-sere varia ed equilibrata e non bisogna eccedere con le calorie. Diete che prediligo-no cereali integrali, legumi, pesce, carni bianche, for-maggi magri, verdura, frut-ta fresca e secca, olio d’oliva sono state associate a minor rischio cardiovascolare. Alcune sostanze possono essere dei veri alleati nella prevenzione di tali patolo-gie; mantenendo fluide le membrane, impedendo la perdita di elasticità dei vasi sanguigni e svolgendo una marcata funzione antin-fiammatoria tra queste tro-viamo: le vitamine antiossi-danti E, A e C contenute in frutta gialla, agrumi, ver-dura a foglie verdi, cereali integrali; i polifenoli, mo-lecole presenti nei vegetali colorati, nel vino, cioccolato e the, hanno effetto preven-tivo e protettivo mantenen-do i vasi liberi ed elastici; gli acidi grassi (Omega3) con-tenuti nei pesci grassi quali salmone, trota e pesce az-zurro e (Omega6) presenti in noci, mandorle, semi di sesamo e olio extravergine. Un fattore di rischio im-portante nella genesi delle problematiche cardiovasco-

lari è l’ipertensione, questa può essere controllata uti-lizzando con razionalità gli alimenti che ne sono causa quali il sale, i grassi saturi gli zuccheri semplici e au-mentando la quantità di fi-bre, il consumo di proteine e oli vegetali e tenendo sotto controllo altri fattori scate-nanti quali il fumo, l'alcool, la sedentarietà, l’obesità. In un corretto schema die-tetico non bisogna dimenti-care il carico glicemico ossia la quantità e qualità di car-boidrati presente nel pasto: maggiore è il carico glicemi-co più elevato è il rischio di patologie cardiovascolari e obesità. Perciò non bisogna mai as-sociare tra loro cibi a com-posizione prevalentemente

amidacea quali: pasta, riso, pane, patate, cereali raffi-nati, dolci, prodotti da for-no in genere e consumare con moderazione, dolciumi, miele e bibite. Ultimo fattore ma non meno importante per una corretta prevenzione è senz’altro l’attività motoria che riveste un ruolo impor-tante nel controllo del peso e della pressione, mantiene efficienti le nostre arterie ed il nostro cuore, aumenta la gittata cardiaca apportando un migliore afflusso di san-gue ai tessuti che vengono così maggiormente ossige-nati e nutriti.

Dott.ssa Alessandra Mattei Biologo Nutrizionista

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Chi avrebbe mai pensato che lo smarrimento del cuore provato

all’ingresso in carcere, il dolore sordo e opprimente, che attanaglia il petto, to-gliendo il respiro e svuotan-do la testa da ogni pensiero al di fuori della fine delle speranze, potesse essere il Tako-Tsubo, un nome in-solito e perfino simpatico per una sindrome che è in-formalmente definita “cre-pacuore”.La Sindrome di Tako-Tsu-bo, nota anche con il nome di “Broken Heart” (lette-ralmente cuore rotto ovvero crepacuore), è stata identi-ficata come una nuova en-tità clinica in Giappone nel 1991.Deve il nome alla forma che il ventricolo sinistro assu-me all’esame ecocardio-grafico e coronarografico, l’estremità arrotondata e il collo sottile al termine del-la fase sistolica, che ricorda quella della trappola per lo più usata in Giappone; la deformazione fa appunto assumere al ventricolo sini-stro la forma di un cestello (TSUBO), usato dai pesca-tori giapponesi per la pesca del polpo (TAKO).La forma della modificazio-ne transitoria è verosimil-mente dovuta a stimoli di natura neurogena, originati da prolungati stress fisici o psichici intensi (forti emo-zioni, paura, panico, spa-

venti, lutti), con una preva-lenza nel sesso femminile, in un rapporto di circa 1:3. La sindrome di Tako-Tsubo rientra nelle diversità di risposta delle donne ad un grave stress emotivo o fisi-co; una diversità legata ad una differenza genetica e fisica che deve essere ap-profondita e studiata ul-teriormente. Forse è vero che l’animo femminile è più sensibile ed assorbe tanti, troppi sentimenti ed im-

pulsi, sicché anche il cuore diventa più facilmente pe-sante e dolente.La cardiomiopatia presen-ta un quadro d’esordio ti-pico di quello di un infarto miocardico (IMA) o di una sindrome coronaria acuta: dolore acuto al petto, elet-trocardiogramma con le alterazioni tipiche e rilascio degli enzimi associati con l’infarto. Una ricerca, effettuata dall’Università Cattolica-

"Broken Heart"IL CREPACUORE

Sindrome di Tako-Tsubo

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Policlinico Gemelli di Roma diretta dal Dott. Crea e pubblicata sull'Eu-ropean Heart Journal nel marzo 2010, ha il merito di aver evidenziato il suo meccanismo.La rilevanza clinica è im-portante perché un rapido riconoscimento della sin-drome consente di poter adottare un trattamento farmacologico aggressivo tale da anticipare la re-gressione della disfunzione stessa e migliorare la pro-gnosi (da uno studio 2006 Dott. Frattini U. O . Car-diologia Ospedale Frater-nità di Santa Maria della

Misericordia, Urbino).Risulta che l’80% dei pa-zienti ha un rientro spon-taneo dei sintomi dopo un paio di settimane senza che resti traccia; nel paziente non rimangono danni per-ché la riduzione nell’appor-to di sangue è abbastanza grave da non fornire ener-gie suffi cienti al cuore per contrarsi (di qui la forma a palloncino), ma non così grave da determinare la morte delle cellule cardia-che come nell’infarto.La sindrome non è fre-quente, ma esiste il sospet-to che la sua incidenza sia sottostimata; molti casi

“atipici” di sindrome co-ronarica acuta potrebbero essere meglio interpretati come cardiopatia tako-tsubo.Il trattamento consiste nel riposo e nella terapia di supporto (beta-bloccanti, ACE-inibitori, acido acetil-salicilico, diuretici). Il recu-però è spontaneo e la nor-male funzione si ripristina nel giro di poche settimane.È quindi così facile gua-rire il crepacuore? Aveva ragione quella canzone che diceva “…quelli che… basta un’aspirina...”?

Ada ShadowCapo Redattore Femminile

Per sempre … più un giorno, tra due amanti c’è bisogno di sogni e così una fi nestra con le sbarre ha la for-ma del cuore, una ragazza troppo

innamorata saluta il suo uomo ogni sera con un accendino che non si esaurisce mai, perché gioca il suo compito e dalla fi amma divampa il fuoco di una passione solo sognata, un calzino verde fosforescente scrive parole d’a-more su un vetro sempre chiuso. Ed è proprio vero che un po’ d’a-more allontana le tristezze, la stanchezza abbandona la mente… bum…bum…il cuore, quasi senza paura, si lascia afferrare da battiti testardi … sono le ore 13, l’arrivo della posta e la vita riappare con il sigillo di una gioventù desiderata e qualche volta già persa. Ad una ad una le sempre giovani donne si avviano all’appuntamen-to, prendono la lettera, il piacere invade gli occhi trepidanti, getta luce agli angoli delle labbra che si dischiudono in sorrisi delizia-

ti. Vengono all’assalto sussurri disordinati, perché un po’ d’amore ha illuminato una giornata spesso buia, la lettera tanto aspet-tata avvicina il cielo e tutti i mali sembrano sparire; si verifi ca un incanto dove le lettere lasciano parlare il cuore, quel cuore che sa cantare e far sognare l’amore come nelle pa-

gine dei libri, con quel foglio che è la tua vita e che ti parla.

Il destino a volte non guarda in faccia

a nessuno, ma non può toglie-re quello che è

celato nel cuore; spesso resta solo

un’anima da difendere, da rendere ancora magica at-

traverso dei fogli bianchi e delle penne che a volte scrivono a volte no, resta la voglia d’a-mare e il bisogno di chi sa ascoltare quando monta la rabbia contro il mondo intero ma anche di chi sa gioire per un sorriso regalato da una lettera scritta con amore o con la vo-glia dell’amore…

Mirela PopoviciSegretaria di Redazione

L’OCCHIO DELLA DONNA

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Sono presenti all’in-terno di tutti gli Istituti, ambulatori attrezzati per servizi

di Pronto Soccorso e urgen-za. In tutti sono presenti defi brillatori, strumenti uti-li, se usati subito per salvare chi è colpito da arresto car-diaco. Per questo, il primo punto della strategia sugge-rita dagli esperti per limita-re la mortalità, consiste nel dotare i luoghi di pubblica assistenza di defi brillatori.Come funzionano i defi bril-latori?I defi brillatori inviano una scossa elettrica attraverso piastre posizionate sul torace per riavviare il sistema elet-trico del cuore.I dispositivi automatici e

semiautomatici possono es-sere utilizzati dopo un breve corso, in quanto la “macchi-na” analizza autonomamente la situazione e decide da sola se deve essere erogata una scossa.Il soccorritore deve soltanto applicare gli elettrodi sul to-race del paziente. Tuttavia la Legge in vigore prevede che questi strumenti

possano essere usati solo da persone formate a farlo, in modo che l’impiego avvenga in condizioni di sicurezza.Quando va usato il defi bril-latore?Tre minuti è il tempo che permette di intervenire aven-do una chance del 60% di poter salvare chi ha subito un arresto cardiaco, poi le pro-babilità scendono.

Isidoro BossioVice Capo Redattore

Il defi brillatoreORDINAMENTO PENITENZIARIO

Assistenza di pronto intervento

Isidoro BossioVice Capo Redattore

Loris Laera Ass. Polizia Penitenziaria

CAMMEO STORICO

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il cuore non è mai stato considerato da parte dell’uomo soltanto un organo vitale ma un vero e pro-prio simbolo dotato di poteri che vanno ben al di là della sua funzione. la più antica illustrazione di cui si abbia notizia si trova in una grotta del nord della spagna; qui, circa 30.000 anni fa, un

ignoto artista tracciò la sagoma di un mammut con un ampia immagine a forma di cuore posizionata nel punto in cui doveva effettivamente trovarsi quello dell’animale. oltre appunto alla sua funzione biologica, al cuore fu attribuita una funzione sovrannaturale di tipo magico. esistono numerose prove che i segnali inviati dal cuore furono sottoposti a vari tipi di interpretazione. Già gli egizi, intorno al 1500 a. c. nel “libro sui vasi del cuore”, lo consideravano un organo essenziale della vita, ma anche sede dello spirito, dell’anima e della ragione e, al termine del processo di mummifi cazione, rimaneva al suo posto in quanto essi credevano che fosse altresì il termine di paragone della vita di un individuo. Gli egizi, infatti, credevano che dopo la morte l’anima giungesse dinanzi al dio osiride, il quale ne pesava il cuore su una bilancia: se durante la vita non erano state commesse colpe, il cuore era leggero come una piuma e l’anima entrava nel regno degli dei; se invece il cuore era “pesante”, in seguito a ciò che si era commesso, l’anima veniva inghiottita da un mostro. Per secoli dunque le cono-scenze sulle funzioni del cuore furono vaghe e condizionate da implicazioni di tipo magico-religiose. solo con la medicina del periodo greco classico, con ippocrate (460-370 a. c.) l’approccio alle sue funzioni fu affrontato in maniera empirico-razionale.

Defi brillatore

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a cura di Michael

Ariete21-03 / 20-04cercate i tesori materiali, ma tenete a mente che gli unici che non possono essere rubati sono quelli spirituali. salute ***

Gemelli21-05 / 21-06Più il raggiungimento di una meta è costata fatica, maggiore sarà la soddisfazione che ne risulterà.salute ****

Cancro22-06 / 22-07cercate un punto d’incontro anche se la ragione è totalmente dalla vostra parte, eviterete inutili litigi.salute ***

Capricorno22-12 / 20-01Dedicatevi al vostro fi sico, capendo che questa è una forma di rispetto per se stessi e non indice di mera vanità.salute *****

Toro21-04 / 20-05interagite con il destino, accettare passivamente gli avvenimenti può solo portarvi in un vicolo cieco.salute ***

Leone23-07 / 23-08risolverete una situazione complessa analizzando subito con attenzione tutte le diffi coltà che essa comporta.salute ***

Scorpione23-10 / 22-11ottimizzate il vostro tempo e vedrete che così cancellerete senza fatica la parola “stress” dalla vostra vita.salute ***

Vergine24-08 / 22-09Perché vergognarsi delle lacrime? solo chi è forte non ha mai paura di dimostrare i propri sentimenti.salute *****

Sagittario23-11 / 21-12in un mondo pettegolo, è assai meglio trincerarsi dietro la massima discrezio-ne; grande e purtroppo rara dote.salute ***

Acquario21-01 / 19-02accettare con gioia i colpi di fortuna e nel contempo adoperatevi al fi ne di incrementarli saggiamente.salute ****

Pesci20-02 / 20-03se avete dei dubbi sulla strada che per voi sarà più opportuna, operate la vostra scelta in modo razionale.salute ***

Bilancia23-09 / 22-10l’insuccesso diventa la strada verso il successo nel momento in cui capirete gli errori commessi. salute *****

i colloqui con i Volontari dello Sportello Salute si svolgono in infermeria il mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 13.00 alle ore 15.00, previa domandina (mod.393).al femminile il sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.00.i referenti dello sportello salute sono: il supervisore Andrea Tarantola e il segretario Settimo Manfrinato.i referenti di reparto sono:femminile: ELENA CASULA;1° reparto: DAVIDE PATTI, ADIL RABHI;2° reparto: MAURIZIO LUCARELLI, ANgELO PAOLIELLO, DIEgO SARCINA;3° reparto: TARCISIO CURTI;4° reparto: gIOVANNI CONTE;5° reparto: NICHI TAVECCHIO;7° reparto: WALTER COSTANTINI, CLAUDIO MARCHITELLI, LUIgI POLICHETTI,

SERgIO PRINCIPE, CRISTIAN SAMIOLO, ANTONIO VADALÀ.

avviso

OROSCOPO DI FEBBRAIOL' ASTROLOGO PASTICCIONE

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GLI AMICI DEGLI ANIMALIUNA FAVOLA D'AMOREIgor una dolce compagnia

Marcello Mazzeo Redattore

C’era una volta una donna osses-sionata dalle pulizie, lo era a tal punto da rendersi a momenti quasi antipatica. Proviamo ad im-

maginare, ogni volta che pioveva, con che timore rientravano a casa il marito e i due fi gli, bagnati fradici, con le scarpe inzup-pate, insomma una tragedia. In un ambiente del genere la parola gatto o cane era come una bestemmia, in quella casa. Soprannominai quella donna: “Dash”. Un giorno la compa-gna di uno dei suoi due fi gli gli regalò un coniglio do-mestico; alla sua vista ella escla-mò: “O esce lui o esco io”. Per qualche gior-no in quella casa fu come se ci fosse sta-to un lutto, ma col passare dei giorni, alla donna non di-spiacque avere un po’ di compa-gnia quando era sola in casa; volle a tutti i costi dar-gli un nome: Igor. Col tempo si affezionò così tanto a quel coniglio da non poterne più fare a meno; l’amore per gli anima-li aveva prevalso. Gli comprava tutte le prelibatezze da lui preferite, la sera quando si sedeva sul divano guardan-do la televisione, lo teneva sempre sulle sue gambe e lui ci stava che era una meraviglia, erano così in sintonia che mancava solo che dialogassero, insomma lo trattava come

un principino; la sua non era una gabbia, ma un loft. Dopo 11 anni di coccole e amo-re Igor si spense, lasciando a quella donna un vuoto incolmabile, pianti disperati che seguirono la sepoltura nell’orto del fratello dove tuttora è tumulato l’animale con una scritta: “Qui giace Igor”. Da quel giorno la

donna non volle più saperne di anima-li, e i fi gli, ormai grandi, presero

le loro strade; un bel giorno il secondogenito della donna

si presentò a casa sua con la fi danzata e una cagno-

lina che era un amore solo a vederla. Lì per

lì la donna rimase impassibile, tutti i ricordi la circonda-rono in un attimo e le fecero cade-re una lacrima, ma quello che la donna non sape-va, era che il de-stino volle pre-sentarle la sua nuova compa-gnia, perché dopo qualche mese il fi -glio si lasciò con la

fi danzata e per uno sbaglio commes-

so venne rinchiuso in carcere, lascian-

do così la cagnolina in balia del suo desti-

no. Ora, durante la set-timana se ne prende cura

l’altro fi glio, ma nel week-end la donna è ben contenta di accu-

dire la bestiola con lo stesso amore che aveva per Igor e forse anche di più. Voi vi chiederete come faccio a saperlo io? Beh, l’amorevole donna si chiama Marina ed è mia madre, mentre quella splendida cagnolina è la mia Bijoux.

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Massimizzare i vantaggiL'INFARTO NEL PAZIENTE IN ETÀ gIOVANE

Caratteristiche particolari

La cardiopatia ische-mica è la patologia cardiaca che deriva dalla formazione di

placche arteriosclerotiche all’interno delle arterie co-ronarie: i vasi che irrorano il cuore. Si può esprimere con diverse forme cliniche, che vanno da una fase stabile e cronica (angina pectoris con ischemia miocardica) a fasi instabili (angina instabile) a fasi acute ed iperacute (in-farto miocardico acuto).La cardiopatia ischemica non riconosce una causa unica, ma è piuttosto una malattia “multifattoria-le” che si sviluppa più fa-cilmente in soggetti con vari fattori di rischio. L’età è un fattore di rischio importante. La cardiopatia ischemica è rara nei giova-ni; non presentandosi quasi mai nella seconda decade di vita, inizia ad essere più frequente dai trent’anni in poi, con un’incidenza mag-giore dai quaranta in su. I pazienti che vanno incon-tro ad ischemia miocardica o ad infarto del miocardio in età molto precoce tendo-no ad avere caratteristiche particolari. Nella grande maggioranza dei casi si trat-ta di persone con una forte familiarità per cardiopatia ischemica, nel caso in cui un parente di primo gra-do abbia subito a sua volta un infarto in età precoce. Il sesso è importante: nel-la grande maggioranza dei

casi l’infarto in età precoce si verifi ca in pazienti di ses-so maschile. La presenza di importanti disturbi del metabolismo lipidico è un fattore di rischio per l’in-farto precoce: un livello di colesterolo e di trigliceridi molto elevato, soprattutto se inquadrabili all’interno di una delle varie dislipide-mie familiari, predispon-gono all’infarto precoce. Il fumo di sigaretta è quasi sempre presente come fat-tore di rischio nei pazienti con infarto in età giovanile. E’ inoltre importante sotto-lineare il ruolo dell’uso di sostanze stupefacenti, quali eroina e cocaina, come fat-tori predisponenti all’infar-to. La cocaina in particolare è una sostanza che funziona come forte vasocostrittore, restringendo il lume delle arterie coronarie, e con-temporaneamente aumenta molto la pressione sangui-gna, costituendo in un pa-ziente predisposto le condi-zioni ideali per un infarto. L’infarto giovanile è molto infrequente nel sesso fem-minile; quando si verifi ca, in genere la paziente assu-me farmaci ormonali anti-concezionali e contempora-neamente ha l’abitudine al fumo. Questa accoppiata è veramente molto rischiosa per le malattie cardiovasco-lari. Nel giovane l’infarto miocardico più facilmente si presenta “a ciel sereno” (cioè, non preceduto da sin-

tomi premonitori quali l’an-gina pectoris) e più frequen-temente è un infarto grave, derivando dall’occlusione di una arteria coronaria di am-pio calibro. È ampiamente dimostrato che la metodica più effi cace per questa te-rapia è l’angioplastica coro-narica (il “palloncino” per riaprire l’arteria). I vantaggi della riapertura sono tanto maggiori quanto la riaper-tura è precoce, pertanto è importante recarsi rapida-mente in ospedale in caso di sintomi sospetti (dolore o costrizione toracica, man-canza di respiro, senso di oppressione retro sternale). La giovane età del paziente permette di massimizzare i vantaggi del controllo dei fattori di rischio, con l’a-bolizione dell’abitudine al fumo ed alla assunzione di sostanze stupefacenti, l’a-dozione di uno stile di vita sano con calo ponderale ed attività sportiva, la terapia delle dislipidemie, dell’i-pertensione e del diabete. In altre parole, il paziente con infarto precoce è sfortu-nato perché è stato esposto in giovane età ad un evento patologico importante, ma dall’altra parte ha il vantag-gio di poter mettere in atto precocemente tutte le misu-re necessarie per prevenire eventuali recidive.

Dott. Paolo DannaResponsabile Laboratorio Emodinamica

Ospedale Luigi Sacco - Milano

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Presentiamo in que-sto spazio il proget-to “HIV & Carcere” realizzato dal Coor-

dinamento Ligure Persone Sieropositive (www.aids.liguria.it) con il contributo della Provincia di Genova – Assessorato al Persona-le con delega alle Carceri e la collaborazione della Di-rezione della Casa Circon-dariale di Genova-Marassi (terza edizione).

Per chi si occupa di car-cere, anche in ambito non sanitario, è ben nota l’asso-ciazione carcere- malattie infettive. In particolare, sin dalla sua identificazione, l’infezione HIV ha mostrato di essere assai più frequen-te in carcere piuttosto che all’esterno, soprattutto per la sua associazione alla tos-sicodipendenza.

I dati sull’infezione HIV nelle carceri italiane, rac-colti sia attraverso studi mirati di prevalenza, sia in modo ufficiale dal Ministero di Giustizia, riportano una prevalenza tra 1,9 e 7,5% in questi ultimi anni. Inoltre, tra i pz HIV+ detenuti si osserva la presenza dell’in-fezione HCV in circa il 90%.

Nella Casa Circondariale (CC) di Genova-Marassi le presenze medie quotidiane sono ormai intorno ai 780 detenuti (capienza ordina-ria 450).

Presso la nostra CC si trova il Centro Clinico Regionale (CCR) con una sezione di Malattie Infettive, soprat-tutto per detenuti affetti da infezione HIV (in vari stadi clinici, AIDS conclamato incluso). In tutta la CC vi è una presenza mensile me-dia di circa 40-50 detenuti HIV+ (per la gran parte nel CCR, ma anche presenti nelle sezioni ordinarie).

Nel complesso, negli ulti-mi 7 anni sono comunque transitati c/o la ns. CC (una o più volte, e per periodi va-riabili da un giorno a qual-che anno) circa 300 diversi detenuti HIV+.

Gli effetti attesi nel tempo del nostro progetto erano:

• una maggior presa di co-scienza e conoscenza del problema AIDS da parte dei detenuti HIV+

• una riduzione dei pregiu-dizi verso chi vive questa situazione e quindi una maggiore accoglienza e soli-darietà nella vita sociale, in carcere, ecc.

• un’educazione a compor-tamenti corretti sia da parte di chi non è affetto dal virus HIV sia da parte di coloro che ne sono già affetti

• un miglioramento rela-zionale tra i detenuti ed il personale di Polizia Peni-tenziaria ed altri operatori impegnati all’interno della struttura.

OBIETTIVI PRINCIPALI

1. Migliorare le conoscenze dei detenuti circa l’infezio-ne HIV ed altre patologie a trasmissione analoga (epa-titi B e C)

IL PROgETTO "HIV E CARCERE"

Coordinamento Ligure Persone Sieropositive

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2. Collaborare con i dete-nuti per aiutarli a compren-dere e a riconoscere i rischi associati al loro comporta-mento e definire insieme in che modo lo stile di vita può essere modificato per ridur-re i rischi di acquisizione dell’infezione HIV

3. Aiutare le persone a sco-prire come è possibile con-vivere serenamente in cella o al proprio domicilio con una persona affetta da infe-zione HIV o da epatite

4 . C omplementare/sup-plementare l’informazione circa l’infezione HIV e le problematiche associate per gli agenti di Polizia Peni-tenziaria (PP) che operano all’interno dell’Istituto

5. Migliorare le relazioni ed il livello di collaborazione tra i detenuti con infezione HIV e/o epatiti ed il perso-nale di PP attraverso una miglior conoscenza del-le problematiche relative all’infezione HIV e alle epa-titi virali

6. Ridurre l'ansia indivi-duale e collettiva sull’HIV/AIDS, contribuendo all’ab-bassamento del livello d’an-goscia

DESTINATARI DEL

PROgETTO

Il progetto è stato attuato attraverso una serie di 11 incontri di 2 ore circa con gruppi di 8-30 persone ed era indirizzato a:

Detenuti frequentanti corsi scolastici e loro inse-gnanti (destinatari princi-pali del progetto): 4 gruppi (Scolarizzazione, Scuola Media, Odontotecnico, Gra-fica)

Altri detenuti (Alta Sicu-rezza, CCR: HIV+ e HIV-)

Personale di PP (in servi-zio o in formazione: Allievi Agenti, Agenti in forma-zione, Allievi Commissari) ed Educatori ministeriali dell’Istituto.

Gli incontri erano gestiti dagli operatori del CLPS e dall’Infettivologo dell’Isti-tuto.

Numerose sono state le te-matiche affrontate:

• Modalità di trasmissione dell'infezione HIV e di altre infezioni rilevanti in ambito carcerario (HCV, HBV, tu-bercolosi)

• Prevenzione della trasmis-sione delle infezioni HCV, HBV, HIV

• Storia del virus HIV (da dove viene; come si è diffu-so)

• Storia naturale dell'in-fezione HIV (come evolve la malattia: dal contagio all'AIDS conclamato) e trat-tamento antiretrovirale

• Epidemiologia attuale dell'infezione HIV nel mon-do, in Italia ed in Liguria

gRUPPO DETENUTI HIV+:

• Vissuto personale

• Vissuto del nucleo fami-gliare d'origine e/o attuale

• Regole di vita all'interno del nucleo famigliare o nel contesto della reclusione

• Terapia antiretrovirale: farmaci attuali e loro ri-sultati; effetti collaterali; prospettive future; aggior-namenti sullo sviluppo del vaccino

• Problematiche relative all'accesso al mondo del la-voro

gRUPPI AgENTI:

• Rischio professionale di contagio con i virus HCV, HBV, HIV in ambito carce-rario

• Applicazioni delle precau-zioni universali

• La profilassi post-esposi-zione

CONCLUSIONI

Il progetto ha raggiunto tut-ti gli obiettivi fissati, almeno nell'immediato. Attività di questo tipo possono anche avere un impatto nel medio termine.

Questa esperienza, unita a quelle analoghe del 2007 e del 2009, ha dimostrato che iniziative di questo genere sono possibili in ambito car-cerario, sono utili (non solo per i detenuti), sono richie-ste e sono replicabili.

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Lo sport e la salu-te abbinati a una sana alimentazio-ne. Ecco il meto-

do migliore per vivere più a lungo e più sani. Secon-do uno studio svedese, gli esercizi che sviluppano la forza e la massa muscolare fanno bene anche al cuore e quindi minori saranno le probabilità di essere colpiti in futuro da infarti ed ic-tus. La prima cosa da farsi è comunque rivolgersi al proprio medico, per esse-re sicuri di essere idonei al tipo di sport che si vuol praticare. Anche qui, nella seconda Casa di Reclusione di Milano-Bollate, per far parte della squadra di cal-cio bisogna sottoporsi alle varie visite mediche; dall’e-lettrocardiogramma sotto sforzo a quello a riposo per verifi care i tempi di recupe-ro, le analisi delle urine, la visita agli occhi e le varie anamnesi da parte del dot-tore riguardanti malattie pregresse ed infortuni vari. Solo dopo essersi sottopo-sti a questi esami si ottiene l’idoneità medica. A questo punto tutti in campo! Anco-ra una volta, il Free Bollate, con due bellissimi goals, si impone contro il Lions Mi-lano, rimanendo al secondo posto della classifi ca. Tanti cuori in quel campo, ma con un solo battito, per un solo obiettivo: vincere! Ma con leale agonismo.

PER VIVERE PIÙ A LUNgO

Antonio SoriceFotografoAntonio SoriceFotografo

SPORT E SALUTE

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Spiegare cos’è la "Fiera dell’Offi cina di via Bel-gioioso" non è sempli-

ce. Il nome parrebbe indica-re un padiglione della Fiera di Milano-Rho e, a onor del vero, non ne è molto distan-te, essendo pensata e nata dalla collaborazione tra il Dott. Francesco Scopelliti, Responsabile del Ser.T. del Carcere di Bollate, e il Dott. Angelo Aparo, Coordinatore del “Gruppo della Trasgres-sione”. Il 28 e 29 Gennaio nel teatro di Bollate è avvenuta la “pri-ma”, che ha visto in scena il “Mito di Sisifo” e “Una Slot Machine per chiedere chi sono”, rappresentazione che ha per tema la dipendenza dal gioco e dalla droga, pre-sentata dal “Gruppo Gior-nale”, una nuova realtà dell’ Offi cina di via Belgioioso. Hanno partecipato la Re-dazione di Salute inGrata, rappresentata dal presiden-te de “Gli amici di Zaccheo” Viviana Brinkmann, editore del giornale; la Commis-sione Cultura del carcere ed infi ne il Gruppo Poesia, organizzato da Maddalena Capalbi. Naturalmente non mancavano le rappresen-tanze delle istituzioni: la Dott.ssa L. Castellano, Di-rettore dell’Istituto; il Dott. D. Clerici, Direttore socia-le Asl di Milano e la D.ssa R. Giove, Direttore Ser.T 3 ASL di Milano; la Sig.ra N. Podestà, interessata alla prevenzione del bullismo e

moglie del Presidente della Provincia di Milano; la dott.ssa A. Sparaco, primario Equipe Odontoiatrica Ospe-dale Sacco di Milano; i pro-fessori d’orchestra: M. Fede-li, M. Benaglia, A. Carcano. Vorrei riuscire a spiega-re cosa sono state per me queste due giornate. Per la prima volta ho preso par-te a una rappresentazione teatrale e, credetemi, non pensavo di avere il coraggio e la capacità di riuscire; mi sentivo fuori luogo quando provavamo, era come se, quello che si stava facendo, non mi appartenesse; poi, piano piano, con la perse-veranza del Dott. Aparo, ho cominciato a sentire che la cosa importante era essere in un gruppo, avere lo stes-so obiettivo, anche se que-sto mi portava a mettermi in gioco in modo nuovo. Io non sono un attore, ho solo cercato di guardarmi dentro e far uscire il mio vissuto, le mie emozioni passate, le mie tragedie; è stato come mettere in scena la parte più

buia della mia vita; non a caso interpretavo Ade, il dio degli Inferi. E’ stata l’unica volta che mi sono sentito gratifi cato per situazioni che per me, ma soprattutto per altri, sino a quel mo-mento avevano prodotto solo sofferenze. Ora ho la certezza che la mia paura di interpretare quel ruo-lo era motivata dal fatto di non voler far riemergere e, in un certo senso, rivivere il mio passato. La rappre-sentazione realizzata con il “Gruppo Giornale”, mi ha invece aiutato a capire che solo perseguendo, operatori e detenuti, obiettivi comuni, lavorando insieme per otte-nerli, scambiandosi i (vari) ruoli in costruzione d’opera, si può crescere alternativa-mente, perché si è un grup-po. Spero di essere riuscito a far capire quanto sia im-portante essere riconosciuti e riconoscere le persone con cui si lavora e ritengo che con l’Offi cina di via Belgio-ioso si stia cominciando a farlo.

gualtiero LeoniCorrettore Testigualtiero LeoniCorrettore Testi

Cronaca di un eventoFIERA DELL'OFFICINA DI VIA BELgIOIOSO

Rifl essioni e considerazioni

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Nel Nome di Dio, il Misericordioso, il Clementissimo…Il termine arabo Islam, oltre che “obbedienza e sotto-

missione a Dio”, signifi ca anche “Pace”, dal-la cui radice “Salam” trae origine.Presentando questo testo, vogliamo fornire qualche informazione su un tema attuale e dibattuto, quale la Pace, considerata nell’ot-tica Islamica.Dio Misericordioso dice nel Corano che la sua misericordia prevale sulla sua collera e quindi, affermando che “non vi è altra di-vinità all’infuori di Dio”, l’Islam rifl ette tale testimonianza.Potremo trovare la pace all’interno di noi stessi, per poi applicarla nella società, affi n-ché essa diventi veramente universale. Un altro nome con cui Dio si rivela all’uomo nel Corano è “la Pace”: “Egli è Dio, colui all’in-fuori del quale non vi è altra Divinità, il Re, il Santo, la Pace.” (Corano, 59:23).La storia insegna che dove regna l’ingiustizia non c’è Pace; ogni persona responsabile ha interesse che vengano stabilite delle garan-zie nell’applicazione della giustizia, dato che la società può funzionare effi cacemente solo quando i suoi membri sono protetti da leggi adeguate. Nell’Islam la prima di queste ga-ranzie è la tutela della vita e la conseguente salvaguardia del Diritto all’esistenza di ogni essere umano in linea di principio; l’ucci-sione di un singolo uomo non è meno grave dell’eliminazione dell’intero genere umano, dato che entrambi i casi rappresentano una violazione del Diritto alla vita, così sancito nel Corano: “Per questo abbiamo prescrit-to ai fi gli d’Israele che, chiunque uccida un uomo, che non abbia a sua volta ucciso o sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne ab-bia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità.” (Corano,5:32).Oltre a garantire il Diritto alla vita, l’Islam garantisce anche la dignità umana e la pro-prietà privata, basandosi su questo detto del Profeta Mohammed: “Il sangue del mussul-

mano, la sua dignità e le sue proprietà, sono sacrosante.”Concludiamo il nostro argomento precisan-do che la dottrina Islamica è rivoluzionaria e rappresenta la lotta contro l’egoismo dell’uo-mo, contro l’ingiustizia e contro i pregiudizi politici, economici, razziali e religiosi; è l’im-pegno per stabilire la vera Pace tra le Nazio-ni, tra le quali l’Islam mira al ristabilimento della dignità dell’uomo ed alla sua emanci-pazione dalla schiavitù, sia di altri uomini, sia delle passioni e delle ideologie.Accolgo questa opportunità in nome dalla comunità Mussulmana per ringraziare tutti coloro che hanno dato a noi questa occasio-ne e al loro rispetto verso il nostro Diritto Religioso, che rappresenta il rispetto reci-proco tra religioni.Che la Pace sia con voi e che la Pace sia con chi segue la retta via.

Mejri Fauzi

LA SALUTE DELLO SPIRITOISLAM E PACE

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Cari amici,voglio raccontarvi un episodio di sanità capitatomi qualche giorno fa in carcere, Reparto femminile. Era domenica, giorno difficile per l’assistenza

e la cura, colta da malore diffuso e continuato, tale da non riuscire a stare in piedi, rabbrividendo e con difficoltà a parlare. Venivo messa a letto e accudita dalle compagne che, spaventate, avvisavano l’agente di turno, immaginando una febbre elevata, non riscontrabile con una misurazione perché indisponibile un termome-tro. Prontissima la chiamata al Pronto Soccorso maschile, con elenco dei sintomi, così come potevano essere trasmessi da un non addetto ai lavori. “Tranquille, rispondevano, dal Pronto Soccorso maschile c’è chi sta peggio!”. Peggio di cosa e di chi non è dato sapere…, ma pazienza, sarebbe venuto un infermiere più tardi. Così è stato (sei ore dopo), solo che quest'ultima dall’esterno della cella senza visita e senza termometro, poteva decidere solo un intervento con paracetamolo con l’avvertimento di usarlo con febbre superiore a 38°. Peccato che nessuno fosse in grado di stabilire la temperatura, se non ipotizzandola elevata per l’evaporazione del ghiaccio sulla testa e delle visioni che ormai avevo. Nulla è cambiato nel giorno successivo, con paracetamolo sempre presente, sino a che il medico mi ha control-lato la gola, prescrivendo un antibiotico e finalmente, dopo due giorni, misurarmi la temperatura, che ormai si era abbassata a livelli quasi normali. Non è stato nulla di particolarmente grave, forse l’influenza, forse una tonsillite, ma perché non darmi la possibilità di una cura e di una tranquillità con una diagnosi pronta? E come giustificare una cura antipiretica, senza una misurazione?

M.P.

Confidiamo che si cercherà di individuare il mezzo per intervenire positi-vamente anche nei giorni festivi, attrezzandosi adeguatamente.

La Redazione

LA POSTA

Poesia Io parlo al cuore. Lo scortico dalle parole.

Della realtà ne faccio poesia stortada un forte vento che spazza o

d’ amore parlaè vita.

Alla stupidità rispondo con l’ occhio. di Gualtiero Leoni

Per ridereDentista:

- Venga tra una settimana per

l'estrazione.Paziente:-Perché?

Che sorteggiate?

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Ass.ne Gli amici di Zaccheowww.amicidizaccheo-lombardia.itinfo@amicidizaccheo-lombardia.it

[email protected] cell. 3477402524 -Presidente-www.carcerebollate.it

Centralino 2° C.R. Milano-Bollate Tel. 02 38201617

Desidero comunicarvi gli intenti del mio Progetto “Marco e i suoi Fratelli”. Ho conosciuto Marco Medda, uomo schivo, di poche parole ma ricco di grandi doti artistiche. La sua cella era diventata il suo atelier di pittura e grazie a questa attività artistica è forse riuscito a sopravvivere i suoi 40 anni di carcere vissuti su e giù per l’Italia. La sua cella era un piccolo museo, spesso molti maestri d’arte si fermavano ad osservare i suoi dipinti e lui non ha mai disdegnato la volontà di apprendere e di migliorarsi. Circa 2 o 3 anni fa, si ammalò. Lo andai a trovare in ospeda-le e gli feci una promessa: “Marco i tuoi quadri hanno il diritto di essere esposti”. Marco morì. Da quel giorno la mia ricerca fu spasmodica. Volevo sapere quanti detenuti utilizzavano l’arte come attività liberatoria, capace di renderli liberi mentalmente e dare loro visibilità. Tra i vari artisti che con i loro quadri parteciperanno alla mostra che vorrei allestire ci sono Marco Medda, Tino Stefanini, Michele Polisena, Maurizio Vaiana, Tarek e molti altri.

Marina SignorelliVolontaria