INQUINAMENTO LUMINOSO Quando i lampioni Led o sodio …vista dell’inquinamento luminoso sono...

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La Voce dei Berici Domenica 22 luglio 2012 9 TERRITORIO Pagina a cura di Margherita Scarello Quando i lampioni erano voti La cattiva notizia è che il 10 ago- sto, la notte di San Lorenzo, quando molti veneti si mette- ranno ad ammirare le stelle, al- meno il 70% non riuscirà a scorgere la Via Lattea, per colpa dell’inquinamento luminoso. Quella buona è che negli ultimi cinque anni non si sono riscon- trati peggioramenti. La tanto vi- tuperata crisi economica, stavolta ha avuto il pregio di far diminuire le costruzioni e, di conseguenza, il numero di punti luce. L’inquinamento luminoso è alto, lo dicono i dati, ed è diffuso in modo omogeneo su tutta la Pianura Padana, senza grosse oscillazioni tra Padova, Vicenza, Verona, Treviso o Venezia. Ma non mancano i segnali positivi: «I margini di miglioramento rag- giungibili grazie alle nuove tecno- logie, sono enormi, sia sul fronte economico, dove si può rispar- miare ancora il 20-30%, sia su quello ambientale, dov’è più diffi- cile quantificare il beneficio - spiega Andrea Bertolo, responsabile Arpav, Agenzia re- gionale per la protezione ambien- tale -. E la provincia di Vicenza, sia per quanto attiene alla reda- zione di piani di illuminazione cit- tadina, sia come interventi e azioni, in Veneto, è quella più avanti. Centri come Chiampo, Bassano, il capoluogo stesso, Val- dagno, Arzignano, Sandrigo si stanno muovendo bene, ragio- nando non nell’ottica del singolo intervento, ma di un piano di illu- minazione fatto come si deve». TANTI LAMPIONI, TANTI VOTI, TROPPA LUCE La problematica più comune che riguarda i nostri centri storici, le strade, ma anche i parcheggi o cortili privati, è la sovra-illumina- zione: ci sono troppi punti luce, fari con potenza troppo elevata, accensione prolungata anche quando non serve. «Da una parte, questo si spiega per motivi tec- nici: il progettista ritiene di met- tersi dalla parte della sicurezza, illuminando anche una volta e mezza, due, più del necessario; salvo poi scoprire che l’illumina- zione esagerata non è un deter- rente per la criminalità o le trasgressioni e che consumiamo il doppio dell’energia procapite di un tedesco - continua Bertolo -. Dall’altra, specie qualche anno fa, c’erano motivi politici: i lampioni erano voti». TECNOLOGIE: VALUTARE CASO PER CASO «Le tecnologie sono il futuro. Ma occorre esaminare ogni singolo caso e capire qual è la soluzione migliore», spiega Bertolo. Se la tecnologia a led, che anche per mezzo di sensori si accende e spegne all’istante, va bene per una pista ciclabile, non è ancora conveniente per illuminare uno svincolo autostradale, dove vince la tecnologia al sodio, che garantisce anche una potenza maggiore, mentre per un centro storico possono andare bene ap- parecchi diversi, purché il pro- getto illuminotecnico sia studiato nella sua complessità. Gli impianti a led «dal punto di vista dell’inquinamento luminoso sono relativamente peggiori degli altri, ma assicurano una bolletta energetica inferiore (alcuni di- cono anche del 50-70 per cento, ndr) - conclude Bertolo -. Stiamo a vedere come si evolveranno, le premesse sono buone, anche se il costo iniziale è più alto e talvolta si è installato per moda». I Comuni della provincia di Vi- cenza si fanno attenti al problema dell’inquinamento luminoso più di altri: adottando impianti che non danneggiano l’ambiente, oltre che fare un passo avanti in termini di ecosostenibilità, ottengono anche ossigeno per le casse comunali che registrano così risparmi im- portanti. Tecnologie di ultima genera- zione e piani di illuminotecnica che garantiscano una luce giusta e salvaguardino dalla sovraillumi- nazione: sono questi i due fronti sui quali le amministrazioni pub- bliche si stanno muovendo. A Vicenza, per il cuore della città è stato realizzato un progetto di il- luminazione a led. Piazza dei Si- gnori e le piazze circostanti (Biade, Palladio e delle Erbe) vengono illuminate con 120 punti luce posizionati sui tetti, con la maggioranza dei puntamenti dall’alto verso il basso in modo da ridurre al minimo l’inquinamento luminoso. Non perderanno di visi- bilità; al contrario, saranno valo- rizzati con le tecnologie di ultima generazione i gioielli - la Basilica palladiana, il Monte di pietà, la loggia del Capitaniato -, che la piazza racchiude. E l’impianto progettato ha guadagnato al co- mune il premio Ecohitech, riser- vato alle pubbliche amministrazioni virtuose che hanno adottato la tecnologia a led nell’illuminazione stradale e nel- l’arredo urbano. Ma non è questa l’unica area cittadina illuminata a led: l’impianto di viale Ferrarin è stato realizzato tra ottobre 2010 e luglio 2011 e conta 28 lampioni. Nel Villaggio produttività (Villag- gio del Sole) i 60 lampioni a led sono stati installati nel 2008; hanno una potenza di 20 watt cia- scuno e fanno registrare un ri- sparmio annuo di energia pari a 2.500 euro. A Bassano, si sta lavorando alla redazione del Piano comunale dell’illuminazione (Picil), che sarà ultimato e approvato entro fine 2012. «Prevede sia alcuni inter- venti sugli impianti esistenti, sia indicazioni su ciò che va costruito - spiega Andrea Zonta, assessore alla sostenibilità -. Tiene conto dell’aspetto energetico, per mi- gliorare la qualità della luce, ab- battendo i costi e riducendo la potenza, tiene conto anche del- l’aspetto architettonico, perché il- luminare una strada o un monumento sono cose diverse, e dell’aspetto tecnico, che riguarda l’inquinamento luminoso». Alcune novità interesseranno anche le luci del Ponte vecchio, del Ca- stello e delle piazze, i biglietti da visita della città, per i quali sarà adottata la tecnologia a led. «Ciò permette di avere una versatilità straordinaria, si risparmia intorno al 30% e, nel giro di qualche anno, probabilmente anche il costo degli apparecchi si abbasserà - continua Zonta -. Molto si potrà fare regolando la potenza e illu- minando con intensità maggiore quando serve, per ridurla nelle ore notturne». A Chiampo, l’amministrazione ha messo a norma di legge i propri punti luce già nel 2009, senza uti- lizzare i led: le 502 lampade a mer- curio sono state sostituite con lampade Sap (ai vapori di sodio ad alta pressione) di potenza infe- riore, 70 watt, e sono stati instal- lati 29 apparecchi in grado di regolare la tensione. Oggi, è il più virtuoso dei comuni veneti e, in bolletta, ha già risparmiato media- mente il 50%, con picchi del 73%. INQUINAMENTO LUMINOSO Dopo un passato “discutibile”, arrivano i nuovi piani di illuminazione Led o sodio l’importante è che la luce sia giusta I Comuni al lavoro per salvaguardarsi dalla sovrailluminazione VENETO STELLATO E ARPAV La battaglia delle associazioni a favore di piani illuminotecnici rispettosi dell’ambiente Impariamo a spegnere la luce quando non serve Sarà anche suggestivo, dalla mon- tagna, guardare verso la pianura e vedere costellazioni terrestri di punti luminosi. «Ma è uno spreco», afferma Leopoldo Dalla Gassa, pre- sidente dell’associazione “Veneto stellato”, «per non entrare in di- scorsi sulla salvaguardia del creato, di quanto bruciamo e distruggiamo per produrre energia», chiosa An- drea Bertolo dell’Arpav. “Veneto stellato” e Arpav sono due realtà che, insieme ai Comuni, lavorano per combattere l’inquina- mento luminoso, individuando le difformità alla legge e affiancando gli uffici tecnici per stilare piani il- luminotecnici rispettosi dell’am- biente. Nell’80% dei casi, per fortuna, non servono diffide o san- zioni, basta segnalare, e Comuni e privati si mettono a norma. Sono chiari e puntuali le mosse che suggeriscono ad amministra- tori e privati: illuminare di meno e spegnere la luce quando e dove non serve. «Si può spegnere parte dell'illu- minazione pubblica nelle ore not- turne (fra l’una e le cinque del mattino), e sui monumenti, dopo la mezzanotte. Si possono spe- gnere le luci nelle periferie, nelle zone industriali, nei parcheggi. Si può regolare la potenza degli ap- parecchi, come a Chiampo», spiega Dalla Gassa. «Gli impianti nuovi già hanno un impatto molto più basso e permet- tono buoni risparmi. Bisogna anche chiedersi se serve davvero un impianto o bastano tre punti luce nei nodi più pericolosi e quali tecnologie vadano meglio. Do- vremmo andare verso un’illumina- zione “on demand”, che si accende quando serve», aggiunge Bertolo. Una mentalità, questa, che fa- tica ad affermarsi, perché nell’im- maginario collettivo luce significa sicurezza. «È un mito da sfatare; gli studi lo dimostrano - illustra Dalla Gassa -. In Francia, in un tratto autostradale di 30 km non illumi- nati l'incidentalità è scesa del 30% ed è diminuita anche la gra- vità. La percezione di maggior luce induce a correre di più, quindi aumenta il rischio: quando si vedrà l’ostacolo la velocità sarà elevata e sarà impossibile fer- marsi. Per la criminalità, vale lo stesso: nei college americani per debellare la microcriminalità hanno spento le luci, così i mal- fattori devono dotarsi di pila e si rendono visibili». «Di fatto, non abbiamo nessuna certezza di maggiore sicurezza quando usiamo una maggiore illu- minazione - conclude Bertolo -. Le strade della zona industriale di Schio, ben illuminate, diventano una pista che induce a correre, ad esempio». E, fatti tutti i conti, secondo “Veneto stellato”, «in Italia si po- trebbero risparmiare 500mila euro ogni anno sull'energia», come hanno segnalato i soci di “Veneto stellato” al presidente Mario Monti. Le tecnologie sono il futuro, ma occorre va- lutare caso per caso. Il led, che si accende e spegne all’istante per mezzo di sensori, va bene per le piste cicla- bili, mentre non è con- veniente utilizzarlo per illuminare uno svin- colo autostradale Viale Ferrarin illuminato a led Immagine notturna della Pianura Padana (foto Veneto Stellato) Vicenza, lampioni a Campo Marzo La cultura del rispar- mio luminoso trova difficoltà ad affer- marsi, perché nell’im- maginario collettivo luce significa sicurezza

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La Voce dei Berici Domenica 22 luglio 2012 9 TERRITORIO

Pagina a cura di Margherita Scarello

Quando i lampionierano voti

La cattiva notizia è che il 10 ago-sto, la notte di San Lorenzo,quando molti veneti si mette-ranno ad ammirare le stelle, al-meno il 70% non riuscirà ascorgere la Via Lattea, per colpadell’inquinamento luminoso.Quella buona è che negli ultimicinque anni non si sono riscon-trati peggioramenti. La tanto vi-tuperata crisi economica, stavoltaha avuto il pregio di far diminuirele costruzioni e, di conseguenza,il numero di punti luce.

L’inquinamento luminoso èalto, lo dicono i dati, ed è diffusoin modo omogeneo su tutta laPianura Padana, senza grosseoscillazioni tra Padova, Vicenza,Verona, Treviso o Venezia. Manon mancano i segnali positivi: «Imargini di miglioramento rag-giungibili grazie alle nuove tecno-logie, sono enormi, sia sul fronteeconomico, dove si può rispar-miare ancora il 20-30%, sia suquello ambientale, dov’è più diffi-cile quantificare il beneficio -spiega Andrea Bertolo,responsabile Arpav, Agenzia re-gionale per la protezione ambien-tale -. E la provincia di Vicenza,sia per quanto attiene alla reda-zione di piani di illuminazione cit-tadina, sia come interventi eazioni, in Veneto, è quella piùavanti. Centri come Chiampo,Bassano, il capoluogo stesso, Val-

dagno, Arzignano, Sandrigo sistanno muovendo bene, ragio-nando non nell’ottica del singolointervento, ma di un piano di illu-minazione fatto come si deve».

TANTI LAMPIONI, TANTI VOTI, TROPPA LUCE

La problematica più comune cheriguarda i nostri centri storici, lestrade, ma anche i parcheggi ocortili privati, è la sovra-illumina-zione: ci sono troppi punti luce,fari con potenza troppo elevata,accensione prolungata anchequando non serve. «Da una parte,questo si spiega per motivi tec-nici: il progettista ritiene di met-tersi dalla parte della sicurezza,illuminando anche una volta emezza, due, più del necessario;salvo poi scoprire che l’illumina-zione esagerata non è un deter-rente per la criminalità o letrasgressioni e che consumiamo ildoppio dell’energia procapite diun tedesco - continua Bertolo -.Dall’altra, specie qualche anno fa,c’erano motivi politici: i lampionierano voti».

TECNOLOGIE: VALUTARE CASO PER CASO

«Le tecnologie sono il futuro. Maoccorre esaminare ogni singolocaso e capire qual è la soluzionemigliore», spiega Bertolo. Se latecnologia a led, che anche permezzo di sensori si accende espegne all’istante, va bene peruna pista ciclabile, non è ancoraconveniente per illuminare unosvincolo autostradale, dovevince la tecnologia al sodio, chegarantisce anche una potenzamaggiore, mentre per un centrostorico possono andare bene ap-parecchi diversi, purché il pro-getto illuminotecnico siastudiato nella sua complessità.

Gli impianti a led «dal punto divista dell’inquinamento luminososono relativamente peggiori deglialtri, ma assicurano una bollettaenergetica inferiore (alcuni di-cono anche del 50-70 per cento,ndr) - conclude Bertolo -. Stiamoa vedere come si evolveranno, lepremesse sono buone, anche se ilcosto iniziale è più alto e talvoltasi è installato per moda».

I Comuni della provincia di Vi-cenza si fanno attenti al problemadell’inquinamento luminoso più dialtri: adottando impianti che nondanneggiano l’ambiente, oltre chefare un passo avanti in termini diecosostenibilità, ottengono ancheossigeno per le casse comunaliche registrano così risparmi im-portanti.

Tecnologie di ultima genera-zione e piani di illuminotecnicache garantiscano una luce giustae salvaguardino dalla sovraillumi-nazione: sono questi i due frontisui quali le amministrazioni pub-bliche si stanno muovendo.

A Vicenza, per il cuore della cittàè stato realizzato un progetto di il-luminazione a led. Piazza dei Si-gnori e le piazze circostanti(Biade, Palladio e delle Erbe)vengono illuminate con 120 puntiluce posizionati sui tetti, con lamaggioranza dei puntamentidall’alto verso il basso in modo daridurre al minimo l’inquinamentoluminoso. Non perderanno di visi-bilità; al contrario, saranno valo-rizzati con le tecnologie di ultimagenerazione i gioielli - la Basilicapalladiana, il Monte di pietà, laloggia del Capitaniato -, che lapiazza racchiude. E l’impiantoprogettato ha guadagnato al co-mune il premio Ecohitech, riser-vato alle pubblicheamministrazioni virtuose chehanno adottato la tecnologia a lednell’illuminazione stradale e nel-l’arredo urbano. Ma non è questa

l’unica area cittadina illuminata aled: l’impianto di viale Ferrarin èstato realizzato tra ottobre 2010 eluglio 2011 e conta 28 lampioni.Nel Villaggio produttività (Villag-gio del Sole) i 60 lampioni a ledsono stati installati nel 2008;hanno una potenza di 20 watt cia-scuno e fanno registrare un ri-sparmio annuo di energia pari a2.500 euro.

A Bassano, si sta lavorando allaredazione del Piano comunaledell’illuminazione (Picil), che saràultimato e approvato entro fine2012. «Prevede sia alcuni inter-venti sugli impianti esistenti, siaindicazioni su ciò che va costruito- spiega Andrea Zonta, assessorealla sostenibilità -. Tiene contodell’aspetto energetico, per mi-gliorare la qualità della luce, ab-battendo i costi e riducendo lapotenza, tiene conto anche del-l’aspetto architettonico, perché il-luminare una strada o unmonumento sono cose diverse, edell’aspetto tecnico, che riguardal’inquinamento luminoso». Alcunenovità interesseranno anche leluci del Ponte vecchio, del Ca-stello e delle piazze, i biglietti davisita della città, per i quali saràadottata la tecnologia a led. «Ciòpermette di avere una versatilitàstraordinaria, si risparmia intornoal 30% e, nel giro di qualche anno,probabilmente anche il costodegli apparecchi si abbasserà -continua Zonta -. Molto si potràfare regolando la potenza e illu-minando con intensità maggiorequando serve, per ridurla nelleore notturne».

A Chiampo, l’amministrazione hamesso a norma di legge i propripunti luce già nel 2009, senza uti-lizzare i led: le 502 lampade a mer-curio sono state sostituite conlampade Sap (ai vapori di sodio adalta pressione) di potenza infe-riore, 70 watt, e sono stati instal-lati 29 apparecchi in grado diregolare la tensione. Oggi, è il piùvirtuoso dei comuni veneti e, inbolletta, ha già risparmiato media-mente il 50%, con picchi del 73%.

INQUINAMENTO LUMINOSO Dopo un passato “discutibile”, arrivano i nuovi piani di illuminazione

Led o sodiol’importante è che la luce sia giusta

I Comuni al lavoro per salvaguardarsi dalla sovrailluminazione

VENETO STELLATO E ARPAV La battaglia delle associazioni a favore di piani illuminotecnici rispettosi dell’ambiente

Impariamo a spegnere la luce quando non serveSarà anche suggestivo, dalla mon-tagna, guardare verso la pianura evedere costellazioni terrestri dipunti luminosi. «Ma è uno spreco»,afferma Leopoldo Dalla Gassa, pre-sidente dell’associazione “Venetostellato”, «per non entrare in di-scorsi sulla salvaguardia del creato,di quanto bruciamo e distruggiamoper produrre energia», chiosa An-drea Bertolo dell’Arpav.

“Veneto stellato” e Arpav sonodue realtà che, insieme ai Comuni,lavorano per combattere l’inquina-mento luminoso, individuando ledifformità alla legge e affiancandogli uffici tecnici per stilare piani il-luminotecnici rispettosi dell’am-biente. Nell’80% dei casi, perfortuna, non servono diffide o san-zioni, basta segnalare, e Comuni eprivati si mettono a norma.

Sono chiari e puntuali le mosseche suggeriscono ad amministra-tori e privati: illuminare di meno espegnere la luce quando e dovenon serve.

«Si può spegnere parte dell'illu-minazione pubblica nelle ore not-turne (fra l’una e le cinque delmattino), e sui monumenti, dopola mezzanotte. Si possono spe-gnere le luci nelle periferie, nellezone industriali, nei parcheggi. Sipuò regolare la potenza degli ap-parecchi, come a Chiampo»,spiega Dalla Gassa.

«Gli impianti nuovi già hanno unimpatto molto più basso e permet-tono buoni risparmi. Bisognaanche chiedersi se serve davveroun impianto o bastano tre puntiluce nei nodi più pericolosi e qualitecnologie vadano meglio. Do-vremmo andare verso un’illumina-zione “on demand”, che si accendequando serve», aggiunge Bertolo.

Una mentalità, questa, che fa-tica ad affermarsi, perché nell’im-maginario collettivo luce significasicurezza.

«È un mito da sfatare; gli studilo dimostrano - illustra DallaGassa -. In Francia, in un trattoautostradale di 30 km non illumi-nati l'incidentalità è scesa del30% ed è diminuita anche la gra-vità. La percezione di maggiorluce induce a correre di più,quindi aumenta il rischio: quandosi vedrà l’ostacolo la velocità saràelevata e sarà impossibile fer-marsi. Per la criminalità, vale lostesso: nei college americani perdebellare la microcriminalitàhanno spento le luci, così i mal-fattori devono dotarsi di pila e sirendono visibili».

«Di fatto, non abbiamo nessunacertezza di maggiore sicurezzaquando usiamo una maggiore illu-minazione - conclude Bertolo -.Le strade della zona industriale diSchio, ben illuminate, diventano

una pista che induce a correre, adesempio».

E, fatti tutti i conti, secondo“Veneto stellato”, «in Italia si po-trebbero risparmiare 500milaeuro ogni anno sull'energia»,come hanno segnalato i soci di“Veneto stellato” al presidenteMario Monti.

Le tecnologie sono il

futuro, ma occorre va-

lutare caso per caso. Il

led, che si accende e

spegne all’istante per

mezzo di sensori, va

bene per le piste cicla-

bili, mentre non è con-

veniente utilizzarlo per

illuminare uno svin-

colo autostradale

Viale Ferrarin illuminato a led

Immagine notturna della Pianura Padana (foto Veneto Stellato)

Vicenza, lampioni a Campo Marzo

La cultura del rispar-

mio luminoso trova

difficoltà ad affer-

marsi, perché nell’im-

maginario collettivo

luce significa

sicurezza