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CITTÀ DI VITTORIO VENETO U.O. Reti Infrastrutturali RELAZIONE RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO E PROGETTISTA ing. Piergiorgio Tonon COLLABORATORI dott. Roberto Gava geom. Alessandro Ongaro geom. Marco Dal Mas rag. Massimo Talamini ing. Giovanni Damian Vittorio Veneto, 13 maggio 2014 PIANO DELL’ILLUMINAZIONE PER IL CONTENIMENTO DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO (PICIL) AI SENSI DELLA L.R. VENETO 7 AGOSTO 2009, N. 17 A

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CITTÀ DI VITTORIO VENETO U.O. Reti Infrastrutturali

RELAZIONE

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO E PROGETTISTA ing. Piergiorgio Tonon COLLABORATORI dott. Roberto Gava geom. Alessandro Ongaro geom. Marco Dal Mas rag. Massimo Talamini ing. Giovanni Damian

Vittorio Veneto, 13 maggio 2014

PIANO DELL’ILLUMINAZIONE PER IL CONTENIMENTO

DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO (PICIL)

AI SENSI DELLA L.R. VENETO 7 AGOSTO 2009, N. 17

A

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A

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Il lungo percorso avviato dall’Amministrazione di Vittorio Veneto verso la massima

efficienza nella gestione dell’energia è iniziato alcuni anni fa con lo studio, esteso a tutto campo, della situazione in essere nel nostro Comune: un grosso lavoro durato un anno e conclusosi con una relazione finale di oltre un migliaio di pagine. Da questa analisi è scaturito un documento di poche pagine e quindi di agevole lettura, il “Piano Energetico Comunale”, approvato nell’aprile 2009, che elencava gli interventi e le azioni da intraprendere per ridurre i costi sostenuti, il consumo energetico e il conseguente inquinamento; fra le azioni previste vi era anche quella relativa al miglioramento dell’efficienza degli impianti di illuminazione pubblica.

Alla luce del Piano energetico comunale molte son state le azioni intraprese in

campo energetico in senso lato, dall’installazione del fotovoltaico presso molti edifici comunali alla realizzazione di un parco fotovoltaico da quasi 1 MW in Zona Industriale, all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti semaforici, alla posa del solare termico, delle pompe di calore e al teleriscaldamento di alcuni edifici comunali, alla sostituzione e conversione di obsolete centrali termiche a gasolio con più efficienti a metano, … solo per citare le principali ed oggi, dopo circa 5 anni, quale conseguenza di alcune di queste azioni, il Comune ha visto dimezzarsi la spesa per la gestione calore e questo pur essendo cresciuto il costo dell’energia e dei combustibili.

Siamo pienamente soddisfatti di quanto ottenuto, ma lo sforzo non è ancora finito:

mancano alcune azioni virtuose che non sono state ancora intraprese essenzialmente per la scarsità delle risorse finanziarie a disposizione dei Comuni; ci proponiamo tuttavia di continuare anche se con un ritmo rallentato rispetto a quanto vorremmo.

Una delle principali azioni che ci premeva e ci preme attuare è, come ricordato

dianzi, la messa a norma e l’aumento dell’efficienza dell’illuminazione pubblica che si presenta con molti circuiti ormai datati, caratterizzati da elevati consumi energetici essendo costituti con sorgenti luminose a bassa efficienza (ad esempio, con lampade a vapori di mercurio) e, in taluni casi, dalla dispersione di parte della luce verso la volta celeste. Per poter procedere all’adeguamento dell’illuminazione pubblica, costituita da ben 108 circuiti con quasi 6.000 punti luce dei più vari modelli, età, efficienza,... disseminati sul territorio comunale, necessitava avere una visione generale dello stato di fatto ed una programmazione degli interventi che, si sa già, saranno onerosi e non avranno un ritorno rapido in termini di risparmio economico come per altri interventi già eseguiti in campo energetico.

Il primo passo è stato quello di aderire alla sfida del Patto dei Sindaci (Covenant of

Majors) proposta da Bruxelles ai Comuni europei, sfida che abbiamo accettato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 48 del 22.12.2011; a questa adesione presentata a Bruxelles è seguita, con deliberazione n. 7 del 5.04.2013 del Consiglio Comunale,

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l’approvazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), tappa miliare per gli aderenti al Patto dei Sindaci: il nostro PAES individua, tra le sue azioni, l’Azione n. 2 - Riqualificazione dell’illuminazione pubblica “al fine di perseguire l’obiettivo della riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento luminoso connesso all’illuminazione pubblica”: al riguardo, indica come “significativo intervenire sui punti luce ancora dotati di lampade a vapori di mercurio e caratterizzate da bassa efficienza”, rinviando per le modalità operative al Piano dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso” (PICIL) ai sensi della L.R. 7 agosto 2009 n. 17 “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”.

Questo Piano rappresenta quindi il presupposto indispensabile per una

programmazione mirata a ridurre l’inquinamento luminoso ed i consumi energetici degli impianti di illuminazione pubblica presenti sul territorio comunale in un’ottica di “spending review” energetica che va a completare l’azione di risparmio ed aumento dell’efficienza che ha caratterizzato in questi anni le politiche energetiche del Comune. Per la redazione del PICIL, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto di incaricare un gruppo di lavoro costituto da professionalità presenti all’interno della struttura comunale chiedendo una ricognizione attenta e puntuale dello stato di fatto degli impianti di illuminazione al fine di avere una “fotografia” con cui potersi, poi, rivolgere al mercato per l’adeguamento strutturale ed, eventualmente, per una gestione integrata dello stesso (ad esempio, anche mediante la concessione del servizio, se ciò risulterà essere economicamente conveniente).

Gli interventi previsti dal PICIL saranno di adeguamento alla L.R. 177 2009, di

messa in sicurezza, di riqualificazione tecnologica ed energetica, senza precludere la possibilità di realizzare un piattaforma tecnologica capace di supportare i servizi alla futura città intelligente (smart city), sfruttando appunto l’estensione e diffusione territoriale della pubblica illuminazione.

La nostra rete dell’illuminazione pubblica, nel frattempo, ha già messo a

disposizione i suoi cavidotti e le numerose forniture di energia elettrica dei circuiti della pubblica illuminazione e dei semafori presenti sul territorio comunale, in questo modo il Comune ha già sviluppato e sta implementando proprio in questi mesi una rete di videosorveglianza collegata, 24 ore su 24, con le centrali dei Carabinieri e della Polizia Locale, una rete di hot spot (ben 16 siti, ovvero le principali piazze, i Musei, la Biblioteca, il Teatro Da Ponte, ….), la connessione in fibra ottica di tutte le scuole di competenza comunale (elementari e medie), nonché il collegamento in fibra ottica dedicata tra il centro elaborazioni dati del Comune e le sedi periferiche comunali (oltre alle varie sedi del centro già da tempo collegate in F.O, anche la Biblioteca Civica, il Museo del Cenedese e la Torre dell’Orologio a Serravalle vedranno a breve il collegamento in F.O. con il C.E.D. comunale). Inoltre fin dal 2003 ad AscoTlc, Fastweb, Telecom e Wind è stato concesso l’utilizzo di alcuni tratti di cavidotti della pubblica illuminazione per la posa di importanti dorsali e successive reti capillari in fibra ottica al fine di aumentare la possibilità di accesso alle tecnologie dell’informazione più veloci ed efficienti: oggi la fibra ottica è una realtà estesa per svariate decine di chilometri in città.

Da ultimo, un doveroso e sentito ringraziamento ai Dipendenti comunali che con

professionalità hanno redatto il presente Piano. Vittorio Veneto, 13 maggio 2014 L’Assessore alle Politiche Energetiche Il Sindaco

dott. Antonio Miatto Gianantonio Da Re

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Due cose riempiono l’animo

di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente,

quanto più spesso e a lungo la riflessione si occupa di esse:

il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me.

(dalla “Critica della Ragion Pratica”, 1788 di Immanuel Kant)

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1. Introduzione

I ritmi di vita della società moderna sono diventati completamente indipendenti dalla luce naturale grazie ad una illuminazione ormai sempre più sistematica e capillare del territorio. La possibilità di spostarsi di notte molto più agevolmente, di muoversi e fare vita sociale disinvoltamente parecchie ore dopo il tramonto, sono entrati a far parte del nostro vivere quotidiano, portando con sé grandi cambiamenti alle nostre abitudini. Nei decenni scorsi, non essendovi una vera e propria normativa nazionale in materia di illuminazione, sono stati realizzati sul territorio interventi di illuminazione ed, in particolare, di illuminazione pubblica, il più delle volte senza alcuna programmazione sopperendo alle esigenze contingenti che di volta in volta si manifestavano: tutto questo comporta che nel nostro paese l’illuminazione artificiale, specie quella pubblica, rappresenti oggi un settore altamente energivoro e spesso ambientalmente inquinante. Sul primo aspetto (elevati consumi di energia elettrica), è da evidenziare che gli ultimi 20 anni sono stati comunque caratterizzati dalla crescente e costante presa di coscienza che lo sviluppo economico debba essere programmato in funzione delle esigenze ambientali del pianeta e dalla consapevolezza che le risorse naturali, che lo consentono, non si riproducono con la stessa velocità con la quale vengono utilizzate. La riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 in atmosfera e quindi la promozione e lo sviluppo delle iniziative per migliorare l’efficienza energetica, il ricorso alle fonti rinnovabili e in generale la responsabilizzazione degli attori direttamente o indirettamente coinvolti nei processi di sviluppo economico devono rappresentare oggi le indispensabili e basilari condizioni di partenza di qualsiasi attività voglia essere programmata e/o intrapresa. Ovunque si afferma sempre più la concezione del risparmio energetico, quale risorsa in grado di ridurre l’impatto ambientale e d’incrementare la sicurezza sul piano dell’approvvigionamento e, dell’attività di promozione dell’efficienza energetica, quale strumento per conseguirlo. Il secondo aspetto (inquinamento luminoso) rappresenta un argomento di recente attenzione presso l’opinione pubblica, in questo sollecitata dalle associazioni astrofile: la pressione esercitata sull’ambiente dalle sorgenti di luce artificiale non è affatto trascurabile tanto che, anche nella nostra regione Veneto, “diventa sempre più difficile trovare luoghi dove l’oscurità sia tale da permettere un’adeguata visione della volta celeste”1. Poiché la situazione della maggior parte i Comuni italiani presenta uno scenario degli impianti d’illuminazione pubblica spesso obsoleto, caratterizzato da lampade a bassa efficienza, da apparecchi illuminanti di vecchia concezione, progettazione inadeguata, realizzazione non conforme e dal mancato utilizzo delle moderne e performanti tecnologie, emerge la necessità per il Comune di poter disporre di un valido strumento di supporto ai fini dell’analisi dell’impianto e della sua programmazione, strumento che s’identifica, nella Regione Veneto, nel Piano dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso” (PICIL).

1 Relazione al Consiglio Regionale di presentazione della L.R. 17/2009

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2. Normativa di riferimento

Non esiste oggi una legge nazionale che imponga d’illuminare le strade e le aree pubbliche e non ne esiste nemmeno una (sempre nazionale) che obblighi i Comuni a redigere un piano regolatore dell’illuminazione comunale. Va anche precisato che gli ultimi vent’anni hanno visto ampliarsi sempre di più il consenso e l’appoggio di tutto l’arco politico a proposte di legge nazionale in tema di misure per risparmio energetico da uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso: si ricordano le proposte di legge presentate nelle ultime legislature alla Camera dei Deputati (atto Camera n.1269 della XI legislatura 9 giugno 1996) e al Senato della Repubblica (atto Senato n. 511 della XII legislatura e atto Senato n. 751 della XIII Legislatura 9 giugno 1996 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all’inquinamento luminoso”) e da ultimo la proposta di legge alla Camera dei Deputati N. 4515 “Disposizioni in materia di illuminazione esterna notturna per la protezione dell'ambiente e degli osservatori astronomici dall'inquinamento luminoso2”, d'iniziativa del deputato Apolloni, presentata il 30 gennaio 1998. Nel frattempo sull’argomento hanno provveduto a legiferare quasi tutte le regioni italiane: la Regione Veneto è stata la prima in Italia a prendere coscienza del fenomeno dell’inquinamento luminoso, a tal proposito approvando, nel giugno 1997, la legge n. 22, ”Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”. A distanza di oltre dieci anni dall’entrata in vigore di quel testo, constatatane la sua parziale disapplicazione (il piano regionale di prevenzione dell’inquinamento luminoso che avrebbe dovuto disciplinare le attività regionali e comunali di prevenzione dell’inquinamento luminoso non è stato infatti mai approvato), la Regione Veneto ha poi approvato la Legge Regionale 7 agosto 2009, n. 17 (pubblicata sul B.U.R. del Veneto n. 65 dell’11 agosto 2009) “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”, in ragione delle nuove tecnologie intervenute nel campo dell’illuminazione a consentire qualità dell’illuminazione, contenimento della dispersione di luce e del consumo energetico, guardando ai più evoluti testi normativi approvati da altre Regioni, con lo scopo di “consentire al Veneto una risposta legislativa al fenomeno dell’inquinamento luminoso efficace ed al passo coi tempi”. Merita infine un cenno quanto prevedeva la bozza della legge di stabilità per il 2013-2015 (disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), approvata dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2012, ma poi stralciata: nell’ambito della spending review, tra le voci di spesa su cui intervenire, il Governo aveva individuato la opportunità di una “razionalizzazione ed ammodernamento delle fonti di illuminazione in ambienti pubblici”, facendo seguito alle segnalazioni di oltre 135 mila cittadini e associazioni che avevano partecipato ad un apposita consultazione pubblica.

2 Esaminato il progetto di legge, il Sottosegretario di Stato intervenuto in Commissione Parlamentare per le questioni regionali in data 13 giugno 2012, evidenziava “l’esigenza di una più corretta definizione delle competenze tra i vari livelli di governo del territorio, da cui dovrebbe emergere una riserva a favore dello Stato limitata essenzialmente alla determinazione degli standard e alle attività di controllo” (problematiche della legislazione concorrente stato – regioni, poiché un legislazione in merito è da ricondurre alla potestà in materia di disciplina dell’assetto del territorio, potestà di tipo concorrente per le regioni a statuto ordinario ed esclusiva, o primaria, per la regioni a statuto speciale, nonché per le province autonome di Trento e Bolzano, mentre per altri versi, investendo profili attinenti alla materia dell’utilizzo dell’energia e settore rientrante nella competenza statale, ma largamente devoluto agli enti territoriali (D.Lgs. 30 marzo 1998 n. 112 e L. 10/1991) e “quanto ad ipotesi di incentivazione tipo “rottamazione”” evidenzia “la preoccupazione, manifestata anche nelle Commissioni di merito, che il provvedimento non comporti un eccessivo carico finanziario”.

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Recentemente il Commissario per la spending review Cottarelli ha ripreso l’argomento, indicando possibili risparmi di spesa nell’ambito dell’illuminazione pubblica come riportato dal quotidiano “Il Tempo” in data 18 marzo 2014.

La redazione di suddetti “piani regolatori dell’illuminazione” è dunque demandata all’iniziativa delle singole Regioni le quali, in tempi diversi e con modalità differenti, hanno sia emanato delle Leggi aventi lo scopo d’imporre o consigliare i propri Comuni a dotarsi del Piano sia adottato delle apposite Linee Guida per facilitarli nella sua stesura.

3. L’inquinamento luminoso

Merita ora soffermarsi seppur brevemente sul fenomeno dell’inquinamento luminoso, che può essere definito come ogni forma di irradiazione di luce artificiale al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, in particolare modo verso la volta celeste; la visione delle stelle è possibile se vi è un significativo contrasto tra la luminosità della stella osservata e l’oscurità del cielo. Come si vedrà nel dettaglio più avanti, più aumenta la brillanza del cielo, più si riduce il contrasto e quindi diminuisce la possibilità di osservare le stelle meno luminose: la luce artificiale inviata verso il cielo è diffusa dall’atmosfera che ne aumenta la luminosità creando inquinamento luminoso. Questo tipo di inquinamento è riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come indicatore dell’alterazione della condizione naturale, con conseguenze per gli ecosistemi vegetali, animali, nonché per la salute umana. Almeno il 25-30% dell’energia elettrica degli impianti di illuminazione pubblica viene diffusa verso il cielo, una quota ancora maggiore si riscontra per gli altri impianti. La riduzione di questi consumi contribuirebbe al risparmio energetico e alla riduzione delle relative emissioni. Come indicatore dell’inquinamento luminoso si utilizza la brillanza relativa del cielo notturno: è possibile così quantificare il grado di inquinamento luminoso dell’atmosfera e

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valutare gli effetti sugli ecosistemi e il degrado della visibilità stellare. L’intero territorio della regione Veneto risulta avere livelli di brillanza artificiali superiori al 33% di quella naturale, pertanto è da considerarsi molto inquinato. L’Istituto di Scienza e Tecnologia dell'inquinamento luminoso ha prodotto le seguenti immagini previsionali per il territorio italiano: da un confronto con i dati risalenti al 1971 emerge una situazione alquanto peggiorata; anche un modello previsionale al 2025, in assenza di una normativa adeguata, non prevedrebbe un miglioramento dell’indicatore.

Risultati del modello previsionale della brillanza dell’Italia

(Pierantonio Cinzano, Fabio Falchi, Christopher D. Elvidge, 2000).

Al nero corrisponde una eccedenza della luminanza artificiale inferiore al 5% di quella naturale, al blu tra il 6% e il 15%, al verde scuro tra il 16 e il 35%, al verde chiaro tra il 36 e il 110% e al giallo 1.1-3 volte, all'arancio 3-10 volte, al rosso 10-30 volte, al magenta 30-100 volte e al bianco oltre 100 volte i livelli di luminanza naturali. Significative sono le numerose foto della terra in notturna riprese dai satelliti, reperibili su siti specializzati.

Mappa della brillanza della terra

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“Luci delle città della terra”

(elaborazione di foto acquisite tra il 1 ottobre 1994 e il 31 marzo 1995 da satellite)

Questa immagine denominata “luci della città della terra” è stata creata con i dati forniti dal Defense Meteorological Satellite Program (DMSP) Operational Linescan System (OLS). Le aree più brillanti sono quelle più urbanizzate, ma non necessariamente le più popolate (si confronti l’ovest europeo con la Cina e l’India). Le città tendono a svilupparsi lungo le coste e sulle reti di comunicazione. Il sistema di comunicazione degli Stati Uniti d’America, specie sulla costa orientale, appare come una connessione lattiginosa che collega i punti luminosi costituiti dalle città. E’ ben visibile la valle del Nilo dalla Diga di Assuan fino alla foce, sul mar Mediterraneo. L’Antartide è completamente buio, anche le giungle più interne dell’Africa e del Sud America, come pure i deserti (Sahara, Mongolia, Australia, …), la catena himalayana, le foreste del Canada e della Russia, sono per la maggior parte buie.

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Immagine notturna da satellite della terra – continente europeo (2013)

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Immagine notturna da satellite dell’Europa (2013)

Immagine notturna da satellite (da una distanza di 1260 km circa) dell’Italia (2013)

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Immagine notturna da satellite (da una distanza di 590 km circa) del Nord Italia (2013)

Immagine notturna da satellite (da una distanza di 310 km circa) del Triveneto (2013)

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Immagine notturna da satellite (da una distanza di 60 km circa) dell’Alto Trevigiano (2013)

Immagine notturna da satellite dell’Italia

(realizzata dalla NASA, nel 2012, grazie al satellite Suomi National Polar-orbiting Partnership, lanciato nell’ottobre 2011)

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Illuminazione artificiale in Italia di notte - Foto di Douglas Wheelock scattata

dalla Stazione Spaziale Internazionale anno 2010

Immagine notturna da satellite del Triveneto (realizzata dalla NASA)

Le foto soprastanti illustrano il fenomeno dell’inquinamento luminoso, con foto alla terra di notte da satellite a diverse distanze dalla terra; è di immediata osservazione come nell’Italia ed in particolare nelle città della pianura padana il fenomeno sia accentuato.

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Al riguardo, nel Rapporto Ambientale della “Valutazione ambientale strategica (VAS) - del Programma Attuativo Regionale FAS 2007-2013 viene citato l’inquinamento luminoso come argomento di recente attenzione presso l’opinione pubblica; infatti la pressione esercitata sull’ambiente dalle sorgenti di luce artificiale non è trascurabile vista l’elevata densità di urbanizzazione e la poca attenta progettazione degli impianti di illuminazione. Già nel Piano Energetico Comunale del Comune di Vittorio Veneto, approvato nell’aprile 2009 dal Consiglio Comunale, si fa cenno ad interventi intrapresi e necessari per ridurre il consumo energetico relativo agli impianti di illuminazione pubblica. Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 48 del 22.12.2011, il Comune di Vittorio Veneto ha aderito al Patto dei Sindaci (Covenant of Majors); come conseguenza di questa adesione, nell’aprile 2013 con delibera n. 7 del 5.04.2013, il Consiglio Comunale ha approvato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), che individua l’Azione n. 2 - Riqualificazione dell’illuminazione pubblica “al fine di perseguire l’obiettivo della riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento luminoso connesso all’illuminazione pubblica”: al riguardo, indica come “significativo intervenire sui punti luce ancora dotati di lampade a vapori di mercurio e caratterizzate da bassa efficienza”, rinviando per i dettagli comunque al presente PICIL. Merita infine ricordare che nella Relazione (aggiornamento della D.G.R. n. 1137 del 23.03.2010) del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, al capitolo “Prevenzione e difesa dall’inquinamento” viene trattato proprio l’inquinamento luminoso, evidenziando la mappatura regionale della brillanza (figura 1 seguente); al riguardo ARPAV Veneto evidenzia come il valore dell’indicatore “brillanza del cielo notturno” (corrispondente alla luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenith) per i Comuni della Pedemontana Veneta varia a seconda delle zone, tra il 100% e il 300%, prevalentemente nella zona collinare, e tra il 300% e il 900%, nella zona di pianura, interessando la maggior parte della popolazione della regione (vedi tabella sotto).

Aumento della luminanza totale rispetto la naturale

tra il 33% ed il 100%

tra il 100% ed il 300%

tra il 300% ed il 900%

oltre il 900%

Popolazione 40.500 771.100 2.946.300 769.900

Percentuale di popolazione 1% 17% 65% 17%

Stima della popolazione residente in Veneto che vive in luoghi in cui la brillanza artificiale supera determinati valori. Fonte: Elab. ARPAV su dati censimento Istat 2001

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Figura 1: Mappatura regionale della brillanza

All’art. 8 la Legge Regionale 17/2009 individua tutti gli osservatori presenti in regione, sia quelli professionali (allegato A), che non professionali, e i siti di osservazione che svolgono attività di rilevanza culturale, scientifica e popolare di interesse regionale e/o provinciale (allegato B). Non sono però individuate mediante cartografia in scala adeguata le fasce di rispetto degli osservatori astronomici di cui all’allegato A e B (la cosa doveva essere fatta entro 120 giorni dall’approvazione della Legge); nel frattempo resta valida la delimitazione a corredo della passata L.R. 22/1997 (art. 8, comma 9 della L.R. 17/1009). In ambedue le fasce di rispetto, sia quelle già individuate con la L.R. 22/1997 che quelle previste dalla L.R. 17/2009, gli impianti esistenti, pubblici e privati, si devono adeguare entro 2 anni dall’entrata in vigore della L.R. 17/09. Però, se in entrambe queste fasce, gli impianti esistenti, pubblici e privati, risultavano, alla data di entrata in vigore della L.R. 17/2009, conformi alle prescrizioni previste della L.R. n. 22/97, non è necessario intervenire per adeguarli alla L.R. n. 17/09 se non in tempi più lunghi fissati dall’art. 12.

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In entrambe le fasce, invece, per gli impianti nuovi, non è ammessa nessuna deroga di quelle previste all’art. 9 comma 4. Richiamando i piani per la prevenzione dell’inquinamento luminoso ai sensi della L.R. 22 del 27.06.1997 (ora abrogata dalla L.R. 17/2009), sono individuati (figura 2) i siti sensibili da tutelare dagli effetti dell’inquinamento luminoso, costituite da aree in prossimità di Osservatori astronomici professionali e Osservatori astronomici non professionali e siti di osservazione. In Provincia di Treviso sono presenti solo Osservatori appartenenti alla seconda categoria, riportati nell’Allegato B della legge regionale, e sono: 1) Osservatorio Collegio Pio X, Associazione Astrofili Trevigiani, Borgo Cavour 40, in comune di Treviso; 2) Osservatorio del “Centro Incontri con la natura”, Casa don Bosco, Via Santa Lucia 45, in comune di Crespano del Grappa; 3) Osservatorio pubblico, Associazione Astrofili di Vittorio Veneto, via Piadera, in comune di Fregona, che fa sì che il territorio del Comune di Vittorio Veneto ricada nella fascia di rispetto degli osservatori non professionali.

Figura 2: Zone di rispetto di osservatori professionali, non professionali e dei siti di osservazione

Fonte: ARPAV – Osservatorio Regionale Agenti Fisici

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Con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1820 dell’8 novembre 2011 ai sensi dell’art. 3 della L.R. 11 agosto 2009 n. 17 è stato definito l’elenco delle Associazioni a carattere almeno regionale, aventi a scopo statutario lo studio ed il contenimento del fenomeno dell’inquinamento luminoso; tali Associazioni sono state individuate e risultano essere: • Unione Astrofili Italiani, Via del Fosso del Cavaliere, 100 - 00133 Roma Sede Regionale: Delegazione territoriale UAI, presso Gruppo Astrofili di Schio, Via F.lli Pasini n.46 - 36015 Schio (VI) • VenetoStellato, c/o Osservatorio Astronomico “G. Toaldo”, Via L. Nodari n° 13 - 36055 Nove (Vicenza); • CieloBuio, Presidente Dr. Falchi Fabio, Via Puccini n.7 - 46030 Virgilio (Mantova) Sede Regionale: Associazione CieloBuio, Presso Associazione Astrofili Vittorio Veneto, Via Piadera n. 13 - 31010 Fregona (TV) Anche il territorio del Comune di Vittorio Veneto è soggetto al fenomeno dell’inquinamento luminoso come è ben visibile dalle seguenti foto in notturna.

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Foto in notturna della Città di Vittorio Veneto dalla strada comunale del Col Visentin a quota 1.210 m s.l.m.m. (15 novembre 2012)

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Foto in notturna dei quartieri di Ceneda, di Meschio e di San Giacomo dal Colle San Paolo a quota

300 m s.l.m.m. (8 novembre 2012)

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Foto in notturna del Centro dal Santuario di Sant’Augusta a quota 348 m s.l.m.m. (20 novembre 2012)

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Foto in notturna del Centro dal Santuario di Sant’Augusta a quota 348 m s.l.m.m. (20 novembre 2012): sopra le frazioni di Longhere e di Forcal, sotto il centro cittadino

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4. Inquadramento territoriale comunale

Il Comune di Vittorio Veneto, situato nella parte settentrionale della provincia di Treviso, si estende da quota 88 m s.l.m.m., per arrivare ai 1.786 m s.l.m. del Col Visentin che rappresenta la vetta più alta delle Prealpi Trevigiane. Con una superficie complessiva di 82,61 km2, è il Comune più esteso della Provincia di Treviso. Le coordinate geografiche sono: 45°58’47” N (latitudine) e 12°18’12” E (longitudine). Confina con i comuni di Belluno (BL), Limana (BL) e Farra d’Alpago (BL) a Nord, con i comuni di Fregona, Cappella Maggiore e Colle Umberto ad Est, ad Ovest con quelli di Revine Lago (TV) e Tarzo (TV), e con i comuni di San Pietro di Feletto (TV) e Conegliano (TV) a Sud. Il territorio comunale è compreso per la gran parte nel territorio della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane.

Localizzazione del comune di Vittorio Veneto nel Veneto

Il territorio può essere schematicamente diviso in tre fasce:

Montana: è occupata dalla Val Lapisina e delimitato ad Est dai versanti del M. Pizzoc-Millifret e ad Ovest da quelli del Col Toront-Col Visentin;

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Collinare: impegna tutta la parte occidentale del comune, con le frazioni di Cozzuolo, Carpesica e Formeniga, ma si estende anche a Nord del centro cittadino e ad Est, al confine con Fregona e Cappella Maggiore;

Pianeggiante: rappresenta la fascia maggiormente urbanizzata e su cui insistono il centro cittadino e la frazione di San Giacomo di Veglia.

Questo sviluppo altimetrico e l'orografia piuttosto articolata caratterizzano molti degli aspetti ambientali del Comune.

5. Cenni storici

Vittorio Veneto nasce nel 1866 dalla fusione di due antichi comuni, Ceneda e Serravalle: due centri di antica tradizione, le cui radici storiche affondano in un passato remotissimo. Se infatti i primi abitanti della zona furono i Paleoveneti, l'antica popolazione indoeuropea presente sulle coste adriatiche settentrionali dal 1200 a.C. circa, i primi insediamenti di popolazione, cospicuamente documentati da monete, tombe, lapidi rinvenute un po' dovunque, risalgono soprattutto all' epoca della conquista romana e del dominio longobardo. L'età romana Sia Serravalle che Ceneda sorgono in età romana; assumono l'aspetto di due luoghi fortificati, distinti tra loro, ma entrambi impegnati nella difesa del territorio. Il nucleo di Serravalle, data la configurazione particolarmente favorevole (esso è infatti incuneato tra i monti Cucco e Marcantone che lo proteggono a guisa di scudi), venne destinato dai Romani dapprima a semplice castrimi e poi a avamposto dell'agro centuriato dell'antica Opitergium (l'odierna Oderzo, cittadina distante da Vittorio Vittorio circa 30 km). A partire dal III secolo nella zona penetrò il cristianesimo, che costituì un fattore importante nella formazione della città. Serravalle godeva anche di una posizione geografica molto felice, in quanto situato all'incrocio di importanti vie di transito e divenne quindi meta privilegiata negli spostamenti di genti diverse. Le popolazioni barbariche, e in particolare i Goti del re Madrucco (come riporta una diffusa leggenda), constatata la collocazione strategica di Serravalle la fortificarono ulteriormente costruendo sul colle di Santa Augusta, che domina il quartiere dal lato nord-est, una torre di vedetta di cui restano tuttora ben visibili le fondamenta. L'età longobarda Dopo l'occupazione degli Ostrogoti, per Vittorio Veneto fu rilevante, come si è detto, la dominazione longobarda. A partire dal VI secolo, questo popolo ne fece la sede di uno dei 36 ducati stabili istituiti in Italia (il secondo - in ordine di tempo-dopo quello di Cividale), e in seguito di una diocesi che sostituì quella della vicina Opitergium, già citata. Sotto i Longobardi Ceneda vide aumentare di molto la sua importanza diventando la capitale politica, religiosa e amministrativa di un territorio assai vasto. A questo periodo, e cioè al VII secolo circa, risale forse la costruzione del castello di San Martino e delle rocche che vi si assiepano intorno. Ceneda e i vescovi conti Ai Longobardi (dopo circa due secoli di dominazione), successero i Franchi di Carlo Magno, e quindi, verso la fine del X secolo, Ceneda fu soggetta al dominio dei sovrani tedeschi. Con le nuove norme introdotte da Ottone I e dal suo successore Ottone III, i poteri del Conte passarono un po' alla volta nelle mani del Vescovo. La città cominciò così ad essere governata da un vescovo-conte, una delle istituzioni tipiche del medioevo,

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intorno alla quale si imperniò la lunga lotta detta "per le investiture", dato che i prelati avevano il compito di esercitare, accanto alla cura delle anime, il potere politico e amministrativo. I vescovi-conti presero dimora nel castello di San Martino, dove tuttora risiede l'attuale Vescovo della diocesi. Il basso medioevo Il risveglio economico e culturale che interessò l'Occidente intorno all'anno Mille diede i suoi frutti anche a Ceneda e Serravalle. Prima di questa data, Serravalle, con l'unico castello e le poche abitazioni, faceva capo a Ceneda per la vita civile e alla Pieve di Bigonzo per quella religiosa. Dopo l'XI secolo, la città mutò radicalmente: il castrum, arroccato sullo sperone roccioso al centro della chiusa, si ingrandì e vide aumentare la sua popolazione, poi si allungò verso l'attuale piazza. In pochi anni divenne così importante che le sue mura dovettero essere ampliate. Dentro questa piccola cittadella fortificata furono eretti i principali monumenti: la Chiesa e il monastero di Santa Giustina, il Duomo di Santa Maria Nova (che sostituì la Pieve di Bigonzo nelle principali funzioni religiose), la Scuola dei Battuti; inoltre sorsero case, officine, mulini lungo il Meschio. Dal 1154 Serravalle era governata da una potente famiglia di feudatari, i Da Camino, che avevano ricevuto in beneficio il territorio dal Vescovo di Ceneda. I Da Camino avevano saputo abilmente sfruttare l'immunità loro concessa attuando una politica di larga autonomia rispetto a Ceneda, dominata dalla severa figura del vescovo-conte. Menzionati anche dal sommo poeta Dante Alighieri, che ricorda come presso la corte dei Da Camino "solea valore e cortesia trovarsi", i Caminesi (per essere più precisi quelli del ramo superiore) erano stati in grado di imporsi sulle altre ricche famiglie della zona, tenendo il potere fino al 1335. Due anni dopo questa data, il vescovo di Ceneda affidò l'investitura del feudo di Serravalle ai Procuratori di San Marco, legando la sorte di questa località a quella di Venezia, che in tal modo acquistò il suo primo possesso in terraferma (possesso che mantenne fino alla sua caduta nel 1797). Sotto il governo della Serenissima Repubblica Serravalle divenne centro ricco di traffici e di attività artigianali: lungo il corso del Meschio sorsero inoltre officine e laboratori d'armi e di panni di lana (l'attenzione al settore tessile si è mantenuta viva fino ai nostri giorni). Fu inoltre luogo di vendita di sale e sede di fondachi, cioè di quei magazzini nei quali si conservava o si scambiava la merce. Il periodo rinascimentale Nel '400 e nel '500 Serravalle diventò ancora più splendida con case, palazzi (è di questo periodo la magnifica Loggia della Comunità, dal 1938 sede del Museo del Cenedese) e giardini; la piazza Flaminio venne lastricata con pietre dell'Istria. Nel 1521 la città subì una rovinosa alluvione da parte del fiume Meschio, ma presto la città fu in grado di riprendersi dalla calamità, rendendo oltremodo armonioso ed elegante il suo aspetto. Durante questo lungo periodo Ceneda, frammentata secondo l'impronta che le avevano dato i dominatori longobardi, venne invasa e distrutta dagli Ungari, ma si andò ricostruendo sotto il Castello di San Martino, conservando gli agglomerati urbani sparsi che coincidono grossomodo con gli attuali quartieri di Salsa, Meschio, San Giacomo. Pur restando, nei secoli, una contea vescovile, essa gareggiò in splendore con la Serenissima, modernizzando in forme quattrocentesche il Castello di San Martino e chiamando uno dei maggiori architetti veneziani dell'epoca, Jacopo Sansovino, ad edificare la Loggia Cenedese. L’età contemporanea L'età contemporanea, inaugurata dalla Rivoluzione francese e dalla straordinaria vicenda di Napoleone, vide unite Serravalle e Ceneda alla Repubblica Cisalpina, anche se per pochi mesi, dato che dopo il trattato di Campoformio (1797), che aveva travolto le illusioni di molti nostri compatrioti, esse vennero, con il Veneto, cedute all'Austria. E con alterne vicende, l'Austria dominerà la città, anzi i due comuni ancora distinti di Ceneda e Serravalle, fino al 27 settembre 1866. Sotto questa potenza Ceneda perderà i suoi secolari

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privilegi, diventando un semplice distretto della provincia di Treviso. Nello stesso tempo però la strada Alemagna, costruita tra il 1817 e il 1830, permetterà di collegare la città al resto della regione e ai paesi d'Oltralpe in modo più veloce. La gloria di Vittorio Veneto è legata soprattutto alla vittoriosa battaglia del 1918, in seguito alla quale si concluse, sul fronte italiano, il primo conflitto mondiale e alla valorosa resistenza prestata durante la seconda Guerra mondiale, che le fece meritare una Medaglia d'oro al Valor Militare. Durante queste innumerevoli vicende storiche, la città oltre che abbellirsi con opere d'arte e splendidi monumenti architettonici, diede i natali a personaggi illustri come Guido Casoni (poeta, scrittore, giureconsulto vissuto tra il XVI e il XVII secolo), Marcantonio Flaminio (umanista della prima metà del '500, amico di letterati e papi) e, nel secolo XVIII, a Lorenzo da Ponte (celebre librettista di Mozart).

5.1 Il patrimonio architettonico

Quanto al ricco patrimonio architettonico del Comune, ai fini del presente piano, vengono riportate alcune foto scattate appositamente in notturna di alcuni tra i siti e gli edifici di maggior pregio per il loro alto valore artistico, religioso e storico della città, senza alcuna pretesa di esaustività. Ci si è limitati a riportare due emergenze architettoniche rappresentate da Piazza Flaminio e dagli edifici che al circondano, cuore del centro storico di Serravalle ed il castello di San Martino a Ceneda, nonché senza pretese di esaustività alcune delle principali chiese del territorio comunale, che attorniate il più delle volte da piazze, sono luoghi di incontro, che, per la maggior parte già illuminate, appaiono meritevoli per la gran parte di una riprogettazione e rivalutazione in termini di illuminazione architettonica e scenografica nel rispetto della L.R. 17/2009.

Vista del Castello di San Martino dall’arco di via Brevia

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Foto al crepuscolo dal Colle San Paolo: In primo piano,il Castello di San Martino

Foto del Museo del Cenedese e Palazzo Todesco a Serravalle

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Piazza Flaminio di notte con il Museo del Cenedese e Palazzo Todesco

La Chiesa di Santa Maria Nova (1755) ovvero il Duomo di Serravalle

Le fondazioni di questa chiesa poggiano su antichissime e grandi arcate di pietra e cotto. Il soffitto fu decorato ad affresco dal veneziano Antonio Canal

detto il Canaletto (1743 - 1825).

Vi è conservato un capolavoro di Tiziano Vecellio (1490 - 1576), una pala del 1547 rappresentante la "Madonna tra Sant'Andrea e San Pietro".

Sono di interesse anche le due tele di Francesco da Milano poste ai lati del

presbiterio, e la pala dell'altare di Santa Augusta di Rubens. Pregevole l’organo Callido.

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Piazza Giovanni Paolo I con Chiesa di Santa Maria Assunta (652 – 1772

ovvero il Duomo di Ceneda

Nel 1199 la chiesa venne rasa al suolo dai Trevisani i quali ne

trafugarono le spoglie di San Tiziano. In seguito venne riedificata in forma basilicale con pianta a croce latina a tre navate.

Deterioratasi e divenuta pericolante, venne demolita e successivamente ricostruita nel 1772 così come la vediamo oggi. Da ammirare le tavole raffiguranti la storia di San Tiziano, opera

giovanile di Pomponio Amalteo (1505 - 1588); affreschi e statue di autori contemporanei quali Alessandro Pomi, Pino Casarini e

Silvio Rossetto.

Domina la piazza antistante una caratteristica fontana cinquecentesca (1565) mirabilmente ricavata da un unico blocco

di pietra e perfettamente conservata.

Chiesa di S. Andrea di Bigonzo (1921)

Situata a sud-ovest del borgo medievale di Serravalle, sul luogo di confluenza di due vie romane (da qui verrebbe il toponimo "viarum bis-junctio"), fu consacrata il 7 luglio 1303 dal Patriarca di Grado, Egidio. Costruita in stile romanico ad un'unica navata, presenta all'interno una mirabile decorazione composta da oltre venticinque affreschi di artisti locali tra i quali anche Francesco Da Milano (1480 - 1548). Ricordiamo l'edicola destra della facciata, che fa pendant con quella di sinistra, ospitante l'arca sepolcrale di Nicolò Casoni, uno dei più noti giuristi serravallesi; quest'ultima è stata fatta costruire dai suoi familiari nel 1510.

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Interno della Chiesa di Sant’Andrea Monumento all’Alpino sito nell’area verde adiacente la

chiesa

Facente parte di un complesso monumentale cistercense dotato di un bel chiostro, conserva all'interno pregevoli opere pittoriche. Vi troviamo infatti una pala datata 1502 di Jacopo da Valenza, le ante di un organo Callido dismesso, dipinte da Frigimelica il Vecchio, il "Battesimo di Cristo" di Francesco da Milano (1480 - 1548), il ciclo di affreschi della Cappella Galletti.

Chiesa di San Giovanni Battista (1357)

Situata nella parte nord di Serravalle, in prossimità del fiume Meschio, conserva il trecentesco monumento funebre a Rizzardo VI Da Camino, ultimo dei Da Camino di Sopra, signori di Serravalle. Si tratta di una pregevole arca lapidea con bassorilievi in stile gotico (1336), sorretta da quattro guerrieri oranti in pietra, opera forse di Filippo De Sanctis. Pregevole l’organo De Lorenzi.

Chiesa di Santa Giustina (1226)

Posta adiacente alla Porta di San Lorenzo (Torre dell'Orologio), si tratta di una costruzione medievale in stile gotico ad una sola navata, innalzata dalla Confraternita dei Battuti, flagellanti con fini religiosi autopenitenziali ed assistenziali. Contiene un pregevole ciclo di affreschi con episodi della vita di San Lorenzo e San Marco attribuiti da alcuni a Vitulino e Bernardo da Serravalle, da altri a Jacobello Del Fiore o a Nicolò di Pietro.

Chiesa di San Lorenzo dei Battuti (1430 circa)

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Durante i lavori di pavimentazione effettuati nel 1956 nell'attuale chiesa, sono stati rinvenuti i resti della primitiva cappella risalente al X sec.. La prima attestazione della chiesa riguarda, invece, un beneficio del 1397, mentre le prime notizie sulla scuola di San Silvestro si hanno solo a partire dal 5 maggio 1459. Per quanto riguarda le decorazioni interne, nel luglio 1502 la zona presbiteriale, l'arco trionfale ed il fregio dell'aula vennero decorati ad affresco dal pittore di origine cadorina Antonio Rosso. La chiesa ospita, inoltre, una magnifica pala di Francesco da Milano (1480 - 1548) raffigurante San Silvestro Papa tra Vescovi e Cardinali.

Chiesa di San Silvestro a Costa

Restaurata così come la vediamo oggi nel 1868, essa ospita una pala di straordinaria bellezza, opera su legno del bergamasco Andrea Previtali (1471 - 1528) allievo del Giambellino. Quest'ultima rappresenta una soave Annunciazione a Maria con l'Angelo che porge un giglio. Dalla bifora centrale si scorge un mirabile paesaggio collinare.

Chiesa di Santa Maria di Meschio (1573)

Dedicato alla vergine e martire serravallese del V sec. d.C., è situato a 350 metri sul livello del mare all'interno dell'antica fortezza romano - barbarica del Marcantone. All'interno possiamo ammirare il pregevole bassorilievo in stile gotico che abbellisce l'arca contenente le spoglie della Santa, interessanti opere cinquecentesche di scuola tizianesca attribuite al serravallese Gasperino Sanfiori, affreschi di ottima fattura forse di G. A. Da Meschio. La devozione popolare a sempre attribuito a Santa Augusta interventi miracolosi quali liberazioni dal mal di testa e dal mal di schiena. Si accede al Santuario grazie ad una scalinata monumentale percorribile in 20 minuti circa. Lungo tale strada troviamo le sette cappelle fatte costruire nel 1630 da altrettante famiglie serravallesi in occasione del voto solenne fatto dalla Comunità per essere liberata dalla terribile pestilenza. Dal Santuario è possibile ammirare un meraviglioso panorama che dalla città giunge fino al mare.

Santuario di Santa Augusta (1450)

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5.2 I centri storici

Ai fini di una corretta pianificazione di valorizzazione illuminotecnica, appare infine utile ricordare i numerosi centri storici3 individuati sul territorio comunale:

NOME NOME

Borghel (Borghetto) Fornaci di calce B.go Carpesica (Carpesica) Longhere Botteon Manzana Caloniche Olarigo Ceneda Peris Collesei Piccin Costa Rindola Cozzuolo S. Giacomo di Veglia Fadalto (Cima) S. Guse Fadalto Basso S. Lorenzo Formeniga Savassa Serravalle Valcalda Vendran Vizza

Il centro storico di Serravalle (Fonte: Atlante dei centriStorici del veneto)

3 Gli "Atlanti dei Centri Storici" sono stati redatti dalla Regione ai sensi della L.R. 31.05.1980, n. 80 e pubblicati negli anni ‘80 con riferimento a ciascuna delle Province del Veneto. Essi documentano e descrivono, mediante apposite cartografie, la perimetrazione dei centri storici dei Comuni della Regione, costituendo strumento utile ad orientare le scelte di politica territoriale delle Amministrazioni interessate.

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6. I vincoli e la pianificazione territoriale

Il comma 2 dell’art. 8 “Disposizioni in materia di osservatori astronomici” della L.R. n. 17/0209 così recita: “Ai fini di tutela dall'inquinamento luminoso si considerano siti di osservazione le aree naturali protette che interessano il territorio regionale”. Al riguardo, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) in vigore individua sul territorio della provincia di Treviso un sistema interconnesso e polivalente di ecosistemi, caratterizzati dalla presenza di popolazioni vegetali o animali che prende il nome di “rete ecologica”. Tale rete è costituita da una serie di componenti, ciascuna con caratteristiche specifiche. Le aree nucleo, dette anche “core area”, sono aree centrali dove nel tempo devono essere mantenute le specie-guida delle popolazioni. In tale tipologia di aree ricadono i Siti di interesse comunitario (SIC), le Zone di protezione speciale (ZPS), le Important bird areas (IBA), i biotopi e le aree naturali protette ai sensi della L. 394/1991. Vi sono poi aree di connessione, che comprendono le aree di completamento delle aree nucleo e le “buffer zone”, ossia delle fasce tampone necessarie per ridurre i fattori di minaccia alle aree nucleo e ai corridoi ecologici. I corridoi, a loro volta, sono delle fasce mirate a consentire lo scambio di individui tra le aree nucleo, così da ridurre il rischio di estinzione delle singole popolazioni locali; i corridoi possono essere principali, quando costituiti da rami più compatti, che generalmente si diramano da nord a sud e che possono connettersi anche con le reti delle province attigue, o secondari, quando costituiti da fasce più o meno estese che collegano trasversalmente i rami della rete principale. Vi sono inoltre le “stepping zone”, ossia delle isole ad elevata naturalità, tra le quali il PTCP individua anche i parchi delle ville che integrano la catena di naturalità.

6.1 La rete ecologica all'interno del Comune

Come evidenziato dal PTCP della Provincia di Treviso, gran parte del territorio comunale si colloca all'interno di aree nucleo, aree di connessione naturalistica e fasce tampone, assumendo quindi un ruolo strategico nella migrazione e lo spostamento delle specie.

La rete ecologica nel territorio di Vittorio Veneto (Fonte: PTCP Provincia di treviso)

Si riporta di seguito una descrizione sintetica delle aree SIC e ZPS (aree nucleo) presenti all'interno dei confini comunali:

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Localizzazione dei SIC e delle ZPS all’interno del territorio comunale

Il SIC “Foresta del Cansiglio” rimane al di fuori del territorio comunale di Vittorio Veneto, anche se confinante. SIC IT3240032 “Fiume Meschio” Il sito appartiene alla regione biogeografica continentale ed è un tratto di corso di risorgiva con ampie fasce di vegetazione di cinta, rive con copertura arborea arbustiva e praterie umide o marcita. Il fattore ecologico che lo caratterizza è il suo regime idraulico che prevede l’alternarsi di periodi di piena e di magra, dovuti alla variazione delle condizioni climatiche e ai prelievi dal corso d’acqua per scopi antropici (produzione energia, agricoltura). Da segnalare, tra le specie ittiche, la presenza della Lampreda padana (Lethenteron zanandreai), specie presente nell'allegato II della direttiva 92/43/CEE. Tra le minacce per la conservazione del sito vengono annoverati i cambiamenti dell'idrodinamica del fiume e dell'assetto agricolo circostante.

SIC IT3240032 “Fiume Meschio”

SIC IT3230005 “Perdonanze e corso

del Monticano”

SIC IT3230025 “Gruppo del Visentin: M. Faghera –

M. Cor

ZPS IT3240024 “Dorsale Prealpina tra

valdobbiadene e Serravalle”

SIC/ZPS IT3230077 Foresta del Cansiglio

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SIC IT3230005 “Perdonanze e corso del Monticano” Il sito appartiene alla regione biogeografica continentale e presenta un ambiente forestale molto degradato con estesi castagneti. Tra le specie di uccelli elencate nell'allegato I della direttiva 79/409/CEE troviamo Lanius collurio e Alcedo atthis. Altri uccelli presenti nel sito sono Asio otus, Columba palumbus e Picus viridis. Da segnalare, tra i pesci, la presenza della Lampreda padana (Lethenteron zanandreai), specie presente nell'allegato II della direttiva 92/43/CEE. Gli invertrebati annoverano la presenza di Lucanus cervus ed Austropotamobius pallipes (allegato II direttiva 92/42/CEE). Il sito è minacciato dalla presenza di insediamenti abitativi e dall'antropizzazione in generale. SIC IT3230025 “Gruppo del Visentin: M. Faverghera – M. Cor” Il sito appartiene alla regione alpina ed è costituito da praterie calcaree con fenomeni carsici, crinali erbosi, depressioni torbose e cesbuglieti subalpini, che si alternano formando un mosaico di habitat importantissimo per la preservazione della biodiversità. Tra le specie di uccelli elencate nell'allegato I della direttiva 79/409/CEE troviamoTetrao tetrix tetrix, Bubo bubo, Aquila chrysaetos, Aegolius funereus, Dryocopus martius, Dryocopus martius, Alectoris graeca saxatilis, Bonasa bonasia, Circus cyaneus, Charadrius morinellus, Pernis apivorus, Lanius collurio, Milvus migrans. Tra gli anfibi presenti nell' allegato II della Direttiva 92/43/CEE troviamo Bombina variegata e tra i pesci Barbus plebejus. Le principali minacce al sito sono esclusivamente legate alla pressione antropica: escursionismo, eccessivo calpestio e danneggiamento della cotica erbosa con conseguente erosione, insediamenti turistici e residenziali. ZPS IT3240024 “Dorsale Prealpina tra Valdobbiadene e Serravalle” Il Sito appartiene alla regione biogeografica alpina e si estende su una superficie pari a 11.622 ha, comprendendo l’intera area del Sito di Importanza Comunitaria “Gruppo del Visentin: M. Faverghera – M.Cor”. Tra le specie di uccelli elencate nell'allegato I della direttiva 79/409/CEE troviamo Aegolius funereus, Tetrao tetrix tetrix, Dryocopus martius, Glaucidium passerinum, Tetrao urogallus Emberiza hortulana, Circaetus gallicus, Charadrius morinellus, Luscinia svecica, Milvus milvus, Gyps fulvus, Falco peregrinus, Pernis apivorus, Alectoris graeca saxatilis, Bubo bubo, Milvus migrans, Circus cyaneus, Lanius collurio, Aquila chrysaetos, Caprimulgus europaeus, Bonasa bonasia. Tra gli anfibi presenti nell' allegato II della Direttiva 92/43/CEE troviamo Bombina variegata e tra gli invertebrati Lucanus Cervus. Tra le principali minacce per i siti troviamo la costruzione di strade di penetrazione ed in generale la progressiva ma localizzata antropizzazione e quindi l’illuminazione che può alterare gli habitat suddetti.

6.2 Il paesaggio

Come sottolineato dalla Convenzione Europea del Paesaggio del Consiglio d’Europa (CEP) (AA.VV. 2000), il paesaggio svolge un’importante funzione di interesse generale in ambito culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce, a sua volta, un importante fattore di qualità della vita e del benessere individuale e collettivo. Nell’ambito di politiche di azione e conservazione del paesaggio risulta necessario definire strategie per la partecipazione attiva alla tutela ed alla gestione del paesaggio, tra cui:

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riconoscere identità ed appartenenze al paesaggio

comprendere e recepire il valore del paesaggio

evidenziare le possibili alternative allo sfruttamento irreversibile del territorio

Conservare l’autenticità del paesaggio non significa mantenerlo intatto, poiché esso è di per sé qualcosa di dinamico, capace di assimilare ed integrare nel tempo le modificazioni naturali ed antropiche. Quando le modifiche ad opera dell’uomo sono troppo repentine o di forte impatto, si assiste però ad una distruzione di qualsiasi identità paesaggistica, che porta ad una perdita dell’identità di territorio, a seguito di fenomeni quali l’urbanizzazione diffusa e l’intensivizzazione delle pratiche agricole. Nel contempo si assiste da tempo all’abbandono delle pratiche zootecniche ed agricole nelle aree di collina e montagna di tutta l’area mediterranea, in particolar modo Alpi ed Appennini (Bettoni 1992). Ciò comporto il ritorno spontaneo del bosco e di cespuglieti con conseguenze sensibili sulla qualità paesaggistica, sulla sicurezza del territorio e sulla biodiversità (Baracchini 2007, Peroni et al. 2000).

Estratto del PTCP di Treviso per il territorio comunale di Vittorio Veneto

Per il territorio comunale di Vittorio Veneto sono stati individuate le seguenti Unità di Paesaggio:

M3

P11

C4

C5

M2

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UdP Tipo di Paesaggio

Criticità carico antropico

Tipo di urbanizzato

Stabilità della matrice

Frammentazione dovuta alle strade

M3 rurale produttivo nulla Contenuto, con minima tendenza alla diffusione

alta Bassa

M2 Rurale produttivo

nulla contenuto alta Media

C4 Rurale produttivo

Bassa Diffuso a nuclei

Medio bassa media

C5 Rurale povero Media Diffuso con tendenza allo sprawl elevata

Medio bassa Medio alta

P11 suburbano rurale

nulla Molto diffuso con standard abitativi e sussidiari elevati

Bassa, in trasformazione a causa dello sprawl

alta

Unità di paesaggio nel territorio comunale di Vittorio Veneto (Fonte: PTCP Treviso)

Tra le aree soggette a tutela paesaggistica troviamo:

l’area del centro storico di Vittorio Veneto, Serravalle e i versanti della destra orografica sopra gli abitati suddetti (D.M. 19 maggio 1965) (vedi immagine sottostante);

Area sottoposta a tutela paesaggistica (D.M. 19 maggio 1965)

corsi d’acqua (ex L. 431/85, art. 1, lettera c) ed ex D.Lgs. 490/99, art. 146, lettera c, ora art. 142, comma 1, lett. c) del D.Lgs. 42/2004): Fiume Monticano, Torrente Cervano, Ruio di Confin, Rio Monte Stella, Rio Montagnana, Servada, Rio Cervadellla, Ghebo, Fossa di San Pietro o Fossatella, Mellar, Torrente Cervada, Rio Cervadel, Valle Rivelughu, Torrente Monticanello o Torrente Cannello, Valle del Mar, Fiume del Meschio, Valle San Michele, Torrente Sora o Longhere o Pavei, Torrente Zuccat o Landro o Valle Storta, Rio e Sorgenti Savassa, Valle di Grassi o Valle Grassa, Val Colon, Lago di Negrisiola, Sorgenti di Negrisiola, Torrente Battirame, Lago del Restello o di Nove, Sorgenti, Rio e Laghetti Lagussel, Lago Morto, Torrente Costa (Il Vallon), Torrente Borghel, Rio di Pradal, Val Calda, Val Scura;

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territori contermini ai laghi (ex L. 431/85, art. 1, lettera b ed ex D.Lgs. 490/99, art. 146, lettera b) ora art. 142, comma 1, lett. b) del D.Lgs. 42/2004): lago Morto, lago del Restello, Lago di Negrisiola

territori oltre i 1600 m s.l.m.m. (art. 146, comma 1, lettera b) ora art. 142 lett. d) del D.Lgs. 42/2004): zona sommitale compresa tra il Col Visentin e il Col Toront.

Da segnalare inoltre il “Progetto guida del parco naturale e costruito del fiume Meschio” nel quale si individua l’ambito fluviale del fiume Meschio (asta localizzata principalmente nell’area urbana e periurbana) come area di riqualificazione e valorizzazione. Il progetto individua le seguenti aree da valorizzare: Lago di Negrisiola, Sorgenti del Meschio, Marcite di Savassa Bassa, Alto corso del Meschio, Tratto urbano del Meschio, Aree pubbliche adiacenti al corso del Meschio, Tratto di Pianura del Meschio, Marcite di S. Giacomo di Veglia.

Tratto del Meschio lungo Serravalle

Tratto del Meschio dal ponte sul Viale del Cansiglio a Vittorio Veneto

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7. Parametri di influenza sull’illuminazione

Appare ora significativo esaminare quali possano essere i parametri locali che maggiormente influiscono sull’illuminazione. Il primo fattore che influenza in modo determinante l’illuminazione (specie quella maggiormente diffusa, ovvero l’illuminazione stradale) di un territorio sono le sue vie di comunicazione ed in particolare quelle stradali.

7.1 Le principali arterie di comunicazione

Il territorio del Comune di Vittorio Veneto rappresenta un “luogo di passaggio” tra la pianura e le prealpi. È attraversato dalla autostrada A27 (con tre caselli autostradali) per tutta la sua lunghezza, come pure dalla parallela S.S. n. 51 “d’Alemagna” e dalla linea ferroviaria Venezia-Calalzo.

Mappa stradale della regione Veneto: si nota l’attraversamento della A27 da sud a nord del territorio

del Comune di Vittorio Veneto, “cerniera” tra la pianura veneta e le Dolomiti

Più vicino a Belluno (20,7 km) che al capoluogo di provincia Treviso (33, 8 km), il territorio è accessibile dalla pianura a sud dalla suddetta S.S. n. 51 d’Alemagna, con innesto a confine con i vicini Comuni di Conegliano e Colle Umberto alla Zona Industriale, nonché dalla S.P. n. 71 di Ponte della Muda. Sempre da sud attraverso le colline che lo separano del vicino comune di Conegliano, è raggiungibile attraverso la S.P. n. 103 del Monticanello, mentre da ovest (comune di Tarzo) dalla S.P. n. 86 delle Mire e dalla S.P. n. 152 “dei Colli settentrionali”. Sempre da ovest è collegato ai comuni della Vallata (Revine-Lago, Cison di Valmareno, Follina) dalla S.P. n. 35 della Vallata. A est è collegato al vicino comune di Fregona attraverso al S.S. n. 422 dell’Altopiano del Cansiglio e la S.P. n. 151 Pedemontana del Cansiglio. Il traffico di Vittorio Veneto, tenuto che la maggior parte del flusso di transito (dai monti alla pianura) è sopportato dall’autostrada, è piuttosto ridotto ed esclusivamente limitato ad un

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traffico locale asservito alla città, ai suoi quartieri, alle sue frazioni e ai comuni limitrofi, ai suoi bisogni civili ed industriali. Questo si traduce necessariamente in livelli di illuminazione inferiori rispetto a quelli propri a città caratterizzate da flussi di traffico maggiori, cui si dovrà tener conto nella progettazione e/o riprogettazione dell’illuminazione stradale.

Mappa stradale del Comune di Vittorio Veneto: principali arterie stradali

Il sistema delle infrastrutture è sostanzialmente caratterizzato da quattro grandi sottosistemi:

la grande viabilità di attraversamento del territorio comunale;

la rete urbana di collegamento tra le frazioni;

il reticolo delle strade residenziali interne;

la viabilità ciclo-pedonale.

Si riporta di seguito la mappa della viabilità del territorio vittoriese tratta dal Piano Urbano del Traffico del 1995:

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Variante di sintesi del PRG: schema del piano comunale per la circolazione (1995)

Il territorio è percorso in senso nord-sud da un network viario piuttosto consistente, infatti sulla stessa direttrice troviamo l'autostrada A27 Venezia – Pian di Vedoia, la linea ferroviaria Venezia–Calalzo e la strada Statale di Alemagna. Quest'ultima taglia longitudinalmente il comune ed è quindi utilizzata ordinariamente anche per l'attraversamento della città sia dai residenti che da veicoli provenienti da fuori città. Si riporta uno stralcio della carta del PTCP di Treviso riguardo la rete infrastrutturale esistente e di progetto all’interno del territorio comunale:

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Sistema della mobilità (Fonte: PTCP Treviso)

Il Piano del Traffico del 1995 individuò una serie di strategie (parte delle quali attuati negli ultimi anni) riguardo la mobilità del Vittoriese; si riporta di seguito la tabella riassuntiva dei principali obiettivi e strategie perseguite:

CRITICITÀ' OBIETTIVI STRATEGIE

TRASPORTO PUBBLICO

Rendere il servizio più appetibile,

aumentare l'utenza.

Razionalizzazione dei servizi e

contenimento dei costi. Sistema

del rendez-vous urbano, cadenza

almeno oraria, aumento frequenza

treni, realizzazione nuova stazione

ferroviaria.

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CRITICITÀ' OBIETTIVI STRATEGIE

AREA CENTRALE

Miglioramento dell'immagine urbana.

Mantenimento degli attuali livelli di

accessibilità e miglioramento dell'offerta

di sosta per residenti e operatori.

Miglioramento degli standard dei

percorsi pedonali.

Cooperazione tra le diverse strade,

riequilibrio tra le diverse funzioni urbane.

Miglioramento dell'accessibilità pedonale

ed eliminazione delle barriere

architettoniche.

USO DELLE DUE RUOTE

Aumento dell'uso della bicicletta.

Diminuzione dei tassi di incidentalità

che coinvolgono le due ruote.

Creazione di un ambiente favorevole

all'uso della bicicletta.

ZONE RESIDENZIALI

Eliminazione degli itinerari

impropri di attraversamento

Eliminazione dell'incidentalità

grave.

Riconoscimento della peculiarità di tali

ambiti e loro trattamento differenziato.

SERRAVALLE

Minore caratterizzazione "stradale"

dell'attraversamento sia nella situazione

attuale che nello scenario di by-pass

realizzato. Miglioramento delle

condizioni di sosta per residenti e

operatori.

Riorganizzazione del sistema della

circolazione veicolare e della sosta per

il recupero di spazi urbani pregiati.

Ipotesi di soluzioni infrastrutturali per la

sosta.

Miglioramento dell'accessibilità

pedonale ed eliminazione delle barriere

architettoniche.

CENEDA Continuità e leggibilità della viabilità

interna. Migliore connessione con le

altre parti della città.

Miglioramento dell'accessibilità

veicolare, mediante il recupero degli

itinerari storici.

Miglioramento dell'accessibilità

pedonale ed eliminazione delle barriere

architettoniche.

SAN GIACOMO

Riequilibrio delle funzioni urbane.

Alleggerimento dell'inquinamento.

Aumento della sicurezza

Miglioramento e recupero degli spazi

urbani sottratti dal traffico.

Miglioramento dell'accessibilità

pedonale ed eliminazione delle barriere

architettoniche.

VIA DEL LAVORO VIA DALMAZIA

VIA CAL DE LIVERA

Mitigazione dell'impatto del

traffico, soprattutto di quello

pesante. Alleggerimento

dell'inquinamento. Aumento della

sicurezza

Moderazione del traffico.

AUTOSTRADA Aumento dell'uso da parte del traffico

di attraversamento. Miglioramento

delle connessioni con la città.

Incremento di uso dell'autostrada.

TRAFFICO DOMENICALE

Eliminazione del traffico

"parassita". Riordino e governo del

traffico

"utile".

Adozione di sistemi di protezione del

centro storico dal traffico di

attraversamento.

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La provincia di Treviso infine ha redatto nel 2006 un piano denominato: “Proposte di mobilità per aree industriali e commerciali nel territorio trevigiano” all’interno del quale è stata posta sotto osservazione il polo industriale di Conegliano-Vittorio Veneto”.

Area presa in esame dal Piano del 2006

L’osservazione dell’accessibilità dell’area ha evidenziato l’insufficienza, sia per portata, sia per sicurezza della viabilità esterna dell’area, mentre il sistema viario interno non presenta particolari problemi, in quanto adeguatamente progettato anche per il transito dei veicoli pesanti attraverso la realizzazione di ampie strade regolate da rotatorie. Come già evidenziato da altri studi, la criticità riguarda soprattutto il collegamento della viabilità interna con quella esterna, in modo particolare a quella autostradale.

L’utilizzo di percorsi ciclopedonabili, oltre a ridurre il traffico veicolare (con conseguente diminuzione dell’inquinamento atmosferico), consente di migliorare la mobilità generale della città e delle aree contermini; inoltre sono fonte di attrazione turistica ed occasione di socializzazione e svago per gli abitanti del comune. Il territorio provinciale è dotato di circa 586 chilometri di piste ciclabili (dato del 2009). L’incremento rispetto alla consistenza del 2005 è stato di oltre il 60%, numeri che dimostrano una chiara scelta strategica sviluppata a livello provinciale e attuata su scala locale senza eccezioni. All’anno 2009 sono stati calcolati, nell’ambito del comune di Vittorio Veneto 12.633 m di percorsi ciclopedonabili.

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Percorsi ciclabili nel territorio comunale di Vittorio Veneto (Fonte: SIT Treviso)

Di notevole interesse è la pista ciclabile lungo il fiume Meschio, partendo da Serravalle si snoda per circa cinque chilometri lungo il fiume Meschio, arrivando sino all'estremità opposta della città. L'occasione è quella di godere della vista di un paesaggio dove natura e storia vanno di pari passo: infatti sin da epoche remote il fiume Meschio è stato di vitale importanza per la città e lungo le sue rive sono sorte delle vere e proprie officine artigianali di cui ancor oggi si possono ammirare alcuni resti. Nel tratto tra via Virgilio e via Pontavai la pista ciclabile è dotata di impianto di illuminazione realizzato secondo le prescrizioni della competente Commissione Edilizia Integrata.

Pista ciclabile lungo il Meschio

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Nel 2007 è stato inoltre inaugurato il Progetto “Visitando Vittorio Veneto” (in occasione di un Bando Regionale denominato "Programma Comunale di intervento per la valorizzazione e la rivitalizzazione del centro storico di cui all’art. 10, comma 1, lett. c), D.Lgs. 114/1998) che riconosce la validità di proposte strategiche per i centri urbani condivise in concreto tra Pubbliche Amministrazioni ed attori "terzi". Esso individua tre tipi di percorso, legati a tre temi differenti: Percorso dei tre centri – percorso storico e monumentale Il percorso racconta la città dal suo interno, mettendo in evidenza ciò che è stato "nella" città. Si compone di fatti monumentali legati alla forte presenza ecclesiastica (chiese e monasteri), alla ricchezza museale (collezioni di pittura, musei,…) e alle attività pubbliche e private (fontane monumentali, piazze, palazzi cittadini). Il colore che lo individua è il rosso. Percorso dei margini – percorso storico ed infrastrutturale Questo percorso racconta la città dall’esterno, ai bordi della città costruita, lì dove Vittorio Veneto ha mosso i suoi primi passi andando ad insediare le infrastrutture vetero-industriali (la ferrovia, lo stabilimento bacologico, la galleria antiaerea, la torre piezometrica, le vecchie mulattiere, i 12 ponti, area Italcementi a Serravalle,…). A tal fine, è stato realizzato il"By-Pass S. Gottardo", costituito da un tracciato integrato nelle curve di livello del piede della collina, dotato di illuminazione pubblica, sulla quale emerge l’omonima chiesetta. Il colore che lo individua è l’arancione. Percorso del Verde – percorso ambientale Il percorso si svolge lungo la direttrice nord-sud definita dal fiume Meschio. Tale percorso esiste oggi quasi per intero ma non appare integrato ad una visione turistica generale. Il colore che lo individua è il verde.

Percorsi di “Visitando Vittorio Veneto”

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7.2 Il clima

Un secondo elemento che si ritiene possa influenzare l’illuminazione di un territorio influenza è dato dal clima del territorio stesso. Nel complesso il clima del territorio comunale risulta, di fatto, abbastanza vario in quanto risente delle differenze soprattutto di esposizione dei versanti. In ogni caso si tratta di un clima di transizione tra quello marittimo e quello continentale, tipico del distretto climatico esalpico. Infatti gli inverni sono piuttosto miti, le estati calde, le escursioni termiche non accentuate e le primavere precoci. Salendo nelle quote più elevate le temperature diminuiscono in modo molto modesto, in quanto l’esposizione prevalente (pur nella variabilità delle situazioni) è verso sud, i versanti sono mediamente inclinati e sono coperti dai venti del Nord dalle retrostanti catene montuose. Le precipitazioni sono piuttosto abbondanti (mediamente 1.200-1400 mm annui), con i classici “picchi” primaverili ed autunnali, ma con l’assenza di marcati periodi secchi. Una classificazione razionale e coerente del clima è stata elaborata dal prof. Antonio De Nardi (1988), considerando i dati di temperatura e precipitazione nel trentennio 1931-1961 rilevati nella stazione metereologica del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto. La classificazione si basa sul sistema climatico del Köppen (Geiger 1954), uno dei più seguiti ed anche il più semplice rispetto ad altri più recenti ed elaborati. La formula prende in considerazione la temperatura, le precipitazioni e il loro regime annuo della stazione sopracitata, definendo il clima di Vittorio Veneto come mesotermico (temperato) umido di transizione verso il tipo mediterraneo dal punto di vista termico e verso il tipo continentale per il regime pluviometrico. E’ evidente, come sopra già accennato, che la variabilità territoriale (dalla pianura alle colline, ai monti) con l’orientamento vallivo principale (Val Lapisina), con le valli minori ad esso parallele o subortogonali, come pure la presenza di parecchie nicchie morfologiche (ad es. Fais) porta senz’altro ad una frammentazione climatica (topoclimi) con diversificazioni anche a brevissima distanza. Gli inverni sono piuttosto miti, le estati calde, le escursioni termiche non accentuate e le primavere precoci. Salendo nelle quote più elevate le temperature diminuiscono in modo molto modesto, in quanto l’esposizione prevalente (pur nella variabilità delle situazioni) è verso sud, i versanti sono mediamente inclinati e sono coperti dai venti del Nord dalle retrostanti catene montuose. Dal solo punto di vista termico, secondo un quadro di sintesi dei vari tipi climatici riconosciuti dal Pinna (1978), il clima di Vittorio Veneto può essere definito “temperato subcontinentale”, essendo la media temperatura annua compresa tra 10° e 14,4°C, la temperatura del mese più freddo tra -1° e +3,0°C e con un’escursione annua superiore a 19°C (tre mesi presentano una temperatura media superiore a 20° C). Le precipitazioni sono piuttosto abbondanti (mediamente 1.200-1400 mm annui), con i classici “picchi” primaverili ed autunnali, ma con l’assenza di marcati periodi secchi. Fondamentale è l’effetto orografico dovuto ai rilievi prealpini e al loro orientamento rispetto alla direzione delle perturbazioni: è indicativo l’incremento delle precipitazioni annue che si nota a partire dalla costa adriatica: Venezia 758 mm, Treviso 998 mm, Conegliano 1167 mm, Vittorio Veneto 1375 mm, Bosco del Cansiglio 1869 mm, Belluno 1254 mm annui. Quanto al numero di giorni con precipitazioni la frequenza media annua è di 125 giorni e comunque con elevata variabilità della precipitazioni sia mensili che annue, con un massimo generalmente in giugno e minimo principale e a gennaio.

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La presenza al suolo di neve durante i periodi invernali può costituire sicuramente un elemento di criticità per la viabilità; tuttavia, durante le fasi notturne, la presenza della neve sulla strada e/o nelle aree circostanti aumenta la luminanza delle stesse favorendo una migliore percezione visiva. A Vittorio Veneto, l’inverno è sempre la stagione della neve con una media molto bassa di 4,5 giorni nevosi pari al 1,2% dei giorni dell’anno. Uno degli elementi di maggiore interferenza nella visione notturna è la nebbia, che può alterare in modo considerevole sia la visione notturna che quella diurna. Sulla base dei dati elaborati sempre da De Nardi, la media annua a Vittorio Veneto è di 11,5 giorni con nebbia (frequenza massima 38 giorni nel 1937 e 1 giorno nel 1944): stante la collocazione geografica, dal confronto con altre stazioni meteorologiche la frequenza risulta abbastanza bassa se confrontata con i 23 giorni di Treviso, gli 87 di Venezia e i 129 di Modena. La frequenza massima si ha nei mesi invernali e l’assenza totale nei mesi estivi; comunque una frequenza bassa, nettamente inferiore alle altre località della pianura padano-veneta. Più frequente è invece il fenomeno della foschia che si presenta in media per 33 giorni. Si riportano di seguito dati maggiormente recenti relativi alle temperature e alle precipitazioni (Fonte: ARPAV) nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2008 rilevate nella stazione metereologica di Vittorio Veneto.

Temperature (medie minime massime mensili) nell’arco temporale 2000-2008 (Fonte: ARPAV)

Precipitazione totale nell’arco temporale 2000-2008 (Fonte: ARPAV)

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Media delle minime 0.25 0.77 4.43 8.32 12.83 16.62 18.10 17.91 13.43 10.27 5.51 1.30

Media delle media 3.16 4.88 8.88 13.07 18.08 22.11 23.51 23.07 18.13 14.06 8.88 4.74

Media delle massime 6.89 9.74 13.64 18.14 23.58 27.66 29.26 28.80 23.74 18.72 13.11 9.00

0

5

10

15

20

25

30

35

Tem

pe

ratu

ra (

°C)

Temperature (2000-2008)

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Serie1 70.03 37.58 89.22 129.07 143.07 123.56 123.16 164.33 153.11 133.49 168.62 91.93

0.00

20.00

40.00

60.00

80.00

100.00

120.00

140.00

160.00

180.00

mm

pio

ggia

Precipitazione totale (2000-2008)

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Giorni piovosi nell’arco temporale 2000-2008 (Fonte: ARPAV)

7.3 L’andamento demografico

Un terzo elemento che si ritiene possa influenzare l’illuminazione di un territorio è dato dall’andamento demografico del territorio stesso: una crescita o decrescita della popolazione, unitamente alla sempre maggior esigenza di sicurezza in senso lato (cui è peraltro intimamente legata l’illuminazione nelle ore notturne) incide in modo significativo sullo sviluppo o meno dell’illuminazione del territorio stesso, come avremo modo di vedere più avanti.

Analizzando l’andamento demografico del Comune di Vittorio Veneto sulla base dei dati dei censimenti, dagli anni sessanta ai giorni nostri, è evidente che al decennio tra il 1963 ed il 1973 di crescita consistente, è succeduto un decennio con andamento altalenante, seguito da un periodo di lenta ma progressiva decrescita.

Popolazione residente nel Comune di Vittorio Veneto nel periodo 1991-2011.

La linea rossa indica il valore medio

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Serie1 5.63 3.78 7.44 10.33 11.89 9.11 10.78 10.22 8.00 8.33 8.44 6.56

0

2

4

6

8

10

12

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Giorni piovosi (2000-2008)

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ti]

Residenti nel Comune di

Vittorio Veneto

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Se alla fine degli anni settanta Vittorio Veneto contava una popolazione di oltre 31.000 unità, la decrescita poi è stata progressiva, per arrivare nel 2011 a 28.890 abitanti. Dopo un lieve incremento demografico registrato nel decennio 1995-2004, negli ultimi anni si sta verificando un trend negativo, che recentemente ha riportato la popolazione al di sotto dei 29.000 abitanti, numero prossimo al valor medio di 29.061 (linea rossa) calcolato nel periodo 1991-2011. E’ interessante comprendere come si suddivide la popolazione sul territorio in funzione dell’età anagrafica.

Andamento distribuzione per fasce di età nell’intero territorio comunale

Questo che sembra essere un particolare di secondaria importanza è infatti un elemento determinante nella valutazione dell’illuminazione: le persone anziane manifestano problemi di peggioramento della vista con l’avanzare dell’età, e l’illuminazione rappresenta per essi un elemento critico. È poi provato che le persone ipovedenti non necessitano di un sostanziale aumento del livello di illuminazione, ma necessitano per una miglior capacità di visione notturna di una riduzione dei fenomeni di abbagliamento.

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Percentuale di over 65enni in provincia di Treviso e nel comune di Vittorio Veneto (Fonte: elaborazione Agenda 21 consulting su dati demo.istat.it)

Come evidenziato dal grafico e dalla figura sopra, l’indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella più giovane (0-14 anni), è di oltre il 200%; di più, in provincia di Treviso, l’area con la percentuale maggiore di anziani è proprio quella di Vittorio Veneto dove lo spopolamento, e, soprattutto il ricambio generazionale, risulta maggiormente sentito. Si rivela così importante avere un’illuminazione con ridotti sbalzi di intensità luminosa e con limitati abbagliamenti.

7.4 L’economia

Merita infine un cenno un ultimo fattore rappresentato dall’economia (attività industriali, artigianali, del commercio, di servizio, …): essa in modo diretto o indiretto porta con sé un’esigenza di maggior illuminazione (si pensi ai centri commerciali). In tal senso anche l’illuminazione, per la sua caratteristica tipologica, come si avrà modo di vedere più avanti, connota, ad esempio, la Zona Industriale di San Giacomo.

La morfologia del territorio comunale, l’andamento demografico, lo sviluppo delle attività industriali ed artigianali, le iniziative relative al turismo hanno influenzato direttamente e indirettamente lo sviluppo dell’illuminazione sul territorio nel corso degli anni; in alcuni casi ne hanno determinato peculiarità e caratteristiche (si pensi ai lampioni “storici” di Serravalle, Ceneda e Piazza Meschio), che come si vedrà più avanti, costituiranno elementi di riferimento per fornire indicazioni utili circa l’introduzione di una illuminazione “attuale”, adeguata allo sviluppo del territorio medesimo.

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8. Cenni storici sulla Pubblica Illuminazione del Comune

L’illuminazione pubblica coincide e si afferma con la crescita delle città dovuta alla rivoluzione industriale; tuttavia gli storici del settore fanno risalire al 1669 il primo esempio fisso d’impianto di pubblica illuminazione. Si dice fosse un impianto costituito da un insieme di lanterne alimentate ad olio installato nella città di Amsterdam per illuminarne le strade. La sua realizzazione ed installazione portò, nei 50 anni successivi, la maggior parte delle città europee a seguirne l’esempio, volendo illuminare le proprie vie e quindi a ricercare e studiare sistemi d’illuminazione dei luoghi pubblici economici e di facile manutenzione. Il ricorso all’energia elettrica per illuminare le strade si ebbe solo con il rapido progredire dell’industria elettrica che consentì nel 1881, in occasione dell’esposizione universale di Parigi, la realizzazione dei primi esempi d’illuminazione elettrica delle aree urbane con l’assegnazione alla capitale francese dell’appellativo di Ville Lumière. La lampada ad arco fu la prima ad essere inventata ed alimentata ad energia elettrica e da allora nacquero la necessità pratica ed il desiderio estetico d’illuminare le strade ed i luoghi pubblici a beneficio e sicurezza dei cittadini. Da questo momento in poi cominciò a prendere forma il concetto di “illuminazione pubblica” e le attività volte al suo sviluppo. Anche la città di Vittorio Veneto probabilmente tra fine ‘800 ed inizi ‘900 cominciò a dotarsi dell’illuminazione elettrica, come testimoniato da foto e cartoline dell’epoca che seguono.

Ceneda, "Comizio popolare cenedese 20 gennaio 1889"

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Serravalle, il vecchio Municipio nei primi anni del 1900

Serravalle, Piazza Flaminio ai primi del 1900

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Serravalle, il vecchio Municipio (inizio '900)

Serravalle, Piazza Flaminio 1920-1930 (F.A.S.T. – foto di Giulio Marino)

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Palazzo Todesco in Piazza Flaminio con sullo sfondo il Museo della Battaglia (da “Immagini di Vittorio Veneto”, 1970)

Via Roma, con sulla sinistra Palazzo Giustiniani Battaglia (da “Immagini di Vittorio Veneto”, 1970)

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Piazza Minucci, 1920 (F.A.S.T. – Foto Archivio Storico della Provincia di Treviso)

Serravalle, Piazza Minucci e colle di S. Antonio, 1939-1940 (F.A.S.T. – Foto Archivio Storico della Provincia di Treviso)

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Chiesa di san Giovanni, primi del 1900

Chiesa di San Giovanni Battista, inizi 1900

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Piazza del Popolo, 1900 con la sede della Banca di S. Liberale cessata nel 1929

L'albergo Cavallino in Viale della Vittoria (demolito nel 1957)

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La banda cittadina di Vittorio Veneto in Piazza del Popolo su automobili e torpedoni intorno al 1925

Veduta di un tratto del Viale della Concordia e dei Giardini pubblici (inizio '900)

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Il Municipio nel 1911

(da ”Saluti e baci da... ieri” - Vecchie cartoline vittoriesi presentate dal Aldo Toffoli)

Viale della Concordia, 1911-1917 (Giulio Marino)

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Viale Concordia, 1923 (cartolina gentilmente concessa dall’arch. Mauro Moreno Rui)

Piazza Vittorio Emanuele II: vista dell’Albergo Vittorio all’inizio del secolo (da ”Saluti e baci da... ieri”

- Vecchie cartoline vittoriesi presentate dal Aldo Toffoli)

Piazza Vittorio Emanuele II: l’Albergo Vittorio ha lasciato posto alla Banca San Liberale (1920 circa)

(da ”Saluti e baci da... ieri” - Vecchie cartoline vittoriesi presentate dal Aldo Toffoli)

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Viale della Concordia (ora Viale della Vittoria) verso il 1915 (da ”Saluti e baci da... ieri” - Vecchie

cartoline vittoriesi presentate dal Aldo Toffoli)

Piazza Vittorio Emanuele II intorno al 1920 (da ”Saluti e baci da... ieri” - Vecchie cartoline vittoriesi

presentate dal Aldo Toffoli)

Vittorio Veneto, Municipio e Piazza - 1920 circa

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Piazza del Popolo

Vittorio Veneto, Piazza del Popolo, post 1934

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Giardini Pubblici 1920-1930

Giardini 1960 (F.A.S.T. – Foto Archivio Storico della Provincia di Treviso)

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Viale della Vittoria: figura ancora la vecchia Pretura demolita nel 1967-68

(da “Immagini di Vittorio Veneto”)

La sede della Banca Cattolica del Veneto (settembre 1966)

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Ceneda, il Seminario Vescovile trasformato in ospedale militare (foto-cartolina del 1917)

Ceneda, fontana in Piazza Duomo 1915-1920 (Giulio Marino) FAST

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Piazza Cattedrale (ora Giovanni Paolo I), 1917-1918 (cartolina stampata a Berlino) (da ”Saluti e baci da.. ieri” - Vecchie cartoline vittoriesi presentate dal Aldo Toffoli)

Via Jacopo Stella, Ditta Paolo Armelini, servizio automobili

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Vittorio Veneto, Piazza Luigi Borro (1925-1930)

Vittorio Veneto, Piazza Luigi Borro (1925-1930)

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Villa Chiggiato nel 1906

Villa Errera nel 1905

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Piazza Fiume a San Giacomo 1920-1940 (F.A.S.T. – Foto Archivio Storico della Provincia di Treviso)

Piazza Fiume (da “Immagini di Vittorio Veneto”)

Via Salsa, 1908 (da 550 “Vedute” - 1886-1914, di A. Pazzaia e W. Menegon, Ed . Zoppelli)

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Inizio di Via Concordia - Salsa, 1913

(da 550 “Vedute” - 1886-1914, di A. Pazzaia e W. Menegon, Ed . Zoppelli)

Via Concordia, 1908 (da 550 “Vedute” - 1886-1914, di A. Pazzaia e W. Menegon, Ed . Zoppelli)

Piazza Flaminio, 1906 (da 550 “Vedute” - 1886-1914, di A. Pazzaia e W. Menegon, Ed . Zoppelli)

Piazza Flaminio, 1910 (da 550 “Vedute” - 1886-1914, di A. Pazzaia e W. Menegon, Ed . Zoppelli)

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via del Fante prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

La vecchia Pretura prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Piazza Flaminio (angolo bar) prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Piazza Flaminio prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

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Viale Cavallotti (ora, Vittorio Emanuele II) prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Lanterna in via Martiri della Libertà (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Foro Boario prima del 1962 (archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Via Martiri della Libertà, all’angolo con Piazza Tiziano Vecelio prima del 1962

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

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Piazza Fontana prima del 1962

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Piazza Cattedrale (ora Piazza Giovanni Paolo, I) intorno al 1960

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Piazza Cattedrale (ora Piazza Giovanni Paolo, I) intorno al 1960

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

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Viale della Vittoria prima del 1962

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Piazza del Popolo prima del 1962

(archivio Ufficio Pubblica Illuminazione)

Il primo documento di interesse per la pubblica illuminazione della città reperito nell’archivio dell’ufficio tecnico comunale è “il progetto di massima per la costruzione dell’impianto di illuminazione pubblica del capoluogo di Vittorio Veneto”, redatto in data 16 dicembre 1959 dall’ing. Emilio da Re per l’importo di £. 110.250.000 onde attingere a finanziamenti ai sensi della Legge 3 agosto 1949 n. 5894. In data 3 agosto 1960 fu redatto il progetto relativo al 1° stralcio dei lavori per l’importo di £. 30.800.000, comprendente tre circuiti, il primo con quadro in Piazza San Giovanni con illuminazione a servizio di via Caprera, via Marconi, via Da Camino e Piazza Fontana, il secondo con quadro in via Da Milano con illuminazione a servizio di via Martiri della Libertà, via Cavour, Piazza Foro Boario e via Petrarca, il terzo con quadro in via Brandolini per l’illuminazione di via Virgilio, via Cavallotti, via Dante e via Brandolini, che tuttavia rimase non finanziato. L’esigenza di tale servizio però si fa pressante e, pur in assenza di finanziamenti, il Comune decide di accendere un mutuo di £.100.000.000: ecco che in data 2 novembre

4 L. 3-8-1949 n. 589 - Provvedimenti per agevolare l'esecuzione di opere pubbliche di interesse degli Enti locali. Pubblicata nella Gazz. Uff. 3 settembre 1949, n. 202. Art. 10. Il Ministro dei lavori pubblici è autorizzato a concedere ai Comuni un contributo costante per trentacinque anni nella misura del 4,50 per cento della parte di spesa riconosciuta ammissibile a loro carico per la costruzione, il completamento, l'ampliamento, il potenziamento o il rifacimento di impianti per la distribuzione di energia elettrica nel territorio dei Comuni stessi

(1) (2)

. (1) Così da ultimo sostituito dalla L. 26 luglio 1961, n. 719. Vedi, anche, l'articolo unico, L. 12 dicembre 1973, n. 822. (2) Il comma 1 dell’art. 1, D.Lgs. 1° dicembre 2009, n. 179, in combinato disposto con l’allegato 1 allo stesso decreto, ha ritenuto indispensabile la permanenza in vigore del presente provvedimento, limitatamente agli articoli da 1 a 14 e da 16 a 24.

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1962 viene redatto dall’Ufficio Tecnico (ing. Enrico Calandri e geom. Alfredo Ursich) il “progetto per la costruzione del nuovo impianto di illuminazione pubblica di Vittorio Veneto” L’incipit del paragrafo “Premessa” della Relazione Tecnica Illustrativa del testé citato progetto recita così: “Da molti anni la popolazione di Vittorio veneto aspetta dall’Amministrazione Comunale un impianto di illuminazione razionale e decoroso. Purtroppo a tutt’oggi varie domande inoltrate al competente ministero invocando la Legge 3.08.1949 n. 589 art. 105 non hanno avuto esito alcuno, né appare probabile poter ottenere il contributo di cui alla Legge stessa in un prossimo futuro. Pertanto l’Amministrazione Comunale non potendo procrastinare ulteriormente l’annoso problema , ha deciso di contrarre un mutuo ordinario di £. 100.000.000, onde affrontare e risolvere immediatamente questa grave deficienza dei servizi pubblici.” I problemi di finanziamento di allora sono gli stessi di oggi. Sempre nella Premessa si legge che “l’attuale impianto di illuminazione si compone di circa 800 punti luce, molti dei quali risalgono ancora al periodo ante guerra, con una potenza installata dai 25 ai 125 W. Detto impianto si basa principalmente su armature a mensoline fissate sui muri, e su tesate, molte delle quali ancorate rudimentalmente agli alberi costeggianti le vie e le piazze. La parte illuminante è formata da semplici piatti riflettori, o da vecchie armature cilindriche a sospensione” (vedi foto)”. Le varie lampade sono alimentate direttamente da linee di alimentazione dell’A.E.T. con allacciamenti volanti, il che rappresenta un insieme talmente eterogeneo da non poter essere considerato un impianto di pubblica illuminazione.” Più avanti, si legge”: Il progetto in esame si prefigge lo scopo di dare alla Città di Vittorio Veneto una illuminazione che sia nello stesso tempo moderna, razionale ed economica e adottando allo scopo, armature e sostegni, tali da salvaguardare, sia i preminenti interessi artistici di Ceneda e Serravalle, sia l’estetica.” (omissis) “Le opere previste dal presente progetto hanno per oggetto la pubblica illuminazione, sia del Capoluogo sia di alcune strade di maggiore importanza che si dipartono dal Centro del Capoluogo stesso.

5 L. 3-8-1949 n. 589 - Provvedimenti per agevolare l'esecuzione di opere pubbliche di interesse degli Enti locali. Pubblicata nella Gazz. Uff. 3 settembre 1949, n. 202. Art. 10. Il Ministro dei lavori pubblici è autorizzato a concedere ai Comuni un contributo costante per trentacinque anni nella misura del 4,50 per cento della parte di spesa riconosciuta ammissibile a loro carico per la costruzione, il completamento, l'ampliamento, il potenziamento o il rifacimento di impianti per la distribuzione di energia elettrica nel territorio dei Comuni stessi

(1) (2)

. (1) Così da ultimo sostituito dalla L. 26 luglio 1961, n. 719. Vedi, anche, l'articolo unico, L. 12 dicembre 1973, n. 822. (2) Il comma 1 dell’art. 1, D.Lgs. 1° dicembre 2009, n. 179, in combinato disposto con l’allegato 1 allo stesso decreto, ha ritenuto indispensabile la permanenza in vigore del presente provvedimento, limitatamente agli articoli da 1 a 14 e da 16 a 24.

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Tavola “Corografia” del progetto del 2.11.1962 con perimetrata l‘area cittadina oggetto di intervento

Tutti i materiali e le apparecchiature preventivate sono delle migliori marche e rispecchiano le ultime novità del campo della tecnica dell’illuminazione, mentre il funzionamento dell’intero impianto è affidato ad automazioni e protezioni che garantiscano la massima sicurezza e la rapida individuazione di eventuali guasti causati da agenti esterni, per cui gli

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stessi, non possono in alcun modo danneggiare l’impianto nel suo insieme. L’illuminamento è stato previsto con lampade a vapori di mercurio a bulbo fluorescente che garantiscono un perfetto innesto anche a temperatura piuttosto bassa ed una maggiore durata del flusso luminoso per tutta la strada e le piazze che non presentano caratteristiche artistiche preminenti, mentre per queste ultime (Serravalle e Cattedrale di Ceneda) sono state previste lampade normali ad incandescenza, integrate se necessario (Cattedrale) da riflettori appositamente disposti.” (omissis) Nel paragrafo del titolo “Descrizione dell’impianto”, si legge: “Le linee di alimentazione degli impianti sono previste nella quasi totalità in cavo aereo assicurato o ai fabbricati esistenti oppure su sostegni in acciaio Dalmine fatta eccezione per Viale della Vittoria e Viale Antonello da Serravalle e tutti gli attraversamenti della strada statale e della ferrovia ai passaggi a livello. Tutti i capi saranno tripolari onde consentire lo spegnimento di una parte dei punti luminosi dopo la mezzanotte.

Estratto della zona del Municipio di una tavola del progetto del 2.11.1962

con ubicazione e dettagli dei punti luce di progetto

Fanno eccezione zone artistiche di Serravalle e Duomo di Ceneda, per le quali è previsto cavo aereo bipolare, assicurato ai fabbricati esistenti. La potenza delle lampade installate sarà ognuna di 125 Watts per tutte le zone – fanno eccezione, le zone artistiche che, come sopra detto, avranno una potenza di Watts 100 ad incandescenza ed il Viale della Vittoria per il quale sono state previste batterie di bulbi fluorescenti da 40 Watts per un totale di 160 Watts per punto luce. Per detto viale è stata pure prevista la riduzione notturna mediante spegnimento automatico di una metà dei tubi (2 per ogni punto luce), in modo da assicurare una continuità di luce, seppure un po’ attenuata, a tutto il viale e per tutta la durata dell’oscurità. I sostegni dei punti luminosi saranno in acciaio o tubolare conico “Dalmine”, dei tipi Orobia – Sempione – Molise e Malpensa oppure, per le vie nelle quali l’altezza dei fabbricati lo

consenta, in tesata su corda d’acciaio a 7 fili ancorata ai fabbricati con occhielli a muro 10.

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Tavola “Sostegni” del progetto del 2.11.1962: molti dei pali tipo Molise, Sempione, Orobia, Malpensa

e a Fungo sono ancora oggi esistenti sul territorio

Per la zona artistica di Serravalle e quella del Duomo di Ceneda è stato studiato uno speciale sbraccio in ferro battuto che sarà ancorato alle murature dei fabbricati esistenti – nella zona – mentre invece per il Viale Antonello da Serravalle l’illuminazione verrà realizzata con armature a “Fungo” poste su palina in acciaio poste nei due lati della strada.

Tavola “Particolari armature” del progetto del 2.11.1962: le lanterne di Serravalle, ancora oggi

esistenti, entrate a pieno titolo nel patrimonio artistico della città

Tavola “Particolari armature” del progetto del 2.11.1962: alcune delle armature a sospensione Vega

sono ancora oggi esistenti.

Sempre sui due lati della strada è prevista la illuminazione del Viale della Vittoria mediante sostegni a colonnina del tipo “Montecarlo” entro ai quali saranno collocati i tubi fluorescenti su descritti”. Nel paragrafo denominato “Particolari costruttivi “, si legge: “La potenza elettrica assorbita dall’intero impianto installato prevista nel progetto è di kW medi 120,200 così risultante:

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Punti luce n. 1.102 da Watts medi 100, riflettori n.43 pari a punti luce 200 da 100 Watts medi – punti luce 1202 pari a kW 120,200. Per ragioni di economia è stato previsto di scindere la fornitura dalla posa in opera dei materiali, riservandosi il Comune l’acquisto diretto a mezzo trattativa privata con le Ditte produttrici di tutte le armature, dei quadri comando, e dei sostegni in acciaio, affidandone poi la posa in opera alla Ditta che resterà aggiudicataria dei lavori. Riassumendo quanto sopra esposto l’intero importo dei lavori che è di Lire 100.000.000= resta così suddiviso: 1) Per lavori a misura a base d’appalto £. 59.874.220.= 2) Somme a disposizione dell’Amministrazione a) acquisto sostegni ed armature per zona artistica £. 3.010.000.= b) acquisto armature normali £. 17.107.000.= c) acquisto sostegni in acciaio £. 13.621.000.= d) acquisto quadri comando £. 1.877.000.= e) allacciamento A.E.T. £. 500.000.= f) permessi ANAS e Provincia £. 200.000.= d) per spese tecniche £. 1.900.000.= e) per imprevisti. £. 1.910.780.= sommano £. 40.125.780.= Importo totale progetto: £. 100.000.000.= Il succitato paragrafo chiude con il calcolo dei costi di esercizio: Punti luce n. 1.102 - Watts medi 100 – Riflettori n. 43 pari a punti luce 200 da 100 Watts medi Potenza installata – punti luce 1202 pari a kW 120,200. Considerata una illuminazione giornaliera media di 10 ore (dalle 19 alle 5) per circa 60% dell’impianto ed una illuminazione media giornaliera di 5 ore del rimanente 40% dell’impianto stesso (spegnimento dopo mezzanotte), avremo una illuminazione media di otto ore per tutto l’insieme e pertanto i seguenti costi. Punti luce n. 1202 Consumo medio Watt 100 per un totale di kW 120,200 Tariffa £. 1140 fisso mensile per kW impegnato Tariffa £. 9,50 costo di un kW di effettivo consumo Durata giornaliera di illuminamento = ore 8 giorni 365 da cui: fisso annuale kW 120,200 x 1140 x 12 mesi = £. 1.644.336.= consumo effettivo medio annuo kW 120,2 x gg. 365 x ore 8 x £.9,50 = £. 3.334.348.= Manutenzione – A quanto sopra deve aggiungersi una quota per punto luce di manutenzione annua, questa che si può considerare di £ 350 circa annue, avremo quindi Punti luce 1202 x 350 = £. 420.000.= Complessivamente £. 5.398.684.= Arrotondato a £ .5.400.000.= Il progetto fu approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 190 del 5 novembre 1962. I lavori furono appaltati mediante licitazione privata il 18.03.1963 e risultò aggiudicataria la ditta Luigi Corrocher di Susegana con un ribasso del 6,52%; i lavori furono consegnati il 24.06.1963 ed ultimati il 19.07.1965 sotto la direzione dei lavori dell’ing. Enrico Calandri. Furono redatte due perizie suppletive in data 24.04.1964 e 19.01.1966 che elevarono l’importo di progetto rispettivamente a £. 118.000.000.= e poi a £. 133.000.000.=.

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L’importo complessivo dei lavori ammontò a £. 85.213.715; le forniture dei quadri comando dalla ditta Lampel S.A.S. di Bedonia (Parma) ammontò a £. 1.663.200.= e dalla ditta Intel di Milano a £. 800.000; la fornitura dei candelabri dalla Dalmine s.p.a. di Milano ammontò a £. 15.445.300; per l’acquisto di armature furono spese £. 8.444.325 dalla ditta Ugo Pollice di Milano, £. 9.647.692 dalla ditta Fidenza Vetraria di Milano, £. 3.840.620 dalla ditta Siemens-Elettra di Milano, £. 2.602.900 (acquisto delle armature artistiche, 72 per Serravalle e 11 per Ceneda) dalla ditta Gava Remo di Vittorio Veneto. Il collaudo dei lavori fu eseguito dall’ing. Bruno Martinolli con verbale in data 18.10.1966 e fu approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 132 del 19 giugno 1967. La realizzazione ed ammodernamento degli impianti non si limita al capoluogo e nel 1964 vengono approvati i progetti e dato corso ai lavori relativi a una serie di interventi di pubblica illuminazione che interessano le principali frazioni cittadine: Carpesica (dagli esistenti 8 punti luce passa a 37 punti luce per una spesa di £. 2.850.000), Nove ( 40 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 125 W e 14 da 80 W per una spesa di £. 3.600.000, giusta delibera della G.C. n. 452 dell1.07.1964), Longhere ( 17 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W per una spesa di £. 1.550.000), Fadalto alto (16 punti luce per una spesa di £. 1.550.000); San Lorenzo (31 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W per una spesa di £. 1.800.000), Forcal (31 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W per una spesa di £. 2.050.000); San Floriano (22 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W per una spesa di £. 1.600.000), Formeniga (25 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W per una spesa di £. 1.800.000).

Manoscritto del geom. Alfredo Ursich (1964): appunto tecnico di progetto

Nel 1968, giusta deliberazione del Consiglio Comunale n. 14 del 12 febbraio 1968 viene approvato un progetto relativo ala realizzazione di 164 nuovi punti luce (in corso dei lavori poi elevati con una perizia suppletiva a 208, come si desume dallo stato finale dei lavori in data 30 aprile 1969) lungo le seguenti vie: via San Gottardo, via Feltre, via Fosse, via

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Forcal, via Filzi, vicolo Piai, Borgo Simoi, Borgo Piccin, via Troi, via dell’Aviere, via Dalmazia, via Costa Rive, via Ortolani, via Rindola, via Borghel, via Vea, via Calleselle, via dei Molini, via Filande, via San Fris, via Bersagliere, via della Sega, via Fadalto, via Cal de Livera. I lavori furono collaudati il 20 marzo 1971 dall’ing. Alessandro Caselli dell’Ufficio del Genio Civile di Treviso. Sempre nel 1969, l’Amministrazione Comunale non dimentica di illuminare i suoi principali edifici di interesso storico-artistico approvando un progetto di illuminazione artistica redatto dell’ufficio tecnico datato 20 marzo 1968 approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 285 del 10.04.1968 e ratificato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 10 del 13.05.1968 per l’importo complessivo di £. 6.000.000 che prevede di illuminare scenograficamente la Chiesa di Sant’Augusta, il Castello di San Martino la chiesa di San Rocco, nonché, a margine, il campo sportivo di via dello Stadio. Su progetto redatto dall’ufficio tecnico e datato 9 luglio 1973, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 155 del 19.10.1973 per l’importo di £. 50.000.000, vengono realizzati nuovi punti luce lungo le seguenti vie e località: Fadalto (15 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 125W) , Borgo Botteon (14 punti luce con lampade a vapori di mercurio da 80W), San Floriano, via Da Ponte (9 punti luce), via Cavoor, via del Campardo, via Rizzera (71 punti luce “a funghetto“ su palo Trasimeno, ancor’oggi esistenti), via Parravicini, via Pian dei Salesi, via Bersagliere, via del Ponte, via della Vallata, via Belfiore, via Carducci, via dei Tolot, via Savassa, via Poldelmengo, via Berlese, via Sile, via Pasqualis, via Foscolo, via Col di Lana, via delle Fonti. I lavori furono collaudati dell’ing. Pierluigi Mulacchiè il 31 marzo 1977. Su progetto redatto dall’ufficio tecnico a firma dell’ing. Giuseppe De Vido, datato 20 maggio 1974, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 134 del 24.06.1974 per l’importo di £. 14.500.000, vengono realizzati nuovi punti luce lungo le vie della prima Zona Industriale di San Giacomo: via Podgora, via dell’Industria e via Caduti del Lavoro. I lavori furono collaudati dell’ing. Giacinto Borsoi il 9 febbraio 1976. Nel 1978 si segnala un consistente intervento di manutenzione relativo alla “coloritura” di circa 350 pali dell’illuminazione pubblica per l’importo £. 4.000.000. Negli anni ottanta del secolo scorso, all’interno del PEEP di via Leopardi viene realizzata l’illuminazione pubblica lungo la via omonima come pure l’acquisizione da parte del Comune degli impianti di pubblica illuminazione realizzati da privati con contributo del Comune lungo le vie del Villaggio Margherita a San Giacomo ed infine, su progetto dell’ufficio tecnico datato 31 gennaio 1979 dell’importo di £. 30.000.000 l’illuminazione di alcune frazioni di montagna come Fais, Vizza, via Colesei, l’illuminazione di parte di via Cal de Livera e via Cal de Livera Rive e l’illuminazione della lottizzazione Bellè a Ceneda. Nell’ambito delle opere di urbanizzazione relative al 1° Piano Industriale Produttivo della Zona Industriale dell’importo complessivo di £. 1.265.000.000, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 817 dell’8.11.1979 a firma dell’ing. Alcide Gava vengono realizzati gli impianti di illuminazione a servizio delle vie Mattei, Schiapparelli e Meucci per l’importo di progetto (opere e forniture materiali) di £. 50.563.800 + IVA. Sempre tra le cartelle dell’Archivio dell’Ufficio Tecnico Comunale è stata ritrovata una interessante nota datata 14 luglio 1983 che si riporta integralmente sotto in cui, “di fronte alle difficoltà energetiche nazionali nonché dei costi di gestione, sempre più gravosi, dei consumi elettrici dell’impianto di pubblica illuminazione”, l’Ufficio Tecnico inviava all’attenzione del Sindaco una proposta per il contenimento dei consumi energetici

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(spegnimento alternato fin dall’accensione dei circuiti per gli impianti dotati di “spegnimento di mezzanotte” e distacco parziale dell’alimentazione dei punti luce in modo alternato, uno sì e uno no, per gli impianti senza spegnimento di mezzanotte). L’operazione avrebbe comportato un risparmio netto (eseguiti i lavori di modifica dei circuiti) di circa £. 9.000.000 su una spesa per il 1983 stimata in £. 140.000.000, ma agli atti non è stato trovato alcun documento circa l’effettiva attuazione della proposta.

Nota del 14 luglio 1983 con oggetto:

“Pubblica Illuminazione. Contenimento dei consumi energetici. Proposta”

Si segnala nel 1995 l’urbanizzazione di via Galvani con la nuova illuminazione pubblica su progetto dell’ing. Giovanni Albertin di Conegliano; negli anni 1998 si procede ad un ammodernamento generale degli impianti della Z.I. nell’ambito dell’ampliamento del P.I.P., con sostituzione delle armature esistenti dotate di lampade a vapori di mercurio da 125 W con nuove armature dotate di lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 100 W, rifacimenti dei quadri elettrici di comando e di controllo e nuove linee elettriche. Tra il 1997 ed il 1998, su progetto dell’ufficio tecnico viene estesa l’illuminazione in via Manzana a Formeniga, realizzato il nuovo impianto costituito da 6 punti luce a Confin all’incrocio con via Col di Stella e potenziata l’illuminazione di piazza fiume a San Giacomo (sostituzione dei corpi illuminanti dotati di lampade a vapori di mercurio da 125 W con nuove armature stradali dotate di lampade a vapori di sodio da 100W). Tra il 1999 ed il 2000, su progetto del prof. ing. Lorenzo Fellin di Padova, viene realizzato il nuovo impianto di illuminazione del Viale della Vittoria, cui segue l’ammodernamento dell’illuminazione dei Giardini Pubblici del centro.

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Sempre nel 2000 viene aperta la nuova viabilità di collegamento del Viale del Cansiglio tra Costa ed il centro con l’annesso nuovo impianto di illuminazione. Su progetto esecutivo redatto dall’ufficio tecnico, approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 294 del 12.10.2000 per l'importo complessivo di £. 500.000.000, vengono realizzati tra il maggio 2001 ed il novembre 2001 i nuovi impianti di illuminazione in via del Borgo Botteon (22 punti luce su palo troncoconico in acciaio zincato diritto con armature dotate di lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 70 W), al Borgo di Maren (5 punti luce), in via Massimo D’Azeglio, via Giovanni Verga, via Alessandro Manzoni, via Edmondo De Amicis, via Luigi Pirandello, via Giovanni Pascoli, via del Lazzaretto, via Giovanni Battista Tramontini (62 punti luce su palo troncoconico in acciaio zincato diritto con armature dotate di lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 70 W), in via Martel, via Marzabotto, via Luigi Mercantini, via Goffredo Mameli, via Alessandro Milesi, via Arnaldo Fusinato, via Francesco Dall’Ongaro, via Luigi Settembrini e via Vincenzo Capparelli, via Zezzos e via della Bressana (52 punti luce). Su progetto esecutivo redatto dall’ufficio tecnico, approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 179 del 6.09.2001 per l'importo complessivo di Euro 180.159,91 (£. 350.000.000 dei quali £. 28.000.000 con finanziamento regionale), vengono realizzati nel 2002 i nuovi impianti di illuminazione in via Cal de Prade, in via Piccoli, in via Mascagni, in via Toscanini, in via della Chiesa ed in via Carpesica; con apposita perizia suppletiva, utilizzando il ribasso d’asta, vengono realizzati maggiori lavori estendendo gli impianti alle contermini via della Rabosa e via Saccardo. In archivio è stata reperita una interessante rilevazione dei consumi energetici comunali riferiti al 2001 (tabella sotto) e trasmessa all’ANCI VENETO nell’aprile 2002, dalla quale si evince che i consumi annuali riferiti al 2001 relativi alla pubblica illuminazione (104 utenze) ammontano a circa 1.665.000 kWh (dato da confrontarsi con il dato odierno, che come si avrà modo di vedere in dettaglio più avanti, è pari a circa 2.000.000 di kWh).

CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA DEL COMUNE ANNO 2001

N° utenze TIPO FORNITURA POTENZA

DISPONIBILE (kW) ENERGIA ATTIVA

(kWh)

96 B1 531 541.647

27 B2 839 1.813.947

104 B4 584,1 1.665.288

4 D3 13,5 7.681

231 1967,6 4.028.563

Su progetto esecutivo redatto dall’ufficio tecnico, approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 74 del 12.03.2004 per l'importo complessivo di Euro 365.000,00 finanziato con mutuo della Cassa Depositi e Prestiti, nel 2005 viene realizzato il nuovo impianto di illuminazione a servizio di via Margogne, riqualificato parte dell’impianto di via Postumia e via dell’Asilo, vengono riqualificati ed estesi gli impianti in località Forcal lungo le vie Madonna di Lourdes, via Forcal, via Trementina, via Filzi, via Tragol de Rova, via dei Tolot, via Marmolada e via del Bosco) e sono posati 389 nuovi corpi illuminanti dotati di lampade a vapori di sodio ad alta pressione da 100 W in sostituzione alle esistenti armature stradali dotate di lampade a vapori di mercurio da 125 W lungo tutte le vie dotate di illuminazione che costituiscono la Strada Statale n. 51 "d'Alemagna" (da Fadalto a San Giacomo), compresa via Vittorio Emanuele II.

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Nel 2005 si procede al rifacimento della pubblica illuminazione nel sottopasso ferroviario di Viale Trento e Trieste e il primo tratto di via San Gottardo, viene realizzata la nuova illuminazione del piazzale davanti alla scuola elementare “Marco Polo” e della via di accesso (via Zanette), sono inoltre presi in gestione gli impianti di pubblica illuminazione di via Luigino De Nadai e vie laterali (Ex Opere Pie) e dell’Ex Cinema Impero, realizzati dal privato e ceduti al Comune per convenzione urbanistica, nell’ambito dei lavori di posa della fognatura si procede al rifacimento dell’illuminazione lungo via Marson; nell’ambito dei lavori di costruzione della nuova scuola media Cosmo viene realizzata la nuova illuminazione lungo la stradina di accesso da via Pontavai ed infine, nell’ambito del progetto redatto dall’Ufficio Tecnico di riqualificazione stradale di via del Bersagliere (nuova rotonda) e di via Giardino, vengono poi riqualificati gli impianti di illuminazione esistenti con una spesa di Euro 130.000,00. Sfruttando i cavidotti della pubblica illuminazione, nell’ambito di quanto è oggi denominato in senso lato “smart city”, viene dato corso al primo intervento relativo al sistema di videosorveglianza comunale: progettato e realizzato nella primavera 2005 con lavori conclusi nel giugno 2005, vengono installate 4 nuove telecamere collegate via fibra ottica alla sede del Comando di Polizia Municipale per un importo a consuntivo (conto economico finale) di 91.000,00 Euro, nei seguenti punti sensibili della città: Piazza Minucci a Serravalle, presso la scalinata dei Giardini Pubblici di fronte alla stazione ferroviaria, presso l’Area Fenderl ed in Via Vittorio Emanuele II, all’altezza dell’immobile denominato “ex Spazzolificio”. Nel maggio 2006 vengono acquisiti al patrimonio comunale gli impianti di P.I. di via Luigino De Nadai (opere di urbanizzazione del Complesso Victoria); nel luglio 2006 è collaudato il nuovo impianto di P.I. di via Borgo Antiga nell’ambito delle opere di urbanizzazione del comparto stesso; nell’agosto 2006 è collaudato il nuovo impianto di P.I. in Z.I. del Comparto 20A nell’ambito delle opere di urbanizzazione del comparto stesso. Su progetto esecutivo dell’opera pubblica del piano OO.PP. 2006 dal titolo “Interventi vari di P.I.” per l’importo complessivo di 200.000,00 Euro approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 191 del 6.7.2006, vengono realizzati tra il 2006 ed il 2007 i lavori relativi ai nuovi impianti di illuminazione in via Fadalto Basso (14 nuovi punti luce), in via Piave (14 nuovi punti luce), alla Crosera di San Luca tra le località di Formeniga e Confin (6 nuovi punti luce), in via del Macello, via Giusti e via Venanzio Fortunato (16 nuovi punti luce), in via Cal de Livera Rive, via Emilia e via Friuli (18 nuovi punti luce), in via Pian dei Salesei (8 nuovi punti luce), in via Passo di Buole (8 nuovi punti luce) ed in via Col di Lana (10 nuovi punti luce). Su progetto esecutivo dell’opera pubblica del piano OO.PP. 2005 dal titolo “Interventi vari di P.I.: Pista ciclabile, via Dalmazia e via laterali” per l’importo complessivo di 400.000,00 Euro, approvato, con deliberazione della Giunta Comunale n. 208 del 1.8.2006 viene realizzato il nuovo impianto di illuminazione sulla pista ciclabile nel tratto tra via Pastore e via Pontavai e nel parco di via Toniolo e demolito, rifatto ed ampliato l’impianto di illuminazione pubblica stradale di parte della frazione di Costa ed in particolare lungo via Dalmazia, via Forlanini, via Beccaria, via della Cava, via Madonna della Salute, via Costa Rive, via Redipuglia, via Monfalcone, via Istria, via Gorizia, via Zara, via Spalato, via dei Pontin, via Maspiron, via Aquileia, via Carbonera, via Palmanova, via Linneo e via Jenner. Nell’ambito del Progetto Sicurezza promosso dall’Assessorato di riferimento della U.O. Polizia Municipale, sempre sfruttando i cavidotti della pubblica illuminazione, si implementano il numero delle telecamere per la videosorveglianza: nel primo semestre del 2007, su progetto esecutivo redatto dall’Ufficio Tecnico per l’importo complessivo di

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88.000,00 Euro, si ha l’installazione di nuove telecamere in Piazza Medaglie d’Oro, presso la stazione delle corriere via Vittorio Emanuele (Piazzale 22 novembre), in Via Antonello da Serravalle (all’altezza del semaforo) e alla rotatoria di via Celante-viale del Cansiglio. Tra il 2007 ed il 2008, su progetto dell’Ufficio Tecnico, viene completata la pubblica illuminazione in via Borgo Antiga a Formeniga, con nuovi 15 punti luce. Nel 2010 viene realizzato con finanziamento regionale e dotato anche di illuminazione pubblica il parcheggio scambiatore presso l’area dell’ex scalo merci della stazione ferroviaria di Vittorio Veneto, concessa in comodato gratuito per la durata di 9 anni, rinnovabile per ulteriori 5 anni da Ferservizi. A novembre 2009 la Giunta Comunale aveva accolto la proposta di un privato di illuminare con 7 punti luce a LED via Prati di Savassa: i lavori sono stati eseguiti a febbraio 2010 con la posa di armature a led a luce bianca da 54 W in sostituzione di armature con lampade a vapori di mercurio da 80 W. A marzo 2010 è stata illuminata la facciata della chiesa di San Giacomo con due piccoli proiettori; ad aprile 2010 è stato acquisito il circuito di illuminazione pubblica di via Da Mosto (28 punti luce ed una torre faro con 6 proiettori sulla rotonda di via Matteotti nei pressi del nuovo supermercato Emisfero). Nel 2011 viene dato corso all’intervento di riqualificazione/estensione degli impianti di illuminazione pubblica, avviato nel 2010 e previsto lungo le seguenti strade comunali: via Toniolo ed in via Einaudi comprese le vie laterali ed in particolare su via Croce, via De Nicola, via Turati e via Trotter, in via Col di Lana sulla S.P. n. 86 di Monticanello nel tratto tra la Piazza di Cozzuolo fino all’incrocio con via Doberdò, in via Monte Cengio a Forcal, in via Verdi, via dei Zambon e via Cal da Poz a Ceneda per un importo complessivo di Euro 200.000,00 assistiti da finanziamento regionale, il cui progetto esecutivo era stato approvato con deliberazione n. 158 dell’1.7.2010. Con apposita perizia suppletiva, recuperando il ribasso d’asta, furono eseguiti maggiori lavori sul circuito di via Cinzio Cenedese (sostituzione di 73 corpi illuminanti e di 31 pali di sostegno relativi ai punti luce di via Cenedese, in via Foscolo, in via Bellè, in via Graziani, in via Gismano, in via del Fante, in via Marchetti, in via Cervada, in via Poldelmengo, in via Frassinelli, in via Forcellini, in via Porcia, in via Gobetti, in via Lucchese). Nel 2013 il Comune acquisisce dalla Provincia di Treviso l’impianto della pubblica illuminazione di via Ippolito Pinto (escluso il sottopasso ferroviario alimentato da pannelli fotovoltaici). Questi in breve i dati salienti dei maggiori interventi sugli impianti di illuminazione pubblica avvenuti negli ultimi decenni. Nel corso degli anni vengono poi acquisiti gli impianti di illuminazione realizzati come opere di urbanizzazione da parti di privati nell’ambito delle varie lottizzazioni, vengono realizzate modifiche agli impianti, potenziamenti, estensioni, spostamenti ed ammodernamento dei punti luce sulla base di richieste ed esigenze specifiche; viene altresì eseguita la manutenzione ordinaria straordinaria degli impianti mediante appalti esterni con ditte specializzate del settore (ditta Braido di Vittorio Veneto fino ai primi anni ‘90 del secolo scorso e, poi, a seguito di gare d’appalto annuali o pluriennali, risulta aggiudicataria la ditta Fadelli di Colle Umberto).

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Nella tabella sottostante si riepiloga, sulla base dei dati di archivio ed in possesso, seppure brevemente, impianto per impianto l’epoca di realizzazione, eventuali rifacimenti, estensioni, modifiche ed ammodernamenti (manutenzioni straordinarie).

ubicazione circuito (via

o piazza)

Epoca di realizzazione dell'impianto e altri dati salienti

(sostituzioni/ampliamenti/modifiche/manutenzioni straordinarie)

1 Caloniche di Sopra 9 1° impianto anni 60'

2 Caloniche di Sotto 7 1° impianto anni 60' - rifatto nel 1983

3 Fadalto Alto 137x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1992/1993 - sostituzione armature nel 2005

4 Fadalto Alto 181x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 2001 - sostituzione armature nel 2005

5 Fadalto Alto 192x 1° impianto anno 1993

6 Fadalto Basso 91x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1989 e 1996

7 Borgo Piccin 14x 1° impianto anni 70' - rifatto nel 2002

8 Borgo Simoi 14x 1° impianto anni 70' - esteso nel 1991

9 Nove Alto 51 1° impianto anni 70' - parzialmente rifatto nel 1982 - sostituzione armature nel 2005

10 Nove Basso 175x 1° impianto anni 70' - parzialmente rifatto nel 2004 - sostituzione armature nel 2005/2008

11 Borgo Botteon 18x 1° impianto anni 70' - rifatto nel 2001

12 S.Floriano 41x 1° impianto anni 70' - esteso nel 2001 - sostituzione armature nel 2005

13 Negrisiola 17x 1° impianto anni 70' - sostituzione armature nel 2005

14 Prati di Savassa 25x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1983 - sostituzione armature nel 2005

15 Madonna di Lourdes 45x 1° impianto anno 1982 - esteso nel 1992 e 2005

16 Madonna di Lourdes 48 1° impianto anno 1984 - esteso nel 2003

17 Filzi 21x 1° impianto anni 70' - rifatto ed esteso nel 2005 - esteso nel 2008 - esteso nel 2011

18 Vizza 17x 1° impianto anno 1982

19 Borgo Olivi 2x 1° impianto anno 1982

20 Borgo Menegon 3x 1° impianto anno 1982

21 Longhere 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto ed esteso nel 1983, 2005, 2006, 2010

22 Calvi 17 1° impianto anni 70' - sostituzione armature nel 2005

23 S.Giovanni 6x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1984/1986/1995 - sostituz. armature 2005/2011

24 dei Battuti 6x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1986/1991/1995/2002 e 2004

25 S.Augusta 1x 1° impianto anni 60' - rifatto nel 1999

26 Petrarca 1x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1984/1986 - sostituzione armature nel 2005/2011

27 Tommaseo 99x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1986/1995/2000 - 2008

28 Monte Baldo 2x 1° impianto anno 1980

29 S.Lorenzo 57x 1° impianto anni 70' - esteso nel 1991 - 2002

30 Ferraris 10x 1° impianto anni 60' - modificato nel 2005

31 Antonello da Serravalle 1x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 2004 - modificato nel 2008/2009

32 Borghel 18x 1° impianto anni 70'

33 Citolini 7x 1° impianto anno 1985

34 Rindola Bassa 4x 1° impianto anni 70' - parzialmente rifatto nel 1984 ed esteso nel 1998 - sost. 2012

35 del Carso 79x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1986/1999/2004, 2006, 2007, 2011

36 Divisione Nino Nannetti 44x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1985/1986/1993/2005 ed esteso nel 1984-2012

37 S.Gottardo 19x 1° impianto anni 70' - esteso nel 1984 e parzialmente rifatto nel 2005

38 Aleardi 45x 1° impianto anno 2003

39 delle Fonti 61x 1° impianto anni 70' - parzialmente rifatto nel 2001

40 Castello S.Martino 14x 1° impianto anni 70' - sostituzione parziale fari nel 2007

Page 89: DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO (PICIL)...dell’inquinamento luminoso, a tal proposito approvando, nel giugno 1997, la legge n. 22, ”Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”.

PICIL del Comune di Vittorio Veneto

86

ubicazione circuito (via

o piazza)

Epoca di realizzazione dell'impianto e altri dati salienti

(sostituzioni/ampliamenti/modifiche/manutenzioni straordinarie)

41 Castello S.Martino 15x 1° impianto anno 1969 - rifatto nel 1987

42 Carducci 39x 1° impianto anni 70' - modificato nel 1984 - sostituzione rmature nel 2005 - modificato nel 2012

43 Toniolo 78x 1° impianto anni 60' - esteso nel 1972 e modificato nel 1984 - esteso nel 2007 e 2011

44 Mascagni 51x 1° impianto nel 2012

45 Consolini 1x 1° impianto anno 1992

46 Dalmazia 83x 1° impianto anni 60' - esteso nel 1970/1984 e modificato nel 2001/2007 - esteso nel 2012

47 Forlanini 26x 1° impianto anno 1985 - modificato nel 2001 - chiuso nel 2006

48 Pontavai 197x 1° impianto anni 60' - esteso nel 1980 e modificato nel 2003-2008

49 dei Furlani 85x 1° impianto anno 1976 - esteso nel 1989/2007

50 Meschio 10 1° impianto anni 60' - esteso nel 1986/1994 - sostituzione armature nel 2005

51 Galilei 70 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1984/2001 - sostituzione parziale armature nel 2010-2012

52 Cosmo 108x 1° impianto anni 60' - parz.rifatto nel 1983/1985/2004 ed esteso nel 2001 - sost. nel 2011 e 2012

53 Brevia 1x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1982/1984

54 S.Rocco 20x 1° impianto anni 70' - modificato nel 2011

55 S.Fris 65x 1° impianto anni 70'

56 Giovanni Paolo I° 1° impianto anno 1996

57 Cenedese 12 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1984/1995/1996 ed esteso nel 1982 e 2011

58 Pasqualis 73x 1° impianto anni 60' - rifatto nel 1986 - sostituzione parziale armature nel 2006

59 Leopardi 8x 1° impianto anni 80' - modificato nel 1988 e 2012

60 Quasimodo 7x 1° impianto anni 80' - esteso nel 1985 - modificato nel 2009

61 Duca D' Aosta 22x 1° impianto anni 70' - modificato anni 2008, 2011

62 Rizzera 313x 1° impianto anni 60' - modificato nel 1986/2004 e sostituzione armature nel 2005-2011

63 della Bressana 19x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1989 e 1995

64 Piccoli 22x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto ed esteso nel 1987/2002/2012

65 Grazioli 2x 1° impianto anni 60' - modificato nel 1982/2002/2008/2011

66 Col di Lana 50x 1° impianto anni 70' - modificato nel 2007

67 Formeniga 22x 1° impianto anni 70' - parzialmente rifatto nel 1986/2004 e 2005

68 Cal de Prade 1° impianto anno 2002-2008

69 della Chiesa 10x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1970/2002 ed esteso nel 1982/2002/2007

70 del Bersagliere 33x 1° impianto anno 1982 - modificato 2002 - 2007

71 Giovanni Da Verazzano 35x 1° impianto anni 70' - esteso nel 1993 - 2008 - sostituzione parziale armature nel 2012

72 S.Antonio da Padova 315a 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 1986/1996/2004 - sostituzione armature nel 2005

73 Vittorio Emanuele Orlando 22 1° impianto anni 70-aggiunti punti luce 2008 - sostituzione parziale armature 2013

74 Isonzo 6x 1° impianto anni 60' - modificato nel 1986/1993/1996/2004/2005/2007

75 del Ponte 7x 1° impianto anni 70'

76 Scrivia 47x 1° impianto anni 60' - esteso nel 1996 e modificato nel 2005 - sostituzione armature 1998

77 Levada 1x 1° impianto anni 70' - modificato nel 2011 e nel 2013

78 Podgora 2x 1° impianto anni 70' - esteso nel 1982/1991 - sostituzione armature nel 1998

79 dell' Industria 11x 1° impianto anno 1982 - esteso con sostituzione armature nel 1998

80 Schiaparelli 10x 1° impianto anno 1982 - esteso con sostituzione armature nel 1998 - modificato 2010

81 Cal de Livera 113x 1° impianto anno 1992 - esteso nel 2002

82 Cal de Livera 147x 1° impianto anno 1982-modificato in vari anni

83 Cal de Livera 24x 1° impianto anni 60' - parzialmente rifatto nel 2004 - 2008 - ampliato 2009

84 Terrazza Concordia 1° impianto anno 1967

85 Baracca 33x 1° impianto anno 1993

86 Manzana 77x 1° impianto anno 1996

87 Confin 1° impianto anno 1996

88 Stradivari 1° impianto anno 2001

89 Bonaldi 11x 1° impianto anno 1998

90 Trento Trieste 2x 1° impianto anno 1999 - modificato nel 2010

91 XXV Aprile 1° impianto anno 1994

92 Fucini 16x 1° impianto anno 2000 - esteso nel 2004

93 Cansiglio 43x 1° impianto anno 1991 - esteso nel 1999 - esteso nel 2008

94 del Lazzaretto 85x 1° impianto anno 1999 - esteso 2012

95 Maren 14x 1° impianto anno 2001

96 Manzoni 24x 1° impianto anno 2001 - esteso nel 2008

97 Dante Alighieri 1° impianto anno 2003

98 Vittorio Emanuele II° 45x 1° impianto anno 2003

99 Pontavai 1° impianto anno 2004 - esteso nel 2011

100 Virgilio 1° impianto anno 1994

101 Margogne 6x 1° impianto anno 2005 - esteso nel 2007

102 De Nadai (a) 1° impianto anno 2005

103 L.Da Ponte 63x 1° impianto anno 2005

104 De Nadai (b) 4x 1° impianto anno 2006 - ampliato nel 2009-2010

105 Borgo Antiga 1° impianto anno 2006 - ampliato nel 2008

106 Fadalto Basso 1° impianto anno 2007

107 Confin 1° impianto anno 2006

108 Piemonte 1° impianto anno 2006/2007

109 Da Mosto 25x 1° impianto anno 2008

Page 90: DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO (PICIL)...dell’inquinamento luminoso, a tal proposito approvando, nel giugno 1997, la legge n. 22, ”Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”.

Sommario 1. Introduzione .................................................................................................................... 2 2. Normativa di riferimento .................................................................................................. 3 3. L’inquinamento luminoso ................................................................................................ 4 4. Inquadramento territoriale comunale ............................................................................. 21 5. Cenni storici .................................................................................................................. 22

5.1 Il patrimonio architettonico ...................................................................................... 24 5.2 I centri storici .......................................................................................................... 30

6. I vincoli e la pianificazione territoriale ............................................................................ 31 6.1 La rete ecologica all'interno del Comune ................................................................ 31 6.2 Il paesaggio ............................................................................................................ 33

7. Parametri di influenza sull’illuminazione ........................................................................ 37 7.1 Le principali arterie di comunicazione ..................................................................... 37 7.2 Il clima .................................................................................................................... 45 7.3 L’andamento demografico ...................................................................................... 47 7.4 L’economia ............................................................................................................. 49

8. Cenni storici sulla Pubblica Illuminazione del Comune .................................................. 50